TRASFORMARE IL TERRITORIO - L'acqua come elemento fondamentale nella storia economica, sociale e paesaggistica - Uniacque
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Periodico DICEMBRE 2019 di informazione Ambientale, promozione del Territorio e tutela del Paesaggio Anno 4 N°16 TRASFORMARE IL TERRITORIO L’acqua come elemento fondamentale nella storia economica, sociale e paesaggistica IN QUESTO NUMERO: pag 06 RISORSE IDRICHE E CAMBIAMENTI CLIMATICI: la sorgente Nossana pag 30 DOVE NASCE IL BREMBO uno studio del Centro Culturale valle Brembana pag 44 ACQUA E INSEDIAMENTI UMANI una ricerca del compianto prof. Pagani
Questo periodico è associato sommario alla Unione Stampa Periodica Italiana Il tema dell’acqua nella progettazione pag Direttore Responsabile: 4 del Territorio Raffaello Brunasso Editoriale a cura di Paolo Franco Editore: Uniacque SpA Collaboratori Idropotabile Fabio Baio, Claudio Merati, Elena Pezzoli, Ermanno Dolci, Fabio Gatti, Maurizio Greppi, Giorgio Tomasi, Gianni Molinari, RISORSE IDRICHE E Norma Polini, Ivan Bonfanti pag 6 CAMBIAMENTI CLIMATICI: Immagini: Valter Papa (New Free Photo), Tiziana Valetti, la sorgente Nossana Fabio Gatti, Maurizio Greppi e Giorgio Tommasi, A cura di Uniacque spa Fabio Baio, Gianni Molinari Grafica: L’Azzurro GLI SCARICHI: pag Aut. Tribunale di Bergamo 14 stato dell’arte in bergamasca N°26/15 Reg. Stampa del 16/12/15 A cura di ATO pag MTI3 il servizio idrico entra Collaborano alla rivista 24 nell’economia circolare A cura del Laboratorio Ref Ricerche Ufficio Territoriale Regionale pag 13 pag 14
Territorio pag Dove nasce il BREMBO 30 A cura del Centro Storico Culturale Valle Brembana “Felice Riceputi” pag Il pregio naturalistico 36 della VALLE CAVALLINA A cura del Circolo Culturale Valle Cavallina ACQUA e insediamenti umani pag pag 44 33 A cura dell'Università di Bergamo Idrogeologico IL RISCHIO SISMICO pag 52 in provincia di Bergamo A cura di Ermanno Dolci GLI ITINERARI DELL’ACQUA pag 60 di Bergamo Alta A cura di Sebynica pag 37 pag pag 48 65
L'editoriale Il tema dell’acqua nella progettazione del Territorio Prendiamo lo spunto dalla pub- del Territorio abbiamo già scritto blicazione di un articolo del mai su precedenti numeri di Pànta rei, troppo compianto professor Lelio sottolineando proprio la crescente Pagani, prematuramente scompar- spinta sociale e culturale prima so nel 2006, per trattare nuovamen- che ingegneristica ed economica, te l’argomento dell’acqua in simbio- verso soluzioni condivise e soste- si con il suo Territorio (ringraziamo nibili nelle varie declinazioni di l’Università di Bergamo per questa sviluppo. L’acqua al centro delle preziosa collaborazione). Le rifles- strategie di pianificazione ambien- sioni su questo argomento possono tale, come paradigma caratteristi- essere molteplici, sia di tipo cultu- co di nuove forme e modalità di rale che, diciamo così, disciplinare. intervento sull’ecosistema antro- Paolo Franco Come spiega molto bene il profes- pico. Progetti in tal senso, anche Presidente Uniacque sor Pagani nel suo incipit, l’acqua nella nostra provincia, hanno in- è elemento principe delle attività teressato paesaggi fluviali, il risa- umane (urbanistiche, produttive, namento e“restauro” ambientale commerciali, turistiche, ecc.) con (rinaturazione), la valorizzazio- inevitabili ripercussioni di tipo am- ne di impianti e strutture idriche bientale e paesaggistico. “Non v’è all’interno di aree urbane con il centro o nucleo, in montagna, in col- restauro e, a volte, l’effettivo ripri- lina o in pianura, che non riveli un stino di canali e manufatti, o come suo speciale rapporto con l’acqua. In la semplice posa di fontane in questo senso potremmo dire che l’ac- area urbana allo scopo di riquali- qua genera (o comunque concorre ficare e/o riprogettare la fruizione fondamentalmente a generare) gli in- di determinati spazi pubblici. In sediamenti, i centri – scriveva Lelio buona parte si tratta di una nuo- Pagani - Oltre che sulla “electio loci” va “filosofia del governo delle città il rapporto con l’acqua incide media- e dell’ambiente antropico” e delle mente sull’articolazione originaria sue regole. L’acqua si pone quindi dell’impianto insediativo e sui suoi come fulcro di un cambiamento, successivi sviluppi. Solo la recente se non epocale, sicuramente signi- diffusione della rete degli acque- ficativo di un progetto ambientale dotti ha emancipato da tali con- e paesaggistico, nelle more di ri- dizioni di stretta dipendenza”. ferimenti normativi e strumenti Una governance del territo- procedurali innovativi, in grado di rio. Sulla centralità dell’acqua coniugare sostenibilità e forme at- nella gestione e valorizzazione tive di sviluppo socio-economico. 4
Venezia che muore... I recenti fatti allu- e permeabile. Tra i diversi progetti curiosi, la vionali di Venezia – una prima stima dei danni Benthemplein water square: una piazza mul- è stata quantificata in 500 milioni – e le pole- tifunzionale che raccoglie acqua piovana tra- miche politiche e tecnico-ingegneristiche che sformando l’area in sito outdoor. C’è molto da sono seguite, in qualche caso davvero stucche- imparare. voli, ci evidenziano in modo plastico come l’I- Buona lettura. talia sia al centro e non in periferia dei cam- biamenti climatici. Il cosiddetto “fenomeno dell’acqua alta” che ha colpito la città lagunare nella notte tra il 12 e 13 novembre scorso, rima- ne in termini di ampiezza il secondo di sempre dopo la cosiddetta “acqua granda” del 1966. Le cause di questa improvvisa ondata, spiegano gli esperti, sono dovute ad un “vortice di venti che ha assunto una velocità fuori dal comune e ha sospinto grandi masse d’acqua verso la la- La locandina che promuove guna, la marea ha raggiunto i 187 centimetri e la ricerca Uniacque-CNR ha sommerso l’85 per cento della città”. Dalle su microplastiche e batteri parti dell’ente incaricato di prevedere l’innal- antibiotico resistenti zamento delle acque e allertare la cittadinanza (ovvero la sala operativa dell’Autorità portuale) sono costernati: “I nostri modelli non hanno segnalato l’ondata di marea semplicemente perché si è trattato di un evento mai visto da quando facciamo previsioni”. Sott’acqua non vivono solo i pesci… ma, ad esempio, una buona parte dei cittadini olandesi risiede, vive e lavora sotto il livello del mare. Circa 7000 kmq della superficie totale (40000 kmq) dei Paesi Bassi sono sostanzial- mente terre sottratte al mare grazie ad opere di ingegneria idraulica; dighe, dune e canali costituiscono un sistema protettivo e di sicu- rezza. Se, a Venezia, i cambiamenti climatici sono ormai un’ossessione, a Rotterdam, inve- ce, stanno studiando sistemi di “adattamento climatico” in grado di rendere la città meno vulnerabile. Alcuni progetti sono stati effetti- vamente sviluppati, come: l’immagazzinaggio di acqua supplementare è stato combinato con lo sviluppo e la promozione di attività di canotaggio o create delle floating communi- ties (edifici galleggianti): luoghi per esposizio- ni, parchi, fattorie, laboratori tech. La Climate strategy adottata dal comune di Rotterdam si basa su alcune azioni chiave: manutenzione e rafforzamento del sistema difensivo (dune, dighe, stazioni di pompaggio, canali e sistema fognario) e di accumulo, riduzione delle zone pavimentate e aumento della superficie verde 5
Idropotabile La sorgente Nossana è una delle sorgenti più importanti del nord Italia in termini di portata. È situata nella media val Seriana, nelle Prealpi Bergamasche, Andrea Citrini, Corrado Camera, e più precisamente tra i Giovanni Pietro Beretta comuni di Parre e Premolo. Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio”, Milano Il suo studiatissimo bacino idrogeologico copre un’area di Guido Pezzera circa 80 km 2 Geologo freelance RISORSE IDRICHE E CAMBIAMENTI CLIMATICI: la sorgente Nossana Le sorgenti carsiche svolgono un ruolo fondamentale per l’ap- provvigionamento idrico umano a larga scala, sia dal punto di vista strategico sia dal punto di vista delle relazioni socio – economiche (Bakalowicz, 2005). Quantificare e prevedere le portate delle sorgenti è necessario per gestire l’approv- vigionamento idrico nelle aree carsiche, specialmente a fronte degli effetti relativi al cambiamen- to climatico. Infatti, secondo l’In- tergovernmental Panel on Climate Change (IPCC, 2014), la tempera- tura media è destinata a crescere a livello globale lungo tutto il XXI secolo con conseguente aumento delle ondate di calore, dei periodi siccitosi e degli eventi di precipita- zione intensa in molte regioni del mondo. La previsione della rispo- sta a questi cambiamenti dei si- stemi idrogeologici, soprattutto se sfruttati per approvvigionamento potabile, diventa di vitale impor- tanza. 6
L’applicazione di modelli di si- I modelli di circolazione atmo- mulazione del flusso sotterraneo sferica su scala globale (GCM) e Cambiamenti climatici: in ambiente carsico risulta pro- regionale (RCM) forniscono pre- lo studio dei sistemi blematica (Scanlon et al., 2003; visioni riguardanti scenari futuri irdogeologici, soprattutto Worthington, 2009) a causa della di cambiamento climatico a bassa se sfruttati per dualità del sistema, formato da risoluzione (10-100 km) a partire approvvigionamento potabile, una matrice rocciosa fratturata dalla definizione di condizioni va- diventa di vitale importanza. e da un reticolo di condotti am- riabili, come i tassi di crescita del- piamente articolato (Bakalowi- le emissioni di gas serra nel tem- cz, 2005; Ford e Williams, 2007). po. Le serie temporali di variabili Data la doppia natura del sistema, climatiche prodotte da tali modelli è infatti molto difficile definire un possono successivamente essere modello concettuale affidabile. adattate su scala locale (risolu- Tuttavia, se l’obiettivo principale zione puntuale) con il metodo del dello studio riguarda la risposta downscaling statistico. Lo scopo di agli eventi meteorici, si possono questa tecnica è fornire un quadro utilizzare dei modelli a “parame- predittivo delle condizioni locali tri concentrati” (lumped parame- attraverso relazioni statistiche con ter) che legano l’apporto di pre- gli aspetti climatici regionali (in cipitazione alla portata in uscita particolare temperature e precipi- tramite equazioni empiriche. Tali tazioni), mantenendo l'ipotesi che approcci rappresentano una sem- la circolazione atmosferica su lar- plificazione molto spinta del siste- ga scala rimanga costante su scala ma naturale, ma portano con loro locale (Benestad et al., 2008). notevoli vantaggi, come per esem- Questo studio si prefigge due pio la minore richiesta di dati e il obbiettivi principali: simulare, at- minore dispendio computazionale traverso un modello a parametri rispetto ai modelli distribuiti e fi- concentrati (RRAWFLOW), la ri- sicamente basati. Un esempio di sposta della sorgente carsica Nos- un modello a parametri concen- sana alle condizioni climatiche at- trati è Rainfall-Response Aqui- tuali e valutare gli effetti sulle sue fer and Watershed Flow Model portate dei cambiamenti climatici (RRAWFLOW, Long and Mahler, attesi fino al 2100, definiti tramite 2013; Long, 2015), che è un codi- downscaling statistico di Modelli ce che consente di simulare la ri- Regionali Climatici (RCM). sposta delle acque sotterranee di un acquifero carsico avendo come dati di input i valori di precipita- L’AREA DI STUDIO zione e di temperatura (Pinault et La sorgente Nossana è una delle al., 2001; Simoni et al., 2011). sorgenti più importanti del nord 7
Figura 1 Area di studio e bacino idrogeologico della Sorgente Nossana Italia in termini di portata. È si- (Calcare di Esino). Il comporta- tuata nella media val Seriana, nelle mento dell’acquifero è assimilabile Prealpi Bergamasche, e più pre- a quello di un sistema a dreno do- cisamente tra i comuni di Parre e minante (Vigna & Banzato, 2015): Premolo. Il suo studiatissimo ba- alta permeabilità, alte velocità di cino idrogeologico copre un’area deflusso soprattutto nei condotti di circa 80 km2 ed è caratterizzato e assenza/presenza parziale di una da elevate differenze di altitudine. zona freatica. Il punto più alto è la vetta del Piz- zo Arera a 2512 m s.l.m., mentre DATI DISPONIBILI la quota di sbocco si trova a 474 m s.l.m. (Figura 1). La sorgente è ge- La base di dati utilizzata come stita da UniAcque S.p.A. e alimen- input in questo studio è composta ta il principale sistema di distribu- da: zione idrica locale servendo più di • serie giornaliera di dati di porta- 300 mila persone. La sua portata ta in m3/s della sorgente Nossa- annuale media è di 3.77 m3/s, con na dal 1998 al 2018 (UniAcque un’alta variabilità dei suoi estremi S.p.A.); (da 0.55 a 18.00 m3/s). Per soddi- • serie giornaliere di dati di pre- sfare il fabbisogno idrico pubblico, cipitazione (mm) e temperatu- la sorgente deve assicurare una re (°C) dal 1998 al 2018 (ARPA portata di 0.50 m3/s; al di sotto di Lombardia); questa soglia, il sistema di distri- • serie giornaliere di dati di pre- buzione deve ricorrere a differenti cipitazione e temperatura dal risorse, che, normalmente, sono 1950 al 2100 di 9 modelli clima- più costose e difficili da gestire. tici generali (progetto CORDEX Coordinated Regional Climate L’acquifero è impostato intera- Downscaling Experiment - ht- mente in rocce calcaree e calcareo tps://www.cordex.org). – silicoclastiche del medio – tardo I modelli previsionali conside- Triassico, intensamente carsificate rano tre diversi scenari di evolu- 8
zione climatica in quanto dipen- emissioni saranno dimezzate a dono dalle proiezioni riguardanti partire dal 2080; le azioni che si intraprenderanno • Terzo scenario, RCP 8.5: le emis- per diminuire le emissioni di gas sioni continueranno ad aumen- serra (principalmente CO2). Meno tare con un tasso di crescita pari si cambia dal punto di vista delle a quello dei giorni nostri. strategie politico-economiche at- tuali, maggiore sarà l’impatto dei cambiamenti climatici. Gli scenari METODOLOGIA considerati sono quelli definiti dal La prima fase di questo studio Intergovernmental Panel on Clima- è stata quella di simulare il com- te Change all’interno del Fifth As- portamento della sorgente Nos- sessment Report (IPCC, 2014). Essi sana nel periodo osservato (1998 sono definiti come Representative - 2018). Il metodo classico nello Concentration Pathways (RCPs) e studio del comportamento del- valutano gli impatti dei cambia- le sorgenti si focalizza solamente menti climatici sui sistemi econo- sulle curve di recessione dell’idro- mici, sull’ambiente e sulla popola- gramma, ma per comprendere zione globale. complessivamente il comporta- Sono stati considerati 3 modelli mento di questo fenomeno occor- climatici per ogni scenario di emis- re porre l’attenzione anche sulle sione, per un totale di 9 combina- curve ascendenti dell’idrogramma. zioni modello-scenario di emissio- RRAWFLOW permette di simulare ne (Figura 2): l’intero idrogramma. Il codice nu- • Primo scenario, RCP 2.6: le merico utilizza delle curve teori- emissioni saranno dimezzate a che che permettono di riprodurre partire dall’anno 2050; le curve reali di portata così che ad • Secondo scenario, RCP 4.5: le ogni evento di precipitazione (in- Figura 2 Percorsi di concentrazione di gas serra secondo il 5° report di valutazione dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) 9
put) corrisponde una risposta del- buona robustezza e predittività dei Figura 3 la sorgente (output) sotto forma di risultati. a) Metodologia di calcolo della picco di portata (Figura 3). La seconda fase ha previsto l’e- risposta della sorgente (ouput) Si è così effettuata una simula- laborazione dei dati di precipita- alle precipitazioni (input). zione dei dati di portata dal 1998 zione e di temperatura dei modelli b) Simulazione di portata della al 2018 considerando i primi 12 climatici fino all’anno 2100, per sorgente Nossana utilizzando anni (1998 - 2011) come periodo ottenere i dati di input delle simu- i dati di precipitazione e di calibrazione e i successivi di lazioni future. Si è considerata una temperatura dal 1998 al 2018. validazione. Il software restituisce climatologia omogenea per inter- inoltre un coefficiente di efficien- valli di 20 anni, quindi il lasso di za (o di Nash & Sutcliffe (1970)) tempo futuro è stato diviso in 4 in grado di quantificare quanto le periodi: 2021 - 2040, 2041 - 2060, curve simulate si avvicinino alle 2061 - 2080 e 2081 - 2100. Il con- condizioni reali. Questo coeffi- fronto tra le statistiche di ciascun ciente varia tra -∞ e 1, dove con 1 modello tra il periodo di controllo si indica la perfetta sovrapposizio- e i periodi futuri ha permesso di ne della curva simulata con quella generare coefficienti in grado di reale. I risultati ottenuti di 0.50 e dare una stima del cambiamen- 0.51, rispettivamente per il periodo to del trend climatico nel tempo di calibrazione e validazione, avva- (change factors), validi anche a lorano il modello garantendo una scala locale. Tali coefficienti sono 10
stati quindi applicati ai dati osser- combinazione modello-scenario di vati e sono state così ottenute 9 se- emissione (Figura 4). Le simula- Figura 4 rie temporali di dati (una derivante zioni di portate ottenute sono state Esempi di simulazione di da ciascuna combinazione model- analizzate focalizzandosi sull’ap- portate effettuate utilizzando lo-scenario di emissione) per i 4 porto idrico fornito dalle portate come dati di input quelli dei periodi ventennali futuri. medie e sul numero di giorni al di modelli climatici proiettati sotto della soglia di 0.5 m3/s. fino all’anno 2100. Nella La terza ed ultima fase è sta- ta quella di utilizzare le nuove se- figura sono mostrati i risultati rie giornaliere di precipitazioni e RISULTATI di 3 dei 9 modelli considerati, temperature come dati di input in Analizzando i dati per ogni uno per ognuno dei tre RRAWFLOW per ottenere le simu- scenario si può osservare come scenari di severità d’emissione lazioni delle portate della sorgente la media delle portate subisca un di gas serra considerato. Nossana fino al 2100. Sono state ef- decremento consistente (Figura fettuate 9 simulazioni, una per ogni 5). Inoltre, con l’incremento di Figura 5 Distribuzione dei dati di portata media negli intervalli 2021- 2040, 2041-2060, 2061-2080 e 2081-2100 per ognuno degli scenari considerati. Grazie alle linee che indicano gli intervalli entro cui oscillano i dati e il dato osservato (rappresentato dalla linea orizzontale blu) è possibile osservare come variano i dati relativi alla portata media; il simbolo sovrapposto alle linee di distribuzione indica il dato medio per ogni intervallo di tempo. 11
Figura 6 Grafico che mostra la distribuzione dei giorni al di sotto della soglia di 0.5 m3/s negli intervalli 2021- 2040, 2041-2060, 2061-2080 e 2081-2100 per ognuno degli scenari considerati; il simbolo sovrapposto alle linee di distribuzione indica il dato medio per ogni intervallo di tempo. Questo studio ha dimostrato l’analisi statistica ha dimostrato che le portate medie della sorgente Nossana potranno subire significative variazioni legate al cambiamento climatico emissioni di gas serra, le portate subiscono variazioni con intervalli maggiori. Questo significa che, al- lontanandosi dalle condizioni rea- li, le incertezze aumentano. La situazione è inversa quando si analizzano i massimi di portata per ogni scenario, in quanto essi mediamente aumentano rispetto al dato osservato. Questi valori in- dicano un dato puntuale legato ad eventi singoli e quindi può essere forviante se l’obiettivo è indagare la disponibilità idrica nel tempo: i picchi si esauriscono in pochis- simi giorni e non hanno peso sul bilancio complessivo. Infatti ponendo l’attenzione sui giorni al di sotto della soglia di al- lerta (0.5 m3/s), si nota come i va- lori passino dagli attuali 0 giorni per anno ad una media, calcolata considerando tutti gli intervalli, di circa 7 giorni/anno per il primo scenario, 6 giorni/anno per il se- condo e agli 10 giorni/anno per il terzo (Figura 6). Considerando in- 12
fine il massimo numero di giorni tendenza dei risultati ottenuti dal- individuando le direzioni princi- consecutivi al di sotto della soglia la modellazione. pali di flusso e il tempo di inte- si ottengono valori compresi tra Il quadro che si delinea è quello razione acqua-roccia, ma anche una forbice di circa 16 - 50 gior- di un possibile aumento dei giorni la conoscenza della risposta del ni per tutti e tre gli scenari consi- al di sotto della soglia di allerta e sistema dopo un evento estremo. derati, indicando la possibilità in un aumento dei picchi di porta- Questo permetterebbe di affinare media di circa un mese/un mese e ta. È stato inoltre dimostrata una ancora di più il metodo, elevando- mezzo di siccità per ogni interval- tendenza della risorsa idrica nel lo ad una previsione quali - quan- lo di 20 anni. diminuire le portate medie, ma titativa della risorsa. non un esaurimento della stessa CONCLUSIONI in tempi brevi. Questo vantaggio RINGRAZIAMENTI in termini di tempo risulta utile Questo studio ha permesso di per attuare misure che portino a Questo studio è solo parte del- indagare una tra le più complete preservare la risorsa e/o ricercare la ricerca che UniAcque e il Di- serie di dati disponibili di portata e sfruttare risorse nuove ed inte- partimento di Scienze della Terra di una sorgente. L’analisi statistica grative. dell’Università degli Studi di Mi- ha dimostrato che le portate me- Infine migliorando la qualità lano stanno sviluppando in questi die della sorgente Nossana potran- delle previsioni, questo metodo anni in collaborazione con le uni- no subire significative variazioni può essere ulteriormente imple- versità europee di Avignone e di legate al cambiamento climatico; mentato diventando un valido Brema. Alcune parti fondamentali basti pensare che il secondo sce- strumento per la gestione della ri- del lavoro sono il campionamen- nario, quello con maggiore varia- sorsa idrica e per affrontare situa- to e il monitoraggio delle acque bilità fra i tre utilizzati, suggerisce zioni critiche. Inoltre, integrando che sono stati possibili grazie alla che le portate potrebbero variare i dati derivanti da un monitorag- grande disponibilità dell’azienda e tra circa il -33% e il +2%. Quello gio chimico-isotopico, è possibi- dei suoi dipendenti, che oltre l’in- che è importante però non è con- le migliorare non solo il modello dubbia professionalità hanno ag- centrarsi sul dato in sé ma sulla concettuale del sistema acquifero giunto la loro passione. 13
Idropotabile Uniacque S.p.A. a ottobre 2019 gestiva la fognatura di 181 comuni per un totale di 855.714 abitanti e la depurazione di 182 per un totale di 846.406. La gestione in alcuni comuni non è effettuata per tutti e tre i segmenti Norma Polini dell’idrico in modo integrato. Direttore Ato Brgamo GLI SCARICHI: stato dell’arte in bergamasca La relazione presentata alla Commissione VI del Consiglio delle Regione Lombardia, cerca di sintetiz- zare lo stato del servizio di fognatura e depurazione nell’ATO di Bergamo e gli elementi che hanno maggio- re impatto sui corpi idrici superficiali e la loro qualità. Va premesso che attualmente nell’ATO di Bergamo è presente il Gestore unico d’Ambito Uniacque S.p.A. e il gestore slvaguardato Cogeide Spa. Rispetto al totale della popolazione dell’ATO, Uniac- que S.p.A. a ottobre 2019 gestiva il servizio per circa il 76% della popolazione. Cogeide S.p.A. gestisce la fognatura e la depurazio- ne di 16 comuni per una popolazione di 103.285 abi- tanti che rappresenta il 9% del totale. A seguito dell’aggregazione da parte di Uniacque S.p.A. del bacino dell’”isola bergamasca”, restano ad oggi 18 gestioni della fognatura in economia per 7.858 abitanti e 16 gestioni della depurazione in economia per 6.110 abitanti. Uniacque S.p.A. raggiunge il 90% della gestione del territorio bergamasco. Pare opportuno innanzitutto esporre la situazione relativa agli agglomerati in infrazione comunitaria descrivendo gli interventi che sono stati realizzati per sanare le criticità evidenziate dalla Commissione Eu- ropea. Verrà poi valutato l’impatto degli agglomerati ber- gamaschi sui principali corpi idrici superficiali del ter- ritorio e verrà illustrato lo stato della raccolta e depu- razione evidenziando le criticità e le programmazioni definite e da definire nei prossimi quadriennali. 14
Particolare attenzione verrà posta agli sca- alternativa, questo requisito considerato per richi non collettati e verrà fatta una prima i singoli impianti può non essere applicato analisi degli sfioratori che sarà la base per nelle aree sensibili in cui si dimostra che la l’impegno futuro volto a eliminare il loro im- percentuale minima di riduzione del carico patto sui corpi idrici. complessivo in ingresso a tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane in Procedure d’Infrazione quella determinata area è pari almeno al 75% per il fosforo totale e almeno al 75% per l'a- Di seguito si evidenzia la situazione degli zoto totale. agglomerati coinvolti dalle procedure d’In- frazione comunitaria per la non corretta ap- Articolo 10 - Gli Stati membri provvedono plicazione della Direttiva 91/271 /CEE richia- affinché la progettazione, la costruzione, la mando brevemente gli articoli contestati allo gestione e la manutenzione degli impianti di Stato Italiano. trattamento delle acque reflue urbane realiz- zati per ottemperare ai requisiti fissati dalla Articolo 3 - Gli Stati membri provvedono Direttiva siano condotte in modo da garanti- affinché tutti gli agglomerati siano provvisti re prestazioni sufficienti nelle normali condi- di reti fognarie per le acque reflue urbane. zioni climatiche locali. La progettazione degli Laddove la realizzazione di una rete fognaria impianti deve tener conto delle variazioni sta- non sia giustificata o perché non presentereb- gionali di carico. be vantaggi dal punto di vista ambientale o perché comporterebbe costi eccessivi, occor- rerà avvalersi di sistemi individuali o di altri Procedura 2014/2059 – Causa sistemi adeguati che raggiungano lo stesso 668/2019 livello di protezione ambientale. Il 23 settembre 2019 è stato notificato allo Articolo 4 - Gli Stati membri provvedono Stato italiano il ricorso in corte di giustizia affinché le acque reflue urbane che conflui- europea per la procedura 2014/2059 in quan- scono in reti fognarie siano sottoposte, prima to la Repubblica Italiana è venuta meno agli dello scarico, ad un trattamento secondario obblighi ad essa incombenti in forza dell'ar- o ad un trattamento equivalente. Gli scari- ticolo 3, dell'articolo 4, dell'articolo 5 nonché chi di acque reflue urbane in acque situate in dell'articolo 10 della direttiva 91/271, come regioni d'alta montagna dove, a causa delle modificata dal regolamento n. 1137/2008. basse temperature, è difficile effettuare un trattamento biologico efficace, possono esse- re sottoposti ad un trattamento meno spinto, Interventi programmati purché studi dettagliati comprovino che essi Per l’ATO di Bergamo gli agglomerati inte- non avranno ripercussioni negative sull'am- ressati dalla Causa C668/19 risultano essere biente. 5 e per essi la CE ha constatato la presenza Articolo 5- Gli Stati membri provvedono di terminali non depurati o l’inadeguatezza affinché le acque reflue urbane che conflui- degli impianti in termini di insufficiente po- scono in reti fognarie siano sottoposte, prima tenzialità trattata rispetto alla dimensione dello scarico in aree sensibili, ad un tratta- dell’agglomerato venendo meno agli obblighi mento più spinto rispetto al secondario. In degli Articoli 4 e 10 della Direttiva. Codice Nome Fase Infrazione Infrazione Infrazione Infrazione Agglomerato Agglomerato infrazione per art. 3 per art. 4 per art. 5 per art. 10 AG01602401 Bergamo Ricorso no si no si AG01606201 Castelli Calepio Ricorso no si no si AG01614601 Oltre il Colle Ricorso no si no si AG01619501 Schilpario Ricorso no si no si 15
Nel seguito si descrivono AG01606201_Castelli AG01614601_Oltre il gli interventi che sono stati Calepio Colle realizzati dal Gestore d’Am- Per questo agglomerato Per questo agglomerato bito nel corso degli anni 2013 sono stati previsti 3 inter- sono stati previsti 3 inter- – 2019 (primo semestre) venti volti a dismettere due venti per il collettamento di Gli interventi sono stati depuratori di Castelli Cale- 7 terminali non depurati e la approvati con DELIBERA pio con collettamento dei realizzazione dell’impianto CONSIGLIO PROVINCIALE reflui al depuratore brescia- di depurazione. n. 98 del 16/12/2015 di Appro- no di Palazzolo sull’Oglio. Ad oggi sono stati con- vazione dell’Aggiornamento Gli interventi risultavano clusi tutti gli interventi che del Piano d'Ambito dell'ATO tutti conclusi a dicembre collegano i terminali ed è di Bergamo che contiene i 2018. stato realizzato l’impianto di Programmi di Intervento per Con la conclusione delle depurazione. Si tratta di un gli anni 2013 – 2015 (gli anni opere risultano dismessi i impianto biologico della po- 2013 e 2014 erano già stati due impianti sottodimensio- tenzialità di 9.000 AE di tipo approvati con DELIBERA nati di Castelli Calepio ed i tradizionale a fanghi attivi CONSIGLIO PROVINCIALE reflui del comune (tranne la con decantazione secondaria n. 11 del 28/01/2013 - Piano parte di Castel dei Conti de- attraverso sedimentatori a Stralcio del Piano d’Ambito) purata da impianto locale) pianta rettangolare. Il com- e per gli anni 2018 – 2022. sono oggi trattati all’impian- parto biologico si sviluppa su to di Palazzolo sull’Oglio due linee, ognuna in grado di AG01602401_Bergamo che è ubicato nel territorio trattare una portata di refluo Per questo agglomerato dell’ATO di Brescia. equivalente a 4.500 A.E. co- sono stati previsti 2 interventi L’agglomerato impatta di- stituita da vasche in serie di per la dismissione di 3 termi- rettamente sul Fiume Oglio pre-denitrificazione e nitrifi- nali non depuratiche si sono appartenente al medesimo cazione/ossidazione con ri- conclusi a dicembre 2018. Bacino. Gli Abitanti Equi- circolo della miscela areata L’agglomerato impatta sui valenti trattati a seguito de- per la rimozione dell’azoto. 13 corpi idrici tutti apparte- gli interventi realizzati sono Sempre all’interno delle nenti al bacino dell’ADDA. pari a 9.777, corrisponden- suddette vasche viene effet- Gli Abitanti Equivalenti trat- ti al carico dell’agglome- tuata la rimozione del fosfo- tati attraverso gli interventi rato collettato a Palazzolo ro per precipitazione chimi- realizzati sono pari a 614. sull’Oglio. ca attraverso l’aggiunta di 16
reagenti. A valle delle due linee di trattamen- clusi, l’ultimo intervento rimanente si conclu- to biologico è presente una sezione di disin- derà entro dicembre 2019. fezione con ipoclorito di sodio. Il livello di L’agglomerato impatta sul Torrente Brem- trattamento raggiunto dall’impianto è di tipo billa e sul Fiume Brembo. terziario e rispetta la richiesta della Direttiva. In conclusione attraverso il Programma L’agglomerato impatta direttamente sul degli Interventi dal 2013 al 2018 sono stati torrente Val Parina che appartiene al Sotto- programmati 15 interventi per i 5 agglomera- bacino del Brembo ed al Bacino dell’ADDA. ti in infrazione comunitaria che consentono Gli Abitanti Equivalenti trattati a seguito di superare le criticità contestate all’ATO di degli interventi realizzati sono pari a 6.011, corrispondenti al carico dell’agglomerato col- Bergamo nella Causa per un costo totale pari lettato al nuovo impianto. a euro 14.517.967,07 ed un risultato otte- nuto in termini di trattamento pari a 24.926 A.E. serviti attraverso l’eliminazione di 49 AG01619501_Schilpario terminali non depurati e di 2 impianti di de- Per questo agglomerato è stato previsto 1 purazione sottodimensionati. intervento per la chiusura di 8 terminali non Gli interventi sono stati tutti realizzati dal depurati. Gestore d’Ambito Uniacque S.p.A. con la co- L’intervento si è concluso il 28/06/2016. pertura garantita dalla tariffa d’Ambito e da Attraverso l’intervento i terminali sono contributi regionali. stati eliminati ed i reflui del comune di Tutti gli importi indicati si intendono a Schilpario sono stati collettati al nuovo im- pianto di Colere che serve la Valle di Scalve. consuntivo al 30/06/2019. L’agglomerato “Valle di Scalve è oggetto del- la Procedura 2017/2181 che verrà illustrata Fabbisogni ulteriori di seguito. Gli interventi descritti nel precedente L’agglomerato “Schilpario” impatta diret- paragrafo sono risolutivi della procedura tamente sul Torrente Dezzo appartenente al d’Infrazione oggi in fase di Causa, tuttavia Bacino dell’OGLIO. Gli Abitanti Equivalenti si segnalano 5 interventi sui terminali non trattati a seguito degli interventi realizzati depurati o sugli impianti che sono stati pro- sono pari a 3.126, corrispondenti al carico grammati nel PDI e sono già in fase esecu- dell’agglomerato collettato al nuovo impian- tiva e non sono comunque ad oggi oggetto to di Colere. della Causa. Valbrembana AG01624601 Procedura 2017/2181 Per questo agglomerato sono stati previsti 6 interventi per la dismissione di 34 terminali Gli agglomerati interessati dalla procedu- non depurati. 5 interventi sono ad oggi con- ra 2017/2181 per l’ATO di Bergamo sono 4. Infrazione Fase Infrazione per Infrazione Infrazione ID_AG AG_Nome per Note infrazione art. 4 per art. 5 per art. 10 art. 3 Messa in AG01607401 CISANO_BERGAMASCO no si no si mora Messa in AG01607801 VALLE_DI_SCALVE no si no si mora si ma per RL S_GIOVANNI_BIANCO_ Parere Uscito nel AG01618802 no c'è conformità no si PIAZZALUNGA motivato 2019 strutturale Messa in AG01619904 SERINA_VALPIANA-LEPRENO no si no si mora 17
AG01607401 _Cisano Bergamasco AG01619904_Serina_Valpiana- L’intervento previsto per questo agglome- Lepreno rato riguarda la chiusura di 5 terminali non Per questo agglomerato sono presenti 2 depurati con collettamento al depuratore di interventi che permettono di eliminare 1 ter- Cisano Bergamasco Torchio. Il carico collet- minale non depurato con carico maggiore di tato è pari a 885 A.E. La conclusione dei 2.000 A.E. e il collettamento al depuratore di lavori è prevista per il 30/11/2019. Zogno. La chiusura del collettamento è pre- L’agglomerato impatta sul Torrente Sonna vista per il 31/12/2020. appartenente al Bacino dell’ADDA. L’agglomerato impatta sul Fiume Brembo appartenente al Bacino dell’ADDA. AG01607801_Valle di Scalve Interventi programmati Gli interventi programmati e realizzati per questo agglomerato hanno permesso, a Gli interventi programmati nei Programmi partire dal 2009 di realizzare l’intero siste- di Intervento del Piano d’Ambito, PDI 1 2013 ma di collettamento della Valle di Scalve – 2017 e PDI 2 2018 – 2022 hanno permesso che raccoglie i reflui dei comuni di Azzone, di sanare le criticità contestate dalla Commis- Colere, Schilpario e Vilminore di Scalve con sione Europea sia per la Procedura 2014/2059 trattamento all’impianto di Colere. oggi divenuta Causa C668/19, sia per la proce- dura 2017/2181 oggi in fase di Parere Motivato In particolare le opere realizzate nel corso degli anni sono state 4 e hanno permesso la chiusura di 11 terminali e la realizzazione Fabbisogni ulteriori del depuratore che serve la Valle di Scalve. Gli ulteriori fabbisogni da programmare Restano da concludere interventi minori nel prossimo PDI legati ad eventuali criticità che dismetteranno 2 terminali ancora pre- nel settore fognatura/depurazione saranno senti. sostanzialmente dovuti a: Si fa notare che il principale terminale di • potenziamento di impianti sottodimen- Azzone è stato collettato da Uniacque nel sionati rispetto all’agglomerato, settembre 2019 a seguito della presa in ca- • dismissione di impianti non in grado di rico della gestione che ha consentito al ge- rispettare i limiti allo scarico con colletta- store d’Ambito di poter intervenire sulle reti mento ad altri impianti più adeguati, fognarie comunali. • eliminazione di terminali in ambiente an- L’agglomerato impatta sul Torrente Dezzo cora presenti, soprattutto nei territori di appartenente al bacino dell’OGLIO. recente aggregazione da parte del gestore d’Ambito, AG01618802 _San Giovanni Bianco • realizzazione di estensioni di rete in picco- Piazzalunga le zone in agglomerato ancora sprovviste, • potenziamento e miglioramento dell’effi- Gli interventi programmati per questo cienza degli impianti attuali per il rispetto agglomerato sono ad oggi tutti conclusi ed dei limiti allo scarico hanno permesso di collettare 15 terminali • eliminazione delle acque parassite dalla rete non depurati e di dismettere un impianto fognaria per evitare sovraccarichi idraulici di depurazione sottodimensionato. Tutto e migliorare l’efficienza depurativa. il carico dell’agglomerato è ad oggi collet- tato all’impianto di depurazione di Zogno. L’intervento ha permesso di servire quasi Impatto sui corpi idrici. Corpi 4.000 A.E. idrici presenti nell’ATO di Bergamo L’agglomerato impatta sul Fiume Brembo Il territorio è interessato da 91 Corpi Idri- appartenente al bacino dell’ADDA. ci Superficiali per cui il PTUA della Regione 18
Lombardia fornisce la caratterizzazione, il monito- raggio e la classificazione. In particolare si tratta di: N° Carico trattato Classi agglomerato depuratori in A.E. • 2 laghi • 8 fiumi Maggiore di 10.000 A.E. 20 1.124.800 • 66 torrenti Tra 2.000 e 10.000 A.E. 27 153.163 • 10 rogge • 5 canali artificiali Tra 400 e 2.000 A.E. 38 24.746 In base alla classificazione dello Stato Ecologico indi- Tra 50 e 400 A.E. 56 7.633 cata nel PTUA i corpi idrici si presentano oggi con le Minore di 50 A.E. 41 1.069 seguenti percentuali: • Elevato 9% Totale 182 1.311.411 • Buono 40 % • Sufficiente 36 % • Scarso 11 % • Cattivo 1 % • 3 % Non Classificabile Descrizione degli agglomerati e rispettivi depuratori presenti Nel territorio sono presenti 219 Agglomerati di cui 171 sono serviti da impianto di depurazione e 48 non sono serviti da nessun trattamento depurativo. Di questi 48 agglomerati, 47 hanno un carico inferiore a 2.000 A.E. e solo 1 ha un carico maggiore di 2.000 A.E., si tratta dell’agglomerato “Serina-Valpiana-Le- preno” di cui si è trattato nel paragrafo relativo all’in- frazione europea. I 171 agglomerati sono serviti da 182 impianti di depurazione. Un agglomerato può infatti essere ser- vito da più di un impianto di depurazione. In totale i depuratori presenti nel territorio trattano un carico pari a 1.311.411 A.E. Si propone una sintesi del numero di depuratori e del carico trattato suddiviso per classe di agglomerato. 19
Sovrapponendo gli agglomerati con i corpi idrici interessati presenti sul territorio si ottiene la seguente situazione. CLASSE AGGLOMERATO N° DEPURATORI Stato Ecologico elevato 15 Minore di 50 A.E. 2 Tra 400 e 2.000 A.E. 3 Tra 50 e 400 A.E. 10 Stato Ecologico buono 79 Maggiore di 10.000 A.E. 5 Minore di 50 A.E. 19 Tra 2.000 e 10.000 A.E. 2 Tra 400 e 2.000 A.E. 22 Tra 50 e 400 A.E. 31 Stato Ecologico sufficiente 76 Maggiore di 10.000 A.E. 12 Minore di 50 A.E. 19 Tra 2.000 e 10.000 A.E. 18 Tra 400 e 2.000 A.E. 12 Tra 50 e 400 A.E. 15 Livello di N° Percentuale di Stato Ecologico scarso 10 Trattamento Depuratori carico trattato Maggiore di 10.000 A.E. 2 Terziario avanzato 32 64,71% Minore di 50 A.E. 0 Terziario 11 31,39% Tra 2.000 e 10.000 A.E. 7 Secondario avanzato 3 1,07% Tra 400 e 2.000 A.E. 1 Secondario 34 2,08% Tra 50 e 400 A.E. 0 Primario 99 0,74% NC 2 NC 3 0,01% Maggiore di 10.000 A.E. 1 Minore di 50 A.E. 1 Dalla tabella si evince che la grande maggioranza Totale 182 del carico in termini di A.E. (96,10 %) è trattato da impianti che hanno un livello di trattamento terziario o terziario avanzato. Solo una minima percentuale ha Questo permette di individuare gli agglomerati di un trattamento primario, tipicamente le fosse Imhoff maggiore impatto sullo stato ecologico dei corpi idri- posate in batteria o in serie. ci e conseguentemente di programmare gli interven- ti per migliorarne la qualità dei corpi idrici in stato “scarso/sufficiente” e mantenerne la qualità dei corpi Facendo un confronto tra il livello di trattamento e idrici nello stato “buono/elevato” secondo gli obiettivi lo stato ecologico dei corpi idrici si ottiene la seguente individuati dal PTUA. situazione. Dalla tabella si nota che la percentuale più eleva- ta, il 61 % del carico trattato sul territorio impatta su Descrizione dei livelli di depurazione corpi idrici che si trovano in uno stato ecologico “suf- Si propone una sintesi dei livelli di trattamento pre- ficiente” benché i depuratori a servizio degli agglo- senti nei depuratori a servizio degli agglomerati del merati in oggetto abbiano dei trattamenti depurativi territorio. terziari o anche più avanzati. 20
Obiettivo della programmazione dei prossimi anni è senza dubbio quello di eliminare tutti i terminali non depurati per raggiungere il mantenimento e il miglioramento dei corpi idrici Questa analisi permette di individuare gli interventi Dalla tabella si evince che su un carico totale di necessari, alcuni dei quali già programmati, per mi- 1.332.779 A.E. a livello di agglomerati, dato dalla som- gliorare l’efficienza depurativa e raggiungere gli obiet- ma del carico depurato e del carico non depurato, solo tivi di qualità individuati nel PTUA. l’1,6 % è ad oggi ancora recapitante direttamente nei Da notare che non è detto che esista una stretta cor- corpi idrici senza un trattamento adeguato. relazione tra lo scarico finale del depuratore, che rispet- L’impatto sui corpi idrici è rappresentato da 86 ter- ta i limiti previsti dalla normativa e lo stato ecologico minali non depurati che recapitano in corpi idrici in del corpo idrico. Potrebbero esserci anche altre moti- Stato Ecologico “sufficiente” 68 dei quali in agglome- vazioni legate alla presenza di sfioratori non adeguati. rati minori di 400 A.E. e 14 terminali non depurati che recapitano in corpi idrici in Stato Ecologico “scarso”, Terminali non depurati tutti appartenenti ad agglomerati inferiori a 400 A.E.. Sul territorio dell’ATO di Bergamo sono presenti 220 terminali non depurati (nel 2015 erano presenti Obiettivo della programmazione dei prossimi anni 327) così distribuiti. è senza dubbio quello di eliminare tutti i terminali non depurati per raggiungere il mantenimento e il mi- glioramento dei corpi idrici. CARICO NON CLASSE AGGLOMERATO N° TERMINALI DEPURATO Maggiore di 10.000 Interventi programmati 8 809 A.E. Con i due PDI approvati con il Piano d’Ambito 2015 Tra 2.000 e 10.000 A.E. 5 3.585 e la conseguente realizzazione degli interventi sono Tra 400 e 2.000 A.E. 29 8.220 stati sistemati la quasi totalità dei terminali presenti Tra 50 e 400 A.E. 85 6.397 negli agglomerati oggetto di Infrazione Comunitaria. Per gli agglomerati con carico maggiore di 2.000 Minore di 50 A.E. 93 2.357 A.E. gli interventi sono in fase di esecuzione da parte Totale 220 21.368 del gestore d’Ambito. 21
Sfioratori Nel territorio dell’ATO di Bergamo sono presenti 2.280 sfioratori. Dalle tabelle seguenti si evidenzia il confronto fatto tra la presenza degli sfioratori e il loro possibile im- patto sullo stato ecologico dei corpi idrici. La maggior parte degli sfioratori recapita in corpi idrici in STATO ECOLOGICO N° Sfioratori stato ecologico sufficiente che dovranno raggiungere lo stato elevato 67 ecologico “buono” entro il 2021 buono 495 sufficiente 1.329 scarso 293 cattivo 31 NC 65 Totale 2.280 La maggior parte degli sfioratori recapita in corsi d’acqua in Stato Ecologico “sufficiente”. Tali sfioratori dovranno comunque tutti essere adeguati alle dispo- sizioni del R.R. 06/2019 e quindi entro due anni dovrà essere predisposto un programma di riassetto. Facendo un confronto con gli obiettivi posti sullo sta- to ecologico dei corpi idrici si ha la seguente situazione. STATO ECOLOGICO E RELATIVO N° DI SFIORATORI OBIETTIVO elevato 67 mantenimento dello s. buono 67 buono 495 mantenimento dello s. buono 495 sufficiente 1.329 buono al 2021 1.265 buono al 2027 64 scarso 293 buono al 2021 293 cattivo 31 buono al 2021 31 NC 65 buono al 2021 65 Totale 2.280 22
La maggior parte degli sfioratori recapita in corpi idrici in stato ecologico sufficiente che Oltre il Colle: i lavori del nuovo dovranno raggiungere lo stato ecologico “buo- depuratore (l'immagine no” entro il 2021, quindi un obiettivo impor- si riferisce allo stato del cantiere tantissimo per il futuro è analizzare lo stato di circa un anno fa) di questi sfioratori per capirne l’adeguatezza e programmare eventuali interventi migliorativi. Fabbisogno ulteriore Si richiama l’attenzione sul fatto che la sti- ma del fabbisogno di risorse finanziare per po- ter programmare il riassetto di reti e sfioratori potrebbe superare le disponibilità date dagli introiti tariffari. Il fabbisogno ulteriore in que- sto caso è dettato dal fatto che spesso le reti fognarie di tipo unitario sono interessate dalla commistione di acque dei reticoli idrici mino- ri e dovrà essere fatta una analisi approfondita per individuare gli interventi per cui potrebbe non essere sufficiente la copertura garantita dalla tariffa d’ambito. Tali interventi di riassetto delle reti fognarie e degli sfioratori sono strettamente collegati alla rete di drenaggio extra agglomerato di compe- tenza di altri enti e non del gestore del SII. 23
Idropotabile Il metodo tariffario per il terzo periodo regolatorio sta prendendo forma sulla base di tre pilastri: Donato Berardi, efficientamento dei costi operativi, Francesca Casarico, sostenibilità ambientale, Jacopo Misiti, Samir Traini, riduzione del Water Service Divide. Federico Zaramella Laboratorio Ref Ricerche MTI3 il servizio idrico entra nell’economia circolare Ad inizio novembre è giunto a Se il regolatore da un lato si è po- conclusione il procedimento di sto lungo un solco di stabilità e cer- consultazione (402/2019/R/idr) av- tezza della regolazione tariffaria, viato da ARERA per la definizione dall’altro ha prodotto un notevole del nuovo metodo tariffario per il sforzo di innovazione introducen- terzo periodo regolatorio (MTI-3) do elementi di assoluto rilievo volti che andrà a coprire l’arco tempo- alla promozione dell’efficientamen- rale dei prossimi 4 anni, dal 2020 to delle gestioni e della sostenibili- al 2023. tà ambientale delle scelte di inve- Nella sua generalità, il docu- stimento, andando a correggere, mento sottoposto al vaglio degli almeno parzialmente, alcuni limiti operatori conferma i criteri guida dell’attuale matrice degli schemi dei precedenti periodi regolatori, regolatori. con un metodo tariffario di ma- Il cap alla crescita delle tariffe trice nazionale omogenea a carat- viene individuato attraverso una tere asimmetrico al fine di tenere logica Totex, che sostituisce quella in considerazione eventuali spe- legata ai soli costi operativi, l’effi- cificità locali, nonché le decisioni cientamento della gestione è ricer- programmatiche degli Enti di go- cata attraverso l’introduzione di un verno d’ambito (EGA). Si conferma meccanismo progressivo di corre- ancora la durata quadriennale del zione della marginalità, la soste- periodo regolatorio, con un aggior- nibilità ambientale è promossa at- namento a cadenza biennale, e la traverso una serie di incentivi (per facoltà di una eventuale revisione ora solo accennati) lungo quattro infra periodo dietro motivata istan- direttrici principali, che vanno za dell’EGA che certifichi il caratte- dal contenimento dei consumi di re straordinario di eventi capaci di energia elettrica, alla riduzione pregiudicare l’equilibrio economi- dell’uso della plastica nel consumo co-finanziario della gestione. di acqua potabile, al recupero di 24
energia e materia (si pensi su tutti al tema co” a quella che dovrebbe essere considerata del trattamento dei fanghi di depurazione), la frontiera di costo efficiente. al riuso dell’acqua depurata a fini agricoli e Diverse le considerazioni che emergono industriali. dall’analisi del tentativo di ARERA di intro- In questo senso, con il MTI3 il settore durre un meccanismo di efficientamento nel idrico integrato entra di diritto nell’ambito settore idrico. dell’economica circolare. Prima di tutto si tratta di una formulazio- Un ulteriore elemento di novità riveste ne di una funzione di costo riferito al servizio l’obiettivo di ridurre l’annosa questione del idrico integrato verticalmente (acquedotto Water Service Divide attraverso la previsio- comprensivo dell’adduzione, fognatura, de- ne di un approccio semplificato nel ricono- purazione) e quindi difficilmente applicabile scimento dei costi per le gestioni rimaste tout court ai soggetti che gestiscono solo un indietro nell’applicazione della regolazione segmento del servizio. Se così fosse il caso, la nazionale, ovvero per quelle situazioni, prin- mancata disponibilità di alcune variabili per cipalmente collocate nel Meridione, in cui la stima del costo di produzione (si pensi agli vi sia una manifestata e perdurante carenza Abitanti Equivalenti per il grossista) farebbe informativa riguardo ai dati e gli atti neces- ricadere tali tipologie di gestioni nel cluster sari a elaborare le predisposizioni tariffarie di costo più efficiente, con l’applicazione di secondo gli schemi regolatori standard: lo fattori di sharing favorevoli e senza un reale scopo è quello di favorire la convergenza controllo sull’efficienza dei costi operativi. di alcune aree del Paese, caratterizzate da Un secondo elemento di attenzione verte elevata frammentazione gestionale e bassi sulla mancata “neutralizzazione” dei costi livelli qualitativi del servizio, verso quelle passanti, in particolare oneri per mutui e ca- più avanzate nell’adozione della regolazione. noni, e dell’effetto del fondo ripristino beni Misure di semplificazione, accompagnate da di terzi prima di stimare la frontiera di costo eventuali penalizzazioni per incentivarne la efficiente: una scelta questa che tenderebbe a compliance, che nelle intenzioni di ARERA favorire l’utenza finale ma che potrebbe con- avranno una tempistica limitata e ben defi- cretizzare situazioni eccessivamente penaliz- nita prima di entrare definitivamente nella zanti per quelle gestioni che detengono solo matrice regolatoria di tipo ordinario. una quota delle infrastrutture del servizio. Alla ricerca dell’efficienza sui Incentivi alla sostenibilità costi operativi ambientale: il servizio idrico Dopo 7 anni dalla prima regolazione tarif- entra nell’economia circolare faria, e come più volte auspicato, per il terzo Sotto il profilo dell’efficienza e della soste- periodo regolatorio ARERA propone l’intro- nibilità ambientale ARERA interviene lungo duzione di un meccanismo di efficientamen- due versanti: il primo in una logica di pro- to sul versante dei costi operativi. mozione d’interventi infrastrutturali finaliz- E’ un passo importante, che va nella giu- zati a contenere i costi dell’ energia elettri- sta direzione di chiedere alle gestioni più ef- ca, il secondo anche attraverso un aumento ficienti la restituzione in tariffa di una quo- della quota di margine (sharing) lasciata al ta, variabile in funzione della distanza dalla gestore sulle “altre attività idriche” stretta- curva dei costi ritenuti efficienti, dei margini mente legate alla sostenibilità ambientale, in stimati; in questo senso dunque si tratta di particolare per quanto concerne il recupero un meccanismo non eccessivamente invasi- di energia e di materie prime mediante in- vo, in quanto tende a correggere l’eventuale frastrutture idriche e la diffusione di energia differenziale emergente tra costo effettivo e da fonti rinnovabili per l’alimentazione degli costo standard e non, al contrario, imponen- impianti del SII nonché il riuso dell’acqua do al gestore obiettivi di riallineamento “sec- depurata (a fini agricoli o industriali), so- 25
prattutto nei territori a elevato rischio di carenza idrica. Inoltre, ARERA vuole incentivare il gestore ad adottare misure tese alla riduzione dell’uso della plastica attraverso la promozione del consumo di acqua potabile anche tramite l’installazione di fontanelle. MTI3, qualità tecnica e sostenibilità ambientale: l’economia circo- lare entra nel settore idrico Per quanto concerne il meccanismo di efficientamento energetico, ARERA intende introdurre un fattore di sharing (pari al 25%) sulla ri- duzione del costo riconosciuto della fornitura di energia elettrica, solo qualora i consumi di energia elettrica si siano ridotti rispetto alla media dei 4 anni precedenti. In aggiunta, al fine di non rendere meno attratti- vo l’avvio di progetti di contenimento dei consumi di energia, andrebbe previsto che il risparmio sui costi dell’energia sia calcolato prescindendo dalla variazione di prezzo di acquisto della fornitura. Qualora infatti un gestore abbia comunque realizzato una certa riduzione nei volumi di chi- lowattora consumati, questo potrebbe non ottenere alcun beneficio qua- lora l’andamento dei prezzi di energia elettrica fosse sfavorevole, ossia aumentasse in modo tale da compensare il risparmio legato alla riduzio- ne nei volumi. Anche in questo caso, si tratta di un tentativo apprezzabile di contenimento dei costi di un fattore produttivo così importante per lo svolgimento del servizio, ma che secondo la nostra valutazione risulte- rebbe troppo debole per incentivare reali interventi di efficientamento. Le altre direttici di intervento tese alla sostenibilità ambientale collo- cano ufficialmente (a livello regolatorio) il settore idrico all’interno di un quadro più ampio di promozione dei principi dell’economia circolare. In questo senso, ARERA indica l’intenzione di determinare un set di in- centivi specifici per ciascun asse di intervento, tenendo conto da un lato dell’impatto che tali misure potranno comportare sugli obiettivi di quali- tà tecnica del SII, oltre che dell’eventuale effetto sinergico negli altri set- tori regolati (rifiuti), e dall’altro del livello d’innovazione degli interventi proposti. Il regolatore lascia intendere che perseguirà un approccio di neutralità tecnologica, responsabilizzando gli EGA riguardo la corretta misurazione dei benefici netti per l’ambiente e l’utenza finale delle misure che verranno programmate. 26
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