BMW Z4: nuova e sempre affascinante

Pagina creata da Stefano Greco
 
CONTINUA A LEGGERE
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
BMW  Z4:   nuova                        e       sempre
affascinante
Le spider hanno sempre il loro fascino, anche in un mondo
caotico come l’attuale. Ha ancora pochi rivali un viaggetto di
un weekend in una località turistica fuori dalle grandi città,
più vicina agli scenari naturali, i quali si apprezzano meglio
all’aria aperta. La BMW Z4 è certamente in grado di regalare
tali emozioni, ancora più intense quando sotto il cofano si
anima il possente sei cilindri di questa First Edition della
nuova generazione, appena mostrata durante il concorso di
eleganza di Pebble Beach, tra il sole della California,
cornice ideale.

LA NUOVA BMW Z4 SI MOSTRA AL MONDO

La rassegna americana è però poco più che un assaggio. Qui
possiamo solo osservare l’insieme del design e prendere nota
delle caratteristiche generali. Per avere le informazioni
complete sull’intera gamma di questa terza generazione della
BMW Z4 si dovrà attendere il 19 settembre. Per vederla da
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
vicino in terra europea invece il primo appuntamento sarà ad
ottobre, durante il salone di Parigi. Il modello verrà invece
lanciato sui mercati mondiali nella primavera del 2019.

La versione mostrata in questi giorni in California è una
serie speciale di lancio, cioè la BMW Z4 M40i First Edition.
Altamente sportiva come ogni BMW che si rispetti, il suo cuore
è il motore a sei cilindri in linea turbo 3.0 che spinge molti
fra i migliori modelli bavaresi. In questa versione la potenza
è configurata a ben 340 cavalli. Possono bastare, perché sono
in grado di far accelerare la vettura da 0 a 100 Km/h in soli
4,6 secondi.
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
Poiché la vera sportività di un’auto non si esaurisce con
l’imbottirla di cavalli, sono altrettanto importanti il
bilanciamento dei pesi al 50% fra i due assi, le carreggiate
larghe e il passo contenuto. Aggiungiamo anche gli
ammortizzatori      a   controllo    elettronico.    Gestito
elettronicamente anche il differenziale (la trasmissione è a
trazione posteriore). Tutti elementi fondamentali per avere
una buona maneggevolezza in curva, dove cioè si trova il vero
piacere di guida. Almeno per chi ama guidare.
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
L’aspetto stilistico che maggiormente cattura l’attenzione
nella nuova BMW Z4 è l’abbandono del tetto rigido. Troviamo
infatti una più tradizionale capote in tela. Nel complesso lo
stile è molto grintoso. Dentro poi c’è tutto il lusso che si
vuole. La First Edition ha rivestimenti in pelle Vernasca con
cuciture a contrasto.

Mazda MX-5 2019: sempre più
sportiva
Mancano pochi mesi al lancio della Mazda MX-5 2019,
aggiornamento della spider più venduta al mondo. La
commercializzazione sul mercato italiano comincerà ad ottobre
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
2018. Quest’auto ha sempre catturato i suoi fedelissimi
appassionati soprattutto grazie alle doti di guidabilità che
ne fanno una sportiva autentica. L’ultima versione regala più
potenza.

MAZDA MX-5 2019, INIEZIONE DI POTENZA

I motori a benzina a quattro cilindri Skyactiv 1.5 e 2.0 della
Mazda MX-5 2019 sono stati rivisti nella combustione per
adeguarli alle nuove norme sulle emissioni Euro 6d-temp. Ne
guadagnano però anche le prestazioni, secondo uno stile caro
ai guidatori: giri più alti e migliore sonorità. La potenza
dell’unità 2.0 è passata da 160 a 184 cavalli a 7.000 giri;
leggero aumento per la coppia massima, ora di 205 Newton metri
contro 200, sempre a 4.000 giri. E’ migliorata anche la
precisione tra azione sull’acceleratore e risposta della
vettura, riducendo al minimo il ritardo.

Ma anche la sicurezza della Mazda MX-5 2019 ha fatto dei passi
avanti, sfruttando le ultime evoluzioni tecnologiche. Il
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
pacchetto i-Activsense dispone del supporto intelligente
avanzato alla frenata in città, comprendendo il rilevamento
pedoni; si trova anche il supporto alla frenata in
retromarcia, il quale rileva veicoli e altri ostacoli dietro
la vettura. Completano il panorama i sistemi di avviso
stanchezza conducente, riconoscomento segnali stradali e
telecamera posteriore.

Per quanto riguarda il design di questa nuova Mazda, ora i
cerchi in lega da 16 e 17 pollici hanno una vernice più scura;
per i modelli a tetto morbido è disponibile una nuova capote
in tela marrone.

Mazda MX-5 Grand                           Tour:         la
viaggiatrice
Una spider col portapacchi? Torniamo con la memoria agli anni
’50 e ’60, una staffa sullo striminzito bagagliaio (il motore
in queste auto era sempre davanti) e le cinghie di cuoio per
legare la valigia, poi pronti all’avventura in spazi aperti e
ancora non congestionati. Erano auto speciali. Come
specialissima è la Mazda MX-5 Grand Tour. Definirla edizione
limitata è eufemistico, perché si tratta della prima di tre
serie a tiratura rarefatta: ne verranno prodotti infatti solo
sei esemplari ciascuna, ordinabili esclusivamente on line. Le
hanno chiamate Top Limited Edition. “Trop” Limited, verrebbe
da dire; perché auto così non sono mai abbastanza.

MAZDA MX-5 GRAND TOUR, IL VIAGGIO PER IL VIAGGIO
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
Percorrere lunghe distanze senza porsi alcun limite, questa è
la funzione di un’auto come la Mazda MX-5 Grand Tour.
L’ispirazione parte da lontano nel tempo, però questa vettura
parla il linguaggio di oggi in totale scioltezza. Perché il
portapacchi non è in banale acciaio o alluminio, bensì una
sciccheria in fibra di carbonio. Quindi oltre ad apparire
tecnologico è anche estremamente robusto e leggero. Perché
dobbiamo sempre ricordarci che una Mazda MX-5 è soprattutto
un’auto da guidare, quindi il peso deve rimanere contenuto.
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
E la valigia? E’ prodotta appositamente per la Mazda dallo
specialista di settore Moncabas. Gli interni sono arricchiti
da eleganti rivestimenti in pelle nappa marrone, un perfetto
abbinamento cromatico con la livrea della carrozzeria in un
colore chiamato Machine Gray (grigio, insomma). Il tetto in
tessuto è nero e include il frangivento in plexiglass. La
meccanica è basata sull’affidabile motore 2.0 a benzina da 160
cavalli abbinato ad un cambio manuale a sei rapporti. Auto da
guidare, ricordiamolo.
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
Tuttavia non manca di accortezze moderne per aumentare
l’efficienza energetica, come il sistema di recupero
dell’energia in frenata i-Eloop, il che rende la MX-5
praticamente un’auto ibrida. Questa tecnologia sviluppata
dalla Mazda da qualche anno sfrutta un supercondensatore per
immagazzinare l’energia recuperata. Il vantaggio rispetto
all’uso di una convenzionale batteria è, oltre al peso
risparmiato, anche la possibilità di disporre in modo
immediato tutta l’energia elettrica disponibile, aggiungendo
uno spunto brillante che aiuta la prestazione e contribuisce
per un 10% alla diminuzione di consumi ed emissioni.

La seconda serie Top Limited Edition della Mazda MX-5 sarà
dedicata agli amanti della meccanica. La terza invece sarà
rivolta agli amanti dell’aspetto fashion.
BMW Z4: nuova e sempre affascinante
Donne e spider, al volante
dell’Alfa Romeo 4C, tra arte
e arte
Ammettiamolo: noi donne siamo attratte dalla spider, guida a
cielo aperto! Che sia lui o una lei a guidarla, la due posti
fa colpo!

Cosi anche noi di Auto e Donna ci siamo messe al volante
della supersportiva, Alfa Romeo 4C Spider, per un viaggio
nelle città d’arte della Lombardia con il piacere di guidare
un’opera d’arte. Forse è un’auto che sembra più adatta agli
uomini, ma chi scrive è una sportiva dotata di licenza CSAI
per correre in pista…quindi la guido meglio di molti
maschietti.

Dunque, abbigliamento leggero, jeans non troppo attillati,
maglione e giacca a vento per alloggiarsi bene nei sedili
anatomici posti molto in basso…quasi rasoterra. La borsa la
metto nel vano bagagli anteriore (e non ci starebbe molta
altra roba).

Partiamo da Arese, perché qui c’è un museo importantissimo
dell’arte lombarda, quello delle mitiche Alfa Romeo che con il
loro design e i rombi dei loro motori erano e sono delle vere
opere d’ingegno. Prima di tutto un tocco di mascara e lucida
labbra, e anche una crema solare per proteggere la pelle dal
sole e dal vento.

Tasto “start” ed ecco il rombo del 1750 turbo farsi sentire da
ogni parte, così come l’innesto della prima con un evidente
“clack” che conferma l’impressione di esser saliti su un’auto
da corsa (il cambio è meccanico elettroattuato, ma si guida
come un automatico); inizio a sognare pensando magari a un
cavaliere seduto al mio fianco per donare io emozioni forti e
impaurire io un maschio contrariamente a quello che avviene di
solito! Sotto il pedale (scarpa rigorosamente senza tacco) e
fuori dagli itinerari trafficati affinchè la magia abbia
inizio.

Ci dirigiamo verso Il castello Visconteo di Trezzo sull’Adda,
che fu costruito da Bernabò Visconti su uno sperone di roccia
a guardia del ponte che univa le due sponde, quindi un
castello-fortezza poi distrutto dai nemici. Oggi una parte di
questo castello si trova a Milano… infatti se ne ricavò del
materiale per costruire l’Arena. La fantasia ripercorre un
pezzo di storia ma ecco che sono riportata alla realtà dallo
squillo dello smartphone sempre iperattivo.

Prossima tappa: da Imbersago a Bergamo
Puntiamo su Imbersago, e qui si può guidare sufficientemente
in libertà continuando poi per chilometri e chilometri di
curve sfruttando il comportamento ribelle della 4C che nelle
curve passa repentinamente dal sotto al sovrasterzo. Amiche,
non avete capito? Beh, il sottosterzo è quando la vettura pare
andar dritta invece di sterzare, il sovrasterzo quando la coda
pare andare per i fatti suoi e la vettura rischia di girarsi
(testa-coda!). Il segreto? Non esagerare mai con
l’acceleratore in curva se non si è più che esperte.

Imbersago, piccolo paese sulla sponda del fiume Adda, è famoso
perchè conserva un’opera ingegneristica del genio vinciano, il
traghetto leonardesco che lo collega a Villa D’Adda.

È dal 1513 che il traghetto collega le due sponde, quello
attuale è una fedele riproduzione di quello inventato da
Leonardo che voleva utilizzare solo l’energia della corrente
che, complice una fune che “dirige” lo scafo, crea un moto
laterale indiretto che sposta il traghetto. Oggi si direbbe
sostenibile, green, ecologico…infatti basta un solo uomo a
governarlo tirando la fune e girando il timone. Gli italiani
sono davvero geniali, sia quando fanno i traghetti che le
auto, e di sicuro le 4C sarebbero piaciute anche a Leonardo…

Di fronte a noi, paesaggi mozzafiato e poi il bello di guidare
la 4C spider, un’esperienza inebriante: il cambio,
velocissimo, sferraglia ogni volta che tocchiamo i paddle al
volante, con il motore che urla più forte.

La guida a due posti è qualcosa di unico e speciale, forse non
a tutte noi piace questa guida sportiva e ruspante ma una
volta sentita l’adrenalina è difficile desistere… La strada
sembra scorrere molto più velocemente stando seduti così in
basso ma la 4C è progettata proprio per questo, per dare
emozioni.

Un’altra emozione, la cerchiamo seguendo l’Adda, ma più che
nella cultura la troviamo nell’Antica Osteria di Odiago, un
locale davvero antico dove possiamo ritrovare gli autentici
piatti della tradizione di questo territorio. Per oggi la
dieta è sospesa, ci penseremo domani tra una corsa e una sosta
di acquagym…

Deliziato il palato, è ora di parlare d’arte: arriviamo ad
Almenno dove troviamo due chiese stile romanico lombardo con
esempi di pittura bergamasca medievale. La prima è la Basilica
di San Giorgio in Lemine, costruita alla metà del 1100 e che
conserva affreschi magnifici dell’arte bergamasca.

E poi San Tomè, una delle rarissime chiese a pianta circolare,
una chiesa templare, un gioiello che pochi conoscono.

Abbiamo voglia ancora di curve in un’atmosfera emozionante e
allora via: scateniamo i cavalli della 4C, godendoci questo
altro tesoro dell’arte Italia. Abbiamo i limiti da rispettare,
ma per brevi tratti facciamo alzare la lancetta del contagiri,
d’altronde un mito non è solo velocità ma passione.

Ecco Bergamo Bassa, la parte più antica della città, dove
troviamo il teatro Gaetano Donizetti, dedicato al grande
compositore nato a Bergamo nel 1797, altro artista di queste
terre. Ma ora ci attraggono le mura veneziane che circondano
per 5 km Bergamo Alta come un gioiello, dove nella chiesa di
San Michele ci sono gli affreschi di Lorenzo Lotto. Un
panorama stupendo dal Castello di San Virgilio e poi arte da
ammirare e da assaggiare, quella della mitica pasticceria La
Marianna, dove cerco di rubare qualche ricetta per deliziare
amiche e amici.

D’altronde non per nulla a Bergamo c’è anche arte
gastronomica…9 ristoranti stellati, fra cui il mitico tre
stelle DA VITTORIO, sì anche questa è arte.

Noi però apprezziamo tanto anche il piacere di guidare
“l’Elise all’italiana”, come abbiamo soprannominato la nostra
spider, verso il ritorno. All’arrivo il nostro cavaliere
scende e ci porge una rosa … bello sognare a cielo aperto!
Forse d’ora in poi non si arrabbierà più di tanto quando una
donna lo sorpassa….

MUSEO ALFA ROMEO ARESE
Viale Alfa Romeo, 20020 Arese          MI,   Tel.   02   4442
5511, www.museoalfaromeo.com
TRAGHETTO TREZZO D’ADDA
Imbarco: Via Alzaia – Zona Centrale Taccani, 02/909424
http://www.navigareinlombardia.it/itinerari/parco-adda-nord-tr
ezzo-d-adda/

DOVE MANGIARE
*Antica Osteria di Odiago, Via Torquato Tasso, 24, Odiago di
Pontida (BG), Tel 035/782767,www.anticahosteria.com

*Da Vittorio, Via Cantalupa, 17, 24060 Brusaporto (BG), Tel
035/681024, www.davittorio.com/it/

*La Marianna, Largo Colle Aperto, 4, 24129 Bergamo (BG), Tel
035/237027, www.lamarianna.it/

La   Fiat  124   Spider   che
raccoglie gli ultimi raggi di
sole
Fiat 124– La regina dell’handling e dell’emozione open-air ci
permette di goderci questo ultimo sole. Partiamo da Milano,
dove è appena finita la settimana della moda, ma dove anche
 la 124 attira attenzione, tutta vestita di nero e con
interni color cuoio. Le teste si girano, con sguardi un po’ di
ammirazione, ma anche confusi. Il design nostalgico è molto
apprezzato, ma non sono rare le domande del tipo: “Ma è la
124? Come quella vecchia?”.
Di fatti pur essendo uscita da qualche mese , la Fiat 124
porta ancora sulle spalle la sua italianissima storia. Lo
scheletro è giapponese ma i rally, la dolce vita, il successo
mondiale degli anni ’60 sono indelebili, per gli appassionati
e non. E quest’aspetto ci piace. Ci rende fieri di guidarla e
di mostrarla. Il centro stile Fiat ha fatto centro, il design
è infatti più che vincente. Estremamente proporzionato,
sportivo, elegante, aggressivo, raffinato. E’ un piacere per
la vista e il tutto è condito dai dettagli quali le gobbette
sul cofano e le curve che si scorgono dagli specchietti.
Insomma, con questo spirito partiamo. Premiamo il tasto di
accensione e si sente il quattro cilindri 1.4 turbo che
gorgoglia. Il suono è però un po’ strozzato e anche quando ci
mettiamo in moto non migliora di molto. Certo non manca
sportività: il telaio è eccellente, così come l’assetto. Nel
percorso per entrare in Autostrada verso il Cavalcavia del
Ghisallo, ci stupisce la rapidità dello sterzo e delle
reazioni, ma soprattutto la coppia e la prontezza del motore,
fulmineo rispetto gli input all’acceleratore. Il turbo entra
immediatamente, già a 2.250 si ha una coppia di 250 Nm.
L’erogazione ci convince, certo non ha la prontezza di un
aspirato, ma la risposta all’acceleratore è molto pronta una
volta entrati nella curva di massima risposta del turbo. Ci
siamo prima lamentati del rumore di scarico sommesso, ma non
possiamo non ammettere che alla fine dei conti sia piacevole.
Dall’abitacolo il Multi Air da 140 Cv ci ricorda
romanticamente il rumore dei carburatori. Si sente il soffio
d’aspirazione e in rilascio lo sbuffare appena percettibile
del turbo.

Intanto entriamo in autostrada imboccando l’A8 verso Varese.
 Il piccolo quattro cilindri in sesta a 130 km/h si tiene sui
3250 giri, e   la piccola spider sembra affaticata. Sembra
perché anche in sesta ad una nostra minima accelerazione,
sfreccia senza nessun tipo di incertezza rendendo i sorpassi
una passeggiata.

Dopo circa 45 minuti, prendiamo l’uscita Azzate-Buguggiate ed
entriamo nella SP1. La 124 è una goduria anche nei curvoni
veloci, ne si apprezza la grande stabilità e la precisione
dello sterzo che ci permette di pennellare le traiettorie.
Prendiamo la direzione del Lungo lago, capote rigorosamente
abbassata, il sole ambrato di settembre ci scalda, il vento
non entra eccessivamente nell’abitacolo, ma ci sfiora i
capelli. Insomma è una goduria. I sedili sono pressoché
perfetti. Profilati e ben imbottiti, comodissimi, anche grazie
alla fenomenale posizione di guida quasi “orizzontale” ed alla
risicata altezza da terra.
Il nostro obbiettivo sono le cascate di Cittiglio e
naturalmente il lungolago, habitat della nostra Fiat 124.
Passiamo diversi paesini, fino ad arrivare proprio a
Cittiglio. Non mancano certo gli scorci suggestivi, ed il
lago, tra un albero e l’altro, si intravede, con i   suoi
riflessi dorati.
Per raggiungere le cascate, la strada è una: la SP8. Una
stretta stradina tutta curve, con una vegetazione ricchissima,
splendide ville nascoste e le prime foglie gialle d’autunno.
Qui la 124, con la sua coppia abbondante e l’agilità che la
contraddistingue, si comporta benissimo.
Le cascate sono belle come ci aspettavamo, con un’area pic-nic
per una sosta.
Dopo averne goduto, non vediamo l’ora di risalire in macchina.
Così scendiamo finalmente verso il Lago, più precisamente
verso Porto Valtravaglia. La direzione è Laveno-Mombello,
sulla SP69. Una volta arrivati scopriamo il panorama tipico
del Lago Maggiore. Imponente, vasto, godibile.
Risaliti in macchina per il ritorno, non ci può non saltare
all’occhio un dettaglio: il quadrante della benzina segna
quasi   riserva! Il “piccolo” quattro cilindri è assetato!

I consumi infatti sono quelli di una macchina sportiva, con
punte    (segnate     direttamente     dall’applicazione
dell’Infotainment) di 15l/100 Km. Insomma, da valutare
all’acquisto c’è anche la consapevolezza che il benzinaio
nelle vostre gite sarà il vostro migliore amico, soprattutto
se guidate questa “spiderina” come si deve. E’ molto golosa di
giri, sembra vi chieda proprio di arrivare al limitatore e ci
arriva molto velocemente grazie alle marce corte. Il turbo
spinge fino ai 5.500 giri, ed è inutile forzare oltre. Certo
la spinta nei medi regimi è importante, anche grazie al peso
molto ridotto. Insomma per divertirvi e spingere veramente
dovete conoscerla e conoscere perfettamente le reazioni del
motore.
E’ una piccola GT ed il suo obbiettivo è farvi godere il
massimo della qualità di guida, certo anche con passo
sostenuto, ma rimane una guida rilassata, affilata, raffinata.
L’assetto, esclusivo Fiat, è stabile al posteriore,
prevedibile e molto bilanciato.
Per portarvela a casa vi servono dai 25 ai 30 mila euro, il
prezzo per uno sfizio.
In ogni caso è un trauma scenderne, questa piccola italo-
giapponese ci ha stregato nonostante tutto. Ha tonnellate di
carattere e un’aura leggendaria, sì grazie alla sua storia, ma
anche grazie all’ottimo lavoro rispetto al design, che pur
essendo moderno strizza l’occhio al passato.

  McLaren 570S Spider: super-
   car scoperta con un’anima
 McLaren 570S Spider – E’ raro che in un mondo così pieno di
oggetti, riusciamo ancora a ritrovarci un’anima. E’ di sicuro
il caso della McLaren 570S Spider, che con le sue linee è come
     se ci chiamasse, chiedendoci di condividere con lei
un’emozione, un viaggio. E non è per il prestigio del marchio,
 o la posizione del motore, o per il fatto che ci costerebbe
circa 200.000 €. Queste macchine ci parlano e non possono non
  avere una coscienza propria. E’ chiaramente un tripudio di
    tecnologia e velocità e quindi di tecnica, ma anche la
  passione ne è protagonista. Anche perché quando un’auto si
“scopre” aggiunge all’esperienza di guida già a prescindere un
 maggiore coinvolgimento. Ne si sentono tutti i rumori e si è
  completamente esposti agli elementi. Con la capote rigida
 retratta, si possono infatti godere tutte le sfumature dello
scarico della McLaren 570S Spider e del suo V8 biturbo da 3.8
                           litri.
Il
tetto viene azionato elettricamente tramite un interruttore
 dal posto del conducente, ad alloggiare i pannelli un vano
   sotto il “tonneau” splendidamente lavorato che si alza
   automaticamente, accompagnato alla chiusura dalla una
 tecnologia “soft-close”. Il tetto viene aperto o chiuso in
    soli 15 secondi, ad una velocità massima di 40km/h.
Un
    deflettore del vento permetto inoltre di aumentare la
 versatilità sia con il tetto aperto o chiuso. Qua è il sono
  protagonista, prova che McLaren 570S Spider è un progetto
 curatissimo nei dettagli, attento ai desideri dei guidatori.
Il deflettore riduce l’intrusione del vento quanto il tetto è
abbassato e può essere abbassato per permettere di gustare al
meglio il sound del V8 bi-turbo e inoltre permettere all’aria
 di entrare quando il tetto è chiuso (soluzione molto simile
 alla 675LT Spider). Disponibile anche l’incredibile optional
all’interno del pacchetto “sport system”, che dispone dell’ESG
per incanalare il suono dello scarico verso la cabina. McLaren
570S Spider ti invita a vivere l’esperienza perfetta, in ogni
     particolare, che sia il suono, la dinamica di guida,
l’estetica. Inutile parlare delle prestazioni e delle doti di
              questa vera e propria super-car.
La
combinazione della fibra di carbonio (materiale del telaio) e
  l’incredibile 3.8 da 570 Cv, rende la 570S Spider la più
       potente e leggera delle sue concorrenti Spider.
 Sono 7,400 i regimi di massima resa delle turbine, con 600Nm
tra i 5,000 e i 6,500 giri. Tutta questa potenza gestita da un
 cambio sequenziale a sette velocità con cambiate fulminee Il
risultato è un’ accelerazione da 0 a 100km/h in 3.2 secondi e
                fino a 200km/h in 9.6 secondi.
Per
 concludere: Ferrari ha finalmente trovato un vero avversario
    che possa competere tecnicamente, esteticamente e come
             Heritage, se McLaren fosse italiana…

  Da Garda a Valpolicella con
         la 124 Spider
Secondo giorno

Altro giorno, altra vettura: passiamo alla Fiat 124 Spider in
allestimento Lusso. Meno vistosa della sportiva (quasi
corsaiola) del percorso precedente, dispone comunque di motore
turbo MultiAir da 1.4 litri da 140 cavalli con cambio manuale;
le finiture sono più sobrie, senza rinunciare al comfort né
alle doti strutturali di leggerezza e bilanciamento. La
puliziastilisticaneconfermailruolodiicona
con         forti           richiami
all’antenata,          naturalmente
riletta in chiave moderna.

Gli interni confermano la qualità: pelle per sedili, volante e
cuffia del cambio, ecopelle per pannelli porte e quadro
strumenti, mentre il resto dell’abitacolo è rivestito con
materiali soft-touch. Comfort e tradizione, ergonomia e
plancia dal design esclusivo con inserto silver o nero lucido,
sedili che ospitano comodamente e trattengono nella guida
dinamica. Che si apprezza con il cambio manuale, dagli diretti
e fluidi con leva dalla notevole manovrabilità.

Il viaggio prosegue immersi nel mondo circostante, da vera
spider bassa e filante, il rumore del vento è attutito
dall’aerodinamica dell’estremità del cofano, dei montanti
anteriori e del roll-bar. Elevati gli standard di sicurezza:
fari autoadattanti e autolivellanti, cofano attivo, Abs con
Ebd, sensori pioggia e crepuscolare, luci diurne, controllo
elettronico della stabilità con limitazione del rischio di
ribaltamento, monitoraggio pressione pneumatici, controllo di
trazione. Comfort con assistenza al parcheggio posteriore
ParkSense tramite sensori a ultrasuoni, telecamera posteriore,
sistema keyless entry, allarme, immobilizer, sistema a comandi
vocali.

Con tutte queste doti, grande è la voglia di turismo:
rientriamo verso la Valpolicella, che si estende tra la
campagna a nord di Verona e i Monti Lessini. Composta dai
comuni di Pescantina, San Pietro in Cariano, Negrar, Marano,
Fumane, Sant’Ambrogio e Sant’Anna d’Alfaedo, ha paesaggio
rilassante collinare, che invita a gustare il panorama e, se
non si guida, il buon vino. Le piccole valli digradanti verso
la pianura ridondano di vigneti, frutteti e ulivi, le corti e
le contrade in pietra sembrano non essere state intaccate dal
tempo, confermando un turismo sempre più di qualità. Attratto
anche dalle antiche ville a dai relativi parchi e giardini: da
visitare inoltre il Ponte di Veja a Sant’Anna d’Alfaedo,
le Cascate di Molina a Fumane, i siti archeologici della
Grotta e il Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna
d’Alfaedo raccoglie testimonianze dalla zona. Ma alla fine, è
indispensabile visitare qualche cantina: Valpolicella, Recioto
e Amarone sono oramai famosi nel mondo, e la      consente di
unire turismo ed enologia.

                        DOVE DEGUSTARE

                        VILLA SPINOSA

Negrar è nel cuore della Valpolicella classica, a poca
distanza da Verona e dal Lago di Garda: Villa Spinosa sorge
sui rustici settecenteschi di Jago, zona agricola al tempo non
ancora completamente vocata all’uva. Attenzione sviluppata in
seguito, fino a divenire con il secolo scorso attività
dominate e simbolo della zona stessa: la Valpolicella Classica
e i suoi vini, soprattutto l’Amarone, sono prodotti di
eccellenza sullo scenario mondiale. L’azienda realizzata
recuperando e rinnovando rustici e vigneti, affianca anche
attività agrituristica: alla degustazione dei vini di qualità,
Villa Spinosa abbina anche visite guidate in vigna e in
cantina, dove apprezzare i cru descritti dalla passione e
dall’entusiasmo del patron Enrico Cascella Spinosa, con le
varianti di Amarone invecchiato fino a quindici anni.

Via Jago Dall’Ora 14, I-37024 Negrar in Valpolicella – VR

Tel. 045.750.00.93

www.villaspinosa.it
DOVE DORMIRE

BYBLOS ART HOTEL VILLA AMISTÀ

Cinque stelle Lusso, ma non è tutto: immaginate un’antica
villa veneta, il cui corpo centrale fu realizzato sui resti di
una “casa forte” romana, dall’architetto Sanmicheli nel
Quattrocento, in stile veneziano. La costruzione è stata
rivisitata nel ’700: affreschi e reperti testimoniano le varie
epoche, e tutto si fonde con la creatività del designer
Alessandro Mendini che l’ha trasformata in museo-mostra
permanente di arte contemporanea e design. Attorno, un parco
di ventimila metri quadrati con giardino all’italiana, giochi
d’acqua e grande piscina; all’interno, sessanta camere “art
design” diverse tra loro, e l’Espace Byblos spa wellness.
Ristorante Gourmet Atelier con lo chef Marco Perez, cucina
regionale e internazionale, verdure dall’orto privato e
cantina quattrocentesca con trecento etichette.

      Via Cedrare 78, I-37029 Corrubbio di Negarine – VR

                      Tel. 045.68.55.555

                  www.byblosarthotel.com/it
Puoi anche leggere