COLOR Y VIDA: 20 ARTISTI PER FRIDA KAHLO - anno VII numero 2 Quaderni di Casa America

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                               Quaderni di Casa America
                                              anno•VII numero•2

                  COLOR Y VIDA:
                     20 ARTISTI
                 PER FRIDA KAHLO

                                                 IN COLLABORAZIONE CON
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             Quaderni di Casa America
             anno•VII numero•2
             Autorizzazione Tribunale di Genova n. 21208

             Abbonamento annuale ordinario € 50, abbonamento sostenitore € 100

                                                   REGIONE LIGURIA        COMUNE               COMUNE       COMUNE
                                                                         DI GENOVA            DI SAVONA   DI MILLESIMO

             Fondazione Casa America - Via dei Giustiniani, 12/4
             Tel. 010 2518368 - Fax 010 2544101
             info@casamerica.it
             www.casamerica.it

             Presidente: Roberto Speciale

             Consiglio d’amministrazione: Angelo Berlangieri, Federico Massone, Luigi Merlo,
             Bernardino Osio, Piera Ponta, Miguel Ruiz-Cabañas, Victor Uckmar (vicepresidente), Stefano Zara

             Coordinatrice delle attività: Carlotta Gualco

             Direttore Responsabile: Fabrizio De Ferrari

             Stampa: Essegraph Srl - Genova

             In copertina: dettagli delle opere in mostra

             Progetto grafico: Elena Menichini
             Hanno collaborato: Alessandro Pagano ed Erika Norando

             Realizzazione editoriale
             © De Ferrari Comunicazione S.r.l.
             Via D'Annunzio, 2/3 - 16121 Genova
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             L’editore rimane a disposizione per gli eventuali diritti sulle immagini pubblicate.
             I diritti d’autore verranno tutelati a norma di legge.
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             Sommario
             Roberto Speciale
             presidente Fondazione Casa America
             Editoriale                                                           4

             Miguel Ruiz-Cabañas
             Ambasciatore del Messico in Italia
             Messaggio dell’Ambasciatore del Messico                              7

             Sonia Pedalino
             Associazione “R. Aiolfi”
             Quando la sofferenza diventa arte                                    9

             Silvia Bottaro
             Presidente associazione “R. Aiolfi”
             Albero della speranza tienti saldo                                  12

             Opere in mostra                                                     19

             Fabiola Guenther Quezada
             Pittrice
             Frida Kahlo, ricordi, colori ed emozioni
             Frida rappresenta identità; di donna, di artista e di messicana     38

             Carlotta Gualco
             Direttrice del Centro in Europa
             e coordinatrice delle attività di Fondazione Casa America
             Il dolore delle donne. Dal Messico al Congo, passando dall’Europa   41

             INTERVENTI TENUTI IL 20 SETTEMBRE 2014 A PALAZZO DUCALE
             DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL PRECEDENTE NUMERO DI QUESTA RIVISTA
              “FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA”

             Luciano Caprile
             Critico d’arte                                                      47

             Marco Cipolloni
             Università di Genova e Università di Modena e Reggio Emilia         49

             Pietro Tarallo
             Giornalista e scrittore                                             58

             Inaugurazione della mostra “20 artisti per Frida”                   61
             Fondazione Casa America cambia sede!                                61
             Corsi di lingua dell’associazione Amici di Casa America             62
             Abbonarsi alla rivista Quaderni di Casa America                     63
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                       Quaderni di Casa America
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                       COLOR Y VIDA: 20 ARTISTI PER FRIDA KAHLO

         Editoriale
         RobeRto SpecIale
         PRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA

                                                              l’interesse diffuso per Kahlo e il segno
                                                              “universale” di quel riconoscimento.
                                                              Dopo la mostra e la pubblicazione de-
                                                              dicata da Fondazione Casa America a
                                                              Tina Modotti, fotografa italo-messicana
                                                              con una vita straordinaria, questo è il
                                                              secondo capitolo di una storia di arte,
                                                              di cultura, di passioni al femminile, tra
                                                              America ed Europa.
                                                              Alcuni si sono chiesti se alla base dello
                                                              straordinario successo di Frida Kahlo
         Fondazione Casa America e l’associa-                 non ci sia stata e non ci sia ancora una
         zione “R. Aiolfi” di Savona hanno vo-                certa “fridomania”, quasi a dire un ec-
         luto accompagnare la grande mostra di                cesso di attenzione oltre ai meriti in-
         Frida Kahlo e Diego Rivera al Palazzo                dubbi. Può darsi ma sicuramente Frida
         Ducale di Genova, preceduta da                       Kahlo è stata una pittrice di grande va-
         un’esposizione a Roma alle Scuderie                  lore ed una personalità di immenso fa-
         del Quirinale, con un’iniziativa di                  scino e le due questioni si sono con-
         omaggio a Frida da parte di 19 artisti               giunte.
         italiani e di una pittrice messicana.                A me piace pensare però che ci sia in
         Le loro opere sono state create apposi-              questo successo la riscoperta del Mes-
         tamente per questa occasione e donate                sico storico e dell’importanza di quel
         agli organizzatori. Si tratta di artisti             Paese anche oggi.
         molto diversi, per età, per stile, per tec-          La Rivoluzione messicana infatti, e non
         niche utilizzate ma tutti noti e di ta-              sempre viene ricordato, è stata la prima
         lento. Anche questo fatto sottolinea                 grande rivoluzione del ‘900, antece-
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                                                                                               5
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             dente alla Cina di Sun-Yat-sen e alla            indica quasi un milione di messicani in
             Rivoluzione d’ottobre, sovietica.                meno, da 15 a 14 milioni.
             L’insurrezione fu annunciata da Fran-            Eppure quella rivoluzione tragica fa en-
             cisco Madero il 20 novembre del 1910             trare il Messico nell’Era moderna, gli fa
             alle ore 18. Con un po’ di benevola iro-         recuperare un’identità nazionale uni-
             nia nel suo bel libro Massimo De Giu-            taria, porta alla ribalta la realtà indigena
             seppe annota “è vero che ben pochi si            e la cultura tradizionale, costruisce, nel
             mobilitarono in orario ma, rispetto a            bene e nel male, un’immagine interna-
             precedenti ribellioni, questa volta l’in-        zionale senza precedenti superando la
             nesco si generò”.                                grave ferita dei rovesci militari e terri-
             Cosa caratterizza quella Rivoluzione (e          toriali della guerra contro gli USA
             che ritroviamo anni dopo nell’opera di           mezzo secolo prima nella quale il Mes-
             Diego Rivera e Frida Kahlo)? Intanto             sico fu costretto a cedere quasi la metà
             la sua dimensione di massa: operai,              del Paese.
             contadini, artigiani, indigeni ed europei        È questa immagine che attrae una per-
             ecc. e poi l’emersione della presenza            sonalità come quella di Peppino Gari-
             (senza precedenti mi pare) delle donne           baldi, il nipote dell’Eroe dei Due Mondi,
             nella rivoluzione armata (le soldaderas)         che combatte a fianco di Madero, e che
             ma anche nell’arte, nella cultura, nella         attira irresistibilmente come una cala-
             vita quotidiana. Sono splendide per              mità l’intellettualità europea e latino-
             esempio le foto di Tina Modotti delle            americana e che fa diventare il Messico
             silenziosi madri indigene e delle mani           per un certo periodo terra ospitale e ri-
             dei campesinos.                                  fugio di molti dissidenti (a cominciare
             Ancora: per la prima volta si fa un uso          da Trockij). Si dà vita insomma, pur pre-
             così intenso e qualitativo della stampa          ceduto e accompagnato da tragedie di
             (i reporters al fronte), della fotografia,       vita e dimorte, ad un grande rinnova-
             del cinema (per es. lo stesso Eisenstein         mento culturale e nazionale. Il Messico
             filma il Messico) e si usano in modo così        si apre al mondo.
             diffuso le nuove tecnologie degli arma-          Da quei caratteri nasce il progetto dei
             menti (la dinamite, la cucaracha, ecc.).         Murales nei luoghi pubblici e cioè l’idea
             La Rivoluzione messicana (o meglio le            di raccontare la rivoluzione, la sua storia
             diverse rivoluzioni al Nord e al Sud e           e i suoi obiettivi e di celebrarla come
             in fasi diverse) lascia, tragicamente, una       rifondazione della nazione. Il principale
             lunga scia di sangue e divora tutti i suoi       protagonista, il più grande di tutti i pit-
             protagonisti (muoiono assassinati Pan-           tori messicani e forse dell’America la-
             cho Villa, Carranza, Madero e Zapata).           tina è Diego Rivera, che è anche un
             Dieci anni dopo il 1910 il censimento            grande narratore.
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                                     Città del Messico, 2014. © Melissa Bugarini

         “Frida - dice Cacucci nel suo libro Viva             Insomma abbiamo voluto ricordare una
         la Vida - è l’anima profonda del Mes-                grande artista, una donna di forte per-
         sico, rappresenta le sue radici ancestrali           sonalità ma anche la ventata culturale
         e l’ostinato attaccamento alla vita no-              senza precedenti che ha soffiato in quel
         nostante tutto”. Frida trasforma il do-              periodo in Messico e che, per questo,
         lore e l’amore in arte, dipinge pensieri,            ha saputo parlare al mondo.
         stati d’animo.                                       Desidero infine ringraziare tutti i bravi ar-
         Rivera è la storia, lei forse è l’immedia-           tisti che hanno accolto generosamente il
         tezza, il sentimento. Come diceva di lei             nostro invito, l’Ambasciatore del Messico,
         André Breton “è una bomba avvolta in                 Silvia Bottaro e Sonia Pedalino dell’Asso-
         nastri di seta”.                                     ciazione “R. Aiolfi”, i Comuni di Savona,
         Può darsi che i suoi autoritratti ripetuti           Genova e Millesimo, la Regione Liguria,
         in modo “ossessivo” dimostrino un                    gli autori degli articoli di questo Catalogo-
         certo solipsismo ma sono anche sempre                Rivista e tutti coloro che hanno collaborato
         diversi e cangianti ed arrivano, seppure             e reso possibile questo piccolo, grande
         in modo contraddittorio, a tutti.                    omaggio a Frida e al Messico.
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             Messaggio
             dell’ambasciatere del Messico
             MIguel RuIz-cabañaS
             AMBASCIATORE DEL MESSICO IN ITALIA

                                                              iezioni di films su Frida Kahlo, durante i
                                                              quali si sono evidenziate le diverse sfac-
                                                              cettature di questo personaggio complesso
                                                              ed affascinante. Molte delle opere esposte
                                                              a Roma sono attualmente in mostra nello
                                                              storico Palazzo Ducale di Genova, arricchite
                                                              da diversi lavori di un altro artista messicano
                                                              mondialmente conosciuto: Diego Rivera.
                                                              Frida e Diego, una coppia dal rapporto
                                                              travagliato ma indissolubile, l’una icona
             Quale Ambasciatore del Messico in Italia         per passione, carattere e impegno; l’altro
             non posso che ritenermi più che soddisfatto      un genio del muralismo messicano, ini-
             del grande e meritato successo ottenuto          zialmente suo mentore, e poi inseparabile
             dalle attività tenutesi in Italia durante il     compagno di vita, legati da un profondis-
             2014 intorno alla vita e le opere di Frida       simo amore per il loro paese e le sue
             Kahlo.                                           radici. Ed è proprio l’amore per il Messico
             Esse sono iniziate a marzo, con una splen-       che ritroviamo nelle opere di questi stra-
             dida retrospettiva su quest’artista messicana    ordinari artisti. La forza ed emotività che
             nella bellissima sede delle Scuderie del         Frida Kahlo è riuscita a plasmare nelle
             Quirinale a Roma, che è stata la terza           sue creazioni l’hanno convertita in una
             mostra più visitata nella storia di questo       delle artiste più riconosciute ed ammirate
             prestigioso palazzo, dopo quelle sul Ca-         a livello mondiale.
             ravaggio ed i Tesori dell’Hermitage.             I 20 lavori presenti in questa pubblicazione,
             Parallelamente, nel Palazzo delle Esposi-        appositamente realizzati da altrettanti ce-
             zioni della capitale si sono tenuti eventi       ramisti e pittori di talento con cui mi con-
             collaterali quali conferenze, dibattiti e pro-   gratulo -19 italiani ed una messicana, Fa-
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         biola Guenther Quezada- rendono omag-                ha partecipato al Festival Internazionale
         gio a Frida Kahlo, in una sinergia artistica         del Cinema di Venezia e quello Iberoa-
         nell’ottica del rinsaldamento dei già ottimi         mericano “SCOPRIR” a Roma.
         rapporti di collaborazione in essere fra             Altre nostre presenze importanti si sono
         l’Italia ed il Messico.                              registrate al Congresso Internazionale di
         Infatti, negli ultimi anni tale collaborazione       Americanistica, al Laboratorio sull’Epigrafia
         è stata potenziata in tutti gli ambiti, spe-         Maya, alla Conferenza sulle Religioni Prei-
         cialmente artistico-culturale, come in               spaniche ed al Festival Internazionale dei
         questo caso grazie all’iniziativa promossa           Giochi Antichi di Strada “TOCATI”.
         dalla Fondazione “Casa America” che,                 Infine, vale la pena di ricordare gli omaggi
         nel manifestare il suo amore per Frida               al diplomatico Gilberto Bosques, il “Per-
         Kahlo, in senso più ampio riflette l’affetto         lasca” messicano, ed allo scrittore Octavio
         nei confronti del Messico.                           Paz, Premio Nobel per la Letteratura 1990,
          I campi di interesse comune fra le nostre           nonché l’imminente donazione di un
         nazioni sono molteplici e svariati e spaziano        lotto di opere contemporanee all’Istituto
         dall’architettura, alla pittura, fotografia,         Nazionale per la Grafica.
         letteratura, musica, antropologia e cinema.          Come si può apprezzare, il fluire delle at-
         Durante il presente anno, nel settore delle          tività è continuo, ed è iniziato nel lontano
         arti plastiche il Messico è alla 14.ma               1492, quando il genovese Cristiforo Co-
         Mostra Internazionale di Architettura di             lombo scoprì il Nuovo Mondo, a cui se-
         Venezia con un padiglione individuale;               guirono i viaggi del fiorentino Amerigo
         ha presentato la mostra dell’incisore José           Vespucci, di Giovanni de Paoli (Juan de
         Guadalupe Posada insieme agli artisti                Pablos) che lasciò la sua Brescia alla volta
         contemporanei Blanca Rivera e Carlos                 del Messico per aprirvi la prima tipografia,
         Castañeda, oltre all’esposizioni degli altri         e di Lorenzo Boturini, originario di Sondrio,
         contemporanei Carmen Maza e Irma Pa-                 che visse in Messico nella prima metà del
         lacios, come pure la grande mostra “Mes-             1700, dove si dedicò a riunire una straor-
         sico circa 2000” con opere di più di 80              dinaria collezione di oggetti, documenti e
         artisti messicani.                                   codici, che è stata una preziosa fonte di
          In ambito musicale, si sono tenuti concerti         riferimento nella ricostruzione della storia
         di prestigiosi gruppi quali il Cuarteto La-          messicana precolombiana.
         tinoamericano, Michael Tsalka con Angélica           Insomma, un gran fermento di attività, a
         Minero ed il Parnassu Trio, oltre alle or-           riconferma che la cooperazione italo-
         chestre Filarmonica dell’Università Na-              messicana è vitale, intensa e proficua,
         zionale Autonoma del Messico (UNAM)                  grazie ai rispettivi talenti e creatività,
         e Sinfonica di Guanajuato.                           derivati dal ricco bagaglio ereditato dalle
         Per quanto riguarda il cinema, il Messico            rispettive storie e culture millenarie.
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                                                                                               9
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             Quando la sofferenza
             diventa arte
             SonIa pedalIno
             ASSOCIAZIONE R. AIOLFI

                                                              comitanza con la mostra a Genova a Pa-
                                                              lazzo Ducale, l’associazione culturale
                                                              “Renzo Aiolfi” di Savona, in collabora-
                                                              zione con la Fondazione Casa America
                                                              di Genova, ha organizzato una esposi-
                                                              zione di arte contemporanea, ispirata a
                                                              Frida Kahlo che nello stesso tempo, vuole
                                                              essere un omaggio alla grande artista.
                                                              Ma chi è nello specifico Frida Kahlo? Era
                                                              nata a Coyoacán, vicino a Città del Mes-
                                                              sico, il 6 luglio 1907, ma ha sempre di-
                                                              chiarato di essere nata nel 1910 perché
                                                              si sentiva figlia della rivoluzione messi-
                                                              cana, che proprio in quell’anno ebbe ini-
             Artista, militante comunista, anticonfor-        zio. Suo padre era un fotografo nato in
             mista, donna indomita e vitale, a dispetto       Germania da famiglia ebrea - ungherese
             di un’esistenza segnata dal dolore, Frida        e sua madre una benestante messicana
             Kahlo, non incarna solo l’anima del Mes-         di origini ispanico - amerinde.
             sico, ma è un mito che ha catturato l’im-        Affetta da spina bifida, che le causò l’ar-
             maginario collettivo.                            resto dello sviluppo della gamba destra,
             “Pensavano che anche io fossi una sur-           aveva continui dolori alla schiena e sof-
             realista, ma non lo sono mai stata. Ho           friva di problemi circolatori, che nel corso
             sempre dipinto la mia realtà, non i miei         degli anni portarono all’amputazione
             sogni.” (27 aprile 1953). Realtà che per         delle dita dei piedi e poi della gamba.
             gran parte della sua vita vedeva dal suo         Fin dall’adolescenza manifestò una per-
             letto a causa della sua malattia. In con-        sonalità molto forte, unita a un singolare
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         talento artistico e uno spirito indipen-          accettò con riserve, in quanto era rimasta
         dente e passionale, riluttante verso ogni         pesantemente delusa dall’infedeltà del
         convenzione sociale.                              coniuge. Si risposarono nel 1940 a San
         Studiò inizialmente al Collegio Alemàn,           Francisco. Da lui aveva assimilato uno
         una scuola tedesca, e nel 1922, aspirando         stile naïf, che la portò a dipingere piccoli
         a diventare medico, s’iscrisse all’Escuela        autoritratti ispirati all’arte popolare ed
         National preparatoria. Qui si lega ai Ca-         alle tradizioni precolombiane. La sua in-
         chuchas, un gruppo di studenti politica-          tenzione era, ricorrendo a soggetti tratti
         mente impegnati, il cui nome deriva dal           dalle civiltà native, di affermare la propria
         berretto indossato come segno distintivo,         identità messicana.
         e inizia a dipingere per divertimento i ri-       Il letto a baldacchino, con annessa l’in-
         tratti dei compagni di studio. Il gruppo          stallazione di uno specchio che i genitori
         ammira il rivoluzionario José Vasconcelos         le regalarono, durante il suo prolungato
         e si occupa in particolare di letteratura;        immobilismo, ebbero per Frida un effetto
         molte attenzioni erano riservate soprat-          sconvolgente e la portarono al ricorrente
         tutto a Alejandro Gomez Arias, studente           tema dell’autoritratto. Il primo che di-
         di diritto e giornalista, capo spirituale e       pinse fu per il suo amore adolescenziale,
         ispiratore dei Cachuchas e di cui Frida si        Alejandro. Nei suoi ritratti raffigurò molto
         innamora.                                         spesso gli aspetti drammatici della sua
         Il 17 settembre del 1925 rimane grave-            vita, il più importante dei quali fu senza
         mente ferita nello scontro, contro un             dubbio l’incidente del 1925.
         muro, dell’autobus sul quale viaggiava.           Nonostante le avversità di ogni tipo, Frida
         L’incidente fu grave e ne conseguì una            non ha mai rinunciato a vivere quasi
         lunga degenza in ospedale e una faticosa          come una dea pagana, dedita alla bellezza
         riabilitazione durante la quale inizia a di-      e alla vita stessa. Non perde occasione
         pingere. Gli strascichi dell’incidente si         per offrire grandi banchetti ai suoi amici,
         faranno sentire per tutta la vita costrin-        beve alcolici in grande quantità e fuma
         gendola a numerosi interventi. Nel 1929           continuamente, ascolta musica in una at-
         sposa Diego Rivera con il quale condivide         mosfera impregnata di profumi che la
         la fede politica e la passione per l’arte,        aiutano ad allontanare la malinconia.
         ma sarà un rapporto tormentato a causa            Frida capisce che vivere è un mistero da
         dei continui tradimenti di lui. Anche lei         gustare più che da capire. Considera la
         lo tradisce a sua volta e così si separe-         sua infermità come un luogo nel quale
         ranno nel 1939. Rivera tornò da Frida un          coltivare lo spirito, il luogo della sua pro-
         anno dopo: malgrado i tradimenti non              vata solitudine a cui nessuno può acce-
         aveva smesso di amarla. Le fece una               dere e nel quale dar vita ad un linguaggio
         nuova proposta di matrimonio che lei              pittorico in grado di registrare la memoria
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                                                               Quaderni di Casa America
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             del dolore nella sua dimensione quoti-            di “eroina tragica”. Fin dagli esordi af-
             diana e nelle sue tragedie pre-vissute,           frontò la sua difficile condizione oppo-
             come quella della mutilazione, un tema            nendosi alla sorte avversa, riuscendo a
             che compare nei suoi dipinti fin dal 1938,        trasformare l’immobilità in opportunità
             quindici anni prima che le venga ampu-            artistica e successivamente a trasformare
             tata la gamba. I suoi quadri affrontano           la sofferenza in arte. Il dolore rappresen-
             un’analisi profonda dei sentimenti come           tato nelle sue tele non è mai tragico, caso
             la colpa, l’amore, il desiderio, il dolore e      mai sfrontato e vivido: Frida disegna l’in-
             la gelosia. La creatività è uno scudo per         tensità e la debolezza del genere umano.
             difendersi dal tempo, dalla minaccia della        I numerosi autoritratti, inusuali e pieni di
             vecchiaia e della morte. L’immagine della         colore, ci fanno percepire quanto questo
             pittrice è quella di un personaggio cari-         corpo di donna ferita, sia stato centrale
             smatico e cerimoniale con indosso i tipici        nella sua arte e nella sua esistenza.
             vestiti messicani, soprattutto quelli della       Frida era una donna con una forza spe-
             regione all’istmo Tehuantepec, accostati          ciale, probabilmente necessaria per do-
             a capi da lei creati. Non segue una moda,         ver affrontare sia i problemi di salute
             ma crea una propria immagine originale.           che quelli più strettamente personali.
             Il suo stile si irradia alla sua casa; Casa       L’essersi sottoposta a trenta operazioni
             Azzurra Coyoacán che oggi è il suo mu-            chirurgiche, alcune non indispensabili
             seo e che fu il laboratorio della sua anima.      da un punto di vista medico, o l’acca-
             La disabilità di Frida Kahlo è stata dissi-       nimento con cui cercò di portare a ter-
             mulata dalla sua capacità di sublimare il         mine ben tre gravidanze, senza riuscirvi,
             dolore personale in opere artistiche che          mostra la determinazione nel voler su-
             sono apprezzate a prescindere dalla sua           perare la barriera del suo corpo fragile,
             straordinaria biografia.                          ritenuto un ostacolo per la sua forte
             La sua vita, fu intensa e crudele, caratte-       personalità e l’enorme sete di vita. Que-
             rizzata da tormenti e forti emozioni che          sto rapporto ossessivo con il suo corpo
             le procurarono depressione, estrania-             martoriato caratterizza uno degli aspetti
             mento, perdita. Ma la sua arte è testimo-         fondamentali della sua arte.
             nianza di un successo raggiunto che la            Tre importanti esposizioni le furono de-
             salva dall’essere considerata sia una “vit-       dicate nel 1938 a New York, l’anno suc-
             tima” che un’“icona con disabilità”, a di-        cessivo a Parigi e nel 1953, un anno prima
             spetto di una cultura patriarcale, di un          della morte, a Città del Messico.
             marito infedele e di un orribile incidente        Frida si spegne il 13 luglio 1954 nella sua
             che avrebbero potuto alimentarne il mito          casa a Coyoacán per edema polmonare.
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                        COLOR Y VIDA: 20 ARTISTI PER FRIDA KAHLO

         Albero della speranza
         tieniti saldo
         SIlVIa bottaRo
         PRESIDENTE ASSOCIAZIONE R. AIOLFI

                                                           geografica di tali sventure, a partire dal
                                                           maledetto incidente di cui è stata vittima
                                                           a diciotto anni e che segnerà per sempre
                                                           la sua vita, scandita per di più da decine
                                                           di interventi chirurgici. Questa breve
                                                           premessa è necessaria per addentrarci
                                                           nella sua arte così complessa, unica
                                                           dove eros e amore vanno di pari passo
                                                           con pathos e dolore, senza, però, mai
                                                           abbandonare la speranza. Ha scritto
                                                           nel suo diario: Non ho mai dipinto i
                                                           sogni. Ho dipinto la mia realtà. La sua
                                                           sete di vivere non è stata compressa e
                                                           abbattuta dalle sventure fisiche che
                                                           l’hanno segnata, anche psicologica-
         La speranza e il dolore di Frida Kahlo sono la    mente; l’aver avuto il coraggio di ascol-
         sua arte e hanno ispirato questo “omaggio”.       tare il suo cuore pulsare e battere per
                                                           l’amore del marito Diego Rivera, aver
         L’arte di Frida Kahlo (1907-1954) è un            creduto nella forza della natura e nella
         tutt’uno con la sua vicenda umana ma,             storia financo autentica e sociale delle
         mi pare, che essa interpreti in modo              sue Genti l’hanno, certamente, aiutata
         esemplare il secolo in cui ha vissuto,            a trasformare il dolore in una sorta di
         così cadenzato dalle tante drammaticità           grimaldello per scavare nella quotidianità
         (dalle due guerre mondiali, da Hitler a           per arrivare alla verità. Renderle omaggio
         Stalin, all’olocausto nucleare di Hiro-           non è facile senza cadere nel banale,
         shima). Il suo corpo diviene la carta             perché la Kahlo è tutt’altro che con-
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             venzionale e insignificante, nulla nelle          riscoprire il nostro essere partecipi di
             sue tele è pedestre, scialbo o dozzinale,         una comunità. La ricerca della propria
             ogni riferimento, anche minimo, ha                identità dentro una città fisica, carica di
             qualcosa di inconsueto e, perciò, è sin-          valori simbolici, deve necessariamente
             golare: dai colori accesi e della tradizione      passare attraverso il senso di apparte-
             folcloristica messicana, al suo personale         nenza a un territorio, sia fisico, sia cul-
             “verziere” che discende molto dalla               turale, sia sociale e politico, alimentando
             pittura fiamminga financo barocca, ma             la nostra speranza per il futuro. Frida
             risolta in chiave “rivoluzionaria”, così          Kahlo, a mio parere, sentiva la città
             come i ritratti che vanno al di là del            come casa collettiva e sapeva che nelle
             mero dato personale ma raccontano,                periferie viveva lo specchio, autentico
             tra le sue dipinte, nette e arcuate so-           e inesorabile, dello scorrere di ogni
             pracciglia, il legame stretto con l’uomo          giorno fatto di drammi e dell’avventura
             della sua vita, fino al calvario delle sue        dell’umanità, mentre nel centro storico
             carni, raggiungendo un richiamo uni-              si è sedimentata la stratificazione densa
             versale alle torture effettuate nel secolo        delle esperienze storiche e delle me-
             in cui ha vissuto. Pittura in forma di            morie, da cui non si può e non si deve
             crasi sociologica e d’arte; canto al piacere,     fuggire. La città diviene una sorta di
             ai piaceri della vita; festa di colori, quelli    grembo umano dove si alimentano le
             della sua amata Terra, quelli presenti a          radici ed il senso della civiltà, tra pro-
             tutte le latitudini nelle leggende, nei           messe e utopie. Pare davvero sconcer-
             costumi delle varie etnie, nella musica           tante il fatto che la Kahlo non abbia
             e nelle poesie delle Genti del Mondo.             potuto divenire “madre” biologica, ma
             Mi ha colpito, osservando i suoi lavori,          certamente è stata “madre” di una vi-
             la ricerca dell’anima dell’abitare, ovvero,       sione viva e vitale del suo essere donna
             la pittrice messicana avverte la comunità         libera in un contesto, come quello del-
             come avventura alla ricerca delle pluralità       l’America Latina, dove la condizione
             dei modelli di vita posti all’interno dello       urbana si espande a ritmo serrato (così
             scorrere del tempo che, anche, incon-             in Asia e Africa) avanzando nuove ri-
             sapevolmente ci affascina, guardando              chieste: le piazze, gli ospedali, i mercati
             le testimonianze delle pietre che nel             ecc. divengono di essenziale importanza,
             tempo hanno trasformato una condi-                un diritto andando al di là di una mera
             zione naturale in una condizione cul-             visione ideologica; in ciò la Kahlo è
             turale. La città, il luogo ove si vive, se        stata alimentata dall’esuberanza della
             indagato in quest’ottica, diviene essa            Natura della sua Terra, senza esaltare
             stessa strumento di comunicazione,                appieno una città “proletaria” e popolare
             molto complesso, dove noi possiamo                che può favorire la ghettizzazione ma
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         cercando di capire, invece, la dialettica         perché ogni opera è il suo universo che
         di cui una città è formata: non solo              custodisce la sua esistenza e, a ben guar-
         lotta di classe, ma dialogo, alleanze,            dare, le emozioni universali. A tutte queste
         condivisioni, osmosi e trasformazioni.            “voci” dell’arte contemporanea un grazie
         Alcune sue opere mi sembrano vere                 sentito.
         preghiere laiche: un inno alla bellezza           Ora in sintesi un conciso commento
         atemporale delle città e, allora, chiudo          per ciascuno per mettere in rilievo le
         con alcuni versi di Giorgio Caproni de-           loro peculiarità perché saranno, poi, le
         dicati a Genova:                                  opere a comunicare, certamente, meglio
                                                           e molto di più di queste mie parole.
         “La mia città degli amori in salita,
         Genova mia di mare tutta scale                    GLI ARTISTI CHE RENDONO
         e su dal porto, risucchi di vita                  “OMAGGIO” A FRIDA KAHLO
         viva fino a raggiungere il crinale                Maria Paola Amoretti, allieva a Milano
         di lamiera dei tetti, ora con quale               dello scultore Mauro Baldessari. Indaga
         spinta nel petto, qui dove è finita               con forza, oltre agli schemi imperanti, la
         In piombo la parola, jodio e sale                 vera identità del sé e del rapporto con
         rivibra sulla punta delle dita                    l’altro e fa ciò con la semplice “terra”
         che sui tasti mi dolgono?... Oh il carbone        che viene manipolata, decorata con ritmi
         a Di Negro celeste! Oh la sirena                  liberi, coinvolgenti laddove si avverte
         marittima, la notte quando appena                 forte la visione illuminante dell’arte intesa
         l’occhio s’è chiuso, e nel cuore la pena          come comunicazione universale con per-
         del futuro s’è aperta nel bandone                 corsi costellati da rimandi, storici, uma-
         scosso di soprassalto da un portone”              nistici, sociali, politici, non tralasciando
                                                           ombre e proiezioni dell’infanzia.
         (Sirena, da “Il passaggio di Enea”, 1952)         Dino Aresca, usa il colore in un modo
                                                           originale e non scevro dall’antica lezione
         Le mie osservazioni hanno il mero intento         appresa da Pietro Mazzotti con la scultura
         di fare da breve preambolo all’impegno            lignea. Cerca la bidimensionalità con
         che gli Artisti partecipanti a questa inedita     spatolate spesse di colore e col “dripping”
         rassegna hanno impresso al loro “esserci”         lascia una comunicazione libera. Nelle
         accettando, con autentico impegno e fer-          sue opere si avverte la ricerca, anche, di
         vore, l’invito a cimentarsi con questa com-       una sorta di carta geografica delle emo-
         plessa figura dell’arte contemporanea. At-        zioni contemporanee, catturate in una
         traverso tali lavori, forse, o meglio questa      rete, reticoli di luci dove emerge la forza
         è la scommessa, vorremmo scoprire ancora          del “segno”, della parola visiva che vuole
         molto di questa Donna, del suo fare arte          scrivere o riscrivere le tracce dell’ordinario,
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             esaltando la spazialità, l’intimità e la spi-     maginario, così la passione, la sessualità
             ritualità di un artista.                          sono un tutt’uno in questa Pittrice che è
             Sandra Cavalleri, artista che da decenni          diventata, non a caso, un simbolo uni-
             si dedica alla ceramica che “comunica”            versale dell’emancipazione femminile e
             anche la sua vicinanza allo yoga. Abile           la Drago ne avverte la forza interiore, la
             nella tecnica raku declinata in modo              musicalità dell’armonia che Frida cerca
             personale, ricerca una forma naturale             tra sé e la natura per cercare pace e dare
             di comunicazione dove le forme, i gesti,          un senso alla vita di tutti, anche degli
             i colori sono “altro” dalla vita frenetica        umili, dei più sventurati dal fato.
             reale: ai confini, quindi, tra il caos me-        Silvia Fucilli mette in luce una attitudine
             tropolitano e l’indagine necessaria alle          molto personale che, seppur connessa,
             radici culturali di ognuno di noi, dove           in un certo modo, alle atmosfere di Al-
             anche la minima cosa può essere es-               berto Sughi, svolge con una tavolozza
             senziale, cercando il limite straniante           rutilante, violenta, vistosa congiunta ad
             tra realtà e finzione.                            un segno calcato. Crea situazioni fi-
             Anna Corti, artista informale, ovvero             nanche incorrotte, in un certo senso,
             usa la tela, le stoffe, per scrivere con altri    accentuate dal volume degli abiti delle
             frammenti e/o lustrini lemmi di quegli            sue donne, spesso sensuali, con un
             alfabeti del Mondo che paiono tenerci             “racconto” ricco di riferimenti ambientali
             lontani gli uni dagli altri, ma in realtà         ed esuberanti di decorazioni. Pittura di
             solo quei segni ed il colore ci unificano         grande effetto coloristico e di forme
             in un canto universale. I segni, poi, alla        fatte spiccare volutamente, ridondanti,
             fine siccome non c’è il disegno, sono             alcune vogliono essere provocatorie e
             matasse, grovigli spesso disperati, altre         provocanti, forse per rimarcare uno spi-
             volte invece ricchi di vita interiore per         rito di vera ribellione ed emancipazione
             arrivare a quella vita così priva di un           femminile.
             ordine interno ma creata dalla volontà            Roberto Giannotti, architetto, designer,
             ferma di ogni persona. Pittura certamente         ceramista. Ha scritto: “Perché la ceramica?
             non decorativa, scenografica, coinvolgente.       Perché è creazione, gioco, emozione, sogno,
             Tessuti, quindi, per cattura l’inafferabile.      fantasia che diventa materia pura”. Perché
             Maria Giulia Drago, con i colori fulgenti         è la mia sfida di voler creare, di far nascere
             di quel sole splendente nella cultura             qualcosa dalle nostre mani, di trasformare
             antica del centro America, la portano a           una nostra idea in materia pura(…)”. La
             far vibrare il suo lavoro dal di dentro,          tradizione ligure, legata alle Albisole
             sentendo forte i legami, anche più intimi,        ha influenzato la sua originale comu-
             che legano la Kahlo alle sue Genti. La            nicazione: dalle pignatte alle sue “ so-
             natura alimenta la percezione dell’im-            gliole” dove luce e forma giocano in
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         molti rimandi in un caleidoscopio di              Bruno Gorgone con le sue peculiari mi-
         colori, segni che mettono in risalto la           tocromie guarda incantato il “giardino”
         fantasia dell’artista, così alchemico con         della vita di Frida (dalle angurie sapide,
         la realtà che lo circonda.                        ai colori sgargianti dei pappagalli ) dove
         Luisa Giovagnoli fa parte di una scuola           le luci rade, calde, esplodenti imprimono
         legata all’arte sempre “verde” genovese           forza alla spirito di libera ribellione della
         che va dalla musica alla poesia, alla pittura     Pittrice. Un “giardino” che diviene icona
         (da Tenco a De Andrè, da Caminati al              alla ricerca di una sorta di armonizza-
         Gruppo Cobra per citarne alcuni). In tale         zione degli elementi che s’incontrano
         contesto la Nostra, allieva di Luigi Maria        nella vita di ognuno con la forza della
         Rigon, usa le geometrie per scandire co-          speranza di un canto del verziere che
         municazioni visive sempre puntuali ca-            venga ascoltato, fuori dagli schemi con-
         ratterizzate da pregnanza figurativa, so-         venzionali. il suo lavoro si contraddi-
         prattutto tali puzzle ci introducono alla         stingue per una progressiva sintesi fra
         ricerca sul paesaggio che penetra, quasi,         segno, forma e colore, sino ad evolvere
         con le case, gli alberi cercando una vera         verso una pittura di pattern quale “lin-
         sintesi essenziale. Altre volte la sua pittura    guaggio concettualmente avanzato dei
         è lo specchio di molte inquietudini con-          reciproci scambi tra figurazione e astra-
         temporanee ed i suoi lavori debbono               zione” come hanno rilevato i critici Tom-
         essere letti cercando, anche, quella poetica      maso Trini e Vittorio Sgarbi.
         del contrasto che pare alimentarli.               Rossana Gotelli, lavora a Quarto, nel
         Carlo Giusto è rimasto colpito dal                levante genovese. Ha frequentato lo
         grido di Frida rivolto alla natura: essa          studio dello scultore Lorenzo Garaventa
         non è una barriera, un muro di mattoni            ed a Milano artisti rappresentanti del-
         scanditi dal tempo, da abbattere, una             l’Arte Povera. Nelle sue sculture cera-
         barriera divisoria tra l’uomo contem-             miche cerca, sempre, di scovare ciò che
         poraneo e la sua vita, anzi l’essere              non appare: tra gioco e sogno e met-
         umano vive bene solo in un ambiente               tendo l’opera a diretto contatto col frui-
         naturale rispettato, compreso appieno             tore spronandolo ad interrogarsi. Le
         e tutelato. Così pennellate larghe scan-          opere sono mutevoli, intrise di “semi
         discono, come in una dettato di una               di vita” e di sete di vita. Chi guarda
         lapide, questa verità universale, anche           può avverte che vi è la massima libertà,
         etica, che deve rimanere imperitura.              non ci sono regole, dobbiamo ascoltare
         Segni veloci ed espressivi che interagi-          il cuore e andare “oltre” alla vita quo-
         scono in un dialogo serrato sui mecca-            tidiana, abbandonandoci alle nostre
         nismi della percezione attraverso at-             emozioni ed ai sentimenti: desideri,
         mosfere sospese, financo enigmatiche.             passioni, odi, felicità, morte.
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             Carlo Iacomucci, maestro dell’incisione           cisione. Il suo segno, tagliente, interro-
             e pittore. È di origine urbinate e tale re-       gativo indaga il “racconto” intimo del
             troterra culturale è sempre ben presente          soggetto svolto, ponendolo alla nostra
             nel suo colto ed articolato bagaglio ico-         riflessione. Avverte la natura e l’uomo
             nografico, innestato nelle Marche dove            intrecciati indissolubilmente, in un sol
             vive e lavora. Le sue opere sono delicate         respiro. Opere le sue razionali e, anche,
             e, nel contempo, intense come i versi di          metafisiche con echi simbolisti. Spesso
             una poesia. La sua cifra originale va oltre       lo “spazio” dove si svolge il suo racconto
             il mero dato storico e quotidiano per             “visivo” ci porta a luoghi inverosimili,
             parlarci di un mondo, forse, ideale dove          favolistici, immaginativi con un verziere
             la natura con la bellezza dialoga con             rigoglioso oltre il reale, indicendo, così,
             l’uomo e cerca di insegnargli la qualità          un’idea di inquietudine diffusa e molto
             della vita nel rispetto del paesaggio, sia        calzante con l’attualità.
             quello naturale sia quello culturale dove         Vittorio Patrone, personalità creativa
             si vive e si opera, sia quello mentale. Il        che spazia dalla fotografia alla pittura
             suo segno è sempre dinamico, elegante,            alla ceramica. Con la fotografia resta,
             in evoluzione ed innestato in una com-            come dire, ancorato alla realtà, fissan-
             posizione euritmica, basata sull’equilibrio       done momenti da istantanea narrativa.
             musicale delle forme e dei colori.                Con la pittura, invece, vuole evadere
             Caterina Massa, dagli anni Novanta del            dalla realtà con visioni siderali, alla
             Novecento, incessantemente compie ri-             ricerca di un mondo primigenio e, quin-
             cerche sulla materia (la creta) e sulle tec-      di, comune a tutti, quasi alla ricerca di
             niche (raku) fino ad esiti scultorei sempre       una mitologia contemporanea, stando
             più indefiniti, informali, pur mantenendo         al di fuori della pop art. La ceramica,
             una insita poetica e musicalità. Lavori,          più concreta come materia povera e
             anche, introspettivi, carichi di emozioni,        universale, diventa luogo per le forme,
             in cui vi è la magica mescolanza della            i colori e dove la natura è sentita come
             fragilità della Terra con la durezza della        monumento ed armonia tra artificio e
             tecnica usata in modo magistrale e che            realtà cercando di dare vita ad un inedito
             indica l’asprezza, l’inclemenza delle vi-         dialogo che sfocia nello stupore.
             cende umane fino alla disabilità che non          Ylli Plaka, diplomato a Tirana in ceramica
             può e non deve essere un limite. Opere            e scultura, si è trasferito in Italia dal 1991
             le sue che sono da inserire tra realtà            ed ora vive e lavora a Savona. La sua
             sociale e sensibilità lirica.                     arte è considerata una delle voci più ori-
             Maria Luisa Montanari, mette in luce              ginali della scultura con la ceramica: esa-
             una straordinaria padronanza delle dif-           mina attentamente le forme ed i loro si-
             ficili tecniche dell’acquerello e dell’in-        gnificati traendo una comunicazione ri-
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         volta al fruitore nello scandaglio di un          popolare ed i Compianti, giungendo a
         universo molto contemporaneo, seppur              vere laudi laiche. Ritratti fulgenti, schegge
         mosso dall’interesse per il primitivo, ov-        di natura silente con una innata eleganza
         vero le radici della culture. La sua costante     anche in certe figure strizzate dal dramma,
         maturazione lo ha portato a giungere ad           altri segni più croccanti e ricchi di pathos.
         un personale specifico linguaggio che fa          Idee, immagini, visioni, richiami alle radici
         di Plaka uno dei protagonisti dell’attuale        (per Tedeschi il suo Po con le brume) in
         plastica italiana ed europea.                     uno spazio abitato dalla cultura popolare,
         Cristina Sosio mette in campo una                 avvertita come linguaggio condiviso, sep-
         sua particolare versatilità, eleganza e           pur ancora misterioso per certi aspetti,
         leggerezza compositiva, percorrendo le            pur essendo globale.
         varie tematiche attraverso una “lettura”          Giuseppe Trielli immerge la figura
         del tutto personale e con l’uso affinato          femminile di Frida in un universale
         dalla ricerca della tecnica, conquistata,         “canto” dedicato alla Natura, quella
         ormai, con vitalità e autenticità. Le sue         sua di figlia, prima, compagna e madre
         opere, sempre coinvolgenti, indagano              purtroppo mancata, poi inserita nel
         anche i particolari, arrivando ad una             contesto del paesaggio che entra dentro
         atmosfera stimolante tra sogno e realtà,          il suo modo di essere, rispettoso delle
         Segno delicato e di fuoco nel contempo.           tradizioni, delle idee, dei sentimenti.
         I suoi personaggi, classici ma, in un             Nell’emblematica ricerca dal suo esordio
         certo senso, disinvolti hanno una sorta           nel 1967 ad oggi, l’artista è molto im-
         di doppia vita come i personaggi dei              pegnato con una pittura, si può dire,
         miti ai quali molto spesso si riferisce.          d’ordine naturalistico, via via maturata
         Nani Tedeschi, artista che ama la lette-          con linguaggi originali tra formale-in-
         ratura, la poesia, i grandi della storia (da      formale ma, pur sempre, molto armonica
         Cervantes a Garibaldi), fissandone tratti         e poetica. Opere che paiono avere anche
         psicologici anche intimi con il suo “segno”       alcuni punti di contatto con l’esisten-
         vigoroso, formidabile, a volte molto dram-        zialismo inteso quale filosofia che vede
         matico, espressivo. Profili incisi sulla carta    la vita come l’agitarsi, a volte, inintelli-
         che stanno tra la Sacra Rappresentazione          gibile della materia.
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                          Amoretti Maria Paola: Omaggio a Frida Kahlo, terra refrattaria bianca
                    con interventi con terre fini colorate di pasta rossa, blu, verde e nera, cm. 27x30x33
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                            Aresca Dino: Risuona nell’anima, olio su tela cm. 100x100
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                        Cavalleri Sandra: Frida, raku, raku nudo e viti in ferro, cm. 22x20x56 (h.)
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                                         Corti Anna: W la vida, disegno,
                        pittura e collage su telo ricavato da lenzuolo ricamato, cm. 100x85
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                      Drago Maria Giulia: Omaggio a Frida Kahlo, 2014, olio su lino, cm. 100x100
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                             Fucilli Silvia: Omaggio a Frida, olio su tela, cm. 100x60
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                           Giannotti Roberto: Albisola omaggio a Frida, olio su tela, cm. 30x30
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                            Giovagnoli Luisa: Fuga dal tempo, olio su tela, cm. 100x60
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                      Giusto Carlo: Forme e colori, tutto esiste e si muove, acrilico su tela, cm 70x70
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                           Gorgone Bruno: Duets, 2011 – 2014, olio su tela, cm 80x100
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                          Gotelli Rossana: Omaggio a Frida Kahlo, tecnica raku, cm. 17xh12x9
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              Iacomucci Carlo: F.K. - Un volo per vitafiorita, 2014, acrilico e penna china, cm. 35x50
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                          Massa Caterina: Custode di Memorie, ceramica raku, cm. 35 diametro
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                Montanari Maria Luisa: L’armonia del cerchio della vita, olio su tela, cm. 100x120
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                        Patrone Vittorio: A cielo aperto, acrilico e tecnica mista su tela, cm. 40x30
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                                Plaka Ylli: Libera, grès 1260° C, cm. h 36 x 21 x 13
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                   Sosio Cristina: Frida, olio su cartone telato con inserti di carta ritagliata, cm. 70x40
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                     Tedeschi Nani: Per Frida Kahlo, 2014, tecnica mista su carta, cm. 100x53
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              Trielli Giuseppe: Il giardino infinito (La ragazza di Gauguin), olio su tela, 2009, cm. 100x100
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         Frida Kahlo, ricordi,
         colori ed emozioni
         Frida rappresenta identità di donna, di artista e di messicana
         fabIola guentheR Quezada
         PITTRICE

                                                           vano mia nonna e mia mamma, il patio
                                                           interno con le piante curatissime. Que-
                                                           st’ambiente era per me, che non vivevo
                                                           più con i miei genitori, senza dubbio
                                                           molto accogliente.
                                                           I miei viaggi in Europa, la curiosità di
                                                           vedere dal vivo le opere dei grandi mae-

         Ho sempre amato disegnare. Sono cre-
         sciuta in un paese vicino a Città del
         Messico circondato da campi d’agavi,
         da un cielo azzurro e luminoso sempre
         nostalgicamente in me presente. I colori
         che producono quella luce sono nelle
         mie vene e vanno diritti sulla tela.
         Da giovane, quando studiavo a Città
         del Messico, ho visitato diverse volte la
         “casa azul”; allora non era necessario
         fare la fila e pagare il biglietto come in-
         vece occorre oggi. Entrare in quella di-
         mora era magico, mi ricordava alcune
         case del mio paese, quell’ambiente mi
         era molto famigliare. Il tipo di cucina,
         le pentole appese al muro, come ave-              La pelona, olio su tela, 2014, cm. 40x40
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             stri dell’arte in Italia, Francia, Inghilterra,            dell’anima, dove trovare forza e ottimi-
             Spagna, Svizzera e Germania e il per-                      smo, è sempre più difficile. La figura
             corso intrapreso all’accademia di Brera                    umana frammentata vuole donare pia-
             a Milano; è stato il periodo più bello                     cere visivo, ma allo stesso modo chiede
             della mia vita. Dove mi sono confrontata                   allo spettatore di riflettere. Come Frida
             con artisti appartenenti al mondo antico,                  amo la vita, la solidarietà verso il pros-
             moderno e contemporaneo.                                   simo, il debole e il popolo.
             Frida anche se non possedeva una qua-                      Mia figlia da piccola era molto attratta
             lità artistica classica, rinascimentale,                   da un libro della Kahlo che avevo por-
             aveva una valenza universale. Attraverso                   tato con me dal Messico, mi diceva
             i suoi quadri racconta tutta la sofferenza                 quanto la sua vita assomigliasse a quella
             che accumuna gli essere umani, pla-                        di Frida, infatti, anche lei aveva i “nonni
             smata con simboli, dettagli e in partico-                  così lontani, così diversi” e s’identificava
             lare il dolore fisico femminile. Oggi il                   anche fisicamente nel dipinto “mis
             dolore che condivido con l’essere umano                    abuelos, mis padres y yo”.
             è: malinconia, demoralizzazione, miseria                   Mia figlia è nata nel 1993, anno in cui
             mentale; una lotta interna. La ricerca                     cominciò a svelarsi l’aberrante femmi-

             Mujercita, olio su tela, 2007, cm. 40x30   Alas para volar, tecnica mista su tela, 2014, cm. 40x40
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         nicidio che tuttora colpisce il
         Messico. Per questo motivo,
         vedere mia figlia crescere in
         Europa mi è stato di con-
         forto. Come Messicana es-
         sere lontana dal mio paese,
         leggere e sentire quello che
         vi accade, mi mortifica e mi
         fa male. I miei dipinti, spesso,
         portano a riflettere sulla si-
         tuazione odierna della mia
         patria.

         Frida Kahlo, icona dell’arte
         latinoamericana nel ‘900. Fi-
         glia di un emigrato dall’Eu-
         ropa, trova continuità in
         un’esperienza inversa e con- 43, acrilico su tela, 2014, cm. 40x40
         temporanea - la mia - che
         parte dal Messico e arriva in Europa, confermando l’Europa odierna quale terra
         d’opportunità culturale con Genova come porto d’incontro.

         fabiola Quezada nasce a temascalapa vicino a città del Messico. nel 1991 ottiene la laurea in am-
         ministrazione industriale al politecnico di città del Messico, contemporaneamente studia pittura
         con l’artista messicano José Sirahuen e partecipa alle prime mostre collettive. nel 1992 il lavoro
         e la vita familiare la portano a stabilirsi in europa. dal 1999 studia all’accademia di belle arti di
         brera a Milano, dove approfondisce il tema del corpo nella pittura e nella fotografia e dove si di-
         ploma in pittura nel 2003. Vince il premio lissone 2004. le sue opere fanno parte di collezioni
         d’arte pubbliche e private in Italia e in Svizzera. Vive e lavora tra la Svizzera, l’Italia e il Messico.
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             Il dolore delle donne
             Dal Messico al Congo, passando dall’Europa
             caRlotta gualco
             DIRETTRICE DEL CENTRO IN EUROPA
             E COORDINATRICE DELLE ATTIVITÀ DI      FONDAZIONE CASA AMERICA

                                                               Tra le sue numerose opere ispirate dal
                                                               dolore, mi colpisce “La Columna Rota”
                                                               del 1944: il corpo giovane e grazioso di
                                                               Frida è squarciato e come tenuto insieme
                                                               dalle cinghie di un busto. A sorreggerne
                                                               la posizione eretta e il capo una colonna
                                                               fratturata in più punti. Una miriade di
                                                               chiodi ne trafiggono il corpo e il viso,
                                                               solcato dalle lacrime. Un’intensità della
                                                               raffigurazione del dolore che ho ritrovato
                                                               in una delle opere della mostra Color y
                                                               vida: 20 artisti per Frida Kahlo, e cioè
                                                               la scultura “Frida” di Sandra Cavalleri.
                                                               Un busto senza volto, stretto dalle cin-
                                                               ghie; un feto a ricordare la maternità
                                                               tanto desiderata dalla pittrice messicana
             Dalle molteplici suggestioni indotte              e mai realizzata.
             dalle opere e dalla vita di Frida Kahlo           Il dolore del corpo e dell’anima, come
             ce n’è una, suggerita anche da alcuni             ricordano le biografie, pervade la vita e
             contributi a questo numero dei “Qua-              l’attività artistica di Frida Kahlo. La sto-
             derni di Casa America”, che mi ha in-             ria del suo dolore riecheggia temi più
             dotta a qualche riflessione.                      generali della sofferenza umana e fem-
             Come sottolinea assai efficacemente So-           minile, come nel “richiamo universale
             nia Pedalino, la vicenda della pittrice mes-      alle torture effettuate nel secolo nel se-
             sicana può essere riassunta nel paradigma         colo in cui visse” (Silvia Bottaro), ripor-
             della “sofferenza che diventa arte”.              tando in qualche modo alla mente
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                 La Columna Rota (© http://www.museodoloresolmedo.org.mx/blog/portfolio-item/frida-kahlo/)

         l’“aberrante femminicidio che tuttora                 titos!” (1935), ispirato ad un fatto di
         colpisce il Messico” (Fabiola Quezada).               cronaca. Una donna giace morta sul
         Crimini spaventosi che richiamano il                  letto, nuda: indossa solo una calza ar-
         quadro di Frida “Unos cuantos pique-                  rotolata sulla gamba e una scarpa. San-
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                                                      Unos cuantos piquetitos!
             (© https://www.google.com/culturalinstitute/asset-viewer/a-few-small-nips/oQG_590SEeTDaw?exhibitId=wQa9NecS)

             gue dappertutto, anche sulla cornice del                abbiamo sentito aleggiare questa inter-
             dipinto; il corpo è martoriato dal coltello             pretazione in occasione di atti di vio-
             di un uomo, ritto accanto a lei, che la                 lenza perpetrati ai danni delle donne?
             guarda. Il titolo, che campeggia in un                  Il tema universale del dolore “specifico”
             cartiglio sostenuto da due uccelli, sug-                delle donne, quello causato dalla violenza
             gerisce ironicamente che, per l’autore                  degli uomini, mi induce a fare a mia
             del crimine, tutto sommato non si è                     volta un’associazione. Il premio Sacharov,
             trattato di una gran cosa: “[Le ho dato]                il riconoscimento che ogni anno il Par-
             solo qualche piccola pugnalata!”. Come                  lamento europeo assegna a chi si di-
             se la colpa dell’assassinio ricadesse sulla             stingue nell’ambito della libertà di pen-
             vittima e non sul carnefice: quante volte               siero, è andato quest’anno a un gineco-
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                                                                  per l’opera del dottor Mukwege e del-
                                                                  l’ospedale Panzi da lui fondato a Bukavu
                                                                  (Repubblica Democratica del Congo)
                                                                  nel 1998. Attraverso la Fondazione Panzi,
                                                                  non ci si limita alla cura fisica e psicologica
                                                                  delle donne ma ci si impegna anche a
                                                                  renderle autonome sotto il profilo eco-
                                                                  nomico, ad esempio attraverso iniziative
         © http://www.europarl.europa.eu/resources/library/ima-   di auto imprenditorialità. Le donne non
         ges/20141015PHT74186/20141015PHT74186_original.jpg
                                                                  vengono solo “riparate” ma si tenta
                                                                  anche di farle rinascere, avviandole a un
         logo congolese, Denis Mukwege, ri-                       nuovo e diverso modello di vita.
         battezzato “l’uomo che ripara le donne”                  Il Premio Sacharov 2014 è in sostanza un
         per la sua opera indefessa di cura delle                 uomo che sostiene una risposta positiva
         donne vittime di stupri di guerra nel                    e di autoaffermazione da parte delle
         suo Paese. Ascoltarlo dal vivo a Genova,                 donne. La stessa risposta che dà Frida Ka-
         al Palazzo Ducale, è stato per me e credo                hlo, colpita più dalla sorte avversa che
         per molti altri presenti un misto di orrore              dall’esplicita violenza di altri (i tradimenti
         e di speranza. Orrore per la sistematicità               del marito Diego Rivera, per altro ricam-
         e ferocia della pratica, destinata a di-                 biati, ritengo possano rientrare nell’”or-
         struggere “in modo più economico” di                     dinaria amministrazione” di gran parte
         una guerra combattuta il tessuto sociale                 delle vite sentimentali di ognuno). Frida
         del nemico; orrore per la gravità dello                  reagisce e dispiega, come sottolinea an-
         strazio inflitto alle donne sotto il profilo             cora Pedalino, la sua forza di spirito sfug-
         fisico e morale; orrore perché i mariti di               gendo, attraverso la sua arte e il suo stile
         queste donne, umiliati dallo stupro,                     di vita, al cliché della “vittima”, dell’“icona
         spesso abbandonano le loro compagne,                     con disabilità” e dell’”eroina tragica”.
         come se fossero strumenti ormai inuti-                   Uno straordinario esempio per tutte le
         lizzabili e non persone profondamente                    donne, e per tutti gli uomini.
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