Cambia il tuo sguardo - I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia - ACLI Bergamo

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Cambia il tuo sguardo - I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia - ACLI Bergamo
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                                                            il tuo sguardo
I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia
                                                                    BABEL N° 4 ottobre 2020
                                                                    Rivista semestrale a cura
                                                                    delle Acli Provinciali di Bergamo
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BABEL | Ottobre 2020   BABEL | Ottobre 2020

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BABEL | Ottobre 2020                                                                                                     BABEL | Ottobre 2020

                       EDITORIALE
                       Ci salveremo insieme
                       o non ci salveremo
                       di DANIELE ROCCHETTI
                       Presidente ACLI Provinciali di Bergamo

                       “D
                                  a settimane sembra         mondo. Lo sapevamo anche pri-         ne le storie che abbiamo raccolto
                                  che sia scesa la sera…     ma, forse lo abbiamo ripetuto più     in questo numero di BABEL. “La-
                                  presi alla sprovvista da   volte quando parlavamo di Hiro-       voratori essenziali”, nuovi cittadi-
                       una tempesta inaspettata e furio-     shima e di pace, di ambiente e di     ni italiani, che si sono impegnati
                       sa. Ci siamo resi conto di trovarci   Amazzonia, ma facevamo fatica a       per la comunità: nella costruzio-
                       sulla stessa barca, tutti fragili e   crederlo. Ce lo ha ricordato invece   ne dell’ospedale della fiera, con
                       disorientati… ma tutti chiamati       con lucidità, quella sera, il papa    numerosissime raccolte fondi
                       a remare insieme, tutti bisognosi     della Laudato Sii che già cinque      (specie all’interno delle comunità
                       di confortarci a vicenda. Su que-     anni prima scriveva che “tutto è      religiose), in quanto lavoratori e
                       sta barca… ci siamo tutti”.           connesso”.                            professionisti, con le proprie at-
                                                                                                   tività commerciali ... mettendo a
                       Così papa Francesco la sera di        Prima del Coronavirus tra noi c’e- disposizione ciò che si aveva.
                       venerdì 27 marzo 2020 in una          ra chi parlava di confini presidiati
                       Piazza San Pietro vuota, illumina-    e di frontiere chiuse. E’ arrivato Nei prossimi mesi ci aspetta una
                       ta dai lampioni e bagnata dalla       un virus che non ha chiesto per- faticosa ripartenza che rischia di
                       pioggia. In quelle settimane du-      messo a nessuno. Per vincerlo segnare un’ulteriore faglia tra chi
                       rissime, abbiamo sperimentato         sono arrivati, anche nella ber- ce la farà e chi farà ancora più fati-
                       di sentirci parte di una comunità     gamasca, medici russi e cubani, ca, tra chi si troverà sulla scialup-
                       di destino planetaria, più grande     cinesi e albanesi. Perché il Covid pa e chi sarà molto più esposto
                       del perimetro nazionale. In un        ha frantumato il mondo ma lo alla tempesta perché ha meno
                       mondo globalizzato, complesso,        ha anche rimpicciolito. E ci ha strumenti per difendersi. Dice un
                       interconnesso abbiamo compre-         fatto sentire tutti più vicini. Lo canto gospel che “ci salveremo
                       so come ogni piccolo evento lo-       abbiamo visto anche nelle nostre insieme o non ci salveremo”. Non
                       cale possa avere conseguenze su       comunità. Tanti gesti di concreta dimentichiamo. Anche in terra
                       scala mondiale. Nel male come         solidarietà, di attenzione. Senza bergamasca.
                       nel bene. Per questo, come ripe-      distinzioni tra italiani e stranieri,
                       te spesso Mauro Ceruti servono        solo il desiderio di molti di met-
                       nuovi paradigmi che ci portino        tersi a servizio delle persone. Di
                       ad accettare la complessità del       questo desiderio sono espressio-

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BABEL | Ottobre 2020                                                                                                               BABEL | Ottobre 2020

                       EDITORIALE
                       Questione                                                                            Sommario
                       di sguardo
                       di MONICA MAGGIONI
                       Giornalista, ex Presidente RAI

                       U
                                 na questione di sguardi e di      da umana è fatta, appunto, di intrec-    pag. 8
                                                                                                            Mille mondi al lavoro
                                 volti, credo sia questo alla      ci tra storie di uomini, di persone.     I lavratori essenziali
                                 fine il senso del percorso        Significa dunque avere uno sguardo
                                                                                                            pag. 14
                       che farà chi avrà modo di addentrarsi       su quello che ci circonda che permet-    Mille mondi a scuola
                       in questo numero di Babel. E, in fon-       ta di non dimenticare la dimensione      Vicini a distanza
                       do, sono proprio queste due parole          dell’«altro»: un soggetto con una        pag. 20
                       a fare tutta la differenza del mondo.       storia che appare profondamente          Mille mondi a tavola
                                                                                                            Il ricettario di Babel
                       Innanzitutto i volti. E’ proprio guar-      diversa dalla nostra, e diventa inve-
                       dando il volto delle persone che vi si      ce prossima quando decidiamo di          pag. 28
                                                                                                            Molte fedi nella preghiera
                       legge la storia, il cammino, il vissu-      accorciare la distanza, di parlare, di   Il lockdown raccontato dalle comunità
                       to, le sofferenze, i sogni. Per questo      avvicinarci a scoprire la ricchezza e    pag. 36
                       credo che ricominciare a interpretare       la complessità di mondi di cui nem-      Mille mondi nel tempo libero
                       quello che ci circonda attraverso il        meno supponevamo l’esistenza. Lo         Un’estate altra
                       volto delle persone possa davvero           sguardo sugli uomini è quello che
                       essere un esercizio prezioso per la         conduce al viaggio di gran lunga il
                       nostra crescita collettiva, per il nostro   più avvincente di tutti quelli percor-
                       sviluppo di comunità umana. In tanti        ribili anche dal viaggiatore più av-
                       anni passati a raccontare i paesi più       venturoso. Riserva scoperte sorpren-
                       distanti, le situazioni estreme, nes-       denti, e alla fine, permette di andare
                       sun elemento mi è stato mai di aiuto        verso la costruzione di un mondo di
                       per capire le cose, quanto il volto         uomini in cui la dimensione politica,
                       delle persone. Comprendere i dati           ideologica o sociale parta dal pre-
                       della complessità (i fattori economi-       supposto che ognuno è, alla fine, il
                       ci, gli intrecci politici, le dinamiche     prodotto di una storia di vissuti, di
                       di potere) è essenziale per restituire      eventi subiti e di volontà agite, e di
                       ai lettori un quadro credibile e serio      opportunità. Quelle che ci sono state
                       di un paese, di una realtà lontana;         date o quelle che, ogni giorno, sap-
                       ma guardare in faccia le persone è          piamo costruire per gli altri.
                       il pezzo che fa la differenza, quello
                       irrinunciabile. Insomma è un modo
                       per sottolineare - anche quando
                       sembriamo scordarlo - che la vicen-

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   MILLE MONDI
   AL LAVORO

   C
           hi sono i lavoratori essen-
           ziali? Se n’è parlato tanto nel
           tempo appena concluso, at-
   traversato dall’epidemia di Coronavi-
   rus. Noi abbiamo deciso di andare ad
   incontrare alcuni di questi lavoratori
   silenziosi che, durante il lockdown,
   hanno prestato il loro impegno e le
   loro abilità. Ci hanno raccontato
   le loro storie, la loro quotidiani-
   tà, le loro paure… e persino i frutti
   preziosi di questo tempo.

   Fotografie di Clara Mammana

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                                                                             LE STORIE                                          DI BABEL
Insieme,                                                                                                                        Un lavoro
al servizio della comunità                                                                                                      fatto di relazioni
Ci aspetta in completa tenuta da imbianchino sulla soglia                                                                       Mostafa, fruttivendolo del
di uno dei luoghi simbolo di quest’ultimo periodo, la Fiera                                                                     centro di Treviglio, ci raccon-
di Bergamo, trasformata dapprima in ospedale da campo e                                                                         ta il suo lockdown tra lavoro
poi in ambulatorio e centro prelievi.                                                                                           e comunità.

di MARTINO ROVETTA                                                                                                              di VALERIA DI GAETANO

S                                                                                                                               M
        i chiama José Luis Zerna, ha       e il pranzo. La Fiera si trasforma così                                                         ostafa ha vent’anni ed è        a Treviglio e conosco tanta gente che     modo, si sia sentito più riconosciuto,
        50 anni, è originario di Su-       in un microcosmo atipico: mentre                                                                un giovane imprenditore.        non sta bene, quindi ho pensato che       all’interno della città, per il lavoro
        cre in Bolivia. In Italia ormai    il mondo intorno è soverchiato da                                                               Con quello che era stato in     potessi fare qualcosa. Per noi però       che ha fatto in questi mesi. Ma, a ve-
dal 1997, da quando è arrivato ha          sirene e silenzi, il clima interno è                                                 passato il suo capo e con i suoi fra-      era un momento particolare perché         derlo lavorare, si capisce cosa inten-
continuato il lavoro di imbianchino.       quello di un cantiere, invaso da at-                                                 telli, rispettivamente diciannove e        la gente, stando a casa, veniva a com-    da quando ci risponde che, in realtà,
José conosce ormai benissimo ogni          trezzi e uomini che cercano di porre                                                 ventidue anni, gestisce da un anno         prare di più e noi dovevamo cercare       si sente sempre piuttosto riconosciu-
angolo della Fiera: qui è arrivato la      rimedio in qualche modo all’inferno                                                  un’ortofrutta in una delle strade più      di rispettare le regole nel negozio:      to. “Se uno è bravo viene rispettato
mattina del 23 marzo, sollecitato          circostante. Nonostante la paura e                                                   centrali di Treviglio. Quando andia-       potevo far entrare solo una persona       facilmente: io credo sia così.”
dalla richiesta di Confartigianato per     l’angoscia tra gli artigiani si crea so-                                             mo a trovarlo, non è facile parlargli,     alla volta. Per questo, per regalare
allestire in poco tempo l’ospedale da      lidarietà, armonia e soprattutto re-                                                 perché Mostafa e i suoi fratelli sono      la frutta, non li abbiamo fatti venire
campo. Di questa struttura ha visto le     lazione. Giunti lì per necessità, José                                               impegnatissimi a prendere la frutta        qui. Ci siamo appoggiati al Comune
radici, i germogli e le evoluzioni, ma     e i suoi colleghi lavorano per una                                                   e la verdura per le signore anziane        di Treviglio che poi l’ha distribuita a
soprattutto ha contribuito perché di-      finalità comune che assume i tratti        agognata: offrire un ulteriore spazio     del posto che vengono a fare la spe-       chi aveva bisogno”. “Tanta gente poi
ventasse scialuppa di salvataggio in       della fraternità e dell’unione. La pau-    di cura. Cosa resta allora di questa      sa nel loro negozio, apprezzandone         – ci racconta Mostafa – aveva bisogno
mezzo alla burrasca. Insieme ad altri      ra non scompare, affiora silenziosa        opera? José non ha dubbi: lavorare        moltissimo la qualità. I ragazzi le        della consegna a domicilio, perché
operai, artigiani, Alpini e Protezione     in ciascun operaio. José ci trasmette      in gruppo con un orizzonte comune         conoscono e le salutano tutte per          magari era in quarantena, allora l’ab-
Civile, in tutto circa 300 persone, ha     con lucidità la paura di sua moglie        non solo ha prodotto un risultato ma      nome. “Spesso tornano anche a ri-          biamo fatta sempre gratis, per tutto
allestito in due settimane terapie         e di sua figlia nel vederlo tornare        ha dato valore al processo. Oggi José     portarmi le cose che hanno cucinato,       il lockdown”.
intensive, posti letto, ambulatori e       stremato, ci racconta la prevenzione       si trova una volta a settimana a pran-    ce le fanno assaggiare ringraziando-       Quando gli chiediamo come abbia
pronto soccorso. Un lavoro quello di       e le precauzioni prese in quei giorni.     zo con alcuni degli operatori addetti     ci per i prodotti”, ci racconta Mostafa.   vissuto questo tempo, ci spiega che
Josè che inizia dal basso: dall’aiuto      I vari reparti dell’ospedale crescono      alla costruzione, e ammette di sen-       Durante il lockdown, Mostafa, di ori-      è stato per loro “bruttissimo: noi ab-
per la posatura della pavimentazio-        repentinamente e così il 5 aprile il       tirsi più inserito in Italia. Non solo:   gine egiziana e in Italia da quando        biamo lavorato, ma di solito siamo
ne alla giuntura degli zoccolini e infi-   nuovo ospedale è operativo. Con            ringrazia la terra di Bergamo, i suoi     aveva quindici anni, ha regalato,          sempre in mezzo alla gente, invece
ne all’imbiancatura delle pareti. Per      l’apertura e l’arrivo dei primi pazien-    anziani e i suoi giovani, spera per la    come altri fruttivendoli della pro-        ora sembrava tutto un deserto…
José però in quei giorni intensi non       ti, il piazzale della Fiera si svuota di   propria terra d’origine dove la sanità    vincia, alcuni dei suoi prodotti, nel      poi potevo parlare meno coi clienti,
si bada solo allo specifico della pro-     furgoncini e lascia spazio alle ambu-      è ancora riservata ai pochi che se lo     tentativo di rendersi utile in qualche     mentre ora mi vedi, sono sempre
pria mansione, la filosofia comune         lanze. Non è una fuga quella di Josè       possono permettere e ammette che          modo in un momento così particola-         qui a parlare con tutti… Adesso però
è “ovunque si può dare una mano,           e dei costruttori, ma una ritirata che     “è bello lavorare, ma ancora di più       re. “Ho visto che tutti erano a casa e     fortunatamente la città sta tornando
si fa”. Ad interrompere qualsiasi im-      custodisce la relazione germoglia-         costruire legami, sia con la famiglia     alcuni non potevano lavorare, e so         quella di prima”.
piego solo le sacrosante pause caffè       ta. E soprattutto fa spazio alla meta      sia con i colleghi.”                      che ne avevano bisogno… vivo qui           Chiediamo a Mostafa se, in qualche

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Cambia il tuo sguardo - I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia - ACLI Bergamo
BABEL | Ottobre 2020                                                                                                                                                                                                                      BABEL | Ottobre 2020

Una pizza                                  tro del paese. “Adesso finalmente
                                           stiamo un po’ tornando alla norma-
                                                                                  Il mio pensiero poi è che la terra è
                                                                                  terra di Dio e basta... Io sento come     «Io so cosa si prova»
in dono                                    nati, abbiamo dovuto chiudere solo
                                                                                  mio il Paese in cui vivo”. Quando gli
                                           lità” ci spiega. “Noi siamo stati fortu-
                                                                                  chiediamo se si sentano accolti in        Lucky, 31 anni, è stato uno dei ristoratori che, durante il lockdown, hanno partecipato
                                           per una settimana. Abbiamo lavora-     Italia, ci rispondono “la maggior par-
                                                                                                                            al progetto “Schiscetta Solidale”, che ha coinvolto diversi ristoranti della bergamasca
di VALERIA DI GAETANO                      to circa la metà del solito, ma adesso te delle persone ci tratta bene. Poi
                                                                                                                            impegnati a consegnare cibo gratuitamente a medici ed infermieri durante i mesi più

“A
                                           le cose stanno tornando come pri-      certo, ci sono i razzisti. Negli ultimi
              ll’inizio di questa situa-
                                           ma: lavoriamo anche più di prima,      3 o 4 anni sono molto aumentati,          duri dell’emergenza.
              zione del Coronavirus,
                                           dieci ore al giorno”. Omar ci spiega   ma è anche a causa della politica”.
              abbiamo pensato di
                                           che, proprio per questa fortuna, per   Sulla percezione che gli italiani
regalare qualche pizza all’Ospedale                                                                                         di VALERIA DI GAETANO
                                           lui e suo zio è stato importante, in   hanno degli stranieri, da lavoratori,

                                                                                                                            Q
San Marco, a Zingonia, qui vicino.                                                                                                    uando andiamo a trovarlo          un sacco, duramente, e spesso sono
                                           quel momento, trovare un modo per      ci raccontano: “E’ davvero triste: gli
Poi le abbiamo regalate alla Croce                                                                                                    a Seriate, nel suo ristorante     quelli pagati meno di tutti. E’ impor-
                                           contribuire come si poteva. “Per noi   italiani vedono 99 persone che la-
Bianca, e anche ai Carabinieri del pa-                                                                                                messicano, come tanti altri       tante relativizzare…”.
                                           questo deriva anche dalla religione:   vorano e una che spaccia, e dicono
ese. Capivamo che stavano facendo                                                                                           ristoratori Lucky ha da poco riaperto       Chiediamo a Lucky come abbia
                                           la nostra religione dice che dobbia-   che sono tutto così. Ma non è vero:
un servizio importantissimo per noi”,                                                                                       e ci accoglie armato di mascherina          vissuto il periodo del lockdown, la
                                           mo aiutare il povero”.                 la maggior parte degli stranieri lavo-
ci spiegano Omar e Mandour Ihab,                                                                                            ed igienizzante per le mani. Il risto-      chiusura obbligata e l’emergenza sa-
                                                                                  rano, pagano le tasse e fanno il bene
di origine egiziana. I due pizzaioli,                                                                                       rante che gestisce è grande e pulito:       nitaria. Ci spiega come si sia sentito
residenti in Italia rispettivamente da
                                           «Noi viviamo in questo                 del Paese. E poi lo sappiamo, anche
                                           Paese, stiamo bene grazie a tra gli Italiani c’è chi rovina il Paese”.           Lakvinder Singh, di origine indiana,        coinvolto fin da subito dalla situazio-
sei e vent’anni, presto si sono chiesti                                                                                     che si fa chiamare Lucky per sempli-        ne, per cui ha cercato di attivarsi in
se potessero fare anche qualcosa di        questo Paese, e quando c’è Concludono dicendoci “è importante
                                                                                  non guardare solo il male ma anche        cità, ci racconta come mai un indiano       moltissimi modi diversi. “Per prima
più: “Dato che io sono qui del paese       “brutto tempo” dobbiamo                                                          gestisca un ristorante messicano: “Io       cosa ho ospitato dei medici: vicino a
                                                                                  il bene”. Lo crediamo anche noi - af-
- ci spiega Omar - ho iniziato a chie-     anche noi fare il possibile». finché questa vicenda sia davvero                  ho sempre lavorato nella ristorazio-        casa mia ho una stanza in cui avrei
dere in giro se c’è qualche povero del                                                                                      ne, da quando avevo quindici anni,          voluto aprire un B&B, l’apertura
                                                                                  l’occasione di volgere i nostri occhi a
paese, qualcuno che non trova soldi,       Con questi piccoli gesti di solida-                                              ho fatto di tutto, iniziato come lava-      sarebbe stata a marzo, ma non ho
                                                                                  quei gesti concreti di solidarietà che
o che è stato licenziato ed è rimasto a    rietà, Omar ha avuto anche l’oppor-                                              piatti e poi man mano ho fatto il ca-       potuto farlo. Però avendo quello spa-
                                                                                  fanno la comunità.
casa senza lavoro, così gli mandiamo       tunità di sentirsi un po’ più parte di                                           meriere, il cuoco… ho imparato tutto        zio ne ho approfittato per ospitare
la pizza. Ho parlato con le persone        questo Paese. “Noi qui paghiamo                                                  con l’esperienza. L’ultimo ristorante       alcuni medici e infermieri. Trovo che
del paese. Ci sono delle signore di        le tasse, lavoriamo qui, e abbiamo                                               in cui ho lavorato era messicano e          di solito non venga riservato un trat-
origine egiziana a cui ho detto di         sentito questo Paese come il nostro.                                             mi è piaciuta molto quella cucina.          tamento particolarmente speciale a        la mia famiglia. All’inizio vivevamo
farmi sapere se trovassero qualcuno                                                                                         Poi ha chiuso, per questo ho deciso         queste persone, non sono calciatori,      a Brescia. Mio papà non viveva con
che aveva bisogno. Così anche con                                                                                           di aprire il mio ristorante messicano.      attori, cantanti… ma se esco di qui       noi, lavorava fuori. Un giorno è rima-
gli italiani: ho fermato una signora                                                                                        Ormai sono sette anni da quando ho          e mi faccio male, è di loro che ho        sto senza lavoro e ci hanno staccato
qui vicino, e due ragazze davanti al                                                                                        iniziato qui”. E la multiculturalità è di   bisogno. Mi sembra che in questo          la luce e l’acqua. Non abbiamo man-
fruttivendolo, e gli ho detto che se                                                                                        casa in questo ristorante: Lucky ha         periodo le persone se ne siano ac-        giato per quattro giorni”. “In questi
conoscono qualcuno che ha bisogno                                                                                           dipendenti di cinque Paesi diversi:         corte”. Lucky poi ha iniziato a cucina-   ultimi mesi – continua – tanta gente
io posso mandargli la pizza. Non vo-                                                                                        Bangladesh, Pakistan, India, Italia e       re per gli ospedali e per la Polizia di   è stata male e io so cosa vuol dire.
glio nemmeno sapere chi è, mi date                                                                                          Bolivia. “Mi trovo bene a lavorare con      Seriate, prima individualmente, poi       Ma non potevo andare in giro a por-
l’indirizzo e io la mando”.                                                                                                 loro: trovo che i giovani italiani qui      come parte del progetto “schiscetta       tare il cibo alle persone… allora ho
Così ci racconta, in una calda matti-                                                                                       abbiano meno voglia di fare questo          solidale”.                                pensato di farlo almeno coi medici,
nata di inizio luglio, Omar, di Boltie-                                                                                     genere di lavori. Gli stranieri invece      Gli chiediamo perché abbia sentito        la Polizia, e chi stava facendo un la-
re, che con suo zio Mandour lavora                                                                                          spesso lavorano duramente. Eppure           di dover fare tutto questo. Con sem-      voro importante per tutti... Io questo
presso la pizzeria di un proprietario                                                                                       i miei zii che vivono in America mi         plicità ci spiega “io sono arrivato in    l’ho fatto davvero con tutto il cuore”.
di origine pakistana proprio nel cen-                                                                                       spiegano che lì gli italiani lavorano       Italia sedici anni fa assieme a tutta

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Cambia il tuo sguardo - I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia - ACLI Bergamo
BABEL | Ottobre 2020                            BABEL | Ottobre 2020

                       MILLE MONDI
                       A SCUOLA

                       V
                                 icini a distanza. Questo è
                                 stato il motto dei mesi di
                                 lockdown, tempo in cui,
                       tanto più si era fisicamente distanti,
                       tanto più nasceva il bisogno di sen-
                       tirsi saldamente connessi gli uni con
                       gli altri. La scuola, l’educazione e
                       l’apprendimento, che come loro
                       materia prima hanno proprio le
                       relazioni, hanno molto soffer-
                       to la lontananza imposta dalla
                       chiusura. E, tuttavia, esse sono state
                       anche luogo privilegiato in cui speri-
                       mentare nuovi modi per sentirsi vici-
                       ni. Nonostante tutto. Per questa loro
                       forza e fantasia, noi abbiamo deciso
                       di raccontarvi le esperienze di alcuni
                       educatori, insegnanti e studenti in
                       questo tempo così speciale.

                       Fotografie di Clara Mammana

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Cambia il tuo sguardo - I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia - ACLI Bergamo
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FOCUS
Viaggio                                    nascondono e racchiudono germo-
                                           gli, che, una volta trascorso questo
                                                                                      raccolta differenziata, quelle da più
                                                                                      tempo presenti a Zingonia guidano

al centro                                  storico inverno, fioriranno.
                                           Alle Torri si accede dalla portineria
                                                                                      quelle da poco arrivate per tutte le
                                                                                      necessità quotidiane, o semplice-

di Zingonia                                ed è da qui che Ottavia ci racconta
                                           di come una storia di periferia possa
                                                                                      mente chiacchierano. La portineria
                                                                                      delle Torri è il posto caldo, d’inverno
                                           trasformarsi in una storia di centra-      come d’estate, in cui prende voce
di MARTA RIBUL                             lità. La portineria delle Torri non è      e forma lo spazio compiti, quello,
                                           soltanto punto di passaggio obbliga-       come racconta Ottavia, in cui conta

N
         on c’è luogo migliore per         to, ma anche punto di osservazione         molto di più la relazione di fiducia        hanno sempre attuato un monito-           sociale che intreccia le mille storie     di compromettere la convivenza di
         esemplificare il concetto di      privilegiato, una sorta di occhio da       che, a partire dai gesti dei più picco-     raggio telefonico, rafforzato durante     di Zingonia passa anche attraverso        molti, la coltivazione di orti. E pro-
         periferia al centro che Zin-      Grande Fratello o di ombelico del          li, dal loro ricordarsi di portare con sé   la quarantena, anche grazie al lavoro     laboratori di inclusione sociali, corsi   prio gi orti, coltivati dietro le Torri
gonia, la ville radieuse lombarda, la      mondo in cui la Cooperativa Pugno          astuccio e diario e rispettare l’altro,     di rete svolto dalle scuole, impegna-     di formazione finalizzati all’inse-       da residenti di Osio Sotto o Verdelli-
città, appellativo piuttosto utopistico,   Aperto, insieme a CESVI ed EcoSvi-         si diffonda anche tra gli adulti. Uno       te sia nella distribuzione di strumen-    rimento lavorativo, gruppi perso-         no, sono il simbolo di Zingonia che
dal momento che non è che un ag-           luppo, ha pensato e realizzato pro-        spazio fisico, capace di diventare vir-     ti tecnologici che nell’ininterrotta      nalizzati di aiuto compiti, supporti      vuole rifiorire e che, nella pluralità,
glomerato di amministrazioni comu-         getti di incontro ed inclusione.           tuale per continuare a far sentire la       comunicazione con le famiglie. Il         agli amministratori di condominio,        attraverso cura, dedizione, passione
nali, senza averne una propria, che        Ad incontrarsi e intrecciare le pro-       vicinanza delle cooperative alle per-       lavoro di rete nelle Torri di Zingonia    promozione di forme di convivenza,        e pazienza, porta frutto.
racchiude nel proprio nome, come           prie storie nella portineria delle Torri   sone, anche quando le circostanze           è come un gioco di squadra tra terzo      soprattutto durante i giorni peggiori
unica storia, quella del proprio fon-      sono soprattutto donne, bambini            hanno imposto la distanza. Quando           settore e servizi sociali.                della pandemia, in cui la poca cura
datore e di un progetto tanto ideale       e bambine: le donne straniere che          si è corso il rischio che la rete sociale   Un gioco di squadra in cui ogni par-      di una persona avrebbero rischiato
quanto fallimentare. Nella storia più      vivono a Zingonia partecipano alla         si diradasse, a Zingonia si è intreccia-    tecipante da il meglio di sé per una
recente, l’unica che questo luogo,         scuola di italiano e imparano le basi      ta una trama ancora più fitta, affinché     vittoria condivisa. “Abitare la comu-
che forse sarebbe più corretto defini-     dell’informatica per poter espletare       nessuno potesse essere lasciato solo.       nità”, progetto sviluppato all’interno
re no man’s land, possiede, si sono        tutte (o quasi) le pratiche burocrati-     Per non (dis)perdere i più giovani,         delle palazzine Aler, in cui le ammi-
alternati giocatori dell’Atalanta, che     che ormai previste dal mondo della         già in tempi non sospetti, quando           nistrazioni locali e le cooperative CE-
proprio lì si allena, fabbriche, torri,    scuola, cucinano e preparano la me-        gli studenti non si presentavano            SVI, Ecosviluppo e Pugno Aperto, a
piazze per gli affari di ogni genere,      renda per i bambini che partecipa-         agli appuntamenti pomeridiani, le           fianco dei condomini, promuovono
microcriminalità, abbandono, ma so-        no allo spazio compiti, imparano la        organizzazioni che lavorano alle Torri      forme ed esperienze di buon vicina-
prattutto persone dalle mille storie,                                                                                             to; “Mercafino”, una sorta di fly mar-
dalle mille voci e dai mille colori.                                                                                              ket dal sapore delle capitali europee,
Ed è la convivialità delle differenze                                                                                             che è in realtà tempo e spazio in cui,
a fare di Zingonia un posto unico,                                                                                                soprattutto, le donne raccolgono e
unico soprattutto e più di tutto per le                                                                                           scambiano vestiti, giocattoli, ma non
intrecciate trame delle persone che                                                                                               solo; “Beautiful wave”, l’onda artisti-
ne occupano il centro. A Zingonia                                                                                                 ca generatrice promossa da Sguazzi
non esiste un centro, sono molteplici                                                                                             per includere giovani a partire dai
i luoghi in cui la gente si incontra e,                                                                                           15 anni in attività ludiche, dall’arte
uno tra questi, sono le Torri, quattro                                                                                            allo sport, che hanno l’obiettivo di
palazzoni apparentemente anonimi                                                                                                  crescere come le onde, facendo in
e nemmeno troppo in buono stato,                                                                                                  modo che chi partecipa adesso ne
che, però, come la terra di un orto,                                                                                              diventi promotore domani. La rete

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Cambia il tuo sguardo - I racconti della Bergamo multiculturale oltre la pandemia - ACLI Bergamo
BABEL | Ottobre 2020                                                                                                                 BABEL | Ottobre 2020

                       Trasformare il disagio in potenzialità
                       per arricchire la società
                       Una riflessione con il prof. Marco Pacati, dell’Istituto Pesenti, su scuola e Coronavirus

                       di DAVIDE CORNAGO

                       L’
                               Istituto Pesenti, Istituto di       personale o la Caritas, a fornire cibo    proprio futuro.
                               frontiera, ha un alto nume-         e assistenza.
                               ro di studenti originari di         Spesso i ragazzi non hanno acceso         Cosa vi ha insegnato questo tempo?
                       ogni parte del pianeta. Ogni anno,          la videocamera per pudore, per non
                       forma operatori e tecnici che lavo-         mostrare la propria casa, la propria      È stata una esperienza umanamente
                       rano nel nostro sistema produtti-           situazione familiare. Circa il 10-15%     molto ricca, i docenti hanno toccato
                       vo: oltre il 90% dei diplomati trova        degli studenti non si è proprio mai       con mano la grande varietà delle
                       lavoro in tempi brevissimi.                 connesso. Spesso si è trattato di stu-    situazioni familiari e sociali, e con-
                                                                   denti che risultavano assenti anche       statato, se mai ce ne fosse stato biso-
                       Come avete affrontato l’emergenza?          nel primo quadrimestre: a distanza,       gno, di come molti dei nostri studen-
                                                                   le condizioni di svantaggio si sono       ti siano in sofferenza. Non siamo tutti
                       Nel nostro caso la didattica a distan-      acuite. Purtroppo, con questa emer-       sulla stessa barca, chi viaggia su una
                       za ha dovuto fare i conti col fatto che     genza i casi più difficili da mantene-    scialuppa è molto più esposto alla
                       moltissimi nostri studenti vivono           re nel percorso scolastico sono stati     tempesta, poiché ha meno strumen-
                       una situazione familiare problema-          persi.                                    ti per difendersene. Dobbiamo mi-
                       tica: spesso non hanno il computer,         Abbiamo distribuito circa cinquanta       gliorare la nostra sensibilità rispetto
                       e chi ha utilizzato il telefono non         computer, per superare le difficoltà      alle disuguaglianze ed ai disagi vis-
                       poteva condividere testi e usufruire        tecniche, grazie alla disponibilità       suti, a volte ai drammi.
                       di tutte le modalità della didattica        della scuola, ai fondi ministeriali,      Sul piano didattico dobbiamo dare
                       a distanza; spesso non dispongono           all’aiuto di Fondazioni e alle Forze      le giuste priorità: stabilire una gerar-
                       di connessione digitale in casa o           dell’ordine che li hanno recapitati       chia di valori che privilegi la persona
                       comunque non hanno sufficiente              agli studenti.                            rispetto alla performance o alla com-
                       copertura. Infine, manca uno spazio         La didattica a distanza, per noi, sem-    petenza culturale.
                       per seguire le lezioni e svolgere i         plicemente non può essere sostitu-        L’obiettivo primario di questa scuola
                       compiti.                                    tiva della presenza in classe, se non     è limitare la dispersione, accompa-
                       Anche la condizione delle famiglie          per un breve periodo di emergenza.        gnare gli studenti al diploma come
                       ha giocato un ruolo determinante:           La presenza, l’attività di laboratorio,   premessa al lavoro e all’integrazione
                       spesso i ragazzi non potevano con-          la socialità, la cura affettuosa dei      sociale: non solo i migliori vanno
                       nettersi, non avevano lo spazio, do-        docenti che motivano alla scuola,         premiati, bisogna supportare la
                       vevano badare ai fratellini… ci sono        all’integrazione, al lavoro sono tutti    grande base disagiata, tutti poi por-
                       stati addirittura casi di ragazzi soli in   elementi essenziali e non accessori       teranno il proprio contributo al si-
                       casa, coi genitori bloccati nei paesi       del nostro progetto educativo. L’a-       stema produttivo locale, alla società
                       d’origine, che hanno chiesto aiuto          spetto operativo è strumento per          bergamasca.
                       tramite il contatto stabilito con noi:      inserirsi, rafforzare la propria auto-
                       siamo riusciti, tramite l’impegno           stima e professionalità, costruire il

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BABEL | Ottobre 2020                           BABEL | Ottobre 2020

MILLE MONDI
A TAVOLA

F
       este, pranzi, riti e tradizioni,
       sono queste le svariate forme
       che la cucina assume in giro
per il mondo e che ci piace incon-
trare e assaporare. La cucina si
dimostra essere una vera e pro-
pria identità capace di formare
legami tra diverse culture che si
incontrano portando le proprie
tradizioni. È nel momento in cui
decidiamo di scoprire l’altro che ci
esponiamo e portiamo qualcosa che
ci appartiene: un buon piatto cucina-
to con cura e attenzione è l’invito a
sentirci più vicini.
Se pensiamo ad una ricetta, non ve-
diamo solo degli ingredienti; incon-
triamo un vortice di sapori e una mi-
scela di tradizioni, intravediamo la
produzione di ogni singolo prodotto
e l’accostamento oculato. Parlare di
cucina è come parlare di casa e della
propria quotidianità.
In questo numero, Babel decide di
avvicinarsi alla cucina etnica, por-
tando la descrizione di alcune ricette
provenienti da paesi lontani, ma che,
grazie ad alcuni amici che vivono il
territorio bergamasco, sono sempre
più vicini.
                                          immagine da imgur.com

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BABEL | Ottobre 2020                                                                                                                                                                                                                                           BABEL | Ottobre 2020

P                                                                                                                                           S
        rovenienti dal Nord-Est della Cina, i ravioli cinesi hanno diversi nomi, proprio a seconda della forma che ciascuna ricetta                i chiama Piche Macho, uno dei piatti tipici boliviani più famosi. Questa pietanza ebbe origine quando un gruppo di piloti
        dava loro. Abbiamo ad esempio gli Jiao, il cui significato è “corno”, grazie proprio alla loro forma allungata; ci sono poi i              si radunò un sabato pomeriggio per bere birra e giocare a carte; i piloti chiesero alla cuoca di preparargli qualcosa di buo-
        Bianshi, letteralmente, “cibo piatto”.                                                                                                     no da stuzzicare e questa, utilizzando gli ingredienti presenti in cucina, iniziò a preparare un nuovo piatto. Su un letto di
Inventati, secondo una versione, da Zhang Zhongjing, egli ne propose la ricetta nel suo libro “Trattamento sulle malattie febbrili          patatine fritte adagiò la carne e i würstel conditi con cipolla, pomodoro e peperoncino, tutti tagliati grossolanamente; aggiunse
e malattie varie” durante la dinastia HAN (206 a.C. - 22 d.C.). Tutt’oggi i ravioli sono un piatto molto importante per la cucina           poi delle uova sode… il piatto fu pronto in men che non si dica.
cinese; la maggior parte delle famiglie, infatti, quando si riunisce per celebrare le grandi occasioni, li prepara insieme con un
vero e proprio rito.
Simbolo di accoglienza e ricchezza, si dice che il Capodanno sia il momento migliore in cui mangiarli, poiché essi portano
fortuna per tutto l’anno a venire: in quest’occasione viene inserita una moneta all’interno di uno dei ravioli e, chi la trova, sarà
la persona più fortunata del nuovo anno.

INGREDIENTI                                                                                                                                 INGREDIENTI
Per il ripieno:                                                                                                                             • 100 g di carne tenera bovino a
• Carne macinata di maiale                                                                                                                  persona
• Crauti o verza, tagliati a pezzettini                                                                                                     • 80 g di würstel a persona
• Cipollotti tagliati a pezzettini                                                                                                          • 1 uovo a persona
• Dado in polvere                                                                                                                           • Cipolla
• Salsa di soia                                                                                                                             • Pomodoro
                                                                                                                                            • Peperoncino
                                                                                                                                            • Salsa piccante
Per l’impasto:                                                                                                                              • Pepe
• Farina di frumento tipo 00                                                                                                                • Sale
• Acqua                                                                                                                                     • 150 gr di patate a persona
• Un pizzico di sale

                                                                                                      immagine da ricettefacilieveloci.it                                                                                                                immagine da Pinterest

PREPARAZIONE                                                                                                                                PREPARAZIONE
Si tratta di un piatto amato in tutto il mondo. Per il ripieno di questo piatto, mescolare crauti, cipollotti e la carne                    Per preparare un ottimo Piche Macho, iniziare tagliando la carne a cubetti e lasciarla marinare in una terrina con sal-
macinata in una ciotola. Aggiungere il sale, la salsa di soia e un po’ di dado in polvere; otterremo così un impasto                        sa di soia e pepe per almeno mezz’ora. Nel frattempo, fare bollire le uova per 10 minuti e, una volta cotte, sgusciarle
omogeneo – se necessario uniformare con un po’ d’acqua.                                                                                     Sbucciare ora le patate e tagliarle a listelli per poi friggerle nell’olio caldo; preparare ora i würstel tagliandoli a
Per l’impasto dei nostri ravioli, invece, unire farina e acqua in una ciotola e lavorare l’impasto fino ad ottenere un                      rondelle. Tagliare cipolla e pomodori a spicchi. Per i più forti, preparare anche il peperoncino.
panetto solido, che andrà poi diviso in palline. Stendere ogni pallina dandogli una forma circolare, piatta e sottile;                      Far cuocere in una padella la carne su una base di olio d’oliva e salare q.b. Mischiare ora patatine, würstel e carne.
su ciascuna di queste forme, andremo a posizionare un cucchiaio di ripieno. Chiudere il raviolo a mezzaluna e cuo-                          A questo punto, su un letto di patatine adagiare la carne con würstel, cipolla, pomodoro e l’uovo tagliato a metà;
cerlo al vapore… pronti per essere gustati!                                                                                                 salare a piacere e scegliere se accompagnare con maionese, senape o ketchup.

La ricetta è a cura dell’Associazione Cinese di Bergamo.                                                                                    La ricetta è a cura di don Mario Marossi e della comunità boliviana di Bergamo.

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D                                                                                                                               N
        irettamente dalla Siria arriva la ricetta degli Ataif, un piatto non solo                                                       ato come alimento povero e principale fonte di sostentamento per le popolazioni del Maghreb e di tutta l’Africa Nord
        profumato e delicato, ma anche facile da preparare. Serviti durante                                                             Occidentale, il cous cous si profila come piatto tipico di quelle popolazioni nomadi che da sempre lo pongono al centro
        il thè pomeridiano, gli Ataif vengono mangiati lontano dai pasti                                                                della propria tradizione. Non solo l’Africa, ma tutto il mondo sembra apprezzare questo piatto semplice e colorato.
contenenti carne, seguendo così le regole della Casherut. La Torà ripete tre                                                    Ecco la nostra ricetta, direttamente dal Marocco.
volte “non cucinerai il capretto nel latte della madre”.

                                                                                                                                INGREDIENTI
INGREDIENTI
                                                                                                                                • Farina di cous cous
Per la pastella:                              Per lo sciroppo:                          Per il ripieno:                         • Carne di manzo
• due tazze di farina bianca                  • 500 grammi di zucchero                  • 500 grammi di ricotta per dolci       • Cipolla, carote, zucca, zucchine,
• un cucchiaino di zucchero,                  • 3,8 dl di acqua                         • 250 grammi di mascarpone              ceci (e altre verdure a piacere)
• un cubetto di lievito di birra con-         • 1 cucchiaio di succo di limone          • 1 cucchiaio di zucchero               • Prezzemolo
fezionato,                                    • due cucchiai di essenza di fiori d’a-   • 1 cucchiaino di cannella              • Brodo (o acqua)
• ½ cucchiaino scarso di sale,                rancio                                    • 200 grammi di pistacchi tritati       • Sale, pepe
• 1 cucchiaino di olio d’oliva                                                                                                  • Curcuma in polvere (o zafferano)
                                                                                                                                • Olio di oliva

PREPARAZIONE                                                                                                                    PREPARAZIONE
Preparare lo sciroppo portando a ebollizione lo zucchero, l’acqua, il succo di limone e i fiori d’arancio. Far sobbollire       Per preparare un buon piatto di cous cous, seguire alcuni semplici passaggi.
per dieci minuti, togliere dal fuoco e far raffreddare.                                                                         In una padella fate rosolare la carne con cipolla e olio; dopo di che aggiungete sale, pepe, curcuma (o zafferano).
In una terrina setacciare la farina, aggiungere il sale, lo zucchero e l’olio d’oliva; versare poi il lievito di birra prece-   Mescolate bene in modo da far amalgamare le spezie con la carne; aggiungete ora il brodo fino a ricoprire comple-
dentemente sciolto in due tazze d’acqua tiepida. Mescolare il tutto rapidamente e coprire con un canovaccio; lasciar            tamente la carne.
riposare per mezz’ora.                                                                                                          Nel frattempo, lavorate a freddo la farina di cous cous con un cucchiaio di acqua e uno di olio, per metterla poi a
Quando l’impasto sarà lievitato far asciugare delle cucchiaiate di questa pastella in una padella preriscaldata per             cuocere al vapore. Una volta che il vapore attraversa la farina, toglietela e disfatela con acqua e con un po’ di olio.
ottenere dei dischetti tondi di circa 10 cm. Girarli e toglierli subito: non devono risultare dorati ma appena asciugati.       Rimettetela di nuovo nella pentola a vapore: l’operazione si ripete tre volte.
Posarli sopra la carta da cucina.                                                                                               Quando la carne è quasi pronta, possiamo aggiungerci le verdure – tagliate a listelli o intere - e farle cuocere insie-
Preparare il ripieno mescolando in una terrina la ricotta con mascarpone, zucchero e cannella fino ad ottenere un               me. Quando anche le verdure sono pronte, spegniamo il fuoco.
impasto omogeneo. Posare un cucchiaio di ripieno su ogni dischetto e formare dei coni, sigillando insieme metà                  Condiamo ora il cous cous con il brodo fino a quando diventa omogeneo.
del tondino in modo che l’altra metà esponga il ripieno. A questo punto intingere il cono nei pistacchi tritati e ap-           Possiamo ora mettere su un piatto il cous cous e condirlo con carne e verdure.
poggiarli uno per uno su un piatto da portata. Servire con lo sciroppo.
                                                                                                                                La ricetta è a cura dell’Associazione Cibo di Ogni Colore
La ricetta è a cura di Rosy Sofer, persiana, e autrice del libro “I piaceri della cucina ebraica”                               FACEBOOK:@cibodiognicolore; INSTAGRAM:@cibodiognicolore

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BABEL | Ottobre 2020                                                                                                                                                                                                                                                                      BABEL | Ottobre 2020

Q                                                                                                                                                                          K
           uando si parla di Egusi Soup ad un nigeriano, gli occhi sono quelli di un bambino che ha appena scartato un regalo tan-                                               utya è un dolce tipico della cucina russa ed ucraina a base di farro. Anche chiamato “dolce dei morti”, viene servito nel
           to atteso. Si tratta del piatto più rappresentativo della Nigeria, ma non solo. Parliamo infatti di una pietanza che si offre                                         contesto di alcune cene commemorative che, rispettando la tradizione cristiana-ortodossa, vengono organizzate da par-
           ad ogni ospite e che si modella rispetto alla creatività di chi la cucina. Per preparare un Egusi soup basic, ecco la ricetta.                                        tenti ed amici della persona che è venuta a mancare e divengono occasioni di preghiera a Dio per l’anima del defunto.
                                                                                                                                                                           Ancora oggi queste cene vengono organizzate il terzo, il nono ed il quattordicesimo giorno dopo la morte di una persona. In
                                                                                                                                                                           queste occasioni, il Kutya è un dolce che non può mancare.

INGREDIENTI                                                                                                                                                                INGREDIENTI
• Pollo in brodo                                                                                                                                                           • 300 g di farro
• Curry                                                                                                                                                                    • 100 g di gherigli noci
• Sale                                                                                                                                                                     • 150 g di semi di papavero
• Spinaci                                                                                                                                                                  • 50 g di uvetta
• Olio di palma                                                                                                                                                            • 100 g di miele
• Semi di egusi                                                                                                                                                            • 800 ml di acqua fredda

                                                                                                                                            immagine da preciouscore.com
• Cray fish
• Peperoncino o salsa piccante
• Semola di grano duro

PREPARAZIONE                                                                                                                                                               PREPARAZIONE
La preparazione di un Egusi soup per quattro persone appare abbastanza semplice: dapprima occorre far bollire                                                              Per prima cosa, il farro deve essere ben lavato. Lo mettiamo in acqua fredda per circa 3 ore. Poi, scolata l’acqua,
in una pentola circa mezzo kg di carne bianca, alla quale vanno aggiunti gradualmente mezzo cucchiaino di sale,                                                            mettiamo il farro in una pentola profonda, vi aggiungiamo 800 ml di acqua fredda e portiamo a bollore. Lasciamo
mezzo di curry, una manciata di spinaci (50 gr circa), 50 ml di olio di palma, qualche gambero, una spruzzata di                                                           cuocere a fuoco lento per circa quaranta minuti. Nel frattempo, mettiamo l’uvetta in acqua calda per circa 3 minuti
peperoncino e infine il vero e proprio ingrediente segreto: l’egusi, una miscellanea di semi (zucca, melone e altre                                                        e la scoliamo. Prepariamo anche i semi di papavero: li laviamo e li facciamo bollire in acqua per 5 minuti, poi li
zucche particolari).                                                                                                                                                       scoliamo e li frulliamo con un cucchiaio di zucchero.
In un’altra pentola portare ad ebollizione 500 ml di acqua; aggiungere ora mezzo kg di farina di semola e mescolare                                                        Quando il farro è pronto, lo facciamo raffreddare e cominciamo a condirlo unendo tutti gli altri ingredienti (noci,
per 3/4 minuti.                                                                                                                                                            uvetta, miele, papavero). Mescoliamo bene il tutto.
Ora, in un piatto metteremo la semola cotta e nell’altro la zuppa a base di carne, curry, spinaci ed egusi. La tradizio-                                                   Il piatto è pronto! Lo serviamo in una ciotola ricoperto da qualche gheriglio di noce come decorazione.
ne nigeriana suggerisce di prendere con le mani la semola e di intingerla nella zuppa per un connubio di sapori
pregevole.

La ricetta è a cura di Scott Ekpo, di Ponte San Pietro e di origine nigeriana                                                                                              La ricetta è a cura di Oleg, del ristorante russo Podkova di Milano

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MOLTE FEDI
NELLA PREGHIERA

N
        on solo chiese chiuse.
        Proprio come i cattolici, tutte
        le comunità religiose pre-
senti a Bergamo si sono trovate a
vivere una situazione mai sperimen-
tata prima. E tutte si sono mosse in
modi simili, scoprendo la possibilità
di mettere in atto gesti di vicinanza
anche distanza, rafforzando i legami
di solidarietà. Abbiamo deciso, in
queste pagine, di passare loro il mi-
crofono, per farci raccontare questo
strano tempo dalle loro molteplici
prospettive.

Le fotografie presenti in questa
sezione sono, in gran parte,
risalenti al periodo precedente
l'emergenza sanitaria.
                                          IL LOCKDOWN
                                          RACCONTATO DA...

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                                                                                                                                                         PENTECOSTALI
                                                                                    mantenere la vita comunitaria, sep-
                                                                                    pur a distanza.                           La comunità pentecostale
                                                                                    I bambini sono stati seguiti attra-
                                                                                    verso i contatti con i genitori: era      di Mozzo
                                                                                    importante non lasciarli soli e senza
                                                                                    assistenza religiosa in un momento
                                                                                    così particolare. I bambini del coro      di MARTINO ROVETTA

                                                                                                                              “N
                                                                                    sono comunque riusciti a preparare i
                                                                                                                                             on sarò mai abbastanza       giorno dopo. Il venerdì era il giorno       fede può ancora dare molto. Poi
                                                                                    canti per la Messa pasquale, celebra-
                                                                                                                                             cinico da smettere di        dedicato allo studio personale della        come comunità lavoriamo e puntia-
                                                                                    ta a distanza.
                                                                                                                                             credere che il mondo         Sacra Scrittura. Con il Coronavirus         mo sui giovani e sulle giovani cop-
                                                                                                                              possa essere migliore di così”. Que-        è cambiato tutto ma ci siamo orga-          pie. Ogni quattro mesi ci troviamo
                                                                                    La comunità ortodossa si è anche
                                                                                                                              sta frase lapidaria di una canzone di       nizzati. Abbiamo creato immediata-          con alcune famiglie per benedire il
                                                                                    impegnata per offrire comunanza
                                                                                                                              Brunori Sas potrebbe benissimo fun-         mente, soprattutto con l’aiuto di mia       nostro matrimonio. Questo è solo un
                                                                                    spirituale al momento dell’arrivo
                                                                                                                              gere da filo conduttore dell’intervista     moglie Hilda, un gruppo whatsapp            esempio per dirti che non possiamo
                                                                                    della missione militare sanitaria dal-
                                                                                                                              che abbiamo fatto ad Ogidi Charles,         con alcuni dei membri della comuni-         non costruire una comunità che si
                                                                                    la Russia. Padre Oleg, ci racconta, ne
    La comunità ortodossa                                                           ha benedetto la sede. In occasione
                                                                                                                              pastore pentecostale che, insieme
                                                                                                                              alla moglie Hilda, si prende cura di
                                                                                                                                                                          tà nel quale ci siamo dati l’impegno
                                                                                                                                                                          di sentire almeno 5 persone al gior-
                                                                                                                                                                                                                      fondi sui giovani». Le ultime parole
                                                                                                                                                                                                                      che Charles ha per me sono di di-
                                                                                    della Pasqua, poi, la comunità ha
    di Piazza Sant’Anna                                                             offerto in dono delle uova colorate e
                                                                                    delle colombe.
                                                                                                                              una delle comunità pentecostali ber-
                                                                                                                              gamasche con sede a Mozzo. Charles
                                                                                                                                                                          no per chiedere le loro condizioni di
                                                                                                                                                                          salute, cercando di intuire i loro biso-
                                                                                                                                                                                                                      spiacere per non essere riuscito a
                                                                                                                                                                                                                      contribuire al fondo diocesano “Abi-
                                                                                                                              è di origine nigeriana, in Italia dal       gni. Per quanto riguarda le celebra-        tare la cura” per l’ospedale di Berga-
     di DAVIDE CORNAGO                                                              Il Coronavirus, nel frattempo, ha toc-
                                                                                                                              2002, di professione fa l’operaio           zioni abbiamo allestito una diretta         mo. Non mi meraviglio quindi se in
                                                                                    cato in prima persona la comunità:
                                                                                                                              in una azienda vicina a Osio Sotto,         Facebook la domenica dove era pos-          battuta ammette di essere grato a
                                                                                    ci sono stati diversi ammalati, alcuni

A
       nche per la comunità ortodos-      è organizzati: il web è stato utile per                                             ma quello che più gli sta a cuore           sibile seguire la celebrazione e un         Papa Francesco esprimendo la sua
                                                                                    gravi, ma fortunatamente tutti gua-
       sa russa, che si ritrova solita-   condividere con la comunità la cele-                                                è la Parola di Dio e la comunità di         mio pensiero sulle letture. Abbiamo         stima e il suo riconoscimento.
                                                                                    riti.
       mente nella Chiesa dell’Ora-       brazione dell’Eucaristia domenicale,                                                cui, per dono di Dio, si trova pasto-       usufruito anche di Zoom per alcuni
                                                                                    Oggi, per qualcuno, anche la situa-
torio della parrocchia di Sant’Anna,      che continuava ad essere celebrata a                                                re. Subito mi dice che la comunità          meeting di preghiera e di ascolto».
                                                                                    zione economica è particolarmente
l’emergenza Coronavirus è arrivata        porte chiuse da padre Oleg, assieme                                                 che guida non è solo per i nigeriani        Mentre mi confida che all’inizio è
                                                                                    difficile: chi non aveva un regolare
improvvisa: per le prime due setti-       a un diacono e a qualche cantore.                                                   ma è aperta a tutti, specialmente ai        stato difficile utilizzare i media per la
                                                                                    contratto oggi soffre in gravi ristret-
mane, così, non è stato possibile ce-     Uno strumento quotidiano di rela-                                                   giovani, specificandomi che l’inten-        preghiera, Charles mi enuncia alcu-
                                                                                    tezze economiche. La comunità cerca
lebrare l’Eucarestia insieme in alcun     zione è stato il gruppo whatsapp, che                                               to primario di ogni chiesa è quello         ne delle priorità della sua comunità.
                                                                                    di continuare a supportarli con gesti
modo.                                     ha permesso di rimanere vicini: ogni                                                di condurre a Dio non omettendo             «Innanzitutto – dichiara il pastore –
                                                                                    di solidarietà, ad esempio attraverso
Dopo di che, quando si è compreso         giorno della Quaresima Padre Oleg                                                   l’intenzione integrativa. «Nell’era         occorre accettare questa terra, che ci
                                                                                    il banco alimentare.
che l’emergenza sarebbe durata, ci si     ha inviato un sermone ai fedeli, per                                                pre-covid – spiega Charles – ci ritro-      ha accolto. Durante il lockdown molti
                                                                                                                              vavamo in sede a Mozzo la domeni-           di noi hanno pregato per le famiglie
                                                                                                                              ca per la celebrazione della Messa, il      bergamasche e anche alcuni amici di

                                ORTODOSSI
                                                                                                                              mercoledì per una preghiera dalle           Osio si sono uniti via Facebook alle
                                                                                                                              sei alle sette di sera e il sabato per la   nostre preghiere. L’Italia e Bergamo
                                                                                                                              preparazione della celebrazione del         in particolare sono luoghi in cui la

  30                                                                                                                                                                                                                                                     31
BABEL | Ottobre 2020                                                                                                                                                                                                                      BABEL | Ottobre 2020

                           MUSULMANI                                                                                                                                       EBREI
La comunità musulmana                                                                                                      La comunità                               di isolamento”, per capire come i
                                                                                                                                                                     testi ebraici ci guidino nei comporta-
                                                                                                                                                                                                                 ci ha condotto alla scoperta di Yad
                                                                                                                                                                                                                 VaShem, Museo della Shoà di Israe-

di via Gabriele Rosa                                                                                                       ebraica di                                menti, con riflessioni su individuo e
                                                                                                                                                                     società; a seguire, due Shabbat con
                                                                                                                                                                                                                 le. Questi incontri sono stati seguiti
                                                                                                                                                                                                                 anche al nostro esterno, e crediamo

                                                                                                                           Lev Chadash
                                                                                                                                                                     Martina Yehudit Loreggian, studen-          quindi che in futuro l’attività online
Abdelaziz Essadeqi e Jamal               Quali gesti di solidarietà e vicinanza I Centri culturali di tutta la Provincia                                             tessa rabbina al Leo Baeck College di       proseguirà, parallelamente a quella
Ouchikh, dell’associazione               siete riusciti a mettere in pratica?     di Bergamo hanno riaperto, cautela-                                                Londra, per ritrovarci nello studio e       in presenza. Inoltre, durante questo

                                                                                                                           A
Muslim Young Bergamo                                                              tivamente, un mese dopo rispetto a                ll’inizio della pandemia,        nel ritmo delle celebrazioni. Nell’ul-      periodo, alcuni di noi in maniera
                                         Come giovani di MYBG, abbiamo quando ci era stata data la possibili-                       dopo aver chiuso ogni atti-      timo mese Har Sinai ha avuto quat-          indipendente hanno svolto attività
Generation, ci hanno raccon-
                                         partecipato alle attività di volontaria- tà: è stato prima necessario avvertire            vità in presenza, abbiamo        tro incontri nati al proprio interno,       di volontariato, quale ascolto telefo-
tato come sia stata vissuta              to a Bergamo e garantito una serie di tutti sulle modalità corrette per poter                                               tenuti da membri o simpatizzanti:           nico, spesa per chi impossibilitato a
                                                                                                                           iniziato a seguire le attività online
l’emergenza di questi mesi               servizi per la Comunità: abbiamo cu- partecipare alla vita collettiva.                                                      l’idea di fondo è che ognuno abbia          uscire e raccolta fondi per istituzioni
                                                                                                                           proposte dalla comunità ebraica
all’interno della Comunità               rato la diretta sui social dei funerali Adesso che le cose stanno cambian-        progressiva Lev Chadash di Mila-          qualcosa da raccontare e condividere        coinvolte nell’emergenza covid.
musulmana                                senza presenza dal cimitero islamico, do, stiamo pensando di organizzare,         no, e così, al posto di un normale        con gli altri. Prima Pierluigi Efraim Si-
                                         abbiamo garantito continuità ai cor- per bambini e giovani, attività all’aria     Shabbat in sinagoga, ci collegavamo       gnorini ha raccontato del volontaria-       EVA MANGIALAJO RANTZER
                                         si di lingua araba, moltiplicando gli aperta, per riprendere ad uscire, per       dalle nostre case per dare il benve-      to con Sar El, in Israele, poi Susanna
 di DAVIDE CORNAGO                                                                                                                                                                                               Presidente di Har Sinai – Chavurà Ebraica
                                         incontri in streaming. Un’attenzione riscoprire il contatto con la natura.        nuto al giorno di festa, accendendo       Avigayl Donato ci ha raccontato dei         Progressiva di Bergamo e Brescia

C
         ome avete affrontato questo particolare è stata data ai bambini:                                                  le candele insieme al venerdì sera e      suoi studi per divenire soferet, scri-
         periodo di chiusura?            abbiamo organizzato in streaming                                                  pregando e studiando nella mattina        ba, con le mille e più regole che sta
                                         lezioni religiose, dialoghi sul covid,                                            di Shabbat; farlo insieme, anche se a     imparando. Negli altri due Anthony
Ci siamo riadattati usando molto aiuti per svolgere i compiti.                                                             distanza, è stato di gran conforto in     John Aghib ha esposto uno studio
whatsapp ed i social network, in pri-                                                                                      un momento così incerto e difficile.      sulle corrispondenze tra le Dieci Pia-
mo luogo per garantire e rafforzare i                                                                                      Abbiamo anche partecipato a eventi        ghe e le divinità egizie, e Francesca
legami nella Comunità.                                                                                                     comunitari importanti a livello na-       Lea Solano, guida turistica di Israele,
In un secondo momento siamo pas-                                                                                           zionale e internazionale quali: Yom
sati alle dirette facebook, con incon-                                                                                     Atzamaut (indipendenza di Israele),
tri in video per rispondere ai bisogni                                                                                     Shavuot (Pentecoste, dono della Leg-
della Comunità, abbiamo spiegato                                                                                           ge), con rabbini progressivi operanti
le direttive di sicurezza sanitaria e                                                                                      in Italia e all’estero. Poi un incontro
supportato i casi di fragilità: anziani                                                                                    con Women of the Wall (le donne
soli, famiglie senza genitori bloccati                                                                                     del muro), gruppo per la libertà reli-
all’estero, quanti hanno perso il lavo-                                                                                    giosa femminile, e il Gay Pride Onli-
ro. La Comunità musulmana provin-                                                                                          ne internazionale assieme a Magen
ciale ha anche avuto una trentina di                                                                                       David Keshet Italia, organizzazione
morti nel periodo della chiusura.                                                                                          LGBT ebraica italiana.
Da fine febbraio a inizio giugno ab-                                                                                       Ci sono stati anche molti momenti
biamo garantito incontri settimanali                                                                                       dedicati solo al nostro gruppo: Fede-
con l’Imam, e conferenze di medici e                                                                                       rico Ariel D’Agostino, della comunità
operatori sanitari per spiegare, an-                                                                                       Beth Hillel di Roma, ha tenuto una
che in arabo, i pericoli e le precauzio-                                                                                   lezione intitolata “Insegnamenti
ni sanitarie da adottare.                                                                                                  talmudici alla luce della situazione

  32                                                                                                                                                                                                                                                  33
BABEL | Ottobre 2020                                                                                                                                                                                                                    BABEL | Ottobre 2020

                                                                                                                                                                 RAVIDASSI
                                                                                                                             La comunità Ravidassie
                                                                                                                             di MARGHERITA BASANISI

                                                                                                                             A
                                                                                                                                      nche per i Ravidassi il tempo     brata non appena la situazione sarà     famiglie in difficoltà; non solo la no-
                                                                                                                                      del Covid19 ha significato        più stabile. Oggi, grazie alle norma-   stra comunità, ma tutto il territorio.
                                                                                                                                      profondi cambiamenti nelle        tive meno stringenti, la comunità ha    Grazie ai comuni e alla Caritas ab-
                                                                                                                             proprie attività di culto; anche que-      ripreso a incontrarsi, mantenendo       biamo ricevuto le richieste di aiuto
                                                                                                                             sto gruppo non ha però permesso            pur sempre la modalità live per chi     e, così, iniziato a distribuire alimenti
                                                                                                                             che la propria missione si fermasse,       ancora non se la sentisse di uscire,    e tutto ciò di cui c’era bisogno”. Un

                                                 SIKH
                                                                                                                             anzi, si è resa ulteriormente dispo-       e l’incontro settimanale, nel rispet-   impegno concreto dell’intera comu-
                                                                                                                             nibile nell’aiuto di chi fosse in diffi-   to delle norme vigenti e con lettura    nità che è stata in grado di offrire il
                                                                                                                             coltà.                                     abbreviata.                             suo supporto in un periodo difficile.
                                                                                                                                                                        Un lungo racconto di quello che è       Non solo, un grande abbraccio di so-
                                                                                                                             “All’inizio le nostre celebrazioni, so-
                                                                                                                             litamente accompagnate dai pranzi,
La comunità Sikh                                                                                                             sono state disdette. Visto che non po-
                                                                                                                             tevamo più incontrarci tutti insieme,
                                                                                                                             abbiamo deciso che solo uno di noi
                                                                                                                             si sarebbe recato nella nostra sede
di MARGHERITA BASANISI
                                                                                                                             per iniziare le trasmissioni live usan-

U
         na grande dimostrazione di        retta. Ad aprile l’anniversario della    damentale lavorare onestamente e         do Facebook. Con questa modalità
         solidarietà viene proprio dal-    399° apparizione – il Gurpurab –         aiutare il prossimo”. Avviando una       abbiamo portato avanti la lettura del
         la comunità Sikh con sede a       momento rimandato e che questo           grande campagna di raccolta fondi,       libro sacro; una lettura settimanale,
Cortenuova. Un periodo, quello del         anno coincideva con la Pasqua catto-     la comunità è stata in grado di soste-   di domenica. Abbiamo sostituito la
Covid-19, che ha fortemente influen-       lica; un segno di vicinanza da parte     nere economicamente tre istituzioni      classica lettura con una più breve,
zato le proprie attività religiose e che   dell’amministrazione comunale di         importanti, quali l’ospedale Papa        per poter agevolare l’attenzione da
ha portato alla concretezza di azioni.     Cortenuova, che ha voluto regalare       Giovanni XXIII, la protezione civile e   casa. La comunità è stata sempre
Il gruppo Gurdwara Singh Sabha di          alcune uova di Pasqua alla comunità      l’Avis di regione Lombardia.             ben presente, per lottare contro la
Bergamo ha subito trasferito i pro-        come segno di vicinanza anche in un                                               paura e per sentirsi sempre vicini;
pri appuntamenti domenicali sulle          periodo difficile.                                                                non sono mancati i momenti di con-
piattaforme digitali, per permettere       I social non sono stati soluzione solo                                            fronto e di riflessione sulla situazio-
a tutti i fedeli di seguire la lettura     per le funzioni religiose, ma anche                                               ne che si sta vivendo, tutto tramite i
del libro sacro attraverso le dirette      tramite grazie al quale la comunità                                               social”. Queste le prime parole della      stato un periodo diverso dal solito,    lidarietà è stato donato con la scelta
facebook. La lettura è stata fatta dai     è riuscita a mobilitarsi per sostenere                                            nostra intervista a Pammi Banger,          nel quale i Ravidassi si sono messi     di avviare una raccolta fondi per la
sacerdoti che vivono proprio a pochi       la realtà territoriale. Il gruppo Sikh                                            mediatrice culturale e membro del-         in gioco andando incontro alle esi-     costruzione dell’ospedale da campo
passi dalla struttura e da un paio di      ha iniziato a muoversi fin dall’ini-                                              la comunità Ravidassie di Cividino.        genze della propria comunità, ma        di Bergamo: lo scopo, impegnarsi
volontari che, rispettando le misure       zio della pandemia per sostenere il                                               Rimandata anche il Gurpurb, la festi-      non solo.                               per sostenere la propria comunità e
di sicurezza, hanno aiutato nella di-      proprio Paese: “per tutti noi è fon-                                              vità annuale di aprile, che verrà cele-    “Subito ci siamo mossi per aiutare le   il proprio territorio.

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