Il Papa concede a cappellani del Mare stesse licenze dei Missionari della Misericordia

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Il Papa concede a cappellani
del Mare stesse licenze dei
Missionari della Misericordia
Spesso lontani dalla famiglia per lunghi periodi, marittimi e
pescatori vivono una vita a volte segnata dal non ricevere il
salario dovuto, da “esperienze vergognose di abusi e
ingiustizie” o dalle insidie di trafficanti, pirati e attacchi
terroristici. Ai cappellani e volontari di “Stella Maris” –
Apostolato del mare, il Papa chiede dunque di aiutare chi
solca per lavoro mari e oceani del mondo a ritrovare la
speranza di un futuro migliore e a non arrendersi ad una vita
precaria segnata a volte dallo sfruttamento. E poi, a braccio,
esorta in particolare i cappellani a essere misericordiosi per
fare pace in tanti cuori. Nata nel porto di Glasgow, “Stella
Maris” si appresta il prossimo anno a celebrare il suo
centenario col 25.mo Congresso Mondiale nella città scozzese.
Fu approvata con Papa Pio XI che desiderò che l’Apostolato del
Mare estendesse la sua missione agli oceani e ai mari di tutti
i Continenti. E oggi cappellani e volontari offrono assistenza
in quasi 300 porti di 55 Paesi, in tutto il mondo.

Raddoppiare sforzi contro tratta e lavoro forzato

A pescatori e marittimi il Papa, con il suo discorso, vuol
fare giungere, quindi, un incoraggiamento. Senza i marittimi,
ricorda, l’economia globale si fermerebbe, visto che oltre il
90% del commercio mondiale viene trasportato dalle navi
mentre, senza i pescatori, molti parti del mondo soffrirebbero
la fame. Nelle visite giornaliere alle navi, i cappellani
portano la Buona Novella del Signore e il Papa, per prima
cosa, chiede loro di ascoltare, con compassione e discrezione,
le preoccupazioni di marittimi e pescatori, di dare loro la
possibilità di aprire il cuore. Un ascolto che poi porta
all’azione:
Incoraggio quindi voi e tutti i cappellani e volontari di
Stella Maris a raddoppiare gli sforzi per affrontare questioni
che sono troppo spesso il risultato dell’avidità umana. Penso
alla tratta di esseri umani, al lavoro forzato e alla
violazione di diritti umani e del lavoro di tanti uomini e
donne che vivono e lavorano nei mari. Col vostro servizio
potete contribuire a ridare a queste persone il senso della
loro dignità. Anche grazie a voi le persone più vulnerabili
possono ritrovare la speranza di un futuro migliore. Il vostro
impegno può aiutarle a non arrendersi di fronte a una vita
precaria e a volte segnata dallo sfruttamento.

Il dialogo con il cappellano può aprire orizzonti di speranza

A braccio, poi, Papa Francesco sottolinea in particolare il
tratto della misericordia che i cappellani devono avere e
concede a quelli che si occupano dell’Apostolato del Mare le
stesse licenze dei Missionari della Misericordia. Questi
sacerdoti dal Giubileo della Misericordia possono – lo
ricordiamo – predicare, confessare e assolvere i peccati con
le stesse facoltà che sono di stretta competenza della Sede
Apostolica.

Tanti marinai si accosteranno o arriveranno dai cappellani,
dai sacerdoti, con problemi di coscienza che li fanno soffrire
tanto, e che mai hanno avuto la possibilità di tirare fuori,
in quelle circostanze, lontano da casa, lontano dalla patria,
e in quelle situazioni che abbiamo descritto. Forse un dialogo
con il cappellano apre orizzonti di speranza. Io vorrei dirvi:
siate misericordiosi, siate misericordiosi. E per favorire
questa misericordia, io concedo a tutti i cappellani dei
marinai le stesse facoltà che ho dato ai Missionari della
Misericordia. Così, potrete aiutare a fare pace in tanti
cuori.

Uomini resi nuovi dall’amore di Dio possono trasformare
rapporti umani
Una presenza centrale, quindi, quella dei cappellani e dei
volontari dell’Apostolato del Mare nei porti del mondo:

La vostra presenza nei porti, piccoli e grandi, già di per sé
dovrebbe essere un richiamo alla paternità di Dio e al fatto
che davanti a Lui siamo tutti figli e fratelli; un richiamo al
valore primario della persona umana prima e al di sopra di
ogni interesse; e uno stimolo a tutti, a partire dai più
poveri, a impegnarsi per la giustizia e il rispetto dei
diritti fondamentali.

Uomini “resi nuovi dall’amore di Dio”, ricorda in conclusione,
possono trasformare in modo radicale i rapporti che gli esseri
umani hanno fra loro, portando pace e giustizia dove ci sono
odio e sfruttamento.

Aiuto al suicidio: a pochi
giorni dalla sentenza, a
Cremona convegno con il prof.
Massimo Gandolfini
Mancano pochi giorni: il prossimo 24 settembre scadrà il
termine, imposto dalla Corte Costituzionale al Parlamento
italiano, per affrontare e disciplinare la riforma
dell’articolo 580 del Codice penale, quello relativo al reato
di “istigazione o aiuto al suicidio” e quello in cui ricade il
caso di Marco Cappato, il leader radicale e tesoriere
dell’associazione “Luca Coscioni”, subito auto-accusatosi
dell’aiuto al suicidio per il caso di dj Fabo.

Qualora, entro quella data, il Parlamento non si fosse
espresso, la Consulta procederebbe per proprio conto,
emettendo una sentenza che potrebbe introdurre varchi,
sollevare eccezioni, limitare “in alcuni casi” e di fronte a
“diritti soggettivi” l’applicabilità di quell’articolo del
codice. Gli stravolgimenti politici dei giorni scorsi sembrano
rendere sempre più impraticabile e improbabile la via
parlamentare, per definire la delicatissima questione. Con
tutto quel che ne consegue.

Cosa potrà accadere? Quali le conseguenze di questa sentenza?
Per saperne e capirne di più, il Comitato Difendiamo i Nostri
Figli di Cremona, in collaborazione con l’Associazione
ProVita&Famiglia, il Movimento per la Vita e il Centro di
Aiuto alla Vita, promuove il convegno dal titolo “Dalle DAT
all’eutanasia: cade la diga”. L’appuntamento è per la sera di
giovedì 5 settembre, alle ore 21, presso il salone Bonomelli
del Centro pastorale diocesano di Cremona, in via Sant’Antonio
del Fuoco 9/A.

Relatori saranno il prof. Massimo Gandolfini, professore
associato di Neurochirurgia e direttore del Dipartimento di
Neuroscienze presso la Fondazione Poliambulanza di Brescia,
nonché presidente nazionale del Comitato Difendiamo i Nostri
Figli, e l’avv. Piercarlo Peroni, co-responsabile della
sezione di Brescia del medesimo Comitato. A moderare i lavori
sarà la giornalista cremonese       Francesca   Morandi,   del
quotidiano La Provincia.

Il convegno, stante l’estrema attualità del tema trattato e le
sue implicanze sotto i profili etico, morale, legislativo e
culturale, è aperto a tutti.

                   Locandina dell’incontro
Tutela dei minori e delle
persone vulnerabili. Ecco le
Linee guida Cei e Cism
Rinnovamento ecclesiale; protezione e tutela dei minori e
delle persone vulnerabili; ascolto, accoglienza e
accompagnamento delle vittime; responsabilizzazione
comunitaria e formazione degli operatori pastorali; formazione
dei candidati agli ordini sacri e alla vita consacrata;
giustizia e verità; collaborazione con la società e le
autorità civili; trasparenza e comunicazione. Sono questi i
principi guida in cui la Chiesa italiana si riconosce per
l’elaborazione delle Linee Guida per la Tutela dei minori e
delle persone vulnerabili della Conferenza episcopale italiana
e della Conferenza italiana dei superiori maggiori.

Il testo, pubblicato oggi, è stato approvato nel corso dei
lavori dell’ultima Assemblea generale della Cei (20-23 maggio)
ed è composto da una Premessa, dove si elencano e si
analizzano i principi guida, da dettagliate indicazioni
operative e una serie di allegati. Le Linee guida, si legge,
si applicano “a tutti coloro che operano, a qualsiasi titolo,
individuale o associato, all’interno delle comunità ecclesiali
in Italia” e “compatibilmente al diritto proprio e alla
normativa canonica, a tutti gli Istituti di Vita Consacrata e
Società di Vita apostolica, nella misura in cui questi non
dispongano di proprie Linee guida”.

“Qualsiasi abuso sui fanciulli e sui più vulnerabili, ancor
prima di essere un delitto, è un peccato gravissimo, ancor più
se coinvolge coloro ai quali è affidata in modo particolare la
cura dei più piccoli”, scrivono i vescovi nella Premessa. Per
questo motivo

 “la Chiesa cattolica in Italia intende contrastare e
prevenire   questo     triste    fenomeno    con   assoluta
 determinazione”.

Il primo principio di base, il rinnovamento ecclesiale, prende
le mosse dalla “Lettera al popolo di Dio” di papa Francesco
del 20 agosto 2018 e ribadisce che “tutta la comunità è
coinvolta nel rispondere alla piaga degli abusi non perché
tutta la comunità sia colpevole, ma perché di tutta la
comunità è il prendersi cura dei più piccoli”. Per questo, “è
richiesto un rinnovamento comunitario, che sappia mettere al
centro la cura e la protezione dei più piccoli e vulnerabili
come valori supremi da tutelare”.

È necessario “dare il giusto e dovuto ascolto alle persone che
hanno subito un abuso e trovato il coraggio di denunciare”, in
tal senso “la vittima va riconosciuta come persona gravemente
ferita e ascoltata con empatia, rispettando la sua dignità”.
Una priorità che “è già un primo atto di prevenzione perché
solo l’ascolto vero del dolore delle persone che hanno
sofferto questo crimine ci apre alla solidarietà e ci
interpella a fare tutto il possibile perché l’abuso non si
ripeta”. Un processo cui è chiamata e responsabilizzata tutta
la comunità, una “missione”, in cui “ciascuno può e deve fare
la sua parte”.

Per quanto riguarda il cammino formativo e alla professione
religiosa di seminaristi e candidati alla vita presbiterale e
consacrata, è richiesta “una grande prudenza nei criteri di
ammissione” con “grande attenzione” anche per la formazione
permanente.

Sicuramente, poiché “la Chiesa ricerca la verità e mira al
ristabilimento della giustizia”,“nessun silenzio o
occultamento può essere accettato in tema di abusi”.Per queste
ragioni, prosegue il testo, “le procedure canoniche vanno
rigorosamente rispettate: esse non hanno lo scopo di
sostituirsi all’autorità civile, bensì quello di perseguire
l’accertamento della verità e il ristabilimento della
giustizia all’interno della comunità ecclesiale anche, in quei
casi in cui determinati comportamenti non siano considerati
reati per la legge dello Stato, ma lo sono per la normativa
canonica”.

Accanto alla “collaborazione con l’autorità civile”, si
inserisce il valore della trasparenza nelle comunicazioni e
“di un’informazione corrispondente alla verità, che sappia
evitare strumentalizzazioni e parzialità”.

Le indicazioni operative delle Linee guida si soffermano sui
diversi aspetti procedurali e concreti, che partono
dall’ascolto, accoglienza e accompagnamento delle vittime e
affrontano il problema della selezione, formazione e
accompagnamento degli operatori pastorali e del clero.

Il capitolo 5 è quindi interamente dedicato alla trattazione
delle segnalazioni di presunti abusi sessuali nei confronti di
un minore o di una persona vulnerabile, commessi in ambito
ecclesiale da chierici o membri di Istituti di vita consacrata
o di Società di vita apostolica. La norma è dirimente:
“chiunque abbia notizia della presunta commissione in ambito
ecclesiale di abusi sessuali nei confronti di minori o persone
vulnerabili è chiamato a segnalare tempestivamente i fatti di
sua conoscenza alla competente autorità ecclesiastica, a
tutela dei minori e delle persone vulnerabili, della ricerca
della verità e del ristabilimento della giustizia, se lesa”.
La segnalazione va presentata e accolta dall’Ordinario. E
ancora: “La segnalazione non solo non esclude, ma neppure
intende ostacolare la presentazione di denuncia alla
competente autorità dello Stato, che anzi viene incoraggiata”.

Per quanto riguarda le procedure canoniche in caso di presunto
abuso sessuale commesso da parte di chierici nei confronti di
minori, la descrizione delle procedure è dettagliata e parte
dal principio che“nel suo discernimento il Vescovo o il
Superiore competente terrà presente il primario interesse
della sicurezza e tutela del minore”.A tal fine, “ferma
restando la presunzione di innocenza dell’accusato fino alla
condanna definitiva e la valutazione di ogni singolo caso
concreto, il Vescovo o il Superiore competente, per prevenire
gli scandali, tutelare la libertà dei testi e garantire il
corso della giustizia, possono proibire all’accusato
l’esercizio del ministero e di ogni attività pastorale con
minori, allontanare l’accusato dal ministero sacro o da un
ufficio e compito ecclesiastico, imporgli o proibirgli la
dimora in un determinato luogo”.

Il chierico ritenuto colpevole degli abusi sarà comunque
“accompagnato nel suo cammino di responsabilizzazione,
richiesta di perdono e riconciliazione, riparazione, cura
psicologica e sostegno spirituale”.

Nei rapporti con le autorità civili viene introdotto il
principio secondo cui“l’autorità ecclesiastica ha l’obbligo
morale di procedere all’inoltro dell’esposto all’autorità
civile”.Non si procederà però a presentare l’esposto “nel caso
di espressa opposizione” da parte della vittima (se nel
frattempo divenuta maggiorenne), dei suoi genitori o dei
tutori legali.

Per quanto riguarda informazione e comunicazione,
l’istituzione ecclesiale è invitata a diventare “protagonista
della comunicazione, assumendola con convinzione, attenta a
rispondere alle legittime domande di informazioni, senza
ritardi o silenzi incomprensibili”.

Importante e fondamentale il ruolo dei Servizi ecclesiali a
tutela dei minori – nazionale, diocesano e interdiocesano –
per “aiutare a diffondere una cultura della prevenzione,
strumenti di formazione e informazione, oltre che protocolli
procedurali”.
Giornata per la carità del
Papa 2019. Mons. Russo (Cei):
“Stare con i poveri e gli
‘scarti’ della società”
“Francesco testimonia lui per primo quello che ci propone, è
l’apostolo della parola e dei fatti, credibile e concreto. In
mano a lui il Vangelo diventa ciò che non smette di spingerci
a donare la vita: parola viva, fresca, capace di generare in
modo inesauribile una storia nuova”. Così mons. Stefano Russo,
segretario generale della Conferenza episcopale italiana, in
vista della Giornata per la Carità del Papa che si celebra
domenica 30 giugno.

Eccellenza, quanto conta l’esempio del Papa nell’ambito della
carità?
Credo sia esperienza diffusa il sentirsi non solo guidati
dalla parola del Papa, ma anche da lui interpellati in un
dialogo profondo che sa farsi personale. Come se Francesco non
si rivolgesse a tutti in maniera indistinta, ma parlasse al
mio cuore, guardandomi negli occhi.

Il suo stile è come la voce di una persona che ci è familiare;
egli sa trovare modi, espressioni e momenti adatti per farsi
ascoltare e aprire un orizzonte di impegno sempre nuovo.

Accanto alle parole, i suoi gesti sono altrettanto eloquenti:
completano inseparabilmente la testimonianza resa al mondo e
alla Chiesa da questo coraggioso annunciatore del Vangelo.

Il Santo Padre è, dunque, il primo a tracciare il percorso…
Citando un’immagine che gli è cara, il Papa è certamente un
pastore che ci precede; sa stare, però, anche al nostro
fianco, camminando sul nostro stesso passo, fino a poterlo
ritrovare quando occorre dietro di noi, pronto a sostenerci se
inciampiamo, a incoraggiarci se la strada si fa in salita, ad
avvolgerci con tono affettuoso e forte.

L’impegno per la carità vede da sempre la Chiesa italiana in
prima linea.
Se ascoltiamo con disponibilità gli insegnamenti quotidiani
del Papa, è naturale che nasca il desiderio di sostenerne
l’impegno apostolico.

 Il Santo Padre conta, anzitutto, sul sostegno della nostra
 preghiera, come chiede in occasione di ogni suo incontro; nel
 contempo, necessita anche dell’aiuto materiale che le nostre
 comunità possono assicurargli.

La Giornata per la Carità del Papa ci offre l’opportunità di
afferrare la mano tesa da Francesco e stringerla alla nostra,
dando più forza a ogni suo gesto di solidarietà. Con la nostra
condivisione gli consentiremo di far arrivare il cuore là dove
chiama l’umanità ferita – nelle nostre città come nel mondo
intero – con i poveri e gli “scarti” della società, i feriti
dalla vita e chi ha dovuto lasciare tutto, sotto la violenza
della persecuzione, della miseria, della guerra.

Anche le diocesi sono chiamate a farsi carico di questa
chiamata?
Ci è affidata la possibilità di far nostra l’ansia missionaria
del Papa per abbracciare l’umanità e le infinite esigenze
materiali di chi ne abita le periferie sociali, geografiche e
spirituali.

Scheda

Nel 2018 le diocesi italiane hanno offerto alla Santa Sede
2.104.765,30 euro; l’importo pervenuto alla Santa Sede a
titolo di can. 1271 del Codice di Diritto Canonico è stato di
euro 4.025.275: 3.999.925 euro dalla Cei, 20.250
dall’arcidiocesi di Genova; 5.000 euro dalla diocesi di
Lamezia Terme. A queste somme, vanno aggiunti ulteriori
100.000 euro offerti dalla Cei per la Carità del Papa a favore
di una specifica destinazione.

La casa di riposo Arvedi
ospita le “prove aperte”
Tokyo Center Ensemble
Un gradito ritorno alla casa di riposo “Giovanni e Luciana
Arvedi” di Cremona per i giovani musicisti del Tokyo Center
Ensemble, già protagonisti nel 2017 (foto qui accanto) di un
concerto memorabile per bravura e simpatia. Ospiti del Cremona
Summer Festival 2019, si esibiranno a Palazzo Trecchi martedì
20 agosto, alle ore 18, con la direzione di Yasuyo Matsui.
Proprio martedì mattina, alle 10.40, nel parco della
Fondazione “La Pace”, in via Massarotti 49, terranno le “prove
aperte” del concerto, con ingresso libero e possibilità di
parcheggio interno dall’ingresso di via Santa Tecla 2.

Il concerto è organizzato dalla Camera di Commercio di
Cremona, dal Comune di Cremona, dall’Istituto Monteverdi, dal
Consorzio Liutai “Antonio Stradivari” Cremona con la speciale
collaborazione di Confartigianato Cremona che, grazie al M°
Stefano Trabucchi, presidente del Gruppo Liutai, si è fatta
tramite per poter organizzare questo evento
Tokyo Center Ensemble

La scuola è stata fondata nel 2014 da Naoki Matsui e Yasuyo
Matsu, entrambi insegnanti del Metodo Suzuki da oltre 20 anni.
L’idea della scuola si basa su quella del metodo Suzuki che,
attraverso la musica, fornisce agli studenti un’educazione a
livello umano.

Lo scopo dell’attività didattica è quello di trasmettere il
Metodo Suzuki a livello globale per promuovere la cultura e
l’educazione musicale, oltre a sviluppare relazioni con tutto
il mondo, con i bambini e i loro genitori e tutti gli alunni
del metodo Suzuki.

Yasuyo Matsui (Direttore del centro musicale Ensemble)

Yasuyo Matsui ha iniziato a suonare il violino all’età di
cinque anni con il metodo Suzuki e ha studiato con Ayako
Fujita e Chise Makino a Nagoya.

Nel 1978 è entrata nell’Accademia Internazionale del Metodo
Suzuki; ha studiato con Shinichi Suzuki che è il fondatore del
metodo Suzuki (noto come ISA = International Suzuki
Association, uno dei più grandi istituti di istruzione
musicale nel mondo). Oggi non è solo insegnante di violino del
metodo Suzuki, ma presiede le attività del metodo Suzuki per
sviluppare musicisti a livello mondiale.

Naoki Matsui

Direttore musicale del Tokyo Center Ensemble, nato a Tokyo nel
1947, ha studiato con il padre Hironaka Matsui, con Shinichi
Suzuki in Giappone, e con Sándor Végh presso il Conservatorio
Schumann in Germania. Naoki Matsui ha iniziato la sua
importante carriera vincendo il secondo premio nella categoria
violino al 19° Concorso musicale studentesco del Giappone, si
è laureato presso la Scuola di Musica di Toho Gakuen e ha
suonato nell’Orchestra Sinfonica della città di Solingen e in
quella di Düsseldorf in Germania,oltre alla Mito Chamber
Orchestra in Giappone. Inoltre ha ottenuto il titolo di
“Kammer Musika” dalla città di Düsseldorf. Oggi insegna ai
futuri violinisti e agli insegnanti di musica del metodo
Suzuki e del Tokyo Music Center.

Programma

Händel, Hombra mai fu

Mozart, Divertiment KV138 1st Movement

Händel, Passacalia (cello)

Bach, Double Concert 3rd Movement

Solo Kentaro Kodaka, Yoshifumi Sugiura

Vivaldi, Violin Concert a-moll 1st Movement

Eccles, Sonata g-minor 1,2nd Movement

Giordani, Caro mio ben

Kabalevsky, Violin Concert C-Major 1st Movement

Solo, Sara Nishimura

Suzuki, Suzuki’s Medley
Rete Mondiale di Preghiera,
una missione di compassione
per il mondo
Papa Francesco ha ricevuto in udienza venerdì 28 giugno i
gruppi della Rete Mondiale di Preghiera del Papa provenienti
da tutto il mondo per il 175.mo anniversario della
nascita. Era presente anche monsignor Antonio Trabucchi,
delegato per la Rete mondiale di preghiera della diocesi di
Cremona, che ha avviato un monitoraggio dei gruppi attivi sul
territorio.

“Possiamo fare tante cose ma senza preghiera la cosa non va”.
La preghiera è, infatti, il cuore della missione della Chiesa.
Lo ricorda stamani Papa Francesco alle circa 6mila persone
festanti riunite, fin dalla prima mattina, in Aula Paolo VI,
che incoraggia a proseguire nella loro strada. Appartengono a
52 delegazioni dei cinque continenti della Rete Mondiale di
Preghiera del Papa, giunti a Roma per celebrare il 175.mo
anniversario della nascita e il 10.mo della rifondazione,
approvata nel 2014 da Papa Francesco. Nata come Apostolato
della Preghiera, con i gesuiti in Francia nel 1844, oggi
l’associazione è arrivata ad unire in una rete invisibile ma
efficace ben 35 milioni di cattolici in ogni angolo della
terra, compreso il MEG, il Movimento Eucaristico Giovanile.
(Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Entrare nel cuore di Gesù

Una commemorazione, quella dei 175 anni di vita, inaugurata
proprio nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Non a caso il
Papa parla di “rivoluzione della tenerezza” nel
suo discorso che si snoda come una riflessione sulle
testimonianze rese prima da alcuni rappresentanti. Si tratta,
ricorda, di “una missione di compassione per il mondo”, un
“cammino del cuore”:

Il Cuore di Cristo è talmente grande che desidera accoglierci
tutti nella rivoluzione della tenerezza. La vicinanza al Cuore
del Signore sollecita il nostro cuore ad avvicinarsi con amore
al fratello, e aiuta a entrare in questa compassione per il
mondo. Siamo chiamati ad essere testimoni e messaggeri della
misericordia di Dio, per offrire al mondo una prospettiva di
luce dove sono le tenebre, di speranza dove regna la
disperazione, di salvezza dove abbonda il peccato. Entrare in
preghiera è entrare con il mio cuore nel cuore di Gesù, fare
una strada dentro il cuore di Gesù, quello che Gesù sente, i
sentimenti di compassione di Gesù e anche fare un viaggio
dentro il mio cuore per cambiare il mio cuore in questo
rapporto con il cuore di Gesù.

Il   riferimento   in   particolare   è   alla   nuova   iniziativa
del Cammino del Cuore, un itinerario di preghiera legato al
Cuore di Gesù, che come aveva ricordato nella sua
testimonianza Bettina Raed, direttrice in Argentina e Uruguay,
si tiene nelle comunità, nei collegi, nelle parrocchie.

La preghiera crea ponti e speranza

“È bello sapere che i cinesi, al di là delle difficoltà di
diversa natura, si possono sentire realmente uniti nella
preghiera”, nota, poi, il Papa a proposito delle parole
di padre Matthew,direttore della Rete a Taiwan, che ha parlato
del lancio, quest’anno, della versione di Click to pray in
cinese:

La preghiera suscita sempre sentimenti di fraternità, abbatte
le barriere, supera i confini, crea ponti invisibili ma reali
ed efficaci, apre orizzonti di speranza.

Non sparlare ma parlare a Gesù dei fratelli

Dalla Cina alla Francia, dove 175 anni fa è nata questa
realtà. Riflettendo sulla testimonianza di Marie Dominique
Corthier, madre di famiglia e coordinatrice francofona, il
Papa rimarca che la chiamata per tutti è a calarsi “nella
storia concreta delle persone che ci stanno accanto
soprattutto pregando per loro, assumendo nella preghiera le
loro gioie e le loro sofferenze”.

E’ importante parlare dei fratelli ma ci sono due vie per
parlare dei fratelli o benedire i fratelli cioè parlare bene
dei fratelli o chiacchierare, sparlare di loro. Chiacchierare
è una cosa brutta, non è di Gesù. Gesù mai chiacchierava.
Invece parlare, sì. E la preghiera è parlare a Gesù dei
fratelli, dire: “Signore, per questo problema, per questa
difficoltà, per questa situazione…” e questo è un cammino di
unione, di comunità. Invece sparlare degli altri è un cammino
di distruzione.

La preghiera dei giovani e dei bambini

Crescere nell’incontro intimo con Gesù è centrale per i
giovani, per poi spendersi nell’evangelizzazione e nel fare
del bene. Bisogna insegnare loro che la preghiera è un grande
cammino per andare avanti nella vita, ricorda poi il Papa in
merito alle parole di Suor Selam Berhanu, coordinatrice del
MEG in Etiopia, che oggi conta 13mila giovani:

Dobbiamo offrire ai giovani occasioni di interiorità, momenti
di spiritualità, scuole della Parola, affinché possano essere
entusiasti missionari nei diversi ambienti. Così scopriranno
che pregare non li separa dalla vita reale, ma li aiuta a
interpretare alla luce di Dio gli avvenimenti esistenziali.

E in proposito il Papa, come già altre volte, torna a chiedere
di insegnare a pregare ai bambini, a farsi il segno della
croce: “Loro arrivano subito al cuore di Gesù”, evidenzia.

I nonni: esempio nella preghiera di intercessione

Nella Rete di Preghiera del Papa si incontrano, infatti, varie
generazioni. Il Papa apprezza che i nonni possano essere di
esempio ai giovani, in particolare nella preghiera di
intercessione, e ne loda la capacità di ragionare con il
cuore. “I più grandi uomini e donne di Dio sono stati grandi
intercessori”, ricorda ancora Francesco, sottolineando che
dobbiamo imitare Gesù, nostro intercessore davanti al Padre.
Di come la Rete sia accettata bene da giovani e anziani, aveva
infatti parlato Diego Martinez, coordinatore dell’associazione
in Guatemala.

Servirsi della rete senza diventarne ostaggi

Tramite le piattaforme digitali come Click to pray o lo
stesso Video del Papa molti giovani hanno scoperto una vita di
preghiera, aveva ricordato nella sua testimonianza padre
Antonio Valerio, gesuita del Portogallo, direttore nazionale
della Rete. Un aspetto sul quale Francesco si sofferma
mettendo anche in guardia dai rischi della rete:

Si tratta di entrare negli areopaghi moderni per annunciare la
misericordia e la bontà di Dio. Occorre prestare attenzione,
però, a servirsi di questi mezzi, specialmente della rete di
Internet, senza diventare servi dei mezzi. Bisogna evitare di
diventare ostaggi di una rete che prende noi, invece di
“pescare pesci”, cioè attirare anime per portarle al Signore.

In conclusione, il Papa rivolge il suo grazie alla Rete
Mondiale di Preghiera per l’aiuto che dà alle persone ad avere
uno sguardo di fede sulla realtà e riconoscere quello che Dio
opera in loro e quindi uno sguardo di speranza. Gratitudine il
Papa la esprime anche verso la Compagnia di Gesù, dalla quale
è nata la Rete di Preghiera: “Si pensa che i gesuiti sono gli
intellettuali” ma sono uomini di preghiera, dice. Un
ringraziamento speciale lo dirige anche a padre Frédéric
Fornos, direttore internazionale della Rete di Preghiera, per
la sua dedizione e creatività. Prima del suo discorso, proprio
il saluto di padre Fornos aveva aperto l’incontro,
sottolineando come siano persone “invisibili” quelle che
portano avanti la Rete, persone che non compaiono sui media ma
ogni giorno collaborano alla missione della Chiesa. “Le
intenzioni di preghiera che ci affida ogni mese sono per noi
come una bussola per aprire i nostri cuori agli altri, ad una
missione di compassione per il mondo”, aveva affermato padre
Fornos ricordando che, dopo le iniziative del Video Papa
e Click to Pray, oggi viene lanciato Il Cammino del Cuore per
entrare nella dinamica spirituale del Cuore di Gesù con gli
orientamenti anche dell’Evangelii gaudium.

San Sigismondo, sold out la
lectio sul Cenacolo vinciano
del refettorio con gli Amici
del Monastero e Fai Cremona
San   Sigismondo    apre   le   porte   e   regala,   grazie
all’organizzazione degli Amici del Monastero in collaborazione
con la Direzione regionale FAI Lombardia, un appuntamento
culturale di grande rilievo che si inserisce nel contesto del
500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci.

Appena prima della seconda apertura annuale del Monastero (15
settembre), venerdì 13 settembre 2019, alle ore 16, grazie
alla collaborazione con il delegato FAI di Cremona, Dr.
Alessandro Bonci , ideatore dell’iniziativa, e alla generosa
disponibilità della Priora Madre Lucia, la Prof.ssa Anna
Maccabelli terrà una conferenza, riservata ai soci, dentro il
refettorio del Monastero, sul tema “La lezione del Cenacolo
leonardesco tra Cremona e Crema”. Alle 18,30 la Prof.sa
Maccabelli ripeterà la conferenza in un incontro aperto al
pubblico per il quale sono però esauriti i posti disponibili
(per questo si sta cercando di organizzare una seconda data
per fare fronte all’alto numero di prenotazioni pervenute).

La Lectio verrà tenuta, in via del tutto eccezionale, dentro
il refettorio, davanti all’affresco del 1508 di Tommaso Aleni,
che rappresenta una copia, forse la prima, del cenacolo
vinciano. Considerato il limitato spazio a disposizione , ci
saranno solo 50 posti disponibili su prenotazione.

Nella comunicazione ai soci, l’Associazione Amici del
Monastero di San Sigismondo, comunica anche il recente cambio
del Cappellano. «Il giorno dell’Immacolata ha cessato il suo
servizio triennale di assistenza spirituale al Monastero Don
Giampaolo Maccagni e, con decorrenza 24 agosto 2019,
subentrerà Don Enrico Maggi. A Don Giampaolo – scrive il
presidente dell’Associazione Mario Nolli- formuliamo i nostri
più vivi ed affettuosi ringraziamenti per la sua presenza sia
fra le nostre monache che nella nostra Associazione, in cui
rimane socio onorario, ed a Don Enrico diamo il nostro sentito
benvenuto, certi che anche lui ci darà un suo importante
contributo nel conseguimento delle nostre attività sociali».

Venerdì 5 luglio, alle ore
17,30   presso  le  Acli   a
Cremona si terrà l’ incontro
“Sulle orme di padre Paolo
Dall’Oglio”
Un mese prima del suo rapimento, invitato a Cremona dalle
Acli, Padre Paolo Dall’Olio aveva parlato in modo appassionato
e sofferto del dramma della Siria, paese da lui molto amato, e
della tragedia incombente prefigurandone gli sviluppi tragici
che, purtroppo, si sono avverati. In questo, è stato un
profeta inascoltato.

Il ricordo di padre Paolo rimane ancora vivo a Cremona, ma
ancor più lo è il suo messaggio di dialogo aperto nei
confronti delle diverse culture, religioni e identità. Un
messaggio che, oggi, si rivela essere la strada da percorrere,
se si vuole costruire la convivenza pacifica tra i popoli del
mondo.
Padre Paolo aveva come vocazione specifica la promozione
dell’incontro coi musulmani attraverso l’esperienza del
monastero di Deir Mar Musa da lui stesso fondato, nei pressi
di Damasco. Una intuizione molto avanzata e una visione
lungimirante che papa Francesco ha riecheggiato nel documento
“Fratellanza umana. Per la pace mondiale e la convivenza
comune” sottoscritto il 4 febbraio 2019, a Dubai, insieme al
grande imam di Al-Azhar, Ammad Al-Tayyeb.
Per questo, nell’incontro del 5 luglio, presso le Acli, il
teologo don Antonio Agnelli metterà in evidenza alcuni
paralleli culturali e teologici tra questo documento e alcuni
scritti di Padre Paolo.
A margine dell’incontro, aperto a tutti, si farà una preghiera
per i migranti lasciati morire in mare.
Settimane    insieme                                   per
riconoscere la chiamata
Nella diocesi di Como le chiamano settimane “Sicomoro”. A
raccontarle è stato anche il film “Qui è ora”, prodotto da
Oratori della Lombardia e Fondazione Ente Spettacolo, e anche
a Cremona il Centro Diocesano Vocazioni ha deciso di adottarle
come modello. Di che cosa si tratta? «È una proposta di
settimane residenziali rivolta agli adolescenti» spiega
l’incaricato di pastorale vocazionale don Davide Schiavon.

«Da ottobre a febbraio alcuni ragazzi delle scuole superiori
segnalati dai parroci per una particolare sensibilità
spirituale, in gruppi di 6 o 7 persone, trascorreranno quattro
giorni al mese, dal lunedì al giovedì, in uno dei due centri
individuati per questo scopo: la parrocchia del Migliaro e
quella di Dosimo».

In quei quattro giorni continueranno ad andare a scuola, ma
anziché tornare a casa, rientreranno nella piccola comunità
dove ad accoglierli ci saranno alcune coppie di coniugi che
hanno dato la disponibilità ad accompagnarli in questo cammino
e alcuni consacrati, sacerdoti o suore, che staranno con loro
e guideranno le attività quotidiane. «Ci sarà spazio per lo
studio, ma anche per attività come l’ascolto della Parola, il
confronto e la condivisione della proprie esperienze di fede,
la celebrazione della Messa e l’ascolto di testimonianze
significative».

La proposta si rivolge a ragazzi e ragazze e – spiega ancora
don Davide – «non si propone di dare risultati immediati, ma
guarda al lungo periodo. Si tratta di adolescenti, e i frutti
di queste esperienze si vedranno più avanti». Dunque non si
tratta di una proposta orientata a chiamate particolari, ma
una proposta di «vivere la propria esperienza cristiana in
modo più intenso» per leggere la propria crescita e la propria
vita in un’ottica di vocazione. Anche quella matrimoniale, non
necessariamente quella che porta in seminario o ad una
consacrazione.

Anche se la crisi delle vocazioni che anche nella diocesi di
Cremona si manifesta è una delle urgenze su cui questo periodo
storico richiama l’attenzione della Chiesa: «Io credo –
riflette don Schiavon – che il buon Dio chiami sempre: il
problema sta nella risposta. In questo momento di generale
aridità spirituale la chiamata che si sente rischia di far
percepire in chi la riconosce un senso di solitudine. È quello
che impedisce di dire sì».

Per questo il modello delle settimane “Sicomoro” diventa
un’occasione per uno sguardo più libero e sincero sulla
propria vita spirituale: «Incontrandosi in un luogo diverso
dalla propria casa, persone che sentono questa presenza di Dio
nella loro vita, possono parlarne tra loro. Così non si
sentono “casi isolati”, ma sperimentano che si tratta di uno
sbocco naturale per una vita di preghiera e appartenenza alla
Chiesa. Per questo – conclude don Schiavon – senza indirizzare
verso scelte precise, e con uno stile adatto all’età, vorremmo
far cadere il dubbio in loro che Dio chieda troppo o tenda dei
tranelli, e aiutarli a riconoscere che, anzi, è proprio la sua
voce a indicare a ciascuno la propria strada».

Da segnare in agenda Nelle due sedi presso le parrocchie del
Migliaro e di Dosimo, per 4 giorni al mese secondo questo
programma: 3-7 novembre, 1-5 dicembre, 6-10 gennaio, 2-6
febbraio, 1-5 marzo

Altre iniziative di pastorale vocazionale
Per la zona 5 Dal 5 al 13 ottobre si svolgerà nelle unità
pastorali di Dosolo, Cicognara, Rivarolo del Re e nella
parrocchia di Calvatone la missione vocazionale dal titolo
“Dimmi dove vorresti andare”, a cura dei seminaristi e delle
novizie delle suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta
d’Adda.

In Seminario Il 25 aprile in Seminario l’annuale incontro
diocesano per Rosarianti e Fortes in Fide, un momento di
riflessione e preghiera vocazionale con la comunità del
Seminario.

Giornata mondiale Si celebra domenica 3 maggio la 57ª Giornata
mondiale di preghiera per le vocazioni: il tema proposto è
“Datevi al meglio della vita”.

Incontri e sussidi Il centro diocesano è a disposizione delle
parrocchie per incontri vocazionali con ragazzi, adolescenti e
giovani. Sul sito www.vocazionicremona.it sono scaricabili i
sussidi e i materiali.

Cremona Summer Festival, l’8
e 10 luglio due concerti in
Cattedrale
La Cattedrale di Cremona ospiterà due concerti in programma
l’8 e il 10 luglio, alle ore 21. Gli eventi fanno parte del
Cremona Summer Festival, nell’ambito del progetto Masterclass
che porterà circa 2.500 persone tra musicisti, studenti,
insegnanti e accompagnatori a Cremona, Crema e Casalmaggiore,
di cui circa 1.500 nella rassegna estiva.

Lunedì 8 luglio si esibirà il Girton College Chapel Choir
Cambridge, complesso di Ottoni “Historic Brass of the
Guildhall School and Royal Welsh College of Music & Drama”
diretti da Gareth Wilson. Il Girton College Chapel Choir è un
coro riconosciuto a livello internazionale, formato da circa
25 coristi e cresciuto soprattutto negli ultimi dieci anni
grazie agli elevati standard musicali, alle registrazioni
regolari e alle entusiasmanti tournée. Nelle tappe italiane il
gruppo inglese terrà una serie di concerti che si
preannunciano come “memorabili” dando vita ad un grandioso
momento musicale con l’esecuzione della Missa “Laudate pueri”
di Marc’Antonio Ingegneri e mottetti dello stesso compositore
cremonese. Il direttore del gruppo inglese, Gareth Wilson, ha
scelto questa solenne musica rinascimentale (otto voci e
raddoppio degli ottoni) come omaggio particolare a due delle
tappe del tour del Girton College: Cattedrale di Cremona
(International Summer Festival) e Mantova, nella Basilica
monteverdiana di S. Barbara.

Mercoledì   10   invece   si   esibirà   il   coro   e   l’orchestra
d’archi    di    Magdalen    College    School,    Oxford,
Inghilterra. Fondata nel 1480, il Magdalen College School è
una scuola indipendente per ragazzi maschi di età compresa da
7 a 18 anni (le ragazze femmine possono accedere solo per gli
ultimi due anni, dall’età di 16anni). La scuola è conosciuta
per l’alto livello accademico, per la musica, per il coro e
per il collegamento con l’Università di Oxford. Il coro dellla
Magdalen College School, che viaggia in Italia in luglio 2019,
consiste di 16 coristi di voci bianche del Magdalen College
Choir, piu altri bravi cantanti della scuola – si tratta di
Voci Bianche, Soprani, Contralti, Tenori e Bassi. In totale ci
sono 58 cantanti – di età dagli 11 ai 18 anni. Il coro si
esibisce regolarmente a Oxford, nel Magdalen College, nel
Sheldonian     Theatre    e  nella    Chiesa   Parrocchiale
dell’Università. Insieme al coro è presente anche un gruppo
d’archi di 16 elementi, che farà qualche brano di
accompagnamento e alcuni brani per archi.

Il Cremona Summer Festival è un festival estivo che funge da
contenitore per attività didattiche connesse alla liuteria ed
è organizzato dalla Camera di Commercio di Cremona con
l’Istituto di Studi Musicali “Claudio Monteverdi”, con il
patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, del
Comune di Crema, del Comune di Casalmaggiore, del Consorzio
Liutai    “Antonio Stradivari” Cremona, della Cremona
International Music Academy e dell’Accademia Internazionale
delle Arti.

Il Cremona Summer Festival ha anche il supporto e la
collaborazione della Provincia di Cremona, della Fondazione
Teatro San Domenico, del Casalmaggiore International Festival,
del Festival delle Orchestre Giovanili di Firenze, della
Scuola Internazionale di Liuteria, del Museo del Violino,
della Fondazione Stauffer, del Dipartimento di Musicologia e
Beni Culturali di Cremona, di Esta Italia, del Touring Club di
Cremona, della Strada del Gusto Cremonese, delle Botteghe del
Centro, del Kiwanis Club Cremona, di BeMyMusic e del Distretto
Urbano del Commercio.
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