L'asse Napoli Berlino nella mostra PORTAL #2 NAPOLI - BERLINO - New Media Press
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L’asse Napoli Berlino nella mostra PORTAL #2 NAPOLI / BERLINO. Oltre mille chilometri di distanza, la linea retta che unisce le città di Napoli e di Berlino trova la sua rielaborazione artistica in una mostra, che fa da collegamento, come una porta di passaggio, tra due fulcri portanti, due metropoli dell’attuale scena dell’arte contemporanea in Europa. ph Roberto Della Noce A sottolineare l’importanza della scena tedesca in questo momento storico per il mercato dell’arte per la sua fase di evoluzione, il gallerista, Luigi Solito cita i nomi di Gerhard Richter e Anselm Kiefer, certamente tra più interessanti
esponenti del panorama artistico attuale in Europa. La mostra proposta, raccoglie un insieme eterogeneo di opere che comprende tele, sculture, istallazioni, fotografie e disegni. Si tratta di una collettiva di 16 artisti già presentata alla Schaufenster di Berlino nel novembre 2020. Ma chi sono le due curatrici? Anna Nezhnaya, è una giovane artista emergente nata a Mosca, che vive e lavora a Berlino. Racconta: “quando abbiamo inaugurato Portal allo Schaufenster di Berlino, mi sentivo come una bambina il giorno di Natale; la sensazione magica che avverti quando entri nella stanza dove brilla l’albero di Natale con i doni. Da curatrice, ho solo riunito le opere d’arte di quegli artisti che ho ammirato e che mi hanno ispirato. Di conseguenza, la mostra ha attirato l’attenzione del pubblico berlinese, che nei mesi precedenti era rimasto bloccato a causa del lockdown e quindi era desideroso di arte. Sono stata estremamente felice e lusingata quando la Galleria Luigi Solito mi ha suggerito il progetto Portal #2 per creare un “portale” di collegamento tra Napoli e Berlino”. ph Mina Grasso Fabia Mendoza, è artista berlinese, moglie dell’artista americano Ryan Mendoza e autrice del documentario musicale e politico The White House sull’azione artistica The Rosa Parks House appunto di suo marito Ryan, che ha avuto il suo lavoro “Almost Home” progetto itinerante, esposto nel Cortile d’Onore del Palazzo Reale di Napoli in piazza del Plebiscito.
Fabia evidenzia con le sue parole la ricchezza della produzione da parte degli artisti emergenti: “con un focus sull’interazione diretta con un giovane pubblico, Luigi Solito Galleria Contemporanea rappresenta la nuova generazione che aggiunge vita alle gallerie napoletane affermate nella scena internazionale. Non sorprende quindi che Solito inauguri questa nuova era con un gruppo di artisti emergenti di Berlino, città dove e’ possibile scoprire un modo di fare nuova arte, sperimentale e di tendenza. ph Mina Grasso Un’arte che brilla come diamanti nell’eccesso di offerta spesso banale e prodotta a buon mercato che pateticamente cerca di caricarsi di significato invece di esistere con orgoglio secondo il credo di Andrej Tarkovsky: se cerchi troppo il significato, ti perderai tutto ciò che sta accadendo intorno a te. Promotrice della galleria e della produzione della mostra è la società per le arti di Virginia Cuccaro; il concept e il graphic design sono di Marco Gallo dall’originale di Sargon Khinoev.
L’universo femminile nella mostra Claire Fontaine | Pasquarosa | Marinella Senatore in Villa Pignatelli. Tre interpreti differenti, per storia, generazione e cultura, Claire Fontaine, collettivo artistico fondato nel 2004, Marinella Senatore artista classe 1977 e Pasquarosa Marcelli Bertoletti, semplicemente nota come Pasquarosa, romana nata nel 1896 ad Anticoli Corrado e vissuta nel 900. Tre artiste, e una quarta donna, Rosina Pignatelli, principessa e padrona di casa, allineata alle prime per periodo storico e tematiche, così come sottolinea nel piacevole giro in mostra di questa mattina, l’altra padrona di casa, la direttrice del Museo Diego Aragona Cortes, Fernanda Capobianco, con Rosanna Naclerio. Quattro figure femminili che delineano un colloquio virtuale su temi condivisi, ancorché analizzati da differenti punti di vista. Una sorta di unica, grande installazione volta a sottolineare
il carattere dialettico e sperimentale del progetto di mostra, che inaugura domani per il grande pubblico con titolo: Claire Fontaine | Pasquarosa | Marinella Senatore a cura di Pier Paolo Pancotto. Mostra fortemente voluta dalla Direzione del Museo, dalla Direzione regionale dei Musei della Campania per questa nuova fase di riapertura dopo le chiusure per i decreti degli ultimi mesi. Fondamentale per la Fondazione Nicola Del Roscio | La Fondazione, Roma che porta in mostra le opere è anche il contributo del collezionista Fabio Agovino, con due opere in prestito dalla sua collezione. Apre la mostra l’opera “Dio C’è” e lo stendardo “Quanno so nato s’è fatta na festa” di Marinella Senatore che conducono presto alle sale con i primi lavori di Pasquarosa, di origine contadina, che nasce artisticamente come modella, e che con il matrimonio con Nino Bertoletti introdotto nell’élite romana, costituirà un vero e proprio circolo che arriverà fino a personaggi come Pirandello, e Giorgio De Chirico. Il mondo del femminile, il tema del corpo, il tema del linguaggio, queste sono le tematiche che ruotano intorno ai lavori intrisi di sentimento femminile delle tre artiste.
Alcuni collage di Marinella Senatore coesistono con pitture della Pasquarosa che appaiono prive della tecnica pittorica del tempo, certamente più lineare, ma che approfondiscono una poetica tutta personale. Inconsapevolmente, con la propria vita la Pasquarosa affermerà, pur non essendo una femminista in senso stretto, il suo concetto di libertà. La mostra contiene anche un interessante video con immagini degli anni ‘30. Video che è stato ritrovato dal curatore cosìcchè la cineteca potesse digitalizzarlo. Negli studi precedenti sull’artista esistevano, infatti, solo piccoli frame. Il video mostra scene degli anni 1932, 1933, 1934 e dimostra la grande amicizia con Pirandello e la frequentazione della sua casa. Accanto al video degli anni ’30 l’opera di Claire Fontaine “We are All” che si ricollega ad una certa serialità tipica dei lavori di Warhol dai quali il collettivo riprende tecnica e sovrappone in aggiunta la scritta, nell’intento di provocare un moto nello spettatore. Alle sue spalle il Ritratto di Angelina, della Pasquarosa, ritratto e autoritratto, si colloca sempre sulla tematica della convergenza dei temi in mostra. Due altri video, questa volta di Marinella Senatore, mostrano un gruppo di femministe svedesi, distanti per lingua ma con una forte musicalità che rende immediato il significato del loro canto.
Ancora quadri della Pasquarosa, nature morte materiche talvolta che mostrano una crescita artistica e che saranno presenti alle Quadriennali di Roma, e nuovamente in una fusion senza interruzione di continuità le scritte a Led del collettivo. Led in questo caso utilizzato come linguaggio, filosofia del linguaggio con una insegna che detta “Women are the moon that moves the tides” dove si sottolinea attraverso la luce, messaggio e linguaggio. Nel tema dei rimandi, un dipinto su tela racconta l’esistenza dell’uomo rispetto alla vita, riprendendo un frame di una immagine della caduta delle torri gemelle si cui viene incollato un brevetto americano con una singolare tecnica di sopravvivenza. Ancora a Led la scritta “I say I” fa riferimento a Carla Lonzi, scrittrice femminista; e ancora opere di Pasquarosa, tra le quali una incantevole natura morta napoletana, dove in primo piano l’artista dipinge sopra un telo fiorato un raffinato ventaglio. Nella parte storica del Museo, il curatore ha voluto inserire due ritratti dell’artista realizzati da suo marito, Nino Bertoletti, che quasi sembrano parte dell’arredo di Villa Pignatelli. E qui, sul pavimento, come elemento di rottura, un’opera site specific di Marinella Senatore, sempre allineata al linguaggio del corpo e alla politica sociale.
Arriviamo agli ultimi lavori, l’elemento del mattone viene ripreso come tema della ribellione, mattoni rivestiti con copertine di libri e in questa sala, è di impatto l’accostamento di uno dei mattoni su copertina di un testo comunista al ritratto di Pio X. Conclude la mostra ancora una natura morta, ricca di spunti che sembrano di opere di Matisse, o di Van Gogh. E infine, “Beauty is a Ready Made”, la scritta a Led che chiude la mostra, rimanda a Duchamp e domina sulla vasca da bagno in marmo del principe. La bellezza è anche questa, è ovunque e non è esclusiva. La mostra con le sue 34 opere e il catalogo di Di Virgilio editore inaugura domattina, sabato 8 maggio, dalle ore 10.00 alle 17.00, e sarà aperta al pubblico al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes di Napoli con prenotazione obbligatoria nel rispetto delle norme di distanziamento. Resterà aperta fino al 27 giugno 2021.
Storie: La “Sibilla Cumana”, giovane vergine che aveva il dono della preveggenza Antro della Sibilla a Cuma (Foto dalla rete) Dopo mesi di restrizioni e di chiusure, finalmente riaprono i luoghi della cultura, tra questi il Parco archeologico dei Campi flegrei. Tra i miti più misteriosi e affascinanti che avvolgono la storia di questo territorio occupa un posto privilegiato quello della Sibilla Cumana, una giovane vergine che aveva il dono della preveggenza, l’arte oscura e misteriosa di vedere in anticipo un evento e di indicarne l’esito positivo o negativo. Questa oscura donna, amava ritirarsi in grotte e antri scavate nella roccia, lontane dal clamore e dagli schiamazzi della città. La sua dimora
sotterranea, rappresentava un ambiente ricco di suggestioni spirituali, le cui fiaccole predisposte in ogni angolo, illuminavano l’ingresso ai visitatori permettendo loro di raggiungere il cuore dell’antro e di stare al cospetto della altera Sibilla. La leggenda narra che il dio Apollo si fosse a tal punto invaghito di lei che si convinse ad offrirle qualsiasi dono in cambio del suo amore. La Sibilla, pretese allora di vivere tanti anni quanti erano i granelli di sabbia che poteva racchiudere la sua mano. Tuttavia la profetessa dimenticò di esigere dal dio la giovinezza eterna. La sacerdotessa visse tanti anni quanti erano i granelli di sabbia racchiusi nel palmo della sua mano, ma il suo corpo continuava ad appassire e a raggrinzirsi anno dopo anno, fino a diventare polvere. Di lei, si narra, sopravisse solo la voce, e le sue sibilline predizioni. Tra queste la più celebre giunge a noi e ancora oggi risuona come leggenda: la Sibilla usava spargere al vento le foglie di palma sulle quali venivano riportate le parole della profezia; pare che in passato, un uomo assai fedele, le chiese udienza prima di partire per la guerra. Il soldato, accolto il sacro responso, si preparò a ricomporre il vaticinio assemblando le foglie di palma sparpagliate dal soffio divino. Tuttavia, quando lesse la predizione della Sibilla, si accorse della sua duplice interpretazione. Una predizione inquietante, che dava luogo a due interpretazioni totalmente discordanti a seconda della punteggiatura: Ibis, redibis, non morieris in bello – Andrai, tornerai, e non morirai in guerra -, se la virgola anticipa la negazione; Ibis, redibis non, morieris in bello – Andrai, non ritornerai, e morirai in guerra –, se invece viene posizionata dopo la negazione. Anche Virgilio racconta nel VI libro dell’Eneide, che la Sibilla era la guida dell’eroe troiano nell’Ade per condurlo a consultare il suo oracolo. Prima di condurlo nel mondo degli Inferi attraverso l’entrata del Lago Averno, la sacerdotessa lo invoglia a trovare il Ramo d’Oro per poter attraversare l’Ade. La grotta della Sibilla, scoperta nel 1932 dall’archeologo Amedeo Maiuri, è collocata sull’Acropoli di Cuma. Si percorre una galleria lunga 107 m,
con 12 brevi passaggi laterali che si aprono sul fianco della collina attraversata. La galleria centrale fa da ingresso ad un vestibolo in cui sono stati trovati sedili scavati nella roccia e una camera interna. Lungo il corridoio che porta all’Antro della Sibilla sono collocati dei pozzi che permettono alla luce di entrare ed uscire dalla galleria e questo gioco di luci ed ombre faceva sì che chiunque provenisse dall’interno per condurre i nuovi arrivati al tempio apparisse e scomparisse. Le aperture luminose o i fori nella roccia potevano produrre quell’ ‘effetto speciale’ descritto da Virgilio: Excisum Euboicae latus ingens rupis in antrum,quo lati ducunt aditus centum, ostia centum;unde ruunt totidem voces, responsa Sibyllae” ovvero‘L’immenso fianco della rupe euboica s’apre in un antro: vi conducono cento ampi passaggi, cento porte; di lì erompono altrettante voci, i responsi della Sibilla’.Ancora oggi è difficile definire la reale esistenza della Sibilla, manca un reale riscontro archeologico e mancano testi attendibili ma è accertata invece l’autenticità dei libri sibillini. Secondo la tradizione gli oracoli, redatti in greco su foglie di palma, andavano a comporre i celebri Libri Sibillini che rappresentavano i volumi più elevati dell’antichità, (molto ricercati) consultabili in caso di estrema necessità, che preannunciavano eventi futuri. A questi potevano accedervi solo alcuni membri sacerdotali legati al culto di Apollo e custoditi gelosamente nel tempio di Giove Capitolino; questi importanti volumi, bruciarono nel tragico incendio del Campidoglio del 83 a.C. I libri successivamente furono ricomposti, insieme con tutti gli oracoli presenti nella Magna Grecia e collocati dallo stesso Imperatore Augusto, nel tempio di Apollo sul Colle Palatino; sorvegliati fino al IV secolo andarono distrutti dal Generale romano Stilicone. Secondo un’altra leggenda, i Libri Sibillini vennero presentati a Tarquino Prisco dalla Sibilla in persona, chiedendo un compenso per i nove volumi. Questo rifiutò l’offerta in quanto li reputò costosi; lei a quel punto bruciò i primi tre libri e poi altri tre, finché il re, considerando la preziosità di quei volumi, comprò gli ultimi tre al prezzo
di nove. Maria Palma Gramaglia Questa sera, 1 Maggio, “LunArte” nel Complesso Monumentale Donnaregina. “LunArte” è un nuovo format di Lunare Project, che vedrà questa sera alle ore 22 in consolle Roberto Barone e Lupo di Mare, per un set inedito di musica elettronica, nel Complesso Monumentale Donnaregina – Museo Diocesano di Napoli, che si mostrerà in tutta la sua sacra e storica meraviglia in una diretta streaming gratuita sulla pagina ufficiale di Radio Yacht – ecco il link alla radio – emittenza digitale decennale, che si caratterizza per un’attenta ricerca al linguaggio e al design e un’accurata selezione della musica firmata “Lunare Project”. Due performance, della durata complessiva di un’ora, in cui Roberto Barone e Lupo di Mare si alterneranno esibendosi da
due consolle installate, rispettivamente nella Chiesa Gotica e nella Chiesa Barocca del Complesso Monumentale Donnaregina, di cui, durante i due set, il pubblico potrà ammirare la grande bellezza e il grande valore del luogo e delle opere che custodisce. Un omaggio alla bellezza e alla sontuosità dell’arte e della cultura, ma anche un tributo al comparto che ha pagato maggiormente in questo anno di pandemia da Covid-19: il mondo degli eventi, della cultura, dell’arte, dell’intrattenimento e dello spettacolo. Incrociando, così l’esigenza di diffondere l’arte con quella di tenere alta l’attenzione sui lavoratori della musica e dello spettacolo e sugli operatori culturali. L’impegno di Lunare Project come realtà promotrice del patrimonio culturale, storico e architettonico della città di Napoli non è nuovo. Roberto Barone già in passato, infatti, insieme ad altri partner impegnati nella diffusione della cultura territoriale, ha portato Lunare Project, con set creati per l’occasione e il luogo, in altre strutture museali, dal MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al Madre, al PAN Palazzo delle Arti Napoli, al Museo di Capodimonte, al Chiostro di San Lorenzo Maggiore e al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, ammirate e amate, attraverso il linguaggio della musica, anche dai ragazzi. L’iniziativa “LunArte” al Complesso Monumentale Donnaregina ha incontrato l’entusiasmo e il supporto di Città del Gusto Napoli, Audacia, Concerteria, Exclusive, Sette haute style- Svizzera.
La Primavera dell’Arte e della rinascita. Musei in Campania dal 26 aprile La Direzione Regionale Musei Campania ha programmato con i musei e i parchi archeologici autonomi della regione ritornata ‘gialla’ un piano coordinato di riaperture progressive che coinvolgerà tutti i luoghi della cultura statali campani per l’intera settimana, per invitare i cittadini a riappropriarsi dei loro siti identitari promuovendo un “Non vedevamo l’ora di poter riaprire in sicurezza i musei campani, fondamentali presidi di cultura e civiltà per i nostri territori e le nostre comunità. Sono felice di poterlo condividere con tutti i colleghi, è un segnale importante che possiamo lanciare, un bell’esempio di collaborazione e amicizia”, dichiara Marta Ragozzino, Direttore Regionale Musei Campania. I luoghi della cultura di tutta la regione torneranno ad accogliere i visitatori dal lunedì al venerdì, come già sperimentato negli scorsi mesi, ma finalmente saranno aperti anche nel fine settimana e nei giorni festivi con accesso su prenotazione, come disposto dal DPCM del 2 marzo, le cui misure sono ora prorogate dal decreto legge del 22 aprile 2021. La DRM Campania partecipa al programma di riaperture con 19
dei 25 musei della rete, che riapriranno nel corso della prima settimana. Si comincerà lunedì con Castel Sant’Elmo e Certosa e Museo di San Martino a Napoli, il Museo archeologico di Eboli e della Media Valle del Sele, l’area archeologica del Teatro romano di Benevento e il Palazzo della Dogana dei Grani di Atripalda. Martedì aprirà la maggior parte dei musei archeologici della rete: il Museo archeologico dell’antica Allifae, il Museo archeologico di Pontecagnano, il Museo ‘Georges Vallet’ a Piano di Sorrento, il Museo archeologico della Valle del Sarno, il Museo storico archeologico di Nola, il Museo archeologico dell’antica Capua e quello del Sannio caudino a Montesarchio, insieme alla Certosa di San Giacomo a Capri. Mercoledì il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, il Museo Novecento a Napoli sulla piazza d’armi di Castel Sant’Elmo e, finalmente, anche il Museo Duca di Martina nella Villa Floridiana, insieme ai musei archeologici di Calatia, a Maddaloni, e Teano, mentre giovedì sarà la volta della Certosa di San Lorenzo a Padula. Nonostante la chiusura, le attività culturali nei nostri musei non si sono fermate. Accanto alle operazioni di manutenzione, restauro e catalogazione di reperti e opere d’arte, sono stati avviati progetti di digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio che proseguiranno nei prossimi mesi e che hanno impegnato il personale dei musei per continuare a preservare, studiare e promuovere il patrimonio custodito nelle vetrine e nei depositi. Una ricca programmazione di eventi e iniziative, inoltre, offrirà ai visitatori già dalle prossime settimane nuovi contenuti e offerte culturali, frutto delle attività e dei
progetti in corso. Alla Certosa di San Martino un nuovo impianto di illuminazione è stato completato per la celebre Sezione presepiale, che presto tornerà ad essere inserita nel percorso di visita. Al Museo di Eboli il recupero, avvenuto in questi mesi, dei corredi delle necropoli ebolitane finora conservati nei depositi del Parco archeologico di Paestum, ha dato avvio a un progetto di riallestimento delle sale dedicate alle cronologie più antiche di Eboli e della Valle del Sele. A Sarno, le attività di schedatura e catalogazione dei reperti e di sistemazione dei depositi, realizzate nel periodo di chiusura, hanno consentito di rinnovare l’allestimento di alcune vetrine del museo con reperti provenienti dalla Valle del Sarno e risalenti all’VIII-VII secolo a.C. e all’epoca romana. Al Teatro romano di Benevento i visitatori troveranno nuovi apparati informativi, realizzati con la collaborazione del Comune di Benevento, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento e della Scuola Superiore internazionale per Mediatori linguistici di Benevento, oltre che una nuova sistemazione dei reperti custoditi nell’area archeologica, per i quali sono state avviate attività di inventariazione insieme alla SABAP. A Capri è visitabile ancora per alcuni giorni la mostra ‘Fons Vitae di Antonio Ievolella’, allestita nella Certosa di San Giacomo, mentre il Museo archeologico di Pontecagnano finalmente potrà accogliere dal vivo “IN &OUT”, collettiva fotografica organizzata in occasione dell’8 marzo e che, a causa della chiusura dei musei, era stata presentata online. La mostra in presenza, dedicata al tema del silenzio e della dimensione di isolamento che nell’ultimo anno ha coinvolto noi tutti, vuol essere un segnale concreto di ritorno alla normalità, proprio a partire dai luoghi della cultura, ed è realizzata con il patrocinio del Comune di Pontecagnano
Faiano e in collaborazione con numerose associazioni del territorio. A Montesarchio, il Museo archeologico del Sannio caudino si prepara a esporre temporaneamente la pala d’altare recuperata in questi giorni dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, che, dopo essere stata trafugata dall’ex convento delle Clarisse nel 1997 e smembrata in sei parti, sarà restituita alla comunità grazie alla collaborazione tra la Direzione regionale Musei Campania, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento e il Comune di Montesarchio. Tutte le info e gli aggiornamenti su orari di apertura e modalità di prenotazione sono disponibili su Beni Culturali/Campania e sulle pagine del Ministero, nonché sui canali social dei Musei.
Il Vesuvio, vulcano partenopeo. “L’aspetto del Vesuvio, quella notte, era troppo solenne. La insolita vivacità che lo animava presentava ai nostri sguardi uno di questi grandi spettacoli della natura, davanti ai quali ci sentiamo forzati a contemplare attoniti e silenziosi.” così, nel componimento “Napoli ad occhio nudo. Lettere ad un amico” Renato Fucini nel 1877 descriveva nel suo reportage napoletano il Vesuvio. Quando il viaggiatore arriva a Napoli, la prima immagine imponente che appare davanti ai suoi occhi, sia che vi giunga per terra, sia che viaggi via mare o giunga in aereo, tra gli azzurri del cielo e del mare e il giallo della pietra di tufo, è l’immagine del Vesuvio. La “Grande Montagna” è ricoperta di fertile vegetazione e presenta un mucchietto di case sulla base che si arrampicano lungo le sue pendici. E’ una presenza fondamentale, unica nel disegno architettonico della città e del suo golfo. Una presenza forte nella vita dei partenopei, simbolo di prosperità e di energia. Una tradizione popolare della fine del ‘600 vorrebbe che la parola Vesuvio derivi dalla locuzione latina Vae suis! che significa: “Guai ai suoi!”, giacché la maggior parte delle eruzioni sino ad allora accadute, avevano sempre preceduto o posticipato avvenimenti storici importanti, e quasi sempre carichi di disgrazie. Ad esempio, l’eruzione del 1631 sarebbe stata il “preavviso naturale” dei moti di Masaniello del 1647 a Napoli. Viene invece, chiamato la Montagna nelle poesie napoletane di fine ‘800, con la lettera M in maiuscolo per indicarne la maggiore importanza rispetto alle altre montagne. Dominante nella fotografia del golfo di Napoli, il Vesuvio in
realtà non è un vulcano altissimo [parliamo di meno di 1.300 metri di altezza] e la facilità del percorso ha reso possibile da sempre la scalata da parte dei viaggiatori. Tra i 19.000 anni fa e il 79 d.C. – anno dell’ultima più violenta eruzione – ebbero luogo una serie di eruzioni alternate a periodi di quiete del vulcano. La fertilità dei terreni circostanti, tipica dei suoli vulcanici, favorì gli insediamenti umani nonostante fosse noto fin dai tempi più antichi il rischio dell’area. Ad ogni modo l’eruzione del Vesuvio del 79 rappresenta ad oggi il principale evento eruttivo verificatosi sul Vesuvio in epoca storica. Questa eruzione ha profondamente modificato la morfologia del vulcano e dei territori circostanti, distruggendo le città di Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia. Poi, in parte riportate alla luce a partire dal XVIII secolo. Le eruzioni di quell’epoca sono eruzioni pliniane dai nomi di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, studiosi romani, testimoni diretti dell’eruzione del 79 d.C., durante la quale il primo morì e il secondo raccontò l’evento. Tutte meravigliose le rappresentazioni in arte del Vesuvio. Dal Vesuvius di Andy Warhol, realizzato nel 1985 in occasione del soggiorno di Warhol a Napoli e conservato al Museo di Capodimonte; andando più indietro negli anni alle belle tavole di Sir William Hamilton; fino ad arrivare all’affresco ritrovato nella Casa del Centenario a Pompei, detto affresco di Bacco e Vesuvio, che rappresenta le due divinità rispettivamente come pigna d’uva e montagna. Bellissime poi tutte le gouaches del periodo del grand tour e gli oli dipinti tra ‘700 e ‘800: l’Eruzione del Vesuvio del 1782 di Pierre- Jacques Volaire, l’Eruzione del Vesuvio del 1631 di Micco
Spadaro; e poi, Pierre Auguste Renoir, Silvester Scedrin, Jean-Baptiste Camille Corot, William Turner che dipinge un Vesuvio pieno di nubi infuocate. “Togliete a Napoli il Vesuvio, e la voce incantata della sirena avrà perduto per voi le sue più dolci armonie.” Renato Fucini sentenzia nel suo reportage napoletano. Tantissime le pubblicazioni in commercio sul Vesuvio, su Pompei e sull’area vesuviana. Le città con gli occhi. Roma. Il viaggio è scoperta di nuovi mondi, è introspezione e analisi dentro se stessi, come accade quando si attraversano i sogni e se ne ripercorrono le immagini. Nel volume “Le città Invisibili” di Italo Calvino, nel dialogo immaginario tra Marco Polo e il Gran Khan, re dei Tartari: «Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra». In questa fase di pandemia alcuni studi hanno analizzato gli
effetti della diffusione del virus e dei lock down sulle grandi città e nello specifico, sulle città d’arte: Venezia, Roma, Napoli, Firenze. Il city break, la voglia di staccare dalla vita di tutti i giorni e di viaggiare per un week end visitando una città d’arte sembra essersi bruscamente arrestato. La realtà è che questa fase sarà transitoria e questo tipo di turismo, rimasto in sospeso, è solo in attesa di una ripresa, con nuove regole, nuovi tempi e nuove modalità. Il 2020 ha registrato nelle grandi città una flessione dei turisti rispetto al 2019 a poco più di un quarto. La categoria delle grandi città, composta secondo l’Istat da 12 comuni con più di 250 mila abitanti, nel 2019 aveva registrato circa un quinto delle presenze dell’intero territorio nazionale, mentre in fase mcovid registra una flessione delle presenze nei primi 9 mesi del 2020 pari al -73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019). Abbiamo voluto fare un salto nella capitale, che continua la sua vita e le sue attività quotidiane, come possibile, e che mentre scriviamo si colloca nella condizione di zona arancione. E là, abbiamo ritrovato la bellezza e l’energia di sempre. La forza di una vera capitale. Un fermento assopito, ma pronto a ripartire. Abbiamo impugnato la macchina fotografica e fatto qualche scatto fugace per le vie, assaporandone la solitudine, ma anche la presenza umana silenziosa. Perché le città si sottraggono agli sguardi tranne che se le cogli di sorpresa. Perchè gli occhi riportano alla memoria e cristallizzano la bellezza. Perché come scrive ancora Calvino: «presto la città sbiadisce ai tuoi occhi, si cancellano i rosoni, le statue sulle mensole, le cupole. I tuoi passi rincorrono ciò che non si
trova fuori dagli occhi ma dentro, sepolto e cancellato: se tra due portici uno continua a sembrare più gaio e’ perché è quello in cui passava trent’anni fa una ragazza dalle larghe maniche ricamate, oppure è solo perchè riceve la luce a una certa ora come quel portico, che non ricordi più dov’era». Per qualche spunto sui viaggi, e sulle letture, sui libri, lasciamo il sito https://www.turismoeservizi.it/categoria-prodotto/libri/
“Dantedì”: a 700 anni, un pensiero contemporaneo Torna per il secondo anno, giovedì prossimo, 25 marzo, il “Dantedì”. Ricorderà i 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri, padre della lingua italiana e autore della Comedia, meglio nota come Divina Commedia, tra i massimi capolavori della letteratura mondiale, e top nella storia del nostro Paese. Molte le iniziative dedicate al celeberrimo fiorentino in questo giorno, fissato nel 2020 dalla Repubblica Italiana come a lui specificamente dedicato.
Fra le più coinvolgenti, c’è senz’altro quella della V Municipalità di Napoli che ha organizzato un evento, col preciso scopo di avvicinare al capolavoro di Dante soprattutto i giovanissimi, ponendo in primo piano l’attualità del pensiero. Introduzioni a cura di: Margherita Siniscalchi, consigliera della V Municipalità; Lucia Fortini, assessore alla Scuola, Politiche sociali, politiche giovanili Regione Campania; Paolo De Luca, presidente V Municipalità. Dunque, spetterà a tre persone del mondo culturale campano, porgere una lettura ampia e coinvolgente di tre canti sicuramente significativi: il V dell’Inferno, il III del Purgatorio e il VI del Paradiso. Illustreranno tre tematiche importanti della vita di quei tempi e di oggi: la passione travolgente, Eros e Pathos, la giovane vita coraggiosa spezzata nel difendere regno e ambizione, ma che incontra la misericordia divina, e la storia dell’impero tra pace e giustizia, eterno tormento della passione politica di Dante. Nelle relazioni che seguiranno, prenderanno la parola: Raffaele Messina su “La passione civile in Dante”; Maria Rosaria Selo, “La passione insanguinata di Paolo e Francesca”, canto V Inferno; Angela Procaccini “Manfredi di Svevia nella storia e in Dante”, canto III Purgatorio; Elio Serino, “L’ impegno, la pace e la giustizia nel canto VI del Paradiso”. Chi vorrà seguire l’appuntamento, potrà collegarsi giovedì 25 marzo, alle ore 10,30 su Google Meet. Il link sarà reso noto nella prima mattinata, pure sulla pagina Facebook della prof. Angela Procaccini, relatrice che concluderà l’evento online da remoto, con il suo atteso intervento su Manfredi di Hohenstaufen, ultimo sovrano della dinastia sveva del Regno di Sicilia, collocato tra i contumaci dell’Antipurgatorio – uomo bello, biondo e d’aspetto nobile, con un cigliò diviso in due da una ferita – che prega Dante di riferire la verità a sua figlia Costanza, sul suo destino. Ricordiamo che, per Dante,
con la battaglia di Benevento, si chiude un’epoca. Termina una civiltà, tramonta un mondo e con esso la cultura cortese- cavalleresca, resa celebre dalle gesta di Federico II. “L’iniziativa della V Municipalità non solo rientra in un percorso di celebrazione che giustamente vede il 25 marzo, come il Dantedì, Giornata dedicata al sommo Poeta, ma è anche un modo intelligente e coinvolgente per avvicinare i giovani ad uno dei maggiori poeti e artisti di tutti i tempi e di tutti i luoghi. – afferma la prof. Angela Procaccini – Tanto eclettico e poliedrico da essere ritenuto un Templare segreto, un Liberatore dell’umanità. Ben vengano, quindi, iniziative di spessore culturale, volte in particolare ai nostri giovani spesso distratti da “escrescenze” tecnologiche talvolta fuorvianti.” Poeta, scrittore e politico italiano di grandissimo spessore, Dante Alighieri o Alighiero (Firenze 1265 – Ravenna 1321), battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri, è considerato universalmente simbolo della cultura italiana. La Comedìa, o Commedia, nota come Divina Commedia, è un poema allegorico-didascalico scritto in terzine incatenate di endecasillabi, successivamente chiamate terzine dantesche, in lingua volgare fiorentina, ovvero derivata dal latino, ma distante da quello classico, giacché con la diminuzione delle comunicazioni causata dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, si era verificata un’evoluzione linguistica differente in ciascuna regione, tanto da assumere caratteristiche proprie. In essa, ritroviamo i modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali: ispirazione religiosa, scopo didascalico e morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose ma, la grande innovazione è data dalla rappresentazione ampia e drammatica della realtà che viene espressa pure attraverso con l’uso di neologismi inediti, opera pure dell’illustre poeta toscano.
Armando Giuseppe Mandile Lectura Dantis Averna. Andrea Mazzucchi legge l’Inferno di Dante. Al via la prima Lectura Dantis presso il cd. Tempio di Apollo sul Lago d’Averno, in occasione del Dantedì 2021, in diretta alle ore 12.00 di giovedì 25 marzo sulla pagina fb del Parco archeologico dei Campi Flegrei e sui canali dell’emittente televisiva regionale Campi Flegrei (555 e 877 HD). L’evento inaugura e istituisce una rassegna di Lecturae dedicata all’interpretazione e alla divulgazione dell’opera di Dante, che proseguirà con edizioni annuali. Il Parco archeologico dei Campi Flegrei e il Comune di Pozzuoli nell’ambito del Progetto “Pozzuoli città che legge”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, partecipano alle celebrazioni per il settimo centenario della morte del Sommo Poeta e promuovono il primo appuntamento delle Lecturae Dantis Avernae presso il cd. Tempio di Apollo, l’imponente edificio termale di epoca romana che sorge lungo le sponde del lago d’Averno.
Il lago d’Averno, celebrato come luogo dell’ingresso di Enea agli inferi, diventa la cornice per la lettura del III canto dell’Inferno della Divina Commedia e suggerisce un legame tra Virgilio, Dante (che non conobbe mai fisicamente questi luoghi) e il paesaggio flegreo. Sarà il Professor Andrea Mazzucchi, ordinario di Filologia della Letteratura Italiana e direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, a fare da guida nell’universo dantesco. L’iniziativa punta alla partecipazione del più ampio pubblico e in particolare delle scuole del territorio. Per il 2021, anno delle celebrazioni dantesche, l’evento del 25 marzo rappresenta il primo di una serie di appuntamenti che vedranno coinvolti gli studenti in un percorso di approfondimento dell’opera di Dante alla ricerca di connessioni con il patrimonio flegreo, restituito alla comunità attraverso letture e performance offerte ai visitatori dei siti del Parco archeologico dei Campi Flegrei. Il progetto vede il coordinamento scientifico del Professor Andrea Mazzucchi e sarà realizzato in collaborazione tra Parco archeologico dei Campi Flegrei, Università degli Studi di Napoli Federico II e Comune di Pozzuoli, nello specifico, Assessorato alla Cultura (dott.ssa Stefania de Fraia) e Assessorato alla Pubblica Istruzione (dott.ssa Anna Maria Attore), nell’ambito del Progetto “Pozzuoli città che legge” (Referente Prof.ssa Angela Giustino). Tale progetto mira infatti a promuovere sul territorio puteolano la diffusione del libro e della lettura ad alta voce, oltre che nelle scuole anche in altri contesti istituzionali e della vita quotidiana, al fine di favorire la coesione sociale e la crescita culturale e civile della città. Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli
Studi di Napoli, nella persona del direttore, il professor Andrea Mazzucchi, esprime il compiacimento per questa importante iniziativa che vede il coinvolgimento di tutte le scuole presenti in un territorio, quale è quello flegreo, ricco di fascino e di importanti memorie virgiliane e dantesche. Non a caso Galileo Galilei individuava il luogo d’inizio del viaggio dantesco nell’aldilà, nel territorio tra Cuma e Napoli e, nello specifico, nel bosco che circonda il lago d’Averno. Lectura Dantis Averna Inferno Canto III – “Dante e Virgilio all’ingresso degli Inferi”, Geografie dantesche e Geometrie flegree Tempio di Apollo sul Lago d’Averno giovedì 25 marzo 2021 ore 12.00 Lettura esegetica di Andrea Mazzucchi (Università degli Studi di Napoli Federico II) La Giornata nazionale del Paesaggio. Un week end di
eventi virtuali a Napoli. Il 14 marzo ricorre la Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero per promuovere la cultura del paesaggio e sensibilizzare i cittadini attraverso attività sull’intero territorio nazionale, che quest’anno si svolgeà con iniziative digitali, secondo le disposizioni vigenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Per promuovere la conoscenza e la salvaguardia del paesaggio campano e favorire un rapporto tra le comunità e il territorio che sia sempre più consapevole, la Direzione Regionale Musei Campania propone una serie di appuntamenti digitali dedicati al tema del paesaggio antico e moderno, organizzate dai Musei della rete campana in collaborazione con Enti e Associazioni del territorio, per tutto il weekend da sabato 13 a lunedì 15 marzo. Webinar, dirette fb e contenuti di approfondimento online saranno liberamente fruibili e accessibili sui canali istituzionali e social dei Musei e della Direzione regionale Musei Campania. Tutte le iniziative in programma sono disponibili, inoltre, nella sezione dedicata alla Giornata del Paesaggio sulla pagina MiC: https://www.beniculturali.it/evento/giornatanazionaledelpaesag gio2021 Ecco gli eventi per la città di Napoli. La Certosa e Museo di San Martino ha previsto per per sabato 13 marzo 2021, dalle ore 10.00 alle 22.00: I Campi flegrei nelle vedute del Museo di San Martino. Conversazioni tra arte e archeologia. Si tratta di tre appuntamenti delle “Conversazioni tra arte e archeologia”, video di approfondimento storico-artistico ed archeologico, frutto del progetto in rete realizzato dalla Direzione regionale Musei
Campania con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei. I Campi Flegrei, i luoghi, le immagini. Un insieme di luoghi in cui si fondono in modo unico paesaggio naturale e costruito, in un intreccio che ha unito la storia degli eventi naturali e quella delle vicende umane. La Certosa e Museo di San Martino conserva un rilevante corpus cartografico e vedutistico dedicato al paesaggio dei Campi Flegrei: dagli esemplari cartografici tardocinquecenteschi all’agro Puteolano di Mario Cartaro, dalle puntuali vedute topografiche di Van Wittel alla lucida ripresa del paesaggio neoclassico di Hackert fino al sentimento lirico della natura dei protagonisti nell’800 della Scuola di Posillipo. Link all’evento: https://www.facebook.com/museodisanmartino|https://www.instagr am.com/sanmartinomuseo Il Museo Duca di Martina in Villa Floridiana organizza per domenica 14 marzo 2021, dalle ore 11.00| Una passeggiata nel verde della Villa Floridiana, in collaborazione con l’Associazione Amici della Floridiana, passeggiata virtuale nel verde della Villa Floridiana di Napoli. Ripercorreremo i viali e gli spazi verdi di questo luogo storico del paesaggio urbano di Napoli e della collina del Vomero, con un intervento della Direttrice Marta Ragozzino. Link all’evento: https://www.facebook.com/museoducadimartina Ancora, il Museo Duca di Martina in Villa Floridiana propone sempre per domenica 14 marzo 2021, dalle ore 12.00 | La Villa Floridiana nel Gabinetto disegni e stampe del Museo di San Martino – I progetti di Antonio Niccolini, racconto inedito della Villa Floridiana attraverso i disegni, gli schizzi e le planimetrie di Antonio Niccolini, protagonista dell’architettura napoletana nella prima metà dell’Ottocento, a cui si deve il rifacimento in stile neoclassico del complesso monumentale. In occasione della Giornata del
paesaggio l’architetto Francesco Delizia, direttore della Certosa e Museo di San Martino, illustrerà alcuni preziosi fogli del fondo Niccolini, custoditi nel Gabinetto disegni e stampe della Certosa e Museo di San Martino, che documentano il progetto di trasformazione che fra il 1817 e il 1826 interessò la Villa Floridiana, dal parco con i suoi vari elementi architettonici, alla villa, ridisegnando, in armonia con il gusto dell’epoca, lo stile e l’assetto di una delle emergenze architettoniche più caratterizzanti il paesaggio collinare di Napoli. Link all’evento: https://www.facebook.com/museoducadimartina| https://www.facebook.com/museodisanmartino|https://www.instagr am.com/sanmartinomuseo infine, la Certosa di San Giacomo a Capri illustrerà domenica 14 marzo 2021, dalle ore 12.00 | Il paesaggio di Capri nei dipinti di K.W. Diefenbach, in collaborazione con l’associazione culturale Apeiron, attraverso un video-racconto di alcuni dipinti realizzati a Capri dal pittore tedesco K.W. Diefenbach (Hadamar 1851 – Capri 1913) nell’ultimo periodo della sua vita. Sull’isola il pittore ritrovò l’Eden vagheggiato, l’ispirazione più intima, di fronte a quel mare tremendo e bellissimo e a quelle aspre rupi che adorava. Egli ritrasse il paesaggio dell’isola dagli scorci più panoramici, scoperti durante le sue frequenti passeggiate: Marina Piccola, il Monte Solaro, il Castiglione e il Pizzolungo, i Faraglioni e l’Arco Naturale, descritti con precisione negli elementi naturali in un’atmosfera ricca di contrasti luminosi. Il paesaggio caprese, stravolto ed esaltato dalla fantasia dell’artista e? ridotto agli elementi essenziali (mare – cielo – roccia). La visione di Capri non era più quella di una dolce isola del Mediterraneo, ma diventava quella di un paesaggio nordico: un panorama spesso oscuro e tenebroso, illuminato da improvvisi bagliori surreali che esprimevano il Romanticismo di Diefenbach e rappresentavano una natura divina “eterna, maestosa, immobile, inclemente, della quale l’individuo non
può che farsi compartecipe”. Link all’evento: https://www.facebook.com/certosasangiacomocapri In occasione della Giornata sarà consegnato il Premio Nazionale del Paesaggio, un importante riconoscimento agli attuatori delle buone pratiche per la qualità del paesaggio e della vita delle comunità locali, capaci di testimoniare le potenzialità del Patrimonio culturale attraverso la creazione di economie sostenibili e la diffusione e la divulgazione di valori etici e culturali. Il Premio è conferito ogni due anni al progetto che costituisce la candidatura italiana al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, quest’anno giunto alla VII edizione, la cui procedura di selezione si è recentemente conclusa. A Napoli apre la Spot Home Gallery di Cristina Ferraiuolo. Con scatti di Michael Ackerman, Morten Andersen, del napoletano Luca Anzani, di Martin Bogren, di Lorenzo Castore,
della stessa gallerista e fotografa Cristina Ferraiuolo, di Adam Grossman Cohen, di Richard Paks, apre a Napoli la Spot Home Gallery come “ripartenza di una nuova avventura e allo stesso tempo come un dolce ritorno a casa” – racconta nel comunicato Cristina Ferraiuolo. La mostra si intitola Andamento lento, e Cristina Ferraiuolo porta alla fruizione del pubblico appassionato di fotografia, al primo piano di via Toledo, 66, le immagini di un gruppo di otto amici fotografi, che hanno fatto parte della sua vita professionale e affettiva. Cristina è figlia d’arte, e la nuova galleria nasce proprio di fronte al vecchio negozio Spot 2, dedicato alla fotografia fin dagli anni ’70 e gestito dalla sua famiglia per una trentina di anni. La Galleria dalla cui finestre si vede la vecchia sede del negozio, è l’appartamento di Cristina, con la sua prima camera oscura, ricco di ricordi e ora arricchito dalle foto sulle pareti, spunti diversi, ispirazioni, sperimentazione. L’opening della mostra in febbraio, per quattro giorni consecutivi ha lasciato il posto ad un ingresso scaglionato secondo le nuove regole anti-covid, e si potrà accedere sempre, su appuntamento fino al 30 giugno 2021. Basterà scrivere all’indirizzo info@spothomegallery.com [sito www.spothomegallery.com]. I visitatori saranno accolti in un’atmosfera familiare, dove si potranno condividere idee e visioni con artisti, collezionisti, appassionati e curiosi. Andamento lento, è come un’onda che rimanda alla fluidità dello spazio, e alle scelte espositive. E’ il tempo di una fotografia che scaturisce dai pensieri, dai sentimenti, dai sogni. Ed è soprattutto, storia di amicizia prima ancora che di fotografia, dove in una ‘famiglia’ di fotografi i legami affettivi si intrecciano a corrispondenze artistiche, a un modo di immergersi nel mondo con occhi e cuore aperti. Lavori realizzati nell’arco di oltre vent’anni da sguardi di
fotografi napoletani che trovano eco nella sensibilità di altri sguardi provenienti da mondi geograficamente lontani. Tutti evocano la dimensione emotiva e a tratti onirica di una città che non si rivela mai fino in fondo. Napoli, con il suo caos, luogo ideale ove perdersi per poi ritrovarsi.
Museo di Capodimonte. Le indagini diagnostiche sui dipinti di Raffaello. Ritorniamo a parlare dei Musei, così impegnati in questi mesi così particolari, spesso anche a porte chiuse nel portare avanti nuovi progetti ed eventi.
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte ad esempio, ha intrapreso un progetto che riguarda i dipinti di Raffaello Sanzio. Più precisamente, è in corso una importante campagna di indagini diagnostiche sui dipinti di Raffaello e della sua bottega nell’ambito di una collaborazione scientifica del Museo con il CNR ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), i LNS-INFN (Laboratori Nazionali del Sud) di Catania ed il CNR- SCITEC (Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche). Celebarato nel 2020 per i 500 anni dalla sua morte, Raffaello Sanzio è uno dei pittori più noti del Rinascimento e della storia dell’Arte. Architetto e Pittore, in pittura si avvicina con immediatezza e semplicità al grande pubblico per la bellezza dei volti dei suoi dipinti e dei paesaggi, per la dolcezza degli incarnati e dei colori delle sue Madonne. Le sue opere sono serene e divine, lontante sia dalla ambiguità leonardesca e sia dal dramma michelangiolesco. I volti e gli incarnati assumono toni naturali che vengono ottenuti con la tecnica della velatura di colore, così come la resa pittorica delle stoffe si ottiene attraverso una campitura di colore, sul quale le ombre utilizzando il medesimo colore ma più scuro, mentre le luci vengono illuminate dallo stesso colore ma applicato più chiaro. Il Museo e Real Bosco di Capodimonte conserva alcune opere autografe di grande rilevanza di Raffaello, che permettono di esemplificare i momenti principali della carriera dell’artista (Pala di San Nicola da Tolentino, 1501; Ritratto di Alessandro Farnese, 1511 circa; Mosé e il roveto ardente, 1514; Madonna del Divino Amore, 1516-18) e del suo più immediato seguito (Madonna della Gatta 1518-1520 circa). Lo stesso museo conserva però anche una serie di copie, derivazioni, multipli, alcune delle quali forse elaborate nella bottega stessa dell’artista (Madonna del Passeggio), altre per mano di artisti di prima grandezza per committenti importanti (Andrea del Sarto), o forse per esercitazione (Daniele da Volterra), altre invece da più meccanici copisti (Madonna Bridgewater),
che permettono di esplorare ad ampio raggio questo tipo di produzione, che costituiva larga parte dell’opera delle botteghe del Cinque e del Seicento e che oggi forma una parte enorme, anche se spesso trascurata, del nostro patrimonio artistico. In questi giorni nei laboratori di restauro e nel museo si sta procedendo a studiare con misure non-invasive di imaging MA- XRF a scansione ed iperspettrale Vis in riflettanza ed emissione di alcuni dipinti: Eterno e Vergine di – Raffaello e Evangelista di Piandimeleto, Ritratto del Cardinale Alessandro Farnese, Madonna con Bambino (copia della Madonna Bridgewater), Madonna del velo, Madonna del passeggio di Raffaello, Madonna della gatta di Giulio Romano. La campagna di misure non-invasive, coordinate da CNR ISPC, è parte di un programma di collaborazione più ampio che include il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania Vanvitelli e il LAMS (Laboratoire d’archéologue moléculaire et structurale) di Parigi per lo studio dei dipinti di Raffaello e bottega, i cui risultati verranno presentati nel prossimo mese di giugno in un Convegno Internazionale e in una Mostra che si terranno proprio al Museo e Real Bosco di Capodimonte. La Mostra – come si legge nelle note del Museo – si propone di valorizzare il patrimonio raffaellesco del Museo, più ricco e variato di quanto si sia soliti pensare, e di offrire al pubblico le novità emerse dalla campagna di indagini diagnostiche condotte nel Museo, che permetteranno un approccio originale sia alle opere d’arte sia al lavoro della bottega dell’artista e a quelle dei sui seguaci, mettendo in luce il complesso lavoro che sta dietro la creazione di originali, multipli, copie, derivazioni.
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