COMUNITÀ IN CAMMINO - BOLLETTINO PARROCCHIALE LOSONE - centovalli - onsernone No. 3 - SETTEMBRE 2020 - Leparrocchie.ch
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Sommario la lettera del parroco 3 pagina dei lettori 4 magistero 5 attualità 7 ottobre missionario 9 uniti da Cristo 12 l’ospite 15 echi dalle valli 18 l’intervista 20 laudato si’ 22 calendari liturgici Losone 24 Onsernone 26 Centovalli 28 votazioni federali 30 Avvertenza Per ragioni di praticità questo bollet- tino viene distribuito a tutti i fuochi. Ci scusiamo con coloro che non fosse- ro interessati a riceverlo e confidiamo nella loro comprensione. Coloro che volessero segnalare un lettore interessato, residente fuori parrocchia, indichino l’indirizzo al ri- spettivo consiglio parrocchiale. copertina: Sergio Simona
la lettera del parroco Le nozze di Cana Uno dei brani del Vangelo che sempre presente gli si può chiedere di ripetere mi ha meravigliato è quello delle nozze il miracolo delle nozze di Cana: trasfor- di Cana, ed è per questo che ho deciso di mare l’acqua della nostra vita in vino. trattare questo episodio così importante L’acqua dell’abitudine, della routine, per la nostra vita quotidiana. Le nozze della freddezza, nel vino di un amore rappresentano la nostra intima relazione e di una gioia migliori di quelli iniziali, con Gesù dove è Lui il primo che com- come era il vino moltiplicato a Cana. In- pie il primo segno per iniziare a rivelarci vitare Gesù alle proprie nozze significa tutto l’amore che Dio ha per tutti noi. tenere in risalto il Vangelo nella propria I dodici discepoli che Gesù ha chiamato casa, pregare tutti insieme, accostarsi ai a seguirlo li ha attirati a sé in una comu- sacramenti, prendere parte alla vita del- nità ed ora, come un’unica famiglia sono la Chiesa. invitati tutti alle nozze, insieme alla Ver- Per concludere possiamo affermare che gine Maria. Durante questa festa emerge il primo miracolo che fece Gesù fu per un problema enorme: solo Maria si ac- salvare la felicità dei due sposi. Cambiò corge della mancanza del vino che è sim- l’acqua in vino e tutti alla fine si trova- bolo della gioia della festa. Le parole che rono d’accordo nel dire che il vino ser- Maria rivolge ai servitori dobbiamo farle vito per ultimo era stato migliore. Credo nostre perché sono le ultime sue parole che Gesù sia pronto anche oggi, se glielo per lasciarci una eredità enorme: “qual- chiediamo, a darci questa grazia e Lui ce siasi cosa vi dica fatela”. In questa frase la darà gratuitamente senza sforzo. si manifesta il vero senso della vita del cristiano, ascoltare e mettere in pratica la parola detta da Gesù che è la raccoman- dazione semplice ma essenziale della Vergine Maria ed è il programma di vita per noi ogni giorno. Questo episodio della vita di Gesù contiene una speran- za per tutte le nostre famiglie. Il vino di cui si parla nel brano rappresenta molte volte l’entusiasmo che con il passare del tempo si consuma e viene a mancare. Al- lora non si fanno più le cose per amore e con gioia, ma per abitudine. Cala sulla famiglia, se non si sta attenti, una nube di grigiore e di tristezza. Ma come si esce da questa situazione? Invitando Cristo alle nozze, se Lui è 3
pagina dei lettori Guardiamo avanti Nella lettera del parroco dell’ultimo nu- ti a rispettare nei prossimi mesi e che po- mero del nostro bollettino, vi abbiamo tranno condizionare la normale attività invitati a scrivere come avete vissuto il della parrocchia. Dobbiamo riconoscere tempo dell’epidemia e del confinamen- che la pandemia è venuta a sancire un to. Quali stratagemmi avete adottato per taglio con le abitudini parrocchiali che vivere normalmente e come vedete la già consideravano in calo in tutti i sensi. comunità di domani. Partecipazione alla celebrazione, prepa- Ringraziamo di cuore coloro che hanno razione ai sacramenti, accompagnamen- accolto questo invito a scrivere. Molti to dei nostri defunti, attività con i giova- altri lo avranno fatto nel loro diario per- ni e bambini (è di prima della pandemia sonale. la sospensione dell’attività della sezione Non è nostra intenzione pubblicare le scout e della rinuncia al soggiorno esti- risposte, ma alcuni accenni ad elementi vo losonese dopo 47 anni ininterrotti di che ritornano costanti nelle riflessioni ri- attività). cevute li vorremmo fare. La religiosità si privatizza, si persona- A cominciare dal dire che non è stato fa- lizza e perde quasi totalmente la sua di- cile. Esperienza condivisa da tanti. mensione comunitaria. C’è chi ha sviluppato una bella capaci- Ecco perché pensare come riprendere tà di adattamento nelle varie situazioni, dopo uno stop imposto non è facile. riscoprendo alcuni aspetti della vita che Qualche traccia? ci sfuggono distrattamente in tempi nor- “Che questo periodo sia come una ge- mali, o inventando nuove modalità di stante che porti vita nuova per la parroc- relazione e di attenzione agli altri. chia”. Per quanto riguarda la fede (non di- “Io non ho mai perso la speranza”. mentichiamo che nel periodo del confi- “Spero che questo tempo cupo e triste namento abbiamo vissuto una festa di abbia fatto riflettere e che ci avvicini di Pasqua) molti di voi hanno seguito la nuovo a Dio!”. messa alla televisione. Senza però sen- “Spero che avremo ancora la possibilità tirla come una soluzione definitiva e ap- negli incontri di conoscerci meglio e di pagante. Andava bene per quel periodo rinsaldare amicizie e collaborazioni.” ma ben venga il ritorno alla celebrazione “Ognuno può dare un contributo per ri- in presenza. nascere a vita normale.” Lo spazio per la preghiera personale, la “Solidarietà, vicinanza e condivisione.” riflessione, gli incontri più prolungati “La comunità saprà apprezzare mag- con le persone, sono anche momenti che giormente i momenti comunitari.” sono stati riscoperti. Ostica diventa la formulazione di come red vogliamo ripartire. Non solo perché non sappiamo le condizioni che saremo tenu- 4
magistero Padre nostro e Gloria È sempre più vicino il momento in cui ci, condurci’. La traduzione latina ‘indu- la modifica del Padre nostro e del Glo- cere’ poteva richiamare l’omologo gre- ria diverranno definitive per la Chiesa co. Però, in italiano ‘indurre’ vuol dire di lingua italiana e pertanto anche per ‘spingere a..’ in sostanza, far sì che ciò la nostra diocesi. L’uso liturgico sarà introdotto a partire dalle messe del 29 novembre di quest’anno, prima domeni- ca d’Avvento. Ecco il nuovo testo della preghiera del ‘Padre nostro’, trasmessa direttamente da Cristo, come riportano i Vangeli. Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE ma liberaci dal male Amen. avvenga. E risulta strano che si possa dire a Dio ‘non spingerci a cadere in tentazione’. In un’intervista a monsignor Bruno For- Insomma, la traduzione con ‘non indur- te, arcivescovo di Chieti-Vasto, sono sta- ci in…’ non risultava fedele. E allora i te fatte delle domande sulla modifica del vescovi italiani hanno pensato di trovare Padre nostro. Tra le risposte, quella sulla una traduzione migliore… motivazione del cambiamento è lega- ta alla fedeltà e alle intenzioni espresse Un interrogativo che si sono posti anche dalla preghiera di Gesù e all’originale episcopati di tutto il mondo. Ad esem- greco. In realtà l’originale greco usa un pio, in spagnolo, lingua più parlata dai verbo che significa letteralmente ‘portar- cattolici nel pianeta, si dice ‘fa che noi 5
non cadiamo nella tentazione’. In fran- una trappola. cese, dopo molti travagli, si è passati da Monsignor Nicola Zanini, vicario gene- una traduzione che era ‘non sottomet- rale della nostra diocesi, in un’intervista, terci alla tentazione’ alla formula attuale ricorda che la discussione su questo pas- che è ‘non lasciarci entrare in tentazio- so del Padre nostro fosse una discussio- ne’. Dunque, l’idea da esprimere è que- ne presente già nel IV-V secolo, ma l’im- sta: il nostro Dio, che è un Dio buono e portanza di questi cambiamenti vanno grande nell’amore, fa in modo che noi inseriti nella riforma liturgica voluta dal non cadiamo in tentazione. Concilio Vaticano II. Riguardo al Gloria che si recita all’inizio della messa. Il versetto in questione è “pace in terra agli uomini di buona vo- lontà” che viene sostituito con il testo: “pace in terra agli uomini AMATI DAL SIGNORE ”. Il motivo è che la nuova frase così sembra essere più attinente al passo del Vangelo. E’ quindi una traduzione che meglio si attaglia al racconto dell’annuncio degli Angeli dell’avvenuta nascita di Gesù. Molti teologi e pastori hanno fatto nota- re che la vecchia espressione ‘non ci in- durre in tentazione’ facesse riferimento alle prove che Dio permette nella nostra vita... Una cosa è la prova in generale, ma il termine che si trova nella preghiera del Padre nostro è lo stesso che viene usato nel Vangelo di Luca nel riferimento alle tentazioni di Gesù, che sono vere tenta- zioni. Allora, non si tratta semplicemen- te di una qualunque prova della vita, ma di vere tentazioni. Qualcosa o qualcuno che ci induce a fare il male o ci vuole se- parare dalla comunione con Dio. Ecco perché l’espressione ‘tentazione’ è cor- retta ed il verbo che le corrisponde deve essere un verbo che faccia comprendere che il nostro è un Dio che ci soccorre, che ci aiuta a non cadere in tentazione. Non “Il discorso della montagna” un Dio che in qualunque modo ci tende del beato Angelico 6
attualità Ecco l’uomo! Riflessione sugli episodi di razzismo Minneapolis (Stati Uniti), 25 maggio Si chiamava George Floyd, aveva due fi- 2020, 8 e 20 di sera. Un uomo di colore è glie e una bellissima nipotina di 6 anni. legato, sconfitto, buttato a terra, e il suo Forse ha potuto alleviare il momento ul- collo è schiacciato dal ginocchio forzuto timo del suo soffocamento ricordandole di un ufficiale di polizia bianco in unifor- tutte e tre, mentre chiamava sua madre. me. Ecco l’uomo. Sono due, sono uno? Quattro donne sostengono la sua vita Sono nemici, sono fratelli? Ecco l’uomo, nel terribile esodo, come quelle cinque nella sua gloria e nella sua rovina, nella donne nel libro biblico dell’Esodo che sua dignità e nella sua umiliazione, nella salvarono Mosè. Ma da sole non sono sua grandezza e nella sua miseria. bastate a salvare George né basteranno «Non riesco a respirare, amico, per fa- per riportarlo in vita, né per impedire vore», ansima l’uomo nero, se sa ancora che questa povera specie umana muoia con chi sta parlando o se è un uomo cui di asfissia o perché nasca veramente e ri- sta parlando. Un povero ansimante im- susciti tutti i morti, incluso l’assassino, plora un povero prepotente ancora più la cui vera umanità, libertà e coscienza povero, perché implorare è più dignito- erano già morte molto prima che il suo so e più umano che schiacciare. Mentre ginocchio strangolasse la vittima. Sola- l’ufficiale di polizia tiene il ginocchio sul mente tra tutti potremo salvare l’umani- collo dell’uomo nero, i suoi due com- tà, e la salveremo solo quando sapremo pagni guardano la scena masticando che tutti siamo uno, incluso l’assassino. gomme. «Mamma!», si sente dire in un Anche l’assassino? La vastissima reazio- sospiro l’uomo di colore che cerca il ri- ne popolare statunitense e l’impatto me- paro dell’utero benedetto da cui sareb- diatico planetario – tutto tanto ambiguo be stato meglio se non fosse mai uscito ed effimero, ma è lì che l’umanità lotta nelle tenebre di questa umanità. Non era per nascere – hanno indotto il procura- armato, non ha cercato di fuggire. Ave- tore ad accusare la polizia di omicidio di va superato il coronavirus, aveva per- so il lavoro. Forse il suo crimine è aver comprato un pacchetto di sigarette con soldi falsi? No, è più serio il suo crimi- ne, molto di più. Il suo crimine è essere nero. Ogni giorno un uomo nero disar- mato viene ucciso dalla polizia negli Sta- ti Uniti. «Non riesco a respirare»: fino a 16 volte l’ha ripetuto l’uomo di colore prima di morire asfissiato. È stato ucciso. 7
secondo grado (omicidio preterintenzio- nare. Se non dominate, starete perdendo nale) in cui, tuttavia, c’è intenzionalità. tempo. Avranno la meglio e sembrerete Così potrà essere condannato all’erga- un branco di coglioni. Dovete arrestare stolo, così l’ordine verrà ripristinato, così la gente, giudicarla e che vadano in car- si restaurerà la giustizia, così si salveran- cere per molto tempo”. Ecco il potere, no le apparenze, così tranquillizzeremo l’umanità soffocata boccheggiante. Non la nostra coscienza. E continueremo allo salveranno l’umanità tutti i dolori del stesso modo. mondo, né il potere, né la repressione, Così non salveremo l’umanità. Cos’è l’u- né la carcerazione – per quanto perpetua manità? È essere umile, libero, fratello. possa essere: più carcere meno umanità È compassione, attenzione, cura. Salva- – né l’odio, né la vendetta, né nessuna re. Respirare e dare respiro, ricevere e violenza istituita dal potere o ispirata dare animo. L’umanità è humus, argilla, dal rancore. E non predico il buonismo o terra animata dal Respiro vitale. L’ar- la permissività irresponsabile o un qual- gilla è la stessa e il respiro è lo stesso. che tipo di tolleranza verso l’ingiustizia Siamo uno, e solo insieme ci possiamo e il disordine accertato. Non è questo. salvare. Non salveranno l’umanità gli Credo nella nonviolenza attiva, nel- ordini dettati da Donald Trump ai suoi la resistenza non violenta e nel potere governatori tramite videoconferenza, dell’educazione, dell’intelligenza, della per soffocare le proteste: “Dovete domi- scienza, della coscienza educata dalla compassione spirituale e politica. Cre- do che «nessuno nasce odiando un’altra persona a causa del colore della sua pel- le, della sua origine o della sua religio- ne» (Nelson Mandela). Credo nel potere della bontà. Credo nella bontà di George Floyd e credo che ha perdonato il suo as- sassino con tutto il cuore. Sinceramente credo di non essere migliore del suo as- sassino. Credo nella scintilla di umani- tà che brilla nel suo profondo come nel mio, e che vorrebbe nascere, rinascere, lasciarsi perdonare e dare la mano e con- tinuare a camminare. E questo significa per me “credere in Dio”, cioè crearlo cre- ando noi stessi più umani. José Arregi, teologo catalano (articolo tratto da Adista documenti 20/06/20) “Ecce homo” di Antonio Ciseri 8
ottobre missionario Collaborazione tra Chiese con Missio Tema: “Eccomi, manda me” (Is 6, 8) Testo biblico Commento “Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi La chiamata del profeta Isaia nasce da il Signore seduto su un trono alto ed un’esperienza di visione nel tempio di elevato; i lembi del suo manto riempivano Gerusalemme. il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; Isaia vede Dio, che si rivela come il tre ognuno aveva sei ali: con due si copriva volte santo, il santo per eccellenza, il la faccia, con due si copriva i piedi e con totalmente Altro. E come un re seduto due volava. Proclamavano l’uno all’altro, sul trono la cui gloria riempie la ter- dicendo: «Santo, santo, santo il Signore ra, quindi coinvolgendo il mondo con degli eserciti! Tutta la terra è piena della i suoi abitanti. Non è una rivelazione sua gloria». Vibravano gli stipiti delle privata, avviene nel tempio quindi con porte al risuonare di quella voce, mentre una dimensione comunitaria. il tempio si riempiva di fumo. E dissi: A questa visione Isaia reagisce scopren- «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dosi impuro, cioè con un grande senso dalle labbra impure io sono e in mezzo a un di incompetenza e di inadeguatezza. popolo dalle labbra impure io abito; eppure L’incontro con Dio non solo rivela l’i- i miei occhi hanno visto il re, il Signore dentità di Dio ma permette all’uomo di degli eserciti». Allora uno dei serafini volò conoscere meglio se stesso e la sua con- verso di me; teneva in mano un carbone dizione. ardente che aveva preso con le molle La prima intenzione del futuro profeta è dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: di disimpegno. Non si sente all’altezza «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, di poter reggere questa visione. Accade perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo allora qualcosa di gratuito e inatteso: peccato è espiato». Poi io udii la voce del Dio libera il profeta dalla sua indegnità, Signore che diceva: «Chi manderò e purificando le sue labbra con un carbo- chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, ne ardente. manda me!». L’accoglienza di una missione diventa (Isaia 6, 1-8) ora possibile perché una volta guarito il profeta può ascoltare la Parola, il di- scorrere di Dio con la sua corte celeste: “Chi manderò e chi andrà per noi?” Che vuol dire: come far risuonare le “cose” di Dio nella società? La chiamata rivol- ta a tutti indistintamente, diventa per Isaia una chiamata personale, alla quale osa rispondere: “Eccomi manda me”. 9
Ogni missione è sempre una risposta libera e consapevole che nessun altro può imporci. Ma la missione passa sempre attraverso la consapevolezza di una necessaria purificazione che si opera confrontandoci con il Signo- re stesso e con la sua vera signoria su qualsiasi altra signoria di questa terra. Così in una rinnovata capacità di ascol- to di Dio, possiamo sentire l’invito alla missione. Missio o pontificie opere missionarie “La moltitudine di coloro che erano di- ventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava rante l’ottobre missionario. Sappiamo sua proprietà quello che gli appartene- che le relazioni tra Chiese non sono più va, ma fra loro tutto era comune.” (At determinate solo dalla partenza in mis- 4, 32) sione di personale dalle Chiese di anti- Missio è un organismo ecclesiale che ca fondazione, ma ormai lo scambio di ha la sede principale a Friborgo e una esperienze e di personale va in tutte le sede regionale a Lugano, con gli uffici direzioni. della Conferenza Missionaria. Missio coltiva le relazioni tra le Chiese affin- Solo in Ticino abbiamo la presenza, ché nasca uno spirito di collaborazione per esempio, di 16 nazionalità tra pre- e di reciproca stima, facendo conoscere ti e suore che vengono da Chiese per le esperienze ecclesiali e animando lo lo più del sud del mondo. Ci offrono spirito missionario in particolare du- personale per le nostre attività religio- 10
le sue attività di formazione e di carità verso i poveri. In Svizzera conosciamo piuttosto l’e- sperienza dei cantori alle stelle che nel periodo natalizio portano la benedi- zione nelle case. L’anno scorso i cantori hanno raccol- to in Svizzera la somma record di 1’65 milioni franchi (!) che sono andati a sostenere 200 progetti a favore dell’in- fanzia nelle Chiese del sud. Missio formazione Per crescere una Chiesa forma gli agenti pastorali, i preti e i seminaristi se e sociali laddove la nostra Chiesa è in vista dell’evangelizzazione e delle impegnata. attività parrocchiali nelle comunità a Segno concreto di questo reciproco volte molto estese territorialmente nel- aiuto è la colletta che in tutte le par- le Chiese giovani. rocchie nel mondo intero viene fatta la Missio è impegnata nel contribuire a domenica della giornata missionaria questa formazione, in 45 progetti con- (18 ottobre 2020). L’anno scorso nella creti sparsi in vari continenti. Destina- diocesi di Lugano sono stati raccolti tari sono i seminari, i centri di forma- 44’867 franchi. zione per catechisti, i centri diocesani di formazione permanente per i laici. Tali offerte annuali sono ridistribuite secondo le necessità durante l’assem- blea di tutti i direttori delle 120 Missio della Chiesa Universale. Missio Svizzera l’anno scorso ha rac- colto nelle parrocchie del paese circa 460’000 franchi in occasione della do- menica delle missioni, che sono stati versati alle Chiese del sud. Missio infanzia C’è anche una condivisione tra Chiese che è rivolta ai più piccoli, secondo il motto “i bambini aiutano i bambini”. In molte Chiese del sud del mondo l’infanzia missionaria è un gruppo parrocchiale molto attivo che svolge 11
uniti da Cristo “Anche noi siamo Chiesa in uscita” Incontro con la Comunità evangelica pentecostale Diversi sì, eppure così vicini verrebbe nirci tutti nella sala di via Vallemaggia da pensare mentre si chiacchiera con 23 dove solitamente celebriamo i nostri il pastore Claudio Agosta. Soprattutto culti. Così abbiamo deciso, appunto, di quando racconta di una delle principali uscire”. missioni della sua chiesa – la Comunità Di quelle uscite qualcuno si è accorto evangelica pentecostale (CEP) di Locar- anche a Losone. “Per noi è ormai una no – e di come si sia riusciti a concretiz- tradizione battezzare i nuovi membri zarla, in modo quasi inatteso, durante della comunità con l’immersione nel i giorni dell’emergenza covid-19. “Una fiume al Meriggio. Un luogo, dunque, delle mete della nostra confessione – che ha un significato particolare per la spiega lui stesso – è quella di compren- CEP e dove abbiamo deciso di torna- dere che la chiesa non è un edificio, ma re per riunirci all’aperto”. Là si sono siamo noi. E che siamo chiamati ad es- svolti tre culti dopo il primo allenta- sere costantemente in uscita”. Di fronte mento del lockdown sanitario. “Una a queste parole come non ricordare lo bella esperienza – ricorda Agosta -. So- stesso invito lanciato, e più volte riba- litamente in chiesa ci ritroviamo in una dito, da papa Francesco… “Nella se- novantina, a Losone sono arrivate più conda fase della pandemia – prosegue di cento persone. Inoltre il fatto di tro- il nostro interlocutore – le disposizioni varci all’aperto, di pregare e di cantare sanitarie non ci permettevano di riu- ha suscitato la curiosità di molti pas- Uno dei culti celebrati all’aperto al Meriggio di Losone 12
santi, ai quali abbiamo volentieri rac- sione pentecostale svizzera, che riuniva contato cosa stava accadendo. Il virus, le varie comunità e, nel contempo, so- insomma, ci ha costretti ad aprirci. Ora steneva attività missionarie nel mondo. bisognerà continuare sulla stessa stra- La CEP di Locarno nacque cinque anni da”. prima, come piccolo gruppo che si riu- Quella di Locarno è una delle tre co- niva regolarmente ai Monti. Col tempo munità pentecostali presenti in Ticino. quel nucleo crebbe e nel 1959 venne ac- Le altre si trovano ad Arbedo e Bre- quistata la sede in via Vallemaggia 23, ganzona. Una novantina, come detto, i ulteriormente ampliata nel 1977. membri locarnesi, cui si aggiungono la La CEP si inserisce nella trentina di sessantina del Bellinzonese e i circa 150 chiese evangeliche libere presenti oggi del Sottoceneri. “Il nostro movimento nella realtà ticinese. Circa la metà di – chiarisce il pastore – nasce negli Sta- esse si sono costituite in federazione. ti Uniti agli inizi del 1900. Nel mondo “Un organismo – spiega Agosta – che evangelico di allora si vivevano diverse vuole essere una voce comune e anche realtà un po’… fossilizzate e si fece dun- un punto di riferimento verso l’esterno. que strada la volontà di tornare alle ori- Durante la pandemia, ad esempio, è gini del Vangelo, di mettere in pratica la stata la federazione a mantenere i con- ricerca di Dio nella vita di tutti i giorni tatti con il Cantone per seguirne tutte le e di sperimentare con pienezza i doni direttive”. dello Spirito Santo”. Quest’ultimo, e la Ma torniamo alla comunità locarnese sua manifestazione in occasione della (di cui fanno parte anche diversi loso- Pentecoste, diventano fondamentali per nesi) e alle sue attività. Il culto principa- le comunità, che vi si ispirano anche per le si svolge tutte le domeniche alle 10. I la loro denominazione. “Ancora oggi suoi elementi principali sono la lode e cerchiamo di coltivare quell’eredità”. Il l’adorazione a Dio tramite il canto e le movimento giunse in Svizzera nel 1907, preghiere, la predicazione della Parola mentre nel 1935 si diede vita alla Mis- di Dio e la condivisione di esperienze personali. In concomitanza con il cul- to vi è un programma appositamente preparato per i bambini, a dipendenza delle fasce d’età. Stesso discorso per gli adolescenti, fra gli 11 e i 15 anni. E pro- prio verso i giovani la CEP ha un’atten- zione particolare. “È facile dire: ‘Non perdetevi nel mondo’ – afferma il pa- store Agosta -, ma bisognerebbe anche offrire loro delle alternative e risposte a ciò che stanno cercando”. Da qui gli in- contri settimanali, il venerdì sera, “pen- sati per trasmettere la consapevolezza La sala dei culti a Locarno che la fede è una cosa entusiasmante, 13
ognuno”. Per questo i fondatori del mo- vimento hanno concepito le cosiddette “cellule”: piccoli gruppi di 8/10 perso- ne che si incontrano settimanalmente nelle case. Il loro scopo è la preghiera, la lode e l’approfondimento della Paro- la di Dio. “Ma anche la condivisione. Di gioie, dolori, difficoltà, eventi grandi e piccoli dell’esistenza. Il gruppo diventa quindi una sorta di famiglia spirituale, Il pastore Claudio Agosta un punto di riferimento. E anche una piccola luce che brilla nel quartiere in della quale non bisogna vergognarsi. cui si riunisce”. Cerchiamo di proporre eventi che ab- Vi è inoltre, come si diceva più sopra, il biano attinenza con il loro mondo, di sostegno alle attività missionarie. Esso parlare il loro linguaggio. Bisogna ban- avviene a livello nazionale, ma ogni dire la separazione fra sacro e profano, comunità locale presta il proprio aiuto perché amare Dio è possibile ovunque. (concreto, ma anche morale e spirituale) Il nostro messaggio è anche che ci si a diversi progetti particolari. La CEP di può divertire senza alcol o droga: basta Locarno, ad esempio, tende le proprie stare assieme per sentirsi bene. E loro mani verso missionari attivi nel Ciad, in rispondono con entusiasmo”. Il con- India, in Cambogia e nella Guinea. cetto è sicuramente ben illustrato dalla Che rapporti ci sono, chiediamo infine sala del culto: niente altare, ma, su un a Claudio Agosta, con le altre confessio- piccolo palco, una croce e, accanto, una ni cristiane? “Direi intensi con diverse batteria. chiese evangeliche libere. Abbiamo poi Grande attenzione è anche dedicata alla già collaborato con don Farine a Lo- vita comunitaria. Così dopo ogni culto sone nell’ambito dell’organizzazione domenicale ci si incontra nella caffette- di un corso Alpha sulla fede. Infine la ria. “Ormai sono anni che lo facciamo. recente emergenza ci ha avvicinati an- All’inizio ero un po’ scettico, non cre- che alla parrocchia di Locarno. Sempre devo che avrebbe funzionato. Invece per poter rispettare le distanze a causa l’appuntamento è sempre frequentatis- del coronavirus, la scuola domenicale simo e non è raro che si improvvisino per i bambini si tiene attualmente in anche pranzi in comune. Spesso orga- un parco. Saputo dei nostri problemi nizziamo pure pic-nic la domenica a di spazio, don Carmelo Andreatta ci mezzogiorno”. Senza contare le uscite ha gentilmente offerto quelli del Cen- e le vacanze comunitarie o le colonie tro sant’Antonio in caso di maltempo. e i fine settimana per i giovani. “Ma Sono begli scambi interconfessionali, all’interno della comunità – prosegue il che speriamo di poter continuare anche pastore pentecostale locarnese – non è in futuro”. sempre facile raggiungere i bisogni di bgl 14
l’ospite Un abbraccio fatto di immagini e suoni Il regista Michael Beltrami racconta il Centro covid-19 Raccontare il dolore non è facile. Si ri- te, solo sfiorandosi oppure segnando- schia talvolta di dire troppo. Oppure si indelebilmente l’una con l’altra, ha troppo poco. Ci si ritrova spesso a cam- puntato la sua telecamera perché gli at- minare in precario equilibrio sul labile timi non andassero perduti e diventas- confine che divide la testimonianza dal sero tasselli di una memoria collettiva. voyeurismo. Ne sa qualcosa Michael “Molte volte – racconta lui stesso – ci Beltrami, regista e produttore di Loso- siamo interrogati sul senso della nostra ne, che si è ritrovato con alcuni colleghi, presenza in quel luogo. E la risposta è per fortuite circostanze, a documentare sempre stata la necessità di documenta- momenti di grande sofferenza e di al- re per non dimenticare”. Fatti, certo, ma trettanto grande umanità al Centro co- anche – e forse soprattutto – sentimenti, vid-19 della Carità di Locarno, nel bel emozioni, gesti, sguardi. Per questo l’e- mezzo del picco pandemico. Là, dove sigenza di filmare si è inchinata all’ob- innumerevoli vicende si sono incrocia- bligo della delicatezza. Un impegno che Jesse Allaoua, Dimitri Singenberger e Michael Beltrami alla Carità 15
Beltrami ha sempre fatto proprio nella sua pluridecennale carriera. Ma questa volta ancora di più. Per diventare un oc- chio discreto nel cuore della pandemia. L’ospedale La Carità Michael Beltrami lo conosce bene. Da poco tornato dagli Stati Uniti dopo gli studi e l’esordio pro- fessionale, nel ’96 vi ha girato uno dei primi documentari realizzati per la RSI. “È stata – racconta – un’esperienza toc- cante. Per vari motivi. Mi sono trovato a Un fotogramma del documentario condividere le vicende mediche e uma- ne di diverse persone e quell’opportu- lora, proprio per il rapporto privilegiato nità mi ha sicuramente segnato. Di più. con l’istituto, è stato quasi inevitabile Mentre filmavo ho incontrato un pazien- che la scelta cadesse proprio su Beltra- te e ne ho seguito la storia, fin dal suo mi. “Non è stato facile cominciare – rac- arrivo al Pronto soccorso. La diagnosi è conta ancora –. All’inizio c’era anche poi stata pesante e quella persona, assie- una comprensibile paura e non tutti era- me alla sua famiglia, mi ha permesso di no disposti ad assumersi il rischio. Nei documentare cosa significhi affrontare primi tempi sono entrato in ospedale la notizia di un cancro e poi ritrovarsi con l’operatore Ariel Salati, poi si sono a combatterlo. Un grande regalo, in un aggiunti anche i registi Jesse Allaoua e certo senso. Soprattutto perché, dieci Dimitri Singenberger”. Ognuno con la anni dopo, ho vissuto esattamente la sua macchina da presa, sono rimasti al stessa esperienza. Nello stesso ospedale fronte per circa due mesi, documentan- e di fronte allo stesso medico… Allora do quotidianamente quanto accadeva. ho ripensato a quel paziente e la sua vi- “E cambiando il nostro approccio con cenda, che avevo raccontato, mi ha mol- il lavoro. Di solito, soprattutto quan- to aiutato a gestire la mia con serenità”. do si racconta di persone, ci si prende il tempo per conoscerle, così da entrare Da allora il tempo è trascorso e il nostro in modo delicato nella loro intimità. Al interlocutore è oggi diventato produtto- Centro covid-19 ciò non era possibile: re della trasmissione “Storie” della RSI, ci siamo spesso trovati di fronte a pa- pur senza aver mai smesso i panni del zienti in gravi condizioni o che a tutto regista. È con tale ruolo che ha varcato le pensavano salvo che a fare la nostra co- porte della Carità, dove – per riferire di noscenza. A medici e infermieri troppo quanto stava accadendo – già erano en- impegnati anche solo per far caso a noi. trati i suoi colleghi dell’informazione di A famigliari che stavano affrontando “Falò”. Nel frattempo era però nata l’e- una delle peggiori prove della loro vita, sigenza di andare oltre l’immediatezza che magari erano venuti all’ospedale della cronaca, di arrivare alla profondità per dare l’ultimo saluto al loro caro”. e all’essenza dei fatti e delle persone. Al- Insomma, una realtà difficile da vivere 16
e da raccontare. Dove tutto era portato Poi c’era il rapporto con gli altri. Anche all’estremo: la sofferenza, la solitudine, con coloro che guardavano male regi- il dolore per il distacco. Ma anche la de- sti e telecamere. “Non tutti capivano dizione, la solidarietà, la tenerezza. “Ed perché eravamo lì. Abbiamo cercato di è in quelle situazioni – riflette ancora spiegarlo, svelando anche quali erano i Beltrami – che ti ritrovi ogni giorno ad nostri sentimenti e le nostre emozioni. interrogarti sul senso del tuo lavoro. A Per certi versi ci siamo sentiti privilegia- ricordarcelo, quasi quotidianamente, ti per il fatto di poter essere presenti e era il direttore dell’ospedale, Luca Mer- di filmare situazioni umanamente così lini, il quale ha più volte sottolineato ricche e forti. Sono momenti dai quali si quanto fosse importante documentare trae insegnamento, che ti fanno crescere. un momento unico, che mai si era ve- Vedere i curanti, i cappellani (fra i quali rificato prima nella storia della nostra don Jean-Luc Farine e don Marco Ni- generazione”. chetti, che si sono aggiunti a fra Michele Tanti interrogativi, dunque, ma anche Ravetta) e anche i pazienti e i famigliari qualche conflitto interiore. “Eravamo affrontare ogni giorno qualcosa di così ben coscienti che per muoverci in quella difficile ed eccezionale ci ha ovviamente realtà erano necessari tatto e sensibilità. segnati. Credo di aver visto e percepito E, in certi momenti, anche la capacità di la vera umanità. E un’incredibile ener- rinunciare a filmare. Quella, forse, è sta- gia che irradiava da tutti e che riusciva ta – dal punto di vista professionale – la a cancellare la stanchezza. Ognuno ha prova più difficile. Eppure in un paio di vissuto il proprio ruolo fino in fondo, occasioni ho spento la telecamera, co- con il massimo della dedizione”. sciente di trovarmi di fronte ad una si- tuazione straordinaria e della necessità Ricordi, suoni e immagini che ora Bel- di rispettare l’intimità delle persone che trami, in collaborazione con la monta- vi erano coinvolte. Lì mi sono reso con- trice Bettina Tognola, sta elaborando to di esser cambiato, perché anche solo affinché sappiano rendere al meglio dieci anni fa forse non lo avrei fatto…”. un’esperienza senza eguali. “Non sono un espansivo – conclude - uno che di- mostra facilmente ciò che prova. Eppu- re ci sono stati momenti, in quei giorni, nei quali avrei tanto voluto abbracciare chi mi trovavo davanti. Non abbiamo mai potuto farlo. Ora, dunque, è questo il mio obiettivo: fare in modo che il do- cumentario diventi un abbraccio ideale per tutti coloro che ci hanno permesso di raccontare quel capitolo della loro storia”. L’ospedale di Locarno diventato Centro covid Barbara Gianetti Lorenzetti 17
echi dalle valli Se la tenerezza passa da uno schermo Soluzioni inedite per stare accanto agli anziani Chi l’ha detto che i nuovi mezzi di co- e l’assistenza spirituale. Lo stesso pro- municazione sono sempre freddi e im- blema si poneva in tutto il comprensorio personali? A volte, quando proprio non delle valli. Al San Donato di Intragna possiamo fare altrimenti, riescono anche ci ha pensato il cappellano della casa, a diventare veicolo di tenerezza. Come don Tarcisio Brughelli, che ha deciso di quella che si sono scambiati – e ancora trasferirsi temporaneamente in istituto, si scambiano – don Marco Nichetti e i al cui interno ha continuato a svolgere “suoi” anziani dell’Onsernone. Anche la propria funzione, condividendo con loro, come molti di noi, a causa dell’emer- ospiti e personale l’emergenza sanitaria genza sanitaria si sono improvvisamente e la situazione straordinaria di chiusura ritrovati orfani di certi contatti umani. Di che quest’ultima ha provocato. fronte al rischio di vedersi entrare in casa Nel frattempo don Marco – pur essen- il virus, la direzione del Centro sociale do stato chiamato a far parte del team di onsernonese (CSO) ha preferito (in anti- cappellani che ha assicurato il proprio cipo sui tempi, come diremo più avanti) servizio all’interno del Centro covid-19 chiudere le proprie porte. Un provvedi- all’ospedale La Carità (ne parliamo a pa- mento che ha toccato famigliari, parenti, gina 15) – ha sentito forte l’esigenza di amici e anche i sacerdoti che fino a quel continuare ad accompagnare gli anziani momento erano presenze di riferimento nelle due sedi del CSO. “Così – raccon- nelle case per anziani. Ma don Marco ta lui stesso – ho pensato di sfruttare le e i suoi confratelli non si sono dati per nuove tecnologie e ho cominciato a ce- vinti e hanno trovato modi alternativi lebrare le messe in ‘streaming’. Grazie a per non far mancare il proprio sostegno quel sistema gli ospiti del Centro sociale Chi assiste in valle … 18
potevano assistere alle funzioni”. Non vigore. “Le visite all’interno – spiega an- solo. Con l’ausilio di un tablet gli incontri cora il direttor Beretta – sono possibili, sono diventati anche più personali. “Mi ma rispettando misure strettissime. E noi portavano da un ospite all’altro – raccon- stessi le sconsigliamo”. Tanto che finora, ta sorridendo il parroco di Onsernone e sulla sessantina di ospiti solo in un caso – Centovalli – racchiuso dentro uno scher- con particolari necessità – sono avvenuti mo…”. incontri all’interno. Nel frattempo conti- E le reazioni sono state di grande piace- nuano i contatti costanti con don Marco. re, tenerezza, emozione e commozione. E l’emozione ha raggiunto il culmine lo Parola di Michele Beretta, direttore del scorso 17 luglio, quando, grazie ad un CSO. “Gli ospiti hanno molto apprezza- altare allestito all’esterno, i residenti del to gli sforzi di don Marco di essere co- CSO hanno finalmente potuto assistere munque presente. Noi, dal canto nostro, alla messa praticamente in presenza. “È a Russo abbiamo anche fatto in modo stato un momento molto toccante – rac- di trasmettere le messe attraverso uno conta il sacerdote – perché era da ormai schermo grande”. La struttura onserno- più di tre mesi che non mi vedevano di nese, come dicevamo all’inizio, ha reagi- persona e non potevano fare la comunio- to con grande tempismo alla pandemia ne”. Salvo casi eccezionali (e forse anche e ha chiuso alle visite dall’esterno già memore delle drammatiche conseguen- dal 2 marzo (mentre il divieto ufficiale a ze del covid-19 sperimentate alla Carità) livello cantonale è scattato il 7). È forse don Marco continua a non entrare negli anche per questo che, fortunatamente, il istituti, ma la sua presenza appena fuo- covid-19 è rimasto fuori dalle due strut- ri ha toccato il cuore degli anziani. Così ture di Loco e Russo. “Non abbiamo però come il fatto di aver trovato il modo di voluto che ai nostri ospiti mancassero i far comunque distribuire la comunione contatti con il mondo, per cui abbiamo da anche all’interno. La tenerezza, insom- subito messo in piedi un sistema di video ma, si declina in tanti modi. A volte an- chiamate, oltre ad aver allestito all’ester- che passando da uno schermo. no zone dove fosse possibile incontrarsi bgl pur rimanendo a distanza. Anche queste iniziative sono state molto apprezzate e credo che nessuno si sia mai sentito ve- ramente tagliato fuori. L’unico problema, forse, è stato il divieto, per i più indipen- denti, di uscire dalla casa. Per ovviare a tale mancanza, abbiamo potenziato certe attività, come i lavori nell’orto, in modo da offrire occupazioni alternative”. Gli anziani del centro onsernonese, in- somma, hanno vissuto la situazione con relativa serenità. E ancora lo stanno fa- cendo, visto che la chiusura rimane in … e chi celebra al piano 19
intervista Croce Rossa: un sostegno concreto Incontro con Alfredo Soldati, neo presidente della sezione di Locarno Lo scorso mese di luglio Alfredo Sol- dati - municipale di Losone e coordina- tore delle attività del centro la Torre - è stato designato quale nuovo presiden- te della sezione di Locarno della Croce Rossa Svizzera, succedendo a Riccardo Rondi attivo per quasi quarant’anni di cui quindici quale presidente. Abbiamo colto l’occasione per incontrare Alfredo Soldati e scoprire di cosa si occupa que- sta importante associazione attiva nel Locarnese e in Vallemaggia. Alfredo Soldati, cosa l’ha spinta ad av- vicinarsi alla Croce Rossa Svizzera? “La mia natura mi ha sempre spinto a Alfredo Soldati e Riccardo Rondi mettermi a disposizione laddove il mio modesto contributo avesse potuto risul- come è successo nel resto della Svizzera. tare utile e apprezzato. È stato così con I tempi non sono ancora maturi e con- la politica, ma anche in ambito parroc- cordo anche con questa scelta in quan- chiale (sono coordinatore del Gruppo to non si vede bene per quale motivo si di animazione del Centro La Torre) e in debba forzare la mano per modificare precedenza, per un certo periodo, quale una situazione operativa molto efficace, lettore di Unitas per la registrazione di ciascuna sezione rimane con i suoi am- audiolibri. Due anni orsono sono stato biti e con le sue attività peculiari e lo fa avvicinato dal mio predecessore in vista bene. di una pianificazione della sua succes- “La sezione di Locarno ha come fiori sione e ho fatto una sorta di “appren- all’occhiello il suo Centro di ergoterapia distato” quale vicepresidente, periodo (5’000 ore di trattamenti nel 2019) e il durante il quale ho potuto conoscere gli Servizio trasporti che ha percorso qua- ambiti di attività della sezione”. si 200’000 km per gli utenti nel 2019 (il primo svolto ovviamente da professio- In quali ambiti è attiva la sezione di Lo- nisti, il secondo sia con due autisti pro- carno? fessionisti sia dal personale volontario). “Va detto innanzitutto che in Ticino non Inoltre, la sezione gestisce il Mercatino si è ancora riusciti a fusionare le varie dell’usato (gestito interamente dai vo- sezioni in un’unica sezione cantonale lontari) aperto alle famiglie bisognose”. 20
I volontari devono seguire una forma- zione specifica? “Non è necessario avere doti specifiche, ad ogni volontario si cerca di trovare la giusta collocazione e con la tempistica desiderata, anche per poche ore alla set- timana”. La costante ricerca di volontari è alla base della continuità. Cosa si sente di dire a una persona che vorrebbe impe- gnarsi a favore del prossimo? “Non c’è soddisfazione più grande di quella di sentirsi utili al prossimo e di Il Centro di ergoterapia cercare di rimettere in circolo la fortuna e le gioie che la vita ci regala; mettersi A chi si rivolgono i vostri servizi? al servizio di chi è meno fortunato ci “Gli utenti dei servizi sono anziani soli, rende migliori e sicuramente più felici. malati, persone che hanno difficoltà Per questo lancio volentieri un appello contingenti. La sezione è inoltre attiva ai giovani affinché si avvicinino alle at- in una serie di attività di sostegno alla tività”. precarietà e alla povertà di molti nuclei Nathalie Ghiggi Imperatori famigliari del Locarnese che vengono aiutati con alimentari o con buoni di ac- quisto”. Numerose delle attività da voi promos- se si basano sulla forza del volontaria- to. Di cosa si occupano i volontari? “I volontari sono una risorsa importan- tissima per le nostre attività e alcuni di loro prestano la loro opera da molti anni, anche in età avanzata fino a quando sono ancora sostenuti dalle loro forze. Ciò mi fa pensare che il volontario sente di far parte di una grande famiglia e si rende conto che ogni sforzo che fa a favore di chi è nel bisogno gli viene rimborsa- to per i suoi multipli in calore umano e nella riconoscenza che ritrova nei piccoli gesti di chi ha avuto il privilegio di aiu- tare”. Il Mercatino dell’usato 21
laudato si’ Acrobati fra cielo e terra Alla scoperta del rondone, “inquilino” dei nostri campanili Ci sono creature che, meglio di altre, rac- chiudono in sé la bellezza del cielo che ac- carezza la terra. Una di esse ha, da secoli, un rapporto privilegiato con le nostre chie- se e con i campanili. Le sue strida sono la colonna sonora delle messe estive. Le sue acrobazie tolgono il fiato. Le sue rumo- rose danze nell’aria trasmettono gioia di vivere. È, il rondone, un essere straordina- rio, che ci accompagna ogni anno per al- cuni mesi, ma del quale molti di noi sanno ancora poco. Il Locarnese – e alcune del- le parrocchie del nostro comprensorio in particolare – è terra d’elezione per l’apus Rondoni in volo ad Intragna apus, nome scientifico della varietà più comune. Tanto che il Sentiero dei rondo- – che può arrivare a sfiorare i vent’anni ni, inaugurato qualche anno fa partendo – percorre nel cielo distanze impressio- da Locarno (la cui chiesa di sant’Antonio nanti: si è calcolato che possa raggiungere ospita l’unica colonia svizzera di rondo- anche i 3,9 milioni di chilometri, pari a 5 ne pallido) tocca anche edifici sacri come volte il tragitto fra la terra e la luna e ritor- la chiesa di Intragna, nelle Centovalli, la no. Come ci riesce? Semplice: non atterra cui torre campanaria (la più alta del Tici- praticamente mai – se non per nidificare no) è luogo di nidificazione privilegiato. - e per farlo svolge in aria tutte le proprie Anche la chiesa di san Lorenzo a Losone funzioni. Al di là del nutrirsi (la sua dieta ospita una nutrita colonia. Per conoscere è costituita da insetti) e dell’accoppiarsi, meglio questo volatile (per certi versi dav- riesce addirittura a dormire volando. Per vero eccezionale) abbiamo attinto da una farlo mantiene attivo un solo emisfero ce- pubblicazione della Stazione ornitologica rebrale, riposando con l’altro. In queste svizzera e ne abbiamo parlato con Marisa fasi i suoi battiti d’ali si riducono da 8 a Paganetti, appassionata di Verscio, che da 6 al secondo, mentre raggiunge quote che anni si occupa della tutela dei rondoni. arrivano a sfiorare i 3.000 metri. Le caratteristiche dell’”inquilino” di tante Da noi i rondoni arrivano verso fine aprile chiese e campanili lo rendono davvero in- e rimangono fin verso la metà di luglio. credibile. Può sembrare quasi una leggen- Un periodo cruciale, perché è quello della da, ma questo uccello trascorre davvero la nidificazione. Avendo bisogno di luoghi maggior parte della propria vita in volo. alti e ampi spazi per il decollo, prediligo- Tanto che nel corso della sua esistenza no – come dicevamo – i tetti delle chiese, 22
ma anche i campanili. Di solito depongo- ho provato ad inserire nelle grondaie una no 2 o 3 uova, che covano per una ven- sottile striscia ruvida, che non costituisce tina di giorni, fino alla schiusa. I piccoli un ostacolo per materiali che vi si potreb- restano poi nel nido fra i 36 e i 48 giorni, bero depositare, ma che permette ai vola- durante i quali vengono nutriti da una a tili di fare presa con le zampe, di issarsi due volte all’ora con un gran numero di sul bordo e di riprendere il volo”. Paga- insetti. Si stima che ogni rondonino riesca netti ha dunque iniziato ad ispezionare a mangiarne circa sette chili prima di di- diverse chiese del cantone e, in alcuni casi, ventare indipendente. A quel momento dopo aver constatato la presenza di ron- spiccherà il volo e per i due anni succes- doni morti nei canali di scarico, ha chiesto sivi non toccherà mai terra, fino a quando la collaborazione delle parrocchie. “E al- inizierà a sua volta a riprodursi. Un’altra cune – conclude – hanno già accettato di caratteristica interessante è il fatto che i collaborare”. Così, ad esempio, a Verscio, rondoni siano disposti ad adottare e alle- Sonogno e Castione sono già state posate vare piccoli rimasti orfani. Un’eventualità le strisce salva-rondone. “È un lavoro che che può sempre capitare, anche per una spero di poter continuare” e sul quale chi causa di cui Marisa Paganetti si occupa da è interessato può trovare informazioni nel diversi anni. “I rondoni – spiega lei stes- sito internet www.rondonivittimegronda- sa - proprio per il fatto che volano per la ie.ch. maggior parte del tempo, hanno zampet- Un modo in più per tutelare una creatu- te molto corte, che non permettono loro di ra che non solo ci mette in contatto con il decollare da terra. Devono dunque cerca- cielo, ma anche con altri orizzonti. Le co- re di raggiungere luoghi elevati dai quali lonie che hanno da poco lasciato le nostre lanciarsi. Quando nidificano fra le tegole chiese e i nostri campanili sono infatti in o le piode dei tetti, soprattutto se l’aper- viaggio verso mete lontane. Dopo aver tura si trova nella parte bassa della falda, sorvolato la Francia del Sud, la Spagna e entrando o uscendo può capitare che fi- il deserto del Sahara, alcune di loro si fer- niscano nelle grondaie”. A quel punto il meranno nell’Africa centro occidentale, volatile non è più in grado di decollare e, mentre altre continueranno il loro periplo visto il fondo spesso scivoloso, non riesce addirittura fino in Sudafrica, percorren- nemmeno a risalire in verticale. “L’unica do, a volte, anche 350 chilometri al giorno. via che gli rimane – prosegue Paganetti – è di spostarsi in orizzontale. bgl Cosa che, nella maggior parte dei casi, porta i rondoni a raggiungere il canale di scolo verso il basso, nel quale precipitano, per poi morire annegati o di stenti”. Preso atto del problema, l’appassionata di Verscio ha deciso di correre ai ripari e di cercare una soluzione. “Che – spiega – alla fine si è rivelata semplice ed efficace: 23
calendario liturgico pastorale Losone terzo appuntamento di “Comunità in assemblea” nuovi preti sabato 19 settembre sabato 5 settembre dalle ore 10 alle ore 13 ca. ore 9:30 in cattedrale a Lugano al centro la Torre ordinazione sacerdotale di Nathan Fedier Per metterci all’ascolto gli uni degli altri e riflet- e Davide Bergamasco tere sulle attività pastorali della nostra comunità parrocchiale e delle reti di parrocchie, formulando ventitreesima domenica ordinaria le linee guida di un progetto annuale. sabato 5 settembre ore 18 in san Lorenzo domenica 6 settembre venticinquesima domenica ordinaria ore 10 in san Lorenzo festa federale di ringraziamento ore 20 in san Lorenzo sabato 19 settembre ore 17:30 in san Lorenzo preghiera di adorazione domenica 20 settembre martedì 8 settembre ore 10 in san Lorenzo ore 20 in san Giorgio ore 11:30 preghiera ecumenica a casa Patrizia e pranzo festivo Torna l’orario invernale delle celebrazioni fe- ore 18 in san Giorgio stive e l’alternanza con la messa serale della domenica in san Giorgio. Sempre che le dispo- ventiseiesima domenica ordinaria sizioni federali e cantonali non prevedano ulte- sabato 26 settembre riori restrizioni. ore 17:30 in san Lorenzo domenica 27 settembre festa Madonna di Arbigo ore 10 in san Lorenzo con le famiglie sabato 12 settembre ore 18 in san Giorgio ore 17:30 in san Lorenzo domenica 13 settembre festa della Madonna del rosario * in caso di bel tempo sabato 3 ottobre ore 10:30 Eucaristia ore 17:30 in san Lorenzo nel prato antistante la ex-caserma. Il gruppo domenica 4 ottobre mamme organizza un banco del dolce. ore 10 messa in san Giorgio ore 17 vespri nell’oratorio dell’Arbigo animata dalla corale Unitas ore 18 messa in san Giorgio * in caso di cattivo tempo Il gruppo mamme organizza un banco autunnale ore 10 in san Lorenzo nel locale annesso alla chiesa di san Giorgio ore 18 in san Giorgio preghiera di adorazione martedì 6 ottobre ore 20 in san Giorgio 24
ventottesima domenica ordinaria domenica 1° novembre sabato 10 ottobre ore 10 messa in san Lorenzo ore 17:30 in san Lorenzo ore 14:30 rosario in cimitero domenica 11 ottobre, festa della cresima ore 18 messa in san Giorgio ore 10 nella palestra comunale Durante la messa si amministra la cresima a trentaduesima domenica ordinaria 17 giovani di Losone. sabato 7 novembre ore 18 in san Giorgio ore 17:30 in san Lorenzo domenica 8 novembre giornata missionaria mondiale ore 10 in san Lorenzo sabato 17 ottobre ore 18 in san Giorgio ore 17:30 in san Lorenzo domenica 18 ottobre preghiera di adorazione ore 10 in san Lorenzo martedì 10 novembre ore 18 in san Giorgio ore 20 in san Giorgio Le offerte delle messe sono inviate a “Missio” Svizzera per la ridistribuzione equa tra le Chie- trentatreesima domenica ordinaria se in tutto il mondo a sostegno di progetti ec- sabato 14 novembre clesiali. ore 17:30 in san Lorenzo domenica 15 novembre trentesima domenica ordinaria ore 10 in san Lorenzo sabato 24 ottobre messa degli anniversari di matrimonio. I co- ore 17:30 in san Lorenzo niugi che vogliono ricordarlo nell’Eucaristia, domenica 25 ottobre sono pregati di annunciarsi in parrocchia ore 10 in san Lorenzo ore 18 in san Giorgio ore 18 in san Giorgio festa dell’Eucaristia insieme a 34 famiglie di Losone e festa di Cristo re “assemblea parrocchiale” sabato 21 novembre domenica 25 ottobre ore 17:30 in san Lorenzo alle ore 11, centro la Torre domenica 22 novembre A causa della sospensione di tutte le assemblee ore 10.00 nella primavera scorsa, in questa assemblea il festa della comunione nelle palestre comunali Consiglio parrocchiale sottopone ad approvazione ore 18 in san Giorgio il consuntivo 2019 e presenta il preventivo 2020. Sarà l’occasione per fare il punto sui lavori di restauro degli affreschi in san Giorgio. All’albo prima domenica di avvento sarà pubblicato l’ordine del giorno. sabato 28 novembre ore 17:30 in san Lorenzo domenica 29 novembre festa di tutti i santi ore 10 in san Lorenzo sabato 31 ottobre ore 18 in san Giorgio ore 17:30 in san Lorenzo 25
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