GIAPPONE: FOCUS PAGAMENTI - Assolombarda
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GIAPPONE: FOCUS PAGAMENTI 1. SITUAZIONE PAESE Il Giappone è una monarchia parlamentare unitaria di stampo democratico, con una popolazione di 126,7 milioni di abitanti. Nel 2017, il prodotto interno lordo aggregato del Giappone ammontava a 4.872 mld di USD, mentre il PIL pro-capite era di 38.428 USD. Per quanto riguarda l’export italiano nel 2017, secondo le statistiche di SACE questi sono stati i settori più interessati: tessile e abbigliamento; alimentari e bevande; meccanica strumentale; mezzi di trasporto; chimica. I settori di maggiore opportunità, invece, sono i seguenti: elettronica; gioielli e alta moda; apparecchi elettrici; meccanica strumentale; mezzi di trasporto; arredamento. Di seguito, vengono riportati i principali indicatori di rischio del Giappone: Categoria OCSE: Non classificato Rating Euler Hermes: A1 Rating Coface: A2 Rating Atradius: Low Risk 2. NORMATIVA VALUTARIA La divisa nazionale è lo Yen Giapponese (codice ISO: JPY), che è liberamente convertibile. Ai sensi del Bank of Japan Act, la Bank of Japan (BOJ) è l’unica autorità deputata all’emissione dello Yen e 1 all’adozione di misure restrittive a livello valutario. Il tasso di cambio dello Yen Giapponese rispetto all’Euro va da un minimo di JPY 121,57 ad un massimo di JPY 133,15 (periodo marzo 2018/marzo 2019) Possono essere importati in Giappone strumenti di pagamento di valore inferiore al milione di Yen, tra cui banconote in valuta locale o straniera, assegni, pagherò, tratte e buoni del tesoro giapponese. Lo stesso dicasi per metalli preziosi che non eccedano il kg di peso. Per importazioni superiori a tali soglie, deve essere inoltrata alle autorità doganali una dichiarazione attestante il trasporto di strumenti di pagamento o metalli. La valuta dei pagamenti può essere liberamente scelta e la normativa valutaria non pone particolari restrizioni. Alcuni pagamenti da o verso il Giappone richiedono la preventiva notifica o approvazione del competente Ministero, ai sensi del Foreign Exchange and Foreign Trade Act. Ciò dipende da diversi fattori, tra cui l’importo dell’operazione e il Paese da cui o verso cui il pagamento deve essere effettuato. 3. FORME DI PAGAMENTO La maggior parte dei pagamenti in Giappone avviene a mezzo bonifico bancario posticipato o pagherò cambiario (yakusoku tegata). Gli operatori giapponesi tendono a preferire il bonifico (furikomi) anche negli scambi internazionali; le assicurazioni ai crediti, comunque, sono piuttosto diffuse. Sono altresì frequenti le lettere di credito. Altri metodi di pagamento (ad es. assegni e cambiali tratte - kawase tegata) sono meno diffusi. Di seguito analizziamo nel dettaglio le singole forme di pagamento utilizzabili nelle vendite in Giappone. Area Rapporti Internazionali - Informazioni aggiornate a marzo 2019 © 2019 Assolombarda
3.1 Bonifico bancario Le banche del Giappone sono collegate al sistema Swift, che consente comunicazioni e trasferimenti di fondi sulla base di un protocollo condiviso a livello mondiale. Il bonifico bancario - specialmente se posticipato - è un’opzione che gli operatori giapponesi adottano spesso spesso, con scadenze che oscillano tra i 30 e i 90 giorni dalla spedizione della merce. Il sistema giapponese prevede diverse piattaforme per i trasferimenti interbancari, tra cui il il BOJ-NET e lo Zengin. Il pagamento anticipato non incontra limitazioni e circa il 20% delle transazioni viene regolato in anticipo; è necessario, comunque, che il venditore vagli attentamente l’affidabilità e la solvibilità del proprio cliente giapponese prima di concedergli pagamenti in tutto o in parte posticipati a mezzo bonifico bancario. Il Giappone è un mercato evoluto e le piattaforme di pagamento digitale (per l’e- commerce e per il trasferimento di somme) sono attive da diversi anni. Molti pagamenti al dettaglio vengono regolati con i contanti, anche se sono diffusi i pagamenti con carta di credito o presso i convenience store, diffusissimi in tutto il Paese. Le compagnie di assicurazione sono disponibili ad assicurare il credito derivante dalle vendite in Giappone, sia per quanto riguarda la situazione Paese che per la situazione corporate (previa informativa e affidamento). 3.2 Assegni bancari e cambiali Il Giappone ha sottoscritto e ratificato le Convenzioni di Ginevra del 1930-1931 sulle cambiali e gli assegni. L’assegno bancario, pertanto, costituisce un titolo di credito letterale, autonomo ed astratto rispetto alla causa da cui trae origine, come accade per gli assegni emessi in molti Paesi dell’Europa continentale. Anche il valore del protesto è analogo a quello rivestito nel Vecchio Continente. La sua disciplina di base è contenuta nella Law on Cheques del 1933; gli assegni vengono emessi in formulari standard approvati dalla banca centrale e contengono delle bande magnetiche per garantirne l’autenticità. La negoziazione degli assegni (e delle cambiali) giapponesi 2 avviene tramite protocolli elettronici (Zengin), che garantiscono un esito rapido del procedimento di incasso. Gli assegni bancari, comunque, non sono più molto utilizzati, sia nelle transazioni interne che per gli scambi con l’estero, in quanto sono nella prassi pagabili al portatore e non all’ordine; in ogni caso, si tratta di un metodo sconsigliabile, nonostante l’apparente uniformità giuridica rispetto all’Europa. Non sono nemmeno usate le cambiali tratte (kawase tegata), mentre i pagherò (yakusoku tegata) trovano ancora applicazione, in quanto sono uno strumento semplice e costituiscono titolo esecutivo in caso di mancato pagamento. Le scadenze dei pagherò vanno dai 90 ai 120 giorni e le banche offrono spesso servizi di sconto per questi titoli. Il factoring e altri tipi di sconto pro-solvendo o pro- soluto non sono molto comuni in Giappone e gli imprenditori più legati alla tradizione considerano questi prodotti bancari una violazione dei patti contrattuali tra venditore e compratore. È piuttosto improbabile, infatti, che il compratore chieda e ottenga un’estensione della scadenza del pagherò se non vi sono problemi di liquidità. 3.3 Incassi documentari Ancora oggi, alcuni operatori giapponesi fanno ricorso all’incasso documentario (documents against payment o documents against acceptance), anche se i metodi di pagamento più utilizzati sono il bonifico bancario o il credito documentario. Sinteticamente, questo metodo di pagamento viene definito dalle migliori banche giapponesi DA/DP collection oppure import DA/DP. Per gli esportatori, sono anche offerti servizi di sconto delle operazioni di documents against acceptance, denominati D/A forfaiting. Generalmente, le banche locali acconsentono che l’operazione venga assoggettata alle norme della CCI (Norme Uniformi sugli Incassi - NUI 522), che forniscono un quadro di regole adottato internazionalmente. Per sua natura, questo metodo di pagamento non garantisce il buon esito dell’operazione quand’anche l’invio dei documenti per il pagamento o per Area Rapporti Internazionali - Informazioni aggiornate a marzo 2019 © 2019 Assolombarda
l’accettazione (con successivo pagamento alla scadenza) segua il canale bancario, in quanto le banche che intervengono nell’operazione non si assumono alcun impegno e responsabilità circa l’effettuazione del pagamento. 3.4 Crediti documentari Gli importatori giapponesi utilizzano spesso la lettera di credito. In particolare, questo strumento è adottato dalle grandi società che si pongono come intermediari (trading companies) tra l’esportatore e il destinatario finale della merce, che è di solito una piccola/media impresa giapponese. In genere, le banche giapponesi tendono ad emettere lettere di credito utilizzabili per negoziazione presso qualsiasi banca. Caratteristiche Crediti documentari emessi da banche Giapponesi possibile e opportuna, anche se le banche giapponesi Conferma non sono solite richiederla. Commissioni di conferma circa 1%-1,5% su base annua per negoziazione presso una banca designata o presso Modalità di utilizzo qualsiasi banca (Any bank) Norme applicate UCP 600 della CCI sì; a volte si fa riferimento a termini obsoleti, come “ex Uso degli Incoterms® factory”, oppure a generici trade terms che non possono essere ricondotti agli Incoterms® della CCI Lingua del credito e dei documenti inglese 3 Dopo avere presentato le caratteristiche essenziali, vediamo quali sono le criticità principali riguardanti i documenti richiesti e le condizioni aggiuntive: - fattura commerciale: senza particolari formalità, viene richiesta la presentazione di un numero variabile di originali e copie della commercial invoice, la quale deve contenere alcune informazioni come il numero della lettera di credito, il Paese di origine ed eventuali sconti e commissioni. Tali prescrizioni si possono trovare anche nelle condizioni aggiuntive; - documento di trasporto: in caso di spedizioni via mare, la richiesta di presentazione della polizza di carico (bill of lading) non presenta particolari caratterizzazioni. A volte, la lettera di vettura aerea (air way bill) deve contenere il riferimento al numero della lettera di credito e un codice di riferimento del destinatario; - distinta dei colli e certificato di origine: non si riscontrano caratteristiche peculiari per questi due documenti; - shipment advice: se la spedizione è a carico del beneficiario, questi deve presentare a volte una dichiarazione attestante l’invio all’ordinante dei dati necessari alla copertura assicurativa; - altri documenti: in base alla natura dei beni, possono essere richiesti specifici documenti, come: il certificato fitosanitario e il certificato di fumigazione (per piante e prodotti vegetali); il certificato attestante il livello di diossina e quello dichiarante l’assenza del c.d. “morbo della mucca pazza”, il veterinary health certificate for live animals e il veterinary health certificate for animal products (per animali vivi e prodotti derivati, alimenti compresi); il certificato di analisi (per tutti gli alimenti, le bevande e i mangimi); il certificato attestante le norme di buona fabbricazione e il certificato di libera vendita (per medicinali e apparecchi medicali); la dichiarazione di conformità (per diversi prodotti destinati al commercio o all’industria, attestante il rispetto degli standard di sicurezza giapponesi); eccetera; - Area Rapporti Internazionali - Informazioni aggiornate a marzo 2019 © 2019 Assolombarda
- condizioni aggiuntive: le additional conditions sono in genere sintetiche e possono contenere prescrizioni inerenti tutti i documenti o alcuni di essi (tra cui la fattura commerciale e il documento di trasporto); altre volte, si dichiara che l’assicurazioni per le merci in viaggio è a carico del compratore. Sono spesso menzionate le conseguenze delle riserve documentarie. 4. GARANZIE E STANBY LETTER OF CREDIT In Giappone, le garanzie sono comunemente usate nelle transazioni commerciali; ad esempio, sono offerte personalmente dal legale rappresentante o dal socio di maggioranza di un’azienda che beneficia di un credito. Prima del 2004, era possibile diventare garante tramite una dichiarazione orale; per proteggere le persone fisiche dalle conseguenze dell’assunzione inconsapevole di un simile obbligo, il Codice Civile è stato emendato e oggi una garanzia è pienamente valida ed efficace se il patto che la costituisce è stato concluso per iscritto (artt. 446.2-446.3). Come anticipato, nel Codice Civile sono citate solo le garanzie fideiussorie, accessorie rispetto al contratto da cui traggono origine. Prima di poter escutere la garanzia, il creditore deve prima domandare l’esecuzione dell’obbligazione al debitore principale (art. 452). Tali garanzie sono principalmente adottate nelle transazioni interne al Giappone, dove il concetto di onore personale è la prima garanzia ai debiti che ci si assume. L’ordinamento nipponico, però, conosce anche le garanzie internazionali a prima richiesta e le standby letter of credit, che possono essere soggette alle norme della Camera di Commercio Internazionale nonostante le banche giapponesi non citino i set di regole adottati. Il mercato delle garanzie internazionali, anzi, presenta dei prodotti peculiari. A volte, le payment guarantee vengono distinte dalle altre garanzie, che vanno sotto il nome di bonding facilities (advance payment guarantee, bid/performance/retention bond). Oppure, la banca garante giapponese può assumersi nei confronti del beneficiario (esportatore giapponese) una silent payment guarantee, un impegno 4 contro il rischio di mancato pagamento che non viene comunicato al compratore estero. In aggiunta, determinate banche locali possono garantire le società finanziarie che concedono prestiti per l’importazione di prodotti considerati importanti per l’economia giapponese (ad es. aeromobili o beni strumentali di valore rilevante). Qualunque sia il tipo di garanzia emesso dalla banca giapponese, è importante che lo strumento sia soggetto alle URDG 758 o - nel caso di standby - alle UCP 600. Di seguito riportiamo alcuni elementi caratterizzanti le garanzie in Giappone: • Tipi di garanzie e norme applicabili: garanzie a prima richiesta, standby letter of credit; garanzie fideiussorie disciplinate dal Codice Civile giapponese. Le norme applicabili sono: URDG 758, UCP 600; per le fideiussioni, il Codice Civile (artt. 446-465) • Caratteristiche essenziali: se soggette alle norme della CCI, sono irrevocabili, a prima richiesta, autonome ed astratte; se soggette al Codice Civile, sono garanzie personali accessorie al rapporto sottostante. • Estinzione alla scadenza: sì, se soggette alle norme della CCI. • Controgaranzia: possibile e caldamente consigliata. • Format di emissione: Swift MT 760 o MT 700. 5. SISTEMA BANCARIO La liberalizzazione del sistema e la competizione indotta dalle banche concorrenti straniere hanno drasticamente cambiato l’essenza delle banche giapponesi, che si sono concentrate in poche banche di grandi dimensioni capaci di offrire servizi all’avanguardia in ogni ambito, trade finance Area Rapporti Internazionali - Informazioni aggiornate a marzo 2019 © 2019 Assolombarda
compreso. Ciononostante, l’interdipendenza tra finanza e impresa è ancora molto forte e spesso le banche locali sono azioniste delle imprese che lavorano con loro. Questa particolare relazione tra società e banche è parte della cultura locale: fino a poco fa, un’impresa giapponese non cambiava quasi mai banca e si limitava ad informarsi sulle condizioni praticate dagli altri istituti. Grazie a questa rete di rapporti personali solidi e all’esposizione limitata ai derivati, le banche giapponesi hanno evitato l’impatto diretto della crisi globale del decennio scorso. Il prestito bancario rimane la fonte primaria di finanziamento per le imprese giapponesi di tutte le dimensioni. Nelle relazioni con l’estero, alle banche si affiancano delle realtà che negli altri Paesi svolgono i ruoli di finanziatori, intermediari commerciali, operatori di trasporto, studi legali e contabili e consulenti commerciali. Ci si riferisce alle grosse trading companies (sogo shosha), che fanno da tramite tra le piccole e medie imprese giapponesi e il resto del mondo. Principali banche in Giappone Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG); Japan Post Bank; Mizuho Financial Group; Sumitomo Mitsui Financial Group; Norinchukin Bank; Resona Holdings; Locali Concordia Financial Group; Fukuoka Financial Group; Chiba Bank; Hukuhoku Financial Group Bank of America; Citibank; JP Morgan Chase; Bank of New York Mellon; Wells Fargo; Royal Bank of Canada; Bank of China; Agricultural Bank of China; China Straniere Construction Bank; Woori Bank; State Bank of India; HSBC; Barclays; Standard Chartered; Deutsche Bank; Commerzbank; BNP Paribas; Credit Agricole; Credit Suisse; ING Bank 5 BNP Paribas (capogruppo della nostra BNL); Credit Agricole (capogruppo della Italiane ex Cariparma); Intesa Sanpaolo; Unicredit Area Rapporti Internazionali - Informazioni aggiornate a marzo 2019 © 2019 Assolombarda
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