I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti

Pagina creata da Enrico Melis
 
CONTINUA A LEGGERE
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
I TESORI DELLA VALLE
     DI MEZZANE

      Filippo Aganetti
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
SOMMARIO
   COMUNE DI MEZZANE DI SOTTO ................................................................................................... 3
   ECONOMIA ..................................................................................................................................... 4
   CENNI STORICI ................................................................................................................................ 4
VILLE STORICHE ................................................................................................................................... 8
   VILLA ROJA-SCHIAVONI ................................................................................................................ 8
   VILLA MAFFEI-BENINI ....................................................................................................................... 9
   VILLA GIULIARI-ERBICE ................................................................................................................. 10
   VILLA DELLA TORRE-CORDIOLI .................................................................................................... 10
   VILLA FATTORELLI .......................................................................................................................... 11
ORATORI ............................................................................................................................................ 13
   ORATORIO DEL SACRO CUORE .................................................................................................. 13
   ORATORIO DI VILLA ROJA-SCHIAVONI...................................................................................... 13
   ORATORIO DI SAN CASSIANO .................................................................................................... 14
   ORATORIO DI SAN NICOLÒ DA BARI ......................................................................................... 15
   ORATORIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA .................................................................................... 16
   ORATORIO DI SANT’ANNA .......................................................................................................... 16
   ORATORIO DELLA BEATA VERGINE ADDOLORATA .................................................................. 17
   ORATORIO DELLA BEATA VERGINE IMMACOLATA .................................................................. 17
CHIESE................................................................................................................................................ 19
   CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA ............................................................................................ 19
   CHIESA DEI SANTI FERMO E RUSTICO ......................................................................................... 20
   CHIESA DI SANT’ULDERICO DI CASTAGNÈ ................................................................................ 22
EDICOLE VOTIVE............................................................................................................................... 24
MONUMENTI CIVICI.......................................................................................................................... 33
   MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOTTO ...................................................................... 33
   MONUMENTO AI CADUTI DI CASTAGNÈ.................................................................................... 33
   MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOPRA ..................................................................... 34
   EX CASA DEL FASCIO ................................................................................................................... 34
AMBIENTE E NATURA ........................................................................................................................ 36
   IDROLOGIA ................................................................................................................................... 36
   I MULINI DA GRANO DI MEZZANE ............................................................................................... 38
   GEOLOGIA .................................................................................................................................... 39
   SENTIERO NATURALISTICO DELLA VAL DI MEZZANE .................................................................. 40
   CASTAGNÈ E I MONTI GRIGI........................................................................................................ 50
   BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................ 52
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
La vallata di Mezzane è tra le più ridenti della provincia veronese.
Confina ad ovest con la val di Marcellise nella parte bassa e con la val di
Squaranto nella parte alta, ad est invece confina con la val di Illasi.
Si presenta a sud per un buon tratto aperta e pianeggiante.
Ai lati le colline iniziano a salire dolcemente coperte dalla rigogliosa
vegetazione delle viti, degli olivi e dei ciliegi per arrivare ai grandi pianori sul
sommo collinare e poi proseguire verso i boschi e i pascoli della Lessinia.

COMUNE DI MEZZANE DI SOTTO

È un comune veronese di circa 2500 abitanti e si colloca nell’omonima
vallata a circa 18 km a nord est di Verona, espandendosi su 19,58 kmq
L’altitudine minima comunale è di 95 m slm, quella del capoluogo è 122 m
slm, mentre la massima è di 608 m slm.
Mezzane confina a nord est con Tregnago, a sud est con Illasi, a sud con
Lavagno e San Martino BA, ad ovest e nord ovest con Verona.
Nel territorio sono presenti due frazioni: Castagnè situata 3 km a nord ovest
del capoluogo e Mezzane di Sopra 3 km a nord est del capoluogo.
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
ECONOMIA

L’attività del comune è agricola con una forte specializzazione nell’uva e
nell’olio. È zona di produzione del vino Valpolicella doc, dell’amarone della
Valpolicella, del recioto doc e del bianco di Soave derivato dalle uve
coltivate nella zona pianeggiante della valle.
Per quanto riguarda l’olio, produce un extravergine di oliva di alta qualità
(inserito nella lista dei top 15 olii extravergine d’oliva nel mondo). Chi desidera
assaggiare questo prodotto di nicchia, può farlo l’ultima settimana di
novembre durante la “Festa dell’olio d’oliva extravergine di Mezzane”. Si
svolge nel parco municipale di Villa Maffei, dove l’amministrazione comunale
provvede a far installare una tensostruttura che ospita cucine, tavoli e palco
dove si possono degustare piatti tipici e vini locali ed assistere ad interessanti
intrattenimenti.
Anche la coltivazione del ciliegio, pur relegato nelle aree marginali, ha
rappresentato per l’economia rurale di Mezzane una fonte di entrata.
Questa sua marginalità ha permesso di mantenere specie autoctone, la cui
rusticità è sempre più apprezzata dal consumatore.
Sopra i 400 m slm il castagno ha costituito per secoli una delle fonti principali
di materia alimentare farinacea. L’importanza del castagno risulta evidente
anche dall’esame della toponomastica che ricorda questa pianta: troviamo,
appunto, l’appellativo “Castagnè” dato alla località posta a cavallo fra i
progni di Mezzane e di Marcellise.

CENNI STORICI

Le testimonianze più antiche di Mezzane, sino ad ora riportate alla luce,
risalgono alla preistoria come confermano i reperti archeologici: frammenti
di corna, mascelle e zanne sono stati rinvenuti a nord del cimitero di Mezzane
di Sopra, verso sud nel fondo valle (Monte Secco) sono affiorati resti pietrificati
di animali da tempo immemorabile scomparsi nella valle quali l’orso delle
caverne, il bisonte e il lupo. Questi reperti sono ora al museo di Scienze
Naturali di Verona. In località Casal Farinati sono stati ritrovati nei campi
manufatti di selce del Musteriano (Paleolitico Medio), assieme ad altri neo-
eneolitici di tipo campignano. Rinvenimenti di manufatti litici confermano
l’esistenza a Castagnè e a Mezzane di Sopra di “castellieri” (villaggi fortificati
preistorici) dell’età del Ferro.
Non c’è, poi, località della valle che non abbia dato documentazione della
civiltà romana. A Mezzane di Sotto sono state rinvenute parecchie iscrizioni
latine, ampiamente studiate da storici di fama:
- ara votiva al Dio Silvano;
- ara con iscrizione alle Giunoni;
- ara votiva a Giove Ottimo Massimo;
- lapide con la scritta:
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
C.CAECILIVS
                                  M.F. POB
                                MONTANVS SIBI
                                    T.F.I.

     (Caio Cecilio Montano-figlio di Marco-della tribù Poplilia-a sé fece
                          fare per testamento).

Lo storico Theodor Mommsen dedica un discreto spazio alle epigrafi latine
locali nella sua opera “Corpus Iscriptionum Latinarum” dove ha ricostruito la
storia di un tempio dedicato a Giove.
Nel 1932 in località Ruin sono state trovate tombe contenenti ossa combuste
e frammenti di tegoloni, di mattoni e d’olle vinarie.
Vicino a Villa Della Torre nel 1941 si è rinvenuto un importante sepolcreto ricco
di suppellettili funerarie (vasi in terracotta, in vetro, lacrimatoi) e, in una di
queste tombe, un compasso che fa supporre l’appartenenza del defunto
all’arte edile. Inoltre, importante per la datazione, è stato il rinvenimento di
una moneta dell’Imperatore Gallieno. Tali ritrovamenti tombali spiegano
anche l’etimologia della località in questione, chiamata appunto “Tombole”.
In località Torcolo nel 1949 si sono ritrovate tracce di muratura di epoca
romana e copioso materiale: pezzi di grossi mattoni, una lucernetta fittile,
cocci di vetro e, di particolare interesse, una moneta in bronzo e un cammeo
d’ametista ogivale riproducente una figura nuda.
Nel 1954 in località Fiui sono venute alla luce murature romane, un pavimento
a mosaico di sole tessere bianche e frammenti d’intonaco affrescato.
Anche Mezzane di Sopra è stata abitata in epoca romana: a Casai, Casette,
Rotonda e Colombara sono stati ritrovati frammenti di materiale vario in cotto
e in vetro e un frammento bronzeo riproducente una testa di cavallo, a
Guaite una moneta consolare, a Colombara un grande busto di Augusto, a
Casette una moneta in bronzo di Faustina. Del periodo romano, trovasi una
documentazione inconfutabile pure a Castagnè nella base della cella
campanaria, come più approfonditamente descritto nel capitolo dedicato
alla chiesa di Castagnè. Tutte le testimonianze della civiltà romana nella valle
di Mezzane si devono alla presenza di una via locale importante, “Via Cara”,
che partiva dalla Postumia ed arrivava al “Castrum” (accampamento
dell’esercito romano) di San Mauro di Saline, percorrendo la dorsale ad est
della valle. Da notare che il toponimo “Postuman”, della contrada che
incontriamo salendo da Mezzane di Sotto verso Castagnè, deriva appunto
dal nome dell’antica via latina “Postumia”.
La presenza di Via Cara, che tanto splendore ha portato in età romana,
probabilmente è stata il mezzo per cui le invasioni barbariche hanno
raggiunto tutta la valle creando un periodo di decadenza. Con il tramonto
della potenza di Roma la vallata si è assopita nel sonno dell’alto Medioevo.
Di questo periodo sono poche le notizie e i ritrovamenti. A Mezzane di Sopra
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
si ha documentazione di fortezze medioevali nei ruderi di due castelli: uno in
località Tesolo e uno sovrastante l’attuale cimitero (costruito sui resti del
castelliere preistorico). In questa località, durante dei lavori stradali, sono
state trovate armi di epoca medievale e una breccia nella cinta murata con
traccia di lastricato da far pensare all’ingresso del castello. Vi è pure
tradizione dell’esistenza, forse più leggendaria che storica, di un altro torrione
a Castagnè.
Un risveglio si ha verso l’anno 1000; dopo questa data in vari centri della valle
si stabiliscono piccole comunità religiose e con il loro insediamento sorgono
numerose chiese.
Il più antico documento dove si cita la località Mezzane è del 1035: si tratta
di una donazione che il vescovo Giovanni fa al monastero di San Nazaro di
alcune terre nelle pertinenze di “Lavanei, Maximagi, Mazanarum”.
Il documento evidenzia come questa zona, come del resto la maggior parte
del territorio veronese, sia stata in quell’epoca sotto il controllo e di proprietà
di istituzioni religiose: grandi monasteri e vescovado di Verona. In particolare
Mezzane è stata in parte del monastero di San Nazaro e Celso di Verona e in
parte dell’Abbazia della Calavena, i cui possedimenti erano situati attorno
all’area della fonte di Sant’Ambrogio; il monastero di San Cassiano, invece,
rientrava sotto la giurisdizione di Sant’Antonio al Corso in Verona.
Nel 1184, all’interno dell’elenco dei principali villaggi costituenti il territorio
veronese, compare per la prima volta il toponimo Mezzane che appare già
distinto in “Mezane di Subtu”, in “Mezane di Supra”, con l’aggiunta di
“Postumanus”. Anteriormente a questa data non si hanno registrazioni
toponomastiche tese a differenziare i due centri di Mezzane, mentre
successivamente appaiono con crescente intensità espressioni che
testimoniano l’esistenza di due realtà.
Il 27 aprile 1215 i decani della comunità di Mezzane (“decani communitatis
Plani Mecanarum”) vendono a Zacarano una proprietà a Mezzane (“de
civitate Verone”). Il documento è importante perchè consente di sapere che
Mezzane di Sotto ha già raggiunto una sua larga autonomia, consentendole
di avere propri beni e di essere retta da propri magistrati. È del resto una fase
di passaggio da un’epoca in cui prevale il potere degli enti religiosi ad una
che vede la costituzione e l’affermazione delle pubbliche comunità.
In epoca successiva, durante il governo della Repubblica di Venezia,
Mezzane è già indicata come “comune” e in questo periodo Castagnè e
Mezzane di Sopra costituiscono delle realtà amministrative autonome poste
allo stesso livello dell’attuale capoluogo. Solo nel 1818, durante
l’amministrazione austriaca, questi centri vengono aggregati: nasce il
Comune di Mezzane di Sotto.
Nell’economia prettamente agricola del paese hanno un ruolo importante
le famiglie dei grandi proprietari terrieri. Alla metà del 1300 nella zona di
Mezzane è già rilevante la presenza dei Della Torre. Vengono affiancati in
seguito dai Delle Passioni, i Campagna e i Salerni. Nel 1600 altre famiglie
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
cittadine, come i Maffei, i Roja, i Giuliari e i Liorsi esercitano un loro ruolo nella
comunità. Non a caso il primo sindaco di Mezzane dopo l’Unità d’Italia è il
conte Alessandro Liorsi, già deputato nell’amministrazione locale durante il
governo austriaco.
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
VILLE STORICHE
Mezzane oltre alla sua antica storia vanta anche vari edifici degni di nota.

VILLA ROJA-SCHIAVONI

Ancor prima di giungere a
Mezzane         in    località
Malesina incontriamo Villa
Roja-Schiavoni,
anticamente assai fastosa,
come sta a dimostrare
quanto ancora rimane del
suo parco ricco di querce
e piante sempreverdi e del
giardino       a     terrazze.
L’elegante corpo centrale
è del XVIII secolo. La villa fu
fatta erigere da Cesare
Roja     il    cui   stemma
nobiliare è tuttora visibile
nel lato nord del palazzo. La villa passò per
eredità alla famiglia Bagolini, poi ebbe un
susseguirsi di proprietari: Gaetano Trezza, la
famiglia Zamboni, Edoardo Goldschmiedt
ed infine Felice Schiavoni.
Quest’ultimo ne fece dono alle suore della
misericordia con il vincolo di trasformarla
nell’attuale “Ospizio del Sacro Cuore”.
Vi si accede percorrendo un viale di
cipressi; le scalinate del giardino retrostante
alla villa sono adornate da statue
allegoriche e arrivano fino al colle dove si
trova un belvedere immerso nel verde della
natura.
I TESORI DELLA VALLE DI MEZZANE - Filippo Aganetti
VILLA MAFFEI-BENINI

Attuale sede del Municipio di
Mezzane, è la vecchia Villa
Maffei-Benini.
Elegante costruzione della
prima metà del XVIII secolo,
forse su disegno dell’architetto
Vincenzo Pellesina, la fece
erigere il conte Carlo Maffei,
nel 1706, data che si può
vedere scolpita su di una
trabeazione. Data che deve
considerarsi quella della prima
parte dei lavori; quella incisa
sul pavimento del salone centrale è del 1775, anno nel quale probabilmente
fu terminata.
Il Maffei incaricò il noto pittore Andrea Porta di affrescare il salone centrale
della villa oggi conosciuto come “Sala degli affreschi”.
Qui si possono ammirare quattro meravigliosi paesaggi della vallata.
Degni di menzione sono anche lo scalone marmoreo con vasi di frutta sul
corrimano e al centro del pianerottolo una statua allegorica raffigurante
l’inverno. La villa è completata da un porticato ad archi con pilastri a bozze
rustiche che si congiunge al primitivo edificio con una torretta piccionaia.
Antistante la facciata vi è un vasto giardino con una secolare magnolia e un
piccolo parco è sul retro dell’edificio. Dopo il Maffei la villa passò in proprietà
ai Bevilacqua, agli Zamboni, a Giorgio Benini. Dal 1991 è di proprietà del
Comune di Mezzane che ne ha fatto il fulcro della vita sociale e culturale del
paese: dal cortile si ha accesso alla Biblioteca comunale, ai campi sportivi e
alla piscina comunale.
                                     Da ricordare è che, durante la presenza
                                     delle forze militari tedesche nel 1944, Villa
                                     Maffei è stata la sede del comando
                                     militare germanico, mentre la vicina Piazza
                                     IV Novembre è stata utilizzata come area
                                     di ricovero per i mezzi militari.
                                     Una curiosità di questa villa sono le insegne
                                     araldiche dei nobili Bevilacqua, che
                                     ritroviamo sia sulla facciata sia sui pilastri
                                     dei cancelletti che accedono ai parchi a
                                     sud e a nord dell’edificio. L’insegna
                                     contiene all’interno un’ala piumata
                                     allusiva alla loro provenienza da Ala di
                                     Trento.
VILLA GIULIARI-ERBICE

                                                   Si trova a nord del paese e fu
                                                   costruita in più riprese ed in
                                                   varie epoche come attesta
                                                   la disparità dello stile. Ha un
                                                   porticato quattrocentesco
                                                   sormontato da una bifora a
                                                   finestre ad un solo fornice ai
                                                   lati. Sopraelevata ha una
                                                   torretta probabilmente di
                                                   eguale epoca ora adibita a
                                                   casa      colonica,     mentre
                                                   l’edificio    padronale       in
                                                   origine doveva essere del
                                                   secolo XVI secolo.
A conferma in un salone al piano terra è visibile un affresco di Paolo Farinati
raffigurante Mercurio che rapisce Paride. Sui pilastri del cancello di ingresso
alla villa è posta la data 1779, sopra vi poggiano due statue raffiguranti
antichi guerrieri, ritenute opere di Angelo Sartori.
La famiglia Giuliari ha preso possesso della villa alla fine del XVII secolo,
precedentemente apparteneva alla famiglia Liorsi, ora alla famiglia Erbice.

VILLA DELLA TORRE-CORDIOLI

Si trova ad est del paese in una
piacevole posizione contornata da
un parco. Fu fatta ammodernare
dai nobili Della Torre nei primi del
1500 su edificio preesistente di
proprietà della famiglia Liorsi.
Questa importante costruzione di
stile    palladiano     merita     una
descrizione particolareggiata sia
per il suo valore architettonico che
per i pregevoli affreschi in essa
conservati. Alla fine del 1594 infatti
l’allora proprietario conte Alvise Della Torre commissionò al noto pittore Paolo
Farinati le decorazioni della villa. Il Farinati in questa complessa opera venne
coadiuvato dai figli Orazio e Gianbattista.
Al Farinati è attribuita l’allegoria delle quattro parti del mondo allora
conosciuto (Europa, Africa, America ed Asia); affreschi ancora in ottimo stato
di conservazione. In quello dell’Europa il Farinati ritenne doveroso ricordare il
conte Alvise Della Torre inserendo nel lato destro della composizione un putto
trombettiere e vessillifero con le insegne araldiche dei nobili committenti.
Di Paolo Farinati sono anche gli affreschi nella sala della conchiglia
riproducenti l’allegoria del “Trionfo della Fede sul Paganesimo” e del “Trionfo
della Sapienza sull’Ignoranza” e pure l’affresco nella torretta del giardino
attualmente in condizioni pietose.
Ai figli Orazio e Gianbattista sono attribuite le opere minori tra cui:
i monocromi della loggia in terra bruna tra le porte del lato interno lungo e
dei due brevi (raffiguranti Apollo, Mercurio, Ercole, Vulcano e Marte), i
monocromi verdi sopra gli architravi delle porte (raffiguranti Lucrezia e
Cleopatra), le scene monocrome in seppia verde e grigio (rappresentanti
l’allegoria delle Arti Maggiori).
Oltre agli affreschi vanno ricordati i bellissimi stucchi che decorano la “Sala
della Conchiglia” così chiamata per le due grandi conchiglie in stucco poste
nella parte centrale del soffitto a conca, mentre sul lato lungo dello stesso
due bassorilievi frontali raffigurano “Il Giudizio di Salomone” e “Il Giudizio di
Paride”.
La villa ebbe anche un notevole orto botanico. Nel XVIII secolo veniva così
descritto: “…assai esteso e ricco di ogni specie di flora, da quella comune a
quella tropicale; fiori, anche esotici, in parterre e serre, con rampicanti e
sempreverdi oltre che essenze pregiate. Il tutto confinava con un brolo di
ottime frutta e ortaggi, con vicino una ricca peschiera…”.
L’orto, poi abbandonato, ha ora esemplari di piante secolari e grandi
limonaie.

VILLA FATTORELLI

                                            Ora Villa San Giuseppe si trova a
                                            Mezzane di Sotto sulla strada che
                                            porta alla chiesa parrocchiale: Via
                                            Roma.
                                            I primi cenni storici della villa
                                            risalgono alla seconda metà
                                            dell’800.
                                            Dal gennaio 1864 ospitò una
                                            farmacia           che          venne
                                            definitivamente chiusa nel 1937.
                                            Dopo di allora la storia dell’edificio si
                                            mescola con quella del locale asilo
infantile che dal 1926 venne gestito dalle suore dell’Istituto delle Piccole Figlie
di San Giuseppe.
La villa diventa sede di residenza, specializzandosi nel tempo nell’assistenza
alle consorelle malate, inabili e anziane, funzione a cui è oggi esclusivamente
adibita.
È una bella costruzione ottocentesca dalle linee sobrie ed eleganti.
Dalla strada si vede il fianco sinistro dell’edificio, mentre la facciata
principale, volta ad ovest, guarda sull’antistante giardino.
Interessante il parco con cipressi secolari.
La facciata principale ha linee molto semplici caratterizzate da una
scansione regolare e simmetrica delle finestre, sottolineate da cornici
modanate. La partitura centrale presenta al piano terra una scala esterna a
rampe contrapposte e nella parte superiore un poggiolo con parapetto in
ferro battuto; il tutto è chiuso da un timpano triangolare con cornice
modanata ed una piccola finestra semicircolare.
Alla semplicità degli esterni si contrappone la ricchezza degli interni: risultano
infatti decorati gli stipiti delle porte oltre che gli intradossi delle rampe delle
scale. Le lunghe pareti del salone nobile sono dipinte con solenni porticati di
ordine corinzio che aprono in lontananza su vedute prospettiche di città
antiche.
ORATORI
ORATORIO DEL SACRO CUORE

                           In località Casoni un accogliente viale di cipressi
                           porta al rinomatissimo ristorante “Bacco d’oro”.
                           Entrando nel lato sinistro del cortile si vede
                           l’Oratorio dedicato al Sacro Cuore di Gesù e nella
                           trabeazione sopra la porta la scritta: SS. CORDI
                           IESU A.D. MDCCLXXXI.
                           La sua architettura è di stile pseudo romanico.
                           Venne costruito dall’architetto Spolverini nel 1881
                           su commissione dell’allora proprietario Girolamo
                           Schiavoni, come si legge in una scritta posta nella
                           lunetta interna sopra la porta d’ingresso.
                           Le linee architettoniche dell’interno creano
                           movimento di piani.
                           Sopra il semplice altare in tre nicchie sono posti
                           tre dipinti moderni:
                           nella centrale il Sacro Cuore di Gesù, nella sinistra
                           la Beata Vergine e nella destra San Giuseppe.

ORATORIO DI VILLA ROJA-SCHIAVONI

Progettato dall’architetto Angelo Gottardi su
commissione di Girolamo Schiavoni, si
presenta      slanciato    nelle    sue      linee
architettoniche pseudo gotiche. La porta
d’ingresso è rettangolare, sopra l’architrave la
lunetta ogivale ospita un dipinto che raffigura
Papa Pacelli in preghiera, il tutto impreziosito
da un protiro. Suggestiva è la raffinata
semplicità del suo interno dove cordonature
segnano i tre scomparti delle pareti laterali per
reggere quelle delle vele ogivali del soffitto.
Le campate laterali accolgono finestre ad
arco acuto, mentre nella centrale vi è una
porticina rettangolare con stipiti ed architrave
in marmo rosso di Verona.
Nella lunetta sono stati posti due dipinti che rappresentano: Beato Don Carlo
Steeb e Vincenza Maria Poloni.
ORATORIO DI SAN CASSIANO

                                       Si trova nella piccola contrada di
                                       San Cassiano di Mezzane di Sotto.
                                       Sull’altare è posta una tela
                                       settecentesca di scuola veronese
                                       raffigurante la Beata Vergine col
                                       Bimbo in gloria venerata dai Santi
                                       Francesco e Cassiano.
                                       Nel dipinto in pessime condizioni
                                       era visibile il resto di una firma e una
                                       data dalle quali si deduceva che
                                       l’opera fosse stata dipinta nel 1757
                                       da Fra Felice della famiglia dei
                                       pittori Cignaroli.
                                       Purtroppo a causa di uno
                                       sconsiderato                   intervento
                                       conservativo avvenuto nel 1981 la
                                       scritta è stata cancellata togliendo
                                       così alla tela ogni suo interesse.
                                       L’Oratorio        che      è     possibile
                                       ammirare a San Cassiano non ha
                                       nulla a che vedere con l’antico
                                       convento edificato verso il 1081 da
                                       Matilde di Canossa, la cui esistenza
                                       oltre a documenti storici è
testimoniata da un’antica campanella in bronzo di originalissima forma ora
conservata nel Museo di Castelvecchio a Verona. Su questa campana
spicca la scritta:

            VOX DOMINI - AN MLXXXI - HOC MONASTERIUM EST
      (La voce del Signore - Anno 1081 - questo monastero fu eretto).

A proposito di questa campana, così scrisse l’Arrighi: “Ora coi frati e con le
                           suore da Mezzane sarà stata benissimo
                           trasportata la campana nel monastero di
                           Maria Maddalena”.
                           Da una scritta tuttora esistente in San Cassiano,
                           sulla facciata di casa Sartori (famiglia che ha
                           avuto un ruolo importante nella contrada dagli
                           inizi del XVIII secolo), vien dato di pensare che
                           il    piccolo      convento    sia   sopravvissuto
                           all’allontanamento dei frati e delle suore.
                           Infatti la scritta dice:
ANNO J600 .DIE 6
                              OTOBRISOCORVS FIERI
                               FECIT REVERENDA DO
                              MINACLARA PELEGRIN
                               A ABATISAVENERABILE
                                 MONESTERII SANTE
                                 ANTONI A CVRSV
         (Nell’anno 1600 il 6 ottobre fece fare dei restauri la Reverenda
          Signora Clara Pellegrini Badessa del Venerabile Monastero di
                              Sant’Antonio al Corso).
È pensabile però che dopo quest’epoca le sorti del piccolo convento siano
andate peggiorando, tanto da essere lasciato nel più completo abbandono
e scomparire. La conservazione dell’attuale oratorio si deve interamente
all’intervento della famiglia Sartori che ha riportato l’antico edificio di culto
ad una nuova vita, anche se certamente in una dimensione di minor prestigio
rispetto al passato.

ORATORIO DI SAN NICOLÒ DA BARI

Salendo da Mezzane
di Sotto a Castagne a
metà         strada     si
incontra la contrada
di Postuman che ha
un oratorio dedicato
a San Nicolò da Bari.
Un tempo nello spazio
antistante l’oratorio vi
era un cimitero.
Sebbene in posizione
incantevole,           la
costruzione
caratterizzata da linee
semplici è priva di
particolare interesse
architettonico.
Degna di rilievo è una finestra ogivale lobata che si vede nel lato esterno
sinistro in corrispondenza del presbiterio.
Sulla porta di ingresso una piccola lapide ricorda i danni subiti a seguito del
terremoto del 1891 e il restauro avvenuto nell’anno successivo.
L’interno ad una navata ha il tetto a capriate. Vi è un modesto altare del XVIII
secolo con sopra una tela raffigurante la Vergine ed il Figlio in Gloria con i
Santi Nicolò, Alessandro, Lorenzo e Luigi.
Importante è l’affresco che si vede a destra entrando raffigurante la Vergine
col Figlio in trono, opera popolare della seconda metà del secolo XIV.

ORATORIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA

                                    Da Castagnè scendendo verso la valle di
                                    Montorio si giunge a “El Pian de
                                    Castagnè”, contrada posta sopra un
                                    altopiano dominante la città di Verona.
                                    Qui vi è il piccolo Oratorio dedicato a San
                                    Giovanni Battista.
                                    Una pia tradizione vuole che questo
                                    oratorio sia stato visitato da San Carlo
                                    Borromeo di passaggio per recarsi a
                                    Trento per il famoso Concilio.
                                    Interessante un bel crocifisso del XVIII
                                    secolo di cui è curioso ed insolito il modo
                                    in cui sono state raffigurate le Sante
                                    Piaghe, eseguite in modo regolare e di
                                    forma fiammata.
                                    Particolare        interesse    desta     il
                                    campaniletto con cella campanaria a
                                    corsi di pietra e cotto, con bifora ad arco
                                    ogivale divisa da colonnetta di pietra.
Sopra la piattaforma finale vi è una piccola cuspide in cotto sormontata da
croce e alle estremità piccoli acroteri in pietra viva.
Le caratteristiche architettoniche del campanile farebbero pensare che lo
stesso possa essere appartenuto ad un oratorio precedente all’attuale.

ORATORIO DI SANT’ANNA

Vicino a Villa Giuliari-Erbice, alla quale un tempo apparteneva, vi è
l’elegante e originale oratorio di Sant’Anna in stile neo gotico.
Due slanciate lesene affiancano l’edificio e terminano con un’edicola a base
quadrata cieca sormontata da cuspide piramidale.
La porta al centro è rettangolare con lesene ed archi posti su vari piani.
Gli stipiti della porta reggono due mensoline sulle quali poggia l’architrave
che regge una lunetta cieca ogivale.
Slanciate sono le due finestre laterali ad arco trilobato accolte in un
aggettante archiacuto.
Di spicco sulla facciata è il piccolo rosone traforato posto in alto.
La fascia grondale della facciata è decorata
                                   da archetti ogivali rampanti; alla sommità
                                   centrale svetta un’edicola cuspidata come
                                   le laterali.
                                   Nel suo interno vi è un solo altare centrale di
                                   modesta qualità.
                                   Quando l’oratorio apparteneva ai Giuliari
                                   sopra l’altare vi era posta una pala
                                   raffigurante i Santi Gioacchino ed Anna con
                                   la Beata Vergine e il Divino Infante. Questo
                                   olio su tela di cm 204x136, dipinto dal pittore
                                   veronese Gianpaolo Pellesina nel 1851, ora fa
                                   parte di una collezione privata.

ORATORIO DELLA BEATA VERGINE ADDOLORATA

Si trova in contrada Capovilla ed è un edificio modesto nel suo volume, ma
dalle linee architettoniche e dalla storia interessanti.
L’interno è una pianta rettangolare divisa in due parti: quella riservata ai
fedeli e l’altra al celebrante sopraelevata da un gradino in pietra battuta per
tutta la sua grandezza. Questo piano è delimitato da pilastri laterali con plinto
e semplice capitello su cui poggia un arco a tutto sesto.
Venne eretto verso la fine del XVIII secolo dall’allora proprietario Pietro Lavelli
molto legato all’ordine Francescano.

ORATORIO DELLA BEATA VERGINE IMMACOLATA

Si trova in località Sole, soggetta alla parrocchia
di Mezzane di Sopra, dove sorge una casa per
ritiri e convegni dell’opera “Don Nicola Mazza”.
Si tratta di una moderna cappella dedicata alla
Beata Vergine Immacolata, realizzata con
originale gusto architettonico. Sulla facciata
spicca la scritta: “Mater Boni Consilii”. Conosciuta
anche come cappella della Madonna della
Strada. Nel suo interno sono raccolti immagini e
altri ricordi dei soldati di ogni arma e grado della
vallata e di quelle vicine, morti o dispersi sui vari
fronti di guerra in cui l’Italia prese parte nell’ultimo
conflitto bellico. Dietro l’altare vi è posta una
statua della Beata Vergine col Figlio, copia di
quella che esisteva nell’antico capitello del secolo XVI che sorgeva in loco.
La statua originale era una scultura tardo cinquecentesca probabile opera
del Farinati.
CHIESE
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

Santa Maria Assunta è la Patrona del
paese e si festeggia il 15 agosto.
L’attuale chiesa, a Lei dedicata è della
fine del XIX secolo.
Si trova a Mezzane di Sotto in posizione
elevata con la facciata in stile
goticheggiante leggermente volta a sud-
est.
Fu costruita dall’architetto Gottardi tra gli
anni 1871-1889, ha il soffitto a fasce e volte
a vela. I fogli con i progetti iniziali, sia della
chiesa che del campanile, sono
conservati presso la biblioteca comunale
di Verona.
Più che gli altari sono degni di nota i quadri
che in essa si trovano.
Sul primo altare a sinistra si trova una pala
di Girolamo Dai Libri raffigurante la Beata
Vergine in Trono con ai lati i Santi Paolo e Caterina, in basso i componenti
della famiglia Della Torre committenti dell’opera.
Sul primo altare di destra vi è invece una tela di Antonio Giarola (detto il
Cavalier Coppa) con Cristo in Croce e ai lati i Santi Francesco e Carlo
Borromeo: due angioletti librati nel cielo sono sotto le mani del Cristo in atto
di raccogliere il suo preziosissimo Sangue.
Sopra la porta maggiore si trova una tela di Claudio Ridolfi con la Madonna
del Rosario e i Santi Domenico e Caterina.
In sacrestia si può ammirare un’opera di Giovanni Caliari con Cristo
Crocefisso e ai lati la Vergine e San Giovanni.
Molte di queste opere sono state trasferite dall’antica pieve: la vecchia
chiesa infatti prima del XIX secolo si trovava nell’attuale Piazza IV Novembre
con a fianco il cimitero e fu spostata dal fondovalle per i ripetuti
danneggiamenti dovuti alle alluvioni e ai terremoti. Si trattava probabilmente
di una costruzione romanica che venne
demolita per riutilizzare parte dei materiali
nel cantiere della nuova. Di essa
rimangono tracce nei locali di scantinato
delle case Bernardi, ma soprattutto rimane
il bel campanile in tufo del XII secolo circa
con cella campanaria a bifore a largo
sviluppo. È stato trasformato in torre nel
1891 quando il pinnacolo del campanile è
stato sostituito da merlature dandogli
l’aspetto che ancora oggi vediamo e
facendola diventare il simbolo del comune
di Mezzane di Sotto. Dello stesso periodo è
la costruzione dell’edificio adiacente alla
torre ad opera dell’ingegner Marzotto che
fu sede sia del Municipio che della scuola
elementare      maschile      e    femminile
dell’epoca.

CHIESA DEI SANTI FERMO E RUSTICO

                                    Davanti alla chiesa un piccolo obelisco in
                                    pietra quadrato, sormontato da una croce
                                    di ferro, riporta la seguente dicitura in latino:

                                             SAC. TVR/NOUA ERECTIO-
                                            TEMPLI / ELATIO / MDCCLXX
                                           PIORUM / ELEMOS / COMPIET
                                           RECT. NICO/LAO. SALA/UORNI

                                      (L’erezione di questa nuova torre sacra
                                          e l’ampliamento del tempio risale
                                       all’anno 1770, venne compiuta con le
                                        elemosine dei Priori essendo Rettore
                                                   Nicola Salaorni).

                                     La chiesa attuale, infatti, fu ultimata in tale
                                     data su ampliamento di una primitiva
chiesa risalente al XV secolo con recupero delle opere interne.
Del 1493 è infatti l’interessante fonte battesimale ottagonale in marmo rosso,
opera di Bartolomeo da Massa, rovinato nei lavori di restauro del XVIII secolo.
L’altare è dedicato alla Madonna del Rosario di cui si vede la statua al centro
con ai lati quelle dei Santi Sebastiano e Rocco.
Nel coro si trova la pala raffigurante il Martirio
dei Santi Titolari opera di Agostino Ugolini.
Buone tele sono anche quelle di Orazio Farinati
con le “Sante Martiri Margherita, Lucia e
Caterina” e di Sante Prunati riproducente la
Vergine col Figlio e Sant’Anna.
Le attuali campane sono opera di Pietro
Cavadini e vennero poste in loco il 7 agosto
1795.
Un’epigrafe murata all’interno della chiesa,
sopra la porticina della cappella a sinistra
dell’altare maggiore, riporta la scritta

                                    YESUS
                                      O
                          MCCCC90 A Dì 2 AP(R)ILE
                           QUESTA CAPELA À FATO
                             FARE EL COMUN DE
                             MEZAN DE SOVRA SU
                         EL TEMPO DE DON ZUAN DE
                              SCUTALINO RETOR
                       DE SANC(TO) FERMO E RUSTICO
                           E EL M° DOMENEGO DA
                          LUGO LA FATO L’ALTARO

Questa iscrizione del 1490 è in perfetta concordanza con il vecchio registro
conservato nell’archivio parrocchiale dove sono elencati tutti i parroci che si
susseguirono dal 1488: il primo che si trova è Don Giovanni da Scutari.
CHIESA DI SANT’ULDERICO DI CASTAGNÈ

                                          È la chiesa parrocchiale della
                                          frazione Castagnè.
                                          Le notizie di una chiesa in questo
                                          luogo risalgono al 1529.
                                          Nel XVII secolo fu sede della
                                          Confraternita dei Dominicani e da
                                          quel momento incominciò a subire
                                          modifiche e restauri.
                                          L’ultima vicenda muraria risale al
                                          1767 con i lavori di innalzamento
                                          della torre campanaria, ultimata
                                          nel 1905. Da allora la chiesa è
                                          compiuta così come la si vede oggi.
                                          Sull’architrave della porta centrale
                                          sta scolpita la scritta in latino:

                                          DOMINUS IN TEMPLIO SANCTO TUO
                                             OCULI EIUS IN PAUPEREN
                                            RESPICIUNT AN – MDCCVLII

                                                 (O Signore nel Tuo Santo
                                               Tempio i Tuoi Occhi guardino il
                                                  povero – anno 1742).

Nell’interno a sinistra vi è un primo altare del XVIII secolo e il secondo,
dedicato alla Madonna, è di stile barocco in marmo giallo pregiato.
Interessanti sono la porticina dipinta del tabernacolo (opera del 1700) e la
piccola tela raffigurante “L’Annunciazione” (opera del XVII secolo).
Il primo altare di destra è dedicato a San Ulderico, titolare della Chiesa.
La sua statua nella nicchia non è opera di gran pregio, ma la scritta su uno
specchio della trabeazione ricorda un evento importante del paese:

                    POPULI VOTO P. CHOLERA SAEVIENTE
                             AN + MDCCCLV

  (Infuriando il colera per voto del popolo si fece costruire questo altare –
                                  anno 1855).
Sul secondo altare di fine linea settecentesca
                                si vedeva la tela, ora sulla porta maggiore,
                                raffigurante la Madonna del Rosario con i Santi
                                Domenico e Caterina da attribuirsi a Saverio
                                Dalla Rosa. Nel coro vi è la tela di Claudio
                                Ridolfi raffigurante la Vergine in Gloria ed i
                                Santi Ulderico, Battista e Francesco d’Assisi.

                                La torre campanaria della chiesa rivela origini
                                più antiche: fra il materiale usato per la sua
                                costruzione si trovano infatti frammenti di lapidi
                                sepolcrali romane. Entrando nel campanile a
                                destra, all’altezza di mezzo metro circa dal
                                suolo, è murato un frammento di lapide nella
                                cui parte alta di destra è scolpita la lettera V
                                sovrastata da un fregio, costituito da grifo e
parte di un coniglio; la continuazione della lapide è murata nell’esterno ed il
fregio presenta un coniglio che rode un grappolo d’uva e un grifo.

Sotto una modanatura sono scolpite le lettere Y-H-S-M (Yesus Hominum
Salvator Mundi). Sempre nel campanile, sul lato esterno est, si vede un’altra
lapide romana con scritta volgare. Il frammento è di forma rettangolare, nei
riquadri ai lati del timpano si vedono due conigli, al centro una conchiglia
con ai lati due delfini. Sulla lapide si rivela una data incompleta che,
presumibilmente, vuole ricordare l’anno in cui fu iniziata la costruzione del
campanile.
EDICOLE VOTIVE
Comunemente         chiamate       “capitelli”, le   edicole   sono    strutture
architettoniche, relativamente di piccole dimensioni, con la funzione pratica
di ospitare e proteggere l’elemento che vi è collocato. Il termine latino
“aedicula” è il diminutivo di “aedes” e significa “piccolo tempio”. Le edicole
votive costituiscono piccoli spazi sacri che testimoniano un’emotività religiosa
popolare: i fedeli, infatti, offrendo “ex voto” si raccomandano e chiedono
soluzione a problemi privati. Non a caso l’immagine che campeggia con
maggior frequenza all’interno delle edicole è quella della Madonna,
espressione e simbolo di una protezione di tipo universalistico.
Sono molteplici e di vario tipo i capitelli che si incontrano nel Comune di
Mezzane.

                        EDICOLA DEDICATA A PADRE PIO

                        Si trova entrando in paese in Via San Giovanni di Dio,
                        appena passata località Turano. Il cippo in pietra sulla
                        sinistra del capitello segna il confine tra il Comune di
                        Lavagno ed il Comune di Mezzane. Sull’edicola non
                        vi è indicata alcuna informazione.

EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA

Si trova inserita nella cinta muraria ai piedi del
ristorante “Bacco d’oro”, attualmente quasi
invisibile a causa della vegetazione che la
ricopre. È interessante la scritta alla base, che
potrebbe essere utile per la datazione del
capitello:

           IL 24 APRILE 1866
     L’ILLUSTRISSIMO REVERENDO
         LUIGI M DI CANOSSA
         VESCOVO DI VERONA
  CONCEDETTE 40 GIORNI DI INDULGENZA
     A CHI RECITA UN AVE MARIA
         A QUESTA IMMAGINE
EDICOLA DEDICATA A CRISTO IN CROCE

                          Si trova dopo il Bacco d’oro, all’incrocio con Via
                          Poloni sulla cinta muraria. È un capitello ligneo
                          inserito su un basamento in pietra dove è incisa la
                          data 1855.

EDICOLA DEDICATA AL SACRO CUORE DI
GESÙ

Si trova prima della farmacia Bellonzi, all’angolo
con Via Malavicina. Sul basamento del capitello è
incisa la seguente scritta:

                  COR IESU.
           ADVENIAT. REGNUM TUUM.

                          EDICOLA DEDICATA A MARIA
                          IMMACOLATA

                          È collocata sulla sinistra della strada che porta in
                          Piazza IV Novembre, poco prima del Municipio.
                          Sul capitello non è presente alcuna iscrizione.
EDICOLA DEDICATA A MARIA
IMMACOLATA

Si trova sulla sinistra della facciata della
chiesa di Santa Maria Assunta.
È un capitello di grandi dimensioni
che è stato oggetto di restauro
conservativo nel 2017 da parte della
famiglia Benini in ricordo del padre
Giacomo. Sul basamento si legge la
scritta:

 O MARIA, CONCEPITA SENZA PECCATO.
PREGATE PER NOI CHE RICORRIAMO A VOI.

                                   EDICOLA DEDICATA ALLA
                                   MADONNA DEL ROSARIO

                                   Il capitello si trova sull’angolo dell’Antico
                                   Frantoio di Mezzane e sul basamento porta
                                   la scritta:
                                                      AVE
                                                     MARIA
                                                      1910

                                   All’interno dell’edicola è collocato un
                                   dipinto di Loren Carpitella (Accademia
                                   delle Belle Arti di Verona) raffigurante la
                                   Madonna del Rosario, realizzato nel 2001 su
                                   iniziativa della Scuola Achille Forti di
                                   Verona per onorare il grande concittadino
                                   e botanico a cui è intitolata.
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA
DELL’ALPINO AL PONTE

È collocata in Via Casal Farinati ed è stata
realizzata nel 1980 dall’artigiano Mezzari Luigi a
ricordo dei dispersi e dei caduti in guerra.
All’interno   del    capitello    è   contenuta
un’originale scultura lignea della Madonna col
Bambino.

                              EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA

                              Si raggiunge a piedi salendo una scalinata sulla
                              sinistra della salita di Via Casal Farinati. È una
                              specie di piccola grotta dove sono collocate la
                              statua della Madonna e di una fedele in
                              preghiera. Su una piccola lapide appare la
                              scritta:
                                           MARIA, SPERANZA NOSTRA
                                                ABBI DI NOI PIETÀ
                                    (300 GIORNI D INDULGENZA – S.S. PIO X)
                                            LAGROTTA FU BENEDETTA
                                       IL 5-10-35 DA S.E. LARCIVESCOVO
                                          GIUSEPPE VENTURI MEZZANESE
                                              O PIO VISITATORE -
                                    UN PENSIERO PER CHI L’HA BENEDETTA
                                            E SE NON TI È GRAVE -
                                UNO PER COLORO CHE LA VOLLERO ERETTA

                                L’opera è stata realizzata da A. Lonardoni.
EDICOLA DEDICATA A SANT’ANTONIO

È situata all’imbocco della salita che porta a
Corte Sant’Alda. Sotto la nicchia del capitello si
legge la seguente incisione:

             PER GRAZIE OTTENUTE
                  FAMIGLIA
            PROVOLO GUGLIELMO
                    1960

                                EDICOLA DEDICATA A SAN
                                FRANCESCO

                                Si trova in località Guala sopra San Cassiano.
                                Sulla costruzione è posta una lapide con incisi
                                alcuni versi del Cantico delle Creature:

                                         LAUDATO SI, MI SIGNORE,
                                     PER SORA NOSTRA MADRE TERRA,
                                   LA QUALE NE SUSTENTA ET GOVERNA,
                                       ET PRODUCE DIVERSI FRUTTI
                                        COLORITI FIORI ET HERBA

EDICOLA DEDICATA A SANT’ANTONIO

Si trova in località Leon a sud – est di Mezzane
sulla strada che hai piedi della collina porta a
Montecurto. Sul capitello non vi sono iscrizioni,
quindi non è possibile risalire alla data di
costruzione.
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA
                             COL BAMBINO

                             È collocata in località Casale di Tavola a sud del
                             Monte Senon, all’incrocio dei sentieri che
                             portano a Castagnè, Mezzane, Marcellise e San
                             Briccio. Il capitello è stato costruito nel 1957 da
                             Cesare Croce, proprietario di terreni in quella
                             zona, per ringraziare la Madonna della
                             guarigione del figlio dalla tubercolosi.
                             Sul basamento si legge la scritta:

                                    FERMATI O PASSEGGER IL CAPO
                                       INCHINA SALUTA DAL CIEL
                                           LA GRAN REGINA
                                     F.F. FAMIGLIA CROCE CESARE
                                                1957

EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA
COL BAMBINO

Si trova in via San Fermo, a circa 200 m dalla
chiesa di Mezzane di Sopra, a fianco della sala
civica. Anche se il capitello è di più recente
costruzione, all’interno vi è posta un’antica
immagine della Beata Vergine col Figlio
Benedicente. Si tratta di un bassorilievo in pietra
viva, nel cui listello di base si legge il nome del
committente e la data:

   HOC OPUS + FECIT FIERI DOMINUS DOMINO
           ALEMANVS MCCCLIII

(Quest’opera l’ha fatta fare il signor Alemano nel
1353).
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA

                        È di piccole dimensioni ed è posta sopra un muretto
                        decorato a mosaico in località Capovilla. Sul
                        basamento del capitello è incisa la seguente scritta:

                                      MATER DOLOROSA 1922

EDICOLA DEDICATA A SAN
VINCENZO

È collocata in Via San Vincenzo sul
panoramico ed alberato crocevia dove
scende la strada per Tregnago. Il capitello di
grandi dimensioni è stato restaurato nel 1999
da Benini Dino.
Sulla lapide appoggiata al basamento si può
leggere:

           CASTELLO ANTONIO
              FU SEBASTIANO
               ERESSE 1891
       INDULGENZA DI 100 GIORNI
        A CHI RECITERÀ 3 GLORIA
      DAVANTI A QUESTA IMMAGINE

                           EDICOLA DEDICATA A CRISTO IN CROCE

                           Si trova nella bellissima e panoramica località
                           Sole, all’ombra di cipressi. Il capitello ligneo è
                           posto su un basamento in pietra dove si legge:

                                                 GESÙ
                                                  MIO
                                             MISERICORDIA
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA
                           COL BAMBINO

                           È collocata a Mezzane di Sotto sull’incrocio della
                           strada che porta a Castagnè. Ai piedi di due
                           cipressi il capitello contiene un dipinto
                           raffigurante la Madonna con in braccio il
                           Bambino. Sull’edicola non è indicata alcuna
                           informazione.

EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA

Si trova sulla destra della strada entrando a
Postuman. Il capitello è stato costruito da Solfa
Angelo nel 1962. Sotto la nicchia che accoglie
la statuetta di Maria, si legge la seguente
dicitura:

                    MATER
                  MMAC LATA
                     ORA
                   PRONOBIS

                            EDICOLA DEDICATA A SAN VINCENZO
                            FERRERI

                            Si trova a Postuman, inserita nella cinta muraria di
                            un’abitazione. Nella nicchia è contenuto un
                            quadretto raffigurante il Santo. Non sono indicate
                            altre notizie riguardanti il capitello.
EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA

Salendo da Postuman, prima di arrivare a
Castagnè, sulla sinistra si incontra località Valle.
All’imbocco di questa piccola contrada si trova un
capitello dedicato a Maria, ben curato, ma
anonimo.

                              EDICOLA DEDICATA ALLA MADONNA
                              COL BAMBINO

                              Si trova a Castagnè all’imbocco di Via
                              Marzotto.
                              È di grandi dimensioni e all’interno contiene un
                              piccolo altare dedicato a Maria con in braccio
                              Il Bambino. È stato restaurato nel 1975.
                              All’intervento conservativo hanno partecipato
                              Zumerle Cesare, Benini Sandro e Micheloni Tulio.
                              Sull’architrave esterno si vede la scritta:

                              REGINA SACRATISSIMI ROSARII ORA PRO NOBIS

EDICOLA DEDICATA A CRISTO IN CROCE

È collocata in Via Arena a Castagnè ed è di
dimensioni importanti.
All’interno della nicchia è posto un crocifisso sul cui
lato vi è la scritta:

                   GESÙ SIA FATTA
                  LA TUA VOLONTÀ
                   E NON LA MIA

Sul basamento all’esterno è appoggiata una
lapide con la seguente incisione:

                 IN MEMORIA
     FAMIGLIE TODESCHINI MARINI-MICHELONI
            ANNO DOMINI MCMLV
MONUMENTI CIVICI
MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOTTO

                                    In Piazza IV Novembre si erge quest’opera
                                    marmorea realizzata dallo scultore
                                    Brunelli di Soave: una colonna alta 6 metri
                                    e sormontata da l’aquila della vittoria in
                                    bronzo che tiene tra gli artigli dell’alloro.
                                    Nel capitello, costruito con tutte le qualità
                                    di marmo di cui è ricca la zona, sono
                                    scolpiti gli stemmi di Mezzane, di Verona,
                                    dell’Italia.
                                    Ai quattro lati del monumento sono incisi i
                                    seguenti motti:
                                    - “Mezzane di Sotto ai suoi caduti”;
                                    - “Date fiori e lacrime agli eroi”;
                                    - “Onorate con la virtù la Patria che essi
                                    col sangue resero libera e grande”;
                                    - i nomi dei 22 caduti mezzanesi.

                                   Questo monumento è sato inaugurato il
14 maggio 1922 a seguito di una celebrazione religiosa svoltasi nella chiesa
parrocchiale dell’Assunta.
In quel giorno il paese di Mezzane, imbandierato a festa, è stato meta di
popolo, di autorità governative, provinciali e di personalità invitate.

MONUMENTO AI CADUTI DI CASTAGNÈ

Sorge a fianco della chiesa di Sant’Ulderico
dove vi era l’antico lavatoio pubblico. È in
forma di obelisco ed è stato inaugurato il 9
aprile 1922 in una bella e significativa
cerimonia in cui si sono voluti onorare i soldati
caduti nella Grande Guerra. L’autore è
anonimo.
MONUMENTO AI CADUTI DI MEZZANE DI SOPRA

                                 È stato realizzato in epoca recente. Ai
                                 piedi del monumento vi è una lapide
                                 commemorativa con l’elenco dei caduti
                                 di Mezzane di Sopra nelle due guerre.

EX CASA DEL FASCIO

Durante la dittatura fascista nella piazza del Municipio (attuale Piazza IV
Novembre), che all’epoca aveva
sede nell’edificio di fianco alla torre,
sul lato sud viene fatta costruire la
“casa del Fascio”, sede del partito e
delle attività sociali ad esso legate. La
colletta inizia nel dicembre 1926 e,
nell’anno e mezzo successivi, buona
parte della popolazione partecipa col
proprio lavoro alla realizzazione
dell’edificio.    Nei      giorni    della
Liberazione la casa del fascio subisce
delle azioni di saccheggio e la
distruzione dei simboli del passato
regime.
Successivamente         l’edificio  viene
occupato dai partigiani e ribattezzato
“casa        del     Patriota”.      Sotto
l’amministrazione del sindaco Ottavio
Castagnedi          la         precedente
denominazione viene sostituita con il termine “casa del Popolo” e dal maggio
1946 l’ex casa del Fascio viene utilizzata come sede municipale, mentre le
aule scolastiche rimangono ospitate presso il vecchio edificio della piazza.
Dal 1991, data dell’ennesimo trasloco dell’amministrazione comunale,
questa struttura è stata poco utilizzata. Dal 2004 al 2009 ha ospitato la
biblioteca comunale.
AMBIENTE E NATURA
IDROLOGIA

Di questa valle va rilevata l’abbondanza dei percorsi d’acqua che hanno
contribuito fin dall’antichità ad una più fertile e redditizia agricoltura e hanno
favorito il nascere di splendide ville abbellite da fontane e laghetti.
Il corso d’acqua più importante che la percorre per un lungo tratto è il
“Dugal”. Questo nome di derivazione veneziana è ricordato in antichi statuti
veronesi del XIV secolo.
                                                 Il Dugal è un corso d’acqua
                                                 perenne di una certa portata
                                                 tanto        da        permettere
                                                 l’irrigazione di diversi terreni in
                                                 questo tratto di valle.
                                                 Il Rio Dugal nasce in località
                                                 Sulvago e precisamente prima
                                                 dell’antico ponte tra i vigneti a
                                                 sinistra della strada comunale
                                                 proveniente da Villa.
                                                 Chi si reca in questo luogo
                                                 rimane incantato nell’ammirare
                                                 un piccolo laghetto la cui
superficie, coperta da piante acquatiche, è mossa dallo zampillare della
fonte. La sorgente è delimitata a ovest da dei resti murari che
appartenevano all’antico oratorio di Sant’Ambrogio, esistente già nel XII
secolo. I documenti che ricostruiscono la storia di questo edificio di culto
parlano di una chiesa dalla struttura semplice, con una pianta che possiamo
riscontrare nella cinta muraria di contenimento della sorgente.
Un documento del 1527 ci
informa che questo edificio
era stato edificato grazie
alle offerte raccolte dagli
abitanti del luogo, ma di
fatto     apparteneva        al
monastero        benedettino
della Calavena.Nell’estate
del 1886 il Dugal, utilizzato
all’epoca anche come
scolo e come abbeveratoio
per gli animali, è stato fonte
del contagio di una violenta
epidemia di colera, in seguito alla quale gli amministratori hanno deciso di
far costruire un acquedotto.
L’altro corso d’acqua importante della vallata è il torrente Mezzane (detto
anche Progno) che, proprio per sua natura, ha una portata irregolare e che,
sia in passato che ai nostri giorni, provoca inondazioni e disastri alle
coltivazioni e alla popolazione. Il suo alveo infatti risulta essere allo stesso
livello della campagna circostante: questo significa che, sin dalle epoche più
remote, l’uomo ha costruito degli argini per contenerne il corso, fortificando
queste barriere ogni qualvolta si sia presentata la forza distruttiva delle
acque.
                                              Da menzionare è la disastrosa
                                              alluvione che nel luglio del
                                              1776 colpì la vallata di
                                              Mezzane. In ricordo di questo
                                              evento in Piazza IV Novembre,
                                              accanto ad una fontanella
                                              situata        davanti       all’ex
                                              municipio (Casa del Fascio), è
                                              posta una lapide sulla quale si
                                              legge:

                                                             FERALE
                                                              VIII IUL
                                                         CIC ICCC LXXVI
                                                        DILUVIU EVERTIT CI
                                                      VIR CONFECERAT ART

   (Nel luttuoso 7 luglio del 1776 – il diluvio portò via (quello che) – l’uomo
                              artefice aveva fatto).

Oltre ai due corsi sopra citati va pure ricordata una polla di acqua instabile,
la “Stella”, che solo in determinate situazioni affiora.
Anche a quote elevate sono presenti moltissime sorgenti che servono
egregiamente a soddisfare le esigenze idriche dei vari centri abitati.
I MULINI DA GRANO DI MEZZANE

                                            Nelle zone con disponibilità di corsi
                                            d’acqua di portata regolare si è
                                            diffusa fin dall’antichità la tecnologia
                                            che sfrutta la forza motrice delle pale
                                            azionate      dall’acqua.       L’energia
                                            idraulica      è      stata      utilizzata
                                            primariamente nella movimentazione
                                            delle macine per la frantumazione
                                            dei     cereali,     operazione         che
                                            precedentemente            era        stata
                                            compiuta       sfruttando      la     forza
                                            muscolare di animali o uomini. Nel
Medioevo l’uso dell’acqua come fonte di energia ha permesso una vera e
propria rivoluzione delle tecniche agricole nelle campagne, aumentando la
produttività.
Nella Valle di Mezzane il Dugal, in
passato, ha alimentato tre mulini da
grano: il “Mulino di Sopra”, il “Mulino di
Mezzo” ed il “Mulino di Sotto”. Il primo si
trovava in località Villa, il secondo era
pressoché ai piedi del monte che sale
verso Mezzane di Sopra e il terzo era
situato vicino alla piazza del paese. Si
ha attestazione della loro esistenza già
nel XII secolo quando probabilmente
erano di proprietà del monastero della
Calavena. Nella storia sono stati sempre oggetto di mire da parte di grandi
realtà economiche, prima degli enti ecclesiastici e successivamente della
nobiltà cittadina, ma nulla ha scalfito l’interesse e l’amore dei locali per la
                                         propria terra, in questo caso della
                                         famiglia Sartori, originaria del luogo da
                                         generazioni. Attualmente solo il Mulino
                                         di Sopra è attivo e appartiene a Dino
                                         Sartori, il Mulino di Sotto ha cessato la
                                         sua attività recentemente, di proprietà
                                         di Roberto, Renato e Sara Sartori. Il
                                         mulino di Mezzo è stato dismesso e
                                         trasformato in abitazione sempre dalla
                                         medesima famiglia per eliminare la
                                         concorrenza ed ora la proprietà è
                                         stata acquistata da Luca Caliaro.
Puoi anche leggere