BOLLETTINO GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO - DEL

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BOLLETTINO GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO - DEL
ISSN 2465-1532
                                              Numero 9
                                       Tropea, dicembre 2003

                          BOLLETTINO
                                 DEL

   GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO

A cura del Consiglio Direttivo
BOLLETTINO GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO - DEL
GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO
                     Sede via Vittorio Veneto, 5 89861 Tropea (VV)
                          Tel. 0963/603412 - Fax 0963/42937
                               E-mail: p.carone@libero.it

     CONSIGLIO DIRETTIVO:

     Presidente dr. Giuseppe Carone
     Vice Presidente ing. Luigi Cotroneo
     Segretario sig. Mario Bagnato
     Tesoriere avv. Francesco Iannelli

     Interprete e traduttrice Dafne Iannelli
     Soci: dr. Giampaolo Barone
           sig. Tommaso Belvedere
           arch. Vincenzo Carone ('59)
           sig. Vincenzo Carone ('66)
           dr. Renato Giroldini
           sig. Maria Manuel Grillo
           sig. Giuseppe La Torre
           dr. Antonio Mondillo

     Soci Onorari: sac. Francesco Pugliese †
          sig. Gildo Gavanelli
          sig. Mariano Serafini

     Il Bollettino può essere consultato anche presso:
     Biblioteca del Museo Civico di Storia Naturale di Milano
     Istituto della Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro (VV)
     Biblioteca del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
     Dep. of Anatomy, Howard University, Washington, USA

Il Bollettino è l'Organo di informazione interno e viene distribuito gratuitamente ai Soci.
BOLLETTINO GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO - DEL
Cari Consoci,

    questa sintetica relazione conclude il mandato quadriennale della mia Presidenza,
nel corso della quale a momenti esaltanti si sono alternati momenti di delusioni, non
venendo tuttavia mai meno l'impegno a contribuire, nella misura delle nostre
capacità, al progresso della Paleontologia nel nostro territorio.
    Molte notizie sugli eventi che hanno caratterizzato questi anni sono state da me
riferite negli appositi spazi del Bollettino dell'Associazione e alcune riportate nei
quotidiani regionali. In questa sede voglio solo richiamare ancora la Vostra attenzione
su quelli di maggiore rilevanza che ci hanno visto in veste di promotore o di
partecipazione attiva.
    Mi riferisco in particolare alla mostra “Dinosauri, balene…fossili” del 1988, che
ha visto la partecipazione e il coinvolgimento di importanti partners e la presenza di
numerosissimi visitatori. Non sto a dilungarmi sull'evento, voglio solo ricordare la
sua rilevanza nel contesto culturale locale e la non celata ambizione di dare così un
fattivo contributo per il completamento dei lavori di sistemazione dello stabile
adibito ad ospitare il Museo cittadino ormai fermo da decenni.
    Non meno importante è stata l'accoglienza che abbiano riservato a studiosi quali il
prof. Walter Landini dell'Università di Firenze e il Prof. Danilo Torre dell'Univ. di
Pisa che hanno preso visione dei resti del Samotherium rinvenuti a Zungri nel 1995.
Vorrei ricordare anche la Dott.ssa Adele Bertini dell'Univ. di Firenze che è stata
accompagnata in vari siti per l'indagine dei pollini negli strati dell'area Cessaniti-
Zungri, nonchè il prof. Girotti dell'Università di Roma per l'indagine sui gasteropodi
fossili d'acqua dolce contenuti nello strato ad argille nere e, in ultimo, in ordine di
tempo, il prof. Russo dell'Università della Calabria per iniziare uno studio
stratigrafico e sedimentologico degli strati di Cessaniti.
    Particolare attenzione è stata riservata al Bollettino dell'Associazione, giunto
ormai al suo sesto anno di vita e, oltre ad essere ospitato nelle principali Biblioteche
scientifiche italiane, è stato inserito nel catalogo del Sirenian International presso lo
Smithsonian Institute di Washington.
    Molto di più avremmo potuto fare se i tempi e soprattutto la volontà di chi è
preposto a tutelare questi Beni avesse accolto con maggiore interesse ed entusiasmo
le nostre richieste. Lo sconforto di cui parlavo all'inizio è certo legato agli sviluppi di
vicende che non scaturiscono certo dai nostri propositi ma da una mentalità di cui la
nostra terra sembra ancora soffrirne”.

                                                                             Pino Carone

                                                                                         3
Continuiamo la presentazione della campionatura degli esemplari inseriti nel
Catalogo d'Entrata dell'Associazione presentando il quarto reperto.
Per i livelli stratigrafici riferiti al campione e per la procedura adottata nei codici, vedi
il Bollettino numero 8 del 2002.

Codice   5(ces)VM7                        Heterocetus guiscardii (Capellini, 1877)

LUOGO del rinvenimento Cessaniti, loc. Struttura, cava Gentile, Foglio IGM n. 246,
     IV-NO Mileto
CONSISTENZA n. 6 grossi frammenti di uno scheletro probabilmente composito,
      rinvenuti su una superficie da poco sbancata. A, frammento mandibolare; B,
      due corpi di vertebre cervicali; C, frammento cranico; D, processo spinoso di
      una vertebra; E, estremità distale di mandibola.
ALTEZZA STRATIGRAFICA Livello 7 a sabbie cerulee tenere con abbondanti
      Clypeaster spp. E molluschi.

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RETTILI E DINOSAURI ITALIANI
                                    Antonio Mondillo*

    Introduzione
    Fino a qualche anno fa parlare di Dinosauri in Italia sembrava una cosa fuori dalla
realtà.
    Si riteneva, infatti, che la nostra penisola, non essendosi ancora formata nell'Era
Mesozoica, in quanto costituita da un arcipelago di poche terre emerse, fosse un ambiente
difficile per lo sviluppo di questi grossi animali. Oggi invece, dopo le scoperte degli
ultimi anni, si può delineare un mosaico che è ancora incompleto, ma i cui pezzi
cominciano a intravedersi. Le scoperte hanno portato alla luce reperti che abbracciano
tutta l'Era Mesozoica, quella dei Dinosauri.

    Geologia
    L'Italia come la conosciamo oggi ovviamente non esisteva. Solo alcune zone erano
emerse o sottoforma di isole o di terminazioni dei due grandi continenti esistenti la
Laurasia (nord America, Europa, Asia) a nord e la Gondwana (Africa, Sud America,
India, Australia e Antartide) a sud. Queste aree pianeggianti ricoperte da sabbie e fanghi
calcarei costituite da conchiglie e scheletri di organismi marini sono dette piani tidali
(tidal flats). Erano circondate da bassi fondali, isole e lidi sabbiosi che formavano una
vera e propria laguna come troviamo oggi nelle lagune costiere venete, ma con
caratteristiche tropicali come la attuali Bahamas. Sono state individuate alcune isole
pianeggianti definite piattaforme carbonatiche. Una prima piattaforma era quella
Dinarica che comprendeva l'attuale zona al confine tra Italia (Trentino, Friuli), Slovenia e
Croazia. A questa apparteneva il sito dei Lavini di Marco in Trentino, ricco di orme
fossili, quello del Villaggio del Pescatore in Friuli, dove è stato rinvenuto l'Adroasuro
Antonio e i siti della penisola Istriana anch'essi ricchi di orme e grosse ossa appartenenti a
dinosauri simili ai Brachiosauri. Altra importante piattaforma era quella appenninica,
nell'attuale zona del Sannio (Benevento), dove è stato rinvenuto Ciro, il più famoso
fossile italiano. Vi era, inoltre, la piattaforma Apula che si è rivelata ricca di orme sia sul
Gargano che nella zona di Altamura.
    Le maree sommergevano temporaneamente vasti territori formando delle paludi.
Queste superfici erano colonizzate da cianobatteri che formavano feltri collosi su cui si
appiccicavano particelle di fango carbonatico. Avevano così origine le stromatoliti,
strutture biogeniche costituite dall'alternanza di materiale organico e strati di sedimenti.
    I bacini marini privi di ossigeno al fondo e soggetti ad una lenta e finissima
sedimentazione si sono rivelati particolarmente adatti a preservare fossili, in particolare
le orme e i fragili rettili volanti. In conclusione, proprio la particolare conformazione del
nostro territorio nel Mesozoico ha favorito la conservazione di animali di grandissimo
interesse.
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Rinvenimenti di impronte e scheletri
    In Lombardia nei pressi di Besano (Varese) vi è il primo interessante sito dove sono
stati rinvenuti diversi fossili. Qui, nel lontano 1886, ci fu la prima importante scoperta di
un fossile in Italia. Parliamo del Tanystropheus longobardicus un rettile protosauro dal
caratteristico collo sottile e lunghissimo (oltre 3 metri), più del corpo e della coda messi
insieme, a causa dello sviluppo eccezionale delle vertebre. Questo rettile era,
probabilmente, in grado di catturare le prede dalla riva, senza neanche entrare in acqua.

                   Fig. 1 - Eudimorphodon ronzii, ricostruzone dello scheletro.

    La prima orma di dinosauro rinvenuta in Italia risale agli anni '40 sui monti Pisani in
Toscana. Nel 1973, venne rinvenuto il primo scheletro appartenente ad un rettile volante
sul monte Bò in provincia di Bergamo, che venne denominato Eudimorphodon ranzii
(fig. 1). Questo fu il primo di una serie di pterosauri del Triassico scoperti nel nord Italia.
Al Triassico superiore appartengono i primi vertebrati capaci di volare, caratterizzati da
una membrana a forma di ala sostenuta dal lungo quarto dito, simile alle ali degli odierni
pipistrelli. Appartengono al sottordine Rhanphorhynchoidea, il più antico di questi rettili
volanti. Rispetto agli Pterodattili che comparvero nel successivo Giurassico, erano di
dimensioni più piccole con apertura alare di circa un metro e con una lunga coda irrigidita
da una guaina di filamenti ossei. Gli Eudimorphodon, di cui sono stati rinvenuti quattro
scheletri completi, sono caratterizzati da una particolare dentatura da cui il nome che
significa "vero dente di due forme", in quanto i denti della mascella e di gran parte della
mandibola sono multicuspidati, con una punta centrale e una o due cuspidi più piccole sui
lati. A questo seguirono altri ritrova m enti della specie Peteinosaurus zambellii. Dei due
esemplari scoperti manca, purtroppo, il cranio ma hanno un particolare quinto dito della
zampa posteriore che probabilmente serviva a tendere una membrana con il dito
adiacente rendendo la zampa palmata e adatta al nuoto. Nel 1982 un altro scheletro di
pterosauro triassico veniva scoperto nelle dolomie della Carnia in Friuli. Si tratta del
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Preondactylus buffarinii (fig. 2), di
                                                             dimensioni inferiori rispetto alle altre
                                                             due specie e conservato solo come
                                                             impronta. La presenza di un ala
                                                             relativamente più corta e di un arto
                                                             posteriore lungo rispetto alle altre due
                                                             specie, lo fa ritenere uno dei rettili
                                                             volanti più antichi. AI Triassico
                                                             superiore appartengono i primi
                                                             vertebrati capaci di volare.
                                                                 Alla fine degli anni '80 sulle
  Fig. 2 - Preondactylus buffarinii, aspetto del fossile.
                                                             Dolomiti    furono rinvenute tracce di
                                                             Dinosauri che individuano delle piste
percorse da questi animali risalenti al Triassico. Nel 1990 in provincia di Trento fu
scoperto quello che è diventato l'ormai famoso sito di Lavini di Marco, vicino Rovereto.
Questo è uno dei più importanti dal punto di vista icnologico, per via delle numerose piste
individuate che si presentano ben conservate, a causa della favorevole formazione
geologica di calcari grigi ben stratificati. In queste tracce sono stati individuati circa 150
animali che si possono ascrivere a tre tipologie: carnivori bipedi del sottordine dei
teropodi, i più numerosi, erbivori bipedi degli ornitopodi ed erbivori del sottordine dei
sauropodi. Presso i monti Lessini (Verona) sono state rinvenute impronte che risalgono al
                                                                     Giurassico superiore, quando i
                                                                     bassi fondali e il terreno
                                                                     fangoso ricoperto di alghe
                                                                     hanno permesso la
                                                                     conservazione del passaggio
                                                                     di carnivori e di grandi
                                                                     erbivori che pascolavano le
                                                                     piante dell'epoca. conifere e
                                                                     felci. Un'altra pista fu
                                                                     segnalata in Slovenia al
                                                                     confine con l'Italia, dove
                                                                     successivamente, tra il 1994 e
                                                                     il 1996, sulle Prealpi Carniche,
                                                                     nel vicino Friuli, si rinvennero
                                                                     altre orme.
                                                                          Nel 1993 venne alla luce a
                                                                     Besano un nuovo
                                                                     importantissimo fossile
                                                                     appartenente ad un rettile
                                                                     acquatico del gruppo degli
                                                                     Ittiosauri, vissuto circa 238
                                                                     milioni di anni fa e
                                                                     denominato Besanosauro.
  Fig. 3 - Orme di teropodi, piste (a, b, c); tipologie di orme d. Questo fossile è assolutamente
                                                                                                   7
straordinario sia per la sua completezza che per la
                                              presenza, nella parte ventrale, di piccole ossa
                                              appartenenti ad un embrione. Si tratta, quindi, di
                                              una femmina morta al momento del parto.
                                                  Questi siti del nord Italia, come detto in
                                              precedenza, erano separati da quelli del sud. A sud
                                              vi era la piattaforma Apula dove si individua
                                              l'attuale Puglia. Qui sono state scoperte,
                                              recentemente, diverse orme nel Gargano e in una
                                              grande cava nei pressi di Altamura nel 1999. Altra
                                              piattaforma era quella laziale-abruzzese-campana
                                              (Appenninica) dove si individua il sito di
                                              Pietraroja, nel Sannio, ricco di fossili dove, nel
                                              passato, erano già stati portati alla luce dei rettili
                                              appartenenti alla sottoclasse dei lepidosauri: il
                                              Chometokadmon fitzingeri, una specie di piccole
                                              dimensioni lungo
                                              circa 30 cm, il
                                              Derasmosaurus
                                              pietraroiae, anch'esso
Fig. 4 - Orme di ornitopodi, piste (a, b, c);
tipologie di orme d.
                                              di piccole dimensioni,
                                              con muso corto e di
forma triangolare e il Costasaurus rusconi. A Pietraroja è stata
fatta la più importante scoperta paleontologica mai avvenuta
in Italia. Lo Scipionyx samniticus, meglio conosciuto come
"Ciro", venne rinvenuto già all'inizio degli anni '80, ma solo
nel '93 si è capito di essere in presenza di un dinosauro. Si
tratta di uno scheletro quasi completo conservato su una lastra
di calcare marnoso, mancando solo parte della coda e
l'estremità degli arti posteriori. E' l'unico dinosauro al mondo
con organi interni fossilizzati e perfettamente individuabili
tali da poter essere studiati, come l'apparato digerente che
permette di conoscerne la dieta. L'intestino breve e largo
rivela la sua natura di predatore, in quanto la carne è facile da
assimilare e non ha bisogno del complesso apparato digerente
degli erbivori. Era un animale bipede, come indicano
chiaramente gli arti anteriori di dimensioni ridotte, altra
particolarità dei dinosauri predatori. In vita non doveva
superare i 40-50 cm di lunghezza e pesare meno di mezzo
chilo. Le caratteristiche anatomiche inducono a ritenere che
appartenesse al gruppo noto come celurosauri ed in
particolare alla famiglia Dromeosauridi, che comprende tra
l'altro anche il più conosciuto genere Velociraptor.
     Nel Cretacico superiore le piattaforme carbonatiche peri
adriatiche si avvicinarono cominciando a determinare le Fig. 5 - Orme di sauropodi, pista.
8
collisioni tra la microplacca
                                                                    Apula e le altre. Nel Carso
                                                                    triestino sono stati rinvenuti,
                                                                    nel corso degli anni '90,
                                                                    reperti ossei di circa 85
                                                                    milioni di anni fa appartenenti
                                                                    a vari Adrosauri i cosiddetti
                                                                    dinosauri dal becco d'anatra e
                                                                    ad altri rettili. In particolare
                                                                    venne recuperato uno
                                                                    scheletro di circa 4,5 metri da
         Fig. 6 - Adrosauro “Antonio”, aspetto del fossile.
                                                                    una formazione calcarea
stratificata. Dopo alcuni anni di lavoro per l'estrazione, nel dicembre del 2000 è stato
presentato un fossile completo di Adrosauro in connessione anatomica e con tracce di parti
molli (fig. 3, aspetto del fossile, fig. 4, ricostruzione). Tale fossile, denominato "Antonio",
non ha ancora un nome scientifico. Si trattava di un animale erbivoro dal corpo tozzo e
                                                                    tarchiato di età stimata
                                                                    intorno ai 5-6 anni, del peso di
                                                                    7-8 quintali. Le zampe
                                                                    anteriori, più corte, erano
                                                                    adatte sia alla raccolta di
                                                                    piante che allo scavo, mentre
                                                                    quelle posteriori più lunghe e
                                                                    muscolose permettevano
                                                                    all'animale di diventare un
                                                                    bipede facoltativo. Gli
           Fig. 7 - Adrosauro “Antonio”, ricostruzione.
                                                                    Adrosauridi, gli ultimi a
evolversi tra gli Ornitopodi, vivevano in branchi come le attuali gazzelle e presentavano
dei caratteri particolari. La testa era ornata da creste, diverse da specie a specie, ma la cui
funzione non è del tutto chiara. Le ipotesi più accreditate sono quelle di un ornamento
maschile che veniva utilizzato per il corteggiamento e nei combattimenti tra maschi, o di
una specie di cassa di risonanza che permetteva
l'emissione di particolari suoni. Infatti la cresta
era formata dall'espansione delle ossa nasali
con un complesso insieme di cavità. Sempre a
livello del cranio si notano molte file di denti
serrati e impilati l'uno sull'altro che favorivano
un facile ricambio di denti danneggiati. La
dentatura e la forma delle mandibole, a becco
d'anatra, fanno ritenere che questi animali si
nutrissero di piante appartenenti alle primitive
Angiosperme, in particolare piante acquatiche.
Per tale motivo altra caratteristica interessante
erano le zampe prive del primo dito e quelle
anteriori palmate, che facilitavano il nuoto.               Fig. 8 - Saltriosauro, ossa rinvenute.
                                                                                                   9
L'ultima scoperta in ordine di tempo è quella avvenuta in Lombardia nel corso del
1996, ancora nei pressi di Varese. A Saltrio, presso la Cava Salnova, viene portato alla luce
il primo grande carnivoro italiano che viene denominato Saltriosauro. In grossi blocchi di
massiccio calcare si notano delle ossa che solo nel '99 vengono estratte presso il Museo di
Storia Naturale di Milano. Queste risalgono a circa 200 milioni di anni fa e mostrano un
dinosauro simile agli Allosauri. Si tratta però di una nuova specie che appartiene al gruppo
dei Tetanuri dotati di coda rigida e arti anteriori a tre dita. Lo scheletro è largamente
incompleto con un frammento di scapola, gli omeri destro e sinistro, la fibula destra, la
furcula, un frammento di artiglio destro e un dente mascellare.
    Come abbiamo visto, la maggior parte dei dinosauri rinvenuti in Italia sono bipedi di
piccole o medie dimensioni. Tutto questo ha suggerito che un arcipelago di piccole isole
non poteva ospitare animali troppo grandi e differenziati. La grosse dimensioni del
Saltriosauro hanno messo un po' in crisi questa teoria. Sono dell'avviso, però, che questa
teoria resti ancora valida con le dovute eccezioni, in quanto non possiamo sapere
esattamente quale era l'estensione delle terre emerse e gli eventuali collegamenti con le
parti continentali che potevano favorire l'arrivo di animali più grossi da altre zone.

    Distribuzione geocronologica nell'Era Mesozoica
    Al Triassico medio, piano geologico Anisico, intorno ai 235 milioni di anni fa,
risalgono i fossili di rettili più antichi rinvenuti in Italia, il Tanistrofeo e il Besanosauro. Al
Triassico medio e superiore (Ladinico, Carnico e Norico) risalgono le prime tracce di
dinosauro in Italia; in particolare le impronte rinvenute sulle Dolomiti e sulle Prealpi
Carniche che fanno il paio con quelle rinvenute nella vicina Slovenia. Alle rocce triassiche
(Norico) appartengono anche i fossili dei rettili volanti Pterosauri (215-218 mil. di anni
fa).
    Del successivo Giurassico inferiore, intorno ai 200 milioni di anni fa, piani geologici
Sinemuriano e Pliensbachiano, vi sono le tracce rinvenute in Trentino (Lavini di Marco,
Rovereto) e sui Monti Lessini (Verona). Del Sinemuriano è anche lo scheletro di
Dinosauro più vecchio e più grande rinvenuto in Italia, il Saltriosauro della zona di Varese.
Per tutto il resto del Giurassico non abbiamo più rinvenimenti.
    Con un salto di circa 100 milioni di anni ci troviamo nel Cretacico inferiore, piano
geologico Hauteriviano, con le impronte rinvenute in Puglia sul Gargano e gli scheletri
portati alla luce nella penisola Istriana. AI Cretacico medio, piano geologico Albiano,
circa 110 milioni di anni fa, risale il più famoso ritrovamento fossile italiano, lo scheletro
dello Scipionix samniticus di Pietraroja vicino Benevento.
    Al Cretacico superiore risalgono le impronte rinvenute sulle Murge in Puglia nei pressi
di Altamura, piano geologico Coniaciano, mentre al successivo Santoniano, circa 85
milioni di anni fa, risale lo scheletro più "'giovane" rinvenuto finora, quello
dell'Adrosauro "Antonio".

    Dove sono conservati
    Vari sono i musei in Italia dove si possono ammirare i reperti di cui si è parlato. Il Museo
di Storia Naturale di Milano, ricco di fossili provenienti dal resto del mondo, conserva un
calco del Besanosauro (la lastra originale è chiusa in un armadio ad atmosfera controllata) e
il Saltriosauro. Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo conserva gli pterosauri
10
rinvenuti nella zona di Cene (Bergamo). L'altro pterosauro italiano il Preondactylus
buffarinii è custodito presso il Museo friulano di Storia Naturale di Udine. Il pezzo forte dei
fossili italiani, lo Scipionix samniticus, dopo essere stato presentato alla stampa
internazionale presso il Museo di Milano è stato conservato per un periodo presso la
Soprintendenza archeologica di Salerno, dove personalmente ho avuto modo di prenderne
visione prima dell'esposizione al pubblico. Ora finalmente, "Ciro", insieme ad altri fossili
di Pietraroja è esposto al Museo Rocca dei Rettori di Benevento. Altri fossili di Pietraroja
sono conservati al Museo di Paleontologia dell'Università di Napoli che espone, tra le altre
cose, anche un bell'esemplare di Allosauro proveniente dagli Stati Uniti (Utah).

  Classificazione dei dinosauri e degli altri rettili
  I fossili considerati appartengono tutti alla classe Reptilia, sottoclasse Archosauria.
Ittiosauri (rettili marini)    Famiglia: Oromaeosauridae         Specie: Preondactylus buffarinii
Ordine: Ichthyosauria          Genere: Scipionyx                 Età: 215-218 Ma (Norico)
Sottordine: Diapsida           Specie: Scipionyx samniticus      Ordine: Pterosauria
Famiglia: Shastasauridae       Nome comune: Ciro                 Sottordine: Rhanphorhyncoidea
Genere: Besanosaurus           Età: 110 Ma (Albiano)             Famiglia: Dimorphodontidae
Età: 235 Ma (Anisico)          Ordine: Ornitischia               Genere: Peteinosaurus
Dinosauri                      Sottordine: Ornithopoda           Specie: Peteinosaurus zambelli
Ordine: Saurischia             Famiglia: Adrosauridae            Età: 215 Ma (Norico)
Sottordine: Theropoda          Nome comune: Antonio              Ordine: Pterosauria
Famiglia: ignota               Età: 85 Ma (Santoriano)           Sottordine: Rhanphorhyncoidea
Nome comune: Saltriosauro      Pterosauri (rettili volanti)      Famiglia: Eudimorphodontidae
Età: 200 Ma (Sinemuriano)      Ordine: Pterosauria               Genere: Eudimorphodon
Ordine: Saurischia             Sottordine: Rhanphorhyncoidea     Specie: Eudimorphodon ranzii
Sottordine: Theropoda          Famiglia: Ranphorhynchidae        Età: 215 Ma(Norico)
Sezione: Celurosauri           Genere: Preondactylus

Bibfiografia

Arbace Luciana et alii., 1996, Il Museo di Paleontologia dell'Università di Napoli: Efecta Napoli.
Bozzi Maria Luisa, Bruno Silvio, Maugeri Stefano, 1992, Dinosauri, misteri svelati e
     nuove incognite, Giunti.
Dalla Vecchia Fabio M, Muscio Giuseppe, febbraio 1994, Gli Pterosauri triassici: Le
     Scienze quaderni, n. 76.
Dalia Vecchia Fabio M., febbraio 1994, I Dinosauri dell'Istria: Le Scienze quaderni, n. 76.
Dalla Vecchia Fabio M., 2000, I Dinosauri della regione adriatica: Le Scienze n. 387.
Leonardi Claudio, 2002, Il Dinosauro ci racconta l'Italia che fu: Oasis n. 144.
Leonardi Giuseppe, Avanzini Marco, febbraio 1994, Dinosauri in Italia: Le Scienze
     quaderni, n. 16.
Mondillo Antonio, luglio 1998, Ciro, il Dinosauro di Pietraroja: Airport news, Consorzio
     Aeroporto Salerno/Pontecagnano, n.1.
Mondillo Antonio, agosto 1998, Scipionix sanniticus, il Dinosauro di Pietraroja:
     Bollettino del Gruppo Paleontologico Tropeano, n.5.
Pinna Giovanni, 1989, Il grande libro dei fossili: Biblioteca Universale Rizzoli, Milano.
* Antonio Mondillo, via Carbone 23 Battipaglia (SA)
                                                                                              11
ATTIVITA' SOCIALI

26 maggio 2002: Tropea
  Si sono svolte, presso la sede dell'Associazione, le elezioni per il rinnovo delle cariche
  del Consiglio Direttivo per il quadriennio 2002-2006. Il nuovo C.D., Eletto per
  acclamazione, è il seguente: Presidente, Pino Carone; Vice Presidente, Gino Cotroneo;
  Segretario, Mario Bagnato, Tesoriere, Francesco Iannelli.

22 luglio 2002: Tropea
  Nella sede dell’Associazione è stata ricevuta una delegazione del Gruppo Scienze
  Naturali “C. Darwin” di Mestre (VE), curatori del locale Museo Naturalistico.
  Nell’occasione sono state affrontate varie tematiche, tra queste, la valenza didattica
  della divulgazione naturalistica offerta attraverso la rappresentazione diretta dei
  fossili.

11 ottobre 2002: Tropea
  La Commissione del programma didattico “Eco-Schools” del Liceo Scientifico di
  Tropea, per il secondo anno consecutivo, ha invitato un componente della nostra
  associazione a far parte del Comitato per la realizzazione di un progetto di educazione
  ambientale. Nell'incontro di apertura si è stabilito che il lavoro verterà sul tema:
  “Rifiuti: come smaltirli”.

5, 6 e 7 novembre 2002: Cessaniti
   Il prof. Odoardo Girotti e la prof.ssa Daniela Esu del Dipartimento di Scienze della
   Terra dell'Università “La sapienza” di Roma, accompagnati dal Presidente Pino
   Carone nelle cave di Cessaniti e in altre località limitrofe, hanno prelevato dei
   campioni di argilla nera a Ostrea griphoides per determinare la datazione degli strati
   attraverso lo studio dei gasteropodi continentali in essi contenuti.

10 novembre 2002: Cessaniti
  Un'equipe del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università della Calabria al
  seguito del prof. Franco Russo, si sono recati nella cava Gentile di Cessaniti
  accompagnati dal presidente Pino Carone e dal socio Giampaolo Barone per prendere
  visione del sito al fine di intraprendere uno studio stratigrafico e sedimentologico
  dell'area.

12
CRONACA SOCIALE

Assemblea del 27 febbraio 2002

Il giorno 27.02.2002, alle ore 17,30, nella sede dell'Associazione si è riunita
l'assemblea dei Soci con il seguente O.d.G.

       1)    Approvazione del precedente verbale;
       2)    Approvazione del Bilancio Consuntivo 2001;
       3)    Varie ed eventuali.

    Il Presidente apre la seduta alle ore 17,30 dopo aver costatato la validità della seconda
convocazione essendo andata deserta la prima e dopo il saluto ai presenti cede la parola al
Segretario.
    1) Il Segretario legge il verbale della precedente Assemblea e, dopo breve
discussione, viene approvato all'unanimità.
    2) Il Presidente, dopo una breve introduzione, cede la parola al tesoriere il quale
illustra ai presenti il Rendiconto Economico Finanziario per l’anno sociale 2001.
    Dopo breve discussione e alcuni chiarimenti, si passa alla lettura del testo contabile il
quale viene approvato all’unanimità.
    3) Varie ed eventuali: non essendoci null'altro da deliberare, la seduta è chiusa alle ore
18,30.

     Il Segretario                                                     Il Presidente
 Arch. Vincenzo Carone                                             Dr. Giuseppe Carone

                                                                                          13
CRONACA SOCIALE

Assemblea del 26 maggio 2002

Il giorno 26.05.2002, alle ore 17,30, nella sede dell'Associazione si è riunita
l'assemblea dei Soci con il seguente O.d.G.

1)   Approvazione del precedente verbale;
2)   Comunicazione del Presidente
3)   Relazione di fine mandato del Presidente
4)   Eventuale nomina dei Revisori dei Conti
5)   Elezione del Consiglio Direttivo dell'Associazione per il quadriennio 2002-2006;
6)   Varie ed eventuali.

    Il Presidente apre la seduta alle ore 17,30 dopo aver costatato la validità della seconda
convocazione essendo andata deserta la prima e dopo il saluto ai presenti cede la parola al
Segretario.
    1) Il Segretario legge il verbale della precedente Assemblea e, dopo breve
discussione, viene approvato all'unanimità.
    2) Il Presidente informa i soci che la dr.ssa Iannelli, Ispettrice della Soprintendenza di
Reggio Calabria, gli ha reso noto che lo scavo del Sirenide di Zungri sarà affidato ad un
equipe del Dipartimento di Paleontologia del Museo Pigorini di Roma, secondo quanto
stabilito nella sede centrale della Soprintendenza a Reggio Calabria.
    3) Il Presidente procede alla lettura della relazione di fine mandato (riportata a pag.3)
    4) Dopo breve valutazione, si decide di non eleggere alcun Revisore dei Conti, non
essendoci particolari esigenze di controllo interno o di legge sui Rendiconti Economici
Finanziari, così come previsto all'art. 11 dello Statuto dell'Associazione.
    5) Si passa alla elezione del Consiglio Direttivo per il quadriennio 2002-2006. Dopo
breve discussione e sentiti i pareri di tutti i presenti, vengono eletti per acclamazione:
Giuseppe Carone Presidente, Luigi Cotroneo vice Presidente, Mario Bagnato Segretario
e Francesco Iannelli Tesoriere.
    7) Varie ed eventuali: in conclusione dei lavori, il Presidente Carone augura ai neo
eletti anche a nome di tutti i soci, un proficuo lavoro. Non essendoci null'altro da
deliberare, la seduta è tolta alle ore 19,00 dopo lettura e approvazione del presente
verbale.

     Il Segretario                                                     Il Presidente
 Arch. Vincenzo Carone                                             Dr. Giuseppe Carone

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Numero 9 - gennaio 2003

Relazione di fine mandato del Presidente…….... pag. 3

Il Catalogo d'Entrata: il numero 5…………….….. pag. 4
Rettili e dinosauri italiani
    di Antonio Mondillo ……………………………. pag. 5
Attività sociali ……………………………………. pag. 12

Cronache sociali ………………………………… pag. 13
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