TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA INDONESIA - IL TUO VIAGGIO "Image:Lo gotipo" - Kel 12

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IL TUO VIAGGIO
TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E
CULTURA
INDONESIA
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IL TUO VIAGGIO

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E
CULTURA
INDONESIA
Un viaggio che tocca tre realtà dell’Indonesia molto diverse tra loro, ma che, proprio
per questo motivo rappresenta un’occasione unica per scalfire la superficie di questo
vasto arcipelago. Delle 17000 isole che compongono l’Indonesia, Java è quella che
ospita il maggior numero di abitanti e nel corso della storia ha suscitato l’interesse di
varie potenze straniere e diversi imperi, hindo-buddhisti, musulmani e occidentali, nella
corsa per conquistare spazio e influenza hanno lasciato le proprie meraviglie
architettoniche delle quali l’isola è disseminata. Mentre le diverse civiltà si
susseguivano, la cultura javanese assorbiva le nuove influenze integrandole alle
precedenti e nella stessa direzione vanno i tentativi del governo di conservare una
società multietnica e multireligiosa. Visiteremo quindi non solo il famosissimo Tempio
di Borobudur, un grande tempio buddhista composto di oltre due milioni di blocchi di
pietra e concepito come la visualizzazione della cosmologia buddhista, ma anche il
tempio hinduista di Prambanan, eretto verso la metà del IX secolo, circa cinquanta anni
dopo Borobodur e Patrimonio dell’Umanità. Una delle meraviglie naturali dell’isola di
Giava è sicuramente il Parco nazionale dei vulcani Bromo-Tengger-Semeru che
visiteremo all’alba per ammirarlo in tutte le sue sfumature di colore. Nel Kalimantan ci
immergiamo nella natura, nel famoso Parco Nazionale di Tanjung Puting per un
incontro ravvicinato con gli orangutan. Diverse etnie popolano questo immenso paese,
ma sicuramente una delle più “intriganti” è quella dei toraja che popolano l’isola di
Sulawesi, nella regione di Tana Toraja. Grandi e maestose le tongkonan, imponenti case
tradizionali che ricordano l’autorità delle antiche famiglie nobili e che simboleggiano
anche l’unità del clan, ma anche le celebrazioni funebri (tomate), accompagnate da
cerimonie e sacrifici di animali.
Il nostro viaggio termina con due intere giornate rilassanti a Bira Beach nel sud est
dell’isola di Sulawesi, un angolo di paradiso fuori dalle rotte turistiche.

Viaggio adatto a tutti, molto vario, che coniuga aspetti culturali con la visita di alcuni
dei siti monumentali più famosi ad aspetti etnografici e a vere meraviglie della natura,
con un po’ di relax a fine viaggio. Il livello delle strutture varia molto da isola a isola:
dove la scelta è ampia ci siamo orientati su strutture di livello mentre dove questo non
è possibile abbiamo scelto le migliori disponibili. In generale comunque sono tutte di
buon livello, un pò più semplici in un paio di villaggi, ma sempre decorose.

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IL TUO VIAGGIO
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                         NATURA E CULTURA

•   1° giorno
    Partenza dall'Italia per Jakarta via Istanbul

•   2° giorno
    Arrivo a Jakarta

•   3° e 4° giorno
    Volo per Pangkalan Bun nel Kalimantan. Giornate dedicate alla scoperta del parco
    nazionale di Tanjung Padang per incontrare gli orangutan

•   5° giorno
    Rientro a Kumai per il volo su Semarang, a Giava centrale. trasferimento a Jogyakarta
    punto di partenza per visitare i siti archeologici più importanti del paese

•   6° giorno
    Visita del Kraton di Jogyakarta, il Palazzo del Sultano. Nel pomeriggio, raggiungiamo lo
    Stupa di Borobudur, Patrimonio UNESCO

•   7° giorno
    Visita di Solo che compete con Yogyakarta come centro della cultura giavanese: il
    mercato delle pulci e i templi di Sukuh e Ceto

•   8° giorno
    Ritorno a Yogyakarta. Visita del Tempio di Prambanan, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.

•   9° giorno
    Volo per Surabaya, nell'est di Giava. Proseguimento per il Monte Bromo

•   10° giorno
    Prima dell'alba avvicinamento al punto panoramico Monte Pananjakan sul bordo del
    cratere Tengger per ammirare l'alba sui tre vulcani. Salita del Monte Bromo. Volo per
    Makassar sull'isola di Sulawesi

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•   11° giorno
     Proseguimento per Rantepao, la terra dei toraja

 •   12° e 13° giorno
     Due intere giornate dedicate alla scoperta dei villaggi e della cultura dei Toraja

 •   14° giorno
     Partenza da Rantepao verso sud per raggiungere la cittadina di Sengkang

 •   15° giorno
     Partenza per Bira, lungo la costa

 •   16° e 17° giorno
     Due giornate dedicate al relax. Escursione all'isola di Liukan nella prima giornata

 •   18° giorno
     Trasferimento in aeroporto per il volo per l'Italia via Jakarta

 •   19° giorno
     Arrivo a Milano nel primo pomeriggio

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1° giorno
Partenza dall'Italia per Jakarta via Istanbul

Partenza dall’Italia con volo di linea per Jakarta via Istanbul. Pasti e pernottamento a
bordo.

2° giorno
Arrivo a Jakarta

Arrivo il pomeriggio a Jakarta e proseguimento per l’hotel. Giacarta (in indonesiano
Djakarta o DKI Jakarta, già Batavia o Jayakarta) è la capitale e la principale città
dell'Indonesia. Situata sulla costa nordoccidentale dell'isola di Giava, ha una superficie
di 661,52 km² e una popolazione di 9 580 000 abitanti. La città vecchia di Batavia
(oggi chiamata Kota) è stata in passato il fulcro del dominio coloniale olandese in
Indonesia. Anche se la maggior parte delle strutture del passato sono ormai distrutte o
in rovina, il Taman Fatahillah, la piazza centrale in acciottolato di Kota, conserva
ancora parte del fascino di un tempo. Un isolato a ovest della piazza si incontra Kali
Besar, un canale che scorre lungo il Sungai Ciliwung. Oggi, sulle sponde occidentali di
questo fiume si affacciano le ultime case rimaste dei primi del XVIII secolo. ospitato
all’interno del vecchio municipio di Batavia si trova il Museo Storico di Jakarta,
considerato da molti una delle più imponenti testimonianze del dominio coloniale
olandese tuttora esistenti in Indonesia. Con la sua torre campanaria, questo edificio fu
costruito nel 1627 per ospitare la sede amministrativa della città. In città ci sono più di
trenta musei e dieci gallerie d’arte. Degno di menzione, tra gli altri il Museo Nazionale
(chiuso il lunedì), costruito nel 1862, considerato il migliore del suo genere in Indonesia,
nonché uno dei più belli di tutto il Sud-est asiatico (attualmente la maggior parte del
Museo è chiuso per restauro).
A Jakarta si trova anche il vecchio porto di Sunda Kelapa, ancora in uso e dove è
possibile vedere i phinisi (le tradizionali barche in legno indonesiane utilizzate per il
trasporto merci), attraccate ai suoi moli.
Pasti liberi e pernottamento in hotel.

Pernottamento (Borobodur Hotel )
Ubicato nel centro di Giacarta, a meno di 3 km dal centro espositivo PRJ e dal Museo
Nazionale Indonesiano, l'Hotel Borobudur vanta una piscina olimpionica e 7 punti
ristoro.
Le camere sono moderne e dotate di aria condizionata, bagno privato completo di
doccia con getto a pioggia e vasca, TV satellitare e minibar.

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Indirizzo: Jalan Lapangan Banteng Selatan No. 1, Centro di Jakarta, 10710 Giacarta
Telefono: +62 21 3805555
www.hotelborobudur.com

3° e 4° giorno
Volo per Pangkalan Bun nel Kalimantan. Giornate dedicate alla scoperta del parco
nazionale di Tanjung Padang per incontrare gli orangutan (Jakarta - Pangkalan Bun,
circa 1 ora di volo; Pangkalan Bun - Kumai, circa 25 minuti di macchina su strada
asfaltata)

Dopo la colazione, trasferimento in aeroporto per il volo per Pangkalan Bun. Al nostro
arrivo, ci trasferiamo a Kumai, dove ci imbarcheremo su una tradizionale klotok (una
barca di legno) che ci consentirà di navigare il Sungai Kumai e di addentrarci nei suoi
affluenti minori che fanno parte del Parco Nazionale di Tanjung Puting. Il Parco
Nazionale Tanjung Puting, situato a sud-ovest nel Kalimantan Centrale, è uno dei
parchi nazionali più accessibili in tutto il Kalimantan. Il Tanjung Puting è una grande
riserva protetta con una concentrazione di foreste diverse: foreste costiere, foreste
dipterocarp di bassopiano, foreste di mangrovie, foreste palustri e torbiere. L'area
originariamente, nel 1935 era una riserva di caccia, poi nel 1981 il parco è stato
dichiarato Riserva della Biosfera dall'UNESCO. L'anno seguente, nel 1982, il Tanjung
Puting è stato trasformato in Parco Nazionale dal governo Indonesiano. Il Parco è
ampiamente riconosciuto come un'importante risorsa genetica di grande valore per la
ricerca scientifica. Il Tanjung Puting è coperto da un complesso mosaico di habitat
diversi. Comprende 3,040 kmq di terreno paludoso attraversato da "fiumi
neri"(chiamati Black Rivers per la colorazione scura delle acque) che sfociano nel mare
di Giava. Gli animali più famosi che vivono nel Tanjung Puting sono: gli oranghi,
scimmie nasiche/proboscidate e altre 7 specie di primati. Nel Parco vivono più di
4,000 oranghi, la popolazione più importante di tutto il Borneo. Altri mammiferi
presenti, anche se difficili da incontrare sono il leopardo nebuloso, lo zibetto, l'orso
malese, l'antilope nana, cervi e caprioli. Ci sono circa 200 specie di volatili, tra cui i
buceri e i martin pescatori e altre specie comuni che vivono nelle foreste palustri.
All'interno del Tanjung Puting, c'è il Santuario degli Oranghi Camp Leakey, che è stato
fondato nel 1971 ed è stato il primo centro di riabilitazione per gli oranghi in Indonesia.
Oggi ci sono almeno tre centri nel Tanjung Puting: il Tanjung Harapan, il Pondok

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Tanggui, e il Camp Leakey. Al Camp Leakey è possibile vedere oranghi semi-selvaggi. Il
Camp Leakey è stato istituito nel 1971 dalla Dott.sa Birutè Galdikas. Prende il nome dal
famoso antropologo Louis Leakey, che fu il mentore e fonte d’ispirazione per la
Dott.ssa Galdikas. La Dott.ssa Birutè Galdikas ha dedicato la sua vita allo studio degli
oranghi, così come la Dott.sa Jane Goodall si dedicò agli scimpanzé e Diane Fossey ai
gorilla. Originariamente il centro era composto di due capanne, mentre oggi e un
assemblaggio di strutture permanenti ed è stato progettato per fornire una base agli
scienziati, dipendenti, studenti e rangers. La Dott.ssa Galdikas è il Presidente della
Orangutan Foundation International (OFI), un'organizzazione dedicata alla
conservazione, alla ricerca e allo studio degli oranghi. Inoltre si occupa del programma
educativo AIF che si occupa dell'habitat degli oranghi e della foresta pluviale -
"L'interesse e la preoccupazione per gli oranghi significa anche interesse per il nostro
Pianeta!" - Dott.ssa Galdikas. Una passerella di 200 metri in Belian legno-ferro
(ironwood), è stata costruita dal governo provinciale nel 1970 per aggirare le aree
paludose che altrimenti isolerebbero Camp Leakey durante la stagione monsonica. La
passerella è usata sia dalle persone, che dagli oranghi e generalmente è il primo posto
dove i turisti vengono a contatto con i primati. Quelli che si incontrano sulla passerella
sono stati i primi oranghi a essere tenuti in cattività e curati presso il centro di Camp
Leakey e sono stati liberati nella foresta dal 1970 fino ai primi anni 80. Adesso la
riabilitazione si svolge in altre aree del Parco, ma gli oranghi residenti di Camp Leakey,
per lo più femmine con la loro prole, passano il loro tempo tra la foresta e il centro. La
riabilitazione è il processo mediante il quale gli oranghi orfani, confiscati o feriti sono
rintrodotti in natura. Di solito, inizia quando i funzionari del Dipartimento Forestale
trovano gli oranghi detenuti illegalmente o giovani orfani e li trasferiscono nel centro
che se ne prenderà cura. Secondo lo stato di salute e dell'età, possono esserci mesi
d’intense cure presso l'asilo e l'infermeria del centro. Talvolta i piccoli oranghi hanno
bisogno di assistenza 24 ore al giorno. Una volta completata questa fase, i piccoli sono
ammaestrati a vivere nella natura, quindi sono condotti nella foresta dove i rangers gli
insegneranno a trovare i frutti commestibili, ad arrampicarsi sugli alberi e a riconoscere
gli odori e suoni della foresta al fine di diventare indipendenti. Gli oranghi saranno
reintrodotti in natura una volta considerati forti, sani, abili nello scalare gli alberi, capaci
di costruirsi il nido e di procurarsi il cibo autonomamente. Tuttavia, una volta rilasciati, i
rangers continuano a portargli un supplemento di cibo due volte al giorno; questo
serve a due scopi: permette ai ricercatori di monitorare la salute degli oranghi e
diminuisce la competizione con altri animali selvatici quando il cibo naturale
scarseggia. Il cibo fornito è solo un supplemento all'alimentazione che aiuta gli oranghi
a rimanere in buona salute fisica. La posizione delle piattaforme alimentari è cambiata
regolarmente dai rangers. Nel giorno e mezzo che trascorreremo all’interno del Parco
visiteremo anche i centri di Tanjung Harapan e di Pondok Tanguy che ci consentiranno
incontri ravvicinati con gli orangutan. Pranzi in barca e cene e pernottamento in hotel.
(I klotok sono delle imbarcazioni di legno tradizionali di grandezza variabile con un
ponte superiore coperto, da cui ammirare la natura del Parco. La barca è fornita di
bagno. I pasti saranno cucinati dal cuoco di bordo).

Pernottamento (Rimba Lodge )

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Situato vicino al Parco Nazionale di Tanjung Puting. Tutte le 35 camere di cui dispone il
lodge hanno il bagno privato e l’aria condizionata. Una parte dei profitti del lodge sono
destinati a progetti di conservazione.

Indirizzo: Sungai Sekonyer, Indonesia
Tel.: +62 361 4719383
www.rimbaecolodge.com

5° giorno
Rientro a Kumai per il volo su Semarang, a Giava centrale. trasferimento a
Jogyakarta punto di partenza per visitare i siti archeologici più importanti del paese
(Pangkalan Bun - Semarang, 1 ora di volo; Semarang - Jogyakarta 140 km circa 4 ore
di strada asfaltata)

Dopo la colazione, rientro in barca a Kumai e proseguimento per l’aeroporto di
Pangkalan Bun per il volo diretto a Semarang. Al nostro arrivo, proseguimento per la
città di Jogyakarta nelle cui vicinanze si trova lo Stupa di Borobudur (42 km dalla
città), il più famoso tra i templi indonesiani, e Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Si
tratta di un enorme tempio buddhista mahayana che risale all’800 d.C., con una base di
123 x 123 metri e un’altezza di 35 metri che poggia su circa 1.600.000 colossali blocchi
di pietra e le sue pareti sono ricoperte da 2.672 bassorilievi di cui più di 1.400 narranti
storie riguardanti Buddha e da 504 statue dedicate a quest'ultimo. La costruzione
cominciò all'incirca nell'800 d.C., si suppone in un periodo tra il 750 e l'830 e fu
commissionata dalla dinastia regnante in quel momento, i Sailendra, all'apice del loro
splendore e potere. Non si sa con precisione se la costruzione iniziò per merito di
sovrani induisti o buddhisti. La scelta del luogo fu attentamente studiata, poiché la
piana in cui si erge ricordava contemporaneamente diversi luoghi sacri per la
popolazione, infatti, poco lontano dal tempio si può trovare una confluenza di due
fiumi che ricorda quella dei fiumi Gange e Yamuna considerata sacra in molte culture;
inoltre sullo sfondo del paesaggio si può notare una catena montuosa che ha alcuni
tratti concordanti con il profilo dell'Himalaya, la catena montuosa sacra anch'essa per
molte culture. L'architetto che la progettò fu Gunadharma, il quale fu assistito da alcuni
monaci particolarmente saggi in ogni genere di disciplina, provenienti da tutte le parti
del mondo; il monumento risente, infatti, d’influenze indiane, persiane e anche
babilonesi e richiese la manodopera di più di 10.000 persone per circa settantacinque
anni e finì poco prima della fine della dinastia di Mataram. L'attività di questo tempio

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durò poco perché una serie di cataclismi naturali costrinse i residenti ad abbandonare
la zona. Infatti, in seguito ad un’eruzione vulcanica (si suppone poco dopo l'anno mille)
il tempio fu completamente sommerso dai detriti, sui quali crebbe una fitta
vegetazione. Nei secoli successivi iniziò un processo di conversione e nel XV secolo la
popolazione era in maggior parte di culto islamico e quindi nessuno più era interessato
a questo colossale luogo di culto, al punto che se ne perse anche la memoria e rimase
solo nelle tradizioni popolari. Dopo la guerra tra olandesi e inglesi per il possesso
dell'isola, dal 1811 al 1816, essa si trovò sotto il controllo inglese espresso in questo
periodo dal governatore Thomas Stamford Raffles, che era un grande appassionato di
archeologia e di storia locale e anche un collezionista di reperti. Fu proprio lui che,
messo al corrente della leggenda del tempio-montagna decise d'intraprendere una
ricerca che però non portò risultati. Si decise quindi di ingaggiare H.C. Cornellius, un
ricercatore olandese per il ritrovamento e gli furono messi a disposizione 200 uomini.
Cornellis e i suoi uomini impiegarono due mesi d’intensi lavori (scavi e
deforestamento), ma alla fine trovarono ciò che cercavano nei pressi del villaggio di
Bumisegoro e cominciarono a lavorare per riportare tutto alla luce. L'edificio è
strutturato in dieci terrazze (corrispondenti alle dieci fasi del cammino spirituale verso
la perfezione), le quali sono divise in tre gruppi, cosa anche questa non casuale, ma
con un significato ben preciso: rappresentano, infatti, i tre regni del sāmsāra: il primo
livello rappresenta la vita nelle spirali del desiderio ("regno del desiderio" o
kāmadhātu); i cinque livelli quadrati rappresentano la progressiva emancipazione dai
sensi ("regno della forma pura" o rupadhātu) e le ultime tre terrazze circolari
simboleggiano il cammino progressivo verso il definitivo nirvāna, ("regno del senza-
forma" o arūpyadhātu). Arrivati in cima, si può costatare che la struttura si evolve in
una serie di spazi aperti e non più in stretti passaggi. Sulla cima dell'edificio è presente
una serie di stupa. L'intero cammino è caratterizzato dalla presenza costante e ripetuta
di nicchie contenenti statue di Buddha e ogni Buddha è diverso dagli altri. Andando in
senso orario, il devoto buddhista meditava lungo le terrazze successive, ricche di
progressivi insegnamenti, accumulando meriti e liberandosi progressivamente dalla
"mondanità", giungendo infine alla liberazione della sofferenza ovvero al nirvāna,
rappresentato dalla sommità del monumento. Tempo permettendo, prima di arrivare al
nostro hotel, visitiamo il Tempio di Sam Po Kong, la vecchia chiesa di Blenduk e
l’edificio coloniale di Lawang Sewu. Pranzo in ristorante locale, cena e pernottamento
in hotel.

Pernottamento (The Phoenix )
Situato nel cuore di Yogyakarta, il Phoenix è un monumento coloniale del 1918. Offre
una spa, un ristorante e lussuose camere con connessione Wi-Fi gratuita. Le
sistemazioni mescolano arredi asiatici ed europei, e sono dotate di minibar, cassetta di
sicurezza e bagno privato provvisto di doccia con acqua calda.

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Indirizzo: Jl. Jend. Sudirman No.9, 55233, Indonesia
Tel: +62 274 566617
www.accorhotels.com

6° giorno
Visita del Kraton di Jogyakarta, il Palazzo del Sultano. Nel pomeriggio,
raggiungiamo lo Stupa di Borobudur, Patrimonio UNESCO (Jogyakarta - Magelang.
56 km circa 2 ore)

La nostra giornata inizia con la visita del kraton – uno splendido esempio di
architettura di corte javanese – situato nel cuore della zona vecchia della città di
Jogyakarta. La costruzione del palazzo cominciò nel 1755 e continuò per quasi
quarant’anni, durante il regno di Hamengkubuwono I. Fu pensato come
rappresentazione in miniatura del cosmo javanese; ogni entrata, cortile, albero, ha un
significato simbolico. Venticinquemila persone vivono ancora all’interno delle sue mura,
dove si trovano un mercato, negozi, scuole e moschee. Nel gruppo di edifici più interno
vive ancora il sultano e la tradizione è così sentita che gli inservienti che si occupano
del palazzo indossano ancora l’antico abito javanese. Cuore del kraton è la sala dei
ricevimenti, la Bangsla Keniana (padiglione dorato), dal soffitto riccamente decorato e
con massicce colonne di tek intagliato. La maggior parte del palazzo è oggi adibita a
museo. Proseguiamo le nostre visite con il complesso di Taman Sari, conosciuto
durante il regime coloniale olandese come ‘castello d’acqua’. Era un tempo, uno
splendido giardino reale, nato appunto per il suo diletto. Costruito alla metà del XVIII
secolo, ha rivestito diverse funzioni, come luogo di riposo, centro di meditazione,
laboratorio e nascondiglio. Era composto di quattro aree distinte: un grande lago
artificiale con isole e padiglioni a ovest, un complesso balneare nel centro, un insieme
di padiglioni e piscine a sud e un piccolo lago a EST oggi, il complesso balneare
centrale è quello meglio conservato. Il nome Taman Sari deriva dalle parole javanesi
taman che significa ‘giardino’ o ‘parco’ e sari che significa ‘bello’ o ‘fiori’. Jogyakarta è
famosa come centro di produzione del batik che rientra nel Patrimonio dell’Umanità
dell’UNESCO. Il batik è una tecnica usata per colorare i tessuti a riserva, mediante la
copertura delle zone che non si vogliono tinte tramite cera o altri materiali
impermeabilizzanti: argilla, resina, paste vegetali, amido. Il termine deriva dalle parole
indonesiane amba (scrivere) e titik (punto, goccia), col significato ciò che si disegna,
l'azione dell'artista per realizzarlo è detta membatik. Non si conosce il momento della
scoperta delle tecniche di tintura a riserva, che probabilmente nascono da errori

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 12
casuali nella tintura dei tessuti, dove macchie di grasso o di cera impediscono al colore
del bagno di tintura di penetrare o in quella delle matasse dove i lacci legati troppo
stretti lasciano delle righe non tinte sul filato. I primi ritrovamenti di frammenti di lino
provengono dall'Egitto e risalgono al IV secolo, sono bende per le mummie che erano
imbevute di cera poi graffiata con uno stilo appuntito, tinte con una mistura di sangue
e cenere erano lavate con acqua calda per eliminare la cera. In Asia questa tecnica era
praticata in Cina, durante la dinastia T'ang (618-907), in India e in Giappone, nel
periodo Nara (645-794). In Africa era originariamente praticato dalle tribù Yoruba in
Nigeria, Soninke e Wolof in Senegal. Strettamente legato in Indonesia all'uso in
cerimonie rituali ad altre tecniche a riserva come l'ikat e il plangi (Giava, Bali), ha
raggiunto grande raffinatezza tecnica ed ha elaborato una complessa iconografia.
Dopo il pranzo, raggiungiamo la cittadina di Magelang, nei cui pressi sorge il famoso
Tempio di Borobudur. Visita anche del Tempio di Mendut, a circa 3 km da Borobudur
che, a prima vista può apparire piccolo e insignificante in confronto all’altro, ma
conserva la statua più grandiosa che si possa ancora vedere nella sua posizione
originaria in tutta Java. L’incredibile statua del Buddha alta 3 metri è fiancheggiata da
due bodhissattva: Lokesvara e Vairapana. La statua è particolare anche per la sua
insolita posizione: siede, infatti, alla maniera occidentale, con entrambi i piedi
appoggiati a terra. Il Tempio fu scoperto nel 1836 e in seguito restaurato.
Pranzo in ristorante locale, cena e pernottamento in hotel.

Pernottamento (The Phoenix )

7° giorno
Visita di Solo che compete con Yogyakarta come centro della cultura giavanese: il
mercato delle pulci e i templi di Sukuh e Ceto (Jogyakarta - Solo, circa 65 km)

Surakarta, spesso chiamata Solo e meno comunemente Sala, è una città del centro
dell’isola di Giava con una popolazione di circa mezzo milione di persone. Con
Yogyakarta, da cui dista 65 km, condivide il passato storico di sede del grande impero
Mataram. Fino al 1744, Solo era poco più di un villaggio, 10 km a est di Kartasur, la
capitale del regno di Mataram. In quell’anno il re Mataram, Pakubuwono II, si appoggiò
ai cinesi per contrastare gli olandesi, ma come risultato la capitale fu saccheggiata. Il re
quindi cercò un altro luogo più propizio per ricostruire la sua capitale e nel 1745 l’intera
corte fu smantellata e trasportata con una grande processione a Surakarta, sulle rive
del fiume Solo. Nel 1757 il regno di Mataram fu diviso nel Sultanato di Surakarta (corte
settentrionale) e nel Sultanato di Yogyakarta (corte meridionale) e un’altra casa reale
rivale, Mangkunegoro fu fondata da Raden Mas Said, giusto nel centro di Solo. Questo
fu il risultato della politica olandese del divide et impera, nelle Indie Orientali. Le case
reali di Solo, smisero di combattere e spesero le loro energie nelle arti, sviluppando una
cultura di corte molto ricercata. Visita del palazzo reale. Nelle vicinanze del palazzo, si
trova il mercato delle pulci di Solo (Pasar Triwindu). Lasciamo Solo per immergerci
nella campagna circostante e scoprire il Candi Sukuh (tempio) che dista 36 km dalla
città di Surakarta. Si tratta di un tempio giavanese-induista che risale al XV secolo,
situato sulle pendici occidentali del monte Lawu, sul confine tra le province di Giava
centrale e orientale. I bassorilievi del tempio sono diversi da quelli degli altri templi e i
temi sviluppati sono la vita prima della nascita e l’educazione sessuale. L’edificio

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principale è una struttura a piramide con bassorilievi e statue nella parte frontale,
incluse tre tartarughe con il carapace piatto e una figura maschile che tiene in mano il
suo pene. Un lingga di quasi due metri con quattro testicoli è una delle statue che è
stata collocata nel Museo Nazionale. Nel XV secolo la religione e l’arte si allontanarono
dai precetti induisti che avevano influenzato lo stile dei templi dall’VIII al X secolo.
Questo fu l’ultimo tempio importante costruito a Giava prima che la corte reale si
convertisse all’Islam nel XVI secolo. Per gli storici è difficile interpretare il significato dei
bassorilievi a causa della mancanza di testimonianze sulle cerimonie e credenze
dell’epoca. Il fondatore di Candi Sukuh riteneva che le pendici del monte Lawu fossero
un luogo sacro per venerare gli antenati e gli spiriti della natura e per osservare i culti
della fertilità. Il monumento fu costruito nel 1437 durante il Regno Majapahit. Nel XIX
secolo, il tempio versava in pessime condizioni causate da atti di vandalismo che si
erano accaniti soprattutto verso le statue o i bassorilievi raffiguranti scene erotiche,
molto probabilmente dovute all’invasione islamica. Merita una visita anche il Candi
Ceto che risale allo stesso periodo del Candi Sukuh e anch’esso combina elementi dello
shivaismo e del culto della fertilità, ma è di maggiori dimensioni, articolato su una serie
di terrazze che salgono fino alla collina. Insieme a Sukuh è considerato tra i templi più
antichi di Giava, sorti quando già l’Islam si stava diffondendo in tutta l’isola. Nei dintorni
dei templi, si trovano diverse piantagioni di tè, introdotte dalla dominazione olandese.
Il terreno dove ci sono le piantagioni ha un’altitudine cha varia dagli 800 ai 1000 m
sopra il livello del mare, aspetto che conferisce al luogo un clima fresco e ideale.
Pranzo in ristorante locale, cena e pernottamento in hotel.

Pernottamento (Rumah Batu )
In tipico stile javanese, questo resort dispone di una piscina, di una SPA e di spazi
comuni confortevoli ed eleganti. Il giardino in cui è immersa la struttura offre la
possibilità di rilassarvi in un luogo silenzioso e piacevole. Le camere dispongono di
bagno privato, TV, coffee/tea maker e wifi.

Indirizzo: Rumah Batu Villa & Spa Jl Ovensari Raya No.8, Central Java, Indonesia
Tel: +62 (0)271-623443
www.rumahbatusolo.com

8° giorno
Ritorno a Yogyakarta. Visita del Tempio di Prambanan, Patrimonio Mondiale
dell'UNESCO.

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 14
Rientro a Yogyakarta, con sosta al famoso complesso di templi induisti di Prambanan.
Fu costruito nell’850 d.C. da Raki Pikatan, secondo re della dinastia Mataram. Sorge
poco lontano dal colossale tempio buddhista di Borobudur, costruito pochi anni prima
dalla dinastia precedente, i Sailendra. I due templi sono spesso accomunati per zona e
periodo storico, ma presentano differenze strutturali enormi e si potrebbe anche dire
che sono l'esatto opposto, visto che Borobudur è sviluppato in orizzontale e ha un
aspetto massiccio, mentre Prambanan si sviluppa verso l'alto e possiede una forma
slanciata. Entrambi questi monumenti sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità
dall'UNESCO nel 1991. Si calcola che in origine il complesso fosse composto di ben 232
templi, ma in seguito si scoprì che molti di questi in realtà non erano templi ma
mausolei di antichi re. A metà del 1600 un terremoto devastante rovinò parte delle
strutture e la prima ricostruzione dei templi principali iniziò nel 1918 per terminare nel
1953 tuttavia, nel 2006 un nuovo terremoto colpì l'isola di Giava e danneggiò
nuovamente le costruzioni, anche se con danni di lieve entità. Il complesso conta
diversi templi, ma i più famosi sono i tre principali dedicati rispettivamente a Brahma,
Vishnu e Shiva che spiccano in mezzo a tutti gli altri che vanno a formare una specie di
corte. Il tempio di Shiva è alto 47 metri e la sua pianta ricorda molto quella del
precedente Borobudur. Infatti, anche qui la struttura è divisa in livelli. Al primo dei sei
livelli i bassorilievi molto elaborati, raccontano la storia del Ramayana. All'interno del
tempio vi è una camera più grande (chiamata camera principale) e percorrendo la
scalinata est si può ammirare la statua di un bellissimo fiore di loto con al suo interno il
dio Shiva dotato di quattro braccia. Nelle celle attigue alla principale ci sono diversi
personaggi legati a Shiva: c'è il suo maestro Agastya, in un'altra c'è Durga, la consorte
di Shiva, e infine il figlio di Shiva, Ganesh, caratterizzato dalle fattezze zoomorfe che
comprendono elementi umani e altri animali (elefante). Il tempio dedicato al dio
Brahma è più piccolo di dimensioni rispetto a quello di Shiva, ma ne ricalca la struttura
e le forme di arte. Al suo interno vi è una notevole statua del dio raffigurato con
quattro teste, e sulle pareti sono anche qui presenti un gran numero di bassorilievi
raffiguranti le parti finali del Ramayana. Il tempio di Vishnu è molto simile a quello di
Brahma e presenta una statua del dio con quattro braccia nella stanza principale e
bassorilievi sulle pareti. I bassorilievi riproducono in immagini la storia di Krishna, una
divinità-eroe la cui vita è narrata nel poema epico Mahabharata.
Pranzo in ristorante locale, cena e pernottamento in hotel.

Pernottamento (The Phoenix )

9° giorno
Volo per Surabaya, nell'est di Giava. Proseguimento per il Monte Bromo (Jogyakarta
- Surabaya, circa 1 ora di volo; Surabaya - Bromo, 139 km, circa 4 ore di macchina)

Il mattino presto, volo per Surabaya, nell’est dell’isola di Giava. Proseguimento per il
Monte Bromo, un vulcano attivo di 2.329 metri. E’ situato nel Parco Nazionale di
Bromo-Tengger-Semeru (nomi dei tre vulcani all’interno del parco). Rispetto ad altre
vette importanti di Giava, il Gunung Bromo è relativamente alto, tuttavia la sua
bellezza non risiede tanto nelle dimensioni imponenti quanto piuttosto nella sua
ubicazione. Sorto dalle profondità dell’antica caldera del Tengger, il Gunung Bromo è

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uno dei tre vulcani emersi da questo vasto cratere dal diametro di 10 km.
Fiancheggiato dalle cime del Kursi (2.581 m) e del Batok (2.440 m), il cono fumante del
Gunung Bromo svetta su un mare di ceneri e di sabbie vulcaniche, circondato dalle
imponenti pareti rocciose del cratere. Il vicino Gunung Semeru (3676 m), la montagna
più alta di Giava nonché uno dei suoi vulcani più attivi, svetta sul panorama
circostante. Le pendici dei vulcani sono coltivate dai contadini tenggeresi, la cui storia
risale al Regno di Majapahit, scappati dalle loro terre per sfuggire a un’eruzione del
Monte Merapie alla diffusione dell’Islam. Oggi sono l’unico gruppo d’induisti rimasti a
Giava. Dopo avere ammirato il Monte Bromo e i vulcani che si ergono nelle sue
vicinanze, non sorprende sapere che sono molte i miti e le leggende nati attorno ad
esso, come quella secondo cui il cratere del Gunung Tegger sarebbe stato scavato con
mezza noce di cocco da un orco pazzamente innamorato di una bellissima principessa.
Il Bromo riveste anche un particolare significato religioso per i tenge. Essi ritengono
che il Bromo appartenesse un tempo al regno del re Joko Seger e della regina Roro
Anteng che, non potendo avere figli, implorarono il dio del vulcano di concedere loro
un erede. La divinità li accontentò con ben 25 figli, ma in cambio chiese che il più
giovane, un bellissimo ragazzo di nome Dian Kusuma, fosse immolato sul rogo. La
regina rifiutò di mantenere la promessa, ma il giovane Dian si sacrificò
coraggiosamente per salvare il regno. Per placare la montagna ogni anno si tiene la
festa di Kesada, nel corso della quale i tenge locali salgono sul Bromo per offrire al
cratere del vulcano ortaggi, polli e denaro.
Pranzo in ristorante locale. Cena libera e pernottamento in hotel.
(la cena è lasciata libera perché l’hotel dove si pernotta non prevede menù per i
gruppi).

Pernottamento (Jiwa Java Bromo )
Questa struttura abbina la bellezza e il fascino con la comodità. Situato a 2.000 metri
dal livello del mare, rispetta pienamente la natura che lo circonda: infatti utilizza una
politica di taglio degli alberi e gestione dei rifiuti sostenibile e cerca di ridurre al
minimo le impronte di carbonio. Tutto il cibo offerto è prodotto a livello locale ed è
biologico.

Indirizzo: Jalan Raya Bromo, Wonotoro, Sukapura, Probolinggo
Tel: + 62 335 541 193
www.jiwajawa.com

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 16
10° giorno

Prima dell'alba avvicinamento al punto panoramico Monte Pananjakan sul bordo del
cratere Tengger per ammirare l'alba sui tre vulcani. Salita del Monte Bromo. Volo per
Makassar sull'isola di Sulawesi (Surabaya - Makassar, 1 ora e mezzo di volo)

Prima dell’alba, i fuoristrada 4x4 ci porteranno nel luogo panoramico del Monte
Pananjakan (2,750 m) sul bordo della caldera di Tengger per ammirare il sorgere del
sole con lo sfondo dei coni vulcanici di Bromo e Semeru. La vista è spettacolare anche
perché molto spesso l’intera valle è ricoperta da una spessa coltre di nuvole basse che
donano al paesaggio un’atmosfera quasi surreale. Rientro in hotel per la colazione.
Proseguimento per il mare di sabbia dove sorge il Monte Bromo. Per raggiungere il
bordo del cratere è necessario percorrere un tratto a piedi (o a cavallo) e poi salire 245
gradini. dal cratere è possibile vedere l’attività vulcanica. In mattinata, trasferimento
all’aeroporto in tempo utile per il volo per Makassar. Trasferimento in hotel. Pranzo in
ristorante locale, cena libera e pernottamento in hotel.

Pernottamento (Hotel Aston )
Situato a 15 minuti a piedi dalla spiaggia di Losari e da Fort Rotterdam, l'Aston
Makassar Hotel vanta una piscina coperta, un centro benessere e un centro fitness.
Moderne e arredate con mobili in legno scuro, le camere dispongono di una TV a
schermo piatto, di un set per tè e caffè, di un minibar e di un bagno privato con set
di cortesia.

Indirizzo: Jalan Sultan Hasanuddin No.10, 90111, Indonesia
Tel: +62 411 3623222
www.astonhotelsinternational.com

11° giorno
Proseguimento per Rantepao, la terra dei toraja (Makassar - Palopo circa 45 min di
volo. Palopo - Rantepao km 65 circa 2 ore e 30 di strada)

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Makassar è la capitale del Sulawesi Sud, e la più grande città dell’isola. A partire dal XVI
secolo, Makassar fu il centro commerciale dominante dell’Indonesia orientale. I re
makassaresi mantennero una politica di libero scambio, insistendo sul diritto di
qualsiasi visitatore di fare affari nella città e rifiutando il tentativo degli olandesi di
stabilire un monopolio su di essa. In passato la penisola sud-occidentale era divisa in
numerosi piccoli regni, i più potenti dei quali erano quello makassarese di Gowa e
quello bugis di Bone. Il commercio delle spezie era preminente nella storia di Sulawesi
e comportò frequenti dispute tra i nativi e le potenze straniere per il suo controllo
durante il periodo pre-coloniale e coloniale, quando le spezie erano molto ricercate in
occidente. I primi europei a stabilirvisi furono i marinai portoghesi che, quando
arrivarono a Makassar, trovarono un fiorente porto cosmopolita dove, cinesi, arabi,
indiani, siamesi, giavanesi e malesi venivano a scambiare i loro prodotti di metallo e i
tessuti con perle, oro, rame, canfora e spezie (noce moscata, chiodi di garofano e
macis) provenienti dall’interno e dalle vicine isole di Maluku. L’arrivo degli olandesi nel
XVII secolo alterò drammaticamente gli equilibri. Il loro primo obiettivo, fu quello di
stabilire l’egemonia sul commercio delle spezie, conquistando il forte di Makassar nel
1667, che ricostruirono e rinominarono come Forte Rotterdam. Da questa base
riuscirono a distruggere le roccaforti del Sultano di Gowa e così il regno di Bone
divenne lo stato più importante di Sulawesi Sud. Le ribellioni bugis e makassaresi
furono definitivamente soffocate nel 1905-1906. Da Makassar ci trasferiamo nella
regione di Tana Toraja, attraversando i tipici villaggi bugis, con le particolari case su
palafitte. Lungo la strade e prima di arrivare a Pare-Pare, deviazione per andare a
visitare le Lenggang Caves, dove si trovano dei dipinti parietali molto interessanti.
Pranzo a Pare-Pare, un piccolo porto situato a 155 km da Makassar. Nel tardo
pomeriggio, arrivo a Rantepao.
Pranzo in ristorante locale, cena e pernottamento in hotel.

Pernottamento (Heritage Toraja Hotel )
Il Toraja Heritage Hotel segue lo stile architettonico tradizionale delle abitazioni toraja.
È fornito di una piscina, una SPA e un centro fitness. Le 134 camere sono dotate di tutti
i comfort necessari: bagno privato, TV e wifi.

Indirizzo: Jl. Ke'te' Kesu' PO Box 80, 91834, Indonesia
Tel: +62 423 21192
www.toraja-heritage.com

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 18
12° e 13° giorno
Due intere giornate dedicate alla scoperta dei villaggi e della cultura dei Toraja

Due intere giornate dedicate alla scoperta dei villaggi e della cultura dei Toraja. Sono
un gruppo etnico indigeno che abita la regione montuosa di Sulawesi sud. La maggior
parte di loro sono cristiani, altri musulmani e il resto della popolazione conserva delle
credenze animiste conosciute come aluk (la via). Il governo indonesiano riconosce
queste credenze animiste come Aluk To Dolo (la Via degli Antenati). La parola Toraja
proviene dalla lingua Bugis, to riaja che significa “gente dell’altopiano” e il governo
coloniale olandese li denominò Toraja nel 1909. Sono conosciuti per i loro elaborati riti
funebri, per i luoghi di sepoltura scavati nelle pareti rocciose, per le case tradizionali
con i tetti appuntiti conosciute come tongkonan e per i colorati oggetti di legno
intagliati. I riti funebri sono importanti eventi sociali ai quali partecipano centinaia di
persone e che durano diversi giorni. Si crede, infatti, che in assenza di adeguati riti
funebri, lo spirito del defunto procurerà disgrazie alla sua famiglia. I sacrifici, le
cerimonie e le feste funebri hanno anche lo scopo di impressionare gli dei.
Generalmente sono celebrati due funerali, uno subito dopo la morte e un altro più
elaborato dopo che è trascorso un periodo di tempo sufficiente per accumulare il
denaro e il bestiame necessario, nonché convocare i parenti che abitano lontano. Prima
del secondo funerale la salma resta in casa. I Toraja credono che gli animali seguano i
loro padroni nel mondo ultraterreno ed è questa la ragione per cui sono sacrificati
durante i funerali. Più importante è il defunto, più alto il numero di bufali che si devono
sacrificare. Oltre al sacrificio di animali, le cerimonie funebri prevedono l’esecuzione di
una canzone e una danza tradizionale detta mabadong. Si tratta di una
rappresentazione del ciclo della vita umana e della storia personale del defunto. I
Toraja credono che sia possibile portare i propri averi nell’aldilà e quindi i defunti
vengono generalmente sepolti con molti oggetti di valore. Poiché in passato tale
usanza aveva portato al diffondersi della profanazione delle tombe, i Toraja
cominciarono a nascondere i loro morti nelle caverne o dentro nicchie scavate nelle
pareti rocciose. Le bare erano poste in fondo alla caverna e fuori, adagiati sulle
balconate della parete rocciosa, sono visibili, i tau tau, effigi di legno dei defunti a
grandezza naturale, che si possono ammirare anche oggi. Una delle prime cose che si
notano a Tana Toraja è la grandezza e imponenza delle tongkonan, le case tradizionali
che ricordano l’autorità delle antiche famiglie nobili, i cui discendenti detengono il
diritto esclusivo di costruirle. Esse simboleggiano anche l’unità del clan, è il luogo, dove
si riunisce la famiglia e non può essere comprata né venduta. Le case sono tutte rivolte
verso nord e Tana Toraja è uno dei pochi luoghi, dove ancora si costruiscono. Il tetto,
rialzato alle estremità, è l’aspetto che più colpisce nelle case Toraja. Queste imponenti
strutture sono costruite senza fare uso di chiodi: le travi sono incastrate tra loro e
sorrette da grandi pali decorati con vere corna di bufalo. Maggiore è il numero di
corna, più alto è il rango della famiglia. Le case hanno sempre di fronte una fila di
magazzini per il riso, ciascuno dei quali con una stanza rialzata dal suolo e sorretta da
quattro colonne lisce di legno che sono levigate per impedire ai ratti di arrampicarsi.
Per esprimere concetti sociali e religiosi, i Toraja intagliano il legno, chiamandolo
Pa’ssura (la scrittura). Ogni lavoro riceve un nome speciale e i motivi comuni sono
animali e piante che simboleggiano alcune virtù. Per esempio, le piante e gli animali

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acquatici, come i granchi, i girini e le erbe che crescono in acqua, simboleggiano la
fertilità. La regolarità e l’ordine sono aspetti comuni nei lavori su legno dei Toraja, così
come i disegni astratti e geometrici. La natura è frequentemente utilizzata come base
per gli ornamenti Toraja, poiché vi si trovano diversi esempi di astrazioni e geometrie.
Pranzi in ristoranti locali. Cene e pernottamento in hotel.

Pernottamento (Heritage Toraja Hotel )

14° giorno
Partenza da Rantepao verso sud per raggiungere la cittadina di Sengkang (Rantepao
- Sengkang, circa 180 km)

Dopo la colazione, partenza per la città di Sengkang. Lungo la strada, splendidi
panorami delle montagne di Bambapuan. Tempo permettendo, sosta nel villaggio di
Soppeng per vedere l’enorme albero dei pipistrelli. Sengkang è famosa per la
lavorazione della seta (sutera). Escursione in barca motorizzata nel lago Tempe,
grande e poco profondo, circondato da paludi, con case galleggianti e popolato da
molti uccelli. I geologi ritengono che un tempo fosse un golfo che separava la parte
meridionale di Toraja dal resto di Sulawesi Sud. Quando i due territori si unirono, il
golfo scomparve ed è opinione diffusa che in futuro anche al lago toccherà la stessa
sorte. Pranzo in ristorante locale. Cena e pernottamento in hotel.

Pernottamento (Hotel BBC )
Hotel semplice e comunque il migliore di Sengkang. La palazzina è anonima, ma le
camere sono semplici ma moderne e dotate di bagno privato e aria condizionata.

Indirizzo: Jl. Andi Pallawarukka, Maddukelleng, 90914, Indonesia
Tel: +62 485 21363

15° giorno
Partenza per Bira, lungo la costa (Sengkang - Bira, circa 200 km)

Dopo la colazione, partenza per la costa sud dell’isola, fino a raggiungere la zona di
Pantai Bira. La pesca, la costruzione d’imbarcazioni e la tessitura sono le principali
attività commerciali del luogo, ma le splendide spiagge di sabbia bianca che
contornano questo tratto di costa sono un’attrazione irresistibile. Le imbarcazioni

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 20
tradizionali in questa zona sono costruite ancora con tecniche molto antiche. I bugis,
popolo di mercanti che trasportano le loro merci da un capo all’altro dell’Indonesia a
bordo di meravigliose golette di legno, sono i navigatori più famosi del paese. sulla
costa meridionale di Sulawesi e del Kalimantan le imbarcazioni bugis sono ancora
costruite usando tecniche e modelli che si tramandano da secoli. A Pantai Bira i
tessitori si riuniscono sotto le case sollevate dal suolo per lavorare e chiacchierare. Il
resto della giornata sarà dedicato al relax, al nuoto, allo snorkeling e all’esplorazione
del villaggio.
Pasti liberi e pernottamento in hotel.
L’hotel Amatoa dispone di tre tipologie di camere: Standard, Deluxe Ocean View e
Super Deluxe Ocean. Le prime due categorie sono simili e cambia solo la vista, mentre
la terza categorie è molto più grande ed ha la vista mare.

Pernottamento (Amatoa Resort )
Situato a soli 3 minuti a piedi dalla spiaggia di sabbia bianca di Bira, l'Amatoa Resort
offre un rifugio tropicale con vista panoramica sull'oceano, piscina all'aperto e bungalow
climatizzati dotati di terrazza privata. Ampi ed eleganti, tutti gli alloggi sono muniti di
opere d'arte, letto a baldacchino con zanzariera, divano-letto, area salotto e bagno
adiacente con doccia e set di cortesia.

Indirizzo: Jalan Pasir Putih No. 6, Sulawesi Selatan 92571, Indonesia
Tel: +62 812-4296-5500
www.amatoaresort.com

16° e 17° giorno
Due giornate dedicate al relax. Escursione all'isola di Liukan nella prima giornata

Due intere giornate dedicate al riposo, ai bagni di mare e allo snorkeling Il primo giorno
con una barca motorizzata andremo a visitare l’Isola di Liukang a poca distanza da
Bira. Qui potremo nuotare, fare snorkeling o prendere il sole. Questa piccola isola è
dominata dalle rocce e ospita due piccoli villaggi che sono abitati dai Bugis da più di
duecento anni. Nell’isola si trovano delle spiagge bianchissime e un’interessante
barriera corallina per le attività marine.

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La seconda giornata sarà dedicata al relax, ai bagni o alle passeggiate in questa
spiaggia fuori dalle rotte turistiche e proprio per questo affascinante. Pasti liberi e
pernottamento in hotel.

Pernottamento (Amatoa Resort )

18° giorno
Trasferimento in aeroporto per il volo per l'Italia via Jakarta (Bira - Makassar, circa
190 km)

Dopo la colazione e prima di dirigerci verso Makassar e tempo permettendo faremo
una sosta nel villaggio di Tana Beru a Bulukumba. Lungo la sua spiaggia sono costruiti i
famosi phinisi, le tradizionali barche in legno, utilizzate sia per il trasporto merci che
passeggeri (anche se la forma cambia in base all’uso). Proseguimento per l’aeroporto
di Makassar, non senza ammirare le saline a Janeponto. Volo per l’Italia via Jakarta.
Proseguimento per l’Italia. Pranzo in ristorante locale. Tempo permettendo, camera a
disposizione a Jakarta prima di prendere il volo per l’Italia. Cena libera e
pernottamento a bordo.

19° giorno
Arrivo a Milano nel primo pomeriggio

L’arrivo a Milano è previsto nel primo pomeriggio.

L'ordine delle visite potrà essere invertito e/o modificato dall’accompagnatore sul posto
se ritenuto necessario e nell’interesse del gruppo.

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 22
•   Orangutan 2. Tombe toraja 3. Spiaggia di Bira

                      TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 23
PRIMA DELLA PARTENZA

BENE A SAPERSI
VOLI
I Voli di linea scelti per questo itinerario sono operati dalla compagnia di
bandiera TURKISH AIRLINES, «Widen your world». ll programma di viaggio è stato
elaborato in base agli orari attuali del vettore. Segnaliamo che sono possibili eventuali
cambiamenti di orari e aeromobili non dipendenti dalla nostra volontà e che potrebbero
determinare modifiche all’itinerario di viaggio. Segnaliamo anche che, per motivi
operativi e di disponibilità, potrebbe essere necessario utilizzare un’altra compagnia
aerea, garantendo sempre voli di linea IATA.
Il volo di linea Italia/ Jakarta non è diretto (non esistono voli di linea diretti dall’Italia), ma
si effettua uno scalo con cambio di aeromobile nel nuovo aeroporto di ISTANBUL, base
operativa e hub del vettore.
I voli Turkish Airlines partono giornalmente sia da Roma Fiumicino che da Milano
Malpensa, ma spesso vengono inseriti anche voli da altri aeroporti italiani.
Solitamente i voli dall’Italia partono nel tardo pomeriggio/sera, così da poter
raggiungere l’aeroporto in tutta comodità. L’arrivo a Jakarta avviene sempre nel tardo
pomeriggio/sera del giorno successivo la partenza. Il volo per Jakarta parte circa due
ore dopo il nostro atterraggio a Istanbul, tempo necessario per effettuare il cambio
aeromobile e il transito senza affanno e senza rischiare di perdere la coincidenza.
Per vostra opportuna conoscenza le ore effettive di volo con partenza da Milano sono le
seguenti:

Milano-Istanbul 3 ore di volo
Istanbul-Jakarta 11.30 di volo

I voli vengono operati sulla tratta Milano/Roma–Istanbul con aeromobili AIRBUS, con
una capacità di trasporto di oltre 180 posti.
Il volo Istanbul-Jakarta viene operato con aeromobile BOEING 777-300ER di lungo
raggio, con una capacità di oltre 300 posti.
La cabina è configurata di entrambi gli aeromobili è configurata in due classi: Business
ed Economy.
-La classe Business è di ottimo livello ed è famosa per il servizio attento e di qualità. La
poltrona è completamente reclinabile e diventa un vero e proprio letto. (servizi dedicati
e vip lounge incluse negli aeroporti)
-La classe Economy è spaziosa, con seduta ergonomica poggiatesta regolabile e
poggiapiedi. Per ogni posto è previsto uno schermo touchscreen con tutti i sistemi di
intrattenimento in volo.
Sui voli Turkish Airlines in tutte le classi è possibile richiedere servizi accessori tra cui:
web check-in, pasti speciali, preassegnazione del posto, extra bagaglio e assistenze
speciali per disabilità (I servizi vanno richiesti in fase di prenotazione Alcuni di essi
potrebbero essere a pagamento e sono comunque soggetti a riconferma da parte
della compagnia aerea).

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 24
Perché scegliamo TURKISH AIRLINES?
La scegliamo perché è un nostro partner da sempre e gestisce un totale di 322 aeroporti
in 127 paesi, Italia compresa: è la prima compagnia mondiale per numero di aeroporti
serviti. Infatti uno dei suoi slogan è: “We fly to more countries than any other airline”
ovvero: “Voliamo verso più paesi di qualsiasi altra compagnia aerea a livello mondiale”.
Inoltre, oltre ad uno standard generale di qualità, è tra le compagnie aeree che offre una
qualità molto alta anche nella classe Economy.
La Turkish Airlines nasce nel 1933 con soli 5 aerei per arrivare ad oggi con una flotta di
360 aerei con una età media bassissima, è membro della alleanza mondiale Star Alliance
di cui fa parte anche il gruppo Lufthansa (possibile inserimento di carte frequent flyer). È
tra le compagnie più attente a ridurre le proprie emissioni ed è in prima linea
nell'efficienza dei consumi, con una politica di rinnovo della flotta, miglioramenti nelle
procedure operative di volo e partecipazione di rigidi protocolli internazionali per la
riduzione della Co2.

VOLI INTERNI
Questo programma potrebbe includere l’utilizzo di compagnie aeree che compaiono
nell’elenco dei vettori aerei soggetti a divieto operativo nell’Unione europea. Si tratta di
un elenco redatto dalle autorità dell'aviazione civile degli Stati membri dell’Unione che
sono abilitate a ispezionare soltanto i vettori aerei di compagnie che volano da/verso
aeroporti dell’Unione. Dato il carattere aleatorio di tali controlli, effettuati a caso, non è
possibile esaminare tutti gli aeromobili che atterrano in ogni aeroporto dell’Unione. Se
una compagnia aerea non figura nell’elenco comunitario non significa quindi
automaticamente che essa soddisfi i criteri di sicurezza vigenti; analogamente una
compagnia aerea che non atterra nel territorio comunitario potrebbe soddisfare tutti i
criteri di sicurezza vigenti nell’Unione.

MEZZI DI TRASPORTO
I trasferimenti sono previsti con mezzi di trasporto adeguati al numero di partecipanti,
avendo come priorità il distanziamento e il comfort dei passeggeri.
Per un riempimento ottimale dei mezzi, garantendo il giusto distanziamento ed un
equilibrato spazio all’interno del veicolo abbiamo previsto che il gruppo possa avere un
massimo di 16 partecipanti, garantendo quindi alcuni posti liberi anche al massimo
riempimento. Per un corretto rapporto qualità/prezzo abbiamo ipotizzato un minimo di
10 partecipanti. In particolare il gruppo avrà la seguente possibile distribuzione:

Fino a 12 partecipanti:

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Da 13 partecipanti:

Da Surabaya al Monte Bromo e ritorno (ca. 30 minuti a tratta) saranno utilizzati mezzi
più piccoli, max 9 persone, gli unici in grado di percorrere la strada.

BAGAGLIO
Il bagaglio deve essere limitato a borsoni morbidi, per un massimo di 15/20 kg, più facili
da stivare a bordo dei mezzi e da imbarcare sui voli interni, con franchigia bagaglio
diversa a seconda della compagnia utilizzata.

SISTEMAZIONI
Questo itinerario include tre isole dell’Indonesia, molto diverse tra di loro, non solo per
quanto riguarda la cultura e il paesaggio, ma anche per il grado di sviluppo raggiunto.
In alcuni luoghi da noi toccati c’è ampia disponibilità di strutture ricettive di tutte le
categorie e in questo caso quelle scelte rispecchiano la nostra esigenza di offrire ai
nostri clienti una buona sistemazione. Tuttavia, in altre zone incluse nel nostro

TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 26
itinerario, la scelta delle strutture ricettive non è così ampia e in questo caso, abbiamo
scelto la migliore struttura disponibile.
L’hotel Borodupur è uno dei migliori hotel a 5 stelle di Jakarta, situato in posizione
strategica nel centro della città, a pochi minuti dalle principali attrazioni turistiche,
un’oasi di pace con un bel giardino tropicale.
L’Ecolodge Rimba, vicino al Parco Nazionale di Tanjung Puting, nella sua semplicità è
davvero speciale, situato in uno dei pochi luoghi rimasti sulla terra dove gli oranghi
possono essere visti in natura, un luogo remoto in posizione unica.
The Phoenix a Yogyakarta è uno storico hotel in stile coloniale, un mix di modernità e
tradizione, centrale, della MGallery by Sofitel, un luogo dove si respira la storia senza
rinunciare alle comodità.
Il Rumah Batu, è un boutique hotel a Solo, semplice, in stile giavanese, con un bel
giardino, silenzioso, piacevole, adatto ad un po’ di relax dopo un’intensa giornata di
visite.
Il Jiwa Jawa Bromo, situato a 2.000 mt di altezza, il migliore in zona, costruito nel
rispetto della natura che lo circonda, è impegnato nella salvaguardia dell’ambiente,
utilizza una politica di taglio degli alberi e gestione dei rifiuti sostenibile e cerca di
ridurre al minimo le impronte di carbonio, il cibo è locale e biologico. Tutto questo
senza rinunciare al confort.
L’Aston a Makassar è in ottima posizione con vista sull’oceano, moderno, con camere
spaziose, silenziose e confortevoli.
L’Heritage Toraja è un hotel situato a 700 mt di altezza, il primo hotel internazionale a
Toraja, e segue lo stile architettonico delle tradizionali case locali, con un enorme tetto
a forma di prua di una nave. All'interno, il resort è arredato secondo i più alti standard
per offrire il perfetto mix di tradizione e comfort. Un hotel caratteristico in una bella
posizione.
Il BBC a Sengkang è un hotel piuttosto anonimo, molto semplice ma comunque il
migliore in zona, sicuramente inferiore alle altre sistemazioni in tour.
Infine l’Amatoa Resort è un piccolo gioiellino con pochissimi bungalow, a pochi passi
dalla spiaggia di Bira, posizionato sulla scogliera a picco sul mare con una bellissima
vista sul mare, e unisce una gestione europea alla tradizionale gentilezza ed ospitalità
orientale. Bungalow essenziali ma spaziosi e confortevoli con accesso diretto al mare. Il
posto ideale per un po’ di relax al termine del tour prima di rientrare in Italia.

PRANZI E CENE
Il tour è in pensione completa dalla prima colazione del terzo giorno alla cena del
quattordicesimo, ad eccezione delle cene del nono e decimo giorno. 3 giorni, dal
quindicesimo al diciassettesimo, sono previsti con trattamento di pernottamento e
prima colazione, dato che un po’ di tempo libero e un po’ di possibilità di scelta
permettono ad ognuno di gestire i tempi in base alle proprie esigenze.
Durante il nostro tour di solito le cene sono previste in hotel, un po’ per comodità e un
po’ a causa della scarsità dell’offerta locale. I pranzi normalmente sono previsti in
“ristorantini locali” senza troppe pretese. Sarà comunque l’occasione per gustare la
cucina locale che è generalmente abbastanza piccante.

GUIDE

                                              TRITTICO INDONESIANO, TRA NATURA E CULTURA | 27
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