BOLLETTINO GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO - DEL
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ISSN 2465-1532 Numero 9 Tropea, dicembre 2003 BOLLETTINO DEL GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO A cura del Consiglio Direttivo
GRUPPO PALEONTOLOGICO TROPEANO Sede via Vittorio Veneto, 5 89861 Tropea (VV) Tel. 0963/603412 - Fax 0963/42937 E-mail: p.carone@libero.it CONSIGLIO DIRETTIVO: Presidente dr. Giuseppe Carone Vice Presidente ing. Luigi Cotroneo Segretario sig. Mario Bagnato Tesoriere avv. Francesco Iannelli Interprete e traduttrice Dafne Iannelli Soci: dr. Giampaolo Barone sig. Tommaso Belvedere arch. Vincenzo Carone ('59) sig. Vincenzo Carone ('66) dr. Renato Giroldini sig. Maria Manuel Grillo sig. Giuseppe La Torre dr. Antonio Mondillo Soci Onorari: sac. Francesco Pugliese † sig. Gildo Gavanelli sig. Mariano Serafini Il Bollettino può essere consultato anche presso: Biblioteca del Museo Civico di Storia Naturale di Milano Istituto della Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro (VV) Biblioteca del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino Dep. of Anatomy, Howard University, Washington, USA Il Bollettino è l'Organo di informazione interno e viene distribuito gratuitamente ai Soci.
Cari Consoci, questa sintetica relazione conclude il mandato quadriennale della mia Presidenza, nel corso della quale a momenti esaltanti si sono alternati momenti di delusioni, non venendo tuttavia mai meno l'impegno a contribuire, nella misura delle nostre capacità, al progresso della Paleontologia nel nostro territorio. Molte notizie sugli eventi che hanno caratterizzato questi anni sono state da me riferite negli appositi spazi del Bollettino dell'Associazione e alcune riportate nei quotidiani regionali. In questa sede voglio solo richiamare ancora la Vostra attenzione su quelli di maggiore rilevanza che ci hanno visto in veste di promotore o di partecipazione attiva. Mi riferisco in particolare alla mostra “Dinosauri, balene…fossili” del 1988, che ha visto la partecipazione e il coinvolgimento di importanti partners e la presenza di numerosissimi visitatori. Non sto a dilungarmi sull'evento, voglio solo ricordare la sua rilevanza nel contesto culturale locale e la non celata ambizione di dare così un fattivo contributo per il completamento dei lavori di sistemazione dello stabile adibito ad ospitare il Museo cittadino ormai fermo da decenni. Non meno importante è stata l'accoglienza che abbiano riservato a studiosi quali il prof. Walter Landini dell'Università di Firenze e il Prof. Danilo Torre dell'Univ. di Pisa che hanno preso visione dei resti del Samotherium rinvenuti a Zungri nel 1995. Vorrei ricordare anche la Dott.ssa Adele Bertini dell'Univ. di Firenze che è stata accompagnata in vari siti per l'indagine dei pollini negli strati dell'area Cessaniti- Zungri, nonchè il prof. Girotti dell'Università di Roma per l'indagine sui gasteropodi fossili d'acqua dolce contenuti nello strato ad argille nere e, in ultimo, in ordine di tempo, il prof. Russo dell'Università della Calabria per iniziare uno studio stratigrafico e sedimentologico degli strati di Cessaniti. Particolare attenzione è stata riservata al Bollettino dell'Associazione, giunto ormai al suo sesto anno di vita e, oltre ad essere ospitato nelle principali Biblioteche scientifiche italiane, è stato inserito nel catalogo del Sirenian International presso lo Smithsonian Institute di Washington. Molto di più avremmo potuto fare se i tempi e soprattutto la volontà di chi è preposto a tutelare questi Beni avesse accolto con maggiore interesse ed entusiasmo le nostre richieste. Lo sconforto di cui parlavo all'inizio è certo legato agli sviluppi di vicende che non scaturiscono certo dai nostri propositi ma da una mentalità di cui la nostra terra sembra ancora soffrirne”. Pino Carone 3
Continuiamo la presentazione della campionatura degli esemplari inseriti nel Catalogo d'Entrata dell'Associazione presentando il quarto reperto. Per i livelli stratigrafici riferiti al campione e per la procedura adottata nei codici, vedi il Bollettino numero 8 del 2002. Codice 5(ces)VM7 Heterocetus guiscardii (Capellini, 1877) LUOGO del rinvenimento Cessaniti, loc. Struttura, cava Gentile, Foglio IGM n. 246, IV-NO Mileto CONSISTENZA n. 6 grossi frammenti di uno scheletro probabilmente composito, rinvenuti su una superficie da poco sbancata. A, frammento mandibolare; B, due corpi di vertebre cervicali; C, frammento cranico; D, processo spinoso di una vertebra; E, estremità distale di mandibola. ALTEZZA STRATIGRAFICA Livello 7 a sabbie cerulee tenere con abbondanti Clypeaster spp. E molluschi. 4
RETTILI E DINOSAURI ITALIANI Antonio Mondillo* Introduzione Fino a qualche anno fa parlare di Dinosauri in Italia sembrava una cosa fuori dalla realtà. Si riteneva, infatti, che la nostra penisola, non essendosi ancora formata nell'Era Mesozoica, in quanto costituita da un arcipelago di poche terre emerse, fosse un ambiente difficile per lo sviluppo di questi grossi animali. Oggi invece, dopo le scoperte degli ultimi anni, si può delineare un mosaico che è ancora incompleto, ma i cui pezzi cominciano a intravedersi. Le scoperte hanno portato alla luce reperti che abbracciano tutta l'Era Mesozoica, quella dei Dinosauri. Geologia L'Italia come la conosciamo oggi ovviamente non esisteva. Solo alcune zone erano emerse o sottoforma di isole o di terminazioni dei due grandi continenti esistenti la Laurasia (nord America, Europa, Asia) a nord e la Gondwana (Africa, Sud America, India, Australia e Antartide) a sud. Queste aree pianeggianti ricoperte da sabbie e fanghi calcarei costituite da conchiglie e scheletri di organismi marini sono dette piani tidali (tidal flats). Erano circondate da bassi fondali, isole e lidi sabbiosi che formavano una vera e propria laguna come troviamo oggi nelle lagune costiere venete, ma con caratteristiche tropicali come la attuali Bahamas. Sono state individuate alcune isole pianeggianti definite piattaforme carbonatiche. Una prima piattaforma era quella Dinarica che comprendeva l'attuale zona al confine tra Italia (Trentino, Friuli), Slovenia e Croazia. A questa apparteneva il sito dei Lavini di Marco in Trentino, ricco di orme fossili, quello del Villaggio del Pescatore in Friuli, dove è stato rinvenuto l'Adroasuro Antonio e i siti della penisola Istriana anch'essi ricchi di orme e grosse ossa appartenenti a dinosauri simili ai Brachiosauri. Altra importante piattaforma era quella appenninica, nell'attuale zona del Sannio (Benevento), dove è stato rinvenuto Ciro, il più famoso fossile italiano. Vi era, inoltre, la piattaforma Apula che si è rivelata ricca di orme sia sul Gargano che nella zona di Altamura. Le maree sommergevano temporaneamente vasti territori formando delle paludi. Queste superfici erano colonizzate da cianobatteri che formavano feltri collosi su cui si appiccicavano particelle di fango carbonatico. Avevano così origine le stromatoliti, strutture biogeniche costituite dall'alternanza di materiale organico e strati di sedimenti. I bacini marini privi di ossigeno al fondo e soggetti ad una lenta e finissima sedimentazione si sono rivelati particolarmente adatti a preservare fossili, in particolare le orme e i fragili rettili volanti. In conclusione, proprio la particolare conformazione del nostro territorio nel Mesozoico ha favorito la conservazione di animali di grandissimo interesse. 5
Rinvenimenti di impronte e scheletri In Lombardia nei pressi di Besano (Varese) vi è il primo interessante sito dove sono stati rinvenuti diversi fossili. Qui, nel lontano 1886, ci fu la prima importante scoperta di un fossile in Italia. Parliamo del Tanystropheus longobardicus un rettile protosauro dal caratteristico collo sottile e lunghissimo (oltre 3 metri), più del corpo e della coda messi insieme, a causa dello sviluppo eccezionale delle vertebre. Questo rettile era, probabilmente, in grado di catturare le prede dalla riva, senza neanche entrare in acqua. Fig. 1 - Eudimorphodon ronzii, ricostruzone dello scheletro. La prima orma di dinosauro rinvenuta in Italia risale agli anni '40 sui monti Pisani in Toscana. Nel 1973, venne rinvenuto il primo scheletro appartenente ad un rettile volante sul monte Bò in provincia di Bergamo, che venne denominato Eudimorphodon ranzii (fig. 1). Questo fu il primo di una serie di pterosauri del Triassico scoperti nel nord Italia. Al Triassico superiore appartengono i primi vertebrati capaci di volare, caratterizzati da una membrana a forma di ala sostenuta dal lungo quarto dito, simile alle ali degli odierni pipistrelli. Appartengono al sottordine Rhanphorhynchoidea, il più antico di questi rettili volanti. Rispetto agli Pterodattili che comparvero nel successivo Giurassico, erano di dimensioni più piccole con apertura alare di circa un metro e con una lunga coda irrigidita da una guaina di filamenti ossei. Gli Eudimorphodon, di cui sono stati rinvenuti quattro scheletri completi, sono caratterizzati da una particolare dentatura da cui il nome che significa "vero dente di due forme", in quanto i denti della mascella e di gran parte della mandibola sono multicuspidati, con una punta centrale e una o due cuspidi più piccole sui lati. A questo seguirono altri ritrova m enti della specie Peteinosaurus zambellii. Dei due esemplari scoperti manca, purtroppo, il cranio ma hanno un particolare quinto dito della zampa posteriore che probabilmente serviva a tendere una membrana con il dito adiacente rendendo la zampa palmata e adatta al nuoto. Nel 1982 un altro scheletro di pterosauro triassico veniva scoperto nelle dolomie della Carnia in Friuli. Si tratta del 6
Preondactylus buffarinii (fig. 2), di dimensioni inferiori rispetto alle altre due specie e conservato solo come impronta. La presenza di un ala relativamente più corta e di un arto posteriore lungo rispetto alle altre due specie, lo fa ritenere uno dei rettili volanti più antichi. AI Triassico superiore appartengono i primi vertebrati capaci di volare. Alla fine degli anni '80 sulle Fig. 2 - Preondactylus buffarinii, aspetto del fossile. Dolomiti furono rinvenute tracce di Dinosauri che individuano delle piste percorse da questi animali risalenti al Triassico. Nel 1990 in provincia di Trento fu scoperto quello che è diventato l'ormai famoso sito di Lavini di Marco, vicino Rovereto. Questo è uno dei più importanti dal punto di vista icnologico, per via delle numerose piste individuate che si presentano ben conservate, a causa della favorevole formazione geologica di calcari grigi ben stratificati. In queste tracce sono stati individuati circa 150 animali che si possono ascrivere a tre tipologie: carnivori bipedi del sottordine dei teropodi, i più numerosi, erbivori bipedi degli ornitopodi ed erbivori del sottordine dei sauropodi. Presso i monti Lessini (Verona) sono state rinvenute impronte che risalgono al Giurassico superiore, quando i bassi fondali e il terreno fangoso ricoperto di alghe hanno permesso la conservazione del passaggio di carnivori e di grandi erbivori che pascolavano le piante dell'epoca. conifere e felci. Un'altra pista fu segnalata in Slovenia al confine con l'Italia, dove successivamente, tra il 1994 e il 1996, sulle Prealpi Carniche, nel vicino Friuli, si rinvennero altre orme. Nel 1993 venne alla luce a Besano un nuovo importantissimo fossile appartenente ad un rettile acquatico del gruppo degli Ittiosauri, vissuto circa 238 milioni di anni fa e denominato Besanosauro. Fig. 3 - Orme di teropodi, piste (a, b, c); tipologie di orme d. Questo fossile è assolutamente 7
straordinario sia per la sua completezza che per la presenza, nella parte ventrale, di piccole ossa appartenenti ad un embrione. Si tratta, quindi, di una femmina morta al momento del parto. Questi siti del nord Italia, come detto in precedenza, erano separati da quelli del sud. A sud vi era la piattaforma Apula dove si individua l'attuale Puglia. Qui sono state scoperte, recentemente, diverse orme nel Gargano e in una grande cava nei pressi di Altamura nel 1999. Altra piattaforma era quella laziale-abruzzese-campana (Appenninica) dove si individua il sito di Pietraroja, nel Sannio, ricco di fossili dove, nel passato, erano già stati portati alla luce dei rettili appartenenti alla sottoclasse dei lepidosauri: il Chometokadmon fitzingeri, una specie di piccole dimensioni lungo circa 30 cm, il Derasmosaurus pietraroiae, anch'esso Fig. 4 - Orme di ornitopodi, piste (a, b, c); tipologie di orme d. di piccole dimensioni, con muso corto e di forma triangolare e il Costasaurus rusconi. A Pietraroja è stata fatta la più importante scoperta paleontologica mai avvenuta in Italia. Lo Scipionyx samniticus, meglio conosciuto come "Ciro", venne rinvenuto già all'inizio degli anni '80, ma solo nel '93 si è capito di essere in presenza di un dinosauro. Si tratta di uno scheletro quasi completo conservato su una lastra di calcare marnoso, mancando solo parte della coda e l'estremità degli arti posteriori. E' l'unico dinosauro al mondo con organi interni fossilizzati e perfettamente individuabili tali da poter essere studiati, come l'apparato digerente che permette di conoscerne la dieta. L'intestino breve e largo rivela la sua natura di predatore, in quanto la carne è facile da assimilare e non ha bisogno del complesso apparato digerente degli erbivori. Era un animale bipede, come indicano chiaramente gli arti anteriori di dimensioni ridotte, altra particolarità dei dinosauri predatori. In vita non doveva superare i 40-50 cm di lunghezza e pesare meno di mezzo chilo. Le caratteristiche anatomiche inducono a ritenere che appartenesse al gruppo noto come celurosauri ed in particolare alla famiglia Dromeosauridi, che comprende tra l'altro anche il più conosciuto genere Velociraptor. Nel Cretacico superiore le piattaforme carbonatiche peri adriatiche si avvicinarono cominciando a determinare le Fig. 5 - Orme di sauropodi, pista. 8
collisioni tra la microplacca Apula e le altre. Nel Carso triestino sono stati rinvenuti, nel corso degli anni '90, reperti ossei di circa 85 milioni di anni fa appartenenti a vari Adrosauri i cosiddetti dinosauri dal becco d'anatra e ad altri rettili. In particolare venne recuperato uno scheletro di circa 4,5 metri da Fig. 6 - Adrosauro “Antonio”, aspetto del fossile. una formazione calcarea stratificata. Dopo alcuni anni di lavoro per l'estrazione, nel dicembre del 2000 è stato presentato un fossile completo di Adrosauro in connessione anatomica e con tracce di parti molli (fig. 3, aspetto del fossile, fig. 4, ricostruzione). Tale fossile, denominato "Antonio", non ha ancora un nome scientifico. Si trattava di un animale erbivoro dal corpo tozzo e tarchiato di età stimata intorno ai 5-6 anni, del peso di 7-8 quintali. Le zampe anteriori, più corte, erano adatte sia alla raccolta di piante che allo scavo, mentre quelle posteriori più lunghe e muscolose permettevano all'animale di diventare un bipede facoltativo. Gli Fig. 7 - Adrosauro “Antonio”, ricostruzione. Adrosauridi, gli ultimi a evolversi tra gli Ornitopodi, vivevano in branchi come le attuali gazzelle e presentavano dei caratteri particolari. La testa era ornata da creste, diverse da specie a specie, ma la cui funzione non è del tutto chiara. Le ipotesi più accreditate sono quelle di un ornamento maschile che veniva utilizzato per il corteggiamento e nei combattimenti tra maschi, o di una specie di cassa di risonanza che permetteva l'emissione di particolari suoni. Infatti la cresta era formata dall'espansione delle ossa nasali con un complesso insieme di cavità. Sempre a livello del cranio si notano molte file di denti serrati e impilati l'uno sull'altro che favorivano un facile ricambio di denti danneggiati. La dentatura e la forma delle mandibole, a becco d'anatra, fanno ritenere che questi animali si nutrissero di piante appartenenti alle primitive Angiosperme, in particolare piante acquatiche. Per tale motivo altra caratteristica interessante erano le zampe prive del primo dito e quelle anteriori palmate, che facilitavano il nuoto. Fig. 8 - Saltriosauro, ossa rinvenute. 9
L'ultima scoperta in ordine di tempo è quella avvenuta in Lombardia nel corso del 1996, ancora nei pressi di Varese. A Saltrio, presso la Cava Salnova, viene portato alla luce il primo grande carnivoro italiano che viene denominato Saltriosauro. In grossi blocchi di massiccio calcare si notano delle ossa che solo nel '99 vengono estratte presso il Museo di Storia Naturale di Milano. Queste risalgono a circa 200 milioni di anni fa e mostrano un dinosauro simile agli Allosauri. Si tratta però di una nuova specie che appartiene al gruppo dei Tetanuri dotati di coda rigida e arti anteriori a tre dita. Lo scheletro è largamente incompleto con un frammento di scapola, gli omeri destro e sinistro, la fibula destra, la furcula, un frammento di artiglio destro e un dente mascellare. Come abbiamo visto, la maggior parte dei dinosauri rinvenuti in Italia sono bipedi di piccole o medie dimensioni. Tutto questo ha suggerito che un arcipelago di piccole isole non poteva ospitare animali troppo grandi e differenziati. La grosse dimensioni del Saltriosauro hanno messo un po' in crisi questa teoria. Sono dell'avviso, però, che questa teoria resti ancora valida con le dovute eccezioni, in quanto non possiamo sapere esattamente quale era l'estensione delle terre emerse e gli eventuali collegamenti con le parti continentali che potevano favorire l'arrivo di animali più grossi da altre zone. Distribuzione geocronologica nell'Era Mesozoica Al Triassico medio, piano geologico Anisico, intorno ai 235 milioni di anni fa, risalgono i fossili di rettili più antichi rinvenuti in Italia, il Tanistrofeo e il Besanosauro. Al Triassico medio e superiore (Ladinico, Carnico e Norico) risalgono le prime tracce di dinosauro in Italia; in particolare le impronte rinvenute sulle Dolomiti e sulle Prealpi Carniche che fanno il paio con quelle rinvenute nella vicina Slovenia. Alle rocce triassiche (Norico) appartengono anche i fossili dei rettili volanti Pterosauri (215-218 mil. di anni fa). Del successivo Giurassico inferiore, intorno ai 200 milioni di anni fa, piani geologici Sinemuriano e Pliensbachiano, vi sono le tracce rinvenute in Trentino (Lavini di Marco, Rovereto) e sui Monti Lessini (Verona). Del Sinemuriano è anche lo scheletro di Dinosauro più vecchio e più grande rinvenuto in Italia, il Saltriosauro della zona di Varese. Per tutto il resto del Giurassico non abbiamo più rinvenimenti. Con un salto di circa 100 milioni di anni ci troviamo nel Cretacico inferiore, piano geologico Hauteriviano, con le impronte rinvenute in Puglia sul Gargano e gli scheletri portati alla luce nella penisola Istriana. AI Cretacico medio, piano geologico Albiano, circa 110 milioni di anni fa, risale il più famoso ritrovamento fossile italiano, lo scheletro dello Scipionix samniticus di Pietraroja vicino Benevento. Al Cretacico superiore risalgono le impronte rinvenute sulle Murge in Puglia nei pressi di Altamura, piano geologico Coniaciano, mentre al successivo Santoniano, circa 85 milioni di anni fa, risale lo scheletro più "'giovane" rinvenuto finora, quello dell'Adrosauro "Antonio". Dove sono conservati Vari sono i musei in Italia dove si possono ammirare i reperti di cui si è parlato. Il Museo di Storia Naturale di Milano, ricco di fossili provenienti dal resto del mondo, conserva un calco del Besanosauro (la lastra originale è chiusa in un armadio ad atmosfera controllata) e il Saltriosauro. Il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo conserva gli pterosauri 10
rinvenuti nella zona di Cene (Bergamo). L'altro pterosauro italiano il Preondactylus buffarinii è custodito presso il Museo friulano di Storia Naturale di Udine. Il pezzo forte dei fossili italiani, lo Scipionix samniticus, dopo essere stato presentato alla stampa internazionale presso il Museo di Milano è stato conservato per un periodo presso la Soprintendenza archeologica di Salerno, dove personalmente ho avuto modo di prenderne visione prima dell'esposizione al pubblico. Ora finalmente, "Ciro", insieme ad altri fossili di Pietraroja è esposto al Museo Rocca dei Rettori di Benevento. Altri fossili di Pietraroja sono conservati al Museo di Paleontologia dell'Università di Napoli che espone, tra le altre cose, anche un bell'esemplare di Allosauro proveniente dagli Stati Uniti (Utah). Classificazione dei dinosauri e degli altri rettili I fossili considerati appartengono tutti alla classe Reptilia, sottoclasse Archosauria. Ittiosauri (rettili marini) Famiglia: Oromaeosauridae Specie: Preondactylus buffarinii Ordine: Ichthyosauria Genere: Scipionyx Età: 215-218 Ma (Norico) Sottordine: Diapsida Specie: Scipionyx samniticus Ordine: Pterosauria Famiglia: Shastasauridae Nome comune: Ciro Sottordine: Rhanphorhyncoidea Genere: Besanosaurus Età: 110 Ma (Albiano) Famiglia: Dimorphodontidae Età: 235 Ma (Anisico) Ordine: Ornitischia Genere: Peteinosaurus Dinosauri Sottordine: Ornithopoda Specie: Peteinosaurus zambelli Ordine: Saurischia Famiglia: Adrosauridae Età: 215 Ma (Norico) Sottordine: Theropoda Nome comune: Antonio Ordine: Pterosauria Famiglia: ignota Età: 85 Ma (Santoriano) Sottordine: Rhanphorhyncoidea Nome comune: Saltriosauro Pterosauri (rettili volanti) Famiglia: Eudimorphodontidae Età: 200 Ma (Sinemuriano) Ordine: Pterosauria Genere: Eudimorphodon Ordine: Saurischia Sottordine: Rhanphorhyncoidea Specie: Eudimorphodon ranzii Sottordine: Theropoda Famiglia: Ranphorhynchidae Età: 215 Ma(Norico) Sezione: Celurosauri Genere: Preondactylus Bibfiografia Arbace Luciana et alii., 1996, Il Museo di Paleontologia dell'Università di Napoli: Efecta Napoli. Bozzi Maria Luisa, Bruno Silvio, Maugeri Stefano, 1992, Dinosauri, misteri svelati e nuove incognite, Giunti. Dalla Vecchia Fabio M, Muscio Giuseppe, febbraio 1994, Gli Pterosauri triassici: Le Scienze quaderni, n. 76. Dalia Vecchia Fabio M., febbraio 1994, I Dinosauri dell'Istria: Le Scienze quaderni, n. 76. Dalla Vecchia Fabio M., 2000, I Dinosauri della regione adriatica: Le Scienze n. 387. Leonardi Claudio, 2002, Il Dinosauro ci racconta l'Italia che fu: Oasis n. 144. Leonardi Giuseppe, Avanzini Marco, febbraio 1994, Dinosauri in Italia: Le Scienze quaderni, n. 16. Mondillo Antonio, luglio 1998, Ciro, il Dinosauro di Pietraroja: Airport news, Consorzio Aeroporto Salerno/Pontecagnano, n.1. Mondillo Antonio, agosto 1998, Scipionix sanniticus, il Dinosauro di Pietraroja: Bollettino del Gruppo Paleontologico Tropeano, n.5. Pinna Giovanni, 1989, Il grande libro dei fossili: Biblioteca Universale Rizzoli, Milano. * Antonio Mondillo, via Carbone 23 Battipaglia (SA) 11
ATTIVITA' SOCIALI 26 maggio 2002: Tropea Si sono svolte, presso la sede dell'Associazione, le elezioni per il rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo per il quadriennio 2002-2006. Il nuovo C.D., Eletto per acclamazione, è il seguente: Presidente, Pino Carone; Vice Presidente, Gino Cotroneo; Segretario, Mario Bagnato, Tesoriere, Francesco Iannelli. 22 luglio 2002: Tropea Nella sede dell’Associazione è stata ricevuta una delegazione del Gruppo Scienze Naturali “C. Darwin” di Mestre (VE), curatori del locale Museo Naturalistico. Nell’occasione sono state affrontate varie tematiche, tra queste, la valenza didattica della divulgazione naturalistica offerta attraverso la rappresentazione diretta dei fossili. 11 ottobre 2002: Tropea La Commissione del programma didattico “Eco-Schools” del Liceo Scientifico di Tropea, per il secondo anno consecutivo, ha invitato un componente della nostra associazione a far parte del Comitato per la realizzazione di un progetto di educazione ambientale. Nell'incontro di apertura si è stabilito che il lavoro verterà sul tema: “Rifiuti: come smaltirli”. 5, 6 e 7 novembre 2002: Cessaniti Il prof. Odoardo Girotti e la prof.ssa Daniela Esu del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università “La sapienza” di Roma, accompagnati dal Presidente Pino Carone nelle cave di Cessaniti e in altre località limitrofe, hanno prelevato dei campioni di argilla nera a Ostrea griphoides per determinare la datazione degli strati attraverso lo studio dei gasteropodi continentali in essi contenuti. 10 novembre 2002: Cessaniti Un'equipe del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università della Calabria al seguito del prof. Franco Russo, si sono recati nella cava Gentile di Cessaniti accompagnati dal presidente Pino Carone e dal socio Giampaolo Barone per prendere visione del sito al fine di intraprendere uno studio stratigrafico e sedimentologico dell'area. 12
CRONACA SOCIALE Assemblea del 27 febbraio 2002 Il giorno 27.02.2002, alle ore 17,30, nella sede dell'Associazione si è riunita l'assemblea dei Soci con il seguente O.d.G. 1) Approvazione del precedente verbale; 2) Approvazione del Bilancio Consuntivo 2001; 3) Varie ed eventuali. Il Presidente apre la seduta alle ore 17,30 dopo aver costatato la validità della seconda convocazione essendo andata deserta la prima e dopo il saluto ai presenti cede la parola al Segretario. 1) Il Segretario legge il verbale della precedente Assemblea e, dopo breve discussione, viene approvato all'unanimità. 2) Il Presidente, dopo una breve introduzione, cede la parola al tesoriere il quale illustra ai presenti il Rendiconto Economico Finanziario per l’anno sociale 2001. Dopo breve discussione e alcuni chiarimenti, si passa alla lettura del testo contabile il quale viene approvato all’unanimità. 3) Varie ed eventuali: non essendoci null'altro da deliberare, la seduta è chiusa alle ore 18,30. Il Segretario Il Presidente Arch. Vincenzo Carone Dr. Giuseppe Carone 13
CRONACA SOCIALE Assemblea del 26 maggio 2002 Il giorno 26.05.2002, alle ore 17,30, nella sede dell'Associazione si è riunita l'assemblea dei Soci con il seguente O.d.G. 1) Approvazione del precedente verbale; 2) Comunicazione del Presidente 3) Relazione di fine mandato del Presidente 4) Eventuale nomina dei Revisori dei Conti 5) Elezione del Consiglio Direttivo dell'Associazione per il quadriennio 2002-2006; 6) Varie ed eventuali. Il Presidente apre la seduta alle ore 17,30 dopo aver costatato la validità della seconda convocazione essendo andata deserta la prima e dopo il saluto ai presenti cede la parola al Segretario. 1) Il Segretario legge il verbale della precedente Assemblea e, dopo breve discussione, viene approvato all'unanimità. 2) Il Presidente informa i soci che la dr.ssa Iannelli, Ispettrice della Soprintendenza di Reggio Calabria, gli ha reso noto che lo scavo del Sirenide di Zungri sarà affidato ad un equipe del Dipartimento di Paleontologia del Museo Pigorini di Roma, secondo quanto stabilito nella sede centrale della Soprintendenza a Reggio Calabria. 3) Il Presidente procede alla lettura della relazione di fine mandato (riportata a pag.3) 4) Dopo breve valutazione, si decide di non eleggere alcun Revisore dei Conti, non essendoci particolari esigenze di controllo interno o di legge sui Rendiconti Economici Finanziari, così come previsto all'art. 11 dello Statuto dell'Associazione. 5) Si passa alla elezione del Consiglio Direttivo per il quadriennio 2002-2006. Dopo breve discussione e sentiti i pareri di tutti i presenti, vengono eletti per acclamazione: Giuseppe Carone Presidente, Luigi Cotroneo vice Presidente, Mario Bagnato Segretario e Francesco Iannelli Tesoriere. 7) Varie ed eventuali: in conclusione dei lavori, il Presidente Carone augura ai neo eletti anche a nome di tutti i soci, un proficuo lavoro. Non essendoci null'altro da deliberare, la seduta è tolta alle ore 19,00 dopo lettura e approvazione del presente verbale. Il Segretario Il Presidente Arch. Vincenzo Carone Dr. Giuseppe Carone 14
Numero 9 - gennaio 2003 Relazione di fine mandato del Presidente…….... pag. 3 Il Catalogo d'Entrata: il numero 5…………….….. pag. 4 Rettili e dinosauri italiani di Antonio Mondillo ……………………………. pag. 5 Attività sociali ……………………………………. pag. 12 Cronache sociali ………………………………… pag. 13
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