I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
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SOMMARIO COMUNE DI MEZZANE DI SOTTO ................................................................................................... 3 ECONOMIA ..................................................................................................................................... 4 CENNI STORICI ................................................................................................................................ 4 VILLE STORICHE ................................................................................................................................... 8 VILLA ROJA-SCHIAVONI ................................................................................................................ 8 VILLA MAFFEI-BENINI ....................................................................................................................... 9 VILLA GIULIARI-ERBICE ................................................................................................................. 10 VILLA DELLA TORRE-CORDIOLI .................................................................................................... 10 VILLA FATTORELLI .......................................................................................................................... 11 ORATORI ............................................................................................................................................ 13 ORATORIO DEL SACRO CUORE .................................................................................................. 13 ORATORIO DI VILLA ROJA-SCHIAVONI...................................................................................... 13 ORATORIO DI SAN CASSIANO .................................................................................................... 14 ORATORIO DI SAN NICOLÒ DA BARI ......................................................................................... 15 ORATORIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA .................................................................................... 16 ORATORIO DI SANT’ANNA .......................................................................................................... 16 ORATORIO DELLA BEATA VERGINE ADDOLORATA .................................................................. 17 ORATORIO DELLA BEATA VERGINE IMMACOLATA .................................................................. 17 CHIESE................................................................................................................................................ 19 CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA ............................................................................................ 19 CHIESA DEI SANTI FERMO E RUSTICO ......................................................................................... 20 CHIESA DI SANT’ULDERICO DI CASTAGNÈ ................................................................................ 22 EDICOLE VOTIVE............................................................................................................................... 24 MONUMENTI CIVICI.......................................................................................................................... 33 MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOTTO ...................................................................... 33 MONUMENTO AI CADUTI DI CASTAGNÈ.................................................................................... 33 MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOPRA ..................................................................... 34 EX CASA DEL FASCIO ................................................................................................................... 34 AMBIENTE E NATURA ........................................................................................................................ 36 IDROLOGIA ................................................................................................................................... 36 I MULINI DA GRANO DI MEZZANE ............................................................................................... 38 GEOLOGIA .................................................................................................................................... 39 SENTIERO NATURALISTICO DELLA VAL DI MEZZANE .................................................................. 40 CASTAGNÈ E I MONTI GRIGI........................................................................................................ 50 BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................ 52
La vallata di Mezzane è tra le più ridenti della provincia veronese. Confina ad ovest con la val di Marcellise nella parte bassa e con la val di Squaranto nella parte alta, ad est invece confina con la val di Illasi. Si presenta a sud per un buon tratto aperta e pianeggiante. Ai lati le colline iniziano a salire dolcemente coperte dalla rigogliosa vegetazione delle viti, degli olivi e dei ciliegi per arrivare ai grandi pianori sul sommo collinare e poi proseguire verso i boschi e i pascoli della Lessinia. COMUNE DI MEZZANE DI SOTTO È un comune veronese di circa 2500 abitanti e si colloca nell’omonima vallata a circa 18 km a nord est di Verona, espandendosi su 19,58 kmq L’altitudine minima comunale è di 95 m slm, quella del capoluogo è 122 m slm, mentre la massima è di 608 m slm. Mezzane confina a nord est con Tregnago, a sud est con Illasi, a sud con Lavagno e San Martino BA, ad ovest e nord ovest con Verona. Nel territorio sono presenti due frazioni: Castagnè situata 3 km a nord ovest del capoluogo e Mezzane di Sopra 3 km a nord est del capoluogo.
ECONOMIA L’attività del comune è agricola con una forte specializzazione nell’uva e nell’olio. È zona di produzione del vino Valpolicella doc, dell’amarone della Valpolicella, del recioto doc e del bianco di Soave derivato dalle uve coltivate nella zona pianeggiante della valle. Per quanto riguarda l’olio, produce un extravergine di oliva di alta qualità (inserito nella lista dei top 15 olii extravergine d’oliva nel mondo). Chi desidera assaggiare questo prodotto di nicchia, può farlo l’ultima settimana di novembre durante la “Festa dell’olio d’oliva extravergine di Mezzane”. Si svolge nel parco municipale di Villa Maffei, dove l’amministrazione comunale provvede a far installare una tensostruttura che ospita cucine, tavoli e palco dove si possono degustare piatti tipici e vini locali ed assistere ad interessanti intrattenimenti. Anche la coltivazione del ciliegio, pur relegato nelle aree marginali, ha rappresentato per l’economia rurale di Mezzane una fonte di entrata. Questa sua marginalità ha permesso di mantenere specie autoctone, la cui rusticità è sempre più apprezzata dal consumatore. Sopra i 400 m slm il castagno ha costituito per secoli una delle fonti principali di materia alimentare farinacea. L’importanza del castagno risulta evidente anche dall’esame della toponomastica che ricorda questa pianta: troviamo, appunto, l’appellativo “Castagnè” dato alla località posta a cavallo fra i progni di Mezzane e di Marcellise. CENNI STORICI Le testimonianze più antiche di Mezzane, sino ad ora riportate alla luce, risalgono alla preistoria come confermano i reperti archeologici: frammenti di corna, mascelle e zanne sono stati rinvenuti a nord del cimitero di Mezzane di Sopra, verso sud nel fondo valle (Monte Secco) sono affiorati resti pietrificati di animali da tempo immemorabile scomparsi nella valle quali l’orso delle caverne, il bisonte e il lupo. Questi reperti sono ora al museo di Scienze Naturali di Verona. In località Casal Farinati sono stati ritrovati nei campi manufatti di selce del Musteriano (Paleolitico Medio), assieme ad altri neo- eneolitici di tipo campignano. Rinvenimenti di manufatti litici confermano l’esistenza a Castagnè e a Mezzane di Sopra di “castellieri” (villaggi fortificati preistorici) dell’età del Ferro. Non c’è, poi, località della valle che non abbia dato documentazione della civiltà romana. A Mezzane di Sotto sono state rinvenute parecchie iscrizioni latine, ampiamente studiate da storici di fama: - ara votiva al Dio Silvano; - ara con iscrizione alle Giunoni; - ara votiva a Giove Ottimo Massimo; - lapide con la scritta:
C.CAECILIVS M.F. POB MONTANVS SIBI T.F.I. (Caio Cecilio Montano-figlio di Marco-della tribù Poplilia-a sé fece fare per testamento). Lo storico Theodor Mommsen dedica un discreto spazio alle epigrafi latine locali nella sua opera “Corpus Iscriptionum Latinarum” dove ha ricostruito la storia di un tempio dedicato a Giove. Nel 1932 in località Ruin sono state trovate tombe contenenti ossa combuste e frammenti di tegoloni, di mattoni e d’olle vinarie. Vicino a Villa Della Torre nel 1941 si è rinvenuto un importante sepolcreto ricco di suppellettili funerarie (vasi in terracotta, in vetro, lacrimatoi) e, in una di queste tombe, un compasso che fa supporre l’appartenenza del defunto all’arte edile. Inoltre, importante per la datazione, è stato il rinvenimento di una moneta dell’Imperatore Gallieno. Tali ritrovamenti tombali spiegano anche l’etimologia della località in questione, chiamata appunto “Tombole”. In località Torcolo nel 1949 si sono ritrovate tracce di muratura di epoca romana e copioso materiale: pezzi di grossi mattoni, una lucernetta fittile, cocci di vetro e, di particolare interesse, una moneta in bronzo e un cammeo d’ametista ogivale riproducente una figura nuda. Nel 1954 in località Fiui sono venute alla luce murature romane, un pavimento a mosaico di sole tessere bianche e frammenti d’intonaco affrescato. Anche Mezzane di Sopra è stata abitata in epoca romana: a Casai, Casette, Rotonda e Colombara sono stati ritrovati frammenti di materiale vario in cotto e in vetro e un frammento bronzeo riproducente una testa di cavallo, a Guaite una moneta consolare, a Colombara un grande busto di Augusto, a Casette una moneta in bronzo di Faustina. Del periodo romano, trovasi una documentazione inconfutabile pure a Castagnè nella base della cella campanaria, come più approfonditamente descritto nel capitolo dedicato alla chiesa di Castagnè. Tutte le testimonianze della civiltà romana nella valle di Mezzane si devono alla presenza di una via locale importante, “Via Cara”, che partiva dalla Postumia ed arrivava al “Castrum” (accampamento dell’esercito romano) di San Mauro di Saline, percorrendo la dorsale ad est della valle. Da notare che il toponimo “Postuman”, della contrada che incontriamo salendo da Mezzane di Sotto verso Castagnè, deriva appunto dal nome dell’antica via latina “Postumia”. La presenza di Via Cara, che tanto splendore ha portato in età romana, probabilmente è stata il mezzo per cui le invasioni barbariche hanno raggiunto tutta la valle creando un periodo di decadenza. Con il tramonto della potenza di Roma la vallata si è assopita nel sonno dell’alto Medioevo. Di questo periodo sono poche le notizie e i ritrovamenti. A Mezzane di Sopra
si ha documentazione di fortezze medioevali nei ruderi di due castelli: uno in località Tesolo e uno sovrastante l’attuale cimitero (costruito sui resti del castelliere preistorico). In questa località, durante dei lavori stradali, sono state trovate armi di epoca medievale e una breccia nella cinta murata con traccia di lastricato da far pensare all’ingresso del castello. Vi è pure tradizione dell’esistenza, forse più leggendaria che storica, di un altro torrione a Castagnè. Un risveglio si ha verso l’anno 1000; dopo questa data in vari centri della valle si stabiliscono piccole comunità religiose e con il loro insediamento sorgono numerose chiese. Il più antico documento dove si cita la località Mezzane è del 1035: si tratta di una donazione che il vescovo Giovanni fa al monastero di San Nazaro di alcune terre nelle pertinenze di “Lavanei, Maximagi, Mazanarum”. Il documento evidenzia come questa zona, come del resto la maggior parte del territorio veronese, sia stata in quell’epoca sotto il controllo e di proprietà di istituzioni religiose: grandi monasteri e vescovado di Verona. In particolare Mezzane è stata in parte del monastero di San Nazaro e Celso di Verona e in parte dell’Abbazia della Calavena, i cui possedimenti erano situati attorno all’area della fonte di Sant’Ambrogio; il monastero di San Cassiano, invece, rientrava sotto la giurisdizione di Sant’Antonio al Corso in Verona. Nel 1184, all’interno dell’elenco dei principali villaggi costituenti il territorio veronese, compare per la prima volta il toponimo Mezzane che appare già distinto in “Mezane di Subtu”, in “Mezane di Supra”, con l’aggiunta di “Postumanus”. Anteriormente a questa data non si hanno registrazioni toponomastiche tese a differenziare i due centri di Mezzane, mentre successivamente appaiono con crescente intensità espressioni che testimoniano l’esistenza di due realtà. Il 27 aprile 1215 i decani della comunità di Mezzane (“decani communitatis Plani Mecanarum”) vendono a Zacarano una proprietà a Mezzane (“de civitate Verone”). Il documento è importante perchè consente di sapere che Mezzane di Sotto ha già raggiunto una sua larga autonomia, consentendole di avere propri beni e di essere retta da propri magistrati. È del resto una fase di passaggio da un’epoca in cui prevale il potere degli enti religiosi ad una che vede la costituzione e l’affermazione delle pubbliche comunità. In epoca successiva, durante il governo della Repubblica di Venezia, Mezzane è già indicata come “comune” e in questo periodo Castagnè e Mezzane di Sopra costituiscono delle realtà amministrative autonome poste allo stesso livello dell’attuale capoluogo. Solo nel 1818, durante l’amministrazione austriaca, questi centri vengono aggregati: nasce il Comune di Mezzane di Sotto. Nell’economia prettamente agricola del paese hanno un ruolo importante le famiglie dei grandi proprietari terrieri. Alla metà del 1300 nella zona di Mezzane è già rilevante la presenza dei Della Torre. Vengono affiancati in seguito dai Delle Passioni, i Campagna e i Salerni. Nel 1600 altre famiglie
cittadine, come i Maffei, i Roja, i Giuliari e i Liorsi esercitano un loro ruolo nella comunità. Non a caso il primo sindaco di Mezzane dopo l’Unità d’Italia è il conte Alessandro Liorsi, già deputato nell’amministrazione locale durante il governo austriaco.
VILLE STORICHE Mezzane oltre alla sua antica storia vanta anche vari edifici degni di nota. VILLA ROJA-SCHIAVONI Ancor prima di giungere a Mezzane in località Malesina incontriamo Villa Roja-Schiavoni, anticamente assai fastosa, come sta a dimostrare quanto ancora rimane del suo parco ricco di querce e piante sempreverdi e del giardino a terrazze. L’elegante corpo centrale è del XVIII secolo. La villa fu fatta erigere da Cesare Roja il cui stemma nobiliare è tuttora visibile nel lato nord del palazzo. La villa passò per eredità alla famiglia Bagolini, poi ebbe un susseguirsi di proprietari: Gaetano Trezza, la famiglia Zamboni, Edoardo Goldschmiedt ed infine Felice Schiavoni. Quest’ultimo ne fece dono alle suore della misericordia con il vincolo di trasformarla nell’attuale “Ospizio del Sacro Cuore”. Vi si accede percorrendo un viale di cipressi; le scalinate del giardino retrostante alla villa sono adornate da statue allegoriche e arrivano fino al colle dove si trova un belvedere immerso nel verde della natura.
VILLA MAFFEI-BENINI Attuale sede del Municipio di Mezzane, è la vecchia Villa Maffei-Benini. Elegante costruzione della prima metà del XVIII secolo, forse su disegno dell’architetto Vincenzo Pellesina, la fece erigere il conte Carlo Maffei, nel 1706, data che si può vedere scolpita su di una trabeazione. Data che deve considerarsi quella della prima parte dei lavori; quella incisa sul pavimento del salone centrale è del 1775, anno nel quale probabilmente fu terminata. Il Maffei incaricò il noto pittore Andrea Porta di affrescare il salone centrale della villa oggi conosciuto come “Sala degli affreschi”. Qui si possono ammirare quattro meravigliosi paesaggi della vallata. Degni di menzione sono anche lo scalone marmoreo con vasi di frutta sul corrimano e al centro del pianerottolo una statua allegorica raffigurante l’inverno. La villa è completata da un porticato ad archi con pilastri a bozze rustiche che si congiunge al primitivo edificio con una torretta piccionaia. Antistante la facciata vi è un vasto giardino con una secolare magnolia e un piccolo parco è sul retro dell’edificio. Dopo il Maffei la villa passò in proprietà ai Bevilacqua, agli Zamboni, a Giorgio Benini. Dal 1991 è di proprietà del Comune di Mezzane che ne ha fatto il fulcro della vita sociale e culturale del paese: dal cortile si ha accesso alla Biblioteca comunale, ai campi sportivi e alla piscina comunale. Da ricordare è che, durante la presenza delle forze militari tedesche nel 1944, Villa Maffei è stata la sede del comando militare germanico, mentre la vicina Piazza IV Novembre è stata utilizzata come area di ricovero per i mezzi militari. Una curiosità di questa villa sono le insegne araldiche dei nobili Bevilacqua, che ritroviamo sia sulla facciata sia sui pilastri dei cancelletti che accedono ai parchi a sud e a nord dell’edificio. L’insegna contiene all’interno un’ala piumata allusiva alla loro provenienza da Ala di Trento.
VILLA GIULIARI-ERBICE Si trova a nord del paese e fu costruita in più riprese ed in varie epoche come attesta la disparità dello stile. Ha un porticato quattrocentesco sormontato da una bifora a finestre ad un solo fornice ai lati. Sopraelevata ha una torretta probabilmente di eguale epoca ora adibita a casa colonica, mentre l’edificio padronale in origine doveva essere del secolo XVI secolo. A conferma in un salone al piano terra è visibile un affresco di Paolo Farinati raffigurante Mercurio che rapisce Paride. Sui pilastri del cancello di ingresso alla villa è posta la data 1779, sopra vi poggiano due statue raffiguranti antichi guerrieri, ritenute opere di Angelo Sartori. La famiglia Giuliari ha preso possesso della villa alla fine del XVII secolo, precedentemente apparteneva alla famiglia Liorsi, ora alla famiglia Erbice. VILLA DELLA TORRE-CORDIOLI Si trova ad est del paese in una piacevole posizione contornata da un parco. Fu fatta ammodernare dai nobili Della Torre nei primi del 1500 su edificio preesistente di proprietà della famiglia Liorsi. Questa importante costruzione di stile palladiano merita una descrizione particolareggiata sia per il suo valore architettonico che per i pregevoli affreschi in essa conservati. Alla fine del 1594 infatti l’allora proprietario conte Alvise Della Torre commissionò al noto pittore Paolo Farinati le decorazioni della villa. Il Farinati in questa complessa opera venne coadiuvato dai figli Orazio e Gianbattista. Al Farinati è attribuita l’allegoria delle quattro parti del mondo allora conosciuto (Europa, Africa, America ed Asia); affreschi ancora in ottimo stato di conservazione. In quello dell’Europa il Farinati ritenne doveroso ricordare il
conte Alvise Della Torre inserendo nel lato destro della composizione un putto trombettiere e vessillifero con le insegne araldiche dei nobili committenti. Di Paolo Farinati sono anche gli affreschi nella sala della conchiglia riproducenti l’allegoria del “Trionfo della Fede sul Paganesimo” e del “Trionfo della Sapienza sull’Ignoranza” e pure l’affresco nella torretta del giardino attualmente in condizioni pietose. Ai figli Orazio e Gianbattista sono attribuite le opere minori tra cui: i monocromi della loggia in terra bruna tra le porte del lato interno lungo e dei due brevi (raffiguranti Apollo, Mercurio, Ercole, Vulcano e Marte), i monocromi verdi sopra gli architravi delle porte (raffiguranti Lucrezia e Cleopatra), le scene monocrome in seppia verde e grigio (rappresentanti l’allegoria delle Arti Maggiori). Oltre agli affreschi vanno ricordati i bellissimi stucchi che decorano la “Sala della Conchiglia” così chiamata per le due grandi conchiglie in stucco poste nella parte centrale del soffitto a conca, mentre sul lato lungo dello stesso due bassorilievi frontali raffigurano “Il Giudizio di Salomone” e “Il Giudizio di Paride”. La villa ebbe anche un notevole orto botanico. Nel XVIII secolo veniva così descritto: “…assai esteso e ricco di ogni specie di flora, da quella comune a quella tropicale; fiori, anche esotici, in parterre e serre, con rampicanti e sempreverdi oltre che essenze pregiate. Il tutto confinava con un brolo di ottime frutta e ortaggi, con vicino una ricca peschiera…”. L’orto, poi abbandonato, ha ora esemplari di piante secolari e grandi limonaie. VILLA FATTORELLI Ora Villa San Giuseppe si trova a Mezzane di Sotto sulla strada che porta alla chiesa parrocchiale: Via Roma. I primi cenni storici della villa risalgono alla seconda metà dell’800. Dal gennaio 1864 ospitò una farmacia che venne definitivamente chiusa nel 1937. Dopo di allora la storia dell’edificio si mescola con quella del locale asilo infantile che dal 1926 venne gestito dalle suore dell’Istituto delle Piccole Figlie di San Giuseppe. La villa diventa sede di residenza, specializzandosi nel tempo nell’assistenza alle consorelle malate, inabili e anziane, funzione a cui è oggi esclusivamente adibita.
È una bella costruzione ottocentesca dalle linee sobrie ed eleganti. Dalla strada si vede il fianco sinistro dell’edificio, mentre la facciata principale, volta ad ovest, guarda sull’antistante giardino. Interessante il parco con cipressi secolari. La facciata principale ha linee molto semplici caratterizzate da una scansione regolare e simmetrica delle finestre, sottolineate da cornici modanate. La partitura centrale presenta al piano terra una scala esterna a rampe contrapposte e nella parte superiore un poggiolo con parapetto in ferro battuto; il tutto è chiuso da un timpano triangolare con cornice modanata ed una piccola finestra semicircolare. Alla semplicità degli esterni si contrappone la ricchezza degli interni: risultano infatti decorati gli stipiti delle porte oltre che gli intradossi delle rampe delle scale. Le lunghe pareti del salone nobile sono dipinte con solenni porticati di ordine corinzio che aprono in lontananza su vedute prospettiche di città antiche.
ORATORI ORATORIO DEL SACRO CUORE In località Casoni un accogliente viale di cipressi porta al rinomatissimo ristorante “Bacco d’oro”. Entrando nel lato sinistro del cortile si vede l’Oratorio dedicato al Sacro Cuore di Gesù e nella trabeazione sopra la porta la scritta: SS. CORDI IESU A.D. MDCCLXXXI. La sua architettura è di stile pseudo romanico. Venne costruito dall’architetto Spolverini nel 1881 su commissione dell’allora proprietario Girolamo Schiavoni, come si legge in una scritta posta nella lunetta interna sopra la porta d’ingresso. Le linee architettoniche dell’interno creano movimento di piani. Sopra il semplice altare in tre nicchie sono posti tre dipinti moderni: nella centrale il Sacro Cuore di Gesù, nella sinistra la Beata Vergine e nella destra San Giuseppe. ORATORIO DI VILLA ROJA-SCHIAVONI Progettato dall’architetto Angelo Gottardi su commissione di Girolamo Schiavoni, si presenta slanciato nelle sue linee architettoniche pseudo gotiche. La porta d’ingresso è rettangolare, sopra l’architrave la lunetta ogivale ospita un dipinto che raffigura Papa Pacelli in preghiera, il tutto impreziosito da un protiro. Suggestiva è la raffinata semplicità del suo interno dove cordonature segnano i tre scomparti delle pareti laterali per reggere quelle delle vele ogivali del soffitto. Le campate laterali accolgono finestre ad arco acuto, mentre nella centrale vi è una porticina rettangolare con stipiti ed architrave in marmo rosso di Verona. Nella lunetta sono stati posti due dipinti che rappresentano: Beato Don Carlo Steeb e Vincenza Maria Poloni.
ORATORIO DI SAN CASSIANO Si trova nella piccola contrada di San Cassiano di Mezzane di Sotto. Sull’altare è posta una tela settecentesca di scuola veronese raffigurante la Beata Vergine col Bimbo in gloria venerata dai Santi Francesco e Cassiano. Nel dipinto in pessime condizioni era visibile il resto di una firma e una data dalle quali si deduceva che l’opera fosse stata dipinta nel 1757 da Fra Felice della famiglia dei pittori Cignaroli. Purtroppo a causa di uno sconsiderato intervento conservativo avvenuto nel 1981 la scritta è stata cancellata togliendo così alla tela ogni suo interesse. L’Oratorio che è possibile ammirare a San Cassiano non ha nulla a che vedere con l’antico convento edificato verso il 1081 da Matilde di Canossa, la cui esistenza oltre a documenti storici è testimoniata da un’antica campanella in bronzo di originalissima forma ora conservata nel Museo di Castelvecchio a Verona. Su questa campana spicca la scritta: VOX DOMINI - AN MLXXXI - HOC MONASTERIUM EST (La voce del Signore - Anno 1081 - questo monastero fu eretto). A proposito di questa campana, così scrisse l’Arrighi: “Ora coi frati e con le suore da Mezzane sarà stata benissimo trasportata la campana nel monastero di Maria Maddalena”. Da una scritta tuttora esistente in San Cassiano, sulla facciata di casa Sartori (famiglia che ha avuto un ruolo importante nella contrada dagli inizi del XVIII secolo), vien dato di pensare che il piccolo convento sia sopravvissuto all’allontanamento dei frati e delle suore. Infatti la scritta dice:
ANNO J600 .DIE 6 OTOBRISOCORVS FIERI FECIT REVERENDA DO MINACLARA PELEGRIN A ABATISAVENERABILE MONESTERII SANTE ANTONI A CVRSV (Nell’anno 1600 il 6 ottobre fece fare dei restauri la Reverenda Signora Clara Pellegrini Badessa del Venerabile Monastero di Sant’Antonio al Corso). È pensabile però che dopo quest’epoca le sorti del piccolo convento siano andate peggiorando, tanto da essere lasciato nel più completo abbandono e scomparire. La conservazione dell’attuale oratorio si deve interamente all’intervento della famiglia Sartori che ha riportato l’antico edificio di culto ad una nuova vita, anche se certamente in una dimensione di minor prestigio rispetto al passato. ORATORIO DI SAN NICOLÒ DA BARI Salendo da Mezzane di Sotto a Castagne a metà strada si incontra la contrada di Postuman che ha un oratorio dedicato a San Nicolò da Bari. Un tempo nello spazio antistante l’oratorio vi era un cimitero. Sebbene in posizione incantevole, la costruzione caratterizzata da linee semplici è priva di particolare interesse architettonico. Degna di rilievo è una finestra ogivale lobata che si vede nel lato esterno sinistro in corrispondenza del presbiterio. Sulla porta di ingresso una piccola lapide ricorda i danni subiti a seguito del terremoto del 1891 e il restauro avvenuto nell’anno successivo. L’interno ad una navata ha il tetto a capriate. Vi è un modesto altare del XVIII secolo con sopra una tela raffigurante la Vergine ed il Figlio in Gloria con i Santi Nicolò, Alessandro, Lorenzo e Luigi.
Importante è l’affresco che si vede a destra entrando raffigurante la Vergine col Figlio in trono, opera popolare della seconda metà del secolo XIV. ORATORIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA Da Castagnè scendendo verso la valle di Montorio si giunge a “El Pian de Castagnè”, contrada posta sopra un altopiano dominante la città di Verona. Qui vi è il piccolo Oratorio dedicato a San Giovanni Battista. Una pia tradizione vuole che questo oratorio sia stato visitato da San Carlo Borromeo di passaggio per recarsi a Trento per il famoso Concilio. Interessante un bel crocifisso del XVIII secolo di cui è curioso ed insolito il modo in cui sono state raffigurate le Sante Piaghe, eseguite in modo regolare e di forma fiammata. Particolare interesse desta il campaniletto con cella campanaria a corsi di pietra e cotto, con bifora ad arco ogivale divisa da colonnetta di pietra. Sopra la piattaforma finale vi è una piccola cuspide in cotto sormontata da croce e alle estremità piccoli acroteri in pietra viva. Le caratteristiche architettoniche del campanile farebbero pensare che lo stesso possa essere appartenuto ad un oratorio precedente all’attuale. ORATORIO DI SANT’ANNA Vicino a Villa Giuliari-Erbice, alla quale un tempo apparteneva, vi è l’elegante e originale oratorio di Sant’Anna in stile neo gotico. Due slanciate lesene affiancano l’edificio e terminano con un’edicola a base quadrata cieca sormontata da cuspide piramidale. La porta al centro è rettangolare con lesene ed archi posti su vari piani. Gli stipiti della porta reggono due mensoline sulle quali poggia l’architrave che regge una lunetta cieca ogivale. Slanciate sono le due finestre laterali ad arco trilobato accolte in un aggettante archiacuto. Di spicco sulla facciata è il piccolo rosone traforato posto in alto.
La fascia grondale della facciata è decorata da archetti ogivali rampanti; alla sommità centrale svetta un’edicola cuspidata come le laterali. Nel suo interno vi è un solo altare centrale di modesta qualità. Quando l’oratorio apparteneva ai Giuliari sopra l’altare vi era posta una pala raffigurante i Santi Gioacchino ed Anna con la Beata Vergine e il Divino Infante. Questo olio su tela di cm 204x136, dipinto dal pittore veronese Gianpaolo Pellesina nel 1851, ora fa parte di una collezione privata. ORATORIO DELLA BEATA VERGINE ADDOLORATA Si trova in contrada Capovilla ed è un edificio modesto nel suo volume, ma dalle linee architettoniche e dalla storia interessanti. L’interno è una pianta rettangolare divisa in due parti: quella riservata ai fedeli e l’altra al celebrante sopraelevata da un gradino in pietra battuta per tutta la sua grandezza. Questo piano è delimitato da pilastri laterali con plinto e semplice capitello su cui poggia un arco a tutto sesto. Venne eretto verso la fine del XVIII secolo dall’allora proprietario Pietro Lavelli molto legato all’ordine Francescano. ORATORIO DELLA BEATA VERGINE IMMACOLATA Si trova in località Sole, soggetta alla parrocchia di Mezzane di Sopra, dove sorge una casa per ritiri e convegni dell’opera “Don Nicola Mazza”. Si tratta di una moderna cappella dedicata alla Beata Vergine Immacolata, realizzata con originale gusto architettonico. Sulla facciata spicca la scritta: “Mater Boni Consilii”. Conosciuta anche come cappella della Madonna della Strada. Nel suo interno sono raccolti immagini e altri ricordi dei soldati di ogni arma e grado della vallata e di quelle vicine, morti o dispersi sui vari fronti di guerra in cui l’Italia prese parte nell’ultimo conflitto bellico. Dietro l’altare vi è posta una statua della Beata Vergine col Figlio, copia di
quella che esisteva nell’antico capitello del secolo XVI che sorgeva in loco. La statua originale era una scultura tardo cinquecentesca probabile opera del Farinati.
CHIESE CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA Santa Maria Assunta è la Patrona del paese e si festeggia il 15 agosto. L’attuale chiesa, a Lei dedicata è della fine del XIX secolo. Si trova a Mezzane di Sotto in posizione elevata con la facciata in stile goticheggiante leggermente volta a sud- est. Fu costruita dall’architetto Gottardi tra gli anni 1871-1889, ha il soffitto a fasce e volte a vela. I fogli con i progetti iniziali, sia della chiesa che del campanile, sono conservati presso la biblioteca comunale di Verona. Più che gli altari sono degni di nota i quadri che in essa si trovano. Sul primo altare a sinistra si trova una pala di Girolamo Dai Libri raffigurante la Beata Vergine in Trono con ai lati i Santi Paolo e Caterina, in basso i componenti della famiglia Della Torre committenti dell’opera. Sul primo altare di destra vi è invece una tela di Antonio Giarola (detto il Cavalier Coppa) con Cristo in Croce e ai lati i Santi Francesco e Carlo Borromeo: due angioletti librati nel cielo sono sotto le mani del Cristo in atto di raccogliere il suo preziosissimo Sangue. Sopra la porta maggiore si trova una tela di Claudio Ridolfi con la Madonna del Rosario e i Santi Domenico e Caterina. In sacrestia si può ammirare un’opera di Giovanni Caliari con Cristo Crocefisso e ai lati la Vergine e San Giovanni. Molte di queste opere sono state trasferite dall’antica pieve: la vecchia chiesa infatti prima del XIX secolo si trovava nell’attuale Piazza IV Novembre con a fianco il cimitero e fu spostata dal fondovalle per i ripetuti danneggiamenti dovuti alle alluvioni e ai terremoti. Si trattava probabilmente
di una costruzione romanica che venne demolita per riutilizzare parte dei materiali nel cantiere della nuova. Di essa rimangono tracce nei locali di scantinato delle case Bernardi, ma soprattutto rimane il bel campanile in tufo del XII secolo circa con cella campanaria a bifore a largo sviluppo. È stato trasformato in torre nel 1891 quando il pinnacolo del campanile è stato sostituito da merlature dandogli l’aspetto che ancora oggi vediamo e facendola diventare il simbolo del comune di Mezzane di Sotto. Dello stesso periodo è la costruzione dell’edificio adiacente alla torre ad opera dell’ingegner Marzotto che fu sede sia del Municipio che della scuola elementare maschile e femminile dell’epoca. CHIESA DEI SANTI FERMO E RUSTICO Davanti alla chiesa un piccolo obelisco in pietra quadrato, sormontato da una croce di ferro, riporta la seguente dicitura in latino: SAC. TVR/NOUA ERECTIO- TEMPLI / ELATIO / MDCCLXX PIORUM / ELEMOS / COMPIET RECT. NICO/LAO. SALA/UORNI (L’erezione di questa nuova torre sacra e l’ampliamento del tempio risale all’anno 1770, venne compiuta con le elemosine dei Priori essendo Rettore Nicola Salaorni). La chiesa attuale, infatti, fu ultimata in tale data su ampliamento di una primitiva chiesa risalente al XV secolo con recupero delle opere interne. Del 1493 è infatti l’interessante fonte battesimale ottagonale in marmo rosso, opera di Bartolomeo da Massa, rovinato nei lavori di restauro del XVIII secolo.
L’altare è dedicato alla Madonna del Rosario di cui si vede la statua al centro con ai lati quelle dei Santi Sebastiano e Rocco. Nel coro si trova la pala raffigurante il Martirio dei Santi Titolari opera di Agostino Ugolini. Buone tele sono anche quelle di Orazio Farinati con le “Sante Martiri Margherita, Lucia e Caterina” e di Sante Prunati riproducente la Vergine col Figlio e Sant’Anna. Le attuali campane sono opera di Pietro Cavadini e vennero poste in loco il 7 agosto 1795. Un’epigrafe murata all’interno della chiesa, sopra la porticina della cappella a sinistra dell’altare maggiore, riporta la scritta YESUS O MCCCC90 A Dì 2 AP(R)ILE QUESTA CAPELA À FATO FARE EL COMUN DE MEZAN DE SOVRA SU EL TEMPO DE DON ZUAN DE SCUTALINO RETOR DE SANC(TO) FERMO E RUSTICO E EL M° DOMENEGO DA LUGO LA FATO L’ALTARO Questa iscrizione del 1490 è in perfetta concordanza con il vecchio registro conservato nell’archivio parrocchiale dove sono elencati tutti i parroci che si susseguirono dal 1488: il primo che si trova è Don Giovanni da Scutari.
CHIESA DI SANT’ULDERICO DI CASTAGNÈ È la chiesa parrocchiale della frazione Castagnè. Le notizie di una chiesa in questo luogo risalgono al 1529. Nel XVII secolo fu sede della Confraternita dei Dominicani e da quel momento incominciò a subire modifiche e restauri. L’ultima vicenda muraria risale al 1767 con i lavori di innalzamento della torre campanaria, ultimata nel 1905. Da allora la chiesa è compiuta così come la si vede oggi. Sull’architrave della porta centrale sta scolpita la scritta in latino: DOMINUS IN TEMPLIO SANCTO TUO OCULI EIUS IN PAUPEREN RESPICIUNT AN – MDCCVLII (O Signore nel Tuo Santo Tempio i Tuoi Occhi guardino il povero – anno 1742). Nell’interno a sinistra vi è un primo altare del XVIII secolo e il secondo, dedicato alla Madonna, è di stile barocco in marmo giallo pregiato. Interessanti sono la porticina dipinta del tabernacolo (opera del 1700) e la piccola tela raffigurante “L’Annunciazione” (opera del XVII secolo). Il primo altare di destra è dedicato a San Ulderico, titolare della Chiesa. La sua statua nella nicchia non è opera di gran pregio, ma la scritta su uno specchio della trabeazione ricorda un evento importante del paese: POPULI VOTO P. CHOLERA SAEVIENTE AN + MDCCCLV (Infuriando il colera per voto del popolo si fece costruire questo altare – anno 1855).
Sul secondo altare di fine linea settecentesca si vedeva la tela, ora sulla porta maggiore, raffigurante la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina da attribuirsi a Saverio Dalla Rosa. Nel coro vi è la tela di Claudio Ridolfi raffigurante la Vergine in Gloria ed i Santi Ulderico, Battista e Francesco d’Assisi. La torre campanaria della chiesa rivela origini più antiche: fra il materiale usato per la sua costruzione si trovano infatti frammenti di lapidi sepolcrali romane. Entrando nel campanile a destra, all’altezza di mezzo metro circa dal suolo, è murato un frammento di lapide nella cui parte alta di destra è scolpita la lettera V sovrastata da un fregio, costituito da grifo e parte di un coniglio; la continuazione della lapide è murata nell’esterno ed il fregio presenta un coniglio che rode un grappolo d’uva e un grifo. Sotto una modanatura sono scolpite le lettere Y-H-S-M (Yesus Hominum Salvator Mundi). Sempre nel campanile, sul lato esterno est, si vede un’altra lapide romana con scritta volgare. Il frammento è di forma rettangolare, nei riquadri ai lati del timpano si vedono due conigli, al centro una conchiglia con ai lati due delfini. Sulla lapide si rivela una data incompleta che, presumibilmente, vuole ricordare l’anno in cui fu iniziata la costruzione del campanile.
EDICOLE VOTIVE Comunemente chiamate “capitelli”, le edicole sono strutture architettoniche, relativamente di piccole dimensioni, con la funzione pratica di ospitare e proteggere l’elemento che vi è collocato. Il termine latino “aedicula” è il diminutivo di “aedes” e significa “piccolo tempio”. Le edicole votive costituiscono piccoli spazi sacri che testimoniano un’emotività religiosa popolare: i fedeli, infatti, offrendo “ex voto” si raccomandano e chiedono soluzione a problemi privati. Non a caso l’immagine che campeggia con maggior frequenza all’interno delle edicole è quella della Madonna, espressione e simbolo di una protezione di tipo universalistico. Sono molteplici e di vario tipo i capitelli che si incontrano nel Comune di Mezzane. EDICOLA DEDICATA A PADRE PIO Si trova entrando in paese in Via San Giovanni di Dio, appena passata località Turano. Il cippo in pietra sulla sinistra del capitello segna il confine tra il Comune di Lavagno ed il Comune di Mezzane. Sull’edicola non vi è indicata alcuna informazione. EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA Si trova inserita nella cinta muraria ai piedi del ristorante “Bacco d’oro”, attualmente quasi invisibile a causa della vegetazione che la ricopre. È interessante la scritta alla base, che potrebbe essere utile per la datazione del capitello: IL 24 APRILE 1866 L’ILLUSTRISSIMO REVERENDO LUIGI M DI CANOSSA VESCOVO DI VERONA CONCEDETTE 40 GIORNI DI INDULGENZA A CHI RECITA UN AVE MARIA A QUESTA IMMAGINE
EDICOLA DEDICATA A CRISTO IN CROCE Si trova dopo il Bacco d’oro, all’incrocio con Via Poloni sulla cinta muraria. È un capitello ligneo inserito su un basamento in pietra dove è incisa la data 1855. EDICOLA DEDICATA AL SACRO CUORE DI GESÙ Si trova prima della farmacia Bellonzi, all’angolo con Via Malavicina. Sul basamento del capitello è incisa la seguente scritta: COR IESU. ADVENIAT. REGNUM TUUM. EDICOLA DEDICATA A MARIA IMMACOLATA È collocata sulla sinistra della strada che porta in Piazza IV Novembre, poco prima del Municipio. Sul capitello non è presente alcuna iscrizione.
EDICOLA DEDICATA A MARIA IMMACOLATA Si trova sulla sinistra della facciata della chiesa di Santa Maria Assunta. È un capitello di grandi dimensioni che è stato oggetto di restauro conservativo nel 2017 da parte della famiglia Benini in ricordo del padre Giacomo. Sul basamento si legge la scritta: O MARIA, CONCEPITA SENZA PECCATO. PREGATE PER NOI CHE RICORRIAMO A VOI. EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA DEL ROSARIO Il capitello si trova sull’angolo dell’Antico Frantoio di Mezzane e sul basamento porta la scritta: AVE MARIA 1910 All’interno dell’edicola è collocato un dipinto di Loren Carpitella (Accademia delle Belle Arti di Verona) raffigurante la Madonna del Rosario, realizzato nel 2001 su iniziativa della Scuola Achille Forti di Verona per onorare il grande concittadino e botanico a cui è intitolata.
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA DELL’ALPINO AL PONTE È collocata in Via Casal Farinati ed è stata realizzata nel 1980 dall’artigiano Mezzari Luigi a ricordo dei dispersi e dei caduti in guerra. All’interno del capitello è contenuta un’originale scultura lignea della Madonna col Bambino. EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA Si raggiunge a piedi salendo una scalinata sulla sinistra della salita di Via Casal Farinati. È una specie di piccola grotta dove sono collocate la statua della Madonna e di una fedele in preghiera. Su una piccola lapide appare la scritta: MARIA, SPERANZA NOSTRA ABBI DI NOI PIETÀ (300 GIORNI D INDULGENZA – S.S. PIO X) LAGROTTA FU BENEDETTA IL 5-10-35 DA S.E. LARCIVESCOVO GIUSEPPE VENTURI MEZZANESE O PIO VISITATORE - UN PENSIERO PER CHI L’HA BENEDETTA E SE NON TI È GRAVE - UNO PER COLORO CHE LA VOLLERO ERETTA L’opera è stata realizzata da A. Lonardoni.
EDICOLA DEDICATA A SANT’ANTONIO È situata all’imbocco della salita che porta a Corte Sant’Alda. Sotto la nicchia del capitello si legge la seguente incisione: PER GRAZIE OTTENUTE FAMIGLIA PROVOLO GUGLIELMO 1960 EDICOLA DEDICATA A SAN FRANCESCO Si trova in località Guala sopra San Cassiano. Sulla costruzione è posta una lapide con incisi alcuni versi del Cantico delle Creature: LAUDATO SI, MI SIGNORE, PER SORA NOSTRA MADRE TERRA, LA QUALE NE SUSTENTA ET GOVERNA, ET PRODUCE DIVERSI FRUTTI COLORITI FIORI ET HERBA EDICOLA DEDICATA A SANT’ANTONIO Si trova in località Leon a sud – est di Mezzane sulla strada che hai piedi della collina porta a Montecurto. Sul capitello non vi sono iscrizioni, quindi non è possibile risalire alla data di costruzione.
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA COL BAMBINO È collocata in località Casale di Tavola a sud del Monte Senon, all’incrocio dei sentieri che portano a Castagnè, Mezzane, Marcellise e San Briccio. Il capitello è stato costruito nel 1957 da Cesare Croce, proprietario di terreni in quella zona, per ringraziare la Madonna della guarigione del figlio dalla tubercolosi. Sul basamento si legge la scritta: FERMATI O PASSEGGER IL CAPO INCHINA SALUTA DAL CIEL LA GRAN REGINA F.F. FAMIGLIA CROCE CESARE 1957 EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA COL BAMBINO Si trova in via San Fermo, a circa 200 m dalla chiesa di Mezzane di Sopra, a fianco della sala civica. Anche se il capitello è di più recente costruzione, all’interno vi è posta un’antica immagine della Beata Vergine col Figlio Benedicente. Si tratta di un bassorilievo in pietra viva, nel cui listello di base si legge il nome del committente e la data: HOC OPUS + FECIT FIERI DOMINUS DOMINO ALEMANVS MCCCLIII (Quest’opera l’ha fatta fare il signor Alemano nel 1353).
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA È di piccole dimensioni ed è posta sopra un muretto decorato a mosaico in località Capovilla. Sul basamento del capitello è incisa la seguente scritta: MATER DOLOROSA 1922 EDICOLA DEDICATA A SAN VINCENZO È collocata in Via San Vincenzo sul panoramico ed alberato crocevia dove scende la strada per Tregnago. Il capitello di grandi dimensioni è stato restaurato nel 1999 da Benini Dino. Sulla lapide appoggiata al basamento si può leggere: CASTELLO ANTONIO FU SEBASTIANO ERESSE 1891 INDULGENZA DI 100 GIORNI A CHI RECITERÀ 3 GLORIA DAVANTI A QUESTA IMMAGINE EDICOLA DEDICATA A CRISTO IN CROCE Si trova nella bellissima e panoramica località Sole, all’ombra di cipressi. Il capitello ligneo è posto su un basamento in pietra dove si legge: GESÙ MIO MISERICORDIA
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA COL BAMBINO È collocata a Mezzane di Sotto sull’incrocio della strada che porta a Castagnè. Ai piedi di due cipressi il capitello contiene un dipinto raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino. Sull’edicola non è indicata alcuna informazione. EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA Si trova sulla destra della strada entrando a Postuman. Il capitello è stato costruito da Solfa Angelo nel 1962. Sotto la nicchia che accoglie la statuetta di Maria, si legge la seguente dicitura: MATER MMAC LATA ORA PRONOBIS EDICOLA DEDICATA A SAN VINCENZO FERRERI Si trova a Postuman, inserita nella cinta muraria di un’abitazione. Nella nicchia è contenuto un quadretto raffigurante il Santo. Non sono indicate altre notizie riguardanti il capitello.
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA Salendo da Postuman, prima di arrivare a Castagnè, sulla sinistra si incontra località Valle. All’imbocco di questa piccola contrada si trova un capitello dedicato a Maria, ben curato, ma anonimo. EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA COL BAMBINO Si trova a Castagnè all’imbocco di Via Marzotto. È di grandi dimensioni e all’interno contiene un piccolo altare dedicato a Maria con in braccio Il Bambino. È stato restaurato nel 1975. All’intervento conservativo hanno partecipato Zumerle Cesare, Benini Sandro e Micheloni Tulio. Sull’architrave esterno si vede la scritta: REGINA SACRATISSIMI ROSARII ORA PRO NOBIS EDICOLA DEDICATA A CRISTO IN CROCE È collocata in Via Arena a Castagnè ed è di dimensioni importanti. All’interno della nicchia è posto un crocifisso sul cui lato vi è la scritta: GESÙ SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ E NON LA MIA Sul basamento all’esterno è appoggiata una lapide con la seguente incisione: IN MEMORIA FAMIGLIE TODESCHINI MARINI-MICHELONI ANNO DOMINI MCMLV
MONUMENTI CIVICI MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOTTO In Piazza IV Novembre si erge quest’opera marmorea realizzata dallo scultore Brunelli di Soave: una colonna alta 6 metri e sormontata da l’aquila della vittoria in bronzo che tiene tra gli artigli dell’alloro. Nel capitello, costruito con tutte le qualità di marmo di cui è ricca la zona, sono scolpiti gli stemmi di Mezzane, di Verona, dell’Italia. Ai quattro lati del monumento sono incisi i seguenti motti: - “Mezzane di Sotto ai suoi caduti”; - “Date fiori e lacrime agli eroi”; - “Onorate con la virtù la Patria che essi col sangue resero libera e grande”; - i nomi dei 22 caduti mezzanesi. Questo monumento è sato inaugurato il 14 maggio 1922 a seguito di una celebrazione religiosa svoltasi nella chiesa parrocchiale dell’Assunta. In quel giorno il paese di Mezzane, imbandierato a festa, è stato meta di popolo, di autorità governative, provinciali e di personalità invitate. MONUMENTO AI CADUTI DI CASTAGNÈ Sorge a fianco della chiesa di Sant’Ulderico dove vi era l’antico lavatoio pubblico. È in forma di obelisco ed è stato inaugurato il 9 aprile 1922 in una bella e significativa cerimonia in cui si sono voluti onorare i soldati caduti nella Grande Guerra. L’autore è anonimo.
MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOPRA È stato realizzato in epoca recente. Ai piedi del monumento vi è una lapide commemorativa con l’elenco dei caduti di Mezzane di Sopra nelle due guerre. EX CASA DEL FASCIO Durante la dittatura fascista nella piazza del Municipio (attuale Piazza IV Novembre), che all’epoca aveva sede nell’edificio di fianco alla torre, sul lato sud viene fatta costruire la “casa del Fascio”, sede del partito e delle attività sociali ad esso legate. La colletta inizia nel dicembre 1926 e, nell’anno e mezzo successivi, buona parte della popolazione partecipa col proprio lavoro alla realizzazione dell’edificio. Nei giorni della Liberazione la casa del fascio subisce delle azioni di saccheggio e la distruzione dei simboli del passato regime. Successivamente l’edificio viene occupato dai partigiani e ribattezzato “casa del Patriota”. Sotto l’amministrazione del sindaco Ottavio Castagnedi la precedente
denominazione viene sostituita con il termine “casa del Popolo” e dal maggio 1946 l’ex casa del Fascio viene utilizzata come sede municipale, mentre le aule scolastiche rimangono ospitate presso il vecchio edificio della piazza. Dal 1991, data dell’ennesimo trasloco dell’amministrazione comunale, questa struttura è stata poco utilizzata. Dal 2004 al 2009 ha ospitato la biblioteca comunale.
AMBIENTE E NATURA IDROLOGIA Di questa valle va rilevata l’abbondanza dei percorsi d’acqua che hanno contribuito fin dall’antichità ad una più fertile e redditizia agricoltura e hanno favorito il nascere di splendide ville abbellite da fontane e laghetti. Il corso d’acqua più importante che la percorre per un lungo tratto è il “Dugal”. Questo nome di derivazione veneziana è ricordato in antichi statuti veronesi del XIV secolo. Il Dugal è un corso d’acqua perenne di una certa portata tanto da permettere l’irrigazione di diversi terreni in questo tratto di valle. Il Rio Dugal nasce in località Sulvago e precisamente prima dell’antico ponte tra i vigneti a sinistra della strada comunale proveniente da Villa. Chi si reca in questo luogo rimane incantato nell’ammirare un piccolo laghetto la cui superficie, coperta da piante acquatiche, è mossa dallo zampillare della fonte. La sorgente è delimitata a ovest da dei resti murari che appartenevano all’antico oratorio di Sant’Ambrogio, esistente già nel XII secolo. I documenti che ricostruiscono la storia di questo edificio di culto parlano di una chiesa dalla struttura semplice, con una pianta che possiamo riscontrare nella cinta muraria di contenimento della sorgente. Un documento del 1527 ci informa che questo edificio era stato edificato grazie alle offerte raccolte dagli abitanti del luogo, ma di fatto apparteneva al monastero benedettino della Calavena.Nell’estate del 1886 il Dugal, utilizzato all’epoca anche come scolo e come abbeveratoio per gli animali, è stato fonte del contagio di una violenta
epidemia di colera, in seguito alla quale gli amministratori hanno deciso di far costruire un acquedotto. L’altro corso d’acqua importante della vallata è il torrente Mezzane (detto anche Progno) che, proprio per sua natura, ha una portata irregolare e che, sia in passato che ai nostri giorni, provoca inondazioni e disastri alle coltivazioni e alla popolazione. Il suo alveo infatti risulta essere allo stesso livello della campagna circostante: questo significa che, sin dalle epoche più remote, l’uomo ha costruito degli argini per contenerne il corso, fortificando queste barriere ogni qualvolta si sia presentata la forza distruttiva delle acque. Da menzionare è la disastrosa alluvione che nel luglio del 1776 colpì la vallata di Mezzane. In ricordo di questo evento in Piazza IV Novembre, accanto ad una fontanella situata davanti all’ex municipio (Casa del Fascio), è posta una lapide sulla quale si legge: FERALE VIII IUL CIC ICCC LXXVI DILUVIU EVERTIT CI VIR CONFECERAT ART (Nel luttuoso 7 luglio del 1776 – il diluvio portò via (quello che) – l’uomo artefice aveva fatto). Oltre ai due corsi sopra citati va pure ricordata una polla di acqua instabile, la “Stella”, che solo in determinate situazioni affiora. Anche a quote elevate sono presenti moltissime sorgenti che servono egregiamente a soddisfare le esigenze idriche dei vari centri abitati.
I MULINI DA GRANO DI MEZZANE Nelle zone con disponibilità di corsi d’acqua di portata regolare si è diffusa fin dall’antichità la tecnologia che sfrutta la forza motrice delle pale azionate dall’acqua. L’energia idraulica è stata utilizzata primariamente nella movimentazione delle macine per la frantumazione dei cereali, operazione che precedentemente era stata compiuta sfruttando la forza muscolare di animali o uomini. Nel Medioevo l’uso dell’acqua come fonte di energia ha permesso una vera e propria rivoluzione delle tecniche agricole nelle campagne, aumentando la produttività. Nella Valle di Mezzane il Dugal, in passato, ha alimentato tre mulini da grano: il “Mulino di Sopra”, il “Mulino di Mezzo” ed il “Mulino di Sotto”. Il primo si trovava in località Villa, il secondo era pressoché ai piedi del monte che sale verso Mezzane di Sopra e il terzo era situato vicino alla piazza del paese. Si ha attestazione della loro esistenza già nel XII secolo quando probabilmente erano di proprietà del monastero della Calavena. Nella storia sono stati sempre oggetto di mire da parte di grandi realtà economiche, prima degli enti ecclesiastici e successivamente della nobiltà cittadina, ma nulla ha scalfito l’interesse e l’amore dei locali per la propria terra, in questo caso della famiglia Sartori, originaria del luogo da generazioni. Attualmente solo il Mulino di Sopra è attivo e appartiene a Dino Sartori, il Mulino di Sotto ha cessato la sua attività recentemente, di proprietà di Roberto, Renato e Sara Sartori. Il mulino di Mezzo è stato dismesso e trasformato in abitazione sempre dalla medesima famiglia per eliminare la concorrenza ed ora la proprietà è stata acquistata da Luca Caliaro.
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