CAMILLO - LICEO CLASSICO E MUSICALE CAVOUR
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I R E S T I D E L CAMILLO il giornale del Liceo classico e musicale Cavour Edizione straordinaria giugno 2020 UNA FINESTRA SU... il nostro mondo al tempo della pandemia Epidemie E quindi uscimmo Le nostre voci dal passato a riveder le stelle I ragazzi del Cavour Intervista con Riflessione della raccontano il lockdown Alessandro Barbero professoressa Ainardi
Editoriale SOMMARIO di Simone Rizzo T 2 Editoriale orino, via Botero 9, 30 aprile 2020, riapertura del Banco dei Pegni. 3 Osservare le distanze Lentamente, di fronte alla filiale dell’istituto, si crea una lunga fila di persone, tutte in attesa di 4 Una finestra sull’anima pattuire un esiguo prestito di denaro, lasciando in pegno Una finestra sulla complessità oro, argento e gioielli. Un grido di speranza Per alcuni si tratta di rinnovare polizze già stipulate, per altri è la prima volta: l’emergenza sanitaria del coronavirus 6 Una finestra sulla Storia infatti si è presto rivelata emergenza economica per molti; Epidemie del passato. ci sono liberi professionisti alla ricerca di liquidità, giovani Intervista al prof. Barbero genitori con bollette in scadenza, lavoratori rimasti senza Il (falso) complotto stipendio. 10 Una finestra sull’attualità Tra loro, un’anziana signora, distinta e curata, aspetta pa- ziente il suo turno. Si chiama Concetta, ha 78 anni ed è ve- E quindi uscimmo a rivedere le stelle nuta dalla Sicilia a Torino nel 1965. In questi mesi, a causa Siamo soltanto giornalisti del coronavirus, ha perso il proprio marito e ora ha biso- Mai dire mai gno di denaro per il funerale; oggi, pur con profondo dolo- re, non ha dubbi: pignorerà i pochi gioielli rimasti, ricordo 14 Una finestra sul CAV di una vita, così da assicurare una cerimonia dignitosa al Social CAV coniuge defunto. Di vicende simili a quella della signora Concetta, dove al 16 Una finestra sull’arte dolore si aggiungono impedimenti economici, ce ne sono La primavera dei musei tante in questi mesi difficili per l’intero Paese, e conoscerle, Jean-Antoine Watteau insieme con uno sforzo empatico, è necessario per “ripar- e Gesualdo da Venosa tire” nel rispetto di chi vi si è trovato (o vi è). Anche alcune Una luce in quarantena famiglie del nostro Liceo, di studenti come di professori, hanno vissuto momenti di travaglio e lutto; pertanto ab- 22 Le nostre voci biamo scelto di dedicare questa edizione straordinaria del giornale del nostro Liceo a chi di più in queste settimane 24 COVID-19 war ha sofferto. Tuttavia, questo numero non racconta esclusivamente la drammaticità che ha caratterizzato l’emergenza coro- navirus, bensì propone esperienze, riflessioni e opinioni di diverso carattere, formulate da studenti, professori ed ex-allievi, con il comune intento di fornire al lettore la pos- sibilità di scoprire e approfondire aspetti della complessa realtà che ci circonda. Buona lettura
Osservare le distanze Carissimi ragazze e ragazzi, ci siete mancati. Un grande vuoto ha segnato ogni giorno, mentre il preside camminava nei corridoi deserti della scuola, saliva gli scaloni lentamente gradino dopo gradino, si interrogava nel cortile senza voci, confrontandosi con la nostra psicologa sulle vostre fatiche e sofferenze. Preside, Psicologa e tutto il Team, vi abbiamo pensato sempre e con entusiasmo ora accogliamo l’invito a rivol- gervi un breve saluto al termine di questo anno così diverso. Da Carnevale in poi, per le tante scadenze laiche e religiose che si sono susseguite, abbiamo l’assenza delle sicu- rezze di prima e sperimentato la fatica di questa nuova regola: osservare la distanza. Abbiamo letto con affetto e partecipazione i vostri scritti che raccontano le emozioni vissute in questo tempo di cattività, non a caso rischiando di diventare più cattivi quando ci siamo sentiti impotenti. Eppure questa ferita che abbiamo ricevuto è anche una feritoia attraverso la quale “osservare la distanza” che ci è stata imposta, per iniziare a riflettere insieme con i nostri “occhialini d’oro” sugli effetti di questa dura lezione di vita. Le scienze dell’uomo ci raccontano che è dall’elaborazione del dolore che nasce il coraggio -meditato e consa- pevole- della soluzione. È dalla carica vitale della paura che possono fiorire i doni della fiducia, della speranza e quello illimitato della creatività. È dal confronto con la realtà della vita -che si manifesta talvolta attraverso la solitudine e l’assenza- che maturano la vocazione individuale e il desiderio di diventare autenticamente noi stessi. È questa la “ricerca umana del significato”, l’eterna impresa eroica che mito e storia tentano di spiegarci asse- gnando un senso anche alle situazioni-limite di dolore e separazione. Abbiamo saggiato una profonda legge della nostra natura umana: tutto ciò che si condivide si moltiplica. Ora viene il tempo di scegliere consapevolmente ciò che vogliamo condividere e moltiplicare mentre ci preparia- mo al nuovo anno: scegliere con rinnovata energia la vita che continua e la nuova stagione che arriva. Siamo chiamati tutti con pazienza e responsabilità a costruire soluzioni nuove per fare scuola in modo nuovo. Per farlo, abbiamo bisogno di tutta la vostra immaginazione vitale per accendere la creatività di nuovi progetti. Abbiamo bisogno della comprensione e della collaborazione delle vostre famiglie. Abbiamo bisogno tutti di fidarci del tempo con la certezza che camminare e crescere insieme si può. Osservando la distanza che ci ha separato, con i nostri occhialini d’oro possiamo già da ora iniziare a vedere che il Nuovo sta germogliando: raccogliamo perciò l’invito del poeta a non lamentarci delle ombre che residuano, provvedendo piuttosto a mantenere accesa ognuno la propria piccola candela. Ci servono tutte le nostre forze: intelligenza, sensibilità e creatività, affinché l’amore per la vita non diventi -la- mentandoci- ruggine che si moltiplica. Il cammino umano da illuminare è stato raccontato in tanti modi ma sempre a partire da un’unica sorgente na- scosta nella stanza principale dell’Anima: perché, dice la Volpe al Piccolo Principe, “si vede bene solo con il cuore”. Ricordo a tutti noi, accomiatandoci, che gli occhialini d’oro del Cavour sono così preziosi perché fatti di storia, intelligenza e cuore. Con amicizia e affetto, vi aspettiamo Maria Cristina Druetto, Paola Fiordalisi, Livia Graziano, Gianpiero Lo Bello, Claudio Menzio
#unafinestrasullANIMA Una finestra sulla COMPLESSITÀ di Silvia Uggetti La professoressa Uggetti propone una riflessione sulle diverse e molteplici sfaccetta- ture dell’epidemia di coronavirus, rapportandole alla complessità del mondo di oggi D i epidemie è piena la Storia, ma non è per continuare a vivere e a pensare, con calma? questo il momento di rievocarle tutte, Quest’ultima modalità, indicata in un’intervista ri- anche perché lo hanno già fatto in molti lasciata recentemente da Miguel Benasayag, filo- in questi mesi. sofo e psicoanalista nato in Argentina nel 1953 e Questa però, al contrario delle precedenti, accade trapiantato da molti anni a Parigi, è quella che vor- nell’epoca della complessità, in cui, per fronteg- rei condividere con voi, aprendo una finestra sulla giarla, forse non si può più far appello a un sapere complessità. incontrovertibile. In quale modo allora dovrebbe essere affrontata questa pandemia? Alla vecchia Comprendere e agire nella nostra epoca significa maniera, credendo sia possibile trovare l’unica adottare un paradigma diverso da quello carat- risposta giusta, quindi mettendo in atto una stra- terizzato dalla fiducia incondizionata nel metodo tegia fondata sulla rapidità dell’azione, in cui non scientifico, fondato sulla possibilità di fare previsio- c’è più tempo per resistere, per pensare, per fare ni per poter controllare i fenomeni, tipico della mo- alcunché? dernità. L’epoca della complessità demanda a un Oppure in un modo nuovo, così come richiesto coraggio molto grande, perché ci chiede di agire te- dalla complessità della realtà in cui ci muoviamo, nendo conto di variabili inconoscibili o inesistenti. rifiutando di cedere all’urgenza dell’immediato, Il problema pandemia si riflette a livello corporeo: 4 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO sono in gioco tutti i corpi, perché è dentro il corpo che si gioca tutto. Ci sentiamo stanchi e depressi a causa del controllo esercitato dal biopotere della dell’esistenza così inteso, in amicizia con l’ecosiste- ma che oggi stiamo massacrando, in armonia con tutte le altre specie. politica che, come ha sottolineato Michel Foucault, Perché l’ uomo non fa la storia ma può agire dentro dal XVIII secolo ha assunto la forma di una connes- la storia, una volta tornato dall’esilio a cui egli stes- sione sempre più stretta e vincolante. Ci sentiamo so si era sottomesso. devitalizzati perché non possiamo agire, come in prigione. I nostri corpi invece dovrebbero essere il Un grido campo di battaglia in cui si combatte la lotta contro il virus. Benasayag dice che per far fronte a questa pandemia non abbiamo puntato l’attenzione sui nostri corpi ma sulle macchine algoritmiche. For- se perché la macchina, non avendo corpo, è solo di speranza mente, quindi ci pare perfetta per ragionare. Ra- di Stefano Bianco Dolino gionare significa anche prevedere: quindi abbiamo delegato alle macchine il compito di fare previsioni per governare il fenomeno. Abbiamo gli occhi colmi di ansia Abbiamo posto tutta la nostra fiducia negli algo- ma il cuore riboccante di speranza, ritmi, sottraendola alla capacità umana. In questo queste parole hanno grande importanza modo abbiamo prodotto, in passato come ora, solo fallimenti e tanta paura. La paura che deriva dallo e vogliono trasmettere un messaggio maturo. smarrimento generato dal fatto di non avere più nessun umano a cui obbedire. La pandemia ci fa Pensiamo al futuro chiudere in noi stessi e pensare solo per noi, in un contesto in cui l’altro è una minaccia. Lo stesso sta anche se può fare paura succedendo con gli esuli alle frontiere: li chiudiamo perché questa è l’unica cura fuori, non li vogliamo guardare. Pensare e agire nel- per poter poi dire che l’abbiamo vissuto. la complessità significa invece avere coraggio e as- sumere la fragilità della vita. Questo coraggio non rinvia all’isolamento, ma ci chiede di agire insieme. Il nostro grido non rimarrà muto; Vivere dentro la complessità significa guardare gli non uscire di casa non è faticoso, altri come qualcosa che ci riguarda. basta pensare a un respiro affannoso Oggi non dobbiamo trasformare l’inquietudine in di una vita ancora in attesa. paura ma accettare la nostra fragilità, la vecchiaia, la morte come caratteri coessenziali all’esistenza, Siamo qui a casa, senza pensare che siano stati orchestrati da qual- senza far nulla, cuno, senza urlare al complotto. Il rifiuto del negativo trasforma la fragilità della vita lasciando che un nostro caro muoia in debolezza della vita, con il rischio connesso di senza un abbraccio che lo consola. generare un desiderio folle di forza, di qualcuno che ci dica cosa fare esercitando per noi e su di noi il biopotere. Per evitare questo rischio, Benas- Ci basterebbe una lucciola sayag ci invita ad integrare la pandemia con il senso per illuminare un addio dell’esistenza. L’esistenza è sempre sotto lo scacco di un episodio senza rimedio della minaccia e noi non possiamo domandare la che rimarrà impresso nel nostro pensiero. fine della minaccia per esistere. Possiamo invece reintegrarci dentro il sistema I Resti del CAMILLO - giugno 2020 5
#unafinestrasullaSTORIA Epidemie del PASSATO INTERVISTA AD ALESSANDRO BARBERO di Valentina Curatella, Anna Fogliasso e Simone Rizzo Alessandro Barbero, ex allievo del Liceo Cavour e professore di Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, è uno dei divulgatori di argomento storico più conosciuti e apprezzati in Italia. Buon pomeriggio professore, nel contesto di pande- prima generazione ad affrontare in questo modo mia mondiale in corso, quali pensa che siano le ana- un’epidemia: in passato capitava in contesti in cui logie e le differenze tra il COVID-19 e altre epidemie la morte si presentava già in molte altre forme, verificatesi nel corso della Storia? Quali potranno es- come nel caso della spagnola dopo la prima guerra sere le conseguenze economiche, politiche e sociali nei mondiale. È la prima volta nel corso della storia che prossimi mesi? in tutto il mondo di colpo per alcuni mesi tutte le I preoccupazioni passano in secondo piano di fron- nizierei elencando alcune tra le maggiori epi- te ad un’emergenza sanitaria, pur essendo meno demie del passato: la peste antonina del II drammatica di quelle che l’umanità ha affrontato in secolo d.C., le numerose ondate di peste nel precedenza. corso di tutto il XIV secolo, la peste del 1600 di cui ci parla Manzoni e, infine, l’influenza spagnola nei primi anni del 1900. Anzitutto, è importante rilevare che in passato le epidemie passavano inosservate, ad eccezione di quelle che, come la peste, presentavano sintomi Siamo la prima generazione vistosi e diffusi e che causavano la morte di una ad affrontare in questo modo parte consistente della popolazione. Fortunata- mente oggi questo non avviene, e quindi non avre- un’epidemia mo quelle conseguenze automatiche che all’epoca avevano l’effetto di sconvolgere l’ordine sociale: per esempio, più volte venne a mancare manodopera nelle città. Questo poteva essere un fattore di gran- Riguardo alle conseguenze invece, fatta la solita de crisi economica, ma apriva anche a nuove pro- premessa di rito che gli storici non sanno nulla del spettive per i sopravvissuti. Oggi invece, dato che futuro, possiamo dire che in questa situazione non lo sconvolgimento demografico è stato di minori sono affatto scontate: non possiamo né essere si- proporzioni, non ci sarà una redistribuzione della curi che le cose torneranno come prima né che ci ricchezza e ci troveremo con una fascia di popo- saranno sconvolgimenti in senso positivo. La cosa lazione fortemente impoverita. Abbiamo reagito più scioccante a cui abbiamo assistito in questi a questa epidemia come a una minaccia estre- mesi è l’inversione della narrazione secondo cui mamente grave, e non era mai successo in tempi l’attività economica è l’interesse principale dell’u- così recenti che l’intera popolazione consideras- manità: per molto tempo tutto è stato commisu- se così vicina a sé la paura di morire, nonostante rato a parametri economici, mentre oggi, con una la mortalità del virus fosse molto bassa. Siamo la positiva presa di coscienza, sono cambiate le prio- 6 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO Foto d’archivio; 11 gennaio 2019, il prof.Barbero al Liceo Cavour in occasione della “Notte nazionale del Liceo Classico” rità: dall’attenzione rivolta solo ai decimali del PIL, in passato gli esseri umani desideravano vivere a che pur rappresentano la ricchezza di un paese, si lungo, prosperare ed essere felici. Tuttavia, nelle stanno considerando altri elementi come l’efficien- società preindustriali, la vita umana era molto più za delle strutture sanitarie del welfare statale; e precaria, si moriva giovani e si vedevano morire i fi- tutti i governi si sono mossi in tal senso, adottando gli bambini; tutto questo era normale: non che non anche provvedimenti che hanno rallentato l’eco- provocasse dolore, e non che non si avesse una nomia, quale il lockdown, e la società li ha fonda- paura matta della morte, però succedeva molto mentalmente appoggiati. Questo è l’insegnamento spesso e si era più abituati, mentre per noi è molto positivo che un avvenimento così drammatico può più difficile accettare la morte di un giovane. Perciò lasciarci. si costruì un sistema di valori che aiutasse a sop- portare la paura e il dolore: la religione. Beninteso, Che ruolo hanno rivestito in momenti del passato io non penso che le religioni siano solo questo: tutti difficili e drammatici come questo le interpretazioni gli esseri umani hanno una pulsione religiosa e tut- religiose? Qual era lo spirito collettivo con cui le so- te le società conosciute si sono immaginate l’esi- cietà antiche affrontarono eventi simili, considerando stenza di un mondo soprannaturale, un sistema di le diverse prospettive di vita e il diverso rapporto con divinità e di riti: è un bisogno primario. Sicuramente la morte? è rara un società come la nostra dove l’ateismo è assai diffuso, e la religione plasma abbastanza poco Dunque, non è una domanda facile, ma sicuramen- la vita collettiva. Forse non è un caso che nel nostro te interessante e importante. Sicuramente, anche mondo da più di 2000 anni prevalgano religioni che I Resti del CAMILLO - giugno 2020 7
#unafinestrasullaSTORIA promettono la vita dopo la morte, che consolano dello industriale capitalista si oppose, in dichiarata per la morte dei propri cari e aiutano a pensare antitesi, il modello comunista, che immaginava di alla propria, e oggi, probabilmente proprio perché rovesciare completamente il funzionamento della nella nostra società la religione conta meno, siamo società e di inventarsi un altro tipo di sistema eco- meno abituati a pensare alla morte. Nel Tardo Me- nomico. Questo tentativo è stato uno degli aspetti dioevo e nella prima età moderna si scrivevano ad- centrali della storia degli ultimi due secoli; tuttavia, dirittura manuali sull’ “Arte di ben morire”, in senso almeno nelle forme in cui è stato proposto, è risul- spirituale, ovviamente. Noi oggi invece ignoriamo tato fallimentare, alienandosi il favore delle masse. totalmente l’idea della nostra morte e non vivia- Da questo insuccesso abbiamo tratto un insegna- mo un simile percorso di preparazione spirituale. mento sbagliato: che il capitalismo è l’unico sistema Non è detto che questo atteggiamento non ci aiu- possibile, e che pensare di cambiare il mondo non ti ugualmente a vivere con serenità e tranquillità, ha nessun senso. Io di certo non ho la soluzione ma è comunque un paradosso rifiutarsi di pensare in tasca, non saprei dire in che direzione bisogna all’unica certezza della propria esistenza. muoversi per cambiare il mondo, non ho la minima idea di quando nascerà di nuovo una spinta utopi- E infine, professore, quale può essere, in generale, una stica che proponga un altro tipo di sistema; però so lezione dal passato utile ancora oggi per ripartire? che prima o poi succederà, perché la Storia ci dice che nessuna società rimane per sempre in equili- Sicuramente da ogni vicenda storica si può trarre brio. Anche se oggi riteniamo che ogni tentativo di una qualche lezione. Parlando di qualcosa di un po’ cambiamento sia assurdo e impossibile, questa è attuale, potremmo fare un riferimento alla fortissi- una deduzione sbagliata. ma spinta rivoluzionaria che l’Occidente ha vissuto nel corso dell’Ottocento e del Novecento: al mo- Grazie molte professore. ! APPROFONDIMENTO L’INTERVENTO DEL PROF.BARBERO AL SALONE DEL LIBRO EXTRA 2020 In data 19 maggio 2020 il prof. Barbero ha tenuto la LECTIO INAUGURALE del Salone internzionale del Libro dal titolo “CONSEGUENZE INATTESE”. Il professore ha in quell’occasione proposto alcu- ne riflessioni circa le conseguenze (più o meno inattese) delle crisi sanitarie del passato, dalla pe- ste antonina all’influenza spagnola, confrontan- dole con l’attuale pandemia di COVID-19. Per chi fosse interessato a risentire l’intervento, può trovarlo sul canale Youtube del Salone del Libro, a: https://www.youtube.com/watch?v=MQ- Ni1L-YJTQ Intervento del prof. Barbero in occasione del Salone del Libro 2019 8 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO Il (falso) COMPLOTTO di Marco Isabello N el contesto della pandemia mondiale di guida del generale Pappalardo, senza mascherine Coronavirus molte sono le cose cambia- urlando e sputacchiandosi addosso l’un l’altro, al te. Spesso ci si è scagliati contro gover- grido del “virus non esiste”, dopo tutto ciò che ab- ni per la malagestione del fenomeno, biamo sopportato ed i morti che abbiamo seppel- come se ognuno di noi avesse la soluzione in tasca. lito -non solo noi, ma tutto il mondo-, è un ingrato Ogni governo ha deciso di muoversi in maniera egoista. differente, alcuni seguendo il modello lockdown italiano, come quasi la maggior parte degli stati Magra consolazione è che nel panorama mondiale europei, altri seguendo un modello che desse più non siamo gli unici ad avere cotali esempi di virtù respiro alla cognizione di causa dei singoli cittadini, e lungimiranza. Infatti anche nel resto dell’Europa altri ancora continuando come se nulla fosse, rag- tante sono state le proteste anti-lockdown, dalla giungendo le vette delle più orripilanti classifiche Germania alla Francia, dal Regno Unito alla Sviz- necrologiche. zera. Tutti a gridare che il virus non esiste, tutti a gridare sulle tombe di chi, quel virus, lo ha vissuto Gli equilibri non solo italiani, ma mondiali sono sulla propria pelle. In questa deprimente scala di cambiati tanto velocemente da non riuscire a star record la vetta però è degli USA, con un presidente loro dietro nella maggior parte dei casi. Abbia- che consiglia di bere candeggina per proteggersi. mo assistito a corse contro il tempo nel tentativo Come in tutte le situazioni, anche per questa ci sono di arginare le conseguenze della pandemia. Certi gli speculatori, non solo economici, ma soprattutto governi si sono mossi fin da subito per cercare di sociali, che si scagliano contro governi per il non garantire la giusta sicurezza ai propri cittadini. Così utilizzo selettivo del plasma, come se qualcuno po- anche l’Italia: i tanto criticati DPCM ci hanno salvati tesse trarre vantaggio dal fatto che migliaia di per- dalla catastrofe umanitaria, che ci piaccia o meno sone continuano a morire ogni giorno. ammetterlo è così. L’intero mondo è crollato nel caos ed ancora c’è chi Gli ironicamente chiamati “arresti domiciliari” ci specula su questi fatti. hanno permesso oggi di tornare a vedere amici e parenti. Chi oggi si unisce ai gilet arancioni sotto la Il virus c’è, e non è uno scherzo. 31 maggio 2020, Milano, piazza del Duomo, manifestazione dei “gilet arancioni” I Resti del CAMILLO - giugno 2020 9
#unafinestrasullATTUALITÀ E quindi uscimmo a riveder le stelle di Emanuela Ainardi Emanuela Ainardi, preside del Liceo Cavour fino a giugno 2019, propone alcune riflessioni su come cambierà il mondo della scuola in relazione all’epidemia di COVID-19 S enza dubbio la scuola è uno dei nodi cru- mento. Se, però, in un primo momento la novità ciali nella progettazione della “ripartenza” dell’insegnamento che esce dall’aula tradizionale dopo la drammatica emergenza del CO- ci ha fatto gioire per “le magnifiche e progressive VID-19, poiché, garantendo il diritto costi- sorti” di una scuola che da luogo fisico diventava un tuzionale all’istruzione, accompagna i bambini e i moderno spazio virtuale, sono emersi anche mol- giovani nella loro crescita umana e culturale, pre- ti problemi, primo fra tutti il dovere morale di non messa fondamentale per lo sviluppo di una società perdere gli allievi più deboli e fragili. giusta e per il suo progresso economico e sociale. Non tutti hanno eguale disponibilità di spazi fisici e/o di connessione in banda larga. Le abitazioni e la disponibilità di device possono essere inadeguati per le esigenze contemporanee di genitori in smart working e di più figli coinvolti nella D.A.D. (ndr. di- La scuola deve essere dattica a distanza); ci sono grosse discrepanze di comunità, interazione, connessione a seconda della zona geografica e educazione alla convivenza delle differenze socioeconomiche delle famiglie, fino all’esclusione. Inoltre, il fatto che gli allievi si- con gli adulti ano “nativi digitali” non significa che non abbiano e con i pari. necessità di essere accompagnati: ovviamente, è avvantaggiato chi vive in un ambiente culturalmen- te più attrezzato. Si pensi, inoltre, agli alunni con BES (ndr. bisogni educativi speciali), penalizzati dal- Dal 27 febbraio il nostro sistema scolastico è stato la mancanza del contatto con le figure scolastiche teatro di un grandioso processo di innovazione dal di riferimento, gli educatori, la comunità. basso. Le TIC (ndr: Tecnologie per l’Informazione e Cruciali, poi, sono le esigenze lavorative dei genito- la Comunicazione), fino ad allora utilizzate general- ri, anch’essi coinvolti nella didattica a distanza dei mente in modo saltuario e marginale, sono diven- loro figli, specialmente di quelli più piccoli. L’anno tate indispensabili. I docenti, in pochissimo tempo, scolastico 2020/2021 è alle porte. hanno inventato una didattica nuova, riducendo La D.A.D., imposta dall’emergenza, ha rivoluziona- sensibilmente il gap generazionale rispetto ai loro to irreversibilmente la scuola, ma deve costituire allievi “nativi digitali”. Ecco così nascere lezioni fron- un’opportunità in più all’interno di un modello for- tali fruibili in modalità asincrona o sincrona con si- mativo in cui il cardine resti la didattica in presen- stemi di web conference, videolezioni in ambienti za. La classe virtuale non è uno spazio collettivo: di lavoro interattivi, piattaforme multimediali, me- mancano le relazioni umane, le comunicazioni non todologie innovative di insegnamento/apprendi- verbali, le emozioni condivise che rendono ogni 10 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO “classe” unica. E la scuola deve essere comunità, in- “siamo tutti sulla stessa barca”: è una sfida entusia- terazione, educazione alla convivenza con gli adulti smante, di cui tutti saremo partecipi. L’importante e con i pari. è che nella navigazione non ci si limiti al raggiun- L’interessante “Rapporto scuole aperte, società gimento di obiettivi pratici immediati, ma si guardi protetta”, redatto da un team di esperti con il Poli- alla stella polare: la vision della scuola del nostro tecnico di Torino, ha fatto proposte per salvaguar- futuro. dare la salute e perseguire nel contempo gli obiet- tivi cardine della scuola: socializzazione, successo formativo, qualità della didattica, integrazione e in- clusione sociale. Quali le risposte, date le superfici Sono emersi anche molti medie delle aule delle nostre scuole? Didattica in problemi, primo fra tutti presenza e a distanza alternate? Doppi turni? Ac- il dovere morale cessi differenziati? Ogni soluzione dovrà essere valutata alla luce di or- di non perdere gli allievi ganici del personale, orari, revisione dei program- più deboli e fragili mi, modifica del monte ore, gestione degli spazi, conciliazione con il lavoro dei genitori, utilizzo dei trasporti. Mai come in questo periodo è vero che Foto d’archivio; 18 giugno 2019, la dott.ssa Ainardi insieme con l’avv.Marzano, presidente dell’associazione ex-allievi Liceo Cavour, e il dott.Suraniti, ex-direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, in occasione dell’inaugurazione dell’aula polivalente Pier Mario Merlo. I Resti del CAMILLO - giugno 2020 11
#unafinestrasullATTUALITÀ Siamo soltanto GIORNALISTI di Gabriele Ferraris La Redazione ha chiesto a Gabriele Ferraris, giornalista di “Corriere Torino” ed ex-allievo del nostro Liceo, di proporre agli studenti alcune considerazioni circa il ruolo del giornalismo in frangenti storici complessi come quello che stiamo vivendo. I giovani colleghi de “I Resti del Camillo” mi ono- di raccontare la caduta del Muro di Berlino o un rano chiedendomi qualche considerazione furto di polli: informare. Il giornalista descrive, con sul “ruolo rivestito dal giornalismo in frangenti tutta l’accuratezza, la precisione, l’indipendenza e storici complessi come quello che stiamo vi- l’onestà possibili, ciò che avviene. Testimone del vendo, con riferimento alle sfide, alle difficoltà e alle tempo, si definiva un grande giornalista che ho opportunità cha da eventi come questo possono conosciuto: e non posso immaginare una migliore scaturire”. A costo di deluderli, devo però confes- definizione per quello che è, insieme, un mestiere sare che, personalmente, non credo che il giornali- come tanti, e un sacerdozio come pochi. Difficile, smo rivesta un ruolo particolare, diverso dal solito, irto di ostacoli, spesso povero di gratificazioni e pie- in determinati “frangenti storici particolarmente no di inconvenienti. Ma questa è la regola, per un complessi”. giornalista. Il resto è chiacchiera, fumo negli occhi, e nel peggiore dei casi tradimento del proprio do- Per due motivi: il primo è che non ritengo che esi- vere. stano “frangenti storici particolarmente comples- si”, e neppure “frangenti storici” tout court, per il E dunque non chiedetemi che ruolo può avere il semplice fatto che ogni attimo che viviamo come giornalista nella Storia. Il giornalista guarda e riferi- società, questa sì “complessa”, è - a mio avviso - in sce. In qualche modo, dovrebbe essere -lui solo - un qualche maniera “storico”. La Storia siamo noi, di- osservatore esterno fuori dalla Storia e dalle storie. ceva un mio vecchio amico, e non ha né inizio né Quando nella Storia ci entra, se ne fa protagonista fine, è un filo continuo che si dipana attraverso le (e sono tanti gli esempi che mi vengono in mente, vicende, i drammi e le speranze dei popoli. Sono da Hemingway a Oriana Fallaci), allora il giornalista gli storici a decidere, a posteriori, che in quel dato diventa altro: talora più nobile ed importante, ma momento è successo qualcosa che ha segnato diverso. Ernest Hemingway nel 1944 scrisse per la un punto di svolta: ma non credo che i sovrani di rivista “Collier’s” straordinari articoli in cui raccon- Spagna, affidando le tre caravelle a Colombo, pen- tava come lui, Hemingway, conquistò Parigi libe- sassero di fare qualcosa di particolarmente “stori- randola dai nazisti. Quegli articoli non a caso sono co”. Ferdinando e Isabella, semmai, erano convinti sfuggiti all’oblio, destino comune del giornalismo, e che l’evento storico del loro regno fosse la presa di resteranno tra i capolavori della letteratura ameri- Granada: evento che oggi pochi ricordano, e qua- cana: Hemingway scrivendoli rinunciava al suo ruo- si sempre perché accadde nello stesso anno della lo di giornalista. Perché non stava raccontando la scoperta dell’America. Storia. La faceva. O almeno così pensava lui. In secondo luogo, è mia ferma convinzione che il Ma lui era Ernest Hemingway. Noi siamo soltanto ruolo del giornalismo sia sempre lo stesso, si tratti giornalisti. E ne andiamo fieri. 12 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO MAI dire MAI di Giorgia Alice La violenza sulle donne è da sempre un tema doloroso, ma dall’inizio del lockdown il numero di casi in Italia è cresciuto in modo allarmante: le richieste d’aiuto da parte delle vittime sono aumentate del 75%, e 11 donne hanno perso la vita solo nel mese di marzo. Purtroppo, dati drammatici come questi sono registrati in tutto il mondo. L’ONU, considerato l’aumento del 20% degli episodi di violenza domestica, ha lanciato un appello ai governi perché affrontino questa tragedia globale. Sono dati spaventosi, numeri agghiaccianti. Ma forse dovremmo soffermarci un attimo di più su ciò che c’è oltre quei numeri: le storie e le vite infelici di tutte quelle donne, mogli, madri. U omini che non arriveranno mai ad ac- questa velatura a portare giorno per giorno le igna- cettare la figura della donna nella pro- re donne a riporre fiducia incondizionata in com- pria vita e di conseguenza nella società. pagni che con il passare del tempo riveleranno la Uomini che non placano il proprio odio loro vera natura. e invidia per il successo e per le capacità della don- na. Uomini che quotidianamente dimostrano con il La parola greca che a mio parere racchiude al me- proprio comportamento l’incapacità di amare che glio l’incoerenza di questo tipo di atteggiamento è li ha resi tali mostri. Spesso si presentano come φαρμακός (farmakos) che, a seconda del contesto, persone gentili, educate, capaci di relazionarsi con può assumere sia il significato di “cura” sia quello di chiunque: è questa la strategia con cui attirano le “veleno”. Fa inorridire pensare che le conseguenze loro vittime. Ed è proprio qui che ricercare l’eti- contenute da questo doppio significato siano agli mologia più arcaica di questa definizione ci aiuta antipodi: la vita e la morte. Dopotutto la vita e l’a- a comprendere la bipolarità di individui di questo more dovrebbero essere strettamente legati: come genere: la parola persona, dall’omonimo termine potremmo vivere senza amore? E come potrebbe latino, racchiude il significato di “maschera”. Sarà esserci vita senza amore? È proprio a causa dell’odio che non si può parlare Basta un numero per rendere né di amore né di vita. Basta un numero per ren- questa frase tangibile: dere questa frase tangibile: tremilatrecento. Sono 3.300 proprio tremilatrecento le fidanzate, compagne, madri e mogli strappate dalla loro vita dal 2000 ad Sono proprio tremilatrecento oggi attraverso un destino tragico, a volte inaspet- le fidanzate, compagne, tato. In Italia ogni due giorni muore una donna. madri e mogli strappate Oggi magari finiranno tutti i tuoi sogni, i tuoi desi- deri e la tua quotidianità. Oggi magari cesserai di dalla loro vita dal 2000 essere protagonista della tua vita lasciando dietro di te un’infinita scia di dolore e, chissà, forse dopo- domani toccherà proprio a me. I Resti del CAMILLO - giugno 2020 13
#unafinestrasulCAV SOCIAL CAV di Marco Isabello Io ritengo, come tanti, che le ingerenze politiche non facciano bene alla scuola. Io ritengo, come tanti, che gli organi scolastici, benché democraticamente eletti, non possano sempre parlare liberamente a nome di tutti i propri elettori, ed a maggior ragione di coloro che quelle figure non le hanno volute votare. Io ritengo, come tanti, che in questi giorni sia accaduto un fatto grave: la pagina Instagram ufficiale del liceo Cavour ha intrapreso un dibattito sotto un post di uno studente universitario torinese. Q uesta non è la prima volta che accade. Tutti sappiamo che la nostra è una scuola che, forse più di al- tre, da sempre si schiera radicalmente. Questo è indubbiamente solo un tassello di una serie di eventi che hanno suscitato aspre critiche. Noi non sappiamo chi sia ad aver scritto questo commento (riportato nella pagina qui a lato) al post di un utente di Instagram (a sinistra), sappiamo solo che chiunque sia ha parlato a nome di tutti i cavourrini, nessuno escluso, e questo non è giusto, non è onesto. Chi ricopre ruoli di responsabilità a nome di una comunità non si deve permettere di prendere posizioni tanto ferree contro delle persone per affermare ideali nei qua- li magari non tutti, all’interno di questa no- stra comunità scolastica, credono. La scuola non può essere terreno di battaglia per questioni politiche, neanche sugli account social ufficiali Il post di uno studente universitario torinese, militante di Fratelli d’Italia, di cui la Redazione è tenuta a rispettare la privacy 14 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO A questo problema si aggiunge quello delle inge- renze politiche all’interno del nostro sistema scuo- la. E qui ne abbiamo un chiaro esempio. La scuola non può essere terreno di battaglia per questioni politiche, non deve esserlo mai, a maggior ragione sugli account social ufficiali -si badi bene, ufficiali e istituzionali-. Conosciamo bene la risonanza che questi social danno a ciò che affermiamo, un “capo” responsa- bile dovrebbe sempre tenerlo di conto. Anche per questo, oggi, il Cavour ha perso dolorosamente molti punti. Qui non discuto dunque, e ci tengo che sia chiaro a tutti, gli ideali, per altro personali, che ognuno di noi sostiene ed è libero di sostenere: il problema non è schierarsi, ma schierarsi a nome di qualcun altro e con un profilo istituzionale del Liceo. Inoltre non è mia intenzione, nella forma più asso- luta, sminuire o prendere le distanze dalla campa- gna blacklivesmatter, che anzi condivido nella sua dimensione pacifica, bensì segnalare un uso im- proprio dell’account istituzionale del Liceo Cavour. Naturalmente, ognuno ha la possibilità di valutare ciò che sta accadendo negli Stati Uniti e nel resto del pianeta e di esprimere una valutazione in me- rito. Tuttavia, non ritengo appropriato che un profilo social di un Ente pubblico, qual è il Liceo Cavour, ri- sponda e interagisca con profili privati di altri utenti dichiaratamente affiliati a partiti politici (peraltro, l’utente coinvolto né frequenta né ha frequentato il Liceo Cavour). Il commento del Liceo Cavour in riferimento al post del giovane militante e due successivi commenti di altri utenti. I Resti del CAMILLO - giugno 2020 15
#unafinestrasullARTE La primavera dei MUSEI di Barbara Rocci Anche i musei si stavano preparando all’arrivo della stagione più attesa: la primavera. L’esperienza del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli raccontata da Barbara Rocci, ex-studentessa del Liceo Cavour e membro del Dipartimento Educazione del Museo L a stagione dello sbocciare dei fiori e del ri- Riparazioni), il lancio a Roma del progetto di rete torno delle rondini coincide di solito con la nazionale “Di Bellezza Si Vive” sul contrasto alla straordinaria fioritura di iniziative culturali, povertà educativa, gli eventi nell’ambito della Con- eventi, manifestazioni, concerti, spettacoli, venzione con l’Accademia di Belle Arti di Lecce, il mostre e riallestimenti delle Collezioni. progetto Metropolitan Art con Stalker Teatro. Solo Anche il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contempo- alcune delle tante iniziative in programma oltre ranea era in pieno fermento. alla consueta attività di accoglienza del pubblico, Si era alla vigilia dell’inaugurazione di alcune mo- dei gruppi, delle famiglie e delle scuole con visite stre: la collezione di Uli Sigg di arte contemporanea guidate, laboratori, giornate di formazione per i cinese; Renato Leotta, Sole; James Richard, Alms docenti, attività per bambini e ragazzi in occasione for the birds, oltre che dell’allestimento dei dipinti delle vacanze di Carnevale, percorsi per le com- di Giorgio Morandi dalla Collezione Cerruti, nuovo petenze trasversali (ex alternanza scuola lavoro) e polo museale. tanto altro. Poi all’improvviso l’ordinanza di chiusura dei Musei, Il Dipartimento Educazione del Museo, dal canto delle scuole, delle attività commerciali e la sospen- suo, stava programmando il periodo dell’anno più sione di tutte le iniziative culturali e non, per il con- intenso con diversi progetti sul territorio: il Festival tenimento della diffusione del virus COVID-19. della Cultura Creativa organizzato da ABI (Associa- Dalla sua apertura, il 18 dicembre del 1984, il Ca- zione Bancaria Italiana), l’allestimento per il Salone stello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea non del Libro di Torino, il programma per le famiglie aveva mai chiuso le porte al pubblico. “Domeniche in Festa” alle OGR (Officine Grandi Il calcolo delle perdite in termini non solo numerici 16 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO ed economici ma soprattutto umani e sociali dà il capogiro pur non essendo certo più drammatico di quello di vite umane morte a causa del virus. protocollo sanitario per il personale e per i visita- tori: ingressi contingentati e scaglionati, percorsi differenziati in entrata e uscita, biglietteria online, Durante l’isolamento, anche se chiusi, i Musei non misurazione della temperatura all’ingresso, sanifi- sono stati fermi un attimo #laculturanonsiferma cazione degli spazi, igienizzazione delle mani, ecc. #museichiusimuseiaperti nell’unico modo consen- Un’esperienza di visita differente, uno slow mu- tito per continuare a mantenere viva le relazione seum che risponde all’urgenza di uscire dall’iso- con il pubblico ovvero quello virtuale: ecco allora lamento, di affrontare di nuovo il mondo, magari un fiorire sul web di visite e laboratori , incontri con cominciando proprio dai luoghi che del mondo artisti ed esperti, backstage di mostre, campagne conservano la memoria e le vestigia, i Musei. Per- fotografiche sui social - una tra tutte #artyouready ché se oggi la tecnologia ci fa credere che tutto lanciata su Instagram dal Mibact. sia vicino e a portata di mano e che possiamo vi- Il Castello di Rivoli durante l’isolamento ha aperto una sede virtuale nel COSMO DIGITALE anche con Dal 1984 il Museo d’Arte l’iniziativa GLASS-NOST social reality digital club, conversazioni con gli artisti dalla vetrina della Libre- Contemporanea non aveva ria Luxemburg a Torino. E anche le Artenaute del mai chiuso le porte Dipartimento Educazione hanno continuato a lavo- al pubblico rare. Hanno riannodato il filo dei ricordi attraverso la campagna #iostoconleartenaute su Facebook e Instagram chiedendo al pubblico di partecipare sitare un Museo senza spostarci dal divano, sap- con immagini e pensieri di alla costruzione di un piamo benissimo che la visione dal vivo dell’opera album di ricordi condiviso; hanno riprogrammato d’art, sia essa dipinto, installazione, performance, le iniziative annullate, in alcuni casi fortunatamente concerto o spettacolo teatrale, non è mai baratta- solo spostate, e immaginato nuovi modi di visitare bile con quella virtuale. il Museo anche per i giovani e giovanissimi con le Quindi, ragazzi, uscite, uscite con senso di respon- loro famiglie ripensando il programma di Summer sabilità e rispetto delle regole. School alle luce delle nuove disposizioni sanitarie. Il 19 maggio scorso, finalmente, il Castello di Rivoli Tornate nei Musei; chissà che la visita organizza- ha riaperto le porte al pubblico, per ora con orario ta da voi e non dai vostri professori possa rivelarsi ridotto dal giovedì alla domenica e con un rigido sorprendente. IL MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA ORARI DI APERTURA giovedì: 10 – 17 venerdì, sabato e domenica: 10 – 19 lunedì, martedì, mercoledì chiuso. CONTATTI SITO WEB: www.castellodirivoli.org INSTAGRAM: @castellodirivoli @artenautecastellorivoli TWITTER: @rivolicast @EdRivoli I Resti del CAMILLO - giugno 2020 17
#unafinestrasullARTE Jean-Antoine Watteau e Gesualdo da Venosa di Enrico Clerico Enrico Clerico, studente di IV B del Liceo Cavour, propone un raffronto tra un pittore rococò e un compositore rinascimentale, accomunati da un’attenzione artistica per il motivo della reclusione. I n tempo di quarantena ho tentato di scoprire nuova arte e musica, un viaggio nel quale mi sono reso conto di prediligere l’opera di due Ho cercato di trovare artisti non troppo conosciuti: il pittore rococò qualche punto Jean-Antoine Watteau e il compositore rinascimen- tale Gesualdo da Venosa. Chiedendomi perché mi che li accomunasse: stiano attraendo “qui ed ora” due artisti così diversi, la reclusione ho cercato di trovare qualche punto che li accomu- nasse: la reclusione. Antoine Watteau, Imbarco per Citera, 1718, olio su tela, 129x194 cm. Berlino, Castello di Charlottenburg 18 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO Per Gesualdo da Venosa, l’iso- lamento si può trovare certa- mente a livello biografico: dopo un omicidio d’onore, si rinchiu- de nel suo castello dedicandosi alla musica. Scrive madrigali che oggi appaiono di una modernità sorprendente, anche all’epoca molto apprezzati. I testi musi- cati sono di tematica amorosa e quasi sempre brevi e crudi, sia nei contenuti sia nelle sonorità. Affascinante del linguaggio di Gesualdo è la potenza espres- siva: la violenza e audacia di armonie e contrasti porta alle estreme conseguenze la polifo- nia rinascimentale, che iniziava a cedere il passo a un nuovo stile. Il fatto che Gesualdo pubblichi nel 1613 raccolte completamen- te polifoniche indica un’urgenza espressiva incurante delle nuove tendenze, e forse per questo an- cora più diretta. Gesualdo elabo- ra la tradizione senza tentare di compiacere i gusti di un pubblico con il quale non aveva contatti e Antoine Watteau, Pierrot Gilles, 1718-1719, olio su tela, 184,5 x 149,4 cm. Parigi, che, con il declino delle grandi Musée du Louvre. corti d’Italia, cessava di esistere, facendo del principe di Venosa diffusa e fine aura di malinconia che pervade tutta la sua produzione l’ultimo (isolato) compositore di può certamente essere indicativa della fragilità del mondo in cui si un mondo ormai perduto. muove: si pensi all’enigmatico Imbarco a Citera, dove la fête galante e i personaggi che vi partecipano sono collocati in luoghi lontani dalla In Jean-Antoine Watteau possia- realtà dello spettatore, una realtà di splendidi giardini in cui si possa mo invece trovare un isolamen- rappresentare un’eterna commedia di delizie: “Votre âme est un pay- to diverso, più malinconico e sage choisi / qui vont charmant masques et bergamasques […] quasi / sommesso: quello del suo Gilles, Tristes sous leurs déguisements fantasques”. un goffo personaggio che, deri- so da tutti gli altri partecipanti alla commedia di cui fa parte, ci guarda triste nelle sue vesti sfor- mate; o in generale quello dell’al- Una realtà di splendidi giardini ta società francese dell’Ancien Régime, completamente estra- in cui si possa rappresentare niata dal resto della popolazio- un’eterna commedia di delizie ne. Nonostante Watteau muoia molto prima della Rivoluzione, la I Resti del CAMILLO - giugno 2020 19
#unafinestrasullARTE Una luce in QUARANTENA di Elisabetta Tolosano La professoressa Elisabetta Tolosano descrive le opere dell’artista Giorgio Ramella, che hanno creato uno spiraglio di luce nel periodo di quarantena. L e mie giornate di lockdown sono state tri- vita. L’amico in questione è Giorgio Ramella, il Mae- sti, cariche di incertezze, vissute nell’alter- stro Ramella, pittore italiano con studio a Torino e nanza di ansie diverse, in balia dell’infor- un ricco curriculum di mostre, a partire dalla perso- mazione mediatica sempre più inquietante nale alla Bussola negli anni Sessanta. e ripetitiva. Il lutto e il dolore di molti, la povertà Il 25 aprile, ci scambiamo un messaggio di saluti e incalzante, le diverse solitudini mi hanno turbato rassicurazioni sulle reciproche condizioni di salu- profondamente e non mi hanno dato certo voglia te in tempi di pandemia. Ramella mi dice che sta di cantare sui balconi per rincorrere un vano e di- bene, lavora a casa, sta dipingendo acquerelli e mi sperato buonumore. manda alcune immagini. Nella faticosa monotonia quotidiana il messaggio Conosco bene la sua pittura ad olio, una pittura di un amico mi ha portato un lampo di luce. La luce materica, talvolta graffiata, figurativa ma tesa all’a- dei colori, della pittura, dell’arte visiva che ho sem- strazione e alla sintesi formale. I dipinti degli ultimi pre amato e che ha dato energia e senso alla mia decenni si ispirano a soggetti lontani nel tempo e nello spazio. Ramella ha dato immagine all’epopea omerica con solitarie sagome di eroi muniti di elmo, lancia e scudo decorato. Ulisse assorto si staglia in controluce davanti al mare increspato dai venti. In altre tele, Ulisse legato sfugge alla seduzione di si- nuose Sirene. Il viaggio di Odisseo è la perenne me- tafora dei desideri, delle vicende e peregrinazioni umane. Altre volte, l’artista ha evocato profili di un’India sensuale e misteriosa e dipinto fascinosi tramonti tra palme, deserti e rovine di civiltà perdute. Ricordo la sua bella personale alle OGR, curata dalla cara e prematuramente scomparsa Lea Mat- Sono brani di pittura pura, limpidi, leggeri, luminosi, frutto di una tecnica lieve e trasparente Giorgio Ramella, acquaerelli, 2020 20 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
CAMILLO tarella. Intitolata “A Oriente verso Sud”, la mostra pre- sentava grandi tele ispirate a suggestioni di viaggi esotici trasfigurati dal filtro di un immaginario fantastico. racconti avventurosi: Cirenaica, Tripolitania, Eritrea, Somalia. La posta era affidata al volo di quei velivoli un po’ incerti che ricordano le Che sorpresa fu entrare a Palazzo Chiablese, nella piaz- peripezie del mitico aviatore/scrittore Antoine zetta Reale di Torino, e vedere tra i vivaci quadri esposti de Saint-Exupéry. pendere dalle volte leggeri bimotori in legno. Sembrava Non si può dimenticare, poi, che Giorgio Ra- uscissero da quei dipinti! mella dipinse una grande tela dal titolo “Un La mostra “Fly Zone” aveva come tema la prima posta ministro molto avveduto” realizzata per la aerea. I dipinti si ispiravano ai vecchi francobolli delle mostra CAVOUR OLTRE IL MITO, inaugurata lettere provenienti da luoghi lontani, i cui nomi evocano al Castello di Santena nel 2010, in occasione del bicentenario della nascita di Camillo Benso di Cavour (10 agosto 1810 – 6 giugno 1861). Suggerisco l’idea di esporla di nuovo, magari nell’atrio del Liceo Cavour. Dopo tante opere di soggetto eroico e avven- turoso dipinte su grandi tele che richiedono lo spazio ampio del suo studio, questi nuovi acquerelli inediti mi affascinano per la loro cal- ma intimità. Sono brani di pittura pura, limpidi, leggeri, luminosi frutto di una tecnica lieve e trasparente. Rappresentano piacevoli stanze ben arredate. Non ci sono persone ma como- di divani con cuscini orientali, ampie librerie con un vissuto di testi dai dorsi di ogni colore, piante ornamentali. La finestra è aperta per mostrare l’interno, un rifugio accogliente, unica difesa possibile di fronte a un male ignoto, subdolo, insidioso. L’artista guarda, spia, ritrae la casa che acco- glie, rassicura, protegge. I quadri alle pareti, le piante, i libri, i pennelli sul tavolo ti portano lontano, nel mondo che sogni, desideri, dise- gni con la mente. Giorgio Ramella, acquaerelli, 2020 Il pittore francese Henri Matisse affermò di vo- ler fare “un’arte di equilibrio, di purezza, di tran- quillità senza soggetti inquietanti o preoccupanti, che possa essere per ogni lavoratore della mente un lenitivo, un calmante cerebrale.” Gli ambienti e i colori degli acquerelli di Ramel- la, sono stati una gioia per i miei sensi offuscati dalla depressione per la situazione contingen- te, un lenitivo per le angosce del momento. Spero di poter tornare presto a trovare Gior- gio Ramella nel suo studio di via Cagliari, in- sieme a qualche allievo che voglia toccare con Giorgio Ramella, acquaerelli, 2020 mano come nasce un’opera d’arte. I Resti del CAMILLO - giugno 2020 21
Le nostre VOCI In questo periodo, nel quale tutti abbiamo dovuto reinventare il nostro tempo e i nostri spazi, la nostra vita è certa- mente cambiata e, a causa di un male, ci stiamo impegnando per raggiungere un bene comune. In questa situazione è stato inevitabile ripensare e rivalutare tanti aspetti della nostra vita quotidiana. E proprio a partire dalla scuola: essa non è più solo lezioni, versioni, compiti e la fatica passata sui libri, ma si è trasformata in una presenza “tangibile”, una vicinanza, proprio nel momento in cui, per paradosso, è più lontana. Una occasione che, personalmente, credo che ci formerà tutti e che lascerà sicuramente un segno anche sui libri di storia. Passata la novità dei primi giorni, oggi l’idea di fare una video lezione di Latino con… la gatta che dorme sulle gambe non mi sembra più un evento così strano. Mi domando quando torneremo tra i banchi, come sarà riabituarsi ai “vecchi” ritmi, alle lezioni frontali, alle sveglie alle 6:30…Vivere in isolamento forzato mi ha anche fatto riscoprire il senso della famiglia: solitamente ognuno è impegnato sul proprio posto di lavoro e ci si incontra solo poche ore al giorno, la sera, in questo momento, invece, si è obbligati a parlarsi di più, a confrontarsi, a condividere piccole cose. Ho anche ripreso in mano alcuni “classici”, mettendo a confronto la lettura scolastica con quella esclusivamente per piacere, scoprendo il valore del libro: oltre a proseguire con l’immancabile vicenda di Renzo e Lucia, ho iniziato a leggere “Codice a zero” di Ken Follet e Tex contro Mefisto. Anche una partita alla playstation non è più solo un momento di svago, ma un modo per tenere i contatti con gli amici. Se devo dire la verità, mi mancano molte cose del “mondo esterno”: poter salire in montagna per il we- ek-end, vedere gli amici, andare in bicicletta (che ho sostituito con la cyclette), ma si sa che quello di stare a casa è un impegno davvero minimo, messo a confronto con quello di centinaia di medici e infermieri che ogni giorno lottano in prima fila contro la pandemia. Davide Gaudio, 2 G Questi ultimi mesi sono stati molto particolari per tutti. C’è chi ha scoperto il suo lato artistico, chi ha trovato sfogo cercando svariati modi per fare sport in casa e In questi giorni, spesso, ci si ferma a pensare. altri ancora si sono scoperti cuochi. (Ricordiamo però, O, almeno, per me è così. Una delle cose su cui anche chi ha visto ed esplorato tutto Netflix). Tutti noi riflettevo qualche giorno fa è come l’uomo sia abbiamo inevitabilmente speso il nostro tempo libero progredito dal punto di vista tecnico in tutta la per concentrarci su noi stessi, sulle nostre necessità sua storia e in particolare nell’ultimo secolo; in e su tutte quelle cose che abbiamo sempre ritenuto effetti è incredibile pensare che cento anni fa scontate, ma che ora non riconosciamo più come tali. non esistevano antibiotici, computer e altri og- Personalmente, in questo periodo ho capito quali sono getti che oggi riteniamo indispensabili. Questi le cose a cui veramente tengo, le prime che farò una miglioramenti, però, comportano dei rischi: volta “libera” e quelle che mi mancano di più. Mi sono armi più potenti, inquinamento, sovrappopo- resa conto di quanto il rapporto con i miei amici e con lazione sono solo alcuni di questi. Cento anni le persone che mi circondano riempisse le mie giorna- fa le comunicazioni erano molto più lente, e te, e di quanto questo contasse per me. Ho imparato a probabilmente l’epidemia si sarebbe diffusa in meno tempo. Ora che l’uomo ha impennato il distinguere il superfluo da quello di cui ho veramente suo progresso tecnico, a mio avviso, dovrà au- bisogno, sono riuscita a dedicarmi a quello che mi pia- mentare necessariamente anche il progresso ce e a quelle cose che non si ha mai tempo di fare. etico. Senza esso rischiamo di fare errori fata- Così, alla fin fine, questa pandemia ha sì ridotto molte li, che potrebbero portare alla nostra fine. Una delle mie libertà, ma mi ha anche costretto (fortunata- volta finita la pandemia ci troveremo di nuovo mente) a concentrarmi su me stessa e a farmi crescere davanti al problema del clima e a innumerevoli come persona. altri. Saremo capaci di affrontarli? Angelica Fornano, 1 L Gabriele Brusco, 1 L 22 I Resti del CAMILLO - giugno 2020
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