Linea di fuoco - n. 383 - GP USA - Italiaracing

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Linea di fuoco - n. 383 - GP USA - Italiaracing
n.   383
23 ottobre 2017

Linea di fuoco    GP USA
                  Hamilton regala alla Mercedes
                  il titolo costruttori, ma a bruciare
                  sono le polemiche sul sorpasso
                  'proibito' di Max Verstappen
Linea di fuoco - n. 383 - GP USA - Italiaracing
FORMULA 1
Test a Barcellona

                    Registrazione al tribunale Civile di Bologna
                    con il numero 4/06 del 30/04/2003

                    www.italiaracing.net

                    A cura di:
                    Massimo Costa
                    Stefano Semeraro
                    Marco Minghetti

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                    18 maggio 1942 n.1369
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diBaffi
Il graffio
Linea di fuoco - n. 383 - GP USA - Italiaracing
GP USA
 Controsterzo

 Regole
 che umiliano
 il talento               Stefano Semeraro                             Il sorpasso di Verstappen è stato scorretto se ci atteniamo alle
                                                                       regole attuali, ma strepitoso se badiamo al codice della pas-
    Articolo 27.3 del codice di gara: «I piloti devono compiere        sione. Sbaglia, e anche tanto, Verstappen a dare degli imbecilli
    ogni ragionevole sforzo per restare in pista e non possono         ai commissari. Ma non ha torto chi si chiede che regole siano
    deliberatamente lasciarla senza un giustificato motivo. I piloti   quelle che puniscono chi ha coraggio e deprimono lo spirito
    saranno giudicati se nessuna parte della vettura rimane a con-     delle gare. Sbagliano Horner e Marko a protestare senza co-
    tatto con essa e, a scanso di dubbi, le linee bianche che defi-    noscere (o dimenticando apposta) le norme del codice. Ma
    niscono i bordi della pista sono considerate parte del             come biasimare chi davanti alla confusione di un regolamento
    tracciato, al contrario dei cordoli. Nel caso in cui una vettura   che prevede che in alcune curve sia consentito andare oltre i
    esca dal perimetro della pista, il conducente può rientrare ri-    confini della pista e altri no, con tanto di colorazioni varie, di
    spettando condizioni di sicurezza e senza ottenere alcun van-      interdizioni ai cordoli, si sconforta e magari si scoccia e chiude
    taggio». Rules are rules, dicono sempre gli inglesi, le regole     il televisore? Uno sport dove le regole sono troppo complesse
    sono regole. Giustissimo.                                          e umiliano il talento è uno sport destinato a piacere sempre
    Ma da che mondo è mondo esistono anche regole sbagliate,           meno. Rispettiamo allora le regole. Ma prima di tutto scrivia-
    ingiuste, confuse. In altre parole: da cambiare o da modificare.   mole bene. E se serve, riscriviamole meglio.

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Illuminante il parere
dell’ex pilota Pedro De La Rosa
che ha postato questo tweet
con tanto di immagini:
“Il problema di sempre,
il cordolo con asfalto all’esterno.
Nessun pilota ha meritato una punizione,
solo uno l’ha ricevuta.
Il problema è l’incoerenza”

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GP USA
 Il caso

 Bufera
 Verstappen
 La sua poderosa rimonta è finita con una
 reprimenda e una piccola penalità di 5 secondi per
 avere tagliato la curva 17 superando Raikkonen,
 cosa non permessa. E come sempre accade
 quando c’è di mezzo l’olandese
 della Red Bull, si è scatenato il putiferio

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GP USA
 Il caso

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                                                                                                          in lotta con Ricciardo.
                                                                                                          Il finlandese è addirittura
                                                                                                          terminato oltre la
                                                                                                          seconda linea bianca.
                                                                                                          Una manovra che gli ha permesso
                                                                                                          di resistere all’attacco
                                                                                                          portato da Ricciardo

                            Massimo Costa                               dese della Ferrari. Ed ha capito al volo: la coppa non
                                                                        l’avrebbe presa lui, ma Kimi. Eh sì, perché in fondo sapeva
    Come non emozionarsi davanti alla grande corsa di Max Ver-          che per superare Raikkonen, in difficoltà con il consumo della
    stappen ad Austin. Ha rimontato, dato spettacolo, li ha infi-       benzina, doveva inventarsi qualcosa di strano e lo ha fatto.
    lati quasi tutti guadagnandosi il terzo posto a due curve dalla     Ma mettendo quattro ruote dove non si può. Verstappen ha
    fine ai danni di Kimi Raikkonen. Un sorpasso completamente          tagliato la curva e purtroppo con le regole attuali, criticabili
    inventato, inatteso in quel punto, la curva 17, tanto che il fin-   finché si vuole, non si può. Dalla F.4 alla F.1. Troppo facile
    landese quasi non se ne è accorto. Ma… c’è un ma. Quando            così, si potrebbe sostenere, superare un rivale andando oltre
    Verstappen si è infilato nell’anticamera del podio, e divertito     i limiti della pista. Ed è quello che hanno messo nero su
    ed eccitato spiegava a Sebastian Vettel come fosse riuscito         bianco i commissari di gara restituendo il terzo gradino del
    a superare Raikkonen (a dire il vero il tedesco era un po’ per-     podio a Raikkonen e retrocedendo Verstappen in quarta po-
    plesso), ha visto entrare nello stanzino proprio lui, il finlan-    sizione.

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Il sorpasso su Bottas                                                       rispettato le consegne, girando largo spesso e volentieri. Del resto
                                                                            la pista si presta ad andare oltre i limiti, ad osare più del dovuto, re-
era da penalizzare                                                          galando spettacolo. Ma non tutto è sempre permesso. Si è inoltre
                                                                            saputo che Charlie Whiting in un briefing aveva avvertito che in al-
Una sentenza che farà discutere a lungo, ma che premia certamente           cune curve sarebbe stato consentito andare oltre la linea bianca, in
il coraggio dei commissari sportivi che non hanno esitato a cambiare        altre no, e tra queste vi era proprio la curva 17. Verstappen aveva
la classifica. Bravi anche, perché la decisione è stata presa con           già rischiato grosso nel sorpasso a Valtteri Bottas, in crisi nera con le
estrema velocità e si è riusciti a mandare sul podio il pilota giusto. Il   gomme. Alla staccata della prima curva dopo il traguardo, l’olandese
collegio dei commissari ha fatto il proprio dovere applicando l’articolo    è arrivato lungo, molto lungo, costringendo Bottas a non sterzare,
27.3 del regolamento sportivo Il GP di Austin ha offerto spettacolo         ad andare nella via di fuga e girare larghissimo. Già questa manovra
a volontà, sorpassi veri, resistenze estreme, qualche sportellata e so-     poteva essere tranquillamente sanzionata. Ma i commissari sportivi
prattutto alla prima curva non si può dire che i piloti abbiano sempre      gliela hanno perdonata. Ma la seconda no, non è passata.

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GP USA
  Il caso

  Horner urla al vento
  per Max sono tutti idioti
     Christian Horner, team principal Red Bull, ha sputato parole di
     fuoco: “Sono gli stessi commissari sportivi del Messico 2016,
     quelli che fecero il casino col podio e i penalizzati fummo sem-
     pre noi, anzi, sempre Max. Ho visto piloti che sono andati oltre
     la linea bianca per tutta la corsa, ma lo ha fatto Verstappen e
     lo hanno punito. Trovo che sia una decisione sconcertante, non
     lo hanno neanche ascoltato per sentire le sue ragioni. Max quel
     podio lo meritava”. Horner esagera perché non vi è un obbligo
     da parte dei commissari sportivi di dover ascoltare il pilota che
     ha commesso una infrazione. A maggior ragione se chiara ed
     evidente come quella dell’olandese. Per quanto possa essere
     sembrata una mossa geniale, in realtà Verstappen ha sempli-
     cemente tagliato la pista per sorpassare un avversario. Una fur-
     bata che non è passata inosservata. Molto semplice, ma difficile
     da digerire per chi pensa da sempre di poter comportarsi come
     meglio crede. E soprattutto stupisce il comportamento di Hor-
     ner, Helmut Marko e tutti coloro che nel team Red Bull prote-
     stano. Sono le regole e dovrebbero conoscerle. Siamo certi che
     se fosse stato il contrario, ovvero Raikkonen a superare Ver-
     stappen in quella maniera, Horner e Marko avrebbe presentato
     reclamo o quanto meno avrebbe criticato la manovra. La Fer-
     rari invece, è rimasta nel silenzio dando una lezione di stile. C’è
     poi Verstappen che definisce idioti chi applica le regole (e stia
     attento perché la FIA potrebbe reagire contro di lui) per non
     parlare del pericoloso ex pilota Jos e padre di Max, che ha dato
     il via a sciocche reazioni (ha twittato FIA come acronimo di Fer-
     rari International Assistance) e chissà che non sia la volta buona
     che gli verrà negato l’ingresso in un paddock F.1.

  Regole incomprensibili
  oltre i cordoli ci vuole l’erba
     Certo, con queste regole si finisce sempre in polemica soprat-
     tutto quando c’è Verstappen che dimostra sempre più di es-
     sere un talento incredibile, un genio del volante, che inventa
     sorpassi che altri non farebbero. Ma non si possono riscrivere
     le regole per lui anche se a dire la verità la staccata con cambio
     di traiettoria, firmata dall’olandese, alla fine è stata accettata
     dalla FIA dopo averla sanzionata. Stiamo parlando comunque,
     di regole che già sono molto restrittive e incomprensibili per il
     pubblico e per gli stessi addetti ai lavori, ma non solo in F.1,
     bensì in tutte le serie formative, dalla Formula 2 alla Formula
     4, dove anche lì fioccano le penalità, le recriminazioni, le ingiu-
     stizie. Inevitabile il confronto con i sorpassi che hanno caratte-
     rizzato la storia della F.1, ma oggi ci si deve scontrare con i
     paletti imposti dalla FIA. Come abbiamo sempre sostenuto su
     italiaracing, per tagliare la testa al toro e bloccare i furbetti, bi-
     sognerebbe fare una cosa molto semplice: mettere l’erba oltre
     il cordolo. A cosa serve tutto quell’asfalto colorato di rosso,
     verde, giallo, se non a creare inutili polemiche e a creare regole
     per lo più assurde? Un circuito splendido e difficile come Su-
     zuka per esempio, è circondato dall’erba (anche Spa in alcune
     curve), se vai oltre il cordolo perdi tempo e non trai certo van-
     taggi. Come dovrebbe essere.
                                                                              L’epilogo del GP di Austin: Max Verstappen costretto a lasciare
                                                                              la zona di retropodio sotto lo sguardo quasi divertito di James Allison

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GP USA
  Il fatto

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Ricciardo
delegittimato?
    La Red Bull ha chiaramente annunciato, confermando
    Verstappen fino al 2020, che sarà attorno all’olandese
    che verrà costruita la squadra del futuro e che
    intendono portare Max alla conquista del mondiale

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GP USA
  Il fatto

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Massimo Costa

Ha suscitato molto scalpore nel paddock di Austin quella che
è stata ritenuta come una delegittimazione di Daniel Ricciardo
da parte della Red Bull. La conferma di Max Verstappen nel
team principe di Dietrich Mateschitz fino al 2020 ha stupito lo
stesso pilota australiano che, come stordito, si aggirava nel
paddock dichiarando: “Sono rimasto sorpreso dall’annuncio
del rinnovo di Max. Credo che una decisione importante come
questa sia stata presa con molto anticipo, ma non c’è nessun
aspetto negativo nei miei confronti, sono semplicemente rima-
sto sorpreso dalle tempistiche”. Usa la diplomazia Ricciardo,
ma la sua sorpresa è stata anche quella di molti. Come è pos-
sibile che un pilota come Daniel, sempre al vertice con la Red
Bull, non sia stato informato che Verstappen avrebbe rinnovato
fino al 2020? Perché tenerlo segreto al proprio pilota, perché
non renderlo partecipe del fatto? Una mancanza di cortesia e,
soprattutto di tatto, incredibile. Così come le parole che sono
seguite all’avvenuto annuncio della riconferma di Verstappen.
In Red Bull infatti, hanno detto: “Ora possiamo costruire la
squadra del futuro attorno a lui e vogliamo portare Max alla
conquista del mondiale”. Se non è una delegittimazione di Ric-
ciardo questa, non sapremmo come altro definirla. Forse un
benservito?

Cosa farà Ricciardo?
Ferrari e Mercedes…
La Red Bull è stata chiara, ha dichiarato che il futuro del team
ha un solo nome, quello di Verstappen, tutti gli altri possono
mettersi in fila. Nei giorni successivi al 20 ottobre, il giorno in
cui è stato diramato l’avvenuto accordo con il giovane pilota
olandese, nessuno della Red Bull ha speso parole per Ricciardo
che ha risposto in pista battendo in qualifica Verstappen nella
Q3, ma in gara si è dovuto ritirare dopo un bellissimo duello
con Valtteri Bottas per noie alla power unit, quelle noie che era
sempre riuscito ad evitare e che fino ad Austin erano sempre
capitate sulla monoposto di Verstappen. A parte quel che è ac-
caduto in pista, un pilota della caratura di Ricciardo come può
pensare a un avvenire in Red Bull quando è stato annunciato
al mondo che è Verstappen l’uomo in cui credono. L’australiano
si sarà sentito alla stregua di una qualsiasi seconda guida e
viene da pensare che difficilmente rimarrà col team di Milton
Keynes alla fine del contratto che scade nel 2018. Perché Ric-
ciardo è stato trattato così malamente dalla Red Bull in questo
frangente? Si dirà, niente di nuovo, lo stile della casa è quello.
Oppure c’è sotto qualcos’altro? Forse in Red Bull hanno saputo
di trattative con la Ferrari o la Mercedes da parte di Ricciardo?
Non va dimenticato a fine 2018 i contratti di Bottas e Raikko-
nen con le rispettive squadre cesseranno e quindi vi saranno
sedili liberi da riempire al fianco di Sebastian Vettel o Lewis Ha-
milton. E inevitabilmente, Ricciardo è il primo nome della lista
per entrambi i team anche se alcuni vedrebbero in Ferrari Char-
les Leclerc e in Mercedes Esteban Ocon. Vedremo come la Red
Bull reagirà nelle prossime settimane e se riterrà opportuno
tranquillizzare Ricciardo per le stagioni successive a quella del
prossimo anno. Se non sarà così, l’australiano sarà sul mercato.

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GP USA
  Il vincitore

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Saetta
Hamilton
      Un weekend perfetto, fra la pole e una vittoria che
   dopo il sesto giro non è mai stata in dubbio. La quinta
         vittoria su sei tentativi ad Austin di Hamilton ha
      regalato alla Mercedes, che ha voluto festeggiarla
     mandando Allison sul podio, il titolo costruttori. Per
  Lewis la conquista matematica è rimandata, ma ormai
    appare inevitabile, e per ribadire che il più veloce del
      mondo è lui in Texas ha voluto accanto Usain Bolt

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GP USA
  Il vincitore

                          Stefano Semeraro

     Sul podio di Austin Lewis Hamilton ha festeggiato con
     Usain Bolt – uno che di velocità se ne intende. La Merce-
     des, per celebrare la conquista del Mondiale costruttori,
     invece a beccarsi il coppone ha mandato – con perfidia -
     James Allison. L'ex di turno, si direbbe nel calcio. Il tec-
     nico liquidato dalla Ferrari che il Mondiale se l'è preso
     con quelli che della Rossa sono gli avversari giurati. Una
     beffa crudele, per Maranello.

  Lewis
  l'americano
     Per Lewis Hamilton vincere il titolo piloti in Texas sarebbe
     stato l'epilogo perfetto di un campionato che fino a metà
     stagione aveva temuto di poter perdere. Gli è mancata la
     ciliegina sulla torta: festeggiare con Bolt che mimava il suo
     classico gesto della freccia – stavolta d'argento -, attor-
     niato dalle cheer-leaders dei Dallas Cowboys, in quella che
     Hamilton ritiene la sua patria d'elezione, dove ama vivere,
     viaggiare, farsi vedere nei parterre della Nba e nelle pas-
     serelle newyorchesi. Rimbalzando fra Hollywood e Broad-
     way, dopo aver criticato il Presidente Trump
     confermandosi non solo pilota di razza e aspirante rock
     star, ma anche idolo pop e autorevole influencer (si dice
     così?). Fra l'altro su una delle sue piste preferite, se non la
     preferita, dove ha già vinto cinque volte su sei edizioni.
     «Amo l'ondeggiare di queste curve», ha spiegato. «Mi
     sono fatto cullare dal vento. Il mio è proprio un lavoro da
     sogno, essere qui, con tutta la mia famiglia, mi dà le sen-
     sazioni più belle del mondo». Lo si capiva anche da come
     per tutta la premiazione ha saltellato sul podio, felice come
     un bambino che sa di avere mille giocattoli da scartare.

  No dieta,
  no party
     Invece la festa definitiva, il party vero, ha dovuto rimandarlo
     tutto, anche se adesso, con 66 punti di vantaggio su Vettel
     fra Messico e Abu Dhabi gli basterà un quinto posto per in-
     tascare il suo quarto titolo iridato. Quello che pareggia il
     conto con il suo rivale, e non solo secondo il suo ego. «In
     questi anni era strano pensare che Vettel avesse quattro ti-
     toli Mondiali e Lewis tre», ha commentato malignetto
     Alonso (che sottintendeva: figurarsi me con appena due...).
     «Battersi contro chi ha vinto quattro mondiali significa bat-
     tersi contro il meglio che c'è», ha detto Lewis. «E' una com-
     petizione che corre sul filo del coltello, sai che uno dovrà
     perdere e cerchi di non essere tu a farlo. Amo questo tipo
     di sfide». Che sente di aver vinto, a parte ribaltoni a questo
     punto improbabili, curando i particolari. «Quest'anno ho
     fatto un passo avanti dal punto di vista mentale. Non ho
     fatto errrori, o ne ho fatti pochi. Non mi è capitato di bloc-
     care le gomme e sbagliare una curva andando fuori pista,
     e di questo sono molto orgoglioso». Per lui anche conver-
     tirsi ad una dieta vegetariana è stato importante, «perché
     anche fisicamente mi sono sentito al meglio per tutta la sta-
     gione. Venire alla Mercedes è stata la mia miglior scelta, la
     seconda migliore è stata cambiare dieta».

18
Nona vittoria stagionale per Hamilton
sempre più padrone del campionato

                                        19
GP USA
  Il vincitore

                 Mercedes,
                 l’importante è confermare
                 Detto dell'ennesimo flop di Bottas, alle prese con un degrado delle soft che invece
                 non ha riguardato il compagno di squadra, e che lo ha costretto a due soste («è stato
                 un giorno difficile per me»), va registrata anche la grande soddisfazione di Toto Wolff.
                 Per il quale il successo del team è nato proprio nei momenti più difficili. «Abbiamo un
                 motto nella squadra, e cioè che i giorni do cui i nostri avversari devono dolersi di più
                 sono quelli in cui siamo stati in difficoltà. Sono le difficoltà che ti rafforzano, e que-
                 st'anno è successo proprio così. Se riesci a non perdere la calma e analizzare quello
                 che non funziona, ne esci migliorato». Undici vittorie, altri 11 podii quest'anno, 51 gare
                 vinte su 59 fra 2014 e 2016. Il segno di una superiorità non solo ottenuta, ma confer-
                 mata. «I nostri due obiettivi erano vincere il titolo costruttori e farlo proprio nell'anno
                 in cui sono cambiati i regolamenti, una cosa difficilissima. I nuovi regolamenti avevano
                 reso molto difficile vincere ancora, ci siamo riusciti è il merito è della squadra, dei rap-
                 porti che si sono creati all'interno, dal gradino più basso a quello più alto». Una cura
                 dei particolari, nell'analisi minuziosa dei dati, nel controllo di ogni singola maglia della
                 catena, dai fornitori alle simulazioni di gara che – brucia molto a dirlo – è mancato que-
                 st'anno alla Ferrari.

20
Non è passata inosservata
la presenza di James Allison
sul podio di Austin.
Ennesima beffa Mercedes
ai rivali di Maranello

                               21
GP USA
  Ferrari

            Cavoli
            amari
             La Ferrari torna sul podio ma
             deve incassare un'altra prova
             di forza di Hamilton e della
             Mercedes. Arrivabene non vuole
             mollare, Marchionne dà la colpa
             alle 'cavolate', ma i fatti dicono
             che le Frecce d'argento sono
             e restano superiori

22
Stefano Semeraro

Saranno pure 'cavolate', come sostiene Sergio Mar-
chionne, quelle che hanno impedito alla Ferrari di met-
tere il muso davanti alla Mercedes e vincere finalmente
il Mondiale, ma sono cavolate che contano. Dettagli?
Può darsi, ma come sappiamo tutti il diavolo si na-
sconde sempre nei dettagli, specie in un mondo dove
a contare sono i millimetri e i millesimi di secondo. Ad
Austin poi la supremazia Mercedes non è stata roba di
poco conto. Dopo la pole di Hamilton il sabato, Seba-
stian Vettel ha dato quello che poteva in gara, scat-
tando in testa con una magnifica partenza, ma non ci è
voluto molto, sei giri, con un sorpasso di prepotenza,
per capire che stavolta la Mercedes era comunque su-
periore. Una superiorità ribadita dal ritmo che Lewis ha
saputo imporre dopo il pit-stop quando Seb ha tentato
di nuovo di avvicinarsi. «La Mercedes oggi era più ve-
loce, e lo sarebbe stata anche se avessi fatto due soste.
Vincere era impossibile», ha dovuto ammettere il tede-
sco, constatazione doppiamente amara perché Austin
sembrava una pista, se non ideale, almeno non contraria
a ravvivare le speranze ormai residuali della Rossa. Sta-
volta però, le temperature, abbastanza più basse la do-
menica rispetto al sabato, non hanno aiutato.

                                                            23
GP USA
  Ferrari

24
La Ferrari si consola
                        con il doppio podio
                        Kimi Raikkonen a quattro giri dalla fine si è anche scan-
                        sato per far passare il compagno e limitare l'ennesima
                        emorragia di punti, ma negli USA l'obiettivo era ri-
                        durre il distacco, non vederlo crescere.
                        Dimenticati i problemi di affidabilità e gli errori dei pi-
                        loti, è tornato almeno il podio, anzi un doppio podio,
                        anche se Vettel stavolta ha dovuto lottare contro il de-
                        grado degli pneumatici, un problema in cui pareva più
                        impelagata la Mercedes. «Non credevo di dover fati-
                        care tanto con le gomme», ha spiegato invece Vettel.
                        «Non tanto alla fine della gara, quando ormai era tutto
                        deciso, ma dopo la prima sosta». Lì Seb ha montato le
                        soft, con le quali non è riuscito a ottenere lo stesso
                        rendimento di Raikkonen, che invece evitando la se-
                        conda sosta è riuscito a restare davanti a Max Verstap-
                        pen (almeno secondo il regolamento...). «La
                        monoposto è stata competitiva fino alla fine», ha con-
                        fermato Kimi.

                        Marchionne tranquillizza
                        gli uomini in Rosso
                        Archiviata l'ennesima ripetizione del mantra di Mauri-
                        zio Arrivabene («la squadra ha lavorato bene, non mol-
                        leremo fino all'ultima curva dell'ultimo GP»), bisogna
                        annotarsi ciò che ha detto Marchionne non tanto ri-
                        guardo al passato, ma a proposito del futuro. «Arren-
                        derci adesso non avrebbe senso – ha ribadito il
                        Presidente della Fiat – Come non ha senso parlare di
                        sostituzioni al vertice o di cambiare una struttura che
                        fino a ora è stata vincente. Sono solo voci che rom-
                        pono le scatole. Le responsabilità vanno divise fra pi-
Kimi Raikkonen          loti e squadra, Vettel sa di aver fatto qualche cavolata,
“sacrificato”           come pure il team». La ferita di Singapore è sempre
a favore del compagno   viva, come pure il dispetto di non essere riusciti a to-
                        gliere dalla faccia il sorriso ai rivali tedeschi, come Mar-
                        chionne si era augurato a Monza: da lì in poi purtroppo
                        il buonumore teutonico non ha fatto che aumentare,
                        alimentato ad Austin dalla conquista aritmetica del ti-
                        tolo costruttori. In Messico potrebbe arrivare anche
                        quello piloti, e allora sarà bene riflettere molto su
                        quello che è successo. Per evitare di commettere pro-
                        prio, le cavolate. Quelle piccole e quelle grandi.

                                                                                   25
GP USA
  Il pagellone

     Kvyat,
     un ritorno da
     applausi

26
27
GP USA
  Il pagellone

                        a cura di Jacopo Rubino
                              foto Photo 4

  Lewis Hamilton                                                  10
     La perfezione. Non aggiungiamo altro

  Sebastian Vettel                                                   9
     Una qualifica da campione, una partenza da campione, i primi
     giri da campione. Poi, con un mezzo chiaramente inferiore, Vet-
     tel deve cedere la vittoria alla super Mercedes di Hamilton.

  Max Verstappen                                                     9
     Una gran rimonta certamente supportato da una macchina e
     da un motore sempre più competitivi. Non si accontenta mai,
     come deve essere, e questo lo porta a compiere il bel sorpasso
     su Raikkonen, ma tagliando la pista e viene penalizzato.

  Daniel Ricciardo                                                   9
     E’ rimasto in gara per 15 giri, ma tanto è bastato per esaltare
     tutti quanti per il fantastico duello messo in scena con Bottas.
     Poi, la rottura della power unit Renault.

  Kimi Raikkonen                                                     8
     Male in qualifica, si riscatta in gara tenendo saldamente la se-
     conda posizione e poi facendosi da parte per farsi passare da
     Vettel, che aveva dovuto effettuare una sosta ai box in più.

  Daniil Kvyat                                                       8
     Prima lo umiliano con la retrocessione dalla Red Bull alla Toro
     Rosso, mandandolo in confusione. Poi, lo bocciano per far
     posto al giovane Gasly, infine lo richiamano dopo due GP di
     assenza come niente fosse. E lui, che certo ha molte colpe e
     un 2017 da 5 in pagella, anziché fare disastri e andar via di testa
     come si temeva, disputa uno dei suoi migliori fine settimana
     da quando è tornato in Toro Rosso.

  Esteban Ocon                                                       8
     Un weekend incredibile quello del francese, velocissimo in qua-
     lifica e in gara tanto da meritarsi di terminare la gara al sesto
     posto per la seconda volta consecutiva, la quinta durante tutta
     la stagione.

  Carlos Sainz                                                       8
     Sale per la prima volta sulla Renault, ci si aspetta che ci metterà
     un po’ di tempo per ambientarsi alla macchina, alla tipologia
     di lavoro della squadra, al suo ingegnere. Invece, Sainz gira su-
     bito sui tempi di Hulkenberg e quando il tedesco è KO per mo-
     tivi tecnici ci pensa lui concludendo settimo e portando punti
     d’oro alla Renault che scavalca la Haas nella classifica costrut-
     tori. Se l’avessero preso lo scorso inverno Sainz…

  Brendon Hartley                                                    8
     E bravo Brendon. Prende in mano la Toro Rosso F.1 per la prima
     volta il venerdì e con calma, senza mai commettere un errore,
     cresce e cresce e cresce fino a girare in qualifica sui tempi di
     Ericsson e Stroll. In gara fa il suo arrivando 13esimo davanti
     alle due Haas e alla Sauber di Ericsson. Non male davvero.

28
Carlos Sainz

               29
GP USA
  Il pagellone

30
Felipe Massa                                              7,5
          Si batte bene in ogni frangente e porta pure due bei punti a
          se stesso e alla Williams che non vede l’ora di buttare nel cas-
          sonetto dei rifiuti questa FW40.

          Valtteri Bottas                                                7
          Sta incontrando qualche difficoltà Bottas in questo ultimo pe-
          riodo. Si difende magnificamente dagli assalti di Ricciardo, e
          per questo merita il 7, poi si perde faticando con la tempera-
          tura delle gomme.

          Sergio Perez                                                   7
          Bravo come sempre, veloce, concreto, ma battuto senza re-
          more dal compagno di squadra. Niente di grave comunque,
          Ocon è un pilota fortissimo, alla Verstappen.

          Fernando Alonso                                           6,5
          Molto bene in qualifica, si è difeso come ha potuto, ma si è ri-
          tirato troppo presto in un Gran Premio che poteva vederlo con-
          cludere tranquillamente in zona punti.

          Marcus Ericsson                                           6,5
          Ha fallito l’accesso alla Q2 per appena 7 millesimi il ché appare
          come qualcosa di straordinario considerando le difficoltà che
          incontra la Sauber. In gara si è pure difeso bene fino al contatto
          con Magnussen che lo ha visto colpevole.

          Stoffel Vandoorne                                              6
          Un fine settimana complicato, contraddistinto dalle penalità
          per motivi tecnici. Un sei di fiducia.

          Lance Stroll                                                   6
          Male in qualifica, ma per un problema alla power unit, in gara
          risale la china, ma neanche più di tanto.

          Romain Grosjean                                           5,5
          Questo è stato uno di quei fine settimana in cui Grosjean ap-
          pare difficile da comprendere tra alti e bassi, errori e una man-
          canza di continuità nelle prestazioni che non ci si aspetta da un
          pilota del suo livello.

          Kevin Magnussen                                                4
Esteban   Questa volta male in qualifica, male in gara, sempre in mezzo
Ocon      ai casini.

          Nico Hulkenberg                                             ng
          Appena 4 giri, partito in fondo alla griglia per penalità causate
          dalla power unit. La nuova versione del motore francese ha
          solo causato problemi al tedesco che si è ritrovato un nuovo
          compagno di squadra che viaggia come lui.

          Pascal Wehrlein                                             ng
          Battuto da Ericsson in qualifica, eliminato dopo pochi chilome-
          tri da un contatto con Kevin Magnussen. Tempi sempre più
          grigi per il tedesco il cui futuro in F.1 è sempre più incerto.

                                                                             31
GP USA
  Le classifiche

     L'ORDINE DI ARRIVO
     DOMENICA 22 OTTOBRE
     1 - Lewis Hamilton (Mercedes) - 56 giri in 1'33'50"991
     2 - Sebastian Vettel (Ferrari) - 10"143
     3 - Kimi Räikkönen (Ferrari) - 15"779
     4 - Max Verstappen (Red Bull Renault) - 16"768
     5 - Valtteri Bottas (Mercedes) - 34"967
     6 - Esteban Ocon (Force India Mercedes) - 1'30"980
     7 - Carlos Sainz (Renault) - 1'32"944
     8 - Sergio Perez (Force India Mercedes) - 1 giro
     9 - Felipe Massa (Williams Mercedes) - 1 giro
     10 - Daniil Kvyat (Toro Rosso Renault) - 1 giro
     11 - Lance Stroll (Williams Mercedes) - 1 giro
     12 - Stoffel Vandoorne (McLaren Honda) - 1 giro
     13 - Brendon Hartley (Toro Rosso Renault) - 1 giro
     14 - Romain Grosjean (Haas Ferrari) - 1 giro
     15 - Marcus Ericsson (Sauber Ferrari) - 1 giro
     16 - Kevin Magnussen (Haas Ferrari) - 1 giro

     Ritirati
     25° giro - Fernando Alonso
     15° giro - Daniel Ricciardo
     6° giro - Pascal Wehrlein
     4° giro - Nico Hulkenberg

IL RIEPILOGO DELLA STAGIONE 2017
     Australia       26/03/2017    Sebastian Vettel (Ferrari) - 57 giri in 1.24’11”672
     Cina            09/04/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 56 giri in 1.37'36"160
     Bahrain         16/04/2017    Sebastian Vettel (Ferrari) - 57 giri in 1.33’53”374
     Russia          30/04/2017    Valtteri Bottas (Mercedes) - 52 giri in 1.28’08”743
     Spagna          14/05/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 66 giri in 1.35’56”497
     Monaco          28/05/2017    Sebastian Vettel (Ferrari) - 78 giri in 1.44'44"340
     Canada          11/06/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 70 giri in 1.33'05"154
     Azerbaijan      25/06/2017    Daniel Ricciardo (Red Bull-Renault) - 51 giri in 2.03'55"573
     Austria         09/07/2017    Valtteri Bottas (Mercedes) - 71 giri in 1.21"48"523
     Gran Bretagna   16/07/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 51 giri in 1.21'27"430
     Ungheria        30/07/2017    Sebastian Vettel (Ferari) - 70 giri in 1.39’46”713
     Belgio          27/08/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 44 giri in 1.24'42"820
     Italia          03/09/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 53 giri in 1.15'32"310
     Singapore       17/09/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 58 giri in 2.03'23"543
     Malesia         01/10/2017    Max Verstappen (Red Bull-Renault) - 56 giri in 1.30'01"290
     Giappone        08/10/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 53 giri in 1'27'31”194
     USA             22/10/2017    Lewis Hamilton (Mercedes) - 56 giri in 1'33'50"991
     Messico         29/10/2017
     Brasile         12/11/2017
     Abu Dhabi       26/11/2017

32
CLASSIFICA                PILOTI
 1   Lewis Hamilton                       Mercedes    331
 2   Sebastian Vettel                       Ferrari   265
 3   Valtteri Bottas                      Mercedes    244
 4   Daniel Ricciardo          Red Bull-Tag Renault   192
 5   Kimi Raikkonen                         Ferrari   163
 6   Max Verstappen            Red Bull-Tag Renault   123
 7   Sergio Perez            Force India-Mercedes      86
 8   Esteban Ocon            Force India-Mercedes      73
 9   Carlos Sainz           Toro Rosso-Tag Renault     54
10   Felipe Massa               Williams-Mercedes      36
11   Nico Hulkenberg                        Renault    34
12   Lance Stroll               Williams-Mercedes      32
12   Romain Grosjean                   Haas-Ferrari    28
14   Kevin Magnussen                   Haas-Ferrari    15
15   Stoffel Vandoorne              McLaren-Honda      13
16   Fernando Alonso                McLaren-Honda      10
17   Jolyon Palmer                          Renault     8
18   Pascal Wehrlein                 Sauber-Ferrari     5
19   Daniil Kvyat           Toro Rosso-Tag Renault      5
20   Marcus Ericsson                 Sauber-Ferrari     0
21   Antonio Giovinazzi              Sauber-Ferrari     0
22   Pierre Gasly           Toro Rosso-Tag Renault      0
23   Brendon Hartley        Toro Rosso-Tag Renault      0
24   Jenson Button                  McLaren-Honda       0

CLASSIFICA                COSTRUTTORI
 1   Mercedes                                         575
 2   Ferrari                                          428
 3   Red Bull Racing                                  315
 4   Force India                                      159
 5   Williams                                          68
 6   Scuderia Toro Rosso                               53
 7   Renault                                           48
 8   Haas                                              43
 9   McLaren                                           23
10   Sauber                                             5
IMSA
  Il punto

34
La terra
dei veloci
Realizzata sotto la guida di Max Angelelli,
la Cadillac DPi-V.R by Dallara ha dominato, grazie
ad una serie di decisioni azzeccate, la stagione
IMSA 2017. Andiamo a scoprire com’è nata e quali
sono le scelte che ne hanno guidato la nascita

                                                     35
IMSA
  Il punto

                                 Marco Cortesi

     Quando il sogno americano e quello italiano si combinano, unendo
     i lati forti di due culture che nel mondo dei motori sanno fare la
     differenza, accadono situazioni come quelle viste nell’IMSA 2017.
     Una vettura, la Cadillac DPi-V.R, che conquista il titolo con una gara
     al termine (un’impresa pensando a come sono attribuiti i punti nel
     campionato), dopo aver dominato la 24 Ore di Daytona (con una
     tripletta), la 12 Ore di Sebring e la 6 ore di Watkins Glen. Sette
     successi per un totale, con tre vetture al via, di 17 piazzamenti a
     podio e sette pole su 10 appuntamenti in calendario. Presentata
     al mondo a fine 2016, la DPi-V.R è nata sotto gli attenti occhi di
     uno che di gare endurance americane se ne intende, Max Angelelli.
     Il bolognese ha vinto praticamente tutto a partire da due edizioni
     della 24 Ore di Daytona, la seconda delle quali quest’anno con la
     sua “creatura”. L’altra anima italiana è ovviamente Dallara, alla
     quale Angelelli si è rivolto dopo aver convinto Mark Kent, Direttore
     di GM Racing, a lasciargli mano libera sul progetto. “Abbiamo in-
     cominciato addirittura nel 2015 - spiega Angelelli - Insieme a
     Wayne Taylor ho iniziato a parlare con Mark per vedere se c’era
     l’interesse ad affrontare una nuova sfida nella DPi. Lui l’ha accettata
     e ha incaricato me per tutto quello che ha riguardato il progetto.
     Dalla scelta del costruttore alla gestione del programma, dall’in-
     stallazione motore sino all’implementazione del design aerodina-
     mico, tutto ha fatto capo a me per un anno e mezzo.”

  Dallara, un nome
  una garanzia
     Per quanto riguarda la decisione sul telaista, dopo aver analizzato
     le opzioni a disposizione Angelelli è andato a colpo sicuro, rivol-
     gendosi a Varano. E’ nato un progetto corposo e coordinato, che
     ha coinvolto alcune tra le migliori realtà mondiali dei rispettivi set-
     tori. “In questo progetto c’è tanta italianità. A partire da Dallara,
     ma anche i suoi fornitori. Durante la fase dello sviluppo, avevo un
     secondo ufficio da loro per occuparmi del coordinamento, mentre
     i motoristi erano quelli della ECR Engines in North Carolina. Il
     team Taylor ha saputo aiutare Dallara a comprendere meglio la
     realtà moderna delle gare endurance nordamericane, con tutti gli
     accorgimenti da prendere, e le specificità che possono rischiare
     di non farti finire le corse. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la
     macchina sicuramente è riuscita bene, e ciò si è visto fin dal primo
     momento. A quel punto, Mark ha rinforzato il gruppo aggiun-
     gendo ulteriore personale.” Per quanto riguarda la fase dei test,
     altrettanto importante quando si affronta una serie tra le più cri-
     tiche per via della durata delle corse e della “durezza” dei trac-
     ciati, è arrivato un prezioso alleato. “Alla fine del progetto,
     quando ormai quasi tutto era stato delineato, è entrato anche il
     team Action Express, che ha ricevuto la vettura alla fine del 2016
     e ha affrontato il programma di test insieme al Wayne Taylor Ra-
     cing. Con tre macchine in pista contemporaneamente riuscivamo
     a monitorare al meglio la situazione, affrontando anche problemi
     e difetti.” E subito sono arrivate le soddisfazioni, in un certo
     senso attese anche se non al livello di un dominio di tutta la prima
     parte di stagione… ci si aspettava di vincere Daytona? “No. Basti
     pensare che il venerdì della gara, con una 24 ore da fare ed una
     macchina nuova, ho mandato una persona a Orlando con delle
     parti del cambio per farle scansionare ai raggi X prima di montarle,
     perché continuavamo a romperle. Però alla fine non abbiamo rotto
     niente! E la serie record di vittorie è stata altrettanto straordina-
     ria!”

36
Il podio
di Daytona

             La Cadillac DPi-V.R
             dell’AXRacin

                                   37
IMSA
  Il punto

     Il rebus della sfida                                                 tazione, avevo solo una preoccupazione. Riuscire a trovare la
                                                                          linea che definiva quanto mettere nello stile e nella perfor-
     tra DPi e LMP2                                                       mance. C’era la grande responsabilità di fare felice Cadillac
                                                                          come stile e contemporaneamente quella di vincere le gare. E’
     La sfida della stagione ha visto protagoniste le vetture dei vari    stato un anno di grandi interrogativi, perché si trattava a volte
     costruttori contro le LMP2 “lisce” con lo stesso prpulsore in        di far passare modifiche che ci facevano andare più piano ed è
     monofornitura che caratterizza il WEC e l’ELMS. A dispetto           stata la parte più complicata. Per il motore la questione è stata
     della presenza di case ufficiali a supporto dei prototipi DPi, non   simile. Vogliamo essere sicuri di finire le gare o guardiamo al
     tutto è rose e fiori… “La macchina WEC è stata disegnata             peso? Più peso metti, più sarà l’affidabilità, ma più piano andrà
     senza compromessi aerodinamici e meccanici, ed è sicura-             la macchina. La linea che ho preferito mantenere era un po’ più
     mente meglio di quanto i quattro costruttori IMSA possano            spostata sulla performance e ho lottato per mantenere il focus
     mai riuscire a fare. Viceversa, una vettura DPi è costruita con      sulle prestazioni.”
     enormi limitazioni ed impedimenti, a partire dall’aerodinamica.
     Noi abbiamo dovuto implementare degli stili che di per sé
     compromettono l’efficienza. Inoltre, c’è un motore non pretta-       Dove si fa
     mente racing ma derivato dalla serie. Ad esempio, nel nostro
     caso è un “bestione” oltre 100 chili in sovrappeso!” Questi ele-
                                                                          la differenza
     menti hanno giocato un ruolo importantissimo nella direzione         Altri invece, hanno fatto scelte differenti, realizzando prodotti dal
     da prendere. Un bel grattacapo per Angelelli che da timoniere        grandissimo appeal ed impatto visivo, ma di fatto spostando
     di tutta l’operazione ha perso il sonno cercando di azzeccare        l’ago da altre parti. E alla fine la grande sfida con la bellissima
     al primo colpo come bilanciare le risorse. “Durante la proget-       Mazda, che aveva fatto girare la testa degli appassionati, non c’è

38
Anche i cerchi
                                                                                            made in Italy...
                                                                                            Un esempio delle tante componenti
                                                                                            italiane del progetto è dato dai
                                                                                            cerchi della DPi-V.R realizzati su
                                                                                            studio Cadillac da un’azienda
                                                                                            veneta, Motegi Racing e… invidiati
                                                                                            da tanti appassionati

stata. “Quando ho visto la Mazda mi è venuto un infarto, perché           Mazda. E il Capitano ha subito impressionato sia mostrando
era profondamente diversa e ho dovuto spiegare, non senza                 una vettura chiaramente votata alla velocità, sia strappando a
qualche difficoltà, il perché delle nostre decisioni. Alla fine le gare   casa Cadillac due dei piloti più forti ed esperti, Ricky Taylor e
devono essere vinte: l’ultima cosa che rimane è, all’ultimo giro          Duncan Cameron, appaiandoli a campioni IndyCar come Helio
dell’ultima gara, la posizione in campionato.” E dov’è che il co-         Castroneves e Juan Pablo Montoya. “La competizione sarà alle
struttore fa la differenza, rispetto agli avversari che possono con-      stelle: basta guardare la Acura per rendersi conto di come le
tare su vetture con meno compromessi? “La differenza in positivo          loro decisioni siano state simili alle nostre. Vanno in perfor-
la fai con un fattore. I piloti. Non c’è mai stato un team con una        mance, e puntano a vincere le gare. Quando Penske si muove,
vettura standard WEC che abbia avuto dei piloti di altissimo li-          fa tutto per bene. Si è associato con la casa che ha il monopolio
vello ed un programma ad ampio respiro. L’IMSA fa poi il suo              nel WEC, non avviene a caso, e ha preso i piloti migliori sul
BOP, ma è difficilissimo quando non c’è una buona rappresen-              mercato. Anche per Mazda, mi aspetto che un team come
tanza, o c’è ma gli equipaggi non sono al livello degli ufficiali, e      Joest sicuramente vada nella stessa direzione. Riguardo a noi,
non sfruttano tutto il potenziale.“                                       per regolamento non si potrà toccare niente che concreta-
                                                                          mente faccia andare più veloce la macchina, ma faremo tutto
                                                                          quello che è possibile fare per renderla più efficiente: aiuterà
Sfida alle stelle                                                         di più i piloti e gli ingegneri.” Intanto, ora c’è da sostituire due
per il 2018                                                               piloti: al pilota vincitore della 24 Ore di Daytona (con tanto di
                                                                          giro più veloce) non viene voglia di riprovarci? “No, ormai
Per il prossimo anno però la situazione sarà diversa, e vedrà             quella porta si è chiusa, anche se devo dire che da quando sono
l’ingresso non solo di Roger Penske con le sue Acura con base             diventato “silver” compiendo 50 anni non ho mai ricevuto tante
Oreca, ma anche del team Joest, che farà un “maquillage” alle             offerte per guidare!”.

                                                                                                                                                 39
L’INTERVISTA
  Vincenzo Sospiri

   Il
 giramondo
      Italia, Europa, Asia, la VSR                  Alessandro Bucci
      Racing è presente ovunque
      e riesce ad ottenere risultati   Vincenzo Sospiri, team manager dell'omo-
      interessanti allevando anche     nimo team che milita attualmente in varie
                                       categorie del motorsport tra le quali il cam-
      giovani piloti. Scopriamo qual è pionato italiano Super GT, il Blancpain GT
      il segreto dell’ex pilota e ora  Asia e la Formula 4 nipponica, racconta i re-
      team principal forlivese         centi successi della Vincenzo Sospiri Racing
                                              e per ripercorrere i suoi momenti più impor-
                                              tanti della carriera da pilota. Il pilota roma-
                                              gnolo ha speso anche due parole su Robert
                                              Kubica, pilota con cui ha lavorato in passato
                                              e che potrebbe tornare in Formula 1 la pros-
                                              sima stagione.

40
41
L’INTERVISTA
  Vincenzo Sospiri

 Vincenzo, con il tuo team hai vinto il GT Super Cup italiano         abbiamo affrontato con il vantaggio di avere già corso nell'eu-
 con una line-up di piloti stranieri. Quali sono state le princi-     ropeo. Per quanto riguarda il GT3 Asia invece siamo stati im-
 pali insidie nel raggiungere questo traguardo?                       pegnati in diversi programmi: una GT3 era gestita direttamente
 "Cercare di migliorare tutti assieme, sia il team sia i piloti.      da noi come Vincenzo Sospiri Racing, mentre un'altra GT3 la
 Siamo stati fortunati quest'anno ad avere piloti forti, quattro      gestivamo noi, ma era dell'X-One Racing. Inoltre abbiamo for-
 stranieri e due italiani, che si sono giocati il campionato sino     nito assistenza per il set-up al pilota ed alla macchina per un'al-
 all'ultima gara. Tutti loro hanno potuto beneficiare del massimo     tra GT3 gestita dal team Top Speed. In generale, penso sia
 potenziale di cui la squadra è capace e abbiamo dimostrato           stata un'esperienza positiva, cogliendo pole position e podi,
 che, anche gestendo tre macchine a livelli altissimi, non ab-        nonostante un paio di battute d'arresto".
 biamo peccato da nessuna parte".
                                                                      Dopo le esperienze nella Formula 4 italiana e giapponese hai
 Nel l'European Lamborghini Blancpain Super Trofeo e nel              intenzione di ricreare un team di formula?
 campionato italiano GT gestisci due nuove Huracáns. Quali            "Mi farebbe molto piacere, ma logicamente devono esserci le
 momenti ricordi con maggior soddisfazione?                           condizioni. Al momento continueremo sicuramente con la For-
 "Ricordo tutti i weekend per diversi motivi. Sia che si vinca o si   mula 4 in Giappone, con il team che gestisce le nostre vetture.
 perda è difficile sceglierne uno in particolare. Certo, quando       Il nostro obiettivo è far crescere piloti e poi traghettarli nella
 conquisti il campionato è sempre più bello e sono momenti            nostra squadra principale. Per quanto riguarda la Formula 4
 particolari. A prescindere da questo, le nostre diverse squadre      italiana, purtroppo quest'anno non abbiamo partecipato e non
 che gestiscono vari programmi hanno lavorato tutte molto             penso torneremo in futuro".
 bene traendo il massimo da tutto e tutti. Abbiamo raggiunto
 gli scopi che volevamo quasi dappertutto e comunque siamo            Quale criterio utilizzi per scegliere i piloti? Penso ad esempio
 sempre in crescita".                                                 a Vainio
                                                                      "Avendo corso in passato, fortunatamente i piloti un po' li co-
     Che cosa mi dici riguardo all'esperienza nel GT Asia?            nosco. Quando li vedo girare per me è abbastanza facile capire
     "Se parliamo del Super Trofeo, è stata un'esperienza nuova che   chi ha del potenziale e, una volta che li vedo sulle mie mac-

42
chine, riesco a valutare ancora meglio i loro pregi e i loro
aspetti su cui possono migliorare. Questo mi da l'opportunità
di creare un vivaio di piloti molto forti che continuerà a cre-
scere".

Non posso non chiederti una breve testimonianza della tua
parentesi in Formula 1 nei panni prima di tester Benetton
nel 1996 e poi di pilota ufficiale della Lola l'anno dopo. Quali
furono i motivi che impedirono al team di continuare dopo il
primo GP?
"I motivi sono molto semplici: questioni di budget. Avevo fir-
mato un contratto di quattro anni con la Lola nel quale i primi
due anni avrei portato un budget e poi dal terzo e quarto anno
sarei stato pagato molto bene. Qualcuno sbagliò a fare i conti
e Bernie Ecclestone non dava spazio a chi non rispettava i pa-
gamenti e il team fu tagliato fuori e di conseguenza anch'io".

Riguardo alla tua esperienza negli States, che cosa ha signi-
ficato per te centrare la prima fila ad Indianapolis e ottenere
il riconoscimento di rookie dell'anno nella categoria IRL?
"Fu un'esperienza nuova. L'anno prima feci un test a Indiana-
polis con una vettura vecchia di tre stagioni e mi piacque molto.
Una volta rimasto fuori dalla Formula 1, mi chiamarono subito
dagli States chiedendomi se volevo partecipare al campionato
IRL partendo da Indianapolis, venendo stipendiato. Era un'op-
portunità che non potevo perdere. Una volta arrivato in Ame-
rica feci tutti i rookie test di routine e la Dallara si rivelò una
macchina eccezionale. Con il team feci buoni risultati".

Nel 1999 ti sei ritirato dai panni di pilota per dedicarti a
quelli di manager. Quanto è stato difficile questo passaggio?
"Feci dei testi ad inizio anni 2000 con diverse macchine e mi
vennero offerti contratti, ma quelle vetture non mi davano le
giuste sensazioni e decisi di smettere di correre. In Formula 1
non mi fu data l'opportunità che penso avrei meritato e quindi
optai per crescere dei giovani ragazzi portandoli nella massima
serie, fornendo loro l'opportunità che a me non fu concessa.
Mi sono impegnato tanto a crescere da zero dei ragazzini sino
a portarli in Formula 1".

Quali sono i tuoi ricordi più belli legati all'esperienza con il
team Euronova?
"Sono tanti i ricordi, perché è stata una crescita continua. Il
primo anno il team si chiamava Fortec Italia Motorsport e an-
dammo abbastanza bene. Poi, stringemmo un accordo con Taki
Inoue che scelse il nome Euronova e creammo una squadra con
la quale corremmo in Formula 3000, in Formula Renault e altre
formule, facendo crescere i nostri ragazzi. Noi abbiamo dato
tanto ad Euronova e viceversa".

Com'è stato lavorare con Robert Kubica? Pensi abbia reali
chance di tornare in Formula 1?
"Robert è un ragazzo eccezionale, lo si era capito sin dai tempi
del kart. Con noi ha disputato un weekend di gara, vincendo
una corsa e ritirandosi nell'altra per un guasto alla pompa della
benzina. Purtroppo l'incidente lo ha privato di tanti risultati e
di un grande contributo alla Formula 1, perché di piloti così na-
turalmente forti non ce ne sono tanti al mondo. Penso che se
Robert riuscisse a tornare in Formula 1, anche solo al 70% delle
sue condizioni, potrebbe fare la differenza e ne sarebbero tutti
felici".

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