IL CRANIO DEL NEONATO - Approccio osteopatico

Pagina creata da Filippo Ferrara
 
CONTINUA A LEGGERE
IL CRANIO DEL NEONATO - Approccio osteopatico
IL CRANIO DEL NEONATO

Approccio osteopatico
Il cranio del neonato è progettato per adattarsi al massimo delle forze indotte nel travaglio con il
minimo trauma per il successivo sviluppo del cervello. Tuttavia, un trauma alla testa durante la
nascita è molto più frequente di quanto si possa immaginare.

In uno studio su 125 neonati condotto dal Feely Center for Optimal Health (USA), è stato
possibile dimostrare che nel 10 % dei neonati era presente un grave trauma visibile indotto alla
testa realizzato sia prima che durante il travaglio.

Nel 78% dei casi i terapeuti hanno identificato, con tecniche diagnostiche osteopatiche, alcuni
strain articolari membranosi in questi pazienti, quindi erano presenti su 9 o 10 bambini nello
studio effettuato.
IL CRANIO DEL NEONATO - Approccio osteopatico
Quanto sono importanti questi strain articolari membranosi per il terapeuta? Nel periodo
neonatale sono state riscontrate problematiche comuni come difficoltà alla suzione, rigurgito,
tensione nervosa ed irregolarità respiratoria che spesso vengono superate appena gli strain
vengono corretti. Strain simili vengono inoltre riscontrati su bambini in età scolare che
presentano problemi di apprendimento e sviluppo.

In uno studio su 100 bambini tra 5 e 14 anni che presentavano difficoltà di apprendimento o di
sviluppo, 79 di questi erano nati dopo un travaglio lungo e difficile e presentavano uno o più dei
sintomi comuni nel periodo neonatale. Inoltre, ci fu l’impressione che molti casi di allergia
infantile potesse essere riferita a strain muscolo-scheletrici con origine al momento della
nascita; inoltre che le scoliosi vertebrali nei bambini e adolescenti fossero, in molti casi, la
conseguenza di una scoliosi craniale originata dal trauma della nascita.

Riconoscere e trattare queste disfunzioni del meccanismo craniosacrale nell’immediato periodo
post-natale rappresenta uno dei maggiori, se non la maggiore importante fase di medicina
preventiva nella pratica dell’osteopatia.

2
IL CRANIO DEL NEONATO - Approccio osteopatico
IL TRAVAGLIO

Come detto prima, il cranio del neonato è progettato per subire il massimo adattamento alle
forze del travaglio, con il minimo trauma al cervello del bambino, ed un completo ritorno ad una
libera mobilità di tutte le parti una volta terminato lo stress.

                                                 Subito prima della nascita il feto è posizionato
                                                 per il parto all’interno dell’utero presentando il
                                                 diametro minore della sua testa nel diametro
                                                 maggiore del bacino materno; questa è la
                                                 posizione di completa flessione fetale. Mentre le
                                                 contrazioni continuano, il feto è guidato
                                                 dall’inclinazione del pavimento pelvico materno
                                                 verso la linea mediana, per uscire vicino alla
                                                 sinfisi pubica con un movimento di estensione
                                                 della testa.

Questa discesa in piena flessione,
progredendo fino alla nascita con l’estensione
del capo, ha un significato importante per
l’inizio della respirazione polmonare. L’attività
respiratoria associata ad una vigorosa attività
vocale del neonato, aiuta l’espansione del
meccanismo cranico e riposiziona ossa e membrane nel loro corretto rapporto anatomico,
permettendo un libero movimento fisiologico. Un sano conseguente sviluppo del sistema
nervoso centrale può così continuare.

Queste circostanze ideali tuttavia, avvengono raramente nel nostro mondo moderno e
civilizzato, a causa di fattori come la cattiva alimentazione della madre, asimmetrie strutturali
prima e durante la gravidanza del corpo materno, abuso di farmaci, insufficiente preparazione
al travaglio, ma spesso anche a causa di una accelerazione meccanica o indotta del travaglio
per impazienza dell’ostetrica, per tutti questi motivi solo relativamente pochi bambini nascono
senza traumi del meccanismo craniale.

3
IL CRANIO DEL NEONATO - Approccio osteopatico
Se non si riesce a seguire una adeguata preparazione
strutturale della pelvi materna, il feto potrebbe assumere un
grado di estensione (e lateroflessione cervicale) maggiore; il
risultato sarà la presentazione della testa su diametro
maggiore invece di quello minimo previsto occipito-
bregmatico. Questo può portare ad una moderata estensione
fino ad un occipite posteriore, all’arresto trasversale, alla
presentazione di sopracciglio, o a volte ad una completa
estensione con presentazione di faccia – posizione in cui il
parto vaginale è impossibile. In questa circostanza sarà
necessario il parto cesareo per fare sopravvivere il feto.

Ma le forze compressive avranno già traumatizzato la testa, poiché le contrazioni uterine la
costringono progressivamente attraverso il canale del parto. La prominenza della base di un
sacro materno anteriore può ostruire la discesa della testa da un lato, tale asincronia può
distorcere il meccanismo cranico. La presenza di gemelli di grandi dimensioni, entrambi che
forzano per presentare la testa contemporaneamente, può causare uno stress craniale ad uno
o entrambi i feti, anche prima che inizi il travaglio.

Questi sono solo alcuni degli insulti meccanici che possono manifestarsi prima della nascita.
Tutto questo per il passaggio del feto nel canale del parto.

4
IL CRANIO DEL NEONATO - Approccio osteopatico
VALUTAZIONE OSTEOPATICA

                                                    Il meccanismo craniosacrale del neonato può
                                                    essere valutato già dai primi giorni di vita. La
                                                    mobilità di questo meccanismo è maggiore a
                                                    questa età che nel cranio adulto, anche se il
                                                    range di movimento è ovviamente minore. Il
                                                    Dr. McFarlane usava parlare di
                                                    amplificazione del meccanismo all’interno
                                                    delle mani e del cervello umano, ciò permette
                                                    la percezione del movimento in un range di
                                                    0,0001 inch. Per fare un esame corretto
                                                    questo meccanismo percettivo deve essere
                                                    correttamente sviluppato, ma anche per poter
                                                    completare un programma di trattamento
                                                    necessario per questi bambini.

Bisogna inoltre imparare a palpare il movimento in movimento, per questi bimbi è raro stare
fermi sdraiati per assecondare la valutazione. Inizialmente si possono considerare prima i
contorni e le articolazioni, passando gentilmente le mani sulla superficie del cranio osservando
le asimmetrie, le bozze frontali o parietali, scanalature sopra le sopracciglia, sovrapposizioni di
un osso sull’altro in corrispondenza della sutura coronale o lambdoidea, prominenze o
compressioni delle suture sagittale e metopica o depressioni del punto pterion.

Lasciando l’occipite nel palmo della mano osservare prominenze inconsuete intraparietali,
occipitali o un importante appiattimento sovraoccipitale. Osservare la forma e la posizione delle
orbite e delle narici, come anche l’inclinazione della bocca. L’esame del movimento intrinseco
sarà facilitato se il bimbo viene allattato o dorme.

E’ importante ricordare che è sempre il terapeuta ad adattarsi alle esigenze del bambino, di
qualsiasi età sia, e mai il contrario. Importante anche la presenza di uno dei due genitori che
mantenga calmo o intrattenga il bambino durante la terapia che, comunque, non dovrà MAI
essere dolorosa, ma al contrario porterà a volte ad un rilassamento tale da predisporre anche al
sonno.

La programmazione di una terapia cranica sul neonato deve considerare la maturazione ossea
del cranio che progressivamente aumenta con i mesi, è quindi importante trattare il prima
possibile il bambino sfruttando al meglio le fasi di crescita encefalica che spingono le ossa
dall’interno ad espandersi, questa forza intrinseca unita all’aiuto dato dall’osteopata potrà dare
al bambino la massima potenzialità di crescita sana e completa.

Mara Ongarato
OsteopataD.O.

5
IL CRANIO DEL NEONATO - Approccio osteopatico
Puoi anche leggere