Educational Lab Esperienze, riflessioni e prospettive: Rivedere i modi di pensare e apprenderne di nuovi - Patrocinato dal Fondo europeo di ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Educational Lab Esperienze, riflessioni e prospettive: Rivedere i modi di pensare e apprenderne di nuovi... Patrocinato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal programma Interreg V-A Italia–Austria 2014–2020
Educational Lab Esperienze, riflessioni e prospettive: Rivedere i modi di pensare e apprenderne di nuovi... L’opuscolo »Educational Lab« è stato redatto all’interno del progetto »ITAT 1037| EES AA | Entrepreneurial Ecosystem Alpe Adria«, patrocinato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal programma Interreg V-A Italia–Austria 2014–2020. Le attività formative finanziate e messe in atto dal progetto sono descritte nei testi che seguono.
Il progetto »Educational Lab« non si limita a chiamare in causa i principi dell’economia circolare ma considera la stessa formazione come circolare. Da questa non si sfugge. O meglio: non si vuole sfuggire. ¶ I laboratori sono perfettamente attrezzati per fare in modo che la chimica, la fisica, la biologia e la tecnica non rimangano concetti e fenomeni astratti bensì diventino tangibili. Con un approccio sperimentale e anche giocoso si esplorano Prefazione le teorie naturalistiche, i processi economici e sociopolitici, le conquiste tecniche. Talvolta tutto insieme. Tuttavia, al pari di altre iniziative paragonabili in campo formativo extrascolastico, anche per l’»Educational Lab« vale l’avvertimento della Nel contesto internazionale, il progetto »Educational Lab« OECD nel 2018: la dipendenza finanziaria da un unico potere decisionale politico implica il rischio di sparire dalla scena al è pensato per concretizzare una richiesta delle Nazioni primo cambiamento di rotta. Unite relativa alla »Agenda 2030«: sviluppo sostenibile ¶ Un presupposto importante per la formazione è un’atmosfera positiva e serena. La creatività, le idee e gli è un compito della formazione e una questione esperimenti mettono di buon umore e incuriosiscono, di formazione. dando come risultato quella serietà con cui giovani e meno giovani sperimentano nell’»Educational Lab«. ¶ »Connoisseurship« è ciò che ha chiesto la OECD ¶ In un contesto di questo tipo si può rinunciare nel 2018, dichiarando che i pedagoghi sono designer. fiduciosamente ai »formalismi«. Come alle lezioni scandite da orari o al suono della campanella della ricreazione. Perché La sostenibilità ha bisogno non solo di imprenditori la formazione non si può interrompere quando l’interesse ma anche di conoscitori, per l’appunto »Connoisseure«. sta crescendo e l’impegno è al massimo. Di qui l’esigenza di analizzare sviluppi, di discutere le innovazioni anche sotto il profilo dei loro effetti sulla società e sulla natura. VErsiOnE inglEsE E tEDEsCa sono disponibili in formato digitale sul sito www.educational-lab.at
Im »Educational Lab« werden nicht nur Lehren aus der Kreis- laufwirtschaft gezogen, sondern Bildung selbst wird als Kreislauf verstanden. Hier entkommt man ihr nicht. Anders gesagt: Hier will man Bildung nicht entkommen. ¶ Die Labore sind bestens ausgestattet, damit Chemie, Physik, Biologie und Technik nicht nur abstrakte Formeln und Phänomene bleiben, sondern greifbar werden. Hier erforscht man spielerisch und experimentell naturwissenschaftliche Vorwort Theorien, wirtschaftliche und gesellschaftspolitische Prozesse sowie technische Errungenschaften. Und manchmal alles gemeinsam. Aber wie vergleichbare Initiativen im außerschuli- schen Bildungsbereich, betrifft auch das »Educational Lab« Im internationalen Kontext setzt das »Educational Lab« die Warnung, die die OECD 2018 herausgab: Die finanzielle Abhängigkeit von einem einzigen politischen Entscheidungs- eine Forderung der Vereinten Nationen aus der träger birgt die Gefahr, bei einem Kurswechsel schnell »Agenda 2030« um: Nachhaltige Entwicklung ist eine wieder von der Bildfläche zu verschwinden. ¶ Eine wichtige Voraussetzung für Bildung ist eine Bildungsaufgabe und eine Bildungsfrage. positive, entspannte Stimmung. Kreativität, Einfallsreichtum und ¶ »Connoisseurship« fordert 2018 die OECD ein, und das Experimentieren sorgen für Lachen, gespannte Erwartung und führen schlussendlich zu jener Ernsthaftigkeit, mit der Kinder erklärt Pädagogen zu Designern. Nachhaltigkeit braucht und Junggebliebene am »Educational Lab« an ihren Versuchs- nicht nur Entrepreneure, sondern auch Auskenner, reihen arbeiten. ¶ In so einer Situation kann man auf »Formvorgaben« »Connoisseure«. Damit verbunden wird die Aufforderung, getrost verzichten. Auf zeitlich begrenzte Lerneinheiten genauso Entwicklungen zu hinterfragen und Innovationen auch wie auf den Ton von Pausenglocken. Denn Bildung kann und darf nicht aufhören, wenn die Spannung steigt und die in Hinblick auf ihre Auswirkungen auf Gesellschaft Herausforderung am größten ist. und Natur zu diskutieren. DigitalE VErsiOn in Englisch und Italienisch zum Download unter www.educational-lab.at
In the »Educational Lab«, not only are lessons learned from the circular economy, education itself is seen as a circle. You can’t get away from it here. Or in other words: You won’t want to get away from it here. ¶ The laboratories are excellently equipped such that chemistry, physics, biology and technology are not simply abstract formulae and phenomena — they become tangible. It’s a place to explore scientific theories, economic and socio- Foreword political processes and technical achievements in a playful and experimental way. And sometimes everything at once. But like comparable initiatives in the out-of-school education sector, the »Educational Lab« is also impacted by the warning issued by Within an international context, the »Educational Lab« the OECD in 2018: financial dependence on a single political decision-maker brings with it the risk of quickly disappearing is implementing a United Nations »Agenda 2030« from the radar if there is a change in policy. requirement: sustainable development is an educational ¶ An important prerequisite for education is a positive, relaxed atmosphere. Creativity, inventiveness and experi- task and an educational issue. mentation guarantee laughter and excited anticipation, ultimately ¶ The OECD called for »connoisseurship« in 2018, giving way to that seriousness with which the young and young- at-heart adults, set about their series of experiments at the and classed teachers as designers. Sustainability »Educational Lab«. does not just need entrepreneurs, it also needs experts, ¶ In an environment like this, »procedural rules« can be ignored. Learning units as well as the sound of the bell at break or »connoisseurs«. Associated with this, is the call time. Because education cannot and must not stop when the to question developments and discuss innovations, tension rises and the challenge is at its greatest. including their effects on society and nature. gErman anD English VErsiOn is available in digital form at www.educational-lab.at
L’apprendimento non deve finire in un vicolo cieco. Nell’ »Educational Lab« la cooperazione e il networking non avvengono solo fra docenti e studenti ma anche fra gli autori dei moduli e le istituzioni didattiche. Una valutazione sotto forma di »ricerca parallela« serve a capire se e come funzioni il principio. Questa ricerca parallela fa parte integrante della concezione sin dal primo momento. Gli specialisti verificano l’efficacia del lavoro e Educational Lab le attività di networking dei singoli moduli, sia all’interno presso Lakeside Science &Technology Park che all’esterno. ¶ L’»Educational Lab« vuole stimolare cambiamenti e impone a se stesso di rimanere in movimento. Lo garantiscono i bandi pubblici e l’invito a presentare sempre nuove »concezioni Il lavoro di concezione dell’»Educational Lab« è iniziato formative innovative«. Ci sono settimane di promozione e una »lunga notte della ricerca« che invitano a prendere contatto nel 2015, mentre la costruzione ha preso il via un anno prima, e a visitare la struttura. nel 2014. L’edificio in cui si trova l’»Educational Lab« ¶ Un gruppo di consulenza affianca tutti gli sviluppi. I membri di questo »gruppo di coordinamento« si sono assunti ospita anche l’amministrazione del »Lakeside Science & la responsabilità di promuovere il consolidamento Technology Park« oltre che varie sale per incontri e l’evoluzione dell’»Educational Lab«. e manifestazioni. Dati ¶ L’offerta didattica extrascolastica comprende 2013 iniziO DEl prOgEttO EDilE materie come scienze, matematica, informatica, innova- zione, imprenditoria, lingue e cultura. Ne possono 2014 iniziO DEi laVOri beneficiare non solo alunni di scuola ma anche studenti 2015 stuDiO DElla COnCEziOnE universitari, docenti e interessati alla formazione. 2016 COnCrEtizzaziOnE ¶ Nei singoli moduli si apprendono metodi e li si sperimentano, trasportandoli dai laboratori all’attività primavera 2017 ingrEssO nEll’EDifiCiO E primi mODuli didattica. Gli strumenti non sono soltanto le pagine Il Lakeside Science & Technology Park mette a disposizione di carta ma anche le teste delle persone, che escono i locali che servono ai moduli senza richiedere un canone d’affitto. I costi correnti e di esercizio sono a carico delle organizzazioni dall’»Educational Lab« con molta empatia ed responsabili dei moduli. esperienze preziose. Nel 2019 hanno frequentato l’Educational Lab circa 15.100 persone, di cui ben 8.600 il solo modulo »BIKO mach MINT«. Collaboratori: a seconda delle mansioni, cinque persone del Lakeside Park si suddividono gli incarichi organizzativi spalmandoli su circa l’equivalente del tempo pieno. L’»Educational Lab« è patrocinato dal Lakeside Science & Techno- logy Park, dal Land Carinzia, dal Ministero federale di formazione, scienza e ricerca, inoltre dal »Fondo europeo di sviluppo regionale – FESR«.
12 NaWimix Formazione e approfondimento extrascolastico di scienze 16 BiKO mach MiNt Moduli Cooperazione formativa della Carinzia nell’ordine cronologico dell’ istituzione 20 inspire! Lab e progetto di cooperazione Innovation Spirit and Entrepreneurship Lab 24 Global Citizen Campus Ricerca e formazione per la società globale 26 Education Studio Comunicazione e mediazione di conoscenze 29 SustainAbility Lab Cooperazione formativa sulla sostenibilità 32 Smart Lab Il laboratorio aperto delle fabbricazioni 36 product life lab Sustainable Entrepreneurship Education ed economia circolare 40 Spiderino Robotica (collettiva) come strumento pedagogico 43 Equality Lab Il centro femminile di Klagenfurt nell’»Educational Lab« 46 Progetto di cooperazione Entrepreneurial Ecosystem Alpe Adria L’imprenditoria non conosce confini
»Formazione«, spiega Bernhard Schmölzer, direttore del modulo »naWimix« nell’»Educational Lab«: »la formazione è quello che rimane quando le nozioni apprese sono ormai dimenticate.« Lo diceva già oltre un secolo fa il pedagogista riformatore tedesco Georg Kerschensteiner. NaWimix ¶ I partecipanti del modulo formativo »naWimix« imparano a comprendere il fascino di materie come la matematica, Formazione e approfondimento l’informatica, le scienze e la tecnica (mint). La risposta è questa: extrascolastico di scienze apprendere scoprendo e ricercando. A tale scopo »NAWImix« offre ai docenti gli spazi e i tempi per approfondire le loro conoscenze di chimica, matematica, fisica, biologia e materie generali. Nell’ingresso dove si accede al »NAWImix« sono appese ¶ »Il problema dei docenti non è la didattica specifica o il metodo«, fa notare Bernhard Schmölzer. In questo i docenti due sedie. Entrambe sono fissate al soffitto con funi. sono perfettamente preparati. Quello che invece gli studenti Una sedia ha le funi inserite in un paranco, l’altra invece ha si aspettano maggiormente sono approfondimenti particolari che li facciano sentire in grado di comprendere a fondo argomenti solo funi che pendono dal soffitto. Perché con la prima come ad esempio il »cambio climatico«. Aiutarli è l’obiettivo sedia ci si può issare fino in alto e con l’altra no? dichiarato di »naWimix«. ¶ Certo, non si può dotare il docente di un’attrezzatura ¶ Prima di tutto c’è la percezione. Guardare, sedersi, completa, sì però dargli un’idea di come la tematica si possa sperimentare. Le spiegazioni vengono dopo. Di solito quello affrontare anche con un approccio diverso. Con questa conoscenza ed esperienza, anche la migliore delle attrezzature che rimane non è la spiegazione letterale ma il ricordo di può passare in disparte. Lo dimostrano i ricercatori del CErn. come si è riusciti ad arrivare fino al soffitto. Vale tanto per gli Non c’è nessun altro che abbia a disposizione un’attrezzatura come il »Large Hadron Collider«. E ciò nonostante ai fisici alunni di scuola quanto per universitari e docenti. capita spesso di trovare più utili sequenze del tutto semplificate che non l’acceleratore di particelle. Nessuno vorrebbe farne a meno, ma l’aspetto decisivo è che i ricercatori del laboratorio hanno acquisito le conoscenze necessarie per esaminare un problema da varie angolature. Anche fuori dal laboratorio, magari durante la pausa nel giardino davanti alla mensa. ¶ Il taglio scelto per »naWimix« prevede una serie di momenti: dapprima i candidati all’insegnamento arrivano in visita, poi gli studenti accettano l’invito a una »lezione di prova«. Il pedagogo che supera con buon esito la prima visita al »NAWImix« riceve il consenso a tornare con la sua classe. ¶ Per intraprendere questo viaggio, »naWimix« si fa carico al 100 percento dei costi di trasferta. Ciò nonostante, riferisce Bernhard Schmölzer, l’offerta non è molto sfruttata. Per esempio si sente dire che il viaggio da un paese come Kötschach-Mauthen è troppo lungo, oppure che una valle come Mölltal è troppo lontana e non si riesce a rientrare negli orari. 12 13
¶ Viceversa, i docenti che non si lasciano scoraggiare da Dati ostacoli come questi riferiscono degli effetti incoraggianti della Il nome »NAWImix« sta a indicare il centro didattico di scienze visita. Da un lato il merito è dell’entusiasmo dei bambini. Dall’altro dell’accademia pedagogica della Carinzia – Viktor Frankl Hoch- è la certezza di poter essere in grado di affrontare tematiche schule. Fondata nel 2012, quest’istituzione extrascolastica ha complesse catturando l’interesse e con buon esito. I collaboratori lavorato negli ultimi cinque anni sull’»Educational Lab« mettendo del »naWimix« si muovono come »amici scientificamente critici«. in piedi un’infrastruttura moderna che da un lato si occupa Osservano il processo di insegnamento, lo analizzano e forni- di ricerca, dall’altro sviluppa modelli didattici per trasmettere le scono un feedback. Se i bambini siano stati preparati alla visita, conoscenze scientifiche a docenti e studenti dell’accademia i collaboratori del »naWimix« lo capiscono subito: pedagogica. lo rivelano le loro domande o il loro silenzio. ¶ Il Ministero federale di formazione, scienza e ricerca Si avvale di un massimo di dodici collaboratori e collaboratrice, premia l’iniziativa dei docenti con un »certificato di qualità corrispondenti a sette in tempo pieno. A seconda della necessità MINT«. Viene conferito per una durata di tre anni a tutti gli istituti si chiamano altri colleghi e colleghe. scolastici che insegnano con creatività ed entusiasmo materie come scienze, informatica, matematica e tecnica. In Carinzia questi COOpEraziOni istituti sono attualmente 23. Nella collaborazione »Global Citizen Campus« si studia insieme la tematica »Global Citizenship Education« per la formazione didattica. Cooperazioni esterne Nel Lakeside Park il »NAWImix« dispone di partner che assistono Anche il »naWimix« impara di continuo. In Austria non esiste nelle richieste di incentivi regionali e progetti UE. Con il modulo una cattedra di didattica della matematica per la scuola primaria. »BIKO mach MINT«, i docenti hanno la possibilità di far conoscere Per tale motivo il »naWimix« collabora con l’università di Siegen. meglio la vita del laboratorio a bambini e ragazzi. Nel corso di un progetto uE, il team di Bernhard Schmölzer si è occupato di indagare come gli insegnanti delle scuole elementari OrganizzaziOnE rEspOnsabilE possano capire meglio le conoscenze di base che hanno i loro Accademia pedagogica della Carinzia – Viktor Frankl Hochschule allievi e quali sfide debbano poi affrontare nella scuola secondaria. Per farlo torna utile trascorrere qualche ora nella scuola materna intErlOCutOrE e poi nella nuova scuola media o nel liceo. Il risultato della Bernhard Schmölzer, direttore del centro didattico per le scienze ricerca ha convinto i pedagoghi al punto tale che ora si è cambiata della Carinzia (RECC) | bernhard.schmoelzer@ph-kaernten.ac.at la programmazione curricolare della facoltà di pedagogia. Dal prossimo semestre invernale il programma sarà modificato patrOCinatOri di conseguenza. »NAWImix« è patrocinato dal Ministero federale di formazione, ¶ Anche l’Università Ludwig Maximilian di Monaco scienza e ricerca, dal Land Carinzia, dai fondi di incentivi economici si è interessata alle attività del »naWimix«. Infatti il »naWimix« della Carinzia, dalla fondazione Kärntner Sparkasse e dalla Kelag è stato inserito nella rete dei docenti tedeschi. Inoltre, all’interno del programma di mobilità europea »Erasmus plus«, è stato appena avviato un accordo con la didattica di chimica a Porto, in Portogallo. 14 15
Qui i bambini non ricevono istruzioni ma formulano le loro ipotesi. E da soli verificano se sono giuste o sbagliate. Ogni passo lo documentano in una scheda da ricercatori: »Nome della tappa. Il tuo nome. Che materiale usi?« ¶ Non importa che ci si occupi di chimica, fisica, biologia o che si vada nella zona »Natura 2000« ai margini del parco: alla prima domanda ne segue una seconda: »Tu cosa pensi che BiKO mach MiNt succeda?« »Una volta che i bambini hanno scritto le loro Cooperazione formativa della Carinzia ipotesi nella scheda, segue l’esperimento concreto. Gli alunni lo descrivono, spiegando che risultato si attendono e perché« È così che Robert Münzer illustra il metodo di »biKO mach mint«. Nell’ingresso dove si accede a »BIKO mach MINT« sono ¶ Nel 2016 tutto è cominciato con un test. Quattro scuole pilota sono state invitate ad avviare un corso di prova. Ancora non appesi camici da laboratorio bianchi con le tasche. »Il camice esisteva un progetto paragonabile e quindi non si aveva esperienza bianco è fondamentale. Cambia subito l’atteggiamento di cosa funzionasse e come. I primi programmi didattici – i cosid- detti moduli – sono stati sviluppati insieme agli alunni. Al con- dei bambini«, racconta Robert Münzer di »BIKO mach MINT«. tempo si organizzavano le prime attrezzature, non solo moderne Non appena i bambini indossano il camice, non sono più ma anche in numero sufficiente da garantire trenta postazioni di lavoro autonome. Oggi »biKO mach mint« accoglie squadre inter- bambini delle elementari ma ricercatori e ricercatrici. nazionali che vengono a prepararsi alle gare e alle »olimpiadi di ¶ Questa scena è molto importante e spinge scienze«. E non potrebbero trovare condizioni migliori. ¶ Nel 2020 i docenti e gli alunni hanno a disposizione i bambini ad assumere una serietà che nelle normali lezioni 60 argomenti, quelli che in gergo chiamiamo »aree critiche«. scolastiche tende a mancare. Qui non c’è la campanella Le tematiche sono già strutturate e accompagnate dalle necessarie attrezzature. Inizialmente il nostro team ha fatto un errore, della ricreazione. I bambini e i ragazzi si confrontano osserva Robert Münzer: e cioè ha inviato l’offerta alle scuole con un certo argomento per tutto il tempo che occorre, fino della Carinzia e i docenti sceglievano. »Come si fa con un menù«. Tuttavia il team di »BIKO mach MINT« non è interessato a un a quando è stato compreso e sviscerato. Per gli alunni consumo della formazione. Lo scopo è collaborare e ragionare è un lusso che secondo loro si possono concedere autonomamente, cosa che viene chiesta non solo agli alunni ma anche agli insegnanti. solo gli adulti. ¶ Oggi non inviamo più una lista. Sono i docenti a formulare una richiesta nel momento in cui sanno quale argomento vogliono affrontare. Inoltre devono occuparsi loro di organizzare il viaggio. I biglietti del pullman o del treno li deve pagare la classe o la scuola. Viceversa i materiali didattici e le postazioni in laboratorio sono rese disponibili gratuitamente da »biKO mach mint«. Alcuni insegnanti lo trovano un problema insormontabile, altri invece si rivolgono al sindaco o cercano sponsor per offrire ai loro alunni l’occasione di sfruttare il laboratorio più volte all’anno. Ci sono scuole che danno l’esempio, come quelle della valle Lavanttal o di Kötschach-Mauthen. 16 17
¶ Le scuole particolarmente impegnate ricevono una ¶ Le attrezzature del laboratorio non consistono certificazione e quindi acquistano visibilità per alunni e genitori. soltanto in oggetti come microscopi, pipette e sostanze chimiche. I pedagoghi più impegnati sono quelli che propongono un I banchi sono provvisti di piccole videocamere collegate a un argomento di propria iniziativa. »Di recente si è aggiunto il tema proiettore. Quando un alunno vuole spiegare agli altri i risultati dell’acustica su proposta di una maestra.« Nel giro di un mese della sua ricerca, lo fa con la videocamera. In questo dibattito il materiale era pronto, gong e diapason compresi, e la classe ha »pubblico« emerge subito il particolare effetto del metodo. potuto venire. C’è sempre interesse, racconta Robert Münzer: nel laboratorio ¶ Nel laboratorio »biKO mach mint« ogni »scienziato in »biKO mach mint« non si sente mai un bambino dire »questa erba« ha una sua postazione di lavoro. Non ci sono alunni che è una stupidaggine«. Nessuno deride gli altri. Ognuno viene preso debbano seguire da spettatori un esperimento di gas detonante. sul serio e »ognuno si sente bene quando ha fatto le sue ricerche Lo fanno detonare loro. L’entusiasmo di poter fare da soli lo e ha scoperto qualcosa di nuovo per se stesso«.Tutto ruota si legge subito negli occhi dei bambini, racconta Robert Münzer: intorno all’argomento, al contenuto e alla soluzione. »Bisogna semplicemente lasciarli fare.« ¶ Ai docenti occorre spiegare perché un alunno non Dati debba necessariamente elaborare tutte le 16 tappe di un modulo. Oltre alle 20 »scuole partecipanti«, tutte le classi e tipi di scuole »È molto più utile se un alunno si appassiona a una certa tappa della Carinzia hanno a disposizione questa struttura extrascolastica. al punto da volervi rimanere. Quando trova la soluzione, lo avrà Previa prenotazione la si può sfruttare per attività legate a un fatto in modo eccellente e avrà imparato molto di più che certo progetto. Lo stesso vale anche per i genitori interessati alla non occupandosi di tutto«. Questa è un’altra esperienza che ci giornata »Open Space«. È stata istituita di recente e viene hanno insegnato i quattro anni di »biKO mach mint«: offerta ogni sabato dalle 9:00 alle 12:00. con meno si ha di più. ¶ Nel laboratorio non c’è una tabella di marcia prefis- COllabOratOri sata. Non ci sono voti, niente compiti in classe, niente udienze dei 9 genitori. E i ragazzi non si fanno intimorire da macchinari e sostanze chimiche. Certo, talvolta occorre intervenire un poco intErlOCutOrE per aiutare i docenti a sganciarsi dalle loro esperienze quotidiane. Robert Münzer | bmachmint@gmail.com Ma una volta introdotti all’approccio, li si lascia agire in auto- nomia e gestire il laboratorio da soli. Esattamente come gli alunni OrganizzaziOnE rEspOnsabilE delle elementari, delle medie o delle superiori. L’assistenza c’è, Dipartimento della giunta regionale della Carinzia, Rep. 6 ma rimane dietro le quinte. Formazione, scienza, cultura e sport ¶ »È proprio una gioia vedere come gli alunni siano scrupolosi con le strumentazioni. Le sanno davvero apprezzare. COOpEraziOni Le trattano con rispetto.« In laboratorio cambia anche il compor- Con »NAWImix«, con il centro didattico di scienze dell’accademia tamento dei cosiddetti »bambini difficili«. Magari non riusciranno pedagogica della Carinzia – Viktor Frankl Hochschule, a rimanere concentrati per un’intera mattinata – riferisce Robert con lo »Smart Lab« e »product life lab.« Münzer – ma abbiamo notato che si può catturare il loro interesse al punto tale che lavorano concentrati anche per due ore. patrOCinatOri Un bel successo. Patrocinato dal Lakeside Science &Technology Park, dal Land Carinzia e dal capoluogo regionale Klagenfurt 18 19
Nel laboratorio »inspire! Lab« emerge come i modelli com- portamentali assimilati condizionino il modo di agire. Basta soltanto aprire la porta dell’»Educational Lab« ed entrare nella grande sala, luminosa e bianca. »In un primo momento« – spiega Ines Krajger del team »inspire! Lab« – »ci sono persone che trovano sterile il bianco«. Tuttavia l’impressione svanisce presto. inspire! Lab ¶ Tavoli e pareti, armadi e sedie sono tutti bianchi Innovation Spirit and Entrepreneurship Lab ma vi si può scrivere sopra. Tutto l’inventario è mobile. Un invito ai partecipanti ad esserlo anche loro. Per afferrare questo concetto, a seconda della fascia d’età e del compito affidato si devono lanciare impulsi diversi. È questo uno degli Entrepreneurship significa molto di più che non insegnamenti che il team ha appreso in due anni di »inspire! Lab«. semplicemente avviare un’azienda. Quello che si intende ¶ Gli alunni per esempio trovano divertente trattare nel modulo »inspire! Lab« è la capacità di lavorare i tavoli e le pareti come blocchi di appunti. Non appena prendono posto, iniziano subito a scrivere. Nelle scuole normali è proibito. autonomamente assumendosi la propria responsabilità. Gli universitari invece sono molto più titubanti. Si mettono a ¶ Per incoraggiare un atteggiamento di questo scrivere su tavoli e pareti solo quando glielo si chiede. Le persone che già lavorano e che vengono all’»inspire! Lab« non ci pensano tipo occorre potenziare una serie di competenze differenti. nemmeno. Prima attendono istruzioni. Persino i relatori dell’ Nel laboratorio »inspire! Lab« gli alunni dell’istituto »inspire! Lab« devono ripensare il loro stile abituale. Se adottano proiezioni in PowerPoint e lezioni frontali, anche una sala tecnico commerciale incontrano studenti universitari di come questa perde il suo fascino, racconta Ines Krajger. Questo pedagogia economica, i game designer della scuola per ricordare che le esposizioni tipo »bullet point« non stimolano propriamente a usare la testa. tecnica di Ferlach incontrano i didattici, gli imprenditori ¶ Modificando la percezione, e osservando l’operato incontrano gli alunni. dal punto di vista delle discussioni, gli studenti più grandi brillano per riflessioni e spunti critici. Ragionano su ciò che si è detto, ¶ In altre parole si potrebbe dire: »inspire! build mentre gli alunni delle scuole prendono appunti con attenzione your business«, »inspire! goes to school«, »inspire! the next scrivendo in modo ordinato ogni parola. L’impressione di una sala che per loro era ancora uno spazio vuoto quando sono generation«, ... La cosa più importante però è scoprire entrati, svanisce nel momento stesso in cui si confrontano con che qui si mette in discussione tanto la rigidità dei sistemi l’apprendimento. ¶ L’»inspire! Lab« riesce anche a mettere il dito in formativi quanto quella delle strutture lavorative. diverse piaghe del sistema d’istruzione. Un elemento importante è l’irritazione. Si sviscerano non solo i metodi didattici ma anche l’applicazione di un »ambiente di studio che favorisca la creatività«. ¶ Nella prima fase di sviluppo, l’allestimento dell’ ambiente è stato affidato agli architetti. Il team ha bandito una gara d’appalto e i vincitori si sono messi al lavoro. Nella seconda fase, invece, si è chiesto ai studenti e docenti quali fossero le loro esigenze. Nella sala è stato così aggiunto un angolo cucina. Perché nutrirsi e pensare si appartengono. 20 21
¶ Un altro insegnamento ha a che fare con la storia dell’ Dati origine dell’»inspire! Lab«. Nel ventunesimo secolo la »Entre- Nell’»inspire! Lab« sono occupate due persone con un numero preneurship Education« è considerata una »competenza chiave«. di ore contenuto. I coach esterni vengono chiamati a seconda Non a caso nel 2014 è stata inserita nelle materie degli istituti del fabbisogno. tecnici commerciali. Questa competenza si può trasmettere anche sotto forma di giochi di pianificazione. Si tratta però di un L’infrastruttura viene sfruttata dalle scuole – attualmente sistema usato ancora troppo di rado nell’istruzione. L’»inspire! soprattutto dall’istituto tecnico commerciale – come luogo di Lab« invece lo ha fatto, e per di più collegando abilmente diversi apprendimento extrascolastico. Il target si sta ampliando. metodi e gruppi. Le ditte che sostengono finanziariamente il laboratorio hanno ¶ Il gioco di pianificazione è un gioco di ruoli che prevede accesso all’infrastruttura. un piano. In letteratura viene descritto come »apprendimento esperienziale«. In questo caso il piano è quello di fondare OrganizzaziOni rEspOnsabili un’azienda. »inspire! build your business«. Allo scopo bisogna Università Alpen Adria Klagenfurt, Istituto di management avere un’idea e denaro. Di conseguenza gli alunni e gli dell’innovazione e startup, assessorato scolastico studenti diventano fondatori e investitori. della Carinzia ¶ Le persone che operano sono: alunni dell’istituto tecnico commerciale e studenti della facoltà di pedagogia intErlOCutriCE economica o dei Game Studies dell’Università Alpen Adria. Ines Krajger | ines.krajger@aau.at Nel corso del gioco gli alunni si abituano a prendere le distanze dal ragionamento lineare, sostituendolo con l’analisi e il patrOCinatOri ragionamento sistematico, mentre gli universitari imparano dal Con il patrocinio della fondazione privata Cassa di risparmio contatto diretto con gli imprenditori. Analizzano i loro modelli Carinzia, Philips, addIT, Karnerta e Kelag. aziendali, li modificano e li ricompongono come i singoli pezzi di un puzzle. La differenza la fa il nuovo punto di vista che hanno acquistato nella discussione. ¶ Questo sistema ha effetti anche sul team di »inspire! Lab«. I collaboratori sono chiamati a guardare oltre, a ripensare continuamente i loro metodi. Per esempio, gli studenti della masterclass Gamedesign trovano sempre punti da criticare nel gioco »inspire! build your business«. Non sono mai soddisfatti né del decorso né del design del gioco. Gli alunni dell’istituto tecnico di Ferlach lo hanno trasformato improvvisamente in un gioco da tavolo dicendo: il successo bisogna premiarlo. Una cosa che il team, nella foga dello sviluppo, aveva completamente dimenticato. Grazie agli allievi si è rimediato all’errore, e ora le pedine del gioco vengono premiate con una decorazione. ¶ Il team di »inspire! Lab« incoraggia a ragionare e accoglie le proposte di cambiamento. I metodi non rimangono rigidi ma vengono costantemente rivisitati. Proprio all’insegna del motto »Open Innovation«. ¶ Come prossima tappa, il team progetta di accogliere più persone esterne alle istituzioni scolastiche. Anche l’esperienza di vita insegna. Combinare teoria e pratica, è questo il filo rosso che lega »inspire! Lab«. 22 23
Si analizzano metodi di apprendimento sperimentale e di ricerca. I ragazzi e le ragazze devono riflettere da soli, senza essere guidati, su cosa significhi diventare cittadino del mondo. Analogamente alla concezione »filosofare con i bambini«, qui gli alunni devono introdurre i loro propri argomenti. Il fatto che questo approccio comporti anche qualche rischio fa parte del programma: in fin dei conti si deve uscire dalla cornice abituale se Global Citizen Campus si vogliono afferrare concetti come internazionalizzazione, Ricerca e formazione per la società globale cittadinanza globale, sostenibilità. ¶ Tuttavia mettere in pratica quest’idea è una sfida. Se si accantona uno schema, ci vogliono stimoli. È un modello formativo faticoso ma decisamente interessante. La formazione ha bisogno di sviluppo. E gli sviluppi ¶ Per ora il gruppo di ricerca che si occupa del modello »Global Citizenship Education« è ancora sparuto, riferisce si possono stimolare e mettere in moto. Ma prima di vedere Heidi Grobbauer. Ma con il »Global Citizen Campus« le cose cambiamenti ci vuole tempo. È qui che la formazione cambieranno. ¶ Il progetto ha faticato a prendere il via. Non si è si distingue dall’economia, i processi sociali dagli eventi riusciti a trovare i finanziamenti necessari e quindi le risorse di naturali. personale si sono ridotte. Ora che il progetto si è spostato nell’»Equality Lab«, Heidi Grobbauer auspica una nuova partenza ¶ Il »Global Citizen Campus« si pone un obiettivo: per il »Global Citizen Campus«. Tutto sommato i due gruppi avvicinare gli alunni delle scuole della Carinzia all’idea del lavorano sullo stesso tema, anche se con premesse differenti. Heidi Grobbauer ha preso parte anche alla revisione del cittadino del mondo. »Global Citizenship Education« programma curricolare del corso universitario »Global Citizenship rientra nei 17 obiettivi identificati dalle Nazioni Unite per Education«. Il lavoro è riuscito bene e ora tornerà utile anche al modulo »Global Citizen Campus«. rendere possibile uno sviluppo sostenibile. Parola d’ordine: »Agenda ONU 2030«. Dati ¶ Si tratta dunque di individuare correlazioni, pari COllabOratriCE opportunità nell’accesso e nella distribuzione delle risorse, 1 ma anche equità e lealtà nei rapporti reciproci. A livello OrganizzaziOnE rEspOnsabilE locale e globale. Sono queste le tematiche centrali del KommEnt GmbH, società di comunicazione, sviluppo e formazione dialogica modulo »Global Citizen Campus«, finalizzato a promuovere la concezione formativa »Global Citizenship Education« intErlOCutriCE Heidi Grobbauer | heidi.grobbauer@komment.at e a spingere perché questa mentalità entri nelle istituzioni scolastiche. Tutto ciò può funzionare solo coinvolgendo partnEr alla COOpEraziOnE Accademia pedagogica della Carinzia – Viktor Frankl Hochschule nella fase concettuale gli studenti e i docenti e Università Alpen Adria Klagenfurt con relativi percorsi formativi. 24 25
Le amministrazioni comunali, le organizzazioni e gli operatori economici sono quasi obbligati a tenersi costantemente aggiornati. Hanno bisogno di informazioni su leggi e direttive, sui nuovi standard e risultati della ricerca se vogliono agire con efficienza e beneficiare delle offerte. ¶ La politica della tecnologia, i nuovi risultati della ricerca, gli sviluppi nella politica formativa ed economica sono Education Studio tanto preziosi quanto le conoscenze in materia di Comunicazione e mediazione di conoscenze »information retrieval«. ¶ »Education Studio« è un luogo d’incontro per gli adulti. Al pari degli alunni e degli universitari, anche gli adulti hanno bisogno di uno spazio dove sottrarsi alle tensioni dell’ Un’offerta per istituti di ricerca, economia e responsabili organizzazione quotidiana. Soprattutto quando sono chiamati a confrontarsi con un complesso di tematiche in modo di decisioni politiche transdisciplinare. ¶ Quando si conclude il percorso scolastico o uni- ¶ Un esempio, »esame della compatibilità ambientale«: le aziende devono mettere in pratica questo complesso di versitario, la formazione non finisce bensì è proprio allora tematiche, le autorità lo devono controllare. Tuttavia fra i due che comincia. »Education Studio« è lo spazio che vuole gruppi c’è vera comunicazione solo nel momento in cui la tematica diventa un problema da risolvere. Nell’»Education Studio« comunicare e mediare conoscenze. i due gruppi si sono interfacciati già in fase preliminare. »Con l’obiettivo«, spiega Jürgen Kopeinig del KWf, »che ognuno comprenda meglio la situazione dell’altro.« ¶ Da questo progetto è nata una guida intitolata »Ottimizzare i processi di autorizzazioni - Toolbox tutela della natura«. Nella prossima tappa si potrebbe allargare il giro agli amministratori comunali. ¶ Pertanto »Education Studio« assume un ruolo di mediatore. Viene gestito dal »Kärntner Wirtschaftsförderungs Fonds« [fondi incentivi economici della Carinzia], vale a dire da un’organizzazione che conta su una rete molto ampia. Si vengono a conoscere persone che operano negli organismi statali, organizzazioni, aziende, protagonisti della scienza. E ci si informa sulle tematiche all’ordine del giorno. ¶ Prendiamo ad esempio l’analisi dei dati. Interfacciare banche dati e scambiare dati è qualcosa che interessa tanto le autorità quanto gli imprenditori. E per entrambi costituisce una sfida. ¶ In campo scientifico sono molti gli organismi di ricerca interessati: informatica, statistica e matematica, ma anche sociologia, scienze politiche e filosofia. Non si tratta soltanto di tecnica e di affari. Del tutto secondariamente si dibattono anche nuovi contratti sociali. Lo testimoniano bene le faticose discussioni della Commissione Europea in materia di normative su e-privacy e protezione dei dati. 26 27
Dati Attualmente »Education Studio« si trova in fase di sviluppo. Le risorse di personale e i finanziamenti sono limitati, ed è solo da sei mesi a questa parte che Jürgen Kopeinig ha preso in mano l’agenda. Di principio »Education Studio« avrebbe le potenzialità per diventare una nuova piccola Davos. Anche il Forum economico SustainAbility Lab mondiale aveva cominciato in piccolo, in sordina e con poche risorse di personale. La posizione di partenza è la medesima: Cooperazione formativa sulla sostenibilità la base e la rete ci sono. intErlOCutOrE Il »SustainAbility Lab« si potrebbe descrivere come Jürgen Kopeinig | kopeinig@kwf.at laboratorio educativo della struttura »Educational Lab«. l’OrganizzaziOnE rEspOnsabilE DElla gEstiOnE ¶ Le sei istituzioni che si sono alleate nel 2016 formano è la KWF, »Kärntner Wirtschaftsförderungs Fonds« [fondi incentivi economici della Carinzia] il gruppo più eterogeneo dell’»Educational Lab«. Insieme si pongono domande sulla sostenibilità e sulla La KWF è partner del progetto »Entrepreneurial Ecosystem Alpe Adria«, all’interno del quale ha sviluppato e condotto »product life natura. Questo argomento è il filo conduttore lab«, una serie di workshop per scuole materne. Con »inspire! Lab« del laboratorio. Tutto il resto rimane in movimento. ha invece guidato il progetto »CoWorking Fellas 4 Business« per tesine di diplomi scolastici interdisciplinari. 28 29
»E.C.O.. Institut für Ökologie«, Università Alpen Adria Klagenfurt ¶ Il team si è sviluppato negli ultimi tre anni, trovando la con gli istituti »Networked and Embedded Systems«, »Sviluppo sua sede ed allargandola. Attraversa il Lakeside Park, fa tappa nelle e organizzazione scolastica« e corso master »Game Studies and ditte e negli istituti di ricerca che vi risiedono, prosegue fino Engineering«, Accademia della Carinzia con la facoltà di inge- all’università e alla riserva naturale europea Lendspitz-Maiernigg. gneria civile, »World Commission on Protected Areas«, »Alleanza ¶ Talvolta insegnare e apprendere funzionano come Convenzione delle Alpi«: la lista dei partner è lunga e lo diventa il pingpong: due studentesse del master »Games Studies and ancora di più quando si scopre che dietro alle organizzazioni citate Engineering« hanno ideato un gioco di ruolo per lo smartphone. si nascondono altri sodalizi e iniziative. Nel »SustainAbility Lab« si è convocata una »tavola rotonda« ¶ L’obiettivo di interfacciare tutti questi gruppi è per discutere il tema »Environmental Story Telling«. E i partner del tanto ambizioso quanto lo è la tematica stessa. Qui si dice tutto laboratorio, con le loro esperienze differenti, si sono messi a quello che si può dire sull’argomento della sostenibilità. disposizione delle due designer come beta-tester. Tutti ne hanno Nel ventunesimo secolo ne fanno parte materie come biodiversità, ricavato qualcosa. Gli uni hanno compreso il vantaggio dei parchi nazionali e diffusione della natura, ma anche droni, giochi sul computer, gli altri hanno imparato a capire meglio le sensori e games. esigenze dei vari utenti e a tenerne conto. ¶ L’organizzazione è formata da gruppi che a loro volta ¶ Transdisciplinarietà si potrebbe descrivere anche si suddividono in sottogruppi. Questo non facilita le cose. come il tentativo di incoraggiare la »connessione verso l’esterno Un insegnamento potrebbe essere quello di farne direttamente a e verso l’interno«. Mettere insieme persone di varie discipline, meno. Nel »SustainAbility Lab« si punta sull’auto-organizzazione. per un confronto sfaccettato sul tema della sostenibilità, Come si riesce a non scavalcare le idee degli altri bensì a rece- è comunque l’obiettivo che si pone il laboratorio. Si potrebbe pirle? Semplicemente non cancellandone le tracce. Per arrivare affermare che non c’è modo di fare diversamente. Se la sosteni- a quest’idea occorrono persone che si occupano di natura, bilità si prende sul serio, non ci saranno più indugi. Ma non di mondo animale, di habitat. ci sono successi immediati. È questo che la sostenibilità ha in ¶ Quando un gruppo di lavoro lascia il laboratorio, comune con la formazione. porta via le sue cose ma lascia messaggi al gruppo seguente. ¶ »Con lo scambio reciproco«, spiega Christina Sotto forma di appunti, cartelli o poster. Persino il modo Pichler-Koban, »si capiscono cose sulle esigenze di informazioni in cui sono disposti i tavoli diventa un veicolo di informazioni che hanno gli altri«. Come deve essere preparata una certa e non viene modificato. Perché dice qualcosa sul clima in cosa perché la possa usare un’altra persona? Non importa cui si è svolto il precedente workshop. E gli appunti lasciati se parliamo di conoscenze o di prodotti. »Anche se tutto questo in sala raccontano del tema che si è discusso. suona molto astratto, nell’»Educational Lab« e nel Lakeside ¶ Il principio è vecchio come quello della lettura delle Park diventa reale e tangibile.« orme. Le informazioni lasciate vengono viste, lette e attirano l’interesse di colleghi e colleghe. Lo scambio di conoscenze Dati avviene quando ci si può legare a un filo. Nel »SustainAbility Lab« Attualmente nel »SustainAbility Lab« non ci sono collaboratori questo filo è la curiosità del gruppo di lavoro successivo che retribuiti. Tutte le persone che vi lavorano prestano servizio stimola la discussione. volontario e provengono dalle organizzazioni partner. Insieme ¶ Un altro luogo per scambiare conoscenze, sfruttano gli spazi per workshop e sviluppo di conoscenze, anche se non necessariamente l’incontro dei partecipanti al discussione e informazione. »SustainAbility Lab«, è il cosiddetto »modulo facoltativo sostenibilità« offerto dall’Università Alpen Adria Klagenfurt. intErlOCutriCE »Qui sono rappresentati tutti i partner«, racconta Christina Christina Pichler-Koban | pichler-koban@e-c-o.at Pichler-Koban. Insegnano materie come ecologia, energia e pedagogia. In aula ci si interfaccia con l’esterno. Il modulo OrganizzaziOnE rEspOnsabilE facoltativo si rivolge non soltanto agli studenti ma anche a tutti Università Alpen Adria Klagenfurt i cittadini, invitandoli ad ascoltare, esprimere la propria opinione e partecipare attivamente. 30 31
Dopo alcune riunioni, discussioni, progetti ed esperimenti, i piccoli imprenditori sono usciti orgogliosi dall’»Educational Lab« con il loro gioco da tavolo sotto il braccio. »La tecnica affascina quando si possono realizzare le proprie idee. «È così che Paul Amann dello »Smart Lab« sintetizza l’entusiasmo di bambini Smart Lab e ragazzi. ¶ A chi arriva nello »Smart Lab« per la prima volta Il laboratorio aperto delle fabbricazioni viene illustrato innanzitutto l’»Educational Lab«. Poi si spiega nell’»Educational Lab« l’offerta e la tecnica dello »Smart Lab«. ¶ Ci sono a disposizione stampanti 3D, incisori laser, microprocessori e sensori. E naturalmente anche l’instancabile impegno dei docenti. Perché le idee come quella descritta Lo »Smart Lab« è aperto ai bambini dai nove anni di età, si realizzano solo se le classi di bambini frequentano spesso lo »Smart Lab«. Come nel caso di una terza elementare: una ai ragazzi e ai loro genitori, alle classi scolastiche e ai volta al mese. Solo confrontandosi ripetutamente con i potenziali club giovanili. Non ci vuole preparazione ma idee. I bambini e i limiti di un macchinario si può davvero scoprirlo e comprenderlo. per esempio si sono accordati di modificare il gioco da ¶ La docente di questa classe ha assunto un ruolo pionieri- tavolo »Non t’arrabbiare« ricostruendolo con l’aiuto di una stico. Infatti sfrutta il laboratorio anche per mostrare visivamente ai bambini concetti matematici. »Insieme abbiamo messo a punto stampante 3D. un workshop per avvicinare i bambini al concetto di »perimetro«, ¶ A tale scopo i bambini hanno prima ricevuto una racconta Paul Amann. Con l’incisore laser abbiamo costruito piastre forate. Ci abbiamo fissato paletti e li abbiamo recintati con nomina: quella di donne e uomini d’affari. Per avere una corda. Uno steccato insomma. Poi dentro ci abbiamo messo un’identità inconfondibile, ognuno si è scelto e confezionato un piccolo unicorno. Voilà. Che cos’è il perimetro? I bambini hanno guardato la loro costruzione, ci hanno pensato, hanno un logo. Una volta risolta questa formalità, si è presentata capito, il perimetro non è la superficie, e si sono messi a calcolare. subito la prima sfida per i bambini: disegnare il progetto Poi abbiamo misurato i loro risultati confermando subito che erano giusti. del gioco da tavolo e delle pedine. Ogni gruppo, ogni ditta ¶ L’apprendimento di questi bambini è stato un voleva lanciare sul mercato un prodotto inconfondibile. successo anche per l’insegnante e fonte d’ispirazione per il team di »Smart Lab«. È venuta voglia di andare oltre, si è visto che Tutto sommato c’era in gioco la reputazione ha senso sviluppare materiali per insegnare altri argomenti. del suo nome. L’obiettivo adesso è non solo spiegare ai docenti la stampante 3D ma anche incoraggiarli ad usarla di persona. ¶ Non tutte le scuole accettano di andare all’»Educa- tional Lab«. Da un lato perché ci sono i costi di trasferta, dall’altro perché le scuole suddividono le materie d’insegnamento in lezioni fisse di 50 minuti. Trascorrere diverse ore con un unico tema e trasmettere le conoscenze sotto forma di workshop sono metodi che non rientrano nel sistema formativo austriaco. Se lo si faccia comunque o meno, dipende solo dall’impegno del dirigente scolastico, dei docenti e dei genitori. Ad ogni modo l’offerta »Smart Lab« è presente doppiamente in Carinzia. Nel »Lakeside Park« di Klagenfurt e nell’accademia di Villaco. La prima struttura si rivolge prevalentemente ai bambini, la seconda a giovani adulti. Ma anche i genitori e i nonni sono benvenuti. 32 33
¶ Gli uni e gli altri possono partecipare a un workshop Cooperazioni esterne »Smart Repair« dove imparano a stampare pezzi di ricambio. Lo »Smart Lab« collabora con l’istituto di matematica sviluppando Rotelle del mouse, carter di radio o seghe, con le stampanti 3D metodi per insegnare conoscenze. Il team partecipa al progetto si è già riparato tutto il possibile e l’immaginabile. »La stampa 3D fa scuola«, un’iniziativa del »tutolino education ¶ L’offerta »Open Space« riguarda invece il bricolage. network« in Germania. L’obiettivo è animare gli alunni a costruire Dopo una breve introduzione esplicativa, i bambini possono loro stessi stampanti 3D nelle scuole. Del resto i piani costruttivi subito fabbricare la loro macchinina equipaggiandola con sensori sono »open source«, accessibili a tutti. Prossimamente l’istituto e microprocessori. Come hanno fatto quei bambini, chiamati htblVa di Ferlach offrirà un workshop per un periodo di un in un’iniziativa di sostegno ai talenti, che sono riusciti a muovere semestre, senza limitazioni di ore, in cui gli alunni possono la loro macchinina con la torcia del cellulare. sfruttare l’offerta dello »Smart Lab«. ¶ »Open Space« si svolge in collaborazione con »biKO mach mint« e »product life lab«, due altri moduli dell’»Educational Dati Lab«. Anche in questo modo si offre a bambini e ragazzi l’op- Il numero di partecipanti al workshop nello »Smart Lab« è limitato portunità di cimentarsi ripetutamente con tecniche ed esperimen- a 15 – 16 persone. Tuttavia c’è la possibilità di dividere il gruppo ti. »In generale«, spiega Paul Amann, »l’offerta tecnica extra- prenotando in parallelo un altro workshop. Con questo sistema, scolastica in Carinzia si potrebbe seguire anche così: da bambini per esempio, si sono già tenute sessioni su argomenti sintonizzati si costruisce il proprio giocattolo nell’»Educational Lab« a collaborando con »product life lab« e »inspire! Lab«. Anche Klagenfurt. Da ragazzi si sfruttano le possibilità dello »Smart Lab« i moduli »BIKO mach MINT« e »NAWImix« collaborano a Villaco. E da grandi, quando si arriva ad aprire un’azienda, con lo »Smart Lab«. ci si avvale del sostegno di Makerspace Carinthia.« ¶ Tuttavia c’è un problema che tormenta il team dello Gli workshop per gli istituti scolastici sono gratuiti. Ai privati invece »Smart Lab«: i rifiuti che si producono stampando. Anche se si si chiederà un piccolo contributo ai costi. Di quanto? Attualmente offrono workshop sulle riparazioni, con la stampa 3D il recycling lo si sta negoziando. rimane una sfida. »In pratica abbiamo lo stesso problema dell’industria«, commenta Paul Amann. »Come si fa a trovare COllabOratOri un filamento più ecologico e ciò nonostante di qualità?« 2 persone che seguono classi, docenti, bambini e adulti, sviluppo Il problema maggiore è quello della stabilità. Bisogna garantirla dell’offerta, manutenzione dei macchinari, pubbliche relazioni se si vogliono stampare oggetti utilizzabili. e organizzazione. ¶ Insieme ai colleghi del »product life lab« si cercano soluzioni. Quello che sta già funzionando è lo sbriciolamento intErlOCutOrE del materiale di stampa e quindi il suo riutilizzo. Solo però Paul Amann | p.amann@fh-kaernten.at a condizione che il materiale non sia sporco. »Anche questo è un caso utile per constatare l’enorme importanza di confrontarsi OrganizzaziOnE rEspOnsabilE e ispirarsi a vicenda«, concludono Paul Amann Accademia della Carinzia, fondazione privata di pubblica utilità, e Gerald Zebedin. corso universitario ingegneria economica patrOCinatOri »Smart Lab« è patrocinato dai fondi di incentivi economici della Carinzia, dalla fondazione privata di tecnologia Lakeside, dal Fondo europeo di sviluppo regionale FESR e dal progetto »E-Edu 4.0«, promosso dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal program- ma Interreg V-A Italia–Austria 2014–2020. I progetti pilota per sviluppare materiali didattici sono stati condotti dall’»Entrepreneurial Ecosystem Alpe Adria«. 34 35
Puoi anche leggere