PARMAJAZZ FRONTIERE FESTIVAL 2020 - Pressbook e foto in digitale su: bit.ly/PJF20_pressbook - Comune di Parma
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PARMAJAZZ FRONTIERE FESTIVAL 2020 3 ottobre /18 novembre a ANTONIO RONCHINI Pressbook e foto in digitale su: bit.ly/PJF20_pressbook
con il contributo di Comune di Parma | Regione Emilia Romagna Fondazione Monteparma | Fondazione Cariparma Dallara Automobili | Unione Parmense degli Industriali In collaborazione con Casa della Musica Fondazione Teatro Regio Complesso Monumentale della Pilotta Ape Parma Museo Teatro Due con la collaborazione di laFeltrinelli Libri e Musica di Parma Ass.ne Segnali di Vita – Il Rumore del Lutto Liceo Musicale “Attilio Bertolucci” Associazione Remo Gaibazzi Lostello-Emc2 Onlus Phocus Agency partner tecnico Sina Maria Luigia membro di Europe Jazz Network I-Jazz Studio Alfa – Ufficio Stampa e Promozione site – www.alfaprom.com, tel +39.06.24304363 Lorenza Somogyi Bianchi, Responsabile Ufficio Stampa & PR, mob. +39.333.4915100, email: lorenzasomogyi@alfaprom.com Lara Maroni, Responsabile Web, mob. + 39. 335.6532092, email: laramaroni@alfaprom.com
La XXV edizione del ParmaJazz Frontiere Festival: alla riscoperta del made in Italy Fra gli artisti: Trovesi, Maras, Pieranunzi, Battaglia, la ParmaFrontiere Orchestra Sarà un’edizione all’insegna del sound made in Italy quella della XXV edizione del ParmaJazz Frontiere Festival (www.parmafrontiere.it) e avrà il suggestivo titolo di “in muta vece, invoco”. La struttura scelta dal Direttore Artistico Roberto Bonati è quella di sempre: un mix calibrato fra grandi ospiti, nuove scoperte e produzioni del festival. A partire dal 3 ottobre 2020, con il Concerto di Gianluigi Trovesi, Fulvio Maras e l’Orchestra Salmeggia (3 ottobre) si avvicenderanno fra la tradizionale Casa della Musica di Parma, il Complesso Monumentale della Pilotta - Teatro Farnese e varie location cittadine: la ParmaFrontiere Orchestra diretta da Roberto Bonati (4 ottobre) in uno nuova produzione: lo Stabat Mater; lo Stefano Battaglia Trio (con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, 11 ottobre), Fabrizio Ottaviucci (piano solo, 23 ottobre), Enrico Pieranunzi (piano solo, 13 novembre), il Francesco Fiorenzani alla guida del suo Quartetto (con Luca Sguera a pianoforte - rhodes- synth, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria, 16 ottobre) nel recente progetto Silent Water, i Pericopes+1 (Emiliano Vernizzi al sassofono, Alessandro Sgobbio al pianoforte e fender rhodes, Ruben Bellavia alla batteria, 11 novembre). Non mancherà l’appuntamento con Vesper and Silence, il progetto solista di Roberto Bonati (1 novembre). Sempre solista il progetto per clarinetti di Marco Colonna (15 novembre). Uno spazio, come sempre (16 ottobre), anche al Vincitore del Premio Gaslini, quest’anno andato a Federico Calcagno. E poi: l’omaggio alla
grande musica dei Cartoons (7 novembre) e la tradizionale Una Stanza per Caterina (31 ottobre) con la violinista Anais Drago: appuntamento annuale in musica dedicato al ricordo di Caterina Dallara, imprenditrice e mecenate. Il festival avrà il proprio sviluppo fino alla fine di novembre. Si chiude il 18 novembre con l’ormai tradizionale concerto degli Allievi del Liceo Bertolucci, quest’anno condotti all’approfondimento della musica da Andrea Grossi con il workshop Era Ora! Spunti per la Musica in divenire. “La scelta di un parterre tutto italiano nasce dal Covid, certamente, - ci spiega il direttore artistico Bonati - ma è stata anche una preziosa opportunità per fare uno sforzo di osservazione e per farci un quadro dello stato del jazz oggi. Siamo riusciti a tratteggiare un quadro non certo completo, ma che - a grandi linee- ci sembra possa raccontare l’Italia di oggi. Fra grandi nomi e giovani proposte. Con una predilezione particolare per coloro che non hanno mai rinunciato a proporre nuove strade, a muoversi in un ambito di ricerca, confrontandosi con una pluralità di linguaggi e tradizioni” Un jazz quindi fatto di grandi ascolti, di un gioco sempre energico fra scrittura e improvvisazione, di contaminazione e sguardo disincantato sugli altri generi, di sperimentazione. Come ogni anno, a fianco ai concerti il Festival si arricchisce di una serie di appuntamenti: fra guide all’ascolto e presentazioni di libri. Due le guide all’ascolto, entrambe condotte dal musicista e compositore Luca Perciballi, presso l’Associazione Remo Gaibazzi (ore 18.00): il 30 ottobre sarà il turno di Electric Pleasures – Il concetto di elettricità ed elettronica nella musica del 900, mentre il 6 novembre con 25 Anni di ParmaFrontiere – Una prospettiva ragionata si avrà occasione di ripercorrere la storia del festival attraverso i suoi protagonisti. Tre le presentazioni di libri, tutte condotte da Alessandro Rigolli: il 24 ottobre (Associazione Remo Gaibazzi, ore 18.00) Bruno Tommaso presenta La scuola che sognavo, libro scritto a quattro mani con Alfredo Gasponi (EDI-PAN, 2020). Il 28 ottobre (Lostello - Parco della Cittadella, ore 18.00) sarà la volta di Vanni Masala con Io sono Michel Petrucciani (Curci, 2019). Infine il 4 novembre (Lostello - Parco della Cittadella, ore 18.00) Claudio Chianura racconterà il suo Jazz Border. Il jazz in Italia (Auditorium, 2019/2020). Il Festival è prodotto dall’Associazione Culturale ParmaFrontiere con il contributo del Comune di Parma, Regione Emilia Romagna, Ministro dei Beni Culturali, Fondazione Monteparma, Fondazione Cariparma, Dallara Automobili, Unione Parmense degli Industriali. In collaborazione con Casa della Musica, Fondazione Teatro Regio, Complesso Monumentale della Pilotta -Teatro Farnese, Ape Parma Museo, Teatro Due, laFeltrinelli Libri e Musica di Parma, Associazione Segnali di Vita – Il Rumore del Lutto, Liceo Musicale “Attilio Bertolucci”, Associazione Remo Gaibazzi, Lostello-Emc2 Onlus, Phocus Agency, Sina Maria Luigia e membro di Europe Jazz Network, I-Jazz. Assistente alla Produzione Luca Perciballi, al Coordinamento di Produzione Sara Zanotti e Sophie Wolski.
Concerti Sab3ottobre | CMP - Teatro Farnese, h 20:30 GIANLUIGI TROVESI, FULVIO MARAS & ORCHESTRA SALMEGGIA For a While…Profumo di Violetta Viaggio intorno all’Opera – Ricercar e Intrecciar Ciaccone e altre Danze con Frammenti di Arie e Intermezzi Progetto e composizione di Gianluigi Trovesi Gianluigi Trovesi | clarinetti Fulvio Maras | percussioni con Orchestra Salmeggia: Ettore Begnis, Agata Borgato, Elena Castagnola, Alessandro Cavalieri, Alan Cretti, Alessia De Filippo, Marco Lorenzi, Nigrelli Nicolò, Andrea Poetini, Ekaterina Reut, Graziano Spinnato, Giacomo Trevisan,Maria Elena Valota Corrado Guarino | Direzione e arrangiamenti Gianni Bergamelli | Direzione Artistica Dom4ottobre | CMP - Teatro Farnese, h 20:30 Produzione ParmaFrontiere 2020 PARMAFRONTIERE ORCHESTRA – ROBERTO BONATI Stabat Mater declinazione di un dolore a Antonio Ronchini Diana Torto | voce Riccardo Luppi | flauti e sax Mario Arcari | oboe Marco Ignoti | clarinetti Michael Gassmann | tromba,flicorno Paolo Botti | violino Gregorio Buti | violoncello Luca Perciballi | chitarra Tommaso Salvadori | vibrafono Andrea Grossi | contrabbasso Roberto Dani | percussioni e batteria Roberto Bonati | direzione e composizione Dom11ottobre | Casa della Musica, h 18:00 STEFANO BATTAGLIA TRIO Kum! Stefano Battaglia | pianoforte Salvatore Maiore | contrabbasso
Roberto Dani | percussioni Ven16ottobre | Casa della Musica, h 20:30 FEDERICO CALCAGNO Piranha PREMIO GIORGIO GASLINI 2020 CON PIRANHA TRIO Federico Calcagno | clarinetto basso Filippo Rinaldo | pianoforte e tastiere Stefano Grasso | vibrafono, percussioni e batteria A SEGUIRE FRANCESCO FIORENZANI QUARTET Silent Water Francesco Fiorenzani | chitarra elettrica Luca Sguera | pianoforte, rhodes e synth Francesco Ponticelli | contrabbasso Bernardo Guerra | batteria In collaborazione con Associazione I-Jazz - Italiajazz Progetto Nuova Generazione Jazz Ven23ottobre | Casa della Musica, h 20:30 FABRIZIO OTTAVIUCCI Falde Timbriche Fabrizio Ottaviucci | Pianoforte Sab31ottobre | Ape Parma Museo, h 19:00 Una Stanza per Caterina ANAÏS DRAGO Exodus Solo Anaïs Drago | violino Dom1novembre | Casa della Musica, h 18:00 Produzione ParmaFrontiere 2020 ROBERTO BONATI Vesper and Silence Roberto Bonati | contrabbasso In collaborazione con Segnali di Vita_Il Rumore del Lutto
Sab7novembre | Ridotto del Teatro Regio, h 15:30 e 18:00 Produzione ParmaFrontiere2020 CARTOONS! Gli Esploratori della Giungla Sabina Borelli | voce narrante Diletta Longhi | voce Matteo Valentini | sassofono Paolo De Matteis | pianoforte Giancarlo Patris | contrabbasso Benedetta Rositano | batteria In collaborazione con Fondazione Teatro Regio Mer11novembre | Casa della Musica, h 20:30 PERICOPES+1 “Up” Emiliano Vernizzi | sax Alessandro Sgobbio | piano e fender rhodes Ruben Bellavia | batteria Ven13novembre | Casa della Musica, h 20:30 ENRICO PIERANUNZI Unlimited Enrico Pieranunzi | pianoforte Dom15novembre | Ape Parma Museo, h 18:00 MARCO COLONNA Fili Marco Colonna | clarinetti Mer18novembre | Casa della Musica, h 18:30 Produzione ParmaFrontiere 2020 ANDREA GROSSI | LICEO MUSICALE ATTILIO BERTOLUCCI Era, Ora! Spunti per la Musica in divenire Esito della VII° edizione del Workshop rivolto agli allievi del Liceo Musicale “A. Bertolucci” di Parma, condotto da Andrea Grossi
Appuntamenti “Guida all’ascolto”: Ven30ottobre | Associazione Remo Gaibazzi, h 18:00 Electric Pleasures – Il concetto di elettricità ed elettronica nella musica del 900 A CURA DI LUCA PERCIBALLI Ven6novembre | Associazione Remo Gaibazzi, h 18:00 25 Anni di ParmaFrontiere – Una prospettiva ragionata A CURA DI LUCA PERCIBALLI Appuntamenti “Presentazione Libri”: Sab24ottobre – Associazione Remo Gaibazzi, h 18:00 BRUNO TOMMASO ”La scuola che sognavo” scritto con Alfredo Gasponi (EDI-PAN, 2020) presenta il suo libro e dialoga con Alessandro Rigolli e Roberto Bonati Mer28ottobre – Lostello - Parco della Cittadella, h 18:00 VANNI MASALA “Io sono Michel Petrucciani” (Curci, 2019) presenta il suo libro e dialoga con Alessandro Rigolli Mer4novembre – Lostello - Parco della Cittadella, h 18:00 CLAUDIO CHIANURA “Jazz border. Il jazz in Italia” (Auditorium, 2019/2020) presenta il suo libro e dialoga con Alessandro Rigolli Formazione Ottobre/Novembre WORKSHOP ANDREA GROSSI Rivolto agli studenti del Liceo Musicale “A. Bertolucci”
Ven 3 ottobre | CMP - Teatro Farnese, h 20:30 GIANLUIGI TROVESI, FULVIO MARAS & ORCHESTRA SALMEGGIA For a While… Profumo di Violetta Viaggio intorno all’Opera – Ricercar e Intrecciar Ciaccone e altre Danze con Frammenti di Arie e Intermezzi Progetto e composizione di Gianluigi Trovesi Gianluigi Trovesi ⎢ clarinetti Fulvio Maras ⎢ percussioni con Orchestra Salmeggia: Ettore Begnis, Agata Borgato, Elena Castagnola, Alessandro Cavalieri, Alan Cretti, Alessia De Filippo, Marco Lorenzi, Nigrelli Nicolò, Andrea Poetini, Ekaterina Reut, Graziano Spinnato, Giacomo Trevisan, Maria Elena Valota Corrado Guarino ⎢ Direzione e arrangiamenti Gianni Bergamelli ⎢ Direzione Artistica Con la collaborazione di Corrado Guarino, Gianluigi Trovesi conduce in un viaggio che, partendo dall’antica e fortunata idea di Trovesi all’Opera, parte questa volta dal repertorio delle danze antiche senza dimenticare l’amato mondo dell’Opera: arie, intermezzi e frammenti musicali, intrecciando Ciaccone ed altre danze d’epoca, in una sorta di rinnovato nonché entusiasmante nuovo viaggio “intorno all’Opera”,
toccando materiali sonori di ogni forma e foggia. Compagni di viaggio di questa avventura gli amici di sempre dell’Orchestra Enea Salmeggia e Fulvio Maras alle percussioni. Alcuni anni fa, Gianluigi Trovesi pubblicò per la nobile etichetta tedesca ECM un lavoro discografico decisamente atipico che fece registrare uno strepitoso successo anche e specialmente nell’universo jazzistico di riferimento del musicista bergamasco. Trovesi all’Opera nacque dalla volontà di trovare un terreno di ricerca comune tra un organico che affondava le proprie radici nella migliore tradizione bandistica italiana (in quel caso l’Orchestra di Fiati Filarmonica Musiké diretta dal Maestro Savino Acquaviva) e il mondo dell’improvvisazione musicale. Questa la premessa dalla quale presero le mosse Gianluigi Trovesi e Savino Acquaviva che insieme decisero di rivolgersi ad una delle fonti tradizionali del repertorio delle orchestre di fiati: l’Opera. Un incontro svolto dunque nel segno delle arie celebri, delle melodie entrate nella memoria collettiva. Un terreno dal quale partire per un viaggio inedito e originale, guidati dalla convinzione che da repertori e trattamenti musicali come le trascrizioni, spesso ingiustamente e frettolosamente liquidate, potesse prender vita un percorso calato nella contemporaneità e nello stesso tempo in grado di valorizzare un’idea di creazione musicale in grado di conciliare piacere e ricerca, popolarità e sapere. Un’occasione che si è tramutata in un avvincente gioco ad incastri tra epoche, generi, stili esecutivi, generando una complessa rete di relazioni tra pagine d’opera originali, elaborazioni e adattamenti, citazioni, nuove composizioni. Una fitta trama che ha preso via via forma sotto la regia di Trovesi, attraverso un lavoro di accostamenti e progressivi aggiustamenti, di taglia e incolla, assumendo alcuni dei tratti fondanti della cultura pop nella quale siamo immersi. Una critica dell’epoca scrisse di un "risultato che è una musica che alterna garbo e spirito, gioco e sontuosità, enfasi e allegria, nella quale il solista improvvisatore adatta il proprio estro creativo ai tratti melodici, alle costruzioni armoniche, agli impulsi ritmici e, soprattutto, agli scenari emotivi e psicologici di brani che hanno inscritto nel loro essere storie e provenienze diverse". Ricalcando il pensiero fondante di quell’avventura oggi diventata quasi un classico, Trovesi e Corrado Guarino lavorano oggi ad una sorta di implementazione di quel progetto, prendendo come base di partenza il tema della danze antiche. L’accennare ad un’aria concede poi la possibilità di aprire una porta sul mondo dell’Opera, forse - in qualche modo - per “rubarne” un’altra, richiudere la porta e proseguire in un divertente cammino di ricerca di una sorta di nuovo Elisir di “lunga melodia” anziché di “lunga vita”.
Dom 4 ottobre | CMP - Teatro Farnese, h 20:30 Produzione ParmaFrontiere 2020 PARMAFRONTIERE ORCHESTRA a Antonio Ronchini Stabat Mater declinazioni di un dolore Roberto Bonati | direzione e composizione Diana Torto | voce Riccardo Luppi | flauti e sax Mario Arcari | oboe Marco Ignoti | clarinetti Michael Gassmann | tromba,flicorno Paolo Botti | violino Gregorio Buti | violoncello Luca Perciballi | chitarra Tommaso Salvadori | vibrafono Andrea Grossi | contrabbasso Roberto Dani | percussioni e batteria Roberto Bonati firma il suo omaggio alla XXV edizione del ParmaJazz Frontiere Festival con uno Stabat Mater: una nuova struggente composizione per orchestra basata sull’antica preghiera del XIII secolo, una meditazione sulle sofferenze di Maria ai piedi della Croce. “Tra i dolori umani quello di una madre di fronte alla sofferenza e alla perdita di un figlio credo sia il più profondo, il più terribile. Questo lavoro, forse, se possibile, più di altri miei lavori ha avuto una lunga gestazione interiore prima della prima nota scritta sulla carta. Spero di essere riuscito a rendere giustizia almeno di una parte del mio sentire per questo Stabat Mater che, come molta musica, nasce e desidera svolgersi dalla parte del rito. Sono molto felice di lavorare ancora una volta con la ParmaFrontiere Orchestra in questa venticinquesima edizione del festival.”
Roberto Bonati Compositore, contrabbassista, direttore d'orchestra. Nato a Parma nel 1959, Roberto Bonati deve la sua formazione allo studio del contrabbasso e agli studi letterari e di Storia della Musica. Studia composizione con Gianfranco Maselli e Herb Pomeroy, direzione d’orchestra con Kirk Trevor. Presente sulla scena italiana dal 1980, ha al suo attivo una lunga esperienza sia come solista e leader di propri ensemble (dal quartetto alla ParmaFrontiere Orchestra), sia al fianco di Giorgio Gaslini e di Gianluigi Trovesi, e all’interno di prestigiose formazioni cameristiche (Ensemble Garbarino e Quartettone) e sinfoniche (Orchestre della Rai di Milano e Torino). Con le formazioni Musica Reservata e Rara Quartet ha effettuato numerose tournée in Europa, Messico, Sudafrica, Tunisia, Marocco, come leader del Silent Voices Quartet (Stefano Battaglia-pianoforte, Riccardo Luppi-flauti e sassofoni, Anthony Moreno-batteria) ha inciso, nel 1995, il CD Silent Voices. Dal 1996 è Direttore Artistico del ParmaJazz Frontiere festival. Nel 1998 ha creato la ParmaFrontiere Orchestra per la quale ha composto: I Loves you Porgy (1998), dedicata alla musica di G. Gershwin, Le Rêve du Jongleur: memorie e presagi della Via Francigena (1999), basata su una rilettura di musiche medievali, …poi nella serena luce…, omaggio ad Attilio Bertolucci (2000), The Blanket of the Dark, a Study for Lady Macbeth (2001), A Silvery Silence, frammenti da Moby Dick (2003), progetti applauditi in tournée italiane e all'estero. Nel 2000, su commissione del Festival de la Medina di Tunisi, ha presentato Chants des Troubadours con il suo Chamber Ensemble (Lucia Minetti-voce, Riccardo Luppi-flauti e sax soprano, Mario Arcari-oboe, Vincenzo Mingiardi-chitarra, Stefano Battaglia-pianoforte, Fulvio Maras-percussioni). Del 2005 è la produzione Un Sospeso Silenzio, dedicata a Pier Paolo Pasolini, eseguita in anteprima nella decima edizione del ParmaJazz Frontiere festival e presentato, fra l’altro, al Festival Internazionale di Cinema Contemporaneo di Città del Messico. Fiori di neve è del 2007 ed è ispirato alla tradizione letteraria degli Haiku e realizzato con l’Haiku Ensemble, un lavoro teso alla scarnificazione della materia musicale che segna l'approfondimento del dialogo con lo strumento voce che ha negli ultimi anni ulteriormente sviluppato grazie anche alla collaborazione con Diana Torto. Al 2011 risale Tacea la notte placida da cui è nato il progetto discografico registrato al Verdi Festival 2011, Bianco il vestito nel buio. Roberto Bonati ha maturato negli anni un linguaggio molto particolare, approdando ad una sintesi di alcuni dei molteplici linguaggi musicali che ha frequentato.
Nel 2015 ha composto e registrato, su commissione della Stavanger University, Nor Sea, nor Land, nor Salty Waves, per il Bjergsted Jazz Ensemble, un lavoro che prende l’avvio dalla mitologia norrena. Nel 2018 Bonati ha prodotto due nuove opere: Norwita (Tore Johansen-tromba e filicorno, Tor Yttredal-sax tenore e soprano, Mario Piacentini-piano, Marco Tonin-percussioni) un album che unisce l'atmosfera mediterranea con un mood nordico, in un evocativo scambio tra diversi mondi e culture, e il DVD Il suono improvviso, una performance orchestrale tenutasi nel 2015 al Teatro Regio di Parma, sotto la conduzione di Bonati con il suo metodo di chironomia improvvisata. La musica di Bonati attinge costantemente alla contemporanea e al jazz, un jazz che non è mai genere o stile ma linguaggio, raffinato e capace di costruire intensi pannelli emotivi e di restituire in chiave differente poesia e cultura, grazie anche ad un particolarissimo uso della vocalità, in particolare di quella femminile. Dal 2002 è docente di Composizione Jazz e Improvvisazione nonché Capo Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali presso lo stesso, contribuendo a rendere il Conservatorio un polo di attrattiva anche per la musica contemporanea. Da sempre affascinato anche da altre espressioni artistiche, ha scritto musica per il cinema e la danza. Ha inciso per le etichette ECM, Soul Note, Splasc(h) Records, MM Records, CAM, Imprint Records, Nueva, Giulia, ParmaFrontiere (etichetta da lui fondata). ParmaFrontiere Orchestra La ParmaFrontiere Orchestra è stata creata da Roberto Bonati nel 1998 all'interno del Festival ParmaJazz Frontiere. L'organico ha voluto proporsi come una risposta alla necessità di fondare un ensemble duttile e in grado di muoversi a suo agio sia nel campo del linguaggio contemporaneo sia in quello della musica improvvisata riunendo nell'avventura alcuni dei migliori e più significativi musicisti della nuova scena musicale. Si tratta di un'orchestra di grandi solisti che portano all'interno della musica di Bonati le loro diverse esperienze e la loro speciale sensibilità. La ricerca sul rapporto tra i linguaggi e sulle possibilità timbriche, strutturali e formali che scaturiscono da un organico così particolare (oboe, archi, percussioni, elettronica, ottoni...) è alla base della scrittura di Roberto Bonati, sempre lirica e appassionata. L'orchestra ha al suo attivo sei produzioni: I loves you Porgy Le Rẽve du Jongleur, memorie e presagi della Via Francigena ...poi nella serena luce...nine poems by Attilio Bertolucci The blanket of the dark, a study for Lady Macbeth A Silvery Silence, fragments from Moby Dick Shahrazad, racconti dalle Mille e una Notte Musica totale, omaggio a Giorgio Gaslini
Dom 11 ottobre | CASA DELLA MUSICA, h 20:30 STEFANO BATTAGLIA TRIO Kum! Stefano Battaglia | pianoforte Salvatore Maiore | contrabbasso Roberto Dani | percussioni Stefano Battaglia al pianoforte, insieme a Salvatore Maiore al contrabbasso e a Roberto Dani alle percussioni propongono Kum!: un progetto che, fin dal titolo, suggerisce il forte carattere di esortazione. Kum! è un invito, tutto giocato attraverso i suoni, a muoversi, alzarsi, ad una continua pratica di cura: di corpo, anima, città, territorio, popolo, civiltà. Kum è una forma ortografica derivante dall'aramaico e dalla traduzione greca del Vangelo, ha lontanissime origini e contiene una triplice idea di tribù, di vita e di risurrezione. Infatti indica proprio una tribù, un popolo che si alza in piedi, che torna alla vita e risuscita in un appello alla ripartenza della vita stessa. È l’appello che Dio rivolge a Giona e Gesù a Lazzaro. La morte, la distruzione, il male non deve essere l’ultima parola sulla vita. Kum! Alzati! Muoviti! è quel che dovrebbe guidare ogni pratica di cura: di corpo, anima, città, territorio, popolo, civiltà.
Kum è la radice di molte parole che portano allo stesso significato originario di levarsi, ma anche risorgere, rimanere in piedi, reggersi e restare saldo. Risorgere da una morte naturalmente concepita simbolicamente come passaggio, travaglio, esperienza dolorosa o malattia. Un significato che è arricchito dai concetti di essere, esistere, essere collocato, ma anche di (ri)salire, mettersi in cammino e partire. Fin dalla sua origine,questa parola trabocca di vita e dà ad ogni azione un dinamismo interiore. La sua etimologia ci porta alle radici semantiche e ad una comprensione del modo di pensare e di parlare delle popolazioni semitiche (arabi, ebrei, abitanti dell’Asia occidentale), poiché esse si esprimevano in una lingua concreta in cui le parole derivavano direttamente dall’esperienza vissuta. Non diranno: ‘eternità’, ma ‘nei secoli dei secoli’; e ancora: “Colui che è, che era e che viene” per indicare ‘l’Eterno’ (Apocalisse 1, 8). Gesù stesso utilizza la parola kum quando ordina alla giovinetta morta di alzarsi: “Talita kum”, ovvero:“Bambina, io ti dico, alzati!” (Marco 5, 41). Ormai il significato della parola si è decisamente arricchito di significato. Non si tratta più di un semplice alzarsi, ma di risorgere, di ritornare alla vita: “Alzati, va e cammina verso luce della risurrezione! Va' e cammina verso l'esistenza”. La stessa radice araba goum (qâma, qâm o qûm) si arricchisce ancora con la parola ‘qâma alà’. Il concetto di fondo resta lo stesso, cioè alzarsi, ma si amplia e diventa insorgere, ribellarsi contro qualcosa o qualcuno. La parola segue la stessa direzione, poiché fra insurrezione e risurrezione troviamo la stessa idea, quella di rialzarsi o insorgere. Il significato talvolta si è caricato di rivolta, non tanto per distruggere, quanto per salvare un’indipendenza minacciata, una libertà, una vita. Significa per molti rifiutarsi di morire soffocati dall’aria inquinata del conformismo, per respirare a pieni polmoni il vento di libertà vera che soffia nella direzione del bene. Nella molteplicità dei suoi sviluppi, la radice qâma conosce ancora una tappa importante con la parola qâwn, che in quel caso significa popolo, nazione, tribù, appartenenti alla stessa comunità. Essa esprime perfettamente l’unità del gruppo, la solidarietà: in poche parole, una fratellanza in cui l’individualismo non trova spazio. Infine la derivazione qâwmat, che rende ancor più ricca la parola goum secondo la sua etimologia. Il termine sta ad indicare un popolo solidale, una tribù in cui tutti formano un corpo unico per alzarsi, combattere, insorgere, ribellarsi e rifiutare di piegarsi di fronte al nemico, all’invasore e, infine, per camminare e vivere liberamente nel mondo. La parola kum (attraverso l'arabo goum) nei secoli entrò nella vita quotidiana degli uomini dell’Atlante e di coloro che abitavano ai confini del deserto, in quelle tribù fiere della propria indipendenza. Fin dai tempi più remoti, i Berberi occuparono la regione del Maghreb, a nord e nord-est dell’Africa. Sotto le influenze, prima cristiane e poi islamiche nel VII secolo, persero progressivamente le tracce della loro civiltà, ad eccezione di alcune tribù che si rifugiarono nelle alte e inaccessibili montagne dell’Atlante innanzitutto come popoli liberi che sono riusciti a sfuggire alle dominazioni. Kum racconta di libertà vissuta e di stretta fraternità, porta con sé una tale forza che alla fine raggiunge il cuore stesso della esistenza, che consiste nell’entrare nella pienezza della Vita e la comprensione della Bellezza passando metaforicamente per la morte e la risurrezione. Quando si parla in una lingua concreta che esprime vita ed esperienza, le parole non rimangono astratte ma prendono corpo e passano all’azione proprio come nell'attività performativa, e il
metalinguaggio musicale diviene il canale privilegiato per cercar di manifestare il senso profondo di concetti tanto universali quanto urgenti ed attuali. Stefano Battaglia Dal 1984 ad oggi Stefano Battaglia ha tenuto più di 3000 concerti in Italia, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Spagna, Ungheria, Belgio, Giappone, Tunisia, Israele, Stati Uniti, Slovenia, Olanda, Grecia, Marocco, Turchia, Svezia, collaborando con molti musicisti internazionali e pubblicando più di cento dischi, che gli hanno valso numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali. È docente ai seminari Siena Jazz dal 1988 e al Corso di specializzazione e di Alta Qualificazione Professionale per esecutori di musica jazz di Siena, dove dirige dal 1996 il Laboratorio Permanente di Ricerca Musicale, spazio dedicato alle discipline dell’improvvisazione, della composizione e della sperimentazione. Ha svolto un’intensa ricerca specifica attorno alla solo performance sia in ambito classico (con repertori barocchi e contemporanei) che di improvvisazione (10 album di piano solo), concentrandosi al contempo nel dialogo tra strumenti a percussione, evidenziata dalle lunghe collaborazioni, in duo con i percussionisti Pierre Favre (l’album Omen), Tony Oxley (il cd Explore è stato votato negli Stati Uniti tra i migliori dieci album europei del decennio 1990-2000) e Michele Rabbia con gli album Stravagario I e II e Pastorale. Inizia nel 2004 la collaborazione con la prestigiosa casa discografica tedesca ECM, che pubblica diversi album del pianista: Raccolto, Re: Pasolini, lavoro celebrativo ispirato dall’opera di Pier Paolo Pasolini. Il tributo a Pasolini viene eseguito nelle più prestigiose sale da concerto del mondo, tra cui la Steinway Hall di New York, l’Alte Oper di Francoforte e il Teatro Vachron di Atene. Pastorale, nuovo capitolo del sodalizio del duo con il percussionista Michele Rabbia, che negli anni ha contemporaneamente coltivato importanti collaborazioni, dialogando con altre discipline dell’arte, in particolare con la danza il teatro e la pittura. Dal 2007 si concentra in particolare sul Trio con Salvatore Maiore e Roberto Dani, con cui registra per ECM gli ultimi due album The River Of Anyder e Songways. Negli ultimi anni è sicuramente da citare, per assoluto valore riconosciuto internazionalmente, lo splendido lavoro Pelagos, inciso sempre per ECM in solo. Accanto alla sempre notevole attività solistica, il suo presente è invece nel segno della rinascita progettuale con molti nuovi progetti fra i quali spiccano quello con la vocalist Elsa Martin dedicato ai poeti friulani del Novecento, quello in duo con la figlia Camilla e un nuovo trio alternativo a quello storico con Gabriele Evangelista e Stefano Tamborrino. Salvatore Maiore Docente di contrabbasso al Conservatorio,, svolge anche un’intensa attività concertistica internazionale. Il suo contrabbasso ha accompagnato molti dei più noti musicisti
contemporanei, come Stefano Battaglia, Kenny Wheeler, Lee Konitz, Nguyên Lê, Billy Cobham, Franco D’Andrea, L. Butch Morris, Joseph Jarman, Steve Grossman, Cedar Walton, Eliot Zigmund, Gianluigi Trovesi, Oliver Lake, Ralph Alessi, Chris Speed, Noa, Don Byron, Al Di Meola. Ha registrato più di 50 Cd e suonato nei più famosi festival jazz. Nel 2006 ha iniziato l’attività di insegnante di jazz al Conservatorio di Verona. Attualmente insegna al Conservatorio di Vicenza. Roberto Dani Da più di 25 anni si divide tra concerti, sound-performance, installazioni sonore e teatro musicale. Dopo il giovanile debutto discografico con i Devil Doll, band rock progressive poi affermatasi in tutto il mondo nella quale ha partecipato come musicista e produttore, e dopo un periodo al Berklee College of Music di Boston, inizia un’intensa attività concertistica nei più importanti festivals e teatri in tutto il mondo. E’ tra i pochi batteristi (insieme ad Han Bennink, Bill Bruford e Roger Turner) ad avere suonato con la pianista e cantante americana Annette Peacock, autentica musa della sperimentazione con la quale collabora stabilmente dal 2006. Dal 2007 conduce Forme Sonore, un laboratorio interdisciplinare da lui creato e dedicato a musicisti e performers, che ha avuto luogo presso importanti istituzioni accademiche in Italia e all’estero. Dal 2007 e’ stato docente di batteria jazz e musica d’insieme presso il Conservatorio A. Boito di Parma e dal 2018 e’ docente presso il Conservatorio G. Verdi di Torino. Ha suonato con Louis Sclavis, Kenny Wheeler, Dave Liebman, Paul McCandless, Norma Winstone, Michel Godard, Al Di Meola, Mick Goodrick, Ralph Alessi, Ravi Coltrane, Drew Gress, Ben Monder, Erik Friedlander, Christy Doran, Hal Crook, Enrico Rava, Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Giorgio Gaslini, Roberto Fabbriciani e molti altri. Attualmente collabora con il trio di Stefano Battaglia con il quale ha registrato quattro cd per la prestigiosa ECM records, con la fisarmonicista/cantante russa Evelina Petrova nel progetto Mirrors, RAM con Michele Tadini ai campionamenti in tempo reale, nel progetto “Stagon” con l’artista Gianandrea Gazzola interagendo con uno strumento a percussione che si basa sul principio di caduta di gocce d’acqua (Nomos II) Ha all’attivo più di 90 incisioni discografiche
Ven 16 ottobre | Casa della Musica, h 20:30 FEDERICO CALCAGNO Piranha trio Premio Giorgio Gaslini 2020 a seguire FRANCESCO FIORENZANI QUARTET Silent Water In collaborazione con Associazione I-Jazz - Italiajazz Progetto Nuova Generazione Jazz Federico Calcagno - Piranha trio Diplomato in clarinetto classico e clarinetto jazz al Conservatorio G. Verdi di Milano, nel 2019 ha perfezionato i suoi studi concludendo un master biennale al conservatorio di Amsterdam in clarinetto basso jazz. Federico Calcagno – vincitore del Premio Internazionale Giorgio Gaslini 2020 – vanta, nonostante la giovane età, un curriculum davvero ampio e ricco di premi e successi, fra cui il suo primo disco “From Another Planet” (Emme Label, 2019) – catalogato nella lista dei 100 migliori dischi del 2019 secondo JAZZIT. Il secondo e nuovo lavoro discografico “Liquid Identities” (Aut Records, 2020) viene premiato dalla critica e risalta il clarinettista come “nuovo alfiere del miglior jazz italiano ed europeo” (Alberto Bazzurro, All About Jazz).
Francesco Fiorenzani quartet Silent Water Silent Water è il progetto del chitarrista e compositore Francesco Fiorenzani, un album d’esordio uscito a gennaio 2018 per la Auand (distribuzione Goodfellas). Al suo fianco Luca Sguera (pianoforte- rhodes-synth), Francesco Ponticelli (contrabbasso) e Bernardo Guerra (batteria), esponenti della nuova scena jazzistica italiana. Silent Water è un lavoro che risente delle influenze scaturite dall’ascolto e dall’amore per la scena new yorchese degli anni ’90. In questo percorso il jazz è certamente un riferimento sia nel largo spazio dedicato all’improvvisazione che nella tessitura armonica delle composizioni. E nel quale centrale è il il nucleo solido della ritmica: Luca Sguera, conosciuto all’interno del Siena Jazz, è un giovane pianista molto promettente, dotato di una sensibilità davvero rara, caratteristica ideale per permettere un dialogo proficuo con la chitarra; Francesco Ponticelli al contrabbasso, rappresenta l’ideale di bassista per solidità e poetica solistica e Bernardo Guerra alla batteria è un musicista di sostanza che mette sempre le sue idee al servizio della musica e in grado di creare una tensione sempre di ispirazione per i solisti. Emerge così dal progetto una forte presenza di temi cantabili, appoggiati su terreni armonici sempre vari, che creano lo spazio ideale per brani composti in maniera lineare accostati invece a brani concepiti più come vere e proprie songs.
Francesco Fiorenzani Chitarrista e compositore classe 1989. Cresciuto nell’ambiente proficuo dei Seminari estivi dell’università di Siena Jazz. Ha studiato e suonato con Lionel Loueke, Steve Cardenas, Amborse Akinmusire, Avishai Cohen, Aaron Goldberg, Ruben Rodgers, Nir Felder, Mark Turner, Eric Harland, John Taylor, Matt Pennman, David Binney, Franco D’Andrea, Claudio Fasoli, Miguel Zenon, Ettore Fioravanti, Roberto Gatto, Micheal Blake, Joel Frahm, Tomaso Lama, Mauro Negri, Stefano Battaglia. Dal 2012 al 2016 ha fatto parte della Siena Jazz Orchestra. Nel 2015 partecipa al progetto Erasmus e frequenta l’istituto Codarts di Rotterdam. A Rotterdam si esibisce per il North Sea Jazz Festival Around con il sassofonista Ben Van Den Dungen, il batterista Mark Schilders, il contrabbassista inglese Loz Garratt e la cantante Camilla Battaglia. Ha inoltre modo si suonare con Joost Patocka alla batteria. Successivamente si esibisce con artisti italiani e non solo come David Binney, Simone Graziano, Andrea Lombardini, Phil Mer, Andrea Grillini, Silvia Bolognesi, Alfonso Santimone, Rosa Brunello, Maurizio Giammarco, Bernardo Guerra, Paolo Porta e Camilla Battaglia in vari festival e club italiani. Dicono di Silent Water “..From Now On e The Saviour incorniciano il tutto, piene di invenzioni e di sguardo verso il futuro. Un disco di livello eccellente che dà valore all’esordio e la necessità di pen- sare in grande.” (Il Popolo del Blues) “..Un bell'esordio per il chitarrista senese Francesco Fiorenzani. Classe 1989, ottima tecnica strumentale e compositiva e conoscenza approfondita della storia del jazz gli consentono di produrre, per l'etichetta Auand, un disco moderno, fresco e piacevole... Sono percepibili, nelle scelte armoniche e nello stile improvvisativo, le influenze del jazz contemporaneo (Binney e Rosenwinkel tra gli altri) filtrate attraverso la propria personalità con l'aggiunta di uno spiccato senso melodico. In una scena jazzistica che, spesso, pare vergognarsi delle proprie radici è sempre positivo scoprire nuovi talenti che cercano di rivitalizzarne la storia...” (Mellephonium) “...Silent Water mostra le stigmate di una maturità compositiva ed espressiva davvero notevole, oltre che un’ammirevole autorevolezza di bandleader. Jazz forbito, evoluto, accessibile e impreziosito da un eccellente cameo vocale di Camilla Battaglia. Sinceri Complimenti.” Elio Bussolino - Rockerilla
Ven 23 ottobre | Casa della Musica, h 20:30 FABRIZIO OTTAVIUCCI | PIANOFORTE Falde Timbriche John Cage, Mysterious Adventure per pf preparato John Cage, Daughters of the lonesome isle per pf preparato Alvin Curran, For Cornelius Terry Riley, Keyboard Studies 1-2 per nastro e pf Attraverso tre capolavori del Novecento Fabrizio Ottaviucci esplora la possibilità di entrare nelle timbriche estreme del pianoforte e di rivelarne tutto il potenziale espressivo ed esplosivo. La seminale invenzione del pianoforte preparato di John Cage, la capacità di produrre armonici attraverso la risonanza ottenuta da ostinati violenti propria della poetica di Alvin Curran e la trasformazione in continuum del suono del pianoforte ottenuta tramite la ripetizione di piccole cellule sonore come avviene in Keyboard Studies, manifesto del minimalismo di Terry Riley, sono gli elementi trainanti del percorso. Fabrizio Ottaviucci ha tenuto centinaia di concerti nelle maggiori città italiane e tedesche, e tournèe in Spagna, Inghilterra, Polonia, Austria, Svizzera, Usa, Canada, Messico, India, Corea del Sud, Iran. Di particolare rilievo è la sua attività rivolta ai repertori dal secondo novecento ad oggi. In questa linea ha collaborato intensamente con i più grandi interpreti contemporanei, come Markus Stockhausen, Stefano Scodanibbio, Mike Svoboda, Rohan De Saram, Antonio Caggiano, Gianni Trovalusci, Daniele Roccato. E’ stato piu volte invitato ai festival nazionali di maggior prestigio nella nuova musica. Ha realizzato produzioni discografiche con la Wergo (J.Cage, S. Gubaidulina, G. Ustvolskaya) e la Stradivarius (T. Riley, G. Scelsi). Accanto alla sua attività di interprete ha portato avanti una intensa attività di improvvisatore, oltre che con gli stessi interpreti di repertorio, anche con personalità artistiche provenienti da differenti generi musicali, come Simon Stockhausen, Robyn Schulkowsky, Trilok Gurtu, Gary Peacock, Tony Esposito.
Sab 31 ottobre | Ape Parma Museo, h 19:00 Una stanza per Caterina ANAIS DRAGO Exodus Solo Anais Drago | Violino Exodus è una performance per violino solo dedicata al tema delle migrazioni umane: composizioni originali di Anais Drago, brani della tradizione ed improvvisazioni libere per raccontare in musica la varietà di sfumature emotive, per lo più drammatiche, che abitano gli animi di chi intraprende un viaggio verso terre sconosciute e lontane. Il violino è l'unico strumento utilizzato, insieme a momenti vocali che non vogliono essere dei veri e propri canti, ma per lo più echi e sospiri, di speranza o di disperazione. Il progetto è stato presentato per la prima volta a Fano Jazz by the sea, appunto nell' Exodus stage – Gli echi delle migrazioni nel 2020. Anais Drago, classe 1993, è una violinista e compositrice italiana. Dopo il percorso di studi classici ha approfondito la ricerca nell'ambito dell'improvvisazione e della sperimentazione, abbracciando svariati generi e linguaggi musicali. Ha all'attivo svariati progetti a suo nome, con formazioni che vanno dal solo al settetto. Dicono di lei… Da Il giornale della musica – Alessandro Rigolli Ad aprire la seconda giornata abbiamo trovato la rigogliosa fantasia di Anaïs Drago, violinista e compositrice che, nell’ambito dell’Exodus Stage, ha presentato il suo “SoloProject”, una sorta di articolata sequenza (aperta da alcune parole sui migranti di Erri De Luca) nella quale venivano presentati in successione riletture di brani estratti da differenti ambiti storico-stilistici – da Erik Satie al Moscow Art Trio, fino ad arrivare al Philip Glass di Einstein on the Beach – alternati a momenti improvvisativi. Un tracciato d’ascolto che ha evidenziato le doti virtuosistiche di una musicista capace di offrire momenti dalla palese efficacia e che, al di là di alcuni passaggi cantati
che nulla aggiungevano al dato musicale, ha fatto intuire tutte le potenzialità per lo sviluppo di una dimensione espressiva ancora più personale e compiuta. Da Allaboutjazz – Libero Farnè La giovane artista biellese ha sfruttato il periodo del lockdown per concepire una performance ad hoc, cercando di interpretare, tramite passaggi improvvisati e composizioni proprie e altrui, i sentimenti che possono attraversare il cuore del migrante: la nostalgia, la paura, l'attesa, la speranza... I temi sono stati affrontati e concatenati con grande motivazione secondo un ampio spettro sonoro e narrativo, da pianissimo intimistici a una cantabilità più decisa, da sprazzi di sperimentalismo a veloci e dinamiche scorribande sulle corde. Da Musica jazz – Eleonora Sole Travagli Ci siamo lasciati trasportare dalla toccante suite per violino e voce – ideata per l’occasione – della giovane musicista e compositrice Anais Drago che, partendo da Satie, ha assemblato una serie di brani atti a raccontare i sentimenti (la paura, l’aspettativa, l’attesa, eccetera) di coloro che intraprendono senza certezza alcuna questi viaggi della speranza.
Dom 1 novembre | Casa della Musica, h 20:30 Produzione ParmaFrontiere 2020 ROBERTO BONATI Vesper and silence I molteplici pensieri del contrabbasso solo Roberto Bonati, contrabbasso In collaborazione con Segnali di Vita_Il Rumore del Lutto Dopo anni in piccoli e grandi ensemble, come interprete, improvvisatore e compositore, Roberto Bonati conquista la sua dimensione più intima e firma Vesper and Silence : un progetto poetico ed intenso quanto coraggioso, per contrabbasso solo. “Molti anni fa un amico mi invitò ad ascoltare una registrazione in cui suonavano due bassisti, Jimmy Garrison e Reggie Workman. Il brano era India, di John Coltrane. Da quel momento, dopo aver ascoltato quella musica ed essere entrato in contatto con quel suono, ho deciso che avrei suonato il contrabbasso. Uno di quei momenti in cui, se vogliamo ascoltare, possiamo cambiare il corso delle nostre vite. Da quel momento questo strumento è stato un importante e sincero compagno.” Con queste parole Roberto Bonati presenta Vesper and Silence, aprendo le proprie esperienze al pubblico, rendendolo partecipe di un viaggio emozionale in cui la musica non è solo veicolo, ma anche una fidata e insostituibile compagna. Vesper and Silence è stato registrato dal vivo all’Abbazia di Valserena, una meravigliosa chiesa del XIII secolo ed è anche una dedica dell’artista al luogo che ha ospitato il concerto, un luogo molto speciale, con un suono affascinante ed evocativo, uno spazio in cui la musica si è rivelata, dove le note riecheggiano, in un percorso musicale nel quale improvvisazione e composizione si uniscono inscindibilmente. Un audace gioco non idiomatico che passa attraverso molteplici linguaggi, accoglie diverse tradizioni e ci conduce alla scoperta delle diverse anime dello strumento ma soprattutto, come dice Bonati, “alla rivelazione della mia anima”.
Roberto Bonati Compositore, contrabbassista, direttore d'orchestra. Nato a Parma nel 1959, Roberto Bonati deve la sua formazione allo studio del contrabbasso e agli studi letterari e di Storia della Musica. Studia composizione con Gianfranco Maselli e Herb Pomeroy, direzione d’orchestra con Kirk Trevor. Presente sulla scena italiana dal 1980, ha al suo attivo una lunga esperienza sia come solista e leader di propri ensemble (dal quartetto alla ParmaFrontiere Orchestra), sia al fianco di Giorgio Gaslini e di Gianluigi Trovesi, e all’interno di prestigiose formazioni cameristiche (Ensemble Garbarino e Quartettone) e sinfoniche (Orchestre della Rai di Milano e Torino). Con le formazioni Musica Reservata e Rara Quartet ha effettuato numerose tournée in Europa, Messico, Sudafrica, Tunisia, Marocco, come leader del Silent Voices Quartet (Stefano Battaglia-pianoforte, Riccardo Luppi-flauti e sassofoni, Anthony Moreno-batteria) ha inciso, nel 1995, il CD Silent Voices. Dal 1996 è Direttore Artistico del ParmaJazz Frontiere festival. Nel 1998 ha creato la ParmaFrontiere Orchestra per la quale ha composto: I Loves you Porgy (1998), dedicata alla musica di G. Gershwin, Le Rêve du Jongleur: memorie e presagi della Via Francigena (1999), basata su una rilettura di musiche medievali, …poi nella serena luce…, omaggio ad Attilio Bertolucci (2000), The Blanket of the Dark, a Study for Lady Macbeth (2001), A Silvery Silence, frammenti da Moby Dick (2003), progetti applauditi in tournée italiane e all'estero. Nel 2000, su commissione del Festival de la Medina di Tunisi, ha presentato Chants des Troubadours con il suo Chamber Ensemble (Lucia Minetti-voce, Riccardo Luppi-flauti e sax soprano, Mario Arcari-oboe, Vincenzo Mingiardi-chitarra, Stefano Battaglia-pianoforte, Fulvio Maras-percussioni).
Del 2005 è la produzione Un Sospeso Silenzio, dedicata a Pier Paolo Pasolini, eseguita in anteprima nella decima edizione del ParmaJazz Frontiere festival e presentato, fra l’altro, al Festival Internazionale di Cinema Contemporaneo di Città del Messico. Fiori di neve è del 2007 ed è ispirato alla tradizione letteraria degli Haiku (hai: pellegrinare, viaggiare – ku: poesia) e realizzato con l’Haiku Ensemble, un lavoro teso alla scarnificazione della materia musicale che segna l'approfondimento del dialogo con lo strumento voce che ha negli ultimi anni ulteriormente sviluppato grazie anche alla collaborazione con Diana Torto. Al 2011 risale Tacea la notte placida da cui è nato il progetto discografico registrato al Verdi Festival 2011, Bianco il vestito nel buio. Roberto Bonati ha maturato negli anni un linguaggio molto particolare, approdando ad una sintesi di alcuni dei molteplici linguaggi musicali che ha frequentato. Nel 2015 ha composto e registrato, su commissione della Stavanger University, Nor Sea, nor Land, nor Salty Waves, per il Bjergsted Jazz Ensemble, un lavoro che prende l’avvio dalla mitologia norrena. La musica di Bonati attinge costantemente alla contemporanea e al jazz, un jazz che non è mai genere o stile ma linguaggio, raffinato e capace di costruire intensi pannelli emotivi e di restituire in chiave differente poesia e cultura, grazie anche ad un particolarissimo uso della vocalità, in particolare di quella femminile. Dal 2002 è docente di Composizione Jazz e Improvvisazione nonché Capo Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali presso lo stesso, contribuendo a rendere il Conservatorio un polo di attrattiva anche per la musica contemporanea. Da sempre affascinato anche da altre espressioni artistiche, ha scritto musica per il cinema e la danza. Ha inciso per le etichette ECM, Soul Note, Splasc(h) Records, MM Records, CAM, Imprint Records, Nueva, Giulia, ParmaFrontiere (etichetta da lui fondata).
Sab 7 novembre | Ridotto del Teatro Regio, h 15:30 e 18:00 Produzione ParmaFrontiere 2020 CARTOONS! GLI ESPLORATORI DELLA GIUNGLA Sabina Borelli | voce narrante Diletta Longhi | voce Matteo Valentini | sassofono Paolo De Matteis | pianoforte Giancarlo Patris | contrabbasso Benedetta Rositano | batteria In collaborazione con Fondazione Teatro Regio Siete pronti bambini ad incamminarvi insieme a noi, nella Giungla? Si parte per una divertentissima esplorazione, in un luogo selvaggio tutto da scoprire, come un gioco da fare insieme. Con compagni di viaggio divertenti, con musiche e canzoni da cantare e ballare assieme, in viaggio verso nuovi e fantastici incontri! Pronti a partire ? Si va all'avventura!!! Un tuffo nel mondo dei cartoni animati, un appuntamento ormai annuale che quest’anno ci guiderà tra le musiche e i suoni delle molte, moltissime fiabe ambientate fra foreste e liane, assieme ai loro protagonisti: quattro musicisti, una cantante ed un’attrice canteranno, suoneranno e racconteranno le avventure dei di questi straordinari amici della fantasia. Uno spettacolo pieno di musica e canzoni, un dialogo tra personaggi e strumenti musicali, un concerto per grandi e piccini tutto da cantare.
Mer 11 novembre | Casa della Musica, h 20:30 PERICOPES + 1 UP Emiliano Vernizzi | Sax tenore, elettronica Alessandro Sgobbio | pianoforte, fender rhodes, elettronica Ruben Bellavia | batteria La musica dei Pericopes è un percorso intrapreso da Alessandro Sgobbio (piano) ed Emiliano Vernizzi (sax), frutto di dieci anni di attività artistica internazionale a cavallo tra Parigi, New York e l’Italia. UP è il nuovo capitolo nell’evoluzione artistica di Pericopes+1. Titolo semplice dai numerosi significati: ci ricorda di espandere le nostre prospettive e creare nuova energia positiva, di alzare lo sguardo in una società di persone volte sempre più in basso sul proprio cellulare. UP diventa movimento ascendente imprescindibile per qualunque artista o civiltà che intenda sopravvivere. Pericopes+1 evoca queste ispirazioni, connettendo storie, melodie, ritmi e elettronica, in equilibrio tra passato, presente e futuro. Al fianco di Sgobbio e Vernizzi il batterista italiano Ruben Bellavia, in sostituzione di Nick Wight, batterista e percussionista “titolare”, impossibilitato a partecipare al tour causa Covid. Il tour 2020 di “UP” (Losen Record) include Germania, Austria, Svizzera, Francia, Italia.
Sette album all’attivo, vincitori assoluti del contest Padova Carrarese (indetto da MusicaJazz e Paolo Fresu) e dell’Umbria Jazz Contest, con successiva segnalazione al Topjazz 2013. Il progetto transatlantico Pericopes+1 - assieme al batterista americano Nick Wight – definisce un percorso nettamente crossover tra scrittura e improvvisazione, sonorità post- rock, prog ed elettronica, che ad oggi la stampa internazionale colloca come uno dei più interessanti esempi di contaminazione nel jazz: il power trio sax-piano-batteria che “dimostra potenza e intenzione” (Downbeat - USA) Riceve numerosi riconoscimenti da parte della stampa specializzata come dagli appassionati del genere: definito “intelligentemente eterodosso” (Musica Jazz) Contribuisce in maniera originale ed elegante al jazz contemporaneo (Concerto - Austria), oltrepassando gli stilemi di genere, Pericopes+1 appartiene a una nuova generazione (Jazz ‘N’ More - Switzerland) del jazz di matrice europea. Nei successivi sei anni il trio produrrà tre album, partecipazioni a festival e club con centinaia di concerti in Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Ungheria, Svizzera, Italia, Olanda, Rep Ceca, Slovenia, Croazia, Stati Uniti e Cina.
ven 13 novembre | Casa della Musica, h 20:30 ENRICO PIERANUNZI Unlimited, concerto per piano solo Enrico Pieranunzi | pianoforte Enrico Pieranunzi in piano solo è un’avventura musicale da seguire nota dopo nota. Si passa da una canzone di Gershwin a una sonata di Scarlatti, da un blues a un proprio brano. La sua musica, è stato scritto, “da’ voce al desiderio di superamento del confine interpretativo” ed egli “si prende la libertà di interpretare se stesso”. Classe, eleganza, immaginazione sono gli ingredienti di un’esperienza sonora che riesce a catturare i pubblici più disparati; un mondo musicale intenso e personalissimo, da parte di un musicista che da tempo si è giustamente guadagnato apprezzamento e reputazione in tutto il mondo.
Enrico Pieranunzi Blues, barocco e molto altro, un’attività eclettica in cui pianismo composizione e arrangiamento sono inscindibilmente intrecciati e che spesso l’ha visto impegnato anche come autore nella musica per film e teatro. Questo il mondo musicale senza confini di Enrico Pieranunzi, musicista tra i più versatili della scena musicale europea, nella cui particolarissima avventura sonora jazz e classica convivono fin dall’inizio uno a fianco all’altra. Troviamo così nella sua ricchissima discografia (più di 80 cd) collaborazioni prestigiose con luminari del jazz come Chet Baker, Paul Motian, Charlie Haden, Marc Johnson e Joey Baron ma anche un cd in duo con Bruno Canino (Americas) e lavori incentrati su Scarlatti, Bach, Handel, Martinu, Gershwin (quest’ultimo in trio con suo fratello Gabriele al violino e con Gabriele Mirabassi al clarinetto.) E’ l’unico musicista italiano ad aver suonato e registrato più volte a suo nome nello storico “Village Vanguard” di New York e, tra i numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua attività musicale vanno ricordati il “Django d’Or” francese (1997) come miglior musicista europeo, l’Echo Award 2014 in Germania come “Best International Piano Player” e il premio “Una vita per il jazz” assegnatogli nello stesso anno dalla rivista Musica Jazz. Parecchie sue composizioni sono diventate veri e propri standard suonati e registrati da musicisti di tutto il mondo e sono state pubblicate nei prestigiosi “New Real Book” statunitensi. Tra queste “Night Bird”, “Don’t forget the poet”, “Les Amants”, “Fellini’s Waltz”, “Je ne sais quoi”, “Trasnoche”, « Coralie ». Il suo originale linguaggio musicale è stato oggetto di numerose tesi di laurea o di dottorato, in Italia e all’estero.
Dom 15 novembre | Ape Parma Museo, h 18:00 MARCO COLONNA Fili Marco Colonna | Clarinetti Marco Colonna torna con un nuovo progetto in cui esplora le varie potenzialità del clarinetto basso, strumento che ha scelto da alcuni anni per portare avanti la propria ricerca e diventato marchio di fabbrica dei suoi set solisti. Un ritorno ad una dimensione puramente acustica, senza utilizzo di loop ed elettronica: “In Fili” ho cercato di esplorare le possibilità combinatorie di vari elementi stilistici, ed ho provato a rendere la mia esplorazione delle caratteristiche timbriche e sonore dei clarinetti, base di un approccio orchestrale. Per quanto comprenda che le nuove istanze della musica tendano sempre più verso un suono “sintetico” la mia sfera di competenza è sempre il suono acustico e la sua manipolazione, trasformazione e identità. Per cui in questo lavoro le tecniche estese sono elementi strutturali e ritmici di un percorso in cui lo svuotamento di un approccio virtuosistico in favore di una più alta consapevolezza compositiva è l’essenza dell’omaggio a Maria Lai, la cui poetica e visione artistica sono linfa per questo materiale, pensato e composto, prima che suonato e reso vivo. Omaggiando un artista, ma in definitiva l’arte come strumento di immaginazione.”
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