Finlandia, dal 1 agosto restrizioni

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Finlandia, dal 1 agosto restrizioni
Finlandia,   dal   1  agosto
cambiano   le    restrizioni
imposte a causa di COVID-19
Le vigenti restrizioni, introdotte per mitigare la diffusione
del coronavirus, sono revocate come previsto dal 1 ° agosto
2020; il governo e le autorità sottolineano però di seguire
attentamente la situazione e di esser pronti ad adottare nuove
decisioni secondo necessità.

In linea con il regolamento emanato dalle Agenzie
amministrative regionali dello Stato, eventi pubblici e
incontri pubblici con oltre 500 partecipanti possono ora
svolgersi in spazi interni e chiusi, a condizione che
rispettino le linee guida dell’Istituto finlandese per la
Salute e il Benessere* e del Ministero dell’Istruzione e della
Cultura sulla prevenzione delle infezioni da COVID-19.
Finlandia, dal 1 agosto restrizioni
Ai sensi della legge sulle malattie trasmissibili, i
regolamenti possono essere emessi per un massimo di un mese
alla volta. Se la situazione in Finlandia peggiorasse in modo
significativo, le citate agenzie potranno modificare le loro
decisioni sulle restrizioni anche in agosto.

La raccomandazione del governo sul lavoro a distanza diffuso
termina il 1 ° agosto ma con l’avvertenza che la questione
potrebbe essere rivista se lo sviluppo dell’epidemia lo
richiedesse.

Sempre il governo e le autorità competenti stanno controllando
attentamente lo sviluppo dell’epidemia e gli effetti della
revoca delle restrizioni. Durante l’ultimo periodo di
controllo (20-26 luglio), sono stati segnalati al registro
delle malattie trasmissibili un totale di 51 nuovi casi. Il
numero settimanale di casi è leggermente aumentato ed è ora
allo stesso livello di fine giugno.

Le restrizioni imposte a causa della pandemia COVID-19 sono
state gradualmente eliminate e in modo controllato durante la
primavera e l’estate. Il governo si prefigge di arginare
l’epidemia minimizzando al contempo l’impatto negativo su
persone, imprese, società e sull’esercizio dei diritti
fondamentali.

La compagnia aerea di bandiera Finnair, ha ricordato inoltre
che dal 2 agosto riaprono i propri collegamenti da Helsinki
per Milano e Roma, decisione che potrà facilitare il reciproco
scambio turistico.

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https://thl.fi/en/web/infectious-diseases-and-vaccinations/wha
t-s-new/coronavirus-covid-19-latest-updates/transmission-and-
protection-coronavirus

Giudici               a       orologeria                  e
processo                  a    Salvini:                  ci
risiamo
E così, anche Salvini andrà a processo. Sotto la mannaia di
una giustizia ‘all’italiana’, malata non tanto di ‘autonomia’,
o di protagonismo (quello lo lasciamo ai vari magistrati in
cerca di pubblicità), quanto di politica, di falsa ideologia –
l’ideologia ha a che fare con le idee, qui c’è solo da
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prendere poltrone e assicurarsi un congruo vitalizio – di
istruzioni dall’alto.

Il processo di Salvini, in un momento in cui l’Italia è invasa
da tutte le parti da barchini di ‘migranti’ – turisti –
provenienti anche e soprattutto da nazioni in cui qualche
volta si vive meglio che da noi, ma nazioni il cui ventre non
è molle come il nostro, che stanziamo 100 milioni per le ONG
in un momento in cui le famiglie e gli operatori economici non
riescono ad andare avanti e a tenere aperti gli esercizi
commerciali; nazioni in cui se sei condannato vai in galera, e
che Dio ti aiuti; nazioni in cui noi Italiani andiamo anche a
fare le vacanze, e magari qualcuno s’è anche comprato una
casetta; nazioni che ci accolgono perché portiamo denaro:
Algeria, Tunisia, per dirne un paio. Gente che potrebbe venire
in Italia con un volo di linea, ma che preferisce il barchino
‘sganciato’ da una nave madre perché con l’aereo dovrebbe
avere tutti requisiti per l’espatrio, e poi senza sovvenzioni.
Col barchino, invece, in un paio d’ore di mare calmo, magari
con un bell’olio abbronzante protezione 10, sono già bell’e
arrivati. Trovano il pullman che li carica, li porta in
albergo. Il ristorante che li rifocilla, lo Stato Italiano che
li sovvenziona con una cifra quotidiana, le organizzazioni di
accoglienza che li prenotano quando sono ancora al largo, e
che ricevono fior di quattrini per gestirli… Insomma, se
dovessimo andare in un’agenzia di viaggi, sceglieremmo
senz’altro l’Italia. Con il barchino. È anche ammesso –
consigliato – protestare per il cibo, per il wi-fi che non
funziona bene, per il materasso che non è comodo: ma che gli
raccontano, a questa gente, prima di imbarcarli? Alla fine
della fiera, checchè ne dicano gli avversari politici, l’unico
momento in cui sono diminuiti gli sbarchi, e di conseguenza
gli esborsi dello Stato italiano, e di conseguenza anche i
morti in mare, è stato quello in cui l’allora ministro Salvini
ha operato con incisività e decisione, adottando l’unica
soluzione possibile ed efficace: la chiusura dei porti.
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Essendo, nel frattempo, andata buca ogni altra soluzione
prospettata – millantata – e mai praticata, come un accordo
internazionale con la Libia ed altri paesi di transito:
evidentemente le forze in campo (leggi: criminalità
organizzata) non hanno permesso alcun accordo.

Diciamolo   chiaramente:                    Salvini  è
pericoloso perché non è                     un fautore
dell’Unione Europea

Già, proprio quella organizzazione sovranazionale (già il
vocabolo causa rigetto) che vuole comandare, vorrebbe
comandare, comanda, comanderà, continua a comandare in Italia.
Tenendoci per gli attributi, cioè tenendoci per un debito
pubblico dovuto in massima parte a interessi sul debito, che
potremmo in un attimo decidere di azzerare, come hanno fatto
alcuni. Per esempio, la Germania non ha mai pagato i suoi
debiti di guerra, eppure ha goduto degli interventi economici
anche dell’Italia al momento della riunificazione delle due
Germanie. Ora con il Recovery Fund, riceviamo in prestito il
denaro che noi stessi abbiamo versato nelle casse della UE;
per impiegare il quale dobbiamo redigere un piano di spesa da
sottoporre alla Commissione europea per l’approvazione. E il
MES si staglia all’orizzonte, pericoloso portatore di Troka.
Intanto le attività che sono l’ossatura della nostra economia
chiudono, sacrificate anche dalle norme anti-covid,
procrastinate fino alla fine di ottobre: salvo rimando, molto
probabile.

Da Mani Pulite in poi – ma forse anche da
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prima – assistiamo all’uso politico della
Magistratura

Mani Pulite ha distrutto il partito di maggioranza relativa,
l’allora Democrazia Cristiana, e non solo. Sono passati per il
tritacarne uomini politici ‘pericolosi’, come Craxi, che,
anche se a qualcuno non piace, è stato un grande statista. Un
pensiero a chi si è suicidato in carcere, e a chi ha visto la
propria vita distrutta. Quello che è uscito indenne da tutte
le indagini è stato il PCI. Per disposizioni dall’alto? Forse
i nostri pronipoti potranno saperlo, e conoscerne anche i nomi
di chi ha dato gli ordini. Come i processi a Berlusconi, il
processo a Salvini è un processo politico, e questo è sotto
gli occhi di tutti. Come è sotto gli occhi di tutti che anche
le indagini su Fontana sono orientate politicamente: nessuno
si è preoccupato di indagare sugli 11 milioni di euro dei
cittadini che Zingaretti ha utilizzato per acquistare
mascherine che poi non s’è ben capito se sono andati in fumo o
no. 11 milioni, e non 500.000 euro come nel caso lombardo.
Nessuno s’è preoccupato di farcelo sapere. È sotto gli occhi
di tutti che Bocelli ha dovuto chiedere scusa, e rimangiarsi
ciò che aveva liberamente espresso, perché quel messaggio non
doveva passare, e il cantante avrebbe perso gli agganci che
sono necessari per non essere inghiottito dall’oblìo. È sotto
gli occhi di tutti che Renzi ha cambiato all’ultimo il proprio
voto a favore di Salvini, probabilmente perché è riuscito ad
ottenere qualcosa, in cambio di un voto che avrebbe spedito il
‘Capitano’ davanti al magistrato di Palermo. Forse
l’insabbiamento della indagine CONSIP, che sta trascinando
Lotti, mentre Renzi Sr. ne rimane fuori? È sotto gli occhi di
tutti che il governo sta sfruttando l’emergenza Covid come uno
spauracchio per evitare la messa in mora di una compagine che
ormai si regge sugli stecchini. È sotto gli occhi di tutti che
questo governo è pasticcione, impreparato, incompetente,
fazioso, e che le sue delibere sono per lo più targate DPCM,
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l’uomo solo al comando. È sotto gli occhi di tutti che il
nostro ministro della Salute non è preparato per quel compito,
e che il vero ministro è Sileri. È sotto gli occhi di tutti
che la Lamorgese è una burocrate messa al posto di Salvini
solo per obbedire a certe disposizioni, che certamente non
contemplano misure che possano arrestare il flusso migratorio
in entrata – in pratica, l’invasione – nel nostro territorio:
anche lei risponde a precise istruzioni dall’alto. È sotto gli
occhi di tutti – e anche sulle pagine dei quotidiani – la
frase che Palamare ha pronunciato, riportata da una
intercettazione telefonica, per cui “Salvini ha ragione, ma
bisogna fermarlo”. Solo questo dovrebbe far cadere un governo
come il nostro. Ma poi, ‘chi’ vorrebbe far cadere Salvini?
Certamente il nostro governo, che risponde ai diktat europei,
i quali sono frutto di un controllo superiore: infatti anche
l’UE è uno strumento, come sono uno strumento i politici
europei, longa manus di certi poteri. E andando a ritroso,
percorrendo la scala gerarchica non dichiarata si arriva ad
una ‘cupola’, i cui agenti non sono – o sono – facilmente
identificabili: certamente non dall’uomo della strada, ma da
chi è addentro alle segrete cose. Mentre un po’ di fumo negli
occhi arriva da un Mattarella che commemora la strage di
Bologna – i cui esecutori non sono mai stati individuati,
nonostante gli otto ergastoli a Mambro e Fioravanti,
palesemente non colpevoli almeno di quella strage – e quella
di Ustica: i cui colpevoli sono evidenti ed individuati, ma
non è possibile dirlo perché il colpevole è un paese che
condivide con noi la presenza nella NATO.

Il processo a Salvini è un processo
politico, ed è anche un processo ad
orologeria, nella migliore tradizione
Finlandia, dal 1 agosto restrizioni
dalla giustizia-clava adoperata da una
sinistra che, quando non riesce a battere
gli avversari politici nelle urne, lo fa
cercando vie traverse

A settembre, se non saranno rimandate, ci sono le
amministrative, e fa comodo scrivere sui giornali delle
malefatte di Salvini, che ha ‘sequestrato’ i migranti della
Open Arms, allo scopo di far perdere voti ad una destra che è
già maggioranza nel paese. La Lamorgese lo ha fatto molto più
a lungo, quando per 11 giorni ha impedito lo sbarco della
Ocean Viking con 104 profughi a bordo, giusto per non
compromettere la tornata elettorale in Umbria. Lo sbarco è
stato autorizzato solo dopo il – rovinoso – risultato delle
urne, nonostante il puerile escamotage. Con Salvini al
governo, le ONG erano state attivissime nella protesta e nella
denuncia di presunte violazioni da parte del ministro, con
esposti alla magistratura, puntualmente accolti e tramutati
prontamente in richieste – da parte dei magistrati – di
procedimenti penali. Nel caso Lamorgese nulla di tutto ciò è
stato fatto, né denunce da parte della Open Arms, né
interventi della magistratura. Questo appalesa, se ce ne fosse
ancora bisogno, la presenza di una camera di regia occulta
lucida e precisa. In realtà, oltre agli onorevoli di varia
estrazione partitica, anche la magistratura di Agrigento si
era recata più volte a bordo delle navi al largo di Lampedusa.
Nel caso Lamorgese – che non esiste, in pratica – nessun
intervento. Sostanzialmente si è trattato della stessa
situazione che era stata considerata passibile di procedimento
penale, ma all’epoca il ministro era Salvini. Né le ONG, che
secondo alcuni quotidiani sono foraggiate nientemeno che dal
miliardario ebreo ungaro-americano George Soros, hanno mai
inteso denunciare un governo di sinistra.
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Ci auguriamo che la verità venga fuori. Ciò che l’ex ministro
dell’Interno ha fatto, è stato bloccare sbarchi altrimenti
incontenibili, come sta succedendo ora, nell’interesse
dell’Italia e degli Italiani, riducendo anche i morti in mare.
Oggi i libici sparano addosso ai migranti in fuga. Ma già,
questo amore per la nostra patria e per il nostro popolo è
condannato soprattutto dall’Europa, che ci vuole trasformare
in ‘europei’. Già lo siamo, per acquisizione geografica.
Parafrasando Metternich, possiamo dire che ‘L’Europa è una
mera espressione geografica’, definizione che il conte
attribuì all’Italia. Ma eravamo nel 1847. Oggi non è più così.
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Cambio    della    guardia
all’Ufficio      Nazionale
Israeliano del Turismo in
Italia
Alla scadenza del 31 luglio del suo mandato alla guida della
sede italiana all’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo,
Avital Kotzer Adari ha dichiarato che “Tanto il lavoro e tante
le soddisfazioni. Straordinario l’impegno del gruppo che mi ha
affiancato, risultati positivi spesso anche oltre le migliori
aspettative”. L’inizio, nel 2014, non era stato facile, avendo
Avital iniziato il impegno in un momento complesso, nel
panorama internazionale, per la destinazione Israele .

Con l’Expo la svolta

Israele fu il primo Paese ad acquistare lo spazio, insieme
naturalmente all’Italia, per la partecipazione ad EXPO 2015.
Attraverso EXPO si è iniziato a proporre un riposizionamento
della destinazione, proponendo linee innovative, come il
turismo all’aria aperta, coniugandolo con la ricerca
dell’eccellenza dei prodotti della terra e la scoperta
dell’originalità enogastronomica.

Questa linea è cresciuta in modo inaspettato, passando
attraverso l’amore della direttrice per l’area di Zichron
Yacov, non lontano da Cesarea Marittima, dove Avital è nata:
la cosiddetta area del vino, la cui offerta è ora sempre di
più entrata nella consapevolezza degli italiani grazie anche
alle numerose strategie di comunicazione legate ai contenuti
prodotti dalla stampa .

L’attività con il settore professionale

La direttrice Avital ha dato in questi 6 anni di direzione un
impulso decisivo per l’attività con gli operatori del settore.
Da una parte ha promosso azioni di grande respiro culturale
legate alle linee più tradizionali come, per esempio, la
partecipazione a convegni di contenuto archeologico in
collaborazione con autorevoli istituzioni come la Curia di
Bergamo o Milano, la Biblioteca Ambrosiana o la Soprintendenza
Archeologica di Milano attraverso una efficace collaborazione
con le opere di pellegrinaggio e gli operatori del turismo
religioso. Dall’altra ha raggiunto grandi successi nel settore
del turismo generalista attraverso la realizzazione di
collaborazioni con i più importanti tour operators e con le
principali reti di agenzie nazionali, con cui sono stati
siglati accordi di commercializzazione e promozione che hanno
visto l’organizzazione di eventi dedicati, sponsorizzazioni di
convegni e presentazioni in tutto il territorio italiano.

Oltre 2.500 gli agenti di viaggio incontrati mediamente ogni
anno, 1.200 i sacerdoti contattati verso i quali viene svolta
una costante attività di informazione, più di 100 gli uffici
diocesani costantemente oggetto di comunicazione, oltre 30,
tra tour operators, organizzatori di pellegrinaggi e reti di
nuove agenzie che in questi ultimi anni hanno dedicato una
programmazione specifica alla destinazione Israele,
aggiungendo così la loro attività a quella dei marchi già
precedentemente presenti sul mercato italiano, per un totale
di oltre 100 aziende costantemente in contatto con l’Ente e
con una programmazione dedicata alla destinazione.
Rinnovamento ed innovazione delle linee

“Israele è un Paese magnifico: il mio sogno è stato fin
dall’inizio quello di aprire lo scrigno contenente i tesori
della mia terra” aggiunge Avital.

Turismo famigliare

Fino a 6 anni fa questa tipologia di turismo sembrava, per gli
italiani, lontana dall’offerta Israele. Soprattutto a seguito
di importanti riconoscimenti, come, per esempio, Tel Aviv
eletta da parte di Condè Nast la città con le migliori spiagge
cittadine di tutta l’area del Vicino Oriente, la direttrice si
è impegnata per far crescere il turismo per la famiglia, linea
nella quale ha creduto moltissimo anche come mamma di due
bimbe.

Turismo all’aria aperta

Parlare di turismo all’aria aperta coniugandolo con la
destinazione Israele oggi non stupisce più: il lavoro di
questi anni ha fatto in modo che i meravigliosi parchi di
Israele (ben 54) e le relative attività possibili in essi,
dall’osservazione degli uccelli all’indagine archeologica,
dall’Israel Trail al Gospel Trail, entrassero nelle
aspettative degli italiani appassionati di turismo all’aria
aperta. Non dimentichiamo poi la straordinaria promozione dei
“Cammini” che legano Israele ad antiche tradizioni di
movimenti religiosi.

Deserto
“Far conoscere il deserto scolpito di Israele è stata fin
dall’inizio uno dei miei obiettivi” spiega Avital. Oggi il
deserto del Negev rientra nell’elenco delle destinazioni degli
appassionati di marcia, di sport estremi, di bicicletta
montana, ma anche degli amanti dello yoga o del relax grazie
ad un investimento nella comunicazione e all’apertura del
nuovo aeroporto di Ramon e ai voli, uno anche diretto, che
consentono di raggiungere con solo tre ore di volo quest’area
del Paese che vanta 350 giorni di sole all’anno. Il turismo
spirituale ha poi trovato nel deserto un luogo privilegiato
per offrire un’esperienza unica e non ripetibile in altri
luoghi, tra storia e natura, tra chiese bizantine e animali
citati nella Bibbia.

Moda, cibo e design

L’attività di comunicazione è riuscita a far crescere queste
linee, aprendo le porte soprattutto alla vivacità delle due
città che racchiudono l’anima del Paese: Gerusalemme e Tel
Aviv. Proprio in queste due città sono stati organizzate
attività come servizi fotografici di moda o viaggi stampa per
far conoscere l’aspetto più piacevole della destinazione, tra
cibo, design, arte e architettura. Anche la collaborazione ad
importanti eventi come I 100 anni del Bauhaus organizzato in
collaborazione con l’Ente Germanico per il Turismo hanno
certamente contribuito a far entrare Israele in un ambito
turistico fino a questo momento sconosciuto.

Due città

Due città, un solo respiro. Gerusalemme e Tel Aviv si
armonizzano e si completano nella loro apparente diversità. 6
anni di attività, supportata anche da una massiccia campagna
ADV, soprattutto televisiva, hanno portato alla creazione
unica di una linea nella quale il Ministero del Turismo di
Israele ha creduto moltissimo e che oggi si inserisce
perfettamente nell’immaginario dell’italiano desideroso di
disconnettersi dalla realtà per trascorrere uno spensierato
fine settimana lungo.

Israele sempre giovane

Senza dubbio una sfida vinta quella di presentare Israele come
una destinazione perfetta per i giovani che, grazie
all’ingresso delle compagnie aeree economiche nel mercato,
attraverso la cosiddetta politica degli Cieli Aperti, oggi si
recano a Tel Aviv per trascorrere un fine settimana lungo tra
divertimento e relax e un pizzico di cultura: impensato tutto
questo fino a 6 anni fa, tipologia di vacanza possibile oggi
grazie alle nuove rotazioni che hanno preso vita in questi
anni, da Venezia, Bologna, Napoli e Catania, oltre che da Roma
e Milano.

Lo sport e la Grande partenza

“Qui possiamo davvero … dare i numeri. 5 maratone, con in
primo piano quella di Gerusalemme a correre la quale abbiamo
portato atleti e personaggi noti, da Gianni Morandi a Giorgio
Calcaterra” illustra Avital. E ancora: “Israele oggi è
conosciuta come meta ideale per il turismo sportivo e la
richiesta in questo settore è in costante crescita”. Senza
dubbio un impulso eccezionale è stato dato dalla Grande
Partenza del Giro d’Italia nel 2018 che ha visto protagonista
Israele e ben 20 milioni di telespettatori incollati a
scoprirne la varietà e lo splendore dell’offerta turistica
aumentando del 135% la ricerca fatta dagli utenti
relativamente a Israele come meta turistica. “Un risultato per
ottenere il quale abbiamo utilizzato tutti i mezzi a nostra
disposizione: organizzazione di viaggi stampa dedicati, serate
di gala, uno speciale cartaceo realizzato con il circuito di
Gazzetta dedicato alla scoperta dei luoghi del Giro, un angolo
allestito durante la fiera BIT 2018” conclude Avital.

L’attività di promozione per il settore dello sport ha visto
l’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo prendere parte, in
collaborazione con la Gazzetta dello Sport, al giro di Sicilia
nel 2019, in occasione dell’apertura della connessione voli
Catania – Tel Aviv.

Alcuni progetti speciali hanno contribuito in modo eccezionale
a collocare Israele in un contesto comunicativo assolutamente
nuovo: il progetto #israeledagirare, realizzato in
collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia
diretto da Bartolomeo Corsini sotto la direzione artistica di
Maurizio Nichetti; 5 progetti collegati a 5 gruppi dell’ultimo
anno accademico degli studenti del centro che, volati in
Israele, hanno realizzato altrettanti video con la freschezza
e gli occhi di giovani futuri registi. “Ho curato
personalmente i contenuti e ho lottato per realizzare questo
progetto per il quale l’Ente è stato poi anche premiato dal
GIST, Gruppo Italiano Stampa Turistica, con il premio ICA,
Information Campaign Awards 2017 per il miglior progetto di
comunicazione realizzato da un Ente del Turismo nell’anno di
riferimento” aggiunge Avital.

Il progetto Mondadori, svolto in collaborazione con i
principali negozi del circuito, coinvolgendo il pubblico
attraverso la distribuzione di materiale informativo e gadget,
conclusosi con una mostra fotografica al negozio di Piazza del
Duomo, realizzato come attività di rafforzamento della
campagna Two Sunny Cities One Break. Anche l’attività di
promozione realizzata in collaborazione con Coin ha avuto la
medesima finalità, raggiungendo così complessivamente e
direttamente per le due attività oltre 3.000.000 di persone.

Il concorso “Negev Adventure Corri con noi” costruito in
partnership con il settimanale Donna Moderna, finalizzato alla
promozione della linea ‘deserto’, che ha visto raccontare il
Negev in ben 32 numeri della rivista e ha raggiunto attraverso
le pagine internet e dei sociali ben 16 milioni di utenti.

“Il mio cuore rimane qui in Italia, che è diventata la mia
seconda casa. Insostituibile è l’amore verso la mia terra, ma
l’Italia ha rappresentato un eccezionale momento di crescita
professionale e personale. Sono orgogliosa dei risultati che
sono riuscita ad ottenere, degli oltre 190.000 italiani che
hanno visitato Israele nel 2019 e della crescita ottenuta di
oltre il 27%. Con grande soddisfazione sono riuscita a far
conoscere in modo sempre più ampio il volto di Israele. Questo
ritengo essere stato il successo più importante del mio
lavoro: aver dato la possibilità agli italiani di conoscere
interamente Israele, anche negli ambiti fino a poco tempo fa
ignorati, avendo aperto le porte con grande passione a nuove
linee che nei prossimi anni potranno essere sempre più
sviluppati. Ora sono pronta per nuove sfide. Ringrazio tutto
il mio gruppo di lavoro, senza il quale tutte queste attività
e questi sogni non sarebbero stati realizzati. Aspetto ora
tutti gli amici in Israele” ha concluso Avital.
Marsala, degrado ambientale:
dopo    anni    arriva    la
demolizione del rudere in
largo Gaspare Capizzo
In corso la demolizione del casolare pericolante di largo
Gaspare Capizzo, nell’area portuale di Marsala. Seppur
vicinissimo all’isola ecologica del “Salato”, da decenni quel
rudere in area demaniale è stato trasformato in una discarica
a cielo aperto.

Più   volte   ripulito   dal   Comune   –   pur   non   avendone   la
responsabilità – , il casolare diroccato veniva puntualmente
ricolmo dai rifiuti, rendendo la zona indecorosa e
maleodorante.

“Cancelliamo un degrado ambientale che si prolunga da anni e
che ora sarà solo un brutto ricordo per la nostra città,
afferma il sindaco Alberto Di Girolamo. Se i responsabili
avessero provveduto negli anni a mettere in sicurezza il sito,
oggi non ci troveremmo in una situazione così indecorosa. In
più, la notevole presenza di rifiuti di ogni genere e di
amianto, sta prolungando i lavori”.

Da   diversi    giorni,    infatti,   operatori     e  mezzi
dell’Energetikambiente prelevano e trasportano in discarica i
rifiuti, presenti fino a stamani in grande quantità anche
nello strato sottostante i precedenti crolli di tufi
perimetrali. Da informazioni assunte tramite l’Ufficio
Circondariale Marittimo e il Demanio Pubblico, nonché dagli
accertamenti da parte degli Uffici comunali, non è stato
ancora possibile risalire ai responsabili di questo degrado.
Tuttavia, la bonifica e la messa in sicurezza di quell’area
era urgente e il sindaco Di Girolamo è intervenuto con propria
ordinanza, alla luce anche della relazione dell’Ufficio
Pubblica incolumità da cui si evince che il fabbricato era
privo di staticità tale da garantire stabilità e sicurezza dei
muri perimetrali.
L’Asd Grottaferrata calcio a
5 (serie C2) “sposa” la Nike.
Il   presidente   Masi:   “Un
accordo storico”
Grottaferrata (Rm) – L’Asd Grottaferrata calcio a 5 sta
facendo davvero le cose in grande. Non solo a livello tecnico,
visti i nomi dei primi acquisti ufficializzati dal club
castellano, ma anche a livello strutturale e organizzativo. In
questo ambito rientra l’annuncio dato ieri dal sodalizio del
presidente Manuel Masi nella sede societaria di via del
Boschetto 51: “Abbiamo stipulato un accordo biennale di
collaborazione con la Nike, un fatto storico – dice il massimo
dirigente con evidente orgoglio – Oltre alla fornitura di
abbigliamento sportivo per la squadra, avremo la possibilità
di gestire il merchandising sul territorio sia online che
nella nostra sede e questo è motivo di grande orgoglio”.
Felice per l’importante accordo anche il direttore generale
Alessio Passerini: “Devo ringraziare Walter Antonini che ha
fatto da tramite tra la nostra società e la Nike e ha permesso
la positiva conclusione della trattativa. Un ulteriore motivo
di crescita per l’Asd Grottaferrata calcio a 5 che si lega ad
un marchio prestigioso come quello della multinazionale
americana”.
Presente per un saluto anche il sindaco di Grottaferrata
Luciano Andreotti: “Ho voluto presenziare a questo evento per
fare i complimenti al club del presidente Masi che sta
crescendo in maniera notevole. Sono una società giovane e con
tanto entusiasmo, hanno molta voglia di fare e cercano di
rappresentare al meglio il nome della città, quindi dal
sottoscritto troveranno sempre porte aperte. Non ho mai
seguito il calcio a 5, ma accetterò con molto piacere il loro
invito per la prima partita di campionato”. A livello
istituzionale è spiccata anche l’entusiastica presenza della
presidentessa del Consiglio comunale, l’avvocato Francesca
Maria Passini: “Come rappresentante del Comune di
Grottaferrata sono felice di vedere crescere rapidamente
questa nuova realtà sportiva. Nel nostro paese un club di
calcio a 5 è praticamente un inedito e anche nel territorio
non ci sono tanti altri esempi. Inoltre l’Asd Grottaferrata
calcio a 5 si sta muovendo con passi importanti ed ambiziosi,
come dimostrano l’acquisto di una sede e anche quello di un
pullman societario per affrontare le trasferte. Auguro a
questa nuova realtà di portare il nome della nostra città
sempre più in alto”.
Chiara Colosimo (FdI) a “Ci
vediamo a via Veneto”: tante
le battaglie portate avanti
per le classi più deboli fino
alla legge sull’autismo
Chiara Colosimo Consigliere Regionale del Lazio per Fratelli
d’Italia ospite di Chiara Rai per la puntata di sabato 1
agosto di “Ci vediamo a via Veneto” che sarà trasmessa a
partire dalle ore 18.

Un’intervista che si svolgerà all’esterno dello storico locale
dell’Harry’s Bar, direttamente sulla strada della “Dolce
Vita”.
Frascati Scherma, Aspromonte
sveste i panni da atleta:
“Voglio dedicarmi totalmente
alla vita da maestro”
Frascati (Rm) – L’ultima diretta Facebook sulla pagina
ufficiale del Frascati Scherma è stata a dir poco
scoppiettante. Il protagonista assoluto è stato Valerio
Aspromonte che ha spiegato la decisione di appendere il
fioretto al chiodo e di dedicarsi esclusivamente alla vita da
maestro. “Supportato dal mio gruppo sportivo delle Fiamme
Gialle, avevo già elaborato l’idea di completare il
quadriennio olimpico e poi smettere. D’altronde da un anno e
mezzo ho iniziato ad allenare un’atleta fortissima come
Camilla Mancini e questo impegno si è aggiunto a quello sempre
più intenso coi bimbi del “Pio XII” (il “polo” romano del
Frascati Scherma, ndr). Per fare questo, devo impiegare tanto
tempo per studiare cose nuove e guardare video di altri atleti
per conoscerne le caratteristiche. Nella mia vita schermistica
sono sempre stato abituato a dare il mio 110% e in questo
momento ho preferito scegliere di darlo nell’insegnamento e
non nell’attività agonistica. Credo sia stato il momento
giusto per farlo: ho raggiunto livelli ottimi da atleta ed è
anche giusto non buttare una carriera come la mia “alle
ortiche”. E’ meglio lasciare un bel ricordo piuttosto che
trascinarsi per qualche anno nel finale di carriera. Negli
anni mi sono un po’ logorato fisicamente, ma anche mentalmente
e quindi questa era la scelta giusta da prendere”. Trovare un
“nuovo Aspromonte” sembra essere un’impresa complicata: “Non
vedo ragazzi che mi somigliano, tante volte il mio carattere è
stato ingombrante e da giovane ero molto meno serio degli
atleti attuali. Ci sono due fiorettisti che mi piacciono
tantissimo e sono Guillaume Bianchi (anche lui atleta del
Frascati Scherma, ndr) e Tommaso Marini: esprimono una bella
scherma e un certo tipo di carattere in pedana, frutto di una
buona e sana strafottenza”. Il percorso di Valerio Aspromonte
nel mondo della scherma inizia nel lontano 1995: “Un giorno
vinsi una garetta nella mia scuola di Grottaferrata, la “Virgo
Fidelis”. La presenza di Sasà Di Naro (poi diventato suo
maestro, ndr) fu decisiva per la mia scelta. Le gare che più
ricordo con maggior piacere sono la vittoria nel mondiale
Giovani in Corea del Sud che rappresentò il mio primo
importante successo e poi successivamente il trionfo in una
gara di Coppa del Mondo Assoluti a Venezia, una delle due
tappe della competizione che ho vinto in carriera. L’oro
olimpico a squadre di Londra 2012? E’ stata un’emozione
fortissima, ma ciò che ricordo con maggior piacere è stato
tutto il percorso per arrivare a quel titolo”. Nel
ripercorrere alcuni passi della sua prestigiosa carriera,
Aspromonte ha anche parlato del giapponese Yuki Ota: “E’ stata
la mia bestia nera, non sono riuscito mai a batterlo, ma forse
anche perché ne ho avuto sempre un grandissimo rispetto. Ora è
presidente federale giapponese e tutto quello che sta facendo
ora da dirigente lo rende ai miei occhi ancor più speciale”.
Per Valerio Aspromonte c’è stato anche il “tributo” in diretta
Facebook del presidente Paolo Molinari: “Non abbiamo mai
parlato della sua possibilità di fermarsi come atleta, ma
credo che il passaggio di Valerio alla carriera magistrale sia
stato naturale e che fosse nell’aria. Sta facendo bene in
questo nuovo percorso e ci mette tanta passione. Il lavoro che
hanno portato avanti al “Pio XII” lui con Sasà Di Naro e
recentemente con Guido De Bartolomeo è stato veramente
notevole. Da atleta ci ha regalato grandi emozioni che
rimarranno per sempre nella storia del nostro club. Abbiamo
vissuto pure un momento molto difficile in cui c’è stata
l’ipotesi che andasse via, ma lui è uno dei simboli più
importanti del Frascati Scherma e siamo felici di aver speso
tante energie per trattenerlo”.
Scuola, Azzolina ipotizza
lezioni a distanza per le
superiori
“A settembre dobbiamo tornare tutti a scuola in presenza. La
didattica digitale è stata pensata per le scuole superiori e
si può prevedere anche per un giorno a settimana, ma è un
esempio e comunque sarebbe solo per ragazzi dai 14 anni in
su”, ha detto il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina a
Uno Mattina, in merito alla possibilità di lezioni a distanza.

“In un Paese civile i concorsi andrebbero fatti ogni due anni,
come succede in Europa. Il nostro obiettivo è svolgere questi
concorsi e programmare il fabbisogno. Il concorso
straordinario è per 32mila posti e verrà fatto a breve, entro
la prima settimana di ottobre o giù di lì. E’ importante
perché darà stabilità ai nostri docenti e ai nostri
studenti”.

“Ci vorranno tanti supplenti in più e quindi tanti
investimenti. Nel decreto rilancio un miliardo di euro andrà
ai supplenti: sia al personale docente sia al personale Ata.
Si tratta di una prima tranche, con lo scostamento che abbiamo
votato avremo ulteriori fondi. Avremo all’incirca più 50mila
insegnanti e personale Ata, potremmo chiamarlo ‘personale
Covid’ ma spero che a lungo andare possa servirci per ridurre
l’affollamento delle classi e le classi pollaio”, ha detto
ancora Azzolina a Uno Mattina.

Latina, immigrati positivi al
Covid-19: monta la protesta
Viste le notizie di cronaca che si susseguono preoccupanti in
queste ore circa il numero di contagi tra i migranti tunisini
giunti a Latina martedì sera e circa il tentativo di fuga che
ci sarebbe stato all’arrivo a Cori degli altri 43 non positivi
al Covid, la Lega di Latina e la Lega Giovani provinciale e
comunale hanno organizzato per domani 31 luglio 2020 alle 19
un sit-in davanti la Prefettura in Piazza della Libertà.
Così il coordinatore Comunale di Latina, Armando Valiani e i
coordinatori dei giovani a livello provinciale, Marco Maestri
e comunale, Alessandro Palmiggiani.
«Vogliamo ribadire – spiegano – la nostra contrarietà alla
politica degli sbarchi che questo governo sta incoraggiando,
ma sopratutto vogliamo difendere il diritto alla salute dei
nostri concittadini. Dopo i sacrifici del lockdown importare
casi da migranti che non fuggono dalle persecuzioni è quanto
di più folle ci sia. Auspichiamo dunque che i trasferimenti si
fermino e che chi arriva nel nostro paese attraverso il
traffico di esseri umani sia immediatamente rimpatriato. In
ogni caso non possiamo accettare che chi arriva tenti subito
la fuga facendo perdere le sue tracce. Servono maggiori
controlli e una sorveglianza assidua di queste persone»
Albano Laziale: “Criticità
sul programma integrato Santa
Palomba”
Dopo le note ufficiali dall’Amministrazione Comunale, alle
quali ancora non è stata data risposta, il Sindaco Nicola
Marini, insieme a diverse Associazioni e semplici cittadini,
il Sindaco Nicola Marini ha firmato le osservazioni che
evidenziano le innumerevoli criticità legate alla
realizzazione del Programma Integrato “Santa Palomba”, da
inviare alla Città di Roma per il tavolo di confronto
organizzato su tale questione.
«Questo Programma Integrato prevede un intervento urbanistico
molto pesante, perlopiù residenziale, con la costruzione di
circa 1.000 appartamenti che ospiteranno 3/4mila persone in un
terreno completamente libero subito a ridosso dei nostri
confini comunali – commenta il primo cittadino – Vista la
dislocazione, le migliaia di nuovi abitanti non potranno che
ricercare i servizi nei Comuni limitrofi tranne che a Roma,
distante più di 20 km. Senza considerare le ripercussioni
ambientali e di viabilità».

Omicidio Serena Mollicone e
morte Santino Tuzi, un giallo
ancora tutto da chiarire:
l’approfondimento con l’Avv.
Leonardo Lastei
Fissata per l’11 gennaio 2021 la prima udienza del processo
per la morte di Serena Mollicone, la 18 enne di Arce scomparsa
il 1 giugno del 2001 e trovata morta, dopo due giorni, in un
boschetto a Monte San Giovanni.

A giudizio l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola,
sua moglie Anna Maria e il figlio Marco accusati di concorso
in omicidio.

Stessa imputazione per il maresciallo Vincenzo Quatrale che
deve rispondere anche di istigazione al suicidio del
brigadiere Santino Tuzi e per all’appuntato Francesco Suprano
accusato anche di favoreggiamento.
Officina Stampa del 30/07/2020 – l’Avvocato Leonardo Lastei
penalista e patrocinante in Cassazione spiega quelli che
potranno essere i risvolti giudiziari delle vicende Mollicone
e Tuzi

Una vicenda, quella della morte di Serena, che inizialmente ha
visto indagato un carrozziere, Carmine Belli, con cui si
sospettava la giovane avesse un appuntamento. Ma fu poi
prosciolto.

La svolta arriva nell’aprile del 2008 quando il brigadiere dei
carabinieri Santino Tuzi, ascoltato come persona informata sui
fatti, riferisce che il giorno della scomparsa di Serena aveva
visto quest’ultima in caserma dai Mottola.

Viene quindi predisposto un confronto tra il Brigadiere Tuzi e
il Maresciallo Mottola ma tre giorni prima dell’incontro in
Procura il Brigadiere viene trovato morto.

Serena Mollicone, dunque, la mattina del primo giugno 2001
dalle 11.30 alle 14.30, si trova nella caserma dei Carabinieri
di Arce per, stando alle parole di Guglielmo Mollicone,
denunciare lo spaccio di droga che avveniva in paese.
Officina Stampa del 30/07/2020 – Il video servizio che
ripercorre la vicenda che vede imputate 5 persone, tra le
quali l’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce,
per concorso in omicidio

Gli inquirenti ricostruiscono il fatto: Serena Mollicone
sarebbe stata colpita mortalmente dal figlio di Mottola,
Marco, probabilmente facendo sbattere la testa di Serena
contro una porta all’interno della caserma o meglio
all’interno dell’appartamento in dotazione al comandante della
Stazione e alla sua famiglia e poi sarebbe stata portata nel
bosco dell’anitrella, un luogo che ormai conserva solo dolore,
cordoglio e ricordo. Un luogo che ha cambiato il suo nome da
Fonte Cupa a Fonte Serena.
Officina Stampa del 30/7/2020 – L’intervista esclusiva di
Chiara Rai a Guglielmo Mollicone che parla del carcere di Arce
vicino alla stazione dei carabinieri

Una morte quella di Santino Tuzi tutt’ora
avvolta da una fitta cortina di mistero

Diverse le “stranezze” in un giallo dalle tinte forti tutto da
chiarire. Basti pensare che dietro il sedile dell’auto di Tuzi
è stato rinvenuto il fodero della sua pistola di ordinanza
mentre nel verbale riportato nell’istanza di archiviazione si
fa presente che il fodero della pistola si trovava
nell’armadietto del Brigadiere.
Officina Stampa del 30/7/2020 – Il video servizio sulla morte
del Brigadiere dei carabinieri Santino Tuzi

O ancora ci si chiede come mai non sarebbe stata effettuata
un’analisi dell’arma di ordinanza relativamente al proiettile
rinvenuto nell’autovettura? Come si fa a dichiarare che
quell’ogiva appartenga alla pistola rinvenuta sul sedile
dell’auto di Tuzi? Per altro il brigadiere dopo essersi
sparato al petto avrebbe avuto la calma e la lucidità di
adagiare l’arma sul sedile. Inoltre sulla pistola non vengono
rinvenute le impronte di Tuzi, se non una impronta parziale e
latente della mano sinistra, quando Tuzi era invece destrorso.
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