La creatività dell'amore - Fondazione Nigrizia
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MENSILE DI INFORMAZIONE DEI MISSIONARI COMBONIANI 5 – 2020 ANNO XXXIX (nuova serie) N. 5 Maggio 2020 – 37129 Verona - Vicolo Pozzo, 1 – Poste Italiane Spa Sped. in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Verona La creatività dell’amore pensiero va anche ai detenuti nelle carceri, al cui dolore si aggiunge il timore per l’epidemia, per sé e i loro cari; penso ai senza dimora, che non Sorpresa a ora di cena venerdì 3 aprile: il volto di hanno una casa che li protegga. papa Francesco appariva al TG delle 20 su Rai1 per È un momento difficile per tutti. Per molti, difficilissimo. Il Papa lo sa e, consegnarci il suo videomessaggio per la settimana con queste parole, vuole dire a tutti santa 2020. Ecco le sue parole la sua vicinanza e il suo affetto. Cer- chiamo, se possiamo, di utilizzare al meglio questo tempo: siamo genero- si; aiutiamo chi ha bisogno nelle no- stre vicinanze; cerchiamo, magari via telefono o social, le persone più sole; preghiamo il Signore per quanti sono provati in Italia e nel mondo. Anche se siamo isolati, il pensiero e lo spirito possono andare lontano con la cre- atività dell’amore. Questo ci vuole oggi: la creatività dell’amore. Celebriamo in modo davvero insolito la Settimana Santa, che manifesta e riassume il messaggio del Vangelo, quello dell’amore di Dio senza limiti. E nel silenzio delle nostre città, ri- suonerà il Vangelo di Pasqua. Dice l’apostolo Paolo: «Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vi- vano più per sé stessi, ma per colui che è morto e resuscitato per loro» (2 Cor 5,15). In Gesù risorto, la vita ha vinto la morte. Questa fede pa- squale nutre la nostra speranza. Vorrei C condividerla con voi questa sera. È la ari amici, buonasera! lutti dovuti al coronavirus o ad altre speranza di un tempo migliore, in cui Questa sera ho la possibilità cause. In questi giorni penso spesso essere migliori noi, finalmente liberati di entrare nelle vostre case alle persone sole, per cui è più diffi- dal male e da questa pandemia. È una in un modo diverso dal solito. Se lo cile affrontare questi momenti. So- speranza: la speranza non delude; permettete, vorrei conversare con prattutto penso agli anziani, che mi non è un’illusione, è una speranza. voi per qualche istante, in questo sono tanto cari. Gli uni accanto agli altri, nell’amore e periodo di difficoltà e di sofferenze. Non posso dimenticare chi è amma- nella pazienza, possiamo preparare Vi immagino nelle vostre famiglie, lato di coronavirus, le persone rico- in questi giorni un tempo migliore. Vi mentre vivete una vita insolita per verate negli ospedali. Ho presente ringrazio per avermi permesso di en- evitare il contagio. Penso alla viva- la generosità di chi si espone per la trare nelle vostre case. Fate un ge- cità dei bambini e dei ragazzi, che cura di questa pandemia o per ga- sto di tenerezza verso chi soffre, non possono uscire, frequentare la rantire i servizi essenziali alla socie- verso i bambini, verso gli anzia- scuola, fare la loro vita. Ho nel cuore tà. Quanti eroi, di tutti i giorni, di tutte ni. Dite loro che il Papa è vicino e tutte le famiglie, specie quelle che le ore! Ricordo anche quanti sono in prega, perché il Signore ci liberi tutti hanno qualche caro ammalato o ristrettezze economiche e sono pre- presto dal male. E voi, pregate per che hanno purtroppo conosciuto occupati per il lavoro e il futuro. Un me. Buona cena. A presto!
Testimonianza RICORDANDO PADRE ANGELO VENTURELLI Emozione indicibile Le famiglie dei comboniani considerano tesoro prezioso la custodia del ricordo del loro missionario. E in particolari occasioni, intendono ricordarlo insieme È così, ad esempio, che i parenti di padre Angelo Venturelli, ni- Città del Vaticano. Papa Francesco abbracciato da Luigi Tosoni poti e pronipoti, vogliono ricor- dare lo zio missionario in occasione Sudan tra la popolazione denka. Poi, «Grazie padre. Con gioia le faccio del 50° della sua morte, avvenuta a per 11 anni (1944-1955) fu al Com- sapere che è stato padre Ange- Milano il 22 maggio 1970, a 59 anni, boni College di Khartoum (Sudan) lo a benedire il nostro matrimonio il in seguito a una malattia contratta in e infine 7 anni, cioè fino all’espulsio- 05/10/1969 e, grazie a Dio, con mia missione. moglie siamo uniti con il dono di 4 ne di tutti i missionari dal Sud Sudan Padre Angelo, nato a Sona (VR), era (1964), nel seminario sudanese del figlie e 8 nipoti – è la risposta –. Da entrato molto presto tra i combonia- Tore, come padre spirituale, inse- parte mia, pensando di fare cosa ni, trascorrendo in Africa 23 anni gnante ed economo. gradita, con piacere, condivido con della sua vita. Era divenuto sacer- «È stato un vero uomo di Dio: lo spi- te la gioia dell’udienza avuta da Papa dote a Verona il 10 luglio 1938. Pri- rito di preghiera era la caratteristica Francesco. Allego alcune foto e la ri- ma dell’inizio della Seconda guerra più marcata della sua persona di sposta che avevo inviato a una suora mondiale, dopo alcuni mesi di studio sacerdote e di religioso. In umiltà e comboniana che mi chiedeva “delle dell’inglese in Inghilterra, era in Sud semplicità era sempre tutto proteso mie emozioni”. Intanto un abbraccio verso la ricerca del Regno di Dio, che viene dopo a quello del Papa. In- senza mai badare a sé stesso. Ave- fatti a lui ho chiesto una benedizione va una certa apparenza di ruvidez- e un abbraccio per i benefattori e per za, forse segno di un’innata timidez- le persone a me care (e tu ci sei!). za; ma chi viveva in comunità con lui Ed ecco la risposta alla suora: scopriva facilmente il suo vero ca- «Ancora non riesco a riprendermi rattere, fatto di cordialità, di vera ca- dall’emozione e quando mi sem- rità, per cui stargli vicino diventava bra di essere un po’ rientrato nella un vero piacere», così i comboniani normalità, basta che uno mi chieda ricordano ufficialmente il loro con- com’è andata e io gli metto le mani fratello. (Da Bollettino n. 91, agosto sulle spalle, come ho fatto con il 1979, p.77-78). Santo Padre, e ripeto il dialogo con All’inizio della settimana santa, sor- il quale sono stato, dopo la mia ri- presa: un nipote di padre Angelo, chiesta, invitato dal Papa ad abbrac- Luigi Tosoni, mi raggiunge al telefo- ciarlo, e la sfida che mi ha lanciato no per avere qualcosa di scritto del quando chiedendogli un selfie, mi ha nostro missionario. Gli inoltro quanto risposto: “vediamo se è così giovane padre Piergiorgio Prandina, solerte da farlo?”. Anche ora, scrivendoti ri- archivista dell’Archivio centrale dei vivo quelle emozioni. Indefinibili. Un comboniani a Roma, mi aveva tanto abbraccio. Luigi». Un giovane padre Angelo Venturelli gentilmente fatto avere. padre Elio 2
Biografia Ambrosoli Da medico a comboniano I compagni novizi lo amano e stima- no perché «voleva sempre l’ultimo posto e i lavori più umili. Era spesso al lavello dei piatti, anche se non era Giuseppe Ambrosli: la sua formazione, la sua entrata il suo turno», come testimonia uno di in noviziato, la sua prima professione religiosa loro. Ma ora, pur essendo dottore, deve limitarsi a fare… l’infermiere. CENACOLO comboniano. Ma prima parte a Lon- dra per frequentare un corso di me- DA RELIGIOSO PROFESSO… C on la fine della Seconda guer- dicina tropicale al Tropical Institute. ra mondiale, inizia per Giu- Giuseppe conclude il noviziato con Rientrato in Italia, scrive all’allora seppe un periodo fondamen- la prima professione religiosa. È il 9 superiore generale dei comboniani, tale per la sua scelta missionaria. settembre 1953. Quel giorno, i com- padre Antonio Todesco, manifestan- L’incontro che segna la vita spirituale boniani celebrano uno dei patroni do la sua decisione di entrare a far di Giuseppe è con don Silvio Riva, dell’istituto, quel san Pietro Claver, parte dell’istituto come sacerdote. l’assistente diocesano dell’Azione gesuita spagnolo, conosciuto come A 28 anni, Giuseppe, medico chi- cattolica di Como che riunisce i mi- “l’apostolo degli schiavi neri” (aethio- rurgo, si presenta in noviziato, gliori giovani in un gruppo che ha pum semper servus – era così che rinunciando all’onorata profes- battezzato “Cenacolo”. Si tratta di si firmava) e sotto la cui protezione sione, alla carriera, alla posizione un’associazione in cui i giovani si ri- economica della sua famiglia… Daniele Comboni ha posto i suoi isti- trovano, in un clima di alta spiritualità È il 16 ottobre 1951 quando, accom- tuti, «ravvisando in lui un luminoso oltre che di amicizia e di fraternità, pagnato da mamma Palmira e dal fra- esempio di dedizione ai più poveri e per pregare e per meglio vivere gli tello Alessandro, l’ultimogenito, Giu- abbandonati». aneliti del Cuore di Cristo espressi seppe entra in noviziato. I novizi cui si Il giorno dopo la professione, Giu- alla vigilia della sua passione nel unisce sono tutti molto più giovani di seppe – ora Fratel Ambrosoli a tutti discorso dell’ultima cena con i suoi età, adolescenti. Il suo titolo di “dotto- gli effetti – entra nello scolasticato dodici amici, gli apostoli. re” viene sostituito da quello di “fratel- di Venegono Superiore (Varese) per La sua crescita spirituale si tradu- lo”, fratel Giuseppe. A lui piace così. seguirvi i corsi di teologia. La notizia ce nella ricerca della santità intesa La vita del noviziato è austera. Si trat- della presenza di uno scolastico- come identificazione con Cristo. ta di formare il carattere di persone dottore in quella casa di studio fa Matura così, giorno dopo giorno, la che dovranno affrontare le più gros- rapidamente il giro delle missioni sua vocazione alla missione che già se difficoltà che la missione riserverà comboniane in Africa. Il primo a ha lasciato intuire ai suoi compagni ad apostoli destinati all’Africa. farsi vivo per “prenotarlo” è padre di campo di Heuberg. In brevissimo tempo, si trova a suo Alfredo Malandra, dall’Uganda: insi- A guerra finita, Giuseppe riprende agio anche con quelle mille rego- ste con il superiore generale, padre gli studi universitari. Si laurea in me- lette che spezzano la giornata in un Antonio Todesco, per avere subito il dicina e chirurgia all’università degli puzzle di difficile composizione. Ma dottor Ambrosoli. Il motivo è più che studi di Milano, il 18 luglio 1949, con il suo obbedire non è mai rinuncia a valido: «È la condizione indispensa- un punteggio di 108 su 110. Subito vedere o pensare. Sa esporre le sue bile per sviluppare l’opera sanitaria dopo, frequenta come volontario tiro- ragioni, anche se sempre con rispet- che ho iniziato a Kalongo», scrive. cinante il reparto di medicina dell’o- to e pazienza. Padre Todesco cede alle pressioni e spedale di Como. Il dottor Luciano Importante per lui è la invia una lettera a Giuseppe. Terruzzi, assistente in questo ospe- contemplazione del dale, racconta: « Nell’assistenza agli Cuore di Cristo (i mis- ammalati e nell’esecuzione dei vari sionari comboniani sono adempimenti era il più premuroso; i Figli del sacro Cuore di sempre attento, senza farsi notare, Gesù), trovando nel mi- a supplire alle omissioni degli altri, stero di Cristo lo slancio con l’atteggiamento di scusarsi, rin- per il suo impegno mis- graziando chi gli aveva così permes- sionario. Come Comboni so di esercitarsi nelle varie mansioni prima di lui, anche padre diagnostiche e terapeutiche». Giuseppe scopre che quel Cuore aveva palpi- DA MEDICO A NOVIZIO tato ed era morto anche per la “Nigrizia”, per gli Quel giorno dell’estate 1949 in cui africani. Giuseppe si presenta al seminario comboniano di Rebbio per avere delle informazioni, la sua decisione Padre Giuseppe Ambrosoli è presa: sarà medico missionario visita un piccolo paziente 3
In Pace Christi PADRE GIUSEPPE SIMONI CADIDAVID (VR) 9-11-1947 – MILANO 21-3-2020 Un missionario splendido La morte inaspettata di padre Giuseppe, causata dal coronavirus, ha toccato profondamente tutti i comboniani e gli amici che avevano avuto modo di apprezzarne la maniera di essere missione. Una perdita molto grande per tutti! E ra nato 72 anni fa, Giuseppe, della sua applicazione, che hanno All’inizio del nostro noviziato, era a Cadidavid, una frazione che segnato il nostro cammino di matura- padre maestro Ernesto Malugani. oggi conta un po’ meno di zione umana e cristiana. Nostro “pa- Poco dopo, padre Ernesto venne 8mila abitanti, del comune di Verona, dre spirituale” era quel Giuliano Volpi a scontrarsi con quel vento di fan- in direzione sud. Papà e mamma si che tanti comboniani hanno avuto tasia, innovazione e cambiamento arrabattavano, come facevano tutti come punto di riferimento della loro che nel “terribile ’68” soffiava forte in quel periodo di ricostruzione all’in- vita spirituale, così come della forma- anche sulle istituzioni di formazione domani della guerra, per nutrire una zione della loro personalità, anche che erano i noviziati e i seminari, e famiglia composta da due figlie e per l’aspetto importante della perso- che già a fine ’67 lasciava intendere questo bambino che faceva sogna- na che è l’affettività. Padre Giuliano che qualcosa di importante si prepa- re i suoi genitori. Come è avvenuto ci voleva bene e ci aiutava a matu- rava. Ritiratosi padre Ernesto, a Na- per tantissime famiglie italiane, non rare per riuscire degli ottimi mis- tale venne ad “ascoltarci” da Roma ci è stato dato, come confratelli, di sionari, come li voleva san Daniele padre Leonzio Bano che dal 1959 essergli vicino negli ultimi istanti, né Comboni dai cui scritti attingeva faceva parte del consiglio generale di accompagnarlo alla sepoltura. Ma nelle meditazioni che ci proponeva. ed era incaricato della formazione. il carro funebre che lo accompagna- Al termine del liceo, nel settembre L’ambiente in noviziato non era dei va al cimitero, ha fatto sosta davanti 1967 entravamo nel noviziato di Fi- migliori, ma padre Leonzio nei 15 alla nostra casa a Milano e così lo renze, in via della Piazzola,103 a giorni che stette con noi ci ascol- abbiamo salutato. qualche centinaio di metri da san tò uno ad uno, cercando di capi- Lo vogliamo ora ricordare, ringra- Domenico di Fiesole, ai piedi della re che cosa volevamo, riportando ziandolo prima di tutto per quello collina che sovrasta la città. Sono così un po’ di serenità negli animi che è stato per tanti di noi. stati due anni non facili, tumultuosi di noi giovani. Padre Leonzio era Il suo desiderio di essere missionario per certi aspetti, ma in cui si respira- uomo estremamente onesto e amico gli era sbocciato in cuore ancora ra- va la voglia di rinnovamento di una dei giovani, nonostante l’età e la sua gazzo. I comboniani lo avevano ac- Chiesa che papa Francesco defini- formazione…come il vino nuovo in colto: a Padova ha frequentato me- sce oggi “in uscita”. Ci siamo lasciati otri vecchi. Confrontandoci con lui, die e ginnasio, per poi passare nel coinvolgere nella vicenda della co- capimmo la nostra povertà spirituale liceo di Carraia, comune di Capan- munità cristiana dell’Isolotto, presie- e il vuoto spirituale in cui ci muove- nori, a pochi chilometri da Lucca. duta da don Enzo Mazzi e i suoi due vamo. Al termine della visita ognuno Di seguito, la testimonianza del collaboratori; abbiamo goduto del- maturò le sue decisioni. Di noi novizi trentino padre Tullio Donati, suo la prossimità dello scolopio padre non furono in pochi a lasciare… compagno di liceo e di professio- Ernesto Balducci di stanza allora A maggio 1968 ci raggiunse dall’U- ne religiosa, che con padre Giusep- alla Badia Fiesolana, pochi minuti ganda, come padre maestro, Anto- pe ha condiviso non solo gli anni del- sotto il noviziato, e che da noi tene- nio Colombo. Un uomo di pace. Le la formazione, ma anche parte della va i ritiri mensili del “Cenacolo”; e cose cambiarono in meglio e il clima vita missionaria nell’ex Zaire, oggi abbiamo avuto la gioia di conosce- si rasserenò, anche se le nostre “fa- Repubblica democratica del Congo: re la spiritualità di don Divo Barsotti, tiche” non erano finite. Si ridusse la «Ci siamo conosciuti negli anni del un monaco cristiano, presbitero e differenza tra noi candidati preti e i liceo comboniano di Carraia. Erano scrittore, fondatore della Comunità nostri compagni “fratelli”: era norma- anni belli (1964-67), gli anni della fine dei Figli di Dio, che veniva a tenerci le condividere le stesse incombenze del concilio Vaticano II e dell’inizio i ritiri mensili. e gli stessi lavori. Così padre An- 4
tonio, coadiuvato felicemente da grande abitudine alla contemplazio- cità che gli derivava da una profonda padre Pietro Moro, oggi 90enne, ne. Non soffriva di complessi di fron- umanità. Lo dico perché ne ho fatto ci accompagnò serenamente alla te a nessuno e si mostrava sempre l’esperienza, conoscendolo. Ne sono professione religiosa, il 9 settem- per quello che era, cioè disponibi- prova i tanti servizi, anche impegna- bre 1969. le a tutti. Sapeva accettare anche tivi, e in ambiti diversi, che ha reso Passammo come “prefetti”, cioè situazioni di ostilità, ma senza farle durante la sua vita missionaria». assistenti dei ragazzi, nel semina- pesare. La sua porta rimaneva sem- E infine, la testimonianza di padre rio minore di Pesaro a Villa Baratoff. pre aperta e disponibile al dialogo. Franco Moretti da Nairobi, la cui ni- Furono due anni ricchi di fraternità. Con lui si stava bene, a proprio agio, pote Paola lavora al Niguarda dove Nell’estate 1971 raggiungevamo lo sempre sereni anche nell’affrontare padre Giuseppe era stato ricoverato, scolasticato internazionale franco- situazioni difficili, per arrivare insie- colpito dal virus. Verso mezzanotte fono a Issy-les-Moulineaux che era me a scelte sempre positive. di venerdì 20 marzo, Paola chatta su stato aperto l’anno prima. Dopo un Grazie, Bepi!». WhatsApp con lo zio: “Ciao, zietto! anno di corso all’Università cattolica E questa la testimonianza di fratel Come stai? Conosci un comboniano di Parigi in “Scienza e teologia delle Daniele Giusti, il medico della co- che si chiama Simoni Giuseppe?”. religioni”, nasce l’idea di partire in munità di cui padre Giuseppe era il “Certo! – risponde lo zio –. Era mio missione prima della nostra ordina- superiore: «Padre Giuseppe è stato compagno in liceo, a Carraia…mis- zione. Ci imbarchiamo per l’allora una guida discreta, assidua, pazien- sionario nella Repubblica democra- Zaire (oggi Repubblica democratica te e amorevole per i confratelli anzia- tica del Congo. Ora è superiore della del Congo), sotto la responsabilità di ni e ammalati. Il suo modo semplice nostra casa di cura a Milano. Grande padre Adriano Danzi. L’esperienza di parlare e di agire ha conquistato musicista, provetto chitarrista…Per- si concluse felicemente, due anni tutti in poco tempo e la sua presenza ché me lo chiedi?”. E Paola: “Di’ una dopo, con la nostra ordinazione sa- ha dato una enorme stabilità e sere- preghierina per lui questa notte. È cerdotale nella parrocchia di Sainte nità alla comunità». qui al Niguarda. Infetto. Ma temo non Anne a Isiro. Era il 6 gennaio 1975, «Padre Giuseppe è il missionario che ce la farà. Mi spiace moltissimo”. E Epifania del Signore. Il “ricordo” ogni Padre provinciale desiderereb- Franco: “Anche a me…È stato un dell’ordinazione è unico e riporta i be avere – testimonia padre Venan- grande missionario”. Paola conclu- nostri due nomi. zio Milani –. Un uomo sereno, sempre de: “Sì, sì. Me lo hanno detto che è Ci siamo ritrovati, dopo vari anni, a disponibile a situazioni di emergenza un uomo splendido”. La mattina di Kisangani, nell’est della Rd Congo e con la ferma volontà di ricostruire. sabato padre Giuseppe ci lasciava. (1980), lui formatore dei postulanti e Uomo di riconciliazione, di media- io in parrocchia di san Camillo. Poi a zione e di pace. Con quella sempli- a cura dei confratelli san Mbaga (2001-2007) a Kinshasa, comunità di 250mila abitanti (!). Quando a padre Giusep- pe si propose di farsi ca- rico della responsabilità della parrocchia, piutto- sto impegnativa, fu mol- to esitante, ma quando il padre provinciale gli co- municò che mi avrebbe proposto di coadiuvarlo, accettò senza riserve. Giuseppe era un uomo sempre disponibile, ca- pace di osservazione e giudizio. Comunicava sempre una grande se- renità e tranquillità, che alcuni fraintendevano. Era estremamente sem- plice. Quello che diceva sembrava ovvio e ba- nale, ma veniva da una Cotonou (Benin). Padre Giuseppe con un gruppo di novizi 5
Testimonianza IN RICORDO DI DON GIUSEPPE BERARDELLI seppe si è aggravato velocemente ed è morto in quattro giorni, in un Il prete del ospedale tra tanti ammalati isolati e soli. La comunità, spiegano dalla “pace e bene” curia di Bergamo, non ha potuto ac- quistare il respiratore….Ora, oltre la morte restano le strade tracciate e gli insegnamenti dati. Più importante Sono decine e decine i sacerdoti, religiosi, missionari del “come” e del “cosa” è la testimo- e missionarie vittime del coronavirus. Di questi nianza lasciata da don Giuseppe. preti, in solidarietà con la diocesi di Bergamo, la più Era, don Giuseppe, un pastore umi- le e vicino alla gente, un gioioso colpita, ne vogliamo ricordare uno, don Giuseppe testimone del Vangelo. Ha donato Berardelli, testimone autentico del vangelo e icona la sua vita alla gente e al Signore. Ha dedicato il suo sacerdozio a tutta dello stile bergamasco. Ci ha lasciati il 16 marzo la comunità di Casnigo e anche alle altre comunità dove è stato parroco. Ha donato la sua vita al Signore e alla gente, con tutto il cuore. Per qualsiasi necessità e bisogno era sempre disponibile a dare una mano. Era realmente una persona gioiosa, testimone della gioia, del Vangelo, della lieta notizia. Il suo motto era “pace e bene”, e lo ripeteva a tutti. Non potendo partecipare alle ese- quie per le misure restrittive, la co- munità di Casnigo ha voluto salutare il suo don con un caloroso applauso dai balconi…Lui ha voluto bene alla gente e la gente gli ha voluto bene, esprimendogli così il suo grazie. maggio T ra le migliaia di morti a causa ospedali per la mancanza di posti in del Covid-19, molti erano sa- terapia intensiva: «Se dovesse suc- cerdoti. Vite donate alla comu- cedere a me – diceva – lascerei su- Il sultano pregò nità e al Signore che si sono spente, bito il posto a un giovane!». Francesco di come è successo a molte altre per- Ed è successo davvero. Il coronavi- supplicare per lui sone, nella solitudine e senza la vi- rus ha innescato una gravissima crisi il Signore cinanza di parenti e amici. È anche respiratoria. Ma non è difficile crede- questa la sorte, ma non l’ultimo atto re che abbia ripetuto col poco fiato della testimonianza di don Giuseppe che aveva agli operatori sanitari: se Berardelli, arciprete della parrocchia c’è bisogno, lasciate il mio posto a di San Giovanni Battista di Casnigo. un giovane. Se ne è andato lasciando un ricordo indelebile nelle comunità dove ha UNA TESTIMONIANZA svolto il suo ministero sacerdotale. INDELEBILE Intenzione di preghiera Dalla Curia di Bergamo ricordano La comunità di Casnigo, che già due Perché quanti occupano po- che l’immagine di don Giuseppe è anni fa aveva dimostrato il suo lega- sti di responsabilità si affidino una icona dello stile bergamasco me affettivo al suo parroco per un all’intercessione di Maria per non tanto di fare il prete, quanto di problema oncologico, ha subito pen- poter accogliere la presenza esserlo. Alla sua gente ripeteva il sato a cosa fare, a come organizzar- e la sapienza di Dio nelle loro suo saluto francescano, squillante si, magari anche con una colletta per decisioni e azioni e poter così e sorridente di “pace e bene” an- comprare un respiratore. Le buone servire con più gioia ed effica- che nei giorni in cui le notizie annun- intenzioni, però, non hanno avuto il cia. Preghiamo. ciavano il rischio di collasso negli tempo di diventare realtà. Don Giu- 6
«Ma io non voglio andarmene – ribatté il primo – vorrei restare qui per sempre». «Non abbiamo scelta – replicò l’altro –, ma forse c’è una vita dopo la nascita!». E come può essere – domandò il primo, dubbioso –, per- FESTA DELLA MAMMA deremo il nostro cordone di vita e come faremo a vivere senza di esso? E per di più altri prima di noi hanno la- I gemelli sciato questo grembo e nessuno di loro è tornato a dirci che c’è una vita dopo la nascita. No, la nascita è la fine!». Racconto dedicato a tutte le mamme (festa della mam- Così uno di loro cadde in un profondo affanno e disse: ma, domenica 10 maggio), anche quelle dal figlio unico «Se il concepimento termina con la nascita, che senso ha la vita nell’utero? È assurda. Magari non esiste nessuna A vvenne che in un grembo venissero concepiti due ge- melli. Passavano le settimane e i bambini crescevano. Nella misura in cui cresceva la loro coscienza, aumentava madre dietro tutto ciò». «Ma deve esistere – protestò l’altro – altrimenti come avremmo fatto a entrare qui dentro? E come faremmo a la gioia: «Di’, non è fantastico che siamo stati concepiti? sopravvivere?». Non è meraviglioso che viviamo?». «Hai mai visto nostra madre? – domandò l’uno –. Magari I gemelli cominciarono a scoprire il loro mondo. Quando scoprirono il cordone ombelicale che li legava vive soltanto nella nostra immaginazione. Ce la siamo alla madre dando loro nutrimento, cantarono di gioia: inventata, perché così possiamo comprendere meglio la «Quanto grande è l’amore di nostra madre che divide con nostra esistenza». E così gli ultimi giorni nel grembo della noi la sua vita stessa!». madre furono pieni di mille domande e di grande paura. A mano a mano che le settimane passavano, però, tra- Infine, venne il momento della nascita. sformandosi poi in mesi, notarono improvvisamente che Quando i gemelli ebbero lasciato il loro mondo, aprirono erano cambiati. gli occhi. Gridarono. «Che cosa significa», chiese uno. «Significa – rispose Ciò che videro superava i loro sogni più arditi. l’altro – che il nostro soggiorno in questo mondo presto volgerà alla fine». don Bruno Ferrero (da La voce e il tempo, 17.02.2019) Grazie a tutti (la lavanda dei piedi che non si è potu- ta fare) e a “quel gesto che è la condi- rivava nei posti in missione era an- dare al cimitero, a vedere la tomba i sacerdoti, zione per entrare nel Regno dei cieli”, il Papa ha detto: «In quello scambio dei sacerdoti che avevano lasciato la vita lì, giovani, per la gente del “santi della di parole che ha avuto con Pietro, il Signore ci fa capire che per entrare posto. Nessuno sa il loro nome: sacerdoti anonimi». L’omaggio di porta accanto” nel Regno dei cieli dobbiamo lascia- re che il Signore ci serva, che sia il Francesco è andato, inoltre, ai “par- roci di campagna che sono parroci servo di Dio, il servo nostro. Questo di quattro, cinque, sette paesini e D edicata ai sacerdoti, nel è difficile da capire. Se io non lascio vanno dall’uno all’altro, conoscono primo Giovedì santo senza che Signore sia il mio servitore, che mi la gente”: «Una volta – ha rivelato Messa crismale e senza il faccia crescere, che mi perdoni, non Francesco – uno di loro mi diceva rito della lavanda dei piedi, l’omelia entrerò nel Regno dei cieli». che conosceva il nome di tutta la della Messa “nella cena del Signo- Il Papa ha menzionato “i sacerdo- gente del paese. “Davvero?”, ho re”, presieduta dal Papa nella basi- ti che vanno lontano per portare il chiesto io. “Anche il nome dei cani”. lica di San Pietro, luogo per tutti i riti Vangelo e muoiono lì”. «C’era un La vicinanza sacerdotale: bravi sa- pasquali a causa della pandemia di vescovo – ha raccontato – che la cerdoti! Oggi li ricordo nel mio cuo- Covid-19. prima cosa che faceva quando ar- re e sull’altare». «Oggi vorrei essere vicino ai sacerdo- ti, a tutti i sacerdoti – ha detto France- sco –. Non posso lasciar passare il Giovedì santo senza ricordare i sa- Ricordati di destinare il 5x1000 a cerdoti, che offrono la vita per il Si- FONDAZIONE NIGRIZIA ONLUS gnore, i sacerdoti che sono dei ser- al momento di fare la dichiarazione dei redditi (mod 730). vitori…Con i medici, con gli infermieri Metti la tua firma nel primo riquadro, e scrivi il codice fiscale sono i santi della porta accanto, sa- cerdoti che sapendolo hanno dato la 93216840236 vita». Riferendosi al tema del servizio 7
Attualità MESE DI MAGGIO, MESE DI MARIA Maria, nostra compagna di viaggio Invochiamo Maria nostra madre perché madre di Gesù, con parole e eravamo bambini, e che forse un giorno abbiamo in parte svenduto lo chiediamo per il mondo intero, per- ché la solidarietà tra i popoli non sia preghiere di don Tonino per una miserabile porzione di len- vissuta più come uno dei tanti impe- Bello, messaggero ticchie. Tu, mendicante dello Spirito, gni morali, ma venga riscoperta come riempi le nostre anfore di olio desti- l’unico imperativo etico su cui fondare d’amore umiltà e nato a bruciare dinanzi a Dio: ne ab- l’umana convivenza. E i poveri pos- generosità biamo già fatto ardere troppo davanti sano assidersi, con pari dignità, alla agli idoli del deserto. Facci capaci di mensa di tutti. E la pace diventi tra- S anta Maria, Vergine del me- abbandoni sovrumani in Lui. Tempe- guardo dei nostri impegni quotidiani. riggio, donaci l’ebbrezza della ra le nostre superbie carnali. Fa’ che Santa Maria, Vergine della notte, noi luce. Stiamo fin troppo speri- la luce della fede, anche quando as- sume accenti di denuncia profetica, t’imploriamo di starci vicino quando mentando lo spegnersi delle nostre incombe il dolore, e irrompe la prova, lanterne, e il declinare delle ideologie non ci renda arroganti o presuntuosi, ma ci doni il gaudio della tolleranza e sibila il vento della disperazione, e di potenza, e l’allungarsi delle ombre sovrastano sulla nostra esistenza il crepuscolari sugli angusti sentieri del- e della comprensione. Soprattutto, però, liberaci dalla tragedia che il no- cielo nero degli affanni o il freddo del- la terra, per non sentire la nostalgia le delusioni, o l’ala severa della mor- del sole meridiano. Strappaci dalla stro credere in Dio rimanga estraneo alle scelte concrete di ogni momento te. Liberaci dai brividi delle tenebre. desolazione dello smarrimento e ispi- Nell’ora del nostro Calvario, tu, che hai raci l’umiltà della ricerca. Abbevera sia pubbliche che private, e corra il rischio di non diventare mai carne e sperimentato l’eclisse del sole, stendi la nostra arsura di grazia nel cavo il tuo manto su di noi, sicché, fasciati della tua mano. Riportaci alla fede sangue sull’altare della ferialità. dal tuo respiro, ci sia più sopportabile che un’altra Madre, povera e buona Santa Maria, Vergine della sera, Ma- la lunga attesa della libertà. Allegge- come te, ci ha trasmesso quando dre dell’ora in cui si fa ritorno a casa, risci con carezze di madre la soffe- e si assapora la gioia di sentirsi accolti renza dei malati. Riempi di presenze da qualcuno, e si vive la letizia indi- amiche e discrete il tempo amaro di cibile di sedersi a cena con gli altri, chi è solo. Spegni i focolai di nostal- facci il regalo della comunione. Te lo gia nel cuore dei naviganti, e offri loro chiediamo per la nostra Chiesa, che la spalla perché vi poggino il capo. non sembra estranea neanch’essa Preserva da ogni male i nostri cari che alle lusinghe della frammentazione, faticano in terre lontane e conforta, col del parrocchialismo, e della chiusura baleno struggente degli occhi, chi ha nei perimetri segnati dall’ombra del perso la fiducia nella vita. Ripeti an- campanile. Te lo chiediamo per la no- cora oggi la canzone del Magnifìcat, stra città, che spesso lo spirito di parte e annuncia straripamenti di giustizia riduce così tanto a terra contesa, che a tutti gli oppressi della terra. Non ci a volte sembra diventata terra di nes- lasciare soli nella notte a salmodiare suno. Te lo chiediamo per le nostre le nostre paure. Anzi, se nei momenti famiglie, perché il dialogo, l’amore dell’oscurità ti metterai vicino a noi e crocifisso, e la fruizione serena degli ci sussurrerai che anche tu, Vergine affetti domestici, le rendano luogo pri- dell’avvento, stai aspettando la luce, vilegiato di crescita cristiana e civile. le sorgenti del pianto si dissecche- Abbonamento Te lo chiediamo per tutti noi, perché, ranno sul nostro volto. E sveglieremo lontani dalle scomuniche dell’egoi- Euro 35,00 smo e dell’isolamento, possiamo sta- insieme l’aurora. Così sia. abbonamenti@fondazionenigrizia.it re sempre dalla parte della vita, là (Tratto da don Tonino Bello, Maria don- dove essa nasce, cresce e muore. Te na dei nostri giorni, Edizioni San Paolo) 8
I Missionari Comboniani in Italia BARI LECCE ROMA (Eur) Via Giulio Petroni, 101 Via per Maglie, km. 5 Via Luigi Lilio, 80 70124 Bari 73020 Cavallino (LE) 00142 Roma tel. 080 5010499 tel. 0832 612561 tel. 06 519451 combobari@yahoo.it combonianilecce@gmail.com curiamccj@comboni.org ccp. 245704 ccp. 13692736 ccp. 568014 BOLOGNA ROMA (San Pancrazio) LIMONE Via dello Scalo, 10/5 Via San Pancrazio, 17/B 40131 Bologna Via Campaldo, 18 00152 Roma tel. 051 432013 25010 Limone sul Garda (BS) tel. 06 8992730 segreteriamccj@gmail.com tel. 0365 954091 combonisanpancrazio@gmail.com ccp. 23973407 combonianilimone@yahoo.it ccp. 11893005 ccp. 1030493413 BRESCIA TRENTO Viale Venezia, 112 LUCCA Via delle Missioni Africane, 13 25123 Brescia Via del Fosso, 184 tel. 030 3760245 38121 Trento 55100 Lucca tel. 0461 980130 combrescia@virgilio.it tel. 0583 492619 ccp. 14485254 comboniani.trento@gmail.com combonilucca@gmail.com ccp. 12974382 ccp. 11856556 CASAVATORE Via A. Locatelli, 8 TROIA 80020 Casavatore (NA) MILANO Corso Regina Margherita, 9 tel. 081 7312873 Centro “P. Giuseppe Ambrosoli” 71029 Troia (FG) combocasavatore@hotmail.it Largo Missionari Comboniani, 1-3 tel. 0881 970057 ccp. 308809 20161 Milano combonitro@libero.it CAA: tel. 02 6456486 ccp. 12031712 combonianimilano@gmail.com CASTEL D’AZZANO Rettoria: tel. 02 66220535 Centro ammalati e anziani VENEGONO “Fr. Alfredo Fiorini” ccp. 12962205 Via della Missione, 12 Via Oppi, 29 21040 Venegono Superiore (VA) 37060 Castel d’Azzano (VR) PADOVA tel. 0331 865010 tel. 045 8521511 Via S. Giovanni di Verdara, 139 mccjvenegono2014@gmail.com vr.caa@comboniani.org 35137 Padova ccp. 550210 tel. 049 8751506 CASTEL VOLTURNO combonipadova@gmail.com Via Matilde Serao, 8 VERONA Casa Madre gimpadova@giovaniemissione.it 81030 Castel Volturno (CE) Vicolo Pozzo, 1 ccp. 149351 tel. 0823 851390 37129 Verona combonianicastelvolturno@gmail.com tel. 045 8092100 ccp. 19884808 PALERMO casamadre@comboniani.org Parrocchia Santa Lucia ccp. 16433377 CORDENONS Via Enrico Albanese, 2 Vial di Romans, 135 90139 Palermo VERONA C.C.M. 33084 Cordenons (PN) tel. 091 303042 Vicolo Pozzo, 1 tel. 0434 932111 combonipa@gmail.com 37129 Verona comboni.cordenons@gmail.com ccp. 1000764975 tel. 045 8092271 ccp. 11728599 amministrazione@fondazionenigrizia.it PESARO ccp. 10486371 FIRENZE Via Angelo Custode, 18 Via Giovanni Aldini, 2 61122 Pesaro Fondazione Nigrizia onlus 50131 Firenze tel. 0721 50895 Vicolo Pozzo, 1 tel. 055 577960 combonianipesaro@gmail.com combonifi@gmail.com 37129 Verona ccp. 12309613 tel. 045 8092290 ccp. 16123507 abbonamenti@fondazionenigrizia.it GOZZANO REBBIO Via Basilica, 6 Via Salvadonica, 3 VERONA San Tomìo 28024 Gozzano (NO) 22100 Rebbio (CO) Via Mazzini, 6/A tel. 0322 94623 tel. 031 524155 37121 Verona comboniani.gozzano@gmail.com combonianirebbio@virgilio.it tel. 045 8006138 ccp. 16306284 ccp. 19081223 padreporto2003@gmail.com 9
Attualità Africa-Italia: più sole ad affrontare una dura quo- tidianità di isolamento e di povertà di relazioni: per questo ci stiamo atti- un’unica umanità vando con la rete dei nostri volontari e gruppi sul territorio. Continuiamo a sostenere i molti Da una mail del 14 marzo 2020 di don Dante Carraro medici rientrati che stanno ope- presidente del CUAMM al rientro da un suo viaggio in rando ora negli ospedali del nostro paese con la stessa passione e Sud Sudan competenza vissute in Africa. Sen- tiamo il dovere di portare un aiuto concreto, selezionando una struttura sanitaria particolarmente bisognosa e per questa attivarci e supportarla. E poi in Africa, là dove sempre scar- seggiano mezzi, assistenza, per- sonale. Ci sono ancora pochi casi accertati di Covid-19, ma sono desti- nati a crescere e bisogna essere pre- parati. È di stamattina la notizia del primo caso sospetto ricoverato all’o- spedale di Wolisso, in Etiopia. L’al- lerta dei nostri operatori è massima. Bisogna far di tutto per proteggere il Don Dante Carraro, direttore del CUAMM personale e contenere l’epidemia. Il rischio di non riuscire a farlo è al- tissimo perché i sistemi sanitari Carissimi, maniamo) ho aggiunto, guardandolo sono estremamente fragili e non un’esplosione di gioia, di vita, di fe- negli occhi e sentendone forte la re- è possibile garantire cure intensi- sta. Non riesco a togliermi dall’animo sponsabilità. ve ai pazienti colpiti, non ci sono questi sentimenti, sebbene sia diffi- La salute è davvero “vita” fisica e reparti attrezzati! Per questo stiamo cile tenerli insieme al senso di pro- interiore, energia e gioia. Quando distribuendo materiale di protezione fondo straniamento che tutti viviamo manca ti senti “morto”, stanco, triste. nei 23 ospedali in cui siamo presenti in Italia in queste ore. Sono atterrato La salute è creatività, voglia, movi- (guanti, gel alcolico, maschere pro- da poco a Roma di rientro, via Addis mento. Quando manca ci si ferma, tettive, camici, lenzuola), predispo- Abeba, dal Sud Sudan. non c’è più sviluppo e crescita. nendo piani di contenimento, forman- Sono stato in alcuni dei nostri luoghi Rientrando in Italia, con le città de- do i tanti operatori sanitari, anche di lavoro, gli ospedali di Rumbek e serte e gli ospedali di alcune nostre nelle comunità, alle norme igieniche Yirol. Tanta gratitudine per il grande regioni in enorme sofferenza, ho per- e di protezione, collaborando con i e faticoso lavoro che i nostri volontari cepito forte questo stato d’animo. Il governi nazionali nel predisporre fanno, assieme ai colleghi locali. Ma “coronavirus” ha infettato il nostro linee guida e procedure idonee al dove le emozioni mi hanno travolto è paese e siamo ammalati, costretti al contenimento dell’epidemia. stato in uno dei luoghi più lontani e riposo, protetti nelle case, obbligati a Francesco Canova, fondatore del dimenticati del Paese. Nyal, 40.000 fermarci. Negozi chiusi, attività bloc- Cuamm nel gennaio del 1946 si tro- persone, nello Stato di Unity. cate, uffici e incontri sospesi. I più vava, di passaggio, alla stazione di La gente del posto era tutta lì, ad deboli cedono e l’economia crolla. Caserta e, spaventato dalle distru- aspettare il nostro arrivo. C’era tut- La vita è un filo di lana, il confine zioni che vedeva intorno, chiese al ta la comunità raccolta per “ce- tra una parte e l’altra del mondo è capostazione se tutta l’Italia fosse lebrare” la nuova sala operatoria labile, sottile. Trovarsi “di qua” o “di così. E da quel “piccolo uomo mal- annessa al modesto centro sanita- là” è questione di un attimo. L’uma- vestito” si sentì rispondere: “Anche rio. Non ce n’era mai stata una prima nità è una sola. Per questo il nostro peggio, figlio mio, anche peggio. Ma d’ora. Adesso finalmente le mamme sguardo, che resta concentrato in non te la prendere, vedrai che ci ti- possono partorire senza la paura di Africa come lo è da 70 anni, oggi reremo su presto: parola di Genna- perdere la vita. vuole essere attento anche al nostro rino!” (Simpatia e testimonianza cri- Il capo comunità ci ha ringraziato e paese, partecipe al momento diffici- stiana, Messaggero, Padova 1983). ci ha chiesto di non abbandonarli. le e duro che sta affrontando. Così, In questo momento difficile, in Italia e Ho risposto che per noi il “con” è in Italia, vogliamo essere vicini alle in Africa, dobbiamo coltivare la fidu- come un patto di sangue. “When we persone anziane che temono per la cia del cuore e la tenacia dell’operare! start, we stay” (quando iniziamo, ri- loro salute e che si trovano ancora don Dante 10
Testimonianza VISITA MISSIONARIA NEI SEMINARI ITALIANI che animava lo slancio missiona- rio era la plantatio ecclesiae, cioè Preti missionari fondare la Chiesa; • gli anni 60 sono stati animati dall’e- sigenza di liberare gli oppressi Missionari ad gentes dei diversi istituti missionari dalla povertà e dall’ignoranza co- struendo scuole e ospedali e com- italiani visitano regolarmente, e a turno, i seminari battendo le varie forme di sfrutta- della Penisola. Per i comboniani, il visitatore è padre mento postcoloniale, e quindi si sottolineava molto la promozione Giorgio Padovan. Ecco come un seminarista del umana; Pontificio seminario regionale pugliese “Pio XI”, sito • a ttualmente, il missionario che a Molfetta, racconta l’incontro parte in missione lo fa per ... con- vertire sé stesso, nella consape- volezza che chi muove le fila della N ei primi giorni di marzo, nel il magistero di papa Francesco, in storia è Dio. “Non sono gli uomini contesto della tradizionale particolare l’esortazione apostolica che portano Dio alla gente, ma collaborazione tra i Seminari Querida Amazonia ed Evangelii è Dio che porta noi dai fratelli e maggiori e le Pontificie opere mis- gaudium. In modo particolare, come dalle sorelle!” – ha ripetuto spes- sionarie (Pom), abbiamo ricevuto la sappiamo, papa Francesco insiste so padre Giorgio. visita di padre Giorgio Padovan dei molto sull’idea che la sequela del • Missione oggi è soprattutto rin- Missionari comboniani che per 25 cristiano non è un evento statico ma novare la nostra Chiesa perché anni è stato missionario in Brasile e dinamico, che rende i discepoli del sia sempre più in uscita, decen- Amazzonia. Ci ha parlato della sua Signore uomini e donne in continua trata, tra i poveri, serva e povera, vicenda tramite i simboli della mis- conversione e in perenne stato di samaritana e Maddalena, cioè sione: wipala, la sciarpa della pace missione: una Chiesa in uscita! missionaria, qui e nel mondo. che rappresenta i colori dei popoli; Padre Giorgio, durante i giorni tra- un vaso contenente la terra dell’A- scorsi in seminario, dove ha incon- Nei vari incontri avuti, in cui padre mazzonia offerta dai popoli indigeni trato la comunità nel suo insieme Giorgio condivideva l’orario della a papa Francesco durante il sinodo ma anche i singoli gruppi e, in modo comunità, presiedendo l’Eucaristia, dell’ottobre scorso; le fitas, ossia una più specifico, i ragazzi del GAMIS, ci ha portato la testimonianza della specie di braccialetti/benedizione ha raccontato le fasi della missione, vita di padre Ezechiele Ramin marti- presi al Santuario di Nossa Senhora che cosa ha significato, nel corso re della pace e della carità, mostran- Aparecida in Brasile; un libro sulla del tempo, essere missionari: doci un video. Di padre Ezechiele è vita del missionario martire combo- • nei primi anni del XX secolo, l’idea in corso il processo di beatificazione. niano padre Ezechiele Ramin. di fondo della missione era battez- Scopo della visita di padre Giorgio La sua testimonianza e questi sim- zare e salvare anime; è di aiutare noi seminaristi maggiori boli sono stati collegati attraverso • a metà del secolo, la prospettiva a diventare preti e parroci missiona- ri, qui in Italia e nel mondo, se Dio vorrà. Ci ha intrattenuto anche sulla Seminario di Molfetta. Padre Giorgio, proposta di organizzare “l’Erasmus il celebrante principale, con gli dei seminaristi”, cioè lo studio di un animatori del seminario e seminaristi anno di teologia in un paese del sud del mondo, tra i poveri. Ciò potrebbe rivelarsi una ricchezza per noi, per le nostre diocesi e parrocchie. Nella celebrazione dell’Eucaristia conclusiva della visita, padre Giorgio ci ha ricordato che al centro della par- rocchia non c’è il prete, ma Gesù e la comunità: il contrario di una Chiesa ministeriale è una chiesa clericale. Ha terminato augurandoci un buon cam- mino di conversione e di missione. Grazie di cuore, padre Giorgio, per il tuo entusiasmo e la passione mis- sionaria che, ne sono certo, ci hanno contagiati. a nome dei 130 seminaristi, Francesco 11
Attualità CORONAVIRUS E BAMBINI si sono sentiti rivolgere dai propri figli in Paesi lacerati dalla guerra, da ter- Cultura dell’incontro ribili malattie o disastri naturali che però, nonostante i tanti e accorati appelli di papa Francesco, ci sem- bravano forse troppo distanti per oc- Alle prese con l’inedita condizione di isolamento, i cuparcene più di tanto. bambini ci hanno insegnato quanto la creatività e la Ora è successo che anche i bam- bini dei Paesi “più fortunati” si sono tenerezza possano aiutarci ad affrontare l’emergenza trovati a vivere una situazione simile sanitaria, facendoci riconoscere più uniti e più (e tuttavia meno traumatica) di tanti solidali loro coetanei in altre nazioni. Ma il virus non ha intaccato la riserva di creatività dei bambini. E straordi- nario e commovente è stato vedere S ono mesi ormai che i genitori e “sospesi” a causa dell’emergenza che tanti di loro hanno manifestato italiani si sentono chiedere dai sanitaria dovuta al contagio da Co- solidarietà verso i propri coetanei, loro figli: «Quando riapriranno ronavirus. solidarietà che esprime autentica- le scuole?». Ne conosciamo ormai Non eravamo abituati a questa do- mente la dimensione della “fratel- la risposta: a settembre. Ma questa manda in questa parte del mondo… lanza umana”, del sentirsi davvero domanda se la sentono porre ormai ma è proprio questo il drammatico tutti figli dello stesso Padre e dun- da tanto tempo anche altri genitori interrogativo che milioni di genitori (i que tutti veramente fratelli e sorelle nel mondo colmo di bambini sorpresi siriani per esempio), negli ultimi anni gli uni degli altri. 12
Bello il video della scolaresca di bambini dello Zambia, paese ANNO 93 - N. 1076 - € 3,00 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO Abbonamento al POSTALE DECRETO LEGGE 353/2003, (CONVERTITO IN LEGGE IL 27/02/2004 N. 46) ARTICOLO 1, COMMA 1, DCB VERONA dell’Africa australe, che, guidati numero 10 ottobre 2019 dalla loro insegnante, ricordano e PM-Il piccolo missionario ci ricordano che “l’Italia è una na- zione fortissima che ha superato Alice nel computer € 25,00 tantissimi ostacoli nella storia” e delle meraviglie URO BRUPAG ne! a Corleo che, perciò, “ce la farà” anche que- con Mondiario sta volta. E così, il dialogo intergenerazionale € 30,00 ha scoperto nuove forme di espres- Le capre sione al tempo del Coronavirus. felici di Agitu abbonamenti@fondazionenigrizia.it Come è noto, all’Angelus di dome- nica 22 marzo, il Papa aveva esor- tato a rispondere alla pandemia del virus “con l’universalità della pre- Beatificazione di ghiera, della compassione, della tenerezza”. Quest’ultima contrad- padre Giuseppe Ambrosoli in Uganda distingue proprio l’atteggiamento, “lo stile” dei bambini in particolare verso i nonni, le persone più fragili L a beatificazione di padre Giuseppe Ambrosoli è prevista per il 22 novem- bre, festa di Cristo Re, a Kalongo (Uganda), sempre che lo permetta la pandemia di coronavirus che ha colpito il pianeta. È stata già presentata a oggi a causa del Covid-19. Costret- papa Francesco la disponibilità del cardinale sardo Giovanni Angelo Bec- ti a star loro lontani per proteggerli, ciu, prefetto della Congregazione dei santi, a recarsi a Kalongo a rappre- uno dei paradossi vissuti negli ulti- sentarlo nella cerimonia di beatificazione. mi mesi, i bambini non hanno rinun- Siamo tutti invitati a cogliere il significato missionario di questa beatificazio- ciato però a comunicare con loro, a ne che avviene in missione come ultima espressione della missionarietà: condividere esperienze e sentimenti lo scambio di doni tra Chiese sorelle e quasi una identificazione in cui cre- anche aiutandosi con le potenzialità dibilmente un missionario, nel nostro caso il prossimo beato Ambrosoli, è glorificato in mezzo ai “suoi” di Kalongo. offerte dalla tecnologia informatica. Per ora non cessiamo di invocarlo in un momento così preoccupante dell’u- Anche questa, in fondo, è “cultura manità, lui che ha affrontato la malattia con illuminata determinazione, ma dell’incontro”. Un incontro tra radici soprattutto con fede e carità soprannaturali. e futuro che il virus non ha potuto spezzare. Consiglio generale dei comboniani Silvia Ferrante 13
Attualità “Ricambio la vostra regalare la frutta e la verdura: «Mi sentivo in debito con questa terra che mi ha dato e mi sta dando tan- accoglienza” to – risponde –. Gli italiani e i ber- gamaschi mi hanno sempre voluto bene e per questo volevo ringraziarli Così Sameh Ayad, il fruttivendolo egiziano, in qualche modo. Visto il momento difficile che stiamo passando, con che regalava i suoi prodotti questo maledetto Covid, spero che il mio gesto possa aiutare le perso- N el grigiore che a marzo av- di chi ne avesse bisogno. «Dieci ne a stare un po’ meglio». volgeva Bergamo provincia anni fa mi avete accolto, ora voglio Al giornalista Mauro Paloschi dell’E- e un po’ tutta la Lombardia, dirvi grazie – si legge sul cartello co di Bergamo, che ci ha fatto co- un bel gesto ha sorpreso tanti di noi. appeso all’esterno del suo esercizio noscere questo bel esempio e che Nel periodo di emergenza corona- nel centro del paese della Bassa –. gli chiede come i suoi clienti hanno virus, un bel gesto è spuntato, ac- Andrà tutto bene! Se avete bisogno accolto l’iniziativa: «Bene, sono mol- compagnato dai colori della frutta di prendete gratis la frutta e la verdura to felici – risponde –. Mi ringraziano Sameh Ayad, fruttivendolo egiziano che trovate su questo tavolo». tanto e in poche ore tutti i prodotti fi- di 34 anni, che ha deciso di regalare Sameh è giunto in Italia da solo nel niscono. Mi fa molto piacere. Ho ini- i prodotti del suo negozio di Cano- 2010, come tanti altri suoi connazio- ziato da un paio di giorni e credo che nica d’Adda, un comune italiano di nali, senza un lavoro. Cercava fortu- andrò avanti fino a quando finirà que- 4550 abitanti circa della provincia na: «Ho iniziato facendo il pizzaiolo sta emergenza. Speriamo presto». di Bergamo, nella pianura tra l’isola sempre qui a Canonica – racconta il Ma Sameh ha forse ancora un so- bergamasca e la Gera d’Adda, alla 34enne –. Poi sei anni fa ho comin- gno da realizzare? «Sì – risponde –. confluenza tra i fiumi Adda e Brem- ciato a fare il commesso in un ne- Vorrei riuscire a far arrivare in Italia bo, a circa 17 chilometri a sudovest gozio di frutta a Fara Gera d’Adda. mia moglie e le mie tre figlie. Ab- di Bergamo. Dopo aver imparato bene la profes- biamo avviato le pratiche. Ora il Un tavolo colmo di arance, ananas, sione, e la lingua, ho deciso di aprire momento non è dei migliori, ma ci mele, zucchine, melanzane e pomo- un’attività mia. Ed eccomi qui». auguriamo che quel giorno arrivi il dori, a disposizione gratuitamente A chi gli chiede com’è nata l’idea di prima possibile». Canonica d’Adda (Bergamo). Sameh il fruttivendolo egiziano 14
Vita comboniana LE PALME A YANONGE Oggi, domenica delle Palme. Tra noi i simboli sono molto belli e sentiti, e (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO) quindi da tempo preparavamo i can- Chiesa domestica ti per la grande partecipazione della gente. E invece niente, cioè quasi. Abbiamo posto, all’esterno, delle pal- che prega me come segno, ma tutti a prega- re in casa. In chiesa eravamo solo noi comboniani e le suore Dal Congo, padre Vittorio Farronato ci racconta congolesi. Ma abbiamo cele- brato come rappresentanti di la festa delle Palme in tempo di coronavirus tutta la gente, in loro nome. Una celebrazione viva, inten- sa: le suore hanno cantato i canti africani della liturgia del- le Palme, che sono molto belli. Eccoci tutti invitati a vivere davvero come “chiesa domestica” che pre- ga insieme in casa. I libri sono rari, anche la Bibbia in lingua locale lo è, eppure gli animatori di comunità sono invitati a leggerne un breve brano, quello del giorno, e a ese- guire un canto. Non ci sono incontri, ma i catechisti passano a visitare e incoraggiare. Il vecchio Simeone aveva profetizza- to a Maria che quel bambino, Gesù, sarebbe stato causa di divisione e che i segreti del cuore sarebbero svelati. Questa mancanza di cele- brazioni liturgiche può generare in- differenza, ma i più si pongono con sincerità e umiltà davanti al Signore. Al termine dell’Eucaristia celebrata a chiesa vuota, sono andato a visi- tare i malati in ospedale; con calma Rd Congo. Padre Vittorio celebra l’eucaristia e semplicità, si possono dire cose che hanno senso. Desideravo mostrare che Dio si ricorda di Cari amici, dell’incontro del vescovo con tutti i ciascuno di noi, non abbando- siamo distanti eppure vicini. “Il luogo parroci. Ero l’unico bianco. Abbiamo na nessuno e ci è vicino. del nostro incontro è il Signore”, scri- discusso di come coscientizzare la Stiamo preparando piccolo mate- veva dall’Africa san Daniele Combo- gente, e come vivere questo tempo riale come pedagogia alla preghie- ni. Tanti mi dicono la loro inquietu- senza incontri di formazione e senza ra. Incoraggiamo i lavori ordinari di dine per noi. Vorrei dirvi: “Tranquilli, celebrazioni. Rientrando, ho buttato sviluppo locale. Qui è il tempo della tutto calmo”. C’è invece inquietudi- giù un messaggio a tutti i villaggi e semina. La vita va avanti, sperando ne. La gente dei villaggi non capisce alle comunità di base. Ho visitato i serenità. Appena usciti da ebola, bene che vento tira. E sulle ali dei villaggi per incontrarne i responsa- nessuno ha voglia di cominciare col venti le forze del male si abbattono bili. Abbiamo letto le norme di pro- virus. Dio sa che i poveri sono stan- invisibili. tezione. Il male gironzola come chi di soffrire. Preghiamo perché Per ora nessun caso a Yanonge leone ruggente in cerca di chi come la chioccia coi pulcini, egli ci (la mia missione sul fiume Congo) divorare. E se il leopardo entra nel protegga all’ombra delle sue ali. né a Kisangani. Chiaro, pochissimi pollaio, chi protegge le galline? Ricordiamoci a vicenda. Il cammino controlli, il coronavirus sembra una Abbiamo guardato insieme come vi- di Pasqua comporta Passione e Vita malattia dei bianchi. In realtà tutti si vere le domeniche a venire e questa vittoriosa. Un caro saluto, rendono conto della fragilità. settimana santa, con tanta fede e Palme 2020 Sono stato a Kisangani in occasione con poca liturgia. padre Vittorio Farronato 15
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