"La Civiltà Cattolica" - Il compito di dare voce al Concilio

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S P e c i A l e – F e D e e c u lt u r A

     Il compito di dare voce al Concilio

     «La Civiltà Cattolica»
     Giampaolo Salvini S.I. – Redattore (già Direttore) de “La Civiltà Cattolica”, Roma

     L’autorevolezza di una rivista costantemente fedele alla gerarchia
     e all’intento pastorale e dialogale, più che dottrinale, dei Papi del
     Concilio. “La Civiltà Cattolica” é stata capace di cambiare se stessa,
     riflettendo il cambiamento della Chiesa.

         premetto che durante il vaticano ii io ero               Gli statuti pontifici prevedono tuttora che
     ancora uno studente. Quanto dirò è quindi                soltanto gesuiti possano scrivere (io direi piut-
     frutto soprattutto di testimonianze, comincian-          tosto, in qualche caso, «firmare») articoli per la
     do da quella dell’attuale card. roberto tucci,           rivista. Questo assicura una certa unità di stile
     direttore per tutto il periodo del Concilio (lo fu       al periodico, che viene elaborato in équipe. La
     dal 1959 al 1973) e quindi testimone diretto. il         norma (che conosce poche eccezioni) consente
     card. tucci vive attualmente, da circa vent’anni,        al direttore di difendersi dagli articoli di monsi-
     nella comunità della Civiltà Cattolica, dove è           gnori e cardinali che volessero pubblicare arti-
     tornato dopo essere stato direttore della radio          coli non in linea con il pensiero della segreteria
     vaticana. Una parte dei suoi Diari relativa al           di stato. Ma è una caratteristica legata all’altra
     periodo della preparazione del vaticano ii è ap-         consuetudine, e cioè che tutte le bozze di stam-
     pena stata pubblicata a cura del nostro storico,         pa vengono prima riviste in segreteria di stato.
     il p. Giovanni sale.                                     Questo non è scritto da nessuna parte e non ho
         La rivista non fece ovviamente nulla pri-            trovato nessun documento che lo attesti. Ma
     ma dell’annuncio del Concilio perché anche i             pare che sia sempre stato così.
     padri della rivista non ne sapevano nulla. Con               La regola vale tuttora: ogni quindici giorni
     pio Xii c’erano state delle riunioni per valutare        il lunedì mattina, il Direttore va in vaticano,
     l’opportunità o meno di convocare un Concilio            dove ha un’udienza con un interlocutore della
     ecumenico, ma non se ne fece nulla. non credo            segreteria di stato che gli comunica le modifi-
     che la rivista ne abbia mai parlato.                     che proposte dai vari revisori vaticani, alcune
         Ma forse prima di entrare nel merito di              tassative, altre che si possono discutere, cosa
     quanto il titolo della conversazione annuncia,           che avviene regolarmente.
     sarà bene ricordare alcune caratteristiche al-               sono stato direttore per più di ventisei anni,
     quanto singolari della rivista, che la rendono           per un totale di oltre 600 numeri della rivista.
     unica nel suo genere, anche per quanto riguar-           nessun numero è uscito senza modifiche, alcu-
     da il Concilio.                                          ne fatte solo per dire: “abbiamo letto le bozze”,
                                                              altre più incisive. talvolta salta un articolo in-
                                                              tero, giudicato non adeguato o non opportuno.
     La Civiltà Cattolica                                     per simili occasioni il Direttore ha in freezer
                                                              uno stock di articoli già pronti per sostituire
         La Civiltà Cattolica, nata nel 1850 (e quin-         quelli bocciati.
     di la più vecchia in italia e forse la seconda in            in ogni caso l’espressione più felice e che
     europa). il papa pio iX voleva un periodico che          sembra più gradita è di sottolineare che noi
     difendesse la Chiesa e il cristianesimo contro           non siamo censurati dal vaticano, ma che noi
     un’italia che si andava unificando ad opera dei          «lavoriamo in sintonia con la santa sede».
     liberali (in buona parte massoni) e delle idee               Questa consuetudine dà alla rivista una
     anticattoliche dell’epoca. valeva un periodico           grande autorevolezza, anche se costituisce un
     che avesse responsabilità propria, ma che in             limite. Quando entrai in carica il card. Casaroli,
     qualche modo riflettesse le opinioni della santa         allora segretario di stato, mi disse: «La stampa
     sede, senza necessariamente comprometterla               può sapere che voi non siete una rivista ufficia-
     direttamente.                                            le, ma che non pubblicate nulla contro il nostro

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parere». e a questa formulazione mi sono sem-             b) in secondo luogo la pastoralità, termine
pre attenuto.                                         non chiarissimo, su cui il papa tornò più volte e
    probabilmente la santa sede ha oggi anche         che è stato variamente interpretato dagli storici
altri mezzi per comunicare, in epoca di sala          e dai teologi. Da alcuni questa dimensione ven-
stampa (una volta non esisteva), di radio             ne vista, e vien vista tuttora, come un elemento
vaticana, di Centro televisivo vaticano ecc. Ma       di debolezza del Concilio, tanto che si presta a
la rivista conserva una certa autorevolezza an-       sminuirne l’autorevolezza. Ma i padri conciliari
che a giudicare dalla cura con cui la segreteria      compresero subito quello che il papa voleva,
di stato ci segue tuttora e dal fatto che tutte le    tanto che bocciarono i primi schemi proposti
nunziature nel mondo sono abbonate a spese            dalla Curia, sulla Chiesa e le fonti della rivela-
del vaticano.                                         zione proprio perché giudicati poco pastorali.
                                                      in una sola pagina dei testi preparati in Curia
                                                      papa Giovanni, parlando con p. tucci, notò
La rivista e il Concilio                              che c’erano quattordici condanne e ordinò di
                                                      riscrivere il documento.
    Quando Giovanni XXiii annunciò di voler               c) infine l’unità della Chiesa con le altre
convocare il Concilio, colse tutti di sorpresa        Confessioni non cattoliche, senza parlare più
e, evidentemente anche i padri della Civiltà          di «ritorno» alla casa del padre, o di eretici e
Cattolica. a quell’epoca riceveva ancora per-         scismatici (cosa del resto ripagata puntualmen-
sonalmente, e affettuosamente, p. tucci (gli          te per secoli dai non cattolici), o di conversione
andava incontro alla porta. poi un giorno lo ri-      alla vera e sana dottrina. voleva che si conver-
cevette seduto, dicendogli: mi hanno detto che        gesse insieme verso l’unità, cooperando per la
il papa non deve alzarsi per ricevere gli ospiti),    formazione di un unico gregge di Cristo. Ma,
inoltre sapeva che al tempo del vaticano i la         come sappiamo, è forse il settore nel quale i
rivista aveva fatto molto per farne conoscere i       risultati concreti furono più deludenti, anche
lavori e i documenti. La rivista venne usata da       se il clima di dialogo migliorò sensibilmente.
pio iX anche per sondare gli umori dell’opinio-           si potrebbe aggiungere che al papa stava
ne pubblica e dei vescovi su temi importanti,         molto a cuore anche la libertà del Concilio.
come quello dell’infallibilità pontificia. inoltre    protagonisti dovevano essere i vescovi e non
più di un padre scrittore aveva collaborato ai        il papa o la Curia romana, tanto meno il so-
lavori, ad esempio per la formulazione del testo      lo sant’Uffizio, presieduto dal card. alfredo
per la proclamazione del dogma dell’immaco-           ottaviani, dei cui membri il papa diceva che
lata Concezione. Ma bisognava trovare nuove           avevano una mentalità ristretta, tipica di chi
formule, perché i tempi erano molto cambiati.         «non è ma uscito dalla Ciociaria».
    papa roncalli voleva che la rivista prestasse         Ci fu una controversia su questo punto
lo stesso servizio anche per il nuovo Concilio e      quando venne pubblicata la costituzione apo-
i padri della redazione si misero a disposizione.     stolica veterum sapientia, che raccomandava
Ma la mentalità di molti tra loro non era quel-       e sembrava imporre l’uso del latino legando le
la desiderata dal papa che voleva un Concilio         mani in tal senso al Concilio, che non era anco-
non dottrinale, nel senso di proclamare qual-         ra cominciato. il papa, pressato anche dal card.
che nuovo dogma o destinato ad approfondi-            Bea, dichiarò che con essa non intendeva affatto
re qualche punto controverso della dottrina.          limitare la libertà del Concilio e anzi chiese a p.
voleva un evento che ridesse slancio e dinami-        tucci di scrivere (insieme al p. paolo Dezza) un
smo alla Chiesa. soprattutto non voleva con-          articolo per mostrare tutte le concessioni all’u-
danne e anatemi, ma che si entrasse in dialogo        so del volgare già fatte da pio Xii nella liturgia.
con il mondo moderno, con il suo linguaggio           Ma per l’opposizione della Congregazione dei
e i suoi problemi, usando un tono pastorale e         seminari e delle università l’articolo non venne
fraterno che, senza cedimenti dottrinali, con-        poi pubblicato, anche se approvato dal papa e
sentisse il dialogo. in particolare sembra che sin    dal segretario di stato, allora il card. Cicognani.
dall’inizio si ripromettesse tre scopi:                   Ma credo che neppure i padri della rivista
    a) anzitutto l’idea dell’«aggiornamento»          di allora fossero pronti a questo stile, come non
(parola poi entrata nell’uso anche in altre lin-      lo era neppure la Curia, anche a parte la sor-
gue) della Chiesa, nel senso di aprirsi al dialogo    presa iniziale.
con il mondo moderno e di confrontarsi con                il papa annunciò il Concilio a san paolo
esso.                                                 fuori le Mura il 25 gennaio del 1959.

prospettiva                                          N. 83-84/13                                               41
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                     L’osservatore romano non riportò il bre-            citati da quanti si occupano del Concilio. in
                 ve discorso del papa ai cardinali là riuniti, ma        seguito cominciarono ad uscire anche opere
                 soltanto un breve comunicato, di poche righe,           più sistematiche e più approfondite dal punto
                 della segreteria di stato, che anche La Civiltà         di vista storico e teologico.
                 Cattolica riprese nella «Cronaca contempora-                in questo p. tucci era certamente favo-
                 nea». Ma è solo tre mesi dopo che la rivista            rito dal contatto diretto con il papa e con il
                 comincia a parlare del Concilio, riprendendo i          segretario di stato e dal fatto che era stato
                 commenti della stampa a questo riguardo.                nominato referente per i giornalisti di lingua
                     il papa si interessava direttamente a quan-         italiana sui lavori del Concilio. Doveva cioè, al
                 to la rivista andava pubblicando sopra i lavori         termine di ogni seduta, spiegare ai giornalisti,
                 preparatori, anzi volle che se ne facessero gli         in genere poco informati sulla teologia, di che
                 estratti e fossero rilegati insieme per averli sem-     cosa si era discusso e che significato avevano
                 pre alla mano, e dava indicazioni a p. tucci su         le varie votazioni e le varie formulazioni dei
                 come procedere. elogiò più volte la rivista per-        documenti. non sempre ci si muoveva soltanto
                 ché dava un resoconto fedele dei lavori prepa-          per motivi teologici. Un autorevole giornali-
                 ratori prima e in assemblea una volta iniziato il       sta notò la presenza alle riunioni degli italiani
                 Concilio e ebbe più volte parole di soddisfazio-        di una giornalista tedesca e le chiese se fosse
                 ne per le reazioni positive che le cronache della       scontenta del riferente della sua lingua. L’altra
                 rivista suscitavano presso i fratelli separati, cioè    rispose: «no, va benissimo, ma il vostro è più
                 non in comunione con roma.                              bello». nacque in quell’epoca, in un certo mo-
                     Ma quando il papa lo inaugurò con il ce-            do, l’attuale sala stampa, e molte testate estere
                 lebre discorso di apertura, noto come Gaudet            accreditarono un loro giornalista a roma e in
                 Mater ecclesia, probabilmente il testo più im-          vaticano, facendo nascere la categoria dei «va-
                 portante, più innovativo e più coraggioso del           ticanisti», che resiste tuttora.
                 suo magistero, cominciarono anche i problemi.               Durante il Concilio poi, nella sede della
                 La Curia romana, colta di sorpresa, non inten-          Civiltà Cattolica abitavano stabilmente tutti
                 deva certo sabotare il Concilio, ma certamente          i direttori delle riviste culturali dei gesuiti in
                 avrebbe voluto controllarlo, soprattutto predi-         europa (orientierung, Stimmen der zeit, Études
                 sponendo i testi preparatori e affidando la su-         ecc.), una quindicina scambiandosi ogni sera
                 pervisione al sant’Uffizio mentre il papa affidò        idee e commenti e creando quindi una specie
                 la supervisione generale alla segreteria di stato.      di communis opinio da diffondere nelle varie
                     Qualcosa di analogo deve essere successo            lingue. Molti giornalisti presero l’abitudine
                 anche alla Civiltà Cattolica, nota in passato per       in quell’epoca, di frequentare la casa per in-
                 il suo stile battagliero, polemico, a volte aggres-     formarsi e capire meglio quanto avvenire nel
                 sivo, come del resto era nello stile giornalistico      Concilio.
                 del tempo. i padri volevano certamente appog-               più di un padre della redazione, inoltre, ven-
                 giare il papa, ma facevano difficoltà ad accettar-      ne coinvolto nei lavori conciliari. il p. enrico
                 ne le idee e non si sentivano all’altezza.              Baragli si occupò della comunicazione sociale
                     Giovanni XXiii chiese che qualche padre si          (fu il principale estensore dell’inter mirifica) e
                 potesse occupare direttamente del Concilio e            lo stesso p. tucci aiutò nella stesura del docu-
                 dei suoi lavori. Quando p. tucci ne parlò in re-        mento sull’apostolato dei laici e della Gaudium
                 dazione, i padri dissero che ci sarebbero voluti        et spes. segno che il clima e il tono voluto da
                 un teologo, un biblista, un giurista, uno stori-        Giovanni XXiii rimase nella sostanza anche
                 co ecc., tutte cose assolutamente impensabili.          nei documenti elaborati nelle sessioni succes-
                 p. tucci risolse il problema con il p. Giovanni         sive, quando paolo vi era già papa. Mancano
                 Caprile, che divenne il cronista ufficiale del          ad esempio le condanne. in tutti i documenti
                 Concilio per la rivista e ottenne un permesso           ad esempio ci sono solo due righe sul comuni-
                 speciale per assistere a tutte le congregazioni.        smo, che molti avrebbero voluto solennemente
                 egli, con l’assistenza di p. tucci, che partecipa-      condannato.
                 va al Concilio come perito, e che aveva canali              nella casa della Civiltà Cattolica, come sa-
                 privilegiati per ricevere documenti altrimenti          peva anche Giovanni XXiii, non tutti condi-
                 non accessibili, fece una serie impressionante di       videvano le idee del papa e del Concilio, che
                 cronache, riunite poi in 5 grossi volumi, che per       si andavano profilando nei vari documenti.
                 un certo tempo sono stati la fonte fondamen-            naturalmente le critiche non erano troppo
                 tale di notizie sul Concilio, e vengono tuttora         aperte, da parte dei padri più anziani, ma ci si

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limitava a dire che «il papa è male informato».       era stata fatto proprio contro di loro. Durante
Del resto non è facile per un intellettuale, che      la mia direzione gli ex-giovani arrivarono ai
per tutta la vita ha difeso determinate idee e si     settantacinque anni e mi chiesero se non fosse
è sentito dire che erano le idee del papa e del-      il caso di togliere la norma, messa durante il
la Chiesa, cambiare improvvisamente registro          Concilio per i motivi indicati. Ma il nuovo ge-
e sostenere, se non il contrario, almeno cose         nerale, p. Kolvebach, la confermò per due volte
molto differenti. Basti pensare alla libertà di       ed essa è tuttora in vigore.
coscienza, prima sempre avversata, all’atteg-             La rivista continuò anche con paolo vi a
giamento verso le altre confessioni cristiane e       seguire assiduamente i lavori conciliari con le
addirittura verso i musulmani e gli ebrei, ex-        cronache e con una serie di qualche centinaio
deicidi e ora diventati «fratelli maggiori», anche    di articoli sulle tematiche e sui documenti prin-
se l’espressione non c’era ancora nei documenti       cipali, nonché facendo conoscere molti volumi,
conciliari. Le consulte della redazione perciò        dizionari, ricerche ecc. che si venivano pubbli-
diventavano alle volte molto tempestose e piene       cando un ò in tutto il mondo sul Concilio e i
di tensioni tra il gruppo dei padri più anzia-        suoi testi.
ni, che avevano speso la vita nella rivista e il          si può dire che la rivista in quell’epoca
gruppo dei padri giovani arrivati con p. tucci,       cambiò anzitutto se stessa, riflettendo in que-
in particolare il p. Caprile e il p. Giuseppe De      sto modo il cambiamento della stessa Chiesa e
rosa che con tucci aveva studiato a Lovanio,          adottando uno stile molto diverso da quello ad
dove molte idee del Concilio già si insegnavano,      esempio dell’ottocento, senza necessariamen-
tanto che i padri giovani trovavano naturale che      te avere nemici da combattere ad ogni costo,
il Concilio le adottassero.                           quasi in ogni numero: la massoneria, il mondo
    il timore che oltre al nuovo stile, cambiasse     ebraico, il socialismo, il liberalismo, il nazismo,
anche la dottrina della fede era diffuso. e negli     il comunismo, ecc. Ma, pur condannando le
anni seguenti al Concilio si dovette intervenire.     idee originarie di questi movimenti, si cerca-
p. tucci chiese istruzioni in vaticano dove gli       va piuttosto di farli evolvere verso forme più
venne detto che la composizione della redazio-        democratiche e accettabili per la nostra epoca
ne era di competenza del p. Generale dei gesuiti.     pluralista.
al massimo la segreteria di stato avrebbe boc-            paolo vi veniva dalla segreteria di stato e
ciato gli articoli non in linea con quanto deside-    conosceva bene la rivista e la sua storia e se ne
rava il papa, ma non avrebbe fatto allontanare        servì ripetutamente per commissionare deter-
gli autori. p: tucci ottenne allora dal nuovo         minati articoli su argomenti che gli stavano a
Generale, p. pedro arrupe, una disposizione           cuore. i gesuiti della rivista (o almeno alcuni)
che escludeva i padri che avessero compiuto           continuarono perciò ad avere accesso al papa,
i sessantacinque anni, dalla redazione della          suscitando nella Curia romana non poche invi-
rivista, per «ringiovanire» il gruppo dirigente.      die e risentimenti, di cui le generazioni seguenti
Gli «emeriti» rimanevano in casa e potevano           di gesuiti hanno fatto un po’ le spese.
continuare a scrivere, ma non partecipare alle            La rivista non ha mai scritto quello che sto
consulte, nelle quali si decideva la linea edi-       per scrivere io qui, ma di fatto, nei suoi articoli
toriale della rivista. in questo modo tutta la        mi è parso di cogliere un’intuizione profonda,
vecchia guardia veniva messa un po’ da parte,         di tipo provvidenziale nella storia della Chiesa.
e i sette od otto padri interessati obbedirono,       Dio ha voluto Giovanni XXiii che ha voluto e
anche se penso con molto sacrificio. D’altronde       aperto il Concilio con grande coraggio, fidan-
non era soltanto questione di parole perché alla      do nell’assistenza dello spirito santo. Ma sulla
morte di uno dei padri anziani si trovarono           ripresa dei lavori, dopo la sua morte, c’erano
nella sua camera le fotocopie dei verbali delle       molte ombre e dubbi. Dopo di lui paolo vi, che
Consulte che egli passava in vaticano a qualche       probabilmente non l’avrebbe mai convocato,
prelato che la pensava come lui, per dimostrare       è riuscito a guidarlo e a concluderlo in mo-
che la rivista non era più quella di una volta.       do da farne una grande pagina di storia della
    Quando poi i «giovani» arrivarono ai 65 an-       Chiesa. ambedue sono stati provvidenziali,
ni, non essendo più arrivati altri scrittori più      in modi diversi e in tappe diverse dello stesso
giovani, venne ottenuta dal una modifica della        avvenimento.
legge che spostava a 75 anni il momento del
«pensionamento» dei redattori. i pochi vecchi
rimasti compresero ancora meglio che la legge         negli anni successivi

prospettiva                                          N. 83-84/13                                              43
     •persona•
FeDe e culturA

                     La rivista ha continuato a parlare del           e rilanciato i principali documenti conciliari, in
                 Concilio anche negli anni successivi alla sua        occasione del ventesimo anniversario della fine
                 chiusura. Direi che è stata uno degli strumen-       del Concilio, cioè intorno al 1985 e nei primi
                 ti privilegiati di cui si è servita la Chiesa per    mesi del 1986. vennero poi raccolti in un volu-
                 diffondere commentari autorevoli e giudi-            me intitolato Giovinezza del Concilio.
                 cati affidabili, sui vari documenti conciliari.          tocca adesso ai miei successori inventa-
                 purtroppo la sorte delle riviste di cultura, La      re nuove iniziative per il 50° dell’inizio del
                 Civiltà Cattolica compresa, è di essere citate da    Concilio, seguendo anche quanto il papa ha
                 tutti, ma ben poco lette.                            deciso di fare, per mostrare l’attualità degli in-
                     vorrei ricordare una serie di editoriali e di    segnamenti di questo grande evento ecclesiale,
                 articoli, in buona parte scritti dal p. Giuseppe     il maggiore nella storia della Chiesa nell’ultimo
                 De rosa, ma apparsi non firmati, come sempre         secolo.
                 quando si tratta di editoriali, che hanno ripreso

                 TorTona: Previati, Paolo e Francesca

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                                                                                                       •persona•
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