Lacuna coil Black celeBration - DESTRAGE BLACK STONE CHERRY
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#18 Mensile - Anno 2 - Aprile / Maggio 2014 PLAY IT LOUD, READ IT NOW DESTRAGE BLACK STONE CHERRY lacuna coil Black celebration I KILLED THE PROM QUEEN THE USED CHUCK RAGAN ARCHITECTS PRONG Memphis May Fire - Of Mice And Men - Minor Alps - The Pack A.D.
#18 Mensile - Anno 2 - Aprile / Maggio 2014 PLAY IT LOUD, READ IT NOW LACUNA COIL BLACK STONE CHERRY I KILLED THE PROM QUEEN THE USED destrage CHUCK RAGAN ARCHITECTS PRONG Ora si fa sul serio Memphis May Fire - Of Mice And Men - Minor Alps - The Pack A.D.
#18 Mensile - Anno 2 - Aprile / Maggio 2014 PLAY IT LOUD, READ IT NOW LACUNA COIL Kentucky rocks DESTRAGE black stone I KILLED THE PROM QUEEN THE USED CHUCK RAGAN cherry ARCHITECTS PRONG Memphis May Fire - Of Mice And Men - Minor Alps - The Pack A.D.
EDITO LA BELLA ITALIA List View 2 List View 1 Clicca sull'icona per vedere Clicca sull'icona per vedere varie miniature delle l'indice visivo delle pagine pagine in scorrimento Cover Shortcut Clicca sui vari titoli per andare direttamente alle pagine Getting Started La barra di navigazione che ti consente di SLIDER VIEW visualizzare il magazine in Cliccando l'icona puoi tre modi differenti vedere l'indice con le varie miniature delle pagine del magazine Per la prima volta in due anni di RockNow abbiamo due gruppi fuori dai nostri confini. Tra l’altro, sempre parlando di stampa italiani in copertina. La cosa, ovviamente, mi riempie di gioia musicale, è divertente vedere che molti musicisti comprano e non per motivi patriottici. Mi spiego meglio: i Lacuna Coil riviste solo quando c’è una loro recensione o un’intervista, ma e i Destrage non sono in copertina perché sono italiani. No, al tempo stesso sono i primi a “stressare” per far pubblicare affatto. Se sono lì, è solo perché sono bravi, hanno fatto una news relativa a un video (magari pure brutto), a un cambio degli ottimi dischi e hanno da sempre avuto un approccio di formazione (mentre sarebbe stato più utile cambiare lavoro, diverso e “internazionale” alla musica. Non è sicuramente un anzi hobby) o segnalare una nuova cover (di cui nessuno caso se i loro album escono per due etichette come Century sentiva il bisogno). Poi, però, fai due copertine così e ti senti Media e Metal blade. In un Paese in cui molte delle band meglio, soddisfatto con te stesso e pensi che se tutto dovesse aspirano tutt’al più ad autocompiacersi e a sparare merda sul finire, almeno hai chiuso in bellezza. vicino, l’attitudine di Cristina, Paolo, Andrea e i loro compagni di avventura è esemplare. E lo sono pure i risultati. Se Buona lettura. consideriamo che, sempre in questo Paese, frega poco della musica in generale e ancora meno delle riviste che ne parlano, Daniel C. Marcoccia allora quei due gruppi fanno bene a guardare soprattutto al di @danc667 RockNow 3
sommario ROCKNOW #18 - APRILE-MAGGIO 2014 - www.rocknow.it 06-21 PRIMO PIANO: 06 Memphis May Fire 08 Figure Of Six www.rocknow.it 10 All in the name of… Rock Registrazione al Tribunale di Milano n. 253 del 08/06/2012 11 Dischi violenti: Marco Trentacoste Scrivi a: redazione@rocknow.it 12 Minor Alps 13 Grande Rivera DIRETTORE 14 The Pack A.D. Daniel C. Marcoccia dan@rocknow.it 15 Safe 16 Of Mice And Menn ART DIRECTOR 18 Hi-Teck Stefania Gabellini stefi@rocknow.it 19 Games 20 Crazy… net COORDINAMENTO REDAZIONALE ONLINE EDITOR 21 Open store Michele “Mike” Zonelli mike@rocknow.it COMITATO DI REDAZIONE 22-50 ARTICOLI: Marco De Crescenzo 22-26 Lacuna Coil 28-33 Destrage 34-37 Black Stone Cherry Stefania Gabellini COMUNICAZIONE / PROMOZIONE Valentina Generali vale@rocknow.it COLLABORATORI Arianna Ascione Giorgio Basso Mattia Borella Andrea Cantelli Nico D’Aversa Sharon Debussy 38-39 I Killed The Prom Queen 40-42 The Used 44-45 Chuck Ragan Giorgio Di Zenzo Michele Fenu Ilaria Ferri Luca Nobili Eros Pasi Andrea Rock Stefano Russo Piero Ruffolo Silvia Richichi Extreme Playlist fotografi Emanuela Giurano 46-48 Architects 50-51 Prong Foto copertina Destrage: Emanuela Giurano SPIRITUAL GUIDANCE Paul Gray Editore: Gabellini - Marcoccia Via Vanvitelli, 49 - 20129 Milano 52-57 RECENSIONI 52 Disco del mese: Destrage 53 Nu rock Tutti i diritti di riproduzione degli articoli 54 Pop/Rock pubblicati sono riservati. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, 56 Metal non saranno restituiti. Il loro invio implica 57 Punk il consenso alla pubblicazione da parte dell'autore. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, documenti e 58 59 The Line fotografie. La responsabilità dei testi e delle immagini pubblicate è imputabile ai soli autori. L'editore dichiara di 60 Last shot: The Pretty Reckless aver ottenuto l'autorizzazione alla pubblicazione dei dati riportati nella rivista. 44RockNow RockNow
PRIMO PIANO RN RN video MEMPHIS MAY FIRE stato di panico A due anni da “Challenger”, i Memphis May Fire tornano con “Unconditional”, ennesima testimonianza dell’importanza della band nel panorama metalcore e non solo Di Piero Ruffolo dovrei essere io a dirlo, incredibile”, band che il genere l’hanno creato, scelta, se volevo andare avanti con queste parole Mullins descrive nutrito e coccolato nonostante dovevo parlare di quanto mi stava Pubblicato a fine marzo negli Stati l’opera. “Sono molto orgoglioso dei tutto e tutti. “I nostri fan più giovani succedendo. Un anno fa sono Uniti, “Unconditional” ha debuttato nuovi brani. La loro connotazione ameranno questo disco”, continua stato colpito dal mio primo attacco alla posizione #4 della classifica non è casuale, abbiamo sviluppato Mullins, “quelli meno giovani, di panico, non dimenticherò mai Billboard 200 e alla posizione #1 l’intero lavoro con l’intento di quelli che ci seguono fin dall’inizio, quel momento. Quell’episodio ha della classifica Billboard Alternative ricreare le sensazioni proprie di una apprezzeranno il cammino cambiato la mia vita. Osservavo Album. Un risultato di tutto colonna sonora e quanto ottenuto percorso insieme e, speriamo, le persone a me vicine compiere rispetto considerando il genere rispecchia quanto desiderato”. Negli saranno felici di constatare quanto le più semplici azioni della vita protagonista, ma da quelle parti ultimi anni, siamo stati testimoni lontano siamo andati come artisti. quotidiana senza riuscire a fare lo il mercato è tutta un’altra cosa... di un incessante succedersi di Ovviamente anche loro ameranno stesso... Ho sempre sentito parlare Fatto sta che, numeri a parte, la realtà pronte a cavalcare l’onda ‘Unconditional’! L’intero album di depressione, attacchi di panico, band capitanata da Matty Mullins senza mai riuscire a emergere. A riflette tutto quanto è successo paura di uscire... ne ho sempre è riuscita a superare nuovamente causa di molte di queste proposte nelle nostre vite durante questi sentito parlare ma non avevo mai se stessa e a pubblicare quello che il metalcore è stato additato e anni. Ho attraversato momenti realmente compreso, fino a che può essere considerato l’album tacciato, a volte senza reale difficili e l’unico modo per superarli non ho provato tutto questo. Ora più impegnato della personale cognizione di causa ma solo perché e stato liberare la mia mente sono pronto a ricominciare e a carriera. “‘Unconditional’ è un disco così doveva essere. Fa dunque dai pensieri negativi e tradurre condividere con voi la mia storia”. teatrale, maturo e, anche se non piacere avere a fare con quelle ogni cosa in musica. Non avevo www.facebook.com/MemphisMayFire 6 RockNow
PRIMO PIANO FIGURE OF SIX Oltre il tunnel RN RN video I Figure Of Six sono un altro indizio di una tendenza che non può che far piacere: l’Italia del metal si sta finalmente svegliando! Di Luca Nobili Tiefdruck Musik, che ci ha portato di line-up, che hanno inevita- stiamo facendo tutt'ora”. “Brand a perdere tempo e tante energie. bilmente posto la band di fronte a new life” racchiude un sound che “Brand new life”, terza opera per Il rapporto era iniziato coi migliori un’ulteriore sfida. “Senza scendere coniuga potenza metal, melodia i Figure Of Six, è stato registrato propositi ma si è esaurito in malo nei particolari, oramai con la ed elettronica senza sbavature o tre anni fa, ma solo ora viene modo a causa di comportamenti vecchia formazione eravamo a un forzature. Anche i testi rivestono pubblicato dappertutto in versione ‘poco trasparenti’ da parte del punto morto. Non si andava avanti, la giusta importanza, con uno digitale grazie alla Pirames boss di allora. Purtroppo questo ma al limite si poteva andare filo conduttore: “la tematica di Inernational. Matteo Troiano, è lo scenario attuale: fregature indietro. Erk (il nuovo singer, ‘Brand new life’ è quella della chitarrista e fondatore della band a livelli medio bassi oppure nda), in un paio di mesi è riuscito rinascita, e guardando la copertina insieme a Peter Cadonici, ci autoproduzione totale. Noi a prendere in mano l'album che si intuisce subito di cosa stiamo racconta che “in questo lasso di abbiamo scelto la prima via con avevamo registrato e interpretarlo parlando. Una fenice gigante tempo sono successe tante cose. l'aiuto di un'azienda proiettata in maniera efficace, con le idee a simboleggiare la voglia di Tanti live, soprattutto all'estero, nel futuro della discografia come che avevamo in mente e che il ricominciare, ma soprattutto di un affiatamento maggiore fra i Pirames International, coadiuvata vecchio cantante non riusciva a affrontare i problemi quotidiani, o componenti nuovi e vecchi della dall'opera di intermediazione da capire. Stiamo anche scrivendo della vita in generale, a testa alta. band, una maturazione artistica parte di Heartlines Music, etichetta nuova musica, ci stiamo rimettendo Con la speranza di trovare uno che ci sta portando a scrivere indipendente del nostro cantante in gioco per la quarta volta e tutto spiraglio, quel classico lumicino musica sempre migliore e tante Erk Scutti. E per ora tutto sta sembra andare benone. È dura in fondo al tunnel di cui tutti noi altre cose... Alcune purtroppo andando alla grande!”. L’ultimo cambiare modo di suonare, visione abbiamo bisogno per andare anche negative, come il rapporto periodo è stato anche caratte- della musica a ogni album ma avanti”. andato male con la label tedesca rizzato da due importanti cambi noi lo abbiamo sempre fatto e lo www.figureofsixband.com 8 RockNow
DESIGN 800ART.IT www.queenextravaganza.com www.thewonder.co.uk www.jhonnywinter.net LUN 19/05/2014 > ROMA - CROSSROADS LIVE CLUB MAR 20/05/2014 > UDINE - TEATRO GIOVANNI DA UDINE GIO 22/05/2014 > PADOVA - GRAN TEATRO GEOX MER 21/05/2014 > MEZZAGOI (MB) - BLOOM CONCERTO IN COLLABORAZIONE CON DNA CONCERTI www.thewonder.co.uk MAR 03/06/2014 > MILANO - ALCATRAZ SAB 21/06/2014 > ROMA - ROCK IN ROMA www.imotorhead.com www.jbonamassa.com MAR 24/06/2014 > MILANO - IPPODROMO CITY SOUND GIO 26/06/2014 > FIRENZE - TEATRO COMUNALE JOE SATRIANI www.satriani.com MAR 01/07/2014 > SEGRATE (MI) - CIRCOLO MAGNOLIA GIO 03/07/2014 > REZZATO (BS) - CASCINA SAN GIACOMO VEN 04/07/2014 > GRADO (GO) - DIGA NAZARIO SAURO INFO: 02.6884084 - BARLEYARTS.COM - FACEBOOK.COM/BARLEYARTSPROMOTION
Il Settim LACUNA ` COIL RN RN video Settimo album per la heavy band italiana più amata all’estero, “Broken crown halo” è un altro tassello del percorso senza falle dei Lacuna Coil. E come sempre, è stato un piacere parlare con i due cantanti della formazione milanese, Andrea Ferro e Cristina Scabbia Di Daniel C. Marcoccia Foto Steve Prue “ Broken crown halo”, il vostro ultimo disco, è stato registrato a precedente. Siete d’accordo? Milano. Come mai questa scelta di lavorare a casa? C.S.: Sì, anche più cupo rispetto a “Dark adrenaline”. Cristina Scabbia (voce): È stata un po’ forzata perché l’intenzione A.F.: La produzione ha fatto un po’ di più la differenza sul suono che non iniziale era di andare a registrare a Los Angeles, agli NRG Recording sull’arrangiamento. Le strutture delle canzoni sono infatti quasi identiche Studios di proprietà del produttore del disco Jay Baumgardner. Avevamo a quelle dei demo. Kyle Hoffmann, l’assistente di Jay, un ragazzo già registrato lì “Shallow life”, tra l’altro. Poi, a causa di alcuni problemi giovanissimo che suona tutti gli strumenti, ci ha veramente spinti a osare familiari e delle necessità di alcuni di noi, siamo rimasti a Milano e alla di più sia a livello di suoni sia a livello di performance vocale. fine è venuto fuori qualcosa di diverso proprio per questo motivo. Il fatto di registrare in uno studio tra virgolette “vintage” come le Officine Da “Karmacode” in avanti mi sembra che il suono, bello pieno e Meccaniche ci ha dato la possibilità di sperimentare con delle attrez- potente, sia diventato una caratteristica fondamentale dei dischi dei zature e dell’equipaggiamento storico. Lacuna Coil. Sbaglio? Andrea Ferro (voce): Abbiamo usato anche dei vecchi ampli modificati, A.F.: Abbiamo ormai un nostro stile, che riconosci nelle canzoni. Sai soprattutto per le melodie. È venuto fuori un suono un po’ diverso, che sono i Lacuna Coil perché di certo non ci siamo messi a fare rap paradossalmente un suono nuovo con strumenti vintage. o reggae, però c’è un suono fresco ed è importante quando arrivi al “Broken crown halo” sembra un disco più heavy rispetto al settimo disco. 22 RockNow
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DESTRAGE ` Un contratto con una storica etichetta e un nuovo disco semplicemente perfetto sono il biglietto da visita della band Milanese per conquistare un pubblico sempre maggiore. In Italia e soprattutto all’estero. Mica stiamo scherzando! Di Sharon Debussy & Daniel C. Marcoccia Foto Emanuela Giurano RN RN video Scherzi a part 28 RockNow
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BLACK ` STONE CHERRY Il gruppo del Kentucky torna con “Magic mountain”, un nuovo e infuocato album i cui brani racchiudono l’energia, la forza e la passione caratterizzanti la loro musica dal vivo. Quarto lavoro di un percorso senza sbavature e capace di conquistare un pubblico sempre maggiore Di Silvia Richichi RN RN video A kind 34 RockNow
C on “Magic mountain” siete arrivati al traguardo del quarto studio album. Qual è la cosa che ti entusiasma di più a riguardo? Ben Wells (chitarra): Sono davvero molto entusiasta di poter finalmente suonare i nuovi brani dal vivo e non vedo l’ora che anche i nostri fan possano ascoltare il disco. Siamo davvero fieri del risultato e sono sicuro che anche loro lo ameranno. Cosa pensi distingua questo nuovo album dai vostri precedenti lavori? B.W.: Penso che sia la prima volta che siamo stati capaci di fare un album che sia davvero “Black Stone Cherry” e con ciò intendo che questo disco è forse quello che si avvicina di più al nostro sound dal vivo, senza che sia un album registrato dal vivo. Si tratta di un lavoro molto energico, molto rock, divertente ed emozionante, per il quale non abbiamo scritto canzoni indirizzate a un qualche format in particolare, come le radio per esempio, abbiamo semplicemente scritto canzoni dirette ai nostri fan. Secondo te, dove nel disco si sente maggiormente la vicinanza con la vostra musica dal vivo? B.W.: In ogni suo aspetto: dalla batteria alle chitarre, alla linea di basso. Abbiamo davvero avuto la possibilità di essere noi stessi, di comporre assoli e parti strumentali davvero cool. A volte, quando vai in studio, ti siedi con il produttore e ti viene detto di non fare determinate cose perché a lui non piacciono. Questa volta non è stato così, abbiamo lavorato con un produttore che in realtà ha portato alla luce il meglio di noi, è stato davvero incredibile. Per ricreare un sound simile alle vostre performance dal vivo, avete registrato tutti gli strumenti insieme? B.W.: Sì, abbiamo registrato le canzoni tutti insieme, abbiamo poi tenuto le parti di batteria e siamo tornati a suonare nuovamente le parti di chitarra e basso. Il suono riflette la nostra musica dal vivo perché in primo luogo abbiamo registrato tutti insieme, non separatamente. Quest’album è molto spontaneo, è grandioso! Nel disco vi sono molti assoli e parti strumentali. Come lavorate quando volete creare un assolo da inserire all’interno di un brano? B.W.: Beh, le parti strumentali sono frutto del processo di scrittura. In genere, quando ci piace un riff, prendiamo dei campioni. Cerchiamo di non pensare troppo alle nostre canzoni perché vogliamo che risultino naturali e, quando si tratta di quelle parti dove ci sono gli assoli, cerchiamo soltanto di trovare un riff che ci piace e proviamo a inserire l’assolo e vedere se nel complesso il risultato funziona. Se hai un riff giusto e inserisci un assolo, il tutto deve avere un senso: l’assolo deve essere in armonia con il resto della canzone, se c’è qualcosa che stona, allora torniamo a lavorarci. Non vogliamo fermarci ad avere come risultato solo qualcosa di “abbastanza buono”, continuiamo a lavorare fino a quando abbiamo il riff perfetto per l'assolo. Come definiresti le canzoni che compongono il disco? B.W.: Direi che ci sono diversi tipi di canzoni, alcune parlano delle fasi della band, di noi quattro, di cosa abbiamo attraversato e del fatto che ne siamo usciti positivamente. Ci sono poi “party songs”, canzoni divertenti e altre più emozionali. Principalmente, abbiamo solo cercato di scrivere testi con cui le persone potessero relazionarsi e basati su esperienze personali che abbiamo vissuto in prima persona, sia come individui che d of come band. Per “Magic mountain” avete lavorato con Joe Barresi. Come ha influito la sua personalità sul vostro lavoro e quali differenze avete trovato rispetto ai produttori con cui avete avuto a che fare in passato? B.W.: Joe è stato fantastico, ha davvero fatto uscire il meglio di noi, ci ha stimolati e messi alla prova. È stato il miglior produttore con cui abbiamo lavorato, è semplicemente incredibile. Penso che la differenza magic maggiore sia stata proprio la sua mentalità, voleva creare un album grandioso, dall'inizio alla fine. Alcuni produttori vogliono solo creare singoli di successo, canzoni radiofoniche e poi non si preoccupano molto del resto dell'album. Joe non è stato un produttore di questo tipo, voleva che creassimo canzoni fantastiche, che il disco avesse un sound figo, è una persona molto più organica e ciò è stato molto meglio. Ha portato alla luce un sacco di cose positive e il risultato sono solo le parti migliori, gli assoli per esempio. Diciamo che durante la registrazione è diventato come un quinto componente della band. RockNow 35
THE ` USED Il nemico a “Imaginary enemy”, il loro sesto album, lascia emergere il forte interesse della band per problematiche politiche e sociali. Il bassista Jeph Howard ci dà qualche delucidazione in più a riguardo... Di Silvia Richichi RN RN video Q uanto tempo avete lavorato alla realizzazione del vostro nuovo album “Imaginary enemy”, sia per quanto riguarda la scrittura che il processo di registrazione? Jeph Howard (basso): Abbiamo composto all'incirca 27 bozze di canzoni nell'arco di due mesi ma abbiamo poi deciso di scartare quanto avevamo fatto precedentemente e di ricominciare a lavorare da capo al disco quando siamo entrati in studio, riscrivendolo più o meno nel giro di un mese. Chi è il "nemico immaginario" del disco? J.H.: L'illusione, chiunque sia contro il vivere con integrità, le corporazioni dannose che hanno davvero il controllo sul mondo, le banche, i soldi, la guerra, l'avidità, le religioni. Non bisogna essere seguaci ma avere passione... I vostri album hanno sempre avuto una buona combinazione di canzoni potenti, alcune più lente e altre un po' più sperimentali”. Ascoltando il nuovo disco, sembra che, ad eccezione di qualche brano, avete dato maggior spazio a ritmi orecchiabili. Quali scelte 40 RockNow
alle porte musicali avete fatto per questo album e perché avete scelto “Cry” come primo singolo? J.H.: Siamo una rock band. Questo album inizia con le linee di chitarra di Quinn e il cantato di Bert. Non abbiamo pensato troppo ai ritmi, io e Dan ci siamo lasciati andare e fatti trasportare dalla corrente. Ogni nostro album è caratterizzato da diverse emozioni e sensazioni. Per questo disco non abbiamo usato una formula precisa, lo abbiamo messo insieme nel modo che ci sembrava fosse il più naturale. Abbiamo scelto “Cry” perché è la prima cosa che si fa quando si esce dal grembo materno. “Imaginary enemy” è chiaramente focalizzato su questioni politiche e sociali che stanno avendo un grande impatto sul mondo. Quando stavate lavorando al disco, c'è stato qualche evento contemporaneo in particolare che vi ha ispirato a scrivere? J.H.: Tutto ciò che toglie il diritto di vivere con libertà. Secondo te, qual è il nemico più grande che sia stato inventato nella nostra società negli ultimi secoli e quale influenza pensi abbiano avuto i media e Internet nella creazione di nemici immaginari? RockNow 41
ARCHITECTS ` Pochi gruppi sanno rivoluzionare il proprio stile, disco dopo disco, centrando sempre l’obiettivo. La band di Brighton è sicuramente tra queste, sempre alla ricerca di quella perfezione, a detta loro, ancora lontana.. Abbiamo incontrato il chitarrista Tom Searle Di Eros Pasi - Foto Ion Weiner RN RN video una questione di alchimia L a prima volta che arrivaste a suonare dal vivo in Italia, era di spalla ai Bring Me The Horizon. Da allora la vostra crescita è stata semplicemente mostruosa. Ci pensate mai a tutto ciò? Tom Searle (chitarra): Ricordo benissimo quel tour, ricevemmo minacce di morte e migliaia di insulti in Rete per via di un video che vedeva il nostro cantante picchiare Oli (Sykes, cantante dei Bring Me The Horizon, in una situazione creata ovviamente a tavolino tra le band e non certo reale - nda)! Sai, sinceramente non siamo persone che amano fermarsi a riflettere su ciò che è stato, o meglio, abbiamo ancora troppe cose da fare e vivere. Di sicuro c’è una cosa, ossia che siamo una band molto unita e che ha saputo andare oltre in momenti dove molti altri avrebbero perso la testa. Questa è la nostra forza. Di sicuro il matrimonio con Century Media non ha dato i frutti sperati… T.S.: È stata una situazione capitata in un momento assai delicato. Iniziavamo a essere conosciuti e stimati, suonavamo moltissimo in giro per il mondo e le grosse etichette cominciavano a informarsi su di noi. C’era grande euforia e il deal con Century Media ci ha permesso di confrontarci con un livello di music business che fino a quel momento non sapevamo manco cosa fosse. Dal canto nostro non possiamo dire nulla di negativo nei confronti della nostra ex etichetta, si sono sempre 46 RockNow
comportati in maniera molto professionale spingendoci il più possibile. Probabilmente, i problemi li avranno avuti loro non arrivando ai dati di vendita che avevano pronosticato… Di sicuro non siete caduti in basso firmando poi per Epitaph? T.S.: Assolutamente! Siamo da sempre grandi estimatori di questa etichetta che ha saputo cambiare il volto del proprio roster con il passare degli anni e dei vari trend. In poche hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco e sono proprio quelle che attualmente dominano il mercato. In fatto di cambiamenti credo nessuno sia più abile di voi? T.S.: Come ti dicevo prima, non amiamo fermarci. Siamo in tour ma i nostri laptop sono già carichi di nuovi riff in vista di futuri progetti. Ci confrontiamo quotidianamente su ogni aspetto legato alla nostra musica, vogliamo crescere, abbiamo fame artistica. Ora non vedeteci come dei nerd, abbiamo tutti delle vite normali ma una volta assieme si crea quell’alchimia che nemmeno io so descrivere. È fantastico. Mi incuriosisce sapere che rapporto avete con la religione. Il vostro merch, così come alcuni testi, mostrano una certa riluttanza verso questo tema o sbaglio? RockNow 47
DISCO DEL MESE Foto Emanuela Giurano recen DESTRAGE metalcore, thrash, progressive, rock’n’roll. Dualità e contami- nazione. Al di là delle singole track, “Are you kidding me? No.” nella più ampia visione dell’album emerge la volontà di proseguire nel percorso di approfondimento (Metal Blade) ★★★★ e perfezionamento di tutte le influenze e delle capacità tecniche di ciascuno dei membri della band, Se vi piacciono le etichette, avrete l’anno in cui decidono di giocarsi che raggiungono vette davvero sicuramente qualche problema a il tutto per tutto e mettono a fuoco impressionanti. Ricerca stilistica. inquadrare questo album. Parole le rispettive capacità tecniche e Nel contempo, l’unione dei cinque d’ordine: dualità, contaminazione, compositive per sfornare la prova talenti ci regala un sound compatto, ricerca stilistica, evoluzione. Breve definitiva. Lavoro, prove, idee, riconoscibile, sospinto da una serie excursus. Nati ufficialmente nel aggiustamenti, demo… in molti di riff incazzati e partiture schizzate, 2007 con l’attuale line-up e partiti se li contendono ma è la Metal ancora più evidenti che nei cifra stilistica dell’album, oppure nel 2009 con “Human being”, Blade, label da sempre attenta ai precedenti lavori. Evoluzione. La “Purania”, un brano che dà libero archiviato l’ottimo “The king is talenti del metal internazionale, verità è che “Are you kidding me? sfogo alla voglia di sperimentazione fat’n'old” nel 2010, la band arriva a mettere sul piatto la puntata No.” è un disco di caratura davvero del gruppo, con digressioni che a questa terza prova in studio con vincente. E i Destrage, merita- elevata, che non ha nulla da sconfinano nel jazz/swing. E che la responsabilità di dare adeguato tamente, conquistano il posto che invidiare ai cugini americani e molto dire di “My green neighbour”, seguito a track memorabili come ora come non mai hanno tutto da insegnare alla gran parte delle prima single track dell’album? Un “Neverending Mary”, “Tip of the il diritto di avere. Sotto l’egida band pseudo metal in circolazione. treno in corsa, un viaggio schizzato day” e “Jade’s place”, che non dell’etichetta di Brian Slagel, Non solo per la profondità e la dall’inizio alla fine. La title-track? solo gli fruttano la partecipazione a a marzo 2014 vede quindi la complessità di scrittura, ma anche Un’esplosione di chitarre infuocate palchi prestigiosi come l’Heineken luce “Are you kidding me? No.”. per la compattezza e la fruibilità del che danno tregua solo per il tempo Jammin’ Festival accanto a band Diciamolo subito, non è un disco sound che riesce a coinvolgere per necessario ad assestare il colpo come Red Hot Chili Peppers, ma per deboli di cuore. L’inesauribile tutti i 45 minuti. Basta approcciare finale. I Destrage andranno lontano contribuiscono anche a creare un capacità compositiva della band la traccia “Destroy create transform e noi li guarderemo, già nostalgici, crescente seguito nella già densa ci regala a questo giro una serie sublimate” per rendersi conto della andare via, dove meritano di stare. attività live della band. Il 2013 è di contaminazioni disparate tra complessità, della tecnica e della Sharon Debussy 52 RockNow
nsioni BLOODY MARY “Anno zero” (Valery Records/Frontiers/Audioglobe) ★★★ I Bloody Mary sono un altro esempio di rock/metal band italiana che deve guardare al mercato estero per sfondare. Attivi fin dal 2000, questo “Anno zero” è il loro terzo full-length, che succede all’ottimo “Party music for graveyards”, datato 2010 e dal buon riscontro oltre PRONG “Ruining lives” (SPV/Audioglobe) ★★★★ Autori di almeno tre album che definire seminali è un eufemismo (ogni metal-head degno di questo nome dovrebbe possedere come minimo sindacale “Beg to differ” e “Cleansing"), i Prong del 2014 non sono più (ahimé) al centro della scena come vent’anni fa, THE USED “Imaginary enemy” (Hopeless Records) ★★★ I The Used arrivano al sesto album in studio con “Imaginary enemy”, un lavoro che parte a piena potenza con “Revolution”, brano dove chitarre incalzanti e ritmi serrati si sposano con voce aggressiva, che in alcuni tratti si lascia andare all’urlato. Il disco, che ha ★★★ nu rock dall’inizio alla fine, anche se in fin dei conti sono solo pochi i brani che davvero risaltano. MEMPHIS MAY FIRE “Unconditional” (Rise Records/Warner) Silvia Richichi Quarto album per i Memphis May Fire, “Unconditional” testimonia l’ennesimo passo confine. Specialmente in ma il trio capitanato da Tommy i suoi momenti di maggior vigore avanti nella carriera di una delle Germania, terra in cui chi suona Victor è ancora in grado di in brani come “A song to stifle band simbolo del movimento goth rock al confine con il metal scrivere e registrare un bel disco, imperial progression (a work in metalcore. Una prova matura, trova terreno più fertile che e queste undici nuove tracce progress)”, “Immaginary enemy” completa e fedele a tutto quanto altrove. Non posso che sono qui per dimostrarlo anche ai o “Cry”, non prosegue però sulle fatto in passato. Spesso in bilico confermare quanto già molta più scettici e smemorati. “Ruining stesse corde e lo si può capire a tra metalcore e post-hardcore, il stampa specializzata scrisse di lives” è un album piacevole e partire da “Make believe”, dove disco ben incarna il genere di “Party music…”, i Bloody Mary praticamente inattaccabile, un vengono prese direzioni riferimento e basterà un rapido continuano a essere un gran bel set di canzoni che sanno unire decisamente più melodiche, se ascolto di “No ordinary love”, gruppo con un ottimo senso metal, sperimentazione (oggi la non persino “poppeggianti”, con “Sleepless nights” e “The rose” della melodia e un songwriting si chiama “math”…), hardcore ritmi che in un modo o nell’altro per conquistarvi. Breackdown, raffinato e stiloso che oggigiorno newyorkese e melodie sempre finiscono per imprimersi nella melodia, metal, cori... non manca non è caratteristica così accessibili ma mai banali. testa (come nel caso di nulla. A fronte del talento comune. Praticamente tutti i Insomma, la formula vincente su “Evolution”, “Force without espresso, avrebbero forse potuto pezzi del disco si memorizzano cui i Prong hanno costruito una violence” o “Overdose”). Non si spingere più sull’accelleratore e all’istante e non è senza carriera ventennale! E che ha sono fatti mancare neppure sperimentare nuove soluzioni, ammirazione (sia chiaro!) che ho portato nomi quali Nine Inch anthem da sing-a-long ma una volta giunti alla fine non trovato “Anno zero” come uno Nails, White Zombie e Pantera a assicurato: ascoltando resta che approvare le scelte dei dischi italiani più “furbi” degli citare Tommy Victor e soci come “Generation throwaway” o fatte da Mullins e compagni e ultimi mesi. influenza fondamentale del loro “El-oh-vee-ee” viene infatti voglia riascoltare con piacere quanto Luca Nobili sound. Scusate se è poco… di intonarne i cori. Un album che offerto. Luca Nobili si fa ascoltare con piacere Piero Ruffolo FIGURE OF SIX “Brand new life” Foto Jon Weiner (Heartlines Music/Pirames International) ★★★★ “Brand new life” è il terzo album dei Figure Of Six, ma non è “nuovo” nel senso stretto del termine. Una prima versione del lavoro era infatti uscita in alcuni paesi europei già nel 2012, ma solo ora i ragazzi sono riusciti a siglare un deal per un lancio globale sulle varie plattaforme digitali. Che dire, sarebbe stato un peccato se “Brand new life” non fosse risorto in rimaste- ARCHITECTS rizzata veste, visto e considerato “Lost forever // Lost togheter” che i Figure Of Six sono una (Epitaph/Self) ★★★★ delle più interessanti band italiane di metal moderno! Che gli Architects siano una band fuori dalla norma e capace di sorprendere disco dopo Capaci di coniugare orecchia- disco è cosa ormai risaputa. “Lost forever // Lost togheter” è il tipico album che emana bilità, radici hardcore punk, entusiasmo, che suona quasi come una rivincita verso chi dava il combo di Brighton chitarrone metal e quel po’ di prossimo alla fine. Di sassolini da togliersi dalle scarpe, Sam Carter e soci ne avevano elettronica che non guasta, ai parecchi, da un matrimonio discografico andato a rotoli a una schiera di vecchi fan che nostri eroi manca davvero poco li additava ormai come commerciali, imput che hanno sicuramente influito positivamente per poter guadagnare pubblico e nella stesura di questa nuova produzione. Stiamo parlando di una sorta di ritorno agli visibilità. La title-track e “My albori, condita da una maturità ormai raggiunta, un mix tra “Ruin”, “Hollow crown” e il lato perfect day” sono due ottimi più prog e malinconico di “Daybreaker”. Sempre molto interessanti i temi trattati nei testi, che evidenziano singoli, cercateli su YouTube e la volontà dei nostri di non fermarsi alle apparenze, approfondendo discorsi a tema sociale già toccati nei avrete la prova che questa è precedenti lavori. Un applauso infine a Epitaph che, dopo essere stata per anni un punto di riferimento per una band da tenere d’occhio. E la scena punk-rock mondiale, può vantare oggi un roster interessantissimo anche in chiave alternative metal, che RockNow ci ha preso anche con nomi di punta come Parkway Drive, Bring Me The Horizon e, appunto, Architects. questa volta! Eros Pasi Luca Nobil RockNow 53
ROCK/POP BAND OF SKULLS “Himalayan” (Electric Blues/Self) ★★★★ Ne hanno fatta di strada I Band Of Skulls dai tempi dell’uscita del loro debut album nel 2009. “Himalayan” è un disco arioso, potente e incredibilmente descrittivo. Un lavoro curato nei minimi particolari che riporta in auge in pompa magna quelle distorsioni “al Vox” che in questo 2014 stanno dando serio filo GAMBARDELLAS “Ashes” (Big Wave Records) ★★★★ A un anno dal debutto con il riuscito album “Sloppy sounds”, i Gambardellas fanno il recen loro ritorno con un EP composto da quattro brani decisamente riusciti. Queste canzoni hanno un taglio più scarno, senza troppi fronzoli, e proprio per questo risultano particolarmente accattivanti. MANAGEMENT DEL DOLORE POST-OPERATORIO “McMao” (Color Sound Indie/MArteLabel/Universal) ★★★★ Terza prova per la scoppiettante band di Lanciano, che conferma alla grande quanto di buono mostrato finora. Almeno a mio avviso. Pare infatti che alcuni critici, senza addentrarsi troppo nel Tanta franchezza, oggi, può essere sconveniente. Ma è il rock, bellezza. FONOKIT “Fango e bugie” Nico D’Aversa (La Rivolta Records/Self) ★★★ Secondo album per la band salentina, a quattro anni dall’ottimo “Amore o purgatorio”. Il frontman Marco Ancona, dopo la lunga e proficua simbiosi con il da torcere ai “multieffects” di tante La title-track si apre con un organo, merito, non abbiano ancora digerito grande Amerigo Verardi, si band ben più blasonate. I Band Of prima di lasciare spazio a un bel la provocatoria performance sul concentra sul suo progetto Skulls affidano l’apertura ad “Asleep riffone di chitarra e a un ritornello da palco del Primo Maggio dello principale portando alla luce un at the wheel”, un hard blues che canticchiare dopo mezzo ascolto. scorso anno. Come al solito concept dedicato alla menzogna in sembra non avere data di scadenza, “One in a million” è un gran pezzo preferiamo che sia la musica a tutte le sue sfaccettature: dal avrebbe potuto essere tranquil- rock, diretto ed efficace. Glenda e parlare. Il rock funk dei MaDe sistema politico che occulta le lamente registrato nel 1971 nello Grethel Frassi (rispettivamente DoPo è davvero adrenalinico e verità per addolcire le masse, alle studio adiacente a quello degli Zepp. chitarrista e tastierista) sono diventate ispirato, i testi di Luca Romagnoli bugie nei rapporti interpersonali Si prosegue con la title-track del due elementi fondamentali della band mostrano sempre un’elevata con la spirale degli sbagli che ne disco, “Himalayan”, naturale guidata da Mauro Gambardella qualità di scrittura e affrontano con conseguono, fino alle autoillusioni proseguimento stilistico della (batteria e voce), anche per via del lucidità e genio temi importanti che sanno tanto di solitudine. precedente, avvalendosi addirittura di loro prezioso contributo ai cori. Stesso senza perdersi in sofismi come “Fango e bugie” suona meno “certi” stop and go. Credo di avervi discorso per “Devils”, un rock ballabile spesso succede nella “scena indie” sperimentale e molto più sporco e incuriosito abbastanza, il resto del grazie al suo groove funky e alle sue contemporanea. In primo piano le ruvido rispetto al disco precedente, disco godetevelo voi, garantisco io atmosfere seventies. In chiusura, una infuocate “La scuola cimiteriale”, avvicinandosi maggiormente alla (non dimenticate queste due parole: riuscita cover di “I got mine” dei Black “Coccodè”, “Oggi chi sono”, “La dimensione live. Tra i pezzi più “blues on”). Segnalo la splendida Keys. Se questo EP anticipa il pasticca blu”, “Il cinematografo”. interessanti, oltre alla title-track, quinta traccia “Nightmares”, un vero e prossimo album dei Gambardellas, Ma anche i pezzi più ovattati, molti troviamo “Camden Town ormai ci proprio viaggio stilistico e mentale. non possiamo che esserne felici. di più rispetto ad “Auff!!”, danno illude”, “Sotto la luna” ed “È una Mattia Borella Daniel C. Marcoccia prova di reale talento e maturità. sfida”, con lo stupefacente featuring di Caparezza. BLACK STONE CHERRY Nico D’Aversa “Magic mountain” ROSÀRIO (Roadrunner Records/Warner) ★★★★ “Vyscera” (In The Bottle Records/Audioglobe) Che i Black Stone Cherry fossero degli ottimi musicisti lo si sapeva già e il loro quarto album in studio, “Magic mountain” lo ha ancora una volta confermato. Un disco di qualità che da cima ★★★★ a fondo riesce a racchiudere ed esprimere la grinta e la passione che caratterizzano la loro musica dal vivo. Prodotto da Joe Barresi, il disco lascia largo spazio a parti strumentali e graffianti assoli, come Si presentano in “Peace pipe” o “Blow my mind”. Un riuscitissimo mix di brani pesanti (per esempio “Holding on... to letting go”, davvero bene i “Fiesta del fuego” o “Never surrender”), canzoni orecchiabili e accattivanti (in primis il singolo “Me and Mary Jane” padovani Rosàrio, e “Hollywood in Kentucky”) e persino ballate scalda cuore come “Sometimes”. Questi ragazzi del Kentucky, il rock nulla da dire. puro lo hanno nel sangue e “Magic mountain” ne è una prova vincente. Copertina di gran Silvia Richichi impatto, cd racchiuso in una originale confezione in metallo, sette belle canzoni… come EP di debutto per una band insieme da un anno è impossibile eccepire alcunché.“Vyscera” è… sì, è un disco viscerale esattamente come lo psichedelico titolo lascia intendere. È rock sporco di polvere come quello di Kyuss e Fu Manchu, è irruento e incontrollato come solo una registrazione in presa diretta può essere, è ruvido grezzo e maleducato come lo era il rock&roll nei favolosi seventies. E le chitarre urlano disperate, una delizia per le orecchie di chi ama lo stoner suonato con palle e cuore. Ecco, ci sono, “Vyscera” è un vero disco di altri tempi. Com’è giusto che sia, che ognuno scelga se questa è assoluta eccellenza o stantia noia retrò: il mio voto è per la prima. Luca Nobili 54 RockNow
nsioni THE ELEMENTS “Mister Orange” (Autoproduzione) ★★★ Tanta energia in questo primo lavoro dei bravi The Elements. La loro musica si segnala infatti per le grosse chitarre che vanno a caratterizzare le canzoni del disco. La title-track, l’ottima “Americana”, “The king”, “Pathetic” o ancora la nervosa “Wasting time” non peccato averle scoperte soltanto adesso. L'avvertimento lanciato nel titolo è decisamente eloquente: uomo avvisato... si dice. Alla domanda “avete mai pensato ad altri componenti della band”, la cantante/ chitarrista Becky Black e la batterista Maya Miller hanno le idee ben chiare: “Nope” è stata la risposta. A ragione, sono solo in due, ma bastano e avanzano. Un bel “power duo” dalle atmosfere garage anni '90 (sapete quanto io sia nostalgica a riguardo, ndr.), con qualche leggera influenza noise. Girls rock! Arianna Ascione ROCK/POP nascondono affatto la passione della band per il power rock americano e WE ARE sorprendono per i loro arrangiamenti efficaci. Discorso che vale anche per CATCHERS “We are catchers” l’attenzione particolare ai ritornelli, (Domino/Self) sempre potenti e per questo efficaci. Prodigiosa “Something in summer”, ★★★ che arriva nelle orecchie a tutta velocità, mentre in chiusura troviamo È un pop venato di una bonus track cantata in italiano una nostalgia che non (“Reazione”). Quest’ultima non è scade nella tristezza, affatto male ma, di sicuro, l’inglese si nella malinconia, nel presta molto meglio a questo genere revival furbetto, quello musicale. Una buona prima prova che di We Are Catchers (nome collettivo e lascia ben sperare per il futuro. plurale che nasconde individuo Daniel C. Marcoccia maschile singolare, Peter Jackson, aiutato dall’ex Coral Bill Ryder-Jones). THE FOTTUTISSIMI La tessitura musicale dell’album è infatti ricca, variegata, ben “Mercoledì#Babilonia” confezionata, senza sbavature, (Divinazione/Terzo Millennio) equilibrata: pur essendo innegabili i ★★★ richiami a certe sonorità anni 60 (il primo pensiero, ovviamente, va ai Il rock’n’roll giovane, Beach Boys), Jackson regala ai propri divertente, diretto e ascoltatori 10 pezzi freschi e leggeri senza mai troppi dotati di personalità propria (e di fronzoli. Questi sono i coretti irresistibili). Elegante l’incipit di Fottutissimi, con un “Water’s edge”, coinvolgente “Tap tap album dal titolo incomprensibile ma tap”, sognanti “Over the hill” e simpatico ed energico come la “Thousand steps”. musica che contiene. A tratti si è spinti Ilaria Ferri a schiacciare il tastino “traccia seguente”, forse per via di alcuni testi WE ARE e certi passaggi scontati o che sanno di “già sentito”, ma per quanto SCIENTISTS “Tv en Français” riguarda la produzione (Jason (100% Records) Carmer) e la voglia di divertimento che trasuda da ogni traccia, si ha la ★★ sensazione di non riuscire a staccare Quinto album in studio mai il piedino dall’acceleratore del per il terzetto ritmo. “You will survive” insieme a californiano, “Tv en “Onde” rappresentano due piccoli Français” vede anche capolavori di questo album indie che la partecipazione di vuole “sapere” di internazionale con il Tim Wheeler (non sarò l’unica a coraggio di tenere a testa alta la ricordare gli Ash, no?) e Rose Elinor lingua italiana e “l’italianità” dell’espe- Dougall (Pipettes, Mark Ronson). La rienza che ha forgiato i testi. ricetta è semplice: indie-rock molto Mattia Borella “pulito”, atmosfere catchy, echi dal THE PACK A.D. passato, il tutto mescolato senza però ottenere un amalgama di particolare “Do not engage” intensità. Da ascoltare, comunque, (Nettwerk/Self) “Dumb luck”, percorsa da venature ★★★★ elettriche e sottili rimandi post-punk (presenti anche in “Overreacting”) e Le Pack A.D. sono una “Sprinkles”, ritmicamente riuscita; realtà canadese “Make it easy”, invece, porta alla davvero molto mente gli Smashing Pumpkins e gli interessante. Sono in U2. Non mancano buone intuizioni (e giro da diversi anni e buone intenzioni), ma nel complesso “Do not engage” è già il loro quinto il disco convince a metà. album in studio, ma è un gran Ilaria Ferri RockNow 55
METAL BLACK LABEL SOCIETY “Catacombs of the black Vatican” (Mascot Records) ★★★ Adoro Zakk Wylde. Letteralmente. Credo che il suo modo di interpretare la chitarra sia l’essenza stessa dell’heavy metal e che come conseguenza diretta non si può amare il metal senza recen vibrare ascoltando i riff e i solo di Zakk. La saga della sua creatura Black Label Society si arricchisce con “Catacombs of the black Vatican” (thumbs up per il titolo!) Foto Steve Prue del decimo capitolo di una storia quindicennale. E non è che debba sforzarmi più di tanto per introdurvelo, visto che il genere dell’album è quel metal un po’ southern e un poco stoner che LACUNA COIL Zakk suona con i BLS da anni. “Broken crown halo” Senza bisogno di rivoluzioni per (Century Media/Universal) ★★★★ rimanere originale e attuale. Paragonato al passato, ammetto Settimo album per i Lacuna Coil e ancora una volta un disco che conferma attitudine, personalità e stile (inconfondi- che “Catacombs…” risulta un bile) della più internazionale delle band di casa nostra. Magistralmente prodotto da Jay Baumgardner, “Broken crown poco inferiore al precedente (ed halo” è un lavoro più crudo nei suoni, che si apre prepotentemente con “Nothing stands in our way”, seguita dalla enorme!) “Order of the black”, stupenda “Zombies”, dove le due voci di Andrea Ferro e Cristina Scabbia si inseguono e sovrastano in una micidiale ma fa sempre la sua “porca (per le vostre orecchie) cavalcata epica. “Hostage to the light” è una gemma di puro metal melodico mentre “Die and figura”, come si suol dire! Ed è rise” alza parecchio il tiro in fatto di potenza, prima di aprirsi in un ritornello che entra in testa fin dal primo ascolto. impreziosito da una emozionante Altri brani da segnalare di un disco che non perde mai colpi sono sicuramente le più pacate “Cybersleep” e “One cold “Angel of mercy”, forse la canzone day”, nonché “In the end I feel alive” che farebbe la sua porca figura in qualsiasi film d’azione americano. E poi c’è “I più bella nella storia della band. forgive (but I won't forget your name”), perfetta nel suo mix efficace tra potenza, melodia e ritornello che arriva dritto Luca Nobili in faccia. Mi basterebbe citare quest’ultima canzone per spiegare perché mi piacciono i Lacuna Coil. I quali, intanto, hanno fatto ancora una volta centro. Daniel C. Marcoccia DOWN “Down IV - Part II” (Roadrunner Records/Warner) ★★★★ ICED EARTH PINO SCOTTO WARKNIFE “Plagues of Babylon” “Vuoti di memoria” “Amorphous” Nato come (Century Media) (ValerY Records/Frontiers/Audioglobe) (Memorial Records/Andromeda) side-project/ supergruppo a inizio ★★★★ ★★★ ★★★ degli anni ’90, la Gli americani Iced Sono passati due Positivo passo in storia dei Down è più Earth continuano a anni da “Codici avanti per i unica che rara: da passatempo di non sbagliare un kappaò” ed è arrivata salentini Warknife cinque musicisti uniti dall’amore per colpo! Successore l’ora di un nuovo che, dopo un New Orleans e dalla passione per dell’ottimo album per l’inossi- debutto lo stoner rock a vero e propria “Dystopia”, uscito 3 anni orsono dabile Pino Scotto: uno dei pochi veri discografico death metal band. Di successo per giunta. (che vedeva il debutto dietro il rocker che l’Italia è riuscita a oriented, hanno optato per “Down IV - Part II” è la quinta fatica microfono dell’ex-Into Eternity partorire. Questa nona fatica qualcosa di più appagante sotto in studio per il quintetto della Stu Block), “Plagues of Babylon” discografica è all’insegna del il profilo stilistico: la sperimen- Louisiana, un EP che è seguito è il tipico disco classic metal che divertimento, con dieci classici della tazione. “Amorphous” è un disco logico di “Down IV – Part I” uscito ti aspetti… con la non indifferente musica italiana ed internazionale e grezzo, ben congeniato e un anno e mezzo orsono. Sei discriminante del superbo due inediti. La prima metà delle strutturato in maniera tale da tracce di ottimo livello che riportano songwriting ad opera del tracce è dedicata al cantato in lingua non permettere una collocazione l’orologio musicale dei Down chitarrista Jon Shaffer, vera madre, tra cui (oltre all’inedito “La ben definita in chiave stilistica. indietro fino al primo disco “NOLA”. mente e leader indiscutibile della resa dei conti”) spiccano le ottime Al suo interno trovano spazio Il rock psichedelico torna a farla da band. Gli Iced Earth sono la interpretazioni de “Il chitarrista” di post-hardcore, melodic death padrone, proiettando l’ascoltatore miglior classic-metal band a Ivan Graziani e “Svalutation” di metal, qualcosa di sludge e in un trip sonoro dove la voce di stelle e strisce e, per i cultori di Celentano. Nella seconda parte è richiami rock. Un insieme di Phil Anselmo e la chitarra di questo suono, “Plagues of invece l’inglese a farla da padrone, e elementi che ha dato frutti Pepper Keenan indicano la via... Babylon” è praticamente un a mio parere i pezzi che meglio si sorprendenti, merito di una band della perdizione! Un disco partorito ascolto mandatorio. Chi segue il sono adattati alle corde vocali sono tecnicamente dotata e di buone da musicisti che sanno coniugare metal nelle più disparate forme quelli bluesy: “Heartbreak hotel” e idee che hanno permesso loro di talento e energia come fosse la dovrebbe dare comunque una “Still got the blues”, decisamente ben tentare strade tutt’altro che cosa più facile del mondo. Merce chance a un disco ben suonato, riuscite! Il tutto, come spesso nei usuali. Consigliato a chi non si rara di questi tempi, proprio come i prodotto e concepito come lavori di Pino Scotto, accompagnato accontenta del classico disco side-projects ben riusciti. questo! da collaborazioni eccellenti. stereotipato. Luca Nobili Luca Nobili Luca Nobili Giorgio Basso 56 RockNow
nsioni COMEBACK KID “Die knowing” (Victory Records) ★★★ Che botta di vita ragazzi. Da tempo i fan della band canadese aspettavano questo disco. I Comeback Kid ci avevano infatti lasciati nel 2010 con un album difficile da eguagliare (“Symptoms + cures”). A mio avviso, si sono dati da fare parecchio e hanno sfornato un STIFF LITTLE FINGERS “No going back” (Pledge Music) ★★★★ Dopo 11 anni dalla loro ultima fatica in studio, gli Stiff Little Fingers tornano con il decimo album. La line-up della band di Belfast vede oggi Jake Burns (voce e chitarra), leader indiscusso del gruppo nonché unico membro del punk resta intatto (come nella tradizionale “Guilty as sin”), ma viene anche aggiornato grazie a una produzione di livello. “No going back” è l'ideale punto d'inizio per le nuove generazioni. KEVIN SECONDS “Off Stockton” (Rise) ★★★ Andrea Rock Diciamocelo, le parole “acoustic solo album” sono TEENAGE BUBBLEGUMS/ MALADROIT PUNK/HC dategli una possibilità. Magari prima di aver finito la bottiglia. Stefano Russo “Valentine’s day split” (Monster Zero) ★★★★ Split su 7” uscito il giorno di San Valentino tra due delle migliori pop/ signor disco, come al solito pieno permanente, Ali McMordie ormai cosa di tutti i punk band di velocità, ritmi taglienti e testi (basso) che militò nella band per giorni sul pianeta emergenti del panorama cattivissimi! Il primo singolo circa 15 anni tra il '77 e il '91, per punk/rock. Questa volta è il turno Europeo: i nostrani Teenage estratto dall’album è “Should know poi tornare in pianta stabile dal del frontman dei 7 Seconds, che Bubblegums (da Forlì) e i better”, del quale è stato girato un 2006, Ian McCallum (chitarra dal si aggiunge così alla lunga lista Maladroit da Parigi. Come nella video malatissimo in un officina tra 1993 a oggi) e Steve Grantley di punk rocker che, a un certo migliore tradizione punk/rock, le moto, birre e tv spaccate! Tra i (batteria dal 1996 a oggi). Cosa punto della loro carriera, band si dividono un lato a testa pezzi migliori, ci sono sicuramente aspettarsi da una band con una imbracciano la chitarra acustica e del 7”, con due pezzi per “Beyond” e “Lower the line”. Anche così lunga esperienza? Un disco mostrano le proprie doti di entrambe, proponendo quattro in questo nuovo lavoro, infine, non fresco, attuale, potente e songwriting. “Off Stockton” ci eccellenti tracce in pieno stile mancano le collaborazioni: con godibile. Le chitarre si sposano mostra il lato country/folk di “Ramones-core”. Naturalmente, Poli dei Devil In Me (“Losing benissimo con la voce di Jake e Kevin, che pesca a piene mani per rimanere in tema con il senso sleep”) e con il vecchio cantante il disco ha un ottimo tiro fin dai da tutto ciò che potrebbe uscire dello split, tutte le canzoni sono della band Scott Wade (“Full primi brani. Vanno segnalate le dal giradischi di una distilleria di d’amore. Un vero must per tutti i swing”). Se siete amanti bellissime “My dark places” e “I whisky del Tennessee e lo fan del genere, sia per la qualità dell’hardcore anni ’90, non fatevelo just care about me”, “Don't mind differenzia dalla gran parte dei dei pezzi che per la bellezza del sfuggire! me” che ricorda le atmosfere suoi colleghi di cui sopra, più prodotto. Insomma, un disco che Michele Fenu degli ultimi Dr.Feelgood nelle legati al classic rock americano. nella vostra collezione non può strofe e “Throwing it all away”. Se in casa avete una bottiglia di assolutamente mancare. THE MENZINGERS Il sound che li ha resi un'icona scotch invecchiato a sufficienza, Andrea “Canthc” Cantelli “Rented world” (Epitaph/Self) ★★★ Caparezza, in un suo CHUCK RAGAN vecchio singolo, “Till midnight” diceva che “il (Side One Dummy/Rude Records) ★★★★ secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista”. Più che il secondo, io direi che il disco più difficile è quello post-esplosione. È il caso dei Menzingers, che con questo “Rented world” pubblicano il loro secondo lavoro per Epitaph e danno un seguito al fortunatissimo e pluriacclamato “On the impossibile past”. Il quartetto di Scranton, Pennsylvanya, è stato nel frattempo proiettato nella stratosfera del piccolo universo punk/rock, diventando rapidamente uno dei punti di riferimento tra i nuovi nomi della scena. Il ché, come spesso accade, si traduce in una piccola ma pericolosissima parola: pressione. Il risultato è un disco che convince solo a metà, con una Seguo Chuck Ragan da tempo e ho ben presente la sua produzione quando mi appresto manciata di brani all’altezza delle ad ascoltare quest’ultimo “Till midnight”. Il singolo che apre il disco è già un brano da aspettative e altri, invece, in un antologia: senza distaccarsi troppo da ciò a cui ci aveva abituato, Chuck torna a emozionare limbo non meglio definito tra grazie alla sua voce roca, particolarmente d’effetto su una base musicale dalla struttura tentativi di evoluzione timidamente semplice e diretta. L’approccio al discorso “full band” che vede Jon Gaunt al violino, Joe accennati e (forse) strizzatine Ginsberg al basso, Todd Beene alla steel guitar e David Hidalgo Jr. dei Social Distortion alla d’occhio non troppo convinte al rock batteria, non snatura il songwriting del frontman degli Hot Water Music. Difficile segnalare un brano più mainstream. Non malaccio, piuttosto che un altro, in quanto il disco scorre bene dall’inizio alla fine. A metà album, c’è anche il gradito ritorno di dopotutto, ma nell’anno in cui “Bedroll lullaby”, che i conoscitori di Chuck ben conoscono, dai sui trascorsi con la compagine del “Revival tour”. A Against Me! e Lawrence Arms precederlo di circa un anno, era stato il suo amico/collega Dave Hause, passato anche lui dal “semi acustico” a un pubblicano due dischi pressoché disco con una backing band, ma con “Till midnight” siamo a un altro livello. Si ringrazia come sempre il Boss, da tre perfetti, questo purtroppo non basta anni a questa parte, vero e proprio punto di riferimento per questi songwriter dal passato punk. per confermarsi al top. Andrea Rock Stefano Russo RockNow 57
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