Camper tour dell'ALBANIA 2011 (ALBANIA, e un po' di KOSOVO e MACEDONIA)

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Camper tour dell’ALBANIA 2011
                 (ALBANIA, e un po' di KOSOVO e MACEDONIA)
                                    reportage
20/05/2011 - partenza chi da Faenza, chi da Forlì , con pernottamento in paesino dopo uscita di
Giulianova

21/05 Direzione Bari per traghetto della compagnia Ventouris delle ore 21,00 con partenza ore
23,00; uscita Bari nord aeroporto per tangenziale porto/fiera ; ingresso porto. Nel tempo di attesa,
Raul - che ha organizzato il viaggio - distribuisce a tutti gli equipaggi una cartella con: n°
progressivo, piano di viaggio, alcuni commenti, blocco note. Il road book era stato consegnato in
precedenza. (20 – 21/05/2011 Km 630)

22/05 ore 07,00 Durazzo – espletate le pratiche doganali e fatta assicurazione per i mezzi, seduti
a un bar con vista del Bastione degli ottomani, ILIR, che ci farà da guida per 14 gg, ci introduce a
questo vicino e sconosciuto Paese. Qui niente Euro, ma LEKE; 1 € = 140 leke. Visita delle mura
antiche e resti dell’Anfiteatro romano, che poteva contenere 15.000 persone; bifora bizantina e
mosaico.      Nell'anfiteatro alcune pecore pascolano indisturbate. Con lo stesso biglietto d'ingresso
all'anfiteatro (3.000 leke) si entra anche nel museo sul lungomare: periodi arcaico-ellenistico-
romano; ben allestito. Nel pomeriggio prendiamo la direzione Scutari con sosta a Lezha, dove c'è
il santuario in cui è sepolto Skanderbeg (l'eroe nazionale albanese), che però è chiuso. Ci limitiamo
a guardare la grande statua di S. Nicola. A Scutari (SHKODER) parcheggiamo davanti al teatro:
passeggiata nella strada principale, pedonalizzata, con botteghe caratteristiche ed edifici d'epoca.
Sempre in centro: veloce visita alla moschea e alla vicina chiesa cattolica, troppo dorata.
Spostamento in alto, alla fortezza, dove ci viene raccontata la leggenda di Rozafa e del suo
sacrificio, testimoniato all'ingresso ancora oggi dalle pareti bianche che trasudano "latte". La
fortezza è imponente e copre tutta la sommità della collina: dall'alto il panorama è interessante e si
vede la confluenza di grandi fiumi che attraversano l'Albania e si avviano all'Adriatico. Ci
spostiamo circa 6 km e si va sul lungo lago di Scutari, a Shiroka, e si cena con la gustosa carpa al
forno. Nella notte il lago è animato dalle barchette dei pescatori che approdano all'alba con il frutto
del loro lavoro, contornati dai gatti, che aspettano qualche scarto - (tot. circa 130 Km).

23/05 Alzata molto mattiniera, per fare i km. che ci separano all'imbarco del traghetto fluviale ed
essere all'ora giusta della partenza (acquisto di corone di fichi secchi). Percorsi 56 km. di strada in
2h. lungo fiordi e montagne: panorami molto belli. Qualche casa bianca rustica, o di sasso. Arnie di
api. Giunti a Koman c'è la diga ; percorriamo la galleria a fianco della diga, buia. Un certo ritardo
del traghetto causa la rottura di una pompa ci porta a vedere una grotta con la statua della
Madonna.. L'esperienza del traghetto mette a contatto con la vita albanese: siamo sul largo fiume
Drin e il traghetto è un mezzo di spostamento usato dai locali, per lavoro; in certi passaggi le
sponde hanno pareti molto alte e verdissime. Dopo circa 30 km e 3 ore, si sbarca a Fierze per
avviarci verso Bairam Curri, dove si fa sosta per il mercato locale. Acquisto di pane (qui in
Albania sempre buono: sa di grano; talvolta lo troviamo di mais), frutta e di sottaceti.
Attraversamento della frontiera Kosovara di Morine, dove dobbiamo pagare 30 € per l'assicurazione
del mezzo - la carta verde. Siamo in KOSOVO: niente più asini e muli lungo le strade, ma
pubblicità, negozi con vetrine più occidentalizzate. Balzano all'occhio tanti cimiteri con tombe a
terra, di marmo nero, in mezzo all'erba alta, e lungo le strade tanti ritratti di gente deceduta, in
seguito alla recente guerra etnica che qui ha mietuto tante vittime. A distanza, vicino a Decani, la
presenza del contingente dei militari italiani, nel "Villaggio Italia". Proseguiamo e fuori dal paese,
alla base di una collina, è situato il monastero ortodosso, anch'esso posto sotto protezione italiana.
Si parcheggia di fronte al monastero di Decani, tra le garritte dei nostri militari e il bosco: il
capoposto gentilissimo cerca di contattare telefonicamente il monaco che accoglie dentro al
monastero per consentirci la visita nel tardo pomeriggio, ma non lo rintraccia, e quindi ci limitiamo
alla conversazione col presidio, che ci consiglia di andare a visitare anche il patriarcato di Pecs,
visto che dista solo pochi km. e ne varrà la pena. (tot. km 107 + 30 traghetto)

24/05 Visita del Monastero di Deçani in Kosovo - Dečani (in serbo: Манастир Високи Дечани) è
un grande monastero della Chiesa Ortodossa Serba, a 12 chilometri a sud della città di Pec. Il suo
catholicon è la più grande chiesa medievale dei Balcani e contiene il più grande affresco bizantino
che si sia conservato fino a noi. Il monastero venne fondato in un castagneto dal re serbo Stefano
Decanski nel 1327. Quando nel 1331 il re morì venne sepolto nel monastero, che divenne il suo
santuario. La costruzione venne proseguita da suo figlio Stefano Dusan. Il catholicon è dedicato a
Cristo Pantocratore, costruito con blocchi di marmo rosso-violaceo, giallo e onice, fu eretto da
mastri costruttori sotto la guida del frate francescano Vito da Cattaro. Si distingue dalle altre chiese
serbe dell'epoca per le sue dimensioni imponenti e il suo aspetto tipicamente romanico. I suoi
famosi affreschi comprendono un migliaio circa di ritratti e ripercorrono tutti gli episodi principali
del Nuovo Testamento. Nel 2004 il monastero è entrato a far parte dei Patrimoni dell'umanità
dell'Unesco. Attualmente il monastero è sotto la protezione delle Nazioni Unite e della Nato. La
visita guidata la fa un monaco, con traduzione della nostra guida. Siamo invitati ad andare al
convento, dove ci offrono grappa e liquore alle ciliegie. Attraversato l'ampio e curato prato,
andiamo poi a fare acquisti di prodotti fatti dai monaci: formaggio, vini, .... Non a buon mercato.
Spostamento di una quindicina di km e siamo alla periferia di Pecs, per visitare il Patriarcato di
Peć che è un altro monastero ortodosso (ove vi sono le monache) sulla riva del fiume Bistrica,
molto diverso da quello di Decani, e più simile alle chiese dell'est. Il complesso di 4 chiese è la sede
spirituale e il mausoleo dove vengono sepolti arcivescovi e patriarchi serbi, anch'esso Patrimonio
dell'Unesco (dal 2006). La data precisa della fondazione del Patriarcato è sconosciuta.
L'arcivescovo ArseniJi I costruì la chiesa dei Santi Apostoli, al fine di porre in un luogo più sicuro e
più vicino al centro della nazione la sede della chiesa serba.Intorno al 1250, ne ordinò la
decorazione. Nel 1320 a nord di essa venne costruita la chiesa di San Demetrio, nel 1330 venne
costruita la chiesa della Santa Vergine Hodegetria, a sud della quale venne poi aggiunta anche la
piccola chiesa di San Nicola. Di fronte alle tre grandi chiese Danilo II eresse un monumentale
nartece e, di fronte a quest'ultimo, una torre. I colori all'esterno sono intensi, la tonalità dominante è
il bordeaux. Il giardino è suggestivo, con alcuni alberi antichi dal tronco contorto, aiutato da
sostegni. Il Patriarcato è sorvegliato da militari sloveni.             E qui c'è un "incidente
rivelatore" delle storture dei nostri giorni, e del muro che c'è fra serbi e albanesi. Al posto di
controllo i militari vedono che siamo 8 italiani e 1 albanese, la nostra pacifica guida Ilir. A lui
dicono che nelle chiese non potrà entrare. Di fronte a questa ostilità ed ottusità, Ilir sceglie neppur
di avvicinarsi. Gigi, allo stesso modo, afferma che non entrerà. Gli altri, in visita, hanno uno stato
d'animo un po' amareggiato. Rosanna scrive sul libro delle firme
TIRANA, la capitale, e, parcheggiati i camper nella zona dell'Università, iniziamo un mini tour,
andiamo alla antica moschea di Ethem Bey (1794-1823), all'angolo di piazza Skanderberg. Ma
presto ci fermiamo al vicino centralissimo mercato alimentare, perchè ha iniziato a piovere.
Risaliamo sui camper e seguiamo Ilir con il suo fuoristrada, che ci fa fare un giro segnalandoci
quanto c'è di più rilevante (statua equestre a Skanderberg - palazzi di architettura razionalista
realizzati durante l'occupazione fascista dove oggi sono ambasciate - la piramide di Hoggia - la
chiesa di S. Paolo).      Per la notte è davvero indovinato il trasferimento nella vicina Petrelle,
paesino su un'altura che offre una panoramica fortezza su uno sperone e una silenziosa piazza
centrale dove ci sistemiamo, con fontana di acqua potabile (Km 47)

26/05 Percorso Elbasan (strada in discesa con bancarelle di venditori di belle frutta e verdura) -
Rhogozine - Lushnje - Kavaje - Divjache (Ilir ci fa percorrere strade secondarie, per evitare Fier e le
sue strade a buche e, ancor più del solito, i tombini aperti), per raggiungere BERAT con la sua
antica cittadella. Berat è chiamata "la città dalle finestre affiancate", o "la città dalle 1.000 e una
finestra": le facciate delle case sono interamente ricoperte da finestre, altre e strette, e riesce difficile
distinguere la fine di un'abitazione e l'inizio di un'altra. Bianche e luminose le case di Berat si
estendono sotto la Cittadella, soprattutto nell'antico quartiere mussulmano di Mangalem, e poi oltre
il fiume in quello cristiano di Gorica. Berat infatti sorge su 2 colline rocciose che si fronteggiano al
di sopra della valle dell'Osum. Le case si adattano al terreno sinuoso. Visita della cittadella e delle
sue fortificazioni, ma soprattutto, dopo aver ottenuto in gestione il mazzo delle chiavi per un po' di
lek, visita di 4 belle piccole e antiche chiese: S. Teodoro (con gli affreschi di Onufri) S. Maria
Vilaherne, (decorata dal figlio di Onufri) e Nostra Signora, che a fianco ha il Museo dedicato
proprio a Onufri e alle sue icone, il pittore del Rinascimento albanese, il più noto dei Balcani
durante la sua epoca. Ci guardiamo la tonalità del "rosso Onufri". Salita sul minareto dell'antica
moschea rossa. Bellissima la chiesa bizantina che dà sulla vallata. A Berat bassa sosta notturna sul
lungofiume (a differenza del 2010 non ci è stato permesso sostare nella piazza centrale), vicino al
palazzo dell'Università in costruzione e davanti a dei giardini pubblici. In nottata non c'è stato
traffico. A piedi abbiamo attraversato il ponte sull'Osum, con 7 arcate, del 1780. (Km 141)

27/05 La mattina approfondiamo la visita di Berat: antica chiesa ortodossa nel quartiere al di là da
fiume di Gorica e percorsi nelle viuzze. Poi nella parte del quartiere Mangalem, la moschea e il
mercato. Non siamo andati a visitare il sito archeologico di Byllis, perchè la guida ci dice che
attualmente non è accessibile. Lungo strada, dei contadini a qualcuno di noi regalano pomodori, a
altri zucchine, a conferma della cortesia degli albanesi. A Ardeniza, interessante il Monastero;
poi il sito archeologico di Apollonia, con percorso lungo le grandi mura, per alcuni si rivela un po'
al di sotto delle aspettative.    Dopo aver attraversato un paesino in cui parlano il greco antico,
raggiungiamo il Monastero di Spinarizza Zvrenec: si percorre una lunga passerella in legno,
perché siamo in laguna. Al monastero troviamo 7 coppie: 1 di sposi e le altre dalle ragazze con
lunghi abiti fucsia che stanno posando per uno scenografico servizio di foto matrimoniali. La chiesa
è del sec. XI non in buone condizioni ma suggestiva, con colonne in calcare del porticato esterno
che si stanno consumando. A fianco la sede dei prigionieri durante il regime, che lavoravano nel
promontorio. Il secondo promontorio, ugualmente coperto di ginestre, è il famoso "naso nero" da
cui partivano gli scafisti per portare i clandestini in Italia. Coi camper decidiamo di sostare nel
piccolissimo spiazzo prima dell'inizio della passerella, e ci vediamo un bellissimo tramonto. Dopo
cena centinaia di migliaia di piccoli insetti invadono i camper; forse zanzare-maschi, perché non
siamo punti. Non sarà facile liberarsene la mattina dopo, visto che si sono inseriti ovunque ! (Km
134)

28/05 Ci dirigiamo poi verso Valona per conoscere le poche cose interessanti di questa città; è
interessante salire nella parte alta della collina, dove c'è il grande e moderno monastero dei
Bektasci Verdi, per vedere dall'alto come si è sviluppata la città. A Valona vediamo: chiesa bizantina
che è stata trasformata in moschea, grande piazza con monumento del realismo comunista e
fontana delle 4 sfere; viale delle fioraie che ispira a Gigi la gentilezza di una rosa per ogni donna del
tour.
Vicino a Dukat, passo del Llogorai: siamo a circa 1200 m tra i boschi di conifere e quindi dall'alto
uno sguardo al panorama sottostante, sul mare- Dhermi - Ilas - Vuno - Himare - Porto Palermo, col
tunnel che ospitava fino a 4 sommergibili,: penisola con il castello di Alì Pascià di Tepelene, ed una
piccola chiesetta per i marinai, come tante, dedicata al culto della Madonna e di S. Nicola. La
penisola è interessante sotto il profilo naturalistico e nei fabbricati hanno messo a essicare tanta
salvia. Visita al castello: architettura del 1800, a forma di triangolo, con i muri obliqui, che al centro
ha le zone per i militari, dispensa, cucina, e ai vertici ha 3 torrette. E' stato utilizzato anche dalle
truppe italiane quando erano in Albania e si vedono i segni lasciati con le scritte in italiano dei vari
locali specialistici. Nella parte interna è buio (utile avere la pila), mentre nelle parte superiore sono
molto belle le torrette, le fessure e gli scorci panoramici sulla costa di scogli. Riprendiamo i nostri
mezzi e raggiungiamo Qeparo mare dove aprcheggiamo i nostri camper su uno spiazzo proprio sul
mare. Stefania e Mainardo fanno un trekking fino a Qeparo alta. La serata si conclude con un “tutti
a cena” alla trattoria dai pescatori e affittacamere "Foro tel. 355692313475", sulla spiaggia di
ghiaia: per 1000 lek pax, cavolo selvatico + insalata mista + yogurth con olio + patate fritte (come
quelle di un tempo e non congelate) + grande orata alla griglia + (richiesta) cipolla raccolta al
momento dal loro orto                                                                           (Km 104)

29/05 Davanti al colore turchese del mar Ionio, giornata dedicata al relax nella baia di Qeparo;
spiaggia non curata ma bella. Gli abitanti delle case adiacenti ala spiaggia stanno costruendo molti
gazebo rustici per la stagione estiva. Per alcuni del gruppo, uscita col Toyota sulle montagne con
questo percorso: Queparo - Dhermi - Dhrimadhe - Dhermi - Spile - Vuno - Jal (spiagge) - Himare
(capoluogo dove compriamo la "Gazzetta Albanese" in cui c'è l'articolo che Ilir ha dedicato a noi !)
Pilur - Kudhes (pendici, mucche sul ponte, stazzo) – Qeparo
                                                                                           (Km 0)

30/05 Giungiamo a Bosh (dopo aver superato un gregge di capre sulla strada), dove sotto a 5 platani
secolari c'è un piacevole parco con cascatelle d'acqua. Piceras, nome che significa "il villaggio
dove si vive tra le nuvole", con gli uliveti e gli agrumeti abbandonati, come pure il frantoio. Lukove
- S. Vasilio, sempre lungo la costa turchese. Dalla strada si vedono colline dolci a cono. Giornata
dedicata al più importante sito archeologico dell’Albania, Butrinto. Prima in lontananza
intravvediamo i ruderi di Foenike, poi sostiamo sulla collina del castell di Likursi a Saranda, la
città delle spose -purtroppo molto cementificata con la costruzione di grandi condomini che le
hanno tolto quel po' di quell'interesse che poteva avere- , Luke, e ci dirigiamo a Butrinto per
godere di questa scoperta fatta da un archeologo Bertinorese: Luigi Maria Ugolini, alla fine degli
anni '30. Vista del lago salmastro, ricco di pesce e di cozze, che ha rappresentato nei secoli una
fonte di alimentazione; è profondo 8 m.; gli ultimi 4 sono hanno vita perchè c'è tanto metano, i
primi 4 sono pieni di vita; collegato al mare con un canale. -l'isola di Corfù è solo a 2 km.- Butrinto,
l'antica Buthrotum, è situata all'estremità meridionale della penisola di Ksamil, un terreno roccioso
lungo e stretto, che ha dato molto alla mitologia. Butrinto è circondata dal canale di Vivar, che
collega le acque del mare con quelle del lago, ricco di pesce e cozze; la terra oltre il canale è una
pianura piena di paludi. Questa posizione faceva sì che la città fosse ben protetta e molto favorita
grazie al suo porto naturale. Inoltre la maggior parte delle strade più importanti passavano per
Butrinto. Su Butrinto ebbero interesse i greci, i romani e il medio evo; quindi gli scavi hanno
portato alla luce un sandwich di civiltà. Belle le porte di città, tra cui la Porta Skea o del Lago, e la
Porta del Leone, risalente al IV sec. che prende il nome dal rilievo impressionante dell'architrave
di un leone che divora un bufalo; il santuario di Asclepio; il ginnasio, le terme e i bei mosaici,
l'anfiteatro con inciso gli editti per la liberazione degli schiavi; la parte cristiana con le basiliche, le
chiese medioevali, il battistero, ecc              Fatta con calma la visita di questo sito, ci spostiamo
per andare a pranzo in ristorantino sul mare (cozze a volontà, e con 4 preparazioni diverse), spiaggia
con bellissima sabbia bianca                                                                   (Km. ????)
Si raggiunge poi la sorgente dell’Occhio Blù (chè dà origine al fiume Stige di dantesca memoria,
cioè il 5° cerchio dell'Inferno, nel quale sono immersi gli iracondi e sommersi gli accidiosi) dove
l'acqua è veramente gelata, nove gradi. Libohova e il suo vecchio platano; trasferimento in auto a
nolo con autista e toyota di Ilir a Labova per vedere tra i prati fioriti la bella chiesa del VI sec.
Nel tardo pomeriggio Giungiamo a Gjirocastro dove si pernotta nel grande parcheggio sul fiume
oltre la città.                                                                                (Km 85)

31/05 Gjirokastro, una città protetta dall'UNESCO; è la città principale dell'Albania meridionale,
dove e nato il dittatore di ferro dell'Albania, Enver Hoxha.Oggi la sua casa è trasformata in un
museo etnografico (alcuni di noi la visitano: è interessante). La cittadella pre-ottomano, o castello,
sulla sommità della città ha un museo di armi, di quadri d'epoca del regime e l'ex prigione per i
detenuti politici. La città è particolare perché molti degli edifici conservano il tetto originale in
legno e pietra, e la conformazione che serve sia per l'inverno che per l'estate. Non è facile girare per
le strade di Gjirokastro perchè l'acciottolato è molto irregolare! Non abbiamo avuto molto tempo a
disposizione per approfondirla nei dettagli.
Poi da Gjirocastro un percorso per una delle più panoramiche strade dell’ALBANIA, passando
vicino alla Grecia. Lungo la strada osserviamo il lavoro nei campi, anche qui fatto da donne e
anziani. Saltiamo Permet; breve sosta a Korce,una delle più importanti città dell’Albania: Ilir ci
indica l'antica Moschea; il mercato è molto colorito, interessante, vivace e indubbiamente
frequentato solo dai locali. Acquistiamo crema di formaggi, che ci danno in un sacchetto rivoltato
con la mano: l'igiene è assicurata !
Proseguiamo la strada, molto lunga, anche se bella e varia. Qualcuno la trova defatigante (un
camper mette le ruote fuori dall'asfalto e lo toglieremo dalla scomoda posizione solo con l'aiuto di
un camion di passaggio. Infine a 1160 mt slm, raggiungiamo Voscopoje che aveva 24 chiese, e ora
ne ha rimaste 7 (parcheggio su campo di calcio). Per stasera ci accontentiamo di andare a cercare
un fuoristrada con autista che ci possa accompagnare l'indomani. Quello che Raul e Ilir conoscono e
che normalmente faceva il doppio con Ilir, ora è emigrato in Francia per lavoro ma la sua 4x4 è
disponibile e verrà il cognato a farci da autista.                                           (Km 200)

01/06 Con fuoristrada, mattinata dedicata alla visita della chiesa di Shipska e degli antichi
monasteri e villaggi nei dintorni di Voscopoje. Complessivamente visitiamo 4 chiese. Altri paesi di
attraversamento: Erseke - Leskovik. Nel pomeriggio raggiungiamo Pogradec , sistemandoci nel
parcheggio interno ad un complesso di ristoranti di proprietà della figlia di Oxha con laghetti. (Km
125)

02/06 Da Pogradec in pochissimi minuti raggiungiamo la frontiera e fatte veloci pratiche doganali
con relativa assicurazione dei mezzi (carta verde) € ??? siamo in MACEDONIA: la regione di
Ohrid è un patrimonio mondiale dell'Unesco per l' importanza culturale della zona. Costeggiamo il
lago e puntiamo verso il monastero di San Naum.           Il Santo, di cui alcuni di noi hanno sentito il
battito del cuore inginocchiandosi sulla sua tomba di pietra, coperta da un drappo. San Naum di
Ocrida, anche conosciuto come san Naum di Preslav (c. 830 – 23 dicembre 910), fu uno scrittore,
studioso medioevale e maestro; è venerato come santo dalla Chiesa ortodossa. Le informazioni
relative alla sua biografia precedenti al suo avvento in Macedonia sono molto scarse: secondo
l'agiografia San Naum era membro della loro missione nella Grande Moravia e nell' 867 venne
ordinato sacerdote a Roma; espulso dalla Grande Moravia dopo aver trascorso diverso tempo in
prigione per essere stato recalcitrante contro le imposizioni del clero germanico locale, Naum
raggiunse Pliska in compagnia di altri santi e fu il fondatore di una Scuola letteraria dove operò per
una decina d'anni in qualità di studioso ed insegnante. Naum proseguì la sua attività di studi e
insegnamento alla Scuola letteraria di Ohrid (la prima Università d'Europa), e nel 905 fondò il
Monastero nei pressi del lago di Ocrida, che prese il suo nome.        Affrescato all'interno, in stile
bizantino all'esterno; nella zona del monastero vi girano indisturbati i pavoni. Sul lago ci sono una
miriade di bancarelle di souvenir. Interessanti i monili fatti con scaglie e branchie di pesce di lago.
Raggiungiamo poi la città di Ohrid (sosta camper nelle vicinanze imbarcadero/molo ), subito una
passeggiata nell’animatissimo centro storico e, finalmente, poter fare compere e sfogare gli occhi.
Tanti i venditori di strada. Tantissime le chiesette nascoste fra i vicoli e la grande chiesa sulla
sommità vicino al castello oltre al teatro Teatro romano.                                   ( Km 40 )

03/06 Giornata di trasferimento, si lascia Ohrid e rientriamo in Albania costeggiando il lago e ci
dirigiamo a Lin, piccolo e caratteristico paese sul lago con una antica chiesa. A Lin, il tempo
sembra essersi fermato ancor di più, scene di vita rurale e di vita semplice; il mendicante che si
berrà quanto ricevuto, la donna che tratta le viti con il verderame, il mulo che passa col suo basto
carico di legna e di erba. Dedichiamo tempo alle viuzze del paese che degradano verso il lago, dove
c'è la barca in lamiera in attesa della pesca notturna e quella in fase di riverniciatura restauro,
mentre le donne annaffiano l'orto di patate portando l'acqua del lago con grosse taniche. Facciamo
anche la zona archeologica sulla sommità della collina, da poco resa agibile.          Poi una galoppata
verso Elbasan con la sua archeologia industriale: sostiamo in centro città per visionare alcuni
luoghi che vengono indicati di interesse, ma troviamo tutto chiuso. Non possiamo dire neppure che
sia un po' naif. Rrogozhine. Arriviamo a Kavaje (zona nota per i pellicani ricci) dove ci dirigiamo
all'ultimo punto percorribile sulla spiaggia e dove faremo sosta per la notte, dopo una cena molto
varia di pesce nel semplice "ristorante" sul mare                                             ( Km 200)

04/06 Mattinata di relax. Per qualcuno passeggiata sulle dune, altri nella zona delle saline.      Dopo
un pasto conviviale, circa a metà pomeriggio partenza per il porto di Durazzo dove dopo aver
salutato Ilir ci mettiamo in attesa di poter sbrigare le pratiche per l'imbarco e il traghetto ( Km 30)

05/06 Bari: sbarco e formalità doganali. Riprendiamo la strada di casa e troviamo traffico intenso
nella seconda parte del rientro; saluti a tutti con CB e alla prossima.                 (Km 630)

Km totali 2970
Km in Albania Kosovo e Macedonia 1700 circa

hanno partecipato al viaggio:
Raul, Rosanna e Pepe
Luigi “Gigi” e Franca
Mainardo e Stefania
Ugo e Alina

nessun problema meccanico ai mezzi
Note per il viaggio:

La decisione di partecipare al viaggio ha comportato di sapere che:
E' un viaggio e non una semplice vacanza.
I chilometri anche se non sono molti, sono su strade non sempre ottime e a volte impegnative.
Gli standard di questi paesi non sono paragonabili a quelli europei.
Non abbiamo mai trovato elettricità nelle soste, i rifornimenti idrici non sono stati sempre facili ma
non abbiamo mai avuto problemi di acqua
Le soste notturne sono state in luoghi ritenuti sicuri mai in campeggi
Gli approvvigionamenti di viveri erano possibili durante le soste nei paesi o villaggi
Il cambio valuta è stato fatto (per accorciare i tempi) generalmente tramite “cambiavalute” del
posto, pertanto non ci sarebbe stata possibilità di ricambiare la valuta rimasta al ritorno
Le linee telefoniche dei cellulari sono presenti quasi ovunque; è utile sapere che dato che l'Albania
è in zona extraeuropea 3 che le tariffe sono care (3 euro minuto in entrata e uscita, 50 cents gli
SMS in uscita); c'è la possibilità di acquisto SIM locale con offerte telefoniche; consigliabile
attivare prima della partenza se possibile l’opzione Passport dai propri operatori

ALLA FINE DEL VIAGGIO TUTTI SI SONO DICHIARATI SORPRESI DI AVER TROVATO
UN PAESE SORPRENDENTEMENTE VARIO E RICCO DI COSE DA VEDERE,
SOPRATTUTTO INASPETTATE PERCHE' NON MOLTO NOTE, ANCHE SE TANTE SONO
DAVVERO IMPORTANTI

Documenti:
La carta di identità in corso di validità e valida per l’espatrio è sufficente, se si ha il passaporto è
meglio portarlo.
Libretto di circolazione e carta verde per i camper; se a nolo o non di proprietà, delega del
proprietario

Preparazione veicoli:
tagliando completo della meccanica e scocca
pneumatici in perfetto stato con valvole in metallo ed una camera d’aria
filtri di scorta (olio, gasolio e aria)
2 kg olio motore, olio freni, liquido radiatore, liquido lavavetri.
cinghia alternatore
CB perfettamente funzionante.
Traghetto Bari-Durazzo-Bari: offerta 2011 per gruppi di almeno 8 camper, cabina interna 2 pax e
camper fino 7 metri euro 340,00; oltre 7 metri euro 380,00.
eventualmente possibilità di posto ponte o poltrona a prezzo ridotto,

La nostra Guida Albanese è stata: Ilir Mati, giornalista, studioso, scrittore, reporter, ex ufficiale
della marina albanese, ha lavorato anche per la TV e per Canale 5 ed è stato accompagnatore e
interprete per gli inviati delle TV e stampa durante il conflitto in Albania e Kosovo; è legato
all’agenzia Outdoor Albania; parla un discreto italiano ed è stato col gruppo per tutto il viaggio. Ha
atteso gli equipaggi al porto di Durazzo e lì li ha riaccompagnati. Ha viaggiato con la sua auto; di
notte restava in prossimità del gruppo. Per i pasti principali era ospitato a turno dai vari equipaggi.
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