THE TOP EMERGING TECHNOLOGIES TO WATCH 2018 - FUTURELAND REPORT - Rai Cultura

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THE TOP EMERGING TECHNOLOGIES TO WATCH 2018 - FUTURELAND REPORT - Rai Cultura
THE TOP
EMERGING
TECHNOLOGIES
TO WATCH 2018
FUTURELAND REPORT

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THE TOP EMERGING TECHNOLOGIES TO WATCH 2018 - FUTURELAND REPORT - Rai Cultura
Blockchain, Artificial Intelligence,
Immersive      Technology.      Sono
queste le tre parole chiave attorno
a cui ruota l’edizione 2018 di
“Futureland”, la tech conference
internazionale      organizzata    da
Talent Garden il 15 e il 16 novembre
a Milano. Un’occasione per aziende
e imprenditori per approfondire, con
conferenze, dibattiti e dimostrazioni
pratiche, quali sono i benefici e i
cambiamenti che tali tecnologie
possono apportare nella gestione
del business e dei processi produttivi
e organizzativi.

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THE TOP EMERGING TECHNOLOGIES TO WATCH 2018 - FUTURELAND REPORT - Rai Cultura
introduzione

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INTRODUZIONE

La Digital Transformation sta rivoluzionando il modo di fare business, e le
aziende sono ormai consapevoli che l’innovazione tecnologica rappresenti
un vantaggio competitivo imprescindibile. Blockchain, Artificial intelligence
e Immersive Technology, in particolare, sono tre tecnologie in grado di mo-
dificare radicalmente i processi produttivi e di organizzazione di molti am-
biti industriali, creando vantaggi in termini di produttività, miglioramento della
qualità dei servizi percepita da parte dei clienti, riduzione dei costi e possibilità
di internazionalizzazione.
Basti pensare alle opportunità che la blockchain apre nel settore del fintech e
delle assicurazioni. Ma non c’è solo questo: una tecnologia come la blockchain,
in grado di condividere dati in maniera sicura tramite un database distribuito,
trova ambiti di applicazione in diverse industry: healthcare, logistica, agrifood,
media, telecomunicazioni e persino nell’industria musicale. Basta scegliere la
piattaforma più adatta al settore e al processo che si intende modificare.
Lo stesso vale per le applicazioni dell’intelligenza artificiale nelle aziende. Una
tecnologia complessa, in grado di risolvere problemi e svolgere attività tipiche
della mente umana, ma con potenzialità amplificate. Un esempio su tutti: la
capacità di analisi in tempo reale e in tempi brevi di enormi quantità di dati.
Secondo lo studio “Reshaping Business With Artificial Intelligence”, realizzato
nel 2017 da Boston Consulting Group e MIT Sloan Management Review, l’84%
degli intervistati in differenti settori industriali sostiene non a caso che l’intelli-
genza artificiale sarà in grado di creare vantaggi competitivi e l’83% ritiene che
la sua applicazione sia una priorità strategica per il proprio business. La previ-
sione è che le aree più interessate saranno quelle del marketing e dei servizi,
oltre alla gestione dei processi di produzione e distribuzione.
Percentuali simili si trovano anche in una survey realizzata da Accenture in me-
rito alla tecnologia immersiva: l’80% dei dirigenti sostiene che sarà fonda-
mentale in futuro usare strumenti come la realtà aumentata nel rapporto
con i clienti e con i dipendenti, in modo da eliminare il gap tra l’esperienza

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introduzione

digitale e lo spazio fisico. In combinazione con i dati IoT (Internet of Things), le
applicazioni AR (Augumented Reality, Realtà Aumentata) e VR (Virtual Reality,
Realtà Virtuale) stanno portando numerose aziende a ridefinire completamen-
te il modo in cui progettano, producono, vendono, gestiscono e supportano
i prodotti. A rendere chiaro il fenomeno al grande pubblico è stata l’applica-
zione Pokemon Go, che per la prima volta ha dimostrato le potenzialità della
realtà aumentata nella vita quotidiana. Ma oltre i videogame c’è di più.

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Qualche numero

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Qualche numero

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          QUALCHE NUMERO

               p
                           arliamo di mercati che di anno in anno crescono più che a
                           doppia cifra. Se nel 2016, secondo Markets&Markets (so-
                           cietà specializzata nelle ricerche sui mercati emergenti), il
                           mercato della blockchain valeva ancora solo 210 milioni di
          dollari, entro il 2021 si arriverà a 2,3 miliardi di dollari. Ed entro il 2024, stan-
          do ai dati di Transparency Market Research, i ricavi toccheranno quota 20
          miliardi di dollari, con una crescita significativa dai 315,9 milioni
                                                                                    Il mercato
          di dollari del 2019. La blockchain si fa sempre più strada nelle
                                                                                    della
          strategie delle aziende, con applicazioni che vanno dalle iden-
                                                                                    blockchain,
          tificazioni digitali agli smart contract, fino allo scambio di dati in
                                                                                    entro il 20121
          modo sicuro e veloce.
                                                                                    varrà 2,3
          Quanto all’intelligenza artificiale, il mercato che ruota attorno a       miliardi di
          questa tecnologia già nel 2017 ha raggiunto un giro d’affari di           dollari
                       12,5 miliardi (fonte: IDC). E questo trend è destinato
La previsione          a proseguire: la previsione è che nel 2021 si arriverà a quota
è che nel 2021         46 miliardi di dollari, soprattutto grazie all’aumento degli in-
l'AI arriverà
                       vestimenti delle imprese. La stima è che i ricavi generati dal
a quota 46
                       mercato dell’Artificial Intelligence cresceranno dai 634,7
miliardi di
                       milioni di dollari del 2016 ai 36,8 miliardi del 2025.
dollari
                       La capacità di elaborazione dei Big Data in tempi brevi sem-
          bra essere l’ambito di applicazione maggiormente battuto attualmente, sia
          per prevedere i comportamenti di consumo che nei processi di gestione e
          selezione del personale (workforce analysis).
          E anche per le tecnologie immersive sarà il settore business a guidare la
          crescita: secondo le cifre di IDC, dal 2017 al 2018 il giro d’affari mondiale è
          destinato quasi a raddoppiare da 9 a 17,8 miliardi di dollari. Se nel 2017 il
          30% dei ricavi è composto soprattutto dal gaming, media ed entertainment,
          fino al 2021 l’incremento medio annuo del valore del comparto sarà del
          98,8%, grazie soprattutto alla spinta delle applicazioni aziendali. Una su tut-

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some figures

te: la qualità della comunicazione e del marketing crescerà drasticamente,
grazie alla capacità di veicolare, attraverso AR e VR, percezioni e sensazio-
ni. Nei prossimi tre anni, il valore del mercato arriverà fino a toccare quota
170 miliardi di dollari.

                                BLOCKCHAIN

                                 ARTIFICIAL
                               INTELLIGENCE

                                 IMMERSIVE
                                TECHNOLOGY

                                        7
BL
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  IL M ER CATO
  EUR OP EO

  —
  IL M ER CATO
  ITA LIA N O

  —
  I SET TOR I DI
  A P P LICA Z IONE

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blockchain

                è chi la definisce già la “Nuova Internet”. La tecnologia

c'              blockchain, per la portata rivoluzionaria che rappresenta,
                sta attirando un numero crescente di aziende, società,
                governi e organizzazioni verso quella che viene chiamata
“Internet of Value”. Ovvero lo scambio di valore, che sia monetario, di di-
ritto, di proprietà o intellettuale, attraverso un sistema di algoritmi e regole
crittografiche su piattaforme sicure e affidabili.
Il sistema informatico che nel 2009 ha “sfornato” i Bitcoin e governa
ancora le criptovalute, nel corso del tempo è riuscito infatti ad andare
oltre, rivelandosi come uno degli strumenti più rivoluzionari dell’econo-
mia digitale. Dalle banche alle assicurazioni, dall’agrifood alla pubblicità,
dall’ambito legale all’e-government, il “sistema a blocchi” trova numerose
applicazioni.

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blockchain

         Non più solo un affare da nerd, dunque, ma un mercato destinato a cre-
         scere. Una rivoluzione, dunque, che riguarderà tutte le industry. Ma, at-
         tenzione, non esiste una sola blockchain. Esistono diverse piattaforme
         blockchain: ogni azienda può scegliere quella più adatta al processo o
         industry che le interessa.
         Secondo la ricerca IDC “Worldwide and US Blockchain Service Forecast
         2017-2021”, solo gli investimenti nel mercato della blockchain aumente-
         ranno dagli 1,8 miliardi di dollari del 2018 agli 8,1 miliardi del 2021, grazie
                                 all’ingresso di un numero sempre maggiore di nuovi
Gli investimenti
                                 player. I dati dell’Osservatorio Blockchain & Distri-
nel mercato
                                 buted Ledger del Politecnico di Milano dicono che
della blockchain
                                 il 2017 è stato l’anno del boom, con 331 i progetti
aumenteranno dagli
1,8 miliardi di dollari          (partiti o solo annunciati) censiti a livello internazio-

del 2018 agli 8,1                nale da gennaio 2016 al 2018. La grande maggio-

miliardi del 2021                ranza dei progetti, pari al 59%, è stata sviluppata nel
                                 settore finanziario. Ma dal 2017 si nota un progres-
         sivo ampliamento degli ambiti applicativi che interessano anche l’attività
         di governo (il 9%), della logistica (7,2%), delle utility (3,9%), dell’agrifood
         (3%), delle assicurazioni (2,7%), fino all’healthcare (2,4%), al trasporto aereo
         (2,4%), ai media (1,8%) e alle telecomunicazioni (1,2%).

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blockchain

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        I L M E R C ATO E U R O P E O

        Il mercato della blockchain ha il suo baricentro negli Stati Uniti, ma anche l’Eu-
        ropa sta facendo enormi passi avanti. Secondo una ricerca realizzata dal Po-
        litecnico di Milano, che ha analizzato 196 startup operanti a livello nazionale e
                                  internazionale, il 38% delle nuove imprese legate alla
38% delle nuove
                                  blockchain ha sede negli Usa e il 32% in Europa. Men-
imprese legate alla
                                  tre il 19% nasce in Asia.
blockchain ha sede
                                  La Commissione Ue ha già investito oltre 80 milioni
negli Usa e il 32% in
                                  di euro in progetti legati alla tecnologia blockchain e
Europa. Mentre il 19%
                                  ulteriori 300 milioni saranno stanziati di qui al 2020.
nasce in Asia
                                  Secondo IDC, nel quinquennio 2017-2022, l’Europa
        sarà su scala globale il secondo investitore sulla tecnologia blockchain,
        con una spesa che crescerà passando dai 400 milioni di dollari del 2018 ai
        3,5 miliardi di dollari previsti per il 2022. Per quanto riguarda i settori di appli-
        cazione, a crescere in maniera sostenuta in Europa è soprattutto il com-
        parto finanziario: con 173 milioni di dollari di investimenti, banche (30%) e
        assicurazioni (12%) hanno rappresentato nel 2018 il 42% della spesa totale. Tra
        le iniziative in questi settori, si possono citare We.trade, che vede coinvolte
        sette banche europee per lo sviluppo di una piattaforma che semplifichi le
        transazioni internazionali tra partner europei; ma anche B3i, un consorzio di
        15 compagnie assicurative che mirano a facilitare lo scambio di dati tramite la
        tecnologia a blocchi. A seguire, il settore pubblico (13%), l’healthcare e i media
        (8%), e i segmenti di mercato legati alla supply chain, come il manifatturiero e
        il settore energetico (3%). Secondo IDC, le prospettive di crescita maggiori
        ora riguarderanno invece settori come le utilities, i servizi professionali, la
        gestione di beni e delle identità digitali.

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blockchain

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        I L M E R C ATO I TA L I A N O

        Il mercato italiano, nonostante la presenza di una solida comunità di svi-
        luppatori, resta ancora qualche passo indietro rispetto all’uso della tecnolo-
        gia blockchain. Le imprese italiane, anche a causa delle dimensioni me-
        dio-piccole che caratterizzano il panorama industriale del nostro Paese,
        tendono a non investire in una tecnologia in una fase preliminare.
        La blockchain potrebbe avere un impatto notevole per il Made in Italy in ter-
                                 mini di tracciabilità e di anticontraffazione. In Italia, al
La blockchain                    momento, vi sono diversi esempi di applicazioni della
potrebbe avere un                blockchain alle filiere dei prodotti agroalimentari, dal
impatto notevole                 settore vinicolo a quello ittico e caseario. Produttori
per il Made in                   e retailer sono coinvolti in una logica di ecosistema
Italy in termini di              che garantisca la tracciabilità e la qualità dei prodotti.
tracciabilità e di
                                 E lo stesso stanno facendo alcuni enti pubblici (è il
anticontraffazione
                                 caso della Regione Friuli Venezia Giulia con il vino),
                                 per valorizzare i prodotti del territorio.
        Ma anche le grandi aziende stanno cominciando a focalizzare la propria
        attenzione sulla blockchain, sfruttandola non solo come sistema di pa-
        gamento ma anche per standardizzare l’identità digitale nella
                                                                                  in Italia ad
        sottoscrizione di abbonamenti o conti correnti bancari. Se pri-
                                                                                  oggi ci sono
        ma c’era bisogno di identificarsi più volte con lo stesso istituto,
                                                                                  28 startup
        con tutti i costi che questo comporta, con la blockchain questi
                                                                                  focalizzate
        costi vengono abbattuti.
                                                                                  sulla
        Secondo il censimento di Digital360, in Italia ad oggi ci sono 28
                                                                                  blockchain
        startup focalizzate sulla blockchain. Quello che manca sono so-
        prattutto gli investimenti, non certo la qualità delle iniziative imprenditoriali.
        Di recente, tre startup della blockchain – Eidoo, Aidcoin e Xriba – hanno
        raccolto fuori dal nostro Paese 70 milioni di euro attraverso le ICO, Initial

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blockchain

Coin Offering: quasi quanto gli investimenti di un anno dei venture capital
nell’intero nostro ecosistema (le ICO, sono una tipologia di finanziamento
sotto forma di crowdfunding, utilizzata da startup o da chi intende realizzare
un determinato progetto nell’ambito della blockchain o delle criptovalute). E
una nuova impresa come Circle, nata nel 2012 e specializzata nella digitaliz-
zazione della logistica tramite blockchain, ad oggi ha già raccolto 250 milioni
di euro di investimenti, annunciando anche di recente l’acquisizione di Info.
era, società triestina specializzata nello sviluppo di soluzioni informatiche
con forti competenze nel settore portuale.

—
I SETTORI DI APPLICAZIONE

La logica del registro distribuito della blockchain, come dicevamo, trova ap-
plicazione nei settori più disparati. La finanza è il settore più sviluppato. E
gli esempi in questo caso sono diversi. Quattordici banche italiane stanno
sperimentando, ad esempio, un sistema per la spunta bancaria. Senza
poggiarsi su di un soggetto unico centrale, il database distribuito consente
una più efficiente comunicazione tra istituti di credito, migliorando l’operati-
vità e limitando i problemi. Ma oltre alla finanza, anche altri comparti stanno
prendendo confidenza con questa tecnologia. We.Trade, ad esempio, è un
progetto lanciato dal consorzio di banche Digital Trade Chain, che fornisco-
no una piattaforma blockchain di finanziamento per le PMI europee. Tramite
questa piattaforma, è possibile gestire, monitorare e proteggere le tran-
sazioni commerciali tra le PMI, registrando l’intero processo commercia-
le passo per passo, dall’ordine al pagamento: una volta rispettati tutti gli
accordi contrattuali, scatta il pagamento.
Uno dei settori che offre maggiori potenzialità per l’utilizzo della blockchain
è anche quello dell’healthcare. La tecnologia blockchain ha il potenziale di

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blockchain

rivoluzionare l’intera assistenza sanitaria, ponendo il paziente al centro
dell’ecosistema sanitario e aumentando la sicurezza, la privacy e l’inte-
roperabilità dei dati sanitari. Questa tecnologia fornisce un nuovo modello
per gli scambi di informazioni sanitarie, rendendo le cartelle cliniche elettro-
niche più efficienti, disintermediate e sicure. Tramite il registro distribuito,
è possibile seguire il paziente attraverso tutto il suo percorso di cura.
Sarà più semplice per il medico registrare le malattie, analizzare i risultati di
laboratorio, programmare i trattamenti, gestire i ricoveri e raccogliere i dati
tramite i wearable device. Anche nel processo di acquisto di beni e farmaci
da parte delle istituzioni sanitarie, la blockchain permette il monitoraggio
continuo, dalla transazione fino alla gestione di eventuali ritardi o imprevisti
in tutto il ciclo di approvvigionamento.
Altro fronte molto battuto è quello dell’energia. Grazie alla disintermedia-
zione delle transazioni, è possibile anche abbattere i costi dell’energia, con
questo stesso obiettivo è nato anche Interbit, il progetto realizzato da Eni la
cui architettura consente la connessione di migliaia di blockchain per server,
in grado quindi di processare migliaia di transazioni al secondo. L’obiettivo
del cane a sei zampe è di estendere Interbit all’intero processo di compra-
vendita dell’energia entro il 2018.
In ambito legale, la possibilità di tracciare ogni singola operazione è una
potenzialità che ridurrebbe molto i tempi e i costi. Tramite l’utilizzo degli
smart contract, “contratti intelligenti” che devono seguire le condizioni
precedentemente postulate dagli sviluppatori, la blockchain può essere
applicata dal settore immobiliare alla sottoscrizione di contratti di ogni
tipo. Il governatore del Tennessee, Bill Haslam, di recente ha approvato una
legge che stabilisce che la blockchain e gli smart contract rientrano e si con-
formano alla legge statale. La legge riconosce il potere legale degli smart
contract, sostenendo che «a nessun contratto relativo a una transazione do-
vrebbe essere negato un effetto legale o la validità, soltanto perché questo

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blockchain

contratto contiene caratteristiche di smart contract».
In un Paese come l’Italia, poi, che fa della genuinità dei suoi prodotti
made in Italy un fiore all’occhiello, la blockchain diventa centrale per
tracciare tutte le fasi della filiera. Gli esempi si trovano nel mondo del
vino, con progetti come Wine Blockchain EY, che crea una relazione digitale
tra produttore e consumatore finale che attraverso un’etichetta intelligen-
te consente di conoscere l’intero processo di produzione e trasformazione.
Anche il Gruppo Italiano Vinicolo ha sviluppato sulla piattaforma Ethereum
una soluzione di tracciabilità del vino contro le frodi alimentari. Esempi simili
si trovano anche nel mondo del caffè: la torinese Torrefazione Caffè San
Domenico ha lanciato una piattaforma blockchain che consente il tracking
lungo la filiera dei chicchi di caffè. Al consumatore basterà inquadrare il QR
code presente sulla confezione per ricevere sullo smartphone la storia del
prodotto, dal campo di origine allo scaffale, per avere assoluta trasparenza
sul lavoro artigianale svolto dalla ditta. Barilla ha avviato un progetto pilota
per il tracciamento dal seme fino alla fabbrica del basilico e Perugina ha
in corso una sperimentazione per seguire il Bacio dall’uscita della fabbri-
ca lungo tutto il percorso della filiera di esportazione.
Da qualche tempo si parla di blockchain anche nel mercato dell’arte e tra i
primi interessati all’argomento troviamo Deloitte Luxemburg, ad esempio,
che sta lavorando a un sistema di tracciabilità delle opere d’arte, fornen-
do la sicurezza sulla provenienza delle opere, la possibilità di autentica-
zione dei lavori da parte di artisti o eredi, la certificazione di proprietà e
l’eliminazione o abbattimento dei costi per gli intermediari.
Ogni opera ha la sua carta d’identità. E se un quadro o un pacco di caffè può
essere tracciato, lo stesso può accadere con un lavoratore. La blockchain, in
questa logica, può diventare un registro in cui far confluire queste informa-
zioni, garantendone l’integrità e la veridicità.
Il database distribuito, inoltre, potrebbe diventare uno strumento utile

                                        15
blockchain

per realizzare la pubblicità digitale in maniera più efficace e rispettare
le nuove norme europee in materia di privacy. La piattaforma permette
di registrare in modo trasparente, immodificabile e verificabile, su database
decentralizzati, le interazioni tra l’inserzionista ed il pubblico, tracciando la
circolazione del messaggio pubblicitario nella rete, le sue effettive visualiz-
zazioni e persino quali siano state le azioni successive, con la conseguenza
di rendere certa anche la valorizzazione economica dell’investimento pub-
blicitario realizzato, saltando diversi intermediari. I partecipanti alle transa-
zioni vengono inoltre informati, in modo chiaro e completo, circa la possi-
bilità che i loro dati personali siano utilizzati a fini di digital advertising. E
tramite la blockchain, possono (quando vogliono) richiedere il diritto all’oblio
previsto nel GDPR.

                                        16
blockchain

17
AR
                    TIFI
                    CIAL
                    IN
                    TEL
                    LIGEN
—
IL ME RCATO
E U R OPE O

—

                    CE
IL ME RCATO
ITA L I ANO

—
I S E T TORI D I
A P P LI CAZI ONE

                      18
artificial intelligence

                intelligenza artificiale (Artificial Intelligence, AI) è già oggi una

  l'            delle rivoluzioni più dirompenti con cui imprese e manager si
                trovano a fare i conti. Come il motore a vapore e l’elettricità
                nel passato, l’intelligenza artificiale sta trasformando il nostro
mondo. Secondo i report di IDC, l’AI sta diventando una parte
fondamentale dell’infrastruttura IT delle aziende. Nel 2017,              Nel 2017,
                                                                          4,5 miliardi
4,5 miliardi di dollari nel mondo sono stati investiti dalle aziende
                                                                          di dollari
nelle applicazioni cognitive, ossia le soluzioni tecnologiche in
                                                                          nel mondo
grado di elaborare dati, apprendere automaticamente e for-
                                                                          sono stati
mulare previsioni. E altri 2,5 miliardi di dollari sono stati invece
                                                                          investiti dalle
allocati nei software per l’intelligenza artificiale, che forniscono
                                                                          aziende nelle
veri e propri servizi di consulenza sulla base della analisi di
                                                                          applicazioni
informazioni.
                                                                          cognitive

                                         19
artificial intelligence

         La previsione di IDC è che l’AI dovrebbe crescere a doppia cifra in tutti i
         comparti industriali, ma ci sono settori più interessati. In primis il mondo
         della finanza e delle assicurazioni, dove è allocato oggi un quarto della
         spesa (12,5 miliardi di dollari nel 2017). Ma nei prossimi anni è previsto un
         forte utilizzo anche nel mondo della sanità, del retail e della pubblica
         sicurezza. La previsione di IDC è che la spesa raggiungerà i 19,1 miliardi
         nel 2018, per poi raggiungere i 52,2 miliardi nel 2021. Entro il 2019 il 40%
         delle aziende che intraprenderà iniziative di digital transformation vedrà
                                  coinvolta l’intelligenza artificiale, percentuale che
Nel 2018 il settore               crescerà al 75% entro il 2021.
retail supererà quello            Nel 2018 il settore retail supererà quello banca-
bancario, diventando              rio, dicono da IDC, diventando l’industria leader
l’industria leader in             in termini di spesa in AI con 3,4 miliardi di dollari
termini di spesa in               investiti, tra sistemi automatici di customer service e
AI con 3,4 miliardi di
                                  robo shopping advisor. La gran parte dei 3,3 miliardi
dollari investiti
                                  spesi nel settore bancario sarà invece investita in si-
                                  stemi automatici di gestione di attacchi informatici e
         prevenzione, analisi di frodi e robo advisor. La manifattura per la produzio-
         ne di beni si colloca invece al terzo posto per spesa, con 2 miliardi, seguita
         dal settore healthcare con 1,7 miliardi, concentrati nei sistemi di diagnosi e
         cura. Entro il 2021, la crescita maggiore di spesa si registrerà invece nei
         sistemi di pubblica sicurezza (+75,4%), ricerca farmaceutica (+70,5%)
         e sistemi automatici di shopping advisor e product recommendation
         (+67,3%).
         Per quanto riguarda la distribuzione geografica, gli Stati Uniti oggi sono il
         mercato maggiore per l’intelligenza artificiale, con 9,7 miliardi di dollari di
         valore di mercato su un giro d’affari di 12,5, concentrati soprattutto nel retail
         e settore bancario. A seguire l’Europa occidentale, focalizzata nei settori
         manifatturiero, retail e banche. Ma, secondo IDC, entro il 2021 la regione

                                                 20
artificial intelligence

dell’Asia del Pacifico diventerà il secondo mercato, grazie soprattutto a
una crescita annua media di oltre il 100% del Giappone. Anche la Cina
sperimenterà una grossa crescita nel settore, con un sistema strutturale di
investimenti pubblici e una crescita di spesa del 68,2% solo nel 2018. Re-
sta ancora indietro la regione EMEA, Europa, Medio Oriente e Africa. Ma in
quest’area spicca da solo lo Stato di Israele, la cosiddetta “startup nation”,
dove molte nuove imprese si stanno concentrando sull’intelligenza artificia-
le.
Le frontiere dell’AI oggi sono esplorate soprattutto dai colossi americani
come Google, Amazon, Facebook ed Apple, oltre ai big cinesi come Baidu,
Alibaba e Tencent. Sono aziende che al loro interno fanno ricerca, dispo-
nendo di infrastrutture IT, risorse tecnologiche e finanziarie, dati e profili
aziendali che attirano i migliori ricercatori al mondo.
Amazon, ad esempio, utilizza l’AI in molte fasi del processo d’acquisto,
proponendo ai propri clienti anche un assistente virtuale intelligente
come Alexa. L’azienda guidata da Jeff Bezos ha addirittura aperto a
Seattle Amazon Go, il primo negozio completamente gestito dall’intelli-
genza artificiale, senza cassieri né commessi. Google, dal canto suo, nel
2014 ha acquisito la startup DeepMind, specializzata in AI, per poi dotarsi
di un proprio sistema di machin learning (TensorFlow). Nel 2017 Big G ha
lanciato anche un nuovo progetto per studiare e ridisegnare il modo in cui
gli umani interagiscono con l’AI, chiamato People + AI Research Initiative
(PAIR). Microsoft nel 2016 ha lanciato un nuovo fondo di venture capital
destinato alle startup specializzate in AI. Facebook, pioniere nell’utilizzo
dell’AI per il riconoscimento facciale e per aiutare i non vedenti a “vede-
re” le foto sul social network tramite una narrazione audio, oggi studia
l’AI soprattutto per studiare i comportamenti degli utenti, cosa preferi-
scono e cosa non preferiscono avere sulla timeline. Apple, che ha acquisito
la startup Emotient e sviluppato il famoso assistente vocale Siri, ha focaliz-

                                        21
artificial intelligence

zato la ricerca in AI sul riconoscimento facciale e le reazioni degli utenti alle
pubblicità. Ma le aziende cinesi non sono da meno. Il trio noto come BAT,
Baidu, Alibaba e Tencent, riceve dal governo cinese grossi finanziamenti
per la ricerca nell’AI. Pechino punta a sviluppare una industria dell’intel-
ligenza artificiale da 1 trilione di dollari di valore entro il 2030, superan-
do gli Usa. Con una popolazione numerosa in grado di generare enormi
quantità di dati per gli algoritmi, la Cina è un terreno fertile per lo sviluppo
di applicazioni di intelligenza artificiale. E Alibaba è il capofila di questa
rivoluzione, con un investimento nel 2017 15 miliardi di dollari in sette
diversi laboratori di ricerca focalizzati su AI, machine learning, network
security e natural language processing.

                                        22
artificial intelligence

        —
        I L M E R C ATO E U R O P E O

        L’Europa, in questo contesto, si muove più lentamente. Gli investimenti in
        questo ambito sono ancora bassi. Secondo l’Eurostat solo il 10% delle azien-
        de europee fa uso di strumenti di big data. Lo skill gap è di 420.000 posti di
        lavoro vacanti nell’Unione Europea (il 6,2% della domanda totale) e si calcola
        che di questo passo sia destinato ad aumentare fino a 769.000 entro il 2020.
        Ma nell’ultimo anno anche il vecchio continente sta vivendo una accelerazio-
                            ne verso l’intelligenza artificiale.
Lo skill gap è di           La Commissione Europea nell’aprile 2018 ha presentato
420.000 posti               una serie di misure per promuovere la ricerca e lo svilup-
di lavoro vacanti
                            po nel campo dell’AI, facilitando gli investimenti in ambito
nell’Unione
                            pubblico e privato. Per rimediare al ritardo, Bruxelles pro-
Europea (il 6,2%
                            pone di decuplicare gli investimenti in Intelligenza artifi-
della domanda
                            ciale di governi e privati nell’arco dei prossimi dieci anni.
totale) e si calcola
                            Fino al 2020 l’UE prevede di investire almeno 20 mi-
che di questo
                            liardi di euro in questo campo. In questa ottica, l’esecu-
passo sia destinato
                            tivo comunitario ha deciso di aumentare di 1,5 miliardi di
ad aumentare fino
                            euro il suo contributo alla R&D nel quadro del programma
a 769.000 entro il
                            Horizon 2020. Contemporaneamente, il Fondo europeo
2020.
                            per gli investimenti strategici (Fondo Juncker) si concen-
        trerà da qui al 2020 proprio sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di pro-
        muovere investimenti fino a 500 milioni di euro.
        In occasione del Digital Day 2018, gli Stati membri (esclusi Cipro, Grecia, Cro-
        azia e Romania) hanno firmato a Bruxelles l’Alleanza europea per l’intelligen-
        za artificiale. Ogni Stato, poi, è intervenuto con propri piani di sviluppo. La
        Francia ha appena varato un piano da 1,5 miliardi di investimenti pubblici per
        cinque anni destinati all’AI, con l’obiettivo di entrare nell’olimpo dei grandi,
        al pari di Stati Uniti e Cina. Le startup dovranno beneficiare di 100 milioni

                                                23
artificial intelligence

di euro; il 70% di questa somma sarà indirizzato verso le imprese innova-
tive del deep tech. Secondo il report realizzato dalla società di consulenza
tedesca Roland Berger “Intelligenza artificiale. Una strategia per le startup
europee”, tra Usa, Cina, Europa e Israele si concentrano 3.500 startup che
stanno esplorando le frontiere dell’intelligenza artificiale. Quelle americane
sono 1.393, circa il 40 per cento. A seguire l’Europa con 769 startup, la Cina
a quota 383 e Israele con 362 realtà.
Il principale problema europeo, si legge nel report, è l’accesso ai finanzia-
menti. In Francia si registrano in media operazioni da 3 milioni di dollari,
in Germania da 2 milioni. Contro i 10 degli Usa e i 36 della Cina. L’Europa
sconta la frammentazione delle politiche nazionali, ecco perché è importante
– come hanno fatto Usa e Cina – creare un ecosistema europeo che esprima
una visione organica su un tema così centrale.

—
I L M E R C ATO I TA L I A N O

La rivoluzione dell’AI è sbarcata anche in Italia, nonostante gli investimenti
ancora non siano al passo con quelli degli altri Paesi europei. L’Agenzia per
l’Italia digitale (Agid) ha da poco stanziato 5 milioni di euro per avviare
progetti sperimentali di intelligenza artificiale negli enti pubblici. Come
spiega l’Agid, i progetti potranno riguardare «i chatbot, ossia i robot che ri-
spondono in tempo reale alle domande degli utenti, i sistemi automatici di
diagnostica in grado di individuare velocemente la patologia di un paziente,
le piattaforme automatiche per supportare gli insegnanti nella valutazione
dei compiti scolastici, i sistemi avanzati di elaborazione dei dati per contra-
stare l’evasione fiscale e altro ancora».
Intanto, anche le aziende italiane si muovono. Secondo una ricerca svolta
nel 2018 da Talent Garden, per il 70% degli imprenditori intervistati l’in-
telligenza artificiale e il machine learning saranno i trend tecnologici che

                                        24
artificial intelligence

avranno una maggiore rilevanza nei prossimi anni. L’Internet of Things vie-
ne subito dietro, indicato dal 45% dei rispondenti, mentre l’uso degli analyti-
cs ottiene il 41% delle preferenze. Cloud, mobile app e robotica ottengono
rispettivamente il 30%, 28% e 26%. Numeri che evidenziano una evoluzione
nella visione a livello generale e la progressiva integrazione di trend che fino
a poco tempo fa apparivano rivoluzionari e che ora sono considerati come
normali strumenti di lavoro.
E questo vale anche per le piccole e medie imprese. Da un sondaggio svol-
to da Talent Garden su 500 PMI, in merito alle tecnologie innovative che le
aziende hanno intenzione di adottare nei prossimi tre anni, emerge che oltre
un quarto del campione è interessato alle applicazioni di Internet of Things,
Blockchain, Cloud Computing, Machine Learning, messaggistica istantanea
e Customer Relationship Management (CRM). Anche dall’elenco delle pro-
fessionalità da reclutare nei prossimi anni si nota una consapevolezza del-
la Digital Trasformation: sul podio ci sono Digital Marketing Specialist, Data
Analyst e Digital Officer. Più aziende, rispetto al 2017, sono inoltre intenzio-
nate ad assumere UX e UI Designer (20%), mostrando una sempre maggiore
attenzione alle esperienze che gli utenti vivono interfacciandosi con i loro
prodotti o servizi.

—
I SETTORI DI APPLICAZIONE

Nel mondo del business, l’Intelligenza artificiale sta permeando diversi settori.
L’Osservatorio Artificial Intelligence della School of management del Politecni-
co di Milano ha raccolto i dati su 721 imprese, studiando 469 casi di utilizzo di
intelligenza artificiale riferibili a 337 imprese internazionali e italiane.
I principali ambiti di applicazione emersi riguardano l’intelligent data proces-
sing (35%), soluzioni che utilizzano algoritmi di AI per estrarre informazioni e

                                          25
artificial intelligence

           avviare azioni basate sulle informazioni estratte e i virtual assistant o chatbot
           (25%), agenti software in grado di interagire con un interlocutore umano per
           eseguire un’azione o offrire un servizio.
           I processi dedicati alla relazione con il cliente raccolgono da soli il 40% di tutte
           le applicazioni individuate. I rimanenti processi interni (dalle operations, all’HR,
           dall’R&D al finance) tutti insieme rappresentano un altro 40% di applicazioni,
           mentre il 20% si concentra sulle funzionalità del prodotto offerto, con lo scopo
           di incrementarne le performance o l’esperienza d’uso. Tra i settori, banking,
           finance & insurance raccoglie il 21% delle applicazioni, seguito dall’auto-
           motive (12%), mentre tra il 6 e l’8% troviamo hi-tech, retail e telecomunica-
           zioni, interessati a offrire un servizio sempre più flessibile e personalizzato al
           cliente.
           Partiamo dal marketing. L’analisi in real time di grandi moli di dati per la com-
                      prensione del “sentiment” e delle esigenze delle persone per miglio-
L’AI nel
                      rare customer care, user experience, servizi di assistenza e supporto;
marketing
                      gli assistenti vocali e virtuali che sfruttano l’Intelligenza artificiale per
mostra
                      l’apprendimento e l’analisi delle abitudini e dei comportamenti degli
la sua
                      utenti, fino alla previsione dei comportamenti di acquisto da cui deli-
massima
potenza               neare strategie di comunicazione: l’AI nel marketing mostra la sua
                      massima potenza. Tanto che è nata una vera e propria disciplina,
           l’Artificial Intelligence Marketing (Aim), branca del marketing che sfrutta le
           più moderne tecnologie di intelligenza artificiale in un processo continuo
           di apprendimento e miglioramento per identificare di volta in volta le azioni,
           le strategie e le tecniche di comunicazione e vendita più efficaci. L’intelligenza
           apprende nel tempo e diventa sempre più efficace per proporre contenuti o
           prodotti adatti a noi, pubblicità e film adeguate ai nostri gusti. Tramite il machi-
           ne learning e l’Npl, Natural Language Processing, integrati a tecniche mate-
           matico-statistiche e di marketing comportamentale, l’obiettivo è migliorare la
           capacità di persuasione. Queste tecniche possono essere usate nelle chatbot

                                                      26
artificial intelligence

per l’assistenza ai clienti, negli assistenti virtuali integrati, o ancora nella realiz-
zazione automatica di contenuti personalizzati presentati nel momento ottima-
le. La ricerca vocale, in particolare, è una delle tecnologie più apprezzate
dal pubblico, grazie a sistemi come Siri di Apple, Cortana di Microsoft o
Alexa di Amazon. Nell’e-commerce, invece, l’uso più diffuso dell’Aim è quel-
lo di recommendation, ovvero l’orientamento delle preferenze, degli interessi
e delle decisioni dell’utente sulla base di informazio-
                                                                L’intelligenza
ni fornite da lui stesso: in sostanza, è quella funzione
                                                                artificiale permette
per cui vengono date raccomandazioni personalizzate
                                                                di analizzare e
sui propri gusti ad esempio in base agli acquisti pre-
                                                                apprendere da un
cedenti. Inoltre, tramite il machine learning, le aziende
                                                                bacino infinito di
potranno avere un più attento controllo sull’acquisto
                                                                dati ad una velocità
e la distribuzione dei propri annunci sulle piattaforme         inimmaginabile per
automatizzate, come per esempio quelle di Google.               l’uomo
Nel settore healthcare, invece, oltre a fornire strumenti
tecnologici per migliorare la vita di molte persone con disabilità (pensiamo ai
sistemi vocali), l’AI si è rivelata molto utile sul fronte delle diagnosi e del rico-
noscimento degli scenari di rischio. Anche in questo caso sono i dati la base
dell’analisi: l’intelligenza artificiale permette di analizzare e apprendere da un
bacino infinito di dati (pubblicazioni scientifiche, ricerca, cartelle cliniche, dati
sui farmaci, ecc.) ad una velocità inimmaginabile per l’uomo, accelerando pro-
cessi di diagnosi spesso molto critici per le malattie rare o suggerendo per-
corsi di cura ottimali in caso di tumori o malattie particolari. Gli assistenti virtuali
basati su AI stanno iniziando a comparire anche nelle sale operatorie o di chi
offre servizi di primo soccorso. I sistemi di intelligenza artificiale possono ad
esempio riconoscere un arresto cardiaco durante una chiamata d’emergenza
più velocemente. Inoltre i software automatici di riconoscimento visivo degli
esami medici si rivelano spesso più accurati dell’occhio umano.
L’ AI, con l’analisi dei dati e l’Internet delle cose, si rivela utile anche nel settore

                                           27
artificial intelligence

dell’agrifood, per studiare i momenti migliori di semina, concimazione e irriga-
zione sulla base dei dati meteo, minimizzando l’uso di fertilizzanti e pesticidi,
con l’obiettivo di raggiungere anche colture più produttive e ridurre l’impatto
ambientale. È la cosiddetta “agricoltura di precisione”, che sta prendendo
piede anche in Italia. La fiorentina Agricolous ha sviluppato un sistema di pre-
cision farming, con finalità molteplici: dalla predizione e identificazione di ma-
lattie delle piante tramite l’elaborazione dei dati al monitoraggio della crescita.
Su un altro fronte, quello della gestione della catena di approvvigionamento
e di distribuzione, l’AI si rivela un sistema efficace che permette di connettere
e monitorare tutta la filiera e tutti gli attori coinvolti. Un caso molto significa-
tivo di applicazione dell’Intelligenza Artificiale al settore del Supply Chain
Management è relativo alla gestione degli ordini. Società come Llamasoft,
ad esempio, hanno sviluppato algoritmi di predizione della domanda di singoli
prodotti, con l’obiettivo di ridurre i costi e aumentare l’efficienza nei rifornimen-
ti. In altri casi l’AI viene invece usata per la gestione del magazzino: l’americana
Dematic, ad esempio, fornisce un software che automatizza la mappatura del
magazzino, riuscendo a predire la densità necessaria per i prodotti e renden-
do così più efficiente e veloce la distribuzione.
Nel campo automotive e dei trasporti, poi, non ci sono solo le macchine
che si guidano da sole, in via di sperimentazione da Tesla a Uber fino a Go-
ogle. Applicazioni importanti sono i sensori di assistenza alla guida: senso-
ri intelligenti che possono individuare velocemente le situazioni di rischio, in
modo da allertare per tempo la persona che è alla guida, migliorando la sicu-
rezza stradale; o anche solo indicare lungo il percorso stazioni di rifornimento
e ristoranti recensiti positivamente. Colossi dell’automotive come Volkswagen
o Toyota hanno concentrato la ricerca sullo sviluppo di queste tecnologie. La
californiana Nauto ha sviluppato un sistema di telecamere bi-direzionali incro-
ciate a un software AI per rendere la guida più sicura, sempre più richiesto da
flotte commerciali e compagnie assicurative. Carvi invece fornisce sistemi di

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artificial intelligence

assistenza alla guida per trasformare una tradizionale auto in un veicolo smart
e più sicuro. Senza dimenticare le società che creano robot autonomi per le
consegne a domicilio (esempi sono Robby Technologies e Marble).
Non solo: l’utilizzo dei dati permetterebbe anche di risolvere i problemi di
mobilità. Macchine, software e sensori, infatti, potrebbero essere integrati
nei tessuti urbani per migliorare servizi e infrastrutture: sono le cosiddette
smart city, centri urbani avanzati che potrebbero anche divenire progressi-
vamente più “autonomi” e in grado di “imparare” da soli dalle esperienze
dei propri abitanti, dalle vulnerabilità evidenziate dai sensori, dai buoni risul-
tati raggiunti. La sfida delle smart city sta coinvolgendo amministratori, organiz-
zazioni aziendali, operatori e provider tecnologici chiamati a costruire, anche
grazie all’intelligenza dei sensori e degli strumenti analitici e predittivi, un am-
biente abitativo, ricreativo e lavorativo complementare all’azione della trasfor-
mazione digitale e dello smart working nelle imprese. La prevenzione delle
frodi, poi, è una delle applicazioni più mature dove l’Intelligenza artificiale
si concretizza con quelli che tecnicamente vengono chiamati “advanced
analytics”, analisi molto sofisticate che correlano dati, eventi, comportamen-
ti ed abitudini per capire in anticipo eventuali attività fraudolente. Oracle ha
sviluppato algoritmi ai quali vengono forniti dati sulle transazioni finanziarie,
indicando quali sono quelle fraudolente (machine learning). L’AI elabora quindi
ciò che contraddistingue una frode, in modo che possa prevederla in futuro.
Un servizio che per un’azienda retail, ad esempio, potrebbe fare la differenza
per rendere più sicuri i processi di pagamento da parte dei clienti.

                                         29
artificial intelligence

30
IM
                    MERS
                    IVE
                    TECH
                    NO
                    LOGY
—
IL ME R CATO
E U R OPE O

—
IL ME R CATO
ITA L I ANO

—
I S E T TOR I D I
A P P LI CAZI ONE

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immersive technology

Immersive
Technology

                 uando si parla di realtà aumentata e virtuale, si     Il 2017 del

 Q               pensa immediatamente ai videogiochi e ad altre
                 applicazioni consumer, ma la crescita per que-
                 sto settore di mercato nei prossimi anni arriverà
                                                                       mercato
                                                                       AR/VR si è
                                                                       chiuso con un
soprattutto dal segmento business. Lo confermano le cifre di           giro d’affari

IDC, secondo cui il 2017 del mercato AR/VR si è chiuso con un          mondiale

giro d’affari mondiale di circa 9 miliardi di dollari, raddoppiati
                                                                       di circa 9
                                                                       miliardi
nel 2018 fino a 17,8 miliardi. La crescita prevista è straordinaria:
                                                                       di dollari,
nel periodo 2017-2021 gli analisti di IDC prevedono un tasso di
                                                                       raddoppiati
incremento medio annuo del 98,8 percento.
                                                                       nel 2018 fino
Le aziende, spiegano gli analisti, hanno capito il grande poten-
                                                                       a 17,8 miliardi.
ziale delle tecnologie di realtà aumentata e virtuale ed è per
questo che nel prossimo futuro saranno le applicazioni business a mostrare

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immersive technology

la crescita più interessante. Nel lungo termine, dicono, le imprese punteran-
no con più decisione sulla realtà virtuale, mentre a breve termine le tecno-
logie di realtà aumentata avranno più successo nel mondo consumer.
Ad oggi, il comparto con la maggior spesa AR/VR è quello consumer,
che dovrebbe generare nel 2018 business per 6,8 miliardi di dollari e
vedere poi un tasso di crescita medio annuo del 45% circa fino al 2021.
In questo ambito, l’applicazione trainante è prevedibilmente nel settore del
gaming e la fetta maggiore di spesa deriva dai visori hardware. Il mondo
business, invece, è più frammentato ma già nel 2021 rappresenterà la mag-
gior parte (il 60% circa) della spesa in sistemi e soluzioni di realtà aumen-
tata e virtuale. IDC prevede, da qui al 2021, tassi di crescita a tre cifre
percentuali: l’ambito di maggior crescita sarà quello delle applicazioni
per il settore pubblico (+157% circa l’anno), mentre quelli che genereranno
più business già nel 2018 saranno il settore distribuzione e servizi con 4,1
miliardi di dollari e il manufacturing con 3,2. Tra i comparti specifici di ap-
plicazione, invece, quello che nel 2018 peserà di più sarà il retail. In par-
ticolare, IDC prevede investimenti per oltre 950 milioni di dollari nelle
soluzioni per mostrare a 360 gradi ai clienti – online e in presenza – i
prodotti da acquistare. Altre applicazioni aziendali riguarderanno l’ambito
training e manutenzione.
Le prime sperimentazioni in ambito business si sono verificate nel campo
dell’entertainment. Tra i pionieri ci sono ad esempio società come Lego e
Tesco. Per evitare che i clienti più curiosi aprissero le confezioni per com-
prendere meglio l’utilizzo dei giochi, Lego ha cominciato ad utilizzare la
realtà aumentata come forma di smart packaging: in alcuni corner dedicati
all’interno degli store, inquadrando la confezione si può vedere tramite un
monitor il trailer con i personaggi animati. Tesco invece ha cominciato a
sfruttare la realtà aumentata all’interno di un volantino che illustra le pro-
mozioni: da casa il cliente al pc può inquadrare il marker che corrisponde

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immersive technology

all’oggetto per vederlo comparire tra le mani.
Secondo i dati di P&S Market Research, tra realtà virtuale e realtà aumenta-
ta, per il momento, il derby è vinto dalla prima, che porta a casa circa il 60%
del giro d’affari complessivo. Ma per il 2023 le cose dovrebbero capovol-
gersi, con l’AR che dovrebbe crescere a un tasso di sviluppo del 73,8%, su-
periore a quello della realtà virtuale. A spingere l’AR sarà, dicono gli analisti,
la domanda di settori come turismo e retail.
Per quanto riguarda invece hardware e software, al momento circa il
65% del giro d’affari del comparto è appannaggio dei dispositivi har-
dware, in primis dei visori per la realtà virtuale. Ma la domanda delle
soluzioni software è destinata a viaggiare più velocemente.
Gli Usa, ad oggi, rappresentano il Paese dominante di questo nuovo
mercato, destinati a mantenere questa posizione di leadership nel qua-
driennio prossimo anche se Canada, Europa centro orientale ed Europa
occidentale conosceranno tassi di sviluppo molto alti.
Alcune delle più importanti aziende, tra cui Oculus VR, Sony e Google sono
entrate in questo mercato. E Facebook, dopo aver acquisito Oculus per
2,1 miliardi di dollari, ha fatto lo stesso, comprando diverse aziende AR/
VR. Investimenti da parte dei “giganti” della tecnologia che suggerisco-
no come queste innovazioni diventeranno sempre più integrate con le
piattaforme per i contenuti destinati al mercato consumer. Secondo una
recente ricerca di Goldman Sachs, le vendite in ambito AR e VR dovrebbe-
ro raggiungere i 95 miliardi di dollari entro il 2025: la domanda maggiore
arriverà dalla “creative industry” – in particolare dai videogiochi, eventi live,
video entertainment e retail – ma ci saranno applicazioni anche in settori
diversi come la sanità, l’istruzione, l’ambito militare e immobiliare. Mercati
e utilizzi diversi per cui la spesa totale per queste tipologie di prodotti e
servizi dovrebbe passare globalmente da 11,4 miliardi di dollari del 2017 a
quasi 215 miliardi di dollari nel 2021, con un tasso medio annuale composto

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immersive technology

        superiore al 110% (fonte IDC).
        Il Nord America, avanzato in termini di ricerca tecnologica, deterrà la quota
        maggiore del mercato nei prossimi anni, mentre l’Asia-Pacifico registrerà
        un tasso di crescita significativo vicino al 100% dopo il 2018. La crescen-
        te preferenza dei clienti verso un’esperienza di intrattenimento 3D e più
        realistica, l’aumento della domanda nei settori della sanità e dell’istruzione,
                                  la proliferazione degli smartphone, la necessità di
Secondo la previsione
                                  ridurre il budget della difesa simulando le sessioni
di IDC, da qui al
                                  di formazione sono alcuni dei fattori che guideranno
2021 il numero di
visori per la realtà              il mercato.

virtuale e aumentata              Secondo la previsione di IDC, da qui al 2021 il nu-

si decuplicherà                   mero di visori per la realtà virtuale e aumentata si

arrivando a quasi                 decuplicherà arrivando a quasi cento milioni. Una
cento milioni                     forte crescita, specie nel segmento business, grazie
                                  all’arrivo sul mercato di nuovi dispositivi. Le applica-
        zioni della realtà virtuale e aumentata in azienda sono finalizzate soprattut-
        to all’aumento della produttività. La possibilità di avere davanti ai propri
        occhi informazioni che di solito sono su un monitor permette di attivare
        nuovi processi e velocizzare quelli già esistenti. Alcuni settori verticali
        sono già più inclini di altri per sfruttare questa possibilità: manufacturing,
        design, sanità, trasporti, retail.
        GE Healthcare, divisione medicale di General Electric, ha sviluppato ad
        esempio il sistema Drive (Digital Reality and Intelligent Virtual Experience),
        servizio di assistenza tecnica che sfrutta la tecnologia della realtà aumenta-
        ta per creare un sistema di comunicazione in olopresenza, con cui i tecnici
        di GE Healthcare possono fornire un supporto da remoto sempre più effica-
        ce, tempestivo e di elevata qualità al personale presente in qualsiasi parte
        del mondo, guidandolo passo passo durante gli interventi di riparazione e
        manutenzione delle apparecchiature medicali con indicazioni pratiche o

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immersive technology

tramite la condivisione di informazioni utili, come se si trovassero nella stes-
sa stanza e stessero intervenendo direttamente.
Nella moda, Ralph Lauren, in collaborazione con Oak Lab, che produce
software interattivi per il retail, ha creato un camerino digitale che, attraverso
un lettore delle etichette e uno schermo, mostra al cliente i capi simili o di
differente colore rispetto a quelli provati, migliorando e velocizzando anche
il lavoro degli assistenti alle vendite.
L’americana PTC (Parametric Technology Corporation) ha creato invece Thin-
gWorx Studio, un ambiente di authoring che permette agli attori del settore
manifatturiero di creare esperienze di realtà aumentata senza bisogno di
dover scrivere il codice. Il riutilizzo delle geometrie 3D e le sequenze anima-

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immersive technology

te già esistenti consentono agli utenti di ridurre i costi e la complessità della
creazione di contenuti per condividere con facilità e velocemente idee di
prodotti anche a distanza.
È evidente come la realtà aumentata, in particolare, per le aziende potrebbe
rappresentare il passo successivo allo smart working e alla smart mobility.
Con l’AR, aziende e organizzazioni raggiungono nuovi livelli di comuni-
cazione e informazione condivisa in tempo reale e con un alto tasso di
interazione.
Le aspettative sono alte: nell’ultimo anno, i venture capital di tutto il mondo
hanno investito 3,6 miliardi di dollari in startup specializzate in AR/VR. Se-
condo le previsioni di IDC, entro il 2021 un terzo degli addetti del Terziario
avanzato sfrutterà la tecnologia AR sul desktop o sul mobile per trattare le
informazioni digitali, interagire con gli oggetti del mondo reale e collaborare
con i colleghi e partner.

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immersive technology

—
I L M E R C ATO E U R O P E O

Il mercato dei software di realtà virtuale e aumentata è guidato dal Nord
America, seguito da Europa e Asia Pacifico. Su un mercato con un valore
di 170 miliardi circa da qui al 2021, l’Europa copre circa un quinto di questa
torta. Secondo uno studio realizzato dal ministero degli Esteri olandese, il
64% dei dirigenti europei intende adottare soluzioni AR e VR con l’obiettivo
di ridurre i costi.
In base alle previsioni della società di analisi ABI Research,            l’Europa
l’Europa dovrebbe arrivare a investire oltre 2,5 miliardi di              dovrebbe
dollari fino al 2021, a un tasso del 121% annuo, con l’Europa             arrivare a
centrale e orientale che raggiungeranno una velocità del 134              investire oltre
per cento. Meglio farà solo il Canada, che dovrebbe raggiun-              2,5 miliardi
gere una crescita di spesa del 145%, mentre gli Stati Uniti al pari       di dollari fino
dell’Europa occidentale registreranno anch’essi una crescita di           al 2021, a un
investimenti pari al 121 per cento. Gli Usa rimarranno comunque           tasso del 121%
la regione che a livello globale spenderà di più in soluzioni AR e        annuo
VR con 3,23 miliardi di dollari. Circa 3 miliardi di dollari, invece, i Paesi dell’a-
rea Asia/Pacifico, escluso il Giappone.
In Europa, i settori in cui si registrerà un maggiore utilizzo di applicazioni VR/
AR saranno la vendita al dettaglio (442 milioni di dollari), l’assemblaggio sul
posto e la sicurezza (362 milioni di dollari), seguiti dalla formazione nell’am-
bito dei processi di produzione (309 milioni di dollari).
Una fetta rilevante del mercato europeo è rappresentata dall’area consu-
mer, dove la spesa sarà principalmente orientata ai giochi basati su realtà
aumentata e virtuale, fino a 9,5 miliardi nel 2021. Nel 2017, il 19% della spesa
degli europei in realtà virtuale e aumentata è stata rappresentata dal settore
manifatturiero, seguito dal retail con il 5 per cento.
Anche in Europa al momento la tecnologia predominante è quella della re-

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immersive technology

altà virtuale, ma la previsione è che il mercato della realtà aumentata è de-
stinato a crescere più velocemente, con il mercato AR in grado di coprire
addirittura i tre quarti del totale. Con le applicazioni business che guidano gli
incrementi di mercato. Già entro la fine del 2018, si prevede che il 26% degli
Head Mounted Displays siano destinati alle imprese europee. Entro il 2025,
il mercato business europeo delle tecnologie immersive coprirà il 40%
del fatturato del comparto, oggi focalizzato sul lato consumer.
Secondo la ricerca “European Virtual Reality Landscape” realizzata da
The Venture Reality Fund e Belgium’s LucidWeb, sarebbero 487 le azien-
de in Europa che si occupano di realtà virtuale, 300 in più rispetto a quelle
individuate nel report del 2017. Con alcuni hub che cominciano a spiccare:
46 aziende VR sono solo nel Regno Unito e 29 in Francia, a seguire la Svezia
(19) e la Germania (15).
Gli investimenti in queste tecnologie crescono in settori diversi, dalle infra-
strutture alle app, ma restano ancora limitati in sanità e istruzione. In ogni
caso, l’ambito B2B nel 2017 è più che raddoppiato (+55%). In espansione
anche il settore “user input” che si focalizza sulla creazione di interazioni tra
la tecnologia VR e il corpo umano, e in particolare cervello, occhi e piedi.
Ad oggi, le principali industrie del vecchio continente a usare tecnologie
AR e VR sono quelle dell’entertainment e dell’healthcare. E all’interno del
comparto entertainment, il gaming copre il 34% della spesa, gli eventi live
il 12%, il video entertainment il 9,5%.

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immersive technology

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I L M E R C ATO I TA L I A N O

Tra i più interessati a questo tipo di applicazioni in Europa ci sono gli Italiani.
Secondo un’indagine GFK, azienda che si occupa di ricerche di mercato,
relativa allo scorso anno, il 7,5% di coloro che in Europa si dicono inten-
zionati ad acquistare soluzioni AR/VR sono italiani. Nonostante la realtà
poco matura sul fronte degli investimenti, in Italia ci sono startup che hanno
realizzato soluzioni di realtà virtuale e realtà aumentata. Ad oggi, qualche
esempio di tecnologia immersiva si trova soprattutto in musei e luoghi
di cultura. Ibs company, società italiana che crea opportunità di business
attraverso la realtà aumentata, ha creato ItalyRA, progetto che realizza car-
tografie delle città in realtà aumentata: inquadrando il sito in cui ci si trova, si
avranno sul proprio smartphone vere e proprie guide turistiche interattive. E
nel parco archeologico di Paestum hanno realizzato la app “Open Paestum”
per permettere ai visitatori di vedere tramite la realtà aumentata scene di vita
quotidiana degli antichi abitanti del sito, fornendo allo stesso tempo tempo
un servizio per i visitatori con disabilità motorie e sensoriali.
Sul fronte dei convegni e dell’organizzazione del lavoro, qualche grande
azienda sta cominciando a sperimentare nuove formule. Durante Unicredit
Tourism Talk del 2018, Carraro Lab ha presentato una tecnologia webVR
con una mappa in 3D dell’Italia, che permette di interfacciare tramite te-
lecamere immersive l’headquarter con le sedi distaccate di un’azienda, i cui
lavoratori vengono in un certo senso teletrasportati nella sede centrale. Un
coinvolgimento, quindi, che va oltre la semplice call o la videoconferenza,
aumentando l’efficacia delle riunioni e risparmiando sui costi di viaggio dei
dipendenti.
Anche nelle aziende manifatturiere si sta cominciando a testare qualche star-
tup di realtà aumentata. A questo proposito il Politecnico di Milano, nell’ambi-
to del progetto europeo Horizon 2020, sta sviluppando la piattaforma SPARK

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