SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA
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GIOVANNI BATTISTA MONTINI - PAOLO VI E LA FAMIGLIA SALESIANA SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA JOHN BAPTIST MONTINI - PAUL VI AND THE SALESIAN FAMILY. CONFIDENCE IN THE RESOURCEFULNESS OF SALESIAN PEDAGOGY RACHELE LANFRANCHI1 Premessa taglio da poco, perché Giovanni Bat- SISTEMA PREVENTIVO OGGI La figura di Paolo VI chiude il percorso tista Montini - Paolo VI, ha sempre nel quale hanno trovato spazio altre avuto un’attenzione particolare al due figure di papi: quella di papa mondo giovanile, cogliendone i valori Francesco e quella di Giovanni Paolo di cui è portatore insieme alle sue in- certezze e fragilità. Si può sottolineare II, scandendo i tre numeri della Rivista anche un’altra coincidenza: beatifi- di Scienze dell’Educazione del 2018. cazione e canonizzazione avvengono Si veda nel numero 1 L’esperienza a conclusione (la beatificazione) e du- educativa di san Giovanni Bosco e rante un Sinodo dei Vescovi, istituito santa Maria Domenica Mazzarello. Ri- da Paolo VI all’indomani del Concilio lettura alla luce della «Cultura dell’in- Vaticano II, come luogo per l’incontro contro» di papa Francesco di Piera dei Vescovi tra di loro, attorno e con Ruffinatto; nel numero 2 Educare il Sommo Pontefice, un luogo per lo “L’uomo spiritualmente maturo” (Gio- scambio di informazioni ed esperienze, vanni Paolo II). Attualità e sfide di per la comune ricerca di soluzioni pa- Maria Spólnik; nel numero 3 il presente storali valide universalmente. contributo. Un percorso a ritroso, che Il presente contributo si avvale pre- trova nella pedagogia salesiana ciò valentemente dei discorsi e degli che accomuna i tre articoli, pur con scritti indirizzati da G.B. Montini-Paolo coloriture e sottolineature diverse. VI alla Famiglia Salesiana2 rintracciabili Inoltre, è pura coincidenza o segno nei Discorsi e scritti milanesi (4 volumi)3 provvidenziale che il contributo su e negli Insegnamenti di Paolo VI 4 e Paolo VI esca proprio a ridosso della raccolti, nella quasi totalità, da Gianni sua canonizzazione avvenuta il 14 Caputa nel volume Con le mani e il ottobre, durante la XV Assemblea ge- cuore di don Bosco… Discorsi di nerale ordinaria del Sinodo dei Ve- papa Montini alla Famiglia Salesiana scovi sul tema I giovani, la fede e il di- (1955-1978)5 senza per questo tra- scernimento vocazionale? Non è det- scurare altre fonti. Inoltre la vicenda 394 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
di Arese, cioè il passaggio dall’Ente- miglia Salesiana. Si tratta realmente Beccaria all’Ente-Salesiani troverà di una pagina autobiografica, non ri- uno spazio privilegiato perché para- portata interamente ne Gli insegna- digmatico della predilezione dei gio- menti di Paolo VI, ma fedelmente vani e dell’attenzione alle sfide edu- trascritta negli Atti del Capitolo Ge- cative da parte delle persone coinvolte nerale Speciale dei Salesiani con al- e, al tempo stesso, mostra le poten- cune sottolineature di ilarità. zialità della pedagogia salesiana. «Venerabili confratelli, figli di Don Bo- sco: a doppio titolo Noi vi potremmo 1. Stima e affetto per Don Bosco parlare. […] Il primo sarebbe quello e i Salesiani personale: memorie, incontri, rela- I Salesiani6, o meglio, la Famiglia Sa- zioni, ... obbligazioni che uniscono la lesiana, non sono gli unici a ricevere mia persona, la mia memoria alla vo- stima ed affetto da G. B. Montini- stra famiglia spirituale. E l’altro è SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI Paolo VI, anche se, come si vedrà, ci quello che ci viene dall’ufficio che la sono motivi più che plausibili per giu- Provvidenza ci ha dato […]. stificare tale atteggiamento. Infatti Non posso rinunciare, però, […] ai ri- egli - grazie al clima familiare, cultu- cordi che affiorano nella memoria rale, pastorale in cui visse, all’apertura pensando a Don Bosco, e con cui sì e profondità intellettuale e a seri studi potrebbe formare l’oggetto di una - seppe cogliere le istanze della mo- pagina - come dire? - autobiografica. dernità e in particolare gli appelli del Quando ho conosciuto Don Bosco? mondo giovanile.7 Non l’ho conosciuto personalmente, Per questo mise a frutto ogni occa- perché sono vecchio, sì, ma non sione di dialogo e confronto con Con- tanto! (risata). Bambino ricordo che gregazioni e Istituti religiosi, che si nello studio di mio padre, proprio di dedicano all’educazione dei giovani.8 fronte alla sua scrivania, in un angolo, 1.1. Una pagina autobiografica c’era un quadretto per vedere il quale Si è appena detto che ci sono motivi da vicino noi bambini, ragazzi, mon- più che plausibili per giustificare la tavamo su una sedia; ed era un ritratto stima e l’affetto che G. B. Montini- di Don Bosco, che aveva scritto, Paolo VI dimostrò nei confronti della sotto, queste parole, credo autografe: Famiglia Salesiana. È lui stesso che, “In fine di vita si raccoglie il frutto delle nell’udienza del 20 dicembre 1971 opere buone”. Quante volte, quante concessa ai membri del Capitolo Ge- volte abbiamo visto questo quadretto nerale Speciale XX dei Salesiani, rac- e letto appunto la firma di questo che conta in tono confidenziale alcuni non era ancora né beato né santo, particolari di quand’era bambino, ma era già celebre e già conosciuto; giovane sacerdote, vescovo di Mila- e per di più conosciuto nell’ambiente no. Memorie, incontri, relazioni che della mia famiglia! danno ragione della simpatia e della […] E poi, e poi vennero le conoscenze stima di Montini-Paolo VI per la Fa- personali su cui sorvolo, a cominciare RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 395
sistema pedagogico di don Bosco. Parole chiave RIASSUNTO Pedagogia salesiana, Famiglia Sa- Il contributo mette in evidenza la lesiana, Arese, spirito di famiglia, stima di Giovanni Battista Montini- amorevolezza, scommessa. Paolo VI per la Famiglia Salesiana e, in particolare, per la pedagogia di don Bosco. Cardinale a Milano SUMMARY insiste perché i Salesiani subentrino This article highlights the esteem all’Ente-Beccaria di Arese (MI), il that John Baptist Montini - Paul VI carcere minorile, nell’educazione di had for the Salesian Family, partic- quei ragazzi che tutti chiamano “Ba- ularly Don Bosco’s pedagogy. rabitt”, piccoli Barabba. As Cardinal in Milan, he insisted SISTEMA PREVENTIVO OGGI Da Papa, in più occasioni manifesta that the Salesians enter the juvenile il suo apprezzamento per l’opera prison “Beccaria di Arese” (MI) for salesiana e incoraggia la Famiglia the education of these boys whom Salesiana ad una fedeltà creativa al everyone had nicked named “Bara- da quella carissima di Don Cojazzi. grande giurista, molto conosciuto, Don Cojazzi […] fece amicizia con un veronese... benòn, benòn! (risata). mio nipote. […] Era un ragazzo pieno Ma aveva anche lui le sue Regole, era di vita, e chi non lo ha conosciuto non un salesiano; e quello che gli premeva sa! insomma, non studiava niente (ri- di più, ad un certo momento della sata). Era esuberante di energie, di sua assistenza al circolo di Roma - vivacità. Sua madre, ottima, santa cosa che raccolgo da testimoni oculari donna, me lo affidò; io avevo qualche e auricolari -, era di finire alle ore otto, anno dì più, ero appena prete. Oc- perché alle ore otto e un quarto lui correva farlo pensare un po’, almeno doveva essere a tavola (risata). Erano per passare gli esami! (risata). Lo tempi tempestosi, come questi sforzo non fece onore né al maestro press’a poco; non c’era contestazio- né all’allievo. […] Non so, non so ne, ma insomma non si andava mai come avvenne che conobbe in una d’accordo... E una volta ebbe la felice escursione Don Cojazzi. Da qui nac- idea, ma, ahimè, un po’ ingenua, di que niente meno che una vocazione dire: - Sentite, figlioli, finiamo! Guar- salesiana. […] Ma dobbiamo andare date, andate da Benedetto (Benedetto avanti, se no non la finiremmo più. era il sacrestano, un ometto tanto ca- Qui rientrano incontri personali ro- ro), portategli questo biglietto -. E mani. Voi sapete che sono stato Assi- scrisse: - Date ai portatori di questo stente ecclesiastico del Circolo degli biglietto due bottiglie di vino, perché Universitari Romani. Chi era il mio pre- finiamo facendo un brindisi alla nostra decessore? Era Don Munerati, […] adunanza -. Partirono come frecce e 396 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
bitt”, young Barabba. On several siste para que los Salesianos se occasions as Pope, he showed his incorporen al Ente-Beccaria de appreciation for the Salesian work, Arese (MI), la cárcel de menores, encouraging the Salesian Family to en la educación de esos jóvenes creative fidelity to the pedagogical que todos llaman “Barabitt”, pe- system of Don Bosco. queños Barrabás. Key words Como Papa, en muchas ocasiones Salesian Pedagogy, Salesian Family, manifiesta su aprecio por la obra Arese, Family Spirit, loving kindness, salesiana y anima a la Familia Sale- wager. siana a una fidelidad creativa al sis- tema pedagógico de don Bosco. RESUMEN Palabras clave La aportación evidencia el aprecio Pedagogía salesiana, Familia Sale- SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI de Giovanni Battista Montini-Pablo siana, Arese, espíritu de familia, VI por la Familia Salesiana y, en amabilidad, apuesta. particular, por la pedagogía de don Bosco. Cardenal en Milán, in- tornarono in un istante. Ma non tornò così eroica e così efficace e così sa- il biglietto, che rimase in tasca agli stu- piente, data proprio ad un livello di cui denti (risata), i quali, di tanto in tanto, sarebbe difficile trovarne un altro infe- senza dir niente a Don Munerati, torna- riore. Onore a voi, quindi, carissimi vano da Benedetto (risata), il quale in confratelli e carissimi figli di Don Bosco! perfetta buona fede dava il vino. Arrivò […] Sono stato anche vescovo di Mi- un momento che Don Munerati se ne lano e so qualche cosa di voi, no?». 9 accorse e... “ma che cosa succede?” Alla luce di questa pagina autobio- disse. E l’episodio finì. grafica si comprende la richiesta che Ma gli altri episodi non sono finiti, per- Montini, arcivescovo di Milano, osò ché... perché ho avuto tante occasioni rivolgere nel 1955 all’allora Rettor poi di incontrare vostri confratelli. […] Maggiore dei Salesiani, don Renato Accennerò a uno degli ultimi incontri Ziggiotti,10 perché i Salesiani pren- di cui ho scolpita nell’animo, ancora, dessero “la direzione e la cura della la commozione, la gioia, nel quartiere Casa di rieducazione per minorenni famoso, più celebre, più misero di traviati ad Arese” (MI). Manila... come si chiama, Tondo? sì Tondo! Feci una visita proprio pas- 2. Arese: un atto di scommessa sando fra casupole su pantano, i Sa- e di fiducia nelle risorse lesiani erano là. E mi ricordo che uno della pedagogia salesiana parlò; parlava naturalmente nella sua Il Centro Salesiano «San Domenico lingua, poi fu tradotto. lo rimasi estre- Savio» di Arese (MI) - ex Beccaria - mamente colpito di questa dedizione già a dieci anni dalla sua apertura RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 397
(29.09.1955) era noto in Italia, Europa motivi di funzionalità nella Metropoli, e in altre parti del mondo11 per le sue di fronte al carcere cittadino, malgrado aule scolastiche ampie e luminose, i che il Beccaria abbia avuto i natali a suoi laboratori, la formazione profes- Milano e l’Ente ne avesse il glorioso sionale, il centro culturale, la palestra, nome! “Dei delitti e delle pene” è un la piscina, i cortili, la chiesa, il Centro volumetto che non ho trovato nella psicopedagocico e di orientamento biblioteca e nell’archivio della casa scolastico e professionale, ma so- all’atto del passaggio amministrativo: prattutto per il clima di famiglia, di se- Ente Salesiani. E il busto di bronzo renità e di impegno in cui vivono i ra- del celebre giurista, accusava vari gazzi. Agli inizi, però, le cose erano ematomi e un foro all’occipite, espres- ben diverse. sioni tutte di gratitudine dei ricoverati per il titolare della loro amabile resi- 2.1. Accorati appelli da più parti denza. Una notte un minore, irritato Il salesiano don Francesco Beniamino SISTEMA PREVENTIVO OGGI dal suo cipiglio e per quel tanto di tri- Della Torre12, primo Direttore della ste che il busto di bronzo gli ram- casa di Arese, racconta come sia mentava, aiutato da un compagno, nata, evoluta e involuta l’opera di lo spodestò malamente dal suo pie- Arese quando ci si rivolse ai Salesiani: destallo di gloria, facendolo cadere «Come sia nata l’opera di Arese, dopo nella trincea dell’intercapedine tra l’elezione al pontificato di Paolo VI, fabbricato e cortile. Pro bono pacis ormai è noto.Fu l’Arcivescovo Mons. lo si allogò in soffitta fino a quando G. B. Montini a raccogliere l’accorato ritornò all’Ente: sic transit…».13 appello del prefetto Alberto Liuti e del suo commissario Bruno Setti circa 2.2. Lettera di mons Giovanni una sistemazione definitiva della casa Battista Montini, arcivescovo di Arese. Nel 1906 vi era sorta un’Ope- di Milano, al Rettor Maggiore ra Pia per la rieducazione della gio- dei Salesiani don Ziggiotti ventù traviata e pericolante (maschile La situazione del Beccaria desta pre- e femminile). Dopo un periodo glorioso occupazione nelle autorità cittadine, che abbraccia gli anni 1921-1937, che non esitano a chiedere aiuto alle l’opera a mano a mano decadde per autorità della Chiesa milanese. Ve- l’incompetenza dei dirigenti e la ge- scovo di Milano è mons. Giovanni nerale impreparazione degli addetti Battista Montini che si rivolge alla ai giovani: il quadro del numeroso massima autorità dei Salesiani, al Ret- personale, alla luce dei fatti – copio- tor Maggiore don Renato Ziggiotti: samente documentati – era del tutto «Milano, 7 Marzo 1955. deficiente e si pensava col numero di Reverendissimo Signore, Debbo chie- istitutori di supplire alle qualità degli derle un grande favore: quello di ri- educatori. […] È però certo che in prendere in considerazione la possi- Arese l’Ente gestore non poteva con- bilità che i Salesiani abbiano a prendere tare su molti educatori: la sede del- la direzione e la cura della Casa di rie- l’opera era stata trasferita per ovvi ducazione per minorenni e traviati ad 398 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
Arese (a circa 18 chilometri da Milano), io non so quale potrebbe essere la che l’Opera pia denominata Associa- sorte di questa istituzione, che, com’è zione Nazionale Cesare Beccaria pos- noto, proviene da Opera avente origini siede appunto ad Arese. non confessionali. Prego il Signore, Trattative già svolte dal Commissario chiedo al Santo Don Bosco che Le Prefettizio col Rev.mo Ispettore di diano possibilità di soddisfare do- Milano nel luglio 1954 per cedere la manda, che reputo degna della più gestione della casa ai Salesiani non favorevole considerazione. giunsero a conclusione, forse per il ti- Con sensi di religioso ossequio mi dico more che non fosse lasciata ai Sale- della S.V. Rev.ma d.mo in Px. siani sufficiente libertà d’azione. † G.B. Montini Arciv. di Milano».14 Ora mi si assicura che essi invece Nella lettera dell’arcivescovo trapela potrebbero godere di completa li- l’ansia, la sollecitudine, l’amore di un bertà educativa, garantita da una padre che vuole salvare i suoi figli e SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI convenzione che potrebbe essere si rivolge a chi può dargli aiuto. autorevolmente stabilita. L’opera è di sommo interesse: si 2.3. Primo impatto tra “Barabitt” tratta di oltre 250 ragazzi da curare e Salesiani pedagogicamente in ambiente ove Ad Arese, il 29 settembre 1955 si ha l’opera di don Bosco potrebbe as- il passaggio dalla gestione dell’Ente- surgere ad apologia di grande effi- Beccaria a quella Ente-Salesiani. Un cacia della capacità educatrice sa- passaggio non facile e che suscita lesiana e cattolica. trepidazione nei Salesiani lì presenti. Sono pregato da S. Ecc. il Prefetto Don Della Torre, a capo del drappello di Milano d’intercedere presso la dei religiosi in quanto Direttore della S.V. Rev.ma perché questo desiderio comunità, ricorda molto bene quel sia esaudito. Lo stesso Commissario momento cogliendo gli stati d’animo Prefettizio, Ing. Bruno Setti mi rivolge dei due gruppi - ragazzi e Salesiani - la stessa preghiera. Così altri che e le prime reazioni: «Supina curiosità s’interessano del bene spirituale di da parte dei giovani nell’osservare questa istituzione. quel drappello di Sacerdoti e laici; Non posso non esprimere la mia: trepidazione non piccola nel cuore veda la S.V., nella Sua comprensiva dei religiosi nell’iniziare un’opera nuo- e lungimirante carità, di considerare va e tanto impegnativa. questo invito come l’invocazione di Per i minori sembrava ripetersi nella una fanciullezza infelice e traviata, vita la favola del somaro minacciato che invoca chi la richiami a salvezza. dai ladroni: “prenderle da te o dai So bene quanti simili inviti Le giungo- nuovi padroni sono sempre bastona- no da tutte le parti ogni giorno: ma te: è il mio destino”. questo, mi pare, nasconda un gemito Nel ricevere le chiavi dell’Istituto, al più pietoso e una promessa di bene passaggio della gestione Ente-Sale- più significativo. Se non fosse accolto, siani, quel magnifico mezzogiorno di RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 399
fine settembre, il direttore alla massa applaudivano, liberati da un incubo degli ospiti di Arese, radunata zocco- che durava da anni e da generazioni».20 lante e trasandata sotto il portico, non Don Luigi Melesi, insegnante, educa- seppe rivolgere altro che un saluto tore e catechista nella Casa di Arese conciso e commosso: occhi straniati, fin dai primi anni, racconta come il spalle curve e andare melenso, quasi Direttore don Della Torre si rivolge ai uomini rassegnati e stanchi».15 ragazzi e come presenta i Salesiani: Parole misurate – le ultime - che, «“Cari ragazzi, vi incontriamo volentieri come pennellate, dipingono meglio dopo avervi tanto sognato. […] Siamo di qualsiasi discorso i ragazzi di come una squadra di calcio [...] con Arese, insieme a queste, che de- titolari e riserve, io sarò il vostro alle- scrivono come il Direttore vedesse natore, il C.T., ma giocherò anch’io le teste dei ragazzi mentre indirizza con voi nel ruolo di attaccante cen- loro il saluto: «teste tosate alla stessa trale. Non vogliamo sfidarvi, ma gio- SISTEMA PREVENTIVO OGGI maniera, ridimensionate per finche care con voi e per voi”. Don Della e in squadre».16 presenta, uno a uno, tutti i suoi col- È questo il momento più delicato e laboratori. Il primo passo è stato fatto, strategico per cambiare rotta: go- “finalmente in quei ragazzi è rinata verno nuovo, metodo nuovo. Pas- l’allegria, la voglia di correre e di gio- saggio dal metodo repressivo a quel- care. L’allegria sarà la nota dominante lo preventivo,17 il metodo di don Bo- del Centro […] Vogliamo che i ragazzi sco,18 che ogni membro della Fami- abbiano sempre la libertà di saltare, glia Salesiana ben conosce e cerca correre, schiamazzare a piacimento, di attuare al meglio. come voleva don Bosco, e il cortile Un passaggio reso tangibile dalle sarà una palestra di vera vita».21 parole che don Della Torre rivolge a Da notare come il Direttore, presen- un ragazzo dall’aria scanzonata e tando ad uno ad uno i suoi collabo- che destano incredulità e stupore: ratori, non solo riconosce loro auto- «A te questa chiave. Mi dicono sia revolezza e competenza educativa, quella delle segrete. Direttore qui ma dice anche che lavorano uniti, in don Bosco, là dentro non entrerà sintonia e in sinergia, con la forza di più nessun ragazzo».19 sentirsi comunità. Infatti, nelle istitu- L’interpellato sembra non comprendere zioni educative non è il numero degli e la massa dei compagni rimane in un istitutori, ma la qualità degli educatori silenzio, che è palpabile. Ecco come che fa la differenza. Della Torre continua il racconto: «Al- Sottolinea, con linguaggio sportivo, l’iterato gesto del direttore, il giovane che i ragazzi sono coinvolti in un rozzamente allunga la sinistra, prende gioco di squadra per crescere insie- la pesante chiave e tra l’attesa della as- me, anche se ognuno ha un ruolo semblea, con una non troppa som- specifico da giocare, per cui sono messa bestemmia getta il pezzo di protagonisti della loro educazione pur ferro nella fogna, mentre i compagni con l’aiuto di altri. 400 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
3. Scommessa vinta non è invece un terreno ingrato, un Che si trattasse di una vera scom- terreno sterile quello che abbiamo messa - assumere la direzione del davanti, che non può dare altri frutti?”. Beccaria nelle condizioni in cui ver- E fu lì che si fece il rischio di dire sava - è fuori dubbio. Ne sono testi- “Proviamo!”. […] Fu allora che ci ri- monianza le parole che Paolo VI ri- volgemmo ai Salesiani. I Salesiani volge ai Salesiani di Arese, che riceve stessi - (bisogna dirlo, non perché in udienza privata a Castelgandolfo il loro fossero stati timidi e timorosi da- 18 agosto 1969: «Siamo legati per- vanti a un grande compito: il cuore di sonalmente alla sorte di Arese. Siamo Don Bosco non trema mai davanti ai stati Noi che nel 1955 sforzammo la grandi compiti che sono loro messi mano a Don Ziggiotti, esitante allora davanti per il bene della gioventù…, a prendere l’Istituto in uno stato di ma perché, da bravi educatori, da decadenza e ribellione. Chi faceva gente esperta del mondo giovanile e SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI pressione era il Prefetto di Milano, del mondo moderno, intuivano le dif- Sua Ecc. Liuti, che Ci disse: “Ci aiuti, ficoltà) – dicevano: “Tremendamente perché qui non sappiamo più cosa difficile! Esige sforzi enormi; come fare!” Era una situazione tale da sco- possiamo fare?”. E fu allora che il Su- raggiare anche i più bravi. Abbiamo periore Maggiore della Società Sale- parlato con Autorità e anche con Don siana, Don Ziggiotti […] disse: “Pro- viamo!”. E si provò».23 Della Torre. E facendo leva sullo spirito salesiano vi domandammo: 3.1. Presupposti per vincere “Voi siete fatti per i ragazzi bravi, o la scommessa per i ragazzi da far diventare bravi?”. Come si è potuto cogliere nelle righe E i Salesiani si arresero con un sacri- precedenti la posta in gioco è difficile, ficio incomparabile. E fu un atto di ma la difficoltà non scoraggia il Diret- sfida alle diffidenze e un atto di fiducia tore e i suoi collaboratori, che formano nelle risorse della vostra pedagogia, una comunità e credono nelle risorse atte a voltare il cervello a questi ra- della pedagogia salesiana. Essi non gazzi. E la cosa riuscì».22 potevano ancora conoscere quanto Parole che riecheggiano quelle pro- padre Jean Duvallet, collaboratore nunciate da Giovanni Battista Montini dell’Abbé Pierre e con un’esperienza quando, il 21 aprile 1960, andò ad ventennale nella rieducazione dei gio- Arese per inaugurare la Palestra e vani, disse ai Salesiani: per la posa della Prima Pietra del La- «Voi avete opere, collegi, oratori e boratorio di Tipografia: «Quando son case per i giovani, ma non avete che venuto qui (e l’ha ricordato adesso il un solo tesoro: la pedagogia di don Salesiano che ha parlato) quattro anni Bosco. In un mondo in cui i ragazzi fa, mi ricordo che eravamo un po’ sono traditi, disseccati, triturati, stru- tutti in queste disposizioni d’animo: mentalizzati, il Signore vi ha affidato che si può fare per Arese? […] “Mah, una pedagogia in cui trionfa il rispetto si potrà fare qualche cosa di più o del ragazzo, della sua grandezza e RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 401
della sua debolezza, della sua dignità liatrice è proprio lo spirito di famiglia, di figlio di Dio. Conservatela, rinno- per cui il giovane si sente accolto, vatela, ringiovanitela, arricchitela di messo al centro,27 rispettato, valoriz- tutte le scoperte moderne, adattatela zato, accompagnato nel suo cammino a queste creature del XX secolo e ai di piena maturazione umana. suoi drammi, che don Bosco non Uno spirito reso possibile perché poté conoscere. Ma per carità con- l’educatore, come vuole don Bosco, servatela! Cambiate tutto, perdete, è un individuo consacrato al bene se è il caso, le vostre case, ma con- dei suoi allievi, perciò deve essere servate questo tesoro, costruendo pronto ad affrontare ogni disturbo, in migliaia di cuori la maniera di ogni fatica per conseguire il suo fine, amare e di salvare i ragazzi che è che è la civile, morale, scientifica l’eredità di don Bosco».24 educazione dei suoi allievi. Ad Arese, i Salesiani e le Figlie di L’educatore salesiano, non ha orari, SISTEMA PREVENTIVO OGGI Maria Ausiliatrice [FMA] hanno cre- ferie, tredicesima, come scrive don duto al tesoro che avevano tra le Della Torre: «L’educatore religioso, mani: la pedagogia di don Bosco. per una vocazione accettata libera- mente, non controlla i tempi di lavo- 3.1.1. Arese: una “casa razione, (le otto ore giornaliere) e non di don Bosco” rispetta il week-end. Non ha le ferie e non preventiva il 27 e la tredicesima Don Della Torre, invitato ad illustrare mensilità. Non sciopera. Non perce- brevemente l’opera di Arese, tra l’altro pisce emolumenti. Alle spalle non ha dice: «Subito ci si prefisse di farne “una i problemi gravi, sacri di un focolare casa di Don Bosco”, come tutti gli altri e della prole […] per cui la sua con- Istituti Salesiani e di provvedere col versione all’educando non soffre re- metodo di Don Bosco, fondato sulla more finanziarie e supera i dati fon- “ragione, religione, amorevolezza”, alla damentali d’un dare-avere. Non è un rieducazione di questi giovani. salariato, ma un vocatus; non un mer- Questa formazione trovò le sue leve: cenario, ma un volontario. E ha, deve nell’educare il giovane al senso del avere della sua vocazione un concetto dovere mediante il lavoro e lo studio; totalitario e organico, logico e meta- nel coltivare le virtù sociali, quali la fisico».28 […] Amico che consiglia e sincerità, la giustizia, la carità, l’ubbi- insegna, che giuoca, studia, lavora e dienza, l’operosità; nel ridonargli la riposa con il novizio [il ragazzo, il fiducia nella vita, un senso di respon- giovane]. L’ascolta per farsi ascolta- sabilità e la speranza di un bene re; si fa compagno di giuoco per ri- futuro, nell’aprire il suo animo ai valori levarne - in quei momenti di dissol- umani; il tutto in un clima di vita fami- venza esterna - le abitudini e il tem- liare e di allegria rasserenante».25 peramento, gli interessi. Discute di Ciò che caratterizza ogni casa26 dei sport con lo sportivo; e al patito di Salesiani e delle Figlie di Maria Ausi- dischi e dell’ultima starlet inocula 402 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
l’interesse del sapere e dello studio, grandi e umili, coltivando amicizie dell’agonismo sano che consumi e con nomi dell’industria e della politica incentri ogni energia psico-fisica ma anche con le famiglie dei ragazzi, dell’adolescente. […] L’educatore che non allontanava ma voleva ac- deve essere prudente e arguto, re- canto ai ragazzi. Fin dal primo Natale missivo senza debolezze, forte senza del 1955, osò mandare a casa i “ba- durezza, sincero senza sfacciatag- rabitt”, quando questa non era la gine, giusto nell’applicazione della consuetudine degli Istituti di rieduca- norma senza la sferza e il cappio».29 zione, regolate da norme ferree, dove Gli ambienti di Arese ben presto si le famiglie erano escluse perché pe- trasformano: pareti pulite, ampie fi- ricolose, inaffidabili».31 nestre, biancheria che profuma di Si tratta di dar fiducia, amore autentico bucato, abiti non più sdruciti, sudici, che genera vita, desiderio di essere ma lavati, stirati, calzini senza più bu- se stessi, di dare un senso alla vita, SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI di aprirsi agli altri, al mondo. chi… Ad Arese c’è il tocco di mani L’amorevolezza,32 tratto caratteristico femminili, quelle delle F.M.A., che del sistema preventivo insieme a ra- giungono ad Arese insieme ai Sale- gione e religione, è l’aria che si respira siani il 29 settembre 1955. Anche nella casa di Arese33 e porta al cam- loro s’impegnano a mettere in pratica biamento: «Più volte, avendo fatta vi- il Sistema preventivo, come si legge sita ad Arese, ho visto la metamorfosi: nella Cronaca di quel giorno: «Sono il ragazzo disteso, circondato di af- 300 giovani ospitati, che stasera met- fetto, senza durezza disciplinare, in tiamo sotto il manto della Madonna. modo che potesse respirare altra aria […] Abbiamo grande fede prima di che lo facesse diventare buono e ca- tutto nella grazia del Signore e nel- pace di altra vita. Si respirava ordine, l’aiuto potente di Maria Ausiliatrice, tranquillità; e credo che tutto ancora poi nel metodo preventivo del nostro sia così. […] Voi avete rimesso nel Santo Fondatore che si cercherà di loro animo la speranza nel nome di applicare integralmente in questo Cristo e di Don Bosco. Avete detto nuovo campo di anime».30 ai ragazzi: “tu puoi diventare uomo, E, come in ogni casa salesiana, non tu puoi diventare buono, tu puoi di- mancano - oltre le aule scolastiche, i ventare professionista!”. […] Sono laboratori, la cappella - il cortile, il fiero, perché avete dato ai ragazzi teatro, la musica, le passeggiate. ciò di cui hanno bisogno: il cortile, il Tutto ciò non lo si ottiene con un movimento, il gioco, la palestra, l’en- tocco di bacchetta magica, ma è tusiasmo. E poi il lavoro: laboratori frutto di un sentire comune tra gli con ricchezza di macchinari, capi educatori (preti e laici) e i collaboratori. d’arte con una tenacia specializzata, È anche frutto dell’intraprendenza del con didattica appropriata. Tutto que- Direttore don Della Torre che, come sto per assolvere il compito educa- don Bosco, fa il “mendicante” per i tivo e pedagogico».34 suoi ragazzi «avvicinando persone RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 403
Si è detto che ad Arese, insieme ai rienza, una espressione di arte edu- Salesiani, giunsero anche le FMA. cativa, fusa con la persona di chi l’ha Un dettaglio non da poco e che va vissuta, Don Bosco, e delle comunità tenuto nel debito conto perché è di educatori, a cui egli l’ha prima vi- grazie anche alla loro opera e pre- talmente comunicata e poi riflessiva- senza se Arese è divenuto vera “ca- mente trasmessa. Per questo, essa sa” e i ragazzi hanno sentito il calore non è un patrimonio definitivamente di una madre.35 costituito e come tale immutabilmente ereditabile. È una realtà che chiede di 4. Quale scommessa, oggi, essere assunta con rinnovata consa- alla pedagogia salesiana? pevolezza e continuata in spirito di Sono passati 63 anni da quando i fedeltà creativa e dinamica».37 Salesiani e le FMA misero piede al Credo sia importante sottolineare la “Beccaria” trasformandolo in Casa consapevolezza acquisita da Braido in SISTEMA PREVENTIVO OGGI San Domenico Savio, l’allievo quat- tordicenne di don Bosco che divenne lunghi anni di studio e di ricerca e cioè santo nell’attività quotidiana: studio, che “l’esperienza pedagogica di Don preghiera, gioco, cordiale amicizia Bosco non è un patrimonio immutabil- con i compagni. mente ereditabile. È una realtà che La sfida del Beccaria ha avuto esito chiede di essere assunta con rinnovata positivo. consapevolezza e continuata in spirito Ogni tempo ha le sue sfide educative di fedeltà creativa e dinamica”. le quali sollecitano gli educatori a Pertanto, come scrive l’attuale Rettor cercare risposte adeguate nell’ascolto Maggiore dei Salesiani don Ángel e confronto tra giovani e adulti, nella Fernández Artime, a ogni Salesiano è riflessione sull’esperienza vissuta, nel- richiesta «fedeltà al Signore in don la lucida apertura al tempo e al con- Bosco e la fedeltà ai giovani, molti testo nei quali si vive senza fughe no- dei quali si aspettano di non essere stalgiche o entusiasmi velleitari e va- abbandonati al loro destino o lasciati cui. Se il Sistema preventivo di don come naufraghi perché noi non siamo Bosco rimane per ogni membro della in grado di percepire i loro bisogni o Famiglia Salesiana la stella polare o di ascoltare i loro appelli».38 Si tratta la bussola per orientarsi nel vasto di mettersi in ascolto dei giovani di orizzonte dell’educazione, è bene ri- oggi, che vivono “in un mondo sem- cordare che la pedagogia di don Bo- pre più complesso e che sperimenta sco non solo è un tesoro affidato alla rapidi cambiamenti”; giovani che Famiglia Salesiana, ma è anche un hanno “i loro linguaggi, le proprie vi- compito, una sfida costante perché, sioni e i propri interessi”. Giovani come ebbe a dire Pietro Braido:36 che, in vista del Sinodo, sono stati «L’esperienza pedagogica di Don Bo- interpellati in ogni parte del mondo sco non si può adeguatamente tra- e che hanno risposto “senza filtri” durre in un “sistema”, tanto meno in esprimendo desideri, sogni, paure, un trattato scientifico. […] È un’espe- incertezze, richieste.39 404 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
I giovani chiedono ripetutamente donare per cui amiamo chi ci ascolta. ascolto, vicinanza, relazioni autenti- Ma se ascoltare è anche donarsi si che, adulti credibili che li aiutino a comprende perché sono così pochi trovare la propria identità, un senso quelli che sanno ascoltare. Papa Fran- alla vita, che diano loro fiducia, che cesco dice che «L’amore si nutre di siano modelli pur nelle loro imperfe- parole, e così l’educazione o la colla- zioni. Desiderano trovare comunità borazione. Due persone che non si accoglienti, dove ognuno possa espri- amano, non riescono a comunicare. mersi, trovare un cammino da condi- Quando qualcuno parla al nostro videre, accompagnamento sui sentieri cuore, la nostra solitudine finisce».40 della vita che si sta schiudendo verso E l’attuale Madre Generale delle nuovi e ampi orizzonti. FMA., yvonne Reungoat, nella Lettera La Famiglia Salesiana saprà rispon- circolare di luglio scrive: «L’ascolto dere alle attese dei giovani di oggi se dei giovani avviene in diversi modi, SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI – come si è detto sopra – assumerà ma non c’è nulla che sostituisca l’in- consapevolmente l’esperienza peda- contro faccia a faccia, e questo im- gogica di don Bosco in spirito di fe- plica lo “stare” con loro nel tessuto deltà creativa e dinamica. Un’istanza, della vita quotidiana».41 questa, richiamata da Paolo VI in molti Le parole che Paolo VI il 26 gennaio incontri con la Famiglia Salesiana. 1978, ultimo anno della sua vita, ri- 4.1. Fedeltà creativa e dinamica volge ai circa 200 Salesiani riuniti a Parlare oggi di fedeltà o di tradizione Roma per il XXI Capitolo Generale, è rischioso, perché i termini possono intercettano la chiamata di tanti gio- essere fraintesi e indurre a credere vani: «Figli carissimi, i ragazzi e i gio- che siano sinonimi di fissità, non vo- vani vi chiamano e vi attendono. […] lontà di accettare le novità. È il pericolo La gioventù vi chiama, vi chiama, ha di sempre in cui inciampa qualunque bisogno di voi, ha bisogno del vostro persona che non sappia dare il giusto sacrificio, della vostra dedizione, della peso alle parole o addirittura non vostra intelligenza, della vostra bra- sappia il loro significato. In un tempo vura a giocare, a capirli, a insegnare, nel quale le immagini prevalgono sulle a educarli, a portarli su e a crescerli parole e si rincorrono velocemente; nella statura, davvero, dei figli di Dio, in un mondo in cui nessuno ha tempo dei figli della Chiesa! Sono milioni nel di fermarsi ad ascoltare, l’educatore mondo, talvolta sbandati e disorientati non può rimanere sordo al grido ine- da una molteplicità di voci discordanti, spresso di tanti giovani, che chiedono i quali aspettano da voi la parola di sal- di uscire dalla solitudine nella quale vezza, cercano la mano fraterna ed rischiano di rimanere prigionieri e cer- amica, che con serena sicurezza li cano una mano amica, una madre, guidi verso l’Assoluto; invocano un un padre, un amico, un fratello che viso che non sia una maschera arte- sappia e voglia ascoltarli. Non per fatta, ma l’espressione limpida di un nulla è stato detto che ascoltare è amore che si apre al fratello in un RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 405
amore più grande, quale è quello di Questo è ormai notissimo; non fare- Dio, che “è più grande del nostro mo citazioni, che la documentazione cuore” (1 Io. 3, 20). Giovanni Bosco, il della vita del nuovo Beato offre con vostro padre, vi precede col suo passo esuberante abbondanza; ma faremo sempre giovanile e dinamico».42 una sola riflessione, che noi credia- Il discorso che, meglio di ogni altro, mo, oggi specialmente, molto im- dice cosa s’intenda per fedeltà crea- portante; essa riguarda uno dei valori tiva e dinamica è quello pronunciato più discussi, in bene ed in male, da Paolo VI il 29 ottobre 1972 alla Fa- della cultura moderna, vogliamo dire miglia Salesiana, che gremisce la Ba- della tradizione. Don Rua ha inaugu- silica di san Pietro in occasione della rato una tradizione. beatificazione di don Michele Rua: La tradizione, che trova cultori e am- «Chi è Don Rua? È il primo successore miratori nel campo della cultura uma- di Don Bosco, il Santo Fondatore dei nistica, la storia, per esempio, il dive- SISTEMA PREVENTIVO OGGI Salesiani. E perché adesso Don Rua nire filosofico, non è invece in onore è beatificato, cioè glorificato? è bea- nel campo operativo, dove piuttosto tificato e glorificato appunto perché la rottura della tradizione - la rivolu- suo successore, cioè continuatore: zione, il rinnovamento precipitoso, la figlio, discepolo, imitatore; il quale ha originalità sempre insofferente del- fatto con altri ben si sa, ma primo fra l’altrui scuola, l’indipendenza dal pas- essi, dell’esempio del Santo una scuo- sato, la liberazione di ogni vincolo - la, della sua opera personale un’isti- sembra diventata la norma della mo- tuzione estesa, si può dire, su tutta la dernità, la condizione del progresso, terra; della sua vita una storia, della Non contestiamo ciò che vi è di salu- sua regola uno spirito, della sua santità tare e di inevitabile in questo atteg- un tipo, un modello; ha fatto della sor- giamento della vita tesa in avanti, che gente, una corrente, un fiume. […] avanza nel tempo, nell’esperienza e La prodigiosa fecondità della Famiglia nella conquista delle realtà circostanti; Salesiana, uno dei maggiori e più si- ma metteremo sull’avviso circa il pe- gnificativi fenomeni della perenne vi- ricolo e il danno del ripudio cieco del- talità della Chiesa nel secolo scorso l’eredità che il passato, mediante una e nel nostro, ha avuto in Don Bosco tradizione saggia e selettiva, trasmette l’origine, in Don Rua la continuità. È alle nuove generazioni. Non tenendo stato questo suo seguace, che fin nel debito conto questo processo di dagli umili inizi di Valdocco, ha servito trasmissione, noi potremmo perdere l’opera Salesiana nella sua virtualità il tesoro accumulato della civiltà, ed espansiva, ha capito la felicità della essere obbligati a riconoscerci re- formula, l’ha sviluppata con coerenza grediti, non progrediti, e a ricominciare testuale, ma con sempre geniale no- da capo un’estenuante fatica. […] vità. Don Rua è stato il fedelissimo, Che cosa c’insegna Don Rua? Preci- perciò il più umile ed insieme il più samente, come dicevamo, Don Rua valoroso dei figli di Don Bosco. c’insegna ad essere dei continuatori; 406 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
cioè dei seguaci, degli alunni, dei indicatori circa la via da percorrere o maestri, se volete, purché discepoli i sentieri da tracciare. d’un superiore Maestro. […]».43 La Famiglia Salesiana non è sguar- Ai 200 e più Salesiani riuniti a Roma nita nel campo dell’educazione. Ha per il Capitolo Generale Speciale e una bussola che, se usata corretta- ricevuti in udienza il 20 dicembre mente, le sa indicare le coordinate 1971 Paolo VI dice: «E se la nostra dell’agire educativo, che non è mai parola d’ordine nell’incontro prece- ripetitivo perché deve sintonizzarsi dente fu quella di “progredire”, la se- con la persona del bambino, del- conda parola, nel suo significato, l’adolescente o giovane che ha da- può accordarsi con quanto sto per vanti, scoprendo e intuendo i suoi dire a voi tutti e, adesso, con mag- reali bisogni, le sue domande, le giore cognizione di causa, perché sue fragilità e potenzialità. La Fami- negli anni che sono passati tante glia Salesiana ha nel Sistema pre- SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI volte ho avuto modo di conoscere la ventivo di don Bosco un tesoro, ma vostra attività e le vostre degne per- anche un compito: quello di tradurre sone; parola che sarà: “perseverare”, l’esperienza educativa di don Bosco perseverare, essere fedeli».44 in un percorso che rimane fedele a Molti altri testi potrebbero essere an- quanto ricevuto e al tempo stesso è cora citati, ma credo che quelli riportati innovativo, creativo, dinamico. bastino a spiegare quanto è racchiuso Compito non facile, ma possibile se nel titolo. il cuore “arde” di carità. È quanto in- dica l’attuale Rettor Maggiore ai Sa- Conclusione lesiani nella sua lettera per la convo- L’educazione, l’ars artium, rimane la cazione del prossimo Capitolo Ge- sfida ineludibile per le società di ogni nerale 28°: «Avere don Bosco come tempo e latitudine. Non c’è dubbio, modello significa per il salesiano di infatti, che la scommessa più grande oggi avere la mente e il cuore pieni per l’avvenire stesso dell’umanità sia dei valori dello spirito salesiano e l’educazione dei giovani. In effetti il della spiritualità che ci distingue e ci mondo adulto, gli ambiti formativi, le caratterizza. In questo spirito salesiano istituzioni educative, avvertono di es- la carità è il mezzo e il metodo fonda- sere oggetto di una sfida decisiva, da mentale del suo apostolato: l’instan- cui passano il futuro e la qualità com- cabile amabilità e la familiarità sono i plessiva della società di domani. nomi salesiani della carità vissuta tra L’educazione, dunque, rimane sem- i giovani. La simpatia, la capacità di pre la “difficile arte”, che va appresa fare il primo passo, il riconoscimento quotidianamente nell’umile e discreto dato a ciascuna persona, l’ottimismo rapporto interpersonale e intergene- e la gioia, lo spirito di famiglia…, de- razionale, nella riflessione critica sul vono essere gli elementi distintivi e vissuto, nella spassionata ricerca o specifici del nostro DNA salesiano. riscoperta di valori che servano da Per questo dire salesiano oggi do- RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 407
vrebbe essere lo stesso che dire sem- ogni altra maturazione, non sempre pre educatore, sempre amico».45 è visibile, misurabile, quantificabile; E papa Benedetto XVI, nell’individuare coerenza tra parola e vita perché alcune esigenze comuni di un’autentica «L’uomo contemporaneo ascolta educazione, scriveva: «Essa ha biso- più volentieri i testimoni che i mae- gno anzitutto di quella vicinanza e di stri, o se ascolta i maestri lo fa per- quella fiducia che nascono dall’amore: ché sono dei testimoni».47 penso a quella prima e fondamentale Non per nulla l’educazione è l’ars ar- esperienza dell’amore che i bambini tium… fanno, o almeno dovrebbero fare, con i loro genitori. Ma ogni vero educatore sa che per educare deve donare qual- cosa di se stesso e che soltanto così può aiutare i suoi allievi a superare gli SISTEMA PREVENTIVO OGGI egoismi e a diventare a loro volta ca- paci di autentico amore».46 L’educatore, inoltre, sa che le poten- zialità dei ragazzi, dei giovani sono infinitamente più grandi dei difetti, dei limiti, degli sbagli, delle loro fragi- lità. Il giovane, come dice don Mazzi, è speranza, opera d’arte nascosta dietro il ciarpame corporeo. Chi avreb- be detto che in una pietra, un giorno, NOTE 1 Michelangelo avrebbe scoperto il Da- Rachele Lanfranchi è Docente emerita di vide? Chi sapeva che da una parete Storia della pedagogia e dell’educazione nella Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione sarebbe spuntata la cena di Leonardo, «Auxilium» di Roma. che sotto la crosta di un albero era 2 Nelle Costituzioni dei Salesiani all’art. 5 la nascosto un presepio napoletano? Famiglia Salesiana è così definita: «Da Don L’educatore, quindi, è chiamato a Bosco trae origine un vasto movimento di svelare l’opera d’arte nascosta in ogni persone che, in vari modi, operano per la sal- vezza della gioventù. Egli stesso, oltre la So- giovane; anzi, è chiamato ad aiutarlo cietà di san Francesco di Sales, fondò l’Istituto a scoprirsi come capolavoro per il delle Figlie di Maria Ausiliatrice e l’Associazione fatto di esistere, di avere desideri, dei Salesiani Cooperatori che, vivendo nel sogni, di voler amare ed essere amato, medesimo spirito e in comunione fra loro, continuano la missione da lui iniziata, con vo- di sapersi fragile, bisognoso di pro- cazioni specifiche diverse. Insieme a questi tezione come ogni cosa preziosa. gruppi e ad altri nati in seguito formiamo la Fa- Opera non facile che esige umiltà, miglia salesiana. […] Gli Exallievi ne fanno cioè capacità di decentrarsi per parte per l’educazione ricevuta. La loro ap- partenenza diviene più stretta quando si im- fare spazio a chi cresce pur con pegnano a partecipare alla missione salesiana l’aiuto dell’educatore; pazienza per- nel mondo» (Costituzioni della Società di san ché la maturazione umana, più di Francesco di Sales, Roma, Editrice S.D.B. 408 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
2015). Nelle Costituzioni e Regolamenti del- presenti a salutarlo con un applauso: «Questo l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all’art. grande Papa della modernità, lo salutiamo 3 si legge: «Il nostro Istituto è parte viva della con un applauso, tutti» (Francesco ricorda Famiglia Salesiana che attualizza nella storia, Paolo VI grande Papa della modernità, in Av- in diverse forme, lo spirito e la missione di don venire, 7 agosto 2018, 16). L’allora Presidente Bosco esprimendone la novità perenne» (ISTI- della Repubblica italiana, Sandro Pertini, re- TUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE, Costituzioni e catosi a Castel Gandolfo subito dopo la notizia Regolamenti dell’Istituto delle Figlie di Maria della morte di Paolo VI, disse: «Abbiamo perso Ausiliatrice, Roma 2015). un Papa che aveva capito i drammi della mo- 3 MONTINI Giovanni Battista (Arcivescovo di dernità e un vero artigiano del dialogo e della Milano), Discorsi e scritti milanesi: I (1954- pace» (MALNATI Ettore, Il ritratto. Magistero di 1957); II (1958-1960); III (1961-1963); IV Ap- grande spessore evangelico e umano, in Av- pendice e Indici, Brescia, Istituto Paolo VI - venire, 5 agosto 2018, 16). E lo storico Giacomo Roma, Studium 1997-1998. Scanzi, ricordando il rapporto privilegiato che 4 Paolo VI intrattenne con le nuove generazioni Insegnamenti di Paolo VI. 16 voll., Libreria per cui amava definirsi “un vecchio amico dei Editrice Vaticana [LEV] 1965-1979. Vedi anche giovani”, scrive: «Mi viene in mente il discorso Indice delle materie contenute nei primi dodici SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI pronunciato a Sydney per i giovani nel dicem- volumi di Insegnamenti di Paolo VI 1963-1974, bre del 1970 in cui li invitava ad aver coraggio LEV 1977. e in cui ricorda loro che la “Chiesa sa i valori 5 CAPUTA Gianni, Con le mani e il cuore di don di cui siete portatori”. Ma li incita a fare tesoro Bosco… Discorsi di papa Montini alla Famiglia della grande tradizione del passato. In ogni Salesiana (1955-1978) = Spirito e Vita 10, Ro- suo intervento anche da giovane assistente ma, Libreria Ateneo Salesiano [LAS] 1982. Il della FUCI negli anni Trenta chiede il coraggio volume riporta interventi, parole, atteggiamenti della scelta» (RIZZI Filippo, Giacomo Scanzi: di G.B. Montini-Paolo VI che non si trovano comprese le istanze dei giovani, in Avvenire 7 nei testi ufficiali e proprio per questo risulta agosto 2018, 16). prezioso. 8 Si vedano i riferimenti alle Congregazioni e 6 I Salesiani, membri della Società Salesiana, Istituti religiosi maschili e femminili dediti al- sono riconosciuti nella Chiesa cattolica come l’educazione nel vol. IV: Appendice e Indici istituto religioso clericale dedito alle opere di dei Discorsi e scritti milanesi e nel volume apostolato. Don Bosco (1815-1888), ispiran- Indice delle materie contenute nei primi dodici dosi alla bontà e allo zelo di san Francesco di volumi di Insegnamenti di Paolo VI 1963-1974 Sales, il 18 dicembre del 1859 dà inizio alla segnalati alla nota 4. Pia Società di S. Francesco di Sales con un 9 gruppo di giovani suoi allievi e collaboratori Discorso di S.S. Paolo VI durante l’udienza che, con lui e come lui, decidono di “consa- accordata ai membri del Capitolo Generale crarsi” totalmente al bene della gioventù, spe- Speciale, Allegato 5, in Capitolo Generale cie quella più povera. Speciale XX. Roma 10 giugno 1971 – 5 gennaio 7 1972, 587-591. Molte le testimonianze che si possono recare. 10 Ne riporto alcune. Negli anni 1924-1933 in cui Renato Ziggiotti (1892-1983) quinto suc- fu assistente ecclesiastico della FUCI [Fede- cessore di Don Bosco dal 1952 al 1965. Nei razione Universitaria Cattolica Italiana] «maturò tredici anni in cui fu Rettor Maggiore i Salesiani la sua vocazione di apostolo-educatore che conobbero il periodo di massima diffusione in aveva avuto il suo “rodaggio” a Brescia; essa Italia e nel mondo. Volle visitare le Ispettorie e darà un tono distintivo a tutta la sua successiva tutte le case della Congregazione (e quasi attività pastorale, caratterizzata da grande af- tutte quelle delle Figlie di Maria Ausiliatrice) e fetto ai giovani e da acuta sensibilità ai problemi parlare, anche se brevemente, con ognuno pedagogici e culturali» (CAPUTA, Con le mani dei confratelli, ad eccezione di pochi settori 12). Papa Francesco all’Angelus del 5 agosto soprattutto nell’Europa di oltre cortina. Prese 2018 ricorda che 40 anni fa, il 6 agosto 1978, contatto con i vari gruppi della Famiglia Sale- moriva a Castel Gandolfo Paolo VI e invita i siana. Queste visite ne logorarono la salute RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018 409
ma le realizzò con coraggio e sacrificio, per- che ogni notte ha la sua alba, ogni pena il suo cependo l’urgenza di tessere unità nei tempi sbocco, ogni storia il suo senso» (COMUNITÀ nuovi che già erano all’orizzonte. Nel maggio SALESIANA DI ARESE, Dalla parte dei giovani. Ri- del 1965, a quasi 74 anni, lucido, ma provato cordando don Della Torre, Arese, Centro Sa- dai viaggi e dalle sedute del Concilio Vaticano lesiano San Domenico Savio 2009, 14). II, decise di ritirarsi dal proprio incarico di 13 DELLA TORRE Francesco, Lettera a Thomas Rettor Maggiore, rompendo con la tradizione hall (a cura del Gruppo “Amici di don Della dei suoi predecessori, che erano rimasti al go- Torre”), Arese (MI), Scuola Grafica del Centro verno della Congregazione fino alla morte. Salesiano 1969, 7-8. Si tratta dell’unica opera Paolo VI il 21 maggio 1965, ricevendo i membri scritta da don Della Torre. È una rilettura del del Capitolo Generale dei Salesiani, svoltosi a metodo di don Bosco che nell’Arese dei primi Roma, così si rivolge a don Ziggiotti: «Salutiamo anni ha segnato il passaggio dalla repressione pertanto con affettuosa riverenza il caro Rettor al metodo del “cuore”, fondato sulla ragione, Maggiore uscente, Don Renato Ziggiotti, col la religione e l’amorevolezza. Thomas Hall, quale noi stessi avemmo felici rapporti di ami- poco più che ventenne passò dalla Chiesa an- chevole comprensione e di efficace collabo- glicana alla Chiesa cattolica e in seguito di- razione, e del quale seguimmo con ammira- venne salesiano. Come Ispettore resse le pro- zione e con plauso l’opera intelligente, instan- SISTEMA PREVENTIVO OGGI vincie dell’Inghilterra, dell’Irlanda, di Malta e cabile e tanto positiva. Don Bosco, pensiamo, del Sud Africa. A Londra furono avviate due può essere contento di lui, come lo sono tutti case non dissimili da quella di Arese ed è per i confratelli e gli assistiti della Congregazione questo che don Della Torre indirizza il suo Salesiana: il Signore lo benedica!» (CAPUTA, scritto in forma di lettera all’amico e confratello Con le mani 83). Thomas Hall. 11 «In forma ufficiale, o come studiosi di peda- 14 Lettera di Montini a don Ziggiotti, in Archivio gogia, giunsero personalità dagli U.S.A., Israe- Salesiano Centrale, Roma, F387. le, Belgio e Giappone» (Pagine di storia aresina, 15 in CENTRO SALESIANO SAN DOMENICO SAVIO, DELLA TORRE, Lettera 5-6. Arese anni 50, Arese, Scuola grafica del Centro 16 Ivi 6. Salesiano 2007, 16). 17 12 Il Sistema Preventivo è una un’esperienza, Don Francesco Beniamino Della Torre (1912- un’espressione di arte educativa caratterizzate 1969), chiamato familiarmente don Della dai da: volontà di stare tra i giovani; accoglienza ragazzi, Salesiani e collaboratori è nato a Pral- incondizionata; fiducia nel bene presente in boino (Brescia) ed è morto a Milano il 24 Gen- ogni giovane; centralità della ragione, fatta ra- naio 1969, mentre si trovava tra i giovani uni- gionevolezza delle richieste e delle norme, versitari della Bocconi, come direttore spiri- flessibilità e persuasione nelle proposte; della tuale. È sepolto nella cappella del Centro Sa- religione, intesa come sviluppo del senso di lesiano di Arese. È stato uno dei personaggi Dio insito in ogni persona e sforzo di evange- più interessanti della Chiesa milanese negli lizzazione cristiana; dell’amorevolezza, che si anni Cinquanta-Sessanta: protagonista della esprime come amore educativo che aiuta a Resistenza, fondatore - su incarico del Cardinal crescere, a divenire autonomi, liberi, respon- Schuster - delle Opere Sociali Don Bosco di sabili e crea fiducia reciproca; ambiente posi- Sesto San Giovanni, nel 1955 ha fondato ad tivo intessuto di relazioni personali autentiche; Arese il Centro Salesiano San Domenico Savio, stile di animazione, che crede nelle risorse che sostituiva il ‘Beccaria’, l’istituto di riedu- positive del giovane rendendolo protagonista cazione che dal 1923 accoglieva i ragazzi in del suo percorso educativo. difficoltà, chiamati ‘barabitt’, i piccoli barab- 18 ba.(Cf http://www.legnanonews.com/news/1/ Giovanni Bosco (1815-1888) nasce nella lo- 1231/ [9-08-2018]). Le seguenti parole foto- calità dei Becchi, presso Castelnuovo (Asti), grafano, come un’istantanea, don Della Torre: da famiglia contadina. Orfano di padre a due «La sua è “stata una vocazione pagata ogni anni conosce le difficoltà della povertà. Diventa giorno quattro soldi di pelle propria”. Ha corso sacerdote nel 1841. Si stabilisce a Torino e si lungo le strade della speranza nella certezza dedica all’educazione dei giovani, special- 410 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
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