L'influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo - InfezMed
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Le Infezioni in Medicina, n. 4, 374-389, 2015 374 Le infezioni nella storia della medicina / Infections in the history of medicine L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo The nineteenth-century epidemic waves of influenza Chiara Beatrice Vicentini1, Enrica Guidi2, Silvia Lupi2, Martina Maritati3, Stefano Manfedini1, Carlo Contini3 1 Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie, Università di Ferrara, Ferrara, Italy; 2 Dipartimento di Scienze Mediche, Sezione di Sanità Pubblica, Università di Ferrara, Ferrara, Italy; 3 Dipartimento di Scienze Mediche, Sezione di Malattie Infettive, Università di Ferrara, Ferrara, Italy n INTRODUZIONE Il XVI secolo si caratterizzò peraltro per tre even- ti pandemici relativamente ai seguenti anni: 1510 L’ influenza è una patologia febbrile acuta cau- sata da un virus ad RNA, appartenente alla famiglia degli Orthomyxoviridae, di cui sono noti (proveniente dall’Africa, alta contagiosità ma scarsa mortalità), 1557 e 1580. Nel XVII secolo si ebbero epidemie nel 1688, 1693 tre generi (A, B, C). Il primo isolamento risale al e 1699; numerose furono le epidemie nel XVIII se- 1933 (ottenuto inoculando, per via intranasale, il colo, ma due furono di maggior rilievo: quella del furetto con secreto orofaringeo di soggetti malati). 1729-30 (detta “mal russo” perché probabilmen- Nel 1940 fu isolato un virus antigenicamente dif- te originatasi nell’est europeo e successivamente ferente denominato B per distinguerlo dal primo diffusasi nel centro e nord Europa) e del 1782 (in- sierotipo A. sorta in Cina, si diffuse prima in Russia e poi in Già tra il IX ed il XII secolo sono state registrate tutta Europa, colpendo particolarmente la città di saltuarie segnalazioni di eventi epidemici carat- Londra). terizzati da febbre elevata, tosse ed alta mortalità Anche nel XIX secolo si verificarono diverse e im- probabilmente riferibili ad influenza, general- portanti pandemie fin dai primi anni del secolo mente riportate nelle cronache dei monasteri eu- (1800-1803). Un evento pandemico si ebbe anche ropei; è però soltanto nei secoli XIV, XV e XVI che, tra il 1830 e il 1833, negli anni in cui sarebbe ap- con lo sviluppo dell’urbanizzazione, delle attività parso in Europa anche il colera. Si trattò proba- economiche e mercantili, nonché con il consoli- bilmente di un focolaio originato in Cina, esteso darsi delle relazioni diplomatiche, che si creeran- a Filippine, Russia, Europa e America, con pro- no le condizioni per una adeguata ed affidabile babile interessamento di circa un quarto della produzione documentale storica. popolazione mondiale. Successive ricorrenze si Si deve a Giovanni Villani la prima descrizione, verificarono nel corso del secolo fino ad arriva- nel 1323, di una epidemia influenzale occorsa in re alla grande pandemia del 1889-1892, che pro- Italia e Francia; successive epidemie si ebbero in babilmente ebbe origine tra l’Asia e la Russia, si Italia nel 1358 e nel 1387; in Francia nel 1414, nel diffuse dapprima lentamente verso il Caucaso 1438 e nel 1482. poi, nell’inverno, grazie allo sviluppo delle vie Nel periodo compreso tra il 1517 e 1551 si abbattè di comunicazione e alla densità di popolazione, sulle isole britanniche, a più ondate, una serie di coinvolse velocemente tutta l’Europa, arrivando violente epidemie influenzali ad elevata letalità. in dicembre in America e nel gennaio del 1890, in Australia, interessando pertanto tutto il globo [1]. Corresponding author Tale pandemia si verificò in un contesto cultura- Carlo Contini le orientato alla ricerca della specifica causa delle E-mail: cnc@unife.it malattie, supportato oltretutto dal progresso tec-
L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo 375 nologico e scientifico: ciò rese possibile un’ade- L’influenza e le sue denominazioni nella storia guata e precisa descrizione clinica ed epidemio- “Come i pianeti, le comete, il flusso e reflusso del logica [2, 3]. mare, le malattie dette lunatiche, le febbri peri- odiche, hanno quelle epidemiche certe loro ricor- renze, che molto si approssimano al ritorno pe- n SCOPO DEL LAVORO - LE FONTI riodico dei pianeti, del flusso e reflusso del mare, specialmente se le stesse cause cosmiche, o quelle L’influenza, poco trattata dagli studiosi, perché atmosferiche almeno, si trovino alla condizione mite e non incisiva nella mortalità (Figura 1) alme- del trapassato loro periodo” [15]. “È probabile no fino all’avvento della spagnola nella prima metà che il grippe (influenza) dipenda principalmente del Novecento, ha attratto la nosra attenzione, in- dall’influenza tellurica, e che riconosca per cau- curiosendoci nell’approfondire i dati esistenti e la sa alcuni disordini negli agenti fisici che modifi- ricerca di informazioni di cure e rimedi [4-13]. cano la superficie esterna del nostro pianeta; ma Lo scopo del lavoro è stato quello di condurre nello stato attuale delle nostre cognizioni, noi un’indagine in fonti bibliografiche ottocentesche non possiamo parlare per congettura, e dobbia- italiane o di opere di autori stranieri in edizione mo guardarci dallo sdrucciolare in investigazioni italiana in uso nel paese. Un riferimento di con- puramente speculative e inutili. Quale sia la fre- trollo e di integrazione è l’opera di respiro globale quenza di questi disordini, a quali leggi essi obbe- di Patterson [14]. discano, ecco quel che resta ancora a sapersi” [16]. Il presente lavoro focalizzerà le teorie, la sintoma- Così scrivevano Berzellotti nel 1832 e Graves nel tologia e le denominazioni, le più svariate prima 1864. Si cercava una motivazione alla ricorrenza di arrivare al termine più banale di influenza, al- ciclica e alla gravità delle epidemie influenzali, in cune ancora in uso in alcuni paesi. Un excursus at- un Ottocento in cui, ancora ancorati a concezioni traverso le epidemie nella storia nella descrizione del passato, si ponevano le basi della medicina e di autori ottocenteschi, precederà la focalizzazione della farmacia di oggi. “Alcune epidemie compa- all’Ottocento nella descrizione dapprima dei ricor- iono ad epoche fisse e regolari; alcune percorrono si epidemici/pandemici e poi delle cure e rimedi. talvolta un’immensa estensione di paese in poco Un’ultima fase riguarderà l’analisi della mortali- tempo, o si sviluppano in molti paesi in poco tem- tà per influenza e complicanze in una località del po, o si sviluppano simultaneamente in molti pa- Nord Italia nell’Ottocento. Fonte dei dati in og- esi … altre passano di mano in mano da uno in un getto saranno i registri di morte del Comune di altro paese … non durando in ciascun paese che Ferrara e conservati presso l’Archivio Storico Co- tre quattro settimane al più … Fu notato da Plinio, munale (ASC). e confermato da medici posteriori, che in generale Nel lavoro saranno discussi i seguenti punti: il corso delle epidemie è da levante a ponente, e - L’influenza e le sue denominazioni nella storia. la loro frequenza è tanto maggiore quanto più son - Le cure e i rimedi nell’Ottocento. vicini all’equatore i paesi dove esse regnano” [17]. - Analisi di mortalità per influenza e/o compli- Viene descritta la sintomatologia: “Questa febbre canze. incominciava ed aveva i suoi parossismi la sera; ella componevasi regolarmente di brividi irrego- lari e di fuochi pure vaghi. Ella riprendeva all’en- trare della notte per cessare o andare in declina- zione la mattina, dopo un blando sudore, come se partecipasse della natura delle febbri intermit- tenti. Ella non cessava mai intieramente se non coll’aiuto di una dolce ed abbondante traspirazio- ne. Insieme alla febbre l’ingorgamento delle mu- cose nasali e dei bronchi, che caratterizza il coriza e l’infreddatura, seguivano il loro corso ordinario, Figura 1 - Potter C.W., A history of influenza [13]. cioè passavano da questo periodo conosciuto sot- History of influenza pandemics 1700-2000. Not to exact to il nome d’irritazione, nel quale la mucosa arida scale. ed ardente non esala che una serosità limpida e
376 C.B. Vicentini, et al. corrosiva; a quell’altro periodo detto di scatto o di ro epidemiale il quale avea molestato la maggior cozione, durante il quale il muco più tenace, più parte degli uomini di quelle bande”. spesso e più dolce, attesta il progresso della elabo- Vengono citati personaggi ben noti nel campo razione operata dalla superficie esalante, e dalla della botanica e della medicina, Giovanni Bahuin, tendenza alla risoluzione dell’irritazione che l’a- Corrado Gesner, Ulisse Aldovrandi, Antonio veva affetta” [18]. Musa Brasavola, Gabriele Falloppio e della casa Gli autori ottocenteschi tracciano la storia delle d’Este ferrarese, la Duchessa Renata di Francia e epidemie e pandemie di influenza nei secoli pre- le figlie. cedenti. Giovanni Targioni Tozzetti segnala che Corradi presenta l’epidemia influenzale del 1580 l’influenza, epidemica in Firenze nel 1323, domi- (“anno memorabile per universale influenza ca- nò in tutta Italia nel 1323, 1387, 1510, 1515, 1549, tarrale”) che aveva invaso il mondo intero [3]. At- 1557, 1570, 1580, 1588, 1590, 1593, 1603, 1690, … traverso una raccolta di documenti l’Autore de- come in ogni altra parte di Europa [15, 19]. scrive infatti il decorso della malattia in termini di In Annali delle Epidemie occorse in Italia dalle prime durata nei diversi luoghi, in particolare italiani, la memorie fino al 1850 scritti da Alfonso Corradi pro- cura e i provvedimenti, la varietà dell’epidemia. fessore di patologia generale nella R. Università Solo dopo accurate indagini si è affermato che di Palermo, pubblicato nel 1867, nella parte secon- l’influenza era partita dalla Francia per estendersi da dal 1501, a tutto il 1600 troviamo interessanti ed in Europa, Costantinopoli, Asia, Africa. Il suo de- amene citazioni [20]. corso variava tra 30 e 40 giorni, ma già si attenua- Il 1543 “Fuit is annus epidemicus, tamen morbi non va dopo i primi 15 o 20 gg; a Bologna inizia l’11 erant limi, nempe infiniti aegrotavere et paucissimi pe- luglio e non andò oltre il 4 agosto; a Perugia 20 gg, riere. Così il Brasavola, il quale in quest’anno non Napoli, circa un mese, Faenza, 20-25 gg, Ferrara curò meno di mille infermi, non perdendone che da fine giugno a 15 agosto; di breve durata e beni- tre o quattro, ed anche erano vecchi. Quali fossero gna a Padova. A Mantova non dura più di 3 o 4 gg. questi morbi tanto numerosi ed insieme tanto lie- A Firenze e Pistoia la febbre catarrale si presentò vi non dice … da febbre acuta erano accompagna- in forma grave tra i poveri. In allegato si trovano ti, e che una volta entrati in una casa buona parte Storie e Cronache ed altre opere di Autori non me- della famiglia assalivano. Così, ammalata che fu dici, sull’epidemia di febbre catarrale del 1580 in la Duchessa Renata, anche la Principessa Anna e Italia; tra questi appare la Cronaca dell’Equicola le altre figliole ammalarono. Forse che quella fu continuata (dal Bibliotecario della Comunale di un’epidemia di Febbre catarrale, ovvero sia di In- Ferrara sig. cav. Luigi Napoleone Cittadella). Si fluenza?”. apprende che nel mese di giugno 1580 incominciò Nel 1562 “le morti furono molte, ma al solito se a Ferrara un male contagioso che proveniva dalla ne esagerò il numero; e desse avvennero princi- Francia e si era diffuso in molte altre città italia- palmente fra i vecchi, e per colpa non tanto della ne. Si trattava di “male di catarro” accompagnato Febbre catarrale od Influenza, quanto della Pneu- da febbre e tosse; durava 4-6 gg poi si risolveva. monite che vi si aggiungeva, o vi teneva dietro. … Se era mortale, i pazienti morivano soffocati se breve durata dell’epidemia ed alla molta sua diffu- non si interveniva con rimedi convenienti. Pres- sione.” Giovanni Bauhino scriveva il 20 ottobre di so l’ufficio comunale si contavano i casi. Si arrivò quest’anno da Basilea a Corrado Gesner egli pure fino a 12.000. Il male cessò nel mese d’agosto. Nel essere stato colto dal morbo epidemico: “qui est Merenda, Storia di Ferrara, pag. 61, si apprende gravitas capitis cum dolore et defluxionibus ma- inoltre “Di questo anno (1580) del mese di ago- gnis, quibus corropti fere sumus omnes. Vocant sto principiò il male chiamato Cocholuzza, catar- nunc morbum Galli Coqueluche.” Rispondevagli il ro nella gola, pernicioso di morte; il rimedio era Gesner da Zurigo il 5 novembre: “Epidemia ille cornetti ventosi e zuccaro candito e cose dolce; a capitis dolor omnes regiones circumquasque in- Bologna fu chiamato male del Montono”. vasit, ita ut Fabritius scribat, ne altissimos quidem Nel 1864 Graves elenca le numerose epidemie nel in Rhaetijs Alpium recessus immunes fuisse”. secolo XVIII, e precisamente negli anni 1708, 1712, Nel 1557 “Gabriele Falloppio scriveva da Pado- 1728, 1733, 1743, 1758, 1762, 1767, 1775, 1782, 1788, va il 25 Agosto ad Ulisse Aldovrandi, ch’era stato 1789” [16]. Targioni cita quattro epidemie 1709, pochi giorni prima assalito da febbre e da Catar- 1731, 1732, 1782 [15]. Altro documento riferisce di
L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo 377 quattro epidemie estese a tutta l’Europa: 1729-30, gione in Pietroburgo, si poterono appena trovare 1743, 1775, 1782 (sporadica nel 1732-33, 1733-43, tanti soldati sani che bastassero per fare servizio ultima nel 1783) [18]. Nel Settecento possiamo della città. Le persone della Corte non furono esse affermare che due furono le epidemie di rilievo: neppure esenti dall’influenza della epidemia; po- 1729-30 e 1782. chi però furono gli ammalati che morirono; anzi Nel Settecento l’influenza, “ab occulta coeli in- la malattia non li obbligava che a pochi giorni di fluentia” così chiamata come dice Domenico detto letto. La sola cosa notabile è che le convalescenze Pietro Buoninsegni nel 1580 in Historia Fiorentina, erano molto lente e difficili” [18]. incomincia ad apparire con altre denominazio- Berzellotti nel 1832 dice: “la quale fu chiamata ni. La fonte più esaustiva afferma che nel 1729- Grippe o Catarro Russo, perché innanzi dominato 1730 a Parigi l’influenza prese il nome di follette avava in quelle regioni iperboree donde credevasi o allure, nel 1743 quando si presentò epidemica originata” [15]. L’influenza poteva essere quindi in Europa, “Allora soltanto ella prese il nome chiamata follette, allure, grippe, febbre catarrale epi- di grippe”; “tutti erano presi da sintomi generali demica/epidemia catarrale, malattia Russa, catarro uniformi, così tutti gli ammalati hanno avuto le russo, ecc… Una nota siciliana aggiunge una vera fattezze raggrinzate contratte o smagrite, in una nota “di colore”: viene chiamata con “capricciosi parola la faccia grippata, oltre a ciò essi sentivano nomi: il folletto, la granata generale, la moscovita, delle orripilazioni al minimo movimento, miste a la influenza, la piccola posta, il piccolo corriere, la vampe di calore, una rottura di membra e come baraccuzza, e sinanco la civetta (la coquette), usi- dei dolori contusivi sopra tutta la superficie del tati in vari paesi d’Europa” [22]. corpo” [18]. Altro autore indica varie denomina- Nell’Ottocento si ripresenta dopo cinquant’anni zioni: “Gli inglesi la chiamarono Influenza, da un’epidemia di rilievo, negli anni in cui sarebbe Baader in Germania ottenne il nome di Krip, per apparso in Europa anche il colera [18]. “Ora se Grippe la salutarono i Francesi, altri la dissero ora vogliamo salire fino alla causa della grippe, una febbre catarrale, ora affezione reumatica, ora af- sufficiente ne ritroviamo nelle perturbazioni at- fezione reumato-catarrale”; altro indica possibile mosferiche dalle quali l’Europa intiera fu agitata origine del nome grippe: Febbre catarrale epide- per varii anni. La grippe del 1830 non ha presen- mica/grippe (J. Frank fa derivare dall’espressione tato specie alcuna di pericolo quella del 1831 non polacca crypka, la quale significa raucedine) [19, sembra presentarne di più. La maggior parte delle 21]. La denominazione può anche derivare dal persone che ne sono state attaccate l’hanno passa- paese in cui ebbe origine. Nel 1833 si parla dell’e- ta se non senza accorgersene almeno senza altro pidemia del 1782: “Ella scoppiò a Pietroburgo, e incomodo che quello d’una piccola infreddatura si sparse con una rapidità prodigiosa in Svezia, o mal essere passeggero come quello che si prova in Danimarca, in Austria, in Prussia; in Germa- dopo una generale stanchezza delle membra po- nia, e quasi simultaneamente in Francia, in Italia chi ammalati ne sono morti ove se ne eccettuino ed in Spagna. Si chiamò malattia russa, influenza quelli che erano attaccati da tisichezza prima che o grippe. Secondo ciò che dicono gli osservatori arrivasse la grippe. Tuttavolta questa benignità la sua causa consiste in un enorme cangiamento generale ebbe a Berlino una eccezione molto più della temperatura che avvenne in una sola not- notevole. I prospetti statistici della mortalità di te a Pietroburgo il 2 di gennaio del 1782. Infatti quella capitale hanno dimostrato che, meno una il termometro, che fino allora si era sostenuto a piccolissima differenza, la grippa ha fatto perire 35 gradi sotto zero, alzatosi tutto ad un tratto in nel 1831 quasi tanti ammalati quanti ne ha fat- quella notte a 5 gradi, vale a dire che nello spazio ti perire il Cholera; […] La durata della grippe è di alcune ore l’impressione di una temperatura stata brevissima in tutti i paesi. A Berlino ella è rigida come quella di 35 gradi sotto zero venne scomparsa in due settimane, ella si è prolungata rimpiazzato dall’impressione d’una temperatura quasi due mesi a Mosca ed a Pietroburgo e pres- superiore a 30 gradi. Il giorno di quella meravi- so a poco quaranta giorni a Londra ed a Vienna. gliosa mutazione dell’aria 40.000 persone di Pie- A Parigi in fine ella scoppiò nei mesi di gennajo troburgo furono assalite dalla malattia. Merters, e febbrajo 1831 ed è arrivata soggiacendo a mille il quale cita questi cambiamenti, aggiunse che ad trasformazioni fino alla fine dell’anno medesimo. onta del gran numero di truppe allora in guarni- Così supposti esatti i calcoli del tempo della dura-
378 C.B. Vicentini, et al. ta della grippe sarebbe Parigi il luogo in cui essa ha vasi, ed eccitava certi sintomi che avrebbero quei fatto una più lunga dimora”. medico del tempo potuti chiamar cholerici; o che Nel 1831 in Italia l’epidemia imperversa a Roma, i nostri, se in essi siansi incontrati, o che suscitar ma anche a Napoli, Firenze e Bologna e nel 1833 si possono, se l’epidemia non siasi estinta, po- a Genova e a Catania [19, 23]. Nel 1834 Tommaso trebber per cholera morbus asiatico sospettare. Marcellini, dottore in medicina e chirurgia, os- Non defuere queis humor demissus intus, ad intestina serva che “il catarro febbrile epidemico dominò in quoque descenderet; quos nauseae, vomitus, et crebri Catania dall’ottobre 1833 a gennaro 1834” [24]. fluxus exercuerant: ipsa etiam quibusdam, nec raris “Venendo alle cause” cita Ippocrate: “Si vero ae- casibus, exanthemata per summa corporis effloresce- stas sicca et aquilonia fiat, autumnus autem pluviosus bant” [15]. Si cercano comunque relazioni tra le in- et australis, capitis dolores ad hiemem siunt, et tusses, terconnessioni tra gli episodi epidemici influnzali et raucedines, et gravedines”. Tratta quindi i sintomi e colerosi. “Questa tosse catarrale in molti casi si e la cura. Anche Antonino Di Giacomo, R. pro- manifestò avanti, in altri simultaneamente, ed in tomedico generale, a Catania nello stesso anno alcuni dopo il cholera suddetto” [15]. “Non è vero scrive del catarro febbrile epidemico o grippe che ave- che questo sia prodromo o foriere o vada del pari va colpito la città: “Un catarro febbrile prodotto del cholera.” [25]. “Ella si risvegliò nel 1830 col dalla influenza della costituzione atmosferica, carattere epidemico, e viaggiò di nuovo per tutta che presenta caratteri particolari e costanti, che si l’Europa, servendo come di preludio al Cholera diffonde rapidamente quasi a due terze parti del- dovunque questa affezione si manifestò. La stessa la popolazione, che si dissipa nel corso di pochi epidemia è di nuovo scoppiata in quei paesi dopo mesi, avvegnachè stato si fosse innocuo nelle sue la partenza del Cholera. All’istante in cui noi par- conseguenze, merita pure da una parte a giusto liamo, ella ha invaso la maggior parte dei paesi diritto il nome di epidemico, e di venir registrato che aveva colpiti nel 1830 e 1831. Preoccupati es- dall’altra negli annali della storia medica del pae- sendo tutti dal pensiero dell’affezione cholerica, se. Tale si è il catarro febbrile epidemico (Bronchi- poco si tenne conto d’una malattia così benigna tis epidemica), che sul cadere del 1833 a cominciare qual è la Grippe.”. L’epidemia influenzale fu be- dall’ultima metà del mese di ottobre sino a quasi nigna, eccetto Berlino: “I prospetti statistici della tutto gennaro 1834 …” [22]. mortalità di quella capitale hanno dimostrato che, Patterson nella sua opera focalizza con dati molto meno una piccolissima differenza, la grippa ha precisi l’espandersi dell’influenza nelle varie zone fatto perire nel 1831 quasi tanti ammalati quanti d’Italia [14]. Nella pandemia del 1830-31 Ferrara è ne ha fatti perire il Cholera” [18]. stata probabilmente raggiunta nel luglio del 1831 Dopo l’epidemia importante, che si sviluppò tra dall’epidemia in espansione da nord, interessan- il 1830 e il 1833, l’influenza si ripresentò nel 1837 do prima il sud della Francia e Ginevra prima di [25]. Molte sono le note relative a questa epide- avanzare a sud (Roma metà novembre, Napoli e mia: “Frattanto sul finire di marzo e in tutto aprile Sicilia dicembre). Nella pandemia del 1833 il nord Roma fu afflitta dall’epidemia del grippe, ne furo- Italia e la Iugoslavia vengono raggiunte da est in no attaccati circa 20.000 senza mortalità; ma la ma- maggio e da nord ovest dalla Svezia in giugno lattia lasciò quasi tutti con notabile deperimento dello stesso anno. Morbosità e mortalità sembre- di forze, ed a molti produsse ostinate febbri peri- rebbero più alte rispetto al 1831. odiche e tossi moleste” [25]. Tra le diverse citazio- Negli stessi anni appare il colera in Europa. Al- ni riportate risalta l’opera Ammonizioni al popolo cuni sintomi, osservati già nella letteratura sette- sul catarro epidemico volgarmente appellato grippe di centesca, potrebbero essere confusi con il colera. Meli, personaggio di spicco che, ricordiamo, scris- Riportiamo alcuni passi. Giacomo Berzellotti, se anche di colera, come inviato del papa a Pari- professore dell’I. e R. Università di Pisa, ne discu- gi [26, 6]. In altra opera vengono riportati alcuni te nel 1832 in Cenni sulla tosse catarrale epdemica passi del volume del Meli, stampato a Pesaro nel vulgo grippe dell’autunno decorso 1831, […] compa- 1837: “che il popolo non si faccia prendere da esa- razione fra essa ed il Cholera morbus Indiano. “… la gerati timori della Grippe e sappia la vera maniera causa del cholera asiatico non esisteva tra noi […]. con che debb’essere curato”, Meli “discorre della In quell’anno (1872) la malattia catarrale, quasi sua natura, dei suoi caratteri, delle sue cagioni e traslandosi di sede, dal petto all’intestina porta- della cura che le si conviene” e afferma “che la
L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo 379 febbre catarrale epidemica o la Grippe non ammet- demie di grippe nel cavallo, nel gatto, negli armenti te ragionevolmente timori perché malattia di per e nell’uomo nel Settecento e nell’Ottocento [21]. sé rare volte pericolosa spesso mitissima” [27]. Nell’ultimo decennio del secolo XIX si presentò di Il grippe di nuovo presente a Parigi, è segnalato nuovo l’influenza a varie ondate con un’alta inci- nella primavera del 1837 a Brescia, Buti (Pisa), denza di morbosità e mortalità in tutto il mondo Terni [28]. [31-33] (Figura 2). Secondo Patterson nell’epidemia del 1836-37 la Secondo Patterson nella pandemia del 1889-1901 Francia e parte del nord Italia furono colpite nel la prima manifestazione in Italia si ebbe probabil- febbraio 1837, poi la Svizzera in marzo, raggiun- mente a metà dicembre 1889 a Roma. Due sono gendo Roma nello stesso mese, poi Palermo in direttrici al nord: lungo la costa ligure a Genova e giugno [14]. Il 75% della popolazione di Firenze La Spezia e verso l’Austria lungo l’Adriatico. Alla ne fu colpita. fine di dicembre interessa il sud Italia, la Sardegna L’epidemia del 1847-48 vede il sud della Francia e la Sicilia. L’insorgenza ha precise date: Roma 11- interessato ai primi di ottobre, Nizza e le coste 20 dicembre, Bologna, Genova, Messina, Milano, nord-occidentali dell’Italia alla fine di ottobre, Napoli, Sardegna, Torino, Venezia 21-31 dicem- espandendosi nel nord Italia nel mese di novem- bre 1889, Palermo 1-10 gennaio 1890. Le stime di bre. Napoli non ebbe casi fino a gennaio 1848. morbosità per il 1889-90 danno per l’Italia 11%, Brugnoli cita diversi contributi relativamente per Roma 50%, per Bergamo Province 33-94%. all’epidemia del 1858 in Genova, Feltre, Vercelli, Nella terza ondata, settembre 1891-febbraio 1892, Torino e Piemonte [29]. Granara tratta della grippe il nord Italia è interessato in dicembre 1891. Nel dominante in Genova nel gennaio 1858. Si cerca- 1899-1901 il nord Italia e Roma sono interessati no ancora una volta le cause: “Precedette un’epi- nel gennaio 1900, Trieste nel gennaio 1901 [14]. demia di morbillo: il cielo era sereno, intenso il Possiamo affermare che due siano state le epide- freddo. Il male assaliva di repente: la tosse era il mie di rilievo dell’Ottocento: negli anni 1830-33 e sintomo prevalente: non sempre identica fu la for- 1898-1900. ma della malattia, la tosse p. es. sul finire dell’e- pidemia mancava. Quando questa imperversava Le cure e i rimedi nell’Ottocento debolissime furono le reazioni dell’ozono, invece La cura per una pronta guarigione dall’influen- l’ozonometro toccava d’un salto il 7° grado nel za viene delineata in poche parole da Berzellotti, febbrajo quando cioè mutavansi le condizioni professore dell’Università di Pisa: “le tossi catar- termoelettriche ed igrometriche dell’atmosfera, rali hanno ceduto al riposo, tepore del letto, ed l’epidemia fermavasi e frequenti divenivano le alle bevande demulcenti. Rare volte vi è occorsa pneumoniti. Merita d’esser notato come Scho- nei casi semplici la cavata del sangue, o l’applica- enbein in una epidemia di grippe a Berlino (1850) zione delle sanguisughe. Rarissime vi è stato bi- osservasse precisamente l’opposto, vale a dire for- sogno della purga” [15]. Il salasso, elemento prin- ti reazioni ozonometriche”. Facen Jacopo da Feltre cipe di ogni intervento terapeutico, è messo in di- parla del “Del morbo grippe che domina oggidì”; scussione. Rossi, da Genova, ricorda che Mercato Pasta Andrea di Vercelli del “Rapporto dell’epide- nell’epidemia del 1580 identificava l’impiego del mia di Grippe in Arbora”. Berruti “Sulle malattie salasso con sicura morte del paziente e Dufour dominanti” riferisce che “Sulla fine dell’autunno nel 1767 confermava [19]. Di Giacomo è propenso scorso e al principio dell’inverno con una tempe- all’utilizzo del salasso negli individui più robusti, ratura mite e frequenti piogge, dominò in Torino optando piuttosto alle sanguisughe [22]. e nel Piemonte il Grippe in forma epidemica”. Il Graves indica il Salasso mezzo dubbio, se non no- grippe fu segnalato da altri autori nel 1858 anche civo, al terzo quarto giorno inammissibile, appli- a Palma in Sicilia, a Sassari nei mesi di gennaio- cabile solo nella prima ora della malattia. “Dopo febbraio, a Mantova nell’inverno del 1857-58 [30]. 3, 4 giorni se allora giudicate di trarre sangue, do- Secondo Patterson l’influenza del 1857-1858 non vete ricorrere alle sanguisughe. Troverete grandi può essere considerata pandemica [14]. L’Italia fu vantaggi nel farne applicare otto o dieci alla base attaccata nel gennaio del 1858. del collo, immediatamente sopra la forcella ster- Giulio De Marchi in La moderna dottrina zimotica dei nale”. Se applicate la sera il malato riposerà bene morbi del 1871 collega in ambito veterinario le epi- la notte [16].
380 C.B. Vicentini, et al. Quanto ai purganti, Rossi è dell’opinione di pre- tenere evacuazioni, purganti energici e iniezioni scrivere “alcuna volta un purgante, quando di intestinali colla canna di Read [16]. cremore di tartaro, quando di sale d’Inghilterra, La canna di Read è un ingegnoso apparato studiato quando d’olio di ricino”, Di Giacomo è propenso per altri usi (interventi rapidi in caso di avvelena- ai purganti lassativi, non già ai drastici [19, 22]. mento), che può essere utilizzato a questo scopo. Graves è per “qualche mite lassativo, quindi il ni- Berzellotti consiglia “bevande demulcenti”, Rossi trato di potassa”. Se sopraggiunge diarrea prescri- “qualche tazza di calda infusione fatta con i fiori verà: oppio e Mistura di creta, costituita da Creta della viola odorata del Linneo”, Di Giacomo “le preparata, Zucchero, Acqua di cannella e Mistura bevande diluenti calde abbondevoli, le mucilla- di gomma arabica (gomma arabica in polvere in gini, le emulsioni rinfrescanti, quale leggiero tor- acqua bollente secondo Jaccoud-Farmacopea di pente quando la bisogna lo richiedesse, come il Londra). tridace o l’estratto di giusquiamo, la dieta stretta- Dopo saranno necessari clisteri e lassativi per ot- mente debilitante prolungata o l’astinenza com- Figura 2 - Graphische Darstellung Des Auftretens Der Insluenza-Pandemie In allen Erdtheilen in 16 verschiedenen Zeitabschnitten, von Mai 1889 bis October 1890. Die Influenza-Epidemie 1889/90, im Auftrage des Vereins fur In- nere Medicin in Berlin; bearb. von A. Baginsky [et al.] hrsg. von E. Leyden und S. Guttmann, 1892 National Library of Medicine 64820270R. In the early 1890s, a team of international scholars produced a colorful and dense map show- ing the spread of the Russian flu in two-week time periods. In the map’s published version, different symbols and colors illustrate the first instances of the disease as its spread around the globe. The first outbreaks occurred in a region stretching from northern India through Central Asia and Siberia, with reports ranging from May to October 1889. In November, however, the map becomes more detailed, with two-week increments showing the movement of the disease westward, from Russia through Europe to the United States and then the rest of the Americas, Australia, and coastal regions of Africa. By the fall of 1890, according to this map, the Russian Flu had reached Asia, thus completing the global circumnavigation in about a year’s time.
L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo 381 pleta”, la fonte del 1833 “emollienti, dolcificanti, za dei vescicanti è una delle singolari particolarità calore del letto, l’uso di narcotici” [15, 19, 22, 18]. nella storia del grippe … rinunziato. Le fomente Nella Farmacopea ferrarese di Campana sono ripor- con acqua caldissima sulla regione tracheale e sul tate pillole di tridace a base di tridace, sambuco e petto mi sembrano assai più vantaggiose” [16]. liquirizia, indicate nelle tossi ostinate senza espet- Rossi, come gli altri autori osservano la mitezza torazione, l’estratto di giusquiamo, “stimato uno della malattia, normalmente “superata senza il ri- de più miti narcotici” [34]. corso al medico né ad alcun mezzo terapeutico”, Graves è molto preciso: “Riposo a letto, salassi, ma segnalano anche le possibilità di complicazio- lassativi e sudoriferi. Tartaro stibiato e il nitro.” ni, soprattutto se trascurata, non osservando “la [16]. Dice che altri medici indicano: “tartaro più guardinga cautela dall’aere freddo e la quie- emetico o emetico-oppio”. Poi suggerisce: “anti- te” [19, 22]. flogistici per un giorno o due, oppiacei, che uni- Rossi, se la malattia non è superata, suggerisce: rete all’emetico e al nitro. In alcuni casi riuscirà “calde fomentazioni alle estremità inferiori, tarta- a meraviglia la Tintura canforata d’oppio (canfo- ro emetico sciolto in emulsione del Frank o nella ra, oppio duro in polvere, acido benzoico, olio semplice bevanda d’orzo o di viola (catartico)/ve- d’anaci, spirito debole, far macerare per quattro scicante applicato alla parte dolente, larghe bibi- giorni e filtra; Jaccoud, Farmacopea di Londra); te d’acqua calda fatta coi fiori della viola odorata in altre circostanze servirà meglio allo scopo l’a- del Linneo”, anche se l’uso di vescicanti è criticato cetato o il cloridrato di morfina. Potrete usare, da alcuni medici. Individua tre gradi di malattia, con buonissimi risultati, una mistura così com- e suggerisce di riservare l’impiego del salasso, posta: emulsione di mandorle, nitrato di potassa, solo se necessario, al terzo stadio, il più grave liquore di cloridrato di morfina. Il sale di morfi- [19]. Nella fonte del 1833 si riporta: “Se avviene na, il quale possiede molte proprietà dell’oppio che i sintomi d’irritazione locale persistano dopo senza averne gl’inconvenienti, ha per effetto il la cessazione del turbamento febbrile, non v’è ristorare la quiete e il sonno, beneficii da aversi cosa che meglio produca l’effetto di toglierli che in gran pregio in una malattia caratterizzata da gli epispastici e soprattutto i vescicanti” [18]. Di eccessiva irritabilità nervosa”. Dice che altri me- Giacomo affronta soluzioni per complicazioni più dici adottano: “lo spirito di Minderero, il liquore gravi: “Che se il male ingigantitosi per le condi- anodino di Hoffmann, l’ipecacuana, tanto soli zioni particolari dell’individuo presentossi talvol- che uniti all’estratto di cicuta e alle pillole bleu, ta sotto il terribile aspetto di pulmonia, si fu allora hanno volta a volta avuto il vanto, assieme ad che, dopo i salassi, lo zolfo dorato d’antimonio, una quantità di altri agenti scelti fra medicamen- ed il chermes minerale, nonché la soluzione di ti diaforetici o espettoranti”. tartaro stibiato, come altresì la digitale purpurea Nella Farmacopea ferrarese di Campana lo Spirito di camparono molti dalla morte” [22]. Minderero, preparato da carbonato di ammoniaca Graves riporta esperienze di altri medici: “grippe e aceto, “si usa nelle malattie reumatiche ed affe- gravissimo guarito colla mistura canforata, col zioni catarrali: esternamente è discuziente.” [34]. tartaro stibiato, e coll’oppio” [16]. Sempre Graves Le pillole bleu (Blue mass, Pillulae hydrargyrii), se- in caso di coma e delirio: si interverrà con “vesci- condo la Farmacopea inglese, sono preparate con canti alla nuca e al capo, oppio a grandi dosi, vino Mercury, Powdered liquorice root, Powered rose leaves. e alcuni mercuriali, clisteri purgativi” [16]. Un altro tipo di intervento di cui si discute è l’im- Nella Farmacopea ferrarese di Campana il Chermes, piego di Revulsivi, Vescicanti, Fomentazioni, Se- idrosolfato di antimonio, è riportato come diafo- napismi. Rossi consiglia: “riposo, blando regime retico, espettorante indicato nelle affezioni del antiflogistico, sudorazione, promossa da tepidi polmone. Lo zolfo dorato di antimonio presenta pediluvi, con calde fomentazioni alle estremità le stesse attività [34]. inferiori, bottiglie o zucche piene d’acqua bollente Infine, superata la fase acuta della malattia, Di poste alle estremità inferiori od anche fra le brac- Giacomo suggerisce: “nella convalescenza un re- cia e le coste” [19]. Di Giacomo: “revulsivi, senapi- gime sommamente regolare … calde pozioni che smi, vescicatori, le fomentazioni calde umide agli favorissero la traspirazione cutanea, e dei vescica- arti inferiori”; Graves: “I vescicanti utilissimi, non tori e dei reiterati senapismi” [22]. E Graves pre- quando la malattia è troppo violenta. L’impoten- scrive: “alla fine della malattia spesso è necessario
382 C.B. Vicentini, et al. l’uso degli eccitanti e dei tonici leggeri, quali sono rapidità vertiginosa dalla Russia a tutta l’Europa le infusioni di polygala senega e di columbo” [16]. giungendo ben presto in Italia. Esistono nelle biblioteche italiane molte opere Il polimorfismo delle epidemie era dovuto prin- sette-ottocentesche in cui si tratta dell’influenza, cipalmente a due fattori: alla tendenza del virus alcune descrivono le cure, una in particolare tratta a localizzarsi in più punti e al suo diverso grado cure omeopatiche [35-40]. di resistenza nei vari organi e tessuti. Le epide- Possiamo concludere con le parole del catanese mie nelle varie epoche e regioni hanno assunto Di Giacomo: “E per amor di verità mi è forza an- forme diverse a seconda dei vari paesi colpiti; che il dire come in alcuni casi, lasciato a se stesso infatti a Pietroburgo, Berlino, Copenhagen, pre- l’andamento del male (sempre sotto la medica ac- valsero i sintomi catarrali delle vie respiratorie, a cortezza), dopo avere percorso i suoi stadi si vide Parigi i fenomeni digestivi e quelli nervosi. A tale condursi a salute colle sole calde bevande, e colle polimorfismo clinico corrispondeva una grande dovute cautele”, regola certamente valida anche varietà di denominazioni date a questa malattia oggidì [22]. nelle diverse epoche e nei diversi paesi. Polimorfo risultava pure il modo di presentarsi Analisi della mortalità per influenza e complicanze della malattia, che va dalla comune forma epide- Costruire una analisi statistica per la storia dell’in- mica stagionale alle forme pandemiche che si pro- fluenza circa l’insorgenza, la patogenesi, la moda- pagano per i continenti fino ad interessare buona lità di contagio, la sintomatologia, la cura e, soprat- parte della popolazione mondiale. tutto, la mortalità non è semplice: si tratta infatti di Quale fosse in realtà l’elemento morbigeno allora una malattia non grave, ma ad elevata contagiosi- non era ancora noto, tuttavia gli studiosi aveva- tà, per la quale non tutti i medici dell’epoca tennero no capito che si trattava di una malattia infettiva, nota del numero di ammalati curati [41-43]. che l’uomo rappresentava un terreno di coltura Con la comparsa dei primi casi si pensava ad una idoneo (forse per la temperatura corporea) e che semplice febbre reumatica; molti infermi fecero a era la via aerea la modalità di trasmissione per l’a- meno del medico curante e l’apparente innocuità gente specifico dell’influenza. Concetti poi ripresi della forma morbosa non contribuì, come invece dapprima da illustri chimici (Pasteur) e successiva- avvenne per altre epidemie più gravi, a rendere mente da microbiologi che intravvidero in quelle teorie più stabile la popolazione fluttuante. la possibilità che virus o batteri potessero trovare un A differenza del tifo, del colera o del vaiolo, essa si pabulum perfetto per la loro moltiplicazione. Tale mo- presentava in qualsiasi classe sociale indipenden- dalità poteva basarsi o sulla trasmissione diretta temente dall’osservare regole di nettezza e igiene da persona a persona o mediante oggetti (Parigi personale e sull’ambiente. Colpiva per lo più indi- 1890) o per mezzo dell’atmosfera; l’epidemiologia vidui indeboliti per malattie in atto o per convale- ancora non era in grado di risolvere questi dubbi, scenza e il pregresso indebolimento organico era però si era capito che era importante l’osservazio- una condizione sfavorevole; spesso inoltre, tarda- ne attenta e diligente in funzione del tempo e del va la guarigione e portava facili complicanze. È luogo e di tutti quegli elementi sociali e meteo- stato dimostrato che se una persona già affetta da rologici che accompagnavano l’epidemia [45, 42]. una qualsivoglia malattia contraeva l’influenza, Precisare il momento di manifestazione, stabilire questa andava a colpire l’organo già ammalato in se si trattava o no d’importazione, conoscere il quanto punto più vulnerabile [44-48]. numero dei colpiti anche con semplice approssi- In effetti, i dati sulla mortalità erano vaghi e con- mazione era difficile, se non impossibile. trastanti in tutta Italia: tuttavia, già i medici del La malattia si manifestava dapprima lentamente, tempo notarono che la mortalità era maggiore ne- poi man mano che si propagava si estendeva ra- gli anziani, in chi già era portatore di qualche pre- pidamente in tutti i quartieri della città, mentre si cedente malanno e in chi tendeva a sottovalutare era osservato che i detenuti chiusi in carcere senza la malattia, riprendendo troppo precocemente il la possibilità di contatti esterni restavano immu- lavoro, e che era causata da complicanze, sovente ni: pertanto, il maggior numero di casi si ebbe nei imputabili ad una sovra-infezione batterica sulle luoghi dove erano concentrate molte persone (ca- vie respiratorie (polmoniti, pleuriti). serme, scuole, istituti, personale dei grandi ma- Nel tardo ‘800 questa malattia si diffuse con una gazzini).
L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo 383 Per comprendere se Ferrara sia stata interessata ogni caso sono stati raccolti il giorno e il mese di alle epidemie d’influenza che si sono verificate in morte, il genere, l’età, la professione e il luogo di Italia durante il secolo XIX, in particolare 1830- morte, qualora indicato. 1833, 1836-1837, 1847-1848, 1857-1858, 1873-1875, In analogia alle ricerche precedenti, si è confer- 1890-1892, si è fatto riferimento ai dati di mor- mata una notevole differenza in termini numerici talità acquisiti dai registri di morte del Comune di mortalità prima e dopo il 1850, ma soprattutto di Ferrara e conservati presso l’Archivio Storico è emersa grande variazione della terminologia e Comunale (ASC), percorso già collaudato per lo precisione adottata nei registri (non più febbre ma studio di altre malattie infettive. febbre infettiva, catarro spesso segnalato come Da un primo esame di questi registri la denuncia febbre catarrale). di morte per “influenza” appare solo a partire da- Attraverso la raccolta dati, il numero dei morti gli anni 1889-1892 e con poche segnalazioni, per per influenza e complicanze a Ferrara è risultato cui si è dovuto rivedere il metodo di selezione essere di 2486; il valore medio mensile per anno è inserendo tutti quei casi di morte che potevano compreso tra 5 e 18 (Grafico 1); si osserva infatti verosimilmente essere attribuiti a questa malat- che dal 1830 fino al 1848 la frequenza di mortalità tia. In riferimento alle forme cliniche sono stati risultava piuttosto contenuta con una eccezione valutati i fenomeni catarrali che si manifestavano per il 1839; gli anni di maggiore intensità si pos- prevalentemente nelle varie mucose delle vie re- sono rilevare dal 1850 ed in particolare i periodi spiratorie, quelli gastro-intestinali e i disturbi del 1873-1875 e 1890-1892. sistema nervoso. Come malattia l’influenza sareb- Trattandosi di una malattia infettiva stagionale, an- be sempre benigna, ma per l’immensa rapidità di che i nostri dati sono stati raggruppati per stagione: diffusione e per l’indole dei disturbi che provoca l’inverno e la primavera sono i periodi di maggior (tosse, raffreddore, irritazione intestinale, inap- esposizione all’evento morte, un anno anomalo an- petenza) diventa una grave causa occasionale di che per quanto riguarda le stagioni è il 1839 con 43 malattie sovrapposte che spesso portano a morte i morti solo nel periodo estivo (Grafico 2). pazienti con poca resistenza organica. Il punto de- Non ci sono evidenti differenze circa il genere bole del metodo applicato è rappresentato dall’a- (Grafico 3); questo significa che la morte per in- ver costruito un data base di casi gravi di malattia fluenza colpisce indifferentemente maschi e fem- che potrebbe risultare eccessivo in quanto non si mine. può essere certi che le cause di morte prese in esa- Una variabile estremamente importante emersa me fossero davvero complicanze di influenza. Per dallo studio delle malattie infettive è stata l’età: Grafico 1 - Distribu- zione dei valori medi mensili della mortalità per influenza e/o com- plicanze nel Comune di Ferrara.
384 C.B. Vicentini, et al. Grafico 2 - Distribuzione dei morti per influenza e/o complicanze per stagione nel Comune di Ferrara. Grafico 3 - Distribuzione dei morti per influenza e/o complicanze per sesso nel Comune di Ferrara. in tutti gli anni la popolazione più colpita è quella soprattutto del territorio, le categorie più colpite anziana, i bambini cominciano ad essere coinvolti erano gli artigiani e i contadini (Grafico 5) o co- in forma più evidente negli anni 1889-1892. Dal loro impegnati in attività domestiche. Soltanto in Grafico 4 emerge un dato anomalo legato al 1839: pochi casi mancava la voce “condizione profes- l’elevato numero di morti in età
L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo 385 Grafico 4 - Distribuzio- ne dei morti per in- fluenza e/o complican- ze per età nel Comune di Ferrara. Grafico 5 - Distribu- zione dei morti per influenzae/o compli- canze per professione e genere nel Comune di Ferrara. prende: (febbre catarrale, influenza, grippe asteni- riate forme; patologie gastrointestinali (catarro co, influenza recidiva); le patologie respiratorie gastrico e intestinale, patologie gastroenteriche) comprendono: catarro (riguarda le forme di catar- tosse e altre cause non comprese nelle precedenti ro non specificato e di origine respiratoria); affe- (ad es., febbre infettiva). Il Grafico 6 descrive la zione di petto (affezione, infiammazione di pet- distribuzione dei morti per causa nell’intero pe- to); bronchite (bronchiti e bronchioliti); polmonite riodo considerato; si osserva che prevalgono le e broncopolmonite (polmoniti, broncopolmoniti, vie respiratorie in particolare polmonite e bronco- broncoalveoliti, congestione polmonare, pneumo- polmonite, catarro, bronchite, seguono pleurite e niti); pleurite e pleuropolmonite nelle sue più sva- pleuropolmonite.
386 C.B. Vicentini, et al. Grafico 6 - Distribuzio- ne dei morti per causa nel Comune di Ferrara (1830-1892). n CONCLUSIONI i casi di influenza da parte della Direzione di Sa- nità, i dati disponibili erano esigui e incompleti Seppure riferiti alla sola mortalità, i nostri dati e soprattutto provenienti dai piccoli comuni e risultano in sintonia con l’andamento delle epi- dalle città minori. I numerosi studi e scambi di demie influenzali occorse in Italia nell’800 (49, informazioni avevano contribuito a fare chiarez- 50-54). za su alcuni aspetti. Vengono evidenziati i criteri Sulla base dei dati raccolti, emerge che l’indole sulla prognosi delle diverse forme influenzali, dell’influenza nel comune di Ferrara è stata “be- complicanze e postumi che riguardavano la co- nigna”, presentando nell’ambito della mortalità stituzione fisica, la sintomatologia, la sede e na- generale un peso che varia dal 5 al 20%; le epi- tura della malattia, i metodi igienici e terapeuti- demie più determinanti si riscontrano negli anni ci che erano quelli tradizionali. Non sono state 1857-1858, 1873-1875 e 1889-1892 e sono dovute adottate nuove misure preventive o di interven- nella massima parte dei casi a malattie degli or- to; viene riconfermato il principio fondamentale gani delle vie respiratorie, ove le complicanze più che per conoscere la storia delle grandi epidemie comuni sono state quelle bronco-polmonari. l’unico mezzo disponibile era quello di ricorrere Il periodo più importante, a parte il 1874 (20,5%), a indagini particolari atte a raccogliere elementi è il 1889-1892, in particolare l’anno 1892 (16,6%). utili e tempestivi; veniva proposto un progetto In letteratura si parla di “grande pandemia del d’Igiene Generale riguardante la istituzione di 1889-1892”, che probabilmente ebbe origine tra Osservatori Sanitari per salvaguardare lo stato l’Asia e la Russia, si diffuse dapprima lentamente di salute delle popolazioni, gli aspetti economici verso il Caucaso poi, nell’inverno, grazie allo svi- e sociali (42). luppo delle vie di comunicazione ed alla densità Va infine sottolineato come dai dati raccolti emer- di popolazione, coinvolse velocemente tutta l’Eu- gano due anomalie: l’anno 1839, seppure non ropa, arrivando in dicembre in America e nel gen- compreso tra i periodi di epidemia influenzale naio del 1890 in Australia, coinvolgendo pertanto segnalati, mostra un elevato peso di mortalità tutto il globo [1]. proporzionale (quasi 9%), mentre l’anno 1874, È presumibile che anche Ferrara sia stata inte- pur rientrando in un periodo di epidemia, mo- ressata dall’epidemia influenzale che proprio in stra il dato di mortalità proporzionale più alto in quegli anni ha colpito varie città italiane, come assoluto (20,5%). Tali anomalie potrebbero essere descritto da Corradi (1890), il quale aveva utiliz- dovute a condizioni particolari della popolazione zato prevalentemente i dati di morbosità, ottenu- di Ferrara in quegli anni, dipendenti da fattori ti non solo da pubblicazioni ufficiali, ma anche esterni (clima particolarmente rigido? carestie? da notizie fornite confidenzialmente da colleghi concomitanza con altre epidemie, come colera o [50]. malaria?); non si può peraltro escludere la possi- Malgrado in quegli anni fosse fatto obbligo ai bilità di bias, sia di informazione, per la difficol- medici di fare denuncia di malattia infettiva per tà di interpretazione della diagnosi riportata nei
L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo 387 registri, che di tipo selettivo, per la ingannevole accurata delle fonti documentali già consultate e interpretazione delle diagnosi passate utilizzando la ricerca di nuovi documenti storici. criteri basati sulle conoscenze attuali. Per chiarire questi dubbi ci proponiamo di con- Keywords: Epidemic influenza, effect on complica- tinuare il nostro studio attraverso un’analisi più tions, remedies, mortality. RIASSUNTO L’analisi retrospettiva intrapresa dal nostro gruppo miche nella popolazione mondiale. A questa seguono di lavoro nell’ambito delle malattie infettive, con le cure e i rimedi intrapresi nell’Ottocento, mentre particolare riguardo alle epidemie del XIX secolo, la terza parte riguarda la mortalità attribuita all’in- riguarda l’influenza che, secondo lo studioso W.I. fluenza e sue complicanze osservata nel comune di Beveridge, è stata definita come “uno dei più gran- Ferrara negli anni in cui si verificarono episodi epi- di nemici dell’uomo”. Il lavoro si articola in tre parti: demici, interessando la maggior parte delle popola- l’influenza e le sue denominazioni nella storia, in cui zioni: 1830-1833, 1836-1837, 1847-1848, 1857-1858, si descrive il comportamento dal 1500 per arrivare al 1873-1875, 1889-1892, quest’ultima conosciuta come 1800, secolo che caratterizzò ricorrenti ondate epide- grande pandemia. SummaRY The retrospective analysis undertaken by our working group century among the world’s population. This part is followed in the sphere of infectious diseases, with particular emphasis by treatment and remedial action in the nineteenth century. on nineteenth-century epidemics, regards influenza, which The third, deals with death attributed to influenza and its according to the scholar W.I. Beveridge, was defined as “one complications observed in the city of Ferrara in the years of the greatest enemies of man”. The work is divided into three when outbreaks occurred, affecting the majority of the popula- parts: influenza, its historical names and the characteristics of tions: 1830-1833, 1836-1837, 1847-1848, 1857-1858, 1873- the recurrent epidemics from the sixteenth to the nineteenth 1875, 1889-1892, the latter known as the great pandemic. n BIBLIOGRAFIA nery in the first half of the 19th century. Pharm. Hist. 41, 3, 34-41, 2011. [1] Ghirardi R. La febbre cattiva. Storia di una epidemia [7] Vicentini C.B., Altieri, L., Guidi E, Contini C., Man- e del suo passaggio per Mantova. Bruno Mondadori, fredini S. The treatment of scrofula in Ferrara (Italy) in 2013. the 19th Century. Pharm. Hist. 42, 2, 26-32, 2012. [2] Parsons H. F. Furher report and papers on epidemic [8] Vicentini, C.B., Altieri, L., Manfredini, S. In search influenza 1889-92. Relazione al parlamento britannico. of Cinchona Substitutes in nineteenth-century Italy. Londra, 1893. Pharm. Hist. 54, 44-47, 2012. [3] Corradi A. L’influenza ovvero febbre catarrale [9] Guidi E., Lupi S., Vicentini C.B., et al. The role of dell’anno 1580 in Italia. Milano: Soc. pubbl. Annali Uni- marine hospices as therapeutic support for scrofula tre- versali delle Scienze e dell’Industria, 1866. atment in Ferrara in nineteenth-century. Infez. Med. 20, [4] Guidi E., Angelini L., Mares D., Contini C., Vicentini 4, 300-312, 2012. C.B. The Treatment of Syphilis in Ferrara (Italy) in the [10] Angelini L., Guidi E., Cerbato K, Pizzo F. Rizzello 19th Century: The Example of the Ferrarese Pharmaco- R. Fortini M. Vaccinazione antivaiolosa nella popola- poeia. Pharm. Hist. 40, 1, 2-9, 2010. zione di Ferrara dal 1801 al 1892. Anthropos & Iatria, XI, [5] Vicentini C.B., Mares D., Guidi E., Angelini L., Con- 1, 47-50, 2007. tini C., Manfredini S. The Treatment of Tuberculosis in [11] Vicentini C.B., Manfredini S., Altieri L., Lupi S., Ferrara (Italy) in the 19th Century. Pharm. Hist. 40, 4, Guidi E., Contini C. Cure e rimedi contro le epidemie. 62-68, 2010. Il vaiolo a Ferrara nella seconda metà del secolo XIX. [6] Vicentini C.B., Altieri L., Manfredini S. The treatment Infez. Med. 21, 3, 235-248, 2013. of cholera in Ferrara (Italy): the European epidemic sce- [12] Vicentini C.B., Manfredini S., Mares D., Lupi S.,
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