Sinodo dei giovani, i primi passi delle zone prima e seconda - Diocesi di Cremona

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Sinodo dei giovani, i primi passi delle zone prima e seconda - Diocesi di Cremona
Sinodo dei giovani, i primi
passi delle zone prima e
seconda
É iniziato il Sinodo dei Giovani anche in zona 1 e 2. Per la
verità qualche parrocchia nei propri gruppi giovani ha già
cominciato ad utilizzare le schede preparatorie del Sinodo, ma
domenica 15 gennaio l’occasione è stata un po’ speciale. Nel
salone dell’Oratorio di Casirate molti ragazzi della zona 1 e
2 hanno partecipato al terzo appuntamento del percorso
interzonale che quest’anno si chiama “Alzarsi insieme dal
divano”, riprendendo il titolo dell’incontro con il Vescovo
Antonio che lo scorso ottobre ha dato il via al cammino.

In dicembre è tornato don Davide Schiavon, responsabile del
Centro Diocesano Vocazioni, per incontrare i giovani e
aiutarli a mettersi in dialogo tra loro a partire dall’invito
del Papa a Cracovia 2016 ad essere protagonisti della storia
con le loro scelte e scelte di fede.

La scorsa domenica invece, a partire dall’immagine evangelica
del “sale della terra”, sono stati invitati alcuni giovani a
portare la loro testimonianza di come stanno cercando il
“sapore” della loro vita. Michele e Guglielmo dal Seminario,
Chiara dal noviziato delle Suore Adoratrici e Francesca con
Filippo che stanno per sposarsi, hanno condiviso con i
presenti il racconto del loro specifico discernimento
vocazionale.

Il silenzio in sala   è stata la dimostrazione più evidente di
quanto siano stati    apprezzati per la loro disponibilità a
raccontare come il    Signore sta facendo qualcosa di nuovo e
bello nelle loro      vite, ma anche per la semplicità di
testimonianze molto umili eppure così vere da suscitare
l’attenzione generale.
Sinodo dei giovani, i primi passi delle zone prima e seconda - Diocesi di Cremona
Durante la serata c’è stato anche il tempo di confrontarsi a
gruppi sulla scheda “Cosa farò da grande?” in preparazione al
Sinodo dei Giovani che approfondisce proprio il tema della
vocazione. La sintesi dei lavori sarà presto mandata alla
segreteria del Sinodo come contributo dalle zone 1 e 2.

Il cammino prosegue nei prossimi mesi con un altro incontro a
partire dall’immagine della “luce nel mondo”.
Sinodo dei giovani, i primi passi delle zone prima e seconda - Diocesi di Cremona
Sinodo vaticano dei giovani,
«Mettersi   in  ascolto   di
tutti»
“Incontrare, accompagnare, prendersi cura di ogni giovane,
nessuno escluso”. È la prospettiva del documento preparatorio
del Sinodo dei giovani, in programma nell’ottobre del 2018 sul
tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. A
parlare del documento, prima della presentazione ufficiale in
Sala Stampa vaticana, è stato lo stesso Papa Francesco, con
una lettera in cui assicura: “Un mondo migliore si costruisce
anche grazie a voi”. La Chiesa, a partire dai suoi pastori, “è
chiamata a mettersi in discussione” per superare schemi,
“rigidità” e linguaggi “anacronistici”.

Due le stelle polari del testo, rispetto al quale il nuovo
Sinodo si pone “in continuità”: l’Evangelii Gaudium e l’Amoris
Laetitia. Il documento termina con un questionario destinato
alle Conferenze episcopali di tutto il mondo, che dovranno far
pervenire le loro risposte entro la fine di ottobre; oltre
alle 15 domande comuni, per la prima volta vengono introdotte
tre domande specifiche per ogni Continente. È prevista,
inoltre, “una consultazione di tutti i giovani attraverso un
sito Internet, con un questionario sulle loro aspettative e la
loro vita”: dal 1° marzo, ha annunciato, infatti, il cardinale
Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei
vescovi,    rispondendo      ai   giornalisti,     sul   sito
sinodogiovani2018.va i giovani di tutto il mondo – anche non
credenti – potranno rispondere a domande a loro dedicate, in
via di elaborazione. Le risposte ai due questionari
costituiranno la base per la redazione dell’Instrumentum
laboris.

Ci sono molte “differenze” tra i giovani dei cinque Continenti
– la prima delle quali è quella tra maschile e femminile – ma
ciò che accomuna i giovani tra i 16 e i 29 anni, si legge nel
documento preparatorio del Sinodo, è il fatto di vivere “in un
contesto di fluidità e incertezza mai sperimentato in
precedenza”. “A fronte di “pochi privilegiati”, molti vivono
“in situazione di vulnerabilità e di insicurezza, il che ha
impatto sui loro itinerari di vita e sulle loro scelte”.

Tra le sfide da raccogliere, quella della “multiculturalità”.
In molte parti del mondo, i giovani sperimentano condizioni di
“particolare durezza”. Nonostante questi scenari spesso a
tinte fosche, “non pochi” giovani “desiderano essere parte
attiva dei processi di cambiamento del presente”. Sul versante
opposto il fenomeno dei “Neet”, cioè giovani non impegnati in
un’attività di studio né di lavoro né di formazione
professionale.

Una Chiesa “più vicina alla gente, più attenta ai problemi
sociali”: così la vorrebbero i giovani, in un contesto in
cui “l’appartenenza confessionale e la pratica religiosa
diventano sempre più tratti di una minoranza e i giovani non
si pongono ‘contro’, ma stanno imparando a vivere ‘senza’ il
Dio presentato dal Vangelo e ‘senza’ la Chiesa, salvo
affidarsi a forme di religiosità e spiritualità alternative e
poco istituzionalizzate o rifugiarsi in sette o esperienze
religiose a forte matrice identitaria”.

Quella dei giovani è una realtà sempre più “iperconnessa”, con
“opportuntà” e “rischi” da soppesare: per questo è “di grande
importanza mettere a fuoco come l’esperienza di relazioni
tecnologicamente mediate strutturi la concezione del mondo,
della realtà e dei rapporti interpersonali e con questo è
chiamata a misurarsi l’azione pastorale, che ha bisogno di
sviluppare una cultura adeguata”.

“Oggi scelgo questo, domani si vedrà”. È l’assioma dominante
che rende sempre più difficili le scelte dei giovani, che si
traducono in “opzioni sempre reversibili più che di scelte
definitive”. In questo contesto, “i vecchi approcci non
funzionano più e l’esperienza trasmessa dalle generazioni
precedenti diventa rapidamente obsoleta”.

“Riconoscere, interpretare, scegliere”. Sono i tre verbi,
presi dall’Evangelii gaudium, in cui è riassunta l’essenza del
“discernimento vocazionale”. “Il percorso della vita impone di
decidere, perché non si può rimanere all’infinito
nell’indeterminatezza”.         Di    qui     l’importanza
dell’accompagnamento personale, che non è “teoria del
discernimento” ma capacità di “favorire la relazione tra la
persona e il Signore, collaborando a rimuovere ciò che la
ostacola”.
È “la differenza tra l’accompagnamento al discernimento e il
sostegno psicologico”.

“Uscire, vedere, chiamare”. Sono i tre verbi dell’Evangelii
gaudium al centro della terza e ultima parte del documento, in
cui si risponde alla domanda centrale del testo: “Che cosa
significa per la Chiesa accompagnare i giovani ad accogliere
la chiamata alla gioia del Vangelo, soprattutto in un tempo
segnato dall’incertezza, dalla precarietà, dall’insicurezza?”.

La ricetta suggerita è “l’inclusione reciproca tra pastorale
giovanile e pastorale vocazionale, pur nella consapevolezza
delle differenze”.

“Uscire” è abbandonare gli “schemi” che incasellano le
persone, vedere è “passare del tempo” con i giovani per
“ascoltare le loro storie”, chiamare è “ridestare il
desiderio, smuovere le persone da ciò che le tiene bloccate,
porre domande a cui non ci sono risposte preconfezionate”.

Pastorale vocazionale, inoltre, “significa accogliere l’invito
di Papa Francesco a uscire, anzitutto da quelle rigidità che
rendono meno credibile l’annuncio della gioia del Vangelo,
dagli schemi in cui le persone si sentono incasellate e da un
modo di essere Chiesa che a volte risulta anacronistico”.

“Tutta la comunità cristiana deve sentirsi responsabile del
compito di educare le nuove generazioni”. È quanto si legge
nella parte finale del testo, in cui si auspica il
“coinvolgimento dei giovani negli organismi di partecipazione
delle comunità diocesane e parrocchiali, a partire dai
consigli pastorali”. No, quindi, “all’improvvisazione e
all’incompetenza”: servono “adulti degni di fede, credenti
autorevoli, con una chiara identità umana, una solida
appartenenza ecclesiale”. “Insostituibile” il ruolo educativo
svolto dalle famiglie.

              Lettera del Santo Padre Francesco

          Documento preparatorio del Sinodo vaticano
Il Sinodo indetto dal Papa su
giovani, fede e discernimento
vocazionale
La notizia è arrivata ieri: papa Francesco ha indetto per il
2018 un sinodo su giovani, fede e discernimento vocazionale.
Un segnale forte che coinvolgerà tutta la Chiesa universale.
Ma un’iniziativa che incrocia il cammino della Chiesa
cremonese e di altre Chiese, soprattutto italiane, che alla
luce della GMG di Cracovia si vogliono lasciare interrogare
dai giovani. Anzi, come nel caso cremonese, desiderano che
siano loro, i giovani, a prendere la parola, “scendere dal
divano” e vivere da protagonisti non più solo ed eternamente
adolescenti il loro posto nel presente, nel futuro e nella
Chiesa. Papa Francesco gioca così un’altra carta di fiducia,
mosso anche dalla preoccupazione educativa che già Benedetto
XVI aveva dichiarato essere un’”emergenza”. Ed emerge nella
vita della Chiesa impellente e seria la questione vocazionale:
non solo al ministero ordinato, ma alla vocazione alla vita,
come risposta variegata e originale, nell’unico solco della
responsabilità.

Occorrerà capire come il percorso del sinodo cremonese si
intreccerà alla riflessione universale: sarà un contributo
doppiamente prezioso ed importante, una voce accanto ad altre,
ma soprattutto un’occasione da non perdere innanzitutto qui,
in casa. Intanto è bene aggiornarsi sui passi del sinodo
cremonese nella sua fase preparatoria: è in spedizione la
Newsletter nr 1 che aggiorna tutti; sono attivi la pagina su
focr.it dedicata al sinodo e il mini-sito del portale; giovedì
prossimo la segreteria del sinodo (composta da 4 giovani che
lavorano in Federazione Oratori) si incontrerà con gli
Incaricati zonali che hanno già ricevuto materiali utili,
perché la “fase preparatoria” (a partire da gennaio) sia
condivisa e pensata il più possibile insieme, nella logica di
un “pendolo” utile e non ingombrante. Nel frattempo è già
disponibile la preghiera per il sinodo che è affidata a
chiunque desideri unire la propria voce spirituale
all’iniziativa della diocesi. Ci si augura che nelle prossime
settimane, anche grazie ai canali di comunicazione, sarà
possibile entrare sempre più nel merito del cammino. Con il
contributo prezioso e l’entusiasmo bello di tutti.

                                             Don Paolo Arienti
                      Direttore ufficio di pastorale giovanile

Sinodo, il vescovo Antonio
scrive a preti ed educatori:
«Vogliamo metterci con i
giovani   “in  ascolto   del
futuro”»
«Per progettare insieme questo cammino, il Sinodo dei giovani
2016-2018 e la vita quotidiana della nostra pastorale
giovanile, abbiamo bisogno di tutti voi». Con una lettera
indirizzata ai responsabili e agli educatori degli oratori,
dei gruppi e delle aggregazioni e di tutte quelle realtà
ecclesiali legate al mondo giovanile, il vescovo Antonio
presenta l’incontro di giovedì 8 settembre in Seminario
dedicato ad una prima riflessione e un primo confronto su
questo importante appuntamento che coinvolgerà in prima
persona i giovani dai 18 ai 30 anni. «Vogliamo metterci con i
giovani “in ascolto del futuro” – continua mons. Napolioni -,
quello che il Signore prepara con amore anche alla Chiesa di
Cremona, pur tra luci e ombre che dobbiamo imparare a
decifrare. Per questo dobbiamo esercitare sempre una effettiva
sinodalità, ossia quel “camminare insieme” in cui anche il più
giovane o il più debole ha tanto da dire a da offrire a
tutti».

                La lettera del vescovo Antonio

La convocazione dell’8 settembre sarà dunque un primo
fondamentale momento che aprirà un tempo di ascolto e
coinvolgimento diretto dei giovani. La Settimana
dell’educazione 2017, soprattutto nei momento diocesani, sarà
occasione propizia per accogliere le prime suggestioni del
mondo giovanile anche grazie alla presenza di non credenti e
di “addetti ai lavori” del mondo della scuola, della politica
locale, della cultura e dell’informazione.

Dopo questo passaggio l’ufficio di pastorale giovanile,
coordinato da don Paolo Arienti, proporrà ai gruppi
parrocchiali, zonali, associativi e di movimento, ma anche ai
ragazzi che vivono nel carcere di Cremona, come pure a
singoli, di pensare e di esporre il proprio punto di vista
grazie anche a video e schede che saranno preparati ad hoc.

Un terzo step sarà la “due-giorni” assistenti di oratorio: in
quel contesto saranno raccolti e analizzati i primi materiali
pervenuti e si cercherà di proseguire nel cammino di
condivisione delle idee.

Interlocutori preziosi in questo primo momento saranno anche
gli educatori, gli adulti più sensibili, i sacerdoti, a
cominciare da quanti in oratorio, a scuola e nei percorsi
pastorali hanno una competenza diretta sul mondo giovanile. È
a loro che sarà chiesto di contribuire a rendere il Sinodo il
meno accademico, scontato e formale possibile, anche
raccontando esperienze e sensibilità.

Prevista anche la costituzione di un gruppo stabile di giovani
che fungerà da “intercettore” di idee, attitudini e percezioni
dei 18-30enni: una sorta di “cinghia di trasmissione” tra i
territori umani giovanili e l’ascolto diocesano. In cantiere,
poi, la condivisione di strumenti culturali come mostre e
pubblicazioni di testi.

La proposta dell’esperienza nella comunità ecumenica di Taizé
in Francia, che da decenni è capace di coinvolgere nella
preghiera e nella fraternità migliaia di giovani, farà da
cerniera tra il primo e secondo anno. Nel 2017-2018 sarà
chiesto ai gruppi parrocchiali, associativi e di movimento di
esprimere giovani che direttamente con il Vescovo avranno
momenti di incontro (una “assemblea sinodale”) con alcuni
sacerdoti ed educatori, per l’elaborazione di alcune
considerazioni specifiche.

Il “terzo tempo” – che non coincide con un periodo definito –
consisterà nella ripresa e nell’innervatura dell’ascolto
sinodale nella vita e nella pastorale diocesana.

Per interagire con la segreteria del Sinodo è stata creata una
mail ad hoc: sinododeigiovani@focr.it.

          Lo speciale del Mosaico dedicato al Sinodo

Programma dell’assemblea dell’8 settembre

ore 9.30: accoglienza e ritiro dei materiali. Saranno
visionabili tutti i materiali utili per l’anno oratoriano e le
prime schede di preparazione del sinodo

ore 9.45: apertura dell’assemblea e preghiera guidata dal
Vescovo. Introduzione di mons. Napolioni

ore 10: presentazione dell’anno oratoriano 2017 e delle
attenzioni dell’area giovani con particolare rilievo al
servizio vocazionale. Condivisione del primo materiale di
lavoro sul sinodo e presentazione della proposta di cammino

ore 10.30: coffee break

ore 10.45: lavori per gruppi sul tema del sinodo dei giovani

ore 11.45: sintesi e prospettive

ore 12.30: pranzo condiviso (occorre iscriversi in Seminario o
in Focr)

Pastorale giovanile, tre anni
segnati dal Sinodo
Di ritorno dall’esperienza di Cracovia e dalle altre attività
estive, riprende il filo della programmazione e della proposta
anche per la pastorale giovanile. Sono già stati pubblicati
diversi materiali orientativi sul prossimo anno oratoriano e a
breve l’ufficio rilascerà i due sussidi Cittadini del cielo
per la fascia giovanile e Gente che dà sapore per gli
adolescenti: da diversi anni questi materiali fungono da
provocazione e sostegno alle iniziative di formazione e
catechesi e si affiancano al resto della produzione annuale.
Logo, tema, locandina, schemi di preghiera e altri supporti
sono già on line, accanto al brano musicale che è stato
coniato ad hoc sulle corde dell’icona biblica del sale, della
luce e della città.

A breve saranno messi a disposizione anche i primi materiali
che riguardano il Sinodo dei giovani che avrà un logo
dedicato, ma soprattutto una prima programmazione per il
biennio 2016-2018. L’assemblea oratori dell’8 settembre in
seminario sarà occasione preziosa per condividere l’intuizione
del Vescovo e costruire i primi passi verso l’esperienza
sinodale, coinvolgendo innanzitutto i sacerdoti, naturalmente
primi responsabili dell’annuncio del Vangelo ai più giovani.
Mons. Napolioni ha voluto lanciare una sfida grande che non
può restare disattesa né ridursi ad una serie di momenti
formali e quindi di per sé inutili. Al contrario anche in
Sinodo potrà essere un periodo di domande e risposte, di
percorsi fatti insieme, di prospettive che interessano
l’intera comunità cristiana ed il territorio umano nel quale
vive.

Molto c’è ancora da pensare e da costruire: ogni progetto,
ogni idea suppone il contributo di quanti desiderano
convergere e aiutare ed è proprio dell’indole sinodale
costruirsi in itinere. Un progetto ed un programma troppo
dettagliati suonerebbe come impositivi; un’idea troppo vaga
come inconcludente ed astratta. I primi mesi serviranno
proprio ad abitare la giusta dimensione dell’iniziativa che
prenderà corpo dalla Settimana dell’educazione 2017 (fine
gennaio) e vorrà riorientare gli appuntamenti classici
nell’orizzonte di una forte interlocuzione con i più giovani
sul futuro e sulla loro appartenenza alla Chiesa. Nel
messaggio agli Oratori il Vescovo ha insistito sulla
condivisione della fase preparatoria, accanto alla
sollecitazione circa le esperienze comunitarie e la ripresa
delle metafore del discorso della montagna che seguono
immediatamente le Beatitudini.

Mentre si lavorerà in queste direzioni, la pastorale giovanile
diocesana avrà a che fare con altri campi di lavoro: la
costruzione con le altre diocesi lombarde dei percorsi
condivisi (progetti educativi, di ricerca e ovviamente
l’estate 2017), la sussidiazione dei tempi liturgici per fasce
d’età, i cammini di formazione dentro e fuori l’Oratorio,
l’attenzione ai linguaggi espressivi (teatro, musica..)… sino
alle questioni più cruciali: la sussidiarietà delle proposte e
il coinvolgimento dei territori, la mistagogia e l’iniziazione
alla fede giovanile, l’istanza vocazionale della pastorale
giovanile, il fabbisogno educativo degli Oratori, la terza
annualità “Giovani insieme” e la problematica della direzione
degli ambienti educativi parrocchiali, feriale e progettuale,
il lavoro dentro il tavolo giovani voluto dal Vescovo Antonio.

Come negli anni scorsi, l’Ufficio diocesano si avvarrà di
preziose collaborazioni, alcune professionali ed altre
volontarie, orientate nella direzione di qualificare un
servizio di pensiero e azione utile alle esperienze concrete
delle comunità cristiane. Sarà incrementato l’uso dei social
non solo sul versante informativo, ma anche su quello
formativo, consentendo l’accesso a tutti i materiali dalla
piattaforma focr.it.

Un ultimo pensiero, certo non peregrino: se sinodo significa
cammino condiviso e se comunione è il cuore della chiesa e
dunque di ogni attività pastorale, l’anno che si apre, non
sarà privo della presenza tutta speciale di un fratello ed
amico che segue da sempre la pastorale giovanile diocesana:
don Giampaolo Rossoni che ricorda a tutti il mistero della
vita donata proprio quando non sa imporsi né urlare.

                                             Don Paolo Arienti
               incaricato diocesano per la pastorale giovanile

            Il tema dell’Anno Oratoriano 2016-2017
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