Cambia il tuo sguardo - I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia - ACLI Bergamo
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Cambia il tuo sguardo I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia BABEL N° 4 ottobre 2020 Rivista semestrale a cura delle Acli Provinciali di Bergamo
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 EDITORIALE Ci salveremo insieme o non ci salveremo di DANIELE ROCCHETTI Presidente ACLI Provinciali di Bergamo “D a settimane sembra mondo. Lo sapevamo anche pri- ne le storie che abbiamo raccolto che sia scesa la sera… ma, forse lo abbiamo ripetuto più in questo numero di BABEL. “La- presi alla sprovvista da volte quando parlavamo di Hiro- voratori essenziali”, nuovi cittadi- una tempesta inaspettata e furio- shima e di pace, di ambiente e di ni italiani, che si sono impegnati sa. Ci siamo resi conto di trovarci Amazzonia, ma facevamo fatica a per la comunità: nella costruzio- sulla stessa barca, tutti fragili e crederlo. Ce lo ha ricordato invece ne dell’ospedale della fiera, con disorientati… ma tutti chiamati con lucidità, quella sera, il papa numerosissime raccolte fondi a remare insieme, tutti bisognosi della Laudato Sii che già cinque (specie all’interno delle comunità di confortarci a vicenda. Su que- anni prima scriveva che “tutto è religiose), in quanto lavoratori e sta barca… ci siamo tutti”. connesso”. professionisti, con le proprie at- tività commerciali ... mettendo a Così papa Francesco la sera di Prima del Coronavirus tra noi c’e- disposizione ciò che si aveva. venerdì 27 marzo 2020 in una ra chi parlava di confini presidiati Piazza San Pietro vuota, illumina- e di frontiere chiuse. E’ arrivato Nei prossimi mesi ci aspetta una ta dai lampioni e bagnata dalla un virus che non ha chiesto per- faticosa ripartenza che rischia di pioggia. In quelle settimane du- messo a nessuno. Per vincerlo segnare un’ulteriore faglia tra chi rissime, abbiamo sperimentato sono arrivati, anche nella ber- ce la farà e chi farà ancora più fati- di sentirci parte di una comunità gamasca, medici russi e cubani, ca, tra chi si troverà sulla scialup- di destino planetaria, più grande cinesi e albanesi. Perché il Covid pa e chi sarà molto più esposto del perimetro nazionale. In un ha frantumato il mondo ma lo alla tempesta perché ha meno mondo globalizzato, complesso, ha anche rimpicciolito. E ci ha strumenti per difendersi. Dice un interconnesso abbiamo compre- fatto sentire tutti più vicini. Lo canto gospel che “ci salveremo so come ogni piccolo evento lo- abbiamo visto anche nelle nostre insieme o non ci salveremo”. Non cale possa avere conseguenze su comunità. Tanti gesti di concreta dimentichiamo. Anche in terra scala mondiale. Nel male come solidarietà, di attenzione. Senza bergamasca. nel bene. Per questo, come ripe- distinzioni tra italiani e stranieri, te spesso Mauro Ceruti servono solo il desiderio di molti di met- nuovi paradigmi che ci portino tersi a servizio delle persone. Di ad accettare la complessità del questo desiderio sono espressio- 4 5
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 EDITORIALE Questione Sommario di sguardo di MONICA MAGGIONI Giornalista, ex Presidente RAI U na questione di sguardi e di da umana è fatta, appunto, di intrec- pag. 8 Mille mondi al lavoro volti, credo sia questo alla ci tra storie di uomini, di persone. I lavratori essenziali fine il senso del percorso Significa dunque avere uno sguardo pag. 14 che farà chi avrà modo di addentrarsi su quello che ci circonda che permet- Mille mondi a scuola in questo numero di Babel. E, in fon- ta di non dimenticare la dimensione Vicini a distanza do, sono proprio queste due parole dell’«altro»: un soggetto con una pag. 20 a fare tutta la differenza del mondo. storia che appare profondamente Mille mondi a tavola Il ricettario di Babel Innanzitutto i volti. E’ proprio guar- diversa dalla nostra, e diventa inve- dando il volto delle persone che vi si ce prossima quando decidiamo di pag. 28 Molte fedi nella preghiera legge la storia, il cammino, il vissu- accorciare la distanza, di parlare, di Il lockdown raccontato dalle comunità to, le sofferenze, i sogni. Per questo avvicinarci a scoprire la ricchezza e pag. 36 credo che ricominciare a interpretare la complessità di mondi di cui nem- Mille mondi nel tempo libero quello che ci circonda attraverso il meno supponevamo l’esistenza. Lo Un’estate altra volto delle persone possa davvero sguardo sugli uomini è quello che essere un esercizio prezioso per la conduce al viaggio di gran lunga il nostra crescita collettiva, per il nostro più avvincente di tutti quelli percor- sviluppo di comunità umana. In tanti ribili anche dal viaggiatore più av- anni passati a raccontare i paesi più venturoso. Riserva scoperte sorpren- distanti, le situazioni estreme, nes- denti, e alla fine, permette di andare sun elemento mi è stato mai di aiuto verso la costruzione di un mondo di per capire le cose, quanto il volto uomini in cui la dimensione politica, delle persone. Comprendere i dati ideologica o sociale parta dal pre- della complessità (i fattori economi- supposto che ognuno è, alla fine, il ci, gli intrecci politici, le dinamiche prodotto di una storia di vissuti, di di potere) è essenziale per restituire eventi subiti e di volontà agite, e di ai lettori un quadro credibile e serio opportunità. Quelle che ci sono state di un paese, di una realtà lontana; date o quelle che, ogni giorno, sap- ma guardare in faccia le persone è piamo costruire per gli altri. il pezzo che fa la differenza, quello irrinunciabile. Insomma è un modo per sottolineare - anche quando sembriamo scordarlo - che la vicen- 6 7
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 MILLE MONDI AL LAVORO C hi sono i lavoratori essen- ziali? Se n’è parlato tanto nel tempo appena concluso, at- traversato dall’epidemia di Coronavi- rus. Noi abbiamo deciso di andare ad incontrare alcuni di questi lavoratori silenziosi che, durante il lockdown, hanno prestato il loro impegno e le loro abilità. Ci hanno raccontato le loro storie, la loro quotidiani- tà, le loro paure… e persino i frutti preziosi di questo tempo. Fotografie di Clara Mammana 8 9
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 LE STORIE DI BABEL Insieme, Un lavoro al servizio della comunità fatto di relazioni Ci aspetta in completa tenuta da imbianchino sulla soglia Mostafa, fruttivendolo del di uno dei luoghi simbolo di quest’ultimo periodo, la Fiera centro di Treviglio, ci raccon- di Bergamo, trasformata dapprima in ospedale da campo e ta il suo lockdown tra lavoro poi in ambulatorio e centro prelievi. e comunità. di MARTINO ROVETTA di VALERIA DI GAETANO S M i chiama José Luis Zerna, ha e il pranzo. La Fiera si trasforma così ostafa ha vent’anni ed è a Treviglio e conosco tanta gente che modo, si sia sentito più riconosciuto, 50 anni, è originario di Su- in un microcosmo atipico: mentre un giovane imprenditore. non sta bene, quindi ho pensato che all’interno della città, per il lavoro cre in Bolivia. In Italia ormai il mondo intorno è soverchiato da Con quello che era stato in potessi fare qualcosa. Per noi però che ha fatto in questi mesi. Ma, a ve- dal 1997, da quando è arrivato ha sirene e silenzi, il clima interno è passato il suo capo e con i suoi fra- era un momento particolare perché derlo lavorare, si capisce cosa inten- continuato il lavoro di imbianchino. quello di un cantiere, invaso da at- telli, rispettivamente diciannove e la gente, stando a casa, veniva a com- da quando ci risponde che, in realtà, José conosce ormai benissimo ogni trezzi e uomini che cercano di porre ventidue anni, gestisce da un anno prare di più e noi dovevamo cercare si sente sempre piuttosto riconosciu- angolo della Fiera: qui è arrivato la rimedio in qualche modo all’inferno un’ortofrutta in una delle strade più di rispettare le regole nel negozio: to. “Se uno è bravo viene rispettato mattina del 23 marzo, sollecitato circostante. Nonostante la paura e centrali di Treviglio. Quando andia- potevo far entrare solo una persona facilmente: io credo sia così.” dalla richiesta di Confartigianato per l’angoscia tra gli artigiani si crea so- mo a trovarlo, non è facile parlargli, alla volta. Per questo, per regalare allestire in poco tempo l’ospedale da lidarietà, armonia e soprattutto re- perché Mostafa e i suoi fratelli sono la frutta, non li abbiamo fatti venire campo. Di questa struttura ha visto le lazione. Giunti lì per necessità, José impegnatissimi a prendere la frutta qui. Ci siamo appoggiati al Comune radici, i germogli e le evoluzioni, ma e i suoi colleghi lavorano per una e la verdura per le signore anziane di Treviglio che poi l’ha distribuita a soprattutto ha contribuito perché di- finalità comune che assume i tratti agognata: offrire un ulteriore spazio del posto che vengono a fare la spe- chi aveva bisogno”. “Tanta gente poi ventasse scialuppa di salvataggio in della fraternità e dell’unione. La pau- di cura. Cosa resta allora di questa sa nel loro negozio, apprezzandone – ci racconta Mostafa – aveva bisogno mezzo alla burrasca. Insieme ad altri ra non scompare, affiora silenziosa opera? José non ha dubbi: lavorare moltissimo la qualità. I ragazzi le della consegna a domicilio, perché operai, artigiani, Alpini e Protezione in ciascun operaio. José ci trasmette in gruppo con un orizzonte comune conoscono e le salutano tutte per magari era in quarantena, allora l’ab- Civile, in tutto circa 300 persone, ha con lucidità la paura di sua moglie non solo ha prodotto un risultato ma nome. “Spesso tornano anche a ri- biamo fatta sempre gratis, per tutto allestito in due settimane terapie e di sua figlia nel vederlo tornare ha dato valore al processo. Oggi José portarmi le cose che hanno cucinato, il lockdown”. intensive, posti letto, ambulatori e stremato, ci racconta la prevenzione si trova una volta a settimana a pran- ce le fanno assaggiare ringraziando- Quando gli chiediamo come abbia pronto soccorso. Un lavoro quello di e le precauzioni prese in quei giorni. zo con alcuni degli operatori addetti ci per i prodotti”, ci racconta Mostafa. vissuto questo tempo, ci spiega che Josè che inizia dal basso: dall’aiuto I vari reparti dell’ospedale crescono alla costruzione, e ammette di sen- Durante il lockdown, Mostafa, di ori- è stato per loro “bruttissimo: noi ab- per la posatura della pavimentazio- repentinamente e così il 5 aprile il tirsi più inserito in Italia. Non solo: gine egiziana e in Italia da quando biamo lavorato, ma di solito siamo ne alla giuntura degli zoccolini e infi- nuovo ospedale è operativo. Con ringrazia la terra di Bergamo, i suoi aveva quindici anni, ha regalato, sempre in mezzo alla gente, invece ne all’imbiancatura delle pareti. Per l’apertura e l’arrivo dei primi pazien- anziani e i suoi giovani, spera per la come altri fruttivendoli della pro- ora sembrava tutto un deserto… José però in quei giorni intensi non ti, il piazzale della Fiera si svuota di propria terra d’origine dove la sanità vincia, alcuni dei suoi prodotti, nel poi potevo parlare meno coi clienti, si bada solo allo specifico della pro- furgoncini e lascia spazio alle ambu- è ancora riservata ai pochi che se lo tentativo di rendersi utile in qualche mentre ora mi vedi, sono sempre pria mansione, la filosofia comune lanze. Non è una fuga quella di Josè possono permettere e ammette che modo in un momento così particola- qui a parlare con tutti… Adesso però è “ovunque si può dare una mano, e dei costruttori, ma una ritirata che “è bello lavorare, ma ancora di più re. “Ho visto che tutti erano a casa e fortunatamente la città sta tornando si fa”. Ad interrompere qualsiasi im- custodisce la relazione germoglia- costruire legami, sia con la famiglia alcuni non potevano lavorare, e so quella di prima”. piego solo le sacrosante pause caffè ta. E soprattutto fa spazio alla meta sia con i colleghi.” che ne avevano bisogno… vivo qui Chiediamo a Mostafa se, in qualche 10 11
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 Una pizza tro del paese. “Adesso finalmente stiamo un po’ tornando alla norma- Il mio pensiero poi è che la terra è terra di Dio e basta... Io sento come «Io so cosa si prova» in dono nati, abbiamo dovuto chiudere solo mio il Paese in cui vivo”. Quando gli lità” ci spiega. “Noi siamo stati fortu- chiediamo se si sentano accolti in Lucky, 31 anni, è stato uno dei ristoratori che, durante il lockdown, hanno partecipato per una settimana. Abbiamo lavora- Italia, ci rispondono “la maggior par- al progetto “Schiscetta Solidale”, che ha coinvolto diversi ristoranti della bergamasca di VALERIA DI GAETANO to circa la metà del solito, ma adesso te delle persone ci tratta bene. Poi impegnati a consegnare cibo gratuitamente a medici ed infermieri durante i mesi più “A le cose stanno tornando come pri- certo, ci sono i razzisti. Negli ultimi ll’inizio di questa situa- ma: lavoriamo anche più di prima, 3 o 4 anni sono molto aumentati, duri dell’emergenza. zione del Coronavirus, dieci ore al giorno”. Omar ci spiega ma è anche a causa della politica”. abbiamo pensato di che, proprio per questa fortuna, per Sulla percezione che gli italiani regalare qualche pizza all’Ospedale di VALERIA DI GAETANO lui e suo zio è stato importante, in hanno degli stranieri, da lavoratori, Q San Marco, a Zingonia, qui vicino. uando andiamo a trovarlo un sacco, duramente, e spesso sono quel momento, trovare un modo per ci raccontano: “E’ davvero triste: gli Poi le abbiamo regalate alla Croce a Seriate, nel suo ristorante quelli pagati meno di tutti. E’ impor- contribuire come si poteva. “Per noi italiani vedono 99 persone che la- Bianca, e anche ai Carabinieri del pa- messicano, come tanti altri tante relativizzare…”. questo deriva anche dalla religione: vorano e una che spaccia, e dicono ese. Capivamo che stavano facendo ristoratori Lucky ha da poco riaperto Chiediamo a Lucky come abbia la nostra religione dice che dobbia- che sono tutto così. Ma non è vero: un servizio importantissimo per noi”, e ci accoglie armato di mascherina vissuto il periodo del lockdown, la mo aiutare il povero”. la maggior parte degli stranieri lavo- ci spiegano Omar e Mandour Ihab, ed igienizzante per le mani. Il risto- chiusura obbligata e l’emergenza sa- rano, pagano le tasse e fanno il bene di origine egiziana. I due pizzaioli, rante che gestisce è grande e pulito: nitaria. Ci spiega come si sia sentito residenti in Italia rispettivamente da «Noi viviamo in questo del Paese. E poi lo sappiamo, anche Paese, stiamo bene grazie a tra gli Italiani c’è chi rovina il Paese”. Lakvinder Singh, di origine indiana, coinvolto fin da subito dalla situazio- sei e vent’anni, presto si sono chiesti che si fa chiamare Lucky per sempli- ne, per cui ha cercato di attivarsi in se potessero fare anche qualcosa di questo Paese, e quando c’è Concludono dicendoci “è importante non guardare solo il male ma anche cità, ci racconta come mai un indiano moltissimi modi diversi. “Per prima più: “Dato che io sono qui del paese “brutto tempo” dobbiamo gestisca un ristorante messicano: “Io cosa ho ospitato dei medici: vicino a il bene”. Lo crediamo anche noi - af- - ci spiega Omar - ho iniziato a chie- anche noi fare il possibile». finché questa vicenda sia davvero ho sempre lavorato nella ristorazio- casa mia ho una stanza in cui avrei dere in giro se c’è qualche povero del ne, da quando avevo quindici anni, voluto aprire un B&B, l’apertura l’occasione di volgere i nostri occhi a paese, qualcuno che non trova soldi, Con questi piccoli gesti di solida- ho fatto di tutto, iniziato come lava- sarebbe stata a marzo, ma non ho quei gesti concreti di solidarietà che o che è stato licenziato ed è rimasto a rietà, Omar ha avuto anche l’oppor- piatti e poi man mano ho fatto il ca- potuto farlo. Però avendo quello spa- fanno la comunità. casa senza lavoro, così gli mandiamo tunità di sentirsi un po’ più parte di meriere, il cuoco… ho imparato tutto zio ne ho approfittato per ospitare la pizza. Ho parlato con le persone questo Paese. “Noi qui paghiamo con l’esperienza. L’ultimo ristorante alcuni medici e infermieri. Trovo che del paese. Ci sono delle signore di le tasse, lavoriamo qui, e abbiamo in cui ho lavorato era messicano e di solito non venga riservato un trat- origine egiziana a cui ho detto di sentito questo Paese come il nostro. mi è piaciuta molto quella cucina. tamento particolarmente speciale a la mia famiglia. All’inizio vivevamo farmi sapere se trovassero qualcuno Poi ha chiuso, per questo ho deciso queste persone, non sono calciatori, a Brescia. Mio papà non viveva con che aveva bisogno. Così anche con di aprire il mio ristorante messicano. attori, cantanti… ma se esco di qui noi, lavorava fuori. Un giorno è rima- gli italiani: ho fermato una signora Ormai sono sette anni da quando ho e mi faccio male, è di loro che ho sto senza lavoro e ci hanno staccato qui vicino, e due ragazze davanti al iniziato qui”. E la multiculturalità è di bisogno. Mi sembra che in questo la luce e l’acqua. Non abbiamo man- fruttivendolo, e gli ho detto che se casa in questo ristorante: Lucky ha periodo le persone se ne siano ac- giato per quattro giorni”. “In questi conoscono qualcuno che ha bisogno dipendenti di cinque Paesi diversi: corte”. Lucky poi ha iniziato a cucina- ultimi mesi – continua – tanta gente io posso mandargli la pizza. Non vo- Bangladesh, Pakistan, India, Italia e re per gli ospedali e per la Polizia di è stata male e io so cosa vuol dire. glio nemmeno sapere chi è, mi date Bolivia. “Mi trovo bene a lavorare con Seriate, prima individualmente, poi Ma non potevo andare in giro a por- l’indirizzo e io la mando”. loro: trovo che i giovani italiani qui come parte del progetto “schiscetta tare il cibo alle persone… allora ho Così ci racconta, in una calda matti- abbiano meno voglia di fare questo solidale”. pensato di farlo almeno coi medici, nata di inizio luglio, Omar, di Boltie- genere di lavori. Gli stranieri invece Gli chiediamo perché abbia sentito la Polizia, e chi stava facendo un la- re, che con suo zio Mandour lavora spesso lavorano duramente. Eppure di dover fare tutto questo. Con sem- voro importante per tutti... Io questo presso la pizzeria di un proprietario i miei zii che vivono in America mi plicità ci spiega “io sono arrivato in l’ho fatto davvero con tutto il cuore”. di origine pakistana proprio nel cen- spiegano che lì gli italiani lavorano Italia sedici anni fa assieme a tutta 12 13
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 MILLE MONDI A SCUOLA V icini a distanza. Questo è stato il motto dei mesi di lockdown, tempo in cui, tanto più si era fisicamente distanti, tanto più nasceva il bisogno di sen- tirsi saldamente connessi gli uni con gli altri. La scuola, l’educazione e l’apprendimento, che come loro materia prima hanno proprio le relazioni, hanno molto soffer- to la lontananza imposta dalla chiusura. E, tuttavia, esse sono state anche luogo privilegiato in cui speri- mentare nuovi modi per sentirsi vici- ni. Nonostante tutto. Per questa loro forza e fantasia, noi abbiamo deciso di raccontarvi le esperienze di alcuni educatori, insegnanti e studenti in questo tempo così speciale. Fotografie di Clara Mammana 14 15
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 FOCUS Viaggio nascondono e racchiudono germo- gli, che, una volta trascorso questo raccolta differenziata, quelle da più tempo presenti a Zingonia guidano al centro storico inverno, fioriranno. Alle Torri si accede dalla portineria quelle da poco arrivate per tutte le necessità quotidiane, o semplice- di Zingonia ed è da qui che Ottavia ci racconta di come una storia di periferia possa mente chiacchierano. La portineria delle Torri è il posto caldo, d’inverno trasformarsi in una storia di centra- come d’estate, in cui prende voce di MARTA RIBUL lità. La portineria delle Torri non è e forma lo spazio compiti, quello, soltanto punto di passaggio obbliga- come racconta Ottavia, in cui conta N on c’è luogo migliore per to, ma anche punto di osservazione molto di più la relazione di fiducia hanno sempre attuato un monito- sociale che intreccia le mille storie di compromettere la convivenza di esemplificare il concetto di privilegiato, una sorta di occhio da che, a partire dai gesti dei più picco- raggio telefonico, rafforzato durante di Zingonia passa anche attraverso molti, la coltivazione di orti. E pro- periferia al centro che Zin- Grande Fratello o di ombelico del li, dal loro ricordarsi di portare con sé la quarantena, anche grazie al lavoro laboratori di inclusione sociali, corsi prio gi orti, coltivati dietro le Torri gonia, la ville radieuse lombarda, la mondo in cui la Cooperativa Pugno astuccio e diario e rispettare l’altro, di rete svolto dalle scuole, impegna- di formazione finalizzati all’inse- da residenti di Osio Sotto o Verdelli- città, appellativo piuttosto utopistico, Aperto, insieme a CESVI ed EcoSvi- si diffonda anche tra gli adulti. Uno te sia nella distribuzione di strumen- rimento lavorativo, gruppi perso- no, sono il simbolo di Zingonia che dal momento che non è che un ag- luppo, ha pensato e realizzato pro- spazio fisico, capace di diventare vir- ti tecnologici che nell’ininterrotta nalizzati di aiuto compiti, supporti vuole rifiorire e che, nella pluralità, glomerato di amministrazioni comu- getti di incontro ed inclusione. tuale per continuare a far sentire la comunicazione con le famiglie. Il agli amministratori di condominio, attraverso cura, dedizione, passione nali, senza averne una propria, che Ad incontrarsi e intrecciare le pro- vicinanza delle cooperative alle per- lavoro di rete nelle Torri di Zingonia promozione di forme di convivenza, e pazienza, porta frutto. racchiude nel proprio nome, come prie storie nella portineria delle Torri sone, anche quando le circostanze è come un gioco di squadra tra terzo soprattutto durante i giorni peggiori unica storia, quella del proprio fon- sono soprattutto donne, bambini hanno imposto la distanza. Quando settore e servizi sociali. della pandemia, in cui la poca cura datore e di un progetto tanto ideale e bambine: le donne straniere che si è corso il rischio che la rete sociale Un gioco di squadra in cui ogni par- di una persona avrebbero rischiato quanto fallimentare. Nella storia più vivono a Zingonia partecipano alla si diradasse, a Zingonia si è intreccia- tecipante da il meglio di sé per una recente, l’unica che questo luogo, scuola di italiano e imparano le basi ta una trama ancora più fitta, affinché vittoria condivisa. “Abitare la comu- che forse sarebbe più corretto defini- dell’informatica per poter espletare nessuno potesse essere lasciato solo. nità”, progetto sviluppato all’interno re no man’s land, possiede, si sono tutte (o quasi) le pratiche burocrati- Per non (dis)perdere i più giovani, delle palazzine Aler, in cui le ammi- alternati giocatori dell’Atalanta, che che ormai previste dal mondo della già in tempi non sospetti, quando nistrazioni locali e le cooperative CE- proprio lì si allena, fabbriche, torri, scuola, cucinano e preparano la me- gli studenti non si presentavano SVI, Ecosviluppo e Pugno Aperto, a piazze per gli affari di ogni genere, renda per i bambini che partecipa- agli appuntamenti pomeridiani, le fianco dei condomini, promuovono microcriminalità, abbandono, ma so- no allo spazio compiti, imparano la organizzazioni che lavorano alle Torri forme ed esperienze di buon vicina- prattutto persone dalle mille storie, to; “Mercafino”, una sorta di fly mar- dalle mille voci e dai mille colori. ket dal sapore delle capitali europee, Ed è la convivialità delle differenze che è in realtà tempo e spazio in cui, a fare di Zingonia un posto unico, soprattutto, le donne raccolgono e unico soprattutto e più di tutto per le scambiano vestiti, giocattoli, ma non intrecciate trame delle persone che solo; “Beautiful wave”, l’onda artisti- ne occupano il centro. A Zingonia ca generatrice promossa da Sguazzi non esiste un centro, sono molteplici per includere giovani a partire dai i luoghi in cui la gente si incontra e, 15 anni in attività ludiche, dall’arte uno tra questi, sono le Torri, quattro allo sport, che hanno l’obiettivo di palazzoni apparentemente anonimi crescere come le onde, facendo in e nemmeno troppo in buono stato, modo che chi partecipa adesso ne che, però, come la terra di un orto, diventi promotore domani. La rete 16 17
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 Trasformare il disagio in potenzialità per arricchire la società Una riflessione con il prof. Marco Pacati, dell’Istituto Pesenti, su scuola e Coronavirus di DAVIDE CORNAGO L’ Istituto Pesenti, Istituto di personale o la Caritas, a fornire cibo proprio futuro. frontiera, ha un alto nume- e assistenza. ro di studenti originari di Spesso i ragazzi non hanno acceso Cosa vi ha insegnato questo tempo? ogni parte del pianeta. Ogni anno, la videocamera per pudore, per non forma operatori e tecnici che lavo- mostrare la propria casa, la propria È stata una esperienza umanamente rano nel nostro sistema produtti- situazione familiare. Circa il 10-15% molto ricca, i docenti hanno toccato vo: oltre il 90% dei diplomati trova degli studenti non si è proprio mai con mano la grande varietà delle lavoro in tempi brevissimi. connesso. Spesso si è trattato di stu- situazioni familiari e sociali, e con- denti che risultavano assenti anche statato, se mai ce ne fosse stato biso- Come avete affrontato l’emergenza? nel primo quadrimestre: a distanza, gno, di come molti dei nostri studen- le condizioni di svantaggio si sono ti siano in sofferenza. Non siamo tutti Nel nostro caso la didattica a distan- acuite. Purtroppo, con questa emer- sulla stessa barca, chi viaggia su una za ha dovuto fare i conti col fatto che genza i casi più difficili da mantene- scialuppa è molto più esposto alla moltissimi nostri studenti vivono re nel percorso scolastico sono stati tempesta, poiché ha meno strumen- una situazione familiare problema- persi. ti per difendersene. Dobbiamo mi- tica: spesso non hanno il computer, Abbiamo distribuito circa cinquanta gliorare la nostra sensibilità rispetto e chi ha utilizzato il telefono non computer, per superare le difficoltà alle disuguaglianze ed ai disagi vis- poteva condividere testi e usufruire tecniche, grazie alla disponibilità suti, a volte ai drammi. di tutte le modalità della didattica della scuola, ai fondi ministeriali, Sul piano didattico dobbiamo dare a distanza; spesso non dispongono all’aiuto di Fondazioni e alle Forze le giuste priorità: stabilire una gerar- di connessione digitale in casa o dell’ordine che li hanno recapitati chia di valori che privilegi la persona comunque non hanno sufficiente agli studenti. rispetto alla performance o alla com- copertura. Infine, manca uno spazio La didattica a distanza, per noi, sem- petenza culturale. per seguire le lezioni e svolgere i plicemente non può essere sostitu- L’obiettivo primario di questa scuola compiti. tiva della presenza in classe, se non è limitare la dispersione, accompa- Anche la condizione delle famiglie per un breve periodo di emergenza. gnare gli studenti al diploma come ha giocato un ruolo determinante: La presenza, l’attività di laboratorio, premessa al lavoro e all’integrazione spesso i ragazzi non potevano con- la socialità, la cura affettuosa dei sociale: non solo i migliori vanno nettersi, non avevano lo spazio, do- docenti che motivano alla scuola, premiati, bisogna supportare la vevano badare ai fratellini… ci sono all’integrazione, al lavoro sono tutti grande base disagiata, tutti poi por- stati addirittura casi di ragazzi soli in elementi essenziali e non accessori teranno il proprio contributo al si- casa, coi genitori bloccati nei paesi del nostro progetto educativo. L’a- stema produttivo locale, alla società d’origine, che hanno chiesto aiuto spetto operativo è strumento per bergamasca. tramite il contatto stabilito con noi: inserirsi, rafforzare la propria auto- siamo riusciti, tramite l’impegno stima e professionalità, costruire il 18 19
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 MILLE MONDI A TAVOLA F este, pranzi, riti e tradizioni, sono queste le svariate forme che la cucina assume in giro per il mondo e che ci piace incon- trare e assaporare. La cucina si dimostra essere una vera e pro- pria identità capace di formare legami tra diverse culture che si incontrano portando le proprie tradizioni. È nel momento in cui decidiamo di scoprire l’altro che ci esponiamo e portiamo qualcosa che ci appartiene: un buon piatto cucina- to con cura e attenzione è l’invito a sentirci più vicini. Se pensiamo ad una ricetta, non ve- diamo solo degli ingredienti; incon- triamo un vortice di sapori e una mi- scela di tradizioni, intravediamo la produzione di ogni singolo prodotto e l’accostamento oculato. Parlare di cucina è come parlare di casa e della propria quotidianità. In questo numero, Babel decide di avvicinarsi alla cucina etnica, por- tando la descrizione di alcune ricette provenienti da paesi lontani, ma che, grazie ad alcuni amici che vivono il territorio bergamasco, sono sempre più vicini. immagine da imgur.com 20 21
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 P S rovenienti dal Nord-Est della Cina, i ravioli cinesi hanno diversi nomi, proprio a seconda della forma che ciascuna ricetta i chiama Piche Macho, uno dei piatti tipici boliviani più famosi. Questa pietanza ebbe origine quando un gruppo di piloti dava loro. Abbiamo ad esempio gli Jiao, il cui significato è “corno”, grazie proprio alla loro forma allungata; ci sono poi i si radunò un sabato pomeriggio per bere birra e giocare a carte; i piloti chiesero alla cuoca di preparargli qualcosa di buo- Bianshi, letteralmente, “cibo piatto”. no da stuzzicare e questa, utilizzando gli ingredienti presenti in cucina, iniziò a preparare un nuovo piatto. Su un letto di Inventati, secondo una versione, da Zhang Zhongjing, egli ne propose la ricetta nel suo libro “Trattamento sulle malattie febbrili patatine fritte adagiò la carne e i würstel conditi con cipolla, pomodoro e peperoncino, tutti tagliati grossolanamente; aggiunse e malattie varie” durante la dinastia HAN (206 a.C. - 22 d.C.). Tutt’oggi i ravioli sono un piatto molto importante per la cucina poi delle uova sode… il piatto fu pronto in men che non si dica. cinese; la maggior parte delle famiglie, infatti, quando si riunisce per celebrare le grandi occasioni, li prepara insieme con un vero e proprio rito. Simbolo di accoglienza e ricchezza, si dice che il Capodanno sia il momento migliore in cui mangiarli, poiché essi portano fortuna per tutto l’anno a venire: in quest’occasione viene inserita una moneta all’interno di uno dei ravioli e, chi la trova, sarà la persona più fortunata del nuovo anno. INGREDIENTI INGREDIENTI Per il ripieno: • 100 g di carne tenera bovino a • Carne macinata di maiale persona • Crauti o verza, tagliati a pezzettini • 80 g di würstel a persona • Cipollotti tagliati a pezzettini • 1 uovo a persona • Dado in polvere • Cipolla • Salsa di soia • Pomodoro • Peperoncino • Salsa piccante Per l’impasto: • Pepe • Farina di frumento tipo 00 • Sale • Acqua • 150 gr di patate a persona • Un pizzico di sale immagine da ricettefacilieveloci.it immagine da Pinterest PREPARAZIONE PREPARAZIONE Si tratta di un piatto amato in tutto il mondo. Per il ripieno di questo piatto, mescolare crauti, cipollotti e la carne Per preparare un ottimo Piche Macho, iniziare tagliando la carne a cubetti e lasciarla marinare in una terrina con sal- macinata in una ciotola. Aggiungere il sale, la salsa di soia e un po’ di dado in polvere; otterremo così un impasto sa di soia e pepe per almeno mezz’ora. Nel frattempo, fare bollire le uova per 10 minuti e, una volta cotte, sgusciarle omogeneo – se necessario uniformare con un po’ d’acqua. Sbucciare ora le patate e tagliarle a listelli per poi friggerle nell’olio caldo; preparare ora i würstel tagliandoli a Per l’impasto dei nostri ravioli, invece, unire farina e acqua in una ciotola e lavorare l’impasto fino ad ottenere un rondelle. Tagliare cipolla e pomodori a spicchi. Per i più forti, preparare anche il peperoncino. panetto solido, che andrà poi diviso in palline. Stendere ogni pallina dandogli una forma circolare, piatta e sottile; Far cuocere in una padella la carne su una base di olio d’oliva e salare q.b. Mischiare ora patatine, würstel e carne. su ciascuna di queste forme, andremo a posizionare un cucchiaio di ripieno. Chiudere il raviolo a mezzaluna e cuo- A questo punto, su un letto di patatine adagiare la carne con würstel, cipolla, pomodoro e l’uovo tagliato a metà; cerlo al vapore… pronti per essere gustati! salare a piacere e scegliere se accompagnare con maionese, senape o ketchup. La ricetta è a cura dell’Associazione Cinese di Bergamo. La ricetta è a cura di don Mario Marossi e della comunità boliviana di Bergamo. 22 23
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 D N irettamente dalla Siria arriva la ricetta degli Ataif, un piatto non solo ato come alimento povero e principale fonte di sostentamento per le popolazioni del Maghreb e di tutta l’Africa Nord profumato e delicato, ma anche facile da preparare. Serviti durante Occidentale, il cous cous si profila come piatto tipico di quelle popolazioni nomadi che da sempre lo pongono al centro il thè pomeridiano, gli Ataif vengono mangiati lontano dai pasti della propria tradizione. Non solo l’Africa, ma tutto il mondo sembra apprezzare questo piatto semplice e colorato. contenenti carne, seguendo così le regole della Casherut. La Torà ripete tre Ecco la nostra ricetta, direttamente dal Marocco. volte “non cucinerai il capretto nel latte della madre”. INGREDIENTI INGREDIENTI • Farina di cous cous Per la pastella: Per lo sciroppo: Per il ripieno: • Carne di manzo • due tazze di farina bianca • 500 grammi di zucchero • 500 grammi di ricotta per dolci • Cipolla, carote, zucca, zucchine, • un cucchiaino di zucchero, • 3,8 dl di acqua • 250 grammi di mascarpone ceci (e altre verdure a piacere) • un cubetto di lievito di birra con- • 1 cucchiaio di succo di limone • 1 cucchiaio di zucchero • Prezzemolo fezionato, • due cucchiai di essenza di fiori d’a- • 1 cucchiaino di cannella • Brodo (o acqua) • ½ cucchiaino scarso di sale, rancio • 200 grammi di pistacchi tritati • Sale, pepe • 1 cucchiaino di olio d’oliva • Curcuma in polvere (o zafferano) • Olio di oliva PREPARAZIONE PREPARAZIONE Preparare lo sciroppo portando a ebollizione lo zucchero, l’acqua, il succo di limone e i fiori d’arancio. Far sobbollire Per preparare un buon piatto di cous cous, seguire alcuni semplici passaggi. per dieci minuti, togliere dal fuoco e far raffreddare. In una padella fate rosolare la carne con cipolla e olio; dopo di che aggiungete sale, pepe, curcuma (o zafferano). In una terrina setacciare la farina, aggiungere il sale, lo zucchero e l’olio d’oliva; versare poi il lievito di birra prece- Mescolate bene in modo da far amalgamare le spezie con la carne; aggiungete ora il brodo fino a ricoprire comple- dentemente sciolto in due tazze d’acqua tiepida. Mescolare il tutto rapidamente e coprire con un canovaccio; lasciar tamente la carne. riposare per mezz’ora. Nel frattempo, lavorate a freddo la farina di cous cous con un cucchiaio di acqua e uno di olio, per metterla poi a Quando l’impasto sarà lievitato far asciugare delle cucchiaiate di questa pastella in una padella preriscaldata per cuocere al vapore. Una volta che il vapore attraversa la farina, toglietela e disfatela con acqua e con un po’ di olio. ottenere dei dischetti tondi di circa 10 cm. Girarli e toglierli subito: non devono risultare dorati ma appena asciugati. Rimettetela di nuovo nella pentola a vapore: l’operazione si ripete tre volte. Posarli sopra la carta da cucina. Quando la carne è quasi pronta, possiamo aggiungerci le verdure – tagliate a listelli o intere - e farle cuocere insie- Preparare il ripieno mescolando in una terrina la ricotta con mascarpone, zucchero e cannella fino ad ottenere un me. Quando anche le verdure sono pronte, spegniamo il fuoco. impasto omogeneo. Posare un cucchiaio di ripieno su ogni dischetto e formare dei coni, sigillando insieme metà Condiamo ora il cous cous con il brodo fino a quando diventa omogeneo. del tondino in modo che l’altra metà esponga il ripieno. A questo punto intingere il cono nei pistacchi tritati e ap- Possiamo ora mettere su un piatto il cous cous e condirlo con carne e verdure. poggiarli uno per uno su un piatto da portata. Servire con lo sciroppo. La ricetta è a cura dell’Associazione Cibo di Ogni Colore La ricetta è a cura di Rosy Sofer, persiana, e autrice del libro “I piaceri della cucina ebraica” FACEBOOK:@cibodiognicolore; INSTAGRAM:@cibodiognicolore 24 25
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 Q K uando si parla di Egusi Soup ad un nigeriano, gli occhi sono quelli di un bambino che ha appena scartato un regalo tan- utya è un dolce tipico della cucina russa ed ucraina a base di farro. Anche chiamato “dolce dei morti”, viene servito nel to atteso. Si tratta del piatto più rappresentativo della Nigeria, ma non solo. Parliamo infatti di una pietanza che si offre contesto di alcune cene commemorative che, rispettando la tradizione cristiana-ortodossa, vengono organizzate da par- ad ogni ospite e che si modella rispetto alla creatività di chi la cucina. Per preparare un Egusi soup basic, ecco la ricetta. tenti ed amici della persona che è venuta a mancare e divengono occasioni di preghiera a Dio per l’anima del defunto. Ancora oggi queste cene vengono organizzate il terzo, il nono ed il quattordicesimo giorno dopo la morte di una persona. In queste occasioni, il Kutya è un dolce che non può mancare. INGREDIENTI INGREDIENTI • Pollo in brodo • 300 g di farro • Curry • 100 g di gherigli noci • Sale • 150 g di semi di papavero • Spinaci • 50 g di uvetta • Olio di palma • 100 g di miele • Semi di egusi • 800 ml di acqua fredda immagine da preciouscore.com • Cray fish • Peperoncino o salsa piccante • Semola di grano duro PREPARAZIONE PREPARAZIONE La preparazione di un Egusi soup per quattro persone appare abbastanza semplice: dapprima occorre far bollire Per prima cosa, il farro deve essere ben lavato. Lo mettiamo in acqua fredda per circa 3 ore. Poi, scolata l’acqua, in una pentola circa mezzo kg di carne bianca, alla quale vanno aggiunti gradualmente mezzo cucchiaino di sale, mettiamo il farro in una pentola profonda, vi aggiungiamo 800 ml di acqua fredda e portiamo a bollore. Lasciamo mezzo di curry, una manciata di spinaci (50 gr circa), 50 ml di olio di palma, qualche gambero, una spruzzata di cuocere a fuoco lento per circa quaranta minuti. Nel frattempo, mettiamo l’uvetta in acqua calda per circa 3 minuti peperoncino e infine il vero e proprio ingrediente segreto: l’egusi, una miscellanea di semi (zucca, melone e altre e la scoliamo. Prepariamo anche i semi di papavero: li laviamo e li facciamo bollire in acqua per 5 minuti, poi li zucche particolari). scoliamo e li frulliamo con un cucchiaio di zucchero. In un’altra pentola portare ad ebollizione 500 ml di acqua; aggiungere ora mezzo kg di farina di semola e mescolare Quando il farro è pronto, lo facciamo raffreddare e cominciamo a condirlo unendo tutti gli altri ingredienti (noci, per 3/4 minuti. uvetta, miele, papavero). Mescoliamo bene il tutto. Ora, in un piatto metteremo la semola cotta e nell’altro la zuppa a base di carne, curry, spinaci ed egusi. La tradizio- Il piatto è pronto! Lo serviamo in una ciotola ricoperto da qualche gheriglio di noce come decorazione. ne nigeriana suggerisce di prendere con le mani la semola e di intingerla nella zuppa per un connubio di sapori pregevole. La ricetta è a cura di Scott Ekpo, di Ponte San Pietro e di origine nigeriana La ricetta è a cura di Oleg, del ristorante russo Podkova di Milano 26 27
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 MOLTE FEDI NELLA PREGHIERA N on solo chiese chiuse. Proprio come i cattolici, tutte le comunità religiose pre- senti a Bergamo si sono trovate a vivere una situazione mai sperimen- tata prima. E tutte si sono mosse in modi simili, scoprendo la possibilità di mettere in atto gesti di vicinanza anche distanza, rafforzando i legami di solidarietà. Abbiamo deciso, in queste pagine, di passare loro il mi- crofono, per farci raccontare questo strano tempo dalle loro molteplici prospettive. Le fotografie presenti in questa sezione sono, in gran parte, risalenti al periodo precedente l'emergenza sanitaria. IL LOCKDOWN RACCONTATO DA... 28 29
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 PENTECOSTALI mantenere la vita comunitaria, sep- pur a distanza. La comunità pentecostale I bambini sono stati seguiti attra- verso i contatti con i genitori: era di Mozzo importante non lasciarli soli e senza assistenza religiosa in un momento così particolare. I bambini del coro di MARTINO ROVETTA “N sono comunque riusciti a preparare i on sarò mai abbastanza giorno dopo. Il venerdì era il giorno fede può ancora dare molto. Poi canti per la Messa pasquale, celebra- cinico da smettere di dedicato allo studio personale della come comunità lavoriamo e puntia- ta a distanza. credere che il mondo Sacra Scrittura. Con il Coronavirus mo sui giovani e sulle giovani cop- possa essere migliore di così”. Que- è cambiato tutto ma ci siamo orga- pie. Ogni quattro mesi ci troviamo La comunità ortodossa si è anche sta frase lapidaria di una canzone di nizzati. Abbiamo creato immediata- con alcune famiglie per benedire il impegnata per offrire comunanza Brunori Sas potrebbe benissimo fun- mente, soprattutto con l’aiuto di mia nostro matrimonio. Questo è solo un spirituale al momento dell’arrivo gere da filo conduttore dell’intervista moglie Hilda, un gruppo whatsapp esempio per dirti che non possiamo della missione militare sanitaria dal- che abbiamo fatto ad Ogidi Charles, con alcuni dei membri della comuni- non costruire una comunità che si la Russia. Padre Oleg, ci racconta, ne La comunità ortodossa ha benedetto la sede. In occasione pastore pentecostale che, insieme alla moglie Hilda, si prende cura di tà nel quale ci siamo dati l’impegno di sentire almeno 5 persone al gior- fondi sui giovani». Le ultime parole che Charles ha per me sono di di- della Pasqua, poi, la comunità ha di Piazza Sant’Anna offerto in dono delle uova colorate e delle colombe. una delle comunità pentecostali ber- gamasche con sede a Mozzo. Charles no per chiedere le loro condizioni di salute, cercando di intuire i loro biso- spiacere per non essere riuscito a contribuire al fondo diocesano “Abi- è di origine nigeriana, in Italia dal gni. Per quanto riguarda le celebra- tare la cura” per l’ospedale di Berga- di DAVIDE CORNAGO Il Coronavirus, nel frattempo, ha toc- 2002, di professione fa l’operaio zioni abbiamo allestito una diretta mo. Non mi meraviglio quindi se in cato in prima persona la comunità: in una azienda vicina a Osio Sotto, Facebook la domenica dove era pos- battuta ammette di essere grato a ci sono stati diversi ammalati, alcuni A nche per la comunità ortodos- è organizzati: il web è stato utile per ma quello che più gli sta a cuore sibile seguire la celebrazione e un Papa Francesco esprimendo la sua gravi, ma fortunatamente tutti gua- sa russa, che si ritrova solita- condividere con la comunità la cele- è la Parola di Dio e la comunità di mio pensiero sulle letture. Abbiamo stima e il suo riconoscimento. riti. mente nella Chiesa dell’Ora- brazione dell’Eucaristia domenicale, cui, per dono di Dio, si trova pasto- usufruito anche di Zoom per alcuni Oggi, per qualcuno, anche la situa- torio della parrocchia di Sant’Anna, che continuava ad essere celebrata a re. Subito mi dice che la comunità meeting di preghiera e di ascolto». zione economica è particolarmente l’emergenza Coronavirus è arrivata porte chiuse da padre Oleg, assieme che guida non è solo per i nigeriani Mentre mi confida che all’inizio è difficile: chi non aveva un regolare improvvisa: per le prime due setti- a un diacono e a qualche cantore. ma è aperta a tutti, specialmente ai stato difficile utilizzare i media per la contratto oggi soffre in gravi ristret- mane, così, non è stato possibile ce- Uno strumento quotidiano di rela- giovani, specificandomi che l’inten- preghiera, Charles mi enuncia alcu- tezze economiche. La comunità cerca lebrare l’Eucarestia insieme in alcun zione è stato il gruppo whatsapp, che to primario di ogni chiesa è quello ne delle priorità della sua comunità. di continuare a supportarli con gesti modo. ha permesso di rimanere vicini: ogni di condurre a Dio non omettendo «Innanzitutto – dichiara il pastore – di solidarietà, ad esempio attraverso Dopo di che, quando si è compreso giorno della Quaresima Padre Oleg l’intenzione integrativa. «Nell’era occorre accettare questa terra, che ci il banco alimentare. che l’emergenza sarebbe durata, ci si ha inviato un sermone ai fedeli, per pre-covid – spiega Charles – ci ritro- ha accolto. Durante il lockdown molti vavamo in sede a Mozzo la domeni- di noi hanno pregato per le famiglie ca per la celebrazione della Messa, il bergamasche e anche alcuni amici di ORTODOSSI mercoledì per una preghiera dalle Osio si sono uniti via Facebook alle sei alle sette di sera e il sabato per la nostre preghiere. L’Italia e Bergamo preparazione della celebrazione del in particolare sono luoghi in cui la 30 31
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 MUSULMANI EBREI La comunità musulmana La comunità di isolamento”, per capire come i testi ebraici ci guidino nei comporta- ci ha condotto alla scoperta di Yad VaShem, Museo della Shoà di Israe- di via Gabriele Rosa ebraica di menti, con riflessioni su individuo e società; a seguire, due Shabbat con le. Questi incontri sono stati seguiti anche al nostro esterno, e crediamo Lev Chadash Martina Yehudit Loreggian, studen- quindi che in futuro l’attività online Abdelaziz Essadeqi e Jamal Quali gesti di solidarietà e vicinanza I Centri culturali di tutta la Provincia tessa rabbina al Leo Baeck College di proseguirà, parallelamente a quella Ouchikh, dell’associazione siete riusciti a mettere in pratica? di Bergamo hanno riaperto, cautela- Londra, per ritrovarci nello studio e in presenza. Inoltre, durante questo A Muslim Young Bergamo tivamente, un mese dopo rispetto a ll’inizio della pandemia, nel ritmo delle celebrazioni. Nell’ul- periodo, alcuni di noi in maniera Come giovani di MYBG, abbiamo quando ci era stata data la possibili- dopo aver chiuso ogni atti- timo mese Har Sinai ha avuto quat- indipendente hanno svolto attività Generation, ci hanno raccon- partecipato alle attività di volontaria- tà: è stato prima necessario avvertire vità in presenza, abbiamo tro incontri nati al proprio interno, di volontariato, quale ascolto telefo- tato come sia stata vissuta to a Bergamo e garantito una serie di tutti sulle modalità corrette per poter tenuti da membri o simpatizzanti: nico, spesa per chi impossibilitato a iniziato a seguire le attività online l’emergenza di questi mesi servizi per la Comunità: abbiamo cu- partecipare alla vita collettiva. l’idea di fondo è che ognuno abbia uscire e raccolta fondi per istituzioni proposte dalla comunità ebraica all’interno della Comunità rato la diretta sui social dei funerali Adesso che le cose stanno cambian- progressiva Lev Chadash di Mila- qualcosa da raccontare e condividere coinvolte nell’emergenza covid. musulmana senza presenza dal cimitero islamico, do, stiamo pensando di organizzare, no, e così, al posto di un normale con gli altri. Prima Pierluigi Efraim Si- abbiamo garantito continuità ai cor- per bambini e giovani, attività all’aria Shabbat in sinagoga, ci collegavamo gnorini ha raccontato del volontaria- EVA MANGIALAJO RANTZER si di lingua araba, moltiplicando gli aperta, per riprendere ad uscire, per dalle nostre case per dare il benve- to con Sar El, in Israele, poi Susanna di DAVIDE CORNAGO Presidente di Har Sinai – Chavurà Ebraica incontri in streaming. Un’attenzione riscoprire il contatto con la natura. nuto al giorno di festa, accendendo Avigayl Donato ci ha raccontato dei Progressiva di Bergamo e Brescia C ome avete affrontato questo particolare è stata data ai bambini: le candele insieme al venerdì sera e suoi studi per divenire soferet, scri- periodo di chiusura? abbiamo organizzato in streaming pregando e studiando nella mattina ba, con le mille e più regole che sta lezioni religiose, dialoghi sul covid, di Shabbat; farlo insieme, anche se a imparando. Negli altri due Anthony Ci siamo riadattati usando molto aiuti per svolgere i compiti. distanza, è stato di gran conforto in John Aghib ha esposto uno studio whatsapp ed i social network, in pri- un momento così incerto e difficile. sulle corrispondenze tra le Dieci Pia- mo luogo per garantire e rafforzare i Abbiamo anche partecipato a eventi ghe e le divinità egizie, e Francesca legami nella Comunità. comunitari importanti a livello na- Lea Solano, guida turistica di Israele, In un secondo momento siamo pas- zionale e internazionale quali: Yom sati alle dirette facebook, con incon- Atzamaut (indipendenza di Israele), tri in video per rispondere ai bisogni Shavuot (Pentecoste, dono della Leg- della Comunità, abbiamo spiegato ge), con rabbini progressivi operanti le direttive di sicurezza sanitaria e in Italia e all’estero. Poi un incontro supportato i casi di fragilità: anziani con Women of the Wall (le donne soli, famiglie senza genitori bloccati del muro), gruppo per la libertà reli- all’estero, quanti hanno perso il lavo- giosa femminile, e il Gay Pride Onli- ro. La Comunità musulmana provin- ne internazionale assieme a Magen ciale ha anche avuto una trentina di David Keshet Italia, organizzazione morti nel periodo della chiusura. LGBT ebraica italiana. Da fine febbraio a inizio giugno ab- Ci sono stati anche molti momenti biamo garantito incontri settimanali dedicati solo al nostro gruppo: Fede- con l’Imam, e conferenze di medici e rico Ariel D’Agostino, della comunità operatori sanitari per spiegare, an- Beth Hillel di Roma, ha tenuto una che in arabo, i pericoli e le precauzio- lezione intitolata “Insegnamenti ni sanitarie da adottare. talmudici alla luce della situazione 32 33
BABEL | Ottobre 2020 BABEL | Ottobre 2020 RAVIDASSI La comunità Ravidassie di MARGHERITA BASANISI A nche per i Ravidassi il tempo brata non appena la situazione sarà famiglie in difficoltà; non solo la no- del Covid19 ha significato più stabile. Oggi, grazie alle norma- stra comunità, ma tutto il territorio. profondi cambiamenti nelle tive meno stringenti, la comunità ha Grazie ai comuni e alla Caritas ab- proprie attività di culto; anche que- ripreso a incontrarsi, mantenendo biamo ricevuto le richieste di aiuto sto gruppo non ha però permesso pur sempre la modalità live per chi e, così, iniziato a distribuire alimenti che la propria missione si fermasse, ancora non se la sentisse di uscire, e tutto ciò di cui c’era bisogno”. Un SIKH anzi, si è resa ulteriormente dispo- e l’incontro settimanale, nel rispet- impegno concreto dell’intera comu- nibile nell’aiuto di chi fosse in diffi- to delle norme vigenti e con lettura nità che è stata in grado di offrire il coltà. abbreviata. suo supporto in un periodo difficile. Un lungo racconto di quello che è Non solo, un grande abbraccio di so- “All’inizio le nostre celebrazioni, so- litamente accompagnate dai pranzi, La comunità Sikh sono state disdette. Visto che non po- tevamo più incontrarci tutti insieme, abbiamo deciso che solo uno di noi si sarebbe recato nella nostra sede di MARGHERITA BASANISI per iniziare le trasmissioni live usan- U na grande dimostrazione di retta. Ad aprile l’anniversario della damentale lavorare onestamente e do Facebook. Con questa modalità solidarietà viene proprio dal- 399° apparizione – il Gurpurab – aiutare il prossimo”. Avviando una abbiamo portato avanti la lettura del la comunità Sikh con sede a momento rimandato e che questo grande campagna di raccolta fondi, libro sacro; una lettura settimanale, Cortenuova. Un periodo, quello del anno coincideva con la Pasqua catto- la comunità è stata in grado di soste- di domenica. Abbiamo sostituito la Covid-19, che ha fortemente influen- lica; un segno di vicinanza da parte nere economicamente tre istituzioni classica lettura con una più breve, zato le proprie attività religiose e che dell’amministrazione comunale di importanti, quali l’ospedale Papa per poter agevolare l’attenzione da ha portato alla concretezza di azioni. Cortenuova, che ha voluto regalare Giovanni XXIII, la protezione civile e casa. La comunità è stata sempre Il gruppo Gurdwara Singh Sabha di alcune uova di Pasqua alla comunità l’Avis di regione Lombardia. ben presente, per lottare contro la Bergamo ha subito trasferito i pro- come segno di vicinanza anche in un paura e per sentirsi sempre vicini; pri appuntamenti domenicali sulle periodo difficile. non sono mancati i momenti di con- piattaforme digitali, per permettere I social non sono stati soluzione solo fronto e di riflessione sulla situazio- a tutti i fedeli di seguire la lettura per le funzioni religiose, ma anche ne che si sta vivendo, tutto tramite i del libro sacro attraverso le dirette tramite grazie al quale la comunità social”. Queste le prime parole della stato un periodo diverso dal solito, lidarietà è stato donato con la scelta facebook. La lettura è stata fatta dai è riuscita a mobilitarsi per sostenere nostra intervista a Pammi Banger, nel quale i Ravidassi si sono messi di avviare una raccolta fondi per la sacerdoti che vivono proprio a pochi la realtà territoriale. Il gruppo Sikh mediatrice culturale e membro del- in gioco andando incontro alle esi- costruzione dell’ospedale da campo passi dalla struttura e da un paio di ha iniziato a muoversi fin dall’ini- la comunità Ravidassie di Cividino. genze della propria comunità, ma di Bergamo: lo scopo, impegnarsi volontari che, rispettando le misure zio della pandemia per sostenere il Rimandata anche il Gurpurb, la festi- non solo. per sostenere la propria comunità e di sicurezza, hanno aiutato nella di- proprio Paese: “per tutti noi è fon- vità annuale di aprile, che verrà cele- “Subito ci siamo mossi per aiutare le il proprio territorio. 34 35
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