PERCORSO TEMATICO PER IL PELLEGRINAGGIO

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    PERCORSO TEMATICO PER IL PELLEGRINAGGIO

                               INIZIO: CHIESA SAN MATTEO

                            LA SANTITÀ NEL         QUOTIDIANO
Canto: Invochiamo la tua presenza (pag. 6)
Dalla vita di Santa Maria Goretti
La Madonna nella nostra vita familiare ha avuto sempre un ruolo speciale. E’ stata la
pietra miliare sulla quale mio padre e mia madre hanno fondato la loro unione.. e questo
concretamente! Infatti mia madre mi raccontava il giorno del suo matrimonio con mio
padre, Luigi, ebbe in regalo da lui stesso oltre l’anello anche il quadro della Madonna con
il bambino. Eccolo, è qui. Da questa immagine abbiamo tratto la forza per andare avanti
nel quotidiano, ci ha accompagnato lungo la strada della vita e confortato nei momenti
più faticosi. Ogni sera ci ritrovavamo davanti la Madonna per riporre in lei le nostre
fatiche e speranze, ci ha fatto sentire amati e capaci di amare.
Dalla Vangelo di Matteo (11, 25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché
hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché
così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno
conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al
quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio
giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro
per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Riflessione: don Mario o don Francesco
Padre; Ave; Gloria
Canto: Camminerò

Indicazioni per il cammino

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                  DALLA CHIESA SAN MATTEO          A   BORGO SANTA MARIA
Canto

d. Paolo: Preghiamo:
 O Martire di Dio, Maria Goretti,
 discepola fedele
 che hai segnato nel sangue
 il patto del battesimo!

 Tu dividi con Cristo,
 agnello del riscatto,
 la croce e la vittoria
 nel regno dei beati.

 Intercedi per noi
 pellegrini nel tempo
 e guida i nostri passi in questo pellegrinaggio
 sulla via della pace.

 Tu libera gli oppressi,
 sostieni i vacillanti,
 e raduna i dispersi
 nell'Amore del Padre.

 A te sia lode, o Cristo,
 Parola del Dio vivo,
 che sveli nel martirio
 la forza del tuo Spirito. Amen.

Canto

Isaia 50, 4-7
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola
allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.
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  Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato
indietro. 6Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi
strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. 7Il Signore Dio mi
assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

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Salmo 84 (83)
Ripetiamo insieme: Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente;
anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Perché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina nell’integrità.
Signore degli eserciti,
beato l’uomo che in te confida.
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
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Canto

Dall’OMELIA di Mons. Mariano Crociata in occasione della Celebrazione Eucaristica
nel Carcere di Noto, il 20 febbraio 2008.
Marietta, come veniva chiamata, è ripresentazione contemporanea di un modello che già
l’antichità cristiana aveva conosciuto, in altre fanciulle martiri per la fedeltà all’unico
sposo e Signore Gesù Cristo, come, fra tante altre, la romana Agnese, e le siciliane Agata
e Lucia. Come a dire che il modello di fedeltà al Signore non conosce mode e riduzioni
attraverso il variare dei tempi, e il senso del vangelo ispira in ogni epoca adesioni
incondizionate consumate fino al sacrificio supremo e al dono della vita, in nuovi e
creativi chicchi di grano che, caduti in terra, morti e sepolti, rinascono ad una vita
infinitamente più ricca e feconda, com’è ora, nella fede della Chiesa intera, la memoria e
la presenza di questa ragazzina, altrimenti sconosciuta e confusa in mezzo alla folla
oscura dei cammini travagliati e spesso drammatici delle generazioni che si avvicendano.
E non si tratta di una fama ridotta a spettacolo e pubblicità, ma di un riconoscimento grato,
di un sostegno alla vita di una folla sterminata di nuove giovani che trovano in Maria
Goretti un esempio, un modello, un invito e una comunicazione di forza interiore che
chiede e incoraggia e rende pensabile e possibile imitarne l’esempio, anche in questo
nostro tempo, per quanto improbabile possa apparire.

Brevi litanie
Santa Maria Goretti, testimone dell’amore di Dio cercato nel quotidiano,
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Santa Maria Goretti, maestra di perseveranza nella preghiera,
                                                                               prega per noi
Santa Maria Goretti, casta e pura di cuore,
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Santa Maria Goretti, nostro modello di difesa contro le tentazioni,
                                                                               prega per noi
Santa Maria Goretti, pronta a perdonare,
                                                                               prega per noi
Santa Maria Goretti, martire coraggiosa ed eroica,
                                                                               prega per noi
Santa Maria Goretti, ascoltata portavoce presso l’Agnello di Dio,
                                                                               prega per noi

Canto

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Presentazione del pellegrinaggio - d. Paolo
In questo pellegrinaggio verso la Casa delle Ferriere di Santa Maria Goretti vogliamo
affidare a Dio per l’intercessione di Marietta tutti i giovani, la nostra Chiesa Diocesana e
tutta la terra Pontina.
Il titolo che abbiamo voluto dare al cammino di quest’anno è: “L’amore, la strada per la
Santità”. Nelle tappe del nostro percorso, a partire dalla prossima Borgo Santa Maria,
richiameremo dei fatti di cronaca locale che vorremmo leggere dalla prospettiva del
bambino-adolescente, nella volontà di recuperare, almeno parzialmente, lo sguardo di
Maria Goretti undicenne, lasciandoci poi, emotivamente provocare, chiederemo alla
Parola di Dio di illuminarci e a Santa Maria Goretti e ad un’altra figura di Santità di
guidarci oggi nelle sfide del nostro quotidiano per rispondere ad esse da Figli di Dio.

Nel percorso da una tappa all’altra pregheremo e rifletteremo insieme oltre che con canti
e preghiere litaniche, anche con testi della scrittura e del magistero in modo particolare le
ultime esortazioni di Papa Francesco. Non mancherà il Santo Rosario che reciteremo
diviso nelle decine lungo il percorso e che, oltre a richiamare il mistero della vita di Gesù
da contemplare, pone lo sguardo sulla vita di Santa Maria Goretti.

Qualche secondo di silenzio

Il 25 marzo 2019 nella Santa Casa di Loreto Papa Francesco firma l’Esortazione
Apostolica postsinodale “Christus vivit”, testo indirizzato «ai giovani e a tutto il popolo
di Dio». Nel documento, composto di nove capitoli, il Papa spiega di essersi lasciato
«ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo» dei giovani, celebrato
in Vaticano nell’ottobre 2018. Ne ascoltiamo alcuni numeri che aiutano ed accompagnano
la nostra riflessione e meditazione durante questo tratto di cammino… la santità di
Marietta, una santità nel quotidiano.

Una Strofa e Ritornello Cantato

   1. Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo.
      Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò,
      le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti
      vuole vivo!
   2. Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare,
      accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti
      senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì
      per ridarti la forza e la speranza.

Ritornello Cantato

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23. È importante prendere coscienza che Gesù è stato un giovane. Ha dato la sua vita in
una fase che oggi è definita come quella di un giovane-adulto. Nel pieno della sua
giovinezza iniziò la sua missione pubblica e così «una luce è sorta» (Mt 4,16),
specialmente quando diede la sua vita fino alla fine. Questo finale non è stato
improvvisato, al contrario tutta la sua giovinezza è stata una preparazione preziosa, in
ognuno dei suoi momenti, perché «tutto nella vita di Gesù è segno del suo mistero»[5] e
«tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione».[6]
31. È molto importante contemplare il Gesù giovane che ci mostrano i Vangeli, perché
Egli è stato veramente uno di voi, e in Lui si possono riconoscere molti aspetti tipici dei
cuori giovani. Lo vediamo, ad esempio, nelle seguenti caratteristiche: «Gesù ha avuto una
incondizionata fiducia nel Padre, ha curato l’amicizia con i suoi discepoli, e persino nei
momenti di crisi vi è rimasto fedele. Ha manifestato una profonda compassione nei
confronti dei più deboli, specialmente i poveri, gli ammalati, i peccatori e gli esclusi. Ha
avuto il coraggio di affrontare le autorità religiose e politiche del suo tempo; ha fatto
l’esperienza di sentirsi incompreso e scartato; ha provato la paura della sofferenza e
conosciuto la fragilità della Passione; ha rivolto il proprio sguardo verso il futuro
affidandosi alle mani sicure del Padre e alla forza dello Spirito. In Gesù tutti i giovani
possono ritrovarsi».[9]
Ritornello Cantato

34. Essere giovani, più che un’età, è uno stato del cuore. Quindi, un’istituzione antica
come la Chiesa può rinnovarsi e tornare ad essere giovane in diverse fasi della sua
lunghissima storia. In realtà, nei suoi momenti più tragici, sente la chiamata a tornare
all’essenziale del primo amore.
43. Nel cuore della Chiesa risplende Maria. Ella è il grande modello per una Chiesa
giovane che vuole seguire Cristo con freschezza e docilità. Quando era molto giovane,
ricevette l’annuncio dell’angelo e non rinunciò a fare domande (cfr Lc 1,34). Ma aveva
un’anima disponibile e disse: «Ecco la serva del Signore» (Lc 1,38).
44. «Sempre impressiona la forza del “sì” di Maria, giovane. La forza di quell’“avvenga
per me” che disse all’angelo. È stata una cosa diversa da un’accettazione passiva o
rassegnata. È stato qualcosa di diverso da un “sì” come a dire: “Bene, proviamo a vedere
che succede”.
È stato il “sì” di chi vuole coinvolgersi e rischiare, di chi vuole scommettere tutto, senza
altra garanzia che la certezza di sapere di essere portatrice di una promessa. E domando
a ognuno di voi: vi sentite portatori di una promessa? Quale promessa porto nel cuore, da
portare avanti? Maria, indubbiamente, avrebbe avuto una missione difficile, ma le
difficoltà non erano un motivo per dire “no”. Certo che avrebbe avuto complicazioni, ma
non sarebbero state le stesse complicazioni che si verificano quando la viltà ci paralizza
per il fatto che non abbiamo tutto chiaro o assicurato in anticipo. Maria non ha comprato
un’assicurazione sulla vita! Maria si è messa in gioco, e per questo è forte, per questo è
una influencer, è l’influencer di Dio! Il “sì” e il desiderio di servire sono stati più forti dei
dubbi e delle difficoltà».[18]

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Ritornello Cantato

49. Il cuore della Chiesa è pieno anche di giovani santi, che hanno dato la loro vita per
Cristo, molti di loro fino al martirio. Sono stati preziosi riflessi di Cristo giovane che
risplendono per stimolarci e farci uscire dalla sonnolenza. Il Sinodo ha sottolineato che
«molti giovani santi hanno fatto risplendere i lineamenti dell’età giovanile in tutta la loro
bellezza e sono stati nella loro epoca veri profeti di cambiamento; il loro esempio mostra
di che cosa siano capaci i giovani quando si aprono all’incontro con Cristo».[20]

50. «Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il
suo vigore apostolico. Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani
può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell’amore
a cui da sempre siamo stati chiamati: i giovani santi ci spingono a ritornare al nostro primo
amore (cfr Ap 2,4)».[21] Ci sono santi che non hanno conosciuto la vita adulta e ci hanno
lasciato la testimonianza di un altro modo di vivere la giovinezza.

Ritornello Cantato

Dal testo “Marietta e il suo cielo” di Giovanni Alberti
Maria Goretti non è la santa brava dei cinque minuti. Il suo cammino, se pur breve l’ha
portata alla maturità umana e spirituale. Non ha compiuto grandi gesta.. ha preferito il
quotidiano, non illuminato dal “carpe diem” ma dalla fede. La sua fede non è pietismo, la
sua speranza non è riposta in una realizzazione soltanto terrena, la sua carità non è
ostentazione.
La sua Santità è racchiusa in questa normalità, vissuta come risposta ad una chiamata
nell’ambito della sua famiglia, con i fratelli, nelle difficoltà del mondo disperato e tragico
delle paludi pontine, nel dolore conosciuto precocemente, nel rifiuto di ogni violenza. Un
camminare verso Dio da laica, rispettosa del proprio ruolo e delle proprie competenze.
Rivisitando l’umana e divina avventura di Marietta, possiamo registrare, come in filigrana
questo cammino lineare, inserito nel concreto, illuminato dalla luce di Dio, vero segreto
del suo procedere.

2-3 minuti di silenzio

Canto

Testimonianza di don Leonardo Chiappini

2 min. di Silenzio

Canto

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IL ROSARIO CON SANTA MARIA GORETTI
• Rosario: 1° Mistero: Gesù risorge dalla morte

   Santa Maria Goretti fu una ragazza alla quale lo Spirito di Dio donò il coraggio di
   restare fedele alla vocazione cristiana sino al supremo sacrificio della vita. La giovane
   età, la mancanza di istruzione scolastica e la povertà dell’ambiente in cui viveva non
   impedirono alla grazia di manifestare in lei i suoi prodigi. Anzi, proprio in tali
   condizioni apparve in modo eloquente la predilezione di Dio per le persone umili.
   Tornano alla mente le parole con le quali Gesù benedice il Padre celeste per essersi
   svelato ai piccoli e ai semplici, piuttosto che ai sapienti e ai dotti del mondo.

Signore, ti chiediamo, per intercessione di S. Maria Goretti, nostra patrona, il dono
dell’umiltà, la capacità di essere piccoli e semplici ai tuoi occhi e agli occhi dei nostri
fratelli.

Padre Nostro
10 Ave Maria
Gloria al Padre

Canto

Preghiera a Santa Maria Goretti di Giovanni Paolo II
Bambina di Dio,
tu che hai conosciuto presto la durezza e la fatica,
il dolore e le brevi gioie della vita;
tu che sei stata povera e orfana,
tu che hai amato il prossimo facendoti serva umile e premurosa;
tu che sei stata buona e hai amato Gesù sopra ogni altra cosa;
tu che hai versato il tuo sangue per non tradire il Signore;
tu che hai perdonato il tuo assassino,
Intercedi e prega per noi,
affinché diciamo sì al disegno di Dio su di noi.
Ti ringraziamo, Marietta,
dell'amore per Dio e per i fratelli
che hai seminato nel nostro cuore.
Amen.

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ALTRI TESTI DA POTER LEGGERE NEL PERCORSO:
Dagli scritti di San Josemaría Escrivá
"C'è un qualcosa di santo nascosto nelle situazioni più comuni", qualcosa che tocca a
ognuno di noi scoprire. Infatti, oltre alle speciali chiamate alla vita sacerdotale e religiosa,
Dio chiama la generalità dei cristiani a santificarsi e a fare apostolato nelle quotidiane
realtà della vita ordinaria degli uomini: il lavoro, la famiglia, le relazioni sociali. Dio è li,
in queste realtà, che sono state create da Lui e da Cristo, perfetto Dio e perfetto uomo,
vissute e santificate: basta pensare agli anni della sua vita a Nazareth. Tutte queste realtà
non è che si debbano "trasformare", nel senso di creare una specie di "ecosistema
cristiano", al margine del resto della società: si debbono piuttosto "scoprire" nella loro
dimensione divina, come luoghi cioè dell'incontro personale con Dio, con la sua volontà,
con il suo amore. Cristo non può essere confinato tra le mura delle chiese, dei conventi o
nelle sagrestie. Siamo chiamati a prevenire la tentazione di condurre una "specie di doppia
vita". Lavoro, famiglia, impegni sociali, artistici, politici, sportivi siano occasione e
mezzo di santità e di apostolato.
Da un testo del Rinnovamento nello Spirito
Se ci lasciamo lavorare da Dio, diventiamo testimoni autentici, strumento nelle sue mani
nel quotidiano e dicendo sì alla sua chiamata accogliamo la sua volontà. Il cristiano si
distingue nel saper discernere i veri valori umani come valori cristiani e sa dare un senso
cristiano alla storia degli uomini se riesce a vedere Dio nel cuore di ogni uomo.
Dai detti dei Padri del deserto
Un tale interrogò abba Antonio, dicendo: "Cosa devo fare per piacere a Dio?". L'anziano
gli rispose: "Fa' quello che ti comando: dovunque tu vada, tieni sempre Dio, davanti ai
tuoi occhi; qualunque cosa tu faccia, appoggiati sempre sulla testimonianza delle sante
Scritture; in qualsiasi posto abiti, non andartene subito. Custodisci queste tre cose e sarai
salvo".

Dalla Esortazione apostolica postsinodale ai giovani e a tutto il popolo di Dio “Christus
vivit” (n.103-110)
103. In questo capitolo mi sono soffermato a guardare la realtà dei giovani nel mondo di
oggi. Alcuni altri aspetti compariranno nei capitoli successivi. Come ho già detto, non
pretendo di essere esaustivo con questa analisi. Esorto le comunità a realizzare con
rispetto e serietà un esame della propria realtà giovanile più vicina, per poter discernere i
percorsi pastorali più adeguati. Non voglio però concludere questo capitolo senza
rivolgere alcune parole ad ognuno di voi.

104. Ti ricordo la buona notizia che ci è stata donata il mattino della Risurrezione: che in
tutte le situazioni buie e dolorose di cui parliamo c’è una via d’uscita. Ad esempio, è vero
che il mondo digitale può esporti al rischio di chiuderti in te stesso, dell’isolamento o del
piacere vuoto. Ma non dimenticare che ci sono giovani che anche in questi ambiti sono
creativi e a volte geniali. È il caso del giovane Venerabile Carlo Acutis.

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105. Egli sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità
e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati,
dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo
libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di
comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza.

106. Non è caduto nella trappola. Vedeva che molti giovani, pur sembrando diversi, in
realtà finiscono per essere uguali agli altri, correndo dietro a ciò che i potenti impongono
loro attraverso i meccanismi del consumo e dello stordimento. In tal modo, non lasciano
sbocciare i doni che il Signore ha dato loro, non offrono a questo mondo quelle capacità
così personali e uniche che Dio ha seminato in ognuno. Così, diceva Carlo, succede che
“tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Non lasciare che ti
succeda questo.

107. Non lasciare che ti rubino la speranza e la gioia, che ti narcotizzino per usarti come
schiavo dei loro interessi. Osa essere di più, perché il tuo essere è più importante di ogni
altra cosa. Non hai bisogno di possedere o di apparire. Puoi arrivare ad essere ciò che Dio,
il tuo Creatore, sa che tu sei, se riconosci che sei chiamato a molto. Invoca lo Spirito
Santo e cammina con fiducia verso la grande meta: la santità. In questo modo non sarai
una fotocopia, sarai pienamente te stesso.

108. Per questo hai bisogno di riconoscere una cosa fondamentale: essere giovani non
significa solo cercare piaceri passeggeri e successi superficiali. Affinché la giovinezza
realizzi la sua finalità nel percorso della tua vita, dev’essere un tempo di donazione
generosa, di offerta sincera, di sacrifici che costano ma ci rendono fecondi. È come diceva
un grande poeta:
Francisco Luis Bernárdez, “Soneto”, in Cielo de tierra, Buenos Aires, 1937.
«Se per recuperare ciò che ho recuperato
ho dovuto perdere prima ciò che ho perso,
se per ottenere ciò che ho ottenuto
ho dovuto sopportare ciò che ho sopportato,
se per essere adesso innamorato
ho dovuto essere ferito,
ritengo giusto aver sofferto ciò che ho sofferto,
ritengo giusto aver pianto ciò che ho pianto.
Perché dopotutto ho constatato
che non si gode bene del goduto
se non dopo averlo patito.
Perché dopotutto ho capito
che ciò che l’albero ha di fiorito
vive di ciò che ha di sotterrato».[61]
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109. Se sei giovane di età, ma ti senti debole, stanco o deluso, chiedi a Gesù di rinnovarti.
Con Lui non viene meno la speranza. Lo stesso puoi fare se ti senti immerso nei vizi, nelle
cattive abitudini, nell’egoismo o nella comodità morbosa. Gesù, pieno di vita, vuole
aiutarti perché valga la pena essere giovane. Così non priverai il mondo di quel contributo
che solo tu puoi dare, essendo unico e irripetibile come sei.

110. Voglio anche ricordarti, però, che «è molto difficile lottare contro la propria
concupiscenza e contro le insidie e tentazioni del demonio e del mondo egoista se siamo
isolati. È tale il bombardamento che ci seduce che, se siamo troppo soli, facilmente
perdiamo il senso della realtà, la chi

Dalla Esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo
“Gaudete et exsultate” (n.94)
94. Le persecuzioni non sono una realtà del passato, perché anche oggi le soffriamo, sia
in maniera cruenta, come tanti martiri contemporanei, sia in un modo più sottile,
attraverso calunnie e falsità. Gesù dice che ci sarà beatitudine quando «mentendo, diranno
ogni sorta di male contro di voi per causa mia» (Mt 5,11). Altre volte si tratta di scherni
che tentano di sfigurare la nostra fede e di farci passare per persone ridicole.
Accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi, questo è santità.

Preghiamo e ad ogni invocazione rispondiamo: Ascoltaci Signore!
Per i giovani
Perché divengano strumenti d'amore per la salvezza dell'umanità attraverso il loro sì alla
tua chiamata di vita e, resi fecondi dalla comunione in Te nella Chiesa portino frutti di
vita eterna.
Per questo ti preghiamo.

Per le Vocazioni
Ti preghiamo, Signore, perché continui a benedire e ad arricchire la tua Chiesa con i doni
delle tua chiamata. Per questo noi ti preghiamo.

Per le Vocazioni di speciale consacrazione
Illuminati e incoraggiati dalla tua Parola, ti preghiamo, o Signore, per coloro che hanno
già seguito e ora vivono la tua chiamata. In particolare per i Vescovi, Presbiteri e Diaconi;
per i Religiosi, le Religiose e i consacrati; per i Missionari e per quei laici generosi nel
dono della vita al tuo servizio. Per questo ti preghiamo.

Per tutti noi
Ti preghiamo, o Signore, per ciascuno di noi. Ogni giorno continua a rivolgerci la tua
parola; chiamaci a realizzare la nostra vita con Te. Per questo ti preghiamo.

                                                                                          11
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                              I TAPPA: BORGO SANTA MARIA
              “TUTTO QUELLO…L’AVETE         FATTO A ME”     – (IMMIGRAZIONE)
Canto: Il coraggio nei piedi (pag. 6)
Fatto di cronaca
Sabaudia: Obbligano a lavorare degli immigrati indiani per pochi euro. Questi uomini
non si meritano di dover assumere sostanze dopanti per resistere alla fatica. Essi già
scappano da situazioni pessime per arrivare in altre peggiori? Non mi pare il caso.
Silenzio, in ascolto del cuore.
Sacerdote: Il nostro cuore è indurito, Signore
Tutti: Il tuo Santo Spirito ci doni un cuore docile, libero di amare.
Dal Vangelo di Matteo (25, 31-40)
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul
trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni
dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e
le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite,
benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione
del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete
visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno:
“Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e
ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o
nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti
a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno
solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Riflessione: don Helenio
Dalla vita di Santa Maria Goretti
Sono nata in una famiglia poverissima di contadini nell’Italia povera degli immigrati che
cercano fortuna. Mia mamma era povera e non ha mai conosciuto i suoi genitori. Mio
padre, Luigi, è un gran lavoratore e non manca di coraggio. Nella mia famiglia si vive
una fede semplice e profonda. Dio è il primo e solo punto di riferimento nel
comportamento e nella speranza quotidiana. Sono i valori e le regole di vita del Vangelo,
l’ambiente vitale dove prendono forza e divenire le scelte spesso decisive di ogni giorno.
Il quadro della Madonna, che abbiamo portato con noi in tutti i trasferimenti, è il filo
rosso che ci ha fatto affrontare con coraggio e speranza la tappa dell’immigrazione, il
volto familiare che ci ha evitato lo smarrimento e lo sradicamento, sia a Paliano, sia nelle
paludi dei disperati, alle Ferriere di Conca, dove la miseria si sommava alla malaria. Sono
cresciuta nel periodo della depressione economica; migrarono in 600.000 verso le
Americhe! In Italia una famiglia su tre venne coinvolta in quest’esodo, diretta o verso le
Americhe o verso le campagne romane. Sarà questo fenomeno a favorire l’incontro tra la
mia famiglia e quella di Alessandro.

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Un altro esempio di santità: Santa Caterina Tekakwitha
Kateri è la prima santa pellerossa d’America.
Rimasta presto orfana fu presa con sé da uno zio con l’incarico di aiutare la moglie nel
governo della casa, il suo nome Tekakwitha le fu dato perché significa “colei che mette
le cose in ordine”.
Per accrescere il benessere della famiglia le zie la volevano dare in sposa a qualche
cacciatore. Ma la fanciulla ancora troppo giovane si rifiutava e non intendeva contrarre
matrimonio per il desiderio di verginità e di consacrazione al Signore.
Tali rifiuti le costarono diverse condanne e lavori domestici molto pesanti.
Trasferitesi in un altro villaggio con la famiglia incontrò il padre gesuita Jacques de
Lamberville, che fece comprendere a Kateri la sua strada.
Kateri fu battezzata il 18 aprile 1676, giorno di Pasqua, prendendo il suo nuovo
nome, Catherine.
La giovane donna, così facendo, si espose alla furia dello zio e di tutta la sua parentela.
I famigliari non mancarono di umiliarla e di trattarla male per la sua scelta di fede e di
vita. Caterina a seguito di questa persecuzione domestica dovette lasciare la sua casa, la
sua terra. Nella sua fuga percorse a piedi più di trecento chilometri attraverso fitte foreste.
Con l’aiuto di altri cristiani, riuscì a rifugiarsi presso la Missione di San Francesco
Saverio, vicino Montreal. Ricevette poi la Prima Comunione e nel 1679 si consacrò a Dio
e morì dicendo "Gesù ti amo".

Canto: La madre che hai scelto per me (pag. 6)

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                     DA BORGO SANTA MARIA         A   BORGO BAINSIZZA
                                       IMMIGRAZIONE

Canto

d. Paolo: Preghiamo:
O Dio, guida e sostegno dei tuoi figli pellegrini nel mondo verso la patria del cielo, che
sostenesti la famiglia Goretti nel migrare da un luogo ad un altro, ti preghiamo: per
intercessione di Santa Maria Goretti, accompagna per le strade del mondo i nostri
innumerevoli fratelli che, fuori dalla loro Patria, lottano per superare le difficoltà di una
vita molte volte angustiosa ed eroica. Veglia sulla loro fede. Alimenta la loro speranza.
Conservali fermi nel tuo amore. Benedici, con l'abbondanza di cui hanno bisogno, il
merito della loro partenza e gli sforzi del loro lavoro. Rendi proficuo il sincero e semplice
cammino della loro vita, per stringere fra tutti i popoli i vincoli di una vera fraternità
cristiana. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
 concedi a noi la costanza nell’obbedire ai Tuoi comandamenti, come hai dato la corona
alla vergine vittoriosa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e
regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

Canto

Isaia 35, 1-10
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso
2
  fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del
Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio.
3
  Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. 4Dite agli smarriti di
cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa
divina. Egli viene a salvarvi». 5Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno
gli orecchi dei sordi. 6Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del
muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. 7La terra
bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua. I luoghi dove si sdraiavano
gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. 8Ci sarà un sentiero e una strada e la
chiameranno via santa; nessun impuro la percorrerà. Sarà una via che il suo popolo potrà
percorrere e gli ignoranti non si smarriranno. 9Non ci sarà più il leone, nessuna bestia
feroce la percorrerà o vi sosterà. Vi cammineranno i redenti. 10Su di essa ritorneranno i
riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro
capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.

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Sal 116 (114-115)
Ripetiamo insieme: Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi
Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore».
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi

Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi

Ritorna, anima mia, al tuo riposo,
perché il Signore ti ha beneficato.
Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi

Canto

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Dalla Esortazione apostolica postsinodale di Papa Francesco ai giovani e a tutto il popolo
di Dio “Christus vivit” (n.91)

Come non ricordare i tanti giovani direttamente coinvolti nelle migrazioni? Queste
«rappresentano a livello mondiale un fenomeno strutturale e non un’emergenza
transitoria. Le migrazioni possono avvenire all’interno dello stesso Paese oppure tra Paesi
diversi. La preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla
guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa, dai disastri naturali dovuti
anche ai cambiamenti climatici e dalla povertà estrema: molti di loro sono giovani. In
genere sono alla ricerca di opportunità per sé e per la propria famiglia. Sognano un futuro
migliore e desiderano creare le condizioni perché si realizzi».[44] I migranti «ci ricordano
la condizione originaria della fede, ovvero quella di essere “stranieri e pellegrini sulla
terra” (Eb 11,13)».[45]

Brevi litanie
Santa Maria Goretti, disponibile all’azione della grazia di Dio          prega per noi
            “   maestra di perseveranza                                  prega per noi
            “   pellegrina sulle strade del mondo                        prega per noi
            “   figlia obbediente e docile                               prega per noi
            “   testimone di generosità e solidarietà                    prega per noi
            “   libera dai beni di questo mondo                          prega per noi
            “   fiduciosa nella provvidenza del Padre eterno             prega per noi

Canto

2 minuti di silenzio

Dalla Esortazione apostolica di Papa Francesco “Gaudete et exsultate” sulla chiamata
alla santità nel mondo contemporaneo (n.77-79)

«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati».

79. Tale giustizia incomincia a realizzarsi nella vita di ciascuno quando si è giusti nelle
proprie decisioni, e si esprime poi nel cercare la giustizia per i poveri e i deboli. Certo la
parola “giustizia” può essere sinonimo di fedeltà alla volontà di Dio con tutta la nostra
vita, ma se le diamo un senso molto generale dimentichiamo che si manifesta
specialmente nella giustizia con gli indifesi: «Cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is 1,17).
Cercare la giustizia con fame e sete, questo è santità.

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Preghiera di Papa Francesco nella visita a Lesbo il 16 Aprile 2019
"Dio di misericordia, Ti preghiamo per tutti gli uomini, le donne e i bambini, che sono
morti dopo aver lasciato le loro terre in cerca di una vita migliore. Benché molte delle
loro tombe non abbiano nome, da Te ognuno è conosciuto, amato e prediletto. Che mai
siano da noi dimenticati, ma che possiamo onorare il loro sacrificio con le opere più che
con le parole.
"Ti affidiamo tutti coloro che hanno compiuto questo viaggio, sopportando paura,
incertezza e umiliazione, al fine di raggiungere un luogo di sicurezza e di speranza. Come
Tu non hai abbandonato il tuo Figlio quando fu condotto in un luogo sicuro da Maria e
Giuseppe, così ora sii vicino a questi tuoi figli e figlie attraverso la nostra tenerezza e
protezione".
"Fa' che, prendendoci cura di loro, possiamo promuovere un mondo dove nessuno sia
costretto a lasciare la propria casa e dove tutti possano vivere in libertà, dignità e pace.
Dio di misericordia e Padre di tutti, destaci dal sonno dell'indifferenza, apri i nostri occhi
alle loro sofferenze e liberaci dall'insensibilità, frutto del benessere mondano e del
ripiegamento su se stessi. Ispira tutti noi, nazioni, comunità e singoli individui a
riconoscere che quanti raggiungono le nostre coste sono nostri fratelli e sorelle.
Aiutaci a condividere con loro le benedizioni che abbiamo ricevuto dalle tue mani e
riconoscere che insieme, come un'unica famiglia umana, siamo tutti migranti, viaggiatori
di speranza verso di Te, che sei la nostra vera casa, là dove ogni lacrima sarà tersa, dove
saremo nella pace, al sicuro nel tuo abbraccio".
Dal testo “Marietta e il suo cielo” di Giovanni Alberti
Il tempo di spolverare i vecchi scatoloni, legare coperte ed attrezzi da lavoro, chiudere
la porta e mettersi in viaggio. Per i Goretti la novità si chiama Ersilia, di appena un
anno, l’unico fiore di quella terra aspra ed amara. Su tutti quelle parole cariche di
speranza di Luigi Goretti: “Dio sempre provvede” e quel quadro della Madonna, finito
tra le braccia di Marietta.
Un carretto li conduce fino alla stazione di Segni, scendono a Cecchina dove trovano
due carretti del Mazzoleni. E’ buio, il freddo è pungente: stretti l’un l’altro tra scossoni
e buche, impiegano ore a percorrere trenta km, di cammino verso il cuore del Pianeta
delle Zanzare.
(dal colloquio rivisitato tra il rettore del Santuario di Santa Maria Goretti, Don Carlo
Fornaciari e mamma Assunta nel 1952).
U: uomo, D: donna
U: Come mai Siete andati via da Corinaldo?
D: Perché andavano via tutti… un mucchio di contadini.
U: E chi è che ha trovato per questi contadini?
D: Il fattore di Brunori
U: E ha trovato il posto anche per voi altri?
D: Sisi
U: E voi altri credevate di trovare il meglio lassù?
D: e invece abbiamo trovato il peggio. Ma Dio ha voluto così, sia fatta la Sua volontà.
Canto
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Storia di Nuruddin
Lo incontro una prima volta al porto di Palermo, solo, seduto in un angolo della tenda
della Croce Rossa, appena sbarcato in suolo italiano. Nuruddin è un ragazzo somalo che
non ha ancora 30 anni, sua moglie è appena stata portata in ospedale e con lei la loro
bambina, nata due mesi fa in Libia. Lo incontro nuovamente più tardi, all’ombra e non
più da solo. Stavolta è lui ad avvicinarsi e, senza darmi il tempo di riconoscerlo, mi sorride
e mi stringe la mano. «Queste sono Ayaan e Fatima, mia moglie e mia figlia» mi dice,
indicandomi orgoglioso le due persone sedute accanto a lui, l’una in braccio all’altra
«Fatima è nata da poco più di 60 giorni, gli ultimi 10 li ha trascorsi in mare». Tre anni fa,
in Somalia, non si conoscevano ancora, ma stavano entrambi maturando l’idea di fuggire,
schiacciati dal peso di una situazione ormai insostenibile. «Non potevo rimanere lì»,
racconta «sarei rimasto bloccato per anni, senza possibilità di riscattare la mia vita».
Ayaan, come molte altre donne somale prima di lei, era stata promessa in sposa a un
miliziano legato ad Al Shabaab, un gruppo terroristico attivo in Somalia. L’hanno
rinchiusa in una stanza e le hanno precluso ogni contatto con il mondo esterno. Sopraffatta
dalla disperazione, la sua famiglia è stata costretta a pagare un altro gruppo armato che,
irrompendo nella prigione della ragazza, l’ha liberata. A quel punto non ha avuto altra
possibilità se non quella di fuggire. Dalla Libia sono giunti in Italia, soccorsi dalla Marina
Militare italiana, dopo dieci interminabili giorni. Con loro c’erano altre 750 persone.
Quella in Somalia resta una delle più gravi e lunghe crisi al mondo. Un terzo della
popolazione della Somalia, stimata in 7,5 milioni di persone, è stata costretta a lasciare la
propria area d’origine e vive in esilio o sfollata all’interno del paese. Nel 2014 oltre 2.500
somali hanno scelto di intraprendere la pericolosissima traversata del Mediterraneo.
(Fonte: www.unhcr.it)

Canto

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Dalla Lettera dei Vescovi delle diocesi del Lazio, 9 Giugno 2019, Solennità di Pentecoste
Carissimi fedeli delle Diocesi del Lazio, […]
        Vorremmo invitarvi ad una rinnovata presa di coscienza: ogni povero – da
qualunque paese, cultura, etnia provenga – è un figlio di Dio. I bambini, i giovani, le
famiglie, gli anziani da soccorrere non possono essere distinti in virtù di un “prima” o di
un “dopo” sulla base dell’appartenenza nazionale.
        Da certe affermazioni che appaiono essere “di moda” potrebbero nascere germi di
intolleranza e di razzismo che, in quanto discepoli del Risorto, dobbiamo poter respingere
con forza. Chi è straniero è come noi, è un altro “noi”: l’altro è un dono. È questa la
bellezza del Vangelo consegnatoci da Gesù: non permettiamo che nessuno possa scalfire
questa granitica certezza.
        Desideriamo invitarvi, pertanto, a proseguire il nostro cammino di comunità
credenti, sia con la preghiera che con atteggiamenti di servizio nella testimonianza di una
virtù che ha sempre caratterizzato il nostro Paese: l’accoglienza verso l’altro, soprattutto
quando si trovi nel bisogno. Proviamo a vivere così la sfida dell’integrazione che
l’ineluttabile fenomeno migratorio pone dinanzi al nostro cuore: non lasciamo che ci
sovrasti una “paura che fa impazzire” come ha detto Papa Francesco, una paura che non
coglie la realtà; riconosciamo che il male che attenta alla nostra sicurezza proviene di
fatto da ogni parte e va combattuto attraverso la collaborazione di tutte le forze buone
della società, sia italiane che straniere.
        Le nostre Diocesi, attraverso i centri di ascolto della Caritas e tante altre realtà di
solidarietà e di prossimità, danno quotidianamente il proprio contributo per alleviare le
situazioni dei poveri che bussano alla nostra porta, accogliendo il loro disagio. Tanto è
stato fatto e tanto ancora desideriamo fare, affinchè l’accoglienza sia davvero la risposta
ad una situazione complessa e non una soluzione di comodo (o peggio interessata).
Desideriamo che tutte le nostre comunità – con spirito di discernimento – possano
promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, respingendo accenti e toni
che negano i diritti fondamentali dell’uomo, riconosciuti dagli accordi internazionali e –
soprattutto – originati dalla Parola evangelica.
        Non intendiamo certo nascondere la presenza di molte problematiche legate al tema
dell’accoglienza dei migranti, così come sappiamo di alcune istituzioni che pensavamo si
occupassero di accoglienza, e che invece non hanno dato la testimonianza che ci si poteva
aspettare. Desideriamo, tuttavia, ricordare che quando le norme diventano più rigide e
restrittive e il riconoscimento dei diritti della persona è reso più complesso, aumentano
esponenzialmente le situazioni difficili, la presenza dei clandestini, le persone allo sbando
e si configura il rischio dell’aumento di situazioni illegali e di insicurezza sociale.
        Pertanto, carissime sorelle e carissimi fratelli, sentiamo il dovere di rivolgere a
tutti voi un appello accorato affinché nelle nostre comunità non abbia alcun diritto la
cultura dello scarto e del rifiuto, ma si affermi una cultura “nuova” fatta di incontro, di
ricerca solidale del bene comune, di custodia dei beni della terra, di lotta condivisa alla
povertà. Invochiamo per tutti noi il dono incessante dello Spirito, che converta i nostri
cuori per renderli solleciti nel testimoniare un’accoglienza profondamente evangelica e
la gioia della fraternità, frutto concreto della Pentecoste.

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Preghiamo e ad ogni invocazione rispondiamo:              Liberaci o Signore
Da ogni risentimento e rancore;                           Liberaci o Signore
Da ogni odio;                                             Liberaci o Signore
Da ogni forma di egoismo;                                 Liberaci o Signore
Da ogni tendenza a giudicare e condannare;                Liberaci o Signore
Dalla mormorazione e dalla critica;                       Liberaci o Signore
Da ogni giudizio affrettato;                              Liberaci o Signore
Dal sospetto e dalla sfiducia;                            Liberaci o Signore
Da ogni forma d'indifferenza;                             Liberaci o Signore
Da ogni chiusura;                                         Liberaci o Signore
Da ogni prepotenza;                                       Liberaci o Signore
Da ogni pensiero di male;                                 Liberaci o Signore
Canto
IL ROSARIO CON SANTA MARIA GORETTI
• Rosario: 2° Mistero: Gesù ascende al cielo nella gloria
Maria Goretti dovette ben presto intraprendere, con la sua famiglia, la via
dell’emigrazione, giungendo, dopo varie tappe, a Le Ferriere di Conca nell’Agro Pontino.
Nonostante i disagi della povertà, che non le permisero neppure di andare a scuola, la
piccola Maria viveva in un ambiente familiare sereno e unito, animato da fede cristiana,
dove i figli si sentivano accolti come un dono e venivano educati dai genitori al rispetto
per sé e per gli altri, oltre che al senso del dovere compiuto per amore di Dio. Ciò consentì
alla bambina di crescere serena alimentando in sé una fede semplice, ma profonda. La
Chiesa ha sempre riconosciuto alla famiglia il ruolo di primo e fondamentale luogo di
santificazione per quanti ne fanno parte, a cominciare dai figli.

Ti affidiamo, Signore, tutte le famiglie del mondo, perché possano diventare luoghi
di fede, pace e serenità, centro e fulcro di una rinnovata crescita cristiana e morale.

Padre Nostro + 10 Ave Maria + Gloria al Padre
Canto
Preghiera a Santa Maria Goretti di Giovanni Paolo II
Bambina di Dio,
tu che hai conosciuto presto la durezza e la fatica,
il dolore e le brevi gioie della vita;
tu che sei stata povera e orfana,
tu che hai amato il prossimo facendoti serva umile e premurosa;
tu che sei stata buona e hai amato Gesù sopra ogni altra cosa;
tu che hai versato il tuo sangue per non tradire il Signore;
tu che hai perdonato il tuo assassino,
Intercedi e prega per noi,
affinché diciamo sì al disegno di Dio su di noi.
Ti ringraziamo, Marietta,
dell'amore per Dio e per i fratelli
che hai seminato nel nostro cuore. Amen.

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                                 II TAPPA: BORGO BAINSIZZA

              TUTTO   QUANTO VOLETE… VOI FATELO A LORO         – (BULLISMO)
Canto: Vivere la vita (pag. 7)
Fatto di cronaca
Latina, Piazza San Marco. Una baby gang aggredisce dei coetanei senza un motivo
preciso ma solo per affermare la propria superiorità. Perché per distinguersi bisogna avere
certi comportamenti?
Silenzio, in ascolto del cuore.
Sacerdote: Il nostro cuore è indurito, Signore
Tutti: Il tuo Santo Spirito ci doni un cuore docile, libero di amare.
Dal Vangelo di Matteo (7,7-14)
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque
chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli
chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi,
dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro
che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è
la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla
perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via
che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!
Riflessione: don Giordano
Dalla vita di Santa Maria Goretti
Nella mia vita e in quella della mia famiglia ci sono state persone prepotenti, partendo dal
conte Mazzoleni che pretendeva molto da noi famiglie di braccianti e che ci puniva
amaramente togliendo parte del raccolto che ci spettava se avessimo buttato per errore
anche un solo favino tra le bucce. In tutto ciò la nostra forza era Dio!
E poi c’era anche Giovanni Serenelli; dopo la morte di mio padre ci trattava con disprezzo
poiché mia madre non voleva cedere alle sue lusinghe… tutto e tutti ormai dipendevamo
da lui. Ma ancor prima ad otto anni quando arrivammo a Conca si arrabbiava con me
perché non sapevo cucinare bene ma io gli rispondevo sempre .
 Ed in ultimo Alessandro, tante volte ha cercato di attentare al mio cuore, ma io l’ho
sempre rifiutato perché non era quello che il Signore mi aveva insegnato.
 Ho escluso ogni cattiveria dal mio cuore per voler bene, per vincere il male con il bene,
poiché sono sicura che l’amore vince sempre.

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Un altro esempio di santità: Beato Isidoro Bakanja
Bakanja nasce negli anni '80 del XIX secolo.
Giovanissimo lavorò come aiuto muratore in una ditta statale; lì sentì parlare per la prima
volta di Gesù e vangelo. Fu battezzato con il nome di Isidoro, e accompagnato e formato
nella fede dai monaci Trappisti che gli donarono un rosario e lo scapolare del Carmelo
come segni esteriori della sua nuova condizione.
In seguito Isidoro lavorò in una fattoria dove si raccoglieva il caucciù; il responsabile di
questa fattoria era un uomo crudele e per nulla favorevole alla presenza attiva di cristiani
tra i servi e i lavoratori. Isidoro infatti non perdeva occasione per parlare di Gesù e
insegnare ai compagni a pregare, senza tralasciare il proprio lavoro.
Il responsabile infastidito dalla sua attività, gli ordinò di togliersi lo scapolare. Ancor più
irritato dal fermo e dignitoso rifiuto di Bakanja, gli fece dare 25 colpi di frusta. Poco dopo
la scena si ripeté: esasperato, il responsabile, vedendo ancora al collo del giovane
quell'oggetto, strappò lo scapolare e lo gettò al cane e ordinò di colpire di nuovo Isidoro.
Imprigionato, restò lì per alcuni giorni, finché fu allontanato per evitare che denunciasse
l'accaduto. Dopo qualche mese, Isidoro Bakanja muore. Fu seppellito con il suo rosario,
segno dell'unione con Dio, del quale aveva testimoniato la misericordia e l'amore che
superano ogni odio.
Adorazione Eucaristica
Canto di Esposizione: Davanti al Re (pag. 7)
Tempo per la preghiera personale
Benedizione e Reposizione del SS.mo Sacramento

Canto di Reposizione: Come ti ama Dio (pag.7) / Padre; Ave; Gloria

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                        DA BORGO BAINSIZZA       A   BORGO MONTELLO
                                           BULLISMO
Canto

d. Paolo: Preghiamo:
Signore, Padre Santo, Dio Onnipotente ed eterno: per affermare la gloria del tuo nome la
santa vergine e martire Maria Goretti ha fatto, come Cristo, dono della vita: il sangue da
Lei sparso attesta al mondo i suoi prodigi; perché sei tu Signore, che fai risplendere in chi
è fragile la tua potenza e infondi in chi è debole il coraggio di renderti testimonianza, per
Cristo nostro Signore. Amen

2 minuti di silenzio

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (1 Cor 13, 1-13)
1
  Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come
bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
2
  E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza,
se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei
nulla.
3
  E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma
non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. 4La carità è magnanima, benevola è la carità;
non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca
il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode
dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto
sopporta.
8
  La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la
conoscenza svanirà. 9Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto
profetizziamo. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
11
   Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
12
   Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo
faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente,
come anch’io sono conosciuto. 13Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la
speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!

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Salmo 33(34)
Ripetiamo insieme: Gustate e vedete come è buono il Signore

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Gustate e vedete come è buono il Signore
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
Gustate e vedete come è buono il Signore
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
Gustate e vedete come è buono il Signore
Custodisci la lingua dal male,
le labbra da parole di menzogna.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,
cerca e persegui la pace.
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Gustate e vedete come è buono il Signore
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Gustate e vedete come è buono il Signore

Canto
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25

Videomessaggio di Papa Francesco ai partecipanti alla I conferenza online
#stopcyberbullyingday
Trovare la propria identità è un cammino, un cammino di dialogo, un cammino di
riflessione, un cammino di interiorità.
E un modo molto facile per non compiere questo cammino è quello di aggredire o
sminuire l’identità degli altri. È qui che nasce il bullismo. Il bullismo è un fenomeno di
autocompensazione, di autovalorizzazione, però non incontrando me stesso, ma
sminuendo l’altro per sentirsi più grande. È un imparare a guardare dall’alto al basso e
male. Non dimenticate che è lecito per una persona guardare l’altra dall’alto verso il basso
solo — sapete quando? — quando la si sta aiutando ad alzarsi. Nessun altro modo di
guardare dall’alto al basso è lecito. E quando si verificano nei gruppi giovanili, a scuola,
nei quartieri, e ovunque, si verificano queste espressioni di aggressione, di bullismo, si
vede la povertà dell’identità di chi aggredisce, di chi ha bisogno di aggredire per sentirsi
persona. In farmacia non vendono rimedi contro il bullismo, i laboratori non hanno ancora
trovato la formula; nel frattempo, cosa fare? L’unico modo è quello di condividere, di
vivere insieme, di dialogare, di ascoltare l’altro, di prendersi del tempo per camminare
insieme, di prendersi del tempo perché è il tempo che fa la relazione. Non abbiate paura
di dialogare: ognuno di noi ha qualcosa da dare all’altro. Ognuno di noi ha qualcosa di
buono da dare all’altro, ognuno di noi ha bisogno di ricevere qualcosa di buono dall’altro.
Il dialogo, dialogo che ci rende uguali non nell’identità — siamo identità diverse —, ci
rende uguali nel cammino. Siamo camminatori, tutti uguali, tutti camminano, ma tutti
diversi, ma tutti in armonia. Dichiarate guerra al bullismo, perché sminuisce la dignità, e
giocate per il dialogo, giocate per camminare insieme, giocate la pazienza di ascoltare
l’altro. Allora sarà una pace forte, e questa stessa pace forte farà scoprire la propria
dignità, la propria dignità.

Brevi litanie
Santa Maria Goretti, docile e umile di cuore                            prega per noi
            “   fortificata dallo Spirito di Dio                        prega per noi
            “   maestra di perseveranza nella preghiera,                prega per noi
            “   maestra di dialogo                                      prega per noi
            “   giovane educatrice per una sana umanità                 prega per noi
            “   testimone dell’amore di Dio                             prega per noi
            “   specchio dei doni d’amore di Dio                        prega per noi
            “   aiuto e sostegno dei poveri e degli indifesi            prega per noi

Canto

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