Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell'economia digitalizzata - INAPP
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SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata Maurizio Franzini Quest’articolo fornisce un quadro analitico circa i principali effetti del- Sapienza Università di Roma la digitalizzazione e dell’automazione sul funzionamento dei mercati e ISTAT sul lavoro. Il primo elemento riguarda il potere di mercato che stanno Dario Guarascio acquisendo le imprese più rapide nell’adottare le nuove tecnologie (e i INAPP nuovi modelli organizzativi) e gli effetti che tale concentrazione di pote- re potrebbe avere sulla struttura dei mercati, il conflitto capitale-lavoro e la capacità delle istituzioni di intervenire a fini redistributivi e a tutela della concorrenza. Il secondo concerne la rinnovata capacità delle mac- chine di sostituire esseri umani nello svolgimento di mansioni sin ora ad esclusivo appannaggio di questi ultimi, con le relative implicazioni in ter- mini di disoccupazione tecnologica. Una volta delineate le ‘specificità’ dell’attuale transizione tecnologica, questo lavoro riflette sul ruolo che la politica economica potrebbe giocare per favorire una massimizzazio- ne dei benefici e una contestuale minimizzazione dei rischi sociali lega- ti a tale transizione. This article analyses the main effects of digitisation and automation on the functioning of markets and on labor. First, companies that are more rapidly adopting new technologies (and new organizational models) are gaining a substantial market power. This concentration of power is affecting the structure of markets; the shaping of the ca- pital-labour conflict; as well as the effectiveness of institutions pur- suing redistribution and promoting competition. Second, the growing opportunities for automation give rise to new risks in terms of em- ployment and income distribution. Once the ‘specificities’ of the cur- rent technological transition are outlined, this work reflects on the role that economic policy could play to maximize technology-related economic benefits minimizing, at the same time, the social risks lin- ked to such transition. DOI: 10.1485/SINAPPSI_2018/2_341 Citazione Parole chiave Key words Franzini M., Guarascio D. (2018), Questa Cambiamento tecnologico Technological change volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni Lavoro Labor nell’economia digitalizzata, Sinappsi, VIII, Istituzioni Institutions n.2, pp.19-34 Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata 19
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp 1. Introduzione vo modello di business che ha significativi effetti sul Il cambiamento tecnologico non è neutrale. I suoi funzionamento dei mercati e delle istituzioni ad essi effetti si dispiegano in modo asimmetrico tra i grup- connesse. Il modello di business che si va consoli- pi sociali, le entità economiche e le aree geografiche. dando ha: i) nella cattura e nel monopolio dei dati la Il cambiamento tecnologico è diretta manifestazione principale fonte di potere di mercato; ii) nella parte- delle relazioni di potere in essere e, d’altro canto, di cipazione di una massa crescente di soggetti al pro- tali relazioni può determinare il consolidamento, la cesso produttivo e, quindi, nella possibilità di acce- trasformazione o perfino lo stravolgimento (Franzini dere a quantità sempre maggiori di dati personali, il e Pianta 2016; Guarascio e Sacchi 2017; Guarascio e meccanismo che consente di accrescere e consolida- Pianta 2018). In questa fase storica, gli effetti socio- re tale potere; iii) nella società polarizzata e disegua- economici del cambiamento tecnologico sono al cen- le il suo contesto (sociale, istituzionale e culturale) tro dell’attenzione di studiosi e governi. In particola- d’elezione. È possibile identificare tre tratti salienti re, si guarda alla rapida digitalizzazione e automazione di questo modello. dei processi produttivi e ai cambiamenti che stanno In primis, l’uso di tecnologie digitali basate sull’ar- interessando il consumo e la comunicazione. Seppur chiviazione e l’elaborazione continua di grandi masse dirompenti, queste trasformazioni non costituiscono di dati – spesso estremamente dettagliati circa l’og- una ‘rivoluzione’ o un cambio di paradigma tecnolo- getto cui si riferiscono e che includono informazioni gico. Al contrario, l’attuale processo di digitalizzazio- chiave quale la georeferenziazione dello stesso – con- ne rappresenta un approfondimento del paradigma tribuisce ad abbattere le barriere spazio-temporali tecnologico che domina ormai da un trentennio: l’In- nelle relazioni sociali ed economiche. Ciò avviene in formation and Communication Technology (ICT). In modo significativamente più intenso rispetto alla pri- termini storici, l’attuale fase di digitalizzazione della ma fase di diffusione dell’ICT, durante la quale un am- produzione e del consumo può essere considerata un pio numero di attività economiche venne riorganizza- salto, un’accelerazione lungo la curva di diffusione del- to mediante l’esternalizzazione e la delocalizzazione le tecnologie digitali la cui origine risale agli inizi degli (sia a livello nazionale sia a livello internazionale) di anni ‘70 del secolo scorso quando venne introdotta la segmenti del processo produttivo. Una conseguen- tecnologia su cui si fonda l’intero processo di diffusio- za di tale abbattimento consiste nella concentrazione ne: il micro-processore (Freeman e Louçã 2001; Euro- del potere economico, la cui intensità è correlata po- found 2018). Questo salto lungo la traiettoria evoluti- sitivamente al grado di asimmetria delle relazioni so- va dell’ICT coincide con l’integrazione delle tecnologie cio-economiche oggetto del processo di digitalizzazio- digitali (e delle combinazioni di queste con i prodot- ne – si pensi, ad esempio, alla relazione tra capitale e ti, i processi e le tecnologie preesistenti), da un lato; e lavoro o ai rapporti competitivi tra le imprese (Braver- la (quasi) totalità dei prodotti, dei servizi e dei settori man 1974). dell’economia, dall’altro. Similmente, le attuali oppor- Il secondo tratto saliente riguarda la peculiare tunità di automazione (e di ‘robotizzazione’) dei pro- forma organizzativa che caratterizza le imprese digi- cessi produttivi – nella manifattura e nei servizi e nelle tali, cioè imprese che hanno tra le loro attività-chia- sempre più frequenti crasi dei due – costituiscono non ve proprio l’accumulazione e l’elaborazione di gran- una rivoluzione, ma un’accelerazione lungo una traiet- di masse di dati e l’uso di piattaforme digitali. Queste toria evolutiva che ha visto, sin dalla fine degli anni ’70 imprese sono frequentemente sottocapitalizzate e a del secolo scorso, le produzioni (in primo luogo mani- bassa (o bassissima) intensità occupazionale. La sot- fatturiere) tendere verso l’automazione. tocapitalizzazione, tuttavia, non riguarda la disponi- Pur non rappresentando una rivoluzione tecnolo- bilità di risorse finanziarie1 quanto la (scarsa) dota- gica in senso stretto, l’avvento di digitalizzazione e zione di capitale fisico su cui questi agenti economici automazione coincide con il consolidarsi di un nuo- basano la propria attività2. Da questo punto di vista, 1 Amazon, una delle imprese leader dell’attuale fase tecnologica, è una delle società che ha visto crescere maggiormente il proprio valore di borsa nel recente quinquennio (Franzini 2017). 20 Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp lo scarso peso relativo del capitale fisico è legato a: i) no delineati gli effetti che la diffusione di tecnologie la natura (parzialmente) immateriale delle reti su cui digitali e di modelli organizzativi basati sull’uso di Big le imprese digitali si basano; ii) la capacità di coinvol- Data hanno sul funzionamento dei mercati. Il terzo gere input nel processo produttivo senza acquisirne paragrafo si concentra sul lavoro focalizzando l’atten- formalmente la titolarità; iii) la possibilità di ripro- zione sull’impatto che le evoluzioni tecnologiche cor- durre gli output che vengono commercializzati senza renti potrebbero avere su quantità e qualità dell’occu- necessità di mobilitare nuovamente gli input produt- pazione; mentre il paragrafo successivo propone una tivi (e dunque senza la necessità di sostenere nuovi riflessione sul legame tra digitalizzazione, automazio- costi) una volta che tali beni e servizi vengono collo- ne, mansioni e competenze. Il paragrafo conclusivo cati sulla rete. fornisce alcune riflessioni sul ruolo che la politica eco- Per avere, invece, una misura dell’intensità occu- nomica potrebbe avere per massimizzare i benefici e pazionale relativa delle imprese digitali, è utile con- minimizzare i rischi sociali connessi all’attuale transi- frontare la posizione odierna dei principali leader del zione tecnologica. comparto – Google, Amazon e Facebook – con quella delle imprese che, nelle precedenti fasi tecnologiche, 2. Digitalizzazione, automazione dominavano comparti quali la produzione di auto- e dinamica dei mercati mobili o il commercio al dettaglio (si pensi, nel pri- La capacità di controllo e gestione delle informazioni mo caso, a imprese quali Ford o General Motors e, nel di cui dispongono le imprese digitali pone in questio- secondo, a colossi dei servizi commerciali come Wal- ne la tradizionale distinzione tra impresa e mercato. mart). A fronte di quote di mercato e di valori azionari Invero, la distinzione tra impresa e mercato proposta analoghi e in alcuni casi superiori, l’intensità occupa- dalle teorie economiche che analizzano le caratteristi- zionale di Google, Amazon e Facebook è radicalmen- che e il funzionamento dell’impresa trova il suo punto te e strutturalmente più bassa. Nel 1979, alla Gene- focale proprio nel ruolo delle informazioni o, più pre- ral Motors il numero di occupati raggiunse il massimo, cisamente, nel ruolo dei costi di transazione che lar- pari a circa 850.000 addetti. Nel 2018 il totale degli gamente dipendono dalle informazioni (Coase 1937). addetti di Alphabet (la società che controlla Google) è L’indisponibilità di informazioni complete e universal- circa 1/10, cioè 85.000. mente accessibili circa gli oggetti e le relazioni econo- Il terzo tratto saliente riguarda le caratteristiche e micamente rilevanti, infatti, riduce (o elimina) lo spa- le modalità di esercizio (e consolidamento) del potere zio per lo scambio basato sui meccanismi di mercato, di mercato. Le imprese che si fondano sull’uso di gran- ovvero sui prezzi. In questo contesto, l’organizzazio- di masse di dati tendono a diventare dei market ga- ne gerarchica dell’impresa si configura come un di- tekeepers. Esercitando una posizione dominante nel spositivo teso a ridurre i costi di transazione presenti controllo e nella gestione di informazioni economica- in tutti i casi di informazione imperfetta e asimmetri- mente rilevanti, i market gatekeepers detengono, di camente distribuita – e, dunque, finalizzato a favori- fatto, il potere di regolare l’accesso ai mercati-reti che re la realizzazione di transazioni economiche che non gestiscono estraendo rendite crescenti in virtù di tale si sarebbero potute realizzare mediante mere intera- potere. In questo quadro, l’espansione delle impre- zioni di mercato. Nell’attuale fase evolutiva del para- se digitali coincide con l’accumulazione e il consolida- digma dell’ICT, l’uso combinato di Big Data e di stru- mento di quote di mercato finalizzate alla massimizza- menti di archiviazione e trattazione dei dati basati zione di ‘rendite informative’. sull’Intelligenza Artificiale (IA) accresce sensibilmen- Quest’articolo intende fornire un quadro analiti- te la capacità delle imprese di esternalizzare porzio- co e interpretativo circa i principali effetti della digita- ni anche infinitesimali del processo produttivo e, con- lizzazione e dell’automazione sul funzionamento dei seguentemente, ‘restringe il perimetro organizzativo mercati e sul lavoro. Nel paragrafo che segue vengo- dell’impresa’. Richiamando l’ipotesi avanzata in pre- 2 Si pensi a piattaforme come Flixbus o Uber che hanno acquisito posizioni rilevantissime nel mercato dei trasporti pur non possedendo nemmeno un’automobile o un autobus. Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata 21
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp cedenza di imprese digitali quali market gatekeepers, two-sided network effects sfruttati da Uber (piattafor- dunque, il controllo di vaste reti informative sembra ma digitale la cui attività-chiave è il trasporto priva- coincidere con il rarefarsi delle barriere che hanno to su gomma), Parker et al. (2016) definiscono i net- sin qui distinto l’impresa dal mercato. In altri termi- work effects in base alla seguente catena di relazioni: ni, le imprese digitali, in particolare i soggetti econo- l’aumento dei nodi-guidatori aumenta l’offerta di cor- mici che controllano le reti di informazione più vaste se con l’effetto di ridurre il prezzo e il tempo di atte- come nel caso di Google, Facebook e Amazon, ‘si fan- sa medio e conduce per questa via a una maggiore no mercato’. competitività; quest’ultima induce, a sua volta, un au- Questa rarefazione dei confini, tuttavia, corrispon- mento del numero di nodi-utenti che si iscrivono alla de a un’accentuazione della capacità di controllo gerar- piattaforma ampliando ulteriormente il mercato di ri- chico e di etero-direzione delle relazioni economiche ferimento e attirando nuovi guidatori e alimentando da parte dei soggetti che controllano le reti informa- nuovamente la catena di relazioni. Meccanismi ana- tive – cioè le imprese digitali – piuttosto che a un’e- loghi possono essere identificati se si pensa all’effica- stensione delle logiche proprie dei mercati concor- cia e al valore di una piattaforma come Google: l’au- renziali basate sull’orizzontalità, la libertà di ingresso/ mento degli utenti che navigano attraverso il browser uscita dallo spazio economico e l’assenza di posizioni arricchisce la dotazione di informazioni della piatta- dominanti. Generando una sorta di paradosso teorico, forma; le accresciute informazioni su attività, relazioni dunque, la digitalizzazione degli spazi economici ren- e preferenze dei nodi aumenta la capacità predittiva de possibile, da un lato, la riduzione delle asimmetrie e dunque l’efficienza dell’algoritmo di ricerca e, dun- informative e dei connessi costi di transazione crean- que, lo rende più competitivo e popolare; l’aumentata do le condizioni per una sensibile riduzione delle inef- popolarità accresce ulteriormente la popolazione di ficienze e per una diffusione massiccia delle opportu- nodi-utenti con un effetto positivo sulle performance nità economiche. Dall’altro lato, tuttavia, il monopolio economiche e le quote di mercato della piattaforma3. privato delle reti informative consente alle imprese di- Il secondo elemento riguarda la capacità delle gitali di drenare a proprio vantaggio i benefici derivan- piattaforme di fornire incentivi sia dal lato della do- ti dai guadagni di efficienza (frutto dell’esternalizzazio- manda sia da quello dell’offerta, massimizzando per ne) mantenendo però saldo il potere gerarchico e di questa via ricavi e quote di mercato. Un esempio im- etero-direzione (tipico dell’impresa). mediato di tale strategia è la fornitura dei servizi Goo- In quanto segue, vengono brevemente illustra- gle: per l’utente tale fornitura non implica alcun costo ti gli elementi che contraddistinguono l’attività del- immediato (nel caso dei servizi di base come il moto- le imprese digitali e, in particolare, i meccanismi che re di ricerca o la mail) ma per la piattaforma la stessa consentono loro di accumulare quote di mercato ope- fornitura implica l’apertura di un canale da cui estrar- rando quali market gatekeepers. Il primo elemento ri- re continue informazioni su cui costruire i ‘profili’ da guarda la capacità di sfruttare i cosiddetti network ef- vendere sul mercato pubblicitario (avendo come ef- fects. Questi ultimi danno la possibilità alle imprese fetto indiretto l’accresciuto valore economico del- digitali di estrarre rendite informative crescenti all’au- la rete sottostante e dei servizi ad essa connessi). Si- mentare del numero dei nodi che partecipano alle re- milmente, gli sconti praticati da Amazon (piattaforma ti-mercati che le stesse imprese controllano – quando leder nel settore dei servizi commerciali) su specifi- si fa riferimento a reti-mercati controllati dalle impre- ci prodotti o a vantaggio di specifici segmenti di clien- se digitali si pensa, ad esempio, alle reti sottostan- tela sono finalizzati alla penetrazione in nuovi merca- ti i segmenti di mercato controllati da imprese come ti e/o al consolidamento delle posizioni già acquisite. Amazon o Uber. Focalizzando la loro attenzione sui Anche tale strategia incentivante trae origine dall’im- 3 Le imprese digitali possono beneficiare dei cosiddetti effetti lock-in in virtù dei quali i consumatori tendono a vincolarsi alla rete-mercato digitale poiché il costo di cambiare fornitore, prodotto o servizio cresce anch’esso al crescere delle di- mensioni della rete (si pensi al costo implicito che tende a sostenere chi disponendo di una vasta rete di contatti deci- desse di abbandonare Facebook per accedere a un altro social network). 22 Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp mensa dotazione di informazioni di cui la piattaforma che quando le attività svolte prevedrebbero – come dispone. nel caso di labor platforms quali Uber, Foodora o Deli- Il terzo elemento concerne la traslazione (esterna- veroo – un uso intenso dello stesso fattore produttivo lizzazione) di costi e rischi su operatori esterni al peri- (Guarascio e Sacchi 2018). metro dell’impresa. Come già argomentato, il control- Infine, il dispiegarsi della digitalizzazione contribu- lo di vaste reti informative moltiplica le opportunità di isce a rendere sempre più labile il confine tra consu- esternalizzazione di parti del processo produttivo ri- matore e produttore con ulteriori effetti sulla distri- ducendo l’ammontare di costi fissi e variabili che l’im- buzione del reddito e le diseguaglianze. Si tratta cioè presa sostiene rendendo così possibile incrementare delle attività che il consumatore svolge in luogo del efficienza organizzativa e competitività. Un esempio di produttore e che permettono di ridurre i costi del- tale processo di esternalizzazione è offerto dalle piat- le imprese senza che sia chiaro se la riduzione di tali taforme digitali che organizzano attività poste in esse- costi è maggiore o minore del beneficio che ne trae re nel mondo fisico (si pensi a piattaforme quali Uber, il consumatore e, dunque, se ne derivi un aumento Deliveroo o Foodora). Gestendo le attività attraver- opaco dei redditi delle imprese. Esempi tipici riguar- so Smartphone e App, queste imprese riescono a de- dano l’appropriazione di dati al di fuori di esplicite mandare l’espletamento di piccole e piccolissime por- transazioni di mercato come nel caso dei dati che ven- zioni del processo produttivo a soggetti che operano gono forniti a compagnie come Alphabet utilizzando in qualità di ‘partner’ delle piattaforme senza ricono- i suoi motori di ricerca – i.e. Google – così acquisen- scere loro lo status di lavoratori dipendenti, con rile- do il ‘diritto alla navigazione’. A ben vedere, potrebbe- vanti implicazioni in termini di minori costi e maggiore ro esservi profitti nascosti se il costo sopportato per flessibilità. L’effetto di tale capacità di esternalizzazio- la navigazione ‘gratuita’ fosse inferiore al profitto ot- ne sulla struttura dei costi e organizzativa delle piatta- tenuto disponendo dei dati così acquisiti. In aggiunta forme digitali è ben sintetizzato da Tom Goodwin, vice a ciò, vi sono gli effetti che la digitalizzazione delle re- presidente di Havas Media: lazioni economiche e la diffusione delle piattaforme hanno sulla concorrenza e il grado di concentrazione “Uber la più grande compagnia di taxi del mondo, nei mercati. Si prenda, ad esempio, il caso delle rela- non possiede nessun veicolo. Facebook, il proprieta- zioni che coinvolgono Amazon e le imprese che co- rio di media più popolare al mondo, non crea conte- minciano ad accedere alla piattaforma per incremen- nuti. Alibaba il primo rivenditore al mondo non dispo- tare i canali di diffusione dei loro beni. In molti casi, ne di scorte. Airbnb, il più grande fornitore di alloggi al crescere della quota di vendite operate tramite la al mondo, non possiede immobili”. piattaforma le imprese esterne sviluppano una forma di dipendenza dalla stessa (e dunque dalla relazione Il quarto elemento attiene alla relazione tra piat- economica con Amazon) che le trasforma, di fatto, in taforme digitali e lavoro e si connette parzialmente a nodi-fornitori dotati di scarso potere contrattuale nei quanto già illustrato (il tema è approfondito nel para- confronti di chi controlla la rete. grafo successivo). In primo luogo, la capacità di ester- Il consolidarsi di un modello di business che si nalizzazione di cui dispongono le imprese digitali dà fonda sul controllo di vaste reti informative digita- alle stesse la possibilità di usare in modo flessibile il li sembra coincidere con ciò che Marx definiva ‘accu- lavoro di cui si avvalgono. Tale flessibilità coincide in mulazione originaria’ (Marx 1867). Il controllo e l’e- molti casi con: i) uno squilibrio nel potere contrattua- spansione di tali reti, infatti, apre alle imprese digitali le a favore della piattaforma – su questo punto, si ve- rilevanti opportunità di accumulazione – si pensi all’e- dano i contributi di Berg (2016), De Stefano (2016) e spansione dei mercati mobiliari e immobiliari deter- Collier et al. (2017); ii) l’esercizio di prestazioni lavo- minato dall’avvento di Airbnb o Amazon – mediante rative in perimetri non regolamentati con un elevato la ‘colonizzazione’ di spazi economici sin lì estranei grado di incertezza e di rischio a carico dei lavoratori. ai processi di produzione e riproduzione; o attraver- In termini di performance, ciò consente alle imprese so lo spiazzamento dei ‘vecchi operatori’ nei merca- digitali di aumentare la produttività relativa e di ridur- ti già esistenti (è questo il caso di Uber che in mol- re in modo significativo il peso del costo del lavoro an- te città ha soppiantato pressoché integralmente i taxi Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata 23
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp tradizionali). È rilevante sottolineare, tuttavia, che a di dollari dei quali solo 175.000 come retribuzione in differenza di quanto accaduto nelle fasi tecnologiche senso proprio, il resto è incasso di stock option. D’al- precedenti l’attuale processo di accumulazione ten- tro canto, con l’aumento del valore di Borsa è enor- de a caratterizzarsi per una prevalenza delle rendite memente cresciuta la ricchezza di Jeff Bezos, l’ammi- sui profitti. La portata potenzialmente destabilizzan- nistratore delegato di Amazon, rendendolo l’uomo te dei fenomeni sin qui illustrati per il funzionamento più ricco del mondo. Tuttavia, mentre il fatturato e le dei mercati e la capacità operativa delle istituzioni de- azioni (nonché le retribuzioni dei manager) crescono putate a regolarli è testimoniata, ad esempio, dalle ri- vertiginosamente, i profitti ristagnano e appaiono del levanti difficoltà dei governi nazionali e delle istituzio- tutto sproporzionati rispetto a quelle due grandez- ni sovranazionali di ricondurre l’attività delle imprese ze. Nel primo trimestre del 2018, a fronte di un fat- digitali entro un adeguato perimetro di norme fiscali turato pari a 51 miliardi di dollari, i profitti di Amazon e di tutela della concorrenza. sono stati di 1 miliardo e 630 milioni di dollari4. E non si tratta di una novità: quasi mai essi hanno supera- Il ‘caso Amazon’ to questa soglia in passato. Per effetto di questi dati, Il caso Amazon costituisce un emblema della trasfor- il rapporto tra prezzo delle azioni e profitti operativi mazione tecnologica in atto dal momento che il suo (il cosiddetto price/earnings ratio) ha raggiunto valo- modello di business racchiude in sé tutte le caratteri- ri stratosferici: 240 contro un valore considerato ‘nor- stiche di radicale innovatività sino ad ora menziona- male’ di meno di 25 (Franzini 2017). te: uso dei Big Data quale asset chiave per consoli- Il valore di Borsa di Amazon, dunque, cresce senza dare e accrescere quote di mercato; ruolo di market che i profitti sembrino in grado di giustificarlo e que- gatekeeper; crescita esponenziale del valore aziona- sta situazione perdura da troppo tempo per pensare rio a fronte di un margine di profitto persistentemen- che sia l’attesa dei profitti che verranno a giustifica- te basso; esercizio di un rilevante potere contrattuale re i guadagni in conto capitale che sono già stati rea- nei confronti dei lavoratori e uso di pervasive tecni- lizzati. La tabella 1 riporta la dinamica dei ricavi e dei che di eterodirezione e controllo. Guardando ai dati profitti di Amazon registrati nel periodo 2004-2017. economici, emerge come nel secondo trimestre del Emerge in modo netto il disallineamento tra la cre- 2018, grazie al forte aumento del fatturato rispetto al scita incessante dei ricavi e la stagnazione dei profit- precedente anno, le azioni di Amazon abbiano supe- ti. Ciò sembra confermare l’ipotesi di una strategia di rato la soglia dei 1.500 dollari. Due anni prima il loro espansione che mira in modo pressoché esclusivo al valore era 790, tre anni prima 305 e dieci anni prima consolidamento delle quote di mercato piuttosto che 89. Si tratta di tassi medi annui di aumento dell’ordine all’accumulazione di profitti e alla distribuzione di di- del 30% nell’arco del decennio. Questi dati sembrano videndi. Ciò non pare, tuttavia, ridurre la propensione confermare il primato del modello di business incar- degli investitori a investire nell’azienda (si vedano i va- nato da Amazon (e analogo a quello delle altre impre- lori di Borsa mostrati in precedenza). se digitali quali Google e Facebook) quale modello do- La spiegazione di quel che accade va forse ricer- minante di questa fase tecnologica. cata nel concorso di tre elementi: a) il forte interes- L’aumento del valore di Borsa di Amazon ha per- se del management al valore di Borsa, perché da esso messo ai compensi dei top manager di crescere enor- dipende il proprio reddito e la propria ricchezza; b) il memente, poiché essi dipendono quasi integralmen- funzionamento della Borsa che sembra far dipendere te dalle stock option. Nel 2016 il manager più pagato le valutazioni più dalle dimensioni di Amazon che non è stato Andrew R. Jassy: ha incassato circa 36 milioni dai suoi profitti; c) la possibilità – ampiamente sfrutta- 4 Si noti che questo ammontare di profitti è significativamente più alto degli standard che hanno sin qui caratterizzato Amazon. Prima del 2018 il livello massimo raggiunto dai profitti di Amazon è stato (terzo trimestre del 2016) pari a 857 milioni a fronte di 29 miliardi di dollari di ricavi totali, mantenendo livelli significativamente più bassi nel corso della gran parte dei trimestri compresi tra il 2009 e il 2017. Va aggiunto, inoltre, che l’attuale crescita del rapporto tra profitti e ri- cavi è dovuto in larga misura allo sviluppo del segmento di attività connesso alla vendita dei servizi di rete e non alla ge- stione della piattaforma retail. 24 Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp scorso iniziano a proliferare gli studi ricon- Tabella 1 ducibili al filone del cosiddetto Skill biased La dinamica dei ricavi e dei profitti di Amazon (2004-2017) technological change (SBTC). L’ipotesi teo- Ricavi totali Profitti totali Profitti/ricavi rica di base vede l’intreccio di cambiamen- (miliardi (miliardi (%) to tecnologico – inteso in particolare come di dollari) di dollari) introduzione di infrastrutture informatiche 2004-2007 40,96 1,61 3,9% nei luoghi di lavoro – e frammentazione in- ternazionale della produzione quale causa 2008-2011 125,96 3,33 2,6% primaria di disoccupazione e disuguaglian- 2012-2015 331,84 5,90 0,2% za nella distribuzione dei redditi. 2016 135,99 2,37 1,7% Nella sua evoluzione recente, que- 2017 177,87 3,03 1,7% sta letteratura – il passaggio dallo Skill al Routine biased technological chan- ge (RBTC) – ha visto uno spostamento dell’attenzione dalla generica dotazio- ta da Bezos – di considerare praticamente senza limi- ne di skill dei lavoratori alle mansioni effettivamente ti la possibile crescita di Amazon. È evidente che que- svolte nei luoghi di lavoro, che sono il ‘vero’ ogget- sti tre elementi riflettono precisi assetti istituzionali: to della potenziale (totale o parziale) sostituzione da le modalità di retribuzione dei manager, la facilità di parte delle macchine. Per stimare correttamente l’im- influenzare le valutazioni di Borsa oltre i ‘fondamen- patto del cambiamento tecnologico sull’occupazione, tali’ rappresentati dai profitti, l’assenza di politiche di dunque, occorre classificare il lavoro in base alle ca- tutela della concorrenza che pongano (anche) limiti ratteristiche delle mansioni – ad esempio, relativa- alle quote di mercato di una singola impresa. In que- mente al grado di ripetitività che le caratterizza e che sto contesto maturano, dunque, redditi altissimi che approssima la relativa suscettibilità all’automazione – rendono peculiare la disuguaglianza contemporanea, e al loro peso relativo – ovvero l’importanza relativa di non soltanto per l’altezza di questi redditi, ma anche una certa mansione per una data figura professiona- per il modo nel quale vengono conseguiti. E tutto ciò le. Il focus sulle mansioni costituisce un passo (analiti- sembra avere, tra le altre, la caratteristica di non pre- co) in avanti importante per identificare gli effetti oc- supporre la creazione di profitti. cupazionali dell’innovazione (sebbene rilevati dal solo lato dell’offerta). Ed è proprio adottando l’approccio 3. Digitalizzazione, automazione e lavoro del RBTC, che un crescente numero di studi sta ten- Una delle ragioni principali per cui l’attuale proces- tando di valutare l’impatto occupazionale dell’attuale so di digitalizzazione e automazione sta attirando una processo di digitalizzazione e automazione delle rela- crescente attenzione da parte di studiosi e policy ma- zioni socio-economiche5. ker riguarda i timori che tale processo possa esporre una Le stime sin qui prodotte circa l’impatto occupa- moltitudine di lavoratori al rischio di sostituzione da par- zionale delle correnti trasformazioni tecnologiche al- te di macchine e dispositivi digitali; e/o che il medesi- ludono alla possibilità di effetti radicali. Frey e Osbor- mo processo possa acuire la dinamica di polarizzazione ne (2017) prevedono la sparizione del 40% dei posti e diseguaglianze in termini di distribuzione del reddito di lavoro nei soli Stati Uniti mentre secondo Arntz e opportunità occupazionali. Dopo essere stato al cen- et al. (2016), che adottano un approccio metodolo- tro dell’attenzione di economisti classici come Ricardo gico parzialmente diverso, ‘solo’ il 12% delle profes- e Marx, lo studio della relazione tra cambiamento tec- sioni sarebbe a rischio. A prescindere dalla variabili- nologico, dinamiche occupazionali e distributive tor- tà delle stime, il grado di allarme implicito in entrambi na alla ribalta con l’avvento dell’ICT e la globalizzazione gli scenari è evidente. Tuttavia, l’effettiva attendibilità dei mercati. Dalla seconda metà degli anni ’90 del secolo di previsioni di questo tipo può essere posta in que- 5 Su questo punto si vedano Quaranta et al. (2017) e Gualtieri et al. (2018). Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata 25
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp stione in virtù di una serie di considerazioni di carat- Acemoglu e Restrepo (2018) hanno misurato l’im- tere concettuale e metodologico. In primo luogo, tali patto occupazionale dell’introduzione di robot nella previsioni assumono implicitamente la stabilità del- manifattura USA. Nel periodo 1990-2007, per ogni ro- le condizioni strutturali dell’economia nell’orizzonte bot introdotto (per 1000 occupati), hanno perso il la- temporale che prendono in considerazione. Si trascu- voro fino a 6,2 lavoratori e i salari sono caduti dello ra cioè la cruciale interazione (endogena e ricorsiva) 0,7%, con una riduzione complessiva di 670.000 po- che nel tempo tende a stabilirsi tra cambiamento tec- sti di lavoro. Gli effetti a livello aggregato sono mino- nologico, composizione settoriale dell’economia, rap- ri perché, grazie alla diminuzione del prezzo dei beni porti di forza tra gruppi sociali, variazioni nel sistema prodotti con i robot, si è creata occupazione altro- delle preferenze e nelle caratteristiche della doman- ve: si sono persi nel complesso 3 lavoratori e i salari da, eterogeneità nella capacità di assorbimento del- sono diminuiti dello 0,25% per ogni robot introdotto le innovazioni tra imprese, settori e aree geografiche per mille lavoratori. Queste evidenze mettono in luce nonché vincoli politici, culturali e normativi all’adozio- due elementi. Il primo riguarda l’operare di ‘meccani- ne delle nuove tecnologie. L’operare di questo com- smi compensativi’ (si veda la discussione che segue) plesso intreccio di dimensioni socio-economiche è ciò la cui portata non è però, perlomeno nel caso preso che effettivamente plasma la traiettoria lungo la quale in esame da Acemoglu e Restrepo (2018), in grado di le economie si posizionano in un processo di cambia- compensare totalmente la distruzione di posti di lavo- mento. La mancata considerazione di queste dimen- ro riconducibile al materializzarsi dei robot. In secon- sioni rischia di sgretolare l’attendibilità delle stime do luogo, si conferma l’importanza dell’eterogeneità sull’impatto futuro del cambiamento. geografica degli effetti con distruzione e creazione di Per ciò che concerne gli effetti occupazionali del posti di lavoro distribuiti asimmetricamente tra le di- cambiamento tecnologico, un tema rilevante è quel- verse aree. Un’altra fonte di eterogeneità concerne lo dell’automazione e, in particolare, dell’introduzio- la diffusione delle nuove tecnologie e la distribuzio- ne dei robot che minacciano il lavoro umano poten- ne dei loro effetti a livello settoriale. Nel settore mani- do sostituirsi ad esso in una pluralità di mansioni sia fatturiero la produttività sembra essere cresciuta ben nella manifattura sia nei servizi. Secondo la Interna- più che nel resto dell’economia americana – la cresci- tional Federation of Robotics6, tra il 2011 e il 2016 la ta stimata da Acemoglu e Restrepo (2018) per il ma- vendita dei robot è cresciuta in media del 12% all’an- nifatturiero è pari al 4,7% annuo tra il 2000 e il 2007 no, come mai in precedenza. Se il tasso di crescita ri- contro il 2,6% del complesso dell’economia con esclu- manesse questo, il numero di robot impiegati tripli- sione dell’agricoltura – smentendo o, comunque, ridi- cherebbe ogni dieci anni. Tuttavia, se si guarda alla mensionando la tesi che i robot non abbiano effetti di distribuzione dei robot venduti per area geografica è rilievo sulla produttività. possibile osservare una non omogenea distribuzione Sebbene le previsioni circa gli effetti occupaziona- delle innovazioni tra le varie aree economiche. Più del li attesi del cambiamento tecnologico soffrano di li- 60% delle vendite di robot si concentrano in cinque miti metodologici che pongono in questione la loro Paesi: Cina, Corea, Giappone, Stati Uniti e Germania. complessiva attendibilità, la loro tendenziale conver- Ciò riflette una gerarchizzazione territoriale a sua vol- genza verso scenari a elevata disoccupazione tecnolo- ta riconducibile alla forza tecnologica e alla specializ- gica rende lecito porsi il problema dell’adeguamento zazione produttiva dei diversi Paesi. Questo elemen- delle istituzioni di fronte a tali rischi. Inoltre, a pre- to è di particolare importanza poiché l’intensità e la scindere dall’accuratezza delle stime circa i lavori che distribuzione degli effetti occupazionali del cambia- si potrebbero perdere, è verosimile prevedere la cre- mento tecnologico possono essere significativamente scita di lavori organizzati tramite le piattaforme digi- influenzate dal posizionamento gerarchico e dall’in- tali. Questi ultimi, in ragione della significativa capa- tensità tecnologica relativa dell’area che si considera cità delle imprese digitali di esternalizzare mansioni (Celi et al. 2017). e rischi fuori dal perimetro organizzativo dell’impre- 6 I dati sono disponibili all’indirizzo https://ifr.org/. 26 Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp sa (si veda il paragrafo precedente), tendono a carat- tà invariate (con occupazione a sua volta o invarian- terizzarsi per la presenza di scarse (o nulle) protezioni te o addirittura inferiore se l’innovazione in questione rispetto ai rischi sociali e per retribuzioni mediamente fosse di tipo labor-saving). Analogamente, l’efficacia inferiori a quelle riferibili a lavori organizzati in modo dei meccanismi operanti attraverso il canale maggiore tradizionale (De Stefano 2016). efficienza-maggiore domanda-maggiore occupazione Dunque, il potenziale impatto occupazionale del può dipendere dal modo in cui il maggior valore ag- l’attuale transizione tecnologica va valutato in termini giunto associato all’innovazione viene distribuito. sia di numero di lavori persi sia di sostituzione di oc- Se crescono i salari il valore aggiunto è distribuito cupazione esistente con lavori a bassa remunerazio- prevalentemente ai lavoratori e ne beneficerà la do- ne e scarsamente tutelati. Da questo punto di vista, manda di consumo; se crescono i profitti, esso è di- una simultanea riduzione dell’occupazione tradizio- stribuito ai capitalisti e dovrebbe crescere soprattutto nalmente oggetto di tutele – quali, ad esempio, le oc- la domanda di investimento; se, infine, cadono i prez- cupazioni manifatturiere che più di altre sono esposte zi il vantaggio è dei consumatori e il loro potere d’ac- al rischio di sostituzione da parte delle macchine – e quisto aumenterà con conseguenze potenzialmente crescita dell’occupazione ‘ibrida’ e poco tutelata qua- positive per la domanda di consumo. Tuttavia, le pro- le quella tipica delle piattaforme potrebbe tradursi in pensioni al consumo e all’investimento sono altamen- un generalizzato allargamento dimensionale dei seg- te eterogenee tra loro e al loro interno – cioè tra di- menti più fragili del mercato del lavoro. Un’evoluzione verse categorie di lavoratori e capitalisti – e, d’altro di questo tipo potrebbe avere chiare implicazioni sia canto, l’entità degli effetti finali dipenderà da molte sul piano micro – acuendo la fragilità e l’esposizione condizioni di contesto. Ad esempio, in presenza di un all’incertezza occupazionale ed economica per un nu- assetto distributivo sfavorevole al lavoro – ad esem- mero crescente di lavoratori – che su quello macroe- pio, nel caso di significativa debolezza dei sindacati e conomico – impattando negativamente sulle remune- dunque di relativa incapacità dei lavoratori di appro- razioni e sulla propensione al consumo delle fasce di priarsi di quote rilevanti del valore aggiunto prodotto reddito più basse incidendo altrettanto negativamen- – è verosimile che la crescita dei consumi sia troppo te sulla domanda aggregata – e ciò fornisce motiva- debole perché la compensazione abbia luogo in modo zioni ulteriori agli sforzi analitici tesi a disegnare le isti- adeguato. tuzioni e le politiche più adeguate per contenere tali Cercando di sintetizzare i risultati di un’ampia let- dinamiche. teratura si può dire che, con riferimento al passato, Un ulteriore elemento di preoccupazione riguar- le verifiche empiriche non danno grandi certezze cir- da la reale possibilità che i meccanismi compensativi ca l’efficacia di questi meccanismi. Il compito più dif- descritti, tra gli altri, da Autor (2015)7 si verifichino ef- ficile è stimare gli effetti del cambiamento tecnologi- fettivamente e che lo facciano con una misura capace co sull’occupazione a livello del complessivo sistema di neutralizzare i rischi di disoccupazione tecnologica. economico e, d’altro canto, non è privo di conseguen- Il grado di fiducia sull’efficacia di tali meccanismi è in ze il modo nel quale l’innovazione viene misurata, se, parte riconducibile allo schema teorico preso a riferi- ad esempio, come spesa in Ricerca e Sviluppo o come mento. In particolare, la presenza di potenziali ‘colli di investimento in macchine che incorporano le inno- bottiglia’ dal lato della domanda – quali quelli descrit- vazioni. Appare, comunque, sufficientemente prova- ti nei modelli di ispirazione keynesiana – potrebbe far to che l’innovazione di prodotto tenda a dare risulta- sì che i guadagni di produttività legati all’innovazione ti migliori dell’innovazione di processo e che gli effetti non si traducano in un aumento della quantità pro- a livello di impresa o di settore siano, in generale, più dotta, ma solo in un aumento dei margini a quanti- positivi di quelli riscontrabili a livello aggregato. Al di 7 I meccanismi descritti, tra gli altri, da Autor (2015) si articolano nel modo seguente. A fronte della distruzione di un po- sto di lavoro (sostituito da un dispositivo meccanico e/o digitale) o di un settore economico che sparisce verrebbe a cre- arsi, in presenza dei citati meccanismi compensativi, maggiore ricchezza a parità di fattori produttivi, dunque maggiore domanda e occupazione; o nuove attività necessitanti di nuove competenze in grado di compensare in termini quantita- tivi quelle scomparse. 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SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp là di questi pur rilevanti problemi si può osservare che lavori altamente standardizzabili, rigidamente etero- i diversi meccanismi rimandano, in fondo, agli assetti diretti e caratterizzati da basse remunerazioni – pos- istituzionali e, dunque, richiamano la nostra attenzio- sono essere coinvolti nel processo di accumulazione e ne sul rapporto tra istituzioni (e politiche), da un lato, messi a valore (Guarascio e Pianta 2018). e disoccupazione tecnologica, dall’altro: la caduta dei Questo processo di polarizzazione dei mercati del prezzi dipenderà dal grado di concorrenza prevalen- lavoro può avere implicazioni problematiche in termi- te nei mercati; la possibilità di avere salari crescenti è ni di disallineamento di domanda e offerta di compe- collegata alla forza del sindacato; l’incentivo che i pro- tenze, di distribuzione delle opportunità occupaziona- fitti possono dare agli investimenti dipende da molti li, di efficacia delle istituzioni deputate all’istruzione e altri fattori istituzionali che vanno dalle condizioni dei alla formazione nonché di incremento delle disparità mercati finanziari alla facilità di realizzare innovazioni nella distribuzione del reddito. Il modo in cui il cam- complementari in ambito organizzativo, dalla disponi- biamento tecnologico si è dispiegato ha contribuito bilità di forza lavoro con adeguate competenze al re- ad alimentare il problema: la creazione di nuovi pro- gime dei diritti di proprietà intellettuale (Calvino e Vir- dotti e nuovi mercati ha favorito la crescita dei pro- gillito 2017). fitti; l’introduzione di innovazioni di processo quali la I rischi di disoccupazione e le controversie teoriche digitalizzazione e l’automazione ha ridotto il peso con- circa l’efficacia/inefficacia dei meccanismi compensa- trattuale del lavoro, alimentato la disoccupazione tec- tivi rimandano al tema dell’asimmetrica distribuzio- nologica e compresso i salari. Parallelamente a ciò, l’e- ne dei benefici e dei costi derivanti dal cambiamento voluzione delle istituzioni nel senso di una maggiore tecnologico. Se l’attuale fase di digitalizzazione delle flessibilizzazione (in termini, ad esempio, di tutele nel produzioni e del consumo coincide con uno sbilancia- mercato del lavoro, di regolamentazione del commer- mento strutturale delle relazioni di potere – si pen- cio e della finanza a livello nazionale e internazionale) si, come già asserito, a come l’avvento dell’ICT con- compatibile con l’abbattimento delle barriere spazio- senta di flessibilizzare in termini spazio-temporali le temporali determinate dall’ICT ha ulteriormente favo- attività produttive o di controllare capillarmente le rito l’indebolimento (e l’individualizzazione) del lavo- azioni dei lavoratori – tra chi dispone e controlla l’in- ro approfondendo polarizzazione e diseguaglianze. novazione stessa e chi interagisce con essa senza po- Recenti analisi empiriche concentrate sulla rela- ter intervenire sulle sue modalità operative, questo zione tra cambiamento tecnologico – analizzato di- ha un inevitabile effetto sulla distribuzione delle risor- stinguendo esplicitamente tra innovazione di pro- se e delle opportunità. Da questo punto di vista, la dotto e di processo –, salari e profitti delle industrie dinamica parallela di diffusione dell’ICT nella produ- europee tra il 1994 e il 2012 (Pianta e Tancioni 2008; zione e nel consumo e l’aumento esponenziale delle Guarascio e Pianta 2018) hanno messo in luce come diseguaglianze sembra suggerire una correlazione tra la crescita dei profitti sia stata significativamente su- questi due fenomeni. In termini quantitativi, quanto periore a quella dei salari sia nei settori ad alta sia in affermato può trovare riscontro nel persistente decli- quelli a bassa tecnologia. Inoltre, le stesse analisi han- no della quota dei salari a favore di quella dei profit- no messo in luce l’eterogeneità del legame tra tecno- ti (nei tre decenni appena trascorsi la gran parte delle logia e salari: mentre l’innovazione di prodotto si lega economie ha sperimentato uno spostamento di 10- positivamente alla dinamica dei salari analogamente 15 punti percentuali a favore della quota profitti – su a quanto accade per i profitti, lo stesso non avviene questo punto, si veda Franzini e Pianta 2016), nella per l’innovazione di processo (tradizionalmente tesa gran parte delle economie; o nell’incremento della di- a ridurre il peso relativo del fattore lavoro nei proces- seguaglianza nella distribuzione delle remunerazioni si produttivi) poiché quest’ultima può far crescere i tra lavoratori con dotazioni di competenze differen- profitti e, al tempo stesso, deprimere i salari. In ter- ziate. In questo senso, la polarizzazione (occupaziona- mini generali, Pianta e Tancioni (2008) e Guarascio e le e dei redditi) che sembra caratterizzare la quasi to- Pianta (2018) mostrano come le trasformazioni tec- talità dei mercati del lavoro è descrivibile come l’esito nologiche che hanno interessato l’industria europea di un processo di trasformazione tecnologica median- nel ventennio recente abbiano favorito i profitti ben te il quale lavori a bassa intensità di conoscenza – cioè più dei salari, a prescindere dalla pur necessaria dif- 28 Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata
SINAPPSI - Connessioni tra ricerca e politiche pubbliche | Anno VIII | n. 2/2018 | Rivista quadrimestrale dell’Inapp ferenziazione tra l’effetto delle innovazioni di prodot- li. Tuttavia, una crescita dell’occupazione trainata dal- to e di processo. la diffusione delle piattaforme digitali potrebbe risol- Bogliacino et al. (2017) hanno approfondito que- versi in un cambiamento di stato dell’occupazione già sta analisi introducendo due fattori considerati rile- esistente piuttosto che nella creazione di nuova oc- vanti nel determinare direzioni e caratteristiche della cupazione. Da un lato, la contrazione dell’occupa- relazione tra tecnologia e dinamica di profitti e sa- zione nei settori tradizionali (tendenzialmente carat- lari: la delocalizzazione delle attività produttive – il terizzati da lavoro dipendente) potrebbe favorire il cosiddetto offshoring – e la distinzione dei salari in flusso dei lavoratori in uscita da tali settori verso il la- base alle competenze (low, medium e high) dei diver- voro autonomo/non regolamentato gestito tramite le si gruppi di lavoratori. I risultati mostrati da Boglia- piattaforme. Inoltre, nei casi in cui il perimetro del- cino et al. (2017) qualificano ulteriormente quanto le piattaforme tenda a sovrapporsi a quello di mer- argomentato in precedenza mettendo in luce come cati già esistenti – si pensi al caso del trasporto priva- la possibilità di delocalizzare parti del processo pro- to su gomma e di Uber (Guarascio 2017a) – il lavoro duttivo sia un elemento che favorisce ulteriormente i sin lì configuratosi come autonomo può trasformarsi profitti e che danneggia i salari, ad eccezione di quelli in un ibrido caratterizzato, da un lato, dalla flessibilità corrisposti ai lavoratori ad alta competenza. Misuran- (e dall’assenza di tutele nei confronti dei rischi) tipica do poi l’effetto congiunto di innovazione e offshoring del lavoro autonomo; dall’altro, da un grado di subor- sui salari emerge come la sola categoria di lavorato- dinazione e di etero-direzione delle mansioni partico- ri effettivamente in grado di beneficiare dell’inno- larmente accentuato come tipicamente avviene nel- vazione tecnologica sia quella degli high-skilled. Bo- le labour platforms digitali (su questo tema si veda De gliacino et al. (2017) evidenziano, dunque, come la Stefano 2016 e Collier et al. 2017). relazione tra tecnologia e redditi sia mediata da signi- ficative eterogeneità in termini di caratteristiche del- 4. Gli effetti su mansioni e competenze la forza lavoro, di assetti organizzativi (localizzazione La digitalizzazione delle relazioni socio-economiche delle produzioni) e carattere tecnologico dei proces- coincide con un approfondimento del processo di si e dei prodotti. frammentazione delle relazioni lavorative già in cor- Infine, concentrando l’attenzione sul settore dei so da diversi decenni (Gallino 2011)8. La capillare pro- servizi, gli effetti occupazionali delle nuove tecnologie grammabilità e il ‘controllo algoritmico’ dei processi di vanno analizzati principalmente in relazione al diffon- produzione rendono questi ultimi sensibilmente più dersi delle piattaforme digitali di erogazione e inter- flessibili rispetto a quanto consentito dai precedenti mediazione di servizi (espletabili sia nel mondo fisi- strumenti di gestione e controllo (Eurofound 2018). co, ed è il caso di piattaforme come Uber, sia in quello Questo processo incide sia sulla dimensione spazia- virtuale ed è il caso di Amazon Mechanical Turk). Uno le – con la possibilità di etero-dirigere e coordinare stimolo alla crescita dell’occupazione potrebbe deri- lo svolgimento delle mansioni lavorative a prescinde- vare dal fatto che le piattaforme consentono (in ta- re dalla localizzazione dei soggetti e degli oggetti coin- luni casi) di formalizzare l’erogazione di servizi prima volti nel processo – sia su quella temporale – potendo difficilmente formalizzabili. Da questo punto di vista, mantenere vive e quindi attivabili le connessioni sen- le piattaforme costituiscono un potenziale motore di za soluzione di continuità – producendo modificazio- crescita del lavoro autonomo. Inoltre, esse consento- ni profonde nelle caratteristiche e nelle modalità di no di aumentare in modo estremamente significati- espletamento delle relazioni lavorative. In aggiunta a vo l’offerta di lavoro relativa a servizi tradizionalmen- ciò, la possibilità di ‘digitalizzare’ frammenti infinitesi- te caratterizzati da rigidità quali il trasporto privato su mali dei processi di lavoro consente una parcellizza- gomma, i servizi per la persona o i servizi intellettua- zione delle mansioni che ricorda, in una certa misura, 8 Con la digitalizzazione le macchine acquisiscono un’intelligenza propria, accumulano memoria delle azioni (e degli erro- ri) passati, divengono in grado di riprogrammarsi a un ritmo che potrebbe ridurre la necessità di supervisione e di inter- vento da parte degli umani. Franzini, Guarascio | Questa volta è diverso? Mercati, lavoro e istituzioni nell’economia digitalizzata 29
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