Il Papa concede a cappellani del Mare stesse licenze dei Missionari della Misericordia
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Il Papa concede a cappellani del Mare stesse licenze dei Missionari della Misericordia Spesso lontani dalla famiglia per lunghi periodi, marittimi e pescatori vivono una vita a volte segnata dal non ricevere il salario dovuto, da “esperienze vergognose di abusi e ingiustizie” o dalle insidie di trafficanti, pirati e attacchi terroristici. Ai cappellani e volontari di “Stella Maris” – Apostolato del mare, il Papa chiede dunque di aiutare chi solca per lavoro mari e oceani del mondo a ritrovare la speranza di un futuro migliore e a non arrendersi ad una vita precaria segnata a volte dallo sfruttamento. E poi, a braccio, esorta in particolare i cappellani a essere misericordiosi per fare pace in tanti cuori. Nata nel porto di Glasgow, “Stella Maris” si appresta il prossimo anno a celebrare il suo centenario col 25.mo Congresso Mondiale nella città scozzese. Fu approvata con Papa Pio XI che desiderò che l’Apostolato del Mare estendesse la sua missione agli oceani e ai mari di tutti i Continenti. E oggi cappellani e volontari offrono assistenza in quasi 300 porti di 55 Paesi, in tutto il mondo. Raddoppiare sforzi contro tratta e lavoro forzato A pescatori e marittimi il Papa, con il suo discorso, vuol fare giungere, quindi, un incoraggiamento. Senza i marittimi, ricorda, l’economia globale si fermerebbe, visto che oltre il 90% del commercio mondiale viene trasportato dalle navi mentre, senza i pescatori, molti parti del mondo soffrirebbero la fame. Nelle visite giornaliere alle navi, i cappellani portano la Buona Novella del Signore e il Papa, per prima cosa, chiede loro di ascoltare, con compassione e discrezione, le preoccupazioni di marittimi e pescatori, di dare loro la possibilità di aprire il cuore. Un ascolto che poi porta all’azione:
Incoraggio quindi voi e tutti i cappellani e volontari di Stella Maris a raddoppiare gli sforzi per affrontare questioni che sono troppo spesso il risultato dell’avidità umana. Penso alla tratta di esseri umani, al lavoro forzato e alla violazione di diritti umani e del lavoro di tanti uomini e donne che vivono e lavorano nei mari. Col vostro servizio potete contribuire a ridare a queste persone il senso della loro dignità. Anche grazie a voi le persone più vulnerabili possono ritrovare la speranza di un futuro migliore. Il vostro impegno può aiutarle a non arrendersi di fronte a una vita precaria e a volte segnata dallo sfruttamento. Il dialogo con il cappellano può aprire orizzonti di speranza A braccio, poi, Papa Francesco sottolinea in particolare il tratto della misericordia che i cappellani devono avere e concede a quelli che si occupano dell’Apostolato del Mare le stesse licenze dei Missionari della Misericordia. Questi sacerdoti dal Giubileo della Misericordia possono – lo ricordiamo – predicare, confessare e assolvere i peccati con le stesse facoltà che sono di stretta competenza della Sede Apostolica. Tanti marinai si accosteranno o arriveranno dai cappellani, dai sacerdoti, con problemi di coscienza che li fanno soffrire tanto, e che mai hanno avuto la possibilità di tirare fuori, in quelle circostanze, lontano da casa, lontano dalla patria, e in quelle situazioni che abbiamo descritto. Forse un dialogo con il cappellano apre orizzonti di speranza. Io vorrei dirvi: siate misericordiosi, siate misericordiosi. E per favorire questa misericordia, io concedo a tutti i cappellani dei marinai le stesse facoltà che ho dato ai Missionari della Misericordia. Così, potrete aiutare a fare pace in tanti cuori. Uomini resi nuovi dall’amore di Dio possono trasformare rapporti umani
Una presenza centrale, quindi, quella dei cappellani e dei volontari dell’Apostolato del Mare nei porti del mondo: La vostra presenza nei porti, piccoli e grandi, già di per sé dovrebbe essere un richiamo alla paternità di Dio e al fatto che davanti a Lui siamo tutti figli e fratelli; un richiamo al valore primario della persona umana prima e al di sopra di ogni interesse; e uno stimolo a tutti, a partire dai più poveri, a impegnarsi per la giustizia e il rispetto dei diritti fondamentali. Uomini “resi nuovi dall’amore di Dio”, ricorda in conclusione, possono trasformare in modo radicale i rapporti che gli esseri umani hanno fra loro, portando pace e giustizia dove ci sono odio e sfruttamento. Aiuto al suicidio: a pochi giorni dalla sentenza, a Cremona convegno con il prof. Massimo Gandolfini Mancano pochi giorni: il prossimo 24 settembre scadrà il termine, imposto dalla Corte Costituzionale al Parlamento italiano, per affrontare e disciplinare la riforma dell’articolo 580 del Codice penale, quello relativo al reato di “istigazione o aiuto al suicidio” e quello in cui ricade il caso di Marco Cappato, il leader radicale e tesoriere dell’associazione “Luca Coscioni”, subito auto-accusatosi dell’aiuto al suicidio per il caso di dj Fabo. Qualora, entro quella data, il Parlamento non si fosse
espresso, la Consulta procederebbe per proprio conto, emettendo una sentenza che potrebbe introdurre varchi, sollevare eccezioni, limitare “in alcuni casi” e di fronte a “diritti soggettivi” l’applicabilità di quell’articolo del codice. Gli stravolgimenti politici dei giorni scorsi sembrano rendere sempre più impraticabile e improbabile la via parlamentare, per definire la delicatissima questione. Con tutto quel che ne consegue. Cosa potrà accadere? Quali le conseguenze di questa sentenza? Per saperne e capirne di più, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Cremona, in collaborazione con l’Associazione ProVita&Famiglia, il Movimento per la Vita e il Centro di Aiuto alla Vita, promuove il convegno dal titolo “Dalle DAT all’eutanasia: cade la diga”. L’appuntamento è per la sera di giovedì 5 settembre, alle ore 21, presso il salone Bonomelli del Centro pastorale diocesano di Cremona, in via Sant’Antonio del Fuoco 9/A. Relatori saranno il prof. Massimo Gandolfini, professore associato di Neurochirurgia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze presso la Fondazione Poliambulanza di Brescia, nonché presidente nazionale del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, e l’avv. Piercarlo Peroni, co-responsabile della sezione di Brescia del medesimo Comitato. A moderare i lavori sarà la giornalista cremonese Francesca Morandi, del quotidiano La Provincia. Il convegno, stante l’estrema attualità del tema trattato e le sue implicanze sotto i profili etico, morale, legislativo e culturale, è aperto a tutti. Locandina dell’incontro
Tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Ecco le Linee guida Cei e Cism Rinnovamento ecclesiale; protezione e tutela dei minori e delle persone vulnerabili; ascolto, accoglienza e accompagnamento delle vittime; responsabilizzazione comunitaria e formazione degli operatori pastorali; formazione dei candidati agli ordini sacri e alla vita consacrata; giustizia e verità; collaborazione con la società e le autorità civili; trasparenza e comunicazione. Sono questi i principi guida in cui la Chiesa italiana si riconosce per l’elaborazione delle Linee Guida per la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Conferenza episcopale italiana e della Conferenza italiana dei superiori maggiori. Il testo, pubblicato oggi, è stato approvato nel corso dei lavori dell’ultima Assemblea generale della Cei (20-23 maggio) ed è composto da una Premessa, dove si elencano e si analizzano i principi guida, da dettagliate indicazioni operative e una serie di allegati. Le Linee guida, si legge, si applicano “a tutti coloro che operano, a qualsiasi titolo, individuale o associato, all’interno delle comunità ecclesiali in Italia” e “compatibilmente al diritto proprio e alla normativa canonica, a tutti gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita apostolica, nella misura in cui questi non dispongano di proprie Linee guida”. “Qualsiasi abuso sui fanciulli e sui più vulnerabili, ancor prima di essere un delitto, è un peccato gravissimo, ancor più se coinvolge coloro ai quali è affidata in modo particolare la cura dei più piccoli”, scrivono i vescovi nella Premessa. Per questo motivo “la Chiesa cattolica in Italia intende contrastare e
prevenire questo triste fenomeno con assoluta determinazione”. Il primo principio di base, il rinnovamento ecclesiale, prende le mosse dalla “Lettera al popolo di Dio” di papa Francesco del 20 agosto 2018 e ribadisce che “tutta la comunità è coinvolta nel rispondere alla piaga degli abusi non perché tutta la comunità sia colpevole, ma perché di tutta la comunità è il prendersi cura dei più piccoli”. Per questo, “è richiesto un rinnovamento comunitario, che sappia mettere al centro la cura e la protezione dei più piccoli e vulnerabili come valori supremi da tutelare”. È necessario “dare il giusto e dovuto ascolto alle persone che hanno subito un abuso e trovato il coraggio di denunciare”, in tal senso “la vittima va riconosciuta come persona gravemente ferita e ascoltata con empatia, rispettando la sua dignità”. Una priorità che “è già un primo atto di prevenzione perché solo l’ascolto vero del dolore delle persone che hanno sofferto questo crimine ci apre alla solidarietà e ci interpella a fare tutto il possibile perché l’abuso non si ripeta”. Un processo cui è chiamata e responsabilizzata tutta la comunità, una “missione”, in cui “ciascuno può e deve fare la sua parte”. Per quanto riguarda il cammino formativo e alla professione religiosa di seminaristi e candidati alla vita presbiterale e consacrata, è richiesta “una grande prudenza nei criteri di ammissione” con “grande attenzione” anche per la formazione permanente. Sicuramente, poiché “la Chiesa ricerca la verità e mira al ristabilimento della giustizia”,“nessun silenzio o occultamento può essere accettato in tema di abusi”.Per queste ragioni, prosegue il testo, “le procedure canoniche vanno rigorosamente rispettate: esse non hanno lo scopo di sostituirsi all’autorità civile, bensì quello di perseguire
l’accertamento della verità e il ristabilimento della giustizia all’interno della comunità ecclesiale anche, in quei casi in cui determinati comportamenti non siano considerati reati per la legge dello Stato, ma lo sono per la normativa canonica”. Accanto alla “collaborazione con l’autorità civile”, si inserisce il valore della trasparenza nelle comunicazioni e “di un’informazione corrispondente alla verità, che sappia evitare strumentalizzazioni e parzialità”. Le indicazioni operative delle Linee guida si soffermano sui diversi aspetti procedurali e concreti, che partono dall’ascolto, accoglienza e accompagnamento delle vittime e affrontano il problema della selezione, formazione e accompagnamento degli operatori pastorali e del clero. Il capitolo 5 è quindi interamente dedicato alla trattazione delle segnalazioni di presunti abusi sessuali nei confronti di un minore o di una persona vulnerabile, commessi in ambito ecclesiale da chierici o membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica. La norma è dirimente: “chiunque abbia notizia della presunta commissione in ambito ecclesiale di abusi sessuali nei confronti di minori o persone vulnerabili è chiamato a segnalare tempestivamente i fatti di sua conoscenza alla competente autorità ecclesiastica, a tutela dei minori e delle persone vulnerabili, della ricerca della verità e del ristabilimento della giustizia, se lesa”. La segnalazione va presentata e accolta dall’Ordinario. E ancora: “La segnalazione non solo non esclude, ma neppure intende ostacolare la presentazione di denuncia alla competente autorità dello Stato, che anzi viene incoraggiata”. Per quanto riguarda le procedure canoniche in caso di presunto abuso sessuale commesso da parte di chierici nei confronti di minori, la descrizione delle procedure è dettagliata e parte dal principio che“nel suo discernimento il Vescovo o il Superiore competente terrà presente il primario interesse
della sicurezza e tutela del minore”.A tal fine, “ferma restando la presunzione di innocenza dell’accusato fino alla condanna definitiva e la valutazione di ogni singolo caso concreto, il Vescovo o il Superiore competente, per prevenire gli scandali, tutelare la libertà dei testi e garantire il corso della giustizia, possono proibire all’accusato l’esercizio del ministero e di ogni attività pastorale con minori, allontanare l’accusato dal ministero sacro o da un ufficio e compito ecclesiastico, imporgli o proibirgli la dimora in un determinato luogo”. Il chierico ritenuto colpevole degli abusi sarà comunque “accompagnato nel suo cammino di responsabilizzazione, richiesta di perdono e riconciliazione, riparazione, cura psicologica e sostegno spirituale”. Nei rapporti con le autorità civili viene introdotto il principio secondo cui“l’autorità ecclesiastica ha l’obbligo morale di procedere all’inoltro dell’esposto all’autorità civile”.Non si procederà però a presentare l’esposto “nel caso di espressa opposizione” da parte della vittima (se nel frattempo divenuta maggiorenne), dei suoi genitori o dei tutori legali. Per quanto riguarda informazione e comunicazione, l’istituzione ecclesiale è invitata a diventare “protagonista della comunicazione, assumendola con convinzione, attenta a rispondere alle legittime domande di informazioni, senza ritardi o silenzi incomprensibili”. Importante e fondamentale il ruolo dei Servizi ecclesiali a tutela dei minori – nazionale, diocesano e interdiocesano – per “aiutare a diffondere una cultura della prevenzione, strumenti di formazione e informazione, oltre che protocolli procedurali”.
Giornata per la carità del Papa 2019. Mons. Russo (Cei): “Stare con i poveri e gli ‘scarti’ della società” “Francesco testimonia lui per primo quello che ci propone, è l’apostolo della parola e dei fatti, credibile e concreto. In mano a lui il Vangelo diventa ciò che non smette di spingerci a donare la vita: parola viva, fresca, capace di generare in modo inesauribile una storia nuova”. Così mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, in vista della Giornata per la Carità del Papa che si celebra domenica 30 giugno. Eccellenza, quanto conta l’esempio del Papa nell’ambito della carità? Credo sia esperienza diffusa il sentirsi non solo guidati dalla parola del Papa, ma anche da lui interpellati in un dialogo profondo che sa farsi personale. Come se Francesco non si rivolgesse a tutti in maniera indistinta, ma parlasse al mio cuore, guardandomi negli occhi. Il suo stile è come la voce di una persona che ci è familiare; egli sa trovare modi, espressioni e momenti adatti per farsi ascoltare e aprire un orizzonte di impegno sempre nuovo. Accanto alle parole, i suoi gesti sono altrettanto eloquenti: completano inseparabilmente la testimonianza resa al mondo e alla Chiesa da questo coraggioso annunciatore del Vangelo. Il Santo Padre è, dunque, il primo a tracciare il percorso… Citando un’immagine che gli è cara, il Papa è certamente un
pastore che ci precede; sa stare, però, anche al nostro fianco, camminando sul nostro stesso passo, fino a poterlo ritrovare quando occorre dietro di noi, pronto a sostenerci se inciampiamo, a incoraggiarci se la strada si fa in salita, ad avvolgerci con tono affettuoso e forte. L’impegno per la carità vede da sempre la Chiesa italiana in prima linea. Se ascoltiamo con disponibilità gli insegnamenti quotidiani del Papa, è naturale che nasca il desiderio di sostenerne l’impegno apostolico. Il Santo Padre conta, anzitutto, sul sostegno della nostra preghiera, come chiede in occasione di ogni suo incontro; nel contempo, necessita anche dell’aiuto materiale che le nostre comunità possono assicurargli. La Giornata per la Carità del Papa ci offre l’opportunità di afferrare la mano tesa da Francesco e stringerla alla nostra, dando più forza a ogni suo gesto di solidarietà. Con la nostra condivisione gli consentiremo di far arrivare il cuore là dove chiama l’umanità ferita – nelle nostre città come nel mondo intero – con i poveri e gli “scarti” della società, i feriti dalla vita e chi ha dovuto lasciare tutto, sotto la violenza della persecuzione, della miseria, della guerra. Anche le diocesi sono chiamate a farsi carico di questa chiamata? Ci è affidata la possibilità di far nostra l’ansia missionaria del Papa per abbracciare l’umanità e le infinite esigenze materiali di chi ne abita le periferie sociali, geografiche e spirituali. Scheda Nel 2018 le diocesi italiane hanno offerto alla Santa Sede
2.104.765,30 euro; l’importo pervenuto alla Santa Sede a titolo di can. 1271 del Codice di Diritto Canonico è stato di euro 4.025.275: 3.999.925 euro dalla Cei, 20.250 dall’arcidiocesi di Genova; 5.000 euro dalla diocesi di Lamezia Terme. A queste somme, vanno aggiunti ulteriori 100.000 euro offerti dalla Cei per la Carità del Papa a favore di una specifica destinazione. La casa di riposo Arvedi ospita le “prove aperte” Tokyo Center Ensemble Un gradito ritorno alla casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona per i giovani musicisti del Tokyo Center Ensemble, già protagonisti nel 2017 (foto qui accanto) di un concerto memorabile per bravura e simpatia. Ospiti del Cremona Summer Festival 2019, si esibiranno a Palazzo Trecchi martedì 20 agosto, alle ore 18, con la direzione di Yasuyo Matsui. Proprio martedì mattina, alle 10.40, nel parco della Fondazione “La Pace”, in via Massarotti 49, terranno le “prove aperte” del concerto, con ingresso libero e possibilità di parcheggio interno dall’ingresso di via Santa Tecla 2. Il concerto è organizzato dalla Camera di Commercio di Cremona, dal Comune di Cremona, dall’Istituto Monteverdi, dal Consorzio Liutai “Antonio Stradivari” Cremona con la speciale collaborazione di Confartigianato Cremona che, grazie al M° Stefano Trabucchi, presidente del Gruppo Liutai, si è fatta tramite per poter organizzare questo evento
Tokyo Center Ensemble La scuola è stata fondata nel 2014 da Naoki Matsui e Yasuyo Matsu, entrambi insegnanti del Metodo Suzuki da oltre 20 anni. L’idea della scuola si basa su quella del metodo Suzuki che, attraverso la musica, fornisce agli studenti un’educazione a livello umano. Lo scopo dell’attività didattica è quello di trasmettere il Metodo Suzuki a livello globale per promuovere la cultura e l’educazione musicale, oltre a sviluppare relazioni con tutto il mondo, con i bambini e i loro genitori e tutti gli alunni del metodo Suzuki. Yasuyo Matsui (Direttore del centro musicale Ensemble) Yasuyo Matsui ha iniziato a suonare il violino all’età di cinque anni con il metodo Suzuki e ha studiato con Ayako Fujita e Chise Makino a Nagoya. Nel 1978 è entrata nell’Accademia Internazionale del Metodo Suzuki; ha studiato con Shinichi Suzuki che è il fondatore del metodo Suzuki (noto come ISA = International Suzuki Association, uno dei più grandi istituti di istruzione musicale nel mondo). Oggi non è solo insegnante di violino del metodo Suzuki, ma presiede le attività del metodo Suzuki per sviluppare musicisti a livello mondiale. Naoki Matsui Direttore musicale del Tokyo Center Ensemble, nato a Tokyo nel 1947, ha studiato con il padre Hironaka Matsui, con Shinichi Suzuki in Giappone, e con Sándor Végh presso il Conservatorio Schumann in Germania. Naoki Matsui ha iniziato la sua importante carriera vincendo il secondo premio nella categoria violino al 19° Concorso musicale studentesco del Giappone, si
è laureato presso la Scuola di Musica di Toho Gakuen e ha suonato nell’Orchestra Sinfonica della città di Solingen e in quella di Düsseldorf in Germania,oltre alla Mito Chamber Orchestra in Giappone. Inoltre ha ottenuto il titolo di “Kammer Musika” dalla città di Düsseldorf. Oggi insegna ai futuri violinisti e agli insegnanti di musica del metodo Suzuki e del Tokyo Music Center. Programma Händel, Hombra mai fu Mozart, Divertiment KV138 1st Movement Händel, Passacalia (cello) Bach, Double Concert 3rd Movement Solo Kentaro Kodaka, Yoshifumi Sugiura Vivaldi, Violin Concert a-moll 1st Movement Eccles, Sonata g-minor 1,2nd Movement Giordani, Caro mio ben Kabalevsky, Violin Concert C-Major 1st Movement Solo, Sara Nishimura Suzuki, Suzuki’s Medley
Rete Mondiale di Preghiera, una missione di compassione per il mondo Papa Francesco ha ricevuto in udienza venerdì 28 giugno i gruppi della Rete Mondiale di Preghiera del Papa provenienti da tutto il mondo per il 175.mo anniversario della nascita. Era presente anche monsignor Antonio Trabucchi, delegato per la Rete mondiale di preghiera della diocesi di Cremona, che ha avviato un monitoraggio dei gruppi attivi sul territorio. “Possiamo fare tante cose ma senza preghiera la cosa non va”. La preghiera è, infatti, il cuore della missione della Chiesa. Lo ricorda stamani Papa Francesco alle circa 6mila persone festanti riunite, fin dalla prima mattina, in Aula Paolo VI, che incoraggia a proseguire nella loro strada. Appartengono a 52 delegazioni dei cinque continenti della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, giunti a Roma per celebrare il 175.mo anniversario della nascita e il 10.mo della rifondazione, approvata nel 2014 da Papa Francesco. Nata come Apostolato della Preghiera, con i gesuiti in Francia nel 1844, oggi l’associazione è arrivata ad unire in una rete invisibile ma efficace ben 35 milioni di cattolici in ogni angolo della terra, compreso il MEG, il Movimento Eucaristico Giovanile. (Ascolta il servizio con la voce del Papa) Entrare nel cuore di Gesù Una commemorazione, quella dei 175 anni di vita, inaugurata proprio nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Non a caso il Papa parla di “rivoluzione della tenerezza” nel suo discorso che si snoda come una riflessione sulle testimonianze rese prima da alcuni rappresentanti. Si tratta, ricorda, di “una missione di compassione per il mondo”, un
“cammino del cuore”: Il Cuore di Cristo è talmente grande che desidera accoglierci tutti nella rivoluzione della tenerezza. La vicinanza al Cuore del Signore sollecita il nostro cuore ad avvicinarsi con amore al fratello, e aiuta a entrare in questa compassione per il mondo. Siamo chiamati ad essere testimoni e messaggeri della misericordia di Dio, per offrire al mondo una prospettiva di luce dove sono le tenebre, di speranza dove regna la disperazione, di salvezza dove abbonda il peccato. Entrare in preghiera è entrare con il mio cuore nel cuore di Gesù, fare una strada dentro il cuore di Gesù, quello che Gesù sente, i sentimenti di compassione di Gesù e anche fare un viaggio dentro il mio cuore per cambiare il mio cuore in questo rapporto con il cuore di Gesù. Il riferimento in particolare è alla nuova iniziativa del Cammino del Cuore, un itinerario di preghiera legato al Cuore di Gesù, che come aveva ricordato nella sua testimonianza Bettina Raed, direttrice in Argentina e Uruguay, si tiene nelle comunità, nei collegi, nelle parrocchie. La preghiera crea ponti e speranza “È bello sapere che i cinesi, al di là delle difficoltà di diversa natura, si possono sentire realmente uniti nella preghiera”, nota, poi, il Papa a proposito delle parole di padre Matthew,direttore della Rete a Taiwan, che ha parlato del lancio, quest’anno, della versione di Click to pray in cinese: La preghiera suscita sempre sentimenti di fraternità, abbatte le barriere, supera i confini, crea ponti invisibili ma reali ed efficaci, apre orizzonti di speranza. Non sparlare ma parlare a Gesù dei fratelli Dalla Cina alla Francia, dove 175 anni fa è nata questa realtà. Riflettendo sulla testimonianza di Marie Dominique
Corthier, madre di famiglia e coordinatrice francofona, il Papa rimarca che la chiamata per tutti è a calarsi “nella storia concreta delle persone che ci stanno accanto soprattutto pregando per loro, assumendo nella preghiera le loro gioie e le loro sofferenze”. E’ importante parlare dei fratelli ma ci sono due vie per parlare dei fratelli o benedire i fratelli cioè parlare bene dei fratelli o chiacchierare, sparlare di loro. Chiacchierare è una cosa brutta, non è di Gesù. Gesù mai chiacchierava. Invece parlare, sì. E la preghiera è parlare a Gesù dei fratelli, dire: “Signore, per questo problema, per questa difficoltà, per questa situazione…” e questo è un cammino di unione, di comunità. Invece sparlare degli altri è un cammino di distruzione. La preghiera dei giovani e dei bambini Crescere nell’incontro intimo con Gesù è centrale per i giovani, per poi spendersi nell’evangelizzazione e nel fare del bene. Bisogna insegnare loro che la preghiera è un grande cammino per andare avanti nella vita, ricorda poi il Papa in merito alle parole di Suor Selam Berhanu, coordinatrice del MEG in Etiopia, che oggi conta 13mila giovani: Dobbiamo offrire ai giovani occasioni di interiorità, momenti di spiritualità, scuole della Parola, affinché possano essere entusiasti missionari nei diversi ambienti. Così scopriranno che pregare non li separa dalla vita reale, ma li aiuta a interpretare alla luce di Dio gli avvenimenti esistenziali. E in proposito il Papa, come già altre volte, torna a chiedere di insegnare a pregare ai bambini, a farsi il segno della croce: “Loro arrivano subito al cuore di Gesù”, evidenzia. I nonni: esempio nella preghiera di intercessione Nella Rete di Preghiera del Papa si incontrano, infatti, varie generazioni. Il Papa apprezza che i nonni possano essere di
esempio ai giovani, in particolare nella preghiera di intercessione, e ne loda la capacità di ragionare con il cuore. “I più grandi uomini e donne di Dio sono stati grandi intercessori”, ricorda ancora Francesco, sottolineando che dobbiamo imitare Gesù, nostro intercessore davanti al Padre. Di come la Rete sia accettata bene da giovani e anziani, aveva infatti parlato Diego Martinez, coordinatore dell’associazione in Guatemala. Servirsi della rete senza diventarne ostaggi Tramite le piattaforme digitali come Click to pray o lo stesso Video del Papa molti giovani hanno scoperto una vita di preghiera, aveva ricordato nella sua testimonianza padre Antonio Valerio, gesuita del Portogallo, direttore nazionale della Rete. Un aspetto sul quale Francesco si sofferma mettendo anche in guardia dai rischi della rete: Si tratta di entrare negli areopaghi moderni per annunciare la misericordia e la bontà di Dio. Occorre prestare attenzione, però, a servirsi di questi mezzi, specialmente della rete di Internet, senza diventare servi dei mezzi. Bisogna evitare di diventare ostaggi di una rete che prende noi, invece di “pescare pesci”, cioè attirare anime per portarle al Signore. In conclusione, il Papa rivolge il suo grazie alla Rete Mondiale di Preghiera per l’aiuto che dà alle persone ad avere uno sguardo di fede sulla realtà e riconoscere quello che Dio opera in loro e quindi uno sguardo di speranza. Gratitudine il Papa la esprime anche verso la Compagnia di Gesù, dalla quale è nata la Rete di Preghiera: “Si pensa che i gesuiti sono gli intellettuali” ma sono uomini di preghiera, dice. Un ringraziamento speciale lo dirige anche a padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete di Preghiera, per la sua dedizione e creatività. Prima del suo discorso, proprio il saluto di padre Fornos aveva aperto l’incontro, sottolineando come siano persone “invisibili” quelle che portano avanti la Rete, persone che non compaiono sui media ma
ogni giorno collaborano alla missione della Chiesa. “Le intenzioni di preghiera che ci affida ogni mese sono per noi come una bussola per aprire i nostri cuori agli altri, ad una missione di compassione per il mondo”, aveva affermato padre Fornos ricordando che, dopo le iniziative del Video Papa e Click to Pray, oggi viene lanciato Il Cammino del Cuore per entrare nella dinamica spirituale del Cuore di Gesù con gli orientamenti anche dell’Evangelii gaudium. San Sigismondo, sold out la lectio sul Cenacolo vinciano del refettorio con gli Amici del Monastero e Fai Cremona San Sigismondo apre le porte e regala, grazie all’organizzazione degli Amici del Monastero in collaborazione con la Direzione regionale FAI Lombardia, un appuntamento culturale di grande rilievo che si inserisce nel contesto del 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci. Appena prima della seconda apertura annuale del Monastero (15 settembre), venerdì 13 settembre 2019, alle ore 16, grazie alla collaborazione con il delegato FAI di Cremona, Dr. Alessandro Bonci , ideatore dell’iniziativa, e alla generosa disponibilità della Priora Madre Lucia, la Prof.ssa Anna Maccabelli terrà una conferenza, riservata ai soci, dentro il refettorio del Monastero, sul tema “La lezione del Cenacolo leonardesco tra Cremona e Crema”. Alle 18,30 la Prof.sa Maccabelli ripeterà la conferenza in un incontro aperto al
pubblico per il quale sono però esauriti i posti disponibili (per questo si sta cercando di organizzare una seconda data per fare fronte all’alto numero di prenotazioni pervenute). La Lectio verrà tenuta, in via del tutto eccezionale, dentro il refettorio, davanti all’affresco del 1508 di Tommaso Aleni, che rappresenta una copia, forse la prima, del cenacolo vinciano. Considerato il limitato spazio a disposizione , ci saranno solo 50 posti disponibili su prenotazione. Nella comunicazione ai soci, l’Associazione Amici del Monastero di San Sigismondo, comunica anche il recente cambio del Cappellano. «Il giorno dell’Immacolata ha cessato il suo servizio triennale di assistenza spirituale al Monastero Don Giampaolo Maccagni e, con decorrenza 24 agosto 2019, subentrerà Don Enrico Maggi. A Don Giampaolo – scrive il presidente dell’Associazione Mario Nolli- formuliamo i nostri più vivi ed affettuosi ringraziamenti per la sua presenza sia fra le nostre monache che nella nostra Associazione, in cui rimane socio onorario, ed a Don Enrico diamo il nostro sentito benvenuto, certi che anche lui ci darà un suo importante contributo nel conseguimento delle nostre attività sociali». Venerdì 5 luglio, alle ore 17,30 presso le Acli a Cremona si terrà l’ incontro “Sulle orme di padre Paolo
Dall’Oglio” Un mese prima del suo rapimento, invitato a Cremona dalle Acli, Padre Paolo Dall’Olio aveva parlato in modo appassionato e sofferto del dramma della Siria, paese da lui molto amato, e della tragedia incombente prefigurandone gli sviluppi tragici che, purtroppo, si sono avverati. In questo, è stato un profeta inascoltato. Il ricordo di padre Paolo rimane ancora vivo a Cremona, ma ancor più lo è il suo messaggio di dialogo aperto nei confronti delle diverse culture, religioni e identità. Un messaggio che, oggi, si rivela essere la strada da percorrere, se si vuole costruire la convivenza pacifica tra i popoli del mondo. Padre Paolo aveva come vocazione specifica la promozione dell’incontro coi musulmani attraverso l’esperienza del monastero di Deir Mar Musa da lui stesso fondato, nei pressi di Damasco. Una intuizione molto avanzata e una visione lungimirante che papa Francesco ha riecheggiato nel documento “Fratellanza umana. Per la pace mondiale e la convivenza comune” sottoscritto il 4 febbraio 2019, a Dubai, insieme al grande imam di Al-Azhar, Ammad Al-Tayyeb. Per questo, nell’incontro del 5 luglio, presso le Acli, il teologo don Antonio Agnelli metterà in evidenza alcuni paralleli culturali e teologici tra questo documento e alcuni scritti di Padre Paolo. A margine dell’incontro, aperto a tutti, si farà una preghiera per i migranti lasciati morire in mare.
Settimane insieme per riconoscere la chiamata Nella diocesi di Como le chiamano settimane “Sicomoro”. A raccontarle è stato anche il film “Qui è ora”, prodotto da Oratori della Lombardia e Fondazione Ente Spettacolo, e anche a Cremona il Centro Diocesano Vocazioni ha deciso di adottarle come modello. Di che cosa si tratta? «È una proposta di settimane residenziali rivolta agli adolescenti» spiega l’incaricato di pastorale vocazionale don Davide Schiavon. «Da ottobre a febbraio alcuni ragazzi delle scuole superiori segnalati dai parroci per una particolare sensibilità spirituale, in gruppi di 6 o 7 persone, trascorreranno quattro giorni al mese, dal lunedì al giovedì, in uno dei due centri individuati per questo scopo: la parrocchia del Migliaro e quella di Dosimo». In quei quattro giorni continueranno ad andare a scuola, ma anziché tornare a casa, rientreranno nella piccola comunità dove ad accoglierli ci saranno alcune coppie di coniugi che hanno dato la disponibilità ad accompagnarli in questo cammino e alcuni consacrati, sacerdoti o suore, che staranno con loro e guideranno le attività quotidiane. «Ci sarà spazio per lo studio, ma anche per attività come l’ascolto della Parola, il confronto e la condivisione della proprie esperienze di fede, la celebrazione della Messa e l’ascolto di testimonianze significative». La proposta si rivolge a ragazzi e ragazze e – spiega ancora don Davide – «non si propone di dare risultati immediati, ma guarda al lungo periodo. Si tratta di adolescenti, e i frutti di queste esperienze si vedranno più avanti». Dunque non si tratta di una proposta orientata a chiamate particolari, ma una proposta di «vivere la propria esperienza cristiana in modo più intenso» per leggere la propria crescita e la propria
vita in un’ottica di vocazione. Anche quella matrimoniale, non necessariamente quella che porta in seminario o ad una consacrazione. Anche se la crisi delle vocazioni che anche nella diocesi di Cremona si manifesta è una delle urgenze su cui questo periodo storico richiama l’attenzione della Chiesa: «Io credo – riflette don Schiavon – che il buon Dio chiami sempre: il problema sta nella risposta. In questo momento di generale aridità spirituale la chiamata che si sente rischia di far percepire in chi la riconosce un senso di solitudine. È quello che impedisce di dire sì». Per questo il modello delle settimane “Sicomoro” diventa un’occasione per uno sguardo più libero e sincero sulla propria vita spirituale: «Incontrandosi in un luogo diverso dalla propria casa, persone che sentono questa presenza di Dio nella loro vita, possono parlarne tra loro. Così non si sentono “casi isolati”, ma sperimentano che si tratta di uno sbocco naturale per una vita di preghiera e appartenenza alla Chiesa. Per questo – conclude don Schiavon – senza indirizzare verso scelte precise, e con uno stile adatto all’età, vorremmo far cadere il dubbio in loro che Dio chieda troppo o tenda dei tranelli, e aiutarli a riconoscere che, anzi, è proprio la sua voce a indicare a ciascuno la propria strada». Da segnare in agenda Nelle due sedi presso le parrocchie del Migliaro e di Dosimo, per 4 giorni al mese secondo questo programma: 3-7 novembre, 1-5 dicembre, 6-10 gennaio, 2-6 febbraio, 1-5 marzo Altre iniziative di pastorale vocazionale Per la zona 5 Dal 5 al 13 ottobre si svolgerà nelle unità pastorali di Dosolo, Cicognara, Rivarolo del Re e nella parrocchia di Calvatone la missione vocazionale dal titolo “Dimmi dove vorresti andare”, a cura dei seminaristi e delle
novizie delle suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda. In Seminario Il 25 aprile in Seminario l’annuale incontro diocesano per Rosarianti e Fortes in Fide, un momento di riflessione e preghiera vocazionale con la comunità del Seminario. Giornata mondiale Si celebra domenica 3 maggio la 57ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: il tema proposto è “Datevi al meglio della vita”. Incontri e sussidi Il centro diocesano è a disposizione delle parrocchie per incontri vocazionali con ragazzi, adolescenti e giovani. Sul sito www.vocazionicremona.it sono scaricabili i sussidi e i materiali. Cremona Summer Festival, l’8 e 10 luglio due concerti in Cattedrale La Cattedrale di Cremona ospiterà due concerti in programma l’8 e il 10 luglio, alle ore 21. Gli eventi fanno parte del Cremona Summer Festival, nell’ambito del progetto Masterclass che porterà circa 2.500 persone tra musicisti, studenti, insegnanti e accompagnatori a Cremona, Crema e Casalmaggiore, di cui circa 1.500 nella rassegna estiva. Lunedì 8 luglio si esibirà il Girton College Chapel Choir Cambridge, complesso di Ottoni “Historic Brass of the Guildhall School and Royal Welsh College of Music & Drama” diretti da Gareth Wilson. Il Girton College Chapel Choir è un
coro riconosciuto a livello internazionale, formato da circa 25 coristi e cresciuto soprattutto negli ultimi dieci anni grazie agli elevati standard musicali, alle registrazioni regolari e alle entusiasmanti tournée. Nelle tappe italiane il gruppo inglese terrà una serie di concerti che si preannunciano come “memorabili” dando vita ad un grandioso momento musicale con l’esecuzione della Missa “Laudate pueri” di Marc’Antonio Ingegneri e mottetti dello stesso compositore cremonese. Il direttore del gruppo inglese, Gareth Wilson, ha scelto questa solenne musica rinascimentale (otto voci e raddoppio degli ottoni) come omaggio particolare a due delle tappe del tour del Girton College: Cattedrale di Cremona (International Summer Festival) e Mantova, nella Basilica monteverdiana di S. Barbara. Mercoledì 10 invece si esibirà il coro e l’orchestra d’archi di Magdalen College School, Oxford, Inghilterra. Fondata nel 1480, il Magdalen College School è una scuola indipendente per ragazzi maschi di età compresa da 7 a 18 anni (le ragazze femmine possono accedere solo per gli ultimi due anni, dall’età di 16anni). La scuola è conosciuta per l’alto livello accademico, per la musica, per il coro e per il collegamento con l’Università di Oxford. Il coro dellla Magdalen College School, che viaggia in Italia in luglio 2019, consiste di 16 coristi di voci bianche del Magdalen College Choir, piu altri bravi cantanti della scuola – si tratta di Voci Bianche, Soprani, Contralti, Tenori e Bassi. In totale ci sono 58 cantanti – di età dagli 11 ai 18 anni. Il coro si esibisce regolarmente a Oxford, nel Magdalen College, nel Sheldonian Theatre e nella Chiesa Parrocchiale dell’Università. Insieme al coro è presente anche un gruppo d’archi di 16 elementi, che farà qualche brano di accompagnamento e alcuni brani per archi. Il Cremona Summer Festival è un festival estivo che funge da contenitore per attività didattiche connesse alla liuteria ed è organizzato dalla Camera di Commercio di Cremona con
l’Istituto di Studi Musicali “Claudio Monteverdi”, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, del Comune di Crema, del Comune di Casalmaggiore, del Consorzio Liutai “Antonio Stradivari” Cremona, della Cremona International Music Academy e dell’Accademia Internazionale delle Arti. Il Cremona Summer Festival ha anche il supporto e la collaborazione della Provincia di Cremona, della Fondazione Teatro San Domenico, del Casalmaggiore International Festival, del Festival delle Orchestre Giovanili di Firenze, della Scuola Internazionale di Liuteria, del Museo del Violino, della Fondazione Stauffer, del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona, di Esta Italia, del Touring Club di Cremona, della Strada del Gusto Cremonese, delle Botteghe del Centro, del Kiwanis Club Cremona, di BeMyMusic e del Distretto Urbano del Commercio.
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