In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L'Arte e l'Opera ci danno entrambe - OperaLife
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
0 6|2 0 giugno INTERVISTA ESCLUSIVA A KRISTINE OPOLAIS In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L’Arte e l’Opera ci danno entrambe. IN QUESTO NUMERO INTERVISTE ESCLUSIVE A KRISTINE OPOLAIS, MATTHEW POLENZANI E RAFFAELE ABETE
SOMMARIOGIUGNO2020 Musica e Teatro LE SINFONIE DI BEETHOVEN PG 8 DONNE CON I PANTALONI PG 10 Cultura EINTRITT PG 18 IL FESTIVAL DI SAVONLINNA PG 20 Arte ARTE, RECONDITA ARMONIA PG 32 Storia DUE REGINE IN SCENA PER DONIZETTI PG 34 Attualità QUANDO L’IMMOBILITÀ SEMBRA UNA GARANZIA PG 42 GIOVANNI ZENATELLO PG 44 A TU PER TU NEMORINO PG 46 In questo numero INTERVISTE ESCLUSIVE A KRISTINE OPOLAIS [PG24], MATTHEW POLENZANI [PG12] E RAFFAELE ABETE [PG36] OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 3
PICCOLENEWS Concorsi lirici del 2020 – scadenze di Giugno Qui di seguito riportiamo le iscrizioni in scadenza a Giugno per vari concorsi. XXXIV Concorso Internazionale per Pianisti e Cantanti Lirici FRANCESCO PAOLO NEGLIA (Enna). Scadenza 14 Giugno. Selezione per Concorso Internazionale per Cantanti Lirici “Città di Alcamo 2020” (Modena). Scadenza 15 Giugno. VI Concorso Lirico Internazionale di Portofino (Portofino - Genova). Scadenza 22 Giugno. I Concorso Lirico Internazionale Lions di Canto Lirico Online (Milano). Scadenza 30 Giugno Il coronavirus portato sul palcoscenico De’ relitti e delle quarantene. Questo il nome dell’opera buffa ideata dal Maestro livornese Mario Menicagli, con la collaborazione dello scrittore Lido Pacciardi, che ci racconta la vita di una coppia sposata alle prese con la convivenza forzata a causa della quarantena. Il debutto dell’opera avverrà a luglio presso la Tenuta Bellavista Insuese di Collesalvetti, in provincia di Livorno, dove i due protagonisti, il baritono Carlo Morini ed il soprano Costanza Gallo, saranno affiancati da un quartetto d’archi e cembalo. Sarà disponibile anche una prima versione digitale dell’opera, curata da Stefano Brondi, che farà uso delle registrazioni audio e delle riprese video dei cantanti e dei musicisti realizzate singolarmente durante la quarantena, in attesa della versione registrata dal vivo quando l’emergenza sanitaria sarà passata. 4 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Confermata l’8ª edizione di Corso d’Opera Prevista inizialmente nel periodo di giugno/luglio, a causa della situazione attuale la masterclass lirica di Corso d’Opera è stata posticipata al 24 agosto, con chiusura il 7 settembre. È stata naturalmente posticipata anche la chiusura delle iscrizioni, decisa per il 15 Giugno. La masterclass, giunta alla sua 8° edizione, ha l’obbiettivo di garantire ai giovani cantanti lirici un punto di partenza, soprattutto in questo momento difficile, come ha sottolineato il Direttore Generale Raffaella Coletti dell’Associazione Corso d’Opera APS. Questa edizione vanta inoltre la collaborazione del Teatro Carlo Felice di Genova, grazie al quale i giovani artisti potranno partecipare ad una delle produzioni in cartellone, con la regia di Hugo De Ana. Tra i docenti del corso, oltre al sopraccitato De Ana, ricordiamo Roberto Abbado, Fernando Cordeiro Opa, Leonardo De Lisi e Alessandro Corbelli. Genova non si arrende È stato pubblicato in questi giorni il bando della città di Genova rivolto all’organizzazione di festival, manifestazioni e spettacoli dal vivo sul territorio comunale, centro città e periferie incluse. Barbara Grosso, Assessore alle Politiche Culturali, Politiche dell’Istruzione, Politiche per i Giovani, ha voluto sottolineare come il bando vuole anche essere un segnale che la città non si è mai fermata, ma che va avanti, adattandosi ai cambiamenti a cui è stata sottoposta. Tra le importanti novità del bando di quest’anno c’è infatti l’attenzione riservato al mondo digitale, visto non come una alternativa agli spettacoli dal vivo ma bensì come un valore aggiunto, per coinvolgere il pubblico che non potrà essere presente alle manifestazioni e per invogliarlo ad approfondire la conoscenza delle opere e della città. Altra importante novità sarà il fattore temporale, con il tempo di realizzazione degli eventi a partire dal primo di luglio 2020 al 31 gennaio del prossimo anno, comprendente anche la possibilità quindi di posticipare un evento in caso di necessità. OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 5
Pubblicità OPERALIFEMAGAZINE Firenze 1903 ha deciso di dedicare una stilografica al genio musicale di Giuseppe Verdi e al capolavoro musicale di tutti i tempi, la “Messa da Requiem” scritta in omaggio al grande scrittore e patriota italiano Alessandro Manzoni. • La Stilografica – gioiello “Giuseppe Verdi” realizzata dalle Officine Stipula è in pregiata ebanite nera striata di viola. • Una gemma di ametista cabochon a forma ovale è stata incastonata sulla parte terminale del fermaglio, realizzato con la tecnica orafa della microfusione, quasi a simboleggiare una lacrima in segno di lutto per la perdita di Alessandro Manzoni. • La fascia del cappuccio è un capolavoro dell’oreficeria fiorentina, modellata a mano, riproduce le battute iniziali del “Requiem aeternam”. • Le prime battute sono contrassegnate con precisione e in rilievo in argento microfuso dorato. • Nel corpo della stilografica è stata incisa la firma di Giuseppe Verdi. • I particolari metallici sono in argento 925/1000 microfuso. • Il sistema di caricamento è a pistone fisso. • Il pennino è in oro 14K Stiflex. • La tiratura è limitata a 150 esemplari numerati. FIRENZE 1903 Vallecchi 1903 Srl - Via del Ponte all’Asse 7 - 50144 Firenze (FI) Tel: (+39) 055 0467325 - Email: info@firenze1903.it 6 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Breve viaggio nelle Divine Nove: le Sinfonie di Beethoven “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.” Questa affermazione di Italo Calvino a proposito dei libri può essere applicata, senza bisogno di alcuna interpretazione, anche alla grande musica. Da oggi infatti, cari lettori, aggiungiamo periodicamente alla nostra rubrica di “Musica e Teatro”, anche degli articoli dedicati alla musica “Classica”, nel senso più ampio del termine, riferendoci alla musica sinfonica, barocca, polifonica, etc. … Un classico in musica ha un potere molto grande: riuscire a parlare a tutti, evocare suggestioni in maniera indistinta e senza bisogno di mediazioni, lasciando ad ogni ascolto un piccolo “dono” che ciascuno di noi – adulto o bambino, esperto o neofita che sia – può cogliere e mettere a frutto a proprio modo. Pensiamo quindi alle Nove Sinfonie di Beethoven, che dopo più di due secoli non smettono di conquistare generazioni di ascoltatori, frequentate assiduamente dal vivo o intercettate in maniera più o meno casuale, in disco o magari attraverso la pubblicità: chi non conosce le celebri quattro note di apertura della Quinta, o l’immortale tema dell’Inno alla Gioia della Nona? La loro composizione si estende dal 1799 al 1812 dalla N°1 alla N°8, per arrivare al 1824, anno di composizione della Nona. Ciascuna sinfonia ha temi, numeri musicali, caratteristiche ed immagini ben definite che Beethoven stesso plasma tramite le note. 8 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Come non ricordare la Terza sinfonia, detta “più espressione del sentimento che pittura dei “Eroica”, proprio perché fu inizialmente scritta suoni”. La lieta brigata dei campagnoli, la scena per Napoleone e rappresenta la sintesi di tutta del temporale, il canto pastorale: sentimenti di l’aspirazione negli anni della rivoluzione. Tuttavia gioia e di riconoscenza dopo la tempesta. Tutte la dedica verrà disconosciuta in un impeto di immagini rievocate in musica nell’intento di sdegno, strappando il frontespizio dell’opera, a ringraziare i doni della natura. seguito della sua incoronazione a Imperatore. Infine, la più celebre delle sinfonie: la Nona, detta Proprio per questa delusione la sinfonia sarà anche “Corale”, proprio per la presenza, per la quindi definitivamente intitolata (in italiano) prima volta, di un coro nel movimento finale. “Sinfonia Eroica composta per festeggiare il È una delle opere più note ed eseguite di tutto sovvenire di un grand’uomo”. il repertorio classico ed è considerata uno dei L’apice musicale viene raggiunto nella cosiddetta grandi capolavori della musica occidentale, anche “Marcia funebre” con i rulli dei timpani e le trombe in quanto simbolo universale di unità e fratellanza dal suono apocalittico. tra gli uomini. Il famoso tema dell’Inno alla gioia Altra famosissima sinfonia, la Quinta, contiene è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo nel primo movimento forse la pagina più celebre come semplice spensieratezza e allegria, ma e drammatica scritta da Beethoven: inizia con come risultato a cui l’uomo giunge seguendo un il famoso motivo di quattro note che – secondo percorso graduale, liberandosi dal male, dall’odio le parole dello stesso Beethoven – rappresenta e dalla cattiveria. Le parole sono del poeta e “il destino che bussa alla porta”, popolarmente scrittore Friedrich Schiller e sono un vero e proprio interpretato come l’inquietudine per la sua manifesto dell’unione, della solidarietà e della sordità crescente. Nel corso dei movimenti la pace tra gli uomini. A riprova di ciò, il tema dell’inno musica perde poco a poco i suoi toni drammatici, alla Gioia è stato adottato come Inno Europeo trasformandosi in una rappresentazione della dal Consiglio d’Europa e, successivamente, dalle vittoria dell’ottimismo e della certezza morale sul dall’Unione Europea nel 1985. destino tramite l’esplosione finale, che trascina Eccoci quindi al termine di questo piccolo viaggio l’ascoltatore nella vetta della grandiosità. tra le sinfonie di Beethoven. Possiamo dire Come non citare, poi, la sinfonia di Beethoven senza ombra di dubbio che le Divine Nove sono più descrittiva in assoluto, quella in cui fuoriesce quanto di più profondo e infinito la mente umana tutta la sua vena romantica: la Sesta, detta anche abbia pensato in musica. Possiamo ascoltarle e Pastorale. Beethoven a quell’epoca passava molto riascoltarle: ripartono sempre da capo, perché da tempo in campagna e ne era affascinato. Lo stare sempre toccano la nostra coscienza nel profondo, a contatto con la natura lo colpiva nell’intimo e non conoscono lo scorrere del tempo e dei gusti. creandogli quell’immenso piacere e gioia di partecipare in prima persona alla vita campestre, Alessandro Bugno quel cercare in essa il raggiungimento della pace. Beethoven volle mettere anche un sottotitolo all’opera, che chiamò “Pastorale”, aggiungendo: OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 9
Il teatro è un mondo magico: recitazione, costumi, immaginare un virile condottiero romano con una voce scenografie, trucchi e parrucche. Tutto è finto, artificiale, dal timbro femminile, per l’epoca non vi era nulla di più costruito, ma tutto appare estremamente plausibile e normale. Anzi, era proprio l’agilità e il virtuosismo tipici realistico, creando un delicato equilibrio tra arte e realtà della voce dei castrati che davano spessore al ruolo che ci inebria e ci “porta a delirar”. teatrale, investendo il personaggio di un’aura eroica. L’Opera, tra tutti i generi teatrali, è quello meno verosimile: Durante il periodo barocco, quindi, non era insolito che i per poterla apprezzare vi è da accettare, prima di personaggi rappresentati in scena avessero una vocalità tutto, che il canto sia un normale modo di comunicare, non conforme alla loro identità di genere, e nessuno che esprimersi in rima e in versi sia assolutamente batteva ciglio. spontaneo e non un artificio artistico e che i numerosi Quando fu permesso anche alle donne di diventare moribondi rappresentati sul palcoscenico riescano ad interpreti, questi codici performativi necessitarono di avere abbastanza fiato per cantare una perfetta linea decenni per scomparire, lasciando importanti segni melodica. Eppure gli spettacoli d’opera ci sembrano nelle opere scritte tra la fine del Settecento e l’inizio così incantevoli, ci tengono col fiato sospeso e riescono dell’Ottocento. Se da un lato iniziavano a diminuire i numeri sempre a commuovere. di castrati, dall’altra le donne stavano guadagnando gli Questo perché, come ascoltatori abitudinari siamo ormai spazi che meritavano. propensi ad accettare – senza neppure pensarci – le Una delle testimonianze di ruolo en travesti più nota è convenzioni teatrali del mondo dell’opera. Preferiamo sicuramente quella di Cherubino, impersonato da una godere della rappresentazione piuttosto che stare a donna vista la tenera età del personaggio. Gli esempi rimuginare su quanto sia finta la recita. più iconici di donne nei panni di un uomo sono forse i Tra tutte queste convenzioni vi è anche la figura contralti rossiniani, ruoli particolarmente ardui dal punto dell’en travesti, un personaggio portato in scena da un di vista musicale che vogliono riprendere la vocalità cantante di un altro sesso. Solitamente, nelle opere più eroica settecentesca. Spesso nei panni di prodi – e rappresentate sono cantanti femminili che interpretano giovani – condottieri, gli en travesti rossiniani affrontano personaggi maschili. una complessa e virtuosistica coloratura: ecco il nostro Storicamente, tutto ha origine con i castrati, figure Arsace (Semiramide), Tancredi (Tancredi), Falliero (Bianca cardine dei primi secoli dell’opera. Nella penisola e Falliero), Malcolm (La donna del lago), Isolier (Le Comte italiana, orgogliosa patria del melodramma e fortemente Ory), fino ad arrivare al belliniano Romeo (I Capuleti e i influenzata dalla Chiesa, l’impiego di cantori castrati era Montecchi). un buon espediente per evitare che le donne calcassero Tutti accomunati da una giovanile eleganza e da il palcoscenico, nel rispetto delle prescrizioni papali. una grinta eroica, questi personaggi sono l’emblema Se un bambino, tra i sette e i dodici anni, aveva una dell’artificiosità del mondo teatrale, rappresentando voce graziosa e promettente, poteva essere sottoposto, un punto d’incontro fra periodi e stili musicali diversi e correndo grandissimi rischi, alla castrazione chirurgica, addirittura fra sessi differenti e complementari. Ruoli per evitare che lo sviluppo ormonale andasse a complessi, divertenti ed esuberanti, che permettono contaminare la sua voce angelica. Di una grandissima l’unione di generi che siamo soliti vedere come opposti, schiera di mutilati, pochi diventavano effettivamente creando una sintesi che evidenzia l’intero arcobaleno cantanti di successo, andando incontro a una fama di sfumature presente tra il mondo maschile e quello eccezionale. È questo il caso del celeberrimo Farinelli, femminile. una vera e propria star del panorama musicale del Cendrillon insegna: a teatro, persino il Principe Azzurro Settecento. ha voce di donna. Ai migliori castrati erano riservati ruoli importanti nelle opere: un esempio su tutti è il Giulio Cesare di Händel, dove il ruolo del protagonista era interpretato proprio Samuele Peruzzi da un maschio evirato. Se a noi può sembrare strano OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 11
OperaLife incontra Matthew Polenzani Siamo felici ed entusiasti di poter intervistare Matthew Polenzani, tenore statunitense la cui carriera e fama sono noti ai grandi teatri e al grande pubblico. ph. credits: Fay Fox 12 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
1- Come ti sei avvicinato alla musica e in particolare al canto Ho amato l’intera esperienza. La produzione, di Jean-Pierre lirico? È stata una cosa naturale? Ponnelle, è stata pensata per creare un dramma meraviglioso ed esaltare la musica. Il cast è stato eccezionale e, naturalmente, Sono andato al college a studiare per fare l’insegnante di musica, il Maestro Levine è uno dei più grandi interpreti di Mozart di quindi cantare l’Opera non mi ha interessato particolarmente fino a tutti i tempi. Ogni esperienza con lui mi ha insegnato qualcosa, quando non sono cresciuto. L’ho fatto perché era il mio strumento compresa questa. Faccio musica con lui da molto tempo e la e volevo diventare un direttore d’orchestra, ma l’idea di diventare nostra collaborazione è sempre stata facile e, onestamente, anche un cantante lirico non mi è venuta fino ai 22 anni, quando qualcuno divertente. Pensa che Mozart dovrebbe essere umano, emotivo, mi ha detto che avrei dovuto prendere in considerazione l’idea di sentito nel cuore, drammatico e romantico. Adoro il modo in cui il cantare invece di insegnare. Maestro Levine modella i recitativi di Mozart, che possono essere un po’ aridi musicalmente parlando, e gli dà vita. Spiegava anche 2- Quali figure sono state fondamentali durante questo al cast ciò che l’orchestra stava facendo, per aiutare i cantanti percorso per la tua formazione? a capire cosa Mozart avrebbe potuto pensare durante i diversi momenti musicali. Cerco di usare tutte queste cose per ogni parte Il mio insegnante alla Eastern Illinois University mi ha aiutato a che canto - e non solo per Mozart. scoprire la mia voce e l’Opera. Doris Yarick-Cross e Richard Cross mi hanno aiutato a cominciare a comprendere l’opera e la canzone 6- Nel tuo repertorio ci sono tanti compositori, quale ti è più d’autore, e mi hanno dato le basi per fare musica che sto usando vicino per attitudine e carattere, e quale è il ruolo che senti più ancora oggi. Margaret Harshaw mi ha dato le basi tecniche per la tuo? voce con cui canto oggi, e Laura Brooks Rice, che è stata la mia insegnante dopo che la signora Harshaw è morta, mi ha aiutato a Beh, è difficile non dire che Mozart è il compositore a me più caro. crescere e perfezionare quella tecnica, ed è stata la custode della È con la sua musica che mi sono identificato, ed ho cantato, più mia voce per tutti questi anni. Credo che non sarei dove sono ora a lungo. Tuttavia, se dovessi scegliere un ruolo da cantare per se non avessi trascorso del tempo con tutti loro. il resto della mia carriera, sceglierei Werther, di Massenet. La musica, le parole, la storia - tutto ciò che riguarda quel ruolo mi si 3- A che età è avvenuto il tuo debutto? Raccontaci quale adatta come se lo avesse scritto per me. L’ho adorato ed ero triste emozione hai provato a stare sul palco per la prima volta. ogni volta che una produzione finiva. Non posso dirlo di qualsiasi altro ruolo che abbia interpretato. A questa domanda è più difficile rispondere. La mia prima volta sul palco di fronte a un pubblico è stata quando ero piuttosto giovane, 7- Hai partecipato insieme a Michael Fabiano e Bryan Hymel a credo 9 o 10 anni. Stavo cantando con il coro barber shop di mio un concerto a Dallas. Possiamo dire che i “Tre Tenori” si sono padre, un canto natalizio chiamato The Little Drummer Boy. Il mio riformati? compenso fu un hot dog e lo richiesi il secondo in cui scendemmo dal palco. Il mio debutto in un grande teatro lirico è stato con Ah ah! Beh, sicuramente ci siamo divertiti e mi piacerebbe molto il Capitano in Simon Boccanegra all’Opera di Chicago. È stato rifare il concerto. È divertente cantare con gli amici e noi tre fantastico essere sul palco con Kiri Te Kanawa, Alexandru Agache, andiamo molto d’accordo. È anche bello cantare un po’ di musica Robert Lloyd e Michael Sylvester. Mi è piaciuto perché il Capitano leggera, cose che spesso non siamo in grado di fare, poiché le deve fare una battuta a cappella, ed è stato bellissimo sentire la nostre carriere sono incentrate sull’Opera. Spero che ci saranno mia voce risuonare nella sala. molte altre opportunità di ripetere questo evento. 4- Nel tuo repertorio ci sono due delle tre opere a tema 8- In occasione di questo “isolamento forzato” dovuto “storico-mitologico” di Mozart, Idomeneo e Clemenza di Tito. Ti all’emergenza COVID-19, hai partecipato al concerto del piacerebbe affrontare in futuro anche Lucio Silla e completare Metropolitan Opera Gala, trasmesso in streaming e visto da questa triade? moltissime persone a casa. Come hai vissuto questa esperienza e cosa pensi che questa emergenza abbia cambiato nella vita Non ho mai sentito Lucio Silla, quindi non so se mi piacerebbe dei teatri? cantarlo. Detto questo, sarebbe un’idea interessante fare tutti e tre! Questa domanda avrà una lunga risposta, mi dispiace dirlo. Mi è piaciuta assolutamente come esperienza, anche se suonare il 5- Cos’hai provato durante la produzione di Idomeneo al piano di fronte a così tante persone mi preoccupava. Non sono Metropolitan, diretto dal M° Levine? Com’è stata la collaborazione molto bravo come pianista. Questa emergenza ha fatto del male a con il Maestro e cosa ti ha lasciato quell’incontro? tutti i teatri, non solo quelli d’opera, ma anche a Broadway, ai teatri di musica sinfonica e da camera, e ai cinema. Spero comunque OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 13
che qualcosa di grande possa nascere da questa situazione. 12- In quale grande teatro ti piacerebbe poter cantare? Perché? Questo virus non sarà la fine delle arti nel nostro mondo. Invece, dovremmo cercare di renderlo un modo per risvegliare nel Non ci sono molti grandi teatri d’opera in cui non abbia già cantato. mondo la consapevolezza che le arti sono una parte necessaria Lo Staatsoper di Berlino è uno che mi è sfuggito. Avrei dovuto del tessuto non solo della nostra società, ma anche del nostro cantare a Madrid al Teatro Real questa estate, e quello sarebbe benessere mentale. La possibilità di fuggire nella Roma di Tosca, stato il mio debutto lì, anche se non so se avverrà o meno. Non ho o nella Verona di Romeo e Giulietta, o nell’Alabama di Atticus mai cantato al Musikverein di Vienna, il che sarebbe un piacere. Finch in Il buio oltre la siepe, o in qualsiasi canzone, spettacolo, musical o sinfonia di tua scelta. Le arti ci offrono la possibilità di 13- Hai la possibilità di viaggiare nel tempo: con quale grande lasciarci alle spalle la routine quotidiana, la pressione della vita, la artista del passato ti piacerebbe poter cantare o vorresti poter necessità di fare qualcosa, ed entrare nel mondo di qualcun altro avere un incontro? per un paio d’ore. Le esibizioni dal vivo ci muovono in modi più viscerali e diretti rispetto alla TV o a Internet. È più facile mettersi È una domanda impossibile... Non so come rispondere! Forse Maria nei panni di qualcuno che sta di fronte a te e ridere o piangere Callas o Robert Merrill? Sono fortunato da essere abbastanza insieme ad altre 500, o 1000, 2000, 3000 o 4000 persone. È grande da aver cantato con interpreti che li conoscevano o necessario per la salute mentale collettiva della nostra società. cantavano con loro, il che è abbastanza bello. Ho sentito bei Spero che la società arrivi a questa comprensione, in modo che racconti di quei giorni. le esibizioni dal vivo possano riprendersi parte di ciò che abbiamo perso negli ultimi 20 o 25 anni. 9- Ci sono delle cose che non possono mai mancare prima di un tuo spettacolo? Fai qualche rito scaramantico affinché tutto possa andare per il meglio? Non faccio nulla di speciale nei giorni in cui vado in scena. Non sono neanche superstizioso, anche se mi assicuro di lavarmi i denti prima di salire sul palco. 10- Come ti prepari per affrontare al meglio ogni nuovo personaggio? Hai un’opera nel cassetto con un ruolo nuovo che vorresti interpretare? La preparazione per un nuovo ruolo richiede in genere alcuni mesi. In primo luogo, devo tradurre le parole, non solo le mie, ma di tutti gli altri, in modo che io sappia cosa viene detto a me e cosa su di me. Quindi provo a tracciare un’idea di chi sia il personaggio, le sue motivazioni, i suoi desideri, ecc. Una volta che mi sono fatto 14- Come si svolge la giornata tipo di un tenore come te? una buona idea su queste cose, allora inizio a cantare. Per quanto riguarda i ruoli che sogno di interpretare, mi piacerebbe cantare Bene, se è il giorno di una esibizione, mi alzerei, farei esercizio Otello un giorno, anche se in questo momento non fa proprio per fisico e poi colazione. Mi piace rilassarmi il più possibile e passare me. Potrebbe non fare mai per me, anche se ho vissuto la mia il tempo a leggere la mia parte, specialmente su cose che non ho carriera pensando “mai dire mai”. Mancano ancora anni, se mai fatto tanto come avrei dovuto. Se sono in viaggio, probabilmente ci arrivassi, ma mi piacerebbe interpretare quel personaggio e leggerei un bel po’ o giocherei anche a golf, se la parte non è cantare quella musica. troppo stressante. Se sono a casa, allora farei cose a casa, o mia moglie farebbe una lista di cose da fare, per farmi uscire di casa. 11- Quale grande voce del passato ti è stata utile o ti è utile Di solito sono piuttosto nervoso nel pomeriggio, ma meno quando come esempio artistico/scenico o vocale? arrivo a teatro. Ci sono state molte voci che trovo utili: Fritz Wunderlich, Nicolai 15- Cosa consiglieresti a un giovane che vuole avvicinarsi al Gedda e Luciano Pavarotti sono le voci con cui mi trovo ad mondo dell’opera? identificarmi maggiormente. Non che io canti tutto il loro repertorio, ma quando penso alla mia tecnica, queste sono le voci che provo Ascoltare i grandi cantanti del passato. Del 1970 e precedenti. a studiare di più e capire cosa stanno facendo. Non sto suggerendo che non ci siano grandi artisti che cantano 14 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
ph. credits: Fay Fox OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 15
16 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
oggi, ma i cantanti dei primi e della metà del 20° secolo erano tutti incentrati sulla voce. Non sto nemmeno dicendo che non fossero attori, ma la recitazione nasceva dalla loro voce. Tutto è iniziato con il suono e ogni emozione non aveva bisogno di un grande attore per essere completamente evidente. Quei cantanti dovrebbero essere l’ispirazione di ogni giovane cantante. 16- Parlaci dei tuoi prossimi impegni, emergenza sanitaria permettendo. All’inizio di giugno sarei dovuto essere in Grecia con il Duca, nel Rigoletto. Ma non succederà. A luglio ho in programma di cantare La Traviata a Madrid al Teatro Real, e questo non è ancora stato cancellato. Ad agosto c’è la mia pausa estiva, poi a settembre/ ottobre dovrei cantare Hoffmann al Metropolitan Opera. Debutto nel ruolo di Foresto in Attila, all’Opera di Chicago a novembre. Ho dei recital a Washington DC e Madrid a dicembre, poi la Missa Solemnis di Beethoven con la Filarmonica di Monaco. Spero di poter fare alcuni di questi lavori. Sarebbe bello essere di nuovo di fronte a un pubblico! Ringraziamo Matthew Polenzani per la disponibilità, e gli auguriamo il meglio per la sua carriera e per i suoi successi personali. Edoardo Manzardo ph. credits: Fay Fox OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 17
“Eintritt”, la segreta foresta di Robert Schumann Eintritt è il primo brano delle Waldszenen (Scene del bosco) di Robert Schumann, lavoro composto tra il 1848 e il 1849. Si tratta di nove brani pianistici, in cui l’Autore descrive musicalmente la foresta, mettendone in risalto la sua poeticità, il suo mistero, i suoi colori. Schumann riesce a farci sentire i suoi rumori, vedere le sue cromie, percorrere i suoi sentieri, creando un’atmosfera dai tipici connotati Romantici. Con Eintritt (Entrata), si ha l’accesso a questo bosco sacro e arcano. 18 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Eccoci entrati nel teatro del bosco. Camminiamo e camminiamo, mentre fronde piangono. Siamo soli, immersi nell’oscurità di questo verde. Siamo soli, ma è soltanto in questa solitudine che è possibile ritrovare noi stessi. Tronchi e chiome e tra loro sprizza soltanto una soffice luce lunare. Alziamo gli occhi al cielo, ma le fitte foglie oscurano la volta infinita. Siamo alla ricerca dei profondi misteri, del ieratico segreto della foresta. Ci sembra di scorgere un Pierrot giocosamente in marcia. Fa un passo e una lacrima gli casca, facendosi poetica pioggia di questa mistica scena. Ma ecco che per un attimo ci guarda e se ne va con l’andatura ondulante del melanconico pagliaccio... è già sparito, siamo di nuovo soli, ma l’immensa foresta ci fa compagnia. La temevamo, con quell’irrequietudine che si prova dinanzi a un fenomeno soprannaturale. Ma ormai non ne abbiamo paura, è nostra stretta amica. Continuiamo ad addentrarci in questi pensieri. Il nostro cammino è appena iniziato. Stefano Duranti Poccetti OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 19
Dalla Finlandia il triste annuncio: annullato lo storico Festival dell’opera di Savonlinna di Valérie Morisi 20 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
La pandemia che ci ha così gravemente colpito ha generato un proliferarsi di esperienze artistiche virtuali, le quali hanno permesso una diffusione capillare di spettacoli e concerti, molti registrati precedentemente, ma l’emozione delle esibizioni dal vivo rimane unica e fra poco più di un mese avrebbe dovuto aver luogo una tra le più rinomate manifestazioni nel campo dell’Opera: si tratta del Festival dell’opera di Savonlinna, evento che permette alla Finlandia di reclamare un posto tra i primi festival d’opera al mondo. Tenuto nel castello di Olavinlinna, con i suoi 60000 visitatori l’anno, i 2264 posti dell’auditorium ed un calendario che intrattiene gli spettatori per l’intero mese di luglio, il festival è rinomato in tutto il mondo per l’alto livello dei suoi spettacoli. Dal 1987 esso ospita compagnie d’opera provenienti da tutto il mondo, a cominciare da quella del Rahvusooper Estonia di Tallin fino a quella del Teatro della Scala di Milano nel 2019. Questo stesso anno la manifestazione avrebbe dovuto ospitare la compagnia d’opera del Teatro Nazionale Croato Ivan Pl. Zajc. Oltre ad accogliere ospiti illustri, il Festival dell’opera di Savonlinna ha anche proposto oltre i confini nazionali le proprie produzioni, tra cui l’opera lirica Aleksis Kivi di Einojuhani Rautavaara, arrivata fino in Italia nel 1999. È passato più di un secolo da quando il primo Festival dell’opera di Savonlinna (Savonlinnan oopperajuhlat in finlandese) si tenne nel 1912, grazie alla geniale intuizione di una straordinaria artista: Aino Ackté. Aino, figlia d’arte a sua volta divenuta un soprano famoso in tutta Europa al volgere del secolo, prese parte a un incontro di natura politica nel castello di Olavinlinna nel 1907 (Aino era una fervente patriota) e riconobbe subito il potenziale della fortezza come luogo ideale per ospitare un festival dedicato all’opera. La sua atmosfera romantica avrebbe creato l’ambientazione perfetta per ospitare la giovane produzione musicale finlandese. Aino organizzò la prima edizione del festival nel 1912 e curò i suoi successivi quattro appuntamenti (1913, 1914, 1916 e 1930) durante i quali vennero proposte cinque opere finlandesi e la prima premiere, Talkootanssit (“La danza del villaggio”) di Ilmari Hannikainen. Le grandi turbolenze del secolo scorso interruppero a lungo questa iniziativa: la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa e la guerra civile finlandese (1918) portarono a lunghe sospensioni. Il sogno tornò a prendere corpo nel 1967, con un tutto esaurito per l’esecuzione del Fidelio di Beethoven, ripresa dalla televisione e con la presenza del presidente finlandese stesso, Urho Kekkonen. Dal 1967 il Festival dell’opera di Savonlinna ha ospitato le premiere di ben dodici opere di cui due nel 2012 per celebrare il centesimo anniversario del festival, tra cui La Fenice di Kimmo Hakola, la prima opera finlandese con libretto in italiano. Un castello per la musica Il castello di Olavinlinna, che prende il nome da Sant’Olaf, è la maggiore attrazione turistica di Savonlinna, che richiama ogni anno più di 100000 visitatori: si tratta del castello medievale situato alle latitudini più settentrionali tra quelli sopravvissuti fino ai giorni nostri e risale al 1475. A dare inizio alla sua costruzione fu un cavaliere dano-svedese, Erik Axelsson Tott, che lo edificò allo scopo di proteggere la regione storica del Savo (nella Finlandia centrale). La fortezza occupa quindi una posizione strategica, troneggiando su un’isola rocciosa che si erge nel punto in cui si incontrano i laghi Haukivesi e Pihlajavesi. Già nel 1495 il castello venne messo alla prova con lo scoppio della guerra contro i russi e gli scontri si ripeterono nei secoli successivi, durante i quali la figura della roccaforte mutò, così come mutò la sua appartenenza al regno svedese o a quello russo. Nel 1975, dopo numerosi lavori di rinnovamento, il castello di Olavinlinna aprì al pubblico come attrazione turistica e oggi ospita al suo interno anche due musei: uno dedicato ai ritrovamenti legati alla storia della fortezza e uno che espone una collezione di reperti religiosi provenienti da tutta la Finlandia e dalla Russia. Dal primo di giugno, anche se con le dovute precauzioni, il castello sarà nuovamente visitabile. Dal 2020 al 2021 Sfortunatamente, il festival dell’opera di Savonlinna quest’anno accuserà un grave colpo a causa della pandemia di COVID-19 in corso: per la prima volta dalla sua riapertura più cinquant’anni fa, questa estate le note soavi dell’Opera non riecheggeranno tra le mura storiche che hanno sempre accolto gli amanti della musica. I biglietti già venduti saranno ritenuti validi per l’anno prossimo e gli organizzatori del festival chiedono, tramite il sito ufficiale dell’evento, di confermare entro il 15 giugno l’accettazione di questo cambio o di comunicare eventuali variazioni di date nel caso fossero necessarie per i visitatori, proponendo altrimenti voucher sostitutivi validi per i prossimi due anni o il rimborso di quanto speso. Questo rinvio grava però sul festival come una cupa ombra: comporta una perdita di ben 2 milioni di euro per l’organizzazione, in quanto erano già state sostenute ingenti spese per i preparativi necessari a questa edizione. Ma le problematiche non si esauriscono qui, in quanto per il Festival dell’opera di Savonlinna lavorano ben 1200 persone nel corso dell’evento stesso tra artisti e membri dello staff impegnati nelle più disparate mansioni, e la manifestazione è parte importante del loro sostentamento. Un problema questo che non riguarda solo tale festival o la Finlandia, ma che sta affliggendo tutto il mondo dell’opera e del teatro, incidendo profondamente sulle vite di numerosi operatori del settore. Ci auguriamo perciò che, una volta finito questo periodo di difficoltà, il Festival di Savonlinna, così come le altre manifestazioni, riprendano ad allietarci e a riempire le nostre vite di musica con ancora più entusiasmo. OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 21
Ragazzi non affidatevi a sotterfugi o a stratagemmi, ma credete in voi stessi! [...] Ma ricordatevi, non c’è nulla che non possiate conquistare se lo volete veramente e vi create le occasioni giuste! Nemorino Continua a pagina 46 22 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Illustrazione di Giorgia The Luca • Profilo Instagram @giorgiatheluca OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 23
OperaLife incontra Kristine Opolais Buongiorno lettori di OperaLife, oggi ci riabbracciamo con un volto già noto alla nostra rivista: ci fa di nuovo compagnia il soprano lettone Kristine Opolais. Grazie per essere con noi anche questa volta. 24 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 25
26 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
1) L’ultima intervista (che potete ritrovare nel Dodicesimo 3) Alcune persone, durante questi tempi duri, hanno proposto Numero del nostro Magazine) è avvenuta lo scorso novembre, fusioni di generi musicali, come musical o l’idea di proporre più in un periodo totalmente diverso per l’intera collettività. Prima inusuali. Cosa ne pensi a riguardo? di tutto ti vogliamo chiedere come ti senti dopo questi mesi così difficili. Come pensi che sarà il teatro dopo questo duro Ho pensieri positivi su ciò che le persone stanno creando. Che momento? Le persone avranno paura? si tratti di unire il rock o il pop con i canti lirici, i musical... è fantastico. Qualsiasi tipo di sperimentazione è buona ed in questo Sto molto bene in questo periodo, perché per la prima volta, dal periodo emergeranno talenti e idee promettenti. 2006, mi sono finalmente fermata. Ho tempo per tutto. Ho tempo per mio figlia, la mia famiglia, la mia casa e il mio corpo... Adesso 4) Tu nasci come attrice, ci sono dei metodi attoriali che usi nei ho più tempo per imparare cose che non avevo potuto fare prima, tuoi personaggi? Come riesci ad entrare in questi ultimi? come cucinare. Sono anche più positiva adesso di quanto non fossi prima. Sto pensando molto alle persone della mia vita e a quello Non sono nata come attrice. Ho sempre voluto esserlo, ma ho che mi sta succedendo in generale negli ultimi 5-6 anni. È stato vissuto situazioni particolari che mi hanno reso più forte in questo un momento difficile ed è un po’ spaventoso, ma cerco di non far settore. Prima di tutto, la mia vita e le esperienze che ho avuto. prevalere le brutte emozioni. Cerco di espellere tutto e continuare A volte straordinarie, e ne sono uscita arricchita. Anche le cose a pensare positivamente. Credo che i momenti difficili avvengano brutte, perché sono diventata più forte grazie a loro. C’è stata una per una ragione. Probabilmente significa che dobbiamo solo persona in particolare che mi ha aiutato a tirar fuori tutto ciò che fermarci e riflettere. Ovviamente è un po’ stressante, vivere solo avevo e ad usarlo sul palco, il mio amico Andrejs Žagars, che se con i risparmi e pianificare il futuro, preoccupandosi per quanto ne è andato poco più di un anno fa. È stato sovrintendente della tempo potrebbe continuare questa situazione. Anche sapendo Opera Nazionale Lettone per 17 anni, ed è stato anche attore e che sto facendo del mio meglio per rimanere positiva, e la cosa regista teatrale. Mi ha insegnato molti segreti sulla recitazione. più importante è che non abbiamo nessuna di queste altre ondate di cui le persone parlano. Dobbiamo stare attenti. Stai pulito, lavati Il metodo migliore, per la mia esperienza, è cercare di rievocare le mani! So che qualunque cosa stia succedendo nel mondo, non una situazione particolare della mia vita e richiamare i ricordi e possiamo cambiare tutto da soli. Ma possiamo cambiare noi le emozioni di quei momenti. Spero che nessuno attraversi quelle stessi. Dobbiamo aspettare e vedere cosa decideranno i leaders cose nella loro vita, ma se succede, possono portarle nella loro mondiali. arte. Cerco anche di essere naturale, senza gesti straordinari, a meno che non sia richiesto dal regista. Cerco di avere un dialogo È triste quando vedo i teatri aperti ma con posti vicini vuoti. Se interiore. questa è la realtà che dovremo accettare per ora, così sia. Non possiamo preoccuparci di cose che non possiamo cambiare, ma 5) Che musica ascolta nel tempo libero? L’opera fa parte possiamo cambiare il nostro modo di pensare e cercare di stare anche dei suoi momenti di svago o è vincolata alla sua sfera calmi. professionale? 2) Proprio in questo periodo, i teatri hanno creato moltissimi Non ascolto molta musica a casa. Quando studio, ascolto l’opera. eventi in streaming e dirette. Pensi che lo streaming possa Mi piace qualsiasi tipo di buona musica, fatta da professionisti, sostituire l’esperienza del live? Quanto è importante per te lo che si tratti di pop, rock, opera ... Non ho molto tempo per sedermi scambio di energie con il pubblico durante una recita? e dedicarmi solo all’ascolto, ma quando lo faccio, è uno di questi generi. Non penso che lo streaming possa sostituire completamente l’esperienza del teatro dal vivo, ma credo che sia importante 6) Chi è Kristine in 5 parole? averlo, che sia meglio avere questo tipo di performance eseguita e condivisa, piuttosto che nessuna. I fan dell’opera e della Passionale, divertente, emozionante, onesta, anticonvenzionale. musica classica in generale sono così felici di vedere e ascoltare spettacoli, quindi questo è qualcosa che possiamo condividere 7) La vocalità operistica è il risultato di un armonioso equilibrio con loro, ora e in futuro. Per questo motivo, e anche per le nostre tra piano psicologico del personaggio (e a volte anche del motivazioni artistiche, dobbiamo farlo. Dobbiamo tutti impararne cantante) e tecnica vocale. Cosa è più importante secondo lei: i vantaggi. Ho intenzione di presentare una performance sulla parte emotiva o tecnica? nuova piattaforma IDAGIO Global Concert Hall per questi motivi e non vedo l’ora di entrare in contatto con il mio pubblico anche lì, Non puoi essere bravo in questa professione senza il lato tecnico, il prima possibile. ma non puoi nemmeno fare carriera solo con una tecnica solida. Ci sono artisti che si concentrano prevalentemente, diciamo per il OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 27
97%, sulla parte tecnica, ed a volte lo trovo un po’ noioso. Manca vuoi essere. Potrebbe esserci un momento nella tua vita in cui qualcosa, sento di avere bisogno di qualcosa in più. Il punto di presterai attenzione alle tue condizioni fisiche. Per noi donne, è vista psicologico o emotivo. Cerco di trovare una via di mezzo, difficile invecchiare e cerchiamo di fermare il tempo, ma è la vita. ma per me la parte più importante, non in generale ma tra le due, sono le emozioni. Se sei emozionante, sei più aperto e quindi Amo più che mai il mio corpo, e mi piaccio più che mai. Ma è puoi davvero fare arte, non pensi solo alla perfezione tecnica. In perché mi piace fare esercizi e stretching. Mi fa stare bene. quest’ultimo caso, non potrai dare qualcosa di veramente speciale Mangio più sano, la mia pelle e i miei capelli sono in condizioni e memorabile che le persone ricorderanno per tutta la vita. migliori, ma è perché lo voglio. Sono più concentrata sul sentirmi bene e per farlo ho bisogno di prendermi cura del mio corpo e della 8) C’è un personaggio che le piacerebbe impersonare ma che mia mente, dei miei pensieri. Non mi rapporto con le persone che purtroppo non è nella sua vocalità? mi portano emozioni negative. Cerco di creare attorno a me amore ed energia positiva. Questa è una domanda molto interessante e ci sto già pensando. Tutti i ruoli che ho voluto o che vorrei ancora cantare, vocalmente Per me l’arte non ha nulla a che fare con il tuo aspetto. È come ti so che posso interpretarli. Non esiste un ruolo che mi piace che senti. non sia adatto alla mia voce. Personalmente non sono una fan dei ruoli da soprano con timbri più alti, perché la musica non tocca 11) Come vede il suo futuro nel mondo della lirica? le mie emozioni più profonde. I ruoli da mezzo-soprano potrei cantarli, se ne avessi bisogno o se volessi, con l’età o con un È ancora un periodo folle. Non sto pensando troppo ai piani. allenamento particolare per la mia voce. Canto da tutta la mia vita Cerco di vivere ogni giorno con tutto il cuore e di godermi questa e continuerò a cantare. vita. Mi piace la possibilità di vedere, sentire, sperimentare cose e sentirmi al sicuro. Se le cose andranno bene continuerò a 9) Cosa ne pensi dell’insegnamento? Ti piacerebbe un giorno viaggiare, a lavorare e cantare. Voglio ancora seguire la carriera insegnare? Cos’è la prima cosa che diresti ai tuoi allievi? di attrice cinematografica, un giorno. Sento che tutto è possibile: mi vedo sul palco, nell’arte, in futuro. Spero che i leader di questo Al momento non insegno, perché io stessa sto ancora imparando mondo ci permettano di esibirci di nuovo, che i teatri dell’opera di più su come cantare al meglio. Insegnerò sicuramente, come non chiudano e che le cose andranno bene. Se le persone stanno fanno molti altri cantanti dopo aver terminato una carriera attiva. bene e al sicuro, vedo positività nel mio futuro. Le masterclass mi interessano, le ho già guidate e ho ricevuto offerte per farne altre. A volte ho detto di no perché non mi sentivo 12) Quali sono gli insegnamenti più grandi che ti hanno lasciato a mio agio ma è un grande onore per me, quando mi viene chiesto. il teatro e la musica? Parlo di interpretazione, musicalità, immaginazione, di come costruire un ruolo o un’aria. Devo condividere questa conoscenza, Comunicare con le persone e trovare una soluzione anche in oltre a cantare. Spero che dopo dieci anni capirò anche di più sulla situazioni molto difficili. Lavorare in gruppo. Non è facile, abbiamo tecnica, per insegnare agli artisti più giovani. tutti un ego. 10) Oggi è la figura dell’artista è cambiata molto, cosa credi La flessibilità e la diplomazia sono importanti, sono queste le cose debba avere oggi un artista per emergere? che ho imparato in tutti questi anni, facendo musica. La cosa più importante è ciò che un artista può fare sul palco. 13) Tu hai una figlia, pensi sia importante far conoscere l’Opera Emotivamente, vocalmente, chi SEI come artista. Se vedo solo e la musica classica ai più piccoli? un corpo e un viso convenzionalmente belli, non è abbastanza. Questa non è arte. Non rimarrà per sempre. È vuota, non è niente. Non possiamo costringerli a farlo. Possiamo offrire loro la Non mi interessa l’aspetto di un cantante. A volte puoi vedere e possibilità. Possiamo spiegare cosa sono l’opera, il balletto, sentire una tale anima, il talento che traspare dall’artista è così le sinfonie e tutti gli altri tipi di musica, ma dovrebbe essere forte, non ti fermi nemmeno un secondo al come è fatta questa un’offerta. Non voglio spingere mia figlia a seguire la mia stessa persona. Né sulla corporatura, né al modo in cui appare. È bello professione. quando tutto è in armonia, ma la cosa più importante è l’arte. Sempre. La musica può dare molte possibilità a un bambino di sviluppare i propri sentimenti e la propria immaginazione, ma non costringerò I tempi stanno cambiando e ovviamente le persone sono un po’ mia figlia ad imparare qualcosa sull’Opera. Ci sono lezioni di più legate all’idea che si fanno sul come appaiono gli altri, ma musica nella sua scuola. è una cosa che deve riguardare solo te. Come ti senti, come 28 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
14) In questo periodo di fermo dei teatri, sicuramente lo stage è mancato. Qual è il ruolo che ti è mancato di più? L’annullamento del mio debutto a Bologna, con il ruolo di Adriana Lecouvreur. L’ho aspettato per molti anni e ora lo voglio ancora di più! Mi sono presa il mio tempo per farlo e lo sento più profondamente ora. È stata una grande perdita. 15) Quali sono i tuoi prossimi impegni? Debutti in vista? Ho molti piani, alcune cose che sono molto interessanti, ed anche una sorpresa, ma non posso ancora dire nulla al riguardo. Posso condividere con voi che nella prossima stagione ci sarà Verdi. Katerina Izmailova in Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di Shostakovich non è un debutto per me, perché l’ho cantata molti anni fa a Riga, ma sono molto felice di tornare a questo ruolo la prossima primavera. Lo canterò a Boston e alla Carnegie Hall. 16) Aiutaci a terminare questa frase “l’arte e l’Opera non possono morire perché…”? In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L’Arte e l’Opera ci danno entrambe. Ringraziamo nuovamente Kristine Opolais per il tempo che ci ha dedicato e per averci permesso di conoscerla ancora meglio. Buona fortuna per gli impegni futuri! Samuele Peruzzi Alessandra Gambino OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 29
30 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 31
L’arte pittorica e l’arte lirica, una “recondita armonia” 32 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Avete mai pensato che la pittura e la lirica possano intrecciarsi e addirittura completarsi? Apparentemente sono due arti ben distinte e tra loro parallele, ma così non è. Sono state diverse le occasioni, infatti, in cui queste sono venute a contatto in modo “intimo” e sicuramente determinante ai fini dello sviluppo e della messa in scena, talvolta innovativa, delle opere liriche. Un primo esempio di come l’intreccio tra le due arti, pittura e lirica, sia stato voluto proprio dall’autore si ritrova nei due capolavori di Giacomo Puccini, “Tosca” e “La Bohème”. Il richiamo della pittura in Puccini è assai evidente e proprio nelle sue due opere più popolari, infatti, i protagonisti maschili sono due pittori (Cavaradossi in Tosca e Marcello nella Bohème). Viene dunque da chiedersi quale ragione abbia indotto il Maestro toscano a vestire i due protagonisti con i panni di un pittore. Possiamo solo azzardare una timida ipotesi basata sulle abitudini di vita del grande musicista. Riteniamo che le sue frequentazioni al Lago di Massaciuccoli, risplendente di cangianti colori, ed il notissimo amore nutrito per la caccia che lo portava ad incontrare le mutevoli ed affascinanti luci delle prime ore del mattino possano aver influito sulla scelta della figura del pittore per entrambi i protagonisti dei citati capolavori, le cui note immortali sono ancora oggi capaci di commuovere, dopo cento anni, le platee dei teatri di tutto il mondo. Per quanto riguarda poi le scene e i luoghi nelle sopracitate opere, possiamo con sicurezza affermare che in Puccini è l’arte ad ispirarlo: in “Tosca” è la Roma dalla storia eterna e maestosa mentre nell’opera “La Bohème” è l’impressionismo parigino. Un esempio recente di come l’arte pittorica sia stata invece introdotta in un’opera lirica e sia spavaldamente salita sul palcoscenico, per volere del regista e non dell’autore, lo ritroviamo nell’ultima rappresentazione alla Scala di Milano dell’opera “Il Trovatore” di Verdi. Il regista lettone Alvis Hermanis, infatti, in questo caso ha spostato la vicenda proprio all’interno di un museo. Quale fosse effettivamente il museo rappresentato non è chiaro ai critici e al pubblico: dal colore rosso delle pareti potrebbe essere il Kunst o la National Gallery, ma anche alcune sale della Pinacoteca di Brera. Durante la rappresentazione, 60 quadri tra riproduzioni di dipinti, di dettagli e proiezioni scorrono fieri sul palcoscenico, dando al pubblico la percezione di trascorrere un intero giorno all’interno del museo: nella fase diurna il luogo è, come di consueto, abitato da guide turistiche e visitatori, mentre durante la notte i quadri prendono vita e i protagonisti si vestono di rossi e fastosi abiti di velluto. Il senso di questa innovativa ambientazione, come Hermanis stesso ha spiegato, ha un obiettivo ben preciso: «Dovevo dare un senso a tre livelli contemporanei diversi: la storia ambientata nel 1400, la musica dell’800 e il pubblico attuale a cui è destinata. Il museo rappresenta un ponte tra queste tre epoche e andare all’opera oggi in qualche modo è come visitare un museo». Rendere attuale la musica lirica attraverso l’incontro con altre discipline è l’obiettivo del controtenore americano Anthony Roth Costanzo che ha deciso di reinventarla proprio creando commistioni con la moda, l’arte, la danza. In particolare, per la pittura ha coinvolto un esponente di spicco dell’arte contemporanea, George Condo, che lo ha ritratto per la copertina del suo lavoro discografico come un Arlecchino fiero ed al tempo stesso enigmatico. E se con Hermanis è la pittura ad essere invitata ad entrare e ad esibirsi sul palcoscenico della lirica, l’iniziativa del Museo di Roma del 2017 “Connessioni al museo 3: la grande Opera lirica e i canti della tradizione ungherese. Inedite riletture” vede al contrario, come sua ospite speciale al Museo, l’Opera lirica con il fine di far vibrare le sue sale con le più belle arie e musiche della grande tradizione operistica. La pittura, dunque, sia per ragioni più personali e legate a fatti di vita quotidiana, sia per motivi di avvicinamento e di attrazione di un pubblico moderno ad opere e vicende ambientate nei secoli passati, ha ben dimostrato di essere in grado, insieme alla lirica, di adattarsi armonicamente non solo alle esigenze del palcoscenico ma anche agli intrecci di vita privata. Fonte: teatroallascala.org Alessia Valente @arte__ale OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020 33
PAGINA STORICA Due regine in scena per Donizetti Se ci fu un’opera sfortunata nella carriera di Gaetano Donizetti quella fu Maria Stuarda, tra i ritardi dovuti all’inesperienza del librettista Giuseppe Bardari, la censura e i litigi dei due soprano durante le prove per la prima. Tutto questo portò ad una prima burrascosa il 30 dicembre 1835 alla Scala di Milano ed anche all’oblio di quest’opera fino alla metà del secolo scorso. Ma di cosa tratta? L’azione si svolge nell’anno 1587. La corte gioisce poiché il re di Francia ha chiesto la regina Elisabetta d’Inghilterra in moglie, la donna è però titubante e tormentata dall’incertezza su che sorte riservare alla cugina Maria Stuart. Uno dei suoi consiglieri, Talbot, la supplica di risparmiare la vita all’ormai ex regina di Scozia. Si fa avanti anche Leicester, per il quale Elisabetta prova un forte sentimento, la donna decide così di capire se è corrisposta annunciandogli di aver deciso di sposare il re di Francia e quando sul volto dell’uomo non riscontra alcun segno di gelosia la regina capisce di avere una rivale. Leicester rimasto solo con Talbot riceve da quest’ultimo una lettera di Maria nella quale si apprende che la donna e il conte sono amanti. Il colloquio è udito da Elisabetta che intercetta Leicester e si fa consegnare la lettera. Oltre alla dichiarazione d’amore, Maria chiede di avere un colloquio con la cugina, la quale accetta. L’azione del secondo atto si sposta a Fortheringay dove è imprigionata Maria. Qui la donna ricorda la sua giovinezza assieme all’amica Anna. I suoi ricordi vengono interrotti dall’arrivo della corte di Elisabetta. Le due donne si incontrano o meglio si scontrano, perché dopo un tentativo misero di avere un colloquio pacifico si accendono le ostilità, si insultano a vicenda e Maria viene ricondotta in cella. Il terzo atto ci presenta l’altro consigliere della regina, Cecil, mentre tenta di convincere Elisabetta a firmare l’atto di morte di Maria. La sovrana è titubante ma l’arrivo di Leicester e il ricordo che egli ama un’altra donna la inducono a firmare il documento, nonostante le suppliche del conte. Maria viene informata da Cecil e Talbot della sua sentenza di morte, l’ex 34 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Puoi anche leggere