IL CAOTICO MONDO LIBERATO DI TOM PETERS

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IL CAOTICO MONDO
LIBERATO DI TOM PETERS

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• “NOI COMBATTIAMO ANCORA PASSO
  PASSO CON IL GIGANTE CASO, E
  SULL’UMANITA’ INTERA HA DOMINATO
  FINO AD OGGI L’ASSURDO, IL SENZA
  SENSO.IL VOSTRO SPIRITO E LA VOSTRA
  VIRTU’SERVANO IL SENSO DELLA
  TERRA, FRATELLI:E IL VALORE DI TUTTE
  LE COSE SIA STABILITO DA VOI IN MODO
  NUOVO! PERCIO’ DOVETE ESSERE
  COMBATTENTI! PERCIO’ DOVETE
  ESSERE CREATORI!” (F.Nietzsche)

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IL MONDO CAOTICO COME MONDO
             ANTINOMICO

•   GLOBALE / LOCALIZZATO
•   COSCIENZA / INCONSCIO
•   NEWTON / EINSTEIN
•   TRADIZIONE / INNOVAZIONE
•   PIANIFICAZIONE / IMPROVVISAZIONE
•   ORGANIZZAZIONE / CAOS

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QUALI SONO I NUOVI STRUMENTI PER
 INTERPRETARE QUESTO MONDO?

  HEISENBERG, GODEL, TARSKI, RUSSELL CI
 HANNO “RUBATO” LE CERTEZZE DEL PENSIERO
 GALILEIANO PERCHE’ IL MONDO CAOTICO NON
   E’ SCRITTO SOLO ”IN LINGUA MATEMATICA”
    CON CARATTERI CHE SONO “TRIANGOLI,
   CERCHI ED ALTRE FIGURE GEOMETRICHE”.

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IL M0NDO CAOTICO SARA’ FORSE IL MONDO
    DI IMMAGINAZIONE INTUIZIONE E
             ANALOGIA?

• “L’unico patrimonio aziendale della Microsoft
  è l’immaginazione umana”(Moody)
• “Nelle situazioni non prevedibili il controllo si
  basa sulle intuizioni e sull’analogia” (Stacey)
• “L’immaginazione è insieme a sensibilità e
  intelletto una delle tre fonti soggettive di
  conoscenza su cui si fonda la possibilità di
  una esperienza ” (I. Kant 1781)
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Liberation management

ovvero come liberare i managers da
quello in cui anno creduto per anni e
che oggi si rivela non solo inutile ma
      anche controproducente

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I CONCETTI FONDAMENTALI
• Le aziende sono oggi pure e semplici attività
  basate sulla conoscenza
• Il mondo economico è basato sul volubile,
  l’effimero, la moda cioè su tutto ciò che è soft
  e non hard.
• L’essenza dell’economia reale è la dinamica.
• Le organizzazione di successo sono
  disorganizzate (sono reti), dalla burocrazia
  alla adhoccrazia.
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I CONCETTI FONDAMENTALI

•   RETI NON AZIENDE
•   PROGETTI NON FUNZIONI
•   PROCESSI NON RISULTATI
•   OUTSIDER NON APPALTATORI
•   RELAZIONI NON POTERE
•   CONOSCENZA NON SPECIALIZZAZIONE
•   FIDUCIA NON RUOLI
•   BILDUNG NON GESTALT

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LA STRUTTRA DEL VOLUME

• Parte 1) qualche azienda di successo come e
  perché
• Parte 2) infinite potenzialità aperte dalla
  tecnologia
• Parte 3) che “struttura” per le nuove aziende
• Parte 4) la necessità di disorganizzare
• Parte 5) moda

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PARTE 1: QUALCHE AZIENDA DI
          SUCCESSO
• ABB:ovvero “essere piccoli per essere
  grandi”.
• Il segreto è piccoli centri di profitto
  autonomi, staff snelli, localizzazione per
  essere vicino al cliente, essere un centro di
  informazioni continuamente condivise, fare
  per progetti.

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PARTE 1: QUALCHE AZIENDA DI
          SUCCESSO
• CNN:ovvero fare tutto in un tempo
  impossibile.
• Il segreto è la cultura della rapidità,
  massima libertà del team, autocontrollo
  generato dalla responsabilità del team.
• Per un prodotto soft, soft sono gli strumenti.

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PARTE 1: QUALCHE AZIENDA DI
          SUCCESSO
• TITEFLEX:liberarsi degli staff per gestire un
  processo.
• Il segreto è la scomparsa del controllo di
  produzione e di qualità che viene “calato” nel
  processo. Tutto il ciclo è gestito da team di
  progetto. Il cliente crea l’organizzazione ad
  hoc per quel progetto.

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PARTE 1: QUALCHE AZIENDA DI
          SUCCESSO
• INGERSOLL-RAND: lo sviluppo simultaneo
  del prodotto(tra interno e esterno) è la chiave
  di volta.
• Nel team di progetto sono coinvolte tutte le
  funzioni aziendali necessarie e i clienti “giusti”
  sin dal primo momento.

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PARTE 1:CONCLUSIONI
• Per avere successo nel mondo caotico
    odierno bisogna:
•   puntare tutto sul soft del prodotto
•   lavorare per progetti
•   essere piccoli
•   essere liberi
•   dare fiducia
•   gestire l’informazione
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PARTE 2: POTENZIALITA’ DELLA
         TECNOLOGIA
• Le organizzazioni di successo sono basate
  sulla condivisione delle informazioni, bisogna
  diventare costruttori di informazioni.
• Le aziende sono macchine per elaborare
  informazioni.
• Perché le informazioni scorrano bisogna
  integrare nel processo i centri di informazione
  esterna.

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PARTE 2: POTENZIALITA’ DELLA
         TECNOLOGIA
• Se a un qualsiasi prodotto hard si aggiunge
  un prodotto soft non si ottiene un prodotto
  migliore bensì un altro prodotto.
• Solo l’informatizzazione di esterni e interni
  all’azienda crea valore aggiunto.
• Attenzione: informatizzare senza semplificare
  è pericolosissimo!!!!!!

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PARTE 3: NUOVE AZIENDE,
      NUOVE STRUTTURE

• Una sezione “sfacciatamente
  induttiva”perché di fatto cerca di chiarire
  dove sta il limite tra anarchia e gerarchia
  che è il problema delle organizzazioni in un
  mondo complesso.

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PARTE 3: NUOVE AZIENDE,
          NUOVE STRUTTRE
• Solo ciò che aggiunge valore merita di stare in
    un’organizzazione (eliminazione dei quadri
    intermedi).
•   Progetto è il nucleo della nuova organizzazione, il
    progetto è azione.
•   Il progetto è sempre ad hoc.
•   Il progetto è l’unica organizzazione che
    autoapprende.
•   Bildung non Gestalt

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PARTE 3: NUOVE AZIENDE,
       NUOVE STRUTTURE
• Che cosa è necessario a questa nuova
  organizzazione?
• persone che sappiano far parte di una visione
  (punto di vista)
• persone che siano “persone d’affari”
  (businessing)
• persone che concepiscano la carriera come
  crescita orizzontale (progetti in cui si amplia
  la competenza)
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PARTE 3: NUOVE AZIENDE,
       NUOVE STRUTTURE
• Che cosa deve fare il nuovo manager?
• governare il paradosso
• dare fiducia e creare coinvolgimento
• mettersi in testa che la metodologia è tutto
  (metodologia è il modo il modo in cui si
  applica la conoscenza)
• essere conscio che creare e diffondere
  conoscenza è diventata una responsabilità
  professionale.
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PARTE 3:NUOVE AZIENDE,
       NUOVE STRUTTURE
• Essere piccoli per essere grandi significa
  trovare la dimensione giusta.
• Le aziende sono reti, bisogna restare al
  centro della rete ampliandola sempre più con
  appaltatori che non sono più esterni ma parte
  integrante della rete interna.
• Si deve trovare il modo di non perdere
  “l’anima” (competenza essenziale) pur
  esternalizzando tutto ciò che qualcuno fa
  meglio di noi
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PARTE 3:NUOVE AZIENDE,
        NUOVE STRUTTURE

• “Il “potere di mercato” ha origine principalmente da
  risorse che non si posseggono o “controllano” in
  senso vecchio, gerarchico. In una società basata
  sulla conoscenza, dove la principale fonte di valore
  sono le “idee- aggiunte” a ogni lavoro, non si
  possiede, per definizione, alcuna risorsa.La nuova
  regola del nuovo gioco è il contributo di
  immaginazione offerto volontariamente (non ve ne
  sono di altro genere, questo è il punto!) da ogni
  persona che sia o non sia alle dirette dipendenze
  dell’azienda” (pag.338)
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PARTE 3: NUOVE AZIENDE,
        NUOVE STRUTTRE
• Se le aziende sono reti la loro struttura sarà
  più simile a una ragnatela che a una
  piramide, si sviluppa in orizzontale e non in
  verticale.
• Se le aziende sono reti tutto è relazione, è
  necessario investire nelle relazioni, bisogna
  trovare “affinità elettive” tra esterno e interno
  all’azienda.

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PARTE 3: NUOVE AZIENDE,
       NUOVE STRUTTURE
• Nelle reti il pensiero cartesiano è
  insufficiente.
• Non ci sono più oggetti ma interconnessioni
  tra oggetti, “non il reale ma la nostra
  integrazione con esso”. (se gli americani
  avessero letto Husserl!!)
• gestire le relazioni è la nuova forma di potere.

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PARTE 3: NUOVE AZIENDE,
       NUOVE STRUTTURE
• APPRENDIMENTO è la nuova forma di
  lavoro (knowledge management system)
• prendiamo esempio dalla banca dati di Mc
  Kinsey
• Il nuovo problema è selezionare la
  conoscenza rilevante e trasmetterla
• La conoscenza trasmessa crea aziende di
  potere diffuso (organizzazioni orizzontali)

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PARTE 3: CONCLUSIONI

• NON PIU’ RUOLI MA NODI DI RETE
• NON PIU’ VISION MA PUNTI DI VISTA
• PENSARE IL TOTALE NON IL
  PARTICOLARE
• CONOSCENZA, CONOSCENZA E ANCORA
  CONOSCENZA

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PARTE 4: LA NECESSITA’ DI
       DISORGANIZZARE

• Il mercato è irrazionale e disorganizzato.
• Il vero disorganizzatore è il mercato.
• Per disorganizzare si deve immettere il
  mercato nella rete (cioè dentro e fuori
  l’azienda)
• Gestire un paradosso: autodistruggersi prima
  che siano gli altri a farlo

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PARTE 4: LA NECESSITA’ DI
       DISORGANIZZARE
• La relazione causa - effetto è forviante dove
  impera il caos, la “logica incoerente” non si
  cattura con gli strumenti della logica
  coerente.
• E’ il fallimento più che il successo il motore
  del mercato
• Agire sempre e comunque per mantenere il
  dinamismo, chi non agisce non fallisce ma
  non ha nemmeno successo.
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PARTE 4: LA NECESSITA’ DI
         DISORGANIZZARE

• Bisogna ammettere che non comprendiamo il
  caos e non bisogna aspettarsi che le teorie
  del caos ce lo spieghino.
• Bisogna rassegnarsi al fatto che le previsioni
  a lungo termine siano quasi certamente
  errate.

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PARTE 4: LA NECESSITA’ DI
       DISORGANIZZARE

• Esempi di “piccolo è bello”: il Mittelstand
  tedesco.
• Nelle rete non c’è più il grande o il piccolo,
  l’importante è essere un fondamentale nodo
  di rete

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PARTE 4: LA NECESSITA’ DI
        DISORGANIZZARE
• Nelle reti solo irriverenti, scontenti e arroganti
  trovano posto.
• Il caos è il regno delle passioni e dei
  sentimenti forti
• Se il manager non può gestire
  l’immaginazione umana può nondimeno
  incoraggiarla: sciogliete le briglie!

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PARTE 5: MODA

• PRODOTTO + SOFT = NUOVO PRODOTTO
• La Q di Tobin: “I beni patrimoniali più
  importanti di un’azienda sono intangibili, nel
  senso che non vengono capitalizzati e non
  appaiono nel bilancio patrimoniale”
• Moda significa intangibilità, soft, sempre
  maggiore diversità.
• Gestire la moda significa gestire l’irrazionale.

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PARTE 5: MODA

• Bisogna arrendersi alla soggettività della
  percezione e all’inaffidabilità del giudizio (ma
  ne siamo proprio sicuri?).
• Qualità migliore è la qualità percepita come
  tale, è una somma di piccole percezioni.
• Tutto è nei dettagli.
• Il processo batte la sostanza.

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PARTE 5: MODA

• La vera rivoluzione è instaurare la cultura
  della defezione 0, nessun cliente ci deve mai
  abbandonare.
• Comunicare e relazionarsi incessantemente è
  la chiave del successo (es. design)

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PARTE 5: MODA

• CLIENTIZZARE: è il cliente lo scopo ultimo,
  non il prodotto (Disney vende esperienze
  indimenticabili)
• Il cliente è il motore del processo
• L’azienda non è altro che l’insieme di
  immagini che di lei hanno i clienti i dipendenti,
  i fornitori.

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QUALCHE OSSERVAZIONE
        CONCLUSIVA
• Se il furore relativista di Peters non ci
  soddisfa (soggettività non vuol dire
  necessariamente soggettivismo,
  l’immaginazione è una facoltà del cervello
  come le altre, il mondo che ognuno vede è
  comunque un mondo condiviso - Umwelt -
  etc, etc,) allora dobbiamo proseguire nella
  ricerca degli strumenti che possono aiutarci
  a comprendere anche se non a controllare la
  complessità.
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