CAMBIARE i CAVALLI - Parrocchia di Santa Maria Maddalena
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www.parrocchiamaddalena.it oblo.nove@yahoo.it C AMBIARE i C AVALLI Notiziario della Parrocchia di S. Maria Maddalena al Forte Procolo - anno XLII - n. 1 - Marzo 2021 L’immagine che più volte in questo periodo mi è passata per la mente è stata quella di un cavallo scosso. Tanta gente, un po’ tutti, eravamo risaliti sul cavallo, baldanzosi dopo la fase della sorpresa per una malattia inaspettata che ci aveva colti tutti impreparati, cui avevamo reagito con generosità e anche un sano ottimismo. E il cavallo aveva ripreso a trotterellare e anche s’era permesso il galoppo, lasciando alle spalle la polvere perché coprisse le orme passate che avevano messo un po’ tutti in difficoltà. Ma, improvvisamente e inaspettatamente il cavallo s’è imbizzarrito e tanti sono stramazzati nuovamente a terra. Quante situazioni di decisiva della vita di Gesù, anche se loro sanno smarrimento, quante depressioni in atto, quante benissimo che la tentazione-crisi ha percorso tutta la angosce. Lascio a voi, secondo l’esperienza particolare sua esistenza e ogni giornata del suo percorso umano. che avete vissuto in prima persona o di riflesso, dare il Fino all’ultimo istante, quello sommo, quando ormai nome e determinare i disagi provocati: finanziari, sulla croce è stato sfidato e messo in crisi da un scolastici, psicologici, sociali, religiosi. È stato ed è arrogante: “Se sei figlio di Dio, scendi dalla croce e ancora un momento particolare che ci ha visto e ci vede crederemo in te!”. Un vero guanto di sfida che ha traballare. Posso usare la parola? Crisi! Prima di dar percosso la sua guancia e che ha richiesto lucidità di voce a soluzioni, che da una parte possono essere viste discernimento e di scelta: scendo e gliela faccio vedere come drammatiche da alcuni, mentre da altri possono io, o rimango a morire come un pezzente malfattore? determinare reazioni di ottimismo, credo che sia utile e Ha corso il rischio, tra l’altro, che tanti lo abbandonassero sano soffermarci a riflettere. No, no, non voglio indagare per questa sua “debolezza” di non mostrare la sua cause e farne analisi, state tranquilli: già molti lo fanno onnipotenza. Crisi! Tentazione! Il momento sommo e non voglio rubare il mestiere a nessuno né cimentarmi della croce è stato preparato giorno per giorno, ora per in speculazioni che non mi competono. Non voglio ora, valutazione per valutazione, giudizio per giudizio. portarvi a guardare indietro, ma dentro e poi avanti. Da In tutto ha dovuto mostrare se stesso, perché in fin dei cristiano, se ce la faccio! La prima cosa che mi vien da conti anche lui, come me e te, è andato in crisi d’identità: dire è che la crisi fa parte della vita! Non è casualità, chi sono io di fronte a ciò che mi sta provocando? Ha ma è insita nel nostro percorso. Il cavallo che abbiamo dovuto mostrare se stesso decidendosi: mi definisco in sellato per una galoppata tranquilla che ci facesse base al benessere, all’avere, al possedere? E ancora: mi scoprire le meraviglie del bosco e dei villaggi e godere definisco in base al potere e al dominare sugli altri? della brezza del mattino e le gioie di incontri felici nel Oppure sono il successo o il piacere che mi determinano? bucolico incedere, ebbene quel cavallo può Erano tutte crisi provocate dalla mentalità che aveva improvvisamente imbizzarrirsi e scuoterci. Anzi, quasi intorno a sé, di tanta gente che si aspettava un Messia mi vien da dire che questo fa parte del percorso e che che salvava perché era forte, potente, vendicativo, esiste solo nelle belle favole che tutto vada bene e che determinato con i nemici. Una vera crisi d’identità. “…vissero felici e contenti”. Lo sappiamo tutti, vero? Una crisi da affrontare e mai da mettere da parte per Non c’è vita senza crisi. Mi conforta in questo fuggire per delle tangenti di comodità e interesse. Ed è l’esperienza del Maestro. A chiare lettere viene stato proprio questo che Gesù ha fatto: ha affrontato e riportato nel Vangelo che la crisi ha attraversato la sua fatto diventare opportunità la tentazione-crisi: s’è vita in modo addirittura violento. Cambia solo il nome: lasciato condurre da Dio nel profondo dell’anima; ha là nella “buona notizia” è chiamata tentazione! Sì, accettato la pressione e l’ha guardata in faccia. Anzi, ha Gesù è stato tentato. Eccome! Gli evangelisti, per capito che c’era Dio dentro tutto questo, e che la praticità, raccolgono in una pagina un’esperienza provocazione che Dio gli faceva era perché ritrovasse
2 ...PRIMA PAGINA oblò9 se stesso, quello vero. Credo che questo avvenga per arriva a tanta pace e può affrontare con serenità il ogni persona. È troppo duro dire che è Dio che mette momento. Perché la depressione è sempre in agguato. in crisi? Me l’immagino Dio come la donna che ha Quanta gente, sollecitata da un certo modo di vivere e perso la sua moneta e che mette la casa a soqquadro: le di pensare, si crea degli stereotipi che gli danno una sedie sul tavolo, i tappeti all’aria, sposta i mobili finché sorta di onnipotenza: “Se vado in palestra, allora sarò non trova la dracma perduta. Purché l’uomo trovi se sano per sempre! Se mangio in un certo modo, se curo stesso, Dio è capace di tutto! Credo che la preoccupazione il mio macrobiota, se… non mi posso ammalare!” La di Dio, a questo punto, sia la nostra cecità! L’incapacità malattia che colpisce manda in frantumi questo modo e la non volontà di cogliere in profondità ciò che sta di pensare. Solo se si ha il coraggio di mettere in avvenendo. Che tristezza, per Dio, questione delle certezze e di cambiare dev’essere quella di una creatura che prospettiva ci sarà via d’uscita, aspetta solo la fine di un momento altrimenti la rabbia, la paura, la difficile per ritornare a fare ciò che è violenza, la disperazione avranno il stato abbandonato temporaneamente, sopravvento. Quanti rimangono senza essersi lasciata interrogare né radicati nelle proprie false sicurezze: modificare minimamente. Mi viene “La vita è nelle mie mani! Io sono sovente alla mente il profeta Amos, uomo di successo!”. Nemmeno la quando riferisce di quelle persone che malattia ha insegnato a costoro cosa aspettano solo che finisca il momento vale nella vita! Che tristezza. Occorre, difficile e complicato per ritornare a invece, cambiare i cavalli! Occorre fare i loschi interessi: “Quando finirà lasciar andare le false immagini che il novilunio e si potrà vendere il grano abbiamo costruito e che finora ci hanno e smerciare il frumento, diminuendo le condotto e ingannato. Chi ha questo misure e usando le bilance false, per coraggio riconoscerà il vero di sé e comprare con denaro gli indigenti e il nuove prospettive si apriranno. Allora povero con un paio di sandali? Possa la crisi aprirci gli occhi si potrà vivere in modo più attento e Venderemo anche lo scarto del grano” su orizzonti nuovi. E sarà Pasqua! cauto e con una bella dose di umiltà. (Am 8,4). Senza, però, scomodare Allora ci si aprirà alla vita e agli altri, Dio, credo che dobbiamo aver chiaro che ogni crisi che che passano dalla nostra esistenza chiedendo avviene è una grazia, un dono, perché ci grida accoglienza e attenzione. Allora si comincerà a apertamente che abbiamo bisogno di un’immagine comprendere le persone fragili che ci attorniano, senza differente di noi stessi. Alla fin dei conti, supereremo la giudicarle, inconsapevolmente, di essere loro la causa crisi solo quando troveremo il fondamento stabile che della loro fragilità e malattia. Allora Dio potrà entrare! sostiene la nostra esistenza e l’anima di ciascuno. Non Perché fino a quel momento, se c’era, Dio era solo un v’è mai balenata l’illusione: “La vita, la determino talismano e un amuleto che aveva solo la funzione di come mi pare e piace”; “Sono il padrone di me stesso”; parafulmine per una sorta di gioco religioso fatto di “Sono il garante della mia felicità con uno stile di vita superstizione o, al massimo, di dare-avere. Allora si che mi sono costruito e approvato dal mio successo”? A scoprirà che Dio non ha il compito di garantire una vita volte per aprire gli occhi abbiamo bisogno di eventi che sana, magari acquisita con il bancomat della preghiera. ci scuotono e muovono. Dall’esterno; non ricercati; Allora sarà Pasqua! Il passaggio dalla morte alla vita non voluti… Qualcosa che metta sottosopra la vita e ci e l’incontro con il Signore Vivo e Risorto. Sì, Pasqua è faccia aprire gli occhi ci può dare un orizzonte e un passaggio: un cammino in cui lasciamo che Gesù orientamento nuovi e differenti. No, non mi si Risorto ci liberi da ogni chiusura che ci fa avvolgere su fraintenda: non è augurio e nemmeno c’è richiamo a noi stessi, in modo morboso, fino a soffocarci o a castigo divino. C’è solo la vita che scorre. C’è la vita condurci alla disperazione. Fermati, considera, agisci: agisci che ha insita in sé anche la malattia, oltre che la salute. dentro di te ci sono forze meravigliose che ti possono Ogni malattia rappresenta una crisi. Chi non l’ha proiettare a fare tanto bene e a vedere tante persone che sperimentata? Fino a ieri ero una roccia e poi… Chi hanno bisogno di te! Prendi una nuova direzione: senza non ha mai pensato che sarebbe rimasto immune, fuggire da ciò che ti provoca crisi e difficoltà e sempre sano come un pesce? E il mito dell’eterna tentazione, coraggiosamente vedi opportunità nuove e giovinezza dove lo metti? Poi, invece, si sconvolgono irripetibili là dove tanti invece si lasciano precipitare tutti i piani! La reazione immediata è la ricerca delle nello scoraggiamento e rispondono incrociando le cause, insieme con i perché, le responsabilità di braccia. qualcuno che non ha vigilato, e tanta rabbia. Giova Perché mai l’amore si lascia vincere. Perché l’amore tutto questo? Forse più saggio è arrivare a considerare vince e trionfa sulla difficoltà, la crisi, la morte. Perché il vero valore della vita, fatta di salute, ma anche di questa è la strada percorsa dal Cristo quando ha fatto malattia e sofferenza. Quando qualcuno, dopo la rabbia scoppiare la morte ed è risorto. e la paura e la disperazione, approda a riconciliarsi con Buona Pasqua! la sua condizione umana e dunque con la fragilità, don Giorgio
PAPA FRANCESCO 3 IL MONDO CHE VORREI Intervista a papa Francesco Il Papa sul TG5 al posto di Barbara D'Urso è una notizia, che speriamo non suoni irriverente. Fatto sta che la rete di Mediaset, come molti sanno, ha dedicato l'intera serata di domenica 10 gennaio a un'intervista esclusiva a papa Francesco, seguita dal film «Chiamatemi Francesco» e da un dibattito in studio. Come al solito il Papa è stato chiaro e diretto, affrontando molti temi di attualità e altri di carattere etico morale. Ecco alcuni spunti presi dal quotidiano “Avvenire” e dal sito del Vaticano “Vatican news” Superare la logica individualista per pensare al plurale Nell’intervista, papa Francesco ha sottolineato l’atteggiamento che in ogni Paese del mondo sarebbe giusto adottare in una situazione di crisi come l’attuale, che sollecita innanzitutto chi ha compiti di responsabilità ad anteporre la logica del bene comune alla promozione personale, il ”noi” all’“io”. «La classe dirigenziale – spiega il Pontefice – ha il diritto di avere punti di vista diversi e anche di avere la lotta politica. Ma in questo tempo si deve giocare per l’unità […]». In questo momento, «un politico, un pastore, un cristiano, un cattolico, anche un vescovo, un sacerdote, che non ha la capacità di dire “noi” invece di “io” non è all’altezza della situazione». Di sicuro, dalla crisi si esce cambiati, o migliori o peggiori «Le statistiche dicono che, togliendo un mese di spese di guerra, potremmo dare da mangiare a tutta l’umanità per un anno» osserva papa Bergoglio. «Dobbiamo prendere coscienza di questa drammaticità del mondo, non è tutto una festa. Per uscire da questa crisi a testa alta e nel modo migliore – osserva – dobbiamo essere realisti. Si deve fare la revisione di tutto. I grandi valori ci sono sempre nella vita, ma i grandi valori vanno tradotti nella vita del momento». Vicinanza, non indifferenza E proprio il richiamo a pensare anche agli altri, si lega, nella riflessione del Papa, al concetto di fraternità. «La parola chiave per pensare le vie di uscita dalla crisi è la parola vicinanza. La sfida è farmi vicino all’altro, vicino alla situazione, vicino ai problemi, farmi vicino alle persone». Nemica della vicinanza è invece “la cultura dell’indifferenza”. Si parla «di un sano menefreghismo dei problemi, ma il menefreghismo non è sano. La cultura dell’indifferenza distrugge, perché mi allontana». Francesco rileva che la crisi dovuta alla pandemia ha acuito ancora di più la “cultura dello scarto” nei confronti dei più deboli, siano essi poveri, migranti o anziani. Si sofferma in special modo sul dramma dell’aborto che scarta i bambini non voluti. «È giusto cancellare una vita umana per risolvere un problema, qualsiasi problema?» si chiede il Papa. «No, non è giusto. È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Uno che uccida la vita umana? Questo è il problema dell’aborto. Scientificamente e umanamente». Sempre di più, in questo nostro mondo che si definisce civilizzato, quello che perde l’utilità si scarta. E questo lo si vede ogni giorno… La fede, un dono da chiedere al Signore Il Papa risponde infine su come personalmente stia vivendo le restrizioni dovute alla pandemia. Confida di sentirsi “ingabbiato”, si sofferma sui viaggi annullati per evitare gli assembramenti, parla della speranza di visitare l’Iraq. In questo periodo dedica più tempo alla preghiera, a parlare attraverso il telefono e ribadisce quanto siano stati importanti per lui alcuni momenti di preghiera come quella in San Pietro il 27 marzo dell’anno scorso. Offre così una riflessione sulla fede nel Signore, che - dice - è innanzitutto “un dono”. «Per me – afferma – la fede è un dono, né tu né io né nessuno può avere fede con le proprie forze: è un dono che ti dà il Signore, che non si può comprare». Riprendendo quindi un passo del Deuteronomio, papa Francesco esorta a invocare la “vicinanza di Dio”. Questa vicinanza nella fede è un dono che dobbiamo chiedere. L’intervista si conclude con l’auspicio che nel 2021 «non ci siano gli scarti, che non ci siano atteggiamenti egoistici» e che l’unità possa prevalere sui conflitti. don Elvis
4 VITA DI COMUNITÀ oblò9 TEMPO DI Q Abbiamo sentito due mamme catechiste (non del Saval, s’intende!) mentre parlavano dei loro gruppi di catechismo. Una dice: «I miei sono un vero disastro. Abbiamo chiesto loro i nomi dei quattro evangelisti e la risposta è stata: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre!». L’altra mamma risponde: «Devi essere contenta che ne conoscevano almeno tre!». Sembra una barzelletta, ma racconta il livello della nostra fede. O forse, per lo meno, della conoscenza un po’ limitata del nostro sapere cristiano. Ci siamo messi in ascolto, passando per strada, incontrando persone, sentendo ragazzi, bambini, adulti, giovani: quante domande! Le abbiamo scritte innanzitutto nel cuore e poi le abbiamo fatte emergere. Le abbiamo fatte nostre e ci siamo lasciati provocare. E poi, con semplicità, abbiamo cercato di dare qualche risposta. Ci siamo riscoperti bisognosi di luce. E ci siamo detti: perché non rimetterci sulle tracce di Dio? Vi offriamo, con molta umiltà e senza nessuna pretesa, quello che abbiamo scoperto e riscoperto. Volete approfittarne? Abbiamo registrato su dei brevi video il percorso. Sono cinque/dieci minuti in cui abbiamo tentato, alla luce delle domande che abbiamo colto qua e là, di narrare la nostra fede. L’unico obiettivo che ci ha guidato è stata l’affermazione di Gesù: “La tua fede ti ha salvato”. Il Maestro si rivolgeva a ciechi, lebbrosi, alle donne, agli ammalati. Certamente si rivolgeva anche a noi e a te. A chi interessa la gioia della sua fede, si metta allora sulle “tracce di Dio”. E se alla fine vi vien voglia di pregare, ringraziando o lodando o chiedendo a Dio, non tiratevi indietro: avrete scoperto anche la meraviglia di una fede che conduce alla relazione e all’incontro con il Signore. QUARESIMA D A tutte le famiglie che lo desideravano, così come ai bambini e ragazzi, sono stati Anche in chiesa c’è un’apposita cassetta per raccogliere la nostra solidarietà. Quest’ Da Teresina, in Brasile Amigos e amigas da Comunidade Cristã do Saval, nosso abraço! Uno dei momenti forti della quaresima è la carità! Un impegno e un dono! Abbiamo sentito con gioia che, durante la quaresima, avete un progetto cui dirigere la vostra attenzione, la vostra sensibilità, il vostro contributo comunitario. Quest’anno la vostra scelta si è volta verso di noi, e intendete sostenere la nostra Fondazione in Brasile, a Teresina. Grazie! Si chiama: “FUNDAÇÃO VIVER COM DIGNIDADE”. Iniziata ancora quando don Giorgio, allora nostro parroco nella parrocchia di São João Evangelista, svolgeva il suo servizio in codesta realtà, la Fondazione sta ancora operando concretamente in favore di ragazzi, giovani, adulti, anziani, famiglie, nel campo dell’educazione, della salute, della comunicazione, dello sport. Infatti è nata e continua con lo scopo di promuovere l’inclusione sociale delle persone, partendo da quelle più vulnerabili e a rischio. Il fatto di essere nata e radicata in una delle periferie della città di Teresina la obbliga ancora ad aprire gli occhi su una realtà particolare di disagio e di emarginazione. In concreto, la Fondazione “Viver com Dignidade” opera attraverso:
VITA DI COMUNITÀ 5 QUARESIMA Il cammino che vi offriamo si trova sul nostro sito: http://parrocchiamaddalena.altervista.org/, cliccando sull’icona Un altro appuntamento quaresimale: il lunedì, in chiesa, alle 20.30, condivisione attorno al Vangelo della domenica. Buon percorso di fede! don Giorgio e don Elvis DI SOLIDARIETA’ distribuiti i salvadanai che verrano raccolti il Giovedì Santo durante la messa In Coena Domini. ’anno il contributo concreto della nostra parrocchia andrà agli amici e amiche di Teresina, in Brasile. e, ci scrivono... • delle “escolinhas”, piccole scuole, per aiutare l’educazione dei bambini e ragazzi: è il “PROJETO RENASCER NA ALEGRIA”; • una clinica di fisioterapia: “CLÍNICA SANTA LUZIA”; • un consultorio dentistico: “PÉ DE MOLEQUE”; • un gruppo di anziani: “IDOSOS SANTA LUZIA”; • una radio comunitaria: “RÁDIO FM VERONA”; • delle squadre di calcio amatoriali per ragazzi: Accendiamo “OFICINAS DE FUTEBOL” la solidarietà Con i vostri ragazzi, adolescenti e giovani del Saval, stiamo mettendo in atto delle iniziative di incontro e scambio di idee con dei nostri ragazzi, adolescenti e giovani seguiti dalla Fondazione. Le moderne strumentazioni permettono di entrare in comunicazione attraverso i social e le video riprese e chiamate. Fatevi raccontare dai vostri ragazzi ciò che, insieme, siamo riusciti a fare: vi presenteranno certamente dei buoni frutti, maturati negli incontri in cui ci saremo scambiati le nostre reciproche conoscenze. Com carinho, os amigos e as amigas da Fundação Chi volesse maggiori informazioni Teresina, 17 de fevereiro 2021, può visitare il sito: dia de quarta feira das cinzas www.fundacaovivercomdignidade.blogspot.com.br
6 VITA DI COMUNITÀ oblò9 UN INVERNO DI SERVIZIO, SORRISI ED INCONTRI IL CATECHISMO NON SI FERMA!!! 1a Media “Abbiate il coraggio di essere felici!”. Una normale attività di catechismo. In sicurezza tutto è possibile, anche condividere la merenda e sorridere assieme. Elementari Inizio della Quaresima, Le Ceneri. 2a Media “Beati gli afflitti, perché saranno consolati”. Alla scoperta della vera ricetta della felicità. La seconda media scopre le Beatitudini e lo fa incontrando tanti testimoni. Uno dei primi? Marco dalla Ronda della Carità. Non serve andare lontano per scoprire che dove c’è carità, lì c’è Dio. 3a Media “Non siamo chiamati a servire ogni tanto, ma a vivere servendo”. Isola della Scala – 19/12/2020 All’opera per tagliare il legno, che una volta assemblato, diventerà una scatola per contenere Gruppo Ado biscotti da vendere per I giovedì sera del gruppo ADO: raccogliere fondi per mascherinati, distanziati, con collegamento l’Operazione Mato Grosso. Zoom per i quarantenati... ma ci siamo!
VITA DI COMUNITÀ 7 UN SABATO MATTINA A TU PER TU CON DON GIORGIO Intervista dei ragazzi di V elementare Come e quando è nata la tua vocazione? Non c’è stato un momento in particolare. All’età di 6 anni, andavo dalla mia abitazione, in Via IV Ponte, alla Santa Messa alle ore 6 del mattino, poi mi recavo di corsa a scuola a Borgo Nuovo. Mi piaceva Gesù per quello che aveva fatto e stava ancora facendo. Facevo il chierichetto, come molti di voi. Un giorno, all’età di 10 anni circa, sono andato da don Lino e don Mario, i sacerdoti della mia parrocchia, che mi hanno aiutato a conoscere Gesù, ed ho chiesto loro se potevo entrare in seminario. Ed è nata così la mia chiamata. Perché hai scelto di diventare sacerdote? Gesù mi piaceva, e mi piace ancora. Mi piace per il bene che ha fatto e che fa anche oggi. Prima della chiamata cosa facevi? Ero un "bociassa", ne combinavo tante, facevo scherzi alle mie sorelle, ero terribile, mi piaceva giocare a calcio, e ogni pomeriggio mi ritrovavo con i miei amici nei campi, sempre con il pallone ai piedi. Cosa hai studiato per diventare sacerdote? Ho fatto il liceo, poi teologia, ma sto ancora studiando, perché non si finisce mai di imparare. Come ha reagito la tua famiglia, sapendo che volevi diventare sacerdote? Il giorno che sono andato a casa e ho chiesto di entrare in seminario, mia mamma si è messa a piangere e mio papà mi ha detto: "Sei troppo piccolo". Poi, in un secondo momento, hanno capito che ero convinto della mia scelta, e mi hanno lasciato seguire la strada che avevo scelto. Quando sei stato ordinato sacerdote? Sono stato consacrato sacerdote il 24 maggio 1980. Il vescovo era Mons. Giuseppe Amari. Con me c'erano 12 miei amici, con i quali ancora oggi ci sentiamo, anche se viviamo distanti; uno è in Papua-Nuova Guinea. Quali differenze hai trovato rispetto alla parrocchia da cui provieni di Bussolengo? Ci sono tante differenze: dov’ero prima, è un paese, molto più grande e con molta più gente. Qui, un quartiere bello e più piccolo. Purtroppo, non sono ancora riuscito a conoscere tutti e ad andare per le abitazioni di tutti voi a causa del "covid", ma spero di poter presto fare tutte le mie visite. In quali parrocchie sei stato? Ho iniziato ad Albaredo d'Adige, poi San Martino Buon Albergo, poi sono stato in Brasile; in seguito a Bussolengo per 15 anni ed ora sono qui al Saval. Qual è stata l'esperienza che più ti ha arricchito? Il Brasile, senza nessun dubbio. Esperienza difficile, impegnativa, ma molto importane. Il Brasile é un paese dove molta gente abita nelle "favelas", case fatte di fango e legno, e non ha nemmeno da mangiare; in contrapposizione ci sono persone "straricche". La gente, comunque, "balla" sempre anche per una semplice celebrazione della Messa, ogni canto viene accompagnato da un movimento e le persone si muovono a ritmo. Non si addormenta nessuno. Hanno voglia di vivere. Ero nella città di Teresina, “piccola parrocchia”, di 100 mila abitanti. Io non potevo seguire tutto e tutti, avevo dei ministri, che seguivano i vari gruppi e poi mi riportavano le varie difficoltà delle persone ed allora io intervenivo. Cosa significa essere parroco? Essere parroco vuol dire cercare di voler bene agli altri, conoscere la Parola di Dio ed essere attento alla vita di Gesù. Io sono, praticamente, uno strumento che serve per aiutare gli altri. Qualche volta hai avuto momenti di scoraggiamento? Sì, molte volte, come tutti noi e voi. Purtroppo ci sono stati momenti di delusione e stanchezza, perché alcune persone non capivano quello che volevo fare per loro. Bisogna, comunque, saper affrontare tutto e tutti; i momenti brutti ci sono per tutti, ma questa è la vita. Hai conosciuto papa Francesco? Sì, sono stato molto fortunato. Il Papa è un grande uomo; mi piace moltissimo come persona e condivido il suo pensiero. Ho celebrato con lui una Santa Messa a Santa Marta, poi al termine si è fermato qualche minuto e ci siamo salutati. Abbiamo, anche, fatto una foto insieme che è, per me, cara e preziosa. Ci puoi dare qualche motivo per cui vale la pena seguire il Signore Gesù? Ti fa felice e, se siete felici, state bene con voi stessi e con gli altri. Lui vi insegna a pregare, comportarvi bene e ad aiutare gli altri. Bambini, vi dico solo queste parole:"LASCIATEVI RENDERE FELICI DA GESÙ!" Grazie, don Giorgio, per averci concesso questa breve intervista, ora ti conosciamo un po' di più! Charles, Emanuele, Emma, Lisa, Maichel, Matilde, Matteo, Mattia, Riccardo G., Riccardo M., Sara, Sofia. E la catechista: Nicoletta.
8 SETTIMANA Durante la Settimana Santa la Chiesa segue il Signore Gesù Il Triduo pasquale illumina il senso dell’intera vita Presentiamo il calendario delle celebrazioni che DOMENICA DELLE PALME, 28 MARZO ORE 10.45: Santa Messa Ci troviamo nell’anfiteatro parrocchiale per iniziare la Santa Messa. Da lì, dopo la benedizione degli ulivi, si andrà in processione fino in chiesa. CELEBRAZIONI PENITENZIALI PASQUALI Giovedì 25 Marzo, ore 20.15 per gli adolescenti Sabato 27 Marzo, ore 9.30 per la V elementare Lunedì 29 Marzo, ore 20.30 per giovani e adulti Mercoledì 31 Marzo, ore 18.15 per le classi medie GIOVEDÌ SANTO, 1 APRILE ORE 8.30: Lodi mattutine in chiesa ORE 9.30: in cattedrale, “Santa Messa del crisma” ORE 20.30: Santa Messa “In Coena Domini”. Sono invitati, in particolare, tutti i ragazzi del catechismo delle elementari e delle medie con i loro genitori. Verranno raccolte le cassettine della Quaresima di solidarietà. Segue l’adorazione al Santissimo Sacramento. PROSSIMI Prime confessioni: Domenica 11 Aprile, ore 15.00 Seguici sul sito www.parrocchiamaddalena.it Troverai, tra l’altro: la registrazione della Santa Messa domenicale, il commento di don Giorgio al Vangelo della domenica e i cinque minuti di catechesi giornaliera su “Le tracce di Dio”, gli avvisi parrocchiali, Oblò9.
SANTA 9 nel cammino della Passione per celebrare la sua Risurrezione. a cristiana: la forza dell’ amore vince la morte. si svolgeranno nella nostra parrocchia. VENERDÌ SANTO, 2 APRILE ORE 8.30: Lodi mattutine in chiesa ORE 15.00: Azione liturgica della passione Al termine ci sarà la possibiltà per tutto il pomeriggio di confessarsi. ORE 20.30: Via Crucis SABATO SANTO, 3 APRILE ORE 8.30: Lodi mattutine in chiesa ORE 9.00 - 12.00 e 15.00 - 18.00: I sacerdoti saranno disponibili per le confessioni in chiesa. ORE 20.00: Solenne Veglia Pasquale PASQUA DI RISURREZIONE DOMENICA 4 APRILE ORE 9.00, 11.00 e 18.30: Sante Messe LUNEDÌ DELL’ANGELO, 5 APRILE ORE 11.00 e 18.30: Sante Messe APPUNTAMENTI Prime comunioni: Sabato 1 Maggio, ore 10.00 ORARI E CELEBRAZIONI POTRANNO SUBIRE VARIAZIONI A CAUSA DELLE DISPOSIZIONI PER L’EMERGENZA SANITARIA
10 VITA DI COMUNITÀ oblò9 LA CARITA’ RISUONA TRA I PALAZZONI: RACCOLTA VIVERI IN QUARTIERE CON I NOSTRI RAGAZZI Poco più di un mese fa avrete sicuramente notato qualche scatolone di troppo nei pianerottoli delle vostre case, accompagnato dal passaggio rumoroso di alcuni ragazzini. Quel 22 novembre il desiderio di poter fare qualcosa per qualcun altro ha vinto la paura di questi tempi difficili: i ragazzi di terza media e gli adolescenti della nostra parrocchia con l’Operazione Mato Grosso hanno suonato i campanelli delle case del quartiere chiedendo viveri per i poveri dell’America Latina. É stato commovente vedersi aprire così tante porte, vedere il nostro quartiere così generoso: sono stati spediti 33 quintali di viveri in Perù, mentre altri 7 quintali di alimenti a breve scadenza sono stati dati a “Marta e Maria”. Nessuno mai si sarebbe aspettato una risposta del genere (40 quintali di viveri in totale!) solo dal nostro piccolo quartiere! È stato importante sentirsi scaldare il cuore in un momento in cui è davvero difficile fare qualsiasi gesto, seppur piccolo. L’entusiasmo dei ragazzi e la preziosa presenza di don Lorenzo hanno permesso la La piazzetta trasformata in centro smistamento realizzazione di questa bella iniziativa, un ricordo colorato, di 40 quintali di viveri raccolti: vivo nella memoria. L’emergenza sanitaria ci sta tutt’ora mettendo a dura prova: sono tante le famiglie che si trovano il miracolo di una squadra di giovani in difficoltà anche qui in Italia. Potete ben immaginare e di un quartiere generoso come anche dall’altra parte del mondo la situazione sia critica: in un paese del terzo mondo se non si guadagnano quotidianamente i soldi per vivere, non si mangia, non ci si cura. Dobbiamo davvero ringraziare i nostri sacerdoti che ci hanno accompagnati in questa piccola avventura: è stato bello poter far risuonare tra un piano e l’altro dei palazzi un grido, “carità”. Sarà stata una giornata diversa anche per tutti i ragazzi coinvolti, che in questo momento hanno poche opportunità di sfogarsi, interagire, conoscere altri ragazzi. Gli alimenti a lunga conservazione raccolti quel giorno sono stati smistati e spediti in un container che arriverà a Lima, in Perù. Da lì alcuni di questi viveri rimarranno nella capitale, nell’orfanotrofio dove vive don Lorenzo, missionario nostro parrocchiano; l’altra parte invece andrà in varie missioni situate sulle Ande peruviane. Ci terremmo a concludere ringraziando tutti per aver aperto le porte di casa e del proprio cuore regalando un pacco di pasta, una scatola di fagioli a chi non ha nulla. Su uno scatolone abbiamo trovato questo biglietto. Siamo rimasti senza parole, col sorriso stampato in faccia a pensare che sono queste le cose che ti riempiono la vita, che danno gioia al cuore.
VITA DI COMUNITÀ 11 MARTA MARIA NESSUNA PANDEMIA PUÒ FERMARE LA SOLIDARIETÀ Care amiche e cari amici, nonostante il periodo difficile che stiamo vivendo, desideriamo informarvi su alcuni aspetti, per noi molto importanti, che sono avvenuti negli ultimi mesi nel Gruppo di volontariato vincenziano Marta Maria. Innanzitutto l’appello di aiuto che avevamo lanciato con la richiesta di collaborazione di nuovi volontari è entrato nel cuore di alcune persone e abbiamo avuto il piacere di accogliere due volontarie e un volontario, che da subito si sono inseriti con impegno nello svolgimento dei servizi. Un altro appello che avevamo fatto riguardava la richiesta di aiuti materiali ed economici. Anche in questo caso la risposta ricevuta ci ha sorpresi. Uno scrittore diceva: “La bellezza salverà il mondo”, mentre Gesù ci insegna che è l’Amore per il prossimo che salverà il mondo. Concentriamoci sul messaggio di Gesù: aiutare gli altri ci rende più felici; in questo modo, la fede diventa vissuta. Purtroppo ci sono diverse famiglie particolarmente colpite dalla precarietà che non riescono a far fronte ai bisogni primari. Noi siamo a loro vicini e cerchiamo di sostenerle con gli aiuti che da voi riceviamo. Per questo ringraziamo infinitamente la comunità di Santa Maria Maddalena e tutti coloro che ci sostengono con opere di bene e con la preghiera. Ringraziamo inoltre la ditta Rossetto Supermercati, negozio di Corso Milano Verona, in particolare il suo direttore e le commesse che sono state sempre gentili e collaborative, per la realizzazione del progetto “Chi può metta”. Ogni settimana è stata una gioia ritirare carrelli pieni di cibo. Ringraziamo anche la BCC Valpolicella Benaco Banca che ci ha sostenuti sia economicamente sia con la fornitura di generi alimentari. Un grazie infine non può mancare alla missione del Mato Grosso, che ci ha fornito una grande quantità di generi alimentari raccolti in quartiere con impegno e entusiasmo dai nostri giovani. A causa della pandemia che sta causando la perdita di molti posti di lavoro, la richiesta di aiuto è in continuo aumento. Siamo convinti che non ci lascerete soli ma sarete sempre al nostro fianco. Noi volontari siamo semplicemente degli strumenti accompagnati dal Signore, non abbiamo alcun merito personale. Chi desidera ricevere informazioni e incontrarci ci trova ogni venerdì ore 8,30-11,00 nella sala dietro la chiesa. Un abbraccio e un caro saluto dai volontari del GRUPPO MARTA MARIA. PASTI DI SOLIDARIETA’. L’ esperienza di un giovane cuoco Ormai da più di dieci anni la nostra delle nostre mamme) è venuto fuori parrocchia porta avanti un bellissimo qualcosa di buono. Sapere che se non progetto che si inserisce nell'ambito della ci impegnassimo tutti noi, forse quelle carità cristiana di cui tanto si parla. Durante persone non mangerebbero, mi rende i mesi invernali più freddi, infatti, le opere fiero, perché alla fine è fare del bene che parrocchiali ospitano due o tre persone che si sono ci dona la vera gioia. ritrovate senza un posto dove vivere. E non è tutto. Cosa hai imparato in questi mesi? Alcune famiglie, gruppi o singoli, organizzano turni per Beh, ho imparato sicuramente molto, certe cose a portare loro ogni sera un pasto caldo. É un bellissimo scuola non le insegnano. Ho imparato che spesso un gesto e il segno che un impegno anche piccolo (una cena sorriso, un piatto di pasta e due parole possono salvare una volta al mese) possa fare molto per qualcuno che ne una persona. Ho imparato che solo servendo si cresce. ha bisogno. Per raccontarvi quanto un'esperienza come È qualcosa che si sente in chiesa, il giovedì di Pasqua, questa dona anche a chi si mette al servizio, abbiamo ma che i giovani in particolare, devono provare sulla fatto qualche domanda ad un ragazzo, che fa parte del propria pelle. Alla fine in queste esperienze è più gruppo adolescenti e del gruppo scout, che quest'anno quello che si guadagna di quello che si dona. È stato ha deciso di impegnare il suo tempo in questo modo. proprio Gesù ad insegnarcelo e attraverso queste opere Come hai conosciuto questo progetto e perché continua a farlo ogni giorno. hai deciso di parteciparvi in prima persona? A chi consiglieresti di mettersi in gioco? Qualche anno fa la mia famiglia si è resa disponibile; Ovviamente a tutti, nessuno escluso. Però vorrei io ero più piccolo e mi divertivo ad andare a portare spendere una parola speciale per i miei coetanei, una minestra a queste persone, a fare due chiacchiere, perché se ci si ritrova in due o tre a preparare una cena forse era anche l'idea di fare un giretto che mi attraeva. ci si diverte parecchio e si fa anche qualcosa di buono. Ora mi è stata fatta questa proposta dai miei capi Che cosa c'è di meglio di questo? Insomma, quale modo scout e, insieme ad un mio amico, abbiamo deciso di migliore per mettere in pratica tutto ciò che sentiamo a provarci. A causa del covid è più difficile organizzarsi, messa e in cui crediamo? ma è una bella sfida. Nessuno dei due è un eccellente Grazie a quanti partecipano: cuoco, ma con la buona volontà (e un po' di aiuto perché la parrocchia si regge sulle persone che la compongono e sui gesti che queste compiono.
12 VITA DI COMUNITÀ oblò9 NEWS DAGLI SCOUT UNA LUNGA STORIA DI CONDIVISIONE E AIUTO RECIPROCO Gruppi scout e parrocchia sempre più in sintonia don Giorgio, che sa sempre essere alla misura di tutti, bambini, adolescenti e adulti. Specialmente i rover e le scolte, di età comprese fra i 16 e i 20 anni, possono testimoniare la bellezza di questa condivisione; infatti, essi stanno portando avanti da quasi due anni un’interessante attività, guidata da don Giorgio, che mira a rispondere alle loro domande sulla fede e sul modo migliore di viverla. Allo stesso modo, forti dello Eccoci di nuovo qua! Le notizie dal mondo scout sono spirito di servizio che caratterizza la nostra associazione, purtroppo scarse: nonostante che l’attività prosegua, noi scout proviamo a metterci sempre a disposizione siamo un po’ sottotono e le nostre uscite, convivenze quando è necessario, ad esempio nell’animazione di e cacce diventano impossibili. Non vi preoccupate, alcune messe, durante la sagra e nel neonato “servizio tutti quei bambini e ragazzi in blu che ogni tanto d’ordine” nelle domeniche più affollate. Da qualche invadono il quartiere torneranno appena possibile! anno, inoltre, la nostra sede si è spostata proprio nelle Negli ultimi tempi (anni ormai) abbiamo notato un stanze delle opere parrocchiali e sempre più ragazzi grande cambiamento, del quale siamo molto fieri: il frequentano sia gli scout che il catechismo o il gruppo gruppo scout e la nostra parrocchia di Santa Maria adolescenti, o magari si prestano come chierichetti. È Maddalena sono sempre più in sintonia. Mettendo in proprio vero che quando si sta insieme si impara molto pratica ogni giorno i valori che ciascuno porta avanti, l’uno dall’altro! Con la speranza di proseguire su questo tutti ne traggono beneficio. I nostri ragazzi possono cammino, il gruppo Verona 16 vi saluta e vi augura godere della catechesi offerta quasi settimanalmente da di cercare sempre la strada per migliorare voi stessi! Domenica 21 febbraio. Festa del ricordo. In giro per il quartiere in ricordo del fondatore Baden Powell. Il tema di quest’anno è stato: ”Costruttori di pace” Economia... SITUAZIONE FINANZIARIA AL 17 FEBBRAIO 2021 Entrate Uscite OFFERTE DOMENICALI 4.118,98 SPESE ORDINARIE DI CULTO 382,32 ALTRE ENTRATE 3.145,16 AGSM (luce-riscaldamento-acqua calda-gas) 4.278,16 MISSIONE DON LORENZO - PERÙ 2.408,50 ADOZIONI VICINANZA 1.859,00 RIMBORSI SERVIZI ECCLESIASTICI 638,10 OFFERTE PRIME 4.250,02 VARIE 137,55 DOMENICHE DEL MESE MANUTENZIONE ORDINARIA 1.549,40 MISSIONE DON LORENZO - PERÙ 2.408,50 IMMOBILI TOTALE ENTRATE 15.781,66 RIMBORSO PRESTITO A PRIVATI 3.000,00 SALDO CASSA AL 31-12-2020 27.961,34 ATTIVITÀ CARITATIVE PARROCCHIALI 1.850,00 TOTALE USCITE 14.244,03 TOTALE A PAREGGIO 43.743,00 SALDO CASSA AL 17-02-2021 29.498,97 TOTALE A PAREGGIO 43.743,00 NOTE: Il debito verso privati, rimborsato parzialmente in questi giorni, ammonta a € 28.600,00 Nel mese di gennaio sono stati fatti lavori di manutenzione all’impianto di riscaldamento già pagati per € 1.549,40 A Marta e Maria per le adozioni vicinanza vanno € 19.276,12
VITA DI COMUNITÀ 13 IN FAMIGLIA: GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI Cari nonni, torneremo ad abbracciarci Cari nonni, questo è il tempo vite così affollate e così affrettate. Vi vogliamo bene, più duro. Più duro della roccia. anche adesso a distanza. Anzi, ci pare di volervi ancora Più duro del marmo. In questo più bene del solito. Perché adesso ci siamo accorti periodo volervi bene significa che il bene per voi è più forte di tutto, anche di questa starvi lontani. Proteggervi e avere cura di voi tragedia che sta sconvolgendo le nostre comunità. comporta stare distanti, evitarsi, evitarvi. Parlarvi per Vi imploriamo di resistere. Non lasciatevi prendere dalla telefono, farvi vedere i nipoti in videochiamata. E tristezza della solitudine, dall’angoscia della morte, dalla molti di voi hanno anche qualche problema quando paura di non avere più un tempo davanti. Quel tempo ci sullo schermo del cellulare bisogna attivare il video sarà. E quel tempo lo scopriremo ancora più prezioso. e non solo l’audio. Qualcuno, tra noi, sta venendo E ne avremo cura. sotto il vostro balcone. Vi si saluta con la mano. Ci si scambiano baci volanti che vengono soffiati dal palmo della mano verso l’alto. Si vorrebbe attaccare quei baci ad un palloncino e farli arrivare davanti alla vostra finestra, perché possano schioccare sonori, pieni di tutto l’affetto con cui vengono lanciati. Siamo davvero tristi. Ci spiace sapervi soli. Ci sentiamo in colpa, se vi immaginiamo in difficoltà e noi in nessun modo possiamo fare niente. Più volte immaginiamo quanto deve essere dura per voi. Probabilmente soffrite perché questi mesi vi devono sembrare come il peggior furto che vi si poteva fare. Nella vostra cassaforte, il tempo della vita è il bene più prezioso. E ora quel tempo c’è, ma è deprivato di vita. Passerà questo tempo, cari nonni, torneremo ad abbracciarci. A parlarci scambiandoci baci e parole. A darvi carezze. A chiedervi di aiutarci con i bambini. A ringraziarvi per quanta pazienza avete nella vostra vita, con le nostre Arriva la primavera: che bello passare davanti alla parrocchia con le rose potate in vista della fioritura o passeggiare nel sentiero di San Francesco all’ombra degli ulivi! Certo né l’erba né le siepi si tagliano da sole, né tanto meno si potano viti e ulivi. C’è qualcuno che, con costanza e pazienza, si prende cura del verde e delle piante. Un lavoro prezioso che ci regala un gruppo di volontari. Da tutta la comunità un grazie di cuore per l’impegno dei nostri giardinieri! Hai un po’ di tempo? Cerchiamo volontari per la pulizia e la manutenzione degli spazi verdi intorno alle opere parrocchiali
14 VITA DI COMUNITÀ oblò9 BASTA UN POCO DI ZUCCHERO... Una zolletta di zucchero, poche gocce di liquido rosa, un doppio, meraviglioso effetto: eliminata la paura dell’iniezione e debellata una delle malattie più crudeli, capace di colpire gravemente i bambini. E’ stato questo il regalo che Abram Saperstein, meglio conosciuto come Albert Bruce Sabin, ha voluto lasciare all’umanità studiando con tenacia, affrontando le difficoltà economiche e familiari, non lasciandosi né abbattere né distrarre. E da ultimo, rifiutandosi di brevettare la propria scoperta, per permettere di produrre il vaccino su scala mondiale e raggiungere così i bambini di tutto il mondo. Il doppio nome è dovuto al cambio effettuato dalla famiglia nel trasferimento dalla Polonia agli Stati Uniti, nel 1924, per cercare di sfuggire all’odio crescente verso gli ebrei che si respirava a quel tempo in Europa. Lo stesso Albert esseri umani: su se stesso e sui suoi collaboratori, fu vittima di questo clima quando i suoi tratti fisici poi sulle sue figlie, Amy (7 anni) e Deborah (5 rivelarono a un gruppo di ragazzi le sue origini ebree e anni), che aveva chiamato così in ricordo delle sue fu raggiunto da un fitto lancio di sassi. Una volta arrivato nipotine trucidate dai nazisti. Trovò il vaccino, che in America, fu aiutato da un parente che gli pagò gli si rivelò più efficace di quello del collega Salk che studi di odontoiatria affinchè potesse poi affiancarlo era già stato utilizzato in America. Anche in Italia si nell’ambulatorio. Sabin interruppe però quegli studi tardò ad utilizzare il nuovo vaccino, perché si erano perché durante il percorso universitario scoprì qual era già acquistate molte dosi dell’altro: solo nel 1963 fu la sua vera passione: la microbiologia. Perse così l’aiuto autorizzato il vaccino di Sabin che fu reso obbligatorio del suo parente e cercò di ottenere una borsa di studio nel 1966. Questo ritardo causò probabilmente altre che gli permettesse di intraprendere la nuova strada. Fu migliaia di casi di contrazione della malattia e di morte. decisiva la collaborazione con il dott. Park, il medico che aveva debellato la difterite, che lo indusse a studiare Anche se ufficialmente la la poliomielite, una malattia che causava la paralisi di malattia non è ancora stata parti più o meno estese del corpo dei bambini sotto i 5 dichiarata definitivamente anni, anche se a volte si verificavano casi di contagio o s a può in persone più avanti con l’età (ne è un esempio il C n ar c i oggi più paura. Sabinormai debellata, certo non fa Presidente degli USA Franklin Delano Roosevelt, che inseg o fe t a ? rinunciò al pr suo possibile arricchimento ne fu colpito all’età di 39 anni). Nel 1931, poco dopo la questo personale perché si rifiutò di laurea di Sabin, in America scoppiò una grave epidemia brevettare il vaccino, affinchè di polio – così veniva comunemente chiamata – che fosse possibile produrlo su aveva provocato circa 6.000 morti. Egli, convinto che larga scala in tutti i paesi con prezzi accessibili: il ricercatore dovesse “E’ il mio regalo a tutti i bambini del mondo” avere tre grandi qualità disse. Oggi siamo tutti particolarmente sensibili a (una enorme curiosità, racconti come questo ed il paragone con ciò che sta una grande tenacia e accadendo sarebbe davvero impietoso. Il gesto di l’onestà), si dedicò allo grande generosità di Sabin parla da solo e non ha studio della malattia e bisogno di alcun commento. Possiamo però pensare delle sue cause, aiutato che è troppo comodo puntare il dito esclusivamente anche dal suo carattere contro la voracità delle case farmaceutiche ed piuttosto brusco, escluderci automaticamente da ogni coinvolgimento che lo faceva essere personale. La salute non è la nostra personale, è quella rigoroso al punto da di tutto il mondo; non è solo quella di noi uomini, pretendere da se stesso ma quella di tutte le creature esistenti sulla terra; e dagli altri il massimo non è solo quella degli esseri viventi ma è quella del impegno. Sperimentò nostro pianeta; non è solo quella di chi vive sulla il vaccino sugli terra oggi ma anche di tutte le generazioni future. Il La pubblicità americana animali, poi passò alla rispetto di tutto e di tutti chiama in causa ciascuno del vaccino negli anni ‘60 sperimentazione sugli di noi. E ci trova tutti individualmente responsabili.
15 LETTERE AL PARROCO Caro don Giorgio, sono una nonna di numerosi nipoti e mi sto avviando a grandi passi verso gli 80. In questo, ormai lungo periodo fatto di solitudine, di preoccupazione, di sofferenza e insofferenza, mi sono ritrovata spesso a pensare alla mia vita. Non ti nascondo che il pensiero, anzi, l'ossessione che la mia vita possa finire così, nel vuoto, con la mancanza di progetti, con un futuro limitato sempre più povero di relazioni, mi getta spesso nello sconforto. Mi sono mancati gli abbracci, i saluti, le chiacchere e anche le telefonate sono sempre più rare. Ma perchè proprio ora che ne ho più bisogno? Tu parli sempre di speranza, di un Dio che ci cerca, ci vuole, ci ama per darci solo cose buone...sempre. È così. E in questo la preghiera mi aiuta. Guai se mancasse nelle mie interminabili giornate, anche se mi accorgo che le settimane e i mesi volano e il tempo fugge e fugge via da me. Quanto mi sono mancate le Messe, anche se i mezzi dei quali disponiamo hanno potuto consolarci, ma, il pensiero di non poter condividere il Natale o la Pasqua, i vari incontri e accontentarci di surrogati mi hanno dato una tristezza infinita. Quanti amici o conoscenti, che ci hanno lasciato, non ho potuto salutare perchè i miei cari mi sconsigliavano di muovermi da casa. Ma allora se non posso andare in chiesa, se non posso condividere un abbraccio, un saluto, un pranzo e mi tocca ridere nascosta da una mascherina, vale proprio la pena di vivere così? Scusami, don Giorgio, il mio è uno sfogo, poi mi passa e così passa un altro giorno. Come avrai capito la solitudine non è attorno a me, ma è dentro di me. Per fortuna ascolto e leggo sempre le tue parole che mi aprono orizzonti lontani e un piccolo brano del Vangelo diventa un immenso mare azzurro, profondo e generoso dove mi ritrovo a pescare tutto ciò che è utile per vivere accettando i miei limiti e trasformandoli in futuro. Essere vecchi è un grosso impegno. Volersi bene è un grosso impegno. Vivere sperando in un futuro è un grosso impegno. Ma come si può essere aiutati? Noi nonni, noi vecchi non abbiamo bisogno di feste, ricorrenze, commemorazioni. Abbiamo bisogno di sentirci vivi, di coltivare i nostri acciacchi, di parlare con qualcuno che sia disposto ad ascoltarci anche se spesso ci ripetiamo. Noi nonni, noi vecchi, abbiamo bisogno di non essere lasciati soli. Non avremmo certo avuto bisogno del COVID 19 perchè avevamo già i nostri limiti. Ma, a questo punto, che fare? Almeno vogliateci bene. Mi dico spesso: devo trovare il modo di attingere un po’ di speranza. Lo chiedo a te, don Giorgio. Ma è solo retorica, la risposta la conosco già perchè ce lo dici sempre dove cercare e, siccome so che la tua è una fonte sicura, io ci credo. Una nonna (e se mi è permesso) a nome di altri nonni Cara “nonna”, grazie! Quanto è preziosa la tua età, vissuta come la stai vivendo tu! Ha senso vivere! Ha senso vivere così come ce l’hai descritto. La vena di tristezza che percorre il tuo scritto e lo “sfogo”, come l’hai definito tu stessa, sono ben mitigati, e quasi nascosti, dalla saggezza che ti caratterizza. Grazie! Ci richiami ai doveri che tutti abbiamo nei confronti degli altri sempre, e in questo periodo ancor di più. Non siamo da soli, per fortuna, perché la solitudine ci distrugge. Ci richiami anche ai doveri che abbiamo nei confronti delle generazioni come la tua. Vi siamo debitori! E questo perché voi avete speso la vostra esistenza per il bene di tanti. Siete le nostre Chi desidera salde radici! Le giovani generazioni vi sono grandemente debitrici, anche se non lo sanno o scrivere a don Giorgio, non se ne rendono conto. Voi avete elaborato degli elementi e degli strumenti che hanno reso può mettere il vostro stile di vita capace di dare significato a quello che siete e fate. Ed è questo che ancora, la lettera pur nelle difficoltà, vi sorregge. Fateci un regalo, per favore: lasciate con noi e distribuite a nella cassettina tutti la forza che viene dalla preghiera, la gioia che l’ascolto degli altri vi dà, il coraggio che la alle porte della chiesa lettura del Vangelo vi infonde. E diteci i segreti con cui avete costruito i vostri giorni! Senza o inviarla a: dimenticare il grande segreto della speranza che sempre vi ha sostenuto: quella Fonte da cui bevete quotidianamente. E se essere vecchi è un grosso impegno, è però anche un presente oblo.nove@ yahoo.it che può permetterci di non soccombere in un tempo particolare come quello che stiamo vivendo. Con affetto, don Giorgio
Toc toc… e avvisi… Tenetevi pronti, anche se non sappiamo ancora come e quando, il mitico GREST tornerà! DOVE? Presso le opere parrocchiali A CHI E’ RIVOLTO? A tutti i bambini e i ragazzi dalla I elementare (frequentata) alla III media (frequentata) PERCHÈ? Per passare tre settimane in compagnia per crescere, divertirsi e imparare cose nuove. Abbiamo bisogno di una mano da parte di tutti, animatori, mamme e papà disposti a mettere al servizio un po’ del loro tempo… chi volesse dare la propria disponibilità contatti don Elvis 045565079 Maggiori informazioni verranno date non appena avremo le opportune disposizioni. COOPERATIVA FALIERO SABATO 20 e DOMENICA 21 MARZO all’uscita delle Sante Messe la Cooperativa Faliero allestirà un banchetto: tante semplici idee per decorare le nostre case in occasione della Pasqua. Vi aspettiamo numerosi come sempre! Dona il tuo 5 per mille alla Cooperativa Faliero, al fianco di chi è diversamente abile. Non ti costa nulla: basta specificare nella dichiarazione dei redditi nell’apposito riquadro dedicato alle O.n.l.u.s il codice fiscale della Cooperativa Faliero: 01470010230 Per donare un contributo detraibile dalle tasse l’ IBAN è: IT92X0831559600000000005561 AIUTACI A FAR CRESCERE LA SPERANZA Oblò dell’eternità In questi mesi abbiamo affidato all’abbraccio eterno del Padre: Agnese Vezzalini Antonio Cozza Domenica Di Piazza Silvia Benso Ida Dotti Giuseppe Cammarata Giuseppe Annechini Ugo Carpene Marco Pederzolli Emanuele Vitale
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