In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L'Arte e l'Opera ci danno entrambe - OperaLife

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In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L'Arte e l'Opera ci danno entrambe - OperaLife
0 6|2 0 giugno

                            INTERVISTA ESCLUSIVA A KRISTINE OPOLAIS
          In qualsiasi momento, più o meno difficile,
        tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni.
              L’Arte e l’Opera ci danno entrambe.
IN QUESTO NUMERO INTERVISTE ESCLUSIVE A KRISTINE OPOLAIS, MATTHEW POLENZANI E RAFFAELE ABETE
In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L'Arte e l'Opera ci danno entrambe - OperaLife
2   OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L'Arte e l'Opera ci danno entrambe - OperaLife
SOMMARIOGIUGNO2020
 Musica e Teatro
 LE SINFONIE DI BEETHOVEN                 PG 8
 DONNE CON I PANTALONI                   PG 10

 Cultura
 EINTRITT                                PG 18
 IL FESTIVAL DI SAVONLINNA              PG 20

 Arte
 ARTE, RECONDITA ARMONIA                PG 32

 Storia
 DUE REGINE IN SCENA PER DONIZETTI      PG 34

 Attualità
 QUANDO L’IMMOBILITÀ SEMBRA UNA GARANZIA PG 42
 GIOVANNI ZENATELLO
                                         PG 44

 A TU PER TU
 NEMORINO                               PG 46

 In questo numero
 INTERVISTE ESCLUSIVE A
 KRISTINE OPOLAIS [PG24],
 MATTHEW POLENZANI [PG12]
 E RAFFAELE ABETE [PG36]

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PICCOLENEWS
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                                                                                      Qui di seguito riportiamo le iscrizioni in scadenza a Giugno per vari concorsi.

                                                                                      XXXIV Concorso Internazionale per Pianisti e Cantanti Lirici FRANCESCO PAOLO
                                                                                      NEGLIA (Enna). Scadenza 14 Giugno.

                                                                                      Selezione per Concorso Internazionale per Cantanti Lirici “Città di Alcamo
                                                                                      2020” (Modena). Scadenza 15 Giugno.

                                                                                      VI Concorso Lirico Internazionale di Portofino (Portofino - Genova). Scadenza
                                                                                      22 Giugno.

                                                                                      I Concorso Lirico Internazionale Lions di Canto Lirico Online (Milano).
                                                                                      Scadenza 30 Giugno

    Il coronavirus portato sul palcoscenico

    De’ relitti e delle quarantene. Questo il nome dell’opera buffa ideata dal
    Maestro livornese Mario Menicagli, con la collaborazione dello scrittore Lido
    Pacciardi, che ci racconta la vita di una coppia sposata alle prese con la
    convivenza forzata a causa della quarantena.
    Il debutto dell’opera avverrà a luglio presso la Tenuta Bellavista Insuese
    di Collesalvetti, in provincia di Livorno, dove i due protagonisti, il baritono
    Carlo Morini ed il soprano Costanza Gallo, saranno affiancati da un quartetto
    d’archi e cembalo.
    Sarà disponibile anche una prima versione digitale dell’opera, curata da
    Stefano Brondi, che farà uso delle registrazioni audio e delle riprese video
    dei cantanti e dei musicisti realizzate singolarmente durante la quarantena,
    in attesa della versione registrata dal vivo quando l’emergenza sanitaria sarà
    passata.

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Confermata l’8ª edizione di Corso d’Opera

                                                                                   Prevista inizialmente nel periodo di giugno/luglio, a causa della situazione
                                                                                   attuale la masterclass lirica di Corso d’Opera è stata posticipata al 24
                                                                                   agosto, con chiusura il 7 settembre. È stata naturalmente posticipata anche
                                                                                   la chiusura delle iscrizioni, decisa per il 15 Giugno.
                                                                                   La masterclass, giunta alla sua 8° edizione, ha l’obbiettivo di garantire
                                                                                   ai giovani cantanti lirici un punto di partenza, soprattutto in questo
                                                                                   momento difficile, come ha sottolineato il Direttore Generale Raffaella
                                                                                   Coletti dell’Associazione Corso d’Opera APS. Questa edizione vanta inoltre
                                                                                   la collaborazione del Teatro Carlo Felice di Genova, grazie al quale i giovani
                                                                                   artisti potranno partecipare ad una delle produzioni in cartellone, con la regia
                                                                                   di Hugo De Ana.
                                                                                   Tra i docenti del corso, oltre al sopraccitato De Ana, ricordiamo Roberto
                                                                                   Abbado, Fernando Cordeiro Opa, Leonardo De Lisi e Alessandro Corbelli.

Genova non si arrende

È stato pubblicato in questi giorni il bando della città di Genova rivolto
all’organizzazione di festival, manifestazioni e spettacoli dal vivo sul
territorio comunale, centro città e periferie incluse.
Barbara Grosso, Assessore alle Politiche Culturali, Politiche dell’Istruzione,
Politiche per i Giovani, ha voluto sottolineare come il bando vuole anche
essere un segnale che la città non si è mai fermata, ma che va avanti,
adattandosi ai cambiamenti a cui è stata sottoposta.
Tra le importanti novità del bando di quest’anno c’è infatti l’attenzione
riservato al mondo digitale, visto non come una alternativa agli spettacoli dal
vivo ma bensì come un valore aggiunto, per coinvolgere il pubblico che non
potrà essere presente alle manifestazioni e per invogliarlo ad approfondire la
conoscenza delle opere e della città.
Altra importante novità sarà il fattore temporale, con il tempo di realizzazione
degli eventi a partire dal primo di luglio 2020 al 31 gennaio del prossimo anno,
comprendente anche la possibilità quindi di posticipare un evento in caso di
necessità.

                                                                                                                    OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020                     5
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                                                                      musicale di Giuseppe Verdi e al capolavoro musicale di tutti
                                                                      i tempi, la “Messa da Requiem” scritta in omaggio al grande
                                                                      scrittore e patriota italiano Alessandro Manzoni.

    • La Stilografica – gioiello “Giuseppe Verdi” realizzata dalle Officine Stipula è in pregiata ebanite nera striata
    di viola.
    • Una gemma di ametista cabochon a forma ovale è stata incastonata sulla parte terminale del fermaglio,
    realizzato con la tecnica orafa della microfusione, quasi a simboleggiare una lacrima in segno di lutto per la
    perdita di Alessandro Manzoni.
    • La fascia del cappuccio è un capolavoro dell’oreficeria fiorentina, modellata a mano,
    riproduce le battute iniziali del “Requiem aeternam”.
    • Le prime battute sono contrassegnate con precisione e in rilievo in argento
    microfuso dorato.
    • Nel corpo della stilografica è stata incisa la firma di Giuseppe Verdi.
    • I particolari metallici sono in argento 925/1000 microfuso.
    • Il sistema di caricamento è a pistone fisso.
    • Il pennino è in oro 14K Stiflex.
    • La tiratura è limitata a 150 esemplari numerati.

                                   FIRENZE 1903 Vallecchi 1903 Srl - Via del Ponte all’Asse 7 - 50144 Firenze (FI)
                                              Tel: (+39) 055 0467325 - Email: info@firenze1903.it

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Breve viaggio nelle Divine Nove:
    le Sinfonie di Beethoven
      “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire
                      quel che ha da dire.”
                                    Questa affermazione di Italo Calvino a proposito
                                    dei libri può essere applicata, senza bisogno di
                                    alcuna interpretazione, anche alla grande musica.
                                    Da oggi infatti, cari lettori, aggiungiamo
                                    periodicamente alla nostra rubrica di “Musica e
                                    Teatro”, anche degli articoli dedicati alla musica
                                    “Classica”, nel senso più ampio del termine,
                                    riferendoci alla musica sinfonica, barocca,
                                    polifonica, etc. …
                                    Un classico in musica ha un potere molto grande:
                                    riuscire a parlare a tutti, evocare suggestioni in
                                    maniera indistinta e senza bisogno di mediazioni,
                                    lasciando ad ogni ascolto un piccolo “dono” che
                                    ciascuno di noi – adulto o bambino, esperto o
                                    neofita che sia – può cogliere e mettere a frutto a
                                    proprio modo.
                                    Pensiamo quindi alle Nove Sinfonie di Beethoven,
                                    che dopo più di due secoli non smettono di
                                    conquistare generazioni di ascoltatori, frequentate
                                    assiduamente dal vivo o intercettate in maniera
                                    più o meno casuale, in disco o magari attraverso
                                    la pubblicità: chi non conosce le celebri quattro
                                    note di apertura della Quinta, o l’immortale tema
                                    dell’Inno alla Gioia della Nona?
                                    La loro composizione si estende dal 1799 al 1812
                                    dalla N°1 alla N°8, per arrivare al 1824, anno di
                                    composizione della Nona. Ciascuna sinfonia ha
                                    temi, numeri musicali, caratteristiche ed immagini
                                    ben definite che Beethoven stesso plasma tramite
                                    le note.
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In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L'Arte e l'Opera ci danno entrambe - OperaLife
Come non ricordare la Terza sinfonia, detta            “più espressione del sentimento che pittura dei
“Eroica”, proprio perché fu inizialmente scritta       suoni”. La lieta brigata dei campagnoli, la scena
per Napoleone e rappresenta la sintesi di tutta        del temporale, il canto pastorale: sentimenti di
l’aspirazione negli anni della rivoluzione. Tuttavia   gioia e di riconoscenza dopo la tempesta. Tutte
la dedica verrà disconosciuta in un impeto di          immagini rievocate in musica nell’intento di
sdegno, strappando il frontespizio dell’opera, a       ringraziare i doni della natura.
seguito della sua incoronazione a Imperatore.          Infine, la più celebre delle sinfonie: la Nona, detta
Proprio per questa delusione la sinfonia sarà          anche “Corale”, proprio per la presenza, per la
quindi definitivamente intitolata (in italiano)        prima volta, di un coro nel movimento finale.
“Sinfonia Eroica composta per festeggiare il           È una delle opere più note ed eseguite di tutto
sovvenire di un grand’uomo”.                           il repertorio classico ed è considerata uno dei
L’apice musicale viene raggiunto nella cosiddetta      grandi capolavori della musica occidentale, anche
“Marcia funebre” con i rulli dei timpani e le trombe   in quanto simbolo universale di unità e fratellanza
dal suono apocalittico.                                tra gli uomini. Il famoso tema dell’Inno alla gioia
Altra famosissima sinfonia, la Quinta, contiene        è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo
nel primo movimento forse la pagina più celebre        come semplice spensieratezza e allegria, ma
e drammatica scritta da Beethoven: inizia con          come risultato a cui l’uomo giunge seguendo un
il famoso motivo di quattro note che – secondo         percorso graduale, liberandosi dal male, dall’odio
le parole dello stesso Beethoven – rappresenta         e dalla cattiveria. Le parole sono del poeta e
“il destino che bussa alla porta”, popolarmente        scrittore Friedrich Schiller e sono un vero e proprio
interpretato come l’inquietudine per la sua            manifesto dell’unione, della solidarietà e della
sordità crescente. Nel corso dei movimenti la          pace tra gli uomini. A riprova di ciò, il tema dell’inno
musica perde poco a poco i suoi toni drammatici,       alla Gioia è stato adottato come Inno Europeo
trasformandosi in una rappresentazione della           dal Consiglio d’Europa e, successivamente, dalle
vittoria dell’ottimismo e della certezza morale sul    dall’Unione Europea nel 1985.
destino tramite l’esplosione finale, che trascina      Eccoci quindi al termine di questo piccolo viaggio
l’ascoltatore nella vetta della grandiosità.           tra le sinfonie di Beethoven. Possiamo dire
Come non citare, poi, la sinfonia di Beethoven         senza ombra di dubbio che le Divine Nove sono
più descrittiva in assoluto, quella in cui fuoriesce   quanto di più profondo e infinito la mente umana
tutta la sua vena romantica: la Sesta, detta anche     abbia pensato in musica. Possiamo ascoltarle e
Pastorale. Beethoven a quell’epoca passava molto       riascoltarle: ripartono sempre da capo, perché da
tempo in campagna e ne era affascinato. Lo stare       sempre toccano la nostra coscienza nel profondo,
a contatto con la natura lo colpiva nell’intimo        e non conoscono lo scorrere del tempo e dei gusti.
creandogli quell’immenso piacere e gioia di
partecipare in prima persona alla vita campestre,      Alessandro Bugno
quel cercare in essa il raggiungimento della pace.
Beethoven volle mettere anche un sottotitolo
all’opera, che chiamò “Pastorale”, aggiungendo:

                                                                                 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020    9
In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno di amore e di emozioni. L'Arte e l'Opera ci danno entrambe - OperaLife
Donne con i pantaloni
                                   La vocalità eroica dell’en travesti

10 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Il teatro è un mondo magico: recitazione, costumi,                immaginare un virile condottiero romano con una voce
scenografie, trucchi e parrucche. Tutto è finto, artificiale,     dal timbro femminile, per l’epoca non vi era nulla di più
costruito, ma tutto appare estremamente plausibile e              normale. Anzi, era proprio l’agilità e il virtuosismo tipici
realistico, creando un delicato equilibrio tra arte e realtà      della voce dei castrati che davano spessore al ruolo
che ci inebria e ci “porta a delirar”.                            teatrale, investendo il personaggio di un’aura eroica.
L’Opera, tra tutti i generi teatrali, è quello meno verosimile:   Durante il periodo barocco, quindi, non era insolito che i
per poterla apprezzare vi è da accettare, prima di                personaggi rappresentati in scena avessero una vocalità
tutto, che il canto sia un normale modo di comunicare,            non conforme alla loro identità di genere, e nessuno
che esprimersi in rima e in versi sia assolutamente               batteva ciglio.
spontaneo e non un artificio artistico e che i numerosi           Quando fu permesso anche alle donne di diventare
moribondi rappresentati sul palcoscenico riescano ad              interpreti, questi codici performativi necessitarono di
avere abbastanza fiato per cantare una perfetta linea             decenni per scomparire, lasciando importanti segni
melodica. Eppure gli spettacoli d’opera ci sembrano               nelle opere scritte tra la fine del Settecento e l’inizio
così incantevoli, ci tengono col fiato sospeso e riescono         dell’Ottocento. Se da un lato iniziavano a diminuire i numeri
sempre a commuovere.                                              di castrati, dall’altra le donne stavano guadagnando gli
Questo perché, come ascoltatori abitudinari siamo ormai           spazi che meritavano.
propensi ad accettare – senza neppure pensarci – le               Una delle testimonianze di ruolo en travesti più nota è
convenzioni teatrali del mondo dell’opera. Preferiamo             sicuramente quella di Cherubino, impersonato da una
godere della rappresentazione piuttosto che stare a               donna vista la tenera età del personaggio. Gli esempi
rimuginare su quanto sia finta la recita.                         più iconici di donne nei panni di un uomo sono forse i
Tra tutte queste convenzioni vi è anche la figura                 contralti rossiniani, ruoli particolarmente ardui dal punto
dell’en travesti, un personaggio portato in scena da un           di vista musicale che vogliono riprendere la vocalità
cantante di un altro sesso. Solitamente, nelle opere più          eroica settecentesca. Spesso nei panni di prodi – e
rappresentate sono cantanti femminili che interpretano            giovani – condottieri, gli en travesti rossiniani affrontano
personaggi maschili.                                              una complessa e virtuosistica coloratura: ecco il nostro
Storicamente, tutto ha origine con i castrati, figure             Arsace (Semiramide), Tancredi (Tancredi), Falliero (Bianca
cardine dei primi secoli dell’opera. Nella penisola               e Falliero), Malcolm (La donna del lago), Isolier (Le Comte
italiana, orgogliosa patria del melodramma e fortemente           Ory), fino ad arrivare al belliniano Romeo (I Capuleti e i
influenzata dalla Chiesa, l’impiego di cantori castrati era       Montecchi).
un buon espediente per evitare che le donne calcassero            Tutti accomunati da una giovanile eleganza e da
il palcoscenico, nel rispetto delle prescrizioni papali.          una grinta eroica, questi personaggi sono l’emblema
Se un bambino, tra i sette e i dodici anni, aveva una             dell’artificiosità del mondo teatrale, rappresentando
voce graziosa e promettente, poteva essere sottoposto,            un punto d’incontro fra periodi e stili musicali diversi e
correndo grandissimi rischi, alla castrazione chirurgica,         addirittura fra sessi differenti e complementari. Ruoli
per evitare che lo sviluppo ormonale andasse a                    complessi, divertenti ed esuberanti, che permettono
contaminare la sua voce angelica. Di una grandissima              l’unione di generi che siamo soliti vedere come opposti,
schiera di mutilati, pochi diventavano effettivamente             creando una sintesi che evidenzia l’intero arcobaleno
cantanti di successo, andando incontro a una fama                 di sfumature presente tra il mondo maschile e quello
eccezionale. È questo il caso del celeberrimo Farinelli,          femminile.
una vera e propria star del panorama musicale del                 Cendrillon insegna: a teatro, persino il Principe Azzurro
Settecento.                                                       ha voce di donna.
Ai migliori castrati erano riservati ruoli importanti nelle
opere: un esempio su tutti è il Giulio Cesare di Händel,
dove il ruolo del protagonista era interpretato proprio           Samuele Peruzzi
da un maschio evirato. Se a noi può sembrare strano

                                                                                              OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020       11
OperaLife incontra

        Matthew
        Polenzani
         Siamo felici ed entusiasti
         di poter intervistare
         Matthew Polenzani, tenore
         statunitense la cui carriera
         e fama sono noti ai grandi
         teatri e al grande pubblico.
                                        ph. credits: Fay Fox

12 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
1- Come ti sei avvicinato alla musica e in particolare al canto       Ho amato l’intera esperienza. La produzione, di Jean-Pierre
lirico? È stata una cosa naturale?                                    Ponnelle, è stata pensata per creare un dramma meraviglioso ed
                                                                      esaltare la musica. Il cast è stato eccezionale e, naturalmente,
Sono andato al college a studiare per fare l’insegnante di musica,    il Maestro Levine è uno dei più grandi interpreti di Mozart di
quindi cantare l’Opera non mi ha interessato particolarmente fino a   tutti i tempi. Ogni esperienza con lui mi ha insegnato qualcosa,
quando non sono cresciuto. L’ho fatto perché era il mio strumento     compresa questa. Faccio musica con lui da molto tempo e la
e volevo diventare un direttore d’orchestra, ma l’idea di diventare   nostra collaborazione è sempre stata facile e, onestamente, anche
un cantante lirico non mi è venuta fino ai 22 anni, quando qualcuno   divertente. Pensa che Mozart dovrebbe essere umano, emotivo,
mi ha detto che avrei dovuto prendere in considerazione l’idea di     sentito nel cuore, drammatico e romantico. Adoro il modo in cui il
cantare invece di insegnare.                                          Maestro Levine modella i recitativi di Mozart, che possono essere
                                                                      un po’ aridi musicalmente parlando, e gli dà vita. Spiegava anche
2- Quali figure sono state fondamentali durante questo                al cast ciò che l’orchestra stava facendo, per aiutare i cantanti
percorso per la tua formazione?                                       a capire cosa Mozart avrebbe potuto pensare durante i diversi
                                                                      momenti musicali. Cerco di usare tutte queste cose per ogni parte
Il mio insegnante alla Eastern Illinois University mi ha aiutato a    che canto - e non solo per Mozart.
scoprire la mia voce e l’Opera. Doris Yarick-Cross e Richard Cross
mi hanno aiutato a cominciare a comprendere l’opera e la canzone      6- Nel tuo repertorio ci sono tanti compositori, quale ti è più
d’autore, e mi hanno dato le basi per fare musica che sto usando      vicino per attitudine e carattere, e quale è il ruolo che senti più
ancora oggi. Margaret Harshaw mi ha dato le basi tecniche per la      tuo?
voce con cui canto oggi, e Laura Brooks Rice, che è stata la mia
insegnante dopo che la signora Harshaw è morta, mi ha aiutato a       Beh, è difficile non dire che Mozart è il compositore a me più caro.
crescere e perfezionare quella tecnica, ed è stata la custode della   È con la sua musica che mi sono identificato, ed ho cantato, più
mia voce per tutti questi anni. Credo che non sarei dove sono ora     a lungo. Tuttavia, se dovessi scegliere un ruolo da cantare per
se non avessi trascorso del tempo con tutti loro.                     il resto della mia carriera, sceglierei Werther, di Massenet. La
                                                                      musica, le parole, la storia - tutto ciò che riguarda quel ruolo mi si
3- A che età è avvenuto il tuo debutto? Raccontaci quale              adatta come se lo avesse scritto per me. L’ho adorato ed ero triste
emozione hai provato a stare sul palco per la prima volta.            ogni volta che una produzione finiva. Non posso dirlo di qualsiasi
                                                                      altro ruolo che abbia interpretato.
A questa domanda è più difficile rispondere. La mia prima volta sul
palco di fronte a un pubblico è stata quando ero piuttosto giovane,   7- Hai partecipato insieme a Michael Fabiano e Bryan Hymel a
credo 9 o 10 anni. Stavo cantando con il coro barber shop di mio      un concerto a Dallas. Possiamo dire che i “Tre Tenori” si sono
padre, un canto natalizio chiamato The Little Drummer Boy. Il mio     riformati?
compenso fu un hot dog e lo richiesi il secondo in cui scendemmo
dal palco. Il mio debutto in un grande teatro lirico è stato con      Ah ah! Beh, sicuramente ci siamo divertiti e mi piacerebbe molto
il Capitano in Simon Boccanegra all’Opera di Chicago. È stato         rifare il concerto. È divertente cantare con gli amici e noi tre
fantastico essere sul palco con Kiri Te Kanawa, Alexandru Agache,     andiamo molto d’accordo. È anche bello cantare un po’ di musica
Robert Lloyd e Michael Sylvester. Mi è piaciuto perché il Capitano    leggera, cose che spesso non siamo in grado di fare, poiché le
deve fare una battuta a cappella, ed è stato bellissimo sentire la    nostre carriere sono incentrate sull’Opera. Spero che ci saranno
mia voce risuonare nella sala.                                        molte altre opportunità di ripetere questo evento.

4- Nel tuo repertorio ci sono due delle tre opere a tema              8- In occasione di questo “isolamento forzato” dovuto
“storico-mitologico” di Mozart, Idomeneo e Clemenza di Tito. Ti       all’emergenza COVID-19, hai partecipato al concerto del
piacerebbe affrontare in futuro anche Lucio Silla e completare        Metropolitan Opera Gala, trasmesso in streaming e visto da
questa triade?                                                        moltissime persone a casa. Come hai vissuto questa esperienza
                                                                      e cosa pensi che questa emergenza abbia cambiato nella vita
Non ho mai sentito Lucio Silla, quindi non so se mi piacerebbe        dei teatri?
cantarlo. Detto questo, sarebbe un’idea interessante fare tutti e
tre!                                                                  Questa domanda avrà una lunga risposta, mi dispiace dirlo. Mi
                                                                      è piaciuta assolutamente come esperienza, anche se suonare il
5- Cos’hai provato durante la produzione di Idomeneo al               piano di fronte a così tante persone mi preoccupava. Non sono
Metropolitan, diretto dal M° Levine? Com’è stata la collaborazione    molto bravo come pianista. Questa emergenza ha fatto del male a
con il Maestro e cosa ti ha lasciato quell’incontro?                  tutti i teatri, non solo quelli d’opera, ma anche a Broadway, ai teatri
                                                                      di musica sinfonica e da camera, e ai cinema. Spero comunque

                                                                                                       OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020            13
che qualcosa di grande possa nascere da questa situazione.                 12- In quale grande teatro ti piacerebbe poter cantare? Perché?
    Questo virus non sarà la fine delle arti nel nostro mondo. Invece,
    dovremmo cercare di renderlo un modo per risvegliare nel                   Non ci sono molti grandi teatri d’opera in cui non abbia già cantato.
    mondo la consapevolezza che le arti sono una parte necessaria              Lo Staatsoper di Berlino è uno che mi è sfuggito. Avrei dovuto
    del tessuto non solo della nostra società, ma anche del nostro             cantare a Madrid al Teatro Real questa estate, e quello sarebbe
    benessere mentale. La possibilità di fuggire nella Roma di Tosca,          stato il mio debutto lì, anche se non so se avverrà o meno. Non ho
    o nella Verona di Romeo e Giulietta, o nell’Alabama di Atticus             mai cantato al Musikverein di Vienna, il che sarebbe un piacere.
    Finch in Il buio oltre la siepe, o in qualsiasi canzone, spettacolo,
    musical o sinfonia di tua scelta. Le arti ci offrono la possibilità di     13- Hai la possibilità di viaggiare nel tempo: con quale grande
    lasciarci alle spalle la routine quotidiana, la pressione della vita, la   artista del passato ti piacerebbe poter cantare o vorresti poter
    necessità di fare qualcosa, ed entrare nel mondo di qualcun altro          avere un incontro?
    per un paio d’ore. Le esibizioni dal vivo ci muovono in modi più
    viscerali e diretti rispetto alla TV o a Internet. È più facile mettersi   È una domanda impossibile... Non so come rispondere! Forse Maria
    nei panni di qualcuno che sta di fronte a te e ridere o piangere           Callas o Robert Merrill? Sono fortunato da essere abbastanza
    insieme ad altre 500, o 1000, 2000, 3000 o 4000 persone. È                 grande da aver cantato con interpreti che li conoscevano o
    necessario per la salute mentale collettiva della nostra società.          cantavano con loro, il che è abbastanza bello. Ho sentito bei
    Spero che la società arrivi a questa comprensione, in modo che             racconti di quei giorni.
    le esibizioni dal vivo possano riprendersi parte di ciò che abbiamo
    perso negli ultimi 20 o 25 anni.

    9- Ci sono delle cose che non possono mai mancare prima di
    un tuo spettacolo? Fai qualche rito scaramantico affinché tutto
    possa andare per il meglio?

    Non faccio nulla di speciale nei giorni in cui vado in scena. Non
    sono neanche superstizioso, anche se mi assicuro di lavarmi i
    denti prima di salire sul palco.

    10- Come ti prepari per affrontare al meglio ogni nuovo
    personaggio? Hai un’opera nel cassetto con un ruolo nuovo che
    vorresti interpretare?

    La preparazione per un nuovo ruolo richiede in genere alcuni mesi.
    In primo luogo, devo tradurre le parole, non solo le mie, ma di tutti
    gli altri, in modo che io sappia cosa viene detto a me e cosa su
    di me. Quindi provo a tracciare un’idea di chi sia il personaggio, le
    sue motivazioni, i suoi desideri, ecc. Una volta che mi sono fatto         14- Come si svolge la giornata tipo di un tenore come te?
    una buona idea su queste cose, allora inizio a cantare. Per quanto
    riguarda i ruoli che sogno di interpretare, mi piacerebbe cantare          Bene, se è il giorno di una esibizione, mi alzerei, farei esercizio
    Otello un giorno, anche se in questo momento non fa proprio per            fisico e poi colazione. Mi piace rilassarmi il più possibile e passare
    me. Potrebbe non fare mai per me, anche se ho vissuto la mia               il tempo a leggere la mia parte, specialmente su cose che non ho
    carriera pensando “mai dire mai”. Mancano ancora anni, se mai              fatto tanto come avrei dovuto. Se sono in viaggio, probabilmente
    ci arrivassi, ma mi piacerebbe interpretare quel personaggio e             leggerei un bel po’ o giocherei anche a golf, se la parte non è
    cantare quella musica.                                                     troppo stressante. Se sono a casa, allora farei cose a casa, o mia
                                                                               moglie farebbe una lista di cose da fare, per farmi uscire di casa.
    11- Quale grande voce del passato ti è stata utile o ti è utile            Di solito sono piuttosto nervoso nel pomeriggio, ma meno quando
    come esempio artistico/scenico o vocale?                                   arrivo a teatro.

    Ci sono state molte voci che trovo utili: Fritz Wunderlich, Nicolai        15- Cosa consiglieresti a un giovane che vuole avvicinarsi al
    Gedda e Luciano Pavarotti sono le voci con cui mi trovo ad                 mondo dell’opera?
    identificarmi maggiormente. Non che io canti tutto il loro repertorio,
    ma quando penso alla mia tecnica, queste sono le voci che provo            Ascoltare i grandi cantanti del passato. Del 1970 e precedenti.
    a studiare di più e capire cosa stanno facendo.                            Non sto suggerendo che non ci siano grandi artisti che cantano

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ph. credits: Fay Fox

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oggi, ma i cantanti dei primi e della metà del 20° secolo erano
tutti incentrati sulla voce. Non sto nemmeno dicendo che non
fossero attori, ma la recitazione nasceva dalla loro voce. Tutto è
iniziato con il suono e ogni emozione non aveva bisogno di un
grande attore per essere completamente evidente. Quei cantanti
dovrebbero essere l’ispirazione di ogni giovane cantante.

16- Parlaci dei tuoi prossimi impegni, emergenza sanitaria
permettendo.

All’inizio di giugno sarei dovuto essere in Grecia con il Duca, nel
Rigoletto. Ma non succederà. A luglio ho in programma di cantare
La Traviata a Madrid al Teatro Real, e questo non è ancora stato
cancellato. Ad agosto c’è la mia pausa estiva, poi a settembre/
ottobre dovrei cantare Hoffmann al Metropolitan Opera. Debutto
nel ruolo di Foresto in Attila, all’Opera di Chicago a novembre. Ho
dei recital a Washington DC e Madrid a dicembre, poi la Missa
Solemnis di Beethoven con la Filarmonica di Monaco. Spero di
poter fare alcuni di questi lavori. Sarebbe bello essere di nuovo di
fronte a un pubblico!

Ringraziamo Matthew Polenzani per la disponibilità, e gli auguriamo
il meglio per la sua carriera e per i suoi successi personali.

Edoardo Manzardo

                                              ph. credits: Fay Fox

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“Eintritt”,
    la segreta foresta
    di Robert Schumann

    Eintritt è il primo brano delle Waldszenen (Scene del bosco)
    di Robert Schumann, lavoro composto tra il 1848 e il 1849.
    Si tratta di nove brani pianistici, in cui l’Autore descrive
    musicalmente la foresta, mettendone in risalto la sua poeticità,
    il suo mistero, i suoi colori. Schumann riesce a farci sentire i
    suoi rumori, vedere le sue cromie, percorrere i suoi sentieri,
    creando un’atmosfera dai tipici connotati Romantici. Con
    Eintritt (Entrata), si ha l’accesso a questo bosco sacro e arcano.

18 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Eccoci entrati nel teatro del bosco. Camminiamo e camminiamo, mentre fronde piangono. Siamo soli,
immersi nell’oscurità di questo verde. Siamo soli, ma è soltanto in questa solitudine che è possibile
ritrovare noi stessi. Tronchi e chiome e tra loro sprizza soltanto una soffice luce lunare. Alziamo gli
occhi al cielo, ma le fitte foglie oscurano la volta infinita. Siamo alla ricerca dei profondi misteri, del
ieratico segreto della foresta. Ci sembra di scorgere un Pierrot giocosamente in marcia. Fa un passo e
una lacrima gli casca, facendosi poetica pioggia di questa mistica scena. Ma ecco che per un attimo ci
guarda e se ne va con l’andatura ondulante del melanconico pagliaccio... è già sparito, siamo di nuovo
soli, ma l’immensa foresta ci fa compagnia. La temevamo, con quell’irrequietudine che si prova dinanzi
a un fenomeno soprannaturale. Ma ormai non ne abbiamo paura, è nostra stretta amica. Continuiamo
ad addentrarci in questi pensieri. Il nostro cammino è appena iniziato.

                                                                                 Stefano Duranti Poccetti

                                                                               OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020   19
Dalla Finlandia
                                   il triste annuncio:
                                   annullato lo storico
                                   Festival dell’opera
                                   di Savonlinna
                                   di Valérie Morisi

20 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
La pandemia che ci ha così gravemente colpito ha generato un proliferarsi di esperienze artistiche virtuali, le quali hanno permesso
una diffusione capillare di spettacoli e concerti, molti registrati precedentemente, ma l’emozione delle esibizioni dal vivo rimane unica
e fra poco più di un mese avrebbe dovuto aver luogo una tra le più rinomate manifestazioni nel campo dell’Opera: si tratta del Festival
dell’opera di Savonlinna, evento che permette alla Finlandia di reclamare un posto tra i primi festival d’opera al mondo. Tenuto nel
castello di Olavinlinna, con i suoi 60000 visitatori l’anno, i 2264 posti dell’auditorium ed un calendario che intrattiene gli spettatori per
l’intero mese di luglio, il festival è rinomato in tutto il mondo per l’alto livello dei suoi spettacoli. Dal 1987 esso ospita compagnie d’opera
provenienti da tutto il mondo, a cominciare da quella del Rahvusooper Estonia di Tallin fino a quella del Teatro della Scala di Milano nel
2019. Questo stesso anno la manifestazione avrebbe dovuto ospitare la compagnia d’opera del Teatro Nazionale Croato Ivan Pl. Zajc.
Oltre ad accogliere ospiti illustri, il Festival dell’opera di Savonlinna ha anche proposto oltre i confini nazionali le proprie produzioni, tra
cui l’opera lirica Aleksis Kivi di Einojuhani Rautavaara, arrivata fino in Italia nel 1999.

È passato più di un secolo da quando il primo Festival dell’opera di Savonlinna (Savonlinnan oopperajuhlat in finlandese) si tenne nel 1912,
grazie alla geniale intuizione di una straordinaria artista: Aino Ackté.
Aino, figlia d’arte a sua volta divenuta un soprano famoso in tutta Europa al volgere del secolo, prese parte a un incontro di natura politica
nel castello di Olavinlinna nel 1907 (Aino era una fervente patriota) e riconobbe subito il potenziale della fortezza come luogo ideale per
ospitare un festival dedicato all’opera. La sua atmosfera romantica avrebbe creato l’ambientazione perfetta per ospitare la giovane
produzione musicale finlandese. Aino organizzò la prima edizione del festival nel 1912 e curò i suoi successivi quattro appuntamenti (1913,
1914, 1916 e 1930) durante i quali vennero proposte cinque opere finlandesi e la prima premiere, Talkootanssit (“La danza del villaggio”) di
Ilmari Hannikainen. Le grandi turbolenze del secolo scorso interruppero a lungo questa iniziativa: la prima guerra mondiale, la rivoluzione
russa e la guerra civile finlandese (1918) portarono a lunghe sospensioni.
Il sogno tornò a prendere corpo nel 1967, con un tutto esaurito per l’esecuzione del Fidelio di Beethoven, ripresa dalla televisione e con la
presenza del presidente finlandese stesso, Urho Kekkonen.
Dal 1967 il Festival dell’opera di Savonlinna ha ospitato le premiere di ben dodici opere di cui due nel 2012 per celebrare il centesimo
anniversario del festival, tra cui La Fenice di Kimmo Hakola, la prima opera finlandese con libretto in italiano.

Un castello per la musica

Il castello di Olavinlinna, che prende il nome da Sant’Olaf, è la maggiore attrazione turistica di Savonlinna, che richiama ogni anno più
di 100000 visitatori: si tratta del castello medievale situato alle latitudini più settentrionali tra quelli sopravvissuti fino ai giorni nostri e
risale al 1475. A dare inizio alla sua costruzione fu un cavaliere dano-svedese, Erik Axelsson Tott, che lo edificò allo scopo di proteggere la
regione storica del Savo (nella Finlandia centrale). La fortezza occupa quindi una posizione strategica, troneggiando su un’isola rocciosa
che si erge nel punto in cui si incontrano i laghi Haukivesi e Pihlajavesi.
Già nel 1495 il castello venne messo alla prova con lo scoppio della guerra contro i russi e gli scontri si ripeterono nei secoli successivi,
durante i quali la figura della roccaforte mutò, così come mutò la sua appartenenza al regno svedese o a quello russo.
Nel 1975, dopo numerosi lavori di rinnovamento, il castello di Olavinlinna aprì al pubblico come attrazione turistica e oggi ospita al suo
interno anche due musei: uno dedicato ai ritrovamenti legati alla storia della fortezza e uno che espone una collezione di reperti religiosi
provenienti da tutta la Finlandia e dalla Russia. Dal primo di giugno, anche se con le dovute precauzioni, il castello sarà nuovamente
visitabile.

Dal 2020 al 2021

Sfortunatamente, il festival dell’opera di Savonlinna quest’anno accuserà un grave colpo a causa della pandemia di COVID-19 in corso: per
la prima volta dalla sua riapertura più cinquant’anni fa, questa estate le note soavi dell’Opera non riecheggeranno tra le mura storiche
che hanno sempre accolto gli amanti della musica.
I biglietti già venduti saranno ritenuti validi per l’anno prossimo e gli organizzatori del festival chiedono, tramite il sito ufficiale dell’evento,
di confermare entro il 15 giugno l’accettazione di questo cambio o di comunicare eventuali variazioni di date nel caso fossero necessarie
per i visitatori, proponendo altrimenti voucher sostitutivi validi per i prossimi due anni o il rimborso di quanto speso.
Questo rinvio grava però sul festival come una cupa ombra: comporta una perdita di ben 2 milioni di euro per l’organizzazione, in quanto
erano già state sostenute ingenti spese per i preparativi necessari a questa edizione. Ma le problematiche non si esauriscono qui, in
quanto per il Festival dell’opera di Savonlinna lavorano ben 1200 persone nel corso dell’evento stesso tra artisti e membri dello staff
impegnati nelle più disparate mansioni, e la manifestazione è parte importante del loro sostentamento. Un problema questo che non
riguarda solo tale festival o la Finlandia, ma che sta affliggendo tutto il mondo dell’opera e del teatro, incidendo profondamente sulle vite
di numerosi operatori del settore. Ci auguriamo perciò che, una volta finito questo periodo di difficoltà, il Festival di Savonlinna, così come
le altre manifestazioni, riprendano ad allietarci e a riempire le nostre vite di musica con ancora più entusiasmo.

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Ragazzi non affidatevi a sotterfugi o a stratagemmi,
                                    ma credete in voi stessi!
               [...] Ma ricordatevi, non c’è nulla che non possiate conquistare
                     se lo volete veramente e vi create le occasioni giuste!
                                            Nemorino

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Illustrazione di Giorgia The Luca • Profilo Instagram @giorgiatheluca
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OperaLife incontra

    Kristine
    Opolais
    Buongiorno lettori di OperaLife,
    oggi ci riabbracciamo con un volto già noto alla
    nostra rivista: ci fa di nuovo compagnia il soprano
    lettone Kristine Opolais.
    Grazie per essere con noi
    anche questa volta.

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1) L’ultima intervista (che potete ritrovare nel Dodicesimo              3) Alcune persone, durante questi tempi duri, hanno proposto
Numero del nostro Magazine) è avvenuta lo scorso novembre,               fusioni di generi musicali, come musical o l’idea di proporre più
in un periodo totalmente diverso per l’intera collettività. Prima        inusuali. Cosa ne pensi a riguardo?
di tutto ti vogliamo chiedere come ti senti dopo questi mesi
così difficili. Come pensi che sarà il teatro dopo questo duro           Ho pensieri positivi su ciò che le persone stanno creando. Che
momento? Le persone avranno paura?                                       si tratti di unire il rock o il pop con i canti lirici, i musical... è
                                                                         fantastico. Qualsiasi tipo di sperimentazione è buona ed in questo
Sto molto bene in questo periodo, perché per la prima volta, dal         periodo emergeranno talenti e idee promettenti.
2006, mi sono finalmente fermata. Ho tempo per tutto. Ho tempo
per mio figlia, la mia famiglia, la mia casa e il mio corpo... Adesso    4) Tu nasci come attrice, ci sono dei metodi attoriali che usi nei
ho più tempo per imparare cose che non avevo potuto fare prima,          tuoi personaggi? Come riesci ad entrare in questi ultimi?
come cucinare. Sono anche più positiva adesso di quanto non fossi
prima. Sto pensando molto alle persone della mia vita e a quello         Non sono nata come attrice. Ho sempre voluto esserlo, ma ho
che mi sta succedendo in generale negli ultimi 5-6 anni. È stato         vissuto situazioni particolari che mi hanno reso più forte in questo
un momento difficile ed è un po’ spaventoso, ma cerco di non far         settore. Prima di tutto, la mia vita e le esperienze che ho avuto.
prevalere le brutte emozioni. Cerco di espellere tutto e continuare      A volte straordinarie, e ne sono uscita arricchita. Anche le cose
a pensare positivamente. Credo che i momenti difficili avvengano         brutte, perché sono diventata più forte grazie a loro. C’è stata una
per una ragione. Probabilmente significa che dobbiamo solo               persona in particolare che mi ha aiutato a tirar fuori tutto ciò che
fermarci e riflettere. Ovviamente è un po’ stressante, vivere solo       avevo e ad usarlo sul palco, il mio amico Andrejs Žagars, che se
con i risparmi e pianificare il futuro, preoccupandosi per quanto        ne è andato poco più di un anno fa. È stato sovrintendente della
tempo potrebbe continuare questa situazione. Anche sapendo               Opera Nazionale Lettone per 17 anni, ed è stato anche attore e
che sto facendo del mio meglio per rimanere positiva, e la cosa          regista teatrale. Mi ha insegnato molti segreti sulla recitazione.
più importante è che non abbiamo nessuna di queste altre ondate
di cui le persone parlano. Dobbiamo stare attenti. Stai pulito, lavati   Il metodo migliore, per la mia esperienza, è cercare di rievocare
le mani! So che qualunque cosa stia succedendo nel mondo, non            una situazione particolare della mia vita e richiamare i ricordi e
possiamo cambiare tutto da soli. Ma possiamo cambiare noi                le emozioni di quei momenti. Spero che nessuno attraversi quelle
stessi. Dobbiamo aspettare e vedere cosa decideranno i leaders           cose nella loro vita, ma se succede, possono portarle nella loro
mondiali.                                                                arte. Cerco anche di essere naturale, senza gesti straordinari, a
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È triste quando vedo i teatri aperti ma con posti vicini vuoti. Se       interiore.
questa è la realtà che dovremo accettare per ora, così sia. Non
possiamo preoccuparci di cose che non possiamo cambiare, ma              5) Che musica ascolta nel tempo libero? L’opera fa parte
possiamo cambiare il nostro modo di pensare e cercare di stare           anche dei suoi momenti di svago o è vincolata alla sua sfera
calmi.                                                                   professionale?

2) Proprio in questo periodo, i teatri hanno creato moltissimi           Non ascolto molta musica a casa. Quando studio, ascolto l’opera.
eventi in streaming e dirette. Pensi che lo streaming possa              Mi piace qualsiasi tipo di buona musica, fatta da professionisti,
sostituire l’esperienza del live? Quanto è importante per te lo          che si tratti di pop, rock, opera ... Non ho molto tempo per sedermi
scambio di energie con il pubblico durante una recita?                   e dedicarmi solo all’ascolto, ma quando lo faccio, è uno di questi
                                                                         generi.
Non penso che lo streaming possa sostituire completamente
l’esperienza del teatro dal vivo, ma credo che sia importante            6) Chi è Kristine in 5 parole?
averlo, che sia meglio avere questo tipo di performance eseguita
e condivisa, piuttosto che nessuna. I fan dell’opera e della             Passionale, divertente, emozionante, onesta, anticonvenzionale.
musica classica in generale sono così felici di vedere e ascoltare
spettacoli, quindi questo è qualcosa che possiamo condividere            7) La vocalità operistica è il risultato di un armonioso equilibrio
con loro, ora e in futuro. Per questo motivo, e anche per le nostre      tra piano psicologico del personaggio (e a volte anche del
motivazioni artistiche, dobbiamo farlo. Dobbiamo tutti impararne         cantante) e tecnica vocale. Cosa è più importante secondo lei:
i vantaggi. Ho intenzione di presentare una performance sulla            parte emotiva o tecnica?
nuova piattaforma IDAGIO Global Concert Hall per questi motivi e
non vedo l’ora di entrare in contatto con il mio pubblico anche lì,      Non puoi essere bravo in questa professione senza il lato tecnico,
il prima possibile.                                                      ma non puoi nemmeno fare carriera solo con una tecnica solida.
                                                                         Ci sono artisti che si concentrano prevalentemente, diciamo per il

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97%, sulla parte tecnica, ed a volte lo trovo un po’ noioso. Manca      vuoi essere. Potrebbe esserci un momento nella tua vita in cui
    qualcosa, sento di avere bisogno di qualcosa in più. Il punto di        presterai attenzione alle tue condizioni fisiche. Per noi donne, è
    vista psicologico o emotivo. Cerco di trovare una via di mezzo,         difficile invecchiare e cerchiamo di fermare il tempo, ma è la vita.
    ma per me la parte più importante, non in generale ma tra le due,
    sono le emozioni. Se sei emozionante, sei più aperto e quindi           Amo più che mai il mio corpo, e mi piaccio più che mai. Ma è
    puoi davvero fare arte, non pensi solo alla perfezione tecnica. In      perché mi piace fare esercizi e stretching. Mi fa stare bene.
    quest’ultimo caso, non potrai dare qualcosa di veramente speciale       Mangio più sano, la mia pelle e i miei capelli sono in condizioni
    e memorabile che le persone ricorderanno per tutta la vita.             migliori, ma è perché lo voglio. Sono più concentrata sul sentirmi
                                                                            bene e per farlo ho bisogno di prendermi cura del mio corpo e della
    8) C’è un personaggio che le piacerebbe impersonare ma che              mia mente, dei miei pensieri. Non mi rapporto con le persone che
    purtroppo non è nella sua vocalità?                                     mi portano emozioni negative. Cerco di creare attorno a me amore
                                                                            ed energia positiva.
    Questa è una domanda molto interessante e ci sto già pensando.
    Tutti i ruoli che ho voluto o che vorrei ancora cantare, vocalmente     Per me l’arte non ha nulla a che fare con il tuo aspetto. È come ti
    so che posso interpretarli. Non esiste un ruolo che mi piace che        senti.
    non sia adatto alla mia voce. Personalmente non sono una fan dei
    ruoli da soprano con timbri più alti, perché la musica non tocca        11) Come vede il suo futuro nel mondo della lirica?
    le mie emozioni più profonde. I ruoli da mezzo-soprano potrei
    cantarli, se ne avessi bisogno o se volessi, con l’età o con un         È ancora un periodo folle. Non sto pensando troppo ai piani.
    allenamento particolare per la mia voce. Canto da tutta la mia vita     Cerco di vivere ogni giorno con tutto il cuore e di godermi questa
    e continuerò a cantare.                                                 vita. Mi piace la possibilità di vedere, sentire, sperimentare cose
                                                                            e sentirmi al sicuro. Se le cose andranno bene continuerò a
    9) Cosa ne pensi dell’insegnamento? Ti piacerebbe un giorno             viaggiare, a lavorare e cantare. Voglio ancora seguire la carriera
    insegnare? Cos’è la prima cosa che diresti ai tuoi allievi?             di attrice cinematografica, un giorno. Sento che tutto è possibile:
                                                                            mi vedo sul palco, nell’arte, in futuro. Spero che i leader di questo
    Al momento non insegno, perché io stessa sto ancora imparando           mondo ci permettano di esibirci di nuovo, che i teatri dell’opera
    di più su come cantare al meglio. Insegnerò sicuramente, come           non chiudano e che le cose andranno bene. Se le persone stanno
    fanno molti altri cantanti dopo aver terminato una carriera attiva.     bene e al sicuro, vedo positività nel mio futuro.
    Le masterclass mi interessano, le ho già guidate e ho ricevuto
    offerte per farne altre. A volte ho detto di no perché non mi sentivo   12) Quali sono gli insegnamenti più grandi che ti hanno lasciato
    a mio agio ma è un grande onore per me, quando mi viene chiesto.        il teatro e la musica?
    Parlo di interpretazione, musicalità, immaginazione, di come
    costruire un ruolo o un’aria. Devo condividere questa conoscenza,       Comunicare con le persone e trovare una soluzione anche in
    oltre a cantare. Spero che dopo dieci anni capirò anche di più sulla    situazioni molto difficili. Lavorare in gruppo. Non è facile, abbiamo
    tecnica, per insegnare agli artisti più giovani.                        tutti un ego.

    10) Oggi è la figura dell’artista è cambiata molto, cosa credi          La flessibilità e la diplomazia sono importanti, sono queste le cose
    debba avere oggi un artista per emergere?                               che ho imparato in tutti questi anni, facendo musica.

    La cosa più importante è ciò che un artista può fare sul palco.         13) Tu hai una figlia, pensi sia importante far conoscere l’Opera
    Emotivamente, vocalmente, chi SEI come artista. Se vedo solo            e la musica classica ai più piccoli?
    un corpo e un viso convenzionalmente belli, non è abbastanza.
    Questa non è arte. Non rimarrà per sempre. È vuota, non è niente.       Non possiamo costringerli a farlo. Possiamo offrire loro la
    Non mi interessa l’aspetto di un cantante. A volte puoi vedere e        possibilità. Possiamo spiegare cosa sono l’opera, il balletto,
    sentire una tale anima, il talento che traspare dall’artista è così     le sinfonie e tutti gli altri tipi di musica, ma dovrebbe essere
    forte, non ti fermi nemmeno un secondo al come è fatta questa           un’offerta. Non voglio spingere mia figlia a seguire la mia stessa
    persona. Né sulla corporatura, né al modo in cui appare. È bello        professione.
    quando tutto è in armonia, ma la cosa più importante è l’arte.
    Sempre.                                                                 La musica può dare molte possibilità a un bambino di sviluppare i
                                                                            propri sentimenti e la propria immaginazione, ma non costringerò
    I tempi stanno cambiando e ovviamente le persone sono un po’            mia figlia ad imparare qualcosa sull’Opera. Ci sono lezioni di
    più legate all’idea che si fanno sul come appaiono gli altri, ma        musica nella sua scuola.
    è una cosa che deve riguardare solo te. Come ti senti, come

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14) In questo periodo di fermo dei teatri, sicuramente lo stage è
mancato. Qual è il ruolo che ti è mancato di più?

L’annullamento del mio debutto a Bologna, con il ruolo di Adriana
Lecouvreur. L’ho aspettato per molti anni e ora lo voglio ancora
di più! Mi sono presa il mio tempo per farlo e lo sento più
profondamente ora. È stata una grande perdita.

15) Quali sono i tuoi prossimi impegni? Debutti in vista?

Ho molti piani, alcune cose che sono molto interessanti, ed anche
una sorpresa, ma non posso ancora dire nulla al riguardo. Posso
condividere con voi che nella prossima stagione ci sarà Verdi.

Katerina Izmailova in Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di
Shostakovich non è un debutto per me, perché l’ho cantata molti
anni fa a Riga, ma sono molto felice di tornare a questo ruolo la
prossima primavera. Lo canterò a Boston e alla Carnegie Hall.

16) Aiutaci a terminare questa frase “l’arte e l’Opera non
possono morire perché…”?

In qualsiasi momento, più o meno difficile, tutti abbiamo bisogno
di amore e di emozioni. L’Arte e l’Opera ci danno entrambe.

Ringraziamo nuovamente Kristine Opolais per il tempo che ci ha
dedicato e per averci permesso di conoscerla ancora meglio.
Buona fortuna per gli impegni futuri!

Samuele Peruzzi
Alessandra Gambino

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L’arte pittorica e l’arte lirica,
      una “recondita armonia”

32 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
Avete mai pensato che la pittura e la lirica possano intrecciarsi e addirittura completarsi?
Apparentemente sono due arti ben distinte e tra loro parallele, ma così non è.
Sono state diverse le occasioni, infatti, in cui queste sono venute a contatto in modo “intimo” e sicuramente determinante ai fini
dello sviluppo e della messa in scena, talvolta innovativa, delle opere liriche.
Un primo esempio di come l’intreccio tra le due arti, pittura e lirica, sia stato voluto proprio dall’autore si ritrova nei due capolavori
di Giacomo Puccini, “Tosca” e “La Bohème”. Il richiamo della pittura in Puccini è assai evidente e proprio nelle sue due opere più
popolari, infatti, i protagonisti maschili sono due pittori (Cavaradossi in Tosca e Marcello nella Bohème).
Viene dunque da chiedersi quale ragione abbia indotto il Maestro toscano a vestire i due protagonisti con i panni di un pittore.
Possiamo solo azzardare una timida ipotesi basata sulle abitudini di vita del grande musicista. Riteniamo che le sue frequentazioni
al Lago di Massaciuccoli, risplendente di cangianti colori, ed il notissimo amore nutrito per la caccia che lo portava ad incontrare
le mutevoli ed affascinanti luci delle prime ore del mattino possano aver influito sulla scelta della figura del pittore per entrambi
i protagonisti dei citati capolavori, le cui note immortali sono ancora oggi capaci di commuovere, dopo cento anni, le platee dei
teatri di tutto il mondo.
Per quanto riguarda poi le scene e i luoghi nelle sopracitate opere, possiamo con sicurezza affermare che in Puccini è l’arte ad
ispirarlo: in “Tosca” è la Roma dalla storia eterna e maestosa mentre nell’opera “La Bohème” è l’impressionismo parigino.
Un esempio recente di come l’arte pittorica sia stata invece introdotta in un’opera lirica e sia spavaldamente salita sul palcoscenico,
per volere del regista e non dell’autore, lo ritroviamo nell’ultima rappresentazione alla Scala di Milano dell’opera “Il Trovatore” di
Verdi.
Il regista lettone Alvis Hermanis, infatti, in questo caso ha spostato la vicenda proprio all’interno di un museo. Quale fosse
effettivamente il museo rappresentato non è chiaro ai critici e al pubblico: dal colore rosso delle pareti potrebbe essere il Kunst o la
National Gallery, ma anche alcune sale della Pinacoteca di Brera. Durante la rappresentazione, 60 quadri tra riproduzioni di dipinti,
di dettagli e proiezioni scorrono fieri sul palcoscenico, dando al pubblico la percezione di trascorrere un intero giorno all’interno
del museo: nella fase diurna il luogo è, come di consueto, abitato da guide turistiche e visitatori, mentre durante la notte i quadri
prendono vita e i protagonisti si vestono di rossi e fastosi abiti di velluto.
Il senso di questa innovativa ambientazione, come Hermanis stesso ha spiegato, ha un obiettivo ben preciso: «Dovevo dare un
senso a tre livelli contemporanei diversi: la storia ambientata nel 1400, la musica dell’800 e il pubblico attuale a cui è destinata. Il
museo rappresenta un ponte tra queste tre epoche e andare all’opera oggi in qualche modo è come visitare un museo».
Rendere attuale la musica lirica attraverso l’incontro con altre discipline è l’obiettivo del controtenore americano Anthony Roth
Costanzo che ha deciso di reinventarla proprio creando commistioni con la moda, l’arte, la danza. In particolare, per la pittura
ha coinvolto un esponente di spicco dell’arte contemporanea, George Condo, che lo ha ritratto per la copertina del suo lavoro
discografico come un Arlecchino fiero ed al tempo stesso enigmatico.
E se con Hermanis è la pittura ad essere invitata ad entrare e ad esibirsi sul palcoscenico della lirica, l’iniziativa del Museo di Roma
del 2017 “Connessioni al museo 3: la grande Opera lirica e i canti della tradizione ungherese. Inedite riletture” vede al contrario,
come sua ospite speciale al Museo, l’Opera lirica con il fine di far vibrare le sue sale con le più belle arie e musiche della grande
tradizione operistica.
La pittura, dunque, sia per ragioni più personali e legate a fatti di vita quotidiana, sia per motivi di avvicinamento e di attrazione di
un pubblico moderno ad opere e vicende ambientate nei secoli passati, ha ben dimostrato di essere in grado, insieme alla lirica, di
adattarsi armonicamente non solo alle esigenze del palcoscenico ma anche agli intrecci di vita privata.

Fonte: teatroallascala.org

Alessia Valente
@arte__ale

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PAGINA STORICA

    Due regine
    in scena per
    Donizetti
    Se ci fu un’opera sfortunata nella carriera di Gaetano Donizetti
    quella fu Maria Stuarda, tra i ritardi dovuti all’inesperienza
    del librettista Giuseppe Bardari, la censura e i litigi dei due
    soprano durante le prove per la prima. Tutto questo portò
    ad una prima burrascosa il 30 dicembre 1835 alla Scala di
    Milano ed anche all’oblio di quest’opera fino alla metà del
    secolo scorso. Ma di cosa tratta?

    L’azione si svolge nell’anno 1587. La corte gioisce poiché il
    re di Francia ha chiesto la regina Elisabetta d’Inghilterra in
    moglie, la donna è però titubante e tormentata dall’incertezza
    su che sorte riservare alla cugina Maria Stuart. Uno dei suoi
    consiglieri, Talbot, la supplica di risparmiare la vita all’ormai
    ex regina di Scozia. Si fa avanti anche Leicester, per il quale
    Elisabetta prova un forte sentimento, la donna decide così
    di capire se è corrisposta annunciandogli di aver deciso di
    sposare il re di Francia e quando sul volto dell’uomo non
    riscontra alcun segno di gelosia la regina capisce di avere una
    rivale. Leicester rimasto solo con Talbot riceve da quest’ultimo
    una lettera di Maria nella quale si apprende che la donna e
    il conte sono amanti. Il colloquio è udito da Elisabetta che
    intercetta Leicester e si fa consegnare la lettera. Oltre alla
    dichiarazione d’amore, Maria chiede di avere un colloquio
    con la cugina, la quale accetta. L’azione del secondo atto si
    sposta a Fortheringay dove è imprigionata Maria. Qui la donna
    ricorda la sua giovinezza assieme all’amica Anna. I suoi ricordi
    vengono interrotti dall’arrivo della corte di Elisabetta. Le due
    donne si incontrano o meglio si scontrano, perché dopo un
    tentativo misero di avere un colloquio pacifico si accendono
    le ostilità, si insultano a vicenda e Maria viene ricondotta in
    cella. Il terzo atto ci presenta l’altro consigliere della regina,
    Cecil, mentre tenta di convincere Elisabetta a firmare l’atto di
    morte di Maria. La sovrana è titubante ma l’arrivo di Leicester
    e il ricordo che egli ama un’altra donna la inducono a firmare
    il documento, nonostante le suppliche del conte. Maria viene
    informata da Cecil e Talbot della sua sentenza di morte, l’ex

34 OPERALIFEMAGAZINE Giugno 2020
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