COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO

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COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO
COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO

VERBALE DELLA INCHIESTA PUBBLICA RELATIVA AL P.A.U.R. PROVVEDIMENTO
AUTORIZZATORIO UNICO REGIONALE PER LA REALIZZAZIONE E L’ESERCIZIO
DI UN IMPIANTO DI PRODUZIONE PANNELLO TRUCIOLARE DA LEGNO
RICICLATO DA PARTE DELLA DITTA KRONOSPAN ITALIA S.R.L. IN ZONA
INDUSTRIALE PONTE ROSSO DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO

                                     IL SEGRETARIO GENERALE

Ai sensi e per gli effetti di cui:
    -   all’art.27-bis comma 6 del D.Lgs n.152/2006;
    -   all’art. 15 della L.R. 43/1990;
    -   all’art.15 del D.P.G.R. 0245/Pres.
Redige, con il supporto tecnico delle ditte incaricate alla registrazione e trascrizione degli interventi,
il seguente Verbale.
Il giorno 9 (nove) del mese di giugno dell’anno 2021 (duemilaventuno) alle ore 17.10
nell’Auditorium Centro Civico via Manfrin n.18 in San Vito al Tagliamento si è tenuta l’inchiesta
pubblica relativa al P.A.U.R. – Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale - per la realizzazione
e l’esercizio di un impianto di produzione pannello truciolare da legno riciclato da parte della ditta
Kronospan Italia S.r.L. in zona industriale Ponte Rosso di San Vito al Tagliamento (PN).
Sono presenti:
    -   il Sindaco del Comune di San Vito al Tagliamento on. Antonio Di Bisceglie che presiede;
    Per la Regione Friuli Venezia Giulia:
    -   l’ing. Flavio Gabrielcig – Regione F.V.G. - Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia
        e sviluppo sostenibile – Direttore del Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati;
    -   l’ing. Oreste Patrone – Regione F.V.G. - Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e
        sviluppo sostenibile – Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati;
    -   il geom. Anna Castellan – Regione F.V.G. - Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia
        e sviluppo sostenibile – Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati;
    -   la dott.ssa Raffaela Pengue - Regione F.V.G. - Direzione centrale difesa dell’ambiente,
        energia e sviluppo sostenibile – Direttore del Servizio valutazioni ambientali;
    -   l’ing. Daniele Tirelli - Regione F.V.G. - Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e
        sviluppo sostenibile – Servizio valutazioni ambientali;
    Per il Comune di San Vito al Tagliamento:
    -   il Segretario Generale dott. Loris Grando;

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-   il vice Segretario e Responsabile dell’Area Finanziaria-OO.PP.-Manutenzione-Personale rag.
       Ivo Nassivera;
   -   il Responsabile dell’Area Assetto del Territorio il geom. Mauro Galante;
L’inchiesta pubblica viene aperta dal Sindaco del Comune di San Vito al Tagliamento con una
relazione.
PRESIEDE IL SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): Buon pomeriggio e buongiorno a tutti.
La Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale Difesa dell'Ambiente, Servizio
Disciplina Gestione dei Rifiuti, con nota pervenuta il 21 maggio 2021, in qualità di autorità
competente all'adozione del provvedimento autorizzatorio unico regionale, ha disposto che la
consultazione avvenga anche mediante lo svolgimento di una inchiesta pubblica, secondo le modalità
fissate dall'articolo 15 della legge regionale 43/1990 e dall'articolo 15 del Decreto del Presidente della
Giunta regionale 245/1996.
Comunicato, altresì, che l'inchiesta pubblica deve avvenire entro i termini perentori di cui al decreto
legislativo 152/2006 (Testo Unico Ambientale) per le richieste di integrazione ai sensi dell'articolo
27-bis del medesimo decreto legislativo 152/2006.
L'articolo 15 del Decreto del Presidente della Giunta regionale 245/1996, che approva il Regolamento
e che dà esecuzione alla legge regionale 7 settembre 1990, n. 43 e successive modificazioni ed
integrazioni, sull'ordinamento della Regione Friuli Venezia Giulia sulla valutazione di impatto
ambientale, così recita (l'articolo 15), “Modalità di svolgimento delle audizioni pubbliche”: “Le
audizioni pubbliche di cui all'articolo 16, comma 2, della legge regionale 43/1990 hanno luogo
quando motivatamente richieste al competente Ufficio regionale dal Sindaco del Comune interessato
o di un Comune contermine, ovvero in mancanza di tale richiesta dal legale rappresentante di
un'associazione di protezione ambientale riconosciuta ai sensi della legge 8 luglio 1986, n. 349;
oppure da un numero di cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune interessato pari almeno al
3% del corpo elettorale. L'audizione deve essere svolta nel termine perentorio di quindici giorni dalla
scadenza del termine di cui all'articolo 16, comma 1, della legge regionale 43/1990.
Nell'avviso pubblico dell’indizione dell'audizione saranno indicati il tema di discussione, il giorno,
l'ora e il luogo dove essa si terrà. L'audizione, presieduta dal Sindaco o un suo delegato, si apre con
una sua relazione - che è appunto quella che sto facendo - cui segue l'esposizione del progetto in
esame da parte del committente o dell'autorità proponente, ovvero in sua assenza da parte della
Regione.
Della discussione viene redatto un verbale a cura della Segreteria del Comune, il cui Sindaco ha
presieduto l'audizione. Esso viene inviato all'Amministrazione regionale nel termine di cui all'articolo
16, comma 2, della Legge regionale 43/1990”.

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Ciò premesso, si comunica che la presente seduta avverrà con le seguenti modalità. Sono presenti in
sala: la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che presenterà il progetto di realizzazione ed
esercizio di un impianto di produzione pannelli truciolari da legno riciclato, proposto dalla ditta
Kronospan Italia; sono stati ammessi alla presente seduta i cittadini che hanno fatto richiesta entro il
7 giugno 2021, ore 17:00 e che non hanno rinunciato a presenziare; sono ammessi ad intervenire i
cittadini che ne hanno fatto richiesta entro il medesimo termine. Risultano in numero di 53.
Al fine di permettere a tutti di intervenire, si è inteso superare il numero massimo originariamente
fissato di 18. Pertanto, verranno ammessi all'intervento tutti coloro che ne hanno fatto richiesta entro
il termine. La durata di ciascun intervento, come peraltro previsto nell'avviso pubblico, sarà di 7
minuti; stante l'elevato numero delle persone iscritte ad intervenire si raccomanda il rigoroso rispetto
del termine di durata.
Su richiesta del Segretario Generale, ai soli fini della verbalizzazione della seduta di sua competenza,
gli interventi vengono videoregistrati. La registrazione è curata dalla ditta Pixel Image Technology
di via Nazionale 60/8 di Pradamano. La registrazione è di proprietà del Comune che ne curerà la
trascrizione con la ditta abituale incaricata della trascrizione dei dibattiti consiliari.
È in ragione di questo che allora, dando avvio a questa audizione, inchiesta audizione pubblica, do la
parola all'ingegnere Gabrielcig Flavio, responsabile del procedimento di provvedimento
autorizzatorio unico regionale per la esposizione del progetto sottoposto a osservazioni.
Prego, ingegnere.

Quindi si succedono i seguenti interventi:

ING. GABRIELCIG FLAVIO: Buonasera a tutti.
Credo che il progetto sia noto e quindi vado velocemente a ripercorrere le principali caratteristiche
dello stesso. Il progetto che la Società Kronospan Italia S.r.l. intende realizzare in Comune di San
Vito al Tagliamento prevede la realizzazione di una serie di interventi tra loro collegati: un impianto
per la produzione di pannello truciolare da legno riciclato, un impianto per il recupero energetico
degli scarti di produzione non altrimenti utilizzabili e due gruppi di cogenerazione a gas naturale, con
funzione di riserva, oggetto di valutazione congiunta nell'ambito del procedimento PAU di cui
all'articolo 27bis del decreto legislativo 152.
Le autorizzazioni richieste dalla società nell'ambito del PAU sono le seguenti: Autorizzazione
integrata ambientale, di cui all'articolo 29-sexies del 152, per le attività di cui al punto 5.2 lettera a) e
punto 6.1, lettera c) dell'allegato ottavo della parte seconda, nell'ambito della quale saranno acquisiti
i seguenti titoli: Autorizzazione alle emissioni in atmosfera; Autorizzazione unica, ai sensi del 208,
per la realizzazione e gestione di un impianto di recupero rifiuti non pericolosi, adibito alle operazioni
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R3, di cui all’allegato C della parte terza del decreto legislativo 152; Autorizzazione unica, ai sensi
dell'articolo 208, per la realizzazione in gestione di un impianto di recupero rifiuti non pericolosi
adibito alle operazioni R1, di cui all’allegato C, della parte terza del decreto legislativo 152.
Ricomprende, altresì, l'autorizzazione unica, di cui ai sensi della legge regionale 19 per la produzione
di energia elettrica da fonti fossili, gas naturale; autorizzazione allo scarico delle acque reflue in
fognatura; valutazione dell'impatto acustico; permesso di costruire ai sensi del DPR 380 del 2001 e
della legge regionale 19/2009; parere di compatibilità idraulica, articolo 6 del DPGR del 27.3.2018 e
l'esame progetto del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
La società ha presentato in data 23.11.2020 istanza di concessione per la derivazione mediante opere
di presa da falda sotterranee… presa acqua sotterranea… l’acqua funzionale alla realizzazione
dell’intervento in oggetto. Per detta istanza, il 30.01.2021 è scaduto il termine di cui all'articolo 43,
comma 6, della lettera a), della legge regionale 11/2015 per l'eventuale presentazione da parte di terzi
interessati di domande concorrenti e quindi la società richiedente ha acquisito titolo definitivo a
richiedere detta concessione.
Andiamo adesso ad una breve descrizione dei vari impianti.
L'impianto per la produzione del pannello truciolare da legno riciclato, la materia prima di tale attività
è costituita interamente da legno riciclato, quindi da materiale classificato come rifiuto dalla
normativa vigente. Tale circostanza comporta l'attribuzione all0attività di produzione della qualifica
di operazioni di recupero R3, riciclo recupero di sostanze organiche non utilizzate come solventi, ai
sensi dell’allegato C della parte quarta del 152; la capacità annuale di trattamento, intesa come
quantitativo di legno riciclato in ingresso, è pari a 542.000 tonnellate anno; la produzione giornaliera
è pari a 1.750 metri cubi/giorno.
Per quanto riguarda l'impianto per il recupero energetico degli scarti di produzione, il progetto
prevede anche la realizzazione e l'esercizio di un'attività di recupero energetico - operazione R1
allegato C - degli scarti della produzione altrimenti non utilizzabili. Tale attività si svolgerà all'interno
di una caldaia avente potenzialità termica nominale pari a 43 megawatt e una capacità di trattamento
giornaliero pari a 100 tonnellate. Il vapore prodotto dalla caldaia alimenterà una turbina da 8
megawatt elettrici, che in contropressione produce acqua calda per l'essiccazione del legno in
essiccatore a nastro in bassa temperatura. La capacità annuale di trattamento intesa come quantitativo
di materiale legnoso di scarto in ingresso in caldaia è pari a 117.819 tonnellate anno.
Per quanto riguarda i gruppi di cogenerazione a gas naturale, il progetto prevede anche la
realizzazione e l'esercizio di due gruppi cogenerativi con motore a gas naturale a 4,4 megawatt
elettrici cadauno con funzione di riserva.
Adesso brevemente descriverò dove siamo con il procedimento amministrativo.

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In data 4 gennaio 2001, la società ha presentato alla Regione istanza di provvedimento autorizzativo
unico regionale – PAUR - ai sensi dell'articolo 27 del decreto legislativo 152. La domanda è stata
trasmessa agli Enti interessati dal procedimento il 2.02.2021, in seguito alla conclusione della
procedura di concorrenza di cui all'articolo 43, comma 6, lettera a), della legge regionale 11 del 2015.
In data 3.03.2021 si è conclusa la fase di verifica della completezza della documentazione prevista
dall'articolo 27-bis, comma 3, del decreto legislativo 152. Sono pervenuti i seguenti riscontri da parte
delle Amministrazioni interessate: Servizio Biodiversità, il MISE, ARPA FVG, Servizio Valutazioni
Ambientali, Servizio Energia, Comune di San Vito al Tagliamento, Consorzio di Sviluppo
Economico locale Ponte Rosso.
Con nota 17.03.2021 si è chiesto alla società di fornire risposta alle richieste di integrazione avanzate
dalle Amministrazioni interessate entro 30 giorni. In data 14.04.2021 la società ha trasmesso le
integrazioni richieste e in data 15.04.2021 si è proceduto alla pubblicazione dell'avviso di cui
all'articolo 23, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 152. Le consultazioni si sono concluse il
15.05.2021. Nondimeno, a seguito del ricevimento in data 12.05.2021 di una richiesta di inchiesta
pubblica da parte del Comitato ABC; con nota 29275 del 21.05.2021, la Regione ha disposto, ai sensi
dell'articolo 27-bis, comma 6, del decreto legislativo 152, che la consultazione avvenisse anche
mediante lo svolgimento di un'inchiesta pubblica successivamente convocata per il 9.06.2021.
Con nota del 19.05.2021, la Regione ha richiesto agli Enti interessati di comunicare le loro richieste
integrazioni ai fini del successivo invio alla società. Il termine per la presentazione delle richieste
scadrà il 14.06.2021. Viene assegnato al proponente dopo un termine non superiore a 30 giorni,
prorogabile una sola volta su motivata richiesta per un massimo di 180 giorni; ricevute le integrazioni
o le eventuali modifiche apportate al progetto originario, l'autorità competente valuta se le stesse siano
sostanziali e rilevanti per il pubblico.
In base all'esito di tale valutazione si possono presentare due scenari: le integrazioni e modifiche al
progetto sono ritenute sostanziali; le integrazioni e modifiche al progetto non sono ritenute
sostanziali. Nel primo caso, entro 15 giorni dal ricevimento della documentazione, l'autorità
competente dispone che il proponente trasmetta anche, entro i 15 giorni successivi, un nuovo avviso
per la pubblicazione; si riparte, sostanzialmente, con la pubblicazione però con tempi più ristretti. Nel
secondo caso, entro 10 giorni dal ricevimento delle integrazioni, l'autorità competente convoca la
Conferenza dei Servizi alla quale partecipano tutte le Amministrazioni interessate. La Conferenza è
convocata in modalità sincrona e si svolge ai sensi dell'articolo 14-ter della 241. Il termine per la
conclusione dei lavori della Conferenza dei Servizi è 90 giorni dalla data di convocazione.
La determinazione motivata di conclusioni della Conferenza dei Servizi costituisce il PAUR e
comprende il provvedimento di VIA e i titoli abilitativi necessari per la realizzazione e l'esercizio del
progetto, recandone indicazione esplicita ai sensi dell'articolo 27-bis.

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PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): Grazie.
Adesso possiamo procedere all'audizione degli interventi. Voglio precisare che qui abbiamo, come
vedete, un timer che segna i 7 minuti, mi viene detto dalla società che alla scadenza dei 7 minuti verrà
meno l'audio.
Sempre ricordo, come ho detto e ripeto, che daremo la parola a tutti i 53 richiedenti.
Incomincia Collarile Giacomo, prego.

COLLARILE GIACOMO: Dispiace l'assenza della Ditta, facendo così si è persa l'unica occasione
ufficiale di confronto e di partecipazione con la cittadinanza, voluto con forza dal Comitato ABC e
le giustificazioni portate non sono accettabili. Qui siamo persone per bene e nessuno avrebbe
provocato danni all'azienda come riportato nel Decreto del Comune. Riportare queste parole è un
fatto grave, offende tutta la cittadinanza.
Io mi sono iscritto a parlare anche se la sede di questa inchiesta pubblica era in casa della Kronospan,
nonostante aver ricevuto una querela cinque anni fa dalla ditta per aver riportato quanto scritto nel
parere dell'ARPA. E, infatti, la querela è stata archiviata nel 2018, nonostante il loro ricorso. Trovo
questa assenza una precisa volontà di trascurare il parere della gente, rimandando la scelta a tavoli
politici. Ma noi vogliamo partecipare a questa occasione.
Il progetto di ampliamento della Kronospan, dal mio punto di vista, presenta molti punti critici, visto
il poco tempo concesso, da ingegnere idraulico ambientale - uscito dall’Università di Udine - mi
soffermo su aspetti tecnico idraulici del progetto, perché se saranno ben visibili i fumi di vapore
acqueo contenente PM10, formaldeide e diossine, mi preoccupano di più le cose che non vedremo.
Secondo la ditta, le tonnellate di formaldeide immesse in aria insieme agli altri inquinanti avranno
una ricaduta principalmente all'interno del loro lotto e cito dalla loro relazione “Modello dispersione
emissioni nell'ambiente dell’Università di Udine”: Si rivela che nei vari scenari si ha un aumento di
concentrazioni di formaldeide nel raggio di circa 200 metri dal punto di emissione, ovvero nell'area
del sito produttivo (pagina 104)”. Allora che fine faranno gli inquinanti se le ricadute sono in buona
parte concentrate nel loro terreno? Cosa succederà quando piove?
Secondo la ditta, i piazzali avranno delle vasche di prima pioggia per trattenere questi materiali
inquinanti e verranno raccolti circa 60.000 metri quadrati di piazzali su 160.000metri quadrati. Ben
60.000 metri quadrati, però sono di capannoni, dove cadranno questi inquinanti e con le piogge si
laveranno. E dove andrà a finire quest'acqua? Sui pozzi perdenti, profondi circa 5 metri che scaricano
direttamente in falda, quella falda che fa sgorgare l'acqua naturalmente nelle nostre Rogge.
A cosa serve servono i pozzi perdenti alla Kronospan se c'è una fognatura bianca appena fatta dalla
ZIPR? Secondo il progetto della Kronospan si usano i pozzi perdenti per aumentare il volume di

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invaso per garantire l'invarianza idraulica e allora qui la normativa regionale dice altro: uno, se utilizzi
pozzi perdenti come dispositivo idraulico - secondo il punto 12.1 del Regolamento regionale - si deve
considerare un tempo di ritorno di 100 anni e non 50. Quindi i calcoli presentati sono sottostimati per
quanto riguarda la portata da smaltire.
Due, se utilizzi pozzi perdenti la legge ti vieta di scaricare in falda e la ditta la falda l'ha trovata a
meno 4,15 metri dal piano campagna, come si evince dalla pagina 12 della relazione geologica e dai
due sondaggi effettuati e non come riportato nella relazione idraulica. Quindi, i pozzi perdenti, di
progetto profondi 5 metri, sono vietati secondo la normativa regionale, perché scaricano direttamente
acqua in falda e perché scaricano acqua contaminata e non trattata.
Poi, c'è il mancato rispetto del concetto stesso dell’invarianza idraulica così come stabilito dalla
normativa regionale, e qui chiamo in causa anche il Consorzio ZIPR che deve spiegarmi perché alla
Kronospan ha concesso di scaricare le acque pluviali con portate quattro volte maggiori rispetto agli
altri industriali, non applicando alcun concetto di invarianza idraulica nel lotto in questione.
Aggiungo, perché rimanga agli atti, il progettista della Kronospan è lo stesso progettista che ha
realizzato per conto della ZIPR la rete di fognatura e non è una mia indagine, ma l’ha scritto il
professionista a pagina 15 della relazione.
Mi spiego meglio. Confrontando la Kronospan con due imprese già autorizzate che stanno investendo
milioni di euro, quelle stesse aziende che il Sindaco ha richiamato nel suo documento firmato dai
Sindaci della ZIPR. La Kronospan, con 16,4 ettari, ha un volume di invaso di 1580 metri cubi; la Julia
Vitrum, con 5 ettari, ha un volume di invaso di 3.000 metri cubi, cioè quindi con un superficie di un
terzo, ha un volume doppio; la First One, con un quarto di superficie lotto, ha 2.000 metri cubi, quindi
molto più comunque della Kronospan. Perché questo trattamento svantaggioso per alcuni e
vantaggioso per la Kronospan? Perché si impone agli altri una portata massima scaricabile per evitare
il peggioramento della condizione idraulica della nostra fognatura bianca, mentre alla Kronospan no?
Ci rendiamo conto che questo vantaggio per la ditta è un risparmio per la ditta e uno svantaggio per
la collettività.
Infine, un altro aspetto che mi era sfuggito nelle osservazioni presentate, l'azienda ha in progetto di
utilizzare un terreno esterno alla zona industriale, verso il Tagliamento, a ridosso dell'argine,
consentito dal nostro Piano Regolatore Generale Comunale. Ma cosa ci vuole fare in questo terreno?
Il nostro Regolamento comunale, all'articolo 10-bis delle NTA, consente l'uso di questi terreni per
deposito di materiale, impedendo però la realizzazione di asfaltature e di reti di raccolta. Non sono
riuscito a trovare nei documenti quale sarà il suo utilizzo, di certo è da vietare il deposito di rifiuto
legnoso che rilascerebbe sul terreno ghiaioso - e quindi in falda freatica - sostanze inquinanti.

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Richiedo, pertanto, essere posta come prescrizione il divieto assoluto di utilizzo per deposito di rifiuto
o di scarti di lavorazione contenente formaldeide in terreni non dotati di sistemi di drenaggio delle
acque e dei trattamenti delle stesse. Grazie.

Applausi

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): La parola a Frattolin Eleonora.

FRATTOLIN ELEONORA: Grazie.
Allora, premetto che non condivido le modalità operative scelte dall'Amministrazione per lo
svolgimento di questo importante momento di partecipazione pubblica, che è la prima volta che in
Regione viene organizzato grazie alla raccolta di firme dei cittadini. Ritengo che non sia aderente allo
spirito di massima pubblicità e partecipazione previsto dalle normative nazionali ed europee.
Ritengo importante nel mio intervento che venga messo a verbale e riportato in Conferenza dei Servizi
quanto è stato approvato nell'ultimo anno in termini di piani, direttive, risoluzioni a livello di
Comunità Europea.
Comincio con il Regolamento dell'Unione Europea sugli investimenti sostenibili. Si stabilisce che
per essere definita sostenibile un'attività economica deve contribuire in modo sostanziale a
stabilizzare le emissioni sia di gas ad effetto serra che di inquinanti, evitando o riducendo tali
emissioni. Ricordiamo, invece, che dai dati presentati dalla stessa azienda, nel migliore dei casi,
aumenteranno di più di un terzo le polveri totali emesse su tutto il territorio comunale, di un quarto i
composti organici volatili, di quasi il 50% gli ossidi di azoto, di un quinto gli ossidi di zolfo e
raddoppieranno le emissioni totali di diossine su tutto il Comune.
Oppure, sempre per essere definita sostenibile, un'attività deve ridurre in maniera sostanziale il
contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti, anche sostituendo tali sostanze con alternative
più sicure. Ricordiamo che nel processo produttivo previsto dall'azienda è previsto l'impiego di
40.000 tonnellate all'anno di colla a base di formaldeide, che è un cancerogeno certo. Inoltre, sempre
in questo Regolamento dell'Unione Europea si prevede che un'attività economica non deve essere
considerata ecosostenibile se arreca un danno significativo all'economia circolare, con un aumento
significativo dell'incenerimento dei rifiuti, ad eccezione dell'incenerimento dei rifiuti pericolosi non
riciclabili. E ricordiamo che, invece, il progetto previsto da Kronospan ha una caldaia da 43 megawatt
che brucerà 100.000 tonnellate all'anno di rifiuti legnosi trattati sì, ma non pericolosi.
Inoltre, in settembre 2020 è stata approvata dal Parlamento europeo una Risoluzione che sostiene che
lo sviluppo non sostenibile è tra le minacce più urgenti e gravi alle possibilità delle generazioni
presenti e future di godere di svariati diritti umani. E sottolinea che tutte le persone dovrebbero

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godere, senza discriminazioni, del diritto fondamentale ad un ambiente sicuro, pulito sano e
sostenibile e che tale diritto dev'essere garantito mediante politiche ambiziose. Il Parlamento Europeo,
inoltre, esprime profonda preoccupazione in merito al fatto che una recessione globale causata dalla
pandemia Covid-19 potrebbe indebolire gli impegni degli Stati in termini di obiettivi climatici e invita
gli Stati membri a garantire che le politiche previste per la ripresa economica siano pienamente
compatibili con la promozione e tutela la protezione dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile.
Ma la cosa più importante viene stabilita dal Piano d'Azione Europeo di azzeramento
dell'inquinamento, che presto verrà tradotto in legge, dove vengono stabiliti obiettivi chiave per il
2030 per ridurre l'inquinamento alla fonte rispetto alla situazione attuale e, in particolare, migliorare
la qualità dell'aria in modo da ridurre del 55% le morti premature causate dall'inquinamento
atmosferico e ridurre del 30% la percentuale di persone che soffrono disturbi cronici dovuti al rumore
dei trasporti. E il progetto Kronospan prevede di aumentare notevolmente il numero di mezzi pesanti
che transiteranno anche in una strada che già è soggetta a numerosi traffici giornalieri.
Tra le azioni previste dal Piano, in particolare si richiede di allineare gli standard della qualità dell'aria
alle ultime raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità; la quale, considerando
l'evidente crescente impatto che l'inquinamento atmosferico ha sulla salute, ha rivisto le sue Linee
guida sulla qualità dell'aria, alla cui stesura hanno partecipato più di 80 scienziati - i famosi tecnici -
e che sono basate sulla più recente letteratura scientifica disponibile e definiscono obiettivi per
proteggere la salute della maggioranza delle persone dagli effetti dell'inquinamento, proponendo
valori drammaticamente più bassi sui livelli degli inquinanti.
L’OMS ritiene che diminuendo il livello di PM10… il limite di PM10, dai 50 attuali ai 20
microgrammi per metro cubo, si potrebbe ridurre la mortalità annua del 15%. Inoltre, raccomanda un
limite giornaliero molto più basso per l'ozono, da 120 a 100 microgrammi, e per il biossido di zolfo
da 125 a 20 microgrammi.
È evidente che se dovessero diventare norma nazionale anche i nuovi limiti proposti dall'OMS,
raccomandati dall'Unione Europea, la nostra zona sarebbe quasi costantemente fuori dai limiti di
legge. Alla luce, quindi, del Piano di Azione Europeo l'applicazione degli attuali limiti di legge non
garantisce la tutela della salute.
Inoltre, per finire, a ottobre 2020 è uscita la nuova strategia sulle sostanze chimiche per un ambiente
privo di sostanze tossiche, che stabilisce che è necessario garantire che le sostanze chimiche più
pericolose per la salute umana e l'ambiente non siano impiegate per usi non essenziali alla società. È
necessario, inoltre, contrastare l'effetto combinato delle sostanze chimiche, il famoso effetto cocktail,
tenendo maggiormente conto dei rischi per la salute umana e l'ambiente derivanti dall'esposizione
quotidiana ad un'ampia gamma di sostanze chimiche da fonti diverse.

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Inoltre, il Codice dell'Ambiente del 2006 attribuisce delle competenze alle Regioni in materia di
pianificazione della gestione dei rifiuti, nonché all'approvazione dei progetti di nuovi impianti per la
gestione dei rifiuti. Secondo diverse sentenze della Corte costituzionale del Consiglio di Stato, i Piani
di gestione dei rifiuti predisposti dalle Regioni devono garantire, tra le altre cose, la gestione dei rifiuti
secondo il criterio di autosufficienza della gestione dei rifiuti urbani non pericolosi, nonché ad
assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione,
al fine di favorire la riduzione della movimentazione dei rifiuti. Cosa che non avverrà in caso di
autorizzazione di questo impianto, perché i rifiuti prodotti dalla Regione Friuli Venezia Giulia sono
già ampiamente trattati dagli impianti già presenti in Regione.
Per tutte queste ragioni noi riteniamo che il progetto Kronospan non sia sostenibile per il territorio,
non sia un progetto virtuoso secondo le norme e gli indirizzi della Comunità Europea e non garantisca
la tutela della salute dei cittadini, pur applicando le migliori tecniche disponibili e rimanendo sempre
all'interno degli attuali limiti di legge. Grazie.

Applausi

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): La parola a Bruscia Andrea.
Si prepari Delle Fratte Valerio.

BRUSCIA ANDREA: Buonasera a tutti.
Leggerò il mio intervento visto che oggi conta la verbalizzazione che verrà fatta dei nostri discorsi.
Segnalo che a mio modo di vedere avrebbe dovuto essere trasmessa in streaming e reso fruibile a tutti
questo incontro, non soltanto ai partecipanti in auditorium.
Io sono Andrea Bruscia, sono un Consigliere comunale del Comune di San Vito al Tagliamento e in
premessa a questo mio intervento voglio parlare della procedura alla quale stiamo prendendo parte:
inchiesta pubblica, ottenuta grazie alle firme raccolte dal Comitato ABC che ha coinvolto centinaia
di cittadini non soltanto di San Vito. Un momento di partecipazione importantissimo a tutela di un
interesse collettivo, che poteva essere ottenuto facilmente anche dall'Amministrazione comunale, ma
così non è stato nonostante gli inviti a farlo. È solo grazie al Comitato ABC e ai cittadini che hanno
firmato che siamo qui in questo momento ad esercitare un nostro diritto, un diritto della nostra
comunità.
L'inchiesta pubblica è un diritto, ma anche un'opportunità per tutti e mi dispiace che essa sia stata
organizzata in modo così tanto limitato rispetto alle sue potenzialità e allo spirito con il quale nasce.

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Si è scelto di fare il minimo indispensabile scegliendo inizialmente addirittura come sede proprio la
Kronospan, salvo cambiare rotta all'ultimo momento.
Il mio Gruppo consiliare ha già depositato 20 pagine di osservazioni che illustrano i problemi che
abbiamo riscontrato. Io mi auguro che questo ampliamento non venga autorizzato perché non voglio
che San Vito sia segnata, nei prossimi anni, dal grande impatto di questo impianto.
Da Consigliere comunale ho osservato le reazioni della mia comunità alla notizia della possibilità di
questo ampliamento e porto qui testimonianza del fatto che ogni giorno di più cresce la contrarietà
della comunità non soltanto di San Vito, ma del sanvitese, una contrarietà che cresce insieme alle
migliaia di firme che il Comitato sta raccogliendo. Non un clima di tensione, come si è voluto far
credere, ma una democratica contrarietà, un democratico diritto ad aver tutelata la propria salute e
l'ambiente dove vivono famiglie, crescono bambini, si sviluppa un tessuto economico che basa anche
sulla salubrità della zona le sue prospettive. Per me è evidente che non ci sia armonia tra questa
richiesta di ampliamento e la comunità di San Vito e questo dovrebbe essere già un aspetto
determinante, perché il tentativo di far passare questa operazione come qualcosa di positivo per San
Vito e il sanvitese è evidentemente fallito.
Una contrarietà che non sarà magari totale, ovviamente, ma molto solida, al punto che dovrebbe far
riflettere se andare avanti con un progetto così lontano dall'essere in armonia con la popolazione con
la quale dovrebbe coesistere. Oggi, nel 2021 e nel futuro, stiamo affrontando sfide senza precedenti
in termini di ambiente, che nel loro insieme costituiscono una minaccia per il nostro benessere.
Per conseguire la sostenibilità a lungo termine dobbiamo considerare l'ambiente, il clima, l'economia
e la società come parti inscindibili della stessa entità che devono coesistere in armonia, non in
conflitto tra loro. Nelle venti pagine di osservazioni abbiamo messo in evidenza i punti deboli del
progetto, a partire dalle emissioni totali di inquinanti (PM10, ozono, metalli pesanti, diossine)
rapportate alla situazione attuale del sanvitese, il quale è già oggetto di Piano regionale di
Miglioramento della qualità dell'aria e soprattutto agli attuali sforamenti dei limiti di legge.
Per quanto riguarda i trasporti e la viabilità, a nostro avviso, ci sarebbe una sottostima del calcolo dei
mezzi pesanti: risulterebbero più di 100.000 i camion annui e non i già tantissimi 43.000 indicati.
Questo aspetto, quello dei trasporti, è una criticità fortissima e non riguarda soltanto San Vito ma
riguarda anche Casarsa, chi interverrà dopo di me lo dirà più nel dettaglio.
E ancora, sulle emissioni in atmosfera segnaliamo assenza di analisi cumulata con altri progetti come
previsto dal decreto ministeriale del 30 marzo 2015, n. 52; assenza di trattamento dei flussi d'aria per
l’essiccatoio; aumento del numero dei giorni di sforamenti di PM10 per l'abitato di San Vito; carente
analisi dell'impatto sulla salute pubblica.
Aggiungo, non credo alla promessa dei posti di lavoro perché, inserendosi in un mercato saturo con
molta concorrenza, a lungo termine, il saldo dei posti di lavoro nel contesto generale rischia di essere

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molto basso o anche zero. Abbiamo una zona industriale che comunque è a ridosso del centro abitato
e contiene un asilo; non è detto che questa zona industriale debba ospitare ogni tipo di impianto. La
qualità dell'aria è parte integrante della qualità della vita, noi qui ci viviamo, i nostri figli crescono
qui, respireranno quest'aria per decine di anni.
In zona industriale lavorano più di 4.000 persone, dobbiamo tutelare anche loro, la storia e l'essenza
di San Vito è da sempre quella di una cittadina sana, rigogliosa, salubre. Anche per questo l'abbiamo
scelta come luogo della nostra vita. I limiti di legge non sono fatti per garantire al 100% dai rischi per
la salute, ma sono un compromesso fatto dal legislatore tra esigenze industriali e tutela della salute.
Un compromesso del quale la nostra comunità non ha motivo di accontentarsi mettendo a rischio il
benessere di tutti.
Non siamo contro lo sviluppo, ma stiamo lottando per uno sviluppo sostenibile in armonia con
l'ambiente, con il territorio e con le persone. Grazie.

Applausi

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): Delle Fratte Valerio.
Si prepari Driusso Loris.

DELLE FRATTE VALERIO: Buonasera.
L'ordine degli interventi non era noto, quindi è per tutti una sorpresa, sarebbe stato interessante averlo
prima, signor Sindaco. Così come avere una risposta alla richiesta di streaming che è stata fatta sia da
me che da altre parti. È vero, ci sono le Tivù ma, insomma, la pubblicità a questo evento non è stata
sufficiente, un minuto nell'intervento… nel suo intervento oggi su WhatsApp, su YouTube non credo
che sia dare pubblicità e quindi prego che sia, diciamo, verbalizzato le mie rimostranze su questi
punti.
Non mi sono scritto un discorso perché, diciamo, la questione è piuttosto antica per me, faccio parte
anch'io - per inciso - del gruppo di querelati all'epoca da parte della ditta, ma - come è possibile vedere
- ho sempre preferito il dialogo, sperando sempre che sia un dialogo costruttivo e non risolvere le
questioni per altre vie.
Le questioni che stiamo discutendo qui riguardano certamente un impianto, un impianto di una ditta
importante che ha chiesto un ampliamento che, a detta di molti, avrà delle conseguenze importanti su
tutti noi, sulla vita di tutti i sanvitesi e non solo dei sanvitesi, perché si sono riuniti anche in forma di
Comitato cittadini facenti parte di altri Comuni che sono preoccupati da questa situazione. Che è una
situazione che non riguarda, ovviamente, la ditta o una ditta, anzi, io sono contento che questa sia
l'occasione per parlare di criticità che sono parte della nostra zona industriale già adesso, già adesso

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in cui questo impianto non c'è ancora. Perché sono anni che parliamo di necessità di centraline che
facciano un rilevamento puntuale, reale, delle emissioni attualmente presenti nella zona industriale.
Come è stato ricordato, il nostro centro abitato è sottovento rispetto alla zona industriale, quindi
nessuno si sogna né di spostare San Vito né di spostare la zona industriale. Dobbiamo far sì che
convivano le naturali necessità di tutti noi, i diritti di tutti noi alla sicurezza, alla salute, alla tutela
naturalmente anche del lavoro e di tutto ciò che sono le nostre vite e le nostre necessità quotidiane.
Detto questo, le osservazioni che abbiamo come Gruppo consiliare inviato alla Regione, che
sicuramente i presenti avranno avuto la cortesia di leggere e di considerare, sono sostanzialmente
quelle che hanno riportato anche Enti regionali all'interno delle loro stesse considerazioni. In
particolare, sono lieto di come siano state riportate da parte dell'ARPA di ARPA FVG e riguardano
sostanzialmente le criticità del monitoraggio, di avere una situazione attuale su cui andare ad innestare
tutti i futuri impianti non solo quello in esame oggi, ma tutti i futuri impianti. Perché se non abbiamo
una situazione… un punto zero della situazione della zona industriale, certamente tutte le valutazioni
saranno viziate dall'avere una centralina per i rilevamenti a Morsano - a 11 chilometri dalla zona
industriale -, quando il nostro abitato si trova a una media di 3 chilometri dalla zona industriale e
molte zone sono addirittura molto più vicine.
Quindi, le considerazioni fatte da ARPA FVG, che riguardano sostanzialmente la necessità di fare di
campagna e di monitoraggio prima della costruzione dell'impianto, per due mesi nella stagione estiva
e per due mesi nella stagione invernale, sono delle osservazioni che ci trovano totalmente concordi e
sono - reputo - delle osservazioni talmente importanti da essere sostanziali ai fini del procedimento
che è in corso. Così come la necessità di integrare il progetto con la Ditta Silva, che fa parte integrante
di questo progetto - come è stato anche ricordato da chi mi ha preceduto - e che non rientra in questa
autorizzazione; ed è una cosa molto strana perché, appunto, fa parte integrante del progetto in tutto e
per tutto, ma non rientra nel piano.
Così come è importante, perché abbiamo parlato molto spesso delle emissioni, ma è molto importante
valutare anche le emissioni odorigene e le emissioni di rumore, anche se adesso - come è stato
ricordato anche da ARPA FVG - per quello che è l'impianto attuale non c'è stata mai nessuna
lamentela nei confronti dell'azienda; ma naturalmente questo è un progetto che andrebbe a stravolgere
completamente l'assetto attuale di questa azienda, facendolo diventare qualcos'altro. Se questo
qualcos'altro sia adatto, sia sostenibile da parte del nostro territorio, delle nostre comunità, questo è
un discorso che coinvolge evidentemente molti di noi e la presenza qui oggi e anche la presenza che
ci sarebbe potuta essere con una pubblicità maggiore, con un luogo anche più adatto - visto che ne
abbiamo tanti qui a San Vito e anche con modalità naturalmente di diffusione - credo che sarebbe
stato veramente ancor più seguito e queste considerazioni non sarebbero rimaste magari fra pochi,

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che poi si dovranno prendere l'onere di andarle a riportare, ma sarebbero state direttamente ascoltabili,
udibili e visibili da parte di tutti quanti.
Detto questo, io credo che - come ho avuto modo di ripetere in altre sedi - molte cose siano state
sottostimate nel presentare questo progetto, spero che questo movimento, questo movimento di
opinione, questa occasione di incontro, le occasioni anche istituzionali che ci sono state e sono lieto
di aver dato in qualche modo il la a questo processo, convocando più volte la Commissione che
presiedo… spero che tutto questo porti, ripeto, a fare delle considerazioni ovviamente sul progetto in
esame, ma anche a fare delle considerazioni più generali, che magari non riguardano oggi le persone
qui ospiti, ma che riguardano certamente la nostra comunità e tutti quanti noi. Grazie.

Applausi

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): Grazie.
La parola a Driusso Loris. Si prepari Mariuz Lucia.

DRIUSSO LORIS: Io ringrazio il pubblico presente, i cittadini che sono accorsi numerosi per
utilizzare questa possibilità di partecipazione che abbiamo ottenuto noi grazie alle firme che abbiamo
raccolto e il numero del pubblico presente, il fatto che sia così numeroso significa che noi abbiamo
colto un'esigenza della popolazione che il Sindaco non ha voluto cogliere o non ha saputo cogliere.

Applausi

Ringraziamo i funzionari della Regione, ringraziamo il personale dell'Amministrazione comunale e
invito il Sindaco, per rispetto del pubblico presente, a non ostentare indifferenza nei confronti dei
contributi che vengono portati qui, in questo momento.

Applausi

Tuttavia, mi sento di dire che oggi qui non siamo davanti ad una inchiesta pubblica quale momento
reale di informazione e conoscenza, come voluto dalla legge istitutiva dell'inchiesta pubblica;
strumento principe nell'ambito delle procedure della Valutazione di Impatto Ambientale.
Il Sindaco, lo ripeto, ha rifiutato, non ha neanche risposto all'istanza con cui noi, cittadini di San Vito,
chiedevamo a lui che fosse l'Amministrazione comunale a chiedere alla Regione l'istanza pubblica.
Non ci ha neanche degnati di una risposta, non ha detto niente, non ha motivato niente. Ha negato,
per quanto nei suoi poteri, alla popolazione di partecipare e di conoscere. Abbiamo chiesto noi, ripeto,

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come cittadini, raccogliendo 700 firme per la prima volta in Regione di poter conoscere, discutere,
partecipare e decidere secondo uno strumento non eversivo - come qualcuno a Confindustria ha detto
che ci sarebbero i soviet che impediscono all'impresa di svilupparsi -, ma uno strumento previsto dalla
legge: l'inchiesta pubblica, appunto!

Applausi

Il Sindaco ha continuamente tenuto un comportamento ostativo verso l'inchiesta pubblica che i
cittadini sanvitesi, invece, hanno richiesto e ottenuto prima questo comportamento ostativo, cercando
di costringerci dentro la fabbrica della Kronospan e dicendo che questa scelta della Kronospan era
stata decisa assieme alla Regione. Abbiamo ricevuto diverse smentite dalla Regione, abbiamo saputo
che era una scelta del Sindaco. E prima ha cercato di portarci e di costringerci dentro la Kronospan,
la stessa ditta che oggi non è presente, non era stata presente con il suo tecnico che poteva rispondere
alle questioni delle emissioni neanche nelle audizioni delle Commissioni consiliari, e che aveva
querelato nel 2015-2016 due Consiglieri comunali sanvitesi e una Consigliera regionale perché
avevano espresso le loro legittime opinioni sull'ampliamento autorizzato all'epoca dalla Giunta
Serracchiani. Querele intimidatorie archiviate dal magistrato.
Poi, e i fatti sono di ieri e di oggi, il Sindaco ha concesso in extremis questo luogo pubblico, giusto
in tempo, giusto in extremis, giusto in tempo perché il cambio di sede da Kronospan a luogo avente
caratteristiche di terzietà non gli venisse imposto dal TAR, a cui noi ci siamo rivolti.

Applausi

A proposito, abbiamo scoperto o constatato che ieri al TAR, davanti al giudice monocratico, a
difendere gli interessi legittimi della ditta Kronospan c'era l'avvocato Sara Vito, esponente regionale
del Partito Democratico, già Assessore all'Ambiente della Giunta Serracchiani, quando fu concessa
la prima autorizzazione di ampliamento alla Kronospan, appunto nel 2013-2014. Questa continuità
di appartenenza politica ovviamente non c'entra nulla in questa vicenda, è solo una nota di cronaca,
un dato di fatto che però mi sento di rilevare.
Come cittadini siamo costretti nostro malgrado… siamo stati costretti nostro malgrado a rivolgerci al
TAR per avere il sacrosanto diritto di poter discutere in un luogo terzo e non nella casa di chi -
Kronospan - in precedenza aveva già detto - come ho già detto - aveva sporto denuncia e querelato
noi cittadini per le opinioni espresse.
L'Amministrazione comunale e il Sindaco, hanno dimostrato un comportamento ostativo - e insisto -
perché, riprendendo alcuni interventi che sono già stati fatti, l'inchiesta pubblica non è stata

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pubblicizzata adeguatamente. Mi pare che l'avviso non sia neanche apparso sul sito del Comune, in
tutto questo tempo non è apparso l'avviso di questa inchiesta pubblica. È stata convocata in un orario
di lavoro come oggi, in una giornata infrasettimanale, con il risultato di ridurre la partecipazione
potenziale della popolazione attiva, quanto meno. Inoltre, l'atteggiamento ostativo del Sindaco e
dell'Amministrazione comunale s'è visto anche nel tempo assegnato agli interventi e per le modalità
di intervento. È incredibile a dirsi, ma ancora questa mattina, oggi, siamo stati costretti a rivolgerci al
legale del Comune, l'avvocato Zgagliardich: gli ho telefonato personalmente perché intervenisse sul
Sindaco con una moral suasion, chiamatela come volete, per avere il diritto di parola e la possibilità
di avere maggiori interventi. Cosa che, Sua Grazia, ci ha concesso.

Applausi
Per questi motivi, per le modalità con cui questo incontro è costretto, ritengo che questo simulacro di
inchiesta pubblica sia contrario alla legge e mi riservo ogni possibile azione anche futura in merito.
Sono comunque presente come cittadino, perché non ci venga sottratta anche questa piccola
possibilità, anche se ridotta a simulacro. Grazie.

Applausi

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): La parola a Mariuz Lucia.
Si prepari Zorzenone Luciano.

MARIUZ LUCIA: Buonasera. Anch’io purtroppo non approvo le modalità con cui è stata istituita
questa inchiesta pubblica, però comunque ho deciso di essere presente perché è uno spazio che ci
viene concesso come cittadini.
Io mi soffermerò su alcuni aspetti di alcuni inquinanti, perché penso che sia corretto avere delle
conoscenze perché tutti possano fare una corretta interpretazione dei dati. Parto parlando di diossine
e PCB, che sono i policlorobifenili. Queste sono sostanze molto stabili, non sono la stessa cosa, ma i
PCB possono essere assimilati alle diossine e hanno una struttura chimica che consente di avere una
elevatissima stabilità. Questo che cosa vuol dire? Che se la Kronospan dichiara che sono emessi in
quantità di 80 milligrammi all'anno, questi non si degraderanno, rimangono così come sono, hanno
un tempo di emivita di dieci anni. Vale a dire che il tempo con cui si dimezza la loro concentrazione
è dieci anni, cosa significa questo? Che se un anno vengono emessi 80 milligrammi, questi andranno
sommati all'anno successivo e in un accumulo quindi nell'ambiente e anche negli organismi. Non
sono degradabili, non sono metabolizzabili dagli enzimi, sono sostanze semivolatili e quindi vengono
trasportate dalle correnti atmosferiche, ma anche nell'acqua, pur non essendo solubili vengono

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assorbiti dalle sostanze organiche disciolte nell'acqua e così noi li troviamo anche disciolti nella nostra
acqua. Sono sostanze lipofile, cosa vuol dire questo? Che si sciolgono nel grasso. Quindi, restano così
come sono, non si degradano, restano nelle piantagioni, vengono mangiate da noi stessi oppure dagli
animali che poi noi mangiamo. Quindi nel grasso degli animali vengono accumulate, proprio perché
non si possono metabolizzare, una volta che entrano in circolo lì ci stanno per un bel pezzo. Quindi,
quando noi mangiamo questi animali mangiamo elevate quantità di diossine e PCB.
Cosa succede poi? Che una parte resta in circolazione e una parte si accumula nel nostro grasso, che
se per caso qualcuno decide di dimagrire, cosa succede? Viene smobilitato il tessuto grasso e quindi
noi ci ritroviamo con una concentrazione di queste sostanze nel sangue molto elevata.
E perché sono così pericolose? Beh, perché innanzitutto agiscono a dosi bassissime, vanno a
danneggiare la popolazione dei linfociti, sono cellule del sistema immunitario. Abbiamo ben capito
in questo anno e mezzo di pandemia che cosa significa non avere un buon sistema immunitario e
tanto più, quando vengono prese in vita fetale - quindi se una madre li assume in gravidanza - c'è il
rischio di una mancata differenziazione tissutale a livello fetale, quindi i bambini avranno una carenza
nel loro sistema immunitario.
Soprattutto sono modulatori endocrini. Cosa vuol dire? Che interferiscono con l'azione degli ormoni
che ormai, insomma, sappiamo tutti, regolano l'equilibrio biochimico e le dinamiche del nostro
organismo. Quindi, diciamo, il nostro organismo non funziona più secondo i suoi criteri, ma con delle
sostanze che ne modificano il corretto funzionamento. E quindi ecco perché gli 80 oppure 100
milligrammi all'anno sono una quantità molto elevata, anche perché proprio agiscono a livelli, a
concentrazioni di picogrammi.
Inoltre, i limiti di legge sono riferiti ad un decreto legislativo del 2004, quindi assolutamente
inadeguato.
Mi soffermo anche un po’ sulla formaldeide. La formaldeide, al contrario delle diossine, è una
sostanza molto reattiva, non si accumula però è estremamente volatile e molto solubile in acqua.
Questo che cosa vuol dire? Che oltre a trovarla nella nostra acqua, appena viene in contatto con noi
perché trasportata dall'acqua, appena entra attraverso le nostre mucose, si scioglie velocissimamente.
Quindi entra in circolo, entra nelle cellule, nel tessuto extracellulare e lì interagisce con le proteine e
con il DNA e a questo riguardo io volevo riportare una conclusione fatta a Viadana.
Viadana è un paese, anche quello che utilizza acqua di falda, che si trova in Provincia di Mantova ed
è nel polo del legno, quindi diciamo una produzione simile a quella che ci sarebbe qui. In questo
studio, Progetto Formaldeide che è addirittura del 2018, quindi è prima del Viadana 3 che è del 2020,
i dottori Mario Franzini, Roberto Spaggiari e Rubens Busana concludono rispetto alla formaldeide:
“Per questa ragione nessun valore limite può garantire l'innocuità assoluta di un cancerogeno come
la formaldeide, soprattutto quando tale molecola incide sulla stessa popolazione in quanto veicolata

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da più mezzi (acqua, suolo, aria outdoor e aria indoor) e per di più sommandosi a numerosi altri
inquinanti con il famoso effetto cocktail”.
Allora, la Kronospan dichiara dalle 15,66 alle 30,36 tonnellate all'anno di formaldeide.
Vado veloce sugli altri inquinanti, abbiamo: gli ossidi di azoto, che oltre a essere tossici per noi sono
anche tossici per le piante, sono precursori di inquinanti secondari come l'ozono e precursori delle…
e trasformati determinano l’acidificazione delle precipitazioni; così come anche gli ossidi di zolfo che
sono dalle 16,93 alle 21,50 tonnellate all'anno senza considerare il contributo dato dai camion. Il
Ministero dell'Ambiente indica per il biossido di zolfo che alla concentrazione di 0,3 parti per milione,
quindi circa 0,8 milligrammi su metro cubo, l’SO2 comincia a non essere più tollerabile dall'uomo.
Allora, questi dati, effettivamente un po’ tecnici però è giusto che sappiamo interpretarli, rimandano
alla domanda: ma è ragionevole consentire un ampliamento che determina tutta questa quantità di
inquinanti nell'aria? Grazie.

Applausi

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): La parola a Zorzenone Luciano.
Si prepari Bernava Alberto.

ZORZENONE LUCIANO: Vorrei chiedere una cosa: io vengo da Udine, sono Presidente di una
associazione, vengo con un tecnico, quindi siccome c’era … io ho chiesto di parlare non sapendo di
questo discorso e quindi vorrei dire di due parole e poi lasciare parte del tempo al dottor Flego, che
anche lui, poi, successivamente ha fatto la richiesta.

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): Basta stare nei 7 minuti.
Basta attenersi ai 7 minuti.

ZORZENONE LUCIANO: Io e lui, insieme?

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): Beh, direi di sì. È un unico intervento!

INTERVENTO: Non può prendere i 7 minuti…

PRESIDENTE (SINDACO ANTONIO DI BISCEGLIE): Scusate… prego.

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ZORZENONE LUCIANO: Allora, mi chiamo Luciano Zorzenone e sono Presidente di una
Associazione, Cordicom FVG, regolarmente registrata in Regione, è un'associazione per l'ambiente
e per la qualità della vita. Partecipo incredulo e basito per i tempi e i modi a questa riunione, sono
molto dubbioso sull'effettivo recepimento tangibile delle osservazioni. Sia chiaro che quello che dico
non è un agguato e neppure un'imboscata a qualcuno, ma l'espressione di una perplessità detta
sinceramente come è mia abitudine. Sono qui, sono qui è perché credo alla Costituzione della
Repubblica Italiana redatta a più mani da persone con idee e orientamenti diversi, ma che hanno
abbandonato gli aggettivi e le differenze che li dividevano ed usato i termini che li univano, che sono:
la libertà di parola, l'ascolto e agire per il bene comune; che credo sia quello che si aspettano queste
persone.
Stiamo parlando di un inserimento in una zona industriale con una centralina di misurazione che si
trova a chilometri di distanza; non avere almeno un anno di misurazione in continuo, con più
centraline, è un atteggiamento molto, ma molto inquietante. Mi sono iscritto per poter parlare, per
poter dare la parola al dottor Flego, chimico, per relazionare sul progetto in discussione utilizzando
il mio tempo residuo in aggiunta alla sua richiesta di relazione.

Applausi

DOTT. FLEGO RODOLFO: Buonasera. Mi ha chiesto Zorzenone se potevo dare un'occhiata alla
documentazione presentata per arrivare a qualche conclusione. L'ho trovata un po’ dispersiva, per cui
questa sera sono qua soprattutto per chiedere dei chiarimenti più che sollevare delle eccezioni. Per
esempio, riguardando la produzione, nel vostro documento di sintesi non tecnica si dice che dell'area
di ricevimento degli scarti i 7.000 metri cubi corrispondono a 1.100 tonnellate; nel silos i 10.000 metri
cubi corrispondono a 1.600 tonnellate; sicché l'ampliamento dei 1.750 metri cubi richiesto per la
lavorazione corrisponde a 280 tonnellate al giorno. Poco più avanti si dice anche che la capacità,
quelle 1.600 tonnellate di silos sommate alle 1.100 tonnellate dell'area di ricevimento - cioè in totale
2.700 tonnellate – per citare le vostre parole “costituisce una riserva per circa 3 giorni di lavoro di
produzione”.
Ora, se per tre giorni sono necessarie 2.700 tonnellate, vuol dire che al giorno ne vengono prodotte
900. Perché si richiede l'ampliamento solo per 280? Primo.
Secondo, altro chiarimento, a pagina 3 delle motivazioni del progetto… a pagina 7, si cita che
motivazione del progetto è il trasferimento in Italia di lavorazioni e del relativo valore aggiunto
attualmente realizzati all'estero. Domanda: trattandosi di solo trasferimento di lavorazioni eseguite in
altri stabilimenti analoghi, sembra evidente che anche gli altri stabilimenti siano di proprietà
Kronospan, in questo caso non dovrebbero essere già conosciuti sia il tipo che la reale entità delle

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