La drammatica storia del piccolo Samuele
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La drammatica storia del piccolo Samuele Una storia drammatica, fatta di ritardi per l’esito del tampone e partenze da rispettare per gravi problemi di salute. E’ la storia del piccolo Samuele Marcelli, il bimbo di tre anni di Polla affetto da oloprosencefalia semilombare e tetraparesi spastico distonica. A causa dei suoi problemi di salute, Samuele è spesso costretto a trasferte a Genova, all’ospedale Gaslini tanto che del suo caso si era interessata la compagnia aerea Volotea donando viaggi gratuiti da Napoli alla Liguria. Una battaglia che Samuele, guerriero nato, porta avanti anche durante l’emergenza Covid-19 con tutte le complicazioni del caso. A denunciare il rischio che il piccolo ha cordo è la mamma Giulia: tutto è legato al ritardo nell’esito del tampone a cui il piccolo si è dovuto sottoporre prima di partire per Genova. Una visita, occorre sottolineare, ordinaria e rimandata già durante il lockdown di marzo. Nei giorni scorsi, la mamma ha avviato la procedura tramite l’Asl Salerno per sottoporre il piccolo al tampone: da qui, l’inizio dell’ennesimo calvario. Mamma e figlio partono per Genova ma, dopo diversi giorni, l’esito del tampone non è giunto dal Laboratorio di Salerno. Mamma Giulia, pur di non perdere la possibilità della visita medica per suo figlio, dopo diverse sollecitazioni ha deciso di chiamare il Pronto Soccorso del Gaslini per un altro tampone. “Ho esposto Samuele ad un rischio portare un bambino come lui in un Pronto Soccorso non è sempre un bene. Tutto perché, da Salerno non avevano ancora il suo risultato. Possibile che non ci sia qualcuno che possa segnalare le emergenze? Non è normale che il Vallo di Diano deve dipendere dal Laboratorio di Salerno che ha una mole di lavoro straordinaria“, ha spiegato la mamma. “Samuele fa parte di quella fascia di popolazione che attende una visita importante, che vive quotidianamente altre situazioni oltre al Covid. A noi, chi ci tutela? Il Vallo di Diano non ha la
possibilità di processare i tamponi e nemmeno un referente che possa chiedere fermamente delle risposte in caso di emergenza. Sono indignata“, ha poi aggiunto Giulia che, insieme a Samuele, ora è a Genova, in attesa del ricovero che avverrà questa mattina. Hanno, fortunatamente, la loro famiglia vicino che vive in Liguria. “Non tutti hanno questa possibilità – aggiunge –, penso a quelle famiglie in attesa in un albergo con relativi costi. Siamo a Genova da giovedì, in attesa di risposte che non sono arrivate. Non me la prendo con nessuno, anzi ringrazio quanti in questi giorni ci hanno supportato. Ma non è normale dipendere da Salerno. “Il Comune non fa lavorare gli ambulanti in regola” di Erika Noschese “Il Comune di Salerno non lascia lavorare le persone che ne hanno diritto, pur essendo in regola con le licenze”. Ad attaccare l’amministrazione comunale di Salerno è Ciro Pietrofesa, coordinatore regionale Anva – l’associazione di categoria che difende e tutela gli operatori ambulanti – dopo quanto accaduto ieri. Nella mattinata di ieri, infatti, sei operatori ambulanti, tramite l’Anva Salerno, avevano richiesto più volte la messa a bando dei posteggi isolati individuati con la delibera di Consiglio Comunale di Salerno numero 17 dello scorso 17 aprile 2018. Bando che non è mai stato fatto ma con la legge regionale 7/2020 Nuovo Testo Unico del Commercio, gli operatori ambulanti hanno la possibilità di poter operare da spuntisti in questi posteggi in attesa di assegnazione. Ed è proprio ciò che hanno fatto i venditori ambulanti di Salerno che avevano comunicato, come prevede la
legge regionale, l’inizio della vendita in questi posteggi, pagando regolarmente la Tosap dovuta. A poche ore dall’inizio dell’attività lavorativa l’ufficio Suap del Comune di Salerno dichiara gli operatori abusivi, tanto da richiedere l’intervento della polizia municipale. Giunti sul posto, i caschi bianchi hanno provveduto al sequestro dei banchetti per la vendita di merci, oltre alla sanzione amministrativa per gli operatori. “Ci hanno fatto sequestro e multa, mentre chi opera abusivamente è stato lasciato lì tranquillamente a lavorare. La situazione sta diventando insopportabile, chi opera nella legalità deve subire, per far riconoscere i propri diritti deve adire alle vie legali, mentre chi opera nella illegalità viene premiato”, ha dichiarato il coordinatore regionale dell’Anva Salerno Ciro Pietrofesa che annuncia, tutela dei sei operatori ambulanti,agiranno per vie legali con un ricorso al Tar, una denuncia penale per le tante omissioni e con una richiesta di risarcimento danni subiti e delle spese giudiziarie. “Non di può più sostenere questo tipo di atteggiamento che le Amministrazioni hanno nei confronti dei venditori ambulanti in regola, non si lascia lavorare persone che ne hanno diritto, in molte parti della Regione hanno chiuso i mercati senza avere rispetto per gli operatori e per il nostro lavoro, il tutto giustificato dal Covid-19, facendoci passare per gli untori pur non avendo nessun caso di contagio in tutti i mercati”, ha poi aggiunto il coordinatore dell’associazione di categoria per la tutela degli operatori mercatali. Dipendente di Salerno Pulita
stacca il cartello dalla saracinesca che contestava De Luca di Erika Noschese Dipendente della Salerno Pulita toglie il cartello affisso alla saracinesca de Alla Zeppola d’Oro. Ha suscitato non poche polemiche quanto accaduto nella serata di sabato a Pastena, zona orientale della città capoluogo, dove un dipendente della partecipata del Comune di Salerno – forse rispettando gli ordini giunti da un superiore – ha ben pensato di staccare il cartello che annunciava la chiusura del locale “grazie a De Luca”, come avevano scritto i titolari, riferendosi all’ultima ordinanza del governatore della Regione Campania che, di fatto, vieta l’asporto dalle 21. Il video, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, ha presto fatto il giro del web, scatenando l’ira dei proprietari del locale Alla Zeppola d’Oro e degli stessi cittadini, indignati. “Ad un dipendente della Salerno Pulita dava fastidio la nostra “arresa” togliendoci il cartello affisso vicino alla saracinesca”, hanno dichiarato i titolari, costretti a chiudere perchè – come già avevano spiegato in precedenza – i loro prodotti vengono venduti maggiormente di sera, dopo le 21 e l’ultima ordinanza del presidente di Palazzo Santa Lucia non ha fatto altro che peggiorare una situazione economica già fortemente precaria a causa dell’emergenza Coronavirus. Parole di indignazione quelle pronunciate anche da Rosario Peduto, coordinatore cittadino della Lega Salerno: “Quello che accade in questa città alle volte è davvero raccapricciante: il dipendente di una azienda municipalizzata che va a strappare volontariamente il cartello posto sulla propria saracinesca da un esercente commerciale costretto a chiudere dalle restrizioni orarie stabilite dal governatore della Regione, è il segno di un degrado morale e civico senza precedenti – ha
infatti dichiarato Peduto – Stiamo passando ogni limite, c’ è gente in questa città che crede di essere “proprietaria” della stessa, che vive all’ombra di un sistema familistico e clientelare, arrogandosi ormai anche il diritto di voler tappare la bocca a chi vive dei propri stenti e della propria libertà”. Indignata anche Sonia Senatore, ex dirigente di Forza Italia e attuale presidente del Cad sociale, centro ascolto del disagio: “È ormai guerra fra poveri. Questo è il sistema De Luca. Silenziare il dissenso con i mercenari di turno! Ormai è una guerriglia urbana corpo a corpo a Salerno e mi spiace dirlo, ma siamo solo all’inizio – ha dichiarato la Senatore – Questo video mi auguro sia sottoposto agli organi competenti dai consiglieri di opposizione e dagli uomini di dignità che in questo consiglio comunale vogliano prendere le distanze da queste modalità di bulli di quartiere! Salerno non merita questo, i salernitani non sono così. E’ tempo di fare ognuno la sua parte realmente e concretamente in questa città”. Intanto, il presidente della commissione Trasparenza Antonio Cammarota ha annunciato di voler chiedere spiegazioni scritte e quindi l’audizione del presidente di Salerno Pulita. ““L’episodio riferito nel video pubblicato su facebook dal negozio “Zeppola d’Oro” getta una grave ombra su Salerno Pulita e, di riflesso, sull’intera città di Salerno – ha dichiarato il presidente Cammarota – In discussione non è la Zeppola d’Oro, il privato si tutelerà se e come vorrà ma il grave danno di immagine che ne deriva, così come è dato rilevare dalle reazioni di tutti, essendo Salerno Pulita un’azienda pubblica comunale”. Dirigenti Scolastici contro
l’Azzolina “I nostri alunni stanno a casa a studiare” di Monica De Santis Ci sono anche alcuni Dirigenti Scolastici di Salerno e provincia tra i 315 firmatari della lettera che hanno voluto inoltrare al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per rispondere alle dichiarazione da lei rilasciate in seguito alla chiusura delle scuole su tutto il territorio regionale. Una lettera che potrebbe sembrare una difesa del Governatore De Luca, ma che di fatto nasce, ci tengono a far sapere, per difendere in primis la scuola della Campania, poi il loro operato e quello di tutti i docenti, poi gli studenti ed, infine, l’operato della Regione. Tra i Dirigenti, che come abbiamo detto, sono più di 310, che hanno firmato il documento, ci sono Rosaria Murano dell’Istituto d’Istruzione Superiore “A. Sacco” di Sant’Arsenio e dell’Istituto Comprensivo di Teggiano; Maria D’Alessio dell’I.I.S. “Pomponio Leto” di Teggiano e dell’Istituto Omniconprensivo di Padula; Maria De Biase del Comprensivo di Santa Marina-Policastro; Franca Principe, dell’I.I.S. “Carlo Pisacane” di Sapri; Corrado Limongi dell’I.I.S. “Leonardo Da Vinci” di Sapri, ed ancora Luigia Trevisone del Liceo di Mercato San Severino, Elisabetta Barone del Liceo Alfano I, Carmela Santarcangelo del Liceo Tasso di Salerno, Barbara Figliolia del Liceo Severi ed altri ancora. Nella lettera i dirigenti precisano al Ministro che “Dal giorno 15 ottobre come ci siamo preoccupati di far partire la Didattica a Distanza in tutte le scuole: qualcuno ci è riuscito bene e qualcun altro meno bene, sicuramente. Ci hanno molto colpito le Sue dichiarazioni a proposito degli studenti campani, che avrebbero, a Suo dire, affollato centri commerciali e strade. La rassicuriamo: i nostri studenti erano davanti ai computer, nelle loro case, a fare scuola e noi nelle scuole, insieme al personale ATA, a
garantire che ciò avvenisse. La scuola campana è una scuola seria, dove, pur tra mille difficoltà, si lavora sodo, spesso senza un’adeguata interlocuzione con gli Enti Locali (in molti casi assolutamente assente), in edifici dove la manutenzione straordinaria ed ordinaria lascia assai a desiderare, in assenza di certificazioni antincendio, con arredi che ricordano i decenni passati, in eterna carenza di personale. E con una carenza di spazi, in molte scuole, che non ha visto la pronta risposta su spazi alternativi, come annunciato più volte quest’estate. Abbiamo riaperto le scuole, dopo la difficile e comune esperienza di lockdown della scorsa primavera, lavorando notte e giorno per renderle sicure, con acquisti di attrezzature per una pulizia più approfondita, con segnaletica che informasse adeguatamente sui comportamenti da adottare nella situazione epidemiologica in corso, con dispenser di igienizzanti per le mani e quant’altro”. Sempre nella missiva i docenti ci tengono a ricordare al Ministro Azzolina che “Abbiamo trascorso il mese di agosto e i primi giorni di settembre letteralmente con il metro alla mano, per misurare le distanze necessarie tra i banchi e tra i banchi e le cattedre. Distanze che sovente cambiavano, a seconda delle interpretazioni del CTS e di altri soggetti. E abbiamo riaperto con gli arredi di sempre, prevalentemente biposto (quelli che da decenni offre il mercato), con le solite sedie rotte, le solite cattedre traballanti. Abbiamo anche riaperto con i soliti organici incompleti (a tutt’oggi), tra docenti di sostegno e collaboratori scolastici mancanti, convocazioni per le supplenze che vanno sempre più deserte. Ma abbiamo riaperto: garantendo orari scaglionati per gli ingressi, rotazioni di vario genere, doppi turni, divisione in gruppi di classi, per garantire una ripresa in presenza, perché il nostro obiettivo è non far perdere un’ora di scuola a nessuno. E i contagi, nonostante ciò, sono aumentati. Già nelle prime settimane, difatti, abbiamo dovuto fermare spesso le attività in presenza, per numerosi casi di positività, tra studenti e docenti e non ci siamo sottratti alle esigenze di modificare la programmazione didattica, disponendo la didattica a
distanza per gli alunni costretti all’isolamento domiciliare. Questa è la situazione delle scuole in Campania. Ma Lei sicuramente la conosce, dal momento che abbiamo compilato ben 5 monitoraggi, quasi identici, durante l’estate scorsa, dove abbiamo risposto sempre alle stesse domande, in relazione al fabbisogno di ogni scuola”. E dopo le premesse arrivano le domande, domande lecite che i dirigenti riscolastici della Campania rivolgono alla Azzolina… “A questo punto, rivolgiamo a Lei alcune domande, sicuramente non esaustive: perché abbiamo riaperto le scuole senza aver ricevuto gli arredi promessi (i famosi banchi monoposto)? A tutt’oggi in Campania ne sono stati consegnati poco più di 4.000; perché non si procede con una campagna massiva di test rapidi agli studenti? perché a tutt’oggi non possiamo garantire ai nostri studenti gli insegnamenti in tutte le discipline, dal momento che gli organici non sono ancora completi? perché gli studenti disabili non possono ancora godere dei docenti di sostegno di cui hanno bisogno? erché sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri che riporta il numero di mascherine distribuite dal Commissariato alle scuole, i quantitativi non corrispondono alle consegne che effettivamente sono state effettuate, e ovviamente, per difetto? perché, a proposito dei trasporti, immaginando la movimentazione degli studenti, anziché prevedere un potenziamento di linee dedicate di trasporto per le scuole (semmai trasferendo le necessarie risorse agli Enti Locali), in ben 6 mesi, si è solo riusciti a decidere che si aumentava la capienza dei passeggeri? perché pochi giorni fa, il 2 ottobre 2020, è stata emanata una circolare di conferma delle elezioni degli Organi Collegiali in presenza entro il 31 ottobre, in piena emergenza epidemiologica?” E concludono la loro lunga lettera… “Siamo consapevoli che Lei è il Ministro dell’Istruzione e che alcune scelte non dipendono dal Ministero da lei diretto: ma il Governo è organo collegiale. Ci piacerebbe ricevere qualche risposta ad almeno qualcuna di queste domande. Perché non è vero che va tutto bene e non è giusto che si racconti questo agli italiani. Su una cosa siamo d’accordo: è vero, le scuole,
ad oggi, sono sicure. Noi lo sappiamo, lavoriamo da mesi e ogni giorno per renderle sicure. Ma le scuole non sono una cattedrale nel deserto, non sono una torre eburnea, sono realtà in un contesto. Forse se davvero la scuola è la priorità, come si sostiene da più parti, è il momento di investire seriamente sulla scuola, restituendole la dignità di perno delle nostre città: per fare questo serve una politica attiva e interventi tempestivi e massicci sul contesto. Noi ci siamo. E anche la Regione Campania”. Silverio Sica: “I tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dal Covid” Trovandoci all’alba di un mondo portato agli estremi, in un periodo storico contrassegnato da ricerche scientifiche e mutamenti collettivi, l’epidemia globale ci ha portati a riflettere sul significato della libertà individuale. Libertà è davvero solo essere sospinti di qui e di la secondo il volere dei media? Se i nostri antenati hanno vissuto il dramma dell’infrazione della Legge, oggi l’angoscia è scaturita dall’inconsistenza del divieto e di conseguenza della libertà. La giustizia in questo caso prende un posto importante e recupera il legame con la società liquida dandole nuova forma. Oltre al quadro umorista che si crea quando è l’avvocato ad essere sottoposto all’interrogatorio, trovarsi in conversazione con una figura del calibro di Silverio Sica, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Salerno, è anche un’occasione per tirare le somme del panorama storico
istituzionale. Ancora oggi il settore più antico tra tutti si trova diviso tra chi contempla con dubbio e chi è alle prese con un’inedita riorganizzazione delle strutture governative ai tempi del Covid-19. Si sono verificate delle compressioni del principio di legalità nella normazione avvenuta con atti amministrativi ? “Non bisogna sentirsi defraudati di niente perché si presuppone che la salute venga al primo posto. Può essere lo Stato a pretendere delle restrizioni o è il cittadino che autonomamente se le impone: fa lo stesso perchè è l’unica condotta utile di fronte all’ignoto della pandemia. La ‘compressione della libertà’ in uno stato emergenziale è pienamente giustificata e purtroppo non c’è un’alternativa. Le grandi epidemie della peste hanno visto gli uomini rinchiudersi tra di loro e questo si è dimostrato il sistema più efficace, anche se comporta necessariamente la compromissione della libertà. Oltre ad essere un rimedio in uso da sempre è anche l’unico che l’uomo conosce di fronte a delle malattie che lo spaventano.” Come si è dimostrata la condizione carceraria durante la quarantena? “È un dato di fatto che i detenuti siano privati della loro libertà, ma non per questo vengono interdetti dalla vita di tutti i giorni. All’inizio c’è stato un allarme che era per molti aspetti fondato. Lo svilupparsi della pandemia all’interno delle carceri può essere una situazione molto grave e richiede degli spazi che in Italia non ci sono. Inoltre, ci vorrebbero delle strutture adeguate per garantire le terapie necessarie a tutti i detenuti e allo stesso tempo assicurare che non se ne scappino. Ad ogni modo, la burocrazia ha funzionato e l’amministrazione penitenziaria è riuscita a fronteggiare lo stato di emergenza. Abbiamo avuto poche notizie di pandemia all’interno delle strutture carcerarie quando è stato garantito un lasciapassare verso l’esterno.” Quali modalità vengono impiegate oggi nei tribunali? Molto spesso siamo di fronte ad una disorganizzazione e un’improvvisazione governativa da saltimabanco. Lo spettacolo circense non vale solo per i tribunali ma per tutti gli ambienti sociali, dalle famiglie alla scuola. Purtroppo c’è bisogno di regole certe
che provengano dall’alto e che vengano fatte rispettare. Questo governo ha preferito promulgare delle norme che consentivano margini di interpretazione e soprattutto addossavano la responsabilità a tutti i quadri periferici. È facile pretendere da chi dirige una scuola o un tribunale di garantire che non si verifichino assembramenti. È più difficile ottenere degli interventi mirati che questa situazione richiede e assicurare delle strutture che tutelino le persone. Chi è a capo, ha promosso questo scarico di responsabilità e continua ad operare in questo senso con le norme che vengono emanate di continuo. È chiaro che anche i tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dalla situazione. Così a distanza di otto mesi dall’inizio della pandemia si può ancora trovare il tribunale in cui si entra liberamente e quello in cui si ha accesso solo con previa verifica del grado febbrile, ma a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini. A Salerno per fortuna abbiamo trovato un po’ di buon senso nei capi di ufficio e siamo riusciti ad ottenere dei pass per 60 persone che vengono in seguito riconsegnati, sta di fatto che le regole non possono essere lasciate ad una libera interpretazione. ” Come trovare un accordo tra giustizia e fake news nell’industria giornalistica? “La violenza della modernità è stata in grado di uccidere l’unico ambito che aveva compreso la curiosità e l’ingegno dell’essere umano: il giornalismo. Mi viene in mente Travaglio e realizzo che ormai viene dato spazio a voci dolciastre diffuse sui teleschermi che non possono essere più spenti e l’ignoranza si fa sempre più autorità. La corruzione delle informazioni è un morbo che non colpisce il corpo ma le menti. Sicuramente i giornali di partito sono una realtà mondiale non solo italiana ma nessuno più ha il coraggio di approfondire le fonti e nel panorama storico è molto difficile trovare notizie analizzate e verificate con cura, che operino secondo l’arte dell’inchiesta. I grandi giornali americani, hanno i loro padroni, ma conoscono il metodo dell’indagine e continuano a sentire il richiamo della notizia, che viene prima di tutto il resto. Confido in un ritorno del giornalismo
critico che non si annulli nella finzione e meno influenzato dalla politica. Anche nel mio settore, che è la giustizia, funziona così. Bisogna disporre di un filtro quando arrivano notizie senza contorni ben definiti che provengono dalle autorità o dal cliente e poi si correggono eventuali stonature o errori di messa a fuoco.” Andrea Orza A gennaio il nome del candidato di Erika Noschese Continua il percorso di Davvero Diritti&Ecologia verso le amministrative 2021 a Salerno. Il leader Michele Ragosta, in queste settimane, sta tenendo una serie di incontri per far luce sul percorso che gli aspiranti candidati intendono intraprendere in vista della prossima importante scadenza elettorale. In primavera, infatti, i cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo consiglio comunale e il nuovo sindaco di Salerno. Davvero ha già annunciato l’intenzione di scendere in campo con una coalizione vasta nè di destra nè di sinistra con un proprio candidato sindaco che sarà scelto solo nel mese di gennaio quando si avrà un quadro più chiaro della situazione. Ieri mattina, presso la sede provinciale del partito si è tenuto un incontro “Salerno cambia Salerno”, un percorso che avrebbe l’obiettivo di unire e “archiviare un sistema di potere trentennale deve essere la priorità, ripristinare le regole di partecipazione e di collegialità”, come si evince dall’invito diffuso a tutti coloro sono intenzionati a scendere in campo. Per Davvero
l’obiettivo è quello di recuperare il ruolo di una Salerno città capoluogo, comprensorio e città metropolitana. In queste settimane sono in programma altri incontri presso la sede di via Raffaele Guariglia per provare a tracciare un punto di partenza prima di stilare il programma elettorale e dare il via ufficiale alla campagna elettorale. All’incontro di ieri mattina avrebbero preso parte anche alcuni attuali consiglieri di maggioranza, appartenenti ad altre liste civiche che guarderebbero con interesse alla coalizione di Davvero. Torquato chiude parchi e ville. Vietata anche l’attività fisica C’è molta preoccupazione a Nocera Inferiore per il numero dei contagi, che sono saliti a quota 82. E’ così scattata una nuova stretta da parte del sindaco Manlio Torquato. Chiusi parchi e ville comunali. Con l’ Ordinanza sindacale n°44 del 18 ottobre 2020 è stata disposta la sospensione delle attività e la chiusura fisica di tutti i parchi giochi comunali, sia in gestione pubblica che affidati a terzi (comprese le strutture dedicate alle attività sportive in essi presenti), fino al 30 ottobre 2020. Inoltre con altro provvedimento è stata disposta la chiusura al Pubblico delle sedi Comunali per la giornata di oggi per consentire le operazioni di sanificazioni delle sedi comunali e l’organizzazione dei lavoratori per lo smart working. Saranno dunque chiuse al pubblico le sedi di Piazza Diaz, via Guerritore, Via Libroia e Biblioteca Comunale. Seguirà avviso per la regolamentazione degli accessi da martedì 20 ottobre. Lunedì summit con i vertici del Tribunale: «Preoccupa lo stato di isolamento in cui i Comuni sono
lasciati dinanzi all’emergenza». Un libro da Salvare di Federico PierMaria Sanguineti “Il libro da salvare non esiste” tema che libro salveresti? svolgo nel comunismo virtuale di internet dove trovi ogni libro che ti pare il libro da salvare non esiste se non come metafora di libro perché la nostalgia del manoscritto oppur la nostalgia del libro a stampa diventa nostalgia del camminare
a quattro zampe quando stai in piedi e in piedi puoi andare dove vuoi e puoi persino coricarti e in sogno arrotolarti in libro metaforico come quaderno della tua memoria Federico PierMaria Sanguineti Halloween in Campania: tradizione, eventi e mistero Il 2020 è l’anno in cui tutto cambia: un fine ottobre ricco di tradizione avrebbe scaldato il cuore a tutti noi ma quest’anno non si può! Per la prima volta nel DopoGuerra non si vedranno maschere e mascherine, colori e voci animare i nostri vicoli. Eppure ci piace scoprire le tradizioni locali e persino sognare quando in rete tra un testo e l’altro incontriamo un pezzo come quello presente sul Blog l’Insider che parla delle tradizioni di Halloween. Prima o poi, appena possibile, un viaggio a caccia di tradizioni lo faremo anche noi della redazione! La Campania si sa è terra di burloni e di amanti del mistero, non possono certo mancare le tradizioni e gli eventi di questo periodo dell’anno. Cosa certa è che per il 2020 tutto o quasi tutto sarà virtuale e digitale un pò come i casinò online.
Halloween: il periodo dei morti in Campania Dalle nostre parti è cosa nota, con gli Stati Uniti abbiamo un profondo legame, vuoi lo Sbarco o vuoi le migrazioni ma in Campania ed in particolare tra Napoli e Salerno le tradizioni americane piacciono da sempre ma prima del “dolcetto e scherzetto” qui alle falde del Vesuvio Cicci muortI correva già nei vicoli. Proprio a fine di ottobre i nostri vicoli si animavano di ragazzi e bimbi che, con o tavutiello, una cassetta di cartone a forma di bara invocando un’antica filastrocca “Fate bene ai Santi morti” “Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene, pe’ li muorte” chiedevano dolci e quanto altro. Insomma un Halloween tutto campano che niente ha da invidiare con le altre tradizioni del mondo. Halloween, periodo dei morti: tradizioni In questo periodo dell’anno i dolci sono qualcosa di importante, un pò come a Natale o forse persino di più. Li conoscete tutti? Ne abbiamo parlato con i nostri lettori più anziani, quelli che ancora ricordano tutto per bene ed abbiamo qualcosa da consigliarvi. Ovviamente in questo scorcio d’anno non solo dolci ma tante delizie. 1. Torrone dei morti: al cioccolato o pistacchio, alla nocciola o al gianduia è una delle ghiottonerie più amate. Non tutti sanno ma In passato, a Napoli e in Campania, i torroni erano chiamati “morticini”, infatti la loro forma particolare ricorda una cassa da morto, il torrone veniva portato alla fidanzata per addolcire le giornate del periodo triste. Il torrone dei morti o
comunque il torroncino è uno dei dolci più amati dell’autunno/inverno indubbiamente tra i più venduti e quelli che ognuno vorrebbe ricevere in dono. Il torroncino, per la sua particolare ricchezza di gusto, è una delle delizie campane più consumate al mondo. 2. Pizza dei Morti, conosciuta solo a Ravello, ormai inizia ad essere apprezzata un pò ovunque. TIpicamente a Ravello, il giorno dei morti, si cucinavano piatti semplici, impasti di grano, salsa di pomodoro, aglio, origano, olio e acciughe. Una piatto povero diventato poi una vera e propria pizza e, non di rado anche a Salerno, nei giorni di Halloween è facile assaggiare una pizza semplice, di quelle che fuori dalla Campania, chiamano Napoli. Tantissime sono le tradizioni locali a base di lumi di candela e storie antiche di quelle che hanno animato i nostri vicoli. In questo strano Halloween sarà bello confrontarsi con chi le tradizioni ancora le ricorda a memoria e prepararsi al meglio per l’ultimo week end di ottobre 2021. Dillo a Cronache: assembramento davanti alla Sala Varese. Il video Video girato pochi minuti fa http://www.cronachesalerno.it/wp-content/uploads/2020/10/ WhatsApp-Video-2020-10-18-at-22.26.21.mp4
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