GENERE E RAPPRESENTANZA POLITICA
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GENERE E RAPPRESENTANZA POLITICA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità Ufficio per le Politiche di Pari Opportunità Via Jacopo Aconcio, 5 - 38100 Trento Tel. 0461.493156 - Fax 0461.493157 e-mail: pariopportunita@provincia.tn.it www.pariopportunita.provincia.tn.it
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Assessorato alle Pari Opportunità GENERE Osservatorio per le politiche di pari opportunità E RAPPRESENTANZA POLITICA PARI OPPORTUNITÀ TRA DONNE E UOMINI NELL'ACCESSO ALLE CARICHE ELETTIVE 2005 2
© Provincia Autonoma di Trento Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità Progettazione e coordinamento dott.ssa Lucia Trettel Ufficio per le politiche di pari opportunità dott.ssa Francesca Alioli Ufficio per le politiche di pari opportunità GENERE e rappresentanza politica : pari opportunità tra donne e uomini nell'accesso alle cariche elettive. Trento : Provincia Autonoma di Trento. Giunta, 2005 (stampa 2006). 47 p. ; 24 cm. (Osservatorio per le politiche di pari opportunità ; 2) In testa al front.: Provincia autonoma di Trento, Assessorato alle pari opportunità 1. Donna - Attività politica - Trentino - 2004-2005 - Indagine statistica 2. Donna - Attività politica - Italia 3. Rappresentanza politica I. Trento (Provincia). Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità 323.34
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Assessorato alle Pari Opportunità Trento 2005 GENERE Osservatorio per le politiche di pari opportunità E RAPPRESENTANZA POLITICA PARI OPPORTUNITÀ TRA DONNE E UOMINI NELL'ACCESSO ALLE CARICHE ELETTIVE Giunta della Provincia Autonoma di Trento
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità Osservatorio per le politiche di pari opportunità GENERE E RAPPRESENTANZA POLITICA PARI OPPORTUNITÀ 2
indice TRA DONNE E UOMINI NELL'ACCESSO ALLE CARICHE ELETTIVE 1. Prefazione 5 2. “Donne in politica: l'importanza 9 ed il dovere di esserci”: gli incontri sul territorio trentino, a cura di Barbara Poggio 3. La rappresentanza politica 34 “femminile” in Italia, di Marilisa D'Amico 4. Genere e cittadinanza, 39 di Alisa Del Re 3
1. Prefazione di Iva Berasi Assessore provinciale alle pari opportunità La questione della scarsa presenza femminile nei luoghi di decisione politica è un dato che, a sessant’anni dall’acquisizione del diritto elettorale da parte delle donne, è sintomo di una sconfitta per la stessa democrazia e lascia aperto il problema del riequilibrio della rappresentanza e della realizzazione di una democrazia effettiva e non dimezzata. La sottorappresentanza delle donne nelle assemblee legislative nazionali costituisce un aspetto sorprendente, comune alla vita politica delle democrazie occidentali. È però importante ricordare che l’attenzione nei confronti della composizione per genere delle assemblee elettive è un dato abbastanza recente; il movimento per il diritto di voto delle donne, infatti, aveva posto l’attenzione sulla questione dell’elettorato attivo, considerando l’elettorato passivo come una sua conseguenza ovvia ed inevitabile. Solo a partire dalla fine degli anni ottanta ha iniziato a muoversi un interesse particolare per il fenomeno della sottorappresentanza delle donne nei parlamenti e nei consigli, interesse che si riallaccia direttamente al concetto di una democrazia piena. Ma perché è importante agire per promuovere le pari opportunità tra donne e uomini nella rappresentanza politica? Una risposta chiara ed esauriente è quella elaborata da Anne Phillips, che attraverso il concetto di politica della presenza ci spiega perché è importante se i nostri rappresentanti sono uomini oppure donne. Se la rappresentanza politica si basasse solo sui programmi e sulle idee, chi sono i nostri rappresentanti sarebbe meno rilevante rispetto a cosa essi rappresentano; ma in questo caso ci dovremmo aspettare di trovare pressoché lo stesso numero di uomini e di donne tra gli eletti. Questa situazione, di fatto, non corrisponde alla realtà. Le idee e le modalità di gestire il mandato elettorale risultano inevitabilmente legate al- l’esperienza, che fissa dei limiti a ciò che possiamo immaginare o che riteniamo essere prioritario. Il peso dell’esperienza gioca un ruolo fondamentale dal quale non è possibile prescindere.
Prefazione La politica della presenza può essere così spiegata: di fatto, i nostri rappresentanti al momento dell’elezione hanno dei mandati da rispettare ma essi hanno anche una certa dose di autonomia. È per via di questo ruolo giocato dall’elemento personale, individuale e culturale, che diviene importante chi sono i nostri rappresentanti. Il fatto di incrementare il numero di donne nei luoghi della decisione, che di per sé non costituisce garanzia di un reale cambiamento in politica, ne diviene tuttavia una condi- zione necessaria. La questione della partecipazione politica delle donne ha assunto nuovo vigore anche nella nostra provincia in coincidenza con le elezioni comunali svoltesi la scorsa primave- ra. La previsione di quote nelle liste di candidati, per cui nessuno dei due sessi poteva essere rappresentato in misura superiore ai 2/3 del numero massimo di candidati spet- tanti a ciascuna lista, ha portato dunque ad un buon risultato. In 154 comuni le quote sono state rispettate; un segnale positivo arriva anche dall’incre- mento del numero di comuni in cui, andando oltre le prescrizioni delle quote, le donne in lista superavano il 40%. Questi comuni, solo 4 nelle tornata elettorale precedente, sono stati 17 nel 2005. È necessario però sottolineare che nei restanti 51 comuni, consideran- do il totale delle liste, non è stata rispettata la quota del 30% di candidature femminili (e ciò a causa della possibilità, di fatto, di bypassare la norma). Il numero di donne elette alle ultime elezioni comunali ha subito un incremento significa- tivo: ci sono infatti 247 donne in più nei consigli e la presenza femminile costituisce ora il 24% del totale degli eletti, mentre nella precedente tornata elettorale la percentuale si fermava al 16%. Il sistema di quote sperimentato sembra dunque aver funzionato bene consentendo di incrementare la presenza di donne nei consigli comunali. Ma, e questo è un dato altrettanto interessante, dall’analisi dei dati è stato possibile os- servare che l’aumento del numero di donne elette è da attribuire quasi esclusivamente al maggior numero di donne presenti in lista. Infatti, la proporzione delle donne elette rispet- to a quelle presenti in lista è rimasta pressoché la stessa (nella scorsa tornata elettorale era del 26%, mentre nel 2005 è stata del 25%). L’incremento della presenza femminile è da collegarsi pertanto all’aumento delle donne candidate piuttosto che a significative
Prefazione modifiche nella propensione media a “votare donna”. Si può senz’altro dire, quindi, che il sistema delle quote si è rivelato uno strumento effica- ce ai fini di un consistente riequilibrio della presenza di genere nella rappresentanza, ma da solo non sembra essere sufficiente per un significativo cambio di rotta della politica . In questo sembrano dunque persistere delle difficoltà di matrice culturale che impedisco- no un’equa rappresentanza tra i generi nei luoghi decisionali e che non consentono un percorso realmente paritario verso la rappresentanza. Proprio per intervenire sul rafforzamento della presenza delle donne ma anche sulle competenze che le stesse ritengono necessarie per muoversi con maggior sicurezza nel mondo della politica, l’Assessorato alle pari opportunità della Provincia Autonoma di Trento ha iniziato oramai da tempo un’azione di sostegno e sensibilizzazione sul territorio trentino, che ha coinvolto in prima persona le donne ma che ci auspichiamo abbia riper- cussioni di portata più ampia. In particolare, nell’autunno del 2004 è stata lanciata l’iniziativa “Donne in politica: l’im- portanza e il dovere di esserci” che, in più edizioni, ha visto la realizzazione di incontri sul territorio finalizzati a creare momenti di riflessione comune sul significato e sul valore della politica, sulle modalità di partecipazione e sulle possibili strade da percorrere per essere presenti nel terreno politico non in termini minoritari o come “specie protetta”, ma con autorità e capacità di influenza. Questo volume è nato a partire dall’analisi dei questionari compilati da 266 persone (in grande maggioranza donne) coinvolte negli incontri sul territorio, a rappresentare una nuova tappa dell’impegno dell’Assessorato nella promozione e sostegno delle donne in politica. Il volume, che rientra nella collana di pubblicazioni dell’Osservatorio per le politiche di pari opportunità, vuole essere uno strumento utile per chiunque sia interessato, a vario titolo, al tema della partecipazione delle donne alla politica e alla realizzazione di una democrazia piena. Oltre alla presentazione dell’indagine svolta, il volume si completa con ulteriori interventi di taglio politologico e giuridico che offrono spunti ed approfondimenti particolarmente interessanti.
2. “Donne in politica: l’importanza ed il dovere di esserci”: gli incontri sul territorio trentino A cura di Barbara Poggio Questo rapporto si basa sui dati raccolti attraverso questionari somministrati a conclusione di due successivi cicli di incontri sulla cittadinanza attiva delle donne (cfr. appendice 2), realizzati nella prima edizione in sette differenti comuni della Provincia di Trento (Ala, Cles, Mezzo- corona, Cavalese, Telve Valsugana, Tione e Trento) e nella seconda edizione in altri dieci differenti comuni del territorio trentino (Breguzzo, Rovereto, Pergine, Arco, Pieve di Ledro, Malé, Cembra Sardonico, Tonadico e Trento). L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato alle pari opportunità della Provincia Autonoma di Trento, insieme con la Commissione provin- ciale Pari Opportunità e l’Associazione A.d.ele (Associazione donne elettrici) partendo dalla consapevolezza dell’ancora scarsa presenza della componente femminile nei luoghi istitu- zionali e decisionali pubblici provinciali al fine di fornire alle donne interessate un’occasione di riflessione condivisa sul significato e sul valore della politica e sulle effettive possibilità e modalità di partecipazione. Gli incontri della prima edizione sono stati realizzati nei mesi di ottobre e novembre 2004. Le tematiche affrontate hanno riguardato in particolare il tema dell’autostima, dell’amministrazio- ne dell’ente pubblico e la questione del rapporto tra genere e potere. Gli incontri della seconda edizione sono invece stati realizzati nei mesi di febbraio e marzo del 2005 e hanno affrontato il tema degli strumenti della partecipazione alla vita politica, con una particolare attenzione al coinvolgimento e alla presenza delle donne. Tabella 1 Partecipanti agli incontri della prima edizione di “Donne in politica” LUOGO Tot. Questionari Ala 24 Cavalese (Predazzo, Tesero) 6 Cles 6 Mezzocorona 6 Telve 23 Tione (Condino, Breguzzo) 8 Trento 44 Totale 115
Tabella 2 Partecipanti agli incontri della seconda edizione “Donne in politica” LUOGO Tot. Questionari Breguzzo 15 Rovereto 16 Trento 10 Pergine 9 Arco 18 Pieve di Ledro 18 Malè 10 Cembra 16 Sarnonico 6 Tonadico-Primiero 33 Totale 151 Entrambe le edizioni hanno suscitato forte interesse e partecipazione da parte della cittadi- nanza. Nel primo caso sono state coinvolte almeno 115 persone, nel secondo almeno 1511 (tab. 1), in forte prevalenza donne. L’iniziativa ha inoltre rappresentato una significativa opportunità per costruire e rafforzare sul territorio una rete di donne impegnate nel contesto della politica, a partire dal riconoscimen- to della rilevanza della costruzione di network sul territorio per l’accesso e l’affermazione ai contesti della politica. 1. Il campione I dati che saranno presentati in questo rapporto fanno dunque riferimento ad un questionario somministrato nelle diverse sedi ad un campione complessivo di 266 soggetti tra gli intervistati della prima e della seconda edizione, di cui oltre il 90% è composto da donne2, di età compre- sa tra i 16 e i 70 anni3. La classe di età maggiormente rappresentata è quella compresa fra i 41 e i 50 anni (37,0%). Nel 2005 questa classe di età è stata ancora più numerosa rispetto alla precedente edizione (40,2% rispetto al 32% del 2004), a differenza della classe tra i 51 e i 60 anni, che ha rappresentato nell’ultima edizione il 18% circa delle partecipanti, a fronte di un 25% del 2004. L’età media si assesta intorno ai 44 anni4. 1 I dati si riferiscono al numero di questionari raccolti, che si presume inferiore al numero complessivo di persone coinvolte dall’iniziativa. 2 Vista la quasi assoluta prevalenza di donne nell’analisi non verrà effettuata una disaggregazione dei dati per genere e il com- mento ai dati sarà declinato al femminile, privilegiando il principio della dominanza. 3 Ringrazio Annalisa Murgia e Claudia Leonarduzzi che hanno collaborato all’analisi dei dati. 4 Nella tabella n. 1 in appendice 2 sono riportati i dati concernenti l’età delle partecipanti nelle due differenti edizioni. 10
Tra le rispondenti il livello di scolarità è piuttosto elevato: quasi il 60% possiede un diploma o una qualifica professionale, il 22,2% possiede una laurea o un diploma universitario e il 4,6% ha conseguito una specializzazione post-laurea oppure ha svolto il dottorato, mentre solo il 13,4 % ha un titolo di studio inferiore alla scuola dell’obbligo o non ha alcun titolo di studio. Le persone occupate sono circa il 60%, mentre le rimanenti si suddividono tra pensionate (14%), casalinghe (10% circa), persone in cerca di occupazione (2,5%) e studentesse (4,1%). Va evidenziata le percentuale contenuta di donne in condizione di casalinga. Da rilevare però il fatto che le casalinghe sono maggiormente rappresentate nella seconda edizione (12,6%), rispetto alla precedente edizione in cui si attestavano intorno ad un esiguo 4,3%. Anche il numero di studentesse partecipanti è lievemente cresciuto, dato che permette di avanzare l’ipotesi che l’interesse alla politica coinvolga donne in differenti posizioni e non esclusivamen- te le donne lavoratrici5. Tra coloro che sono occupate, oltre la metà si trova in una condizione di lavoro dipendente (di cui circa il 10% occupa la posizione di dirigente, oltre il 50% occupa una posizione impiegatizia e solo il 5% svolge l’attività di operaia), il 15% circa si dichiara imprenditrice o libero professio- nista e il 4% lavoratrice autonoma. Si noti che nella seconda edizione la quota di rispondenti che svolgono un lavoro dipendente (meno del 50%) risulta più circoscritta, anche se sempre rilevante, rispetto a quella del 2004 (quasi 60%), mentre è aumentato il numero di persone che afferma di essere una libera professionista (21% a fronte di un 9% del 2004) o di svolgere un lavoro di tipo autonomo (6% nel 2005 contro un 2% nel 2004)6. Figura 1 Distribuzione per età oltre i 60 anni meno di 30 anni 6.4% 13.2% 51-60 anni 20.9% 31-40 anni 22.6% 41-50 anni 37.0% 5 Nella tabella n. 2 in appendice n. 2 sono riportati i dati scorporati delle due edizioni. 6 Nella tabella n. 3 in appendice 2 sono riportati i dati relativi alla posizione professionale nella prima e nella seconda edizione. 11
2. Interesse e partecipazione al mondo della politica Complessivamente le rispondenti presentano valori altamente significativi rispetto al grado di interesse alle vicende della politica e al livello di informazione. Circa il 60% legge spesso i giornali e gli articoli politici (60,9%), discute spesso di politica all’interno della famiglia (64%) e quasi nove rispondenti su dieci seguono con una certa frequenza le trasmissioni politiche alla televisione. Sebbene in misura più contenuta rispetto ai dati relativi all’interesse e al livello di informazione, anche la partecipazione attiva ad iniziative ed attività pubbliche appare significativa, in quanto dichiara di partecipare a manifestazioni pubbliche la metà delle intervistate (il 14,6% spesso e il 32,1% qualche volta) e altrettante sono effettivamente impegnate in attività politiche sin- dacali, di partito, di movimento o associative (il 26,4% partecipa “spesso” e il 24% “qualche volta”). Rispetto alle risposte fornite su tali tematiche non vi è stato uno scostamento signifi- cativo tra i due cicli di incontri7. Una più incisiva azione in termini di motivazione, sensibilizzazione, formazione e costruzione di network sembrerebbe dunque poter rappresentare una strada da percorrere al fine di facili- tare la traduzione di un interesse condiviso in una pratica attiva. Tabella 3 Interesse e partecipazione ad attività politiche (%) e he nt s o a lc a a me i es Quvol t r Ma Sp Ra Discutere di politica con familiari /amici 64,0 30,5 4,2 1,3 Leggere articoli/giornali di carattere politico 60,9 32,2 5,3 1,6 Seguire alla tv trasmissioni di carattere politico 40,7 46,6 10,4 2,3 Partecipare a manifestazioni di carattere politico 14,6 32,1 33,1 20,2 Partecipare attivamente all’attività di partiti/sindacati/movimenti politici/associazioni 26,4 24,0 24,8 24,8 7 Nella tabella n. 4 in appendice n. 2 sono riportati i dati scorporati delle due edizioni. 12
3. La presenza delle donne in politica Quasi tutte le rispondenti concordano nell’affermare che il numero di donne presenti in politica dovrebbe essere più elevato (93%). In particolare un aumento della presenza delle donne in politica comporterebbe un miglioramento per il 94% delle rispondenti. Solo 8 persone su 263 affermano che non cambierebbe nulla e 4 dichiarano di non averci mai pensato, mentre solo una ritiene che ci sarebbe un peggioramento. Le ragioni di tale miglioramento sarebbero rappresentate per la maggior parte di coloro che hanno risposto dal fatto che la presenza delle donne porterebbe nell’arena politica nuove prospettive rispetto a quelle attualmente dominanti (tab. 4). Una quota quasi altrettanto significativa di risposte sottolinea l’esistenza di una spe- cifica sensibilità femminile nei confronti di particolari problemi, che il questionario non declina, ma che probabilmente si riferiscono ad alcune aree culturalmente più vicine all’esperienza delle donne. Circoscritto è invece il numero di rispondenti che sottolineano una maggiore capacità delle donne nell’agire politico. Il confronto in base all’età mostra che sono soprattutto le rispondenti più giovani a sottolineare l’importanza della presenza delle donne in quanto portatrici di nuovi punti di vista, mentre sono le donne in età più avanzata ad enfatizzare una differente e maggiore sensibilità delle donne rispetto a particolari problemi (fig. 2). Anche per quanto riguarda queste tematiche non vi sono scostamenti rilevanti rispetto ai dati rilevati nelle due edizioni8. Sembra tuttavia confermato il permanere di significative riserve e pregiudizi sociali nei con- fronti delle donne che ricoprono ruoli in ambito politico. Quasi l’80% di coloro che hanno risposto sostiene infatti che non le sostengono, il 37% che i cittadini non hanno fiducia nelle donne e il 44% ritiene che le donne non siano ritenute capaci9. Tabella 4 Perché una maggiore presenza delle donne in politica porterebbe dei miglioramenti (%) % Portatrici di nuovi punti di vista 49,6 Maggiore sensibilità per certi problemi 46,2 Maggiori capacità 2,0 Altro 2,2 Totale 100,0 8 Nella tabella n. 5 in appendice n. 2 sono riportati i dati scorporati delle due edizioni. 9 Va tuttavia evidenziata l’elevata percentuale di persone che non rispondono alle domande relative all’atteggiamento dei cittadini nei confronti delle donne, che va dal 33,5 al 45,5%. 13
Figura 2 Miglioramenti in politica grazie alla presenza delle donne per classi di età >50 anni 35-50 anni
54,4% del campione poco o per nulla compatibili con quelli delle donne. E’ interessante tut- tavia notare che nel 2004 il 21,8% delle rispondenti si era dichiarato “molto d’accordo” con l’affermazione secondo cui i tempi della politica non sono compatibili con quelli delle donne, a differenza dell’edizione recentemente conclusasi, in cui solo il 7,9% ha dato la medesima risposta. In maniera speculare, cresce invece dal 18,9% al 26,4% la quota di coloro che si Tabella 5 Grado di accordo con alcune affermazioni diffuse sul tema ‘donne e politica’ do rd za or rd te co tan o o c o rd ac co n ac ie ac o ac s co d’ d’ olt d’ bba d’ r n oc Pe M A Po Ai partiti non interessa coinvolgere più donne 22,1 53,0 17,0 7,9 Per una donna in gamba non esistono particolari difficoltà a entrare nel mondo politico 27,9 29,8 34,5 7,8 Le donne non condividono il modello di politica praticato dagli uomini 19,8 44,7 27,3 8,2 L’attuale mondo politico è ostile alle donne 18,1 49,6 26,0 6,3 I tempi della politica non sono compatibili con quelli delle donne 13,9 40,5 22,6 23,0 Anche se le donne si candidano, poi non vengono elette 14,6 49,6 26,7 9,1 Le donne pensano di non essere portate per la politica 11,5 45,4 26,1 17,0 Alle donne non interessa la politica 2,3 33,2 38,7 25,8 Le donne non sono all’altezza dei compiti che l’impegno politico richiede 0,8 1,5 18,8 78,9 15
dichiarano “per niente d’accordo” rispetto alla stessa affermazione. Si rileva di conseguenza un maggior numero di persone che ritengono che la difficoltà di dialogo tra donne e politica non risieda tanto nei tempi femminili, ma piuttosto sia legato ad altri fattori, primo fra tutti il disinteresse, se non l’ostilità, da parte dei partiti nel coinvolgere più donne al loro interno. E’ maggiore anche la percentuale di intervistate che in questa edizione sostiene che, nonostante tutto, per una donna in gamba non esistano particolari difficoltà a farsi strada nel mondo poli- tico (61% rispetto al 54% del 2004)10. Il confronto tra le risposte offerte da soggetti di età diverse mette in luce un maggiore otti- mismo tra le rispondenti più giovani, sia rispetto alla rappresentazione delle donne (di cui si riconosce un più alto grado di interesse per la politica), sia rispetto alle effettive opportunità di affermarsi. Tra le aventi meno di 35 anni il 39% si dichiara “per niente d’accordo” con l’afferma- zione secondo cui le donne non sono interessate alla politica, a fronte di un 25,8% tra chi ha tra i 35 e i 50 anni e un 19% tra chi ha superato i 50. Sono ancora soprattutto le giovani donne a ritenere che per le “donne in gamba” non esistano particolari difficoltà per affermarsi in politica (37,5%, contro un 29,4% tra le 35-50enni e un 17,7% tra le rispondenti oltre i 50 anni). Le giovani donne sembrano inoltre meno convinte della presenza di diversi modelli di cultura politica legati all’appartenenza di genere, dell’esistenza di una ostilità di fondo o comunque di una sorta di disinteresse da parte del mondo politico nei confronti delle donne e del fatto che anche quando si candidano, le donne non vengono elette. Tra le aventi meno di 35 anni non vi Figura 3 Motivazioni dell’abbandono della attività politica da parte delle donne TEMPI E CONCILIAZIONE AUTOSTIMA MANCANZA DI SOSTEGNO DISCRIMINAZIONE NON CONDIVISIONE MODELLO DOMINANTE MANCANZA DI FORMAZIONE 0% 20% 40% 60% 80% 100% Prima scelta Seconda scelta Terza scelta Non scelto 10 Per un confronto tra le risposte fornite nell’edizione del 2004 e in quella del 2005 si veda la tabella n. 6 riportata nell’appendice n. 2. 16
è nessuna che aderisce a quest’ultima affermazione dichiarandosi “molto d’accordo”, diversa- mente dalle rispondenti tra i 35 e i 50 anni (15,3%) e tra chi ha più di 50 anni (24,2%). Alle intervistate è stata inoltre offerta la possibilità di indicare liberamente le principali ragioni che possono portare una donna a rinunciare ad un progetto di attività politica (fig. 3). La motivazione maggiormente segnalata riguarda la difficoltà di conciliare i tempi della politica con quelli della famiglia e in molti casi anche del lavoro: per le donne che hanno responsabilità familiari e lavorative, quella politica diventa infatti la terza presenza e non sempre è facile o possibile trovare un equilibrio, sebbene precario, tra queste tre dimensioni. La seconda ragio- ne individuata è legata alla carenza di autostima che sembra caratterizzare le donne e che le porta a sminuire le proprie capacità e competenze. Si sottolinea poi una generale mancanza di sostegno da parte dei vari contesti di riferimento (i partiti, le famiglie, la cittadinanza), ma anche una mancanza di solidarietà tra le stesse donne. Lo stesso peso viene attribuito al problema della discriminazione da parte degli uomini, che rappresenta la ragione principale di rinuncia per una donna all’attività politica per circa il 9% delle rispondenti. Viene infine segnalata la scarsa identificazione delle donne nei modelli politici dominanti, prevalentemente maschili e pochissime persone indicano il minor grado di formazione politica delle donne. Concentrando l’attenzione sulle risposte provenienti da coloro che dichiarano di aver rinuncia- to ad un progetto di partecipazione politica (un terzo delle rispondenti), si osserva che le prime due indicazioni vengono confermate: resta infatti prioritario il problema della conciliazione dei tempi, seguito dal problema della scarsa fiducia nelle proprie capacità. Il terzo fattore critico è invece rappresentato dal non riconoscersi nel modello culturale dominante nel mondo della politica. 5. Quali azioni per incentivare la partecipazione delle donne Una volta individuati i principali fattori che sembrano ostacolare l’accesso delle donne al mon- do della politica, sono state proposte alle rispondenti una serie di possibili soluzioni e/o inizia- tive per incentivare il coinvolgimento e la partecipazione politica delle donne, chiedendo loro di individuare delle priorità (fig. 4). L’opzione che raccoglie la maggior parte dei consensi (sia complessivamente che come prima scelta) è quella relativa all’esigenza di offrire percorsi di formazione politica (sia in termini di acquisizione di conoscenze che di sviluppo di competen- ze). Segue (per numero complessivo di scelte) l’esigenza di creare reti locali di sostegno per le donne, anche se l’azione che raccoglie la seconda maggior quota di prime scelte riguarda il rafforzamento dell’autostima e della sicurezza delle donne, che risponde all’esigenza emersa in precedenza, laddove una consistente quota di rispondenti riteneva che le donne pensano di non essere portate per la politica (il 56,9% si era dichiarata “molto” o “abbastanza d’accor- do” con questa affermazione). Minori preferenze raccolgono soluzioni mirate a sensibilizzare cittadinanza e partiti. E’ interessante sottolineare che tra un’edizione e l’altra è cresciuta in maniera considerevole la percentuale di persone che ritengono l’introduzione delle quote una possibile azione per sostenere le donne in politica (quasi il 40% nel 2005, a fronte del 26% nel 2004)11. 11 Per un confronto tra i dati relativi al 2004 e quelli relativi al 2005 si veda la tabella n. 7 in appendice 2. 17
Figura 4 Azioni ritenute utili per sostenere la presenza delle donne in politica FARE FORMAZIONE POLITICA (CONOSCENZA, COMPETENZE) CREARE RETI LOCALI DI SOSTEGNO PER LE DONNE RAFFORZARE L’AUTOSTIMA E LA SICUREZZA DELLE DONNE SOLLECITARE I PARTITI PER FAVORIRE LE CANDIDATURE DI DONNE SENSIBILIZZARE LA CITTADINANZA FISSARE UNA QUOTA MINIMA DI CANDIDATURE PER IL SESSO MENO RAPPRESENTATO 0% 20% 40% 60% 80% 100% Prima scelta Seconda scelta Terza scelta Non scelto A sottolineare la rilevanza di una formazione di tipo tecnico sono soprattutto le rispondenti più giovani, nella cui esperienza il percorso formativo assume una rilevanza più significativa ri- spetto alle generazioni precedenti, anche in relazione alle aspettative di carattere professiona- le. Sono invece le donne meno giovani a segnalare maggiormente l’esigenza di un intervento formativo finalizzato a rafforzare l’autostima e la sicurezza delle donne, ma anche l’opportuni- tà di azioni di sensibilizzazione o di sostegno a favore della componente femminile. Di fronte a questi dati vale tuttavia forse la pena di ricordare come varie ricerche abbiano dimostrato che le donne che oggi accedono alla politica (ma più in generale al mondo delle professioni) siano mediamente più preparate e formate rispetto alla componente maschile e come questo, pur rappresentando una condizione necessaria, non rappresenti tuttavia una condizione sufficiente per riconoscere e non mettere in discussione le proprie competenze e per farsi strada e ottenere gli adeguati riconoscimenti12. 12 Cfr. Pescarolo, A. “Donne e uomini nella politica”, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, 2001; Bison, I. Pisati, M. e Schizzerotto, A. “Disuguaglianze di genere e storie lavorative”, in Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, a cura di S. Piccone Stella e C. Saraceno, Bologna, Il Mulino, pp. 253-279,1996. 18
6. Proposte di approfondimento L’ultima parte del questionario si concentrava sulle indicazioni rispetto ad eventuali ulterio- ri momenti formativi, proponendo alle rispondenti di indicare quale argomento meritasse un maggior approfondimento, potendo scegliere tra il tema dell’autostima, quello dell’amministra- zione dell’ente pubblico e la questione del rapporto tra genere e potere (fig. 5). Alle partecipan- ti al ciclo di incontri è stato inoltre chiesto di segnalare eventuali altre tematiche di interesse (tabella 9). Se nel 2004 era prevalso l’interesse per l’amministrare, nel 2005 il tema più indi- cato per ulteriori approfondimenti è stato quello relativo all’autostima (45,3) seguito da quello concernente all’amministrare (40,3). Questa inversione di tendenze può essere probabilmente ricondotta al fatto che il tema dell’autostima, diversamente da quanto accaduto nel 2004, non è stato oggetto di discussione nel ciclo di incontri del 2005, e che quindi le partecipanti hanno espresso la necessità di riprenderlo in considerazione13. Figura 5 Indicazioni per eventuali approfondimenti dei temi trattati: seconda edizione AMMINISTRARE: COS’È CHE “GENERE” DI POTERE AUTOSTIMA: CONVINCERSI DI ESSERE CAPACI 0% 20% 40% 60% 80% 100% Figura 6 Indicazioni per eventuali approfondimenti dei temi trattati: PRIMA edizione AMMINISTRARE: COS’È CHE “GENERE” DI POTERE AUTOSTIMA: CONVINCERSI DI ESSERE CAPACI 0% 20% 40% 60% 80% 100% Più importante Mediamente importante Meno importante Non scelto 13 Nella tabella n. 8 in appendice n. 2 sono riportati i dati scorporati delle due edizioni. 19
Sembra dunque che la richiesta prioritaria sia quella di acquisire una maggiore autostima, in modo da possedere una maggiore sicurezza per la partecipazione all’attività politica: viene nuovamente confermata l’esigenza di rafforzare la fiducia nelle proprie capacità e di convin- cersi di avere le competenze adeguate per entrare con successo nel mondo della politica. Già nelle precedenti domande, alla richiesta di indicare le azioni ritenute maggiormente utili per sostenere la presenza delle donne in politica, le intervistate avevano espresso come seconda scelta (di poco superata dalla necessità di formazione) il rafforzamento dell’autostima. All’invito a proporre eventuali altre tematiche da approfondire, le persone che hanno risposto (solo il 33% del totale) hanno reagito suggerendo una molteplicità di percorsi. Nella tabella 6 vengono individuate alcune categorie di sintesi delle diverse indicazioni raccolte (presentate per esteso nell’appendice 1). Tabella 6 Indicazioni di possibili tematiche da approfondire (%) Dato 2004 2005 complessivo Le donne e la politica 34,8 31,5 33,3 Amministrare 26,1 34,2 29,8 Autostima e comunicazione 15,2 13,3 14,3 Costruzione di reti 8,7 10,6 9,5 Nuove generazioni e politica non presente 5,2 2,4 Altro 15,2 5,2 10,7 Totale 100,0 100,0 100,0 In primo luogo emergono le richieste di approfondimento rispetto al tema della presenza delle donne in politica, che vanno dalla riflessione sull’apporto specifico che la donna può dare alla politica, alla considerazione dei possibili interventi mirati a favorire l’equità tra donne e uomini nei contesti politico-istituzionali, ad una analisi più generale dei modelli culturali di genere nella politica, ma anche nella società. Seguono le proposte di approfondimento di questioni relative all’attività dell’amministrare, come il funzionamento dell’amministrazione pubblica, la rappresentanza partitica e il diritto pubblico in generale (istituzioni nazionali e locali). Occorre tuttavia evidenziare il fatto che nell’edizione del 2005 si è riscontrato un maggior interesse rispetto ai temi dell’amministrazione in confronto a quelli riguardanti il rapporto tra donne e politica, probabilmente maggiormente approfonditi nel corso dell’iniziativa. Inoltre, seppure in misura più contenuta, vengono segnalate la tematica dell’autostima – nello specifico espressa 20
dal desiderio di imparare a parlare in pubblico e di vincere le proprie paure – e del networking, ovvero dell’opportunità di costruire reti tra donne o di sostegno alle donne. Nell’edizione del 2005 emerge inoltre la necessità di approfondimenti formativi che mettano al centro della discussione il rapporto tra politica e nuove generazioni (5,2%), che parte probabilmente dal desiderio di ricostruire un interesse e un coinvolgimento dei giovani al discorso politico, che contribuisca all’individuazione di nuove forme e modalità del fare politica e della partecipazio- ne democratica. Appendice 1 - Tematiche proposte per possibili approfondimenti Le donne e la politica politica visto che non dobbiamo né ■ Come conciliare lavoro e politica vogliamo emulare gli uomini ■ Come fare a far votare le donne ■ Donne e lavoro ■ Come coinvolgere le donne in politica ■ Laboratori creativi e supporto alle donne ■ Complementarietà con il genere già in politica maschile in politica ■ L’educazione dei bambini e i ■ Donne e politica nel passato meccanismi inconsci che ripetono le ■ Donne e politica nel passato e dinamiche del sistema sociale prospettive per il futuro ■ Promuovere la necessità di essere attive ■ Emancipazione delle donne in politica e ■ Psicologia maschile/femminile in generale e delega del lavoro di cura - informazione politica/ informazione & ■ Importanza della collaborazione tra politica uomo e donne in politica ■ Rafforzare l’idea di uguaglianza e pari ■ Modo femminile di pensare i rapporti opportunità sociali in politica ■ Rendere visibile l’importanza del ruolo ■ Rapporto tra donne e politica della donna ■ Il ruolo delle donne oggi in politica ■ Sentire l’esperienza di una donna in ■ Valori e potere in politica: come politica coinvolgere le donne ■ Studio della società che cambia in ■ Come convincere il territorio del valore favore della presenza delle donne in della donna in politica, aiutare le donne politica, corsi di formazione ■ Come coordinare impegni lavorativi e ■ Studio di meccanismo per costringere i familiari, come amministrare, crescita e partiti a introdurre le donne nelle liste e sviluppo a sostenerle ■ Come possono entrare forze nuove in politica: la politica femminile come Amministrazione professione e normative ■ Confronto tra le realtà in cui la presenza ■ Aggiornamento sulle normative femminile è alta e quelle in cui è bassa: provinciali e regionali tesi equità ■ Amministrazione locale e partecipazione ■ Cos’è veramente la vita politica? cos’è ■ Come operare per essere buone per la donna? amministratrici ■ Cosa noi donne possiamo portare alla ■ Comprensione del bilancio 21
■ Conoscere gli organismi istituzionali e ■ Modelli comunicativi in politica il bilancio ■ Comunicazione nelle politiche pubbliche ■ Funzionamento della gestione ■ Autostima amministrativa ■ Incontro alla pari tra uomini e donne, ■ Gestione dell’amministrazione capacità di parlare in pubblico, vincere ■ Corsi sulla legislazione specifica del le paure contesto locale ■ Parlare in pubblico ■ La riforma istituzionale ■ Rafforzare l’autostima e la ■ Organizzazione comunale per le donne partecipazione ■ Organizzazione interna al comune ■ Saper parlare, riuscire a farsi capire ■ Strategie di governance a livello locale ■ Strategie comunicative e di mediazione ■ Corsi sul tema amministrativo ■ Tecniche di comunicazione, ruolo della ■ Approfondire i tre temi svolti con donna nelle istituzioni particolare attenzione alla formazione in materia istituzionale Costruzione di reti ■ Aspetti giuridici ed economici ■ Come creare gruppi di supporto alle dell’amministrare donne ■ Burocrazia: come funziona, servizi al ■ Modelli partecipativi e reti tra donne cittadino e alle imprese, formazione ■ Strategie relazionali e di sostegno nel continua gruppo amministrativo ■ Comunità e bene comune, storia/ ■ Rete di sostegno e tempi politici economia internazionale ■ Fare seminari o piccoli gruppi con ■ Conoscenze tecniche confronti tra donne amministratrici, sull’amministrazione incontri con i partiti ■ Corsi di legislazione - sull’ordinamento ■ Forme della partecipazione democratica, dei Comuni - sulla gestione provinciale e costruzione di “reti”, forme alternative di sulle competenze fare politica ■ Formazione politica ■ Incontrare le donne di vari partiti su ■ Formazione politica, rete territoriale problemi e temi sociali insieme possibile per unificare donne e politica, ■ Interventi politici fatti attraverso i responsabilità politica comitati, i gruppi di pressione ecc. ■ Imparare a conoscere i meccanismi della politica Nuove generazioni e politica ■ Legislazione nei principali ambiti dell’amministrare, urbanistica, industria, Altro commercio, cultura ecc. ■ Nozioni legislative ■ Classi deboli ed emarginazione ■ Tematiche amministrative in politica, ■ Inquinamento, viabilità, vivibilità cos’è un’interrogazione o una mozione, ■ Approfondimento culturale generale saper intervenire ■ Il campo sociale ■ La politica come arte del compromesso? Autostima e comunicazione ■ Lavoro, razzismo, politica ■ L’utopia di credere nel benessere ■ Come prepararsi a parlare di fronte a un collettivo e nella sua possibilità di essere pubblico perseguito ■ Comunicazione in contesti istituzionali ■ Mobbing ■ Educazione al confronto politico ■ Nuovi modi di fare politica 22
Appendice 2 – Risultati dei questionari somministrati disaggregati per anno di edizione Tabella 1 Distribuzione per età nelle due edizioni % 2004 2005 Meno di 30 anni 13 13,1 31 – 40 anni 23 22,6 41 – 50 anni 32 40,2 51 – 60 anni 25 18,3 Oltre i 60 anni 7 5,8 Totale 100,0 100,0 Tabella 2 Distribuzione per posizione professionale nelle due edizioni % 2004 2005 Occupato/a 60 51,7 In cerca di occupazione 2,6 2,0 Pensionato/a 13,9 14,6 Casalinga 4,3 12,6 Studente 2,6 4,6 Altra condizione 5,2 6,6 Non risponde 11,3 7,9 23
Tabella 3 Distribuzione per posizione professionale nelle due edizioni % 2004 2005 Dipendente 56 46 Imprenditore/trice o libero/a professionista 21 9 Lavoratore/trice autonomo/a 2 6 Altro 2 4 Non risponde 19 35 Totale 100,0 100,0 Tabella 4 Interesse e partecipazione ad attività politiche (%) SPESSO QUALCHE RARAMENTE MAI % 2004 2005 2004 VOLTA 2004 2005 2004 2005 2005 2004 2005 Discutere di politica con familiari /amici 64,0 63,8 30,7 29,5 3,5 4,7 0,0 2,0 Leggere articoli/giornali di carattere politico 66,7 54,4 25,4 36,7 2,6 7,5 1,8 1,4 Seguire alla tv trasmissioni di carattere politico 40,4 40,8 49,1 44,9 9,6 10,9 0,9 3,4 Partecipare a manifestazioni di carattere politico 16,7 13,1 28,9 33,1 36,0 31,0 16,7 22,8 Partecipare attivamente ll’attività di partiti/sindacati/ movimenti politici /associazioni 26,1 26,6 26,1 22,4 23,4 25,9 24,3 25,1 24
Tabella 5 Perché una maggiore presenza delle donne in politica porterebbe dei miglioramenti (%) % 2004 2005 Portatrici di nuovi punti di vista 47,3 51,1 Maggiore sensibilità per certi problemi 45,5 46,8 Maggiori capacità 3,6 0,7 Altro 0,9 1,4 Totale 100,0 100,0 25
Tabella 6 Grado di accordo con alcune affermazioni diffuse sul tema ‘donne e politica’ (%) % 2004 2005 2004 2005 2004 2005 2004 2005 Ai partiti non interessa coinvolgere più donne 28,2 17,9 47,3 57,1 15,2 18,6 9,8 6,4 Per una donna in gamba non esistono particolari difficoltà a entrare nel mondo politico 25,5 29,6 28,6 31,0 37,5 32,4 8,9 7,0 Le donne non condividono il modello di politica praticato dagli uomini 24,5 16,3 36,8 50,4 28,8 26,2 9,9 7,1 L’attuale mondo politico è ostile alle donne 23,6 14,3 45,1 52,9 23,9 27,9 8,0 5,0 I tempi della politica non sono compatibili con quelli delle donne 21,8 7,9 36,9 42,9 22,5 22,9 18,9 26,4 Anche se le donne si candidano, poi non vengono elette 17,3 12,8 47,3 51,1 28,6 25,5 7,1 10,6 Le donne pensano di non essere portate per la politica 12,7 9,9 47,7 44,0 24,3 27,7 15,3 18,4 Alle donne non interessa la politica 1,8 2,1 37,5 30,1 36,6 40,6 24,1 27,3 Le donne non sono all’altezza dei compiti che l’impegno politico richiede 0,9 0,7 1,8 1,4 18,6 19,0 78,8 78,9 Molto d’accordo Abbastanza d’accordo Poco d’accordo Per niente d’accordo 26
Tabella 7 Azioni ritenute utili per sostenere la presenza delle donne in politica % 2004 2005 2004 2005 2004 2005 2004 2005 Fissare una quota minima di candidature per il sesso meno rappresentato 11,8 16,5 5,3 7,9 9,2 13,7 73,7 61,9 Sensibilizzare la cittadinanza 2,7 9,4 9,3 8 20 11,6 68 71 Sollecitare i partiti per favorire le candidature di donne 4 3,6 6,7 13,7 21,3 10,8 68 71,9 Rafforzare l’autostima e la sicurezza delle donne 25 27,3 25 20,9 7,9 7,9 40,8 43,9 Creare reti locali di sostegno per le donne 15,8 12,9 28,9 23 23,7 24,5 31,6 39,6 Fare formazione politica (conoscenza, competenze) 34,7 30,2 21,3 20,1 13,3 11,6 30,7 38,1 Prima scelta Seconda scelta Terza scelta Non scelto Tabella 8 Indicazioni per eventuali approfondimenti dei temi trattati % 2004 2005 2004 2005 2004 2005 2004 2005 Autostima: convincersi di essere capaci 28,7 45,3 20 18 16,5 23 34,8 13,7 Che “genere” di potere 16,5 12,9 20,9 33,8 30,4 34,5 32,2 18,8 Amministrare: cos’è 32,2 40,3 23,5 28,1 20,9 18,7 23,4 12,9 Più importante Mediamente importante Meno importante Non scelto 27
Appendice 3 – Il questionario “Donne in politica: l’importanza e il dovere di esserci” Data: Luogo dell’incontro: 1. Facendo riferimento al suo interesse per la politica, indichi, per cortesia, con quale frequenza compie le seguenti attività: Mai Raramente Qualche volta Spesso Discutere di politica con familiari /amici Leggere articoli/giornali di carattere politico Seguire alla tv trasmissioni di carattere politico Partecipare a manifestazioni di carattere politico Partecipare attivamente all’attività di partiti/ sindacati/movimenti politici/associazioni/ … 2. Secondo lei, il numero di donne attualmente in politica dovrebbe essere (1 sola risposta):¨ va bene così più elevato più basso non so/ non ci ho mai pensato 3. Secondo lei, una maggior presenza femminile nei luoghi decisionali potrebbe comportare dei cambiamenti nella qualità delle decisioni politiche? (1 sola risposta) no, non cambierebbe nulla vai alla domanda 3.1 ci sarebbero dei miglioramenti vai alla domanda 3.2 28
ci sarebbero dei peggioramenti vai alla domanda 3.3 non so/ non ci ho mai pensato vai alla domanda 4 3.1 No, non cambierebbe nulla. Perché? (1 sola risposta) non c’è alcuna differenza tra le decisioni prese da uomini e da donne anche se ci fossero più donne, a loro sarebbero destinati i posti privi di reale potere anche se ci fossero più donne, non avrebbero l’autorevolezza di imporre il loro punto di vista altro: ________________________________________ 3.2 Ci sarebbero dei miglioramenti. Perché? (1 sola risposta) le donne sono portatrici di nuovi punti di vista le donne hanno una maggiore sensibilità di fronte a certi problemi le donne hanno più capacità degli uomini altro: _____________________________________ 3.3 Ci sarebbero dei peggioramenti. Perché? (1 sola risposta) le donne sono meno esperte degli uomini a gestire il potere le donne hanno meno capacità degli uomini le donne dedicherebbero meno tempo degli uomini agli impegni politici altro: ________________________________________ 29
4. Secondo lei, qual è, in generale, l’atteggiamento dei cittadini nei confronti delle donne che partecipano alla vita politica? (1 risposta per ogni coppia di affermazioni) i cittadini hanno fiducia oppure i cittadini non hanno fiducia i cittadini le sostengono oppure i cittadini non le sostengono i cittadini le ritengono capaci oppure i cittadini non le ritengono capaci 5. Di seguito vengono riportate alcune affermazioni sul tema ‘donne e politica’. Per ciascuna di esse potrebbe indicare il suo grado di accordo/disaccordo? Per niente Poco Abbastanza Molto d’accordo d’accordo d’accordo d’accordo Alle donne non interessa la politica Le donne pensano di non essere portate per la politica Le donne non sono all’altezza dei compiti che l’impegno politico richiede I tempi della politica non sono compatibili con quelli delle donne Anche se le donne si candidano, poi non vengono elette Ai partiti non interessa coinvolgere più donne L’attuale mondo politico è ostile alle donne Le donne non condividono il modello di politica praticato dagli uomini Per una donna in gamba non esistono particolari difficoltà a entrare nel mondo politico ¨ 30
6. Secondo lei, che cosa si dovrebbe fare per sostenere la partecipazione delle donne in politica? (al massimo 3 risposte in ordine di importanza: 1= più importante, 2=mediamente importante, 3=menO importante) fissare per legge una quota minima di candidature per il sesso meno rappresentato fare formazione politica (conoscenze, competenze) rafforzare l’autostima e la sicurezza delle donne (empowerment) sensibilizzare la cittadinanza creare reti locali che sostengano le donne che vogliono partecipare alla vita politica sollecitare i partiti al fine di favorire le candidature delle donne altro: _____________________________________________ 7. Secondo lei, una donna che vuole entrare in politica ma poi rinuncia a questo progetto, per quali ragioni giunge a tale decisione? Indichi, per cortesia, le tre ragioni che lei ritiene più verosimili. a. _______________________________________________________________________ b. _______________________________________________________________________ c. _______________________________________________________________________ 7.1 A lei è mai successo? (solo per le donne) Sì No 31
8. Secondo lei, quali sono i temi degli incontri per cui sarebbe interessante un approfondimento? (al massimo 3 risposte in ordine di importanza: 1= più importante, 2=mediamente importante, 3=meno importante) Autostima: convincersi di essere capaci Amministrare: cos’è Che “genere” di potere 9. Quali altre tematiche le interesserebbE approfondire? _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ Dati individuali 10. Sesso M F 11. Età _____ 12. Titolo di studio nessun titolo/ licenza elementare/ licenza di scuola media inferiore qualifica professionale/ diploma di scuola media superiore laurea/ diploma universitario dottorato di ricerca/ specializzazione post-laurea 32
13. Condizione occupazionale Occupato/a vai alla domanda 13.1 In cerca di occupazione Pensionato/a Casalinga Studente Altra condizione 13.1 In quale posizione occupazionale si trova? (solo per chi è occupato) Dipendente vai alla domanda 13.2 Imprenditore/trice o libero/a professionista Lavoratore/trice autonomo/a Altro 13.2 Lei è alle dipendenze come… (solo per chi è alle dipendenze) Dirigente/direttivo/quadro Impiegato/a Operaio/a Altro ____________________ 33
3. La rappresentanza politica “femminile” in Italia di Marilisa D’Amico Ordinario di Diritto costituzionale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università statale di Milano L’Italia è fra i Paesi europei e mondiali con una delle percentuali più basse di donne in Parlamento. La storia degli ultimi anni ha vissuto alterne vicende: da un lato sono state varate leggi tendenti a garantire una quota minima di candidati donne, dall’altro sono intervenute alcune sentenze della Corte costituzionale non del tutto coerenti fra loro; da ultimo è stato modificato l’art. 51 Cost. che ha consentito un primo provvedimento in tema di elezioni europee. Nel 1993, con la legge n. 81, il legislatore aveva pensato di risolvere il problema della bassa percentuale di donne nelle Assemblee elettive, introducendo, per la prima volta, le cd. “quote” in merito alle elezioni dei rappresentanti negli enti locali. Per le elezioni regionali e comunali si prescriveva che nelle liste i candidati dello stesso sesso non fossero inseriti in misura superiore ai due terzi, con ciò sostanzialmente riser- vando un terzo dei posti disponibili al sesso sottorappresentato. Per le elezioni nazionali, invece, veniva introdotta l’alternanza obbligatoria di uomini e donne nelle liste per il recupero proporzionale previsto dalla legge elettorale per la Ca- mera dei deputati. Questa serie di interventi legislativi sono stati censurati da una sentenza della Corte costituzionale, la n. 422 del 1995, con la quale il giudice costituzionale ha chiarito che, in via generale e senza alcuna eccezione, in materia elettorale debba trovare applicazione soltanto il principio di eguaglianza formale (artt. 3, 1 comma, e 51, comma 1, Cost.) e che qualsiasi disposizione tendente ad introdurre riferimenti “al sesso” dei rappresentanti, anche se formulata in modo neutro, sia in contrasto con tale principio. Nonostante l’oggetto specifico della questione di costituzionalità sollevata di fronte al Giudice delle leggi riguardasse esclusivamente la normativa relativa all’elezione degli enti locali, la Corte, attraverso l’applicazione dell’art. 27, comma 2, l. n. 87 del 1953 (dichiarazione di illegittimità consequenziale), è giunta all’annullamento di tutte le norme presenti nell’ordinamento miranti, sia pur con tecniche diverse, a riequilibrare la presenza di uomini e donne nelle Assemblee elettive. In particolare, la decisione della Corte risulta assai significativa in quanto colpisce la disposizione inserita nella legge per l’elezione della Camera dei deputati, che come già chiarito, prevedeva il meccanismo di ‘alternanza’ nell’indicazione dei candidati. A con- ferma della posizione rigorosa assunta dalla Corte, venivano colpite anche le norme previste per le Regioni a statuto speciale. L’interpretazione della Corte, di per sé discutibile, anche alla luce di argomenti testuali (molti autori non sono d’accordo sul significato da attribuire all’art. 51 Cost.), non soltanto 34
determinava l’illegittimità di tutte le disposizioni in materia, ma rendeva impossibile, a Co- stituzione invariata, per il legislatore ordinario introdurre norme di qualsiasi tipo miranti a favorire l’accesso delle donne alle competizioni elettorali. Tuttavia la Corte, dimostrando di non sottovalutare l’importanza del problema, aveva espressamente dichiarato che op- portune misure di sostegno nei confronti del sesso sottorappresentato, avrebbero potuto essere assunte liberamente dai partiti politici. Per superare l’ostacolo posto dalla Corte agli interventi legislativi ordinari, fu necessa- rio avviare un laborioso processo di revisione dell’art. 51 della Costituzione, conclusosi soltanto molti anni dopo con l’approvazione della costituzionale n. 1 del 2003. Con tale intervento è stato aggiunto un secondo periodo al comma 1 dell’art. 51 Cost.: “A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. Nel medesimo senso, prima della modifica dell’art. 51 Cost., sono intervenuti due altri importanti provvedimenti del legislatore costituzionale, che hanno ulteriormente mutato il quadro costituzionale di riferimento. Si tratta, da una parte, dell’art. 2 della legge cost. 31 gennaio 2001, n. 2, il quale prevede espressamente che “al fine di conseguire “l’equilibrio della rappresentanza dei sessi”, la legge regionale “promuove condizioni di parità per l’accesso alle consultazioni elettorali”; dall’altra, dell’art. 117, comma 7, che introduce una disposizione analoga, volta ad impegnare il legislatore regionale a rimuovere “ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, cultu- rale ed economica” e a promuovere “la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. Anche a livello internazionale si è cercato di porre rimedio al problema della sottorappre- sentanza femminile; l’art. 23 della Carta di Nizza, approvata il 7 dicembre 2000, sancisce infatti, al comma 2, che “il principio della parità non osta al mantenimento o all’adozione di misure che prevedano vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato”. In questo rinnovato contesto si inserisce la sent. n. 49 del 2003, in occasione della quale la Corte ha modo di tornare sul problema delle cd. “quote rosa”, cioè di disposizioni in materia elettorale volte a favorire una maggiore presenza delle donne nelle Assemblee elettive. L’occasione per il nuovo intervento del Giudice costituzionale è stata offerta dall’impugna- zione effettuata dal Governo di una legge della Regione Valle d’Aosta. Curioso è il fatto che tale impugnazione sia stata avanzata dal medesimo Governo che aveva presentato il disegno di legge di modifica dell’art. 51, Cost. (il cui testo della relazione di accompa- gnamento espressamente si riferiva alla necessità di “di mettere un cappello alle quote”), in corso di approvazione al momento del ricorso stesso. Oggetto del giudizio sono state alcune disposizioni, in particolare l’art. 7, comma 1, e 2, comma 2 della deliberazione legislativa della Regione Valle d’Aosta, adottata ai sensi dell’art. 15, comma 2, dello sta- tuto speciale, in base alle quali, a pena di invalidità, le liste dovevano essere formate da “rappresentanti di entrambi i sessi”. Un simile intervento, finalizzato a garantire una tutela minima (la sola necessaria presenza di candidati di entrambi i sessi, per ipotesi anche uno solo del sesso sfavorito) è stato impugnato non per “difetto”, bensì perché contra- stante con i principi rigorosi della decisione costituzionale n. 422 del 1995. 35
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