Linea di fuoco - n. 383 - GP USA - Italiaracing
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
n. 383 23 ottobre 2017 Linea di fuoco GP USA Hamilton regala alla Mercedes il titolo costruttori, ma a bruciare sono le polemiche sul sorpasso 'proibito' di Max Verstappen
FORMULA 1 Test a Barcellona Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 www.italiaracing.net A cura di: Massimo Costa Stefano Semeraro Marco Minghetti Fotografie: Photo4 Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 info@inpagina-bo.it © Tutti gli articoli e le immagini contenuti nel Magazine Italiaracing sono da intendersi a riproduzione riservata ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369
GP USA Controsterzo Regole che umiliano il talento Stefano Semeraro Il sorpasso di Verstappen è stato scorretto se ci atteniamo alle regole attuali, ma strepitoso se badiamo al codice della pas- Articolo 27.3 del codice di gara: «I piloti devono compiere sione. Sbaglia, e anche tanto, Verstappen a dare degli imbecilli ogni ragionevole sforzo per restare in pista e non possono ai commissari. Ma non ha torto chi si chiede che regole siano deliberatamente lasciarla senza un giustificato motivo. I piloti quelle che puniscono chi ha coraggio e deprimono lo spirito saranno giudicati se nessuna parte della vettura rimane a con- delle gare. Sbagliano Horner e Marko a protestare senza co- tatto con essa e, a scanso di dubbi, le linee bianche che defi- noscere (o dimenticando apposta) le norme del codice. Ma niscono i bordi della pista sono considerate parte del come biasimare chi davanti alla confusione di un regolamento tracciato, al contrario dei cordoli. Nel caso in cui una vettura che prevede che in alcune curve sia consentito andare oltre i esca dal perimetro della pista, il conducente può rientrare ri- confini della pista e altri no, con tanto di colorazioni varie, di spettando condizioni di sicurezza e senza ottenere alcun van- interdizioni ai cordoli, si sconforta e magari si scoccia e chiude taggio». Rules are rules, dicono sempre gli inglesi, le regole il televisore? Uno sport dove le regole sono troppo complesse sono regole. Giustissimo. e umiliano il talento è uno sport destinato a piacere sempre Ma da che mondo è mondo esistono anche regole sbagliate, meno. Rispettiamo allora le regole. Ma prima di tutto scrivia- ingiuste, confuse. In altre parole: da cambiare o da modificare. mole bene. E se serve, riscriviamole meglio. 4
Illuminante il parere dell’ex pilota Pedro De La Rosa che ha postato questo tweet con tanto di immagini: “Il problema di sempre, il cordolo con asfalto all’esterno. Nessun pilota ha meritato una punizione, solo uno l’ha ricevuta. Il problema è l’incoerenza” 5
GP USA Il caso Bufera Verstappen La sua poderosa rimonta è finita con una reprimenda e una piccola penalità di 5 secondi per avere tagliato la curva 17 superando Raikkonen, cosa non permessa. E come sempre accade quando c’è di mezzo l’olandese della Red Bull, si è scatenato il putiferio 6
GP USA Il caso Valtteri Bottas in lotta con Ricciardo. Il finlandese è addirittura terminato oltre la seconda linea bianca. Una manovra che gli ha permesso di resistere all’attacco portato da Ricciardo Massimo Costa dese della Ferrari. Ed ha capito al volo: la coppa non l’avrebbe presa lui, ma Kimi. Eh sì, perché in fondo sapeva Come non emozionarsi davanti alla grande corsa di Max Ver- che per superare Raikkonen, in difficoltà con il consumo della stappen ad Austin. Ha rimontato, dato spettacolo, li ha infi- benzina, doveva inventarsi qualcosa di strano e lo ha fatto. lati quasi tutti guadagnandosi il terzo posto a due curve dalla Ma mettendo quattro ruote dove non si può. Verstappen ha fine ai danni di Kimi Raikkonen. Un sorpasso completamente tagliato la curva e purtroppo con le regole attuali, criticabili inventato, inatteso in quel punto, la curva 17, tanto che il fin- finché si vuole, non si può. Dalla F.4 alla F.1. Troppo facile landese quasi non se ne è accorto. Ma… c’è un ma. Quando così, si potrebbe sostenere, superare un rivale andando oltre Verstappen si è infilato nell’anticamera del podio, e divertito i limiti della pista. Ed è quello che hanno messo nero su ed eccitato spiegava a Sebastian Vettel come fosse riuscito bianco i commissari di gara restituendo il terzo gradino del a superare Raikkonen (a dire il vero il tedesco era un po’ per- podio a Raikkonen e retrocedendo Verstappen in quarta po- plesso), ha visto entrare nello stanzino proprio lui, il finlan- sizione. 8
Il sorpasso su Bottas rispettato le consegne, girando largo spesso e volentieri. Del resto la pista si presta ad andare oltre i limiti, ad osare più del dovuto, re- era da penalizzare galando spettacolo. Ma non tutto è sempre permesso. Si è inoltre saputo che Charlie Whiting in un briefing aveva avvertito che in al- Una sentenza che farà discutere a lungo, ma che premia certamente cune curve sarebbe stato consentito andare oltre la linea bianca, in il coraggio dei commissari sportivi che non hanno esitato a cambiare altre no, e tra queste vi era proprio la curva 17. Verstappen aveva la classifica. Bravi anche, perché la decisione è stata presa con già rischiato grosso nel sorpasso a Valtteri Bottas, in crisi nera con le estrema velocità e si è riusciti a mandare sul podio il pilota giusto. Il gomme. Alla staccata della prima curva dopo il traguardo, l’olandese collegio dei commissari ha fatto il proprio dovere applicando l’articolo è arrivato lungo, molto lungo, costringendo Bottas a non sterzare, 27.3 del regolamento sportivo Il GP di Austin ha offerto spettacolo ad andare nella via di fuga e girare larghissimo. Già questa manovra a volontà, sorpassi veri, resistenze estreme, qualche sportellata e so- poteva essere tranquillamente sanzionata. Ma i commissari sportivi prattutto alla prima curva non si può dire che i piloti abbiano sempre gliela hanno perdonata. Ma la seconda no, non è passata. 9
GP USA Il caso Horner urla al vento per Max sono tutti idioti Christian Horner, team principal Red Bull, ha sputato parole di fuoco: “Sono gli stessi commissari sportivi del Messico 2016, quelli che fecero il casino col podio e i penalizzati fummo sem- pre noi, anzi, sempre Max. Ho visto piloti che sono andati oltre la linea bianca per tutta la corsa, ma lo ha fatto Verstappen e lo hanno punito. Trovo che sia una decisione sconcertante, non lo hanno neanche ascoltato per sentire le sue ragioni. Max quel podio lo meritava”. Horner esagera perché non vi è un obbligo da parte dei commissari sportivi di dover ascoltare il pilota che ha commesso una infrazione. A maggior ragione se chiara ed evidente come quella dell’olandese. Per quanto possa essere sembrata una mossa geniale, in realtà Verstappen ha sempli- cemente tagliato la pista per sorpassare un avversario. Una fur- bata che non è passata inosservata. Molto semplice, ma difficile da digerire per chi pensa da sempre di poter comportarsi come meglio crede. E soprattutto stupisce il comportamento di Hor- ner, Helmut Marko e tutti coloro che nel team Red Bull prote- stano. Sono le regole e dovrebbero conoscerle. Siamo certi che se fosse stato il contrario, ovvero Raikkonen a superare Ver- stappen in quella maniera, Horner e Marko avrebbe presentato reclamo o quanto meno avrebbe criticato la manovra. La Fer- rari invece, è rimasta nel silenzio dando una lezione di stile. C’è poi Verstappen che definisce idioti chi applica le regole (e stia attento perché la FIA potrebbe reagire contro di lui) per non parlare del pericoloso ex pilota Jos e padre di Max, che ha dato il via a sciocche reazioni (ha twittato FIA come acronimo di Fer- rari International Assistance) e chissà che non sia la volta buona che gli verrà negato l’ingresso in un paddock F.1. Regole incomprensibili oltre i cordoli ci vuole l’erba Certo, con queste regole si finisce sempre in polemica soprat- tutto quando c’è Verstappen che dimostra sempre più di es- sere un talento incredibile, un genio del volante, che inventa sorpassi che altri non farebbero. Ma non si possono riscrivere le regole per lui anche se a dire la verità la staccata con cambio di traiettoria, firmata dall’olandese, alla fine è stata accettata dalla FIA dopo averla sanzionata. Stiamo parlando comunque, di regole che già sono molto restrittive e incomprensibili per il pubblico e per gli stessi addetti ai lavori, ma non solo in F.1, bensì in tutte le serie formative, dalla Formula 2 alla Formula 4, dove anche lì fioccano le penalità, le recriminazioni, le ingiu- stizie. Inevitabile il confronto con i sorpassi che hanno caratte- rizzato la storia della F.1, ma oggi ci si deve scontrare con i paletti imposti dalla FIA. Come abbiamo sempre sostenuto su italiaracing, per tagliare la testa al toro e bloccare i furbetti, bi- sognerebbe fare una cosa molto semplice: mettere l’erba oltre il cordolo. A cosa serve tutto quell’asfalto colorato di rosso, verde, giallo, se non a creare inutili polemiche e a creare regole per lo più assurde? Un circuito splendido e difficile come Su- zuka per esempio, è circondato dall’erba (anche Spa in alcune curve), se vai oltre il cordolo perdi tempo e non trai certo van- taggi. Come dovrebbe essere. L’epilogo del GP di Austin: Max Verstappen costretto a lasciare la zona di retropodio sotto lo sguardo quasi divertito di James Allison 10
11
GP USA Il fatto 12
Ricciardo delegittimato? La Red Bull ha chiaramente annunciato, confermando Verstappen fino al 2020, che sarà attorno all’olandese che verrà costruita la squadra del futuro e che intendono portare Max alla conquista del mondiale 13
GP USA Il fatto 14
Massimo Costa Ha suscitato molto scalpore nel paddock di Austin quella che è stata ritenuta come una delegittimazione di Daniel Ricciardo da parte della Red Bull. La conferma di Max Verstappen nel team principe di Dietrich Mateschitz fino al 2020 ha stupito lo stesso pilota australiano che, come stordito, si aggirava nel paddock dichiarando: “Sono rimasto sorpreso dall’annuncio del rinnovo di Max. Credo che una decisione importante come questa sia stata presa con molto anticipo, ma non c’è nessun aspetto negativo nei miei confronti, sono semplicemente rima- sto sorpreso dalle tempistiche”. Usa la diplomazia Ricciardo, ma la sua sorpresa è stata anche quella di molti. Come è pos- sibile che un pilota come Daniel, sempre al vertice con la Red Bull, non sia stato informato che Verstappen avrebbe rinnovato fino al 2020? Perché tenerlo segreto al proprio pilota, perché non renderlo partecipe del fatto? Una mancanza di cortesia e, soprattutto di tatto, incredibile. Così come le parole che sono seguite all’avvenuto annuncio della riconferma di Verstappen. In Red Bull infatti, hanno detto: “Ora possiamo costruire la squadra del futuro attorno a lui e vogliamo portare Max alla conquista del mondiale”. Se non è una delegittimazione di Ric- ciardo questa, non sapremmo come altro definirla. Forse un benservito? Cosa farà Ricciardo? Ferrari e Mercedes… La Red Bull è stata chiara, ha dichiarato che il futuro del team ha un solo nome, quello di Verstappen, tutti gli altri possono mettersi in fila. Nei giorni successivi al 20 ottobre, il giorno in cui è stato diramato l’avvenuto accordo con il giovane pilota olandese, nessuno della Red Bull ha speso parole per Ricciardo che ha risposto in pista battendo in qualifica Verstappen nella Q3, ma in gara si è dovuto ritirare dopo un bellissimo duello con Valtteri Bottas per noie alla power unit, quelle noie che era sempre riuscito ad evitare e che fino ad Austin erano sempre capitate sulla monoposto di Verstappen. A parte quel che è ac- caduto in pista, un pilota della caratura di Ricciardo come può pensare a un avvenire in Red Bull quando è stato annunciato al mondo che è Verstappen l’uomo in cui credono. L’australiano si sarà sentito alla stregua di una qualsiasi seconda guida e viene da pensare che difficilmente rimarrà col team di Milton Keynes alla fine del contratto che scade nel 2018. Perché Ric- ciardo è stato trattato così malamente dalla Red Bull in questo frangente? Si dirà, niente di nuovo, lo stile della casa è quello. Oppure c’è sotto qualcos’altro? Forse in Red Bull hanno saputo di trattative con la Ferrari o la Mercedes da parte di Ricciardo? Non va dimenticato a fine 2018 i contratti di Bottas e Raikko- nen con le rispettive squadre cesseranno e quindi vi saranno sedili liberi da riempire al fianco di Sebastian Vettel o Lewis Ha- milton. E inevitabilmente, Ricciardo è il primo nome della lista per entrambi i team anche se alcuni vedrebbero in Ferrari Char- les Leclerc e in Mercedes Esteban Ocon. Vedremo come la Red Bull reagirà nelle prossime settimane e se riterrà opportuno tranquillizzare Ricciardo per le stagioni successive a quella del prossimo anno. Se non sarà così, l’australiano sarà sul mercato. 15
GP USA Il vincitore 16
Saetta Hamilton Un weekend perfetto, fra la pole e una vittoria che dopo il sesto giro non è mai stata in dubbio. La quinta vittoria su sei tentativi ad Austin di Hamilton ha regalato alla Mercedes, che ha voluto festeggiarla mandando Allison sul podio, il titolo costruttori. Per Lewis la conquista matematica è rimandata, ma ormai appare inevitabile, e per ribadire che il più veloce del mondo è lui in Texas ha voluto accanto Usain Bolt 17
GP USA Il vincitore Stefano Semeraro Sul podio di Austin Lewis Hamilton ha festeggiato con Usain Bolt – uno che di velocità se ne intende. La Merce- des, per celebrare la conquista del Mondiale costruttori, invece a beccarsi il coppone ha mandato – con perfidia - James Allison. L'ex di turno, si direbbe nel calcio. Il tec- nico liquidato dalla Ferrari che il Mondiale se l'è preso con quelli che della Rossa sono gli avversari giurati. Una beffa crudele, per Maranello. Lewis l'americano Per Lewis Hamilton vincere il titolo piloti in Texas sarebbe stato l'epilogo perfetto di un campionato che fino a metà stagione aveva temuto di poter perdere. Gli è mancata la ciliegina sulla torta: festeggiare con Bolt che mimava il suo classico gesto della freccia – stavolta d'argento -, attor- niato dalle cheer-leaders dei Dallas Cowboys, in quella che Hamilton ritiene la sua patria d'elezione, dove ama vivere, viaggiare, farsi vedere nei parterre della Nba e nelle pas- serelle newyorchesi. Rimbalzando fra Hollywood e Broad- way, dopo aver criticato il Presidente Trump confermandosi non solo pilota di razza e aspirante rock star, ma anche idolo pop e autorevole influencer (si dice così?). Fra l'altro su una delle sue piste preferite, se non la preferita, dove ha già vinto cinque volte su sei edizioni. «Amo l'ondeggiare di queste curve», ha spiegato. «Mi sono fatto cullare dal vento. Il mio è proprio un lavoro da sogno, essere qui, con tutta la mia famiglia, mi dà le sen- sazioni più belle del mondo». Lo si capiva anche da come per tutta la premiazione ha saltellato sul podio, felice come un bambino che sa di avere mille giocattoli da scartare. No dieta, no party Invece la festa definitiva, il party vero, ha dovuto rimandarlo tutto, anche se adesso, con 66 punti di vantaggio su Vettel fra Messico e Abu Dhabi gli basterà un quinto posto per in- tascare il suo quarto titolo iridato. Quello che pareggia il conto con il suo rivale, e non solo secondo il suo ego. «In questi anni era strano pensare che Vettel avesse quattro ti- toli Mondiali e Lewis tre», ha commentato malignetto Alonso (che sottintendeva: figurarsi me con appena due...). «Battersi contro chi ha vinto quattro mondiali significa bat- tersi contro il meglio che c'è», ha detto Lewis. «E' una com- petizione che corre sul filo del coltello, sai che uno dovrà perdere e cerchi di non essere tu a farlo. Amo questo tipo di sfide». Che sente di aver vinto, a parte ribaltoni a questo punto improbabili, curando i particolari. «Quest'anno ho fatto un passo avanti dal punto di vista mentale. Non ho fatto errrori, o ne ho fatti pochi. Non mi è capitato di bloc- care le gomme e sbagliare una curva andando fuori pista, e di questo sono molto orgoglioso». Per lui anche conver- tirsi ad una dieta vegetariana è stato importante, «perché anche fisicamente mi sono sentito al meglio per tutta la sta- gione. Venire alla Mercedes è stata la mia miglior scelta, la seconda migliore è stata cambiare dieta». 18
Nona vittoria stagionale per Hamilton sempre più padrone del campionato 19
GP USA Il vincitore Mercedes, l’importante è confermare Detto dell'ennesimo flop di Bottas, alle prese con un degrado delle soft che invece non ha riguardato il compagno di squadra, e che lo ha costretto a due soste («è stato un giorno difficile per me»), va registrata anche la grande soddisfazione di Toto Wolff. Per il quale il successo del team è nato proprio nei momenti più difficili. «Abbiamo un motto nella squadra, e cioè che i giorni do cui i nostri avversari devono dolersi di più sono quelli in cui siamo stati in difficoltà. Sono le difficoltà che ti rafforzano, e que- st'anno è successo proprio così. Se riesci a non perdere la calma e analizzare quello che non funziona, ne esci migliorato». Undici vittorie, altri 11 podii quest'anno, 51 gare vinte su 59 fra 2014 e 2016. Il segno di una superiorità non solo ottenuta, ma confer- mata. «I nostri due obiettivi erano vincere il titolo costruttori e farlo proprio nell'anno in cui sono cambiati i regolamenti, una cosa difficilissima. I nuovi regolamenti avevano reso molto difficile vincere ancora, ci siamo riusciti è il merito è della squadra, dei rap- porti che si sono creati all'interno, dal gradino più basso a quello più alto». Una cura dei particolari, nell'analisi minuziosa dei dati, nel controllo di ogni singola maglia della catena, dai fornitori alle simulazioni di gara che – brucia molto a dirlo – è mancato que- st'anno alla Ferrari. 20
Non è passata inosservata la presenza di James Allison sul podio di Austin. Ennesima beffa Mercedes ai rivali di Maranello 21
GP USA Ferrari Cavoli amari La Ferrari torna sul podio ma deve incassare un'altra prova di forza di Hamilton e della Mercedes. Arrivabene non vuole mollare, Marchionne dà la colpa alle 'cavolate', ma i fatti dicono che le Frecce d'argento sono e restano superiori 22
Stefano Semeraro Saranno pure 'cavolate', come sostiene Sergio Mar- chionne, quelle che hanno impedito alla Ferrari di met- tere il muso davanti alla Mercedes e vincere finalmente il Mondiale, ma sono cavolate che contano. Dettagli? Può darsi, ma come sappiamo tutti il diavolo si na- sconde sempre nei dettagli, specie in un mondo dove a contare sono i millimetri e i millesimi di secondo. Ad Austin poi la supremazia Mercedes non è stata roba di poco conto. Dopo la pole di Hamilton il sabato, Seba- stian Vettel ha dato quello che poteva in gara, scat- tando in testa con una magnifica partenza, ma non ci è voluto molto, sei giri, con un sorpasso di prepotenza, per capire che stavolta la Mercedes era comunque su- periore. Una superiorità ribadita dal ritmo che Lewis ha saputo imporre dopo il pit-stop quando Seb ha tentato di nuovo di avvicinarsi. «La Mercedes oggi era più ve- loce, e lo sarebbe stata anche se avessi fatto due soste. Vincere era impossibile», ha dovuto ammettere il tede- sco, constatazione doppiamente amara perché Austin sembrava una pista, se non ideale, almeno non contraria a ravvivare le speranze ormai residuali della Rossa. Sta- volta però, le temperature, abbastanza più basse la do- menica rispetto al sabato, non hanno aiutato. 23
GP USA Ferrari 24
La Ferrari si consola con il doppio podio Kimi Raikkonen a quattro giri dalla fine si è anche scan- sato per far passare il compagno e limitare l'ennesima emorragia di punti, ma negli USA l'obiettivo era ri- durre il distacco, non vederlo crescere. Dimenticati i problemi di affidabilità e gli errori dei pi- loti, è tornato almeno il podio, anzi un doppio podio, anche se Vettel stavolta ha dovuto lottare contro il de- grado degli pneumatici, un problema in cui pareva più impelagata la Mercedes. «Non credevo di dover fati- care tanto con le gomme», ha spiegato invece Vettel. «Non tanto alla fine della gara, quando ormai era tutto deciso, ma dopo la prima sosta». Lì Seb ha montato le soft, con le quali non è riuscito a ottenere lo stesso rendimento di Raikkonen, che invece evitando la se- conda sosta è riuscito a restare davanti a Max Verstap- pen (almeno secondo il regolamento...). «La monoposto è stata competitiva fino alla fine», ha con- fermato Kimi. Marchionne tranquillizza gli uomini in Rosso Archiviata l'ennesima ripetizione del mantra di Mauri- zio Arrivabene («la squadra ha lavorato bene, non mol- leremo fino all'ultima curva dell'ultimo GP»), bisogna annotarsi ciò che ha detto Marchionne non tanto ri- guardo al passato, ma a proposito del futuro. «Arren- derci adesso non avrebbe senso – ha ribadito il Presidente della Fiat – Come non ha senso parlare di sostituzioni al vertice o di cambiare una struttura che fino a ora è stata vincente. Sono solo voci che rom- pono le scatole. Le responsabilità vanno divise fra pi- Kimi Raikkonen loti e squadra, Vettel sa di aver fatto qualche cavolata, “sacrificato” come pure il team». La ferita di Singapore è sempre a favore del compagno viva, come pure il dispetto di non essere riusciti a to- gliere dalla faccia il sorriso ai rivali tedeschi, come Mar- chionne si era augurato a Monza: da lì in poi purtroppo il buonumore teutonico non ha fatto che aumentare, alimentato ad Austin dalla conquista aritmetica del ti- tolo costruttori. In Messico potrebbe arrivare anche quello piloti, e allora sarà bene riflettere molto su quello che è successo. Per evitare di commettere pro- prio, le cavolate. Quelle piccole e quelle grandi. 25
GP USA Il pagellone Kvyat, un ritorno da applausi 26
27
GP USA Il pagellone a cura di Jacopo Rubino foto Photo 4 Lewis Hamilton 10 La perfezione. Non aggiungiamo altro Sebastian Vettel 9 Una qualifica da campione, una partenza da campione, i primi giri da campione. Poi, con un mezzo chiaramente inferiore, Vet- tel deve cedere la vittoria alla super Mercedes di Hamilton. Max Verstappen 9 Una gran rimonta certamente supportato da una macchina e da un motore sempre più competitivi. Non si accontenta mai, come deve essere, e questo lo porta a compiere il bel sorpasso su Raikkonen, ma tagliando la pista e viene penalizzato. Daniel Ricciardo 9 E’ rimasto in gara per 15 giri, ma tanto è bastato per esaltare tutti quanti per il fantastico duello messo in scena con Bottas. Poi, la rottura della power unit Renault. Kimi Raikkonen 8 Male in qualifica, si riscatta in gara tenendo saldamente la se- conda posizione e poi facendosi da parte per farsi passare da Vettel, che aveva dovuto effettuare una sosta ai box in più. Daniil Kvyat 8 Prima lo umiliano con la retrocessione dalla Red Bull alla Toro Rosso, mandandolo in confusione. Poi, lo bocciano per far posto al giovane Gasly, infine lo richiamano dopo due GP di assenza come niente fosse. E lui, che certo ha molte colpe e un 2017 da 5 in pagella, anziché fare disastri e andar via di testa come si temeva, disputa uno dei suoi migliori fine settimana da quando è tornato in Toro Rosso. Esteban Ocon 8 Un weekend incredibile quello del francese, velocissimo in qua- lifica e in gara tanto da meritarsi di terminare la gara al sesto posto per la seconda volta consecutiva, la quinta durante tutta la stagione. Carlos Sainz 8 Sale per la prima volta sulla Renault, ci si aspetta che ci metterà un po’ di tempo per ambientarsi alla macchina, alla tipologia di lavoro della squadra, al suo ingegnere. Invece, Sainz gira su- bito sui tempi di Hulkenberg e quando il tedesco è KO per mo- tivi tecnici ci pensa lui concludendo settimo e portando punti d’oro alla Renault che scavalca la Haas nella classifica costrut- tori. Se l’avessero preso lo scorso inverno Sainz… Brendon Hartley 8 E bravo Brendon. Prende in mano la Toro Rosso F.1 per la prima volta il venerdì e con calma, senza mai commettere un errore, cresce e cresce e cresce fino a girare in qualifica sui tempi di Ericsson e Stroll. In gara fa il suo arrivando 13esimo davanti alle due Haas e alla Sauber di Ericsson. Non male davvero. 28
Carlos Sainz 29
GP USA Il pagellone 30
Felipe Massa 7,5 Si batte bene in ogni frangente e porta pure due bei punti a se stesso e alla Williams che non vede l’ora di buttare nel cas- sonetto dei rifiuti questa FW40. Valtteri Bottas 7 Sta incontrando qualche difficoltà Bottas in questo ultimo pe- riodo. Si difende magnificamente dagli assalti di Ricciardo, e per questo merita il 7, poi si perde faticando con la tempera- tura delle gomme. Sergio Perez 7 Bravo come sempre, veloce, concreto, ma battuto senza re- more dal compagno di squadra. Niente di grave comunque, Ocon è un pilota fortissimo, alla Verstappen. Fernando Alonso 6,5 Molto bene in qualifica, si è difeso come ha potuto, ma si è ri- tirato troppo presto in un Gran Premio che poteva vederlo con- cludere tranquillamente in zona punti. Marcus Ericsson 6,5 Ha fallito l’accesso alla Q2 per appena 7 millesimi il ché appare come qualcosa di straordinario considerando le difficoltà che incontra la Sauber. In gara si è pure difeso bene fino al contatto con Magnussen che lo ha visto colpevole. Stoffel Vandoorne 6 Un fine settimana complicato, contraddistinto dalle penalità per motivi tecnici. Un sei di fiducia. Lance Stroll 6 Male in qualifica, ma per un problema alla power unit, in gara risale la china, ma neanche più di tanto. Romain Grosjean 5,5 Questo è stato uno di quei fine settimana in cui Grosjean ap- pare difficile da comprendere tra alti e bassi, errori e una man- canza di continuità nelle prestazioni che non ci si aspetta da un pilota del suo livello. Kevin Magnussen 4 Esteban Questa volta male in qualifica, male in gara, sempre in mezzo Ocon ai casini. Nico Hulkenberg ng Appena 4 giri, partito in fondo alla griglia per penalità causate dalla power unit. La nuova versione del motore francese ha solo causato problemi al tedesco che si è ritrovato un nuovo compagno di squadra che viaggia come lui. Pascal Wehrlein ng Battuto da Ericsson in qualifica, eliminato dopo pochi chilome- tri da un contatto con Kevin Magnussen. Tempi sempre più grigi per il tedesco il cui futuro in F.1 è sempre più incerto. 31
GP USA Le classifiche L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 22 OTTOBRE 1 - Lewis Hamilton (Mercedes) - 56 giri in 1'33'50"991 2 - Sebastian Vettel (Ferrari) - 10"143 3 - Kimi Räikkönen (Ferrari) - 15"779 4 - Max Verstappen (Red Bull Renault) - 16"768 5 - Valtteri Bottas (Mercedes) - 34"967 6 - Esteban Ocon (Force India Mercedes) - 1'30"980 7 - Carlos Sainz (Renault) - 1'32"944 8 - Sergio Perez (Force India Mercedes) - 1 giro 9 - Felipe Massa (Williams Mercedes) - 1 giro 10 - Daniil Kvyat (Toro Rosso Renault) - 1 giro 11 - Lance Stroll (Williams Mercedes) - 1 giro 12 - Stoffel Vandoorne (McLaren Honda) - 1 giro 13 - Brendon Hartley (Toro Rosso Renault) - 1 giro 14 - Romain Grosjean (Haas Ferrari) - 1 giro 15 - Marcus Ericsson (Sauber Ferrari) - 1 giro 16 - Kevin Magnussen (Haas Ferrari) - 1 giro Ritirati 25° giro - Fernando Alonso 15° giro - Daniel Ricciardo 6° giro - Pascal Wehrlein 4° giro - Nico Hulkenberg IL RIEPILOGO DELLA STAGIONE 2017 Australia 26/03/2017 Sebastian Vettel (Ferrari) - 57 giri in 1.24’11”672 Cina 09/04/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 56 giri in 1.37'36"160 Bahrain 16/04/2017 Sebastian Vettel (Ferrari) - 57 giri in 1.33’53”374 Russia 30/04/2017 Valtteri Bottas (Mercedes) - 52 giri in 1.28’08”743 Spagna 14/05/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 66 giri in 1.35’56”497 Monaco 28/05/2017 Sebastian Vettel (Ferrari) - 78 giri in 1.44'44"340 Canada 11/06/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 70 giri in 1.33'05"154 Azerbaijan 25/06/2017 Daniel Ricciardo (Red Bull-Renault) - 51 giri in 2.03'55"573 Austria 09/07/2017 Valtteri Bottas (Mercedes) - 71 giri in 1.21"48"523 Gran Bretagna 16/07/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 51 giri in 1.21'27"430 Ungheria 30/07/2017 Sebastian Vettel (Ferari) - 70 giri in 1.39’46”713 Belgio 27/08/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 44 giri in 1.24'42"820 Italia 03/09/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 53 giri in 1.15'32"310 Singapore 17/09/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 58 giri in 2.03'23"543 Malesia 01/10/2017 Max Verstappen (Red Bull-Renault) - 56 giri in 1.30'01"290 Giappone 08/10/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 53 giri in 1'27'31”194 USA 22/10/2017 Lewis Hamilton (Mercedes) - 56 giri in 1'33'50"991 Messico 29/10/2017 Brasile 12/11/2017 Abu Dhabi 26/11/2017 32
CLASSIFICA PILOTI 1 Lewis Hamilton Mercedes 331 2 Sebastian Vettel Ferrari 265 3 Valtteri Bottas Mercedes 244 4 Daniel Ricciardo Red Bull-Tag Renault 192 5 Kimi Raikkonen Ferrari 163 6 Max Verstappen Red Bull-Tag Renault 123 7 Sergio Perez Force India-Mercedes 86 8 Esteban Ocon Force India-Mercedes 73 9 Carlos Sainz Toro Rosso-Tag Renault 54 10 Felipe Massa Williams-Mercedes 36 11 Nico Hulkenberg Renault 34 12 Lance Stroll Williams-Mercedes 32 12 Romain Grosjean Haas-Ferrari 28 14 Kevin Magnussen Haas-Ferrari 15 15 Stoffel Vandoorne McLaren-Honda 13 16 Fernando Alonso McLaren-Honda 10 17 Jolyon Palmer Renault 8 18 Pascal Wehrlein Sauber-Ferrari 5 19 Daniil Kvyat Toro Rosso-Tag Renault 5 20 Marcus Ericsson Sauber-Ferrari 0 21 Antonio Giovinazzi Sauber-Ferrari 0 22 Pierre Gasly Toro Rosso-Tag Renault 0 23 Brendon Hartley Toro Rosso-Tag Renault 0 24 Jenson Button McLaren-Honda 0 CLASSIFICA COSTRUTTORI 1 Mercedes 575 2 Ferrari 428 3 Red Bull Racing 315 4 Force India 159 5 Williams 68 6 Scuderia Toro Rosso 53 7 Renault 48 8 Haas 43 9 McLaren 23 10 Sauber 5
IMSA Il punto 34
La terra dei veloci Realizzata sotto la guida di Max Angelelli, la Cadillac DPi-V.R by Dallara ha dominato, grazie ad una serie di decisioni azzeccate, la stagione IMSA 2017. Andiamo a scoprire com’è nata e quali sono le scelte che ne hanno guidato la nascita 35
IMSA Il punto Marco Cortesi Quando il sogno americano e quello italiano si combinano, unendo i lati forti di due culture che nel mondo dei motori sanno fare la differenza, accadono situazioni come quelle viste nell’IMSA 2017. Una vettura, la Cadillac DPi-V.R, che conquista il titolo con una gara al termine (un’impresa pensando a come sono attribuiti i punti nel campionato), dopo aver dominato la 24 Ore di Daytona (con una tripletta), la 12 Ore di Sebring e la 6 ore di Watkins Glen. Sette successi per un totale, con tre vetture al via, di 17 piazzamenti a podio e sette pole su 10 appuntamenti in calendario. Presentata al mondo a fine 2016, la DPi-V.R è nata sotto gli attenti occhi di uno che di gare endurance americane se ne intende, Max Angelelli. Il bolognese ha vinto praticamente tutto a partire da due edizioni della 24 Ore di Daytona, la seconda delle quali quest’anno con la sua “creatura”. L’altra anima italiana è ovviamente Dallara, alla quale Angelelli si è rivolto dopo aver convinto Mark Kent, Direttore di GM Racing, a lasciargli mano libera sul progetto. “Abbiamo in- cominciato addirittura nel 2015 - spiega Angelelli - Insieme a Wayne Taylor ho iniziato a parlare con Mark per vedere se c’era l’interesse ad affrontare una nuova sfida nella DPi. Lui l’ha accettata e ha incaricato me per tutto quello che ha riguardato il progetto. Dalla scelta del costruttore alla gestione del programma, dall’in- stallazione motore sino all’implementazione del design aerodina- mico, tutto ha fatto capo a me per un anno e mezzo.” Dallara, un nome una garanzia Per quanto riguarda la decisione sul telaista, dopo aver analizzato le opzioni a disposizione Angelelli è andato a colpo sicuro, rivol- gendosi a Varano. E’ nato un progetto corposo e coordinato, che ha coinvolto alcune tra le migliori realtà mondiali dei rispettivi set- tori. “In questo progetto c’è tanta italianità. A partire da Dallara, ma anche i suoi fornitori. Durante la fase dello sviluppo, avevo un secondo ufficio da loro per occuparmi del coordinamento, mentre i motoristi erano quelli della ECR Engines in North Carolina. Il team Taylor ha saputo aiutare Dallara a comprendere meglio la realtà moderna delle gare endurance nordamericane, con tutti gli accorgimenti da prendere, e le specificità che possono rischiare di non farti finire le corse. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la macchina sicuramente è riuscita bene, e ciò si è visto fin dal primo momento. A quel punto, Mark ha rinforzato il gruppo aggiun- gendo ulteriore personale.” Per quanto riguarda la fase dei test, altrettanto importante quando si affronta una serie tra le più cri- tiche per via della durata delle corse e della “durezza” dei trac- ciati, è arrivato un prezioso alleato. “Alla fine del progetto, quando ormai quasi tutto era stato delineato, è entrato anche il team Action Express, che ha ricevuto la vettura alla fine del 2016 e ha affrontato il programma di test insieme al Wayne Taylor Ra- cing. Con tre macchine in pista contemporaneamente riuscivamo a monitorare al meglio la situazione, affrontando anche problemi e difetti.” E subito sono arrivate le soddisfazioni, in un certo senso attese anche se non al livello di un dominio di tutta la prima parte di stagione… ci si aspettava di vincere Daytona? “No. Basti pensare che il venerdì della gara, con una 24 ore da fare ed una macchina nuova, ho mandato una persona a Orlando con delle parti del cambio per farle scansionare ai raggi X prima di montarle, perché continuavamo a romperle. Però alla fine non abbiamo rotto niente! E la serie record di vittorie è stata altrettanto straordina- ria!” 36
Il podio di Daytona La Cadillac DPi-V.R dell’AXRacin 37
IMSA Il punto Il rebus della sfida tazione, avevo solo una preoccupazione. Riuscire a trovare la linea che definiva quanto mettere nello stile e nella perfor- tra DPi e LMP2 mance. C’era la grande responsabilità di fare felice Cadillac come stile e contemporaneamente quella di vincere le gare. E’ La sfida della stagione ha visto protagoniste le vetture dei vari stato un anno di grandi interrogativi, perché si trattava a volte costruttori contro le LMP2 “lisce” con lo stesso prpulsore in di far passare modifiche che ci facevano andare più piano ed è monofornitura che caratterizza il WEC e l’ELMS. A dispetto stata la parte più complicata. Per il motore la questione è stata della presenza di case ufficiali a supporto dei prototipi DPi, non simile. Vogliamo essere sicuri di finire le gare o guardiamo al tutto è rose e fiori… “La macchina WEC è stata disegnata peso? Più peso metti, più sarà l’affidabilità, ma più piano andrà senza compromessi aerodinamici e meccanici, ed è sicura- la macchina. La linea che ho preferito mantenere era un po’ più mente meglio di quanto i quattro costruttori IMSA possano spostata sulla performance e ho lottato per mantenere il focus mai riuscire a fare. Viceversa, una vettura DPi è costruita con sulle prestazioni.” enormi limitazioni ed impedimenti, a partire dall’aerodinamica. Noi abbiamo dovuto implementare degli stili che di per sé compromettono l’efficienza. Inoltre, c’è un motore non pretta- Dove si fa mente racing ma derivato dalla serie. Ad esempio, nel nostro caso è un “bestione” oltre 100 chili in sovrappeso!” Questi ele- la differenza menti hanno giocato un ruolo importantissimo nella direzione Altri invece, hanno fatto scelte differenti, realizzando prodotti dal da prendere. Un bel grattacapo per Angelelli che da timoniere grandissimo appeal ed impatto visivo, ma di fatto spostando di tutta l’operazione ha perso il sonno cercando di azzeccare l’ago da altre parti. E alla fine la grande sfida con la bellissima al primo colpo come bilanciare le risorse. “Durante la proget- Mazda, che aveva fatto girare la testa degli appassionati, non c’è 38
Anche i cerchi made in Italy... Un esempio delle tante componenti italiane del progetto è dato dai cerchi della DPi-V.R realizzati su studio Cadillac da un’azienda veneta, Motegi Racing e… invidiati da tanti appassionati stata. “Quando ho visto la Mazda mi è venuto un infarto, perché Mazda. E il Capitano ha subito impressionato sia mostrando era profondamente diversa e ho dovuto spiegare, non senza una vettura chiaramente votata alla velocità, sia strappando a qualche difficoltà, il perché delle nostre decisioni. Alla fine le gare casa Cadillac due dei piloti più forti ed esperti, Ricky Taylor e devono essere vinte: l’ultima cosa che rimane è, all’ultimo giro Duncan Cameron, appaiandoli a campioni IndyCar come Helio dell’ultima gara, la posizione in campionato.” E dov’è che il co- Castroneves e Juan Pablo Montoya. “La competizione sarà alle struttore fa la differenza, rispetto agli avversari che possono con- stelle: basta guardare la Acura per rendersi conto di come le tare su vetture con meno compromessi? “La differenza in positivo loro decisioni siano state simili alle nostre. Vanno in perfor- la fai con un fattore. I piloti. Non c’è mai stato un team con una mance, e puntano a vincere le gare. Quando Penske si muove, vettura standard WEC che abbia avuto dei piloti di altissimo li- fa tutto per bene. Si è associato con la casa che ha il monopolio vello ed un programma ad ampio respiro. L’IMSA fa poi il suo nel WEC, non avviene a caso, e ha preso i piloti migliori sul BOP, ma è difficilissimo quando non c’è una buona rappresen- mercato. Anche per Mazda, mi aspetto che un team come tanza, o c’è ma gli equipaggi non sono al livello degli ufficiali, e Joest sicuramente vada nella stessa direzione. Riguardo a noi, non sfruttano tutto il potenziale.“ per regolamento non si potrà toccare niente che concreta- mente faccia andare più veloce la macchina, ma faremo tutto quello che è possibile fare per renderla più efficiente: aiuterà Sfida alle stelle di più i piloti e gli ingegneri.” Intanto, ora c’è da sostituire due per il 2018 piloti: al pilota vincitore della 24 Ore di Daytona (con tanto di giro più veloce) non viene voglia di riprovarci? “No, ormai Per il prossimo anno però la situazione sarà diversa, e vedrà quella porta si è chiusa, anche se devo dire che da quando sono l’ingresso non solo di Roger Penske con le sue Acura con base diventato “silver” compiendo 50 anni non ho mai ricevuto tante Oreca, ma anche del team Joest, che farà un “maquillage” alle offerte per guidare!”. 39
L’INTERVISTA Vincenzo Sospiri Il giramondo Italia, Europa, Asia, la VSR Alessandro Bucci Racing è presente ovunque e riesce ad ottenere risultati Vincenzo Sospiri, team manager dell'omo- interessanti allevando anche nimo team che milita attualmente in varie categorie del motorsport tra le quali il cam- giovani piloti. Scopriamo qual è pionato italiano Super GT, il Blancpain GT il segreto dell’ex pilota e ora Asia e la Formula 4 nipponica, racconta i re- team principal forlivese centi successi della Vincenzo Sospiri Racing e per ripercorrere i suoi momenti più impor- tanti della carriera da pilota. Il pilota roma- gnolo ha speso anche due parole su Robert Kubica, pilota con cui ha lavorato in passato e che potrebbe tornare in Formula 1 la pros- sima stagione. 40
41
L’INTERVISTA Vincenzo Sospiri Vincenzo, con il tuo team hai vinto il GT Super Cup italiano abbiamo affrontato con il vantaggio di avere già corso nell'eu- con una line-up di piloti stranieri. Quali sono state le princi- ropeo. Per quanto riguarda il GT3 Asia invece siamo stati im- pali insidie nel raggiungere questo traguardo? pegnati in diversi programmi: una GT3 era gestita direttamente "Cercare di migliorare tutti assieme, sia il team sia i piloti. da noi come Vincenzo Sospiri Racing, mentre un'altra GT3 la Siamo stati fortunati quest'anno ad avere piloti forti, quattro gestivamo noi, ma era dell'X-One Racing. Inoltre abbiamo for- stranieri e due italiani, che si sono giocati il campionato sino nito assistenza per il set-up al pilota ed alla macchina per un'al- all'ultima gara. Tutti loro hanno potuto beneficiare del massimo tra GT3 gestita dal team Top Speed. In generale, penso sia potenziale di cui la squadra è capace e abbiamo dimostrato stata un'esperienza positiva, cogliendo pole position e podi, che, anche gestendo tre macchine a livelli altissimi, non ab- nonostante un paio di battute d'arresto". biamo peccato da nessuna parte". Dopo le esperienze nella Formula 4 italiana e giapponese hai Nel l'European Lamborghini Blancpain Super Trofeo e nel intenzione di ricreare un team di formula? campionato italiano GT gestisci due nuove Huracáns. Quali "Mi farebbe molto piacere, ma logicamente devono esserci le momenti ricordi con maggior soddisfazione? condizioni. Al momento continueremo sicuramente con la For- "Ricordo tutti i weekend per diversi motivi. Sia che si vinca o si mula 4 in Giappone, con il team che gestisce le nostre vetture. perda è difficile sceglierne uno in particolare. Certo, quando Il nostro obiettivo è far crescere piloti e poi traghettarli nella conquisti il campionato è sempre più bello e sono momenti nostra squadra principale. Per quanto riguarda la Formula 4 particolari. A prescindere da questo, le nostre diverse squadre italiana, purtroppo quest'anno non abbiamo partecipato e non che gestiscono vari programmi hanno lavorato tutte molto penso torneremo in futuro". bene traendo il massimo da tutto e tutti. Abbiamo raggiunto gli scopi che volevamo quasi dappertutto e comunque siamo Quale criterio utilizzi per scegliere i piloti? Penso ad esempio sempre in crescita". a Vainio "Avendo corso in passato, fortunatamente i piloti un po' li co- Che cosa mi dici riguardo all'esperienza nel GT Asia? nosco. Quando li vedo girare per me è abbastanza facile capire "Se parliamo del Super Trofeo, è stata un'esperienza nuova che chi ha del potenziale e, una volta che li vedo sulle mie mac- 42
chine, riesco a valutare ancora meglio i loro pregi e i loro aspetti su cui possono migliorare. Questo mi da l'opportunità di creare un vivaio di piloti molto forti che continuerà a cre- scere". Non posso non chiederti una breve testimonianza della tua parentesi in Formula 1 nei panni prima di tester Benetton nel 1996 e poi di pilota ufficiale della Lola l'anno dopo. Quali furono i motivi che impedirono al team di continuare dopo il primo GP? "I motivi sono molto semplici: questioni di budget. Avevo fir- mato un contratto di quattro anni con la Lola nel quale i primi due anni avrei portato un budget e poi dal terzo e quarto anno sarei stato pagato molto bene. Qualcuno sbagliò a fare i conti e Bernie Ecclestone non dava spazio a chi non rispettava i pa- gamenti e il team fu tagliato fuori e di conseguenza anch'io". Riguardo alla tua esperienza negli States, che cosa ha signi- ficato per te centrare la prima fila ad Indianapolis e ottenere il riconoscimento di rookie dell'anno nella categoria IRL? "Fu un'esperienza nuova. L'anno prima feci un test a Indiana- polis con una vettura vecchia di tre stagioni e mi piacque molto. Una volta rimasto fuori dalla Formula 1, mi chiamarono subito dagli States chiedendomi se volevo partecipare al campionato IRL partendo da Indianapolis, venendo stipendiato. Era un'op- portunità che non potevo perdere. Una volta arrivato in Ame- rica feci tutti i rookie test di routine e la Dallara si rivelò una macchina eccezionale. Con il team feci buoni risultati". Nel 1999 ti sei ritirato dai panni di pilota per dedicarti a quelli di manager. Quanto è stato difficile questo passaggio? "Feci dei testi ad inizio anni 2000 con diverse macchine e mi vennero offerti contratti, ma quelle vetture non mi davano le giuste sensazioni e decisi di smettere di correre. In Formula 1 non mi fu data l'opportunità che penso avrei meritato e quindi optai per crescere dei giovani ragazzi portandoli nella massima serie, fornendo loro l'opportunità che a me non fu concessa. Mi sono impegnato tanto a crescere da zero dei ragazzini sino a portarli in Formula 1". Quali sono i tuoi ricordi più belli legati all'esperienza con il team Euronova? "Sono tanti i ricordi, perché è stata una crescita continua. Il primo anno il team si chiamava Fortec Italia Motorsport e an- dammo abbastanza bene. Poi, stringemmo un accordo con Taki Inoue che scelse il nome Euronova e creammo una squadra con la quale corremmo in Formula 3000, in Formula Renault e altre formule, facendo crescere i nostri ragazzi. Noi abbiamo dato tanto ad Euronova e viceversa". Com'è stato lavorare con Robert Kubica? Pensi abbia reali chance di tornare in Formula 1? "Robert è un ragazzo eccezionale, lo si era capito sin dai tempi del kart. Con noi ha disputato un weekend di gara, vincendo una corsa e ritirandosi nell'altra per un guasto alla pompa della benzina. Purtroppo l'incidente lo ha privato di tanti risultati e di un grande contributo alla Formula 1, perché di piloti così na- turalmente forti non ce ne sono tanti al mondo. Penso che se Robert riuscisse a tornare in Formula 1, anche solo al 70% delle sue condizioni, potrebbe fare la differenza e ne sarebbero tutti felici". 43
Puoi anche leggere