"Fazenda da Esperança" - Lamezia Terme (CZ)
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Cantieri dei Ragazzi dei Focolari: Estate 2019, tutte le iniziative Pagina in continuo aggiornamento Anche questa estate i ragazzi e le ragazze del Movimento dei Focolari daranno vita a dei progetti, i “CANTIERI”, per contribuire a costruire un mondo unito, a realizzare la fraternità universale, dando vita ad azioni di pace iniziando dalla vita quotidiana e dalle città e coinvolgendo tanti altri ragazzi. Vi presentiamo le iniziative per quest’estate 2019:
Croazia, dal 7 al 13 luglio 2019, per i giovanissimi del Veneto: Un laboratorio di fraternitá dove svolgeremo azioni sociali, ecologiche, workshop, conoscenza e scambio di esperienze tra noi e con i ragazzi del posto. Insieme vorremmo scoprire e concretizzare il progetto #ZeroHunger Generation. Questo il Cantiere 2019 organizzato dai Ragazzi per l’unità del Veneto per i ragazzi. Se hai dai 14 ai 17 anni sei il benvenuto!!! Quando lo faremo? Dal 7 al 13 luglio. Dove? Nella Cittadella Faro (Krizevci) – Croazia . Ti aspettiamo!!!!!! Il team Rpu Veneto Per iscriverti clicca qui Visita il sito
Scarica il volantino 2. San Giovanni in Persiceto (Bologna) – 29 giugno-2 luglio 2019 3. Perugia, dal 27 al 30 giugno 2019
Arrivo previsto domenica 30 giugno alle 19:00 con cena a sacco • Partenza prevista sabato 6 luglio ATTIVITA’: Incontri interculturali al Centro Santa Chiara e alla missione Speranza e Carità di Biagio Conte; • Incontri con esperti • Volontariato a Ballarò, Casa di tutte le genti, quartiere Roccella • Attività ecologica
Scarica il volantino
5. Clusone (BG), dal 29 luglio al 3 agosto 2019 Ideato dai Ragazzi per l’Unità della Lombardia Est – ECO_CANTIERE 2019 Iscrizioni su: https://forms.gle/dvbGR5kuSph6RUP59 Quota di partecipazione 140€ IL PIANETA ( a ) TERRA, #ZEROHUNGERGENERATION Un’esperienza di fraternità, per ragazzi dai 13 ai 17 anni,
che hanno a cuore il pianeta. Con laboratori, giochi, sport e camminate nel verde. Scarica il volantino 6. Camporosso (Tarvisio – UD) dal 3 al 7 luglio 2019 Un’esperienza di alcuni giorni durante la quale i ragazzi si metteranno all’opera nell’ottica della proposta internazionale “MENTE, MANI, CUORE IN AZIONE”. Si tratta di un soggiorno in cui i ragazzi potranno, innanzitutto, mettersi al servizio del territorio con azioni sociali e attività volte alla salvaguardia dell’ambiente, inoltre saranno protagonisti di momenti formativi su tematiche di loro interesse e non mancheranno momenti per giocare e fare sport, immergersi nella natura e coltivare l’amicizia e lo scambio di esperienze con coetanei e adulti. Scopo del CANTIERE MONDO UNITO è sensibilizzare i ragazzi e, in secondo luogo le famiglie e tutta l’opinione pubblica, riguardo la necessità di promuovere
una convivenza pacifica e solidale fra i popoli. Con ognuna delle loro iniziative i Ragazzi per l’Unità cercano di vivere e diffondere la cosiddetta “Regola d’oro” che, presente nelle principali religioni e culture, invita a “fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi e a non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi”. Perché la regola d’oro diventi realtà tra tutti gli uomini della terra i ragazzi si impegnano a dare vita ad azioni di pace iniziando dalla vita quotidiana e dalle loro città. 7. Amatrice, dal 17-31 Agosto 2019
8. Genzano (Roma), dal 20 al 24 luglio 2019: “STOP N’ GO” 9. Roma, dal 13 al 17 luglio 2019,”STOP N’GO”presso la
Comunità di Nomadelfia
10. Terra Santa, 23-30 luglio 2019, Ragazzi per l’unità dell’Emilia Romagna 11. Carloforte (CI),Sardegna, dal 27 luglio al 1 agosto 2019
Benevento, Progetto “Per un pezzo di pane” Il progetto “per un pezzo di pace” si inserisce nella cornice di attività pensate dal coordinamento istituito per riconsegnare al Centro “La Pace” il suo obiettivo primordiale: essere un laboratorio permanente di unità, una esperienza di pace attraverso la cultura e l’accoglienza, un motore continuo che muove idee e proposte. Il progetto è indirizzato a tutti i giovani della provincia di Benevento di età compresa fra i 15 e i 30 anni, si rivolgerà pertanto a scuole, università, associazioni, parrocchie, realtà locali (proloco, forum giovani). Il progetto è articolato in cinque fasi spalmate su un arco temporale di circa 4 mesi. Scarica gli allegati con la descrizione del progetto e le schede di iscrizione: benevento descrizione progetto (1) benevento ( allegato1) REGOLAMENTO benevento (allegato 2) SCHEDA D’ISCRIZIONE benevento (allegato 3) SCHEDA DI ADESIONE
L’esperienza di “Casa Ismaele” a Cosenza Riceviamo e pubblichiamo l’esperienza di una comunità che ha aderito a un progetto di accoglienza. L’articolo è stato pubblicato sul periodico dell’Associazione Famiglie Nuove, Spazio Famiglia. “Mi chiamo Lamine Badiane e ho da poco compiuto 18 anni. Vengo dal Senegal,dove vivevo con la mia famiglia. Lì dopo la scuola, che ho frequentato per quattro anni, ho lavorato come elettrauto, finché ho deciso di partire. Prima di mettermi in viaggio non potevo immaginare quanto questo sarebbe stato duro e faticoso. Ho attraversato quattro Paesi prima di arrivare in Italia. Tutto il viaggio è durato due anni. Dal Senegal ho attraversato la Mauritania, il Mali, l’Algeria, la Libia, dove sono rimasto per un mese in prigione. Sono riuscito a scappare grazie all’aiuto di una signora e ad arrivare sulla spiaggia, dalla quale mi sarei imbarcato.
Il 30 Giugno 2017 sono partito a bordo di un’imbarcazione e sono arrivato in Italia, a Corigliano, il 3 Luglio». Quella di Lamine è una delle tante storie che accomunano i ragazzi ospitati nella Casa di Ismaele, una casa famiglia situata a Rogliano, in provincia di Cosenza, che accoglie minori stranieri non accompagnati, tra le fasce più vulnerabili di chi arriva in Italia con la speranza di un futuro migliore. La struttura, aperta dopo l’emergenza sbarchi sulle coste calabresi dello scorso Giugno e poi entrata nel circuito Sprar, ospita 12 ragazzi, adolescenti e neo maggiorenni. Nata dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Fo.Co., AFNonlus, AMU Onlus e la cooperativa sociale Mi.Fa., Casa di Ismaele offre ai ragazzi un ambiente familiare e uno stile di vita adatto alla loro età. Oltre all’attività scolastica, gli ospiti della casa famiglia infatti frequentano dal mese di ottobre un corso di italiano, che li impegna tutti i giorni nonché attività sportive in base alle loro attitudini. Il pranzo e la cena sono momenti conviviali e vengono condivisi con gli educatori. In entrambi i pasti sono i ragazzi stessi a cucinare, assieme all’educatore di turno. Non mancano momenti di aggregazione, uscite, partecipazioni alle feste popolari, pizze, tombolate ed altro. Oltre agli operatori, ai mediatori linguistico- culturali, all’assistente sociale e alla psicologa, i ragazzi sono
seguiti da una rete di famiglie locali, che si sono messe a disposizione per offrire loro momenti di svago e tempo libero. Alcune si sono riunite formando la cooperativa sociale Missione Famiglia (Mi.Fa.), impegnata nella diffusione di un’idea “sociale” di famiglia, che si metta al servizio delle periferie esistenziali. «L’esperienza di Casa di Ismaele, parte da una comune attività sociale di volontariato, svolta da alcuni anni, in favore di minori con disagio, residenti in case famiglia, inclusi i minori stranieri non accompagnati», ‒ ci spiegano Gaetano e Giulia Gabriele, tra i fondatori di Mi.Fa. Per realizzare l’obiettivo di un’accoglienza che, riconoscendo la centralità della persona umana e della sua dignità, garantisca la reale applicazione dei diritti umani, nonché l’attivazione di percorsi finalizzati all’autonomia economica e sociale dei giovani, le famiglie di Mi.Fa. hanno da subito istaurato un rapporto di amicizia con i ragazzi della casa famiglia. «Fin da subito ‒ continua Gaetano ‒ grazie all’aiuto dei mediatori lingustico-culturali, siamo riusciti a creare una zona di prossimità, favorendo un clima di accoglienza e d’incontro, cercando di valorizzare e rispettare la diversità delle loro culture e, soprattutto, facendogli capire di non sentirsi estranei, ma considerandoli un dono alle nostre vite». Le famiglie hanno un ruolo fondamentale in questo processo di integrazione. Lo conferma anche Alfusainey Touray, mediatore linguisticoculturale della struttura. «Fare in modo che un ragazzo straniero sia supportato da una famiglia locale, gli permetterà di praticare la lingua e gli darà un punto di riferimento. Nello stesso tempo, questa esperienza consentirà alla famiglia di superare gli stereotipi e i pregiudizi che accompagnano lo straniero». Così l’accoglienza assume la sua vera conformazione, diventa un’opportunità di conoscere, confrontarsi con il diverso, sperimentando forme di multiculturalità anche all’interno di
piccoli centri abitati. Per fare in modo che tutti i ragazzi come Lamine, alla domanda “Cosa ti aspetti dal futuro?”, rispondano proprio come ha fatto lui: «Mi piace studiare e voglio continuare così per imparare la lingua e integrarmi. Voglio diventare un elettrauto nel futuro e voglio servire questo Paese, che mi ha dato l’opportunità di cominciare una nuova vita»”. scarica l’articolo Rifugiati, l’accoglienza a Verona si fa casa “Da oltre un anno seguiamo, in collaborazione con un gruppo parrocchiale di Santa Lucia, quartiere della periferia di Verona, quattro ragazzi africani richiedenti asilo, ospiti in un appartamento precedentemente ristrutturato di proprietà della parrocchia. In questo lungo periodo abbiamo insieme condiviso tante realtà belle e significative per il loro inserimento sociale del territorio locale: momenti di festa e partecipazione alla loro gioia di poter vivere finalmente in un appartamento vero; di attività concrete, di ricerca di lavoro, di superamento di difficoltà. Occasioni tutte che hanno contribuito a costruire e rinsaldare rapporti reciproci sempre più sinceri e profondi. Durante questo percorso, supportati anche dalla Caritas Diocesana, tutti hanno potuto ottenere un permesso di soggiorno in Italia della durata di due anni per “motivi umanitari”; due di loro lavorano con un contratto a termine, più volte rinnovato; gli altri due svolgono lavori saltuari “a chiamata” tramite cooperativa. In occasione di momenti speciali li abbiamo coinvolti in
iniziative culturali del territorio e anche del Movimento dei Focolari – spettacolo del Gen Verde, partecipazione a Loppiano Lab, gita con la comunità locale ad Assisi. Momenti difficili e di difficoltà non sono di certo mancati. Non di rado abbiamo percepito un certo pregiudizio nei confronti degli immigrati in generale, e in particolare la loro accoglienza in strutture territoriali. Questo però non ci ha scoraggiati ma, semmai, spinti maggiormente a credere e agire concretamente in ogni situazione di criticità. Come ad esempio quando, Mocta, uno dei quattro giovani, cadendo in bicicletta per andare al lavoro, si è procurato una lussazione del polso. Avrebbe dovuto fare un intervento chirurgico, ma l’attesa sarebbe stata di almeno due settimane e portare una gessatura che immobilizzava tutto il braccio e non gli permetteva di riprendere il lavoro. È in lista d’attesa per l’operazione e dopo quindici giorni viene chiamato ma l’intervento viene rimandato! È scoraggiato e preoccupato perché si rende conto che una malattia così prolungata mette a rischio il rinnovo del suo contratto di lavoro ormai prossimo a scadere e anche il rinnovo del suo permesso di soggiorno. Dopo alcuni giorni lo riaccompagniamo in ospedale ma ci rendiamo conto che dovrà attendere ancora oltre due o più settimane per avere un nuovo ricovero ospedaliero. Profondamente scoraggiati superiamo un primo momento di “ribellione” e ci sforziamo di mantenere un rapporto “disarmato” e riconoscente per l’impegno reale, concreto e profondamente partecipato con ciascuna delle persone interpellate che, aldilà degli ostacoli oggettivi, ci assicurano che avrebbero fatto il possibile per anticipare quanto prima l’intervento. Mentre accompagno Mocta, gli dico che è molto importante la sua presenza perché non essendo io persona componente la sua famiglia, non ho titolo per rappresentarlo. È allora che lui mi risponde deciso e commosso: “Tu sei la mia famiglia!”. Dopo qualche giorno, arriva la telefonata tanto attesa e Mocta viene operato. Siamo davvero felici, anche perché costatiamo che la sua vicenda ha raggiunto e “contagiato” positivamente gli operatori sanitari del reparto, ai quali abbiamo voluto dire grazie portando un
fiore”. Valentina Maccacaro e la comunità di Santa Lucia (Vr) A Trieste, un grido che non cade invano. Storie di accoglienza nel quotidiano. Il racconto di chi la vive in prima persona. “Insieme a Caritas e all’I.C.S. – Consorzio Italiano di Solidarietà – ci occupiamo soprattutto di famiglie di migranti e profughi con i loro bambini, ospiti presso una struttura di prima accoglienza in città e alcune strutture sul Carso triestino. Da tre anni, ogni settimana, con continuità, abbiamo attivato delle azioni concrete: un gruppetto di noi insegna italiano alle mamme in modo da far loro completare i corsi di studio per aiutarle ad affrontare meglio la quotidianità; altri giocano con i bambini e li seguono nei compiti. Sono passate dal centro ormai tante famiglie e con quasi tutte è rimasto un rapporto, anche dopo il loro trasferimento in altre case. In collaborazione, poi, con AFN – Associazione Famiglie Nuove,
abbiamo avviato un progetto, autofinanziato da alcune persone della comunità, per aiutare in particolare una famiglia di nazionalità curda in difficoltà che, dopo due anni di sostegno, ora ha raggiunto la sua autonomia, permettendo loro di abitare in un appartamento in affitto grazie al lavoro che ha finalmente adesso il padre. Con altri piccoli progetti stiamo sostenendo le esigenze di altre famiglie, facendo in modo che le mamme possano seguire dei corsi di specializzazione per un possibile lavoro e i bambini possano integrarsi nelle varie attività con i loro compagni, per esempio nelle attività sportive. Li seguiamo nelle visite e cure mediche, nella ricerca della casa, abbiamo trovato alcuni lavoretti per le mamme, abbiamo potuto iscrivere un papà alla scuola guida e oggi lavora guidando i camion presso una ditta del porto. Con l’aiuto di alcune famiglie abbiamo potuto far partecipare ad una “vacanza famiglie” anche una mamma vedova africana con due bambini, che ne aveva necessità. Cerchiamo di vivere con loro momenti di vita quotidiana come i compleanni, le gite ai parchi la domenica, una gita in barca, il capodanno, il carnevale ma anche momenti di preghiera come in occasione del Ramadam con chi è di religione musulmana. Domenica 25 novembre 2018 abbiamo voluto rispondere concretamente all’appello di Papa Francesco che ha indetto la giornata mondiale dei poveri: “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” e invitava così ogni cristiano e le varie comunità ad ascoltare questo grido e a cercare di offrire
risposte con gesti concreti. Aggiungeva: “Affinché questo grido non cada invano”. Abbiamo pensato di organizzare così un pranzo – denominato “Festa dell’Amicizia” – all’insegna della condivisione con persone in difficoltà: rifugiati, profughi, disoccupati, poveri della nostra città. Si è riusciti a coinvolgere anche la nostra comunità dei focolari chiedendo un aiuto concreto sia per il pranzo che per l’aiuto in sala e anche agli amici stessi che sono stati invitati è stato richiesto, per chi poteva e disponeva di una cucina, di contribuire con un pugno di cibo tipico dei loro paesi di provenienza. Eravamo un’ottantina: dal Camerun, Nigeria, Egitto, Tunisia, Russia, Pakistan, Kurdistan, Kossovo. Con nostra sorpresa, per la Caritas stiamo diventando un punto di riferimento, un “progetto” che va oltre l’assistenzialismo. Ci chiamano per condividere programmi, progetti e, in alcune occasioni anche per cercare soluzioni. Ci sembra siano rimasti coinvolti da questo nostro modo di fare accoglienza che, conclusa la fase di emergenza, punta alla reciprocità. Sentiamo che, in mezzo a questo caos, dove ciascuno magari non trova un punto di riferimento valoriale, quale quello dell’accogliere gli ultimi, non possiamo fermarci ma dobbiamo continuare a dare speranza”. Paola Famiglie Nuove ITALIA – Progetto “Amicizia tra
famiglie dell’Italia e del Medio Oriente” Chi è Famiglie Nuove Il Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari (fondato da Chiara Lubich) è nato nel1967. E’ composto da famiglie che si propongono di vivere la spiritualità dei Focolari (spiritualità dell’unità) edi irradiare nel mondo della famiglia i valori che promuovono la fratellanza universale. Svolge attività formative per la famiglia e di accompagnamento per i fidanzati; giovani coppie, e si impegna per la promozione di una cultura della famiglia e di adeguate politiche familiari, attraverso convegni e pubblicazioni e collaborando con diverse agenzie educative. Il suo stile di vita è radicato nel Vangelo vissuto nella vita di coppia, nella crescita dei figli, nel mettersi in dialogo costruttivo con altre famiglie e, insieme, con le diverse realtà culturali, civili ed ecclesiali del territorio. Per ulteriori informazioni: www.famiglienuove.org o scrivere a famiglienuoveitalia@gmail.com Titolo del progetto: “Amicizia tra famiglie dell’Italia e del Medio Oriente” Responsabili: Rosalba e Andrea Ponta – Italia, Grace Korkmaz e Claude Mailhac – Libano Periodo: 1 luglio 2018 – 30 giugno 2019 Data di ideazione e presentazione: aprile 2018 Breve descrizione del progetto. Dal 2017 le comunità dei Focolari dell’Italia e del Medio Oriente hanno intrapreso un percorso di condivisione con lo scopo di instaurare rapporti
fraterni e dare testimonianza “controcorrente” che il mondo unito è possibile anche “a distanza” e in contesti particolarmente drammatici. La “scusa” per avviare il progetto è la realizzazione di un sostegno economico per tre famiglie (due irachene, una siriana) al momento rifugiate in Libano, con un contributo di 1.000 Euro al mese per 12 mesi. In realtà non si tratta solamente della ricerca fondi per un sostegno economico, ma di una proposta più ampia di amicizia “concreta” attraverso l’adozione reciproca tra famiglie del Medio Oriente e famiglie Italiane, con scambi culturali e di esperienze di vita maturate in ambiti così diversi e apparentemente lontani tra loro. Per approfondimenti: Scheda Allegato 1: un flash sul Libano Scheda Allegato 2: conosciamo le famiglie incluse nel progetto Dettagli del progetto L’aiuto economico (1.000 Euro mensili) sarà impiegato per il pagamento degli affitti delle abitazione a Beirutdove risiedono attualmente le tre famiglie. La comunità del Movimento dei Focolari libanese ha finora fatto di tutto per aiutare queste ed altre famiglie che si sono alternate in questi anni in Libano (delle quali parecchie sono partite per paesi occidentali appena avuta la possibilità), ma in questo momento la situazione economica è peggiorata e diventata difficile per tutti gli abitanti e attualmente la comunità non riesce più a procurare la somma necessaria per i tre affitti. I versamenti saranno fatti mensilmente da FN Italia direttamente su un conto corrente gestito dai responsabili dei Focolari in Libano. In questo modo si assicura che l’aiuto economico vada direttamente allepersone interessate senza
alcuna intermediazione. Il progetto avrà una durata di 12 mesi, con una verifica intermedia al 6° mese e una finale per decidere uneventuale rinnovo e/o l’estensione ad altre famiglie. Nell’arco della durata del progetto si prevedono almeno due momenti di scambio con le famiglie del Libano per avere un feedback sul progetto e per approfondire la reciproca conoscenza. Le modalità di scambio (email, skype, ecc.) saranno definite successivamente in base alla situazione dei rispettivi paesi. Contatti. Per richiedere ulteriori informazioni e/o per suggerimenti, idee o disponibilità si prega di scrivere al seguente indirizzo email: famiglienuoveitalia@gmail.com Cuneo, 19 giugno 2018 Scheda 1. Un flash sul Libano Con l’inizio della guerra in Siria e l’arrivo di quasi due milioni di rifugiati siriani in Libano (che conta solo 4 milioni di cittadini) l’economia del paese è entrata in una crisi molto grave, a partire da una situazione comunque non facile e da una ripresa mai realmente completata dopo la fine della guerra civile nel 1990. La vita in Libano è molto costosa. Solo per dare un’idea: l’affitto di un appartamento, semplice e nonammobiliato, nei quartieri popolari, si aggira in media sui 300 dollari americani al mese. La ricarica mensile di base di un cellulare costa almeno 10 dollari, senza l’accesso a internet. In Libano l’acqua pubblica non è potabile e perciò quella da bere si deve comprare. Le famiglie devono quindi pagare due “bollette” per l’acqua: una per la casa e un’altra per bere.
L’elettricità non è assicurata da parte dello stato se non per un massimo di 12 ore al giorno. Tutte le case hanno quindi un abbonamento a un generatore privato di quartiere che copre il servizio per le restanti 12 ore. Questo servizio è inoltre spesso controllato da organizzazioni malavitose che fanno affari sulla pelle della gente, obbligata anche in questo caso ad avere una doppia bolletta per l’energia elettrica. La crisi economica ha accentuato il rifiuto di molti libanesi verso le persone di altri paesi arabi che sono arrivati in Libano come rifugiati. I libanesi hanno goduto e godono ancora di una libertà maggiore nel loro paese, e di un livello di istruzione più alto rispetto agli altri paesi del Medio Oriente. Questo ha fatto crescere in loro un senso di superiorità nei confronti dei popoli degli altri paesi arabi. Con l’arrivo dei rifugiati e la situazione politica e militare che diventava sempre più pericolosa, gli investimenti in Libano sono molto diminuiti e la situazione economica è peggiorata. Con queste difficoltà, il mercato del lavoro è entrato in crisi e le aziende libanesi hanno cominciato a licenziare i libanesi e ad offrire il lavoro a siriani e iracheni, che si accontentano di metà stipendio a parità di qualifica. Già lo stipendio di partenza era basso ma ora si è ridotto provocando anche la crescita della disoccupazione tra i libanesi, pur senza risolvere i problemi dei rifugiati. Si può comprendere quindi meglio perché la diffidenza e l’insofferenza verso i rifugiati sono andate crescendo. Oggi in Libano per poter assicurare il mantenimento dignitoso di una famiglia di 4 persone occorrono almeno 1.200 dollari al mese. L’assicurazione sanitaria per i libanesi è privata. Ai profughi siriani viene assicurata una qualche assistenza sanitaria solo se sono ufficialmente iscritti come rifugiati nelle liste delle Nazione Unite. Quindi ci sono molti profughi che non hanno alcuna copertura sanitaria. I servizi offerti sono comunque il minimo indispensabile, ma le attese sono in
ogni caso molto lunghe. L’educazione dei bambini in età scolare è assicurata gratuitamente dallo stato libanese, ma la qualità rimane piuttosto scarsa, così come quella della maggior parte delle scuole statali in Libano. Pertanto i libanesi fanno poco affidamento sulla scuola pubblica e anche le famiglie più umili cercano di mandare i loro figli ad una qualsiasi scuola privata per assicurare loro un livello di istruzione adeguato che consenta l’accesso a studi superiori. Questa situazione complessiva ha fatto aumentare sempre di più negli ultimi anni il numero delle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà. Non ci sono dati ufficiali, ma alcune valutazioni delle Nazioni Unite stimano che oggi almeno il 30% della popolazione libanese sia scesa sotto questa soglia. Scheda 2. Conosciamo le famiglie del progetto Familia K., irachena. Composta di 6 persone: La coppia: E.e N.. I figli: M. (17 anni), Q. (14 anni) e H.(5 anni). Con loro abita la madre di E., anziana e ammalata. Vengono da Mosul, regione invasa e devastata dalle milizie ISIS e in seguito all’invasione la famiglia hadovuto scappare e si è rifugiata nella regione di Erbil (Kurdistan Iracheno). E. lavorava come piastrellista (edilizia civile). Ha provato a immigrare in Svezia e ottenere lo status di rifugiato, affrontando le avventure delle imbarcazioni di fortuna e delle vie nascoste di fuga, ma senza successo. È stato rimandato indietro, perdendo così i soldi investiti nel tentativo. La guerra e le milizie sono arrivate nella regione periferica di Erbil, dove si trovava la famiglia e ancora una volta, temendo per la loro incolumità, la famiglia riunita (dopo il
primo tentativo di E.) è riuscita a scappare e trovare rifugio in Libano dal settembre 2016. La famiglia ha fatto domanda di accoglienza in Europa o in Australia, ma fino adesso non ci sono novità per le richieste presentate all’ UNHCR. Nel frattempo, E. ha trovato lavoro come manovale in una ditta di prodotti alimentari e di igiene, con una paga giornaliera che non basta per coprire l’affitto. N. cerca lavoro part- time perché deve badare alla suocera malata e alla piccola di 5 anni che non è ancora ammessa alla scuola. La comunità dei Focolari in Libano fino ad oggi è riuscita a sostenere le spese non coperte dallo stipendio di E. La coppia è attiva in un gruppo di Famiglie Nuove, dove trova sostegno fraterno e morale e a sua volta è una vera testimonianza di famiglia impegnata a vivere il vangelo. M. e Q. sono Gen3. In attesa della possibile accoglienza in un Paese che possa ospitarli con più sicurezza, la famiglia ha bisognodi sostegno economico per l’affitto, che è costoso in Libano. Altre spese sono sostenute con l’aiuto della comunità libanese, che non riesce a mantenere questo impegno. La famiglia ha perso le speranze di rientrare a Mosul, dove non hanno più casa né lavoro e né futuro per i figli. ______________________________________ Familia J., irachena. Composta da 5 persone: La coppia: W. e Wa. I figli: S. (9 anni), Sa. (8 anni) e M. (5 anni). Anche questa famiglia viene da Mosul, regione invasa e devastata da milizie ISIS e in seguito all’invasione,hanno dovuto scappare e rifugiarsi in Libano nel novembre 2015. Anche loro sono in attesa di accoglienza in Europa o in Australia. Abitano attualmente in un monolocale . W. non riesce a trovare lavoro nel suo mestiere di idraulico e fa dei piccoli lavori in una officina meccanica. Il guadagno non basta per mantenere la famiglia. Anche in questo caso, la comunità del Movimento in Libano fino ad oggi è riuscita a
sostenere le spese familiari, sia per l’alloggio che per il vitto. Nel 2016, i figli hanno potuto partecipare ad un programma del governo libanese denominato ALP (Activ Learning Program) per inserire i bambini nelle scuole pubbliche. Nell’anno 2017/2018, il programma è stato sospeso e la comunità del Movimento dei Focolari in Libano ha sostenuto la scolarità privata per loro. Questa vicinanza ha permesso alla famiglia di trovare un sostegno morale e affettivo. L’accompagnamento di queste famiglie viene fatto da una volontaria del Movimento che è assistente sociale e si occupa di fare il ponte tra le famiglie, la comunità civile e la comunità del Movimento. Wa. in questo momento è incinta e ciò vuole anche dire un aumento delle spese. Loro desiderano tornare in Irak però il conflitto politico è ancora molto attivo nella regione e gli attentati sono frequenti e ciò non li incoraggia. W. non ha molte possibilità di trovare un lavoro in Irak. Hanno sempre la speranza di partire per un’altroPaese. ______________________________________ Famiglia S. – Siriana Composta da 5 persone: La coppia: G. e M. I figli: A., 27 anni e M., 22 anni. Loro vengono da Homs, regione devastata dall’inizio del conflitto in Siria. Sono fuggiti in Libano già nel 2012 quando A. doveva essere arruolato nel servizio militare. In quel periodo le milizie armate terrorizzavano la città, impedendo alla popolazione di andare al lavoro, minacciandola di morte. I negozi venivano saccheggiati e bruciati. La fabbrica dove lavorava G. è stata bruciata. M., che in quel periodo aveva 15 anni, è stato testimone della uccisione del suo vicino con uno sparo in testa e del sequestro e tortura di un’altra vicina. Trovandosi imprigionati nella loro casa, hanno cercato la fuga
e sono riusciti a rifugiarsi in Libano. Non hanno avuto molte possibilità di accoglienza in altri paesi visto l’età dei figli (adesso maggiorenni). G., ha subito 2 interventi chirurgici per via di un tumore al colon e non ha mai usufruito di un aiuto da parte delle Nazioni Unite. È stato invece accolto dal Movimento dei Focolari che gli ha procurato assistenza materiale e morale in questa situazione di bisogno. I ragazzi non hanno potuto finire gli studi e fanno piccoli lavori in un paese pieno di rifugiati che non è in grado di assorbire tanta gente e perciò il lavoro è sempre di fortuna. Come tante altre famiglie, anche loro si trovano in attesa di accoglienza in Europa o in Australia Il loro rientro in Siria non è possibile, visto che la loro casa è stata bruciata e in seguito rasa al suolo e i ragazzi sono ambedue richiesti al servizio militare obbligatorio e indeterminato e non vogliono subire la stessa sorte dei loro amici morti in combattimento negli ultimi anni. Famiglie Nuove Italia -Medio Oriente progetto amicizia Obiettivo fraternità Onlus – Torino Obiettivo Fraternità Onlus è un’Associazione di volontariato che nasce nel 2007 a Torino, a seguito di una decennale esperienza di numerosi volontari in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, con l’intento di promuovere e diffondere una cultura della solidarietà nel mondo giovanile, nella famiglia e nella società. Si ispira alla spiritualità del Movimento dei Focolari,
fondato da Chiara Lubich nel 1943, che ha come cardini la cultura dell’unità e la fratellanza universale che intende promuovere e diffondere attraverso azioni e iniziative a ogni livello e in ogni campo della vita umana e sociale. L’Associazione cerca di suscitare una mentalità della solidarietà come elemento determinante dello sviluppo integrale dell’uomo, al fine di instaurare una cultura del dare proiettata alla condivisione delle ricchezze culturali, materiali e spirituali di ogni popolo. A tal fine favorisce, a tutti i livelli, un dialogo e una reciproca conoscenza tra popoli, razze ed etnie, arricchite dall’apporto delle singole culture, nel rispetto dell’identità di ogni singola persona. In particolare, per il conseguimento di un nuovo ordine economico internazionale basato sull’interdipendenza fra le nazioni e una equa distribuzione delle ricchezze, attua iniziative nel mondo dell’economia e del lavoro, con particolare riferimento alle categorie sociali più deboli. Nell’ottica di sostenere lo sviluppo completo della persona umana e delle diverse realtà sociali, promuove il rispetto della natura e l’importanza dell’ambiente, così come attua attività didattiche e formative per educare alla legalità e alla non violenza, per favorire la pace e l’unità fra i popoli. Per la promozione e concretizzazione dei suoi obiettivi, l’Associazione sostiene e organizza azioni di solidarietà nei confronti di popoli, comunità, gruppi di persone o famiglie in stato di necessità e collabora con altre associazioni o gruppi, Enti e Amministrazioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, civili e religiose. Inoltre, cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso l’utilizzo di tutti i mezzi di comunicazione e organizzando convegni, dibattiti, conferenze, corsi di formazione, congressi, workshop, mostre e spettacoli.
In base all’ambito in cui opera, l’Associazione si compone di tre sezioni strettamente interconnesse: Giovani per un Mondo Unito – nel mondo giovanile Famiglie Nuove – nel mondo della famiglia Umanità Nuova – nella società civile Contatti: info@obiettivofraternita.org http://www.obiettivofraternita.org Centro Culturale TrentUno ONLUS Il Centro Culturale TrenUno ONLUS promuove iniziative nel campo della solidarietà, dei diritti umani, della cooperazione e dello sviluppo internazionale, della difesa popolare non violenta, della pace, del disarmo: iniziative racchiuse nel comune obiettivo di contribuire ad una cultura della fraternità per l’unità dei popoli. Persegue queste finalità in quanto espressione territoriale in ambito sociale e culturale della più universale esperienza del Movimento dei Focolari a cui si ispira in quanto allo spirito, alle finalità, ai metodi e ai contenuti. Per tali scopi promuove, prevalentemente sul territorio del Trentino, iniziative culturali, formative e ricreative nei diversi campi della vita sociale, con particolare riguardo a quelle aventi carattere aggregativo e continuativo; si apre allo scambio culturale con tutto il mondo a partire dalla vicina provincia di Bolzano, sia con la cultura italiana, che con quella tedesca e quella ladina. Trento Ardente è tra i progetti cui il Centro Culturale
TrentUno dà il proprio concreto contributo. Contribuendo con il 5 per mille in favore del Centro Culturale TrentUno ( Cod. Fiscale 96036430229 ) si possono sostenere economicamente anche le iniziative di Trento Ardente. http://www.trentoardente.it http://www.flickr.com/photos/trentoardente/sets/72157633260111 494/show/ Associazione “Insieme per il bene comune” – Vibo Valentia L’Associazione intende promuovere e diffondere, ad ogni livello ed in ogni campo della vita sociale, una cultura della Pace e dell’Unità tra le persone e tra i popoli, con particolare attenzione al mondo giovanile e nell’ottica di uno sviluppo integrale della persona umana. Essa si ispira allo spirito del Movimento del Focolari e desidera contribuire alla diffusione, in ogni ambito della società, dell’idea del mondo unito, promuovendo, tra quanti vorranno condividerne l’azione, lo spirito della fraternità universale proclamata nell’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Tale scopo potrà essere perseguito attraverso ogni operazione o iniziativa che sia direttamente o indirettamente strumentale al suo raggiungimento. Nell’ambito delle suddette finalità l’Associazione, a titolo esemplificativo, si propone quanto segue:
a) suscitare una mentalità della solidarietà come elemento determinante dello sviluppo integrale dell’uomo, promuovendo in tal senso opere, azioni e iniziative in ogni campo della vita sociale; b) favorire anche a livello locale, un dialogo ed una maggiore conoscenza reciproca tra i popoli, razze ed etnie, che porti alla stima dell’altrui cultura come della propria e alla diffusione di una cultura planetaria che goda dell’apporto delle singole culture; c) educare alla pace e alla non violenza, valorizzando il pensiero ed i messaggi di quanti nel mondo hanno favorito e favoriscono la pace e l’unità tra gli uomini; d) assicurare con iniziative ricreative, ecologiche e sportive, la riscoperta dell’importanza che anche lo sport e l’ambiente rivestono nello sviluppo pacifico delle persone e dei popoli; promuovere, organizzare e gestire iniziative ed attività sportive, musicali e teatrali sia avvalendosi di strutture dell’Associazione stessa, ovvero messe a disposizione da enti pubblici o privati; e) promuovere e diffondere l’economia civile e di comunione in tutte le sue implicazioni, organizzando a tal fine corsi, workshops, mostre, convegni, tavole rotonde, forum, seminari, studi, cineforum, corsi di formazione, premi e borse di studio, viaggi e visite culturali; f) promuovere e diffondere gli ideali di una politica di comunione e per l’unità; g) promuovere le scienze e le arti, operando per mettere in rilievo i valori morali e spirituali che uniscono le culture e garantendo la ricchezza delle loro diversità, nonché il progresso del sapere in ogni disciplina, per contribuire a migliorare la vita umana e l’ambiente naturale e sociale; h) sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo le finalità
generali e le iniziative dell’Associazione attraverso i mezzi di comunicazione di massa e attraverso manifestazioni di vario genere, pubblicazioni e notiziari. L’Associazione può svolgere tali compiti anche in collaborazione con altri enti aventi finalità analoghe. L’Associazione potrà compiere ogni atto, azione o negozio direttamente o indirettamente strumentale al perseguimento degli scopi istituzionali, nelle forme e nei limiti stabiliti dalla legge.” Viale Matteotti pal. Ubi Carime – Vibo Valentia c.f. 96045370796 – viboinsieme@gmail.com infoline 392 9863470 Un sogno che si è realizzato: corso per operatori pastorali Si è concluso il 21 luglio a Loppiano il primo corso per operatori pastorali promosso dal Movimento dei Focolari in Italia in sinergia con il Centro Evangelii Gaudium dell’Istituto Universitario Sophia. Qualcuno parlava di un sogno che si è realizzato, un qualcosa atteso da tempo che ha avuto una sua prima realizzazione.
Rosalba Poli e Andrea Goller L’ultima giornata è stata dedicata all’approfondimento dei 4 principi proposti da Papa Francesco nell’Evangelii gaudium per orientare “…lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”(EG 221). Una giornata ricchissima in cui, tramite comunicazioni, dialogo e laboratori, si è andati in profondità su questi principi che, ancora secondo Papa Francesco, se applicati possono “rappresentare un’autentica via verso la pace all’interno di ciascuna nazione e nel mondo intero” (EG 221).
Alcuni partecipanti Poi le conclusioni in cui sono venute fuori non solo delle impressioni, ma anche delle costatazioni su ciò che già si fa a livello dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari) con una pastorale che nasce dal Carisma dell’Unità, e dei suggerimenti, delle piste di azione per il futuro. “Un primo regalo è la condivisione tra tutti che è stata molto alta, partendo dal patto di unità. La conversione pastorale parte da lì, non c’è una strategia, una tecnica, ma tutto parte dall’amore reciproco. E concretamente? Sono venute in luce tante sottolineature che hanno bisogno di diventare progetti, linee di azione, che il Carisma porta dentro nella pastorale. Facciamo la pastorale del Carisma senza saperlo. Sento che questo è un lavoro avviato.”. “Il grande ribaltamento è capire cosa è la Chiesa in uscita: Gesù è già nell’altro, non devo portarlo io. Non si tratta tanto di “andare” ma di “trovare” Dio negli altri” . “Mi sono sentita una figlia, molto amata da tutti, figlia di ciascuno di voi. Scoprire Gesù nell’altro è un dono grande e
questo mi provoca molto. C’è bisogno di questo tipo di formazione nella Chiesa”. Lavori di gruppo “Mi sono ritrovata in tutto ciò che è stato detto. Ho trovato una nuova chiave di lettura nel vivere il Carisma di Chiara Lubich nella parrocchia e nella diocesi con un cuore nuovo”. “Due esigenze per il futuro: bisogna rendere nota questa scuola e porgerla alla Chiesa con le forme adeguata” Ora di tratta di andare avanti, con un progetto che avrà delle tappe ma che si manifesta ricco di prospettive per le risposte che il Carisma offre ma soprattutto perché il metodo è sicuro: la presenza di Gesù Maestro che illumina l’esperienza pastorale. Altri articoli: www.focolaritalia.it/2018/07/18/rifare-il-patto-educativo-alla -scuola-dellunico-maestro-avendo-come-modello-maria/ www.focolaritalia.it/2018/07/16/loppiano-corso-per-operatori-p astorali/ www.focolare.org/news/2018/07/27/operatori-pastorali/
Cantieri Ragazzi per l’unità: Palermo #insiemeperBallarò Progetto Ballarò: “Guardo la mia città” La comunità del Movimento dei Focolari opera a Palermo da quattro anni all’interno del quartiere “Ballarò”, dando vita a legami di amicizia con molti abitanti della zona e con altre associazioni che vi operano. Ed è qui, in questo quartiere storico di Palermo, che dal 2 al 12 Luglio 2018 si sono svolte attività ludiche ed ecologiche volte a sensibilizzare le persone verso il rispetto dell’ambiente e ad aiutarle a guardare la città con occhi nuovi. L’obiettivo principale è stato ed è tutt’ora quello di creare unità all’interno della zona per coinvolgere, a piccoli passi, non solo il quartiere ma anche chi vive in altre parti della città.
Ognuno ha messo in gioco se stesso, condividendo le proprie conoscenze ed esperienze; hanno partecipato sia associazioni che già da tempo operano all’interno del quartiere sia chi ne fa parte da poco, come l’associazione ALAB (Associazione Liberi Artigiani-Artisti Balarm) che ha organizzato laboratori artigianali per i bambini. Molti ragazzi hanno partecipato al progetto, tra cui giovani provenienti da altre città, come Trapani, alternandosi nei vari momenti previsti nel programma: giochi con i bambini, laboratori di disegno e pittura, laboratori artigianali, canto e spettacolo teatrale, mimo, pulizia e riqualificazione degli spazi urbani, delle strade, di un campetto di calcio. Gli adulti della comunità hanno collaborato nella ristrutturazione di alcune abitazioni e nella realizzazione dei momenti ricreativi, come il mimo, e dello spettacolo teatrale.
L’ultimo giorno infatti si è svolto lo spettacolo interpretato da alcuni bambini del quartiere e da alcuni gen 3 di Trapani e Palermo, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando che ci ha incoraggiati a continuare a promuovere iniziative culturali, di fraternità e unità: “La cultura è stare insieme”, ha detto. Il progetto è stato sostenuto economicamente da alcune aziende tra cui BRICO CENTER che ha scelto e premiato il nostro progetto, presentato come progetto vincitore dell’edizione 2018 dell’iniziativa “Insieme per il nostro quartiere” e anche la cooperativa COOP di Palermo, il Comune di Palermo e il rinomato focacciere della zona Ninu ‘u ballerinu che ha offerto la cena finale con prodotti della tipica gastronomia siciliana. Questa esperienza ha permesso a noi giovani di comprendere nuove realtà, che spesso sembrano lontane dalla nostra. Stando a contatto con la gente del quartiere, essendoci immedesimati nelle loro vite abbiamo capito quanto sia importante dare una
mano a chi ne ha più bisogno, anche solo stando loro vicino. Vedendo soprattutto come i bambini percepiscono questa realtà, ridendo e giocando con loro, abbiamo appreso che uno degli obbiettivi principali è agire per preservare il loro futuro. Grazie a questo progetto, molti volontari, giovani e adulti, hanno potuto dare un contributo per migliorare la nostra città, alimentando in ognuno di noi un senso di unità e fratellanza. Solo partendo da questi piccoli gesti d’amore verso il prossimo possiamo realizzare qualcosa di più grande; citando Chiara Lubich: “Gli avvenimenti veramente grandi nascono da piccole cose”. Chiara Morello, redazione Teen4Unity Articolo pubblicato sul blog di Teens4Unity
Procida (Na): “Il mondo salvato dai ragazzini”, per educare alla pace La contestazione infiammava l’Europa, la scrittice Elsa Morante dopo aver scritto l’isola di Arturo, la storia di una adolescente ambientata nell’isola di Procida, pubblicò nel 1968 un libro atipico, originale, misterioso, affascinante e per certi versi oscuro: Il mondo salvato dai ragazzini. Emergevano da quelle pagine, il valore dell’innocenza, lo slancio ideale il rifiuto di ogni guerra e di ogni violenza, l’accettazione di ogni essere umano anche il più spregevole.
Scrivono Angela e Paquale Lubrano: “Sentivamo forte, nel presente della storia, l’invito di Papa Francesco ad andare verso l’umanità, a portare il nostro impegno nei posti dove più c’era sofferenza e disagio, a prenderci cura di tutti. Il comune di Procida dove abitiamo gravato di dissestato pauroso con 28 milioni di debiti con uffici sguarniti di personale, con le casse vuote. Decidiamo di metterci accano ai nuovi giovani politici che la popolazione aveva da poco eletto. Dapprima un piccolo contributo per la comunicazione poi ci viene affidata la Biblioteca Comunale, da riattivare. Mesi di impegno lavorativo con un gruppo di volontari che ci affiancano, ma anche di scoperta e di gioia nel sapere che lavoravamo per la rinascita dell’isola.” Il progetto si concretizza innanzitutto nel trovare dapprima le adesioni, e aderiscono l’amministrazione comunale di Procida, l’associazione culturale Kolibrì e la sua Presidente Donatella Trotta, con il sostegno iniziale della Fondazione Banco di Napoli e in partenariato con la rivista «Andersen-Il Mondo dell’Infanzia», l’ente nazionale di formazione Agita Teatro, l’Associazione culturale Isola di Graziella, l’I.C. 1° C.D. Antonio Capraro e l’IISS Caracciolo da Procida. Si pensa a segmenti laboratoriali di lettura, pittura, teatro, video tutti collegati alla lettura di quattro libri selezionati. “Guardando al futuro – continua Pasquale – si intravede una grande biblioteca per ragazzi e giovani, con tanti lavoratori creativi nella struttura carceraria ormai dismessa – l’antico ergastolo borbonico – luogo per secoli di dolore e di morte che incombe ancora minaccioso sulla bellezza dell’isola. Le difficoltà non mancano, i fondi tardano ad arrivare ma non ci fermiamo. 22 classi di ogni ordine grado partecipano, coinvolti docenti e famiglie. Da ottobre a maggio uno o due laboratori al mese: video, disegno, scrittura, teatro I ragazzi e i giovani studenti si ritrovano con quattro libri da leggere”. Gli autori dei testi giungono sull’isola dopo che i ragazzi
hanno letto i loro libri. E’ un esplosione di creatività, di sinergie, di accoglienza reciproca, di vitalià inaspettata. Per i ragazzi un’esperienza entusiasmante. Angela racconta della conferenza stampa del 30 maggio 2018 prima delle manifestazioni conclusive, svolta nella prestigiosa sede della Fondazione del Premio Napoli: “Numerosi sono gli articoli di questa esperienza comparsi sulla stampa. Ma la notizia più bella è quella che la fondazione Premio Napoli sente di far propria la nostra esperienza e il nostri libri costituiranno l’apertura del Premio Napoli alla letteratura per ragazzi. Negli ultimi giorni di scuola nel tripudio di una piazza multicolore e festante si chiude la prima edizione di Procida – Il Mondo salvato dai ragazzini – Elsa Morante, con gli occhi incantati dalle mirabolanti creazioni di Gek Tessaro, in un abbraccio di cuori tra ragazzi, famiglie e docenti. Quanto è nato nella piccola isola non è solo nostro. Quel germe di fraternità universale che Chiara Lubich ha messo nei nostri cuori potrebbe fiorire in ogni città. Non era questo anche il suo sogno?”. Leggi anche l’articolo sul giornale Il Mattino Continua l’azione di SlotMob contro la pubblicità al gioco d’azzardo L’abolizione della leva della pubblicità dell’azzardo è la prima incrinatura del muro del profitto.
Bandire la pubblicità dell’azzardo così come già avviene con quella del tabacco rappresenta un elementare atto di giustizia. Non ci stupisce che la decisione annunciata con il cosiddetto decreto dignità varato dal governo, stia alimentando la forte reazione da parte di settori economici e dell’informazione che hanno finora goduto dell’assenza di regole in materia. La norma favorisce la libertà di stampa dall’influenza diretta e indiretta dei ricchi inserzionisti. Parlare di proibizionismo in questo caso è del tutto fuori luogo e fuorviante. La vera anomalia è stata, finora, l’assenza di una tale normativa che poteva essere approvata dal precedente parlamento portando in aula le proposte già avanzate in maniera traversale. Così come siamo rimasti increduli davanti all’ostinato silenzio di esponenti del mondo dello spettacolo e dello sport nei confronti delle istanze pubbliche che li invitavano a smettere nel prestare il loro volto per pubblicizzare l’azzardo. Come movimento Slot Mob ribadiamo che il vero obiettivo da raggiungere è quello di sottrarre l’intero settore dell’azzardo alle imprese strutturalmente orientate al profitto. Uno Stato realmente attento al bene comune deve saper gestire l’offerta di tale settore in maniera non ossessiva e incentivante per arrivare a ridurre un fenomeno che, come tutti possono vedere, divora i territori e ostacola una sana e reale economia che crea ricchezza da redistribuire tra tutti. Non si tratta di un risultato impossibile da raggiugere, ma ciò crea la necessità di trovare altre entrate fiscali diverse da quelle dell’azzardo. Per questo motivo occorre un vero dibattito sulle scelte di politica economica per impedire che le casse pubbliche dipendano patologicamente dal sistema dell’azzardo (circa 10 miliardi di euro). Senza tale svolta radicale, tutta l’attenzione sulla questione “azzardopoli” in Italia rischia di ridursi in una istanza moralistica destinata
ad estinguersi. Ci troviamo, pertanto, davanti ad un caso esemplare che permette di comprendere i rapporti di forza esistenti nel nostro Paese e la possibilità reale di capovolgerli. Come movimento di democrazia economica e per la giustizia sociale siamo persuasi che tale scelta non può essere scollegata da una visione complessiva della dignità umana integrale. La nostra decisa opposizione al sistema di sfruttamento dell’azzardo di massa si associa, perciò, in questo stesso momento storico, alla necessità di una società aperta all’accoglienza dei migranti. Persone che da diverse parti del mondo sono approdate in un Paese ricco di umanità, capace di resistere alla logica dell’idolatria del denaro che lucra sulla vita dei più fragili e istiga ad erigere muri e barriere. Movimento Slot Mob info: http://www.economiafelicita.it/slotmob/ Vedi anche articolo su Città Nuova: Azzardo e pubblicità, un divieto pesante slotmob1@gmail.com Associazione S.F.E.R.A. Onlus – Brescia 1. S.F.E.R.A. Onlus è un’associazione, con finalità sociale e senza scopo di lucro. È stata fondata nel 2011 a Brescia, dove
ancora oggi ha la propria sede principale. L’Associazione è dedicata alla memoria di mons. Gennaro Franceschetti (Provaglio d’Iseo (Bs), 14 giugno 1935 – Fermo, 4 marzo 2005), sacerdote bresciano a lungo a servizio della Diocesi, poi parroco di Manerbio e dal 1997 arcivescovo di Fermo, nelle Marche. Mons. Franceschetti fu espressione di una tradizione ecclesiale, sociale e culturale che ha segnato generazioni di uomini e donne, educata a testimoniare i valori cristiani non solo nella vita personale, ma anche in quella pubblica e civile.Con la sua grande carica umana, intellettuale e spirituale ha orientato persone e istituzioni ad aprirsi ai temi dell’evangelizzazione, della promozione umana e culturale, della solidarietà economica e sociale. L’Associazione opera, in Italia e all’estero, per favorire Sviluppo, Fraternità, Educazione, Responsabilità e Accoglienza… in una parola SFERA! Partendo da questa missione, le attività dell’associazione si possono raggruppare in due settori: Carità– È il settore dell’azione concreta. Promuoviamo raccolte di beneficienza e, attraverso il coinvolgimento di volontari, realizziamo progetti di forte impatto sociale a favore di persone in condizioni di svantaggio fisico, psichico, economico, sociale e familiare. Siamo impegnati sia in Italia che all’estero, conviti che l’interdipendenza planetaria richieda interventi coordinati di carità intelligente e che il benessere possa essere duraturo solo se diffuso. Oggi i nostri sforzi si concentrano sul programma di promozione umana Maison de Paixche stiamo realizzando a Kikwit, nella Repubblica Democratica del Congo. Educazione– Organizziamo momenti di riflessione, incontri pubblici e lezioni nelle scuole per diffondere la cultura della mondialità, promuovere il dialogo culturale e l’accoglienza, sostenere la cultura del dono in vista della civiltà dell’amore.
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