Dott.ssa Veronica LA REGINA Rischi, minacce e tendenze evolutive nell'uso militare dello spazio: aspetti di interesse per l'Italia - Difesa
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CENTRO ALTI STUDI CENTRO MILITARE PER LA DIFESA DI STUDI STRATEGICI Dott.ssa Veronica LA REGINA Rischi, minacce e tendenze evolutive nell’uso militare dello spazio: aspetti di interesse per l’Italia (codice AI-T-01)
CENTRO ALTI STUDI CENTRO MILITARE PER LA DIFESA DI STUDI STRATEGICI Dott.ssa Veronica LA REGINA Rischi, minacce e tendenze evolutive nell’uso militare dello spazio: aspetti di interesse per l’Italia (codice AI-T-01)
Rischi, minacce e tendenze evolutive nell’uso militare dello spazio: aspetti di interesse per l’Italia NOTA DI SALVAGUARDIA Quanto contenuto in questo volume riflette esclusivamente il pensiero dell’autore, e non quello del Ministero della Difesa né delle eventuali Istituzioni militari e/o civili alle quali l’autore stesso appartiene. NOTE Le analisi sono sviluppate utilizzando informazioni disponibili su fonti aperte. Questo volume è stato curato dal Centro Militare di Studi Strategici Direttore Amm. Div. Mario Caruso Vice Direttore Capo Dipartimento Relazioni Internazionali Col. A.A.r.n.n. Pil. (AM) Marco Francesco D’ASTA Progetto grafico Massimo Bilotta - Roberto Bagnato Autore Veronica LA REGINA Stampato dalla tipografia del Centro Alti Studi per la Difesa Centro Militare di Studi Strategici Dipartimento Relazioni Internazionali Palazzo Salviati Piazza della Rovere, 83 - 00165 – Roma tel. 06 4691 3204 - fax 06 6879779 e-mail relintern.cemiss@casd.difesa.it Stampata a febbraio 2017 ISBN 978-88-99468-21-7
Indice Lista degli Acronimi .............................................................................................................. 5 Sommario ............................................................................................................................ 8 Abstract.............................................................................................................................. 11 1. Introduzione: il presente quadro geopolitico come requisito di utenza della tecnologia aerospaziale ...................................................................................................................... 14 1.1. Est Europa ............................................................................................................ 15 1.2. Medio Oriente e Nord Africa (MENA) .................................................................... 19 1.3. Area Sud-Africana ................................................................................................ 20 1.4. Area Asiatica......................................................................................................... 21 2. L’uso militare dello Spazio: il quadro legale ................................................................ 24 3. L’uso militare dello Spazio: capacità tecnologiche ...................................................... 32 3.1. Telecomunicazioni Satellitari ................................................................................ 32 3.2. Navigazione satellitare .......................................................................................... 45 3.3. Osservazione della Terra ...................................................................................... 48 3.4. Tecnologie come sistemi anti-satelliti ................................................................... 52 3.5. Tecnologia di derivazione spaziale ....................................................................... 59 4. Le prospettive future: priorità del Sistema-Paese ....................................................... 61 4.1. Telecomunicazioni satellitari ................................................................................. 61 4.2. Osservazione della Terra ...................................................................................... 62 4.3. Navigazione Satellitare ......................................................................................... 63 4.4. Sistemi Anti-Satellite ............................................................................................. 64 4.5. Altre tecnologie spaziali ........................................................................................ 65 5. Conclusioni ................................................................................................................. 72 Bibliografia ......................................................................................................................... 74 Emerografia ....................................................................................................................... 78 Sitografia............................................................................................................................ 79 Nota sul Ce.Mi.S.S. e sull'Autore 83 4
Lista degli Acronimi ALTB Airborne Laser Test Bed APEC Asia-Pacific Economic Cooperation ARGUS Autonomous Real-Time Ground Ubiquitous Surveillance ASAT Anti Satellite Athena-Fidus Access on THeatres and European Nations for Allied forces – French Italian Dual Use Satellite AU African Union CAR Central African Republic CIS Community of Independent States COTM Communication-on-the-move COTP Communication on-the pause DARPA Defense Advanced Research Projects Agency DDR Dismount Detection Radar DRC Democratic Republic of Congo ECCAS Economic Community of Central African States ECOWAS Economic Community of West African States EGNOS European Geostationary Navigation Overlay Service EISS Enhanced Integrated Sensor Suite ELLA Electric Laser Large Aircraft ESA Agenzia Spaziale Europea EU Unione Europea EUISS European Union Institute for Security Studies EUMETSAT European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites FSS Fixed Satellite Services GAGAN GPS Aided Geo Augmented Navigation system GEO Geo-stationary earth orbit GLONASS Globalnaya Navigazionnaya Sputnikovaya Sistema GNSS Sistemi Globali di Navigazione Satellitare GPS Global Positioning System HAPLS High Repetition Rate Advanced Petawatt Laser System HEL Space-Based High-energy Laser HELTD High Energy Laser Technology Demonstrator HEO Highly elliptical orbit 5
HPM High Powered Microwave HTS High Throughput Satellite IAI Israel Aerospace Industries IGS Information Gathering Satellites IGS Information Gathering System ISAF International Security Assistance Force ISIS Islamic State of Iraq and Syria ISS Stazione Spaziale Internazionale IT Information and Technology LASER Light Amplification by Simulated Emission of Radiation LEO Low earth orbit MARAUDER Magnetically Accelerated Ring to Achieve Ultra-high Directed Energy and Radiation MENA Medio Oriente e Nord Africa MEO Medium earth orbit MFAS Multi-Function Active Sensor MFO Multinational Forces & Observers MGCP Multinational Geospatial Coproduction Program MLD Maritime Laser Demonstrator MP-RTIP Multi-Platform Radar Technology Insertion Program MSAS Multi-functional Satellite Augmentation System MSS Mobile Maritime Services MTS Multi-Spectral Targeting System MUSIS Multinational Space-Based Imaging System NATO North Atlantic Treaty Organization ORFEO Optical and Radar Federated Earth Observation OST Trattato dello Spazio Extra-atmosferico PEP Pulsed Energy Projectile PIKL Pulsed Impulsive Kill Laser PMI Piccole e Medie Imprese PNT Positioning Navigation Timing PPWT Treaty on Prevention of the Placement of Weapons in Outer Space and of the Threat or Use of Force Against Outer Space Objects PTBT Trattato sulla messa al bando parziale dei test QZSS Quasi-Zenith Satellite System 6
R&S Ricerca e Sviluppo RADAR RAdio Detection And Ranging SAARC South Asian Association for Regional Cooperation SALT II Trattato sulle limitazioni all’uso delle armi strategiche SAR Synthetic Aperture Radar SatCom Satellite Communication SatEO Satellite-based Earth Observation SCO Shanghai Cooperation Organisation SICRAL Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate ed Allarmi SSO Sun-Synchronous Orbit SWORDS Special Weapons Observation Remote reconnaissance Direct action System UAV Unmanned Aerial Vehicle UCAV Unmanned Combat Aerial vehicle UCS Union of Concerned Scientists UGV Unmanned ground vehicle ULA United Launch Alliance UN Nazioni Unite USA Stati Uniti d’America UUV Underwater unmanned vehicle VADER Vehicle and Dismount Exploitation Radar VAST Very Small Antenna Terminal WAAS Wide Area Augmentation System 7
Sommario La corrente situazione geo-politica mondiale pone scenari completamente diversi da quelli ipotizzabili un decennio addietro, pertanto si rende necessaria una prontezza di intervento soprattutto difronte alle sfide globali della lotta al terrorismo e del fenomeno delle migrazioni illegali. In merito a queste sfide lo Spazio è uno strumento tecnologico fortemente contributivo dell’equilibrio fra Stati ed è abilitante alla pace, al benessere e al progresso socio-economico dei popoli. La Difesa Nazionale è il corpo istituzionale chiamato a garantire la sicurezza dei civili e del territorio. La sicurezza non va intesa solo come capacità di attacco e di difesa, ma ha anche un contenuto di resilienza, ossia come attitudine a rispondere in tempi rapidi al verificarsi di crisi e/o squilibri in senso lato. In questa veste la sicurezza è la capacità di garantire sopravvivenza ad un Paese e pertanto passa anche per l’assicurare l’approvvigionamento delle risorse fisiche e tecnologiche, delle competenze scientifiche e l’autonomia di decisione. Di fronte a questi importanti obiettivi bisogna, innanzitutto, dotarsi di un complesso di informazioni al fine di assumere tutta la conoscenza necessaria affinché il sistema-Paese non evolva per cause interne e/o esterne verso stati indesiderati. Al fine di assumere e gestire questa conoscenza, i sistemi spaziali di osservazione della Terra, di GNSS e di telecomunicazione, svolgono un ruolo di supporto e facilitazione sostanziale. I sistemi spaziali oggigiorno hanno una missione critica nel difendere una Nazione da un attacco e sono sempre più utilizzati come supporto delle operazioni militari terrestri, marittime ed aeree. Lo Spazio extra-atmosferico appare, quindi, un sito privilegiato tecnicamente e giuridicamente – perché non vi si esercita sovranità territoriale – per disporre tecnologie che assicurano l’acquisizione e il trasferimento di informazione a livello globale e/o a grandi distanze. In quest’ottica disporre di infrastrutture nazionali proprietarie avvantaggia sia nella prevenzione sia nella gestione di determinate difficoltà. Dotarsi della tecnologia non basta perché è importante garantire continuità ed autonomia di gestione e decisione per assolvere ai compiti di sicurezza nazionale. Oggi, il numero di Paesi dotati di capacità spaziale è crescente e questo ha recentemente preoccupato dapprima gli USA e poi la Comunità Internazionale degli Stati circa l’eventuale creazione di caos e di debris tali da mettere fuori uso le funzionalità dei satelliti e i connessi sistemi di sicurezza. Ad oggi sono aperti i negoziati per il Codice presso le UN, come intervento di soft law, e dall’altro vi sono state proposte di regole binding come la proposta –hard law - di Russia e Cina presso la Conferenza del Disarmo per inter alia avanzare il divieto di porre armi nello Spazio. 8
La messa in orbita di armi ha da sempre destato preoccupazioni sin dal primo Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico che nega l’uso di armi nucleari e di distruzione di massa – ex art. IV OST – e poi la dottrina è divisa tra il divieto di militarizzazione tout-court, l’utilizzo lecito delle infrastrutture per le operazioni militari a Terra e l’uso di sistemi satellitari con intenti difensivi ma non di attacco. Per le motivazioni sopra riportate le Difese Nazionali sono i principali attori nel disporre di capacità spaziale, più o meno proprietaria, per effettuare le proprie operazioni e non mancano, con interesse sempre crescente, sviluppi di sistemi tecnologici in orbita che non risultano essere armi nucleari e di distruzione di massa seppur con fini di attacco non necessariamente distruttivo, di deterrenza o di difesa dall’aggressione. In questo ambito sono emergenti gli sviluppi ed i progressivi impieghi di armi elettroniche o ad energia diretta su piattaforme aerospaziali per disabilitare sistemi altrui. Queste nuove tipologie ASAT hanno valenza anche anti-balistica ed anti-missilistica e risultano avere sostanziali vantaggi economici perché invertono l’asimmetria tra sforzo di difesa versus impego di risorse per l’attacco. Dotarsi, quindi, di sistemi del genere risulta altamente dissuasivo nei confronti del nemico da eventuali intenti aggressivi. L’utilizzo di questi dispositivi implica lo sviluppo di capacità di difesa altamente qualificate e competenze che richiedono l’integrazione di diverse applicazioni e tecnologie di derivazione spaziale. Ecco perché le priorità di spesa per garantire un sistema di difesa capace di garantire la messa in sicurezza del Paese vanno dall’assicurare un sistema di telecomunicazioni satellitari a copertura globale, ad un sistema di navigazione altamente resistente ad attacchi spoofing e/o jamming con prestazioni senza soluzione di continuità, ad un sistema di osservazione della Terra integrato della componente ottica e radar, di dispositivi di energia diretta per dissuadere aggressione da parte di terzi. Inoltre, vanno considerate le tecnologiche spaziali che abilitano le capacità di difesa a Terra, come smart material, sensori intelligenti, piccoli satelliti e UAV. Tutte queste risorse tecnologiche hanno valenze anche civili e per scopi puramente pacifici, es. le telecomunicazioni satellitari a copertura globale riducono il digital divide, un sistema completo di osservazione della Terra migliora le fasi di gestione dei disastri, dalla previsione al ripristino dello status quo, i servizi di PNT aumentano le efficienze negli spostamenti di persone e cose, i sistemi ASAT supportano la gestione dei detriti spaziali, i piccoli satelliti sono maggiormente efficienti e flessibili al mutamento delle esigenze e gli UAV aumentano la riduzione di spesa per soddisfare obblighi di monitoraggio su aree per informazioni target non ottime via satellite. 9
La seguente tabella riassume le priorità di azione della Difesa nazionale per ridurre il rischio di disporre di un sistema non adeguato alle minacce odierne. Le priorità sono misurate come basse, medie ed alte in relazione al rischio odierno, al livello di assenza/presenza della relativa capacità a livello nazionale e al volume di spesa e di investimento richiesto. Le priorità alte riguardano i sistemi ASAT, la cyber difesa e i piccoli satelliti. Queste priorità sono, però, tecnologicamente e politicamente abilitate dalla disponibilità e dalla expertise relativo agli altri ambiti tecnologici, quali le telecomunicazioni satellitari, le applicazioni GNSS, l’osservazione della Terra ed infine la componentistica e le applicazioni integrate. Ambito tecnologico Minaccia Esigenza Priorità di Azione Telecomunicazioni Cambio delle aree geo- Disporre di un sistema Media Satellitari politiche di interesse nazionale a copertura globale Osservazione della Terra Dinamiche di interesse Disporre di capacità ottica e Media diversamente distribuite sul radar a livello nazionale Globo Navigazione Satellitare Perdita di precisione nelle Disporre di soluzioni resilienti a Bassa traiettorie spoofing, jamming, etc. ASAT di nuova Asimmetria tra offesa e difesa Disporre di un’infrastruttura Alta generazione (laser, anche in co-proprietà con gli electronic weapons) alleati come deterrenza Cyber – difesa Aumento della componente di Dotarsi di programmi di Alta automazione sei sistemi security awareness aumenta la rilevanza di IT e software Smart materials Aumentano le attività in Acquisire competenze per Bassa contesti estremi trasferimento tecnologico dallo Spazio alla Terra Applicazioni integrate Aumento della complessità Stimolare l’uso delle Bassa delle sfide infrastrutture in orbita Piccoli Satelliti Aumento del rischi di collisione Fornire il Paese di una Alta e della velocità di competenza tecnologica di cambiamento dei bisogni eccellenza senza gap di know- how Tab. I: Quadro di sintesi delle azioni prioritarie come risposta alle minacce, ai rischi e alla nuove tendenze 10
Abstract The current geopolitical context presents novel features that were not expected just a few years ago. A rapid reaction system has now become crucial in the face of the emerging threats of terrorism and illegal migration. In this context, Space is a technological tool enabling peace, technological progress and welfare among peoples at a global level. National Defence is the institutional body charged with the mission of assuring security for people throughout the national territories. Security is not only the ability to attack and to defend; it also involves resilience and the capacity to react promptly to a crisis. Accordingly, security can guarantee the survivability of a State, and it encompasses the domestic supply of physical and technological commodities, including scientific and industrial expertise, to assure autonomous decision-making. In helping to achieve this goal, access to information becomes a national asset to avoid knowledge gaps in the face of undesirable internal or external developments. Space-based systems for Earth Observation, GNSS and telecommunications provide crucial support for these purposes. These systems offer a valuable and critical contribution in case of attacks, and they are extremely useful for the terrestrial, maritime and aerial operations of military personnel. Thus, Outer Space is a privileged area from both a technical point of view, providing assets that enable the acquisition and transfer of information across wide areas of the globe, and also from a legal point of view, given that there is no national sovereignty in Space. Based on these assumptions, proprietary space- based systems help to alleviate national concerns over threat prevention and disaster management. It is also fundamental for national security purposes to assure continuity and autonomy by owning and managing these space-based systems. Today, several States are emerging with space-based capacities in orbit; this creates a concern among the USA and other states over increasing chaos and related issues with space debris affecting national security. The debate has been opened at UN level with a draft Treaty on the Prevention of the Placement of Weapons in Outer Space, the Threat or Use of Force against Outer Space Objects from China and Russia (hard law) and at the initiative of the EU with the development of the International Code of Conduct for Outer Space Activities (soft law). Weapons in Outer Space have always been a concern, thus the OST’s Art. IV prevents the use of nuclear arms and weapons of mass destruction. Additionally, legal doctrine addresses this concern in various ways, covering the military use of Space in toto, the 11
legitimate use of space-based infrastructures for military operations on Earth, and the non- aggressive use of Space. For all of these reasons, National Defence bodies are the main actors owning and using space-based assets, under proprietary, owned and dual-use regimes. The deployment of systems in orbit that are neither nuclear arms not for mass destruction purposes is increasing; they offer greater defence rather than offence capabilities. In particular, the ASAT systems under various architectures, e.g. electronic weapons and direct energy systems on board of satellite or aerial platforms, provide means for blocking or disabling other systems. These ASAT technologies are quite analogous to anti-missile and anti- ballistic systems; they offer substantial economic benefits because they shift the balance such that defence – historically more expensive – is cheaper than attack. Endowing these systems as national capabilities has a significant dissuasive effect on enemy behaviour. The deployment of these systems implies the development of defence capabilities and related expertise in an integrated view along with other space technologies. A well- equipped National Defense requires global satellite telecommunication, uninterrupted GNSS applications resistant to jamming and/or spoofing, a comprehensive optical and radar Earth Observation capacity, and finally an ASAT system to prevent enemy attacks. In addition, further space-based technologies enabling national defence should be included such as smart materials, sensors, small satellites and advanced UAVs. All of these technologies have considerable utility even for civil and peaceful purposes. For instance, global satellite communication diminishes the digital divide, Earth Observation improves the management of natural disasters, PNT services improve the efficiency of transport, ASAT helps to mitigate debris, small satellites are more flexible to end-user needs and UAVs are a cheaper solution for monitoring tasks that cannot be done via satellite. This report assesses the potential of space-based technologies to place national defense systems in the best possible position to react to threats emerging from the current global order. Firstly, it gives an overview of the geo-political concerns present in each region. Secondly, it reviews the primary legal concerns linked with the military use of Outer Space, e.g. the militarization and/or weaponization of Space. Thirdly, it reports on the main technological trends in each field of application for space-based technologies, including SatCom, SatEO, GNSS and ASAT. Fourthly, it identifies the highest priority actions that should be taken in order to provide an effective national defense system. 12
Each action is backed by specific needs and the investment required can come from the Ministry of Defense on its own or from other partners in the case of multi-purpose solutions. Finally, recommendations are made as to how each priority action should be pursued at national and/or international level, and eventually through public-private partnerships. The priority level is established as low, medium or high; this evaluation is sensitive to the size of the existing gap, to the urgency of the need, and to the volume of investment required. Technological field Threat Need Priority Action Satellite Change in area of geopolitical National satellite Medium Telecommunication concern telecommunications with global coverage Earth Observation Global nature of concerning National optical and radar Medium phenomena capacity in orbit Satellite Navigation Lack of precision in the trajectories Endowing solutions resistant Low to jamming and spoofing actions ASAT systems (laser, Asymmetric dimension between Endowing a capacity in this High electronic weapons) attack and defence regard even in partnership with other allies Cyber-defence Increased automation of system Improve security awareness High offers more opportunity for IT manipulations (software coding, hacking, cracking) Smart materials Battlefields often in extreme Improve expertise for Low environmental conditions technology transfer from Space to Earth Integrated applications Rising complexity of context Stimulating use of space- Low based capacities in orbit Small Satellite Increasing space collision risks Endowing National scientific- High and rapid change of terrestrial technological expertise needs without gaps Tab. II: Synopsis of priority actions for fulfilling the needs coming from threats, risks and new trends 13
1. Introduzione: il presente quadro geopolitico come requisito di utenza della tecnologia aerospaziale L’Italia è uno Stato interconnesso ed interdipendente dalla relazioni internazionali con diverse aree geografiche sia come esportatore e/o importatore di beni e servizi sia in termini di supporto alle operazioni di sicurezza in senso ampio. L’analisi del presente contesto geo-politico pone quindi l’attenzione sulle diverse aree oggetto di tensioni politiche e di sicurezza, quali i Balcani con l’attrito in corso tra Russia e Ucraina, i conflitti nell’area Medio Oriente e Nord Africa e l’emergente contesto dell’area Asiatica. A queste situazioni si aggiungono il transito dei migranti dalla Siria e dal Nord Africa verso l’Europa e l’Italia stessa, il terrorismo di matrice ISIS (Islamic State of Iraq and Syria) e le dinamiche di attacco tramite il mezzo cyber. Questo ultimo pone nuove sfide finanche tecnologiche prima non note. Questa sezione non intende fornire i dettagli dei vari contesti, ma si limita a considerare la loro rilevanza perché identificano i bisogni di difesa e sicurezza che possono essere soddisfatti tramite l’uso della tecnologia spaziale. L'Italia è sicuramente un'area cardine per quanto riguarda il Mediterraneo così come l'Afghanistan lo è per l'Asia centrale e l'Asia meridionale, poiché confina con Cina e India, e l'Ucraina lo è nei confronti dell'Eurasia e, ovviamente, nei confronti della Russia. Il vigente Libro Bianco del Ministero della Difesa1 definisce di particolare interesse per l’Italia l’area euro-mediterranea, che comprende le tensioni relative alle aree del Mashreq, del Sahel, del Corno d’Africa e dei Paesi del Golfo Persico. È un’area che risente anche delle tensioni ad esse limitrofe2, pertanto un’azione in questo contesto influenza anche le dinamiche esteriori. Pertanto le azioni devono risultare coerenti a quelle messe in atto altrove soprattutto se influenzano l’area euro-atlantica, dove l’Italia contribuisce e dipende per i profili di prevenzione, deterrenza e difesa collettiva3. 1 Ministero della Difesa, Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, 21 Aprile 2015. Disponibile al 31 Ottobre 2015: http://www.difesa.it/Primo_Piano/Documents/2015/04_Aprile/LB_2015.pdf 2 Ministero della Difesa, Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, 21 Aprile 2015, punto n. 51, p. 13 3 Ministero della Difesa, Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, 21 Aprile 2015, punto n. 50, p. 13 14
1.1. Est Europa La rilevanza dei conflitti di questa area per l’Italia risponde alla dipendenza in termini di sicurezza, energia e volumi di esportazioni. Circa il 43% del petrolio importato in Europa proviene dalla Russia, dal Kazakistan e dall’Azerbaijan; la Russia è il maggior fornitore di gas – circa il 32% verso l’Europa e il terzo partner per volumi di affari4. Da non sottovalutare che la metà dei visti in ambito Schengen sono emessi dalla Russia e dall’Ucraina e diversi paesi dell’area sono prossimi a divenire Stati-Membri dell’Unione Europea (EU)5. Le tensioni sono da attribuire alla volontà della Russia di creare un nuovo ordine regionale ed affermare il proprio ruolo predominante. In breve, la Russia è interessata a mettere in discussione l’equilibrio post-Soviet ad oggi affermatosi. Con i suoi 46 milioni di abitanti su 700 mila chilometri quadrati di estensione, l'Ucraina è il più grande Stato europeo, dopo la Russia ovviamente. Sul territorio ucraino passano 40 mila chilometri di gasdotti che collegano proprio la Russia e l'area del Mar Caspio, contribuendo a alimentare per il 31% il consumo energetico di Europa e Turchia. L'Italia, da sola, soddisfa il 43% del proprio fabbisogno energetico attraverso i gasdotti che passano da questa linea di faglia6. Il conflitto della Russia con l’Ucraina è nella stessa linea di quelli precedentemente avutisi con la Georgia nel 2008. Le modalità di esplicazione del conflitto son insolite, perché non sono coinvolte solo le truppe e le connesse azioni militari di tipo classico; in vero sono state messe in atto condotte come jamming dei comandi e dei relativi sistemi di controllo e comando, interferenze dei sistemi di difesa aerea e marittima, cyber-spionaggio, embargo di traffici economici7 con cooperazioni con gruppi criminali e coercizioni economiche, mettendo sotto pressione la fornitura di gas ed energia. 4 European Union Institute for Security Studies, A Changing global world environment – Chaillot Papers, December 2014, pp. 47- 56. Disponibile al 31Ottobre 2015: http://www.iss.europa.eu/publications/detail/article/a-changing- global-environment/ 5 European Commission Migration and Home affairs, Schengen statistics 2009 – 2013. Disponibile al 31 Ottobre 2015: http://ec.europa.eu/...visas/visa.../overview_of_schengen_visa_statistics_en.pdf 6 Gabriele Pollini, Albertina Pretto, Giancarlo Rovati, L'Italia nell'Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni, Franco Angeli, 2012, p. 189, 205-206 7 Per quanto riguarda le sanzioni, sicuramente hanno colpito gravemente la Russia, il rublo non è crollato ma ne ha moltissimo risentito. Le sanzioni hanno però avuto un effetto boomerang su alcune economie occidentali. In particolare, quella della Germania e dell'Italia. Ricordiamo che l'Italia è il secondo partner europeo e il quarto al mondo della Russia. Il danno che è stato fatto all'economia italiana - in particolare all'agroalimentare, alla cantieristica navale, al commercio di beni di lusso - allo stato attuale ammonta a circa 200 milioni di euro. Una cifra enorme, per un Paese disastrato come il nostro. Per quanto riguarda l’impatto delle limitazioni ai traffici commerciali, bisogna distinguere tra Paesi europei che sentono più fortemente il peso delle sanzioni e il resto dell’Europa. I Paesi che esportano maggiormente verso la Russia sono stati penalizzati da due fattori: - Il divieto di vendere beni “dual use” e le tecnologie utili per l’esplorazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas; - Il deprezzamento del rublo che in pochi mesi è calato del 20% riducendo il potere d’acquisto reale dei cittadini russi. Questi due fattori colpiscono in primis Paesi come Germania, Italia e Francia, ma anche Austria, Polonia, Lituania e Repubblica Ceca. 15
La figura sottostante -Fig. I - mostra le aree d’instabilità di derivazione post sovietica. In questo contesto per gli stati interessati si impone una scelta quasi radicale fra l’Oriente all’interno della Russia-led Eurasian Union e l’Occidente con l’EU e la North Atlantic Treaty Organization (NATO)8. Certamente, l’Italia e l’EU devono prendere atto che la Russia è divenuta una sfida strategica più che un partner strategico. Nel momento in cui gli Stati Uniti d’America (USA) hanno appoggiato l’Ucraina e hanno dichiarato embargo verso la Russia, invero, la contro-misura Russa è stata molto più densa di valenza politica. La contro-misura russa ha mostrato al mondo intero l’attuale dipendenza tecnologica spaziale degli USA dalla Russia. Il 4 Aprile 2015 la NASA ha chiuso la cooperazione con la Russia per le attività di sua competenza ad eccezione delle attività coinvolte nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Fig. I: Le instabilità nell’area post sovietica – Fonte: EUISS, 2014 Successivamente il responsabile russo dell’industria militare, Rogozin con il supporto di ROSCOSMOS ha dichiarato il non funzionamento intenzionale delle stazioni riceventi del sistema Statunitense Global Positioning System (GPS) sul territorio russo. Questo non ha creato alcun disagio agli utenti militari russi perché i loro dispositivi sono dotati di entrambi i riceventi US GPS e Globalnaya Navigazionnaya Sputnikovaya Sistema 8 Si vede che tutti i Paesi dell'ex blocco comunista, che partecipavano a Patto di Varsavia, sono entrati in rapida successione prima nell'Unione Europea e, poi, nella NATO. Come logica conseguenza di questa realtà, comprendiamo tutti che espandere la Nato a Oriente significa espandere la potenza americana a Oriente. Operazione che, d'altronde, gli Stati Uniti hanno cercato di condurre a termine anche in Asia centrale, nelle Repubbliche ex sovietiche. 16
(GLONASS), gli utenti civili che dipendono maggiormente dal GPS, invece, hanno ricevuto un segnale con un errore dell’ordine di qualche chilometro sul territorio russo. L’altra contro-misura costata cara agli USA è quella relativa ai motori realizzati in Russia, RD-180 e NK-33 a bordo dei veicoli di lancio USA. I motori a razzo RD-180 sono importati dall’United Launch Alliance (ULA), una joint venture tra le principali aziende belliche Lockheed-Martin e Boeing, per spingere i suoi missili Atlas. ULA è l’unico fornitore di vettori spaziali del Pentagono, il che significa che i militari statunitensi usano i missili Atlas per posizionare i loro satelliti spia nello spazio. L’impresa che produce gli RD-180 si chiama NPO Energomash e fa parte dell’industria aerospaziale russa, guidata dal Viceprimo ministro Dmitrij Rogozin. A Marzo, il Tesoro degli USA ha sanzionato Rogozin perché stretto consigliere del Presidente Vladimir Putin. La risposta di Mosca è stata rapida. In pochi giorni Rogozin ha dichiarato che la Russia non avrebbe più esportato motori a razzo negli USA per lanciare satelliti militari. D’ora in poi, i motori russi saranno utilizzati solo per lanciare carichi civili. L’altro motore russo, NK-33, è il nucleo del missile pesante Antares, chiave del futuro programma di esplorazione spaziale statunitense. L’NK-33 è stato costruito negli anni ’60 per le missioni lunari con equipaggio russo ma, in armonia con la natura opaca del processo decisionale sovietico, fu smantellato quando gli statunitensi sbarcarono sulla Luna9. Una richiesta d’importazione fu fatta, e a metà degli anni ’90 la Russia vendette 36 motori alla General Aerojet per un valore irrisorio di 1,1 milioni di dollari ciascuno. La società acquisì anche una licenza di produzione dei nuovi motori, e il primo missile Antares con l’NK-33 fu lanciato con successo dalla Virginia il 21 aprile 2013. L’esplosione del 28 Ottobre 2014 dell’Antares ha avuto un impatto diretto sul futuro dell’esplorazione spaziale degli USA. La NASA ha elaborato grandi progetti, ma senza saper innestare motori a razzo russi sull’Antares, tali piani non decolleranno. Il fallimento dell’ultimo test indica che gli scienziati statunitensi non sanno padroneggiare le tecnologie complesse trasferite dai russi. 9 Il programma fu chiuso e tutti i lavori sul progetto distrutti. Tuttavia, un burocrate russo che conosceva il valore di questi motori li nascose in un magazzino. Quando l’Unione Sovietica si dissolse, alcuni diplomatici russi eccessivamente filo-occidentali regalarono i gioielli dell’industria spaziale russa a visitatori statunitensi, molti dei quali erano senza dubbio spie. Uno dei motori finì negli USA, dove gli scienziati capirono che non avevano nulla di simile. 17
Da ora Rogozin ha vietato l’uso militare dei motori a razzo10. La Russia continuerà a spedire RD-180 perché ha bisogno di soldi. Da quando l’avanzata industria spaziale sovietica è crollata, il profitto dalle vendite di RD-180 ha mantenuto a galla diverse aziende russe. Tuttavia, se le sanzioni colpiranno l’economia russa, Mosca non avrà niente da perdere nell’imporre il divieto totale all’esportazione del motore a razzo, danneggiando ulteriormente gli statunitensi che non hanno missili già oggi. I loro enormi satelliti spia Big Bird resteranno a terra, lasciando i servizi d’intelligence degli USA senza il loro grande occhio celeste. Gli Stati Uniti hanno bisogno della Russia anche per le navette spaziali. La loro flotta di Shuttle, in realtà elefanti bianchi, è radiata e gli Stati Uniti contano totalmente sui missili russi, come i Sojuz, per rifornire l’ISS. Senza rifornimenti regolari dalla Russia, l’ISS dovrebbe essere abbandonata e forse distrutta. In conclusione, il caso delle tensioni tra Russia e Ucraina offre un duplice fattore di ripercussione sul settore spaziale sia in termini di necessità di servizi satellitari, e. g. telecomunicazioni, Posizionamento-Tempo-Navigazione e dati di osservazione della Terra, sia in termini di sicurezza, come autonomia ed indipendenza, nonché di approvvigionamento tecnologico spaziale della Russia nei confronti degli USA. 10 L’RD-180 è un motore a razzo da 5,5 tonnellate, 11,5 metri di altezza e 10,25 metri di diametro, dalla progettazione meravigliosamente semplice, affidabile, potente ed economica. Secondo la rivista Wired: “Non solo l’RD-180 è più potente di qualsiasi omologo di fabbricazione statunitense, ma a differenza dei motori statunitensi, può essere acceso e spento durante il volo rendendo il volo molto più regolare ed efficiente”. E aggiunge: “I russi non si preoccupano della cosmesi o dell’impacchettamento. Costruiscono e testano per eliminare i difetti. Il motore è costato 10 milioni di dollari e produce quasi mezzo milione di kg di spinta. Cose che non può fare un motore di fabbricazione statunitense “. Strategy Page riferisce: “Alcuni esperti statunitensi (come Charles Vick) sospettavano che durante la Guerra Fredda che la Russia avesse motori a razzo economici, potenti e affidabili come questo, ma le sue affermazioni furono respinte dalla maggior parte degli esperti statunitensi. Dopo la fine della guerra fredda nel 1991, gli Stati Uniti osservarono i motori a razzo russi e capirono che Vick aveva ragione. Alla fine degli anni ’90 gli Stati Uniti stilarono un contratto per acquistare versioni modificate (per il missile statunitense Atlas V) dell’RD-18 dalla Russia e una licenza per costruirli negli Stati Uniti (con alcuni componenti russi che sarebbe molto più costoso produrre negli USA) “. Gli Stati Uniti attualmente hanno due anni di forniture di motori RD-180 e la licenza per produrli. Per avviarne la produzione è necessario prima di avere forniture occidentali di tutte le componenti fornite dalla Russia. “Ciò richiederà cinque anni “, dice Strategy Page. “Al meglio costerà agli Stati Uniti altri 2,5 miliardi di dollari impostare la produzione e fornire servizi di lancio più costosi nel frattempo. Dato che il migliore dei casi è una rarità, è probabile che ci vorranno sette anni per produrre RD-180 ed ulteriori 5 miliardi di dollari per pagarsi lanci alternativi. Il lancio di molti satelliti potrebbe essere ritardato di tre anni o più “. Gli Stati Uniti in origine avevano due missili, Atlas e Delta. Ma per via dell’RD-180, l’Atlas V è più attraente per prestazioni e prezzo del Delta IV. Fonte: Intervista radiofonica a Rakesh Krishnan Simha - RBTH - 22 novembre 2014 18
1.2. Medio Oriente e Nord Africa (MENA) Questa area vede l’Italia come un cardine sul Mediterraneo tra Europa e Sud del Globo assolvere una responsabilità di buon vicinato non solo per sé ma per l’intera Europa, che riceve circa il 50% della produzione araba ed esporta circa l’11% di beni e servizi in questa area11. A questa partnership economica, si aggiunge la dipendenza del fabbisogno energetico dell’Europa che importa circa il 30% di petrolio e gas da tali paesi. Le tensioni relative a questa area sono diversificate perché riguardano contesti all’interno dei singoli stati e tra stati diversi, con riferimento ad elementi religiosi ed ideologico-politici. Tali tensioni sono accentuate sostanzialmente da tre problemi principali, ossia la disoccupazione giovanile, il terrorismo e la dipendenza dall’importazione dei beni di prima necessità, e. g. alimenti. Questi sono i principali fattori che alimentano le continue migrazioni illegali delle popolazioni verso l’Europa ad in primis verso le coste dell’Italia. La seguente figura - Fig. III - riporta la presenza di gruppi terroristici sul territorio secondo la diversificata affiliazione di vario titolo. Fig. II: Presenza dei gruppi terroristici nell’area MENA – Fonte: EUISS, 2014 In questo ambito la tecnologia aerospaziale è di ausilio in termini di servizi, quali osservazioni della Terra per la massimizzazione dell’efficienza dell’uso del territorio, per i servizi di localizzazione di fatti sospetti, per la pianificazione delle misure di attacco e le relative contro-misure, per la quantificazione delle risorse disponibili, per il tracciamento di traiettorie di punti mobili e. g. armi offensive e difensive, veicoli e persone e per le telecomunicazioni in aree remote e/o prive di infrastrutture terrestri. 11 Eurostat, Euromediterranean Trades, 2014 19
1.3. Area Sud-Africana L’area geografica de quo è di interesse per l’Italia e l’Europa perché anche da qui partono i rifugiati politici, le popolazioni migranti verso l’Europa spinte da situazioni di instabilità locale, terrorismo, povertà, sotto sviluppo e traffici illeciti di armi, sostanze stupefacenti e vendita di persone. L’Africa Occidentale è la porta del narco traffico che proviene via mare dall’America Latina e il Golfo delle Guinea è una sorta di hub di traffici illeciti a danni degli interessi economici dell’Europa. L’epidemia di Ebola, inoltre, ha visto coinvolti soprattutto tre Stati, Sierra Leone, Liberia e Guinea, e ha dimostrato la netta dipendenza dagli aiuti e dalle assistenze estere della Sanità locale. Storicamente l’EU è un partner strategico12, da ultimo, però, anche Cina, Brasile e USA hanno intessuto relazioni con gli Stati africani per risollevarli dal sotto-sviluppo. L’area è afflitta principalmente da tre fenomeni, ossia il terrorismo, la transizione politica mediante processi di democratizzazione e trend di sviluppo impari e sensibili disuguaglianze tra ricchi e poveri. La figura sottostante - Fig. III - mostra la presenza di conflitti in corso per lo più di tipo asimmetrici, dove vi sono gruppi senza unità territoriale contro uno Stato e la presenza di gruppi terroristici di varia affiliazione. L’interesse per l’Africa si sostanzia nelle 53 presenze (voti) rappresentanti nelle Nazioni Unite (UN) e pertanto cruciali per le relazioni dell’EU. Inoltre, date le tensioni nell’area, circa il 70% delle azioni di peacekeeping delle Nazioni Unite sono attive qui e le forze armate di circa 39 Stati Africani sono coinvolte. Fig. III: Presenza di gruppi terroristici e conflitti in corso nell’area Sud Africana-Fonte: EUISS, 2014 12 Per un’analisi di riferimento sulle relazioni EU ed Africa vedi Toni Haastrup, Charting Transformation through Security: Contemporary EU-Africa Relations, Palgrave Macmillan, 2013. 20
1.4. Area Asiatica L’area Asiatica presenta maggiori potenzialità di tensioni per la mancanza di una chiara volontà di creare uno stabile quadro di sicurezza condivisa almeno dalle tre grandi Nazioni, quali Cina, India e Giappone. La figura sottostante – Fig. IV - riporta le presenti intersezioni di partecipazione degli Stati Asiatici con la presenza di attori non locali, quali principalmente l’EU e la NATO, gli USA e la Russia. Particolare è la compartecipazione della Russia e degli USA all’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation), che è un organismo13 nato nel 1989 per favorire la cooperazione economica, il libero scambio e gli investimenti nell'area asiatico-pacifica. La Russia rafforza il suo legame con la Cina attraverso la SCO (Shanghai Cooperation Organisation) assieme a Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan e, dal 2001, Uzbekistan. Inoltre, India e Pakistan dovrebbero diventare membri effettivi nel 2016. La SCO14 è un organismo intergovernativo dal punto di vista giuridico e ha come missione la cooperazione in ambito sicurezza, l’incremento della cooperazione economica principalmente delle risorse energetiche e la cooperazione culturale. Di particolare interesse è, poi la SAARC (South Asian Association for Regional Cooperation) con leadership Indiana. Questa15 è un’organizzazione internazionale economica e politica di otto Stati dell’Asia meridionale, ma vi sono 7 Observer quali Cina, Corea del Sud, Giappone, Iran, USA, EU, Australia. La sua mission è molto ampia e va da obiettivi economici per settori industriali ad obiettivi politici. Uno forzo comune è la lotta al terrorismo. 13 Dal punto di vista del diritto internazionale l'APEC si definisce organismo e non organizzazione internazionale perché, essendo composto da economie e non da Stati, è privo di una piena personalità giuridica. Ciò spiega, fra l'altro, come mai possano farne parte contemporaneamente la Cina continentale, Hong Kong e Taiwan, ossia tre realtà che, territorialmente (secondo Pechino e secondo tutti i governi che intrattengono relazioni diplomatiche con Pechino), appartengono a un unico Stato: la Repubblica Popolare di Cina. 14 Nel 1997, Boris Eltsin e Jiang Zemin unirono le loro voci per promuovere una visione multipolare del mondo, posizione che s’irrigidirà a seguito della guerra promossa dalla NATO in Kosovo nel 1999. Quest’ultima è vista da molti come un momento chiave. La Cina e la Russia si sono sentite per la prima volta seriamente unite dalla minaccia unipolare. Il caso del Kosovo, infatti, creava un precedente che metteva potenzialmente a rischio la sicurezza territoriale di entrambe le nazioni. È in questa prospettiva che bisogna interpretare l’evoluzione della SCO. Quest’ultima ha infatti messo al centro dell’azione comune la difesa della sicurezza nazionale, istituzionalizzando un approccio condiviso e armonizzato per ottimizzare la capacità di ogni membro di rispondere efficacemente a minacce interne non convenzionali. Durante gli anni Duemila quest’organizzazione si è opposta tanto al tentativo USA-NATO di guadagnare posizioni strategiche in Asia centrale, quanto al diffondersi di nuove “Rivoluzioni colorate” dopo quelle in Georgia, Ucraina e Kirghizistan. Il fattore USA-NATO è stato quindi fondamentale nel determinare il successo e la crescita della SCO. Una tale situazione ha prodotto almeno due risultati. Il primo è quello della cooperazione militare. Celebri a tal proposito sono diventati gli esercizi congiunti promossi annualmente dagli eserciti dei membri dell’Organizzazione. Tale pratica ha permesso ai contingenti russi e cinesi di conoscersi e abituarsi ad agire insieme. In secondo luogo, la SCO ha creato un contesto multilaterale controllato per l’espansione degli investimenti cinesi in Asia centrale e degli scambi commerciali fra la Cina e i Paesi della regione. Senza il costante dialogo in ambito economico promosso dalla SCO, le ragioni di tensione e incomprensione fra Mosca e Pechino in Asia centrale si sarebbero facilmente acuite nel tempo. Gli scambi commerciali sono stati rafforzati, così come i legami geostrategici, attraverso la costruzione di oleodotti e gasdotti che liberassero Mosca dalla sua dipendenza rispetto al mercato europeo. 15 In termini di popolazione, la sua sfera di influenza è la più estesa di qualunque organizzazione regionale: quasi 1,5 miliardi di persone. 21
La sua debolezza è spesso dovuta alla rivalità politica e militare tra India e Pakistan. Un altro fattore rilevante nell’area è il nuovo volto del Giappone16 nell’ambito della sicurezza, perché ha rivisto la sua posizione pacifista e si definisce un attore con condotte collective self-defence e partner storico degli USA con un crescente coinvolgimento in ambito NATO. Questo anno il Giappone ha emanato una nuova politica spaziale che è sinergetica agli obiettivi di sicurezza nazionale. Anche in questa sede il Giappone rafforza la sua alleanza con gli USA per la sicurezza integrata (aerea, marittima, terrestre e spaziale) con la condivisione di infrastrutture spaziali – piena interoperabilità e compatibilità tra il sistema Quasi-Zenith Satellite System (QZSS) Giapponese e il sistema US GS – e condivisione dei dati di osservazione della Terra dei satelliti spia giapponesi della costellazione Information Gathering Satellites (IGS). Le tensioni del Giappone nell’area sono legate alle dispute sui confini e alla rivendicazione territoriale verso la Cina; non secondarie sono le minacce della Corea del Nord. La figura sottostante riporta le tensioni indotte dalle dispute territoriali verso la Cina da parte dei diversi Stati Asiatici. Questo quadro alimenta una costante frammentazione di obiettivi comuni in ambito sicurezza sui diversi livelli di azione. Fig. IV: Governance della sicurezza regionale in Asia – Fonte: EUISS, 2014 L’Italia ha un ruolo di supporto al contesto asiatico attraverso l’EU e la NATO. Si tratta di un ruolo delicato dal momento che ha relazioni economiche sostanziali con tutte e tre le potenze ed anche con le nuove realtà emergenti, es. Vietnam, Singapore, Kazakistan, 16 Per un’analisi di riferimento vedi EU – Japan Cent for Industrial Cooperation - V. La Regina, Business partnership and technology transfer opportunities in the Space sector between EU and Japan, July 2015. Disponibile al 31 Ottobre 2015: http://www.eu-japan.eu/sites/eu-japan.eu/files/space_EUJCIC_report.pdf 22
ecc. in ambito di approvvigionamento energetico e per il connesso trasferimento tecnologico. Fig. V: I confini in discussione della Cina e le rivendicazione dei Paesi Asiatici – Fonte: EUISS, 2014 In conclusione, le tensioni nelle aree geografiche presentate forniscono i maggiori requisiti di utenza della tecnologia spaziale per fini di sicurezza. Questo conferma che lo Spazio è un fattore altamente abilitante delle capacità di difesa di uno Stato. La seguente tabella - Tab. III - riassume le necessità tecnologiche che l’Italia ha per mantenere e rafforzare il suo ruolo di paese tecnologicamente avanzato e alleato credibile. Area Geografica Tecnologia Spaziale Note Est Europa Telecomunicazioni I conflitti hanno messo in luce la strategicità GNSS dell’indipendenza nell’approvvigionamento tecnologico Osservazione della dei sistemi spaziali Terra Accesso allo spazio Medio Oriente e Telecomunicazioni La presenza di numerosi conflitti asimmetrici pone Nord Africa GNSS l’esigenza di dotarsi di sistemi anti-satellite e anti-missili Osservazione della che siano cost effective; quindi si guarda a soluzioni Terra con componenti riutilizzabili e/o con ciclo di vita multiplo Anti-Missilistica e Anti- satellitare Sud Africa Telecomunicazioni Il ruolo della tecnologia spaziale per la pianificazione e GNSS l’esecuzione di azioni sul territorio è cruciale. La sfida è Osservazione della principalmente l’impiego di tecnologia con sistemi di Terra ricarica autonomi e off-grid, data la mancanza di rete elettrica. Asia Telecomunicazioni L’area coinvolge attenzioni a livello terrestre, marittimo GNSS ed areo, pertanto sono richieste soluzioni tecnologiche Osservazione della con contenuti di intelligence omnicomprensivo e di Terra rapido accesso ed utilizzo. Tab. III: Quadro di sintesi delle esigenze tecnologiche in riferimento alle necessità di sicurezza per area geografica 23
2. L’uso militare dello Spazio: il quadro legale L’uso militare dello Spazio è stato ed è tutt’oggi un elemento di discussione del corrente dibattito politico, diplomatico ed accademico. Si possono identificare quattro importanti fattori, quali: - L’uso dello spazio per fini militari è un aspetto che alcuni Stati rifiutano affermano di rifiutare mentre altri rifiutano l’instaurazione di normative strettamente proibitive; - Il quadro normativo, legislativo unitario e univoco sull’uso militare dello Spazio è carente; - L’esistenza di tentativi falliti di adoperare le tecnologie militari delineando chiari termini e concetti; - L’utilizzo di tecnologie e componenti spaziali per finalità duali, contestuale uso civile e militare. Prima di analizzare il contesto legale è importante definire cosa si intende per “attività militari nello spazio extra-atmosferico” e differenziare tra “militarizzazione” e weaponization. L’uso per fini militari dello spazio può essere di tipo armato (weaponization) e/o può intendersi come uso di tecnologia spaziale per la soddisfazione di requisiti operativi dei militari a terra, ossia l’uso di servizi di navigazione ad alta precisione, fornitura di dati di osservazione della Terra e metereologici in tempi reali, servizi di telecomunicazione a livello globale, controllo di traiettorie missilistiche. L’uso armato dello Spazio, invece, si riferisce al porre in orbita tecnologia di natura offensiva. La maggior parte della dottrina nega il fondamento giuridico per questo tipo di azioni nello Spazio e, di contra, vede legittimo l’uso delle tecnologie spaziali per fini militari senza carattere di offesa17. Del corpus giuridico del diritto internazionale dello Spazio, due trattati su cinque, il Trattato dello Spazio Extra-atmosferico (OST) e il Trattato sulla Luna hanno precisi riferimenti all’uso militare dello Spazio. Gli altri tre trattati hanno solo un riferimento indiretto a questo fenomeno. L’ art. IV OST riporta che gli stati sottoscrittori si impegnano a non porre in orbita intorno alla Terra oggetti che imbarcano armi nucleari o ogni altro tipo di arma per distruzione di massa – ex comma 1 -. L’articolo de quo continua riferendo anche all’impegno di utilizzare lo spazio extra-atmosferico solo per fini pacifici. Inoltre, si precisa che stabilire basi militari o testare tecnologie o condurre operazioni militari è proibito. 17 Su questo distinguo vedi C.M. Petras, The Debate Over the Weaponization of Space – A Military-Legal Conspectus, 28 Annals of Air and Space Law, 2003, p. 171; A.G. Quinn, The New Age of Space Law: The Outer Space Treaty and the Weaponization of Space, 17 Minnesota Journal of International Law, 2008, p. 475; J. Su, The Peaceful Purposes Principle in Outer Space and the Russia-China PPWT Proposal, 26 Space Policy, 2010, p. 81. 24
L’impiego, invece, di personale militare per la ricerca scientifica non è proibito, così come l’utilizzo di facility necessaria per l’esplorazione pacifica della Luna e di ogni corpo celeste - ex comma 2. Il primo comma indica l’oggetto del divieto ma non lo definisce. Il significato di arma nucleare e armi di distruzione di massa va ritrovato dal coordinato disposto degli artt. 31 e 33 della Convenzione di Vienna sui Trattati che a sua volta riceve i contenuti della consuetudine internazionale applicabile a tutti i trattati. Questo impone un’interpretazione che sia finalizzata all’oggetto di indagine e allo scopo. Pertanto, per arma si intende uno strumento di attacco o di difesa utilizzata in combattimento. Quindi, l’art. IV OST secondo alcuni18 proibisce l’uso di armi nucleari capaci di essere mezzi di distruzione di massa, secondo altri19 sono invece vietate tutte le armi nucleari. Questo è in linea con il Partial Test Ban Treaty che proibisce ogni esplosione di tipo nucleare nello Spazio extra- atmosferico. Inoltre, l’art. IV OST pone il divieto nell’area dello spazio extra-atmosferico intorno alla Terra, quindi il mero transito di armi nello spazio sarebbe prima facie permesso, si pensi ai missili balistici intercontinentali (ICBM). Inoltre, l’installazione di armi nello spazio deve essere finalizzato all’uso pertanto, ad opinioni di alcuni, se non vi sono dimostrazioni di intenzioni di uso dell’arma20, il posizionamento in orbita o l’installazione su un corpo celeste potrebbe essere permessa. Un’altra riflessione è doverosa perché le armi possono essere sia di distruzione di massa di target sulla Terra sia di altri oggetti spaziali. Quindi, le armi che non sono nucleari e non sono di distruzione di massa possono essere impiegate. In conclusione l’art. IV OST istituisce un divieto parziale dell’uso delle armi nello Spazio perché lascia permesso l’uso di satelliti e infrastrutture spaziali per fini di comunicazione, osservazione e navigazione così come il transito di missili balistici e i test di armi nello spazio. Il tutto deve, ad ogni modo, essere coerente con la carta delle Nazioni Unite. Il secondo comma dello stesso articolo si riferisce ai corpi celesti quindi rimarrebbe non regolato e quindi permesso lo spazio tra i corpi celesti e questo dall’analisi dei lavori preparatori del Trattato sarebbe stato intenzionalmente lasciato libero21 per permettere determinate attività come l’osservazione. Un’altra osservazione merita l’espressione “per fini pacifici”, che sono spesso richiamati ma il corpus giuridico tout-court non fornisce una chiara 18 B. Cheng, Studies in International Space Law, 1997, p. 530. 19 Schrogl & Neumann, Peaceful and Military Uses of Outer Space: Law and Policy, 2005. Disponibile al 31 Ottobre 2015: http://www.e- parl.net/pages/space_hearing_images/BackgroundPaper%20McGill%20Outer%20Space%20Uses.pdf 20 S. Gorove, Arms Control Provisions in the Outer Space Treaty: A Scrutinizing Reappraisal, 3 Georgia Journal of International and Comparative Law, 1973, p. 117. 21 C.Q. Christol, The Modern International Law of Outer Space, 1982, pp. 24 – ss. 25
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