L.A. CLASSICA Festival II edizione 2020, Latina
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L.A. CLASSICA Festival II edizione 2020, Latina Al via la seconda edizione, nel 2020, del Festival di Musica Classica organizzato dal Luogo Arte Accademia Musicale, e patrocinato dal Comune di Latina, “L.A. CLASSICA Festival”. Cinque concerti su stupende pagine di grande musica: Bach, Mozart, Handel, Vivaldi, Boccherini, Bizet, Ravel; ma anche i cugini Romberg, amici di Beethoven e stimatissimi dal compositore tedesco, dei quali le composizioni, seppur molto belle, vengono raramente eseguite, quindi una “chicca” per il Festival di quest’anno. I concerti si tengono nell’Aula Magna dell’Istituto “Vittorio Veneto – Salvemini” di Latina, in via Giuseppe Mazzini 4, una sala importante sia per il suo valore storico sia per essere un luogo estremamente sensibile alla cultura. Gli esecutori di questi cinque appuntamenti, tutti il venerdì alle 21.00, sono musicisti di altissimo livello della città di Latina. Il primo concerto, il 21 febbraio, vede protagoniste le due artiste Flavia Di Tomasso, al violino, e Cecilia Iacomini, alla viola, con il progetto “Tafelmusik”, un autentico omaggio alla musica classica d’eccellenza di Bach, Handel e Mozart. Il 6 marzo il violinista Vincenzo Tedesco si esibisce con il suo quartetto d’archi sfoggiando il repertorio dei cugini Romberg nel progetto “Beethoven’s Friends”. Il 20 marzo il Festival ospiterà il basso Dario Ciotoli e il Maestro Nicolò Iucolano che, insieme all’orchestra d’archi Luogo Arte Ensemble e al coro, regaleranno una serata dedicata a Bach e ai grandi Maestri dell’epoca. Il 3 aprile Cecilia Iacomini, insieme al pianista Bruno Cifra, eseguirà “Entr’acte”, un programma/capolavoro dedicato alla bellezza e al virtuosismo della viola, e infine, la chiusura del Festival è affidata ad un trio brillantissimo di giovani e promettenti chitarristi, il “Guitar Trio
Dimensional”, con Valentina Pellecchia, Mirko Zanotti e Gabriele Zanotti. La biglietteria apre 30 minuti prima di ogni concerto, ma è possibile prenotare per fermare i posti al numero 0773 820011 dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30, oppure lasciare un messaggio (sms o watshapp) al numero 328 8379615. Il biglietto intero è 12,00 euro, il ridotto 8,00, ed è prevista la gratuità sotto i 12 anni. Hanno accesso alla riduzione i minori, gli studenti e le persone diversamente abili. Buona Musica! CONCORSO INTERNAZIONALE DI COMPOSIZIONE “PREMIO MUSICA NOVA” Latina, II Edizione 2020 Presidente di Giuria: ENNIO MORRICONE Termine iscrizioni: 24 Maggio 2020 Premiazione: Settembre 2020 Sono aperte le iscrizioni alla Seconda Edizione del Concorso Internazionale di Composizione PREMIO MUSICA NOVA, l’iniziativa che il Luogo Arte Accademia Musicale di Latina, dedica ai talenti emergenti della musica contemporanea. Il Concorso (ideato e diretto dalla violinista Flavia Di Tomasso) rientra in un più ampio progetto culturale che punta alla creazione di nuovi spazi e possibilità di incontro per la
Nuova Scrittura Musicale, un ponte tra giovane creatività, talentuosi strumentisti, eccellenze del mondo della composizione e nuovo pubblico. L’importanza sociale e culturale della manifestazione è testimoniata dalla presenza in Giuria delle eccellenze italiane Ennio Morricone (Presidente di Giuria) e Franco Piersanti, affiancati nei lavori di Commissione da Lucio Gregoretti, Claudio Paradiso, Alberto Giraldi, Stefano Cucci, Paolo Rotili e Albino Taggeo. Già alla Prima Edizione del Concorso, 33 partecipanti, provenienti da tutto il mondo, sono stati ammessi per proporre un‘opera inedita scritta per ensemble vocale e/o strumentale. Dietro esplicita richiesta dei Maestri Morricone e Piersanti, l’Edizione 2020 mira a valorizzare la scrittura per strumento solista: i candidati dovranno sottoporre alla Commissione una composizione scritta per violino o violoncello solo della durata massima di 10 minuti. Tale specificità rappresenta un rilevante elemento di distinzione e metterà in gioco concrete competenze nella ricerca e sperimentazione di linguaggi e scelte espressive legate al singolo strumento prescelto. L’iniziativa si rivolge ai musicisti di tutto il mondo, senza limiti di età. La composizione dovrà essere inedita e ineseguita fino alla conclusione del concorso. Il Premio Musica Nova viene supportato dall’impegno e dalla passione di autorevoli partner (DMI -Dizionario della Musica in Italia, Conservatorio O. Respighi di Latina, Conservatorio L. Refice di Frosinone e Nuova Consonanza) e si avvale del Sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Sport e Turismo del Comune di Latina. E’ possibile consultare e scaricare Bando e Modulo di partecipazione dal sito web www.premiomusicanova.it LINK di approfondimento SITO: https://www.premiomusicanova.it/ PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/Premio-Musica-Nova- 274752476539981/?modal=admin_todo_tour
INTERVISTA AL M° ENNIO MORRICONE SUL PREMIO: https://youtu.be/NBw0YIvdr5E DOSSIER 2019 IN ITALIANO DEL PREMIO (con rassegna fotografica) https://2b5620f1-5ad3-4e85-9620- f162492619f1.filesusr.com/ugd/2d61ff_08347801948c4e8f8e43dfe9e d01db66.pdf?index=true Sanremo 2020 – Seconda Serata Voto per la Seconda Serata 6 e mezzo Donne di questa sera Laura Chimenti, Emma D’Aquino e Sabrina Salerno. Tra gli ospiti anche i Ricchi e poveri, di nuovo in 4 dopo 40 anni, e Gigi D’alessio che ha celebrato i 20 anni della sua “Non dirgli mai” Amadeus ha spesso dichiarato che questo sarebbe stato il festival delle donne, beh oggi non ce ne siamo accorti. Tralasciando i minuti di revival con Sabrina Salerno, per sentir parlare Emma d’Aquino abbiamo dovuto attendere le 1.15, e arrivare fino alle 1.30 per ascoltare Laura Chimenti, per il resto le abbiamo soltanto sentite leggere l’elenco di cantanti e autori. Una nota per i ragazzi delle nuove proposte tra cui spicca Marco Sentieri con la sua Billy Blu e un testo che parla di
bullismo. Anche per stasera vi racconto 3 momenti da Standing Ovation (che anche stasera sono momenti estranei alla gara) Il duetto di Tiziano Ferro con Massimo Ranieri, che hanno interpretato la celebre Perdere l’amore. Uno di quei momenti che rimarranno nella storia della musica e della televisione, brividi e emozioni e voci che trapassano le orecchie e il cuore. Paolo Palumbo, 22enne con Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) che insieme a Kumalibre ha cantato (con l’ausilio del sistetizzatoere vocale) un brano scritto da lui che parla della sua condizione intitolato “Io sono Paolo” e che recita “sono la montagna che va da Maometto pur restando disteso nel letto per volare mi bastano gli occhi quelle volte che il mondo sta stretto” Arriva Zucchero! E l’Ariston si risveglia A fine serata la giuria demoscopica decreta questa classifica 12 Junior Cally 11 Rancore 10 Elettra Lamborghini 9 Enrico Nigiotti 8 Paolo Jannacci 7 Giordana Angi 6 Levante 5 Michele Zarrillo 4 Tosca 3 Pinguini tattici nucleari 2 Piero Pelù 1 Francesco Gabbani
Classifica di stasera più che condivisibile anche se avrei portato più in alto Enrico Nigiotti che ha un bel testo e ha reso una performance decisamente emozionante. Interessante anche Levante. Su Junior Cally si è detto tanto e credo che tutto si possa racchiudere in un concetto semplice che poi è anche il titolo della sua canzone “No Grazie” Elettra Lamborghini porta il Reggaeton e il Twerk sul palco dell’Ariston, e se la cava anche bene nonostante le premesse, mi chiedo però, anzi lo chiedo al direttore artistico, ne avevamo veramente bisogno? Michele Zarrillo, (alla sua tredicesima partecipazione sanremese) è una bella inizione di energia ma arriva ormai alla soglia delle 1.30. Una certezza Piero Pelù e una sorpresa i Pinguini tattici nucleari. Primo meritatissimo posto per Gabbani che ad oggi risulta l’artista che più mi ha colpito per completezza tra musica, testo e performance. E quindi perché solo 6 e mezzo? Perché cresce il livello musicale ma scende tutto il resto quindi il voto rimane invariato. La risposta è nelle ultime parole di Tiziano Ferro: “per domani # Fiorello Statte zitto”. E si, perché, dopo le nuove proposte il festival è stato un Fiorello Show ed abbiamo dovuto attendere le 22 per ascoltare la prima canzone in gara. A un certo punto ho anche pensato che il conduttore non fosse più Amadeus ma Fiorello. 5 ore di show intorno a quelli che sono all’incirca 60 minuti (comprese le presentazioni) riservati ai brani in gara. Forse Amadeus e Fiorello hanno scambiato il Festival con il Varietà del sabato sera?
La classifica generale vede sul podio: Piero Pelù, Le Vibrazioni, Francesco Gabbani. Domani serata cover con i voti dell’orchestra. Bilancio, i deputati M5S illustrano la manovra Appuntamento venerdì 7 alle 18 all’Hotel Enea Venerdì 7 Febbraio, alle ore 18 presso l’Hotel Enea, il Movimento 5 Stelle Pomezia, in collaborazione con Il Movimento 5 stelle Ardea attende e accoglie tutti i cittadini ad un incontro sul tema del Bilancio. Dal #Redditodicittadinanza a #Quota100, dal #CodiceRosso al #DecretoClima, tutto passa dalla legge di Bilancio, un documento fondamentale attraverso il quale il Governo comunica al Parlamento la ripartizione delle spese pubbliche e delle entrate, che si riflettono a cascata sulle regioni e sui comuni. Saranno i deputati del Movimento 5 Stelle, Francesca Flati e Francesco Silvestri, ad illustrare il lavoro e i risultati della Manovra Nazionale. Presente anche la Consigliera Regionale Valentina Corrado per parlare degli interventi inseriti nel bilancio regionale che riguardano il nostro territorio.Interverranno inoltre il Sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà e il Sindaco di Ardea, Mario Savarese, per parlare di quanto previsto a livello locale. L’ingresso è libero e gratuito.
Sanremo 2020 – Prima serata Voto per la prima serata 6 e mezzo Donne di questa serata: Diletta Leotta e Rula Jebreal, Ospiti Al Bano e Romina, Gabriele Muccino e il cast del suo ultimo film, ed Emma Marrone, prima cantante in 70 anni ad esibirsi anche fuori dal teatro Ariston nel palco allestito in piazza Colombo. Una nota di merito per la Rai che tramite Raiplay ha reso disponibile la fruizione del Festival per i non udenti con la traduzione in LIS di tutta la serata e di tutti i brani in gara. 3 i momenti di maggior rilievo, in ordine temporale e non di importanza: La commozione di Tiziano Ferro che si emoziona cantando Almeno tu nell’universo dimostrando di essere l’uomo che canta con il cuore. “Questa canzone non è stata scritta per un uomo, e io sono stato il primo ad interpretarla, verso la fine un po’ non ce l’ho fatta, ma era il mio sogno, chi se ne frega!” Il confronto tra cronaca e musica raccontato da Rula Jebreal che legge sul libro nero le parole che non vorremmo mai sentire, che parlano di storie di violenza, di chi colpisce con le chiavi di casa in mano, e sul
libro bianco le parole di canzoni che invece raccontano di donne e di amore, tutte canzoni scritte da uomini, a significare che “è possibile cantare l’amore e la cura”. Ha aggiunto anche “domani parlate pure di me, di come ero vestita, è giusto, ma nessuno deve più chiedere a una donna come era vestita quando è stata stuprata”. Un momento che raccoglie la prima standing ovation di questo Festival. E poi Gessica Notaro, la donna che circa 3 anni fa ha subito un aggressione con l’acido da parte del suo ex fidanzato, che ha interpretato un pezzo scritto con Antonio Maggio ed Ermal Metà. Un pezzo destinato a diventare un manifesto contro la violenza sulle donne. A fine serata la giuria demoscopica decreta questa classifica 12 Bugo e Morgan 11 Riki 10 Rita Pavone 9 Achille Lauro 8 Anastasio 7 Raphael Gualazzi 6 Alberto Urso 5 Marco Masini 4 Irene Grandi 3 Diodato 2 Elodie 1 Le vibrazioni Di questa classifica condivido solo la posizione di Elodie, con un brano in cui è chiara l’impronta dell’autore Mahmood. Anzi no, anche la dodicesima posizione di Bugo e Morgan è
meritatissima. Non posso pensare a Rita Pavone sorpassata da Achille Lauro, l’uomo con la tutina di lustrini sotto il mantello, classificato un passo avanti ad una donna che ha fatto la storia della musica e che ha dimostrato ancora una grinta invidiabile con un pezzo tra i più giovani e originali ascoltati stasera. Diodato e Le vibrazioni mi hanno lasciato abbastanza indifferente, con dei classici brani sanremesi, ma niente di originale. Ho molto apprezzato invece Marco Masini e Irene Grandi (con un brano scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri) forse i più equilibrati sia per età che per esperienza. E quindi perché solo 6 e mezzo? Perché la serata è trascorsa piacevolemte, senza momenti di vuoto o di noia come negli ultimi due anni, ma Amadeus non mi ha ancora conquistata e sicuramente le canzoni in gara non sono state le protagoniste della serata. Brexit: l’Europa è isolata! Intorno al 1930 il Times di Londra pubblicò in prima pagina un titolo che diceva: «C’è nebbia sulla Manica: il continente è isolato». Possiamo addebitarlo al proverbiale umorismo freddo degli inglesi o forse possiamo cogliere l’occasione per ricordare che il Regno Unito, in verità, non ha mai avuto l’intenzione di “unirsi” in modo indissolubile ad altri Stati.
Ma possiamo affermare che le ragioni della Brexit siano tutte addebitabili agli inglesi e al loro strano carattere? Forse è utile ricordare che, in una famosa conferenza stampa del novembre del 1967, Charles De Gaulle si oppose duramente alla possibilità di ingresso della Gran Bretagna nella Comunità Economica Europea (nata nel 1957 con il trattato di Roma e fondata da Francia, Germania dell’Ovest, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) temendo che quella eventualità avrebbe compromesso il suo disegno, mai celato, di un’Europa trainata da Parigi e Bonn (il muro di Berlino non era ancora caduto). E la condizione che il presidente francese pose agli inglesi era che rinunciassero al “loro modo di stare al mondo”. La domanda di adesione venne rifiutata ben due volte, finché, nel gennaio del 1973, il Regno Unito riuscirà a fare parte della Comunità Economica Europea. Ma già nel 1975 si celebrò il primo referendum (proposto dai laburisti) sulla permanenza nella CEE e vinse il “remain” con il 62% delle preferenze. Possiamo affermare che non si trattasse di un rapporto idilliaco, ma dobbiamo, dunque, chiederci se la questione fosse solamente conseguenza del cattivo carattere degli inglesi o se invece, già in quell’occasione non si scontrassero due modi diversi di intendere l’Europa e il ruolo degli Stati europei. Non possiamo nascondere che, già a quel tempo, si fronteggiano due modelli diversi: quello propugnato dalla Francia, come uno Stato unitario con propri organi politici sovraordinati rispetto agli altri Stati e quello propugnato dall’Inghilterra, come una confederazione di Stati sovrani,
uniti da interessi e cooperazione. Il modello che è venuto fuori è ancora diverso perchè ha la pretesa di esprimere uno Stato caratterizzato da organi di rappresentanza politica, ma in effetti è dichiaratamente sbilanciato su una sola politica: quella finanziaria. Così è successo che i buoni propositi di miglioramento delle condizioni di vita sono stati sostituiti da vincoli di finanza che hanno garantito soltanto gli investitori, a danno di imprese e lavoratori. E persino il proclamato “libero mercato” è stato sostituito da forme di imposizioni nella produzione. e vincoli sulle scelte commerciali che ha determinato la fortuna di alcuni Stati e l’impoverimento di altri. E la moneta unica, traguardo ambito per chiunque agognasse agli ideali di Europa dei popoli, ha avuto soltanto l’effetto di concentrare nelle banche centrali le politiche sottratte, sia agli Stati membri, sia agli organi politici dell’Unione. Questa situazione ha creato un dilemma, avvertito anche in Italia, per il quale è sembrato “illogico” schierarsi contro l’Europa, ma nel contempo, “irrazionale” continuare a permanervi con le stesse regole. Qualcuno ha pensato di provare a cambiare, ma, come afferma Baumann, il sistema finanziario non ha una sede specifica, non ha confini, né rappresentanti, dunque, non può essere combattuto. La questione, peraltro arricchita anche da argomentazioni estranee e talvolta eccessive, ha riportato lo scontro proprio da dove era partito, trovando un leader, David Cameron, che
pensava di poterla cavalcare a proprio vantaggio, organizzando un nuovo referendum nel 2016, con la dichiarata intenzione di chiudere la vicenda con la definitiva adesione della maggioranza degli inglesi all’Europa. La questione non andò come sperava Cameron e dopo l’esito del referendum, correttamente si dimise, affermando “I’m sorry”, con un atteggiamento corretto e rispettoso delle buone maniere in politica. In Italia, giusto per precisare, in occasione di un referendum epocale qualcuno provò a imitare Cameron, ma si fermò alla promessa delle dimissioni, rimanendo, senza alcuna vergogna anche dopo la sconfitta. Da quel giorno si sono succeduti tanti accadimenti, tutti caratterizzati da annunci catastrofici sulla eventualità che il Regno Unito, davvero volesse abbandonare la UE. Si è passati dalla impossibilità assoluta (ve la immaginate la Regina Elisabetta che si sente sottomessa alle decisioni del barcollante Junker?), alla minaccia di imporre sanzioni pesanti così da farli dissuadere (immaginate come possano sentirsi obbligati gli inglesi dalla decisione di organi a cui non riconoscano alcuna legittimazione), agli annunci di crisi economiche globali e presagi di malessere per i cittadini del Regno Unito. Nel frattempo, lo scorso 31 gennaio, alle ore 24, per la prima volta, l’unione Europea ha perso uno Stato. E qualcuno paventa che possa trattarsi di un evento non isolato. La vicenda è di importanza assoluta e merita di essere posta all’attenzione dei popoli europei, ma accade qualcosa di strano: mentre negli altri giornali la notizia viene riportata con enfasi in prima pagina, il quotidiano finanziario italiano
(il Sole 24 ore), lo stesso giorno dell’uscita dalla UE non dedica nella sua prima pagina, nemmeno un trafiletto all’evento. E il giorno seguente, tratta la notizia dedicando uno spazio minore rispetto all’apertura di nuove fabbriche in Toscana. Che strano? Se l’uscita dell’Inghilterra dalla UE avesse rappresentato, come annunciato dal 2016, una catastrofe per i sistema economico, certamente la notizia avrebbe dovuto essere riportata con l’enfasi che meritava. Invece non è accaduto e ciò deve indurre a farsi qualche domanda. Probabilmente aveva ragione Margareth Tatcher nel suo scontro con Delors. Si ha come la sensazione che dalla Brexit il sistema politico- finanziario ne esca come il vero sconfitto. Ma soprattutto ne esce sconfitta la pretesa che quello debba essere “l’unico sistema possibile”. E non si vuole che si sappia che, da questo sistema si può uscire senza il rischio di catastrofi. È evidente che ciò non vuol dire che il Regno Unito avrà vita facile, nè che abbia fatto bene a uscire. Certamente sarebbe stato meglio se l’Unione Europea, di fronte alle spinte di separazione, avesse avvertito il desiderio di ritornare ai propri valori e perseguire il benessere dei popoli e non solo dei finanzieri, come più volte ha affermato Varoufakis. Staremo a vedere e speriamo che la Brexit serva da lezione, non per altre uscite, ma per rafforzare l’Unione su valori diversi e “meno materiali”, a meno che non si pretenda che tutti noi, per dirla con De Gaulle, cambiamo “il nostro modo
di stare al mondo”. Metamorfosi: Leonardo De Fazio torna in Italia Partito giovanissimo dall’Italia, dopo essersi diplomato al college coreografico di Perm ed aver danzato per 7 anni nel teatro dell’opera di Krasnoyarsk in Siberia, Leonardo De Fazio affronta una nuova pagina della sua storia professionale lavorando in Cina come coreografo e direttore di compagnia. Ed è proprio in oriente che comincia a vedere la luce in maniera concreta, questa idea che lo porterà a creare la LDF ART PROMOTION, una associazione che ha lo scopo di incentivare lo scambio artistico tra le realtà giovanili del balletto russo e cinese con il panorama artistico europeo, di unire la cultura e l’ arte tersicorea occidentale con quella orientale, Russa e Cinese. Così nasce METAMOFORSI, gran galà di presentazione della LDF ART PROMOTION, con la partecipazione di giovani danzatori, alcuni dei quali già con esperienza internazionale di importanti concorsi, alcuni ancora studenti, ma con i quali getta le basi per dare vita a questo ambizioso progetto internazionale di danza.
Da qui anche il titolo della serata, METAMORFOSI, a significare il cambiamento che si può intraprendere nel lungo percorso di studente, danzatore, coreografo, direttore di compagnia. L’appuntamento è per SABATO 25 Gennaio alle ore 20,00 presso il Teatro Del Lido, Via delle Sirene 22, a OSTIA LIDO Sotto la direzione artistica di Leonardo De Fazio vedremo in scena tra i danzatori: Marina Volkova, Alessandra Pacioni, Yuri Mastrangeli, Marzia Caddia, Donata Franceschino, Clara Anzalone, Kamil Jasinski; e tra i musicisti: Domenico Fei, Edoardo Serafini, Emanuele Peroni. INFO e PRENOTAZIONI : 3292047122 – 3473867042. Biglietti: INTERO € 10,00 – Ridotto per scuole di danza e minori 14 anni € 8,00 Pio Schiano Moriello. L’ultimo viaggio di una leggenda Si è spento questa mattina Pio Schiano Moriello, vera e propria leggenda del nostro litorale. Con lui se ne va un secolo di storia.
Ad annunciarlo è la famiglia tramite Social Network ” Buongiorno a tutti ❤️ Vogliamo condividere questa notizia con voi tutti, che in un modo o nell’altro avete fatto parte della sua vita E lui in cambio vi ha regalato un pezzetto di sé Una grande forza, grandi valori, sempre un occhio attento e un orecchio pronto ad ascoltare chiunque avesse avuto voglia di parlare. Tanta umiltà e tanta bontà Ha creato una grande famiglia, ha saputo crescerla e unirla E con voi che ne fate parte ci stringiamo in questo momento” La foto in copertina l’ho scattata la scorsa estate, immagine quotidiana per i fraquentatori della spiaggia. Ed è così che vogliamo ricordarlo, sorridente e sereno alla guida del suo pattino, con il quale tutte le mattine solcava il suo mare. Il nostro marinaio di salvataggio. La redazione di Pomezia news esprime la sua vicinanza alla famiglia … Ricordate che il mare è vita … Pio Schiano Moriello
Il Festival di Sanremo tra musica e gossip Chi mi conosce lo sa, per me il Festival di Sanremo è l’evento televisivo dell’anno. E chi mi conosce sa anche che non sono una grande amante della musica italiana ma nonostante tutto Sanremo per me è imperdibile. Non ho apprezzato la direzione artistica di Baglioni, non tanto per la lentezza della presentazione, quanto più per la scelta dei partecipanti e dei pezzi. I brani di qualità ascoltati negli ultimi due anni si contano sulla punta delle dita. Ma veniamo al presente. Già dall’annuncio, la scelta di Amadeus come direttore artistico non ha accolto il mio entusiasmo ma non volevo lasciarmi condizionare dai pregiudizi e così ho aspettato la lista dei partecipanti. Marco Masini Alberto Urso Elettra Lamborghini Achille Lauro Anastasio Bugo e Morgan Diodato Elodie Enrico Nigiotti Francesco Gabbani
Giordana Angi Irene Grandi Le Vibrazioni Levante Junior Cally Michele Zarrillo Paolo Jannacci Piero Pelù Pinguini Tattici Nucleari Rancore Raphael Gualazzi Riki Rita Pavone Tosca Mi chiedo come si possa conciliare la presenza sullo stesso palco di Rita Pavone e Elettra Lamborghini o Piero Pelù e Achille Lauro. Magari quello che ci stupirà sarà proprio la capacità di riuscire a far convivere queste diverse anime sullo stesso palco, ma sono molto scettica. Forse una scelta dettata dal tentativo di attirare l’attenzione di un pubblico giovane? Ancora una volta non voglio lasciarmi trasportare dal pregiudizio, aspetto di sentire i brani in gara e spero … Ma oggi ho vacillato, quando ho letto le dichiarazioni di Amadeus che sulla scelta di Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi, ha dichiarato di “averla scelta per la bellezza ma anche per la capacità di stare accanto a un grande uomo, stando un passo indietro” Parole che hanno scatenato una forte polemica difendendosi poi
con: “Mi dispiace che sia stata interpretata malevolmente la mia frase, sono stato frainteso. Quel ‘passo indietro‘ si riferiva alla scelta di Francesca di stare fuori da riflettori che inevitabilmente sono puntati su un campione come Valentino. Un’altra ragazza avrebbe forse potuto ‘cavalcare’ tanta popolarità e invece Francesca ha scelto di essere più discreta, di rimanere più defilata” La spiegazione è condivisibile ma ormai il danno è fatto. Le dichiarazioni “di pancia” sono sempre le più dirette e le smentite hanno sempre meno eco. Certo che è riuscito a fare passare quello che doveva essere un pregio, ovvero non approfittare della notorietà del fidanzato per fare carriera, come uno stile di vita anacronistico, quello della donna che rimane un passo indietro per non oscurare la notorietà del compagno. Che poi, se non fosse stata la fidanzata di Valentino Rossi, siamo sicuri che l’avremmo vista sul palco dell’Ariston? Ma anche qui, niente pregiudizi, essere compagna o parente di qualcuno non deve essere una preclusione per una ragazza di talento (ipotizzo perché non la conosco) che probabilmente saprà farsi apprezzare oltre le polemiche. Che poi, le polemiche, il gossip e gli scoop sono il vero motore di Sanremo. Non ci prendiamo in giro, sono rimasti in pochi i pazzi come me che seguono il Festival per scoprire la nuova musica italiana, sperando sempre di trovare qualcosa che vada oltre i talent e gli influencer.
Mi consola però, ed è la mia spinta principale per la visione di questa edizione del Festival che parte male male male, la presenza fissa di Tiziano Ferro, e questo già mi basta. L’era dell’«errore umano» Nel 2015 il premier britannico Tony Blair, in un’intervista alla CNN, affermò, manifestando un apparente dispiacere, “di aver commesso gravi errori in occasione della guerra in Iraq”. Dunque, si è detto pentito per aver scatenato un conflitto in base a false informazioni (le inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein), ma anche per la mancanza di discernimento su quanto quel conflitto avrebbe scatenato, una instabilità incontrollabile che ha alimentato il dilagare della jihad, della quale l’attuale Califfo del terrore rappresenta solo un mostruoso epigono. E la commissione parlamentare britannica che ha prodotto il famoso Rapporto Chilcot, a conclusione dell’indagine affermò candidamente che «l’azione militare non si poteva considerare l’ultima risorsa possibile» Dalle cronache si apprende che, soltanto per quella “guerra sbagliata” vi furono 4.839 caduti, a cui vanno aggiunti oltre 10.000 caduti tra le file dell’Iraqi security forces, 468 contractors statunitensi morti tra il 2003 e il 2010, circa 160.000 civili morti dall’inizio delle operazioni di guerra.
Ma non si tratta di un caso isolato. È ormai radicata la consapevolezza che avere bombardato la Libia e spodestato in modo brutale il “dittatore” che la guidava, sulla promessa di promuovere una “primavera araba”, sia stato, invece, un altro grave errore che ha causato instabilità, morti, migrazioni di massa, nuove guerre e conseguenze che ancora ci sono sconosciute. In questo caso, però, nessuno si è sentito di dovere riconoscere l’errore. All’ «errore umano», invece ha fatto riferimento l’ayatollah iraniano Kahamenei dopo avere abbattuto un aereo civile con 176 passeggeri in occasione dell’attacco missilistico lanciato contro le postazioni USA in Iraq. Se non si trattasse di una situazione tragicamente reale e con conseguenze disastrose sembrerebbe di assistere a una contesa tra bambini dove, dopo una marachella, si presentano le scuse, pretendendo che ciò serva a cancellare ogni addebito. Peraltro, lo stesso Rohani, nel suo messaggio, ha affermato (come fanno gli adolescenti) che “non accadrà mai più”. Quindi, la faccenda è chiusa. Sia chiaro che qui non si tratta di prendere le parti degli USA (che comunque sono invasori) o degli Iraniani (che peraltro agiscono anch’essi a casa altrui, in Iraq), ma di prendere atto che, dopo millenni di storia e di presunta civiltà, siamo all’anno zero, nelle mani di prepotenti dall’evidente disagio psicologico che si nascondono dietro la difesa della nazione (America first) o peggio, si attribuiscono il ruolo di rappresentanza di un dio e in nome di quello giustificano ogni cosa. Non viene nessun dubbio che vi siano stati degli errori. Ma
gli errori non consistono soltanto nell’aver causato quel determinato conflitto o abbattuto quello specifico aereo, ma nel credere, in modo radicale, che ogni questione internazionale (e locale) si possa risolvere con la prepotenza e con la guerra. Nel frattempo, indisturbata, la Cina conquista il mondo intero senza avere mai dichiarato guerra ad alcuno. Ma questo è un altro problema.
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