ACCADEMIA MUTAMENTI + CLARISSE ARTE & CLAN - Accademia ...

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ACCAD EM IA M UTAM ENTI + CLARISSE ARTE & CLAN

A CU R A D I MAU RO PAPA E G I O RG I O ZO RCÚ

                  edizioni
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RESIDENZA ARTISTICA DI LAND ART
11 - 1 5 S E T T E M B R E 2 0 1 9
OASI SAN FELICE - MARINA DI GROSSETO

            edizioni
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un progetto di:

    con:

    con il contributo di:

             Comune di Grosseto
           Assessorato all’Ambiente

    con la collaborazione di:

                                                                                                      SI
                                                                                                           NC
                                                                          Comune di Cinigiano                   E 2006

    Si ringraziano:

    Allianz SpA, proprietari dell’Oasi San Felice, affiliata WWF, per la concessione dell’area.
    Silva Soc. Coop per la pulizia e la segnaletica dell’Oasi San Felice, il supporto agli artisti e le guide ambientali per gli spettatori.
    L’Hotel Rosmarina e La Fiumara - Beach Restaurant & More per l’accoglienza allo staff e agli artisti.
    La Coop. Giglio di Mare per la concessione del parcheggio per gli spettatori dell’evento del 15 settembre.

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Progetto a cura di
Mauro Papa e Giorgio Zorcù

Assistenti curatori
Giada Breschi e Mara Pezzopane

Progetto Grafico
Matteo Neri

Video
Francesco Rossi

Foto
Matteo Neri/Francesco Rossi

Logistica e training collettivo
Sara Donzelli

Guide ambientali
Roberto Ragazzini e Paola Talluri

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Sara Caneva
                                 Marco Ranieri
                   Guido Mitidieri

                     Alessia Lastella

                          Collettivo DAMP

                                 Giancarlo Savino

           Leonardo Cannistrà

                   Stefano Corti
                   e allievi L. Artistico
Domenico Arces
                       Lucia Macrì

                                                   Giulio Ceraldi

                                              CIRCE/FANGO - Accademia Mutamenti      Wesley Alves Da Silva
                 Marco Ranieri
                                            Giancarlo Savino
           Wesley Alves Da Silva                                     FIUMARA BEACH

                                                                    Mattia Morelli
                                                                     Elena Grigoli
                                                                    Marta Viola
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DUNE ARTI PAESAGGI UTOPIE

Dall’11 al 15 settembre 2019 si è svolta nell’Oasi San Felice a Marina di Grosseto, di proprietà Allianz e affiliata WWF,
la prima edizione di DUNE - Arti Paesaggi Utopie: una residenza artistica dedicata a figure emergenti che operano nel
campo dell’arte ambientale e Land Art, per la creazione di installazioni artistiche e sonore, performance site-specific,
foto e video d’arte. I giovani artisti sono stati selezionati da una commissione formata da Mauro Papa, Giorgio Zorcù,
Giada Breschi e Mara Pezzopane a seguito di una open call nazionale a cui sono pervenute 90 domande di parteci-
pazione. Ai giovani artisti si è unito un gruppo di maestri e artisti ospiti invitati dai curatori.

Compito degli artisti è stato quello di proporre modalità d’intervento creativo sul paesaggio protetto delle dune e del-
le sue aree contigue: pineta e fiumara, utilizzando il linguaggio dell’arte come strumento di indagine, valorizzazione e
riconnessione interiore con l’ambiente, dove la natura è il punto di partenza e il punto di arrivo.

Domenica 15 settembre dalle ore 16 alle ore 22 si è tenuto l’evento finale aperto al pubblico, incentrato su un per-
corso all’interno dell’Oasi, alla scoperta delle opere create durante la residenza; gli spettatori hanno potuto usufruire
anche di un percorso naturalistico curato da Paola Talluri, guida ambientale della Coop. Silva. L’evento si è concluso
al tramonto con la performance “Circe / Fango”, seguita dalle proiezioni video in notturna delle opere dei tre giovani
artisti-fotografi presenti in residenza e da un buffet allestito dal ristorante Fiumara Beach.

Dal 29 novembre all’8 dicembre 2019 al Polo Culturale Le Clarisse di Grosseto si è aperta al pubblico l’esposizione
di DUNE, che ha testimoniato l’esperienza della residenza artistica con pannelli fotografici, video e incontri.

DUNE è la prima tappa di Laboratorio Utopia, un progetto di ricerca, riflessione e creazione transdisciplinare che
mette al centro le relazioni e le attrazioni tra teatro, arti visive, fotografia, videoarte, scienza, ambiente e natura, alla
ricerca di visioni nuove e trasversali del territorio e di nuovi modi di abitarlo e valorizzarlo.

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“Toscanaincontemporanea2019” è il progetto regionale finalizzato a sostenere e valorizzare le arti visive contemporanee
    in Toscana, con l’obiettivo di favorire l’emergere di proposte progettuali innovative e di alto livello qualitativo, non solo in
    termini di valori estetico-formali ma anche per la loro capacità di attivare una consapevolezza sociale e civile.
    Nell’ambito di un contesto regionale culturale complesso e variegato, si inserisce a pieno titolo DUNE - Arti Paesaggi Utopie,
    il progetto di residenza artistica realizzata nell’Oasi naturalistica San Felice a Marina di Grosseto, di proprietà Allianz e
    affiliata WWF, rivolta a 15 creativi under 35, promosso e organizzato da Accademia Amiata Mutamenti, in collaborazione con
    Clarisse Arte e CLAN di Grosseto, che ha centrato gli obiettivi del bando, fra cui sostenere la creatività giovanile in Toscana,
    al fine di incrementare la partecipazione del pubblico, soprattutto dei più giovani.

    La Regione Toscana è lieta di presentare il catalogo della mostra DUNE/Arti Paesaggi Utopie, appuntamento conclusivo di un
    progetto artistico che è in primis processo partecipativo, rivolto alle nuove generazioni, che ha indagato il senso dell’arte in
    relazione alla condizione ambientale, attraverso una proposta culturale innovativa e di qualità che contribuisce a consolida-
    re il sistema toscano dell’arte contemporanea, il cui obiettivo è quello di promuovere le buone pratiche laddove l’arte non
    è un’offerta per pochi ma una delle chiavi per vivere ed interpretare la società.

    Monica Barni
    Vicepresidente
    Assessore alla Cultura, Università e ricerca
    Regione Toscana

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Chiunque attraversi la Maremma, viene rapito e rimane estasiato dalla bellezza dei luoghi.
È sì una terra selvaggia ma, al tempo stesso, è di una bellezza aulica; il susseguirsi dei suoi splendidi paesaggi rappresenta
una sinfonia e segue un’armonia che sembra dettata da un architetto ed eseguita da un artista che la trasforma in un “or-
dinato caos”.
La bravura di coloro che hanno esposto le proprie opere, è proprio consistita nel rispetto dello splendido paesaggio delle
dune di Fiumara. Hanno dato spazio alla propria creatività, che è diventata essa stessa parte integrante di questo spicchio
di Maremma. Non è qualcosa di artificiale che inficia la natura, ma la natura stessa che osserva nascere in sé opere che
miracolosamente sembrano appartenerle.
Il nostro obbiettivo didattico è stato proprio quello di voler insegnare il valore della tutela dell’ambiente. La caratteristica
della sua bellezza è, infatti, quella di essere giovane e caduca, ma per nostra fortuna capace di rinascere, Araba Fenice, e
rinnovarsi sempre in nuove forme, infinite per varietà e magnifiche per splendore.

Simona Petrucci
Assessore all’Ambiente
Comune di Grosseto                                                                                            Comune di Grosseto
                                                                                                            Assessorato all’Ambiente

L’Istituto di Istruzione Superiore “L. Bianciardi” ha partecipato al Progetto DUNE - Arti Paesaggi Utopie con l’Indirizzo Liceo
Artistico Corso per Adulti, grazie all’interessamento del Prof. Stefano Corti che ha coinvolto i corsisti Lorenzo Bianchi, Lorenzo
Murru e Isabella Schicchi. L’opera allestita ha un titolo suggestivo “Concavo / Convesso”, a testimonianza della comple-
mentarietà dell’ambiente naturale, come sicuramente suggestivo è il luogo dell’installazione: un’area praticamente inconta-
minata del nostro territorio e non perché non frequentata dall’essere umano ma perché, voglio sperare, da esso rispettata.
Credo che un significato importante dell’intervento del Prof. Corti e dei suoi studenti vada anche ricercato in una dimensione
“concettuale” dell’idea di “opera d’arte”, soprattutto se di tipo tridimensionale, se non nuova nella storia dell’arte, sicura-
mente un po’ disconosciuta. I materiali impiegati, i modi realizzativi rendono l’opera effimera e non durevole. Ma non per
questo diminuisce il valore dell’esperienza realizzata. Siamo certi che la partecipazione al Progetto DUNE 2019 sia stata per
i nostri corsisti un momento di grande condivisione, di solidarietà e di scambio per la qual cosa ringraziamo sentitamente
tutti i soggetti che a vario titolo l’hanno resa possibile.

Daniela Giovannini
Dirigente Polo Bianciardi

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Allianz Italia è lieta di aver ospitato nella sua Oasi San Felice a Marina di Grosseto, affiliata WWF, una manifestazione importante
    quale DUNE, rivolta a giovani talenti emergenti, accuratamente selezionati fra oltre 90, che si sono cimentati nella realizzazione
    di opere e installazioni artistiche site specific ossia strettamente collegate al carattere e alla natura della località. Abbiamo
    quindi visto le erbe delle radure intrecciarsi, la sabbia delle dune assumere forme, i suoni del bosco riprodursi, ramoscelli inari-
    diti e anneriti riprendere vita e significato, zolle di terra innalzarsi verso il cielo, aghi di pino disporsi sulla spiaggia in geometrici
    disegni e tanto altro ancora. Una esplosione di creatività che è stata ammirata da numerosi visitatori nell’ultimo giorno della
    manifestazione, in una piacevole giornata di fine estate, che ha ulteriormente animato quel lembo fra i più incontaminati del
    litorale toscano che Allianz - nel lontano 2007 - ha deciso di trasformare in un’Oasi affiliata WWF, impegnandosi a proteggerla,
    sorvegliarla, manutenerla, gestirla e svilupparla secondo i rigidi dettami dell’associazione ambientalista, in modo da offrirne una
    fruizione più facile e più consapevole al pubblico.

    L’Oasi San Felice rappresenta oggi il fiore all’occhiello di Allianz Italia per quanto riguarda la protezione e l’educazione am-
    bientale, collegate alla tematica dei cambiamenti climatici, una delle issue di Corporate Social Responsibility maggiormente
    avvertite dal Gruppo Allianz a livello internazionale, impegnato da anni – e non solo nei tempi più recenti – nella promozione
    di una low carbon economy. L’Oasi, infatti, contrasta due fenomeni collegati al riscaldamento globale, quali l’erosione costiera
    e la riduzione della biodiversità. È inoltre meta privilegiata di scolaresche della zona e anche di regioni più lontane, alle quali
    Allianz offre visite guidate gratuite e attività didattiche collegate, con un particolare focus sui cambiamenti climatici. A quanti
    vi passeggiano, vi svolgono attività sportiva o anche semplicemente l’attraversano per raggiungere la spiaggia libera antistante
    nella bella stagione, l’Oasi offre un ambiente incontaminato dove la spontaneità della natura, particolarmente visibile in un ricco
    e intricato sottobosco, cerca di avere il sopravvento sull’ambiente modificato dall’uomo: lo stagno scolmatore (la cosiddetta
    Fiumara), la pineta d’impianto artificiale per la produzione di pinoli un tempo fiorente e le dune create dal mare e dal vento.

    Ma oltre alle attività educative svolte nei confronti ormai di diverse migliaia di bambini in età scolare in visita, oltre alla sensi-
    bilizzazione nei confronti dei visitatori occasionali che si trovano a percorrere i sentieri del luogo corredati di cartelli esplicativi
    della flora, della fauna e delle attività umane di raccolta di un tempo, San Felice è diventata teatro di corsi di orienteering,
    materia che rientra nel curriculum studi di alcuni istituti di istruzione secondaria superiore, ed è stata anche la sede per due
    anni consecutivi dei primi Bioblitz della Toscana, 24 ore non-stop di citizen science dedicate al censimento di quante più
    possibili specie vegetali e animali presenti nell’area, che hanno visto lavorare circa 500 cittadini fianco a fianco con esperti
    naturalisti. L’Oasi è quindi un territorio sempre più vissuto e aperto alla cittadinanza, come dimostra anche l’ultima esperienza
    della manifestazione artistica “DUNE”.

    Pietro Marchetti
    CSR Manager
    Comunicazione e Rapporti con le Istituzioni
    Allianz SpA

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Oasi San Felice: luoghi familiari, scenario delle prime escursioni giovanili a piedi o in bicicletta. Le prime esperienze di pesca
nella Fiumara e la ricerca costante di un’avventura che questo splendido paesaggio riusciva e riesce sempre ad offrirti.
Distante poche centinaia di metri c’è la Scuola Media Giovanni Fattori; i più fortunati alunni della generazione tra il ‘60 ed il ’70
hanno avuto la possibilità di fare - nel doposcuola - dei corsi di vela nella Fiumara e nel tratto di mare antistante: un’esperienza
che ti portava ad essere tutt’uno con l’aria, il vento, le dune e la pineta circostante. Un paio di generazioni ringraziano ancora
quel fantastico Preside delle Medie che ci dava l’opportunità di immergersi, scoprire e rispettare il nostro ambiente naturale.

È rimasto tutto così, magicamente, come allora.

“DUNE - Arti Paesaggi Utopie”, nella splendida cornice dell’Oasi San Felice, ha offerto il nostro territorio come laboratorio arti-
stico a cielo aperto. E’ stata la testimonianza che la scenografia naturale della spiaggia, delle dune e della pineta non solo può
accogliere, ma essere essa stessa essenza, per l’arte, la musica e la creatività.
Un sincero ringraziamento a Giorgio Zorcù per la nascita del progetto, con la convinzione che questa sia un’ulteriore opportunità
per esaltare la bellezza di questi luoghi, che perdura oggi come ieri, con la promessa e l’impegno di difenderli in modo che anche
un domani le generazioni future ne possano godere.

Maurizio Biancotti
Presidente Pro Loco Marina di Grosseto e Principina a Mare

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LABORATORIO UTOPIA
     I giorni della creazione di DUNE all’Oasi San Felice sono stati di un’intensità rara: prima tracciando sentieri e possibilità
     coi collaboratori, poi lavorando fianco a fianco con tanti artisti, infine accogliendo gli spettatori nel paesaggio che tutti
     insieme avevamo preparato.

     Durante l’evento finale, osservando le persone di ogni età che sciamavano tra la pineta e le dune di sabbia, chi un po’
     elegante venuto apposta per l’occasione, chi curioso che arrivava per vedere cos’era quella strana cosa che si faceva
     nella “sua” Fiumara, e chi sorpreso che si spostava dalla spiaggia in ciabatte e calzoncini, ho avuto l’impressione di una
     festa di popolo: così diversi ma tutti in silenzio, desiderosi di vedere e conoscere, di spingersi sempre più dentro la pineta
     per scoprire quale altra fantasia li avrebbe catturati. E non si trattava di un’arte banale, superficiale; magari nuova, im-
     prevista. Fino all’imbrunire per la performance conclusiva “Circe / Fango”, dove una folla seduta sulla sabbia osservava
     l’azione di Sara e Angelo, con i riverberi del tramonto intrecciati ai suoni e alle luci della scena. E più tardi, di notte nella
     spiaggia davanti a Fiumara Beach, per vedere le proiezioni video dei tre giovani artisti-fotografi in residenza.

     Era la visione di qualcosa di nuovo e poetico: una nuova forma di festival? Sicuramente un nuovo modo di abitare la
     natura, anzi quasi di riscoprirla - accorgersene - attraverso l’arte; e un modo innovativo di preparare un evento: con un
     grande lavoro artistico collettivo in cui ognuno aveva creato ispirandosi a quello che lo circondava, e nello stesso tempo
     osservatore - e spesso aiutante - del lavoro dell’altro, in una relazione di prossimità umana quotidiana e di scambio
     solidale. Relazioni che si erano viste nella loro evidenza fisica nei training di prima mattina che Sara Donzelli guidava
     con tutti gli artisti.

     Ma di quale arte si è trattato? La prima indicazione che abbiamo dato - e che tanto successo ha avuto nelle risposte
     alla call nazionale - faceva riferimento alle tradizioni contemporanee di Land Art e Art in Nature; ci sono sottili differenze
     tra l’una e l’altra, ma tanti tratti comuni, legati al concetto di arte ambientale: opere create sul posto, ecosostenibili, che
     quasi sempre seguono il ciclo di creazione e dissolvimento proprio della natura. La seconda indicazione era legata al ter-
     mine “transdisciplinarietà”: l’invito cioè a riconoscere le interazioni e le reciprocità dei vari linguaggi, praticando confini
     e oltrepassando discipline. Non solo quelli artistici - le attrazioni tra arti visive, fotografia, videoarte, teatro e danza - ma
     aprendosi alle scienze: c’erano guide ambientali e ornitologi che accompagnavano il pubblico attraverso le opere, e ci
     potrebbero essere in futuro filosofi e antropologi, economisti e architetti.

     Questo vuole essere il Laboratorio Utopia, di cui fa parte DUNE: ricercare e praticare visioni nuove e trasversali del

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territorio, nuovi modi di abitarlo e valorizzarlo, di essere in relazione, di interpretare il mondo. Creare dei contesti di vita
“altra”, vivere in modo diverso, anche solo per un istante; attraverso processi di creazione, formazione, residenza artistica
di grande qualità, aperti ed inclusivi.

Il successo ottenuto ci incoraggia a continuare, immaginandosi DUNE come un laboratorio internazionale e transdiscipli-
nare stabile, a cadenza annuale, che dia valore ai giovani artisti e all’identità del territorio maremmano, troppo spesso
considerato marginale in campo artistico, e fuori dai grandi circuiti culturali di attenzione/attrazione e di finanziamento.
Nel connubio tra arte e natura - di cui DUNE è stato scintilla - questo territorio può trovare la propria vocazione, e dare
un contributo importante al mondo dell’arte e nello stesso tempo all’economia della zona.

Dobbiamo ringraziare per questa possibilità la Regione Toscana, che grazie al bando Toscanaincontemporanea incoraggia
le esperienze artistiche innovative; la Pro Loco di Marina e l’Assessore all’Ambiente del Comune di Grosseto, che hanno da
subito creduto nel progetto; e il Gruppo Allianz, che è proprietario dell’Oasi San Felice e la cura e custodisce in conformità
alle direttive del WWF, a cui è affiliata; ai suoi dirigenti va dato atto di aver compiuto un atto di fiducia e di coraggio per
avercene consentito l’uso.

Insieme a tutto lo staff e agli artisti ci auguriamo che questo investimento sia stato utile a tutti, e che le immagini e le
visioni prodotte nei giorni di DUNE costituiscano un patrimonio da utilizzare a tutto campo, e di cui tener conto.

Giorgio Zorcù
Direttore artistico Accademia Mutamenti

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ARTE AMBIENTALE IN MAREMMA
     Molti pensano che la Maremma sia una terra antica e vergine.
     Ma l’Oasi San Felice, al contrario, è l’emblema di una Maremma nuova, colmata di terra trasportata artificialmente,
     ombreggiata da pini piantati solo qualche secolo fa e (scarsamente) abitata da una comunità perlopiù immigrata
     e meticcia. Il suo paesaggio, come qualsiasi paesaggio, è stato «costruito» attraverso un duplice processo: quello
     della trasformazione antropica del territorio e quello della conoscenza scientifica e artistica, della costruzione di
     un immaginario, di una rappresentazione e messa in scena dei suoi ambienti naturali e urbani.

     Gli artisti, dall’Ottocento a oggi, hanno rappresentato la Maremma in modi diversi: la terra abbandonata e ricca di
     reliquie archeologiche, la terra drammatica dove si moriva di stenti e di malaria, la terra redenta dalla bonifiche,
     la terra per turisti congelata e stereotipata sulle figure dei butteri e dei cinghiali. Ma ci sono stati anche artisti
     che, in Maremma, hanno rifiutato le pratiche di rappresentazione per creare liberamente un nuovo ambiente e
     una nuova natura in eterna trasformazione: le piccole montagne (oggi distrutte) di Gastone Novelli a Saturnia,
     le invasive creature fantastiche di Niki de Saint Phalle nel suo Giardino dei Tarocchi, le opere di Daniel Spoerri e
     quelle di Paul Fuchs nei rispettivi parchi d’arte. La Maremma in queste installazioni, in questi paesaggi onirici, in
     queste mappe, perde ogni caratteristica di specificità per diventare terra ideale, oggetto di costruzione, materia
     da plasmare.

     Altro importante contributo per il paesaggio maremmano, quello ecologista che – in territori protetti e circoscritti,
     cioè in presenza di luoghi realmente deserti e incontaminati come i Parchi – ha promosso progetti artistici di Land
     Art che, per la prima volta, sono stati pronti a rinunciare a interventi invasivi e ricostruttivi. Dagli anni Novanta
     alcuni artisti sono stati invitati – grazie al progetto Toscana delle Culture / Laboratorio internazionale di teatro,
     musica e arti visive diretto da Giorgio Zorcù – a intervenire nel Parco Faunistico del Monte Amiata, in uno spazio
     di sperimentazione che doveva rispettare il delicato ecosistema ambientale. Ad esempio, Giuliano Mauri nel 1995
     realizzò Camera vegetale di decompressione, una struttura a spirale di bastoni, oggi scomparsa, costruita come un
     grande nido per animali, a cui si appoggiava una tessitura di rami e germogli di piante che, col tempo, potevano
     rivestire l’intero involucro. Un’opera effimera, costruita secondo i principi del movimento inglese Art in nature,
     cioè con materiali reperiti in loco e destinati al graduale assorbimento della natura, come quella realizzata per lo
     stesso progetto dal grossetano Stefano Corti, L’Ombelico (1998), consistente in una spirale di sassi con al centro
     una conca d’acqua usata dagli animali per abbeverarsi.

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A venti anni di distanza, il progetto DUNE prosegue, in analogo contesto protetto, questo ultimo percorso, a cui
aggiunge la modalità di relazione della residenza d’artista. La descrizione delle opere sarà cura degli altri autori
di questo catalogo. A me, in questa sede, preme soprattutto evidenziare un aspetto: la meravigliosa e fertile con-
tinuità d’intenti e d’ispirazione tra i giovani artisti di DUNE, provenienti da tutta Italia, e la comunità apolide degli
artisti che in passato, lontani dalla retorica del suolo e del sangue, hanno tentato di valorizzare la Maremma come
paesaggio nuovo e accogliente, come terra di contaminazione “aperta al vento e ai forestieri”, come testimonianza
viva e vitale di un’unica grande patria in cui nessuno si deve sentire straniero.

Mauro Papa
Direttore Polo culturale Le Clarisse, Grosseto

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RESIDENZE DI ARTISTA IN MAREMMA

Ogni residenza d’artista rivela e restituisce un luogo, una utopica realtà, che si sviluppa in armonia tra creatività e
idee. DUNE è stata un’opportunità di sviluppo di nuovi modi di interpretare l’arte, un flusso di energie per misurare
le potenzialità e la recettività di un luogo, oltre che un’esperienza di condivisione, di trasformazione di un pensiero
in azione, nella natura con la natura.
L’obiettivo è stato quello di instaurare un profondo dialogo con lo spazio, con la luce, la vegetazione, gli elementi
naturali e i processi vitali, promuovere un percorso in cui è la natura stessa ad essere presentata secondo una
forma artistica, poiché non è importante l’oggetto o lo stile, ma le molteplici possibilità di vedere realizzata una
forte unione e interazione con l’ambiente. Una suggestione, un’esperienza umana e personale che non lascia
forme eccessivamente visibili, ma ragiona sul complesso rapporto con i luoghi dell’inconscio, rimandando ad un
senso di bellezza simbiotica e armonica, cercando di sostenere anche i temi di sostenibilità e responsabilità.
Le tematiche affrontate dagli artisti, come si evince dai titoli delle opere, rimandano alla necessità di trovare
riparo, un conforto lontano dal caos quotidiano, per immergersi e perdersi nella natura, alla ricerca di un’oasi che
coinvolga sia sul piano intellettivo che su quello sensoriale ed emozionale.
L’intento delle residenze artistiche è proprio quello di lavorare a favore di azioni in grado di restituire un senso
sociale e umano all’arte, ricercare una spinta, una forza creativa che possa, anche attraverso l’esperienza fisica
(come i percorsi esplorativi), trasmettere emozioni e far maturare riflessioni sull’arte contemporanea e sull’im-
portanza dell’ambiente che ci circonda. In questo contesto nasce e si sviluppa la proposta di questo progetto che
pone l’arte a confronto con i temi dell’ecologia e delle aree protette.
In queste esperienze esiste la necessità di proporre differenti linguaggi che possano agire soprattutto su un piano
simbolico, per poi riflettersi nel sociale. Non è essenziale produrre per il gusto del bello e del sublime, ma piutto-
sto trasformare i pensieri, acquisire consapevolezza, sviluppare memoria e futuro.

Giada Breschi e Mara Pezzopane
CLAN - Collettivo Libero Anti Noia

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GLI ARTISTI UNDER 35 SELEZIONATI

WESLEY ALVES DA SILVA
DOMENICO ARCES E LUCIA MACRI’
SARA CANEVA
LEONARDO CANNISTRA’
COLLETTIVO DAMP
ELENA GRIGOLI
ALESSIA LASTELLA
GUIDO MITIDIERI
MATTIA MORELLI
MARCO RANIERI
MARTA VIOLA

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WESLEY ALVES DA SILVA
     FRUTTO DELLA VITA
     aghi di pino, alghe, sabbia

     Opera composta da cerchi armonici che si ripetono per comporre una forma frattale, concetto base della natura e dell’in-
     finito. Così come il labirinto, questa trama può ripetersi infinitamente, ma anche diversamente. I cerchi sono percorsi
     di linee, curve e connessioni che creano prigioni negli spazi vuoti. L’opera è composta da aghi di pino, alghe e materiali
     rinvenuti sul posto, per non contaminare l’ecosistema della zona di intervento.

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ALBERO DELLA VITA – Impollinazione
xilografia, terra e acqua

L’artista ha proposto per DUNE un intervento di Land Art nato a Lazise (Linea Terra Acqua - parco d’arte e natura - a cura
di Marta Ferretti e Daniele Salvalai) e nominato Albero della Vita. Un albero già tagliato è stato inciso con l’immagine
dell’albero della vita, diventando così una matrice, integrata nel paesaggio. Con acqua e terra chiunque ha avuto la pos-
sibilità di stampare l’immagine dell’albero della vita su un supporto, che metaforicamente è divenuto un frutto dell’albero
deceduto, capace di alimentare per sempre coloro che se ne nutrono, con la speranza che non venga dimenticato.

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LUEDO – DOMENICO ARCES E LUCIA MACRÌ
     UMANAMENTE AL CADERE
     farina, spago, rametti dimensioni variabili ed elementi naturali reperiti e catalogati in loco

     Opera site-specific formata da legni ed elementi naturali reperiti in loco, scelti dagli artisti per costruire una profonda
     connessione con l’ambiente. Gli elementi sono posizionati in modo da creare un’interazione con i visitatori e mettere in
     luce la capacità relazionale della natura e il contatto sensibile che si stabilisce con essa. Un percorso tecnico-sensoriale
     che mira alla relazione con lo spazio e con gli elementi che lo compongono.

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SARA CANEVA
     EAR RIDE II
     scatole di recupero, spago, 3 loudspeakers, materiali naturali dell’Oasi

     L’opera proposta per DUNE è il secondo lavoro della serie Ear Ride, una stazione di ascolto che offre ai visitatori una caccia
     al tesoro sonora. L’installazione, composta principalmente da elementi biodegradabili e di riciclo, definisce un’area in cui è
     possibile incontrare tesori nel silenzio apparente della pineta, per scoprire il paesaggio attraverso l’udito.
     È possibile sperimentare le diverse qualità dei suoni, calcando la passerella costruita con canne, corteccia, foglie e sviluppare
     composizioni sonore a basse frequenze facendo vibrare delicatamente gli elementi presenti. Le corde che pendono dall’alto,
     offrono invece ai visitatori delle proposte di ascolto, con rumori e vibrazioni che ricordano l’ambiente dell’oasi.

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LEONARDO CANNISTRA’
     RINASCITA
     materiali naturali dell’Oasi, foglia d’oro, filo di nylon

     L’installazione dell’artista è strettamente legata ad una spiacevole vicenda accaduta nell’Oasi San Felice, l’incendio di
     natura dolosa del 2016. Rinascita rappresenta un inno alla vita, la forza immane della natura che risorge dalle ceneri.
     L’opera è costituita da radici e rami reperiti sul luogo dell’incendio, le parti annerite ricordano l’accaduto, come cicatrici
     profonde. Altri elementi rimangono sospesi con il nylon, altri collocati sul terreno. L’installazione nel suo minimalismo,
     racchiude un momento solenne, la rinascita della natura dalla follia dell’uomo. L’applicazione della foglia oro, una pratica
     utilizzata prevalentemente nel passato sulle icone sacre, evidenzia il misticismo che sospende gli elementi nello spazio,
     quasi a cercare un’unione e una simbiosi con esso. Gli alberi e le sterpaglie in prossimità dell’opera, formano una sorta
     di nicchia che protegge questa rievocazione intima e pura, quasi sacrale.

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COLLETTIVO DAMP
     OASI
     ferro, materiale naturale di recupero

     Un’istallazione ispirata alle parole di Umberto Eco: «La natura vive in quanto operata dall’uomo, definita dall’uomo, pro-
     lungata e modificata dall’uomo … e l’uomo esiste in quanto particolare maniera di emergenza della natura, una forma
     di emergenza attiva e modificante». Il collettivo ha prelevato una zolla di terreno di 1m² che, posta su una lastra di ferro
     in sospensione, diviene nuovo micro ambiente dagli equilibri precari. La parola Oasi rimanda a luoghi gradevoli e incon-
     taminati, santuari che si proteggono da ogni intrusione umana. In realtà, si tratta di nicchie vitali autosostenibili create
     mediante l’intervento dell’uomo.

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ELENA GRIGOLI
     SALVAGUARDARE
     progetto fotografico

     L’artista ha voluto concentrare la sua attenzione sullo sguardo. Un viaggio alla ricerca del punto più alto da cui è possibile
     osservare l’oasi, ipotizzando la costruzione di piccole torri di osservazione capaci di liberare lo sguardo dei visitatori su punti
     di vista diversi. Una nuova finestra che fornisce una visuale inedita, un’opportunità di sviluppare una creatività inattesa, che
     diviene meraviglia. Il fine della ricerca dell’artista è quello di svolgere azioni creative in grado di influenzare e modificare le
     abitudini delle persone, trovare nuove possibilità, nuovi spazi intimi e di condivisione, relazioni e azioni, nuove utopie.

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ALESSIA LASTELLA
     RIFUGIO
     conyza, graminacea, erigeron, questuca, festuca

     L’artista ha cercato di trasmettere un senso di cura ad una zona recentemente colpita da un incendio doloso. Attraverso que-
     sto grande abbraccio di fili d’erba, si delineano e circondano tre pini segnati dal nero delle fiamme, che in un nuovo spazio,
     divengono i pilastri per un’importante rinascita.
     Questo intreccio di graminacee e altre erbe sono un autentico gesto d’amore verso la terra. La natura, sempre presente e
     combattiva, cerca di riprendersi ancora una volta il suo posto nello spazio. Proprio come una madre, Alessia tesse amorevol-
     mente i fili d’erba secca, per potergli restituire tutta la bellezza perduta. L’opera, site-specific e al tempo stesso performativa,
     rappresenta un vero e proprio gesto di riconciliazione, un ritorno a madre natura, una migrazione verso la terra.

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GUIDO MITIDIERI
     IL FASCINO DELLA FOLLIA
     legno d’abete, barattoli di vetro, feci e urina umane, benzina, acqua e terra

     L’opera racconta la follia che esiste nel ciclo di produzione e smaltimento delle deiezioni umane con l’uso del WC.
     L’artista ha raccolto in barattoli di vetro i suoi escrementi, urina e feci, prodotti nell’arco di 48 ore e li ha accostati, in
     una scala cromatica ascendente, ai materiali necessari al loro allontanamento. I barattoli contengono in ordine: acqua
     potabile, benzina, urina, feci, sabbia. Con questa opera, l’artista vuole mettere in luce i consumi e gli sprechi del ciclo di
     smaltimento dei rifiuti che ogni essere umano produce. Provocando forti reazioni, cerca di trasmettere un messaggio sui
     problemi di sostenibilità e salvaguardia delle risorse.

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MATTIA MORELLI
     LUNE DI PLASTICA
     progetto fotografico

     La plastica è una presenza costante nella nostra società, nemica dell’ambiente ma elemento ancora imprescindibile
     della quotidianità. La serie fotografica mostra l’armonia che può esistere tra artificiale e naturale e la ricerca di un equi-
     librio tra gli oggetti inseriti dall’uomo nell’ambiente e gli elementi naturali in un paesaggio solo apparentemente incon-
     taminato. Questi elementi si fondono e scontrano in una fusione di realtà manipolata, che crea l’inganno, ma restituisce
     nell’astrazione l’idea della bellezza e dell’ordine.

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MARCO RANIERI
     RESTITUZIONE
     spago, legno e canne di fiume

     Restituzione è un’opera in divenire, generata in alleanza con gli elementi e le energie climatiche del luogo, secondo i tem-
     pi della natura. Si tratta di una struttura sottile di elementi naturali e fibre vegetali che trattengono la sabbia portata dal
     vento, modellando una nuova duna, abitata dalla flora e dalla fauna locale. Con il tempo, l’opera scomparirà, incorporata
     dal paesaggio, tramutata in parte integrante e funzionale dell’ecosistema dunale.

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MARTA VIOLA
     OSPITI
     progetto fotografico in video

     Ospiti racconta il silenzio e l’immobilità apparente dell’Oasi San Felice, nella quale si possono osservare moltissime
     variazioni di luce e suoni. Cercando di muoversi con leggerezza, l’artista si è immersa nei colori e nelle forme incontrate
     dei percorsi tra pineta e dune. Il video sovrappone immagini in movimento ad immagini fisse, per indicare lo smarrimento
     provato nell’ambiente e suggerire ai visitatori un ascolto attivo di ciò che accade attorno a loro. Un tentativo di astrazione
     dal caos, per ritrovare, nei dettagli della natura, parte di se stessi. L’opera è un invito a riflettere sulla fragilità e sull’im-
     portanza del territorio, poiché, come spiega Marta nell’introduzione del video, “siamo solo ospiti, molto spesso rumorosi,
     in un ambiente fragile. La natura si evolve, resiste e ci sopravvive, è necessario fermarsi ad ascoltare in silenzio lo spazio,
     osservare la luce che cambia, camminare e respirare”.

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ARTISTI OSPITI

GIULIO CERALDI
STEFANO CORTI con Lorenzo Bianchi, Lorenzo Murru e Isabella Schicchi
GIANCARLO SAVINO
ACCADEMIA MUTAMENTI:
SARA DONZELLI
ANGELO COMISSO
FRANCESCA BIZZARRI
GIORGIO ZORCÙ

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GIULIO CERALDI
     NO HUMANS
     legna, pigmento ocra, latta

     L’artista ha sistemato dei legni con il desiderio di ricostruire un albero dai suoi relitti; un gioco di elementi, un modo di
     raccontare un ambiente cercando di aggiungere quanto meno possibile al lavoro della natura, che “si installa da sola”,
     come lui stesso dichiara. Nell’osservazione e nella combinazione di materie e spazi, l’artista crea ambientazioni che
     sono il frutto di esperienze personali, per realizzare connessioni con i luoghi fisici e reali, ma soprattutto con tutti quei
     non-luoghi che appartengono principalmente alla sfera dei sensi.

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STEFANO CORTI
     con Lorenzo Bianchi, Lorenzo Murru e Isabella Schicchi
     CONCAVO E CONVESSO
     legni, ginestre, canne di palude, terra e sabbia

     Due opere contrapposte, sistemate ai due lati del sentiero di accesso alla pineta, realizzate con materiali reperiti nell’Oasi,
     definiscono due forme che nell’opposto si compensano. Un richiamo al potere della natura, che genera e distrugge, alla
     difficoltà dell’uomo nel misurarsi con i cambiamenti e l’eterna rigenerazione. Come la vita e ogni artificio, anche quest’opera
     è volutamente effimera e si esaurirà nel tempo, senza lasciare traccia.

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GIANCARLO SAVINO
     OGGI CATTURO SENTIMENTI
     legni, lana colorata

     L’artista ha costruito un’installazione che richiama la trama di una ragnatela. Un motivo attenzionale attorno ad una
     pozza d’acqua e ad un albero, che ricerca e cattura, con discrezione e armonia, i profondi sentimenti che si liberano
     tra gli elementi naturali. L’opera è un suggerimento, un vero e proprio consiglio a lasciarsi suggestionare dai luoghi, ad
     esserne catturati.

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ACCADEMIA MUTAMENTI
     CIRCE / FANGO
     performance site-specific, testo di Margaret Atwood, traduzione di Cristiana Franco
     con Sara Donzelli, tastiere Angelo Comisso, installazioni Francesca Bizzarri e Giulio Ceraldi, regia Giorgio Zorcù

     Una duna piena di legni portati dal mare, pigmenti ocra, un disco d’acciaio, un trono arrugginito: è il paesaggio postato-
     mico dove Circe, che riemerge dal mito come una rockstar d’altri tempi, prende finalmente la parola e dice ciò che pensa
     del suo amante Ulisse, e la sua versione di come andò - per davvero - il loro incontro.

     E se la colpa non fosse sempre delle doti seduttive e incantatrici della donna ma anche dell’incapacità degli uomini di
     instaurare un rapporto di parità e rispetto? Se le donne fossero stanche di essere circondate sempre da uomini super-
     potenti e aggressivi e cercassero invece un altro genere di compagno, capace di non temere la propria vulnerabilità?

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ARTISTI UNDER 35 SELEZIONATI

                                                                                    WESLEY ALVES DA SILVA
                                                                                    Arrivato a Verona nell’estate del 2016 monononmono
                                                                                    monono mo nomonomono no monomono mo nomono-
                                                                                    momo nononononomono mo nono momono mono mo-
                                                                                    mono mmmmmmmmmmmmmmmmono no nononono
                                                                                    mono mo nomo mono mono monono mono mono no-
                                                                                    momono momomomonomo mono mono mono mono mo
                                                                                    nono no monono mono no nomo mononomono no no
                                                                                    monomono monono mono nomo nomomonomo nomo no
                                                                                    no mo no nomo momonomonomo no nnnnnnnno mono
                                                                                    no mono mo no monono mono no nomo mononomono
                                                                                    no no monomono no no momomo nomo.

     LUEDO - DOMENICO ARCES | LUCIA MACRÌ
     Il collettivo LUEDO nasce nel 2013. Nella ricerca artistica
     sviluppano atti performativi e installativi incentrati sul-
     la relazione tra il corpo e il suono, ponendo particolare
     attenzione alle dinamiche relazionali con lo spettatore.
     Prediligono la dimensione site-specific per creare le loro
     opere, curando tutti gli aspetti relativi alla produzione.
     Domenico Arces - Nato a Grottaglie (TA), laureato in Pittura
     presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dal 2014 insegna
     Arte e Immagine a Taranto. Le sue opere più rappresentati-
     ve afferiscono alla corrente concettuale, il suo intento pri-
     mario è quello di creare un punto di contatto e/o scontro
     fra fruitore e opera.
     Lucia Macrì - Nata a Gallipoli (LE) ha conseguito la laurea
     in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Lavora dal 2016 come Arteterapeuta e facilitatore di gruppi principalmente nei centri
     diurni e nelle scuole. Affascinata dalle potenzialità del corpo come strumento e mezzo espressivo, nelle sue opere veicola messaggi dal
     forte impatto emotivo, offrendo al pubblico inediti spunti di riflessione.

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SARA CANEVA
                                                                          Compositrice e direttrice d’orchestra. L’esperienza sul
                                                                          podio ha condizionato la sua mente compositiva, la cura
                                                                          dei gesti che producono suono è stata fondamentale nel
                                                                          suo percorso di ricerca dell’impatto dei segnali visivi sul-
                                                                          la percezione dell’ascolto e sugli aspetti sociali dell’eco-
                                                                          logia del suono, attraverso la caccia al tesoro con suoni
                                                                          e passeggiate sonore. Nominata compositore in residen-
                                                                          za 2018 presso lo Schleswig-Holstein Künstlerhaus di
                                                                          Eckernförde, nel 2016-2017 è stata compositore al Tea-
                                                                          tro dell’Opera di Roma. La sua musica è stata premiata in
                                                                          diverse selezioni internazionali e viene suonata in luoghi
                                                                          come il Teatro La Fenice di Venezia (2019), il Parco della
Musica Roma (2018), il Teatro dell’Opera di Roma (2017), il Musiikkitalo Camerata Helsinki (2018) , Mozarteum Salzburg (2017),
Moscow Philharmonic (2016). Ha scritto per artisti come Neue Vocalsolisten Stuttgart, Schallfeld Ensemble, Mdi Ensemble, Moscow
Contemporary Music Ensemble, PMCE, NAMES Ensemble, il pianista Ricardo Descalzo. Dal 2018 le sue opere sono edite da Edizioni
Suvini Zerboni. Dal suo debutto nella direzione d’opera nel 2014, ha lavorato sia come compositore che come direttore in contesti
di fama internazionale. Tra il 2015 e il 2017 ha diretto l’Ensemble Formanti, orientato alla musica contemporanea e improvvisata.

LEONARDO CANNISTRÀ
Pittore e scultore, specializzatosi presso l’Accademia di Bel-
le Arti di Catanzaro dove ha già conseguito le lauree di I e
II livello in Pittura (entrambe con lode) e attualmente è in
procinto di terminare gli studi di Scultura. Il giovane artista
esplora temi di carattere sociale, focalizzandosi sulla rap-
presentazione della precarietà del mondo contemporaneo e
la perdita d’identità. Per mezzo di tecniche miste, mélange
di materiali e approcci transdisciplinari, l’artista propone
opere che spaziano dal figurativo all’installativo, dalla cari-
catura alla performance partecipativa, dalla fotografia alla
pittura digitale. Leonardo vanta partecipazioni e premi in
Italia e all’estero, fra cui si annovera la XIII edizione del ‘Pre-
mio Internazionale di Scultura Edgardo Mannucci’ (2016); il
‘Premio Essere Politico’, Fondazione Fotografia Modena (2016); il diploma d’onore con menzione d’encomio sezione “Pittura” al ‘Premio
Internazionale Michelangelo Buonarroti’ (2016), nonché residenze in Italia, Spagna e Francia.

                                                                                                                                         55
COLLETTIVO DAMP
                                                                                   Alessandro Armento, Luisa de Donato, Viviana Marchiò e
                                                                                   Adriano Ponte, partendo da differenti background, con-
                                                                                   dividono la visione di una ricerca artistica che indaga
                                                                                   la materia nelle sue possibilità espressive e simboliche.
                                                                                   Naturale conseguenza di questa premessa è la decisione
                                                                                   di dare vita nel gennaio 2017 al collettivo DAMP, acroni-
                                                                                   mo ottenuto con le iniziali dei cognomi di ogni membro,
                                                                                   nonché parola inglese per indicare l’umidità, condizione
                                                                                   biologica ideale per la nascita di nuove forme di vita.
                                                                                   La sigla DAMP racchiude una ricerca variegata, che ha
                                                                                   trovato nella formula del collettivo un territorio entro il
                                                                                   quale accordare sperimentazioni indipendenti. Il gruppo
     raccoglie artisti dalla formazione molto diversa – pittura, scultura e decorazione – riuniti attorno ad alcuni nuclei tematici che spa-
     ziano dal concetto di attraversamento a quello di sospensione, dall’altrove all’autorialità, fino all’incontro tra singolo e molteplice.
     Conservando la propria matrice tecnica e la specificità dei percorsi, gli artisti di DAMP danno forma a una visione unitaria. Le instal-
     lazioni, composte da superfici essenziali, invitano alla leggerezza celando una approfondita ricerca di materiali e soluzioni formali.

     ELENA GRIGOLI
     Vive e opera a Verona dove ha frequentato l’Accademia di
     Belle Arti. La sua ricerca si è concentrata soprattutto sulla
     fotografia, arte che ama usare per esprimere sia temi di
     tipo personale che sociale, in una continua ricerca di sé e
     del proprio agire attraverso il lavoro artistico. I suoi lavori
     sono la traduzione di concetti, idee ed emozioni in azioni
     concrete volte ad esprimere un’interiorità che vuole farsi
     presenza nella realtà che la circonda. Concentrata sull’ar-
     te relazionale attraverso tecniche e approcci differenti, i
     suoi lavori variano dalla fotografia, all’installazione, alla
     performance. Grazie alle sue ricerche artistiche ha avuto
     l’opportunità di intrecciare rapporti e collaborazioni con
     realtà diverse che si occupano di problemi sociali, cultu-
     rali, ambientali.

56
ALESSIA LASTELLA
                                                                Nata a Trani ma vive e lavora a Corato (BA). Ha con-
                                                                seguito la laurea triennale in Scultura presso l’Acca-
                                                                demia di Belle Arti di Bari e attualmente frequenta il
                                                                primo anno del biennio specialistico. Artista sensibile
                                                                ai temi ambientali, utilizza un linguaggio performativo
                                                                ricco di gesti d’amore rivolti alla natura. Ha partecipa-
                                                                to ad esposizioni, residenze, performance e simposi di
                                                                scultura.

GUIDO MITIDIERI
Architetto e artista ambientale nato a Firenze nel 1990,
dove si laurea nel 2015 presso la Facoltà di Architet-
tura. Italiano di nascita e finlandese per scelta, studia
Arte e progettazione del legno presso la Aalto University
di Helsinki dove è domiciliato dal 2016. Utilizza l’arte
ambientale come un luogo di mediazione tra il pensiero
ed il corpo. Realizza installazioni site-specific di arte am-
bientale ed arte didattica, oltre a progetti di architettura
in legno e design di interni.

                                                                                                                            57
MATTIA MORELLI
                                                                                Pugliese d’origine, si divide tra Lecce, Roma, Torino e Bo-
                                                                                logna. Dopo gli studi classici, ottiene il diploma di laurea
                                                                                in Pittura e successivamente in Fotografia all’Accademia
                                                                                di Belle Arti. Espone in varie manifestazioni artistiche in
                                                                                Italia (Bologna, Napoli, Roma, Spoleto, Torino) e all’e-
                                                                                stero (Amsterdam, Arles, Copenaghen, Grenoble, Parigi).
                                                                                Collabora con il fotografo Nino Migliori e lo scultore Mau-
                                                                                rizio Mochetti. Le sue fotografie sono state pubblicate su
                                                                                Artribune, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e L’Espres-
                                                                                so. Attualmente vive e lavora a Roma.

     MARCO RANIERI
     Artista attivo a livello nazionale e internazionale, coin-
     volto in progetti di arte contemporanea in musei, centri
     di creazione, istituzioni pubbliche ed enti privati. Tra essi
     il MUSE, museo delle Scienze di Trento (2017); il Museo
     del Territorio di Biella, (2017), la Anglia Ruskin Gallery,
     Cambridge, UK (2015), ed i valenzani Centro del Carmen
     (2017, 2014) e Las Naves (2017, 2014). Il suo lavoro si
     focalizza sulla trasformazione dell’esperienza della natu-
     ra in arte e sul dialogo con il territorio, le sue dinamiche
     ecosistemiche, i suoi materiali ed energie creatrici. In
     particolare approfondisce i concetti di biomimesi, em-
     patia ed interdipendenza. Studia, reinterpreta ed include
     nei suoi progetti le dinamiche ecosistemiche, i processi
     di trasformazione del territorio e delle energie vitali. Collabora in questo modo alla diffusione di un’attitudine più rispettosa nei
     confronti del nostro habitat, con particolare attenzione ai criteri di conservazione e possibilità co-evolutive.

58
MARTA VIOLA
                                                                      Nasce a San Benedetto del Tronto (AP) nel 1986,
                                                                      si laurea in psicologia e inizia a lavorare come
                                                                      fotografa. Collabora con l’associazione Anffas per
                                                                      progetti di inclusione sociale utilizzando il mezzo
                                                                      fotografico. Documenta il dopo sisma nel centro
                                                                      Italia in collaborazione con l’osservatorio Lo Stato
                                                                      delle Cose. Nel 2018 pubblica il suo libro Sangue
                                                                      bianco (Ed. Seipersei) in cui racconta la sua espe-
                                                                      rienza con la leucemia attraverso immagini e testo.
I suoi lavori sono stati pubblicati su diverse riviste tra cui: MIND, D-La Repubblica, Fotocrazia, Il Fotografo, PhotoVo-
gue, VanityFair, HuffpostItalia, IL Magazine Sole 24 ore. Espone in Italia e all’estero.

                                                                                                                             59
ARTISTI OSPITI
                                                                GIULIO CERALDI
                                                                Nato nel 1948, è pittore e scenografo teatrale. Si forma all’Istituto d’Arte Filippo
                                                                Palizzi di Napoli, dove successivamente insegnerà discipline pittoriche. Inizia la
                                                                sua attività espositiva nel 1972 presso la Galleria Mediterranea di Napoli. Parteci-
                                                                pa alla X Quadriennale - La nuova generazione, Roma 1975. Spinto dalla necessità
                                                                di far evolvere il proprio linguaggio artistico, esce dalla dimensione individuale
                                                                dello studio, a cui lo costringe la pittura e approda a quella corale del teatro. Nel
                                                                1979 si trasferisce a Roma. Collabora come pittore al progetto Tracce di Antonio
                                                                Neiwiller e come attore ad alcuni suoi spettacoli teatrali negli anni 1989-92 .
                                                                Realizza sculture ed oggetti di scena nello spettacolo teatrale I Persiani con scene
                                                                e regia di Mario Martone al Teatro Greco di Siracusa 1990. Collabora come sceno-
     grafo in alcuni spettacoli teatrali del regista Claudio Collovà. Insieme al musicista Marco Ariano organizza laboratori, stages, performances
     (1998-2002). Ha preso parte a mostre nazionali e internazionali e collaborato con il Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina.

     STEFANO CORTI
     Nato a Grosseto nel 1966, è scultore, diplomato all’Accademia di Belle Arti di
     Firenze. Comincia ad esporre nel 1987, partecipando a numerose mostre collettive
     tra cui Splendente, nel 1992 al Castello di Volpaia in Chianti; In certi luoghi, all’ex
     Fornace del Casalone a Grosseto nel 1993; nel 1994 partecipa a Toscana delle
     Culture curato dall’Accademia Amiata di Arcidosso (GR). Nel 1997 prende parte
     alla mostra Humus, tenuta alla Galleria Fiorile Arte a Bologna, dove nel ‘93 era sta-
     to invitato ad Arte Fiera. Ha tenuto mostre personali presso la Galleria Continua di
     San Gimignano nel 1992 e, nel 1997, a Siena, nello Spazio d’Arte Contemporanea
     dell’Associazione culturale Didee. Insegnante di discipline plastiche e scultoree
     presso il Liceo Artistico Polo Bianciardi di Grosseto, partecipa e organizza simposi
     di scultura e interventi site-specifico in tutta Italia.
                                                                GIANCARLO SAVINO
                                                                Nato a Napoli nel 1947, ha vissuto a Milano, Copenaghen, Francoforte e dal
                                                                1995 vive e lavora a Roma. Finiti gli studi comincia la sua attività artistica che
                                                                oltre alla pittura si manifesta attraverso la musica, la poesia e il teatro. Espone
                                                                a Kunsthalle di Berna, alla 54* biennale di Venezia, all’Accademia americana
                                                                di Roma, alla Galleria Stalker di Copenaghen, Studio Scalise di Napoli e Galleria
                                                                Miele Ancona. Negli anni ‘80 ha lavorato alla nuova sperimentazione teatrale
                                                                italiana con Antonio Neiwiller. Da circa dieci anni si occupa di opere nella na-
                                                                tura, realizzando sculture/templi utilizzando materiali di recupero. A questa
                                                                attività si sviluppa in parallelo il lavoro nelle scuole, dove ha realizzato progetti
                                                                con il coinvolgimento di molti artisti in azioni e laboratori, elaborando anche
                                                                l’idea di edificare centri di educazione visiva nelle scuole medie.

60
SARA DONZELLI
                                                            Diploma di attrice all’Accademia dei Filodrammatici di Milano; nel 1983 vince il
                                                            premio Wanda Capodaglio come miglior attrice giovane del teatro italiano. In tea-
                                                            tro ha lavorato con Alessandro Quasimodo, Toni Comello, Flavio Ambrosini, Mauricio
                                                            Paroni De Castro, Ludwig Flaszen, Enrique Pardo, Massimo Loreto, Jurij Alschitz,
                                                            Massimo Verdastro, Simone Audemars; in cinema con Carlo Lizzani e Heinz Butler;
                                                            in televisione con Gianni Serra e per la TV Svizzera con uno special sul poeta An-
                                                            drea Zanzotto. Nel 2002 consegue il Master in pedagogia teatrale presso il GITIS,
                                                            l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Mosca. Nel 2005 fonda con Giorgio
                                                            Zorcù la compagnia teatrale Accademia Mutamenti, con cui crea spettacoli di-
stribuiti su tutto il territorio nazionale e in alcune tournée all’estero. Nel 2018 si laurea al DAMS dell’Università di Bologna; attualmente
frequenta l’ultimo anno di Laurea magistrale al DAMS e l’ultimo anno del corso di specializzazione triennale in Arti Terapia. Fin dagli esordi
si dedica alla interpretazione della parola poetica; attualmente è impegnata con il progetto La Lettrice in cui legge brani selezionati di
grandi scrittori e poeti.

FRANCESCA BIZZARRI
Diplomata al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Firenze con Silvio Lof-
fredo, è stata allieva dal 1984 al 1990 dello scultore Ilio Orsetti. I suoi interessi
e formazione hanno spaziato in vari settori artistici, dal restauro, alla ceramica,
all’illustrazione e alla divulgazione dell’Arte ai ragazzi e ai bambini nelle scuole e
nei musei. Amante del teatro ha seguito e collaborato con l’Accademia Mutamenti
di Giorgio Zorcù e Sara Donzelli , con il Teatro de Los sentidos di Enrique Vargas,
con il Teatro Schabernack e dal 2018 fa parte del gruppo di ricerca di Patrizia Me-
nichelli. Ha esposto in personali e collettive ad Arcidosso, Grosseto, Firenze, Parigi.

                                                           ANGELO COMISSO
                                                      Diplomato al Conservatorio “B. Marcello” di Venezia. Segue la strada della musica
                                                      jazz e dell’improvvisazione, suona con molti dei maggiori jazzisti italiani e appro-
                                                      fondisce la propria poetica musicale abbracciando il cosiddetto “jazz-europeo”.
                                                      Collabora stabilmente con il trombettista-compositore tedesco Markus Stockhau-
                                                      sen in più progetti musicali: il Duo, il Trio Lichtblick e il quartetto Karta2, esibendo-
                                                      si nei più importanti festival jazz e per le più prestigiose radiotelevisioni europee
                                                      (BBC, NDR, WDR). Suona con un proprio piano jazz trio e si esibisce in concerti per
                                                      piano solo dando vita a performance di grande qualità. Svolge attività didattica
                                                      in vari istituti; è stato insegnante e responsabile del Music Activity Department al
Collegio del Mondo Unito di Duino. Dal 2007 collabora a spettacoli e recital di Accademia Mutamenti.

                                                                                                                                                  61
CURATORI

                                                                                    MAURO PAPA
                                                                                    (Grosseto, 1969) ha diretto dal 2007 il CEDAV (Centro
                                                                                    Documentazione Arti Visive del Comune di Grosseto) poi
                                                                                    divenuto Clarisse Arte della Fondazione Grosseto Cultura.
                                                                                    Appassionato di arte pubblica e relazionale, è autore di
                                                                                    guide sulla città (“Grosseto visibile”) e dal 2008 organiz-
                                                                                    za La Città Visibile, manifestazione culturale che vuole
                                                                                    raccontare il territorio maremmano, con i suoi centri ur-
                                                                                    bani, in modo nuovo e lontano dagli stereotipi. Dal 2019
                                                                                    è direttore del museo Collezione Gianfranco Luzzetti e
                                                                                    del Polo culturale Le Clarisse di Grosseto.

     GIORGIO ZORCÙ
     (Grosseto, 1952), regista teatrale e curatore di produ-
     zioni e progetti di confine tra diversi linguaggi artistici:
     teatro, danza, arti visive, cinema e musica. Negli anni ’80
     dirige l’organizzazione del Festival di Santarcangelo, sot-
     to la direzione artistica di Roberto Bacci. Dal 1988 è a
     Milano: dirige il Teatro dell’Arte e il CRT-Centro di Ricerca
     per il Teatro e negli anni ’90 è docente e coordinatore
     del Corso di Regia alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo
     Grassi. Fonda sull’Amiata e cura per le sue ventitré edi-
     zioni Toscana delle Culture - Laboratorio internazionale
     di teatro, musica e arti visive, dando vita ai progetti di
     Land Art Arte nella Natura e Oltre il Paesaggio. Nel 2005
     con Sara Donzelli fonda a Grosseto la compagnia teatra-
     le Accademia Mutamenti, con cui crea spettacoli distribuiti su tutto il territorio nazionale e in alcune tournée all’estero. E’ segretario
     del Centro italiano dell’I.T.I. - International Theatre Institute / UNESCO; dirige il progetto del MIUR Scrivere il Teatro, concorso nazio-
     nale di scrittura per le scuole per la Giornata Mondiale del Teatro; nel 2019 è nominato dal Comune di Milano nella commissione
     di esperti per la valutazione delle convenzioni con i teatri cittadini per il triennio 2019-2021.

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CLAN Collettivo Libero Anti Noia
                                                                              L’associazione culturale CLAN nasce con l’intento di
                                                                              promuovere e diffondere la cultura in tutte le sue for-
                                                                              me, con particolare riferimento all’attività artistica e
                                                                              alla promozione del territorio. Utilizzando il linguaggio
                                                                              multiforme dell’arte, ha creato un network di interesse
                                                                              per la città, organizzando esposizioni, eventi culturali,
                                                                              residenze d’artista, percorsi esplorativi, corsi e work-
                                                                              shop di fotografia, uscite e viaggi fotografici, progetti
                                                                              creativi di comunicazione, corsi di pittura e laboratori
                                                                              per bambini e ragazzi. Clan opera principalmente nel
                                                                              territorio grossetano, con attenzione alle influenze in-
                                                                              ternazionali e alla ricerca di scambi e nuovi stimoli vol-
ti alla realizzazione di dialogo e valore mediante linguaggi innovativi e creativi, con l’intento di realizzare progetti per sviluppare
il capitale sociale e culturale attraverso azioni volte all’inclusione e alla socializzazione.

                                                                                                                                           63
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