IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ - Il contributo dei pescatori per arginare l'inquinamento da macro e micro plastiche - Blue Sea Land
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IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Il contributo dei pescatori per arginare l'inquinamento da macro e micro plastiche
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ La plastisfera Un ecosistema artificiale che la natura non ha imparato ad affrontare proprio perché non è in grado di combattere l’elemento caratterizzante della plastica: la sua indistruttibilità
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Il Mar Mediterraneo La concentrazione plastica media nelle acque superficiali del Mediterraneo può essere stimata in 423 g/km2 paragonabile alle concentrazioni medie misurate nelle zone di accumulo interno dei vortici oceanici subtropicali. L’ordine di dispersione della plastica permette di identificare alcune aree di concentrazione. Il fenomeno appare condizionato da una serie di variabili che rendono l’impatto sulle aree di pesca difficilmente quantificabile. Molto spesso le aree con maggiore accumulo di rifiuti plastici sono le aree costiere. Tuttavia, è stato riscontrato che esistono anche aree di accumulo (parlando sempre di aree di deposizione sul fondale) in corrispondenza di canyon sottomarini, o comunque di affioramenti rocciosi sommersi che fungono da “muro” durante il trasporto superficiale dei detriti di plastica, laddove questi tendono a depositarsi sul fondo. Pesca a strascico
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Obiettivi: Il problema plastica deve essere visto non soltanto come un problema ma anche come una delle tante componenti in grado di ampliare la potenzialità del settore che ad oggi appare ancora lontano dall’aver recepito i punti di forza che potrebbero indurlo finalmente a ragionare in termini moderni di impresa: - obbligo di sbarco (valorizzazione del prodotto non commercializzabile); - piani di gestione (auto regolamentazione del settore e delle aree) - controlli (autogestione dei prelievi e delle aree) Creazione di figure professionali collegate al settore pesca impregnate nello sviluppo di attività post banchina connesse al prelievo
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Obiettivi: • Creare elementi di aggregazione su idee e modelli di sviluppo del settore pesca economicamente sostenibili; • Definire e condividere col settore le continue trasformazioni delle aree di pesca e l’adeguamento dei luoghi di lavoro; • Verificare la vera entità del problema attraverso le normali attività di prelievo; • Analizzare l’efficienza dei punti di sbarco e le loro potenzialità come punto di partenza per: - tracciabilità del prodotto; - qualità del pescato; - interazione con altri settori;
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Microplastiche primarie: provengono da particolari applicazioni industriali e/o domestiche, come esfolianti scrub viso, dentifrici e granuli di resina utilizzati nell'industria della plastica; Microplastiche secondarie: si formano tramite la rottura di oggetti di plastica piu grandi grazie agli effetti delle radiazioni ultraviolette o attraverso abrasione meccanica
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Il pescatore della plastisfera ha ben chiara l'entità della contaminazione, che risulta meno subdola di altri tipi di inquinamenti o tossicità. Il pescatore concentra l’attività di prelievo su zone definibili «plastic free», caratterizzate da Il densità lontane da quelle delle zone di aggregazione della plastica che hanno anche 300-600 kg/km2 di densità Minor mole di lavoro durante la cernita del prodotto Ridurre la possibilità di rottura delle reti
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Scelta dei segmenti delle aree e della flotta peschereccia L’attività progettuale è stata concentrate su determinate aree di pesca corrispondenti ad una decina di marinerie e sono stati presi in considerazione due segmenti delle flotte: - Strascico, in funzione della tipologia di attività di prelievo sul fondo e la ripetitività nelle cale; - Reti da posta, in funzione della stretta connessione tra le scelte di posizionamento dell’attrezzo con le condizioni meteo e le varie tipologie di fondali; Raccolta riferimenti bibliografici La ricca letteratura ha permesso dettagliate caratterizzazioni di riferimento nel senso delle diverse presenze di plastica e dinamiche di diffusione.
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Aree prese in esame: Aggiornamento dati preesistenti Aggiornamento ultimi sopralluoghi e incontri stakeholder
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Risultati ottenuti: L’incrocio tra settori “verdi” e settori “rossi” permette di individuare dei percorsi locali di sviluppo tramite scambi e interazioni tra marinerie o mestieri, ma anche nell’ambito della stessa marineria i punti su cui focalizzare lo sviluppo della banchina
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Il materiale plastico, attraverso le azioni di manutenzione percorre il ciclo al contrario tornando a terra per essere poi smaltito/ riciclato NO RIGETTO IN MARE
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Il pescatore riveste un ruolo di primaria importanza, in qualità di diretto interessato al mantenimento della pulizia del mare e delle aree di accumulo del materiale plastico, pertanto, al fine di togliere plastica dall’ambiente nel quale opera, potrebbe attuare due differenti tipologie di attività: • Manutenzione ordinaria delle aree di pesca normalmente sfruttate (plastic free), attività che rientra nelle normali operazioni quotidiane; • Manutenzione straordinaria finalizzate alla pulizia delle aree di accumulo (se presenti) in visione di un possibile ampliamento delle zone di pesca attualmente sfruttate.
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Basandosi sulle informazioni raccolte durante monitoraggi e basandosi su stime, sono stati ottenuti i seguenti dati: 1-4 kg/km2 sono le plastiche mediamente raccolte durante una giornata di pesca (strascico) 600-800 kg/km2 è la densità media della plastica nelle cosiddette aree di accumulo
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ La creazione di una filiera innovativa del rifiuto plastico, oltre che portare benefici in termini ambientali, potrebbe portare una fonte di beneficio economico per gli operatori La creazione di un un nuovo concetto, quello di area autogestita Allargamento delle aree di Eventuale valorizzazione Creazione di prodotti pesca attualmente sfruttate del prodotto pescato nelle reimpiegabili es. cassette/ (manutenzione straordinaria) aree «plastic free» gasolio
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Fasi della gestione del rifiuto raccolto nell’ambito delle attività di pesca
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Impianto a pirolisi
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Organizzazione in singoli territori di avvio, dei programmi formativi e di auto aggiornamento in grado di creare il necessario volano costituito da una nuova consapevolezza e del ruolo di cerniera più volte evocato: regolamenti comunitari che prima o poi interverranno su intrecci tra discards, prodotti, risorse e zone produttive. sottotaglia, by-catch, utilizzo di risorsa non commerciale e la sua valorizzazione, alternative nuove: materia prima per mangimifici, esche,assistenza tecnica nella gestione di materia prima secondaria non proteica (es. plastiche); • Strumento di raccordo tra settore pesca e addetti al controllo; • Creazione di percorsi formativi specifici legati alle competenze, ma soprattutto alla fattibilità della filiera o sue componenti nel post banchina a raggiungere i centri di raccolta o i centri di riciclo; • Analisi della sostenibilità delle nuove attività
IL NOSTRO MARE LO SALVI CHI PUÒ Il contributo dei pescatori per arginare l'inquinamento da macro e micro plastiche Grazie per l’attenzione
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