L.A. CLASSICA Festival II edizione 2020, Latina

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L.A. CLASSICA Festival                                   II
edizione 2020, Latina
Al via la seconda edizione, nel 2020, del Festival di Musica
Classica organizzato dal Luogo Arte Accademia Musicale, e
patrocinato dal Comune di Latina, “L.A. CLASSICA Festival”.
Cinque concerti su stupende pagine di grande musica: Bach,
Mozart, Handel, Vivaldi, Boccherini, Bizet, Ravel; ma anche i
cugini Romberg, amici di Beethoven e stimatissimi dal
compositore tedesco, dei quali le composizioni, seppur molto
belle, vengono raramente eseguite, quindi una “chicca” per il
Festival di quest’anno.
I concerti si tengono nell’Aula Magna dell’Istituto “Vittorio
Veneto – Salvemini” di Latina, in via Giuseppe Mazzini 4, una
sala importante sia per il suo valore storico sia per essere
un luogo estremamente sensibile alla cultura.
Gli esecutori di questi cinque appuntamenti, tutti il venerdì
alle 21.00, sono musicisti di altissimo livello della città di
Latina. Il primo concerto, il 21 febbraio, vede protagoniste
le due artiste Flavia Di Tomasso, al violino, e Cecilia
Iacomini, alla viola, con il progetto “Tafelmusik”, un
autentico omaggio alla musica classica d’eccellenza di Bach,
Handel e Mozart. Il 6 marzo il violinista Vincenzo Tedesco si
esibisce con il suo quartetto d’archi sfoggiando il repertorio
dei cugini Romberg nel progetto “Beethoven’s Friends”. Il 20
marzo il Festival ospiterà il basso Dario Ciotoli e il Maestro
Nicolò Iucolano che, insieme all’orchestra d’archi Luogo Arte
Ensemble e al coro, regaleranno una serata dedicata a Bach e
ai grandi Maestri dell’epoca. Il 3 aprile Cecilia Iacomini,
insieme al pianista Bruno
Cifra, eseguirà “Entr’acte”, un programma/capolavoro dedicato
alla bellezza e al virtuosismo della viola, e infine, la
chiusura del Festival è affidata ad un trio brillantissimo di
giovani e promettenti chitarristi, il “Guitar Trio
Dimensional”, con Valentina Pellecchia, Mirko Zanotti e
Gabriele Zanotti.
La biglietteria apre 30 minuti prima di ogni concerto, ma è
possibile prenotare per fermare i posti al numero 0773 820011
dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30, oppure lasciare
un messaggio (sms o watshapp) al numero 328 8379615.
Il biglietto intero è 12,00 euro, il ridotto 8,00, ed è
prevista la gratuità sotto i 12 anni. Hanno accesso alla
riduzione i minori, gli studenti e le persone
diversamente abili.
Buona Musica!

CONCORSO INTERNAZIONALE DI
COMPOSIZIONE “PREMIO MUSICA
NOVA” Latina, II Edizione
2020
Presidente di Giuria: ENNIO MORRICONE
Termine iscrizioni: 24 Maggio 2020
Premiazione: Settembre 2020

Sono aperte le iscrizioni alla Seconda Edizione del Concorso
Internazionale di Composizione PREMIO MUSICA NOVA,
l’iniziativa che il Luogo Arte Accademia Musicale di Latina,
dedica ai talenti emergenti della musica contemporanea.
Il Concorso (ideato e diretto dalla violinista Flavia Di
Tomasso) rientra in un più ampio progetto culturale che punta
alla creazione di nuovi spazi e possibilità di incontro per la
Nuova Scrittura Musicale, un ponte tra giovane creatività,
talentuosi strumentisti, eccellenze del mondo della
composizione e nuovo pubblico.
L’importanza sociale e culturale della manifestazione è
testimoniata dalla presenza in Giuria delle eccellenze
italiane Ennio Morricone (Presidente di Giuria) e Franco
Piersanti, affiancati nei lavori di Commissione da Lucio
Gregoretti, Claudio Paradiso, Alberto Giraldi, Stefano Cucci,
Paolo Rotili e Albino Taggeo.
Già alla Prima Edizione del Concorso, 33 partecipanti,
provenienti da tutto il mondo, sono stati ammessi per proporre
un‘opera inedita scritta per ensemble vocale e/o strumentale.
Dietro esplicita richiesta dei Maestri Morricone e Piersanti,
l’Edizione 2020 mira a valorizzare la scrittura per strumento
solista: i candidati dovranno sottoporre alla Commissione una
composizione scritta per violino o violoncello solo della
durata massima di 10 minuti.
Tale specificità rappresenta un rilevante elemento di
distinzione e metterà in gioco concrete competenze nella
ricerca e sperimentazione di linguaggi e scelte espressive
legate al singolo strumento prescelto.
L’iniziativa si rivolge ai musicisti di tutto il mondo, senza
limiti di età.
La composizione dovrà essere inedita e ineseguita fino alla
conclusione del concorso.
Il Premio Musica Nova viene supportato dall’impegno e dalla
passione di autorevoli partner (DMI -Dizionario della Musica
in Italia, Conservatorio O. Respighi di Latina, Conservatorio
L. Refice di Frosinone e Nuova Consonanza) e si avvale del
Sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Sport e Turismo del
Comune di Latina.
E’ possibile consultare e scaricare Bando e Modulo di
partecipazione dal sito web www.premiomusicanova.it
LINK di approfondimento
SITO: https://www.premiomusicanova.it/
PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/Premio-Musica-Nova-
274752476539981/?modal=admin_todo_tour
INTERVISTA     AL   M°   ENNIO    MORRICONE    SUL    PREMIO:
https://youtu.be/NBw0YIvdr5E
DOSSIER 2019 IN ITALIANO DEL PREMIO (con rassegna fotografica)
https://2b5620f1-5ad3-4e85-9620-
f162492619f1.filesusr.com/ugd/2d61ff_08347801948c4e8f8e43dfe9e
d01db66.pdf?index=true

Sanremo 2020 – Seconda Serata

Voto per la Seconda Serata 6 e mezzo

Donne di questa sera Laura Chimenti, Emma D’Aquino e Sabrina
Salerno. Tra gli ospiti anche i Ricchi e poveri, di nuovo in 4
dopo 40 anni, e Gigi D’alessio che ha celebrato i 20 anni
della sua “Non dirgli mai”

Amadeus ha spesso dichiarato che questo sarebbe stato il
festival delle donne, beh oggi non ce ne siamo accorti.
Tralasciando i minuti di revival con Sabrina Salerno, per
sentir parlare Emma d’Aquino abbiamo dovuto attendere le 1.15,
e arrivare fino alle 1.30 per ascoltare Laura Chimenti, per il
resto le abbiamo soltanto sentite leggere l’elenco di cantanti
e autori.

Una nota per i ragazzi delle nuove proposte tra cui spicca
Marco Sentieri con la sua Billy Blu e un testo che parla di
bullismo.

Anche per stasera vi racconto 3 momenti da Standing Ovation
(che anche stasera sono momenti estranei alla gara)

     Il duetto di Tiziano Ferro con Massimo Ranieri, che
     hanno interpretato la celebre Perdere l’amore. Uno di
     quei momenti che rimarranno nella storia della musica e
     della televisione, brividi e emozioni e voci che
     trapassano le orecchie e il cuore.
     Paolo Palumbo, 22enne con Sclerosi laterale amiotrofica
     (Sla) che insieme a Kumalibre ha cantato (con l’ausilio
     del sistetizzatoere vocale) un brano scritto da lui che
     parla della sua condizione intitolato “Io sono Paolo” e
     che recita “sono la montagna che va da Maometto pur
     restando disteso nel letto per volare mi bastano gli
     occhi quelle volte che il mondo sta stretto”
     Arriva Zucchero! E l’Ariston si risveglia

A fine serata la giuria demoscopica decreta questa classifica

12 Junior Cally
11 Rancore
10 Elettra Lamborghini
9 Enrico Nigiotti
8 Paolo Jannacci
7 Giordana Angi
6 Levante
5 Michele Zarrillo
4 Tosca
3 Pinguini tattici nucleari
2 Piero Pelù
1 Francesco Gabbani
Classifica di stasera più che condivisibile anche se avrei
portato più in alto Enrico Nigiotti che ha un bel testo e ha
reso una performance decisamente emozionante. Interessante
anche Levante.
Su Junior Cally si è detto tanto e credo che tutto si possa
racchiudere in un concetto semplice che poi è anche il titolo
della sua canzone “No Grazie”
Elettra Lamborghini porta il Reggaeton e il Twerk sul palco
dell’Ariston, e se la cava anche bene nonostante le premesse,
mi chiedo però, anzi lo chiedo al direttore artistico, ne
avevamo veramente bisogno? Michele Zarrillo, (alla sua
tredicesima partecipazione sanremese) è una bella inizione di
energia ma arriva ormai alla soglia delle 1.30. Una certezza
Piero Pelù e una sorpresa i Pinguini tattici nucleari. Primo
meritatissimo posto per Gabbani che ad oggi risulta l’artista
che più mi ha colpito per completezza tra musica, testo e
performance.

E quindi perché solo 6 e mezzo?

Perché cresce il livello musicale ma scende tutto il resto
quindi il voto rimane invariato.
La risposta è nelle ultime parole di Tiziano Ferro: “per
domani # Fiorello Statte zitto”. E si, perché, dopo le nuove
proposte il festival è stato un Fiorello Show ed abbiamo
dovuto attendere le 22 per ascoltare la prima canzone in gara.
A un certo punto ho anche pensato che il conduttore non fosse
più Amadeus ma Fiorello.

5 ore di show intorno a quelli che sono all’incirca 60 minuti
(comprese le presentazioni) riservati ai brani in gara.
Forse Amadeus e Fiorello hanno scambiato il Festival con il
Varietà del sabato sera?
La classifica generale vede sul podio: Piero Pelù, Le
Vibrazioni, Francesco Gabbani.
Domani serata cover con i voti dell’orchestra.

Bilancio, i deputati                                   M5S
illustrano la manovra
Appuntamento venerdì 7 alle 18 all’Hotel Enea

Venerdì 7 Febbraio, alle ore 18 presso l’Hotel Enea, il
Movimento 5 Stelle Pomezia, in collaborazione con Il Movimento
5 stelle Ardea attende e accoglie tutti i cittadini ad un
incontro sul tema del Bilancio.
Dal #Redditodicittadinanza a #Quota100, dal #CodiceRosso al
#DecretoClima, tutto passa dalla legge di Bilancio, un
documento fondamentale attraverso il quale il Governo comunica
al Parlamento la ripartizione delle spese pubbliche e delle
entrate, che si riflettono a cascata sulle regioni e sui
comuni.
Saranno i deputati del Movimento 5 Stelle, Francesca Flati e
Francesco Silvestri, ad illustrare il lavoro e i risultati
della Manovra Nazionale.
Presente anche la Consigliera Regionale Valentina Corrado per
parlare degli interventi inseriti nel bilancio regionale che
riguardano il nostro territorio.Interverranno inoltre il
Sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà e il Sindaco di Ardea,
Mario Savarese, per parlare di quanto previsto a livello
locale.
L’ingresso è libero e gratuito.
Sanremo 2020 – Prima serata
Voto per la prima serata 6 e mezzo

Donne di questa serata: Diletta Leotta e Rula Jebreal, Ospiti
Al Bano e Romina, Gabriele Muccino e il cast del suo ultimo
film, ed Emma Marrone, prima cantante in 70 anni ad esibirsi
anche fuori dal teatro Ariston nel palco allestito in piazza
Colombo.

Una nota di merito per la Rai che tramite Raiplay ha reso
disponibile la fruizione del Festival per i non udenti con la
traduzione in LIS di tutta la serata e di tutti i brani in
gara.

3 i momenti di maggior rilievo, in ordine temporale e non di
importanza:

     La commozione di Tiziano Ferro che si emoziona cantando
     Almeno tu nell’universo dimostrando di essere l’uomo che
     canta con il cuore. “Questa canzone non è stata scritta
     per un uomo, e io sono stato il primo ad interpretarla,
     verso la fine un po’ non ce l’ho fatta, ma era il mio
     sogno, chi se ne frega!”
     Il confronto tra cronaca e musica raccontato da Rula
     Jebreal che legge sul libro nero le parole che non
     vorremmo mai sentire, che parlano di storie di violenza,
     di chi colpisce con le chiavi di casa in mano, e sul
libro bianco le parole di canzoni che invece raccontano
     di donne e di amore, tutte canzoni scritte da uomini, a
     significare che “è possibile cantare l’amore e la cura”.
     Ha aggiunto anche “domani parlate pure di me, di come
     ero vestita, è giusto, ma nessuno deve più chiedere a
     una donna come era vestita quando è stata stuprata”. Un
     momento che raccoglie la prima standing ovation di
     questo Festival.
     E poi Gessica Notaro, la donna che circa 3 anni fa ha
     subito un aggressione con l’acido da parte del suo ex
     fidanzato, che ha interpretato un pezzo scritto con
     Antonio Maggio ed Ermal Metà. Un pezzo destinato a
     diventare un manifesto contro la violenza sulle donne.

A fine serata la giuria demoscopica decreta questa classifica

12 Bugo e Morgan
11 Riki
10 Rita Pavone
9 Achille Lauro
8 Anastasio
7 Raphael Gualazzi
6 Alberto Urso
5 Marco Masini
4 Irene Grandi
3 Diodato
2 Elodie
1 Le vibrazioni

Di questa classifica condivido solo la posizione di Elodie,
con un brano in cui è chiara l’impronta dell’autore Mahmood.
Anzi no, anche la dodicesima posizione di Bugo e Morgan è
meritatissima.
Non posso pensare a Rita Pavone sorpassata da Achille Lauro,
l’uomo con la tutina di lustrini sotto il mantello,
classificato un passo avanti ad una donna che ha fatto la
storia della musica e che ha dimostrato ancora una grinta
invidiabile con un pezzo tra i più giovani e originali
ascoltati stasera.
Diodato e Le vibrazioni mi hanno lasciato abbastanza
indifferente, con dei classici brani sanremesi, ma niente di
originale. Ho molto apprezzato invece Marco Masini e Irene
Grandi (con un brano scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri)
forse i più equilibrati sia per età che per esperienza.

E quindi perché solo 6 e mezzo?

Perché la serata è trascorsa piacevolemte, senza momenti di
vuoto o di noia come negli ultimi due anni, ma Amadeus non mi
ha ancora conquistata e sicuramente le canzoni in gara non
sono state le protagoniste della serata.

Brexit: l’Europa è isolata!
Intorno al 1930 il Times di Londra pubblicò in prima pagina un
titolo che diceva: «C’è nebbia sulla Manica: il continente è
isolato». Possiamo addebitarlo al proverbiale umorismo freddo
degli inglesi o forse possiamo cogliere l’occasione per
ricordare che il Regno Unito, in verità, non ha mai avuto
l’intenzione di “unirsi” in modo indissolubile ad altri Stati.
Ma possiamo affermare che le ragioni della Brexit siano tutte
addebitabili agli inglesi e al loro strano carattere?

Forse è utile ricordare che, in una famosa conferenza stampa
del novembre del 1967, Charles De Gaulle si oppose duramente
alla possibilità di ingresso della Gran Bretagna nella
Comunità Economica Europea (nata nel 1957 con il trattato di
Roma e fondata da Francia, Germania dell’Ovest, Italia,
Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) temendo che quella
eventualità avrebbe compromesso il suo disegno, mai celato, di
un’Europa trainata da Parigi e Bonn (il muro di Berlino non
era ancora caduto). E la condizione che il presidente francese
pose agli inglesi era che rinunciassero al “loro modo di stare
al mondo”.

La domanda di adesione venne rifiutata ben due volte, finché,
nel gennaio del 1973, il Regno Unito riuscirà a fare parte
della Comunità Economica Europea. Ma già nel 1975 si celebrò
il primo referendum (proposto dai laburisti) sulla permanenza
nella CEE e vinse il “remain” con il 62% delle preferenze.

Possiamo affermare che non si trattasse di un rapporto
idilliaco, ma dobbiamo, dunque, chiederci se la questione
fosse solamente conseguenza del cattivo carattere degli
inglesi o se invece, già in quell’occasione non si
scontrassero due modi diversi di intendere l’Europa e il ruolo
degli Stati europei.

Non possiamo nascondere che, già a quel tempo, si fronteggiano
due modelli diversi: quello propugnato dalla Francia, come uno
Stato unitario con propri organi politici sovraordinati
rispetto    agli    altri   Stati    e  quello    propugnato
dall’Inghilterra, come una confederazione di Stati sovrani,
uniti da interessi e cooperazione.

Il modello che è venuto fuori è ancora diverso perchè ha la
pretesa di esprimere uno Stato caratterizzato da organi di
rappresentanza politica, ma in effetti è dichiaratamente
sbilanciato su una sola politica: quella finanziaria.

Così è successo che i buoni propositi di miglioramento delle
condizioni di vita sono stati sostituiti da vincoli di finanza
che hanno garantito soltanto gli investitori, a danno di
imprese e lavoratori. E persino il proclamato “libero mercato”
è stato sostituito da forme di imposizioni nella produzione. e
vincoli sulle scelte commerciali che ha determinato la fortuna
di alcuni Stati e l’impoverimento di altri. E la moneta unica,
traguardo ambito per chiunque agognasse agli ideali di Europa
dei popoli, ha avuto soltanto l’effetto di concentrare nelle
banche centrali le politiche sottratte, sia agli Stati membri,
sia agli organi politici dell’Unione.

Questa situazione ha creato un dilemma, avvertito anche in
Italia, per il quale è sembrato “illogico” schierarsi contro
l’Europa, ma nel contempo, “irrazionale” continuare a
permanervi con le stesse regole.

Qualcuno ha pensato di provare a cambiare, ma, come afferma
Baumann, il sistema finanziario non ha una sede specifica, non
ha confini, né rappresentanti, dunque, non può essere
combattuto.

La questione, peraltro arricchita anche da argomentazioni
estranee e talvolta eccessive, ha riportato lo scontro proprio
da dove era partito, trovando un leader, David Cameron, che
pensava di poterla cavalcare a proprio vantaggio, organizzando
un nuovo referendum nel 2016, con la dichiarata intenzione di
chiudere la vicenda con la definitiva adesione della
maggioranza degli inglesi all’Europa.

La questione non andò come sperava Cameron e dopo l’esito del
referendum, correttamente si dimise, affermando “I’m sorry”,
con un atteggiamento corretto e rispettoso delle buone maniere
in politica. In Italia, giusto per precisare, in occasione di
un referendum epocale qualcuno provò a imitare Cameron, ma si
fermò alla promessa delle dimissioni, rimanendo, senza alcuna
vergogna anche dopo la sconfitta.

Da quel giorno si sono succeduti tanti accadimenti, tutti
caratterizzati da annunci catastrofici sulla eventualità che
il Regno Unito, davvero volesse abbandonare la UE. Si è
passati dalla impossibilità assoluta (ve la immaginate la
Regina Elisabetta che si sente sottomessa alle decisioni del
barcollante Junker?), alla minaccia di imporre sanzioni
pesanti così da farli dissuadere (immaginate come possano
sentirsi obbligati gli inglesi dalla decisione di organi a cui
non riconoscano alcuna legittimazione), agli annunci di crisi
economiche globali e presagi di malessere per i cittadini del
Regno Unito.

Nel frattempo, lo scorso 31 gennaio, alle ore 24, per la prima
volta, l’unione Europea ha perso uno Stato. E qualcuno paventa
che possa trattarsi di un evento non isolato.

La vicenda è di importanza assoluta e merita di essere posta
all’attenzione dei popoli europei, ma accade qualcosa di
strano: mentre negli altri giornali la notizia viene riportata
con enfasi in prima pagina, il quotidiano finanziario italiano
(il Sole 24 ore), lo stesso giorno dell’uscita dalla UE non
dedica nella sua prima pagina, nemmeno un trafiletto
all’evento. E il giorno seguente, tratta la notizia dedicando
uno spazio minore rispetto all’apertura di nuove fabbriche in
Toscana.

Che strano? Se l’uscita dell’Inghilterra dalla UE avesse
rappresentato, come annunciato dal 2016, una catastrofe per i
sistema economico, certamente la notizia avrebbe dovuto essere
riportata con l’enfasi che meritava.

Invece non è accaduto e ciò deve indurre a farsi qualche
domanda. Probabilmente aveva ragione Margareth Tatcher nel suo
scontro con Delors.

Si ha come la sensazione che dalla Brexit il sistema politico-
finanziario ne esca come il vero sconfitto. Ma soprattutto ne
esce sconfitta la pretesa che quello debba essere “l’unico
sistema possibile”. E non si vuole che si sappia che, da
questo sistema si può uscire senza il rischio di catastrofi.

È evidente che ciò non vuol dire che il Regno Unito avrà vita
facile, nè che abbia fatto bene a uscire. Certamente sarebbe
stato meglio se l’Unione Europea, di fronte alle spinte di
separazione, avesse avvertito il desiderio di ritornare ai
propri valori e perseguire il benessere dei popoli e non solo
dei finanzieri, come più volte ha affermato Varoufakis.

Staremo a vedere e speriamo che la Brexit serva da lezione,
non per altre uscite, ma per rafforzare l’Unione su valori
diversi e “meno materiali”, a meno che non si pretenda che
tutti noi, per dirla con De Gaulle, cambiamo “il nostro modo
di stare al mondo”.

Metamorfosi:   Leonardo                                  De
Fazio torna in Italia

Partito giovanissimo dall’Italia, dopo essersi diplomato al
college coreografico di Perm ed aver danzato per 7 anni nel
teatro dell’opera di Krasnoyarsk in Siberia, Leonardo De Fazio
affronta una nuova pagina della sua storia professionale
lavorando in Cina come coreografo e direttore di compagnia.

Ed è proprio in oriente che comincia a vedere la luce in
maniera concreta, questa idea che lo porterà a creare la LDF
ART PROMOTION, una associazione che ha lo scopo di incentivare
lo scambio artistico tra le realtà giovanili del balletto
russo e cinese con il panorama artistico europeo, di unire la
cultura e l’ arte tersicorea occidentale con quella orientale,
Russa e Cinese.

Così nasce METAMOFORSI, gran galà di presentazione della LDF
ART PROMOTION, con la partecipazione di giovani danzatori,
alcuni dei quali già con esperienza internazionale di
importanti concorsi, alcuni ancora studenti, ma con i quali
getta le basi per dare vita a questo ambizioso progetto
internazionale di danza.
Da qui anche il titolo della serata, METAMORFOSI, a
significare il cambiamento che si può intraprendere nel lungo
percorso di studente, danzatore, coreografo, direttore di
compagnia.

L’appuntamento è per SABATO 25 Gennaio alle ore 20,00 presso
il Teatro Del Lido, Via delle Sirene 22, a OSTIA LIDO

Sotto la direzione artistica di Leonardo De Fazio vedremo in
scena tra i danzatori: Marina Volkova, Alessandra Pacioni,
Yuri Mastrangeli, Marzia Caddia, Donata Franceschino, Clara
Anzalone, Kamil Jasinski; e tra i musicisti: Domenico Fei,
Edoardo Serafini, Emanuele Peroni.

INFO e PRENOTAZIONI : 3292047122 – 3473867042. Biglietti:
INTERO € 10,00 – Ridotto per scuole di danza e minori 14 anni
€ 8,00

Pio    Schiano    Moriello.
L’ultimo  viaggio   di  una
leggenda
Si è spento questa mattina Pio Schiano Moriello, vera e
propria leggenda del nostro litorale. Con lui se ne va un
secolo di storia.
Ad annunciarlo è la famiglia tramite Social Network

” Buongiorno a tutti ❤️
Vogliamo condividere questa notizia con voi tutti, che in un
modo o nell’altro avete fatto parte della sua vita
E lui in cambio vi ha regalato un pezzetto di sé
Una grande forza, grandi valori, sempre un occhio attento e un
orecchio pronto ad ascoltare chiunque avesse avuto voglia di
parlare.
Tanta umiltà e tanta bontà
Ha creato una grande famiglia, ha saputo crescerla e unirla
E con voi che ne fate parte ci stringiamo in questo momento”

La foto in copertina l’ho scattata la scorsa estate, immagine
quotidiana per i fraquentatori della spiaggia. Ed è così che
vogliamo ricordarlo, sorridente e sereno alla guida del suo
pattino, con il quale tutte le mattine solcava il suo mare. Il
nostro marinaio di salvataggio.

La redazione di Pomezia news esprime la sua vicinanza alla
famiglia

… Ricordate che il mare è vita …
Pio Schiano Moriello
Il Festival di Sanremo tra
musica e gossip
Chi mi conosce lo sa, per me il Festival di Sanremo è l’evento
televisivo dell’anno.
E chi mi conosce sa anche che non sono una grande amante della
musica italiana ma nonostante tutto Sanremo per me è
imperdibile.

Non ho apprezzato la direzione artistica     di Baglioni, non
tanto per la lentezza della presentazione,   quanto più per la
scelta dei partecipanti e dei pezzi. I       brani di qualità
ascoltati negli ultimi due anni si contano   sulla punta delle
dita.

Ma veniamo al presente.
Già dall’annuncio, la scelta di Amadeus come direttore
artistico non ha accolto il mio entusiasmo ma non volevo
lasciarmi condizionare dai pregiudizi e così ho aspettato la
lista dei partecipanti.

Marco Masini
Alberto Urso
Elettra Lamborghini
Achille Lauro
Anastasio
Bugo e Morgan
Diodato
Elodie
Enrico Nigiotti
Francesco Gabbani
Giordana Angi
Irene Grandi
Le Vibrazioni
Levante
Junior Cally
Michele Zarrillo
Paolo Jannacci
Piero Pelù
Pinguini Tattici Nucleari
Rancore
Raphael Gualazzi
Riki
Rita Pavone
Tosca

Mi chiedo come si possa conciliare la presenza sullo stesso
palco di Rita Pavone e Elettra Lamborghini o Piero Pelù e
Achille Lauro. Magari quello che ci stupirà sarà proprio la
capacità di riuscire a far convivere queste diverse anime
sullo stesso palco, ma sono molto scettica.

Forse una scelta dettata dal tentativo di attirare
l’attenzione di un pubblico giovane? Ancora una volta non
voglio lasciarmi trasportare dal pregiudizio, aspetto di
sentire i brani in gara e spero …

Ma oggi ho vacillato, quando ho letto le dichiarazioni di
Amadeus che sulla scelta di Francesca Sofia Novello, fidanzata
di Valentino Rossi, ha dichiarato di
“averla scelta per la bellezza ma anche per la capacità di
stare accanto a un grande uomo, stando un passo indietro”

Parole che hanno scatenato una forte polemica difendendosi poi
con:

“Mi dispiace che sia stata interpretata malevolmente la mia
frase, sono stato frainteso. Quel ‘passo indietro‘ si riferiva
alla scelta di Francesca di stare fuori da riflettori che
inevitabilmente sono puntati su un campione come Valentino.
Un’altra ragazza avrebbe forse potuto ‘cavalcare’ tanta
popolarità e invece Francesca ha scelto di essere più
discreta, di rimanere più defilata”

La spiegazione è condivisibile ma ormai il danno è fatto. Le
dichiarazioni “di pancia” sono sempre le più dirette e le
smentite hanno sempre meno eco. Certo che è riuscito a fare
passare quello che doveva essere un pregio, ovvero non
approfittare della notorietà del fidanzato per fare carriera,
come uno stile di vita anacronistico, quello della donna che
rimane un passo indietro per non oscurare la notorietà del
compagno.

Che poi, se non fosse stata la fidanzata di Valentino Rossi,
siamo sicuri che l’avremmo vista sul palco dell’Ariston?
Ma anche qui, niente pregiudizi, essere compagna o parente di
qualcuno non deve essere una preclusione per una ragazza di
talento (ipotizzo perché non la conosco) che probabilmente
saprà farsi apprezzare oltre le polemiche.

Che poi, le polemiche, il gossip e gli scoop sono il vero
motore di Sanremo. Non ci prendiamo in giro, sono rimasti in
pochi i pazzi come me che seguono il Festival per scoprire la
nuova musica italiana, sperando sempre di trovare qualcosa che
vada oltre i talent e gli influencer.
Mi consola però, ed è la mia spinta principale per la visione
di questa edizione del Festival che parte male male male, la
presenza fissa di Tiziano Ferro, e questo già mi basta.

L’era dell’«errore umano»
Nel 2015 il premier britannico Tony Blair, in un’intervista
alla CNN, affermò, manifestando un apparente dispiacere, “di
aver commesso gravi errori in occasione della guerra in Iraq”.
Dunque, si è detto pentito per aver scatenato un conflitto in
base a false informazioni (le inesistenti armi di distruzione
di massa di Saddam Hussein), ma anche per la mancanza di
discernimento su quanto quel conflitto avrebbe scatenato, una
instabilità incontrollabile che ha alimentato il dilagare
della jihad, della quale l’attuale Califfo del terrore
rappresenta solo un mostruoso epigono.

E la commissione parlamentare britannica che ha prodotto il
famoso Rapporto Chilcot, a conclusione dell’indagine affermò
candidamente che «l’azione militare non si poteva considerare
l’ultima risorsa possibile»

Dalle cronache si apprende che, soltanto per quella “guerra
sbagliata” vi furono 4.839 caduti, a cui vanno aggiunti oltre
10.000 caduti tra le file dell’Iraqi security forces, 468
contractors statunitensi morti tra il 2003 e il 2010, circa
160.000 civili morti dall’inizio delle operazioni di guerra.
Ma non si tratta di un caso isolato. È ormai radicata la
consapevolezza che avere bombardato la Libia e spodestato in
modo brutale il “dittatore” che la guidava, sulla promessa di
promuovere una “primavera araba”, sia stato, invece, un altro
grave errore che ha causato instabilità, morti, migrazioni di
massa, nuove guerre e conseguenze che ancora ci sono
sconosciute. In questo caso, però, nessuno si è sentito di
dovere riconoscere l’errore.

All’ «errore umano», invece ha fatto riferimento l’ayatollah
iraniano Kahamenei dopo avere abbattuto un aereo civile con
176 passeggeri in occasione dell’attacco missilistico lanciato
contro le postazioni USA in Iraq.

Se non si trattasse di una situazione tragicamente reale e con
conseguenze disastrose sembrerebbe di assistere a una contesa
tra bambini dove, dopo una marachella, si presentano le scuse,
pretendendo che ciò serva a cancellare ogni addebito.
Peraltro, lo stesso Rohani, nel suo messaggio, ha affermato
(come fanno gli adolescenti) che “non accadrà mai più”.
Quindi, la faccenda è chiusa.

Sia chiaro che qui non si tratta di prendere le parti degli
USA (che comunque sono invasori) o degli Iraniani (che
peraltro agiscono anch’essi a casa altrui, in Iraq), ma di
prendere atto che, dopo millenni di storia e di presunta
civiltà, siamo all’anno zero, nelle mani di prepotenti
dall’evidente disagio psicologico che si nascondono dietro la
difesa della nazione (America first) o peggio, si
attribuiscono il ruolo di rappresentanza di un dio e in nome
di quello giustificano ogni cosa.

Non viene nessun dubbio che vi siano stati degli errori. Ma
gli errori non consistono soltanto nell’aver causato quel
determinato conflitto o abbattuto quello specifico aereo, ma
nel credere, in modo radicale, che ogni questione
internazionale (e locale) si possa risolvere con la prepotenza
e con la guerra.

Nel frattempo, indisturbata, la Cina conquista il mondo intero
senza avere mai dichiarato guerra ad alcuno. Ma questo è un
altro problema.
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