Giornata della pace, Papa Francesco: "Promuovere in lavoro - Diocesi di Cremona

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Giornata della pace, Papa Francesco: "Promuovere in lavoro - Diocesi di Cremona
Giornata della pace, Papa
Francesco: “Promuovere in
tutto   il  mondo   lavoro
dignitoso”
Dialogo fra le generazioni, educazione e lavoro: sono le tre
vie per “dare vita ad un patto sociale, senza il quale ogni
progetto di pace si rivela inconsistente”. Lo spiega il Papa,
nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si
celebra il 1° gennaio prossimo. “Nonostante i molteplici
sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si
amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti, mentre
avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli
effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si
aggrava il dramma della fame e della sete e continua a
dominare un modello economico basato sull’individualismo più
che sulla condivisione solidale”, il primo quadro tratteggiato
da Francesco, secondo il quale

“c’è una ‘architettura’ della pace, dove intervengono le
diverse istituzioni della società, e c’è un ‘artigianato’
della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona”.
“Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico”,
il primo appello: “a partire dal proprio cuore e dalle
relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai
rapporti fra i popoli e fra gli Stati”.

“Tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è
un’opzione sempre possibile: il dialogo”, la ricetta per
uscire dalla pandemia, “crisi certamente dolorosa” ma nella
quale “può esprimersi anche il meglio delle persone”, come
dimostrano le numerose “testimonianze generose di compassione,
di condivisione, di solidarietà” che provengono da ogni parte
del mondo. “Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi,
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accordarsi e camminare insieme”, spiega il Papa tornando su un
tema a lui caro: “Le grandi sfide sociali e i processi di
pacificazione non possono fare a meno del dialogo tra i
custodi della memoria – gli anziani – e quelli che portano
avanti la storia – i giovani –; e neanche della disponibilità
di ognuno a fare spazio all’altro, a non pretendere di
occupare tutta la scena perseguendo i propri interessi
immediati come se non ci fossero passato e futuro”. È proprio
il dialogo intergenerazionale, per Bergoglio, “la forza
motrice di

 una politica sana, che non si accontenta di amministrare
 l’esistente ‘con rattoppi o soluzioni veloci’, ma che si
 offre come forma eminente di amore per l’altro, nella ricerca
 di progetti condivisi e sostenibili”.

“Senza le radici, come potrebbero gli alberi crescere e
produrre frutti?”, si chiede Francesco affrontando il tema
della cura della nostra casa comune. Di qui l’incoraggiamento
ai “tanti giovani che si stanno impegnando per un mondo più
giusto e attento a salvaguardare il creato, affidato alla
nostra custodia”.

“È opportuno e urgente che quanti hanno responsabilità di
governo elaborino politiche economiche che prevedano
un’inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici
nell’educazione e i fondi destinati agli armamenti”. Nel
Messaggio il Papa torna ad affermare che “il perseguimento di
un reale processo di disarmo internazionale non può che
arrecare grandi benefici allo sviluppo di popoli e nazioni,
liberando risorse finanziarie da impiegare in maniera più
appropriata per la salute, la scuola, le infrastrutture, la
cura del territorio e così via”.

“Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello
mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione,
considerate spese piuttosto che investimenti”, denuncia
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Francesco: “Le spese militari, invece, sono aumentate,
superando il livello registrato al termine della ‘guerra
fredda’, e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante”.

Per invertire la rotta, è “necessario forgiare un nuovo
paradigma culturale, attraverso un patto educativo globale per
e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le
comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le
religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone
mature”. “Un patto che promuova l’educazione all’ecologia
integrale, secondo un modello culturale di pace, di sviluppo e
di sostenibilità, incentrato sulla fraternità e sull’alleanza
tra l’essere umano e l’ambiente”, aggiunge il Papa. La parte
finale del messaggio è dedicata alla questione del lavoro, che
la pandemia da Covid-19 ha ulteriormente aggravato: “Milioni
di attività economiche e produttive sono fallite; i lavoratori
precari sono sempre più vulnerabili; molti di coloro che
svolgono servizi essenziali sono ancor più nascosti alla
coscienza pubblica e politica; l’istruzione a distanza ha in
molti casi generato una regressione nell’apprendimento e nei
percorsi scolastici”. Senza contare le “prospettive
drammatiche” che si trovano di fronte i giovani in cerca di
lavoro e i disoccupati.

 “In   particolare,   l’impatto   della   crisi   sull’economia
 informale, che spesso coinvolge i lavoratori migranti, è
 stato devastante”,

denuncia Francesco: “Molti di loro non sono riconosciuti dalle
leggi nazionali, come se non esistessero; vivono in condizioni
molto precarie per sé e per le loro famiglie, esposti a varie
forme di schiavitù e privi di un sistema di welfare che li
protegga”. “È più che mai urgente promuovere in tutto il mondo
condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene
comune e alla salvaguardia del creato”, l’appello di
Francesco: su questo aspetto, per il Papa, “la politica è
chiamata a svolgere un ruolo attivo, promuovendo un giusto
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equilibrio tra libertà economica e giustizia sociale. E tutti
coloro che operano in questo campo, a partire dai lavoratori e
dagli imprenditori cattolici, possono trovare sicuri
orientamenti nella dottrina sociale della Chiesa”.

“Dio   benedice    il   futuro
tenendoci    per   mano”.   Il
vescovo    a    S.    Agostino
nell’ultimo giorno dell’anno
Il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto come da tradizione
la santa Messa di ringraziamento giorno dell’anno nell’ultimo
giorno dell’anno presso la chiesa di Sant’Agostino, a Cremona,
caratterizzata dal canto finale del Te Deum. A concelebrare
insieme al vescovo di Cremona erano presenti mons. Dante
Lafranconi, il vescovo emerito, don Irvano Maglia, parroco
dell’Unità pastorale, con gli altri sacerdoti dell’Unità
pastorale.

Nella sua omelia il Vescovo ha ripercorso il testo che da
secoli la Chiesta canta con il Te Deum, invitando a
riconoscere nella figura di Maria l’insegnamento «alla Chiesa
ad essere altrettanto paziente e fedele nel fare memoria
quotidiana delle promesse di Dio, a percepire il suo sguardo
sugli avvenimenti».

Nella sua omelia il Vescovo ha aperto con uno sguardo
sull’anno che si sta per chiudere: «Il regno di Dio quest’anno
è comunque cresciuto, compiendo la Parola di Gesù, anche nella
notte del mondo e del male c’è un amore fragile, delicato e
nascosto di Maria e Gesù, dei santi e dei pellegrini nella
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Storia».

L’attenzione di mons. Napolioni è andata quindi al bene che è
stato condiviso: «Anche noi benediciamo Dio, come lui ci aiuta
a benedire tutto ciò che è di positivo anche se è chiaro che
potevano andare meglio tante cose: non dobbiamo darci delle
medaglie ma ringraziare i fratelli e le sorelle perché ciò che
ha addolcito un po’ la solitudine sono i sorrisi e
l’incoraggiamento umile».

«Dio benedice il futuro tenendoci per mano ed entrando in
esso, ci incoraggia a non avere paura con la sua presenza – ha
quindi proseguito il vescovo di Cremona aprendo lo sguardo
sull’anno che si sta per aprire – noi dobbiamo preoccuparci e
cambiare tante cose nel nostro stile di vita con la fiducia
figliare in chi ci sarà sempre padre e fratello».

Quindi l’omelia è proseguita concentrandosi su una preghiera
francescana: «Questa è anche la benedizione antica che ci
ripropone anche San Francesco, e con lui anche Santa Chiara
che in una sua preghiera conclude con queste parole “siate
sempre amanti di Dio e delle anime vostre e delle vostre
sorelle, il Signore sia sempre con voi e faccia che voi siate
sempre con lui”. Una bella preghiera perché va all’essenziale
invitandoci ad essere amanti di Dio, un amore che va alla
nostra anima e di chi ci vive accanto».

In conclusione, l’augurio di Napolioni: «Per questo l’augurio
che faccio a tutti voi, quello con cui Santa Chiara, che nulla
spezzi la comunione con il Signore: che Lui sia sempre con noi
è certo, ma che noi siamo sempre con lui non è detto. Sia
questo l’unico grande proposito per l’anno che inizia, non
mollare l’amicizia con Dio, ma anzi farla diventare un amore
incandescente capace di farci affrontare ogni difficoltà».

Con questo spirito è proseguita la celebrazione della Messa
che si è conclusa proprio con il Te Deum, un canto di lode e
di fiducia, forte dell’amore di Dio che ci conduce verso un
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nuovo anno, con i suoi giorni, le sue prove, i gesti di
generosità, le sue occasioni di gioia, di vita.

Il  Vescovo  Napolioni  ha
presieduto a Bordolano il
funerale  di   don  Cesare
Perucchi
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Nel nebbioso pomeriggio di venerdì 31 dicembre, a Bordolano,
si è tenuto il funerale di don Cesare Perucchi, in una chiesa
parrocchiale colma dell’affetto dimostrato nella preghiera da
alcune delle tante persone che hanno conosciuto il prete
deceduto il 30 dicembre scorso all’età di 95 anni.
Le esequie sono state presiedute dal vescovo di Cremona, mons.
Antonio Napolioni, e concelebrate dal vescovo emerito mons.
Dante Lafranconi, dal vicario generale don Massimo Calvi, dal
vicario episcopale per il Clero don Gianpaolo Maccagni, dal
parroco don Roberto Moroni insieme a diversi altri sacerdoti.

Nelle parole del Vescovo durante l’omelia il ricordo di don
Cesare: «Le letture di oggi, a partire dalla lettera di San
Giovanni, si adattano bene a questa celebrazione – ha esordito
monsignor Napolioni – si fa riferimento all’ultima ora, quale?
L’ultima ora della vita? Dell’anno? Direi sarebbe sempre come
l’ultimo giorno di scuola in un giorno di primavera dove i
ragazzi escono di scuola contenti, è bello pensare così la
nostra ultima ora terrena, come un grande inizio, specialmente
quando la vita è stata lunga e ricca come quella di don
Cesare».

Proseguendo il Vescovo ha voluto poi sottolineare come: «Don
Cesare ha vissuto in diversi paesi, e soprattutto qui a
Bordolano, dove ha voluto stare il più possibile, per ben 36
anni. Il Vangelo è quello che ci ha annunciato la nostra vera
dignità, non solo per noi vescovi e sacerdoti, ma per tutti
quanti: vivere, morire e risorgere da figli di Dio, figli nel
Figlio. Voi avete avuto un parroco per decenni, una sicurezza
che veniva data da una conoscenza prolungata, ora il mondo si
è velocizzato, ma anche nel breve tempo che stiamo in una
comunità dobbiamo abitarla: l’importante è avere una casa col
cuore e il rapporto con Dio ci aiuta».

Mons. Napolioni ha quindi terminato: «Quanta grazia abbiamo
ricevuto da un parroco che è stato tanti anni in una comunità!
 Quanta grazia nelle parole durante la confessione, di quanta
grazia abbiamo bisogno ancora oggi e quanta grazia può donarci
dal cielo chi ci ha lasciato: credo che i preti che muoiono,
come le mamme e come chi ha operato per la comunità civile,
non siano mai disoccupati in cielo ma partecipino di quella
pienezza di intercessione, di sostegno che nella comunione dei
santi rende possibile il nostro camminare con fiducia».

Al termine della celebrazione eucaristica, dopo l’aspersione
con l’acqua santa, in ricordo del battesimo, e con il fumo
dell’incenso in attesa della risurrezione dei morti, la salma
è stata portata fuori dalla chiesa dove c’è stato l’ultimo
saluto del Vescovo. Quindi il feretro è stato accompagnato in
processione dal parroco e dai fedeli presenti presso il
cimitero del paese dove è avvenuta la sepoltura.
Profilo    biografico   di   don
Perucchi

Nato a Soresina, don Perucchi è stato ordinato sacerdote nel
1950 con una classe di ben 16 sacerdoti. Dopo un anno a
Robecco d’Oglio, è stato per 12 anni, fino al 1963, vicario
parrocchiale ad Antegnate. Dal 1963 al 1974 ha poi guidato
come parroco la comunità di Alfiano, prima del suo
trasferimento a Bordolano, che , dal suo ingresso, il 12 marzo
1974, è diventata la sua casa. Qui infatti si è fermato come
sacerdote residente anche dopo il congedo per raggiunti limiti
d’età, nel 2010, ed è rimasto fino al trasferimento alla
Fondazione “La Pace” dove ha trascorso gli ultimi mesi della
sua vita terrena.

La Diocesi tra i “Cremonesi
dell’anno 2021”. Il premio di
“Mondo Padano” per il nuovo
Museo
C’è anche la Diocesi di Cremona tra i “Cremonesi dell’anno”
premiati dal settimanale Mondo Padano. L’annuncio è stato dato
dallo stesso periodico nell’ultima edizione del 2021, in
edicola oggi. Alla Diocesi va il riconoscimento nella sezione
“Cultura” grazie all’apertura del nuovo Museo Diocesano,
inaugurato alla vigilia della festa patronale di Sant’Omobono.

«Anche se fa un po’ strano ben venga – ho commentato il
Vescovo Napolioni intervistato da Mondo Padano – . Infatti, la
Diocesi prima di essere un ente e chi ne è pro tempore
responsabile, è un popolo, è l’insieme delle comunità
cristiane che vivono le diverse dimensioni della fede, tra cui
certo anche i suoi risvolti culturali. E se tutti si sentono
“premiati” per il quotidiano impegno di cura del patrimonio
ricevuto e di creatività culturale, spero ne siano tutti
felici». Nelle parole del vescovo il ringraziamento per tutti
quanti hanno reso possibile la realizzazione di un’idea che in
Diocesi ha radici profonde (mons. Napolioni ricorda infatti
come i primi passi del progetto fossero un’intuizione proposta
dal suo predecessore e oggi vescovo emerito Lafranconi) e una
riflessione sulla funzione che questa struttura assume nella
vita della comunità cristiana: «Il Museo presenta il
territorio (anche con lo splendido video conclusivo), ne
collega tanti aspetti e momenti, con un percorso educativo che
può avere diverse angolature. Svolge certamente un ruolo di
custodia e promozione del patrimonio culturale religioso,
indicando alle comunità criteri e metodiche per valorizzare
anche localmente tanta bellezza che ci è stata consegnata».

Sul settimanale anche un’intervista al cavaleri Giovanni
Arvedi, che con la moglie Luciana, attraverso la fondazione
“Arvedi Buschini” ha sostenuto e reso possibile l’apertura del
Museo: «La nostra volontà – ha detto – è quella di rendere
possibile alle persone e soprattutto ai giovani di ammirare e
riflettere sul messaggio artistico e spirituale che queste
opere comunicano».

Insieme alla Diocesi, gli altri “Cremonesi dell’anno” per il
2021 sono il Prefetto Vito Gagliardi (attività pubblica),
Nicolò Govoni (solidarietà), Fausto Desalu, Valentina Rodini,
Marco Villa e Vanessa Ferrari (sport), con un premio alla
memoria all’imprenditore Giacomo Spedini.
Dalle     meraviglie      del
territorio     a    Lourdes.
L’impegno     di      Ufficio
Pellegrinaggi e Profilotours
tra cultura e spiritualità
A pochi giorni dall’annuncio del pellegrinaggio diocesano a
Lourdes che sarà guidato dal Vescovo nel prossimo mese di
aprile, “Chiesa di Casa” questa settimana ha incontrato in
studio don Roberto Rota, incaricato diocesano per la pastorale
del tempo libero e dei pellegrinaggi, oltre che presidente
dell’agenzia turistica Profilotours, insieme a Osvaldo
Bonfanti, membro del consiglio di amministrazione dell’agenzia
turistica diocesana. Il dialogo, condotto da Riccardo
Mancabelli, ha avuto inizio con la spiegazione, da parte di
don Rota, della proposta diocesana che – pur nella
consapevolezza dei condizionamenti legati all’andamento della
pandemia – rappresenta un segnale della volontà di ripartenza
di un settore tra i più penalizzati in questa congiuntura
storica: «Dall’autunno scorso si sono ripresi i pellegrinaggi
a Lourdes, proponiamo anche noi per tre giorni un’esperienza
di pellegrinaggio, dal 25 al 27 aprile». L’incaricato
diocesano ha spiegato come il pellegrinaggio sia un «mettersi
in viaggio, lasciare da parte le proprie sicurezze e
abitudini, mettersi in discussione dal punto di vista della
della fede». In particolare, rispetto a Lourdes «la meta è in
se stessa significativa, perché richiama quel valore di
relazione con Dio che Maria media e prende per mano». Inoltre,
Lourdes richiama anche «la fragilità umana, nel senso del
Mistero che è la vita dell’uomo in rapporto con Dio».

La Profilotours torna così in prima linea, non solo come
supporto     all’ufficio      pellegrinaggi,      ma    anche
nell’organizzazione «viaggi culturali», come chiarisce Osvaldo
Bonfanti: «C’è uno zoccolo duro che elabora proposte. Prima
sono state fatte proposte nell’ambito europeo, poi abbiamo
allargato lo sguardo». L’obiettivo è quello di proporre mete
che tengano presenti le esigenze e le curiosità di tutti,
senza dividere nettamente l’idea del viaggio da uno sguardo
religioso. Così afferma don Rota, sottolineando che il titolo
del programma di viaggi della Profilotours è «Orizzonti di
fede», proprio perché si cerca di guardare agli aspetti
culturali con l’occhio della fede.

Durante questo periodo, particolarmente difficoltoso a causa
della pandemia, sono stati proposti viaggio particolari,
seppur a minore distanza, ad esempio: «Valencia e la Tuscia;
poi abbiamo proposto altre cose in giornata, soprattutto verso
il Veneto».

In attesa dunque di tornare a viaggiare sulle grandi distanze,
anche l’agenzia turistica diocesana ha riscoperto il valore di
un turismo di prossimità, del contatto con i territori, della
ricerca del bello che ci sta accanto. E non è dunque casuale
che proprio l’agenzia   sia oggi anche protagonista attiva
della nuova sfida culturale e turistica del Polo culturale ed
ecclesiale, che comprende Cattedrale, Battistero, Museo
verticale del Torrazzo e – dallo scorso novembre – il Museo
Diocesano, dove la stessa Profilotours ha la sua nuova sede.
«È necessario – riflette don Roberto Rota – ribadire che per
chi ha bisogno questa agenzia c’è», spiega don Rota e la
Profilotours si rende disponibile per la valorizzazione del
territorio, con la proposta di percorsi e pacchetti che
valorizzino certamente il cuore culturale della Diocesi in
città, ma anche le meraviglie sul territorio, come Sabbioneta
o Soncino. L’agenzia turistica diocesana e l’Ufficio
pellegrinaggi diventano così generatori di opportunità di
conoscenza e di approfondimento spirituale per parrocchie,
associazioni e gruppi: «I destinatari provengono da realtà
territoriali anche ai margini della città, ma che sanno di
poter trovare la possibilità di giocare il proprio desiderio e
la propria curiosità» continua l’incaricato diocesano. Anche
nei prossimi mesi, pur rimanendo limitata la programmazione
organica, si propongono mete interessanti, sia per viaggiatori
che per pellegrini: dalla Giordania, a Napoli, fino ad una
Sardegna insolita e alla Polonia di Giovanni Paolo II.

Le   celebrazioni   con il
Vescovo per fine 2021 e
Giornata per la pace
Si avvicina la conclusione dell’anno solare e come da
tradizione anche la liturgia sottolinea il passaggio al nuovo
anno con le celebrazioni del 31 dicembre e del 1 gennaio.

Venerdì 31 dicembre, nel pomeriggio (ore 18) presso la chiesa
di Sant’Agostino, a Cremona, la Messa di ringraziamento per
l’anno trascorso.

All’indomani, nella solennità di Maria Madre di Dio e Giornata
mondiale per la pace, il vescovo presiederà l’Eucaristia in
Cattedrale alle 18 (diretta sui canali web diocesani). Anche
il 1° gennaio, così come ogni domenica, alle ore 11 in tv e
sui social della diocesi sarà trasmessa la Messa dalla
Cattedrale di Cremona.

Giovedì 6 gennaio alle 11 il Vescovo sarà di nuovo in
Cattedrale per il pontificale dell’Epifania (diretta tv e web)
e alle 17 a San Sigismondo per la celebrazione del Vespro.
“Il   mio   presepe    2021”,
pubblicate sui social le foto
del contest. Vota con un
“like” la tua preferita
Sono state pubblicate sulla pagina Facebook della diocesi di
Cremona le fotografie inviate dai gruppi, famiglie e singoli
da tutte le zone della diocesi per partecipare al contest
fotografico “Il mio presepe” che in questo 2021 giunge alla
sua quarta edizione.

Tanti gli scatti inviati da famiglie, parrocchie, gruppi e
scuole che hanno condiviso il proprio modo di rappresentare la
Natività in questo anno in cui ha acquisito un significato
particolare la possibilità di condividere anche attraverso i
canali digitali un piccolo segno della propria quotidianità in
questi giorni di festa.

Si apre dunque adesso la fase delle votazioni: è possibile
votare fino alle ore 11 di lunedì 3 gennaio 2022 il proprio (o
i propri) presepe preferito mettendo like all’immagine e
invitando gli amici a farlo condividendola sul proprio
profilo.

 Quest’anno è possibile votare i presepi delle due categorie:

                    • GRUPPI (clicca QUI)

                   • FAMIGLIE (clicca QUI)

I presepi vincitori – quelli cioè che avranno ottenuto più mi
piace sulla pagina Facebook della Diocesi di Cremona (uno per
la categoria FAMIGLIA e uno per la categoria GRUPPO) – saranno
pubblicati su diocesidicremona.it e saranno protagonisti della
puntata del Giorno del Signore in onda 9 e 10 gennaio

                        Il regolamento

Covid, ecco cosa cambia con
l’entrata in vigore delle
nuove norme
A seguito dell’entrata in vigore delle nuove normative
anticovid che da Natale hanno ampliato l’uso del super green
pass e imposto nuove regole per l’uso delle mascherine, non
mancano anche alcune novità rispetto alle attività di
parrocchie e oratori. A tal proposito la Diocesi ha aggiornato
la nota con le norme cui attenersi, in particolare modo nelle
iniziative di questi giorni di festa in parrocchia e oratorio.

In questo senso è da sottolineare l’obbligo di Green Pass
Rafforzato per partecipare alle feste dell’ultimo dell’anno
(se sono coinvolti anche adulti).

Non serve il Green Pass Rafforzato, invece, per partecipare ai
campi invernali, ma chi ne è sprovvisto non potrà consumare
nemmeno una bevanda all’interno di locali pubblici diversi
dalla casa o albergo sede del campo (come as esempio
autogrill, rifugi di montagna, ristoranti e pizzerie…). Altra
novità riguarda l’obbligo di mascherina FFP2 sui pullman per
gli spostamenti di gruppo.

La mascherina diventa ora obbligatoria sempre in oratorio,
anche all’aperto, e quindi pure nel cortile dell’oratorio o
sul sagrato.
Inoltre per chiunque abbia compiuto i 12 anni sarà necessario
esibire il Green Pass Rafforzato per consumare cibo o bevande
al bar dell’oratorio, anche se in piedi o al banco. Necessario
al riguardo predisporre il necessario controllo.

      Scarica le indicazioni dettagliate per le attività
           parrocchiali (aggiornate al 27 dicembre)

       Indicazioni sintetiche
  Le modifiche rispetto alla versione del 04/12/2021 sono in
                            rosso

Norme generali
     Mascherine sempre obbligatorie sia all’aperto che al
     chiuso anche in zona bianca;
     igienizzazione frequente delle mani;
     pulizia degli ambienti e delle superfici;
     distanziamento interpersonale;
     registro delle presenze (da compilare e conservare ai
     fini del tracciamento dei contatti per ogni riunione e
     incontro e anche per la libera frequentazione del
     cortile dell’oratorio, non serve per il bar, ma serve
     per la sala giochi).

Green Pass Base e Green Pass Rafforzato
GP Base: certificazione verde ottenuta con vaccinazione da non
oltre 9 mesi (dal 1 febbraio da non oltre 6 mesi), guarigione
da non oltre 6 mesi o tampone negativo effettuato non oltre
72h (molecolare) o 48h (rapido).
GP Rafforzato: certificazione verde ottenuta con vaccinazione
da non oltre 9 mesi (dal 1 febbraio da non oltre 6 mesi)
oppure guarigione da non oltre 6 mesi.

Il Green Pass viene verificato da uno o più incaricati
attraverso l’applicazione ufficiale VerificaC19 aggiornata
dopo l’entrata in vigore del Green Pass rafforzato.

Serve il Green Pass Base

     a tutti i maggiorenni che svolgono un servizio
     parrocchiale (es. catechisti, baristi, animatori,
     educatori,    allenatori,     ministri    straordinari
     dell’Eucarestia, cantori…) ai quali è chiesto di firmare
     l’autodichiarazione allegata da consegnare una volta
     sola.
     ai partecipanti adulti alle riunioni e convegni aperti a
     tutti

Serve il Green Pass Rafforzato

     per la consumazione di cibi o bevande al tavolo o in
     piedi all’interno dei locali parrocchiali, sopra i 12
     anni;
     per l’attività sportiva al chiuso, compreso l’utilizzo
     di spogliatoi;
     per il pubblico di cinema e teatri (è vietato consumare
     cibo durante lo spettacolo);
     al pubblico di gare sportive e spettacoli anche
     all’aperto.
     per le attività ricreative o di animazione per
     maggiorenni al chiuso (ad esempio, tornei di carte;
     tombola…)
     per la consumazione di un pasto al chiuso in occasione
     di un incontro di catechesi o animazione per maggiorenni
     (cena con i giovani o con le famiglie…)

Non serve per le celebrazioni.
Non serve per il semplice accesso all’oratorio.
Non serve per partecipare alla catechesi (è indifferente che
si tratti di minorenni o maggiorenni).
Non serve per i minorenni che partecipano alle attività di
animazione, ricreative e per il gioco libero.
Non serve per praticare sport all’aperto.
Non serve per i partecipanti al doposcuola (i volontari
dovranno produrre la dichiarazione necessaria per tutti i
volontari).
Non serve per la consumazione di un pasto al chiuso in
occasione della catechesi o animazione dei minorenni (invece è
necessario il Green Pass Rafforzato se si tratta di
maggiorenni). Sarebbe bene evitare la consumazione di cibo se
non indispensabile ai fini dell’attività.

Per gli spostamenti

Sui mezzi pubblici e pullman privati serve sempre indossare la
mascherina FFP2 e non è sufficiente la mascherina chirurgica o
di comunità (di stoffa).
Serve il Green Pass Base per i mezzi pubblici o pullman
privati se lo spostamento avviene all’interno di zone bianche
o gialle.
Serve il Green Pass Rafforzato per i mezzi pubblici o pullman
privati se lo spostamento ha come punto di partenza e/o di
arrivo una zona arancione.
In zona rossa gli spostamenti sono consentiti esclusivamente
per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità
ovvero per motivi di salute o per far rientro presso la
propria residenza, abitazione, domicilio.
Alla luce di quanto esposto, appare chiaro che le persone non
vaccinate di età superiore ai 12 anni potranno partecipare a
iniziative di un solo giorno o ad attività residenziali solo
quando sia il territorio di partenza che quello di
destinazione sono in zona bianca o gialla.
Documenti necessari
Tutti i minorenni che partecipano ad una qualunque delle
attività parrocchiali (ad esclusione delle celebrazioni)
devono portare il documento di iscrizione firmato dai genitori
(entrambi o uno che si assume la responsabilità della scelta
per entrambi). Tale iscrizione generica alle “attività
parrocchiali” è da portare una volta sola anche se si
partecipa a più attività (ad es. se un ragazzo frequenta il
catechismo e partecipa al corso di chitarra porterà il foglio
firmato un volta sola).
Tutti i maggiorenni che svolgono un servizio parrocchiale
devono firmare una dichiarazione in cui, tra l’altro,
dichiarano di essere in possesso di Green Pass.

Ministri ordinati
Valgono per i ministri ordinati (vescovi, presbiteri e
diaconi) le stesse norme previste per gli operatori pastorali
maggiorenni: per visitare i malati e partecipare alle attività
educative e catechistiche devono possedere il Green Pass
ovvero essere vaccinati contro il COVID-19 con una dose da
almeno 14 giorni oppure essere guariti dall’infezione da SARS-
CoV-2 da non oltre 180 giorni oppure avere l’esito negativo di
un tampone (esame diagnostico per rilevare l’infezione da
SARS-CoV-2) nei termini di tempo indicati dall’autorità
civile. Per le celebrazioni eucaristiche e le confessioni,
valgono le norme e le indicazioni già date in precedenza. La
visita ai fedeli in pericolo di morte in caso di urgenza,
qualora non sia possibile ottemperare a quanto stabilito, è
comunque consentita.

Adempimenti
Identificare il referente covid parrocchiale
Esporre la segnaletica (Vedi modelli         disponibili   su
www.diocesidicremona.it/sicurezzacovid)
Stilare e dare pubblicazione

     del regolamento covid (Allegato 5)
     dell’Informativa e consenso ai fini privacy e
     riservatezza – Raccolta dati per le attività
     parrocchiali (Allegato 3)
     dell’Informativa ai fini privacy e riservatezza –
     Ingresso agli ambienti parrocchiali (Allegato 4)

Progetto     Bahia,    dopo
l’Avvento di fraternità la
vicinanza    si   consolida
nell’estate brasiliana
La Diocesi di Cremona ha scelto di continuare a sostenere il
Progetto Bahia, in Brasile, durante il tempo dell’Avvento che
si è appena concluso, con la raccolta di offerte nelle
parrocchie. L’obiettivo di questo progetto, però, non consiste
solo nella raccolta di fondi. Infatti desidera incontrare
anche la sensibilità della nostra Chiesa locale al fine di
incrementare le relazioni tra persone, la conoscenza delle
esperienze e delle fatiche che spesso accomunano tutte le
comunità credenti. Per questo il Centro missionario diocesano,
in accordo con la parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado in
Salvador de Bahia, vuole dedicare uno spazio specifico ai
sacerdoti e ai diaconi della nostra diocesi.

Avendo avuto la disponibilità di don Davide Ferretti e dei
missionari laici, è possibile avvicinare, per la prima volta
in presenza, o consolidare la conoscenza del progetto e della
realtà missionaria brasiliana.

I giorni successivi alle festività natalizie per il mondo
brasiliano è già tempo di vacanze estive ed è il tempo
propizio per quanti desiderassero partire per un’esperienza di
missione breve, soprattutto presbiteri. Una piccola
delegazione si sta già formando e il Centro missionario ha
affidato quest’anno a don Andrea Lamperti Tornaghi, che già
conosce il progetto, il ruolo di accompagnatore (partenza
prevista per il 4 gennaio e rientro in Italia il 16 gennaio).

Nel rispetto delle linee guida dei Ministeri italiani degli
Esteri e della Salute, dopo aver consultato il Consolato
brasiliano in Italia, si può partire. Quanti, tra il clero
diocesano, desiderassero maggiori informazioni o addirittura
fossero interessati ad affiancare don Lamperti Tornaghi,
contattino l’incaricato diocesano per la Pastorale missionaria
don Maurizio Ghilardi.

L’occasione consentirà alla parrocchia brasiliana di iniziare
a ricevere, brevi mano, i primi fondi raccolti insieme al
materiale sportivo e didattico per le attività dei ragazzi
donati da un’associazione sportiva.

Il Centro missionario diocesano ricorda che anche per i
giovani maggiorenni è possibile fare l’esperienza di missione
breve in Brasile, per un periodo minimo di tre settimane e
dopo un percorso di formazione. Per ogni delucidazione
scrivere    a   missioni@diocesidicremona.it       oppure
donmauri68@gmail.com.
Il Vescovo nel giorno di
Natale:   «Cominciamo dal
Bambino a ricostruire un
mondo più umano»
« “A chi è stato dato molto, molto verrà chiesto”. Credo che a
noiitaliani, anzi, noi cremonesi verrà chiesto conto di come
avremo goduto di tanta arte, nella vita. Ci abbiamo fatto
l’abitudine, forse, a questo scrigno: la cattedrale, le altre
chiese, le pitture, le sculture» Inizia guardando all’arte
l’omelia che il vescovoAntonio Napolioni ha proposto durante
la Messa nella solennità del Santo Natale, presieduta nella
mattinata di sabato 25 dicembre in Cattedrale, alla presenza
dei fedeli e dei Canonici del Capitolo della Cattedrale.

Rischiamo di guardarle solo dal punto di vista storico,
artistico, o culturale, queste opere d’arte; il Vescovo
ricorda che, invece, «non stanno davanti a noi per distrarci,
ma per generare una contemplazione, uno stupore, una gioia
profonda, una commozione». Riferendosi ad una sua recente
visita al nuovo Museo diocesano di Cremona, insieme ad una
scolaresca, mons.Napolioni spiega che la cosa che più attirava
i ragazzi «Era il divano. Ci si fiondavano. Forse anche noi
abbiamo la “divanite” acuta, magari giustificata dalla paura
del contagio. Ma non basta. Abbiamo fame e sete di bellezza
incarnata. Potremmo essere anche oggi passivi ascoltatori del
“discorso” di Natale. Dobbiamo avere delle domande davanti a
qualcosa che stride». Prendendo, poi, come spunto
l’Annunciazione del Boccaccino, esposta al museo diocesano,
continua: «Perché Maria non guarda l’angelo che Le sta
portando l’Annuncio? È distratta? Non le interessa? Ha paura?
Non se ne accorge? Oppure, è tutta presa da ciò che si sta
realizzando in lei!». Il paragone con un presepio conservato
in una teca del museo offre al Vescovo lo spunto per
continuare la sua riflessione: «Il Verbo si è fatto carne.
Carne di tutti. Carne umana. Perché non vedere in quel Bambino
la sacralità della vita? – e continua – Quel bambino, quel
grumo di cellule, quegli occhietti, quel bisogno di nutrimento
e calore, quella solitudine è impronta della Sostanza e tutto
sostiene con la Sua Parola potente. Vogliamo ricominciare da
lui a ricostruire un mondo umano? Ci è dato questo giorno per
avere un sussulto di verità nei nostri pensieri e nei nostri
sentimenti! Concludo dicendovi che quella teca viene voglia di
romperla, prendere in braccio il Bambino, di stringerlo,
coprirlo, scaldarlo. Ma il problema non è quella teca di
vetro: il problema sono le teche della nostra indifferenza, in
cui noi costringiamo pezzi della nostra umanità, cassetti che
non vogliamo riaprire, scheletri nell’armadio, conti in
sospeso con parenti e amici». Infine, il vescovo Antonio ha
concluso la predica rimarcando che: «Il Bambino che rinasce
vuol far rinascere anche noi. La morte non ci farà paura se
guarderemo il mondo, noi stessi e gli altri nella luce del
Nascente».

La celebrazione, animata dal Coro della Cattedrale,
dall’organo e dal suono solenne della tromba, si è conclusa
con la concessione dell’indulgenza plenaria e, infine, con
l’augurio di mons. Napolioni «di dar vita a ciò che abbiamo
ricevuto». Un augurio speciale è stato rivolto a seminaristi e
fidanzati, «per questi doni che il Signore fa alla comunità
attraverso i “sì” dei nostri giovani».

 Il vescovo nella notte di Natale: «Sono stato testimone del
 Nascente in una mappa di luoghi delicati ma traboccanti di
 speranza»
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