BMW Z4: nuova e sempre affascinante
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BMW Z4: nuova e sempre affascinante Le spider hanno sempre il loro fascino, anche in un mondo caotico come l’attuale. Ha ancora pochi rivali un viaggetto di un weekend in una località turistica fuori dalle grandi città, più vicina agli scenari naturali, i quali si apprezzano meglio all’aria aperta. La BMW Z4 è certamente in grado di regalare tali emozioni, ancora più intense quando sotto il cofano si anima il possente sei cilindri di questa First Edition della nuova generazione, appena mostrata durante il concorso di eleganza di Pebble Beach, tra il sole della California, cornice ideale. LA NUOVA BMW Z4 SI MOSTRA AL MONDO La rassegna americana è però poco più che un assaggio. Qui possiamo solo osservare l’insieme del design e prendere nota delle caratteristiche generali. Per avere le informazioni complete sull’intera gamma di questa terza generazione della BMW Z4 si dovrà attendere il 19 settembre. Per vederla da
vicino in terra europea invece il primo appuntamento sarà ad ottobre, durante il salone di Parigi. Il modello verrà invece lanciato sui mercati mondiali nella primavera del 2019. La versione mostrata in questi giorni in California è una serie speciale di lancio, cioè la BMW Z4 M40i First Edition. Altamente sportiva come ogni BMW che si rispetti, il suo cuore è il motore a sei cilindri in linea turbo 3.0 che spinge molti fra i migliori modelli bavaresi. In questa versione la potenza è configurata a ben 340 cavalli. Possono bastare, perché sono in grado di far accelerare la vettura da 0 a 100 Km/h in soli 4,6 secondi.
Poiché la vera sportività di un’auto non si esaurisce con l’imbottirla di cavalli, sono altrettanto importanti il bilanciamento dei pesi al 50% fra i due assi, le carreggiate larghe e il passo contenuto. Aggiungiamo anche gli ammortizzatori a controllo elettronico. Gestito elettronicamente anche il differenziale (la trasmissione è a trazione posteriore). Tutti elementi fondamentali per avere una buona maneggevolezza in curva, dove cioè si trova il vero piacere di guida. Almeno per chi ama guidare.
L’aspetto stilistico che maggiormente cattura l’attenzione nella nuova BMW Z4 è l’abbandono del tetto rigido. Troviamo infatti una più tradizionale capote in tela. Nel complesso lo stile è molto grintoso. Dentro poi c’è tutto il lusso che si vuole. La First Edition ha rivestimenti in pelle Vernasca con cuciture a contrasto. Mazda MX-5 2019: sempre più sportiva Mancano pochi mesi al lancio della Mazda MX-5 2019, aggiornamento della spider più venduta al mondo. La commercializzazione sul mercato italiano comincerà ad ottobre
2018. Quest’auto ha sempre catturato i suoi fedelissimi appassionati soprattutto grazie alle doti di guidabilità che ne fanno una sportiva autentica. L’ultima versione regala più potenza. MAZDA MX-5 2019, INIEZIONE DI POTENZA I motori a benzina a quattro cilindri Skyactiv 1.5 e 2.0 della Mazda MX-5 2019 sono stati rivisti nella combustione per adeguarli alle nuove norme sulle emissioni Euro 6d-temp. Ne guadagnano però anche le prestazioni, secondo uno stile caro ai guidatori: giri più alti e migliore sonorità. La potenza dell’unità 2.0 è passata da 160 a 184 cavalli a 7.000 giri; leggero aumento per la coppia massima, ora di 205 Newton metri contro 200, sempre a 4.000 giri. E’ migliorata anche la precisione tra azione sull’acceleratore e risposta della vettura, riducendo al minimo il ritardo. Ma anche la sicurezza della Mazda MX-5 2019 ha fatto dei passi avanti, sfruttando le ultime evoluzioni tecnologiche. Il
pacchetto i-Activsense dispone del supporto intelligente avanzato alla frenata in città, comprendendo il rilevamento pedoni; si trova anche il supporto alla frenata in retromarcia, il quale rileva veicoli e altri ostacoli dietro la vettura. Completano il panorama i sistemi di avviso stanchezza conducente, riconoscomento segnali stradali e telecamera posteriore. Per quanto riguarda il design di questa nuova Mazda, ora i cerchi in lega da 16 e 17 pollici hanno una vernice più scura; per i modelli a tetto morbido è disponibile una nuova capote in tela marrone. Mazda MX-5 Grand Tour: la viaggiatrice Una spider col portapacchi? Torniamo con la memoria agli anni ’50 e ’60, una staffa sullo striminzito bagagliaio (il motore in queste auto era sempre davanti) e le cinghie di cuoio per legare la valigia, poi pronti all’avventura in spazi aperti e ancora non congestionati. Erano auto speciali. Come specialissima è la Mazda MX-5 Grand Tour. Definirla edizione limitata è eufemistico, perché si tratta della prima di tre serie a tiratura rarefatta: ne verranno prodotti infatti solo sei esemplari ciascuna, ordinabili esclusivamente on line. Le hanno chiamate Top Limited Edition. “Trop” Limited, verrebbe da dire; perché auto così non sono mai abbastanza. MAZDA MX-5 GRAND TOUR, IL VIAGGIO PER IL VIAGGIO
Percorrere lunghe distanze senza porsi alcun limite, questa è la funzione di un’auto come la Mazda MX-5 Grand Tour. L’ispirazione parte da lontano nel tempo, però questa vettura parla il linguaggio di oggi in totale scioltezza. Perché il portapacchi non è in banale acciaio o alluminio, bensì una sciccheria in fibra di carbonio. Quindi oltre ad apparire tecnologico è anche estremamente robusto e leggero. Perché dobbiamo sempre ricordarci che una Mazda MX-5 è soprattutto un’auto da guidare, quindi il peso deve rimanere contenuto.
E la valigia? E’ prodotta appositamente per la Mazda dallo specialista di settore Moncabas. Gli interni sono arricchiti da eleganti rivestimenti in pelle nappa marrone, un perfetto abbinamento cromatico con la livrea della carrozzeria in un colore chiamato Machine Gray (grigio, insomma). Il tetto in tessuto è nero e include il frangivento in plexiglass. La meccanica è basata sull’affidabile motore 2.0 a benzina da 160 cavalli abbinato ad un cambio manuale a sei rapporti. Auto da guidare, ricordiamolo.
Tuttavia non manca di accortezze moderne per aumentare l’efficienza energetica, come il sistema di recupero dell’energia in frenata i-Eloop, il che rende la MX-5 praticamente un’auto ibrida. Questa tecnologia sviluppata dalla Mazda da qualche anno sfrutta un supercondensatore per immagazzinare l’energia recuperata. Il vantaggio rispetto all’uso di una convenzionale batteria è, oltre al peso risparmiato, anche la possibilità di disporre in modo immediato tutta l’energia elettrica disponibile, aggiungendo uno spunto brillante che aiuta la prestazione e contribuisce per un 10% alla diminuzione di consumi ed emissioni. La seconda serie Top Limited Edition della Mazda MX-5 sarà dedicata agli amanti della meccanica. La terza invece sarà rivolta agli amanti dell’aspetto fashion.
Donne e spider, al volante dell’Alfa Romeo 4C, tra arte e arte Ammettiamolo: noi donne siamo attratte dalla spider, guida a cielo aperto! Che sia lui o una lei a guidarla, la due posti fa colpo! Cosi anche noi di Auto e Donna ci siamo messe al volante della supersportiva, Alfa Romeo 4C Spider, per un viaggio nelle città d’arte della Lombardia con il piacere di guidare un’opera d’arte. Forse è un’auto che sembra più adatta agli uomini, ma chi scrive è una sportiva dotata di licenza CSAI per correre in pista…quindi la guido meglio di molti maschietti. Dunque, abbigliamento leggero, jeans non troppo attillati, maglione e giacca a vento per alloggiarsi bene nei sedili anatomici posti molto in basso…quasi rasoterra. La borsa la metto nel vano bagagli anteriore (e non ci starebbe molta
altra roba). Partiamo da Arese, perché qui c’è un museo importantissimo dell’arte lombarda, quello delle mitiche Alfa Romeo che con il loro design e i rombi dei loro motori erano e sono delle vere opere d’ingegno. Prima di tutto un tocco di mascara e lucida labbra, e anche una crema solare per proteggere la pelle dal sole e dal vento. Tasto “start” ed ecco il rombo del 1750 turbo farsi sentire da ogni parte, così come l’innesto della prima con un evidente “clack” che conferma l’impressione di esser saliti su un’auto da corsa (il cambio è meccanico elettroattuato, ma si guida come un automatico); inizio a sognare pensando magari a un cavaliere seduto al mio fianco per donare io emozioni forti e impaurire io un maschio contrariamente a quello che avviene di solito! Sotto il pedale (scarpa rigorosamente senza tacco) e fuori dagli itinerari trafficati affinchè la magia abbia inizio. Ci dirigiamo verso Il castello Visconteo di Trezzo sull’Adda, che fu costruito da Bernabò Visconti su uno sperone di roccia a guardia del ponte che univa le due sponde, quindi un
castello-fortezza poi distrutto dai nemici. Oggi una parte di questo castello si trova a Milano… infatti se ne ricavò del materiale per costruire l’Arena. La fantasia ripercorre un pezzo di storia ma ecco che sono riportata alla realtà dallo squillo dello smartphone sempre iperattivo. Prossima tappa: da Imbersago a Bergamo Puntiamo su Imbersago, e qui si può guidare sufficientemente in libertà continuando poi per chilometri e chilometri di curve sfruttando il comportamento ribelle della 4C che nelle curve passa repentinamente dal sotto al sovrasterzo. Amiche, non avete capito? Beh, il sottosterzo è quando la vettura pare andar dritta invece di sterzare, il sovrasterzo quando la coda pare andare per i fatti suoi e la vettura rischia di girarsi (testa-coda!). Il segreto? Non esagerare mai con l’acceleratore in curva se non si è più che esperte. Imbersago, piccolo paese sulla sponda del fiume Adda, è famoso perchè conserva un’opera ingegneristica del genio vinciano, il traghetto leonardesco che lo collega a Villa D’Adda. È dal 1513 che il traghetto collega le due sponde, quello attuale è una fedele riproduzione di quello inventato da
Leonardo che voleva utilizzare solo l’energia della corrente che, complice una fune che “dirige” lo scafo, crea un moto laterale indiretto che sposta il traghetto. Oggi si direbbe sostenibile, green, ecologico…infatti basta un solo uomo a governarlo tirando la fune e girando il timone. Gli italiani sono davvero geniali, sia quando fanno i traghetti che le auto, e di sicuro le 4C sarebbero piaciute anche a Leonardo… Di fronte a noi, paesaggi mozzafiato e poi il bello di guidare la 4C spider, un’esperienza inebriante: il cambio, velocissimo, sferraglia ogni volta che tocchiamo i paddle al volante, con il motore che urla più forte. La guida a due posti è qualcosa di unico e speciale, forse non a tutte noi piace questa guida sportiva e ruspante ma una volta sentita l’adrenalina è difficile desistere… La strada sembra scorrere molto più velocemente stando seduti così in basso ma la 4C è progettata proprio per questo, per dare emozioni. Un’altra emozione, la cerchiamo seguendo l’Adda, ma più che nella cultura la troviamo nell’Antica Osteria di Odiago, un locale davvero antico dove possiamo ritrovare gli autentici
piatti della tradizione di questo territorio. Per oggi la dieta è sospesa, ci penseremo domani tra una corsa e una sosta di acquagym… Deliziato il palato, è ora di parlare d’arte: arriviamo ad Almenno dove troviamo due chiese stile romanico lombardo con esempi di pittura bergamasca medievale. La prima è la Basilica di San Giorgio in Lemine, costruita alla metà del 1100 e che conserva affreschi magnifici dell’arte bergamasca. E poi San Tomè, una delle rarissime chiese a pianta circolare, una chiesa templare, un gioiello che pochi conoscono. Abbiamo voglia ancora di curve in un’atmosfera emozionante e allora via: scateniamo i cavalli della 4C, godendoci questo altro tesoro dell’arte Italia. Abbiamo i limiti da rispettare, ma per brevi tratti facciamo alzare la lancetta del contagiri, d’altronde un mito non è solo velocità ma passione. Ecco Bergamo Bassa, la parte più antica della città, dove troviamo il teatro Gaetano Donizetti, dedicato al grande compositore nato a Bergamo nel 1797, altro artista di queste terre. Ma ora ci attraggono le mura veneziane che circondano
per 5 km Bergamo Alta come un gioiello, dove nella chiesa di San Michele ci sono gli affreschi di Lorenzo Lotto. Un panorama stupendo dal Castello di San Virgilio e poi arte da ammirare e da assaggiare, quella della mitica pasticceria La Marianna, dove cerco di rubare qualche ricetta per deliziare amiche e amici. D’altronde non per nulla a Bergamo c’è anche arte gastronomica…9 ristoranti stellati, fra cui il mitico tre stelle DA VITTORIO, sì anche questa è arte. Noi però apprezziamo tanto anche il piacere di guidare “l’Elise all’italiana”, come abbiamo soprannominato la nostra spider, verso il ritorno. All’arrivo il nostro cavaliere scende e ci porge una rosa … bello sognare a cielo aperto! Forse d’ora in poi non si arrabbierà più di tanto quando una donna lo sorpassa…. MUSEO ALFA ROMEO ARESE Viale Alfa Romeo, 20020 Arese MI, Tel. 02 4442 5511, www.museoalfaromeo.com
TRAGHETTO TREZZO D’ADDA Imbarco: Via Alzaia – Zona Centrale Taccani, 02/909424 http://www.navigareinlombardia.it/itinerari/parco-adda-nord-tr ezzo-d-adda/ DOVE MANGIARE *Antica Osteria di Odiago, Via Torquato Tasso, 24, Odiago di Pontida (BG), Tel 035/782767,www.anticahosteria.com *Da Vittorio, Via Cantalupa, 17, 24060 Brusaporto (BG), Tel 035/681024, www.davittorio.com/it/ *La Marianna, Largo Colle Aperto, 4, 24129 Bergamo (BG), Tel 035/237027, www.lamarianna.it/ La Fiat 124 Spider che raccoglie gli ultimi raggi di sole Fiat 124– La regina dell’handling e dell’emozione open-air ci permette di goderci questo ultimo sole. Partiamo da Milano, dove è appena finita la settimana della moda, ma dove anche la 124 attira attenzione, tutta vestita di nero e con interni color cuoio. Le teste si girano, con sguardi un po’ di ammirazione, ma anche confusi. Il design nostalgico è molto apprezzato, ma non sono rare le domande del tipo: “Ma è la 124? Come quella vecchia?”.
Di fatti pur essendo uscita da qualche mese , la Fiat 124 porta ancora sulle spalle la sua italianissima storia. Lo scheletro è giapponese ma i rally, la dolce vita, il successo mondiale degli anni ’60 sono indelebili, per gli appassionati e non. E quest’aspetto ci piace. Ci rende fieri di guidarla e di mostrarla. Il centro stile Fiat ha fatto centro, il design è infatti più che vincente. Estremamente proporzionato, sportivo, elegante, aggressivo, raffinato. E’ un piacere per la vista e il tutto è condito dai dettagli quali le gobbette sul cofano e le curve che si scorgono dagli specchietti. Insomma, con questo spirito partiamo. Premiamo il tasto di accensione e si sente il quattro cilindri 1.4 turbo che gorgoglia. Il suono è però un po’ strozzato e anche quando ci mettiamo in moto non migliora di molto. Certo non manca sportività: il telaio è eccellente, così come l’assetto. Nel percorso per entrare in Autostrada verso il Cavalcavia del Ghisallo, ci stupisce la rapidità dello sterzo e delle
reazioni, ma soprattutto la coppia e la prontezza del motore, fulmineo rispetto gli input all’acceleratore. Il turbo entra immediatamente, già a 2.250 si ha una coppia di 250 Nm. L’erogazione ci convince, certo non ha la prontezza di un aspirato, ma la risposta all’acceleratore è molto pronta una volta entrati nella curva di massima risposta del turbo. Ci siamo prima lamentati del rumore di scarico sommesso, ma non possiamo non ammettere che alla fine dei conti sia piacevole. Dall’abitacolo il Multi Air da 140 Cv ci ricorda romanticamente il rumore dei carburatori. Si sente il soffio d’aspirazione e in rilascio lo sbuffare appena percettibile del turbo. Intanto entriamo in autostrada imboccando l’A8 verso Varese. Il piccolo quattro cilindri in sesta a 130 km/h si tiene sui 3250 giri, e la piccola spider sembra affaticata. Sembra perché anche in sesta ad una nostra minima accelerazione, sfreccia senza nessun tipo di incertezza rendendo i sorpassi
una passeggiata. Dopo circa 45 minuti, prendiamo l’uscita Azzate-Buguggiate ed entriamo nella SP1. La 124 è una goduria anche nei curvoni veloci, ne si apprezza la grande stabilità e la precisione dello sterzo che ci permette di pennellare le traiettorie. Prendiamo la direzione del Lungo lago, capote rigorosamente abbassata, il sole ambrato di settembre ci scalda, il vento non entra eccessivamente nell’abitacolo, ma ci sfiora i capelli. Insomma è una goduria. I sedili sono pressoché perfetti. Profilati e ben imbottiti, comodissimi, anche grazie alla fenomenale posizione di guida quasi “orizzontale” ed alla risicata altezza da terra. Il nostro obbiettivo sono le cascate di Cittiglio e naturalmente il lungolago, habitat della nostra Fiat 124.
Passiamo diversi paesini, fino ad arrivare proprio a Cittiglio. Non mancano certo gli scorci suggestivi, ed il lago, tra un albero e l’altro, si intravede, con i suoi
riflessi dorati. Per raggiungere le cascate, la strada è una: la SP8. Una stretta stradina tutta curve, con una vegetazione ricchissima, splendide ville nascoste e le prime foglie gialle d’autunno. Qui la 124, con la sua coppia abbondante e l’agilità che la contraddistingue, si comporta benissimo. Le cascate sono belle come ci aspettavamo, con un’area pic-nic per una sosta. Dopo averne goduto, non vediamo l’ora di risalire in macchina. Così scendiamo finalmente verso il Lago, più precisamente verso Porto Valtravaglia. La direzione è Laveno-Mombello, sulla SP69. Una volta arrivati scopriamo il panorama tipico del Lago Maggiore. Imponente, vasto, godibile. Risaliti in macchina per il ritorno, non ci può non saltare all’occhio un dettaglio: il quadrante della benzina segna quasi riserva! Il “piccolo” quattro cilindri è assetato! I consumi infatti sono quelli di una macchina sportiva, con punte (segnate direttamente dall’applicazione dell’Infotainment) di 15l/100 Km. Insomma, da valutare
all’acquisto c’è anche la consapevolezza che il benzinaio nelle vostre gite sarà il vostro migliore amico, soprattutto se guidate questa “spiderina” come si deve. E’ molto golosa di giri, sembra vi chieda proprio di arrivare al limitatore e ci arriva molto velocemente grazie alle marce corte. Il turbo spinge fino ai 5.500 giri, ed è inutile forzare oltre. Certo la spinta nei medi regimi è importante, anche grazie al peso molto ridotto. Insomma per divertirvi e spingere veramente dovete conoscerla e conoscere perfettamente le reazioni del motore. E’ una piccola GT ed il suo obbiettivo è farvi godere il massimo della qualità di guida, certo anche con passo sostenuto, ma rimane una guida rilassata, affilata, raffinata. L’assetto, esclusivo Fiat, è stabile al posteriore, prevedibile e molto bilanciato. Per portarvela a casa vi servono dai 25 ai 30 mila euro, il prezzo per uno sfizio.
In ogni caso è un trauma scenderne, questa piccola italo- giapponese ci ha stregato nonostante tutto. Ha tonnellate di carattere e un’aura leggendaria, sì grazie alla sua storia, ma anche grazie all’ottimo lavoro rispetto al design, che pur essendo moderno strizza l’occhio al passato. McLaren 570S Spider: super- car scoperta con un’anima McLaren 570S Spider – E’ raro che in un mondo così pieno di oggetti, riusciamo ancora a ritrovarci un’anima. E’ di sicuro il caso della McLaren 570S Spider, che con le sue linee è come se ci chiamasse, chiedendoci di condividere con lei un’emozione, un viaggio. E non è per il prestigio del marchio, o la posizione del motore, o per il fatto che ci costerebbe circa 200.000 €. Queste macchine ci parlano e non possono non avere una coscienza propria. E’ chiaramente un tripudio di tecnologia e velocità e quindi di tecnica, ma anche la passione ne è protagonista. Anche perché quando un’auto si “scopre” aggiunge all’esperienza di guida già a prescindere un maggiore coinvolgimento. Ne si sentono tutti i rumori e si è completamente esposti agli elementi. Con la capote rigida retratta, si possono infatti godere tutte le sfumature dello scarico della McLaren 570S Spider e del suo V8 biturbo da 3.8 litri.
Il tetto viene azionato elettricamente tramite un interruttore dal posto del conducente, ad alloggiare i pannelli un vano sotto il “tonneau” splendidamente lavorato che si alza automaticamente, accompagnato alla chiusura dalla una tecnologia “soft-close”. Il tetto viene aperto o chiuso in soli 15 secondi, ad una velocità massima di 40km/h.
Un deflettore del vento permetto inoltre di aumentare la versatilità sia con il tetto aperto o chiuso. Qua è il sono protagonista, prova che McLaren 570S Spider è un progetto curatissimo nei dettagli, attento ai desideri dei guidatori. Il deflettore riduce l’intrusione del vento quanto il tetto è abbassato e può essere abbassato per permettere di gustare al meglio il sound del V8 bi-turbo e inoltre permettere all’aria di entrare quando il tetto è chiuso (soluzione molto simile alla 675LT Spider). Disponibile anche l’incredibile optional all’interno del pacchetto “sport system”, che dispone dell’ESG per incanalare il suono dello scarico verso la cabina. McLaren 570S Spider ti invita a vivere l’esperienza perfetta, in ogni particolare, che sia il suono, la dinamica di guida, l’estetica. Inutile parlare delle prestazioni e delle doti di questa vera e propria super-car.
La combinazione della fibra di carbonio (materiale del telaio) e l’incredibile 3.8 da 570 Cv, rende la 570S Spider la più potente e leggera delle sue concorrenti Spider. Sono 7,400 i regimi di massima resa delle turbine, con 600Nm tra i 5,000 e i 6,500 giri. Tutta questa potenza gestita da un cambio sequenziale a sette velocità con cambiate fulminee Il risultato è un’ accelerazione da 0 a 100km/h in 3.2 secondi e fino a 200km/h in 9.6 secondi.
Per concludere: Ferrari ha finalmente trovato un vero avversario che possa competere tecnicamente, esteticamente e come Heritage, se McLaren fosse italiana… Da Garda a Valpolicella con la 124 Spider Secondo giorno Altro giorno, altra vettura: passiamo alla Fiat 124 Spider in allestimento Lusso. Meno vistosa della sportiva (quasi corsaiola) del percorso precedente, dispone comunque di motore turbo MultiAir da 1.4 litri da 140 cavalli con cambio manuale; le finiture sono più sobrie, senza rinunciare al comfort né alle doti strutturali di leggerezza e bilanciamento. La
puliziastilisticaneconfermailruolodiicona con forti richiami all’antenata, naturalmente riletta in chiave moderna. Gli interni confermano la qualità: pelle per sedili, volante e cuffia del cambio, ecopelle per pannelli porte e quadro strumenti, mentre il resto dell’abitacolo è rivestito con materiali soft-touch. Comfort e tradizione, ergonomia e plancia dal design esclusivo con inserto silver o nero lucido, sedili che ospitano comodamente e trattengono nella guida dinamica. Che si apprezza con il cambio manuale, dagli diretti e fluidi con leva dalla notevole manovrabilità. Il viaggio prosegue immersi nel mondo circostante, da vera
spider bassa e filante, il rumore del vento è attutito dall’aerodinamica dell’estremità del cofano, dei montanti anteriori e del roll-bar. Elevati gli standard di sicurezza: fari autoadattanti e autolivellanti, cofano attivo, Abs con Ebd, sensori pioggia e crepuscolare, luci diurne, controllo elettronico della stabilità con limitazione del rischio di ribaltamento, monitoraggio pressione pneumatici, controllo di trazione. Comfort con assistenza al parcheggio posteriore ParkSense tramite sensori a ultrasuoni, telecamera posteriore, sistema keyless entry, allarme, immobilizer, sistema a comandi vocali. Con tutte queste doti, grande è la voglia di turismo: rientriamo verso la Valpolicella, che si estende tra la campagna a nord di Verona e i Monti Lessini. Composta dai comuni di Pescantina, San Pietro in Cariano, Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e Sant’Anna d’Alfaedo, ha paesaggio rilassante collinare, che invita a gustare il panorama e, se non si guida, il buon vino. Le piccole valli digradanti verso
la pianura ridondano di vigneti, frutteti e ulivi, le corti e le contrade in pietra sembrano non essere state intaccate dal tempo, confermando un turismo sempre più di qualità. Attratto anche dalle antiche ville a dai relativi parchi e giardini: da visitare inoltre il Ponte di Veja a Sant’Anna d’Alfaedo, le Cascate di Molina a Fumane, i siti archeologici della Grotta e il Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo raccoglie testimonianze dalla zona. Ma alla fine, è indispensabile visitare qualche cantina: Valpolicella, Recioto e Amarone sono oramai famosi nel mondo, e la consente di unire turismo ed enologia. DOVE DEGUSTARE VILLA SPINOSA Negrar è nel cuore della Valpolicella classica, a poca distanza da Verona e dal Lago di Garda: Villa Spinosa sorge sui rustici settecenteschi di Jago, zona agricola al tempo non ancora completamente vocata all’uva. Attenzione sviluppata in seguito, fino a divenire con il secolo scorso attività dominate e simbolo della zona stessa: la Valpolicella Classica e i suoi vini, soprattutto l’Amarone, sono prodotti di eccellenza sullo scenario mondiale. L’azienda realizzata recuperando e rinnovando rustici e vigneti, affianca anche attività agrituristica: alla degustazione dei vini di qualità, Villa Spinosa abbina anche visite guidate in vigna e in cantina, dove apprezzare i cru descritti dalla passione e dall’entusiasmo del patron Enrico Cascella Spinosa, con le varianti di Amarone invecchiato fino a quindici anni. Via Jago Dall’Ora 14, I-37024 Negrar in Valpolicella – VR Tel. 045.750.00.93 www.villaspinosa.it
DOVE DORMIRE BYBLOS ART HOTEL VILLA AMISTÀ Cinque stelle Lusso, ma non è tutto: immaginate un’antica villa veneta, il cui corpo centrale fu realizzato sui resti di una “casa forte” romana, dall’architetto Sanmicheli nel Quattrocento, in stile veneziano. La costruzione è stata rivisitata nel ’700: affreschi e reperti testimoniano le varie epoche, e tutto si fonde con la creatività del designer Alessandro Mendini che l’ha trasformata in museo-mostra permanente di arte contemporanea e design. Attorno, un parco di ventimila metri quadrati con giardino all’italiana, giochi d’acqua e grande piscina; all’interno, sessanta camere “art design” diverse tra loro, e l’Espace Byblos spa wellness. Ristorante Gourmet Atelier con lo chef Marco Perez, cucina regionale e internazionale, verdure dall’orto privato e cantina quattrocentesca con trecento etichette. Via Cedrare 78, I-37029 Corrubbio di Negarine – VR Tel. 045.68.55.555 www.byblosarthotel.com/it
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