Addomesticate Medioevo - L ...

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Finlandia,                        le              renne
addomesticate                          già          nel
Medioevo

Archeologi dell’Università di Oulu, insieme a ricercatori
nordici, hanno scoperto che l’alimentazione supplementare
delle renne iniziò in alcune località già 800 anni fa.

Nell’ambito di uno studio è stata esaminata la composizione
isotopica stabile di reperti ossei archeologici; la dieta
lascia il segno sulla composizione chimica del tessuto osseo,
ad esempio sui valori isotopici stabili dell’azoto. I reperti
ossei sono originari della Finlandia settentrionale e della
Svezia settentrionale e risalgono al periodo compreso tra il
XIII e il XVII secolo.

Il periodo è particolarmente interessante nella storia
dell’allevamento delle renne, poiché durante questo periodo
questa attività si sviluppò in molti luoghi ove era presente
la principale forma di sussistenza delle comunità Sámi, su cui
si basava anche la loro organizzazione sociale. Tuttavia, si
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sa poco sulle pratiche di allevamento delle renne durante
questo periodo.

Al giorno d’oggi, l’alimentazione supplementare delle renne è
comune, poiché i cambiamenti climatici, il numero di renne e
altre forme di utilizzo del suolo stanno mettendo a dura prova
i pascoli invernali. Nell’allevamento tradizionale, all’inizio
del XX secolo, era comune dare alle renne cibo aggiuntivo,
come licheni, fieno durante gli inverni difficili. Tuttavia,
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le prime fasi dell’alimentazione supplementare non erano
precedentemente note.

“Abbiamo scoperto che alcuni dei campioni di ossa di renna
archeologici avevano valori che differivano dal valore
dell’isotopo di azoto naturale della renna. La composizione in
azoto del fieno e delle foglie è diversa da quella del
lichene. Valori isotopici divergenti indicano la sostituzione
del lichene con fieno o licheni nella dieta invernale delle
renne”, secondo la professoressa Anna-Kaisa Salmi e la
ricercatrice Tiina Äikäs dell’Università di Oulu.

Alcuni dei campioni appartenenti a renne nutrite risalgono al
XIII secolo e sono stati trovati sia in Finlandia che in
Svezia.

“Sembra che le renne venissero nutrite in località già nel
XIII secolo. Tuttavia, non tutte le renne hanno ricevuto cibo
supplementare, quindi non è stata un’alimentazione su larga
scala,   ma   piuttosto    un  fenomeno    occasionale    e
locale. L’alimentazione potrebbe anche          essere correlata
all’addomesticamento delle renne in             connessione con
l’addestramento di animali da tiro”.

I   ricercatori   dell’Università   di   Oulu   stanno   studiando
l’alimentazione supplementare delle renne insieme a
ricercatori delle università di Stoccolma e Tromsø. Lo studio
‘Zooarchaeological and stable isotope evidence of Sámi
reindeer offerings’*     è pubblicato nel Journal of
Archaeological Science: Reports.

*
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2352409X193
01610
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Usa,   Donald   Trump   verso
l’impeachment: Camera approva
misura procedurale

La maggioranza della Camera Usa ha approvato col sostegno dem
una misura procedurale che spiana la strada al voto per
l’impeachment di Donald Trump, atteso in serata (nella notte
in Italia).

Donald Trump è “un pericolo evidente ed immediato, deve essere
processato, condannato e destituito“: lo ha detto la speaker
della Camera Usa Nancy Pelosi.

“Alla luce delle informazioni di ulteriori manifestazione
chiedo che non ci sia violenza e non ci siano vandalismi”. Lo
afferma Donald Trump in una nota a Fox.

Il presidente chiede quindi l’aiuto di “tutti gli americani” a
“stemperare le tensioni” e ribadisce di essere contrario alla
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violenza “di ogni tipo”.

Intanto proseguono i preparativi per la cerimonia di
insediamento di Biden. I 15.000 agenti della Guardia Nazionale
a Washington saranno in parte armati, e il Secret Service sta
allestendo una maxi-operazione di sicurezza per blindare la
città. Il timore è di nuove proteste violente: almeno 16
gruppi, di cui alcuni armati, si sono fatti avanti per
manifestare.

Google sospende spot politici per insediamento Biden – Google
sospende tutti gli spot politici fra il 14 e il 21 gennaio in
vista della cerimonia di insediamento di Joe Biden.

Accusato per assalto al Congresso si è suicidato – Chris
Stanton, uno degli uomini accusati per le proteste al
Campidoglio, si è suicidato. Lo riportano i media americani,
sottolineando che Stanton si è tolto la vita nella sua
abitazione a Alpharetta, in Georgia. La polizia ha rinvenuto
nella sua casa due fucili semiautomatici.

USA, eseguita la condanna a
morte di Lisa Montgomery
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E’ stata uccisa con iniezione letale in un’esecuzione federale
Lisa Montgomery, la prima donna a essere messa a morte in 70
anni. Lo comunica il Dipartimento di Giustizia Usa.

La sua esecuzione era stata sospesa ieri per consentire una
perizia psichiatrica sulla donna: una sospensione che aveva
suscitato speranze in quanti nel mondo si oppongono alla pena
di morte.

Lisa Montgomery, l’unica donna nel braccio della morte
federale, ha ricevuto l’iniezione letale nel carcere di Terre
Haute, in Indiana.

La donna, 52 anni, era stata riconosciuta colpevole di un
delitto efferato: l’uccisione a nel 2004 nello stato del
Missouri di una donna incinta,la 23/enne Bobbie Jo Stinnett,
alla quale ha estratto con un coltello il feto, portato via
come se fosse suo figlio, lasciandola morire dissanguata.
Oggetto di gravissimi abusi in famiglia da bambina, Montgomery
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era ritenuta gravemente malata di mente. E dopo la fine,
imposta da Donald Trump, della moratoria sulla pena di morte
federale, proprio su questo aspetto si è incentrato il ricorso
dei suoi avvocati, accolto ieri da un giudice dell’Indiana,
per una nuova perizia psichiatrica. Poi il via libera
all’esecuzione, in ottemperanza a quanto già deciso dalla
Corte Suprema.

“Dopo un’allucinante serie di decisioni, le une contro le
altre, di vari tribunali, ore di incertezza e una vana
richiesta finale di sospensione, Lisa Montgomery è stata messa
a morte alle 7.31 ora italiana. L’11ma esecuzione federale
sotto Trump, la prima di una donna da 67 anni”. Lo scrive in
un tweet il portavoce di Amnesty International Italia,
Riccardo Noury.

Indonesia, precipitato                                   in
mare il Boeing partito                                   da
Giakarta
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Il governo indonesiano ha confermato che il Boeing 737 della
Sriwijaya Air – di cui si erano persi i contatti quattro
minuti dopo il decollo da Giakarta – è precipitato in mare. Il
volo trasportava 62 persone, di cui 56 passeggeri – tra i
quali tre neonati e 7 bambini – e sei membri dell’equipaggio.

Il volo Sriwijaya Air SJ 182 era sulla rotta Jakarta-
Pontianak. La perdita del contatto è avvenuta intorno alle 14
locali.

“Sospetti rottami” del Boeing erano stati ritrovati in mare al
largo di Giakarta. E un pescatore aveva raccontato di aver
visto un aereo schiantarsi in mare dopo una picchiata.
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Finlandia, esteso ai 18 anni
l’obbligo scolastico

Mentre in Italia ci si arrovella sulla questione della
riapertura o meno delle scuole a gennaio e sui rischi legati
alla pandemia relativamente alla frequenza scolastica, il
governo finlandese ha deciso di innalzare l’obbligo scolastico
dagli attuali 16 anni ai 18.

La Finlandia sia aggiunge cosi ai quattro Paesi europei dove è
in vigore l’obbligo dell’istruzione a 18 anni: Belgio,
Portogallo, Paesi Bassi e Germania.

Infatti, il Parlamento ha approvato lo scorso 15 dicembre una
proposta che estende in tale direzione l’istruzione
obbligatoria. Allo stesso tempo, l’istruzione secondaria
superiore sarebbe gratuita per gli studenti dell’istruzione
obbligatoria estesa. La riforma migliorerebbe anche
l’orientamento degli studenti e svilupperebbe l’istruzione
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nella fase di transizione; la riforma entra in vigore il 1 °
agosto 2021. I giovani che terminano la loro istruzione
scolastica completa nella primavera del 2021, principalmente i
nati nel 2005, sarebbero i primi a essere interessati dalla
riforma.

Il ministro dell’Istruzione finlandese. Jussi Saramo
L’estensione dell’istruzione obbligatoria è uno degli
obiettivi fissati nel programma governativo. La riforma mira
ad aumentare il livello di istruzione e competenza dei
finlandesi, a ridurre i divari di apprendimento ed ad
aumentare l’uguaglianza e la non discriminazione
nell’istruzione. L’estensione dell’istruzione obbligatoria
dovrebbe contribuire ad aumentare anche il tasso di
occupazione.

Nonostante le numerose iniziative pubbliche a sostegno, circa
il 16 % dei giovani non riesce ancora a completare una
qualifica secondaria superiore e non è più possibile cavarsela
nella vita e nella vita lavorativa con la sola istruzione di
base. Con l’estensione della scuola dell’obbligo, a ogni
giovane sarà quindi garantito un titolo di scuola secondaria
superiore, secondo una dichiarazione del ministro
dell’Istruzione.

Secondo la nuova legge, l’istruzione obbligatoria termina
quando un giovane raggiunge i 18 anni od ha completato un
ciclo di studio secondario superiore (il programma di scuola
secondaria superiore e l’esame di immatricolazione o un titolo
di istruzione secondaria superiore professionale). Istruzione
e i pasti quotidiani (come avviene attualmente) restano
gratuiti, insieme a libri di testo e altri materiali necessari
per l’insegnamento, strumenti, abiti da lavoro e materiali,
nonché i cinque test richiesti per completare l’esame finale,
comprese le ripetizioni di test non superati. Anche il
percorso verso la scuola per viaggi di 7 chilometri o più
resta gratuito al livello secondario superiore mentre rimane a
carico dello studente l’attrezzatura speciale necessaria per
gli studi, come strumenti musicali ed attrezzature sportive.
L’istruzione continuerà ad essere gratuita fino alla fine
dell’anno solare in cui lo studente compie 20 anni, ed il
periodo di istruzione gratuita potrebbe anche essere
prolungato per giustificati motivi, ad esempio a causa di
malattia od altri motivi specifici

Ai   fornitori   di   istruzione   scolastica   completa   compete
intensificare l’orientamento degli studenti negli anni 8 e 9
della scuola dell’obbligo con particolare attenzione alla
preparazione degli studenti per la fase successiva degli
studi. Prima della fine dell’ultimo anno dell’istruzione
scolastica di base, gli studenti devono presentare domanda per
l’istruzione secondaria superiore, od un altro tipo di
istruzione nell’ambito dell’istruzione obbligatoria. L’obbligo
della domanda continuerà fino a quando lo studente non avrà
trovato un istituto ove studiare. Allorquando gli studenti
abbiano completato l’istruzione scolastica completa, il
fornitore di questa rimane responsabile della guida, del
supporto e della supervisione delle prestazioni degli studenti
dell’istruzione obbligatoria.

Se uno studente che sta completando l’istruzione scolastica
inferiore non riesce a ottenere un nuovo posto di studio, il
responsabile del livello di istruzione inferiore è obbligato a
informare le autorità locali del comune di residenza dello
studente, che quindi prendono il giovane sotto la loro guida.
Il comune deve esaminare la situazione generale del giovane e
il suo bisogno di sostegno insieme allo studente ed al suo
tutore o altro rappresentante legale; la riforma include
inoltre un pacchetto di disposizioni per istruzione nella fase
di transizione, da introdurre nel 2022.

Sui costi a copertura della spesa per il bilancio statale, le
seguenti risorse finanziarie sono state allocate nel Piano
Fiscale Generale dello Stato: complessivamente 22 milioni di
euro nel 2021, 65 milioni nel 2022,107 milioni nel 2023, 129
milioni nel 2024.

Poiché la modifica legislativa riguarda una fascia di età per
volta, la necessità di stanziamenti aggiuntivi aumenterà
gradualmente ed essendo la durata media degli studi
nell’istruzione secondaria superiore e nell’istruzione per la
formazione professionale di circa tre anni, significa che la
necessità di stanziamenti       aggiuntivi   sarà   pienamente
soddisfatta nel 2024.

La deputata socialdemocratica Eeva-Johanna Eloranta, in un suo
intervento a difesa della riforma, osteggiata dalla destra
all’opposizione, ha definito ‘limitati’ gli oneri finanziari
derivanti dalla riforma poiché, con le sfide economiche e
occupazionali causate dall’epidemia di COVID-19, in futuro
l’impegno per estendere l’istruzione sarà molto più
importante, anche con la stima che questa l’estensione
dell’obbligo scolastico possa comportare un incremento del 4%
del tasso di occupazione, e questo perché il tasso di
occupazione di diplomati dalla scuola secondaria inferiore è
di poco superiore al 40%, mentre quello dei diplomati di
scuola media superiore o professionale lo è di più del 70%. Un
aumento dell’occupazione solo dell’1% genererà un’entrata di
circa 700 milioni di euro in più nelle finanze pubbliche e
quindi. tenendo presente questo fattore, il costo della
riforma non è elevato.

Usa, il congresso proclama la
vittoria di Biden: respinte
contestazioni      esponenti
repubblicani

Il Congresso ha proclamato Joe Biden e Kamala Harris
presidente e vicepresidente degli Stati Uniti al termine della
seduta del Congresso a camere riunite per certificare i voti
del collegio elettorale, vinto dal ticket dem con 306 voti
contro i 232 di quello repubblicano.
Il parlamento ha respinto alcune contestazione avanzate da
esponenti repubblicani dopo che la seduta era stata interrotta
per l’assalto dei manifestanti pro Trump a Capitol Hill.

Biden e Harris giureranno il 20 gennaio
“Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle
elezioni ci sara’ una transizione ordinata verso il 20
gennaio“, giorno del giuramento e dell’insediamento di Joe
Biden alla Casa Bianca: lo afferma Donald Trump in una
dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. “E’ la fine del piu’
grande mandato presidenziale della storia, ma e’ solo l’inizio
della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande”,
aggiunge. “Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta
per assicurare che solo i voti legali contino”, aggiunge
Trump.

Si aggrava intanto il bilancio delle vittime in seguito agli
scontri avvenuti ieri durante l’assalto al Congresso americano
da parte dei sostenitori di Donald Trump. Oltre alla donna
uccisa da colpi d’arma da fuoco esplosi da un agente del
Campidoglio, altre tre persone sono morte per emergenze e
complicazioni mediche. Sono stati colpi di arma da fuoco
sparati dalla polizia a uccidere Ashli Babbit durante le
proteste. Lo ha riferito il capo della polizia di Washington,
sottolineando che un’inchiesta è stata aperta sull’evento. La
donna è stata colpita da un agente in uniforme della polizia
del Campidoglio con la sua arma di servizio.

Sono 13 i feriti e 52 le persone arrestate, molte per
violazione del coprifuoco. Il vice consigliere per la
sicurezza nazionale, Matt Pottinger, si è dimesso in seguito
all’assalto al Congresso da parte dei fan di Donald Trump. Lo
riferisce la Cnn.

Intanto il sindaco di Washington ha esteso l’emergenza
pubblica per altri 15 giorni, fino al 21 gennaio, il giorno
dopo l’insediamento di Joe Biden, appuntamento per il quale si
temono nuovi forti tensioni.

Donald Trump è sempre più solo. L’ipotesi di invocare il
25/o emendamento per rimuoverlo si sta rafforzando nel
gabinetto del presidente, anche se l’idea non è stata ancora
ventilata al vicepresidente Mike Pence. Il 25/o emendamento
della Costituzione prevede che il vicepresidente prenda i
poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso
dal suo incarico. D’accordo sulla rimozione anche alcuni
leader repubblicani.

“Impeach”. Alexandria Ocasio-Cortez, la deputata star dei
democratici, è stringata ma chiara sulle sue intenzioni.
Vorrebbe procedere con l’impeachment di Donald Trump per gli
scontri in Congresso. Ilham Omar, altra deputata liberal parte
dello Squad (il quartetto che include anche Rashida Tlaib e
Ayanna Pressley), ha annunciato di essere già al lavoro per la
stesura degli articoli per l’impeahchment.

E si susseguono diverse dimissioni, dalla portavoce di Melania
Trump al vice portavoce della Casa Bianca. E stanno valutando
di lasciare anche il ministro dei Trasporti e il consigliere
per la sicurezza Nazionale. Intanto Trump, che ieri è
intervenuto con un video in cui ribadiva l’accusa di elezioni
falsate invitando comunque i suoi fan a ‘tornare a casa’, è
stato bannato temporaneamente dai principali social media,
Twitter, Facebook e Instagram.

La condanna per l’assalto al Congresso statunitense è
arrivata unanime da tutto il mondo. L’ex presidente Obama ha
parlato di “grande disonore e vergogna” per gli Stati Uniti ma
non “una completa sorpresa”. La violenza, ha detto, è stata
“incitata da un presidente che ha continuato a mentire sul
risultato delle elezioni”. “La violenza è incompatibile con
l’esercizio dei diritti politici e delle libertà
democratiche”, le parole del premier italiano, Giuseppe Conte.
Parole di condanna sono arrivate anche da tutti i leader
europei, da Macron a von der Leyen e Johnson. Protesta anche
del mondo dello sport americano.

USA, la Corte d’appello di
Washington DC da il via
libera all’esecuzione di Lisa
Montgomery

Una Corte d’appello americana ha dato il via libera
all’esecuzione di Lisa Montgomery, l’unica donna attualmente
nel braccio della morte nel Paese: se l’applicazione della
condanna avrà luogo, il 12 gennaio, Montgomery diventerà la
prima detenuta in un carcere federale ad essere giustiziata in
quasi 70 anni.
Alla donna era stata inflitta la pena capitale per avere
strangolato nel 2004 una signora incinta ed estratto il feto
dal suo corpo, che poi aveva rapito.

Secondo quanto riportano i media internazionali, l’esecuzione
era stata fissata originariamente per il mese scorso, ma era
stata sospesa dopo che uno degli avvocati della donna si era
ammalato di Covid.

Il dipartimento di Giustizia aveva poi fissato la nuova data
al 12 gennaio, ma i legali della Montgomery avevano
argomentato che la data non poteva essere fissata mentre era
in vigore una sospensione dell’esecuzione.

Un giudice di un tribunale minore aveva quindi dato ragione
alla difesa, ma ieri tre giudici della Corte d’appello di
Washington DC hanno annullato la sua decisione, dando il via
libera all’esecuzione.

I legali della donna hanno già annunciato che presenteranno
un’istanza contro la loro decisione. L’ultima donna ad essere
giustiziata dal governo americano è stata Bonnie Heady, morta
in una camera a gas nel Missouri nel 1953.

Perseveranza, adattamento e
‘sisu’     per   combattere
pandemia e crisi: questa la
ricetta     dei  governanti
finlandesi
Il presidente finlandese Sauli Niinistö ha affrontato la
stanchezza da pandemia nel suo discorso di Capodanno,
esortando i propri connazionali a trovare la forza per andare
avanti, Ha detto che le difficoltà derivanti dal virus sono
ancora presenti nonostante l’inizio delle vaccinazioni e, su
queste ultime, ha anche detto che miglioreranno la situazione
solo se se ne farà un ampio uso.

Nel suo intervento, il presidente ha ringraziato gli operatori
sanitari, ma ha anche esteso le lodi all’intera nazione.
Evidenziando come il Paese abbia affrontato la crisi pandemica
meglio di tanti altri Paesi, Niinistö ha chiarito come si sia
trattato di un risultato conseguito grazie ad uno sforzo
comune. Ha aggiunto che i tempi difficili a causa del virus
non sono finiti nonostante l’arrivo dei vaccini: infatti
“anche se i vaccini ci hanno già dato qualche speranza, nel
migliore dei casi le condizioni eccezionali continueranno per
diversi mesi. Rispettare le restrizioni è l’unico modo per
sbarazzarsene”.

Nel ricordare gli sforzi affrontati dalla Finlandia nel
dopoguerra per la costruzione dello stato sociale, Niinistö ha
invitato i finlandesi ad andare avanti con uno sforzo
condiviso non dimenticando di trovarsi di fronte un territorio
inesplorato. Ha toccato anche l’argomento della sicurezza, sia
a livello nazionale che individuale, accennando ad un recente
dibattito che coinvolge considerazioni sulla sicurezza
riguardante donne e bambini finlandesi rimpatriati dal campo
di detenzione di Al-Hol, in Siria; si è detto anche turbato
dalla recente, massiccia violazione di dati che ha coinvolto
la società privata di servizi di salute mentale Vastaamo e
dall’attacco informatico subìto dal Parlamento. “La nostra
sensazione di sicurezza è stata inoltre lesa da nuove minacce
digitali. Che si tratti di dati sanitari, o del Parlamento o
dei singoli cittadini, la frase ‘violazione dei dati’ non è
abbastanza energica per descrivere il problema”, aggiungendo
che la Finlandia deve migliorare la propria capacità di
sventare minacce alla sicurezza sia nazionali che
internazionali e che “non dovremmo mai riconoscere che le
nostre politiche sono state ingenue”, ha detto.

Coronavirus e clima, temi cruciali
Il Presidente ha annotato come il coronavirus abbia fatto sì
che le persone in Finlandia adottassero comportamenti mai
immaginati non molto indietro. Queste esperienze potrebbero
offrire lezioni per riuscire a mitigare i cambiamenti
climatici,    che,sostanzialmente,     sono  provocati    da
comportamenti umani.

Il tradizionale discorso di Nuovo Anno del Presidente era
stato preceduto anche da quello rivolto ai finlandesi dalla
prima ministra Sanna Marin, che aveva sottolineato come il
successo della reazione del popolo finlandese nell’affrontare
la pandemia non sia da solo sufficiente per superare veramente
la crisi, soffermandosi sulla necessità di un costante impegno
comune e collettivo “per ripristinare l’economia europea oltre
ad adottare misure a livello nazionale. Dobbiamo guardare
oltre noi stessi. “

Sanna Marin
Ha anche ricordato che poiché le vaccinazioni contro la
malattia sono appena iniziate, la pandemia non è certo
esaurita e come sia quindi fondamentale che la gente continui
a dimostrare moderazione, ad agire in modo responsabile ed a
rispettare le linee guida messe in atto per contenere il
virus.

Per la prima ministra “ci vorrà del tempo per ottenere una
copertura vaccinale sufficiente per tutta la popolazione”,
ricordando l’impegno finanziario UE da 750 miliardi di euro
attivato per aiutare gli Stati membri a riprendersi dallo
shock economico provocato dalla pandemia; ed ha riferito che
il Governo sta attualmente elaborando un proprio programma di
recupero come parte dello strumento. Il programma si adopererà
per realizzare una rapida ripresa, procedendo con le
necessarie riforme strutturali nell’economia e nei servizi
pubblici, con un focus su settori come la transizione verde e
digitale; mercati del lavoro e vita lavorativa; competitività
internazionale; e istruzione, ricerca e innovazione.
Esprimendo fiducia e ottimismo nelle capacità del suo popolo,
Sanna Marin ha ricordato      che “disponiamo di un sistema
sanitario ben funzionante, di autorità affidabili e di una
democrazia stabile, di insegnanti qualificati e competenti, di
capacità digitali avanzate, di capacità di adattarci
rapidamente a situazioni inaspettate e fiducia reciproca nella
società, e tutto ciò ci ha aiutato a resistere alla crisi. Noi
finlandesi siamo noti per il nostro coraggio, la perseveranza
e la tenacia.” Qualità che sono sintetizzate nella parola
‘sisu’.

Tuttavia il Paese deve comunque continuare i suoi sforzi per
svilupparsi in una direzione più socialmente, ecologicamente
ed economicamente sostenibile.“Anche se questo decennio è
iniziato in un modo che non avremmo potuto prevedere l’anno
scorso, possiamo ancora trasformarlo in un decennio di
soluzioni. Ciò richiederà coraggio e capacità di lavorare
insieme e resistere all’incertezza. Le stesse cose che il 2020
ha richiesto a tutti noi ”, ha concluso.

Gran   Bretagna,  bye   bye
Europa: a mezzanotte Londra
fuori dalla UE
Con il consenso ufficiale della regina Elisabetta II
all’accordo per la Brexit, sono stati compiuti tutti i passi
formali per il divorzio tra il Regno Unito e l’Unione Europea.
Allo scoccare della mezzanotte, quando a Londra il Big Ben
batte le 23, si chiude il periodo di transizione e la Gran
Bretagna lascia il mercato comune, concludendo il cammino
iniziato il primo gennaio 1973 con l’ingresso nella Cee.

Dal 1 gennaio 2021, i rapporti   tra le due sponde della Manica
vengono regolati dal trattato     concordato con Bruxelles dal
governo di Boris Johnson, dopo    nove mesi tesissimi durante i
quali è aleggiato più volte lo    spettro di un ‘no deal’ dalle
conseguenze imprevedibili.

Per i 27 si apre forse la chance di una maggiore integrazione,
quella “even closer union” che Downing Street ha sempre
avversato, forse facendo da involontaria sponda a una Germania
che non ha finora condiviso appieno le spinte francesi per
un’accelerazione verso un’unione politica e militare. Per
Johnson ora il “destino” del Regno Unito “torna fermamente
nelle mani” dei suoi cittadini.
Un Paese diviso
Il processo, che si è aperto con la vittoria di stretta misura
dei ‘Leave’ al referendum del giugno 2016 e che ha dominato
negli ultimi anni il dibattito politico britannico, lascia
però un Paese diviso, con la Scozia, dove i ‘Remain’ avevano
trionfato, che insiste su un terzo referendum per
l’indipendenza e alcune categorie, come i pescatori, che
già mugugnano per un compromesso che non ha limitato, come
speravano, l’accesso dei concorrenti europei alle pescose
acque britanniche.

Forti interrogativi albergano anche nel vitale settore
finanziario, che attende di comprendere come potrà continuare
a lavorare nel territorio Ue una volta detto addio al mercato
comune. Senza il passaporto europeo, le transazioni degli
operatori della City saranno sottoposte allo stesso complesso
regime di equivalenza previsto per le società americane o
giapponesi. Nel cuore finanziario del vecchio continente si
vivono situazioni contrastanti.

Da una parte c’è ottimismo e si guarda alla prospettiva di una
Gran Bretagna di nuovo proiettata sugli oceani, verso i
mercati asiatici, come promesso da Johnson, che nei mesi
scorsi ha a volte rievocato il passato imperiale come faro per
il futuro. Dall’altra c’è un certo malumore per una trattativa
che si è concentrata prevalentemente sul commercio e che ha
fatto sentire un po’ ai margini un settore che dalla Ue trae
un quarto del suo giro d’affari. BoJo sembra però intenzionato
a mantenere l’impegno ad aprire il più possibile la Gran
Bretagna ai mercati globali. Gli ultimi giorni lo hanno visto
attivissimo sul fronte commerciale: oltre che con l’Europa,
sono stati siglati accordi con Giappone, Canada, Singapore e
Turchia. I prossimi obiettivi sono un’intesa con l’India, dove
il primo ministro intende recarsi il mese prossimo, e con gli
Stati Uniti, con i quali è già stato siglato un patto per la
continuità doganale lo scorso 16 dicembre.
Le incognite restano: il 43% delle esportazioni del Regno
Unito sono dirette verso l’Unione Europea, che dipende invece
da Londra per solo l’8% delle proprie esportazioni. E gli
effetti concreti dell’uscita dal mercato comune, anche in
termini di approvvigionamenti di beni primari, si conosceranno
appieno solo nei prossimi giorni.

L’hard boarder scongiurato e la moral
suasion di Joe Biden
E’ stata un’ottima notizia l’aver scongiurato il ripristino di
un ‘hard border’ tra le due Irlande, che avrebbe violato gli
accordi del Venerdì Santo del 1998 e avrebbe potuto far
risorgere la minaccia, dormiente ma mai scomparsa, di un
ritorno dell’Ira. Ha contato molto, su questo fronte, la
‘moral suasion’ esercitata dal presidente eletto degli Stati
Uniti, Joe Biden, un cattolico di origini irlandesi che non
avrebbe mai tollerato una marcia indietro rispetto agli
impegni che posero fine a trent’anni di violenze tra
repubblicani cattolici e unionisti protestanti.

Altrove, invece, tornano i controlli alla
frontiera
Nonostante l’accordo di libero scambio, ai due lati della
Manica si allungheranno i tempi per il passaggio di merci e
persone. Il canale tra Francia e Inghilterra è attraversato
ogni giorno da 60 mila passeggeri e 12 mila mezzi pesanti.
Michael Gove, ministro per l’Ufficio di Gabinetto britannico,
ha avvertito che potrebbero esserci “intoppi”. Ad allungare i
tempi di transito, sia via mare sia attraverso il tunnel,
sarà il controllo dei passaporti. Secondo le stime delle
autorità francesi, la durata media dei controlli passerà da 20
a 60 secondi circa. I sudditi di Sua Maestà potranno essere
soggetti ai controlli dell’ufficio immigrazione transalpino e
potranno restare nel territorio Ue per 90 giorni, dopo i quali
avranno bisogno di un visto. Per le merci arriva in soccorso
la tecnologia per evitare rallentamenti eccessivi. Ma non
è detto che tutto funzioni e subito.

I due lati della Manica
Gli esportatori da entrambi i lati della Manica dovranno
dichiarare online i beni che passeranno la frontiera prima che
i carichi partano. I camion dovranno presentare una
documentazione contenente un codice a barre che gli agenti
della dogana scansioneranno e invieranno, insieme al numero di
registrazione del mezzo, alla loro controparte d’oltremanica.

Il codice   consentirà alle autorità di identificare il
contenuto   del carico e stabilire se sono necessarie
ispezioni. I prodotti animali o vegetali di provenienza
britannica verranno dirottati verso gli appositi controlli
sanitari qualora le norme comunitarie lo esigano. A tale scopo
verranno dispiegati 230 veterinari nei porti di Calais,
Dunkirk e Boulogne-sur-Mer. Questi controlli, secondo le stime
delle autorità francesi, riguarderanno il 10-12% dei carichi.
Saranno esenti dai controlli i prodotti animali trasportati
dall’Irlanda al Regno Unito.

Parigi ha investito 40 milioni di euro e assunto 700 nuovi
addetti per mettere in campo gli strumenti necessari a
scongiurare ingorghi in seguito al ritorno della frontiera.
Nei porti francesi sulla Manica sono stati costruiti 6 mila
parcheggi aggiuntivi per la sosta dei mezzi che risultino
privi della documentazione sufficiente o richiedano controlli
approfonditi. Il governo britannico ha stanziato, da parte
sua, 200 milioni di sterline (222 milioni di euro) per
adeguare le infrastrutture portuali. Il direttore del porto di
Dover, Doug Bannister, ha però lamentato il mancato raddoppio
dei gabbiotti per il controllo dei passaporti francesi. In
assenza di tale intervento, Bannister paventa “attriti” e
“ritardi”. Numerosi esportatori hanno cercato di concentrare
nel mese di dicembre più consegne possibili per evitare di
intasare il canale. E c’è chi teme che gli imbottigliamenti
verificatisi in seguito alla temporanea chiusura della
frontiera    francese,    seguita   alla   scoperta   della
contagiosissima variante “britannica” del coronavirus, siano
stati solo l’inizio.

Terremoto     in     Croazia,
situazione drammatica come a
Hiroshima:      la     scossa
avvertita anche in Italia da
Trieste fino a Napoli
Un terremoto di magnitudo 6.4 è avvenuto in Croazia ed è stato
avvertito in Italia, lungo la costa Adriatica, da Trieste
all’Abruzzo. L’epicentro è stato localizzato intorno
a Petrinja, una cinquantina di km a sud di Zagabria, una
regione già colpita ieri da scosse sismiche. Stando ai media
locali, a Petrinja tra gli edifici crollati vi sarebbero il
locale ospedale e un asilo.      Due le vittime finora: una
ragazzina di 12 anni e un giovane di 20 anni. Il sindaco della
cittadina, Darinko Dumbovic, ha parlato di totale distruzione.

“La situazione è come a Hiroshima”, ha detto. Ingenti danni
materiali anche a Sisak, poco distante da Petrinja, dove
vengono segnalati numerosi feriti. La popolazione impaurita si
è riversata sulle strade e in luoghi all’aperto. I media
regionali parlano di gravi danni a Petrinja, con edifici
crollati, interruzione di elettricità e linee telefoniche. Il
terremoto è stato avvertito in tutta la Croazia ma anche in
Serbia e Bosnia-Erzegovina. Il centro di Petrinja sarebbe
stato completamente distrutto dalla scossa.L’Esercito croato è
stato mobilitato per fornire assistenza alle popolazioni della
Croazia centrale. Stando ai media regionali almeno 300
militari sono partiti per Petrinja, dove si sono registrati i
danni maggiori. Il premier croato Andrej Plenkovic ha parlato
al telefono con la presidente della commissione Ue Ursula von
der Leyen, che ha promesso aiuti urgenti da parte
dell’Unione. “Siamo pronti ad fornire aiuto, ho pregato il
commissario Janez Lenarcik di recarsi in Croazia non appena la
situazione lo consentirà”, ha detto von der Leyen, come
riferito dai media locali.

La forte scossa di terremoto è stata avvertita chiaramente in
gran parte del Nord-Est dell’Italia, fino anche al Ravennate,
a Bolzano e a nord di Napoli. Paura in alcuni quartieri del
capoluogo campano, dove ai piani alti delle abitazioni delle
zone collinari i lampadari hanno oscillato a lungo. In Veneto
sono diverse le segnalazioni giunte ai Vigili del Fuoco che al
momento però non registrano danni a cose o strutture.
Meghan Markle: il regalo di
Natale speciale per William

Quasi un anno è passato dal giorno in cui è scoppiata la bomba
della Megxit. L’8 gennaio 2020, infatti, Meghan Markle e il
Principe Harry hanno annunciato la volontà di rinunciare ai
ruoli senior a Palazzo e di rendersi indipendenti
economicamente.

Da quel giorno, sono cambiate tantissime cose e la Royal
Family britannica si è trovata davanti alla necessità di
affrontare nuovi equilibri. A metterli a rischio ci ha pensato
il libro Finding Freedom, la biografia dei Duchi di Sussex
scritta da Carolyn Durand e Omid Scobie. Tra le pagine di
questo volume, che ha subito fatto il pieno di vendite,
vengono rivelati diversi dettagli del passato della coppia,
con un focus, come è chiaro dal titolo, sul processo che ha
portato alla Megxit.

Nella biografia dell’ex attrice di Suits e del secondogenito
di Carlo si parla anche del primo Natale trascorso da Meghan
con la Famiglia Reale. Per raccontarlo bisogna tornare
indietro al 2017, anno in cui la coppia non era ancora
convolata a nozze. La presenza di Meghan è stata un’eccezione
alla regola: per rendersene conto, basta ricordare che Kate
Middleton ha trascorso il Natale con la Famiglia Reale solo
dopo il Royal Wedding dell’aprile 2011.

Ai tempi, Meghan Markle conquistò William con un regalo
davvero     speciale.      Come    ricordato      dal    sito
www.lettoquotidiano.it, l’allora attrice scelse per il cognato
un cucchiaio con la scritta “Cereal Killer”.

Per capire bene il significato di questo dono, è necessario
fare presente che i reali britannici hanno un’usanza molto
particolare, ossia quella di scambiarsi doni particolarmente
ironici. Un esempio? La cuffia da doccia decorata con la frase
“Ain’t life a [expletive]” donata da Harry a nonna Elisabetta.

Una tradizione antica e molto importante
per la Regina Elisabetta
La tradizione di scambiarsi regali ironici e bizzarri è molto
importante per la Regina Elisabetta, che ha mantenuto fino ad
oggi un’abitudine che ha avuto inizio tanto tempo fa, ossia
negli anni in cui sul trono d’Inghilterra sedeva la Regina
Vittoria.

Il Natale 2017 è stata una vera e propria audizione per
l’allora 36enne attrice americana. Come rivelato al tabloid
People da una fonte vicina alla Famiglia Reale inglese,
nonostante fosse già una diva affermata e una donna capace di
gestire situazioni professionali anche molto difficili, Meghan
prese molto seriamente l’occasione del pranzo di Natale a
Sandringham. Sempre secondo l’insider, ai tempi l’ex attrice,
oggi mamma del piccolo Archie, era seriamente intenzionata a
fare una buona impressione sui suoi futuri parenti (a Natale
2017 era già stato ufficializzato il suo fidanzamento con
Harry, che avrebbe poi sposato nel maggio 2018).

Da allora, come sopra specificato, tanta acqua sotto i ponti è
passata. La coppia si è sposata, Lady Markle è diventata mamma
del piccolo Archie nella primavera 2019 e, dopo la Brexit, si
è trasferita con il figlio e il marito prima in Canada e
successivamente a Los Angeles, in una bellissima villa in
località Montecito.

Per il 2021, i suoi progetti sono numerosi e importanti. Tra
questi spicca senza dubbio il lancio ufficiale della
fondazione filantropica Archewell, intitolata al bimbo nato
quasi due anni fa. Si parla inoltre – e le fonti sono testate
come il Daily Mail e Hola! – di un ritorno della coppia in
Gran Bretagna. Meghan e Harry, infatti, sarebbero intenzionati
a rinegoziare con la Regina Elisabetta, Carlo e William i
termini dell’addio alla Famiglia Reale. Secondo fonti
accreditate, la coppia avrebbe intenzione di chiedere il
mantenimento del patrocinio di diverse associazioni che hanno
rappresentato nel corso dei mesi in cui sono stati membri
senior di The Firm.
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