"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)

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"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
“Fazenda da Esperança“   –
Lamezia Terme (CZ)
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
Cantieri dei Ragazzi dei
Focolari: Estate 2019, tutte
le iniziative
Pagina in continuo aggiornamento

Anche questa estate i ragazzi e le ragazze del Movimento dei
Focolari daranno vita a dei progetti, i “CANTIERI”, per
contribuire a costruire un mondo unito, a realizzare la
fraternità universale, dando vita ad azioni di pace iniziando
dalla vita quotidiana e dalle città e coinvolgendo tanti altri
ragazzi.

Vi presentiamo le iniziative per quest’estate 2019:
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
Croazia, dal 7 al 13 luglio
2019, per i giovanissimi del Veneto:

Un laboratorio di fraternitá dove svolgeremo azioni
sociali, ecologiche, workshop, conoscenza e scambio di
esperienze tra noi e con i ragazzi del posto. Insieme
vorremmo scoprire e concretizzare il progetto
#ZeroHunger Generation.
Questo il Cantiere 2019 organizzato dai Ragazzi per
l’unità del Veneto per i ragazzi. Se hai dai 14 ai 17
anni sei il benvenuto!!! Quando lo faremo? Dal 7 al 13
luglio.   Dove? Nella Cittadella Faro (Krizevci)     –

Croazia        . Ti aspettiamo!!!!!!
Il team Rpu Veneto

Per iscriverti clicca qui

Visita il sito
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
Scarica il volantino

2. San Giovanni in Persiceto (Bologna) – 29 giugno-2 luglio
2019

3. Perugia, dal 27 al 30 giugno 2019
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
4. Palermo, dall’1 al 5 luglio 2019
"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
Arrivo    previsto
     domenica 30 giugno alle 19:00 con cena a sacco
     • Partenza prevista sabato 6 luglio

ATTIVITA’: Incontri interculturali al Centro Santa Chiara e
alla missione Speranza e Carità
di Biagio Conte;
• Incontri con esperti
• Volontariato a Ballarò, Casa di tutte le genti, quartiere
Roccella
• Attività ecologica
Scarica il volantino
5. Clusone (BG), dal 29 luglio al 3 agosto 2019

                                Ideato dai Ragazzi per l’Unità
                                della Lombardia Est          –
                                ECO_CANTIERE 2019

Iscrizioni su: https://forms.gle/dvbGR5kuSph6RUP59

Quota di partecipazione 140€

IL PIANETA ( a ) TERRA, #ZEROHUNGERGENERATION
Un’esperienza di fraternità, per ragazzi dai 13 ai 17 anni,
che hanno a cuore il pianeta. Con laboratori, giochi, sport e
camminate nel verde.

Scarica il volantino

6.        Camporosso
(Tarvisio – UD) dal 3
al 7 luglio 2019

Un’esperienza di alcuni giorni durante la quale i ragazzi si
metteranno all’opera nell’ottica della proposta internazionale
“MENTE, MANI, CUORE IN AZIONE”. Si tratta di un soggiorno in
cui i ragazzi potranno, innanzitutto, mettersi al servizio del
territorio con azioni sociali e attività volte alla
salvaguardia dell’ambiente, inoltre saranno protagonisti di
momenti formativi su tematiche di loro interesse e non
mancheranno momenti per giocare e fare sport, immergersi nella
natura e coltivare l’amicizia e lo scambio di esperienze con
coetanei e adulti.      Scopo del CANTIERE MONDO UNITO è
sensibilizzare i ragazzi e, in secondo luogo le famiglie e
tutta l’opinione pubblica, riguardo la necessità di promuovere
una convivenza pacifica e solidale fra i popoli. Con ognuna
delle loro iniziative i Ragazzi per l’Unità cercano di vivere
e diffondere la cosiddetta “Regola d’oro” che, presente nelle
principali religioni e culture, invita a “fare agli altri
quello che vorremmo fosse fatto a noi e a non fare agli altri
quello che non vorremmo fosse fatto a noi”. Perché la regola
d’oro diventi realtà tra tutti gli uomini della terra i
ragazzi si impegnano a dare vita ad azioni di pace iniziando
dalla vita quotidiana e dalle loro città.

7. Amatrice, dal 17-31 Agosto 2019
8. Genzano (Roma), dal 20 al 24 luglio 2019: “STOP N’ GO”

9. Roma, dal 13 al 17 luglio 2019,”STOP N’GO”presso la
Comunità di Nomadelfia
10. Terra Santa, 23-30 luglio 2019, Ragazzi per l’unità
dell’Emilia Romagna

11. Carloforte (CI),Sardegna, dal 27 luglio al 1 agosto 2019
Benevento, Progetto “Per un
pezzo di pane”
Il progetto “per un pezzo di pace” si inserisce nella cornice
di attività pensate dal coordinamento istituito per
riconsegnare al Centro “La Pace” il suo obiettivo primordiale:
essere un laboratorio permanente di unità, una esperienza di
pace attraverso la cultura e l’accoglienza, un motore continuo
che muove idee e proposte.

Il progetto è indirizzato a tutti i giovani della provincia di
Benevento di età compresa fra i 15 e i 30 anni, si rivolgerà
pertanto a scuole, università, associazioni, parrocchie,
realtà locali (proloco, forum giovani). Il progetto è
articolato in cinque fasi spalmate su un arco temporale di
circa 4 mesi.

Scarica gli allegati con la descrizione del progetto e le
schede di iscrizione:

benevento descrizione progetto (1)

benevento ( allegato1) REGOLAMENTO

benevento (allegato 2) SCHEDA D’ISCRIZIONE

benevento (allegato 3) SCHEDA DI ADESIONE
L’esperienza    di                               “Casa
Ismaele” a Cosenza
Riceviamo e pubblichiamo l’esperienza di una comunità che ha
aderito a un progetto di accoglienza. L’articolo è stato
pubblicato sul periodico dell’Associazione Famiglie Nuove,
Spazio Famiglia.

   “Mi   chiamo   Lamine
Badiane e ho da poco
compiuto 18 anni.
Vengo dal Senegal,dove
vivevo    con    la   mia
famiglia. Lì dopo la
scuola,               che
ho    frequentato     per
quattro      anni,     ho
lavorato come elettrauto,
finché ho deciso di
partire.      Prima    di
mettermi
in viaggio non potevo immaginare quanto questo sarebbe stato
duro e faticoso. Ho attraversato quattro Paesi prima di
arrivare in Italia. Tutto il viaggio è durato due anni. Dal
Senegal ho attraversato la Mauritania, il Mali, l’Algeria, la
Libia, dove sono rimasto per un mese in prigione.
Sono riuscito a scappare grazie all’aiuto di una signora e ad
arrivare sulla
spiaggia, dalla quale mi sarei imbarcato.
Il 30 Giugno 2017 sono
                                       partito a bordo di
                                       un’imbarcazione       e
                                       sono    arrivato     in
                                       Italia, a Corigliano,
                                       il 3 Luglio». Quella di
                                       Lamine è una delle
tante storie che accomunano i ragazzi ospitati nella Casa di
Ismaele, una casa famiglia situata a Rogliano, in provincia di
Cosenza, che accoglie minori stranieri non accompagnati, tra
le fasce più vulnerabili di chi arriva in Italia con la
speranza di un futuro migliore. La struttura, aperta dopo
l’emergenza sbarchi sulle coste calabresi dello scorso Giugno
e poi entrata nel circuito Sprar, ospita 12 ragazzi,
adolescenti e neo maggiorenni. Nata dalla collaborazione tra
la cooperativa sociale Fo.Co., AFNonlus, AMU Onlus e la
cooperativa sociale Mi.Fa., Casa di Ismaele offre ai ragazzi
un ambiente familiare e uno stile di vita adatto alla loro
età. Oltre all’attività scolastica, gli ospiti della casa
famiglia infatti frequentano dal mese di ottobre un corso
di italiano, che li impegna tutti i giorni nonché attività
sportive in base alle loro attitudini. Il pranzo e la cena
sono momenti conviviali e vengono condivisi con gli educatori.

In entrambi i pasti sono
i    ragazzi     stessi
a cucinare, assieme
all’educatore di turno.
Non mancano momenti
di aggregazione, uscite,
partecipazioni     alle
feste popolari, pizze,
tombolate ed altro.
Oltre agli operatori, ai
mediatori linguistico-
culturali,
all’assistente sociale e alla psicologa, i ragazzi sono
seguiti da una rete di famiglie locali, che si sono messe a
disposizione per offrire loro momenti di svago e tempo libero.
Alcune si sono riunite formando la cooperativa sociale
Missione Famiglia (Mi.Fa.), impegnata nella diffusione
di un’idea “sociale” di famiglia, che si metta al servizio
delle periferie esistenziali.
«L’esperienza di Casa di Ismaele, parte da una comune attività
sociale di volontariato, svolta da alcuni anni, in favore di
minori con disagio, residenti in case famiglia, inclusi i
minori stranieri non accompagnati», ‒ ci spiegano Gaetano e
Giulia Gabriele, tra i fondatori di Mi.Fa. Per
realizzare l’obiettivo di un’accoglienza che, riconoscendo la
centralità della persona umana e della sua dignità,
garantisca la reale applicazione dei diritti umani, nonché
l’attivazione di percorsi finalizzati all’autonomia economica
e sociale dei giovani, le famiglie di Mi.Fa. hanno da
subito istaurato un rapporto di amicizia con i ragazzi della
casa famiglia. «Fin da subito ‒ continua Gaetano ‒ grazie
all’aiuto dei mediatori lingustico-culturali, siamo riusciti a
creare una zona di prossimità, favorendo un clima di
accoglienza e d’incontro, cercando di valorizzare e
rispettare la diversità delle loro culture e, soprattutto,
facendogli capire di non sentirsi estranei, ma
considerandoli un dono alle nostre vite».
Le famiglie hanno un ruolo fondamentale in questo processo di
integrazione.

Lo   conferma    anche    Alfusainey    Touray,    mediatore
linguisticoculturale della struttura.
«Fare in modo che un ragazzo straniero sia supportato da una
famiglia locale, gli permetterà di praticare la lingua e gli
darà un punto di riferimento. Nello stesso tempo,
questa esperienza consentirà alla famiglia di superare gli
stereotipi e i pregiudizi che accompagnano lo straniero». Così
l’accoglienza assume la sua vera conformazione, diventa
un’opportunità di conoscere, confrontarsi con il diverso,
sperimentando forme di multiculturalità anche all’interno di
piccoli centri abitati. Per fare in modo che tutti i
ragazzi come Lamine, alla domanda “Cosa ti aspetti dal
futuro?”, rispondano proprio come ha fatto lui: «Mi piace
studiare e voglio continuare così per imparare la lingua e
integrarmi. Voglio diventare un elettrauto nel futuro e voglio
servire questo Paese, che mi ha dato l’opportunità di
cominciare una nuova vita»”.

scarica l’articolo

Rifugiati, l’accoglienza                                   a
Verona si fa casa
“Da oltre un anno seguiamo, in collaborazione con un gruppo
parrocchiale di Santa Lucia, quartiere della periferia di
Verona, quattro ragazzi africani richiedenti asilo, ospiti in
un appartamento precedentemente ristrutturato di proprietà
della parrocchia. In questo lungo periodo abbiamo insieme
condiviso tante realtà belle e significative per il loro
inserimento sociale del territorio locale: momenti di festa e
partecipazione alla loro gioia di poter vivere finalmente in
un appartamento vero; di attività concrete, di ricerca di
lavoro, di superamento di difficoltà. Occasioni tutte che
hanno contribuito a costruire e rinsaldare rapporti reciproci
sempre più sinceri e profondi. Durante questo percorso,
supportati anche dalla Caritas Diocesana, tutti hanno potuto
ottenere un permesso di soggiorno in Italia della durata di
due anni per “motivi umanitari”; due di loro lavorano con un
contratto a termine, più volte rinnovato; gli altri due
svolgono lavori saltuari “a chiamata” tramite cooperativa.

In occasione di momenti speciali li abbiamo coinvolti in
iniziative culturali del territorio e anche del Movimento dei
Focolari – spettacolo del Gen Verde, partecipazione a Loppiano
Lab, gita con la comunità locale ad Assisi. Momenti difficili
e di difficoltà non sono di certo mancati. Non di rado abbiamo
percepito un certo pregiudizio nei confronti degli immigrati
in generale, e in particolare la loro accoglienza in strutture
territoriali. Questo però non ci ha scoraggiati ma, semmai,
spinti maggiormente a credere e agire concretamente in ogni
situazione di criticità. Come ad esempio quando, Mocta, uno
dei quattro giovani, cadendo in bicicletta per andare al
lavoro, si è procurato una lussazione del polso.       Avrebbe
dovuto fare un intervento chirurgico, ma l’attesa sarebbe
stata di almeno due settimane e portare una gessatura che
immobilizzava tutto il braccio e non gli permetteva di
riprendere il lavoro. È in lista d’attesa per l’operazione e
dopo quindici giorni viene chiamato ma l’intervento viene
rimandato! È scoraggiato e preoccupato perché si rende conto
che una malattia così prolungata mette a rischio il rinnovo
del suo contratto di lavoro ormai prossimo a scadere e anche
il rinnovo del suo permesso di soggiorno. Dopo alcuni giorni
lo riaccompagniamo in ospedale ma ci rendiamo conto che dovrà
attendere ancora oltre due o più settimane per avere un nuovo
ricovero ospedaliero. Profondamente scoraggiati superiamo un
primo momento di “ribellione” e ci sforziamo di mantenere un
rapporto “disarmato” e riconoscente per l’impegno reale,
concreto e profondamente partecipato con ciascuna delle
persone interpellate che, aldilà degli ostacoli oggettivi, ci
assicurano che avrebbero fatto il possibile per anticipare
quanto prima l’intervento. Mentre accompagno Mocta, gli dico
che è molto importante la sua presenza perché non essendo io
persona componente la sua famiglia, non ho titolo per
rappresentarlo. È allora che lui mi risponde deciso e
commosso: “Tu sei la mia famiglia!”. Dopo qualche giorno,
arriva la telefonata tanto attesa e Mocta viene operato. Siamo
davvero felici, anche perché costatiamo che la sua vicenda ha
raggiunto e “contagiato” positivamente gli operatori sanitari
del reparto, ai quali abbiamo voluto dire grazie portando un
fiore”.

          Valentina Maccacaro e la comunità di Santa Lucia (Vr)

A Trieste, un grido che non
cade invano.
Storie di accoglienza nel quotidiano. Il racconto di chi la
vive in prima persona.

“Insieme a Caritas e all’I.C.S. – Consorzio Italiano di
Solidarietà – ci occupiamo soprattutto di famiglie di migranti
e profughi con i loro bambini, ospiti presso una struttura di
prima accoglienza in città e alcune strutture sul Carso
triestino. Da tre anni, ogni settimana, con continuità,
abbiamo attivato delle azioni concrete: un gruppetto di noi
insegna italiano alle mamme in modo da far loro completare i
corsi di studio per aiutarle ad affrontare meglio la
quotidianità; altri giocano con i bambini e li seguono nei
compiti. Sono passate dal centro ormai tante famiglie e con
quasi tutte è rimasto un rapporto, anche dopo il loro
trasferimento in altre case.

In collaborazione, poi, con AFN – Associazione Famiglie Nuove,
abbiamo avviato un progetto, autofinanziato da alcune persone
della comunità, per aiutare in particolare una famiglia di
nazionalità curda in difficoltà che, dopo due anni di
sostegno, ora ha raggiunto la sua autonomia, permettendo loro
di abitare in un appartamento in affitto grazie al lavoro che
ha finalmente adesso il padre. Con altri piccoli progetti
stiamo sostenendo le esigenze di altre famiglie, facendo in
modo che le mamme possano seguire dei corsi di
specializzazione per un possibile lavoro e i bambini possano
integrarsi nelle varie attività con i loro compagni, per
esempio nelle attività sportive. Li seguiamo nelle visite e
cure mediche, nella ricerca della casa, abbiamo trovato alcuni
lavoretti per le mamme, abbiamo potuto iscrivere un papà alla
scuola guida e oggi lavora guidando i camion presso una ditta
del porto. Con l’aiuto di alcune famiglie abbiamo potuto far
partecipare ad una “vacanza famiglie” anche una mamma vedova
africana con due bambini, che ne aveva necessità. Cerchiamo di
vivere con loro momenti di vita quotidiana come i compleanni,
le gite ai parchi la domenica, una gita in barca,          il
capodanno, il carnevale ma anche momenti di preghiera come in
occasione del Ramadam con chi è di religione musulmana.

Domenica 25 novembre 2018 abbiamo voluto rispondere
concretamente all’appello di Papa Francesco che ha indetto la
giornata mondiale dei poveri:     “Questo povero grida e il
Signore lo ascolta” e invitava così ogni cristiano e le varie
comunità ad ascoltare questo grido e a cercare di offrire
risposte con gesti concreti. Aggiungeva: “Affinché questo
grido non cada invano”. Abbiamo pensato di organizzare
così    un pranzo – denominato “Festa dell’Amicizia” –
all’insegna della condivisione con persone in difficoltà:
rifugiati, profughi, disoccupati, poveri della nostra città.
Si è riusciti a coinvolgere anche la nostra comunità dei
focolari chiedendo un aiuto concreto sia per il pranzo che per
l’aiuto in sala e anche agli amici stessi che sono stati
invitati è stato richiesto, per chi poteva e disponeva di una
cucina, di contribuire con un pugno di cibo tipico dei loro
paesi di provenienza. Eravamo un’ottantina: dal Camerun,
Nigeria, Egitto, Tunisia, Russia, Pakistan, Kurdistan,
Kossovo. Con nostra sorpresa, per la Caritas stiamo diventando
un punto di riferimento, un “progetto” che va oltre
l’assistenzialismo. Ci chiamano per condividere programmi,
progetti e, in alcune occasioni anche per cercare soluzioni.
Ci sembra siano rimasti coinvolti da questo nostro modo di
fare accoglienza che, conclusa la fase di emergenza,    punta
alla reciprocità.

Sentiamo che, in mezzo a questo caos, dove ciascuno magari non
trova un punto di riferimento valoriale, quale quello
dell’accogliere gli ultimi, non possiamo fermarci ma dobbiamo
continuare a dare speranza”.

                                                         Paola

Famiglie               Nuove  ITALIA   –
Progetto                “Amicizia    tra
famiglie dell’Italia e del
Medio Oriente”
Chi è Famiglie Nuove

Il Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei
Focolari (fondato da Chiara Lubich) è nato nel1967. E’
composto da famiglie che si propongono di vivere la
spiritualità dei Focolari (spiritualità dell’unità) edi
irradiare nel mondo della famiglia i valori che promuovono la
fratellanza universale.

Svolge attività formative per la famiglia e di accompagnamento
per i fidanzati; giovani coppie, e si impegna per la
promozione di una cultura della famiglia e di adeguate
politiche familiari, attraverso convegni e pubblicazioni e
collaborando con diverse agenzie educative.

Il suo stile di vita è radicato nel Vangelo vissuto nella vita
di coppia, nella crescita dei figli, nel mettersi in dialogo
costruttivo con altre famiglie e, insieme, con le diverse
realtà culturali, civili ed ecclesiali del territorio.

Per ulteriori informazioni: www.famiglienuove.org o scrivere a
famiglienuoveitalia@gmail.com

Titolo del progetto: “Amicizia tra famiglie dell’Italia e del
Medio Oriente”
Responsabili: Rosalba e Andrea Ponta – Italia, Grace Korkmaz e
Claude Mailhac – Libano Periodo: 1 luglio 2018 – 30 giugno
2019

Data di ideazione e presentazione: aprile 2018

Breve descrizione del progetto. Dal 2017 le comunità dei
Focolari dell’Italia e del Medio Oriente hanno intrapreso un
percorso di condivisione con lo scopo di instaurare rapporti
fraterni e dare testimonianza “controcorrente” che il mondo
unito è possibile anche “a distanza” e in contesti
particolarmente drammatici.

La “scusa” per avviare il progetto è la realizzazione di un
sostegno economico per tre famiglie (due irachene, una
siriana) al momento rifugiate in Libano, con un contributo di
1.000 Euro al mese per 12 mesi.

In realtà non si tratta solamente della ricerca fondi per un
sostegno economico, ma di una proposta più ampia di amicizia
“concreta” attraverso l’adozione reciproca tra famiglie del
Medio Oriente e famiglie Italiane, con scambi culturali e di
esperienze di vita maturate in ambiti così diversi e
apparentemente lontani tra loro.

Per approfondimenti:
Scheda Allegato 1: un flash sul Libano
Scheda Allegato 2: conosciamo le famiglie incluse nel progetto

Dettagli del progetto

L’aiuto economico (1.000 Euro mensili) sarà impiegato per il
pagamento degli affitti delle abitazione a Beirutdove
risiedono attualmente le tre famiglie.

La comunità del Movimento dei Focolari libanese ha finora
fatto di tutto per aiutare queste ed altre famiglie che si
sono alternate in questi anni in Libano (delle quali parecchie
sono partite per paesi occidentali appena avuta la
possibilità), ma in questo momento la situazione economica è
peggiorata e diventata difficile per tutti gli abitanti e
attualmente la comunità non riesce più a procurare la somma
necessaria per i tre affitti.

I versamenti saranno fatti mensilmente da FN Italia
direttamente su un conto corrente gestito dai responsabili dei
Focolari in Libano. In questo modo si assicura che l’aiuto
economico vada direttamente allepersone interessate senza
alcuna intermediazione.

Il progetto avrà una durata di 12 mesi, con una verifica
intermedia al 6° mese e una finale per decidere uneventuale
rinnovo e/o l’estensione ad altre famiglie.

Nell’arco della durata del progetto si prevedono almeno due
momenti di scambio con le famiglie del Libano per avere un
feedback sul progetto e per approfondire la reciproca
conoscenza. Le modalità di scambio (email, skype, ecc.)
saranno definite successivamente in base alla situazione dei
rispettivi paesi.

Contatti. Per richiedere ulteriori informazioni e/o per
suggerimenti, idee o disponibilità si prega di scrivere al
seguente indirizzo email: famiglienuoveitalia@gmail.com

Cuneo, 19 giugno 2018

Scheda 1. Un flash sul Libano

Con l’inizio della guerra in Siria e l’arrivo di quasi due
milioni di rifugiati siriani in Libano (che conta solo 4
milioni di cittadini) l’economia del paese è entrata in una
crisi molto grave, a partire da una situazione comunque non
facile e da una ripresa mai realmente completata dopo la fine
della guerra civile nel 1990.

La vita in Libano è molto costosa. Solo per dare un’idea:
l’affitto di un appartamento, semplice e nonammobiliato, nei
quartieri popolari, si aggira in media sui 300 dollari
americani al mese.

La ricarica mensile di base di un cellulare costa almeno 10
dollari, senza l’accesso a internet.

In Libano l’acqua pubblica non è potabile e perciò quella da
bere si deve comprare. Le famiglie devono quindi pagare due
“bollette” per l’acqua: una per la casa e un’altra per bere.
L’elettricità non è assicurata da parte dello stato se non per
un massimo di 12 ore al giorno. Tutte le case hanno quindi un
abbonamento a un generatore privato di quartiere che copre il
servizio per le restanti 12 ore. Questo servizio è inoltre
spesso controllato da organizzazioni malavitose che fanno
affari sulla pelle della gente, obbligata anche in questo caso
ad avere una doppia bolletta per l’energia elettrica.

La crisi economica ha accentuato il rifiuto di molti libanesi
verso le persone di altri paesi arabi che sono arrivati in
Libano come rifugiati. I libanesi hanno goduto e godono ancora
di una libertà maggiore nel loro paese, e di un livello di
istruzione più alto rispetto agli altri paesi del Medio
Oriente. Questo ha fatto crescere in loro un senso di
superiorità nei confronti dei popoli degli altri paesi arabi.
Con l’arrivo dei rifugiati e la situazione politica e militare
che diventava sempre più pericolosa, gli investimenti in
Libano sono molto diminuiti e la situazione economica è
peggiorata. Con queste difficoltà, il mercato del lavoro è
entrato in crisi e le aziende libanesi hanno cominciato a
licenziare i libanesi e ad offrire il lavoro a siriani e
iracheni, che si accontentano di metà stipendio a parità di
qualifica. Già lo stipendio di partenza era basso ma ora si è
ridotto provocando anche la crescita della disoccupazione tra
i libanesi, pur senza risolvere i problemi dei rifugiati.

Si può comprendere quindi meglio perché la diffidenza e
l’insofferenza verso i rifugiati sono andate crescendo. Oggi
in Libano per poter assicurare il mantenimento dignitoso di
una famiglia di 4 persone occorrono almeno 1.200 dollari al
mese.

L’assicurazione sanitaria per i libanesi è privata. Ai
profughi siriani viene assicurata una qualche assistenza
sanitaria solo se sono ufficialmente iscritti come rifugiati
nelle liste delle Nazione Unite. Quindi ci sono molti profughi
che non hanno alcuna copertura sanitaria. I servizi offerti
sono comunque il minimo indispensabile, ma le attese sono in
ogni caso molto lunghe.

L’educazione dei bambini in età scolare è assicurata
gratuitamente dallo stato libanese, ma la qualità rimane
piuttosto scarsa, così come quella della maggior parte delle
scuole statali in Libano. Pertanto i libanesi fanno poco
affidamento sulla scuola pubblica e anche le famiglie più
umili cercano di mandare i loro figli ad una qualsiasi scuola
privata per assicurare loro un livello di istruzione adeguato
che consenta l’accesso a studi superiori.

Questa situazione complessiva ha fatto aumentare sempre di più
negli ultimi anni il numero delle famiglie che vivono al di
sotto della soglia di povertà. Non ci sono dati ufficiali, ma
alcune valutazioni delle Nazioni Unite stimano che oggi almeno
il 30% della popolazione libanese sia scesa sotto questa
soglia.

Scheda 2. Conosciamo le famiglie del progetto

Familia K., irachena.
Composta di 6 persone:
La coppia: E.e N..
I figli: M. (17 anni), Q. (14 anni) e H.(5 anni).
Con loro abita la madre di E., anziana e ammalata.
Vengono da Mosul, regione invasa e devastata dalle milizie
ISIS e in seguito all’invasione la famiglia hadovuto scappare
e si è rifugiata nella regione di Erbil (Kurdistan Iracheno).
E. lavorava come piastrellista (edilizia civile). Ha provato a
immigrare in Svezia e ottenere lo status di rifugiato,
affrontando le avventure delle imbarcazioni di fortuna e delle
vie nascoste di fuga, ma senza successo. È stato rimandato
indietro, perdendo così i soldi investiti nel tentativo.
La guerra e le milizie sono arrivate nella regione periferica
di Erbil, dove si trovava la famiglia e ancora una volta,
temendo per la loro incolumità, la famiglia riunita (dopo il
primo tentativo di E.) è riuscita a scappare e trovare rifugio
in Libano dal settembre 2016.
La famiglia ha fatto domanda di accoglienza in Europa o in
Australia, ma fino adesso non ci sono novità per le richieste
presentate all’ UNHCR.
Nel frattempo, E. ha trovato lavoro come manovale in una ditta
di prodotti alimentari e di igiene, con una paga giornaliera
che non basta per coprire l’affitto. N. cerca lavoro part-
time perché deve badare alla suocera malata e alla piccola di
5 anni che non è ancora ammessa alla scuola.
La comunità dei Focolari in Libano fino ad oggi è riuscita a
sostenere le spese non coperte dallo stipendio di E. La coppia
è attiva in un gruppo di Famiglie Nuove, dove trova sostegno
fraterno e morale e a sua volta è una vera testimonianza di
famiglia impegnata a vivere il vangelo. M. e Q. sono Gen3.
In attesa della possibile accoglienza in un Paese che possa
ospitarli con più sicurezza, la famiglia ha bisognodi sostegno
economico per l’affitto, che è costoso in Libano. Altre spese
sono sostenute con l’aiuto della comunità libanese, che non
riesce a mantenere questo impegno.
La famiglia ha perso le speranze di rientrare a Mosul, dove
non hanno più casa né lavoro e né futuro per i figli.
______________________________________
Familia J., irachena.
Composta da 5 persone:
La coppia: W. e Wa.
I figli: S. (9 anni), Sa. (8 anni) e M. (5 anni).

Anche questa famiglia viene da Mosul, regione invasa e
devastata da milizie ISIS e in seguito all’invasione,hanno
dovuto scappare e rifugiarsi in Libano nel novembre 2015.
Anche loro sono in attesa di accoglienza in Europa o in
Australia. Abitano attualmente in un monolocale .
W. non riesce a trovare lavoro nel suo mestiere di idraulico e
fa dei piccoli lavori in una officina meccanica. Il guadagno
non basta per mantenere la famiglia. Anche in questo caso, la
comunità del Movimento in Libano fino ad oggi è riuscita a
sostenere le spese familiari, sia per l’alloggio che per il
vitto.

Nel 2016, i figli hanno potuto partecipare ad un programma del
governo libanese denominato ALP (Activ Learning Program) per
inserire i bambini nelle scuole pubbliche. Nell’anno
2017/2018, il programma è stato sospeso e la comunità del
Movimento dei Focolari in Libano ha sostenuto la scolarità
privata per loro. Questa vicinanza ha permesso alla famiglia
di trovare un sostegno morale e affettivo. L’accompagnamento
di queste famiglie viene fatto da una volontaria del Movimento
che è assistente sociale e si occupa di fare il ponte tra le
famiglie, la comunità civile e la comunità del Movimento.

Wa. in questo momento è incinta e ciò vuole anche dire un
aumento delle spese. Loro desiderano tornare in Irak però il
conflitto politico è ancora molto attivo nella regione e gli
attentati sono frequenti e ciò non li incoraggia.
W. non ha molte possibilità di trovare un lavoro in Irak.
Hanno sempre la speranza di partire per un’altroPaese.

______________________________________

Famiglia S. – Siriana
Composta da 5 persone:
La coppia: G. e M.
I figli: A., 27 anni e M., 22 anni.

Loro vengono da Homs, regione devastata dall’inizio del
conflitto in Siria. Sono fuggiti in Libano già nel 2012 quando
A. doveva essere arruolato nel servizio militare. In quel
periodo le milizie armate terrorizzavano la città, impedendo
alla popolazione di andare al lavoro, minacciandola di morte.
I negozi venivano saccheggiati e bruciati. La fabbrica dove
lavorava G. è stata bruciata. M., che in quel periodo aveva 15
anni, è stato testimone della uccisione del suo vicino con uno
sparo in testa e del sequestro e tortura di un’altra vicina.
Trovandosi imprigionati nella loro casa, hanno cercato la fuga
e sono riusciti a rifugiarsi in Libano. Non hanno avuto molte
possibilità di accoglienza in altri paesi visto l’età dei
figli (adesso maggiorenni).
G., ha subito 2 interventi chirurgici per via di un tumore al
colon e non ha mai usufruito di un aiuto da parte delle
Nazioni Unite. È stato invece accolto dal Movimento dei
Focolari che gli ha procurato assistenza materiale e morale in
questa situazione di bisogno.
I ragazzi non hanno potuto finire gli studi e fanno piccoli
lavori in un paese pieno di rifugiati che non è in grado di
assorbire tanta gente e perciò il lavoro è sempre di fortuna.
Come tante altre famiglie, anche loro si trovano in attesa di
accoglienza in Europa o in Australia
Il loro rientro in Siria non è possibile, visto che la loro
casa è stata bruciata e in seguito rasa al suolo e i ragazzi
sono ambedue richiesti al servizio militare obbligatorio e
indeterminato e non vogliono subire la stessa sorte dei loro
amici morti in combattimento negli ultimi anni.

Famiglie Nuove Italia -Medio Oriente progetto amicizia

Obiettivo fraternità Onlus –
Torino
Obiettivo Fraternità Onlus è un’Associazione di volontariato
che nasce nel 2007 a Torino, a seguito di una decennale
esperienza di numerosi volontari in Piemonte, Liguria e Valle
d’Aosta, con l’intento di promuovere e diffondere una cultura
della solidarietà nel mondo giovanile, nella famiglia e nella
società.

Si ispira alla spiritualità del Movimento dei Focolari,
fondato da Chiara Lubich nel 1943, che ha come cardini la
cultura dell’unità e la fratellanza universale che intende
promuovere e diffondere attraverso azioni e iniziative a ogni
livello e in ogni campo della vita umana e sociale.

L’Associazione cerca di suscitare una mentalità della
solidarietà come elemento determinante dello sviluppo
integrale dell’uomo, al fine di instaurare una cultura del
dare proiettata alla condivisione delle ricchezze culturali,
materiali e spirituali di ogni popolo. A tal fine favorisce, a
tutti i livelli, un dialogo e una reciproca conoscenza tra
popoli, razze ed etnie, arricchite dall’apporto delle singole
culture, nel rispetto dell’identità di ogni singola persona.
In particolare, per il conseguimento di un nuovo ordine
economico internazionale basato sull’interdipendenza fra le
nazioni e una equa distribuzione delle ricchezze, attua
iniziative nel mondo dell’economia e del lavoro, con
particolare riferimento alle categorie sociali più deboli.

Nell’ottica di sostenere lo sviluppo completo della persona
umana e delle diverse realtà sociali, promuove il rispetto
della natura e l’importanza dell’ambiente, così come attua
attività didattiche e formative per educare alla legalità e
alla non violenza, per favorire la pace e l’unità fra i
popoli.

Per la promozione e concretizzazione dei suoi obiettivi,
l’Associazione sostiene e organizza azioni di solidarietà nei
confronti di popoli, comunità, gruppi di persone o famiglie in
stato di necessità e collabora con altre associazioni o
gruppi, Enti e Amministrazioni pubbliche e private, nazionali
e internazionali, civili e religiose.

Inoltre, cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica
attraverso l’utilizzo di tutti i mezzi di comunicazione e
organizzando convegni, dibattiti, conferenze, corsi di
formazione, congressi, workshop, mostre e spettacoli.
In base all’ambito in cui opera, l’Associazione si compone di
tre sezioni strettamente interconnesse:

     Giovani per un Mondo Unito – nel mondo giovanile
     Famiglie Nuove – nel mondo della famiglia
     Umanità Nuova – nella società civile

Contatti: info@obiettivofraternita.org

http://www.obiettivofraternita.org

Centro            Culturale                TrentUno
ONLUS
Il Centro Culturale TrenUno ONLUS promuove iniziative nel
campo della solidarietà, dei diritti umani, della cooperazione
e dello sviluppo internazionale, della difesa popolare non
violenta, della pace, del disarmo: iniziative racchiuse nel
comune obiettivo di contribuire ad una cultura della
fraternità per l’unità dei popoli.

Persegue queste finalità in quanto espressione territoriale in
ambito sociale e culturale della più universale esperienza del
Movimento dei Focolari a cui si ispira in quanto allo spirito,
alle finalità, ai metodi e ai contenuti. Per tali scopi
promuove, prevalentemente sul territorio del Trentino,
iniziative culturali, formative e ricreative nei diversi campi
della vita sociale, con particolare riguardo a quelle aventi
carattere aggregativo e continuativo; si apre allo scambio
culturale con tutto il mondo a partire dalla vicina provincia
di Bolzano, sia con la cultura italiana, che con quella
tedesca e quella ladina.

Trento Ardente è tra i progetti cui il Centro Culturale
TrentUno    dà il proprio concreto contributo. Contribuendo con
il 5 per   mille in favore del Centro Culturale TrentUno ( Cod.
Fiscale    96036430229 ) si possono sostenere economicamente
anche le    iniziative di Trento Ardente.

http://www.trentoardente.it

http://www.flickr.com/photos/trentoardente/sets/72157633260111
494/show/

Associazione “Insieme per il
bene comune” – Vibo Valentia
L’Associazione intende promuovere e diffondere, ad ogni
livello ed in ogni campo della vita sociale, una cultura della
Pace e dell’Unità tra le persone e tra i popoli, con
particolare attenzione al mondo giovanile e nell’ottica di uno
sviluppo integrale della persona umana.

Essa si ispira allo spirito del Movimento del Focolari e
desidera contribuire alla diffusione, in ogni ambito della
società, dell’idea del mondo unito, promuovendo, tra quanti
vorranno condividerne l’azione, lo spirito della fraternità
universale proclamata nell’art. 1 della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo.

Tale scopo potrà essere perseguito attraverso ogni operazione
o iniziativa che sia direttamente o indirettamente strumentale
al suo raggiungimento.

Nell’ambito delle suddette finalità l’Associazione, a titolo
esemplificativo, si propone quanto segue:
a) suscitare una mentalità della solidarietà come elemento
determinante dello sviluppo integrale dell’uomo, promuovendo
in tal senso opere, azioni e iniziative in ogni campo della
vita sociale;

b) favorire anche a livello locale, un dialogo ed una maggiore
conoscenza reciproca tra i popoli, razze ed etnie, che porti
alla stima dell’altrui cultura come della propria e alla
diffusione di una cultura planetaria che goda dell’apporto
delle singole culture;

c) educare alla pace e alla non violenza, valorizzando il
pensiero ed i messaggi di quanti nel mondo hanno favorito e
favoriscono la pace e l’unità tra gli uomini;

d)   assicurare   con   iniziative   ricreative,   ecologiche   e
sportive, la riscoperta dell’importanza che anche lo sport e
l’ambiente rivestono nello sviluppo pacifico delle persone e
dei popoli; promuovere, organizzare e gestire iniziative ed
attività sportive, musicali e teatrali sia avvalendosi di
strutture dell’Associazione stessa, ovvero             messe    a
disposizione da enti pubblici o privati;

e) promuovere e diffondere l’economia civile e di comunione in
tutte le sue implicazioni, organizzando a tal fine corsi,
workshops, mostre, convegni, tavole rotonde, forum, seminari,
studi, cineforum, corsi di formazione, premi e borse di
studio, viaggi e visite culturali;

f) promuovere e diffondere gli ideali di una politica di
comunione e per l’unità;

g) promuovere le scienze e le arti, operando per mettere in
rilievo i valori morali e spirituali che uniscono le culture e
garantendo la ricchezza delle loro diversità, nonché il
progresso del sapere in ogni disciplina, per contribuire a
migliorare la vita umana e l’ambiente naturale e sociale;

h) sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo le finalità
generali e le iniziative dell’Associazione attraverso i mezzi
di comunicazione di massa e attraverso manifestazioni di vario
genere, pubblicazioni e notiziari.

L’Associazione può svolgere tali compiti anche              in
collaborazione con altri enti aventi finalità analoghe.

L’Associazione potrà compiere ogni atto, azione o negozio
direttamente o indirettamente strumentale al perseguimento
degli scopi istituzionali, nelle forme e nei limiti stabiliti
dalla legge.”

Viale Matteotti pal. Ubi Carime – Vibo Valentia

c.f. 96045370796    – viboinsieme@gmail.com       infoline 392
9863470

Un sogno che si è realizzato:
corso per operatori pastorali
Si è concluso il 21 luglio a Loppiano il primo corso per
operatori pastorali promosso dal Movimento dei Focolari in
Italia in sinergia con il Centro Evangelii Gaudium
dell’Istituto Universitario Sophia. Qualcuno parlava di un
sogno che si è realizzato, un qualcosa atteso da tempo che ha
avuto una sua prima realizzazione.
Rosalba Poli e Andrea Goller

L’ultima giornata è stata dedicata all’approfondimento dei 4
principi proposti da Papa Francesco nell’Evangelii gaudium
 per orientare “…lo sviluppo della convivenza sociale e la
costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino
all’interno di un progetto comune”(EG 221).

Una giornata ricchissima in cui, tramite comunicazioni,
dialogo e laboratori, si è andati in profondità su questi
principi che, ancora secondo Papa Francesco, se applicati
possono “rappresentare un’autentica via verso la pace
all’interno di ciascuna nazione e nel mondo intero” (EG 221).
Alcuni partecipanti

Poi le conclusioni in cui sono venute fuori non solo delle
impressioni, ma anche delle costatazioni su ciò che già si fa
a livello dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari) con una
pastorale che nasce dal Carisma dell’Unità, e dei
suggerimenti, delle piste di azione per il futuro.

“Un primo regalo è la condivisione tra tutti che è stata molto
alta, partendo dal patto di unità. La conversione pastorale
parte da lì, non c’è una strategia, una tecnica, ma tutto
parte dall’amore reciproco. E concretamente? Sono venute in
luce tante sottolineature che hanno bisogno di diventare
progetti, linee di azione, che il Carisma porta dentro nella
pastorale. Facciamo la pastorale del Carisma senza saperlo.
Sento che questo è un lavoro avviato.”.

“Il grande ribaltamento è capire cosa è la Chiesa in uscita:
Gesù è già nell’altro, non devo portarlo io. Non si tratta
tanto di “andare” ma di “trovare” Dio negli altri” .

“Mi sono sentita una figlia, molto amata da tutti, figlia di
ciascuno di voi. Scoprire Gesù nell’altro è un dono grande e
questo mi provoca molto. C’è bisogno di questo tipo di
formazione nella Chiesa”.

Lavori di gruppo

“Mi sono ritrovata in tutto ciò che è stato detto. Ho trovato
una nuova chiave di lettura nel vivere il Carisma di Chiara
Lubich nella parrocchia e nella diocesi con un cuore nuovo”.

 “Due esigenze per il futuro: bisogna rendere nota questa
scuola e porgerla alla Chiesa con le forme adeguata”

Ora di tratta di andare avanti, con un progetto che avrà delle
tappe ma che si manifesta ricco di prospettive per le risposte
che il Carisma offre ma soprattutto perché il metodo è
sicuro: la presenza di Gesù Maestro che illumina l’esperienza
pastorale.

Altri articoli:

www.focolaritalia.it/2018/07/18/rifare-il-patto-educativo-alla
-scuola-dellunico-maestro-avendo-come-modello-maria/

www.focolaritalia.it/2018/07/16/loppiano-corso-per-operatori-p
astorali/

www.focolare.org/news/2018/07/27/operatori-pastorali/
Cantieri Ragazzi per l’unità:
Palermo #insiemeperBallarò
Progetto Ballarò: “Guardo la mia città”

La comunità del Movimento dei Focolari opera a Palermo da
quattro anni all’interno del quartiere “Ballarò”, dando vita a
legami di amicizia con molti abitanti della zona e con altre
associazioni che vi operano. Ed è qui, in questo quartiere
storico di Palermo, che
dal 2 al 12 Luglio 2018
si sono svolte attività
ludiche ed ecologiche
volte a sensibilizzare
le persone verso il
rispetto dell’ambiente
e   ad    aiutarle     a
guardare la città con
occhi           nuovi.
L’obiettivo principale
è stato ed è tutt’ora
quello di creare unità all’interno della zona per coinvolgere,
a piccoli passi, non solo il quartiere ma anche chi vive in
altre parti della città.
Ognuno ha messo in gioco se stesso, condividendo le proprie
conoscenze ed esperienze; hanno partecipato sia associazioni
che già da tempo operano all’interno del quartiere sia chi ne
fa parte da poco, come l’associazione ALAB (Associazione
Liberi Artigiani-Artisti Balarm) che ha organizzato laboratori
artigianali per i bambini. Molti ragazzi hanno partecipato al
progetto, tra cui giovani provenienti da altre città, come
Trapani, alternandosi nei vari momenti previsti nel programma:
giochi con i bambini, laboratori di disegno e pittura,
laboratori artigianali, canto e spettacolo teatrale, mimo,
pulizia e riqualificazione degli spazi urbani, delle strade,
di un campetto di calcio.

Gli adulti della comunità hanno collaborato nella
ristrutturazione di alcune abitazioni e nella realizzazione
dei momenti ricreativi, come il mimo, e dello spettacolo
teatrale.
L’ultimo giorno infatti si è
svolto       lo      spettacolo
interpretato da alcuni bambini
del quartiere e da alcuni gen 3
di Trapani e Palermo, alla
presenza del sindaco Leoluca
Orlando che ci ha incoraggiati a
continuare      a    promuovere
iniziative      culturali,    di
fraternità e unità: “La cultura
è stare insieme”, ha detto.

Il progetto è stato sostenuto economicamente da alcune aziende
tra cui BRICO CENTER che ha scelto e premiato il nostro
progetto, presentato come progetto vincitore dell’edizione
2018 dell’iniziativa “Insieme per il nostro quartiere” e anche
la cooperativa COOP di Palermo, il Comune di Palermo e il
rinomato focacciere della zona Ninu ‘u ballerinu che ha
offerto la cena finale con prodotti della tipica gastronomia
siciliana.

                                        Questa esperienza ha
                                      permesso a noi giovani
                                      di comprendere nuove
                                      realtà, che spesso
                                      sembrano lontane dalla
                                      nostra.     Stando    a
                                      contatto con la gente
                                      del        quartiere,
                                      essendoci immedesimati
                                      nelle loro vite abbiamo
                                      capito    quanto    sia
                                      importante dare una
mano a chi ne ha più bisogno, anche solo stando loro
vicino. Vedendo soprattutto come i bambini percepiscono questa
realtà, ridendo e giocando con loro, abbiamo appreso che uno
degli obbiettivi principali è agire per preservare il loro
futuro. Grazie a questo progetto, molti volontari, giovani e
adulti, hanno potuto dare un contributo per migliorare la
nostra città, alimentando in ognuno di noi un senso di unità e
fratellanza. Solo partendo da questi piccoli gesti d’amore
verso il prossimo possiamo realizzare qualcosa di più grande;
citando Chiara Lubich: “Gli avvenimenti veramente grandi
nascono da piccole cose”.

Chiara Morello, redazione Teen4Unity

Articolo pubblicato sul blog di Teens4Unity
Procida   (Na):   “Il mondo
salvato dai ragazzini”, per
educare alla pace
 La contestazione infiammava l’Europa, la scrittice Elsa
Morante dopo aver scritto l’isola di Arturo, la storia di una
adolescente ambientata nell’isola di Procida, pubblicò nel
1968 un libro atipico, originale, misterioso, affascinante e
per   certi    versi   oscuro:    Il   mondo    salvato    dai
ragazzini. Emergevano da quelle pagine, il valore
dell’innocenza, lo slancio ideale il rifiuto di ogni guerra e
di ogni violenza, l’accettazione di ogni essere umano anche il
più spregevole.
Scrivono Angela e Paquale Lubrano: “Sentivamo forte, nel
presente della storia, l’invito di Papa Francesco ad andare
verso l’umanità, a portare il nostro impegno nei posti dove
più c’era sofferenza e disagio, a prenderci cura di tutti. Il
comune di Procida dove abitiamo gravato di dissestato pauroso
con 28 milioni di debiti con uffici sguarniti di personale,
con le casse vuote. Decidiamo di metterci accano ai nuovi
giovani politici che la popolazione aveva da poco
eletto. Dapprima un piccolo contributo per la comunicazione
poi ci viene affidata la Biblioteca Comunale, da
riattivare. Mesi di impegno lavorativo con un gruppo di
volontari che ci affiancano, ma anche di scoperta e di gioia
nel sapere che lavoravamo per la rinascita dell’isola.”

Il progetto si concretizza innanzitutto nel trovare dapprima
le adesioni, e aderiscono l’amministrazione comunale di
Procida, l’associazione culturale Kolibrì e la sua Presidente
Donatella Trotta, con il sostegno iniziale della Fondazione
Banco di Napoli e in partenariato con la rivista «Andersen-Il
Mondo dell’Infanzia», l’ente nazionale di formazione Agita
Teatro, l’Associazione culturale Isola di Graziella, l’I.C. 1°
C.D. Antonio Capraro e l’IISS Caracciolo da Procida. Si pensa
a segmenti laboratoriali di lettura, pittura, teatro, video
 tutti collegati alla lettura di quattro libri selezionati.

“Guardando al futuro – continua Pasquale – si intravede una
grande biblioteca per ragazzi e giovani, con tanti lavoratori
creativi nella struttura carceraria ormai dismessa – l’antico
ergastolo borbonico – luogo per secoli di dolore e di morte
che incombe ancora minaccioso sulla bellezza dell’isola. Le
difficoltà non mancano, i fondi tardano ad arrivare ma non ci
fermiamo. 22 classi di ogni ordine grado partecipano,
coinvolti docenti e famiglie. Da ottobre a maggio uno o due
laboratori al mese: video, disegno, scrittura, teatro I
ragazzi e i giovani studenti si ritrovano con quattro libri
da leggere”.

Gli autori dei testi giungono sull’isola dopo che i ragazzi
hanno letto i loro libri. E’ un esplosione di creatività, di
sinergie, di accoglienza reciproca, di vitalià inaspettata.
Per i ragazzi un’esperienza entusiasmante.

Angela racconta della conferenza stampa del 30 maggio 2018
prima delle manifestazioni conclusive, svolta nella
prestigiosa sede della Fondazione del Premio Napoli: “Numerosi
sono gli articoli di questa esperienza comparsi sulla stampa.
Ma la notizia più bella è quella che la fondazione Premio
Napoli sente di far propria la nostra esperienza e il nostri
libri costituiranno l’apertura del Premio Napoli alla
letteratura per ragazzi. Negli ultimi giorni di scuola nel
tripudio di una piazza multicolore e festante si chiude la
prima edizione di Procida – Il Mondo salvato dai ragazzini –
Elsa Morante, con gli occhi incantati dalle mirabolanti
creazioni di Gek Tessaro, in un abbraccio di cuori tra
ragazzi, famiglie e docenti. Quanto è nato nella piccola isola
non è solo nostro. Quel germe di fraternità universale che
Chiara Lubich ha messo nei nostri cuori potrebbe fiorire in
ogni città. Non era questo anche il suo sogno?”.

Leggi anche l’articolo sul giornale Il Mattino

Continua l’azione di SlotMob
contro la pubblicità al gioco
d’azzardo
L’abolizione della leva della pubblicità dell’azzardo è la
prima incrinatura del muro del profitto.
Bandire la pubblicità dell’azzardo così come già avviene con
quella del tabacco rappresenta un elementare atto di
giustizia. Non ci stupisce che la decisione annunciata con il
cosiddetto decreto dignità varato dal governo, stia
alimentando la forte reazione da parte di settori economici e
dell’informazione che hanno finora goduto dell’assenza di
regole in materia. La norma favorisce la libertà di stampa
dall’influenza diretta e indiretta dei ricchi inserzionisti.
Parlare di proibizionismo in questo caso è del tutto fuori
luogo e fuorviante.

La vera anomalia è stata, finora, l’assenza di una tale
normativa che poteva essere approvata dal precedente
parlamento portando in aula le proposte già avanzate in
maniera traversale. Così come siamo rimasti increduli davanti
all’ostinato silenzio di esponenti del mondo dello spettacolo
e dello sport nei confronti delle istanze pubbliche che li
invitavano a smettere nel     prestare il loro volto per
pubblicizzare l’azzardo. Come movimento Slot Mob ribadiamo che
il vero obiettivo da raggiungere è quello di sottrarre
l’intero settore dell’azzardo alle imprese strutturalmente
orientate al profitto.

Uno Stato realmente attento al bene comune deve saper gestire
l’offerta di tale settore in maniera non ossessiva e
incentivante per arrivare a ridurre un fenomeno che, come
tutti possono vedere, divora i territori e ostacola una sana
e reale economia che crea ricchezza da redistribuire tra
tutti.

Non si tratta di un risultato impossibile da raggiugere, ma
ciò crea la necessità di trovare altre entrate fiscali diverse
da quelle dell’azzardo. Per questo motivo occorre un vero
dibattito sulle scelte di politica economica per impedire che
le casse pubbliche dipendano patologicamente dal sistema
dell’azzardo (circa 10 miliardi di euro). Senza tale svolta
radicale, tutta l’attenzione sulla questione “azzardopoli” in
Italia rischia di ridursi in una istanza moralistica destinata
ad estinguersi. Ci troviamo, pertanto, davanti ad un caso
esemplare che permette di comprendere i rapporti di forza
esistenti nel nostro Paese e la possibilità reale di
capovolgerli.

Come movimento di democrazia economica e per la giustizia
sociale siamo persuasi che tale scelta non può essere
scollegata da una visione complessiva della dignità umana
integrale. La nostra decisa opposizione al sistema di
sfruttamento dell’azzardo di massa si associa, perciò, in
questo stesso momento storico, alla necessità di una società
aperta all’accoglienza dei migranti. Persone che da diverse
parti del mondo sono approdate in un Paese ricco di umanità,
capace di resistere alla logica dell’idolatria del denaro che
lucra sulla vita dei più fragili e istiga ad erigere muri e
barriere.

Movimento Slot Mob

info: http://www.economiafelicita.it/slotmob/

Vedi anche articolo su Città Nuova:

 Azzardo e pubblicità, un divieto pesante

slotmob1@gmail.com

Associazione S.F.E.R.A. Onlus
– Brescia
1. S.F.E.R.A. Onlus è un’associazione, con finalità sociale e
senza scopo di lucro. È stata fondata nel 2011 a Brescia, dove
ancora oggi ha la propria sede principale.

L’Associazione è dedicata alla memoria di mons. Gennaro
Franceschetti (Provaglio d’Iseo (Bs), 14 giugno 1935 – Fermo,
4 marzo 2005), sacerdote bresciano a lungo a servizio della
Diocesi, poi parroco di Manerbio e dal 1997 arcivescovo di
Fermo, nelle Marche. Mons. Franceschetti fu espressione di una
tradizione ecclesiale, sociale e culturale che ha segnato
generazioni di uomini e donne, educata a testimoniare i valori
cristiani non solo nella vita personale, ma anche in quella
pubblica e civile.Con la sua grande carica umana,
intellettuale e spirituale ha orientato persone e istituzioni
ad aprirsi ai temi dell’evangelizzazione, della promozione
umana e culturale, della solidarietà economica e sociale.

L’Associazione opera, in Italia e all’estero, per favorire
Sviluppo, Fraternità, Educazione, Responsabilità e
Accoglienza… in una parola SFERA! Partendo da questa missione,
le attività dell’associazione si possono raggruppare in due
settori:

Carità–    È   il   settore   dell’azione   concreta.   Promuoviamo
raccolte di beneficienza e, attraverso il coinvolgimento di
volontari, realizziamo progetti di forte impatto sociale a
favore di persone in condizioni di svantaggio fisico,
psichico, economico, sociale e familiare. Siamo impegnati sia
in Italia che all’estero, conviti che l’interdipendenza
planetaria richieda interventi coordinati di carità
intelligente e che il benessere possa essere duraturo solo se
diffuso. Oggi i nostri sforzi si concentrano sul programma di
promozione umana Maison de Paixche stiamo realizzando a
Kikwit, nella Repubblica Democratica del Congo.

Educazione– Organizziamo momenti di riflessione, incontri
pubblici e lezioni nelle scuole per diffondere la cultura
della mondialità, promuovere il dialogo culturale e
l’accoglienza, sostenere la cultura del dono in vista della
civiltà dell’amore.
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