Bollettino del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno
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Bollettino del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno Unione Italiana - Fiume • La legislazione sanitaria nell’attività della Dieta Provinciale Istriana (1861-1900) • Il sacrario militare italiano a Pola nell’ambito delle riflessioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia • Sulla caccia a Fiume nell’Ottocento • Chiesa e potere comunista in Istria • Tartini e il suo impegno vocale-sacro: 60 Dicembre 2011 inediti e sopravvivenze nella tradizione istriana LA RICERCA Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Anno XXI, n. 60 - Pag. 1-24, Rovigno 2011 - CDU 908 (497.12/.13 Istria) ISSN 1330-3503
Sommario Parenzo, veduta del Palazzo della Giunta ED ITORIAL E Provinciale 3 Il CRS tra storiografia “locale” e storiografia “provinciale” di Nicolò Sponza SAGGIO 4 La legislazione sanitaria nell'attività della Dieta Provinciale Istriana (1861-1900) di Rino Cigui SAGGIO 7 Il sacrario militare italiano a Pola di Raul Marsetič INTERVEN T O 10 Sulla caccia a Fiume nell'800 di William Klinger Interno del sacrario militare SAGGIO italiano a Pola 13 Chiesa e potere comunista in Istria: la cresima a Lanischie nel 1947 di Orietta Moscarda Oblak SAGGIO 16 Tartini e il suo impegno Facsimile di una licenza da caccia del vocale-sacro: inediti e 1856. L’appaltatore era Marziale Malle. sopravvivenze nella tradizione istriana di David Di Paoli Paulovich 19 Notiziario di Marisa Ferrara 21 Visite al Centro di ricerche storiche 23 Partecipazione dei ricercatori a convegni e seminari 24 Nuovi Arrivi Presentato presso il Centro multimediale della città di Rovigno, il volume "Così Rovigno canta e prega a Dio" La Ricerca - n. 60 Comitato di Redazione Coordinatore Unione Italiana Marisa Ferrara, Nives Giuricin, Silvano Zilli Centro di Ricerche Storiche di Rovigno Raul Marsetič, Orietta Moscarda Oblak, Progetto grafico & Stampa Alessio Radossi, Giovanni Radossi, Happy Digital snc - Trieste Redazione ed amministrazione: Rino Cigui, Nicolò Sponza, Silvano Zilli ha collaborato Piazza Matteotti 13 - Rovigno d'Istria Tel. (052) 811-133 - Fax (052) 815-786 Direttore Responsabile Massimo Radossi Giovanni Radossi Stampato con il contributo (Italia e Slovenia: 00385/52) dell'Università Popolare di Trieste Indirizzo Internet: Redattore © 2011 Proprietà letteraria riservata secondo www.crsrv.org e-mail: info@crsrv.org Nicolò Sponza le leggi vigenti
L’Editoriale La Ricerca n. 60...DICEMBRE 2011 di Nicolò Sponza Il CRS tra storiografia “locale” e storiografia “provinciale” Le proposte di ricerca storiografica portata avanti dal produzione Centro di ricerche storiche ricalcano, non sempre per in loco, libera scelta ma sicuramente per oggettiva necessità, cioè come quello che all’interno della teoria storica viene autentico qualificato come approccio microstorico, ossia l’idea vissuto di di ricerca che, a partire da Marc Bloch e Lucien Febvre una persona, attraverso “le Annales”, vuole la storia principalmente famiglia, come scienza sociale e la discosta pertanto dalle gruppo e “grandi narrazioni” dello sviluppo storico classico, territorio. dalle periodizzazioni convenzionali per epoche e La missione soprattutto dall’uso di categorie generali. Ovviamente del Centro tra microstoria e storia generale esiste una relazione è particolarmente attenta a delineare ed evidenziare dialettica, dettata da un rapporto imprescindibile che con scrupolosa attenzione il divario scientifico (e alle non va sottovalutato né tantomeno negato. L’analisi, volte etnico-politico!) che intercorre tra la storiografia lo studio delle caratteristiche locali, il porre l’accento “locale” e la storiografia “provinciale” soprattutto sulle micro particolarità ci dovrebbe aiutare, queste quando questa è segregata a elemento periferico di almeno sono le intenzioni e le premesse teoriche, ad unità centrali, leggi, stato-nazionali. Specialmente evitare l’uso forzato, e pertanto forviante, di categorie in un territorio come il nostro, area di frontiera generalizzanti favorendo invece le peculiarità che tra mondi e culture diverse, dove convivono sia le si sono venute a delineare attraverso percorsi propri contaminazioni, tanto da rappresentarne la norma, che all’interno di entità omogenee (antropiche), nonostante la perenne ricerca e costruzione delle identità, come o in alternativa dei corsi e ricorsi dettati dalla grande necessaria risposta alla mobilità e permeabilità dei storia di regni, imperi e stati, guerre e colonizzazioni. confini. A tema storiografico si colloca pertanto sia la storia Il bollettino “La Ricerca”, come più volte ricordato, delle città e della campagna e delle trasformazioni che ricopre all’interno dell’editoria del Centro uno spazio hanno subito nel tempo, sia la storia delle persone e quasi d’avanguardia poiché è proprio nelle sue pagine della memoria, alle volte rimossa, alle volte reificata, che con più facilità si possono promuovere percorsi, di queste, sia la storia dei costumi, delle tradizioni, temi, spunti nuovi ed innovativi che a prima vista, della religione, la storia del lavoro, luoghi e strumenti erroneamente, potrebbero venir inquadrati come di questo, la storia della lingua, dei dialetti, della marginali, ed invece costituiscono i pilastri stessi della letteratura, della musica, la storia dei giochi, dello vita passata, presente e futura della regione Adriatica. sport e del tempo libero ossia di tutto quello che La rinnovata veste grafica, vuole essere conferma ed possiamo e dobbiamo individuare e riconoscere come auspicio. 1
La Ricerca n. 60...dicembre 2011 Saggio di Rino Cigui La legislazione sanitaria nell’attività della Dieta Provinciale Istriana (1861-1900) Quando in corrispondenza al sistema fu generato, nel 1870, dalla legge parlamentare istituito in Austria nel sull’organizzazione del servizio 1861 nacque la Dieta Provinciale del sanitario pubblico emanata dal governo Margraviato d’Istria, la situazione austriaco il 30 aprile di quell’anno, sanitaria regionale era alquanto legge che imponeva ai comuni di deficitaria. Le iniziative in merito alla provvedere a tutto ciò che attenesse salute pubblica intraprese dai governi la politica sanitaria e le misure da precedenti non avevano, di fatto, risolto intraprendere in caso di malattie i gravi problemi vincolati al degrado contagiose, vaccinazioni, epizoozie e sociale e igienico-sanitario della sorveglianza degli istituti sanitari. A provincia, che erano stati per secoli generare il malcontento fu in particolare alla base delle principali epidemie la scelta governativa, attuata senza il verificatesi nella nostra penisola. parere della Giunta, di destinare alla Fin dalla sua costituzione, la Dieta provincia solo tre medici distrettuali, aveva incaricato la Giunta di studiare due per l’Istria continentale e uno per a fondo il problema epidemico e di le isole, con sede rispettivamente a proporre un progetto di legge che Capodistria, Pisino e Veglia. Per un stabilisse alcune normative riguardanti adeguato svolgimento della politica Parenzo, facciata del Palazzo la suddivisione delle spese nel caso i sanitaria nei singoli Comuni la Giunta della Giunta Provinciale comuni fossero stati invasi da infezioni. richiese al Ministero dell’Interno che Una ripartizione delle spese si rendeva il numero dei distretti sanitari fosse del XIX secolo solo la metà dei 48 assolutamente necessaria in quanto alla parificato a quello dei distretti politici comuni di allora era provvista di Giunta provinciale erano pervenute le o, se ciò non fosse stato possibile, che operatori sanitari, ed il rapporto tra i rimostranze dei comuni colpiti, i quali, almeno i medici distrettuali salissero medesimi e la popolazione era talmente non essendo in grado di accollarsi da tre a quattro; la stessa propose sproporzionato che se Pinguente poteva le spese di cura degli ammalati, inoltre la località di Volosca quale contare su un medico ogni 13.000 invitavano il fondo provinciale ad sede del quarto medico distrettuale. Le abitanti, Volosca ne annoverava uno assumersi tali oneri. Nella seduta istanze della Giunta furono evase dalle ogni 22.000; inoltre, due terzi del del 7 aprile 1864, il massimo organo autorità in tempi relativamente rapidi, territorio istriano non disponeva ancora rappresentativo istriano approvò e già con dispaccio 9 marzo 1871 di un’adeguata assistenza3. il regolamento sulle modalità di vennero accordati all’Istria quattro Il 19 marzo 1874 entrò in vigore la accertamento, localizzazione e medici distrettuali le cui sedi furono legge riguardante l’organizzazione debellamento dei contagi che obbligava fissate a Capodistria per i Capitanati di del servizio sanitario comunale, che gli abitanti di ogni comunità rurale Capodistria e Parenzo, a Pisino per i avrebbe dovuto porre termine, almeno e urbana in cui si fosse manifestato Capitanati di Pisino e Pola, a Volosca nelle aspettative, all’annosa carenza un contagio, ad avvisare le autorità per il Capitanato omonimo e a Veglia di medici, e che sanciva l’istituzione comunali che avrebbero dovuto inviare per quello di Lussino2. di Consigli sanitari che dovevano sul posto gli organi sanitari competenti La penuria di personale medico, fungere da organo consultivo con per accertare la tipologia e la natura del soprattutto tra la popolazione rurale, diritto d’iniziativa in materia di sanità male. Individuato il morbo, si sarebbe aveva da sempre rappresentato una pubblica. In quella circostanza si votò proceduto al reperimento dei medicinali tragica realtà nella storia sanitaria pure per i membri del neo costituito e alla cura degli ammorbati, i cui oneri della penisola, ma con la crescita Consiglio sanitario provinciale che, su dovevano ricadere per un terzo sui demografica del secondo ‘800, proposta della Dieta, avrebbe dovuto comuni e per due terzi sul bilancio l’esigenza di una maggiore copertura contemplare due rappresentanti istriani provinciale1. assistenziale si fece sempre più ma che per decisione del Ministero Un acceso dibattito in seno alla Dieta pressante. Nel settimo decennio degli Interni ne ebbe uno soltanto. 2
Saggio La Ricerca n. 60...DICEMBRE 2011 di Rino Cigui Con la costituzione del Margraviato altre patologie infettive di manifestarsi di mezzi, l’inerzia e l’ignoranza d’Istria anche le spese per la in modo cruento fin dalla prima metà avrebbero opposto sempre forti ostacoli vaccinazione antivaiolosa andarono degli anni Settanta. Vaiolo, difterite, al miglioramento delle condizioni a gravare sul fondo provinciale, dissenteria, tifo e colera marcarono sanitarie generali della provincia. circostanza questa che indusse la indelebilmente la vita delle genti istriane Nonostante il pessimismo esternato Giunta e il Comitato di vaccinazione ad e furono generatrici di alcune delle più dalla Giunta, l’estensione della avanzare una serie di proposte concrete gravi crisi di mortalità del periodo. malaria nella seconda metà degli anni per razionalizzare i costi dell’operazione. Ma la vera preoccupazione dell’epoca Settanta indusse la stessa a riprendere D’ora innanzi, ogni comune avrebbe era rappresentata dalla costante nuovamente in mano la situazione. Fu formato un circondario di vaccinazione, presenza delle febbri intermittenti approntato un questionario dettagliato e la messa in pratica della stessa sarebbe di origine malarica, che infestavano col quale si invitava l’apparato medico stata affidata a medici e chirurghi annualmente quasi tutti i distretti della a fornire esperienze, pareri e consigli residenti nel comune ritenuti idonei provincia sottraendo forza lavoro sulle febbri intermittenti, un problema dalla Luogotenenza; nel caso i comuni all’agricoltura. Nel 1872, il Comizio la cui soluzione, osservò la Giunta, fossero stati privi di personale sanitario agrario di Capodistria preparò una veniva reclamata congiuntamente abilitato all’inoculazione, questa sarebbe mozione nella quale si sollecitava la dalla scienza, dalla pratica medica, stata eseguita dagli operatori dei comuni Dieta provinciale affinché avviasse dall’economia e dall’umanità7. più vicini. Il comitato propose altresì esaurienti studi sulle origini della Lo sviluppo incessante delle la programmazione di itinerari di malaria e sulla messa a punto di febbri malariche nella penisola vaccinazione più razionali ed economici strategie terapeutiche e profilattiche per e, principalmente, nella sua parte e l’assegnazione, sempre su proposta contrastarne la diffusione. Questa, nel meridionale, convinse la Dieta a della Luogotenenza, di 200 fiorini corso della seduta del 12 novembre, votare, nel 1884, una legge che annui a titolo di gratificazione e premi girò l’incarico alla Giunta, che decise di decretava l’istituzione a Pola di una ai medici che si fossero maggiormente rivolgersi a tutti i medici della provincia Commissione sanitaria con il compito distinti. sollecitandoli ad evidenziare tutto ciò fondamentale di studiare il fenomeno. Sebbene le autorità politiche e sanitarie che potesse concorrere all’origine delle La Commissione, composta da un caldeggiassero l’inoculazione, questa febbri e ai rimedi per evitarle6. medico delegato dalla Luogotenenza trovò nella renitenza popolare un Le aspettative della Giunta andarono su proposta del Consiglio sanitario ostacolo insormontabile alla sua più però in parte deluse, poiché solo un provinciale, da un medico della completa realizzazione. L’avversione esiguo numero di medici rispose Regia Marina da guerra, dal medico verso questa pratica non era una novità, all’invito. Anche dalle poche relazioni distrettuale di Pola, dai medici in quanto già la Serenissima aveva pervenute emerse tuttavia la pressoché comunali della città, da un membro del coinvolto nell’opera di convincimento totale concordanza degli interpellati comune, da un perito agrario delegato della popolazione sia l’apparato medico nel rimarcare la molteplice causalità dalla Giunta provinciale e da un che quello religioso, imitata in ciò dai delle febbri malariche, mentre venivano ingegnere scelto dal podestà, doveva successivi governi francese e austriaco4. individuati nelle opere di bonifica e inviare annualmente alla Luogotenenza Ma se la mancata percezione dei nell’igiene pubblica e privata i mezzi un esauriente rapporto su questa benefici derivanti dalla vaccinazione più efficaci per debellarle. Nella stesura particolare attività8. riguardò inizialmente la popolazione della relazione da presentare alla Dieta Nel 1886 lo stesso organismo propose rurale, a questa, nel secondo ’800, si provinciale, la Giunta non nascose il l’attivazione di un Osservatorio aggiunse la classe civile generalmente suo pessimismo circa una risoluzione sanitario, diretto da un fisiopatologo più ricettiva alle novità, per cui da più definitiva del problema, in quanto, particolarmente versato in materia, parti se ne richiese l’obbligatorietà che, a suo dire, la miseria, la mancanza con l’obiettivo di individuare nel tuttavia, non fu mai imposta. La necessità di reperire siero in dosi abbondanti e di qualità, per non frenare il regolare decorso della vaiolizzazione, Parenzo, veduta del fu un altro ostacolo che le autorità Palazzo della Giunta dovettero affrontare. Per ovviare a Provinciale tale inconveniente, nella seduta del 26 agosto 1870 la Dieta deliberò che fosse avviata l’inoculazione dei vitelli con l’intento di ottenere una linfa vaccinica pura, un esperimento che negli anni 1872 e 1873 non diede i risultati sperati e che la Giunta provinciale pensò bene di accantonare5. Il fervore messo in campo dalle autorità politiche e sanitarie non impedì al vaiolo e alle 3
La Ricerca n. 60...dicembre 2011 Saggio di Rino Cigui terreno, nell’aria e nell’acqua quale si riservava di effettuare severi della Dieta Provinciale dell’Istria/, Acta delle località colpite dalla malaria controlli sui certificati rilasciati dai Medico-historica Adriatica, Rijeka-Fiume, n. 1, 2003, p.18. l’esistenza o meno di un fermento comuni, addebitando agli stessi, nel caso 2 “Relazione Generale alla Dieta Provinciale specifico o microorganismo in fossero state riscontrate irregolarità, la del Margraviato d’Istria sulla gestione della grado di generare la malattia; di rifusione al fondo provinciale delle spese Giunta provinciale dalla sessione dietale precisarne la natura, qualora lo si sostenute. Ma ad onta dei severi controlli dell’anno 1870 in poi”, Atti della undecima fosse individuato, attraverso colture paventati dalla Giunta, con l’andare Dieta dell’Istria (1871), Trieste 1871, p. 30. separate, inoculazioni o altri processi degli anni i costi ospedalieri lievitarono 3 “Relazione generale della Giunta alla Dieta Provinciale del Margraviato d’Istria sulla sperimentali; di studiarne i caratteri, a tal punto che i 142.219 fiorini registrati sua gestione dall’ultima sessione dietale le proprietà e le condizioni favorevoli nel 1898 convinsero la stessa della dell’anno 1897 in poi”, Atti della Dieta o contrarie alla sua moltiplicazione e necessità di una revisione della legge 19 Provinciale dell’Istria (1898), Parenzo 1898, diffusione; di avviare, infine, ricerche dicembre 186911. p. 1. Relazione della Giunta provinciale ed esperimenti che chiarissero alla Il problema del ricovero degli ammalati, sull’organizzazione del servizio sanitario Commissione sanitaria i criteri da il cui numero cresceva in modo nell’Istria, Parenzo nel dicembre 1897. 4 Rino Cigui, “Misure di profilassi in seguire nell’adozione dei metodi di esponenziale durante le crisi epidemiche, Istria nella prima metà del XIX secolo. La bonifica delle località malariche e era molto sentito dalle autorità politiche vaccinazione antivaiolosa della popolazione degli espedienti di profilassi rivolti alle e sanitarie in quanto solo poche località infantile durante la dominazione francese popolazioni maggiormente esposte alle istriane disponevano di strutture ricettive e austriaca”, 4. Istarski Povijesni Biennale febbri malariche9. In via subordinata, corrispondenti alla bisogna. La già citata - Filii, Filiae...položaj i uloga djece na Jadranskom prostoru, Parenzo, vol. IV (2011), l’Osservatorio doveva anche occuparsi legge del 30 aprile 1870 imponeva, p. 240 - 241. Vedi pure Ugo Tucci, “Il vaiolo, dello studio dei parassiti delle altre infatti, a tutti i comuni un ospedale per tra epidemia e prevenzione” Storia d’Italia. malattie infettive. accogliere gli ammorbati ma, visto il Annali 7 - Malattia medicina, Torino 1984, p. La volontà di rimuovere le cause che dispendio per il mantenimento e la cura 400. determinavano l’insorgenza della degli stessi, i comuni si guardarono 5 “Relazione generale della Giunta alla Dieta malaria e delle altre contaminazioni bene dal prendere qualsiasi iniziativa in Provinciale del Margraviato d’Istria sulla sua gestione dalla chiusa della sessione dietale spinse la Giunta, di concerto con la merito. La Giunta ritenne che per fornire dell’anno 1872 in poi”, Atti della Dieta Luogotenenza, ad emanare nel 1900 alla popolazione un’adeguata assistenza Provinciale istriana (1873), Trieste, 1873, un’ordinanza con la quale si invitavano in caso di epidemia fosse necessario pp. 23 - 24. Vedi pure Rino Cigui, “Le misure i comuni a redigere un regolamento erigere, oltre agli ospedali, anche antimalariche nelle relazioni della Giunta alla igienico locale. Tale regolamento strutture provvisorie quali lazzaretti o Dieta Provinciale Istriana (1864 - 1900), La doveva essere redatto sulla base baracche, e che tali strutture, per tutta Ricerca, Rovigno, n. 58, dicembre 2010, p. 5. 6 “Relazione generale della Giunta alla Dieta dell’Istruzione che accompagnava la durata della crisi, dovevano essere provinciale del Magraviato d’Istria sulla sua l’ordinanza, e che prevedeva una serie equiparate agli ospedali pubblici con gestione dalla chiusa della sessione dell’anno di norme relative alla pulizia delle tutti i benefici che ne derivavano. Nel 1878 in poi”, Atti della Dieta Provinciale contrade, vie, piazze, case, cortili, 1893 la Giunta provinciale sottopose alla istriana (1880), Parenzo, 1880, p. CIII. fogne e stalle, nonché provvedimenti Dieta il progetto di Legge concernente 7 Rino Cigui, “La minaccia invisibile: endemie ed epidemie in Istria alla fine dell’800”, attinenti la purezza dell’acqua potabile l’equiparazione degli Ospedali per Quaderni, Rovigno, vol. 22 (2011), p. 56. e dell’aria. Erano previste penali fino malattie epidemiche (lazzaretti, 8 “Relazione generale della Giunta (1878)”, a 100 corone o corrispondenti ore baracche ecc.) agli Ospedali pubblici cit., p. CIII. d’arresto per i contravventori10. che sanciva, di fatto, l’amministrazione 9 “Relazione generale della Giunta alla Dieta Fin dalla prima metà degli anni di tali costruzioni da parte dei rispettivi Provinciale del Margraviato d’Istria sulla sua Settanta, la Dieta Provinciale dovette comuni e la rifusione delle spese una gestione dalla chiusa della sessione dell’anno 1885 in poi”, Atti della Dieta Provinciale affrontare pure la spinosa questione volta cessata l’epidemia12. istriana (1886), Parenzo, 1886, p. LXXXIII dei crescenti costi relativi al ricovero Quantunque nei decenni precedenti (Regolamento dell’Osservatorio sanitario in degli ammalati negli ospedali pubblici, fossero state promulgate diverse leggi in Pola). manicomi, istituti di maternità e dei materia di salute pubblica, dal punto di 10 “Relazione generale della Giunta alla Dieta trovatelli, che avveniva sulla base vista sanitario l’Istria di fine Ottocento Provinciale del Margraviato d’Istria sulla sua di certificati di povertà rilasciati rientrava ancora tra le province attività dal 18 febbraio 1899 al 15 febbraio 1900”, Atti della Dieta Provinciale istriana dai comuni di pertinenza. Le spese meno sviluppate della Monarchia, (1900), Parenzo 1900, pp. 121- 124. sostenute dal fondo provinciale erano circostanza questa che spinse la Dieta ad 11 “Relazione generale della Giunta alla cresciute in modo tale che, nel triennio avviare, nel 1894, la discussione sulla Dieta Provinciale del Margraviato d’Istria 1872 - 74, avevano superato di 16.000 riorganizzazione del servizio sanitario sulla sua gestione dalla chiusa della sessione fiorini quanto era stato introitato istriano che, tuttavia, incontrò vari dell’anno 1883 in poi”, Atti della Dieta Provinciale istriana (1883), Parenzo, 1884, p. attraverso le imposte. Ritenuto che tale impedimenti e fu procrastinata. 63 (Allegato A). stato di cose fosse da attribuirsi alla 12 “Relazione generale della Giunta alla Dieta troppa facilità con cui venivano rilasciati NOTE Provinciale del Margraviato d’Istria sulla sua i certificati di povertà, il 15 gennaio 1 Anton Giron, “Zdrastvena problematika u gestione dalla chiusa delle sessioni dell’anno 1875 la Giunta indirizzò alle podesterie arhivskome fondu Zemaljskog sabora Istre”/La 1892 in poi”, Atti della Dieta Provinciale della provincia una circolare con la problematica sanitaria nel fondo archivistico istriana (1893), Parenzo, 1893, pp. 56 - 57. 4
Saggio La Ricerca n. 60...DICEMBRE 2011 di Raul Marsetič Il sacrario militare italiano a Pola L’accettazione della tragedia della integrante di questo mito. importanza per il regime fascista. guerra e del prezzo del sacrificio Gli anni Trenta portano ad una rilettura Ciò è testimoniato dalla volontà di passa attraverso l’edificazione del della rappresentazione dei monumenti intervenire, a distanza di anni dalla mito dei caduti e questo processo si alle glorie ed ai sacrifici della Prima conclusione della Grande guerra, innesta pienamente all’interno della guerra mondiale. Si tratta di una nuova con un imponente programma di storia italiana del primo dopoguerra. visione costituita da impianti imponenti elevazione monumentale dei luoghi di Con l’avvento del fascismo al potere, che devono glorificare la grandezza battaglia, il più importante dei quali fu la guerra vittoriosa ed il sacrificio di della patria ed il nuovo disegno della sicuramente il sacrario di Redipuglia. In tanti uomini si fondono nell’ideologia nazione. Gli ossari militari devono pratica tutti i progetti furono realizzati del regime, fino a costituire il suo esprimere il valore del martirio e dall’architetto Giovanni Greppi e dallo immediato glorioso passato1. Il l’importanza della vittoria sfruttando scultore Giannino Castiglioni che Cimitero della Marina a Pola, con le un’espressione architettonica fatta di elaborarono anche l’ossario per i soldati tombe di Nazario Sauro e Giovanni segmenti imponenti. italiani di Pola, ubicato all’interno del Grion prima ed il Sacrario militare La monumentalizzazione dei cimiteri cimitero della Marina. poi, risulta indissolubilmente parte militari rappresentò un tema di notevole Alla fine degli anni Venti il governo Entrata principale del Sacrario Militare Italiano a Pola 5
La Ricerca n. 60...dicembre 2011 Saggio di Raul Marsetič italiano decise di affrontare in maniera in quanto si sarebbero realizzate Delle operazioni di esumazione delle sistematica e definitiva la questione architetture severe e solenni2. salme occupò il cappellano degli Alpini delle sepolture per l’immenso numero Nel settembre del 1937, Il Corriere don Roberto Bruzzone, il quale nei di caduti seppelliti in un’infinità Istriano annunciò l’imminente mesi precedenti, con l’ausilio di una di cimiteri di guerra sorti in modo inaugurazione a Pola dell’ossario per squadra di 12 soldati specializzati, provvisorio, dando vita ad una i caduti nella Grande Guerra. Venne provvide all’esumazione di ben 231 commissione straordinaria per le specificato che dando seguito ad una salme di soldati deceduti in gran parte onoranze ai caduti in guerra. Come disposizione di carattere generale dopo la fine del conflitto. Di queste soluzione più logica e razionale del Commissariato straordinario del salme, 51 appartenevano all’esercito ex fu scelto di creare i “grandi Governo per le onoranze ai Caduti in austro-ungarico e 180 al R. Esercito, concentramenti di Salme” attraverso Guerra in Italia e all’Estero, diretto alla R. Marina e alla R. Aeronautica, sia un’architettura che fosse “espressione dal generale Ugo Cei, anche al che avessero trovato degna sepoltura del sentimento, del prestigio, della cimitero della Regia Marina di Pola a Pola, sia nei cimiteri di Dignano, di civiltà e della dignità della Nazione”. doveva essere presto inaugurato un Parenzo, di Grisignana, di Gimino, In quest’ottica, la tipologia più atta a monumento-ossario, che avrebbe di Portole, Pirano e Capodistria. Fino raggiungere lo scopo era quella degli compreso 244 loculi, più altri due loculi all’ultimazione dei lavori all’ossario, ossari che consentiva l’“individualità”, più ampi per le salme degli sconosciuti. tutte le salme furono depositate ogni caduto avrebbe avuto il proprio Inoltre, ogni loculo avrebbe avuto in cassette di legno nella camera loculo, la “perpetuità”, la costruzione fissata una targa in bronzo, recante mortuaria del Cimitero militare4. Si avrebbe garantito la conservazione dei il nome del caduto e l’arma a cui era trattò quindi per lo più di deceduti nei resti dei caduti e la “monumentalità” appartenuto3. primi mesi dopo il passaggio dell’Istria Interno del Sacrario 6
Saggio La Ricerca n. 60...DICEMBRE 2011 di Raul Marsetič all’Italia, mentre molto poche furono popolazione al culto della nazione SASSEK/ Caduto per la causa fascista/ effettivamente le salme di caduti attraverso la concentrazione di tutti XV-IX-MCMXXI8. durante la Prima guerra mondiale. questi simboli sacri all’interno di un Dopo la fine del Secondo conflitto L’ossario di Pola è costituito da un unico recinto. mondiale, con l’esodo della basamento che eleva la costruzione A proposito dell’incidente dell’F.14, popolazione polese lasciarono per dal piano di campagna e su di esso si alle ore 10 del 18 novembre 1928, sempre la città anche le spoglie imposta il sacrario al quale si accede alla presenza delle massime autorità mortali di figure simbolo come quella dalla solenne gradinata anteriore militari, civili e politiche, ci fu la di Nazario Sauro. Infatti, il 7 marzo oppure dall’entrata posteriore. cerimonia per lo scoprimento di un 1947 la nave Toscana partì da Pola L’intero complesso è formato da dieci grande monumento funerario in onore con a bordo le salme e cimeli di Sauro colombari delimitati da un impianto ai caduti del sommergibile, che doveva e Giovanni Grion portati al Tempio rettangolare, definito dalla parete- custodire le spoglie del sottocapo votivo del Lido di Venezia, mentre ossario, segnato da due aperture Garibaldi Trolis e del guardiamarina Trolis e Fasulo, i due caduti del speculari collocate sui lati brevi del Sergio Fasulo. Progettato, dietro sommergibile, trovarono sistemazione perimetro, dove ai lati dell’ingresso ordinazione della Regia Marina, come detto al cimitero di San Michele principale sorgono due pennoni per le dall’accademico Enrico Trolis, fratello a Venezia dove fu rimontato il bandiere. Ciascun colombario dispone di Garibaldi, il monumento incluse monumento funebre. Significativo è il di 24 loculi dislocati su tre file per otto. pure l’ancora e le lettere in bronzo fatto che le bare furono accompagnate All’interno dell’area delimitata dai F.14. del sommergibile, riportando nel loro ultimo viaggio da una scorta di colombari vi sono: un cippo cubico anche i nomi di tutte le vittime perite partigiani italiani e rappresentanti delle centrale; una lapide recante incisa nell’incidente e sepolte nei luoghi associazioni combattentistiche e della l’epigrafe AI CADUTI / LA PATRIA d’origine. Oggi si trova al cimitero resistenza cittadina. RICONOSCENTE / ...QUI SARANNO dell’isola di San Michele a Venezia, RICORDATI / PER SEMPRE; quattro dopo il trasferimento da Pola in data 12 aiuole laterali e dodici cipressi. Il marzo 1947. NOTE linguaggio architettonico usato è fatto Riguardo ad Alfredo Sassek, nel 1 Lucio FABI, Redipuglia. Il sacrario, la di linee maestose senza frastagliamenti, decimo anniversario della morte, guerra, la comunità, Edizioni della Laguna, dove a dominare è la massa strutturale. per iniziativa del Segretario federale Monfalcone, 1993. Contiene complessivamente 236 salme Cap. Relli, si pensò di dare più degna 2 Anna Maria FIORE, La di militari, in prevalenza appartenenti sepoltura a colui che fu scelto come monumentalizzazione dei luoghi teatro della la Marina Militare. Costituisce la più simbolo del sacrificio di Pola per la Grande Guerra:i sacrari di Giovanni Greppi significativa e meglio compiuta tra le causa fascista. Alla presenza delle più e Giannino Castiglioni (1933-1941). Tesi di dottorati di ricerca in Storia dell’architettura realizzazioni di spazi sacri destinati al alte cariche cittadine, la salma venne e dell’urbanistica discussa presso l’Istituto culto dei caduti della Grande guerra a esumata il 14 ottobre 1931 e deposta Universitario di Architettura di Venezia (XIII Pola. nella nuova tomba eretta nel tratto ciclo), Venezia, 2001. Nel corso del periodo italiano il di fondo posto a destra dell’ingresso 3 “Un ossario per i Caduti nella grande cimitero della Marina fu elevato principale al cimitero7, dove già si guerra verrà presto inaugurato al Cimitero come luogo simbolo del sacrificio trovavano le tombe di Nazario Sauro, della Marina”, in Il Corriere Istriano, Pola 22 per la causa patriottica e come tale Giovanni Grion e la tomba dei marinai settembre 1937. fu denominato anche Cimitero degli del sommergibile. L’inaugurazione 4 Ibidem. Eroi, proprio ad indicare il luogo ufficiale del monumento funebre, 5 Deceduto all’ospedale provinciale il 15 di sepoltura soprattutto di figure eseguito dall’Impresa Moscheni settembre 1921 in seguito alle ferite riportate come i già citati Sauro e Grion, su progetto di Gigi Vidris (già in un imboscata di un gruppo comunista. insieme ad altri come il “martire Vidrich), ebbe luogo il 28 ottobre, 6 Per maggiori informazioni vedi R. Marsetič, fascista” Alfredo Sassek5, o le vittime nell’anniversario della Marcia su “L’incidente del sommergibile F.14”, in dell’incidente sommergibilistico Roma. Il sepolcro era costituito da due Quaderni, vol. XV, CRS, Rovigno-Trieste, che coinvolse l’unita F.146. Gli fu grandi blocchi di pietra a rettangolo 2003. attribuito un alto significato ideologico che si sovrapponevano. Sul blocco 7 “La traslazione della salma del Martire strettamente connesso al concetto della minore che sovrastava quello alla Sassek”, in Il Corriere Istriano, 15 ottobre celebrazione della patria rappresentato base c’erano due grandi fasci littori 1931. dai caduti della Prima guerra mondiale in bronzo ed in mezzo un urna per 8 “Lo scoprimento del monumento funerario e dai militanti per la causa fascista. l’incenso. A caratteri di bronzo era al martire Sassek”, in Il Corriere Istriano, 29 L’idea fu chiaramente di educare la scritto sul lato anteriore: ALFREDO ottobre 1931. 7
La Ricerca n. 60...dicembre 2011 Intervento di William Klinger Sulla caccia a Fiume nell’Ottocento Circolare Fiume fu “invitata” da parte del Governo dell’Imperial del Litorale di Trieste ad appaltare la caccia sul suo territorio. Regio Governo Il distretto venatorio fiumano del Litorale in comprendeva anche il comune di Trieste riguardante Tersatto (con le località di Vežica, l’esercizio del Sušak, Kostrena S. Lucia, S. Barbara e diritto della Draga) e quale appaltatore figurava il patrizio fiumano Francesco Peretti. Il Caccia, provento dell’arrenda dei due distretti Trieste, 29 agosto commerciali di Fiume e di Buccari 1818. s’incassava dall’i.r. Uffizio provvisorio di Cirquenizza, dove avevano sede gli uffici dell’Amministrazione camerale del Vinodol che gestiva per conto come beccacce, allodole, della Camera Aulica Imperiale le terre merli e tordi. Una prima confiscate agli Zrinski che le inoltrava regolamentazione fu data alla Cassa Circolare di Fiume5. dalla patente sulla caccia Reincorporata nel 1822 Fiume e del 20 febbraio 1786, la distretto al Regno d’Ungheria veniva quale proibiva di cacciare ripristinato lo stato che vigeva fino sopra i seminati e terreni all’anno 1809. Il R. Governo del coltivati di qualunque Litorale ungarico aveva “con decreto specie e così anche nei d.d. 20 marzo 1823 № 746 provocato vigneti prima della fine l’allora esistito Consiglio capitanale della vendemmia. Fiume di informarlo cointelligentemente col e il suo distretto. Valevole capitanato di Buccari se, o meno, si nei paesi austriaci fu volesse conservare il diritto dell’arrenda estesa a Fiume appena il della caccia”. I due capitanati di 19 maggio 1815 dopo la Fiume e di Buccari consegnarono al cacciata dei napoleonici2. governo ungarico la loro risposta il La città, infatti, a partire 30 ottobre 1823: “riflettendo tanto Nell’antico regime per i nobili la del 1779 e fino all’occupazione alla topografica situazione, quanto caccia “rumorosa’’ con cani, corni e francese del 1809 fu amministrata all’angustia e sterilità dei loro distretti armi da fuoco era un vero e proprio dalla Luogotenenza ungherese e quindi per cui la caccia è affatto di nessuna rito. Al popolo era consentita solo non vi si applicava più la legislazione rilevanza, nonché all’insignificante la caccia “silenziosa’’ di selvaggina austriaca3. Fino all’anno 1809 l’esercizio annuo reddito che di conseguenza ne di piccola taglia, condotta con reti e della caccia nel distretto di Fiume era derivava determinarono di rinunciare trappole che costituiva uno dei mezzi libero. Dopo l’occupazione francese, alla riattivazione del diritto esclusivo d’approvvigionamento del cibo1. il sovrano decreto del 5 agosto 1818, sulla caccia” riportando la situazione Fiume e il suo distretto erano privi riguardante l’esercizio del diritto della precedente al 18096. di foreste e pertanto mancavano di caccia, sospendeva “a vantaggio e Dopo le rivoluzioni del 1848 e la selvaggina maggiore; la popolazione benefizio delle Finanze” i privilegi sconfitta ungherese del 1849 con la poteva cacciare indisturbata lepri e di caccia libera godute fino a quel Patente sovrana del 7 marzo 1849 ebbe volpi nonché dedicarsi all’uccellagione momento da “classi privilegiate di inizio la regolamentazione venatoria o alla cattura di uccelli di passo minori abitanti” a titolo gratuito4. La città di moderna su tutte le terre dell’impero7. 8
Intervento La Ricerca n. 60...DICEMBRE 2011 di William Klinger Il permesso di caccia deliberatario ne fu per permetteva al suo possessore fiorini 85 annui il presente di cacciare dal 1° settembre onorevole rappresentante al 30 ottobre per tutto il municipale Marziale Malle circondario comunale. in società con Federico Dovere del cacciatore era Thierry e Luigi Peretti13. E quello di “uccidere in tutte le nelle condizioni d’appalto stagioni il salvatico nocivo, era ingiunto che, a scanso cioè volpi ed uccelli di di rifusione del danno dovrà rapina; non però altra qualità rispettarsi la proprietà di selvaggiume fuori dalle privata e che quindi non si prescritte stagioni” nonché potrà cacciare nelle vigne “denunziare li cacciatori nei campi coltivati e nei furtivi”8. Il 15 dicembre terreni recintati. 1852 seguì l’Ordinanza del Con l’introduzione della Ministero degli Interni, nota legislazione ungherese come Jagdpolizei-Normales, a Fiume dopo il 1872 regolamento attuativo l’autorità municipale valido per tutti i Kronländer cominciò a richiamarsi dell’impero d’Austria di cui alla legge XX: 1883 con la ora l’Ungheria faceva parte quale si regolava la caccia e dove fino a quella data nel regno d’Ungheria. l’esercizio della caccia non Essa prevedeva il divieto era sottoposto a nessun tipo di caccia dal 1 febbraio di regolamentazione da parte al 15 agosto e concedeva dell’autorità politica9. autonoma facoltà di In Austria (Trentino) in ottemperanza Facsimile di una licenza da giudizio e regolamentazione alle città all’ordinanza del Ministero austriaco caccia del 1856. L’appaltatore maggiori (che avevano il capitano o dell’Interno del 1852 i Comuni borgomastro) tra cui anche Fiume14. A cominciarono ad appaltare la caccia era Marziale Malle. differenza dell’ordinamento austriaco per periodi più o meno lunghi di 3, la legge prevedeva al § 2 solo in alcuni 5 o anche 10 anni. Per il Comune giuridico romano vigente in Italia casi la caccia riservata e pertanto solitamente l’appalto era regolato in qualificava la cacciagione come una nel 1885 Matteo Girovich produsse forma di contratto, da approvarsi da res nullius e il diritto di caccia era un un istanza chiedendo l’introduzione parte del Capitanato Distrettuale e diritto personale di libertà e non un del diritto di caccia verso appalto. sottoscritto da un solo cacciatore che si diritto patrimoniale10. All’avviso d’appalto si presentarono obbligava a pagare al Comune, già al Fiume all’epoca era annessa alla quali unici concorrenti il Girovich, momento della stipula, i primi due anni Croazia nell’omonimo comitato di Giuseppe Maxer e Giovanni Ossoinack di affitto. L’appaltatore poteva dividere Fiume comprendente anche Buccari e che avevano dato vita al Circolo le spese con quanti soci volesse e anche Delnice. Nell’ottobre 1853 il comune fiumano dei cacciatori15. L’appalto concedere licenze a pagamento per di Fiume resistiva ancora al “venerato valevole fino all’anno 1891 fu i forestieri interessati. Con la nuova dispaccio” dell’i.r. uffizio del Comitato rinnovato incondizionatamente anche regolamentazione il diritto di caccia croato che intimava l’esecuzione nel 1891 per altri cinque anni. esclusivo era riconosciuto su proprietà dell’Ordinanza del 185211. Nell’anno A Fiume il regime di riserva veniva maggiori di 115 ettari. Per tutte le 1855, le autorità di Comitato tornavano sempre osteggiato: nel 1897 la terre rimanenti il diritto di caccia all’attacco informando il Municipio Commissione agraria municipale nelle veniva dato in gestione al comune che da ora in poi al Comune soltanto sue “Proposte d’uffizio sull’appalto che, però, aveva l’obbligo di affittarlo e non ai singoli poteva spettare della caccia nel territorio di Fiume” per conto dei proprietari terrieri con l’esercizio del diritto di caccia, e se era del parere che “non v’era il caso di i quali doveva ripartire il provento. si rifiutava di esercitarlo l’avrebbe poter accordare il benefizio di caccia L’ordinamento austriaco, fondato dovuto cedere all’Erario camerale. riservata né a singoli proprietari, né sul diritto germanico, introduceva il Il consiglio municipale determinò a più proprietari insieme uniti, con regime di riserva venatoria gestita d’indire nuovamente una pubblica sola eccezione forse di qualche raro da un comune o da un possidente. asta, adducendo il §91 punto 7, del proprietario di vigne ma nessuno aveva La cacciagione veniva considerata regolamento comunale datato 19 agosto fatto domanda”16. A Fiume la pressione frutto del fondo (riserva) e il diritto di 1851 il quale prevedeva la vendibilità demografica rendeva sempre più caccia era quindi una manifestazione del diritto comunale alla caccia e la sua difficile la convivenza tra coltivatori del diritto di proprietà. L’ordinamento possibile cessione a terzi12. Il primo e cacciatori, molti dei quali erano 9
La Ricerca n. 60...dicembre 2011 Intervento di William Klinger improvvisati e causavano danni alle caccia dal 1° ottobre 1903 al 30 8 DAR JU-2; busta 1886, doc 17, facsimile colture. settembre 1909. D’accordo col di permesso di caccia del comune di Castelmuschio (Veglia) del 1850. La caccia stava diventando un’attività Club dei cacciatori, assunse anche 9 Cfr. il § 272 a p. 45 del Közigazzatási di elite col che iniziò anche a prendere un guardiacaccia “al fine di poter törvénytudomány kezikönyve az ausztriai corpo una nuova coscienza venatoria. coltivare la selvaggina e proteggere birodalmi törvényhozás jelen állása szerint Natalino Gennaro Ossoinack acquistò gli uccelli canori” distruggendo “tutti különös tekintettel Magyarországra di Emil nel 1848 per 85.000 fiorini dalla gli animali dannosi come volpi, faine, Récsi, Budapest, Heckenast, G., 1855. famiglia Kertiza il possedimento di martore, sparvieri ecc.” Inoltre egli si 10 In Italia nelle Province Annesse dopo la Prima guerra mondiale il regime austriaco Lopazza (Lopača), appartenuto ai impegnava a premiare annualmente venne abrogato solo col T.U. sulla caccia del gesuiti. Il possedimento era ricco di ogni sottocomune con 20 corone nel 25 gennaio 1931, che peraltro conservò le boschi e Ossoinack vi costruì una caso non si fossero verificati casi riserve comunali, e ad esso venne sostituito sontuosa villa piantandovi vigne di “caccia da frodo, distruzione di un regime, per così dire, intermedio tra e castagni. Nel 1902 Giovanni nidi e accalappiamento di uccelletti quello riservistico austriaco e quello Ossoinack, figlio di Gennaro e in qualsiasi modo”. Tale premio per libero italiano con l’esigenza di tutelare il patrimonio faunistico di tutta la zona delle presidente della Commissione “la sottocomune di Drenova qualora Alpi. Onde la facoltà riconosciuta ai Comuni Agraria, denunciava la mancanza di anche nella mia campagna non venisse della zona alpina di costituire in riserva di sorveglianza da parte degli appaltatori constatato alcun caso di furto o danno caccia tutto il territorio della circoscrizione, di caccia. Nel circondario di Fiume da parte di quegli abitanti” saliva a 50 escluse le zone riservate ai privati; facoltà “giravano abusivamente una massa di corone. Le somme andavano devolute consentita ulteriormente dal successivo T.U. 5 giugno 1939, n. 1016, il cui art. 67 pose la persone, munite per lo più di schioppo, “ai poveri più bisognosi e meritevoli condizione che le riserve comunali dovessero le quali non curandosi affatto delle del rispettivo sottocomune”. Luigi essere cedute in gestione alle rispettive severissime disposizioni contenute Ossoinack, principale finanziatore del sezioni della Federazione italiana della caccia in proposito dalla legge, danneggino Partito autonomo fiumano, passava a vantaggio di tutti gli iscritti. piante e terreni, ammazzano ogni molto tempo nella sua riserva di 11 DAR JU-2; busta 1886, doc. 20, Rapporto sorta d’uccelli distruggendo i nidi ai Lopazza. Soffrente di “disturbi magistratuale dei giudici Emilij e Dall’Asta, Fiume, 13 ottobre 1853. quali possono arrivare”17. Gli fecero nervosi” il 29 ottobre 1904 si suicidò 12 DAR JU-2; busta 1886, doc. 24, Rapporto eco i figli Nicolò e Luigi: lamentando nella sua villa sparandosi con una magistratuale del referente Emilij, Fiume, 5 come presentemente il territorio di carabina da caccia. I diritti di caccia settembre 1855. Fiume fosse “quasi del tutto privo di passarono al figlio Andrea, ultimo 13 Si trattava di esponenti del cosiddetto selvaggina”, come dimostrato dal fatto deputato di Fiume al parlamento di “Partito dei signori” o dei “Pipistrelli” come che “all’ultimo esperimento d’asta le Budapest. venivano chiamati i partigiani del patriota Luigi Peretti, candidato al Parlamento nel ‘67, offerte erano di molto al disotto del perché tenevano le loro adunanze nottetempo, prezzo di guida”. Secondo gli scriventi NOTE mentre “scamiciati” si denominavano la causa della scarsità di selvaggina 1 Franz Joseph SCHOPF, Die österreichische quelli del suo competitore Matcovich che andava attribuita al fatto che l’ultimo Jagdrecht und die Jagdpolizey, Vienna, J.P. si diceva “democratico” essendo affine al appaltatore fece a meno di tenere un Sollinger, 1834. partito di Kossuth. Marziale Malle, uno dei 2 Archivio di Stato di Fiume (DAR), Comune “pipistrelli”, per lunghi anni batteva nella sua guardiacaccia a risparmio di spesa, e di Fiume (JU-2), busta 1886, “Nota dell’I.R villa (a Pecine) un bandierone fregiato da un di conseguenza i cacciatori di frodo, Amministrazione demaniale del Litorale”, pipistrello. A Fiume La calle dei Pipistrelli fu perché non disturbati facevano il loro Trieste 2 luglio 1819. così battezzata da tre pipistrelli in rilievo che affare. Di più l’assenza di una guardia 3 Bonaventura COMAS, Vademecum sono sulla facciata della casa contigua (N°9) ebbe di conseguenza che la ragazzaglia che contiene le nozioni più necessarie ai prospiciente sulla Piazza Kobler. del contando continuava a distruggere cacciatori e ai guardiacaccia e la raccolta 14 A vadászatról szóló 1883. évi XX. i nidi di uccelli canori pigliando pure delle leggi della caccia e della protezione Törvényczikk; capo III. degli uccelli vigenti nella città di Trieste e 15 In Croazia fu anche varata una legge simile questi. Non è necessario che io accenni suo territorio, nel Margraviato d’Istria, nelle nel 1883 da parte del “Društvo za obranu lova di quanta utilità pell’agricoltore siano contee principesche di Gorizia-Gradisca e u kraljevini Hrvatskoj i Slavoniji”. gli uccelli; ma purtroppo i ragazzi dei del Tirolo, e nel Regno di Dalmazia, Trieste, 16 DAR JU-2; busta 1886, “Proposte villici in tale proposito si divertono a L. Herrmanstorfer, 1903. d’uffizio sull’appalto della caccia nel distruggere i nidi e a pigliare in mille 4 DAR JU-2; busta 1886, doc. 3, “Circolare territorio di Fiume della Commissione dell’Imperial Regio Governo del Litorale in agraria municipale”, 1897. La norma era modi questi animaletti tanto utili per Trieste riguardante l’esercizio del diritto della da applicarsi soprattutto alla caccia alla coloro che coltivano la vite e gli alberi Caccia”, № 17444, Trieste, 29 agosto 1818. selvaggina maggiore (cervi e daini) compiuta fruttiferi, nel quale senso dovrebbero 5 DAR JU-2; busta 1886, doc. 14, “Nota da squadre con cani, cavalli e battitori che a venire istruiti nelle scuole delle dell’I.R Amministrazione demaniale del Fiume non veniva esercitata. sottocomuni18. Litorale”, Trieste 2 luglio 1819. 17 DAR JU-2; busta 1886, Il Presidente della In seguito all’avviso d’asta del 7 6 DAR JU-2; busta 1886, “Proposte d’uffizio Commissione Agraria Giovanni Ossoinack sull’appalto della caccia nel territorio al magistrato civico di Fiume, Fiume, 28 settembre 1903 № 16157, Luigi di Fiume della Commissione agraria maggio 1902. Ossoinack con l’offerta di versare municipale”, 1897. 18 DAR JU-2; busta 1886, Luigi e Nicolò un canone annuo di 400 corone 7 Pal CSŐRE, A magyar vadászat története. Ossoinack alla Delegazione Municipale di si vide assegnato l’appalto della Mezőgazda Kiadó, Budapest, 1996. Fiume, Fiume, 24 settembre 1903. 10
Saggio La Ricerca n. 60...DICEMBRE 2011 di Orietta Moscarda Oblak Chiesa e potere comunista in Istria: la cresima a Lanischie nel 1947 Sin dal primo dopoguerra, il La Voce del Popolo partito comunista condusse in 29 agosto 1947 Istria e in tutta la Croazia, ovvero in Jugoslavia, una linea politica In tale contesto, le vicende rigida e spregiudicata, che puntò legate alla cresima di Lanischie all’eliminazione dei nemici veri o nell’agosto del 1947 hanno un potenziali, contrari alla Jugoslavia ruolo importante sia nella storia comunista e nell’area giuliana postbellica della Diocesi di Trieste contrari all’annessione dei territori e Capodistria, sia nello sviluppo contesi. Nel contesto del controllo dei rapporti tra la Chiesa cattolica e totale sulla società da parte del la Jugoslavia comunista.2 nuovo regime rientrò anche la I materiali d’archivio rinvenuti politica di annichilimento di quello gettano nuova luce su tali che in molte aree del paese veniva vicende, ma soprattutto chiamano considerato uno dei principali direttamente in causa il massimo possibili nuclei di contropotere, e organismo del partito a livello cioè l’istituzione ecclesiastica. Nel massimi rappresentanti nei vescovi regionale, che rappresentava il centro rapporto autorità popolari-Chiesa in della diocesi di Parenzo-Pola, Raffaele del potere regionale. Istria, il periodo che va dal giugno Radossi, e della diocesi di Trieste- Con la firma del Trattato di pace del 1945 all’agosto del 1947 rappresentò Capodistria, Antonio Santin, che febbraio 1947, che assegnava gran parte un periodo di transizione, rispetto al dissentivano dalla politica del regime dell’Istria alla Jugoslavia, le pressioni periodo successivo al 1948, quando la comunista e sostenevano una soluzione contro il vescovo Santin e quella parte pressione sulla Chiesa divenne molto dei confini a favore dell’Italia, del clero che avevano appoggiato una forte. Infatti, nel 1945, in cambio furono oggetto di una politica di soluzione confinaria contraria alla dell’appoggio e del sostegno di quella demonizzazione e persecuzione da parte Jugoslavia comunista, divennero forti parte del clero istriano croato, da del nuovo potere, identificandoli nei e pressanti. In Istria, però, le questioni sempre sensibile alle istanze nazionali, servi del fascismo e dell’imperialismo.1 ideologiche furono inevitabilmente negli sforzi che le autorità jugoslave Ne conseguì che nell’area istriana, la connesse a quelle nazionali. In realtà, profondevano per giungere ad una persecuzione contro la Chiesa assunse i materiali rinvenuti confermano che soluzione del confine a loro favorevole, anche precise valenze snazionalizzatrici proprio quest’ultime furono all’origine il clero istriano croato riuscì ad a danno degli italiani, in quanto una dei disordini durante la cresima di ottenere alcune agevolazioni; ma per parte dei suoi sacerdoti e vescovi, agosto. Ironia volle che la violenza si le autorità popolari, il fine della loro furono perseguitati in quanto sostenitori rivoltasse contro i sacerdoti slavi, che arrendevolezza era, in primo luogo, di una soluzione italiana per l’Istria. in Istria e nel Litorale non si erano quello di conquistare il favore di quella Tuttavia, in questo processo anche la compromessi con il fascismo ed il parte della popolazione contadina popolazione croata e slovena delle aree nazismo, ma avevano sempre lottato istriana di origine croata e slovena, rurali istriane visse con l’istituzione contro l’oppressione nazionale. tradizionalmente legata alla Chiesa, ecclesiastica vicende tormentate. Già a luglio 1947, il segretario del e soprattutto dell’opinione pubblica Le ricerche d’archivio svolte a Pisino e Comitato distrettuale del partito di internazionale in vista della conclusione Zagabria rivelano una realtà complessa, Pinguente (Kotarski komitet KPH del Trattato di pace e della definizione che evidenzia una netta frattura Buzet) aveva impartito la direttiva del confine di stato. Se da un parte, all’interno della popolazione delle aree di colpire duramente i parroci il sostegno del clero istriano croato, rurali settentrionali, come il Pisinese o approfittando di quelle situazioni con capo mons. Božo Milanović, fu il Pinguentino, a maggioranza croata laddove questi “fossero stati più che prezioso, dall’altra, il clero e slovena, dove la popolazione era coinvolti in attività nemiche e non di nazionalità italiana, che vedeva i tradizionalmente legata alla Chiesa. democratiche”. Se fino a quel momento 11
La Ricerca n. 60...dicembre 2011 Saggio di Orietta Moscarda Oblak i membri del partito Glas Istre avevano lasciato agire 3 ottobre 1947 liberamente i parroci fra la gente, ora, con la conclusione della vertenza fatto che nelle località della legata al trattato di pace, Cicceria, ovvero a Podgaće, bisognava colpirli se non Brest, Slum, Kropinjak, fino avessero “rispettato la a Račja Vas, che facevano legge del nuovo potere capo a Lanischie, e quindi popolare e la democrazia”. popolate da croati, sloveni L’arresto non era previsto e “cicci”, ci sarebbe stata per “ogni piccolezza”, un’alta percentuale di persone ma si doveva comunque che avrebbero partecipato “smascherarli e punirli”3. alla cresima. Nei dintorni Era perciò compito di di Pinguente, e nel resto ogni cellula del partito del territorio distrettuale, quello di capire quali addirittura, valutavano che fossero i metodi con i “in massa” si sarebbero quali i parroci si servivano recati alla cresima. Secondo, per lavorare contro il bisognava “impedire la potere popolare. cresima” (spriječiti krizmu), Con l’avvicinarsi della da attuarsi con la direttiva cresima, prevista per il unica per tutti i membri del mese di agosto, il partito registrava segretario osservasse come i parroci partito del distretto: “dimostrare che un fermento tra la popolazione del stessero svolgendo un’intensa attività il vescovo era un Fascista e Italiano”. distretto, visto che da tempo tale nell’intento “di coinvolgere le masse” Nel caso, invece, alla cresima si fosse sacramento non era stato impartito e, in per la cresima. Il fatto che un membro presentato un parroco, bisognava particolare, viste le incompatibilità che del distrettuale del partito si fosse puntare sul fatto che questi non aveva esistevano tra comunisti e Chiesa. A messo dalla parte della Chiesa, negando le competenze per impartire la cresima. rendere più contraddittoria la situazione i prodotti che “per legge appartengono A Vetta (Vrh) la questione doveva nelle parrocchie slovene e croate del a tutto il popolo”, fu considerato un essere impostata diversamente, con distretto, era il fatto che molti contadini “crimine” commesso nei confronti maggiore leggerezza, ma anche qui della zona, che avrebbero partecipato del partito, della legge e del popolo.5 bisognava far capire alla gente che il alla cresima, magari facendo da Pertanto, anche in considerazione vescovo che si apprestava a impartire la padrini, erano membri del partito di questo problema, all’interno del cresima ai loro figli fosse un Fascista, e comunista. L’autorità ecclesiastica si partito fu avviata un’opera di “pulizia per giunta Italiano. 7 Tali direttive non apprestò perciò a diffondere la notizia interna”, che avrebbe valutato anche erano frutto delle autorità distrettuali, che “gli ex combattenti dell’Armata l’atteggiamento tenuto dai membri nei bensì erano state prese e comunicate Jugoslava” e “quelle e quei giovani confronti della cresima, e quindi della da tre massimi membri del Comitato che erano andati alla ferrovia” Chiesa in generale. In questo senso, i regionale del partito8, come conferma (n.d.a. che avevano partecipato al membri del partito dovevano dimostrare il verbale della riunione del massimo lavoro volontario per la costruzione di essere “completamente passivi”, organismo regionale del partito, che si della ferrovia Šamac-Sarajevo) non mentre bisognava creare un’atmosfera svolse due giorni dopo i fatti di sangue avrebbero potuto rivestire il ruolo di generale da “caccia alla persona” che di Lanischie. Si incaricò, dunque, padrini o madrine. Inoltre, all’inizio si attendeva per la celebrazione della “4 membri del comitato distrettuale di agosto, un membro del distrettuale cresima (il riferimento è chiaramente al del partito e circa 100 membri del del partito, un contadino, responsabile vescovo Santin!).6 partito” di impedire alla popolazione del partito per la zona di Vetta (Vrh), Per questo motivo, alcuni giorni più di partecipare alla funzione religiosa, fu punito con 12 giorni di carcere4, e tardi, il 13 agosto 1947, in un’altra manifestando e diffondendo notizie su proposta del segretario distrettuale, riunione del Comitato distrettuale del sull’attività “clero-fascista” del vescovo anche con l’espulsione dal partito per partito, fu presentato un “piano per la e di contestazione contro la decisione aver dato l’ordine di distribuire le cresima”, al quale dovevano attenersi della Chiesa di non permettere ai provviste della cooperativa soltanto a tutte le unità organizzative di partito: membri dell’esercito jugoslavo di fare quelle persone che avrebbero cresimato come primo punto, a tutti i membri del da padrini9. i figli. La complessa situazione politica partito fu proibito recarsi in Chiesa per La Santa Sede, però, incaricò il che ne derivò per tutto il territorio del la cresima, né in qualità di padrini, né a sacerdote sloveno di Trieste, Jakob Pinguentino, comportò che, in sede battezzare i propri figli. Ukmar, di amministrare il sacramento di riunione del partito distrettuale, il L’allarmismo delle autorità era dato dal della cresima nelle parrocchie slovene 12
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