Attività anno 2021 Relazione di progetto - Masque teatro Associazione Culturale Masque via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì - Comune Di Forli
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Masque teatro Associazione Culturale Masque via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì P.Iva 02323020400 C.F. 92016630409 mob 393.9707741 www.masque.it masque@masque.it Relazione di progetto Attività anno 2021 Masque giunge al 30-esimo anno di attività 1
INDICE 0 - Brevi riflessioni sulla contingenza_pag.2 1 - BILANCIO PREVENTIVO 2021_pag.3 2 - SPAZI TEATRALI GESTITI DIRETTAMENTE: TEATRO FELIX GUATTARI_ pag.5 3 - FESTIVAL CRISALIDE 28-esima edizione _ pag.8 4 – STAGIONE CORPO:PATHOS al Teatro Felix Guattari _pag.21 5 - RESIDENZE ARTISTI nei TERRITORI - Regione Emilia Romagna e MiBACT _ pag.28 6 - PRODUZIONE e DISTRIBUZIONE SPETTACOLI _ pag.31 7 - LABORATORI _ pag. 34 8 - FORMAZIONE del PUBBLICO_pag. 37 9 - PRAXIS-SCUOLA DI FILOSOFIA - coorganizzazione e cura_pag. 39 10 - HAIKU FESTIVAL - in collaborazione con AREA SISMICA_pag. 40 11 - Convenzione con ATELIERSI di Bologna_pag. 40 11 - Collaborazione con MECHRI’ di Milano_pag. 41 12 - Collaborazione con altre realtà del territorio regionale e nazionale_pag. 41 13 - STORICO ATTIVITA’_pag. 42 0) Brevi riflessioni sulla contingenza indice L’apparire di una nuvola oscura all’orizzonte degli eventi, difficilmente arginabile e di incerta collocazione, ci spinge, come artisti e curatori di opere di altri altisti, a progettare su linee impreviste e all’apparenza discoste dal proprio sentire. Questa pervasiva incertezza non dovrebbe coglierci alla sprovvista, non dovrebbe generare confusione nè inquinare in alcun modo le finalità che sono alla base del nostro agire. Certamente è giunto il momento di abbandonare i personalismi e guardare uniti allo scopo comune che in fin dei conti altro non è se non la cura di noi stessi e di chi ci circonda. Non è quindi più tempo di luoghi chiusi. Gli spazi in cui agiamo divengano rizomatici e includenti, linkabili alle forme di vita che si muovono e crescono con noi ed attorno a noi. Nel rispetto delle diverse modalità e visioni è auspicabile che il rapporto tra coloro che producono e che donano con il loro sentire divenga il più trasparente possibile, siano essi artisti, tecnici, organizzatori, gestori del bene pubblico. Nello specifico forlivese l’impegno profuso dalla Amministrazione nella creazione di spazi all’aperto, piccole fortezze a preservare la bellezza di riti che l’uomo sin dai primordi ha cercato con tutte le forze di proteggere, è la riprova evidente che l’uomo può ritrovare le forze per vedere chiaramente dinanzi a sè. Un grazie sentito. 2
1 ) B ILANC IO PR EVEN TIVO 20 21 i ndi ce COSTI 111.020,00 COSTI GENERALI DI GESTIONE 7.810,00 Ageguamenti e costi relativi al contenimento Covid 2.400,00 Manutenzione 550,00 Materiali di consumo, spese postali, Web 450,00 Assicurazioni, imposte 1.810,00 Consulenze amm.ve/fiscali 2.600,00 COSTI DI GESTIONE SPAZI DI SPETTACOLO 24.050,00 Affitto teatro 9.600,00 Registrazione contratto di locazione e passo carraio 220,00 Utenze Teatro 6.090,00 Manutenzione spazi di spettacolo 6.740,00 Spese di personale non direttamente assunto 1.400,00 INTERESSI PASSIVI E SPESE BANCARIE 7.720,00 Competenze di chiusura e interessi passivi 2.900,00 Rate mutuo ristrutturazione teatro 4.500,00 Spese bancarie (commissioni, imposte) 320,00 PERSONALE DIRETTAMENTE ASSUNTO 14.200,00 Costo aziendale del personale a tempo indeterminato 4.800,00 Costo aziendale del personale a tempo determinato 9.400,00 COSTI PER PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE 11.100,00 Scenografie, costumi, strumenti, attrezzature e impiantistica 4.800,00 Prestazione di terzi per allestimenti / Service 1.400,00 Mensa interna durante produzione spettacoli 1.200,00 Costi carburante reperimento materiali ed attrezzature 450,00 Costi trasferte 450,00 Spese di personale non direttamente assunto 2.800,00 COSTI PER OSPITALITA' FESTIVAL RESIDENZE STAGIONE 33.980,00 CACHET spettacoli FESTIVAL CRISALIDE 11.580,00 Compenso artisti in RESIDENZA 4.800,00 COMPENSO STUDIOSI FESTIVAL 1.280,00 COMPENSO TUTOR RESIDENZE 1.200,00 VITTO, PERNOTTO e TRASFERIMENTI 6.540,00 PRESTAZIONE di terzi per allestimenti / Service e attrezzature 1.800,00 scenografie, costumi, strumenti, attrezzature 180,00 Documentazione video, atti, etc.. 600,00 SIAE 800,00 spese di personale non direttamente assunto 5.200,00 3
2 ) TEA TR O FÉLIX GUA TTAR I / PR OGRA MMA ZION E indice Sito negli spazi dell’Ex Filanda Maiani in via orto del fuoco n. 3 a Forlì, (zona orti del quartiere Schiavonia) e sede della compagnia Masque teatro, ha vissuto un’importante ristrutturazione per la riqualificazione a luogo adibito a pubblico spettacolo. Primo teatro in Forlì dedicato al Contemporaneo è ora in grado di accogliere 150 spettatori. Il grande sforzo economico, interamente sostenuto dalla compagnia Masque teatro attraverso risorse proprie e l’accensione di un mutuo della durata di 6 anni, è teso alla realizzazione di uno spazio dedicato non solo alle arti performative contemporanee e alla filosofia, ma anche ad attività di cooperazione con diverse realtà della cultura del territorio, proponendosi come luogo di fruizione attraverso un denso programma di appuntamenti ed eventi presenti tutto l’anno. Sede storica della compagnia forlivese, l’ex filanda Maiani è divenuta nel tempo importante rifermento delle arti performative e sceniche italiane ed europee. Non solo luogo e laboratorio di produzione della compagnia Masque e fucina della giovane creatività (si ricordi il Premio Extra 2008 dedicato ad artisti under 35 e le due edizione del Festival Mondo 2009-2010 in collaborazione con il Ministero della gioventù, ANCI, GAI, GA/ER, Comune di Forlì) l’ex filanda Maiani ha accolto tutte le ultime edizioni del Festival Crisalide ed ha ospitato alcuni fra gli artisti più interessanti della scena performativa europea (Simon Vincenzi-UK, Cindy Van Acker-CH, Myriam Gourfink-FR, João Fiadeiro-PT, Kat Valastur-GR). Il Teatro dei Masque è stato anche al centro di importanti collaborazioni con partner europei quali France Danse e Nuovi Mecenati, l’Istituto di cultura Svizzero di Roma. Il teatro Fèlix Guattari ospiterà nel 2021: 1) Crisalide festival, 28-esima edizione 2) Progetto «Residenze Artisti nei Territori» - Regione ER e MiBACT 3) Stagione di teatro e danza contemporanei 2020/21 4) Laboratori di teatro e danza 5) Incontri con artisti e studiosi 6) Progetti speciali in collaborazione con altri operatori culturali per un totale di 188 giornate di attività. - produzione spettacoli compagnia masque teatro: 64 giornate - ospitalità di formazioni artistiche in residenza: 52 giornate - presentazione spettacoli della compagnia Masque teatro in sede: 14 giornate - Stagione di Teatro di ricerca e sperimentazione al Félix Guattari: 8 giornate - Festival Crisalide, svolgimento e preparazione: 32 giornate - laboratori: 12 giornate - manifestazioni in collaborazione con realtà del territorio: 6 giornate 5
3 ) CR ISA LID E FESTIVAL - 28 -es ima e diz ione indice «La cura di sè come pratica della libertà» E’ questo il secondo atto di un progetto triennale che cerca di esplorare il concetto di libertà, a partire dalle «Pratiche sociali di liberazione» sino a «La curà di sè come pratica della libertà» per giungere a «L’esperienza della libertà». La 28-esima edizione del festival si svolgerà in due step. La prima parte, nel mese di luglio, vedrà il coinvolgimento di alcuni spazi all’aperto resi disponibili dalla Amministrazione comunale, la rocca di Caterina Sforza e l’arena San Domenico, della corte di Area Sismica, e del cortile interno dell’ex filanda Maiani adiacente al Teatro Félix Guattari, sede dei masque. La seconda sezione si svolgerà dal 3 al 5 settembre negli spazi del teatro Felix Guattari. 9, 16, 23, 29 luglio + 3, 4, 5 settembre 2021 Per sommi capi le attività del festival si possono così riassumere: - artisti nazionali ed internazionali - incontri con studiosi e teorici di arti performative contemporanee - dialoghi con filosofi - workshop di teatro e danza - attività di formazione del pubblico Introduzione Il festival Crisalide, nato nel 1994 per volontà della compagnia Masque teatro, intende convocare in un luogo definito prassi creative e umane interessanti, favorendo nel contempo un loro incontro, nella prospettiva di consentire occasioni di scambio e maturazione. Far crescere il festival ha significato nei primi anni e significa ancor oggi, nello stesso modo, andare più a fondo nel rapporto tra l’artista e l’investimento delle proprie risorse in un ambito progettuale e organizzativo che per essere considerato proprio richiede di essere esperito in tutti i suoi aspetti. Quello che Crisalide si impegna a promuovere in ambito teatrale è soprattutto un modello culturale e questo non soltanto con dichiarazioni di intenti o manifesti, ma con una pratica rivolta ai propri fruitori. Il compito assoluto con cui Crisalide si è confrontata e si confronta è quello di poter comprendere nella sua forma la sua stessa esperienza. Dal 1994 ad oggi il Festival ha cercato di realizzare quanto sopra, promuovendo costantemente la riflessione e lo scambio tra generazioni artistiche e favorendo la visibilità di giovani formazioni sia all’interno del territorio sia in ambito nazionale ed internazionale. In questo modo, Crisalide si è imposto negli anni come luogo di riflessione e di pratiche sceniche, contraddistinguendosi nel panorama nazionale come propulsore di istanze assolutamente originali. Il festival sin dalle sue prime edizioni ha operato per superare la forma della vetrina e della mera visibilità, maturando nei concetti di “imbattersi fortuito” e di “avamposto” i termini di una ricerca che esplorasse dal proprio interno le questioni legate alla prassi teatrale e al fare artistico: lo spettacolo risultato di una processualità che assume i contorni del “farsi vivente”. Il festival si è avvalso e si avvale di importanti collaborazioni con enti territoriali (Regione Emilia-Romagna, Provincia di Forlì e Cesena, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Romagna Acque - società delle fonti) ed istituzioni (France Danse, Nuovi Mecenati, Istituto Svizzero di Cultura di Roma, 8
Università di Roma Tre, Centro Diego Fabbri e Teatro Diego Fabbri di Forlì, Centro di Studi Teatrali-Dipartimento SITLeC-Università degli studi di Bologna, sede di Forlì). CRISALIDE 2021 L’individuazione di una specifica tematica nasce dalla necessità di confinare all’interno di un preciso alveo le ricerche e gli studi e quindi le conseguenti scelte artistiche e progettuali. Crisalide è nello stesso tempo un luogo di discussione e di azione. Facile dire che le azioni del festival sono gli spettacoli ospitati, ma non basta. E’ questo invece complessivamente un universo di relazioni che creano un campo di forze. Cosa vuol dire campo di forze? Vuol dire che in questo luogo un punto di vista cerca un linguaggio, e il punto di vista di chi fa teatro oggi, in condizioni subalterne, precarie, marginali ma audacemente propositive, cerca un linguaggio al limite tra l’esperienza e la conoscenza. Questo caratterizza fortemente quest’anno, come del resto nelle Crisalidi passate, il modo in cui il tempo del discorso trova la sua collocazione e come viene organizzato nelle scansioni delle giornate di lavoro. Così nel 2020 nella medesima serata avremo la possibilità di assistere, nella tipologia ricorrente che offre una giornata qualsiasi del festival, a spettacoli di teatro e danza, cui seguono incontri con artisti o lecture di filosofi o di teorici delle arti performative, per terminare con una performance o un concerto. Questa progettualità, che raccoglie in sé lo sforzo di una naturale tensione alla multidisciplinarietà, non porta a meri accostamenti di genere ma esalta costantemente il flusso interdisciplinare e porta ad una visione complessiva intercodice. CRISALIDE FESTIVAL XXVIII Arti dinamiche del presente 28-esima edizione «La cura di sè come pratica della libertà» TEATRO - DANZA - MUSICA - FILOSOFIA con il contributo di Regione Emilia-Romagna Comune di Forlì Romagna Acque - società delle fonti Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì direzione artistica: Lorenzo Bazzocchi direzione organizzativa: Eleonora Sedioli organizzazione e cura: Masque teatro media partner: SuccoAcido staff: Jessica Imolesi, Chiara Venturini, Annarita Giberti, Cinzia Monari, Ilaria Stefani organizzazione estero: Catia Gatelli tecnica: Alberto Bartolini, Matteo Gatti, Angelo Generali grafica e web: Eleonora Sedioli ufficio stampa: Tatiana Tomasetta www.crisalidefestival.eu luoghi del Festival Arena San Domenico Chiostro Caterina Sforza Teatro Félix Guattari Area Sismica 9
Artisti e compagnie di teatro e danza, studiosi, filosofi alla 28-esima edizione del festival: artisti Fanny & Alexander, Teatro delle albe, Cristina kristal Rizzo, Masque teatro, Giacomo Piermatti, Annamaria Ajmone, Stefania Tansini, Teatro i studiosi Sara Baranzoni, Paolo Vignola, Raimondo Guarino, Lorenzo Donati, Marco Tronconi. formazione del pubblico ricerca di un linguaggio a cura di Raimondo Guarino e Lorenzo Donati laboratori condotti da Masque teatro, Fanny & Alexander, Francesca Proia, Cristina Kristal Rizzo PROGRAMMA LUGLIO 2021 Venerdì 9 luglio / Arena San Domenico 22.00 - MASQUE TEATRO / Nikola Tesla Lectures_teatro Venerdì 16 luglio / Rocca Caterina Sforza 22.00 - FANNY & ALEXANDER / I sommersi e i salvati _teatro Venerdì 29 luglio / Rocca Caterina Sforza 21.30 - ANNAMARIA AJMONE / Trigger_danza 22.30 - GIACOMO PIERMATTI e STEFANO RICCI / Spinner _concerto + visual art Venerdì 23 luglio / Corte di Area Sismica 22.00 - CRISTINA KRISTAL RIZZO / ULTRAS sleeping dances _danza SETTEMBRE 2021 tutti gli eventi si svolgeranno al Teatro Fèlix Guattari Venerdì 4 settembre dalle 10:00 alle 17:00 CSS (Cooperativa Sociale di Studio) / Spinoza, noi ore 21 - TEATRO DELLE ALBE / Siamo tutti cannibali _teatro Sabato 5 settembre dalle 10:00 alle 17:00 CSS (Cooperativa Sociale di Studio) / Spinoza, noi ore 21 - STEFANIA TANSINI / Punti di ristoro _danza ore 21 – MASQUE TEATRO / Luce _performance Domenica 6 settembre 10.00-14.00 - RICERCA DI UN LINGUAGGIO _formazione del pubblico ore 18 - TEATRO i / Gli angeli dello sterminio _teatro ore 19:30 - SARA BARANZONI e PAOLO VIGNOLA _filosofi 10
CRISALIDE SPETTACOLI LUGLIO 2021 Venerdì 9 luglio / Arena San Domenico 21.00 - MASQUE TEATRO _Nikola Tesla Lectures_teatro di e con: Lorenzo Bazzocchi assistente alle macchine: Eleonora Sedioli elettronica: Matteo Gatti tecnico Angelo generali Tesla Coil: Lorenzo Bazzocchi coproduzione: Mood Indigo (BO) / produzione: Masque teatro con il sostegno di: Comune di Forlì, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì In questa performance/esperimento Lorenzo Bazzocchi, costruttore di una delle più stupefacenti invenzioni di Nikola Tesla, affronta la storia del grande scienziato serbo. Il folgorante inizio che vede il conferenziere, all’interno di una gabbia di Faraday, misurarsi con una Tesla Coil da un milione di volt, lascia spazio poi ad una puntuale e circostanziata narrazione che ci conduce nelle pieghe di un misconoscimento che non ha eguali nella storia delle conoscenze. Il racconto, fortificato da esemplari dimostrazioni, mette in evidenza le motivazioni che, andando al di là del desiderio di vedere riconosciuta l’opera e la speciale visionarietà di Nikola Tesla, hanno spinto Masque teatro a tentare la messa in scena sotto diverse forme dello straordinario universo legato a quello che è stato definito “l’inventore del XX secolo”, fino a giungere, dopo quindici anni di studio, a questa straordinaria conferenza/esperimento, al termine della quale verrà replicato, in scala minore, l’esperimento di trasmissione di energia elettrica senza fili, quel “Wireless transmission of power” concepito e messo in opera da Tesla a Colorado Springs sul finire del secolo diciannovesimo. 11
Venerdì 16 luglio / Rocca Caterina Sforza 21.00 - FANNY & ALEXANDER _I sommersi e i salvati _teatro Dal progetto “Se questo è Levi” regia Luigi De Angelis drammaturgia Chiara Lagani con Andrea Argentieri organizzazione e promozione Ilenia Carrone produzione E/Fanny & Alexander foto Enrico Fedrigoli Mettere un interprete, un attore nella condizione di essere attraversato dalla voce registrata di un’altra vita, di vestirne la voce come una pelle, di fare un bagno animico in essa, facendosi imbevere, come una matassa di lana che si imbeve di acqua. Nella grana della voce sono nascosti i traumi dell’esperienza, ma soprattutto scaturisce tutta la forza del carattere, della ragione, della missione. A partire dai documenti audio e video delle teche Rai e di youtube, Andrea Argentieri veste i panni dello scrittore Primo Levi assumendone la voce, le gestualità, le posture, i discorsi in prima persona. È un incontro a tu per tu, in cui lo scrittore testimonia la sua esperienza nei lager con una tecnica lucidissima di scrematura della memoria, con la trasparenza di uno sguardo capace di esprimere l’indicibile. L’interprete non legge, fa reagire in sé la voce straniera, la capta dagli auricolari e la restituisce all’istante insieme alle emozioni, alle espressioni dello scrittore, guidato da una domanda: quanto questa testimonianza è ancora capace di parlarci tramite la sensibilità di un attore che si lascia attraversare dai materiali originali a noi rimasti? Fanny & Alexander è una bottega d’arte fondata a Ravenna nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani. Nell’arco di 25 anni, realizza oltre 80 eventi tra spettacoli teatrali e musicali, produzioni video e cinematografiche, ottenendo numerosi riconoscimenti. Con il progetto “Se questo è Levi” vince il Premio Speciale Ubu 2019; per lo stesso spettacolo, Andrea Argentieri si aggiudica il Premio Ubu 2019 Miglior Attore Under 35. 12
Venerdì 23 luglio / Rocca Caterina Sforza 19.00 - GIACOMO PIERMATTI + STEFANO RICCI _contrabbasso +visual art Spinner - Un atto dal vivo Disegni Stefano Ricci Contrabbasso Giacomo Piermatti Spinner é la parola tedesca che preferisco. Significa diverse cose e ha a che fare con le cose che girano, ma si può dire che uno Spinner é qualcuno completamente preso nell’atto di fare la sua cosa, come il ragno che tesse la tela. Quello che mi piace di questa parola é che, diversamente dal significato anglosassone, lo spinner nella lingua tedesca non é nè loser né winner, né perdente e né vincente, é solo qualcuno in un certo modo perduto nel fare la cosa stessa. Spinner- Un atto dal vivo è un viaggio dove è fondamentale perdersi. Una caduta libera all'interno del suono e del disegno, intimamente e segretamente connessi. Il sodalizio artistico tra Stefano Ricci e Giacomo Piermatti inizia nel 2012. Il punto cardine del loro lavoro è l'esplorazione del legame misterioso che si crea tra suono e disegno durante l'atto performativo, e la sua declinazione in diversi ambiti artistici. Insieme hanno dato vita agli spettacoli teatrali “Più Giù” (coprodotto da ERT e CRT Triennale dell'Arte, Milano- regia di Danio Manfredini, testi Stefano Ricci – con Vincenzo Core e Cristiano Pinna) e “Quello che ho visto” (prodotto da Olinda – testi Stefano Ricci – con Roberto Paci Dalò, Cristiano Pinna, Ettore Dicorato), hanno composto e registrato gli album “Spinner” (2013) e “Il sogno di mio fratello” (2018 – con Vincenzo Core e Pasquale Mirra), composto e registrato le musiche per il film “Eccoli” (commissionato dalla cineteca di Gorizia – montaggio video Jacopo Quadri e Stefano Ricci). Nato nel 1966 a Bologna, Stefano Ricci vive ad Amburgo e Quilow. Disegnatore, dal 1986 collabora con la stampa periodica e l’editoria in Italia e all’estero, firmando progetti di immagine coordinata e di collane editoriali per le quali è stato selezionato sull’ADI, Design Index 2000, e per il premio Compasso d’Oro 2001. Lavora per il teatro, la danza e il cinema (è stato direttore artistico di “Bianco e nero” rivista del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dal 2003 al 2009). È docente del corso di disegno animato al D.A.M.S. Gorizia, Università degli Studi di Udine, insegna disegno all’Università delle Arti Applicate di Amburgo (HHW) e all’ École européenne supérieure de l’image, Angouleme. Dal 2008 dirige, con Anke Feuchtenberger, la casa editrice Mami. Giacomo Piermatti Ha studiato contrabbasso con Daniele Roccato e Stefano Scodanibbio. Dedito principalmente all’interpretazione della musica contemporanea, si è esibito, sia come solista che in ensemble, in numerosi festival internazionali. Ha collaborato con importanti compositori come Terry Riley, Butch Morris, Sofia Guabaidulina, Hans Werner Henze. Suona nel Ludus Gravis ensemble e collabora con Klangforum Wien, Edison Studio, Suono Giallo, CLSI, Masque Teatro. Ha effettuato registrazioni discografiche per Wergo ed ECM. 13
19.45 - ANNAMARIA AJMONE / Trigger_danza Di e con Annamaria Ajmone Produzione Cab 008. Con il sostegno di MiBACT e Regione Toscana. Coproduzione Cango / Umano – Cantieri internazionali sui linguaggi del corpo e della danza. In collaborazione con Teatro della Toscana Trigger è un “sistema mobile”, che si organizza in modo differente, a seconda d el luogo in cui viene ospitato. Il sistema ridisegna la geometria degli spazi e viceversa, lo spazio trasforma l'azione performativa. La partitura coreografica, costituita da nuclei di movimento prestabiliti, composti tra di loro in maniera istantanea, si sviluppa nell'area interna ed esterna al perimetro di una figura geometrica iscritto nello spazio. Il pubblico è disposto lungo i lati della geometria, condividendo lo spazio scenico con la performance. Trigger è un’esplorazione personale, orientata alla t rasformazione di uno spazio in un “luogo” che, per un tempo limitato, diventa dimora, luogo di passaggio, tana di un corpo che in ascolto continuo amplifica gli spazi interni ed esterni a sé. Trigger in inglese “grilletto” viene utilizzato anche con il sig nificato di causa scatenante. Annamaria Ajmone è danzatrice e coreografa. Laureata in Lettere Moderne presso l'Università Statale di Milano, si diploma come danzatrice presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Al centro della sua ricerca c’è il corpo inteso come materia plasmabile e mutevole capace di trasformare spazi in luoghi creando parallelismi e sovrapposizioni temporali. Si avvale per le proprie produzioni di collaboratori con cui condivide il processo creativo, coinvolgendo così diversi immagini e visioni. Presenta i propri lavo ri, come coreografa, dal 2014 a oggi, in numerosi festival di danza, teatro e performing arts, musei, gallerie d’arte e spazi atipici in Europa, Asia, Nord Africa e Stati Unit i. 14
Venerdì 23 luglio / Cortile Area Sismica 21.00 - CRISTINA KRISTAL RIZZO _ ULTRAS sleeping dances _danza danza Cristina Kristal Rizzo musica Deepsea Drive Machine, Dylan Mondegreen, Bonnie ‘prince’ Billy, Ed Sheeran, Napa Snidvongs allestimento e costumi Cristina Kristal Rizzo con i danzatori produzione Cab 008 - con il sostegno di L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino in collaborazione con il Teatro Metastasio di Prato residenze creative spazioK.Kinkaleri, Centro nazionale di produzione / Virgilio Sieni, L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino e con il sostegno di Regione Toscana e MiBACT ULTRAS sleeping dances è un sistema di danze mobili che di volta in volta abitano luoghi diversi, creando degli habitat irripetibili e unici. Sono al tempo stesso danze compiute e percorso che oltrepassa l’idea di site-specific, seguendo il principio secondo il quale la danza accoglie lo spazio che attraversa e viceversa lo spazio si lascia abitare dall’attraversamento di una danza. Pensate come dei moduli adattabili a qualsiasi ambiente o paesaggio estetico, le ULTRAS sleeping dances tendono ad apparire come un’attività pura che si può considerare giocosa, dove la maestria non è semplicemente un’abilità fisica ma anche una sapienza, una grazia, un atto impersonale che prelude a una rigenerazione. Cristina Kristal Rizzo, dancemaker, è attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni 90. É tra i fondatori di Kinkaleri, compagnia con la quale ha collaborato attivamente attraversando la scena coreografica contemporanea internazionale e ricevendo numerosi riconoscimenti. In qualità di coreografa ospite ha creato coreografie per I principali enti Lirici ed istituzioni teatrali italiane, tra i quali: il Teatro Comunale di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino, il Balletto di Toscana Junior, Ater Balletto. 15
SETTEMBRE 2021 Venerdì 4 settembre ore 21 - TEATRO DELLE ALBE / Siamo tutti cannibali, sinfonia per l’abisso_teatro di e con Roberto Magnani, Simone Marzocchi e Giacomo Piermatti liberamente ispirato al Moby Dick di Herman Melville regia del suono Andrea Veneri sostegno residenza artistica Masque teatro una produzione Ravenna Teatro/Teatro delle Albe “Polvere, polvere, ossa, polvere, scheletrini… non fai in tempo a voltarti che è di nuovo tutto pieno di muffa…” Se il teatro fosse una nave e la nave fosse tutto quanto il mondo, io comunque sarei il mozzo. Destinato a pulire avanti e indietro, avanti e indietro, tutto il ponte di questa nave, tutto il palcoscenico di questo teatro, tutto il patibolo che è questo mondo. C’è stato un tempo, c’è stato un tempo che la salvezza da questo mondo me la sono andata a cercare nei libri, ma di tutti i libri che io abbia mai potuto leggere c’è n’è solo uno che merita il posto d’onore il così detto libro della vita, e questo bel libro è Moby Dick! La storia di Moby Dick è presto detta: un equipaggio di quaranta uomini salpa dall’isola di Nuntacket per andare a caccia di balene. A capitanare questa nave, il Pequod, c’è Achab ossessionato da una famigerata balena bianca che gli ha strappato via una gamba. L’ossessione del capitano Achab, la sua perversione quasi metafisica porterà alla distruzione del Pequod e alla morte di tutti i quaranta uomini ad eccezione di Ismaele che ci racconterà questa storia. Moby Dick non è solo la storia di un viaggio a balene compiuto realmente da Melville, ma è uno sprofondare nell’abisso, l’abisso che abita ognuno di noi. Lo aveva capito benissimo colui che ce lo ha fatto conoscere e che porta il merito della prima traduzione in italiano di questo capolavoro, Cesare Pavese. ROBERTO MAGNANI / TEATRO DELLE ALBE Si avvicina giovanissimo al Teatro delle Albe partecipando alla non-scuola, i laboratori che la compagnia conduce dal 1991 in tutti gli istituti superiori di Ravenna. Nel 1998 viene scelto per interpretare uno dei dodici palotini nello spettacolo I Polacchi, testo e regia di Marco Martinelli, ispirato all'Ubu re di Alfred Jarry. Lo spettacolo raccoglie un successo internazionale. Dopo I Polacchi entra a far parte stabilmente del Teatro delle Albe e lavora in tutti gli spettacoli successivi della compagnia. Dal 2002 è guida nei laboratori non-scuola. Nel 2009 debutta con ODISÉA “lettura selvatica” di Tonino Guerra, in cui per la prima volta si cimenta da solo in un lavoro-esercizio per affinare l’uso del dialetto romagnolo come lingua di scena. Questo percorso è proseguito con E’ bal, poemetto scritto da Nevio Spadoni e realizzato insieme al musicista Simone Marzocchi. Nell 2018 firma come attore e regista MACBETTO o la chimica della Materia, a partire dall’opera di Giovanni Testori, circa quarant’anni dopo la sua prima e unica messa in scena. Il lavoro nasce dalla collaborazione con altre due compagnie teatrali romagnole, i MASQUE e i Menoventi. Nel 2016 è direttore artistico del Cabudanne de sos Poetas (Settembre dei poeti), un importante festival di poesia che si tiene da 12 anni a Seneghe (OR). 16
Sabato 5 settembre ore 21 - STEFANIA TANSINI / Punti di ristoro _danza progetto: Stefania Tansini danza: Miriam Cinieri, Stefania Tansini luci: Matteo Crespi progetto sonoro: Giovanni Magaglio, Claudio Tortorici foto e video di Luca Del Pia Punti di ristoro è un’immersione in uno stato percettivo profondo in cui i corpi possano essere lasciati liberi di vivere nell'istante, di abbandonarsi, in una condizione di fragilità e apertura. Vibranti, sensibili, materiali. Punti di ristoro indaga la ricerca del piacere, di quegli stati fisici o situazioni nelle quali troviamo appagamento come esseri umani. Situazioni di passaggio che spostano interiormente, che cambiano il battito cardiaco, il respiro, la tensione muscolare, l’adrenalina, in un flusso energetico che amplia spazi, che si abbatte sui corpi o li incorpora. Senza uno scopo figurato, ma in quanto corrispondenza di uno stato dell’essere. Un abbandono al ritmo che genera e governa i movimenti, che per mezzo della loro frequenza, della loro successione o della loro ampiezza, spingono a una sorta di ebrezza. Una perdita di sé stessi - dentro e fuori, introspettiva o estroversa - attraverso il corpo. E la danza si fa portavoce primaria di questo desiderio di godimento. Una risposta immediata e autentica alla necessità vitale di chi si abbandona al suo ritmo. Si muove nell’ampiezza esterna e nella concentrazione interna in un atto di partecipazione alla vita, nella sua essenza più originaria, libera da ogni vincolo linguistico e dialettico. Un tentativo di colmare quell’incolmabile vuoto interno con un ritorno in sé stessi, con un continuo spostamento di prospettiva, di percezione, di relazione con l’altro. Un processo che cerca di dare forma a questa vita interiore, fatta interamente di energia e di sensibilità. 17
ore 22 – MASQUE TEATRO / Luce _performance Nella duplice natura riverbera la sua essenza. Performance per Tesla Coil e CO2 con: Eleonora Sedioli tecnica: Angelo Generali elettronica: Matteo Gatti ideazione e macchine: Lorenzo Bazzocchi produzione: Masque teatro La performance vede una danzatrice e due Tesla Coil duettare, la prima posta su un alto piedistallo metallico, le seconde, l'una di fronte all'altra, ad amplificare la cornucopia di fulmini e saette che da esse promana. Le due Tesla coil, costruite da Masque, seguendo fedelmente le linee di progetto originali del grande scienziato serbo-americano Nikola Tesla, non sono altro che due potentissime ricetrasmittenti di energia libera presente nel medium circostante. Le scariche disruptive di energia elettrostatica sono innocue per l'organismo umano avendo esse altissima frequenza e caratterizzate da quell'effetto pelle (skin effect) che le fa circolare solo alla superficie dei corpi conduttori. LUCE è liberazione dell’atto. LUCE è una bestia favolosa. Il corpo e quindi il suo avatar, la figura evanescente, traggono dalla forma serpentina del fulmine la loro ispirazione. Nella contorsione la figura cede ad un movimento enigmatico, senza inizio, né fine. La pericolosità della postura - la figura è sospesa su un totem a cui dardeggiano macchine di fulmine - è condizione di levità e nel contempo di forza. A lei non si richiede altro: funzionare, sempre. 18
Domenica 6 settembre ore 18 - TEATRO i / Gli angeli dello sterminio _teatro di Giovanni Testori Un romanzo? Un testo di teatro? Un abbozzo? Un quaderno? Un racconto “teatrato” o una narrazione che appartiene al teatro? Lasciamo il mistero su cosa sia davvero questo lavoro. Possiamo solo dire che ha come contesto Milano, la fine di Milano. Una Milano che qui diventa exempla di un nuovo strazio, di una desolazione estrema, una ex-polis calpestata, corrosa, alla fine dei suoi giorni. “Gli Angeli dello sterminio” è una Apocalisse. L’Apocalisse di Milano. Una città dove si avverte un continuo rinvio del senso e del significato, un luogo in cui l’effimero impedisce ogni reazione possibile alla fine incombente. Quando e come le cose hanno cominciato ad andare male? Sono forse scomparsi donne e uomini scomodi, severi e seri, come Testori? Bisogna riannodare il tempo, per trovare le ragioni dell’oggi. Testori conosce i nomi dei responsabili dell’atrocità. Lui li sa. Testori è un folle, la sua profezia non può essere compresa: come Cassandra è al sacro che attinge. È dal sacro che si fa ispirare, è il sacro che fa parlare. Una lingua di cui, forse, abbiamo perduto l’alfabeto. Testori ha provato a dirci cosa è successo nella città che lui ha tanto amato, ma di cui quasi non riusciva più a dire il nome, e noi, nel lavoro, anche grazie allo sguardo e all’esperienza di Cochi Ponzoni, affronteremo questa città. Partiremo dall’incendio, dal disordine, da una città attraversata da motociclisti che si fanno Angeli. Da un presente che non ha più nessuna, nessuna nostalgia del passato. Teatro i, dopo oltre dieci anni di percorso da compagnia indipendente, opera dal 2005 nella sua sede di Via Gaudenzio Ferrari.Le sue produzioni, ospitate dai maggiori teatri italiani e spesso curate dal direttore artistico Renzo Martinelli, regista, con Francesca Garolla, dramaturg e autrice, e Federica Fracassi, attrice, hanno ottenuto numerosi premi nazionali tra i più prestigiosi. Missione che porta le sue stagioni a ospitare i maggiori artisti del teatro contemporaneo italiano e internazionale. Riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la forte identità della sua proposta culturale, legata alla realizzazione e alla distribuzione della drammaturgia contemporanea, anche grazie a prestigiose iniziative internazionali come Fabulamundi – Playwriting Europe. Beyond Borders?, un network che coinvolge dieci nazioni europee, di cui Teatro i è unico teatro partner in Italia. 19
CRISALIDE Filosofia, incontri, laboratori Ricerca di un linguaggio Cerco un linguaggio come cura dell’esperienza. Osservo e ascolto retoriche e gesti lungo la piega dell’azione e della parola, per scongiurare la lingua che normalizza, che interpreta, che dispiega, che giudica, che colloca nel sapere. Cerco una parola contaminata con il silenzio del fare, che sfida la sottrazione del respiro e dell’attenzione. Cerco una presa della parola che sfidi e disintegri la frase che assegna il senso, che deruba il campo, che assoggetta a un sapere, che sequestra il soggetto, che nomina l’estraneo. Cerco questa parola nella macchia cieca di una rimozione: la parola che è stata accanto agli esperimenti del vivere, la parola intrisa dell’incerta ricerca del gesto compiuto, la parola che accompagna la pazienza del tentativo. Il teatro è stato abitato da questi fenomeni e dalle loro enunciazioni, dagli esperimenti dell’azione consapevole, dai passaggi del corpo in vita. Poiché il discorso attuale del/sul teatro sembra saziarsi delle briciole del convivio filosofico e dei formulari delle scienze sociali, forse è bene riconsiderare ciò che è stato, nel discorso dei teatri al mondo: una scia di accenti e scritture che eccedono la misura dei testi e dei generi, che forzano i lessici e le sintassi, che irrigano prose narranti e ritmi pensanti. Tali voci sono annientate nell’ordinaria usurpazione che il campo del teatro subisce dai domini della conoscenza, dal penoso conformismo dell’ultimo grido, dall’ignoranza che annienta e misconosce le pratiche. O dalla presunzione di considerare e osservare le azioni come dimostrazioni di un’etologia generalista, come testi e pretesti per argomentare uno stato del mondo. Sottratti alle finalità e agli equivoci della riproduzione e dell’interpretazione, alle retoriche dell’attualità, i discorsi generati nelle pratiche sono sondaggi di una terra di mezzo, tra la comprensione e l’enigma, tra l’evidenza e l’oscurità. Sono l’atmosfera e il respiro di un immane stato dei corpi, del suo Nachleben: parole che guidano nel cammino oltre il linguaggio. Concludo e invito alla riflessione con due citazioni, che intendo come domande da riecheggiare, da moltiplicare: «Chi ha dimenticato il potere di comunicazione e il mimetismo magico di un gesto, può riapprenderlo dal teatro, poiché il gesto porta in sé la sua energia, e a teatro ci sono, nonostante tutto, esseri umani che manifestano l’energia del gesto compiuto». (Antonin Artaud, Il teatro e il suo doppio, 1938) «Come la filosofia, il teatro scorre in due vasti fiumi: il fiume dei fatti e degli effetti osservabili che scorre davanti a noi pieno di cose che riaffiorano di continuo; e il fiume sotterraneo, correnti sotterranee nascoste, ipotesi sonnolente, pacchi metafisici, le buffonate in lotta della storia, il rozzo Zeitgeist [spirito del tempo], non identificabili ed enigmatici, che ci fanno fluire». (Julian Beck, Theandric, 1982). Raimondo Guarino Da qualche anno c’è uno spazio a Crisalide riservato al dialogo con gli artisti intorno a opere e poetiche, conversazioni in forma privata trascritte per essere consegnate a lettori e spettatori interessati. Dal 2018 i dialoghi hanno assunto una forma collettiva, una traccia di comunità nelle possibilità temporanee dell’incontro. Oggi è forte la sensazione di camminare su fragili isole sul punto di inabissarsi, per giunta divise da confini impermeabili che dovremmo cercare di rendere porosi, per non scomparire. Viviamo in un feroce spaesamento, assediato dal disincanto e dall’autoassoluzione. Un punto di ripartenza possibile: mettere al centro le nostre persuasioni, le affermazioni di ricerca nell’arte che ci conducono dall’io al noi. Servirà? Lorenzo Donati CSS (Cooperativa Sociale di Studio) Spinoza, noi laboratorio filosofico Annapaola Varaschin, Arianna Mazzotti, Eleonora Buono, Elia Steve, Francesco Albanese, Francesco Califano, Lorenzo Nuscis, Marco Tronconi, Michela Torri, Paolo Beretta Che cosa si fa, o meglio, che cosa si prova a fare in un laboratorio di filosofia? Ogni laboratorio è uno spazio volto all'apprendistato di coloro che lo frequentano attraverso gli strumenti di cui dispone. Ma quali sono gli strumenti della filosofia? Domanda maliziosa che sottintende la necessità di un’attenzione rinnovata nei confronti delle pratiche che ci costituiscono, pratiche di pensiero e pratiche di corpo, di parola e di ascolto. Da tempi lontani la filosofia ha sempre riguardato un’interrogazione radicale e paradossale nei confronti di ciò che scivola inesorabilmente fuori dal cono di luce. L’attenzione nei confronti di queste pratiche - nel momento in cui si esercitano - offre la possibilità di una diversa piegatura, di una contro-effettuazione, di ciò che appare inesorabile. Si mostrano così altre trame, intrecci e risonanze dei quali si sperimenta la consistenza alimentando una sensibilità normalmente obliata. Il laboratorio è il luogo dove precipitano memorie e provenienze anche molto diverse e simultaneamente è lo spazio dove queste, disarticolandosi e riarticolandosi, possono trovare una ritmica e dinamica composizione. Spinoza costituisce una stella luminosa della nostra tradizione, un esempio dell’infinito gioco metabolico di necessità e libertà nel cui sentiero proviamo a camminare anche noi. 20
4) STAG ION E CO RPO: PA TH OS a l Teat r o Fe lix G uat ta r i i ndi ce Rimane ferma l’intenzione di proseguire il lavoro che fu svolto in collaborazione con l’amministrazione comunale e la direzione del teatro comunale Diego Fabbri nelle sei stagioni dal 2012 al 2018 per la realizzazione di una stagione di teatro e danza contemporanei che abbia pari dignità con le stagioni teatrali tradizionali. Causa le note contingenze l’open previsto per il 27 novembre con la compagnia Motus è stato annullato. Lo spettacolo verrà riprogrammato nella primavera del 2021. anche in questa stagione il teatro Guattari vedrà l’ospitalità di un nutrito gruppo di compagnie ed artisti, operanti nel teatro di ricerca e sperimentazione, di rilevanza nazionale ed internazionale. Il progetto vuole andare incontro alla necessità di proseguire il lavoro di radicamento nel territorio di una tipologia di spettacolo dal vivo, quello legato al teatro sperimentazione, che nella ricerca, nella prassi quotidiana, in una rinnovata modalità di produzione, nonchè nella attivazione di percorsi formativi sia del pubblico sia dei giovani artisti, trova la sua ragion d’essere. L’obiettivo ultimo è creare un progetto di cultura del presente che alla ospitalità di compagnie di teatro e danza all’interno di una strutturata Rassegna di teatro Contemporaneo di ricerca e sperimentazione, veda la presenza di un forte progetto di formazione sotto forme diversificate: dialoghi con studiosi ed artisti, ospitalità di studio per brevi periodi di formazioni artistiche, laboratori per neofiti e masterclass per professionisti, azioni mirate alla formazione del pubblico attraverso visite guidate nei luoghi di creazione delle opere. La forza di tale convinzione sta nel fatto che per accrescere la qualità della cultura di un territorio, se per cultura si intende un patrimonio condiviso di saperi, occorre avere il coraggio di favorire e potenziare le diverse istanze culturali che animano il suo tessuto vitale. Vorrei sottolineare che il teatro di ricerca e sperimentazione non lo si può pensare in termini di genere teatrale al pari di prosa o danza o operetta e neppure più genericamente di “un altro teatro”, bensì lo si deve intendere per quel che realmente è, ossia un vasto progetto culturale che allo spettacolo da sempre accompagna una potente azione di conoscenza ed apprendimento, di filiazione e approfondimento. Affondare le proprie radici in molteplici saperi non sta a dire di multiculturalità, di per sè gia aspetto fondante, bensì di uno sforzo reale di avvicinamento alle vere radici dell’umano. Quando guardiamo il teatro non vediamo solo il luogo di un pur giusto intrattenimento ma un paesaggio variegato 21
abitato da una molteplicità di visioni in cui lo spettacolo appare, se me lo si concede, come lo scarto o la punta di un iceberg di una complessa processualità. Storico - Iniziata nel 2007 e 2008, con l’organizzazione della rassegna Un altro teatro, la collaborazione con il teatro Diego Fabbri diviene parte integrante del progetto di promozione culturale della associazione Masque a partire dalla stagione 2012/13 che vede sostanziarsi il miraggio di una direzione artistica plurale per il teatro comunale. Nel 2012 la direzione artistica del teatro Diego Fabbri viene infatti assegnata, tramite bando pubblico, a Claudio Angelini, Lorenzo Bazzocchi, Claudio Casadio e Ruggero Sintoni. Nelle sei stagioni dal 2012 al 2018 Masque teatro ed il festival Crisalide hanno collaborato a tutto tondo, nella figura del regista e direttore della compagnia Lorenzo Bazzocchi, con il teatro Diego Fabbri e i Servizi culturali del Comune di Forlì, creando una sinergia pubblico-privato di rara intensità. Una direzione artistica plurale divenuta da subito fiore all’occhiello della città e progetto pilota per un possibile rinnovamento dell’asfittico e monopolistico sistema teatrale italiano. Nelle stagioni 2015/16, 2016/17, 2017/18 è stato stipulato uno specifico accordo di collaborazione tra il Teatro Diego Fabbri e i festival della città, Crisalide ed Ipercorpo, per la realizzazione di un complesso progetto di promozione culturale che agli otto spettacoli della stagione di Contemporaneo ha affiancato incontri con artisti, studiosi, teorici di arti performative e laboratori dedicati alla formazione dello spettatore e workshop rivolti ad una utenza sia generica che specialistica. Stagione 20/21 TEATRO FELIX GUATTARI FORL Ì CORPO:PATHOS teatro, danza, musica, filosofia Partita in autunno 2020, prosegue la stagione del Teatro Félix Guattari fino a maggio 2021. Sempre nel 2021 a novembre partirà la terza edizione, la stagione 2021/22. 28 NOVEMBRE 2020 – sabato / DATA RINVIATA PRIMAVERA 2021 18:00 Motus / CHROMA KEYS - teatro 20 DICEMBRE 2020 – domenica 18:00 CRISTINA KRISTAL RIZZO, ENRICO MALATESTA / MARKHOR - danza 21 MARZO 2021 – domenica 18:00 C&C / CARLO MASSARI / ANNA CAPPELLI - danza 18 APRILE 2021 – domenica 18:00 BLUEMOTION / TIRESIAS - teatro 23 MAGGIO 2021 / domenica 18:00 MASQUE TEATRO / KIVA - teatro 21 MARZO, 18 APRILE, 23 MAGGIO 2021 / domenica FUORILOGOS, dialoghi con filosofi e studiosi a cura di Sara Baranzoni e Paolo Vignola 22
28 NOVEMBRE 2020 H 18:00 – DATA RINVIATA A PRIMAVERA 2021 Motus CHROMA KEYS di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò e Silvia Calderoni con Silvia Calderoni video design Paride Donatelli e Simona Gallo direzione tecnica Simona Gallo produzione Elisa Bartolucci logistica Shaila Chenet comunicazione Marta Lovato e Mariagloria Posani distribuzione internazionale Lisa Gilardino produzione Motus / in collaborazione con Santarcangelo Festival / residenza creativa L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino Chroma Keys è una incursione dentro al cinema, nella meraviglia della finzione e dei suoi vecchi “trucchi” stereoscopici. Già da tempo la compagnia si è interessata alla possibilità della comparsa e sparizione repentina di un corpo “alieno” nella scena di un film – alla base degli artifici di tanto cinema delle origini - ma con Chroma Keys si arriva a un sabotaggio sfrontato del frame. In Chroma viene utilizzato il Green Screen, il semplice fondale fotografico verde/infinito, per accelerare il potere liberatorio e visionario che questa antica tecnica cinematografica presuppone, svelando il meccanismo in maniera performantica e ironica. Silvia Calderoni precipita in un viaggio-trip allucinato dal clima apocalittico, immerso in quella luce da disastro imminente che tanto ricorre nella filmografia di Bela Tarr… Un movimento/immobile che potrebbe continuare all’infinito, attraversando “citazioni” di film che in qualche modo rimandano/trattano/riflettono la sparizione, il senso dell’andare o dell’andarsene, dell’abbandono, ma anche della scoperta. L’atmosfera futuristica e distopica resta ambigua e sospesa: si presuppone un “mondo a venire” o piuttosto, “un mondo a venire senza mondo”, con il profilarsi di un evento che “la fa finita con tutti gli eventi” come in Melancholia di Lars Von Trier? Sta al pubblico completare la sceneggiatura. Motus nasce a Rimini nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Da allora opera con spettacoli di grande impatto, riuscendo a prevedere e a raccontare le più aspre contraddizioni del presente. Affianca teatro, performance e installazioni con un’intensa attività di seminari, incontri, dibattiti, e partecipando a festival nazionali e internazionali. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi UBU e prestigiosi premi speciali per il suo lavoro. I suoi spettacoli sono stati presentati in Europa e in tutto il mondo. ►►► 23
20 DICEMBRE 2020 / H 18 CRISTINA KRISTAL RIZZO / ENRICO MALATESTA MARKHOR Ideazione e performance Enrico Malatesta e Cristina Kristal Rizzo Suono dal vivo Enrico Malatesta Produzione CAB008 e MU Con il sostegno di Regione Toscana, MiBAC e Comune di Firenze Questo progetto mette in campo un incontro tra forme autonome di espressione, la danza di Cristina Kristal Rizzo e la materia sonora di Enrico Malatesta. Frutto di due momenti di studio in cui l’elemento dell’improvvisazione per i performers è stato il campo di studio e di adesione all’autonomia del gesto, la piece si genera su alcuni elementi cardine, quali la produzione e diffusione di suono attraverso micro oggetti, automata, percussioni, dispositivi di riproduzione audio portatili, che dispongono lo spazio come ascolto di una visione e l’utilizzo del corpo come potenza agente del ritmo in divenire. Lo spazio dell’ascolto è dunque materia e forma auto generante per una visione in cui i sensi si predispongono al micro e al macro, al gioco del movimento dei corpi e degli oggetti coinvolti, ad un libero seguire di un’onda sonora, in una generazione dal vivo di sguardo e ascolto come grammatica dello stare nell’evento reciproco. Cristina Kristal Rizzo Dancemaker, è attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni 90. Basata a Firenze, si è formata a New York alla Martha Graham School of Contemporary Dance, ha frequentato gli studi di Merce Cunningham e Trisha Brown. È tra i fondatori di Kinkaleri, compagnia con la quale ha collaborato attivamente attraversando la scena coreografica contemporanea internazionale e ricevendo numerosi riconoscimenti. Dal 2008 ha intrapreso un percorso autonomo di produzione coreografica indirizzando la propria ricerca verso una riflessione teorica dal forte impatto dinamico tesa a rigenerare l’atto di creazione stesso e ad aprire riflessioni sul tempo presente. Attualmente una delle principali realtà coreografiche italiane, è ospitata nei più importanti festival della nuova scena internazionale. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa attività di conferenze, laboratori e scrittura teorica. In qualità di coreografa ospite ha creato coreografie per I principali enti Lirici ed istituzioni italiane e straniere tra i quali il Teatro Comunale di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino, Aterballetto, LAC Lugano, MACRO Roma, MUSEION Bolzano, Museo Pecci Prato, Museo del 900 Firenze. Enrico Malatesta (1985). Percussionista e ricercatore indipendente attivo in ambiti sperimentali posti tra musica, performance e intervento site-specific; la sua pratica esplora la relazione suono-spazio-movimento e la vitalità dei materiali con particolare attenzione alle superfici, alle modalità di ascolto e alla definizione di informazioni multiple attraverso un approccio ecologico e sostenibile allo strumento percussivo 24
21 MARZO 2021 / H 18 C&C / CARLO MASSARI ANNA CAPPELLI di Annibale Ruccello Ideato, diretto e interpretato da Carlo Massari Collaborazione alla scrittura fisica: Chiara Taviani Coordinamento tecnico Francesco Massari Anna, semplice segretaria dell’ufficio catasto di Latina, nubile, una donna come tante, forse… Il desiderio più grande è possedere: una stanza tutta sua, una casa tutta sua, un amore tutto suo. Se le chiedessero di scegliere tra essere e avere, non avrebbe dubbi. È il possesso a rendere riconoscibile una persona, polverizzando frustrazioni e amarezze. Le ossessioni però comportano un prezzo alto che chiede di essere pagato fino in fondo. L’oppressione di un’esistenza piccolo-borghese, il rancore che si annida nel quotidiano quando non si può essere davvero se stessi, lo status sociale che conta più dell’essenza sono tensioni che animano questa donna in cui le parole nascondono sempre altro: l’ansia bruciante di identificarsi con ciò che ha, fino all’autodistruzione. Diventa allora naturale che sia un attore a interpretarla. La malattia chiamata avidità avvelena la natura umana in tutti i suoi aspetti e chiunque può cadere nella trappola di essere posseduto, nella più completa alienazione, da quelle che sono solo cose e prendono il posto dell’anima. Il celebre monologo di Annibale Ruccello, già portato in scena da famose attrici del calibro di Anna Marchesini e Maria Paiato, acquista forza col passare degli anni; io ho deciso, supportato nella scrittura fisica da Chiara Taviani, di affrontare la sfida di interpretare per la prima volta en travesti questo poliedrico personaggio, aggiungendo al carattere e alle parole del drammaturgo, una profonda ricerca del movimento, per creare una figura che accolga in sé molti lati oscuri. Anna Cappelli è comica e grottesca allo stesso tempo; una donna apparentemente “come tante” che in sette quadri scivola inesorabilmente verso il baratro della follia, cadendo rovinosamente al suolo e portandosi dietro lo spettatore. Uno spettacolo volutamente intimo, una pedana a scacchi a pianta centrale, fatto di profonda relazione con il pubblico, che entra letteralmente in casa, spia, è complice, giudica e ci si ritrova, se ne vergogna… C&C si identifica come progetto di creazione e sviluppo di un linguaggio artistico in continuo divenire, indirizzato verso un’indagine fisica e drammaturgica, atto a trasmettere e condividere energie e creatività nel modo più diretto, limpido e reale possibile in stretta relazione con le urgenti tematiche sociali contemporanee. Caratterizzata da un lavoro costante e privo di sovrastrutture, C&C si interessa alla profondità delle relazioni interpersonali con l'obiettivo di portare la verità sul palco attraverso un linguaggio profondamente fisico che consenta al pubblico di sentirsi rappresentato all'interno della sua universalità. La Compagnia, nata nel 2011 dall’incontro artistico tra Carlo Massari e Chiara Taviani, denota fin dagli esordi una vocazione per l’ibridazione tra danza e physical theater con altri codici artistici, e quindi con la parola recitata e cantata, con il cinema, con la musica e con l'arte contemporanea e performativa, perfettamente calzante con l’ecletticità e versatilità dei suoi performer e avvalendosi di preziose collaborazioni con professionisti provenienti da tutta Europa. Tra le numerose produzioni che vantano intense tournée in Italia e all’estero, oltre che prestigiosi riconoscimenti internazionali (tra cui Hiver Oclytes/Les Hivernales [FR], International Choreographic Competition Hannover [DE], Zawirowania Competition [PL], Konzert Theater Berne [CH], Machol Shalem Dance Competition [IL], ACT Festival [ES], Premio Roma Danza [IT], CrashTest [IT] ), sono ricorrenti le creazioni che prevedono il coinvolgimento, sia in fase di progettazione che performativa, delle comunità con cui la Compagnia entra in contatto instaurando un dialogo con la collettività in grado di potenziare il progetto artistico rendendolo concreto ed efficace: una ricerca di verità relazionale che caratterizza la poetica di C&C e che si coniuga a una totale apertura immaginifica e a una curiosità creativa capaci di sviluppare l’astratto dal reale e di avvicinare il pubblico all’esperienza teatrale. 25
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