La situazione in Italia alla fine della seconda guerra mondiale
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La situazione in Italia alla fine della seconda guerra mondiale di Raoul Pupo (trascrizione dell’intervento a cura di Carmen Palazzolo Debianchi) Dati per conosciuti i fatti, sembra interessante render noto il punto in cui è arrivata la storiografia su alcune questioni - come i confini della Patria, il trattato di pace, il nodo dell’esodo - in modo che si possa fare un confronto tra la memoria, le proprie storie personali e i temi più recenti del dibattito storiografico. Il problema della pace fatti, anche se non è detto che tutti ne avessero e quello dei confini piena consapevolezza. Ma in parte sì. L Era infatti una percezione largamente diffusa a prima cosa da dire è che la data per la che quella linea di demarcazione difficilmente 1 definizione del confine è la primavera sarebbe cambiata e che era molto probabile che del ’45. La linea che viene fissata sul ter- si sarebbe in qualche modo consolidata in un reno a quell’epoca è una linea inamo- confine; ne erano, in particolare, abbastanza con- vibile. Se c’era un momento in cui le sorti della vinti sia De Gasperi sia i governanti inglesi. Venezia Giulia – o come la vogliamo chiamare Ma, la ragione per cui si arrivò a “quel” tipo di – potevano essere diverse, questo momento è la linea, che non ha alcun riferimento con gli aspet- primavera del ’45. ti del territorio - attenzione perché la questione è Nel momento in cui le truppe di occupazione si importante per tutti gli sviluppi futuri - è fonda- consolidano sul terreno con gli accordi di Belgra- mentalmente data dal fatto che gli anglo-ameri- do e di Duino, i giochi, fondamentalmente, sono cani avevano bisogno del porto di Trieste.
procamente accettabile. L’Italia, in questo mo- sconfitto l’Italia, la Germania e il Giappone. in materia militare e in parte confinaria, cioè per mento, è meramente un “oggetto”. Lo sottolineo La Francia, in realtà, è un’appendice. quanto riguarda la Venezia Giulia. con grande forza, perché è un dato non intuitivo, Di fatto, nel mondo stanno già maturando cose Le clausole sono note. al quale di solito i miei studenti reagiscono con diverse: tira già “aria” fredda, anche se non c’è Sembra invece opportuno soffermarsi sulla ra- sconcerto. ancora “guerra” fredda; essa arriverà in segui- gione per cui si arrivò al Territorio Libero, o me- Noi dobbiamo tenere presente il fatto che negli to, l’anno successivo. Ne sono un segnale le di- glio sulla ragione per cui il Territorio Libero non anni di cui stiamo parlando - e perlomeno fino missioni del Segretario di Stato americano, che venne dato alla Jugoslavia e Trieste non venne al ’47 / ’48 - l’Italia non esisteva né come sogget- fu uno dei sostenitori dell’accordo di Yalta con data agli slavi. to internazionale né come soggetto politico; era l’Unione Sovietica. Questa ragione sta nel fatto che, nell’ottica delle sparita dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Egli fu poi lasciato al suo posto per concludere sfere di influenza che si stavano delineando in C’è stato un Governo al Nord e un Governo al quei trattati di pace, che la storiografia ha chia- Europa, Trieste doveva rimanere all’Occidente. Si tratta di una logica di tipo strategico militare: Sud, poi è rimasto soltanto un Governo Italiano mato “binario morto della politica e delle relazioni L’unico elemento che interessa agli Inglesi e agli era prevista una campagna in Austria, che que- che cercava di acquistare indipendenza, ma non internazionali del dopoguerra”. Americani è che Trieste rimanga di qua. sta resterà la logica ispiratrice del comportamen- aveva alcuna capacità di interlocuzione interna- Gli Alleati hanno deciso che a Parigi si metteran- Il resto della Venezia Giulia per loro non conta, to anglo-americano fino alla fine degli anni ’40. zionale; non era un soggetto politico internazio- no d’accordo e poi affronteranno il resto. perché non ha alcuna rilevanza strategica. Trieste col suo porto, che consentiva il collega- nale, non poteva quindi negoziare con gli Alleati In questo scenario l’Italia non esiste come sog- Solo Trieste conta e deve rimanere all’Occidente, mento con l’Austria, doveva rimanere all’Occi- la soluzione della pace. getto e, come oggetto, è semplicemente un paese perché è la porta dell’Austria. Come si fa a farla dente. Il resto, fondamentalmente, non c’entra! Negoziare significa infatti, essenzialmente, offri- sconfitto da punire. rimanere in Occidente? Non c’entrano niente né le ragioni dell’Italia né re qualcosa in cambio di qualcos’altro e l’Italia, Questa realtà spazza via tutte le illusioni che gli L’unica soluzione disponibile al momento è quel- le ragioni della Jugoslavia. fino alla fine del ’47, non poteva negoziare per- italiani si erano fatte, e non solo la pubblica opi- la della sua internazionalizzazione con la crea- Questa è la logica attraverso alla quale si arriva ché non aveva nulla da offrire in quanto non era nione ma anche la classe politica, dalla destra zione del Territorio Libero, che si deciderà però 2 alla definizione delle zone di occupazione e che padrona di nulla, nemmeno di se stessa! alla sinistra. L’illusione era che l’Italia avesse in di non costituire subito perché, dal momento che 3 verrà perseguita finché gli Alleati non comince- Era solo un’espressione geografica, cioè un terri- qualche modo pagato il biglietto di ritorno con ranno a ragionare a proposito della Venezia Giu- torio occupato dalle grandi potenze, le quali di- la resistenza delle truppe italiane clandestine, lia in termini di Oriente ed Occidente, e cioè fino sponevano totalmente delle sue sorti e di quelle che avevano combattuto assieme alle truppe an- alla fine degli anni ’40. dei suoi abitanti. glo-americane. Quindi, fino al Trattato di Pace, l’Italia fa attività Tutto questo non viene affatto preso in conside- La seconda tappa di questa fase diplomatica, che è una cosa molto diversa dalla razione alla Conferenza della pace. è il trattato di pace politica estera! La soluzione trovata consentiva semplicemente I diplomatici italiani si danno un gran daffare: di mettere assieme le esigenze politiche dei vin- La logica che portò alle scelte operate dal trattato corrono dappertutto, si lamentano, piangono citori. di pace è la stessa che guidò la definizione dei e implorano, ma questo non influisce minima- confini. mente sui processi decisionali. Dal Trattato di Pace Prima di procedere, per evitare degli equivoci, è L’unico elemento che incise su codesti processi l’Italia esce distrutta opportuno però chiarire alcuni punti che la sto- furono le relazioni fra i diversi Stati interessati riografia ha risolto da un pezzo, ma che non ap- alla questione. Non è quello che sperava il Governo Italiano, partengono alla consapevolezza storica di tutti. che era il reingresso dell’Italia sulla scena inter- Va innanzitutto chiarito che comunemente si Chiarito questo punto, ne deriva il corollario che nazionale. dice “Trattato di Pace con l’Italia”. Sbagliato! alla Conferenza Internazionale di Parigi i quattro Il trattato di pace segna invece, unicamente, la È un “Trattato di Pace per l’Italia”, perché è un vincitori: Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bre- fine della guerra e quindi la punizione per la trattato di pace fatto dalle potenze vincitrici tra tagna e Francia sono ancora i protagonisti, tutti guerra. di loro, al fine di trovare una sistemazione reci- uniti, della Grande Alleanza Antinazista che ha E le penalizzazioni sono molto forti, soprattutto 1947 - De Gasperi pronuncia il suo discorso a Parigi
la sua sorte è incerta, meglio tenerla nel “limbo”. no Italiano con enorme entusiasmo. Il Governo italiano resiste finché c’è De Gasperi, sia da parte slovena che da parte croata, che daranno L’essenziale è, infatti, che gli americani rimanga- Quello è stato l’unico momento in cui era possi- perché è una figura che conta e che tenta di re- frutto verosimilmente fra qualche anno. no a Trieste. bile che qualcosa cambiasse, che partisse, ad es. cuperare qualcosa della Zona B, contro il parere Allora riusciremo a ricostruire con maggior pre- Da tutte queste vicende il Governo Italiano è, un negoziato sul Territorio Libero, in cui Inglesi della diplomazia italiana. cisione la logica dei poteri popolari: come si af- non solo tagliato fuori, ma addirittura all’oscuro e Americani sostenessero il Governo Italiano. Ma, quando De Gasperi cade e viene sostituito, fermarono, che politica fecero nei confronti della di tutto in quanto volutamente non viene infor- nel ’53 da Pella, che si adegua immediatamente popolazione e anche quali furono le differenze. mato della politica americana, perché i governi È l’unico momento! Ma dura pochissimo, perché alle opinioni del Ministero degli Esteri, la Zona B Già da ora emergono delle differenze e dei con- inglese e americano non si fidano di quello ita- già qualche mese dopo avviene la rottura fra Ju- viene “lasciata andare”. trasti abbastanza evidenti tra le indicazioni as- liano e, quindi, decidono per conto proprio sul- goslavia e Unione Sovietica, tra Tito e Stalin, e Lo fa in maniera un po’ contorta e ci vuole an- sunte a livello regionale e quelle applicate, ad la sorte della frontiera, che “non è un problema la Jugoslavia, uscendo dal campo sovietico, ac- cora un anno per la definizione del tutto, e pur- es., a livello di comune dove, al livello più vicino italiano”, ma un problema inglese e americano. quista un valore strategico enorme per gli Stati troppo due morti a Trieste, ma è così. alla popolazione, ad es. nei comitati popolari, In questa logica Trieste rimane “sospesa”, ma Uniti, più importante di quello dell’Italia, come venne usata una politica molto più estremista di fondamentalmente in Occidente e il resto non ha cuscinetto fra Oriente ed Occidente. Alla fine dell’agosto ’56 la Zona B è perduta, si quella che veniva proposta dal livello superiore. alcuna rilevanza. Alla fine del ’49 il processo è già compiuto. tratta soltanto di trovare una formula diplomati- Ho letto dei rapporti del ’46 e degli anni succes- Questa logica dura fino al ’48/’49. L’Italia è meno importante della Jugoslavia per ca che consenta al Governo italiano di sopravvi- sivi sul trattamento della popolazione, stesi dal C’è un momento nel ’47/’48 in cui l’evoluzione gli Alleati, perché ormai ha sconfitto il comuni- vere e di presentare la soluzione in Parlamento... Comitato Regionale per l’Istria, che era l’organi- del quadro internazionale sembra favorevole smo e quindi è al sicuro, non rappresenta più In una prima fase, nell’autunno del ’53, il Gover- smo esecutivo regionale, talmente dettagliati e all’Italia, perché scoppia la guerra fredda in cui un rischio per l’Occidente; mentre la Jugoslavia no jugoslavo non accetta la soluzione proposta, precisi nel descrivere la durezza dei comporta- l’Italia ritrova un suo ruolo, perché ha finalmen- no, la “Jugoslavia va tenuta a galla” sono le parole che però nella primavera del ‘54 accetta, perché menti dei poteri popolari verso la popolazione te qualcosa da offrire: non l’economia che è a che vengono usate e, per tenerla a galla, uno de- si rende conto che è un’ambiguità concordata, che confermano in pieno la memoria. pezzi né le forze armate che non ci sono, ma il gli strumenti è che, sul problema della Venezia un velo e viene compensato molto bene; il che Questi comportamenti vengono denunciati 4 suo territorio, la sua posizione geopolitica. Giulia, che ormai è il problema di Trieste e basta, vuol dire garanzie per la minoranza slovena a come errori ma, pur essendo denunciati come 5 Infatti, in una logica di guerra fredda, mantene- Tito non perda la faccia. Trieste e il porto di Capodistria. tali, cinque anni dopo si ritrovano ancora. re il controllo dell’Italia conta e quindi gli Ame- Questo significa, a quel che è detto in maniera Questo è, sostanzialmente, l’andamento diplo- ricani, che già nel ’47 cominciano ad avere una esplicita in un documento del Dipartimento di matico che portò alla definizione finale del con- Una delle strade per superare il problema del- politica mediterranea, cominciano ad interessar- Stato americano della fine della primavera del fine e alla salvezza per Trieste - che era ormai la mancanza di fonti è di cercare di rispondere si all’Italia e fanno quello che alla Conferenza di ’49 che, “Se gli Italiani ci chiedessero la restituzio- l’unica cosa che interessava anche l’opinione alla domanda: “Esisteva veramente il piano di Parigi non avevano fatto; cioè cominciano a ve- ne della Zona A e basta, non potremmo farlo senza il pubblica italiana - e alla perdita definitiva della espulsione degli italiani o no?” nire incontro alle esigenze del Governo Italiano consenso di Tito”. Zona B. Se esistesse o no è difficile dire, perché non ne anche in materia di politica estera. Tutto il resto è una conseguenza. abbiamo trovato nessuna traccia. L’esempio più clamoroso l’abbiamo nel 1948, Per quanto riguarda l’esodo, un punto ancora in Quello che certamente esisteva era una politica durante la campagna elettorale per le elezioni discussione fra gli storici è il senso della politica di divisione all’interno degli italiani, che si chia- politiche, quando i Governi Americano, Inglese jugoslava in Istria dal ’45/’54. mava “Politica della fratellanza tra jugoslavi”, che e Francese fanno una dichiarazione politica mol- La memoria non ha dubbi: si trattò di una politi- è stata analizzata abbastanza bene negli ultimi to importante, la “Nota Tripartita”, in cui dicono ca di distruzione dell’identità nazionale italiana. anni e che giunge alla conclusione che tra la fine che sarebbe opportuno che tutto il Territorio Li- del ’44 e l’inizio del ’45 venne pensata una poli- bero tornasse all’Italia. Gli storici, per mestiere, devono avere dubbi ma, non tica per gli Italiani che non era, però, una poli- È una mossa propagandistica evidente, ma che possedendo la documentazione che suffraghi tali dub- tica di espulsione, ma che si potrebbe chiamare ha un significato diplomatico forte: che Inglesi bi, non siamo in grado di ricostruire il processo de- “di integrazione selettiva”, che tendeva a isolare e Americani sono, in quel momento, dalla par- cisionale jugoslavo; ma ci stiamo avvicinando. Sono alcuni gruppi all’interno della popolazione ita- te dell’Italia. È un cambiamento sostanziale, un infatti in corso in questo periodo le ricerche sulla liana; gruppi che venivano considerati in qual- grosso passo avanti, che viene accolto dal Gover- costruzione dei poteri popolari, a livello territoriale, che modo jugoslavizzabili e compatibili con gli
Politica positiva che si rivelò però fallimentare E allora, che farsene di una minoranza italiana? e quando anche la capacità di sopportazione del- in pochissimo tempo: ne abbiamo delle testimo- Evidentemente niente. la popolazione italiana comincia a venir meno e nianze estremamente precise. Gli unici italiani che restavano erano quelli del- viene meno anche il tentativo del Governo Ita- A Pola, ad es., con un procedimento molto ra- la Zona B, che aveva ancora un destino incerto, liano di mantenere la popolazione italiana sul pido, la differenza che esisteva all’interno della e dove gli Italiani continuavano a resistere spe- territorio, che era stato condotto disperatamente popolazione italiana fra coloro che volevano il rando nel miracolo; e da parte jugoslava vennero fino a quegli anni. mantenimento della sovranità italiana e quelli usati come merce di scambio nel negoziato con È una grande fandonia quella che il Governo Ita- standard richiesti dal nuovo regime, soprattutto che avrebbero accettato la Jugoslavia si ridusse l’Italia. liano abbia favorito l’esodo; era semmai contra- in termini di adesione al comunismo e in parti- in fretta quando “scoppiò” l’esodo, perché eso- Per questa ragione, fino al ’53 non c’è l’esodo di rio ad esso, com’è assolutamente documentato. colare di adesione all’annessione alla Jugoslavia. darono tutti: i borghesi, i contadini, i pescatori, massa da questa zona, mentre c’è dal resto dell’I- Quando subentra il Governo Pella, che ormai ha Questi gruppi venivano identificati particolar- gli operai,… stria. rinunciato al tentativo di fermare gli Italiani nel- mente nella classe operaia di lingua italiana. Lo stesso successe a Fiume. C’è un documento, Ma arriva qui nel ’53, e prima ancora del Memo- la Zona B, parte l’esodo, che poi diventa totali- Per essi venne ideata una politica chiamata “della mi pare del ’46, della sezione di Sezana, in cui randum, quando si capisce che, ormai, l’Italia tario. fratellanza”, che implicava la permanenza in Ju- un esponente noto del Partito comunista scrive a non arriverà e il Territorio Libero non verrà fatto goslavia, a determinate condizioni. Togliatti: “Autorizzateci a sostituire il CLN clande- Gli altri non c’entravano, erano fuori dalla poli- stino con dei jugoslavi”. tica per ragioni di classe o per i comportamenti Nessun Italiano, al di là del suo orientamento tenuti nell’epoca precedente e, quindi, incompa- ideologico e della sua appartenenza di classe, re- siste all’impatto con la realtà del regime comuni- Raoul Pupo tibili col nuovo regime. Per essi c’è solo la faccia dura, la faccia repressi- sta jugoslavo, che ritiene intollerabile. Nato a Trieste nel 1952, storico, docente di Storia Contempo- va. Cosa si intende per regime intollerabile si capirà ranea all’Università di Trieste, membro dal 1996 delle commissioni 6 Essi verranno messi nella condizione di non nuocere meglio dalle testimonianze, ma questa è una si- miste storico-culturali italo-croata e italo-slovena e del Comitato 7 ma, evidentemente, prima se ne andranno e meglio tuazione comune. Scientifico dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimenti di Libe- sarà. razione in Italia. Questo è quello che viene applicato nel ’45, ma E poi arriva il Cominform Ha dedicato numerose pubblicazioni all’esodo istriano ed ha con alcune novità e differenze perché, quando ricostruito le vicende storico-politiche che hanno riguardato il Terri- questa politica era stata ideata, si pensava ad un Esso non è decisivo, decisivo, ma semplicemente torio Libero di Trieste curando in particolare lo studio delle vicende delle popolazioni coinvolte. gruppo italiano molto diverso, più grande, com- la pietra tombale sulla politica di Tito. Si è occupato della rifondazione della politica estera italiana prendente anche Trieste e Monfalcone, dove c’e- Quindi, se si combinano queste due cose: una analizzando i rapporti e le vicende storico-politiche tra l’Italia e gli rano le due maggiori concentrazioni della classe politica già pensata come politica di tipo discri- stati che nel tempo si sono avvicendati sul confine orientale italiano. operaia della Regione. minatorio, nel senso che una parte degli Italiani, Mancando queste due città, il gruppo di italiani quelli “buoni e onesti”, sono accettati e gli altri no che rimaneva in Jugoslavia era diverso e nei suoi in quanto ritenuti residui del fascismo, e poi il confronti venne applicata la politica di assimila- fallimento di questa medesima politica, si vede zione discriminante o di integrazione selettiva, che nel ’48 / ’49 nella griglia di tollerabilità del Il Convegno di cui si è detto sopra e la cui parte negativa era regime gli Italiani non ci sono più, salvo pochis- immediatamente percepibile nei confronti della sime unità. L’intervento è tratto dagli atti del seminario “...esodo... La popolazione. Non c’è più, ad es., una classe politica fedele, vicenda. Le radici storiche. I tragici eventi. Le conseguenze” svoltosi C’era però anche una parte positiva, quella che perché quel poco che c’era è passato dalla parte nel gennaio-marzo 2007, a cura dell’Associazione delle Comunità Istriane. mirava all’integrazione degli italiani cosiddetti dell’Unione Sovietica, quindi non c’è la possibi- “buoni e onesti”, a cui vennero affidate anche del- lità di creare una corposa minoranza italiana fe- le responsabilità a livello politico. dele al partito in auge. Impaginazione e grafica | Alberto Corsi | Associazione Casa della Resistenza | Febbraio 2021
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