Attività anno 2021 Relazione di progetto - Masque teatro Associazione Culturale Masque via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì - Comune Di Forli

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Attività anno 2021 Relazione di progetto - Masque teatro Associazione Culturale Masque via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì - Comune Di Forli
Masque teatro

        Associazione Culturale Masque
         via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì
               P.Iva 02323020400
                C.F. 92016630409
                mob 393.9707741
                  www.masque.it
               masque@masque.it

           Relazione di progetto

          Attività anno 2021
    Masque giunge al 30-esimo anno di attività

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Attività anno 2021 Relazione di progetto - Masque teatro Associazione Culturale Masque via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì - Comune Di Forli
INDICE

0 - Brevi riflessioni sulla contingenza_pag.2

1 - BILANCIO PREVENTIVO 2021_pag.3

2 - SPAZI TEATRALI GESTITI DIRETTAMENTE: TEATRO FELIX GUATTARI_ pag.5

3 - FESTIVAL CRISALIDE 28-esima edizione _ pag.8

4 – STAGIONE CORPO:PATHOS al Teatro Felix Guattari _pag.21

5 - RESIDENZE ARTISTI nei TERRITORI - Regione Emilia Romagna e MiBACT _ pag.28

6 - PRODUZIONE e DISTRIBUZIONE SPETTACOLI _ pag.31

7 - LABORATORI _ pag. 34

8 - FORMAZIONE del PUBBLICO_pag. 37

9 - PRAXIS-SCUOLA DI FILOSOFIA - coorganizzazione e cura_pag. 39

10 - HAIKU FESTIVAL - in collaborazione con AREA SISMICA_pag. 40

11 - Convenzione con ATELIERSI di Bologna_pag. 40

11 - Collaborazione con MECHRI’ di Milano_pag. 41

12 - Collaborazione con altre realtà del territorio regionale e nazionale_pag. 41

13 - STORICO ATTIVITA’_pag. 42

0) Brevi riflessioni sulla contingenza                                                 indice

L’apparire di una nuvola oscura all’orizzonte degli eventi, difficilmente arginabile e di incerta collocazione, ci spinge,
come artisti e curatori di opere di altri altisti, a progettare su linee impreviste e all’apparenza discoste dal proprio
sentire. Questa pervasiva incertezza non dovrebbe coglierci alla sprovvista, non dovrebbe generare confusione nè
inquinare in alcun modo le finalità che sono alla base del nostro agire.
Certamente è giunto il momento di abbandonare i personalismi e guardare uniti allo scopo comune che in fin dei
conti altro non è se non la cura di noi stessi e di chi ci circonda.
Non è quindi più tempo di luoghi chiusi. Gli spazi in cui agiamo divengano rizomatici e includenti, linkabili alle forme
di vita che si muovono e crescono con noi ed attorno a noi.
Nel rispetto delle diverse modalità e visioni è auspicabile che il rapporto tra coloro che producono e che donano con
il loro sentire divenga il più trasparente possibile, siano essi artisti, tecnici, organizzatori, gestori del bene pubblico.
Nello specifico forlivese l’impegno profuso dalla Amministrazione nella creazione di spazi all’aperto, piccole fortezze
a preservare la bellezza di riti che l’uomo sin dai primordi ha cercato con tutte le forze di proteggere,
è la riprova evidente che l’uomo può ritrovare le forze per vedere chiaramente dinanzi a sè.
Un grazie sentito.
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Attività anno 2021 Relazione di progetto - Masque teatro Associazione Culturale Masque via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì - Comune Di Forli
1 ) B ILANC IO PR EVEN TIVO 20 21                                              i ndi ce

COSTI                                                            111.020,00

COSTI GENERALI DI GESTIONE                                          7.810,00
Ageguamenti e costi relativi al contenimento Covid                  2.400,00
Manutenzione                                                          550,00
Materiali di consumo, spese postali, Web                              450,00
Assicurazioni, imposte                                              1.810,00
Consulenze amm.ve/fiscali                                           2.600,00

COSTI DI GESTIONE SPAZI DI SPETTACOLO                              24.050,00
Affitto teatro                                                      9.600,00
Registrazione contratto di locazione e passo carraio                  220,00
Utenze Teatro                                                       6.090,00
Manutenzione spazi di spettacolo                                    6.740,00
Spese di personale non direttamente assunto                         1.400,00

INTERESSI PASSIVI E SPESE BANCARIE                                  7.720,00
Competenze di chiusura e interessi passivi                          2.900,00
Rate mutuo ristrutturazione teatro                                  4.500,00
Spese bancarie (commissioni, imposte)                                320,00

PERSONALE DIRETTAMENTE ASSUNTO                                     14.200,00
Costo aziendale del personale a tempo indeterminato                 4.800,00
Costo aziendale del personale a tempo determinato                   9.400,00

COSTI PER PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE                               11.100,00
Scenografie, costumi, strumenti, attrezzature e impiantistica       4.800,00
Prestazione di terzi per allestimenti / Service                     1.400,00
Mensa interna durante produzione spettacoli                         1.200,00
Costi carburante reperimento materiali ed attrezzature               450,00
Costi trasferte                                                      450,00
Spese di personale non direttamente assunto                         2.800,00

COSTI PER OSPITALITA' FESTIVAL RESIDENZE STAGIONE                  33.980,00
CACHET spettacoli FESTIVAL CRISALIDE                               11.580,00
Compenso artisti in RESIDENZA                                       4.800,00
COMPENSO STUDIOSI FESTIVAL                                          1.280,00
COMPENSO TUTOR RESIDENZE                                            1.200,00
VITTO, PERNOTTO e TRASFERIMENTI                                     6.540,00
PRESTAZIONE di terzi per allestimenti / Service e attrezzature      1.800,00
scenografie, costumi, strumenti, attrezzature                         180,00
Documentazione video, atti, etc..                                     600,00
SIAE                                                                  800,00
spese di personale non direttamente assunto                         5.200,00
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2 ) TEA TR O FÉLIX GUA TTAR I / PR OGRA MMA ZION E                                                  indice

Sito negli spazi dell’Ex Filanda Maiani in via orto del fuoco n. 3 a Forlì, (zona orti del quartiere Schiavonia) e sede
della compagnia Masque teatro, ha vissuto un’importante ristrutturazione per la riqualificazione a luogo adibito a
pubblico spettacolo.
Primo teatro in Forlì dedicato al Contemporaneo è ora in grado di accogliere 150 spettatori.
Il grande sforzo economico, interamente sostenuto dalla compagnia Masque teatro attraverso risorse proprie e
l’accensione di un mutuo della durata di 6 anni, è teso alla realizzazione di uno spazio dedicato non solo alle arti
performative contemporanee e alla filosofia, ma anche ad attività di cooperazione con diverse realtà della cultura del
territorio, proponendosi come luogo di fruizione attraverso un denso programma di appuntamenti ed eventi presenti
tutto l’anno.
Sede storica della compagnia forlivese, l’ex filanda Maiani è divenuta nel tempo importante rifermento delle arti
performative e sceniche italiane ed europee.
Non solo luogo e laboratorio di produzione della compagnia Masque e fucina della giovane creatività (si ricordi il
Premio Extra 2008 dedicato ad artisti under 35 e le due edizione del Festival Mondo 2009-2010 in collaborazione
con il Ministero della gioventù, ANCI, GAI, GA/ER, Comune di Forlì) l’ex filanda Maiani ha accolto tutte le ultime
edizioni del Festival Crisalide ed ha ospitato alcuni fra gli artisti più interessanti della scena performativa europea
(Simon Vincenzi-UK, Cindy Van Acker-CH, Myriam Gourfink-FR, João Fiadeiro-PT, Kat Valastur-GR).
Il Teatro dei Masque è stato anche al centro di importanti collaborazioni con partner europei quali France Danse e
Nuovi Mecenati, l’Istituto di cultura Svizzero di Roma.

Il teatro Fèlix Guattari ospiterà nel 2021:
1) Crisalide festival, 28-esima edizione
2) Progetto «Residenze Artisti nei Territori» - Regione ER e MiBACT
3) Stagione di teatro e danza contemporanei 2020/21
4) Laboratori di teatro e danza
5) Incontri con artisti e studiosi
6) Progetti speciali in collaborazione con altri operatori culturali
per un totale di 188 giornate di attività.
- produzione spettacoli compagnia masque teatro: 64 giornate
- ospitalità di formazioni artistiche in residenza: 52 giornate
- presentazione spettacoli della compagnia Masque teatro in sede: 14 giornate
- Stagione di Teatro di ricerca e sperimentazione al Félix Guattari: 8 giornate
- Festival Crisalide, svolgimento e preparazione: 32 giornate
- laboratori: 12 giornate
- manifestazioni in collaborazione con realtà del territorio: 6 giornate

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Sala teatro

Il foyer
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La tribuna - 112 posti

Sala mostre

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3 ) CR ISA LID E FESTIVAL - 28 -es ima e diz ione                                               indice

«La cura di sè come pratica della libertà»
E’ questo il secondo atto di un progetto triennale che cerca di esplorare il concetto di libertà, a partire dalle «Pratiche
sociali di liberazione» sino a «La curà di sè come pratica della libertà» per giungere a «L’esperienza della
libertà».

La 28-esima edizione del festival si svolgerà in due step. La prima parte, nel mese di luglio, vedrà il coinvolgimento
di alcuni spazi all’aperto resi disponibili dalla Amministrazione comunale, la rocca di Caterina Sforza e l’arena San
Domenico, della corte di Area Sismica, e del cortile interno dell’ex filanda Maiani adiacente al Teatro Félix
Guattari, sede dei masque.
La seconda sezione si svolgerà dal 3 al 5 settembre negli spazi del teatro Felix Guattari.

9, 16, 23, 29 luglio + 3, 4, 5 settembre 2021
Per sommi capi le attività del festival si possono così riassumere:
- artisti nazionali ed internazionali
- incontri con studiosi e teorici di arti performative contemporanee
- dialoghi con filosofi
- workshop di teatro e danza
- attività di formazione del pubblico

Introduzione
Il festival Crisalide, nato nel 1994 per volontà della compagnia Masque teatro, intende convocare in un luogo definito
prassi creative e umane interessanti, favorendo nel contempo un loro incontro, nella prospettiva di consentire
occasioni di scambio e maturazione. Far crescere il festival ha significato nei primi anni e significa ancor oggi, nello
stesso modo, andare più a fondo nel rapporto tra l’artista e l’investimento delle proprie risorse in un ambito
progettuale e organizzativo che per essere considerato proprio richiede di essere esperito in tutti i suoi aspetti.
Quello che Crisalide si impegna a promuovere in ambito teatrale è soprattutto un modello culturale e questo non
soltanto con dichiarazioni di intenti o manifesti, ma con una pratica rivolta ai propri fruitori. Il compito assoluto con cui
Crisalide si è confrontata e si confronta è quello di poter comprendere nella sua forma la sua stessa esperienza.
Dal 1994 ad oggi il Festival ha cercato di realizzare quanto sopra, promuovendo costantemente la riflessione e lo
scambio tra generazioni artistiche e favorendo la visibilità di giovani formazioni sia all’interno del territorio sia in
ambito nazionale ed internazionale. In questo modo, Crisalide si è imposto negli anni come luogo di riflessione e di
pratiche sceniche, contraddistinguendosi nel panorama nazionale come propulsore di istanze assolutamente
originali.
Il festival sin dalle sue prime edizioni ha operato per superare la forma della vetrina e della mera visibilità, maturando
nei concetti di “imbattersi fortuito” e di “avamposto” i termini di una ricerca che esplorasse dal proprio interno le
questioni legate alla prassi teatrale e al fare artistico: lo spettacolo risultato di una processualità che assume i
contorni del “farsi vivente”. Il festival si è avvalso e si avvale di importanti collaborazioni con enti territoriali (Regione
Emilia-Romagna, Provincia di Forlì e Cesena, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Romagna
Acque - società delle fonti) ed istituzioni (France Danse, Nuovi Mecenati, Istituto Svizzero di Cultura di Roma,
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Università di Roma Tre, Centro Diego Fabbri e Teatro Diego Fabbri di Forlì, Centro di Studi Teatrali-Dipartimento
SITLeC-Università degli studi di Bologna, sede di Forlì).

CRISALIDE 2021
L’individuazione di una specifica tematica nasce dalla necessità di confinare all’interno di un preciso alveo le ricerche
e gli studi e quindi le conseguenti scelte artistiche e progettuali. Crisalide è nello stesso tempo un luogo di
discussione e di azione. Facile dire che le azioni del festival sono gli spettacoli ospitati, ma non basta. E’ questo
invece complessivamente un universo di relazioni che creano un campo di forze. Cosa vuol dire campo di forze?
Vuol dire che in questo luogo un punto di vista cerca un linguaggio, e il punto di vista di chi fa teatro oggi, in
condizioni subalterne, precarie, marginali ma audacemente propositive, cerca un linguaggio al limite tra l’esperienza
e la conoscenza. Questo caratterizza fortemente quest’anno, come del resto nelle Crisalidi passate, il modo in cui il
tempo del discorso trova la sua collocazione e come viene organizzato nelle scansioni delle giornate di lavoro. Così
nel 2020 nella medesima serata avremo la possibilità di assistere, nella tipologia ricorrente che offre una giornata
qualsiasi del festival, a spettacoli di teatro e danza, cui seguono incontri con artisti o lecture di filosofi o di teorici delle
arti performative, per terminare con una performance o un concerto. Questa progettualità, che raccoglie in sé lo
sforzo di una naturale tensione alla multidisciplinarietà, non porta a meri accostamenti di genere ma esalta
costantemente il flusso interdisciplinare e porta ad una visione complessiva intercodice.
CRISALIDE FESTIVAL XXVIII
Arti dinamiche del presente
28-esima edizione

«La cura di sè come pratica della libertà»
TEATRO - DANZA - MUSICA - FILOSOFIA
con il contributo di
Regione Emilia-Romagna
Comune di Forlì
Romagna Acque - società delle fonti
Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

direzione artistica: Lorenzo Bazzocchi
direzione organizzativa: Eleonora Sedioli
organizzazione e cura: Masque teatro
media partner: SuccoAcido
staff: Jessica Imolesi, Chiara Venturini, Annarita Giberti, Cinzia Monari, Ilaria Stefani
organizzazione estero: Catia Gatelli
tecnica: Alberto Bartolini, Matteo Gatti, Angelo Generali
grafica e web: Eleonora Sedioli
ufficio stampa: Tatiana Tomasetta
www.crisalidefestival.eu

luoghi del Festival
Arena San Domenico
Chiostro Caterina Sforza
Teatro Félix Guattari
Area Sismica

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Attività anno 2021 Relazione di progetto - Masque teatro Associazione Culturale Masque via Orto del fuoco 3, 47121 Forlì - Comune Di Forli
Artisti e compagnie di teatro e danza, studiosi, filosofi alla 28-esima edizione del festival:
artisti
Fanny & Alexander, Teatro delle albe, Cristina kristal Rizzo, Masque teatro, Giacomo Piermatti, Annamaria
Ajmone, Stefania Tansini, Teatro i
studiosi
Sara Baranzoni, Paolo Vignola, Raimondo Guarino, Lorenzo Donati, Marco Tronconi.
formazione del pubblico
ricerca di un linguaggio a cura di Raimondo Guarino e Lorenzo Donati
laboratori
condotti da Masque teatro, Fanny & Alexander, Francesca Proia, Cristina Kristal Rizzo

PROGRAMMA

LUGLIO 2021

Venerdì 9 luglio / Arena San Domenico
22.00 - MASQUE TEATRO / Nikola Tesla Lectures_teatro

Venerdì 16 luglio / Rocca Caterina Sforza
22.00 - FANNY & ALEXANDER / I sommersi e i salvati _teatro

Venerdì 29 luglio / Rocca Caterina Sforza
21.30 - ANNAMARIA AJMONE / Trigger_danza
22.30 - GIACOMO PIERMATTI e STEFANO RICCI / Spinner _concerto + visual art

Venerdì 23 luglio / Corte di Area Sismica
22.00 - CRISTINA KRISTAL RIZZO / ULTRAS sleeping dances _danza

SETTEMBRE 2021

tutti gli eventi si svolgeranno al Teatro Fèlix Guattari

Venerdì 4 settembre
dalle 10:00 alle 17:00 CSS (Cooperativa Sociale di Studio) / Spinoza, noi
ore 21 - TEATRO DELLE ALBE / Siamo tutti cannibali _teatro

Sabato 5 settembre
dalle 10:00 alle 17:00 CSS (Cooperativa Sociale di Studio) / Spinoza, noi
ore 21 - STEFANIA TANSINI / Punti di ristoro _danza
ore 21 – MASQUE TEATRO / Luce _performance

Domenica 6 settembre
10.00-14.00 - RICERCA DI UN LINGUAGGIO _formazione del pubblico
ore 18 - TEATRO i / Gli angeli dello sterminio _teatro
ore 19:30 - SARA BARANZONI e PAOLO VIGNOLA _filosofi
10
CRISALIDE SPETTACOLI
LUGLIO 2021

Venerdì 9 luglio / Arena San Domenico

21.00 - MASQUE TEATRO _Nikola Tesla Lectures_teatro

di e con: Lorenzo Bazzocchi
assistente alle macchine: Eleonora Sedioli
elettronica: Matteo Gatti
tecnico Angelo generali
Tesla Coil: Lorenzo Bazzocchi
coproduzione: Mood Indigo (BO) / produzione: Masque teatro
con il sostegno di: Comune di Forlì, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

In questa performance/esperimento Lorenzo Bazzocchi, costruttore di una delle più stupefacenti invenzioni di Nikola Tesla, affronta la storia
del grande scienziato serbo. Il folgorante inizio che vede il conferenziere, all’interno di una gabbia di Faraday, misurarsi con una Tesla Coil
da un milione di volt, lascia spazio poi ad una puntuale e circostanziata narrazione che ci conduce nelle pieghe di un misconoscimento che
non ha eguali nella storia delle conoscenze. Il racconto, fortificato da esemplari dimostrazioni, mette in evidenza le motivazioni che, andando
al di là del desiderio di vedere riconosciuta l’opera e la speciale visionarietà di Nikola Tesla, hanno spinto Masque teatro a tentare la messa
in scena sotto diverse forme dello straordinario universo legato a quello che è stato definito “l’inventore del XX secolo”, fino a giungere, dopo
quindici anni di studio, a questa straordinaria conferenza/esperimento, al termine della quale verrà replicato, in scala minore, l’esperimento
di trasmissione di energia elettrica senza fili, quel “Wireless transmission of power” concepito e messo in opera da Tesla a Colorado Springs
sul finire del secolo diciannovesimo.

11
Venerdì 16 luglio / Rocca Caterina Sforza

21.00 - FANNY & ALEXANDER _I sommersi e i salvati _teatro
Dal progetto “Se questo è Levi”

regia Luigi De Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
con Andrea Argentieri
organizzazione e promozione Ilenia Carrone
produzione E/Fanny & Alexander
foto Enrico Fedrigoli

Mettere un interprete, un attore nella condizione di essere attraversato dalla voce registrata di un’altra vita, di vestirne la voce come una
pelle, di fare un bagno animico in essa, facendosi imbevere, come una matassa di lana che si imbeve di acqua. Nella grana della voce sono
nascosti i traumi dell’esperienza, ma soprattutto scaturisce tutta la forza del carattere, della ragione, della missione.

A partire dai documenti audio e video delle teche Rai e di youtube, Andrea Argentieri veste i panni dello scrittore Primo Levi assumendone la
voce, le gestualità, le posture, i discorsi in prima persona. È un incontro a tu per tu, in cui lo scrittore testimonia la sua esperienza nei lager
con una tecnica lucidissima di scrematura della memoria, con la trasparenza di uno sguardo capace di esprimere l’indicibile. L’interprete non
legge, fa reagire in sé la voce straniera, la capta dagli auricolari e la restituisce all’istante insieme alle emozioni, alle espressioni dello
scrittore, guidato da una domanda: quanto questa testimonianza è ancora capace di parlarci tramite la sensibilità di un attore che si lascia
attraversare dai materiali originali a noi rimasti?

Fanny & Alexander è una bottega d’arte fondata a Ravenna nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani. Nell’arco di 25 anni, realizza
oltre 80 eventi tra spettacoli teatrali e musicali, produzioni video e cinematografiche, ottenendo numerosi riconoscimenti. Con il progetto “Se
questo è Levi” vince il Premio Speciale Ubu 2019; per lo stesso spettacolo, Andrea Argentieri si aggiudica il Premio Ubu 2019 Miglior Attore
Under 35.

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Venerdì 23 luglio / Rocca Caterina Sforza

19.00 - GIACOMO PIERMATTI + STEFANO RICCI _contrabbasso +visual art

Spinner - Un atto dal vivo
Disegni Stefano Ricci
Contrabbasso Giacomo Piermatti

Spinner é la parola tedesca che preferisco. Significa diverse cose e ha a che fare con le cose che girano, ma si può dire che uno Spinner é
qualcuno completamente preso nell’atto di fare la sua cosa, come il ragno che tesse la tela. Quello che mi piace di questa parola é che,
diversamente dal significato anglosassone, lo spinner nella lingua tedesca non é nè loser né winner, né perdente e né vincente, é solo
qualcuno in un certo modo perduto nel fare la cosa stessa.
Spinner- Un atto dal vivo è un viaggio dove è fondamentale perdersi.
Una caduta libera all'interno del suono e del disegno, intimamente e segretamente connessi.

Il sodalizio artistico tra Stefano Ricci e Giacomo Piermatti inizia nel 2012. Il punto cardine del loro lavoro è l'esplorazione del legame
misterioso che si crea tra suono e disegno durante l'atto performativo, e la sua declinazione in diversi ambiti artistici.
Insieme hanno dato vita agli spettacoli teatrali “Più Giù” (coprodotto da ERT e CRT Triennale dell'Arte, Milano- regia di Danio Manfredini,
testi Stefano Ricci – con Vincenzo Core e Cristiano Pinna) e “Quello che ho visto” (prodotto da Olinda – testi Stefano Ricci – con Roberto
Paci Dalò, Cristiano Pinna, Ettore Dicorato), hanno composto e registrato gli album “Spinner” (2013) e “Il sogno di mio fratello” (2018 – con
Vincenzo Core e Pasquale Mirra), composto e registrato le musiche per il film “Eccoli” (commissionato dalla cineteca di Gorizia – montaggio
video Jacopo Quadri e Stefano Ricci).

Nato nel 1966 a Bologna, Stefano Ricci vive ad Amburgo e Quilow. Disegnatore, dal 1986 collabora con la stampa periodica e l’editoria in
Italia e all’estero, firmando progetti di immagine coordinata e di collane editoriali per le quali è stato selezionato sull’ADI, Design Index 2000,
e per il premio Compasso d’Oro 2001. Lavora per il teatro, la danza e il cinema (è stato direttore artistico di “Bianco e nero” rivista del Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma, dal 2003 al 2009). È docente del corso di disegno animato al D.A.M.S. Gorizia, Università degli
Studi di Udine, insegna disegno all’Università delle Arti Applicate di Amburgo (HHW) e all’ École européenne supérieure de l’image,
Angouleme. Dal 2008 dirige, con Anke Feuchtenberger, la casa editrice Mami.

Giacomo Piermatti
Ha studiato contrabbasso con Daniele Roccato e Stefano Scodanibbio.
Dedito principalmente all’interpretazione della musica contemporanea, si è esibito, sia come solista che in ensemble, in numerosi festival
internazionali. Ha collaborato con importanti compositori come Terry Riley, Butch Morris, Sofia Guabaidulina, Hans Werner Henze.
Suona nel Ludus Gravis ensemble e collabora con Klangforum Wien, Edison Studio, Suono Giallo, CLSI, Masque Teatro. Ha effettuato
registrazioni discografiche per Wergo ed ECM.

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19.45 - ANNAMARIA AJMONE / Trigger_danza

Di e con Annamaria Ajmone
Produzione Cab 008.
Con il sostegno di MiBACT e Regione Toscana.
Coproduzione Cango / Umano – Cantieri internazionali sui linguaggi del corpo e della danza.
In collaborazione con Teatro della Toscana

Trigger è un “sistema mobile”, che si organizza in modo differente, a seconda d el luogo in cui viene ospitato. Il sistema
ridisegna la geometria degli spazi e viceversa, lo spazio trasforma l'azione performativa.
La partitura coreografica, costituita da nuclei di movimento prestabiliti, composti tra di loro in maniera istantanea, si
sviluppa nell'area interna ed esterna al perimetro di una figura geometrica iscritto nello spazio. Il pubblico è disposto
lungo i lati della geometria, condividendo lo spazio scenico con la performance.

Trigger è un’esplorazione personale, orientata alla t rasformazione di uno spazio in un “luogo” che, per un tempo limitato,
diventa dimora, luogo di passaggio, tana di un corpo che in ascolto continuo amplifica gli spazi interni ed esterni a sé.
Trigger in inglese “grilletto” viene utilizzato anche con il sig nificato di causa scatenante.

Annamaria Ajmone è danzatrice e coreografa. Laureata in Lettere Moderne presso l'Università Statale di Milano, si
diploma come danzatrice presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Al centro della sua ricerca c’è il
corpo inteso come materia plasmabile e mutevole capace di trasformare spazi in luoghi creando parallelismi e
sovrapposizioni temporali. Si avvale per le proprie produzioni di collaboratori con cui condivide il processo creativo,
coinvolgendo così diversi immagini e visioni. Presenta i propri lavo ri, come coreografa, dal 2014 a oggi, in numerosi
festival di danza, teatro e performing arts, musei, gallerie d’arte e spazi atipici in Europa, Asia, Nord Africa e Stati Unit i.

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Venerdì 23 luglio / Cortile Area Sismica
21.00 - CRISTINA KRISTAL RIZZO _ ULTRAS sleeping dances _danza

danza Cristina Kristal Rizzo
musica Deepsea Drive Machine, Dylan Mondegreen, Bonnie ‘prince’ Billy, Ed Sheeran, Napa Snidvongs
allestimento e costumi Cristina Kristal Rizzo con i danzatori
produzione Cab 008 - con il sostegno di L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino in collaborazione con il Teatro Metastasio di Prato
residenze creative spazioK.Kinkaleri, Centro nazionale di produzione / Virgilio Sieni, L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino e con il
sostegno di Regione Toscana e MiBACT

ULTRAS sleeping dances è un sistema di danze mobili che di volta in volta abitano luoghi diversi, creando degli habitat irripetibili e unici.
Sono al tempo stesso danze compiute e percorso che oltrepassa l’idea di site-specific, seguendo il principio secondo il quale la danza
accoglie lo spazio che attraversa e viceversa lo spazio si lascia abitare dall’attraversamento di una danza. Pensate come dei moduli
adattabili a qualsiasi ambiente o paesaggio estetico, le ULTRAS sleeping dances tendono ad apparire come un’attività pura che si può
considerare giocosa, dove la maestria non è semplicemente un’abilità fisica ma anche una sapienza, una grazia, un atto impersonale che
prelude a una rigenerazione.

Cristina Kristal Rizzo, dancemaker, è attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni 90. É tra i fondatori di
Kinkaleri, compagnia con la quale ha collaborato attivamente attraversando la scena coreografica contemporanea internazionale e
ricevendo numerosi riconoscimenti. In qualità di coreografa ospite ha creato coreografie per I principali enti Lirici ed istituzioni teatrali
italiane, tra i quali: il Teatro Comunale di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino, il Balletto di Toscana Junior, Ater Balletto.

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SETTEMBRE 2021

Venerdì 4 settembre
ore 21 - TEATRO DELLE ALBE / Siamo tutti cannibali, sinfonia per l’abisso_teatro

di e con Roberto Magnani, Simone Marzocchi e Giacomo Piermatti
liberamente ispirato al Moby Dick di Herman Melville
regia del suono Andrea Veneri
sostegno residenza artistica Masque teatro
una produzione Ravenna Teatro/Teatro delle Albe

“Polvere, polvere, ossa, polvere, scheletrini… non fai in tempo a voltarti che è di nuovo tutto pieno di muffa…”
Se il teatro fosse una nave e la nave fosse tutto quanto il mondo, io comunque sarei il mozzo. Destinato a pulire avanti e indietro, avanti e
indietro, tutto il ponte di questa nave, tutto il palcoscenico di questo teatro, tutto il patibolo che è questo mondo. C’è stato un tempo, c’è stato
un tempo che la salvezza da questo mondo me la sono andata a cercare nei libri, ma di tutti i libri che io abbia mai potuto leggere c’è n’è
solo uno che merita il posto d’onore il così detto libro della vita, e questo bel libro è Moby Dick! La storia di Moby Dick è presto detta: un
equipaggio di quaranta uomini salpa dall’isola di Nuntacket per andare a caccia di balene. A capitanare questa nave, il Pequod, c’è Achab
ossessionato da una famigerata balena bianca che gli ha strappato via una gamba. L’ossessione del capitano Achab, la sua perversione
quasi metafisica porterà alla distruzione del Pequod e alla morte di tutti i quaranta uomini ad eccezione di Ismaele che ci racconterà questa
storia. Moby Dick non è solo la storia di un viaggio a balene compiuto realmente da Melville, ma è uno sprofondare nell’abisso, l’abisso che
abita ognuno di noi. Lo aveva capito benissimo colui che ce lo ha fatto conoscere e che porta il merito della prima traduzione in italiano di
questo capolavoro, Cesare Pavese.

ROBERTO MAGNANI / TEATRO DELLE ALBE

Si avvicina giovanissimo al Teatro delle Albe partecipando alla non-scuola, i laboratori che la compagnia conduce dal 1991 in tutti gli istituti
superiori di Ravenna. Nel 1998 viene scelto per interpretare uno dei dodici palotini nello spettacolo I Polacchi, testo e regia di Marco
Martinelli, ispirato all'Ubu re di Alfred Jarry. Lo spettacolo raccoglie un successo internazionale. Dopo I Polacchi entra a far parte stabilmente
del Teatro delle Albe e lavora in tutti gli spettacoli successivi della compagnia. Dal 2002 è guida nei laboratori non-scuola. Nel 2009 debutta
con ODISÉA “lettura selvatica” di Tonino Guerra, in cui per la prima volta si cimenta da solo in un lavoro-esercizio per affinare l’uso del
dialetto romagnolo come lingua di scena. Questo percorso è proseguito con E’ bal, poemetto scritto da Nevio Spadoni e realizzato insieme
al musicista Simone Marzocchi.

Nell 2018 firma come attore e regista MACBETTO o la chimica della Materia, a partire dall’opera di Giovanni Testori, circa quarant’anni dopo
la sua prima e unica messa in scena. Il lavoro nasce dalla collaborazione con altre due compagnie teatrali romagnole, i MASQUE e i
Menoventi.

Nel 2016 è direttore artistico del Cabudanne de sos Poetas (Settembre dei poeti), un importante festival di poesia che si tiene da 12 anni a
Seneghe (OR).

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Sabato 5 settembre
ore 21 - STEFANIA TANSINI / Punti di ristoro _danza

progetto: Stefania Tansini
danza: Miriam Cinieri, Stefania Tansini
luci: Matteo Crespi
progetto sonoro: Giovanni Magaglio, Claudio Tortorici
foto e video di Luca Del Pia

Punti di ristoro è un’immersione in uno stato percettivo profondo in cui i corpi possano essere lasciati liberi di vivere nell'istante, di
abbandonarsi, in una condizione di fragilità e apertura. Vibranti, sensibili, materiali.
Punti di ristoro indaga la ricerca del piacere, di quegli stati fisici o situazioni nelle quali troviamo appagamento come esseri umani. Situazioni
di passaggio che spostano interiormente, che cambiano il battito cardiaco, il respiro, la tensione muscolare, l’adrenalina, in un flusso
energetico che amplia spazi, che si abbatte sui corpi o li incorpora. Senza uno scopo figurato, ma in quanto corrispondenza di uno stato
dell’essere.
Un abbandono al ritmo che genera e governa i movimenti, che per mezzo della loro frequenza, della loro successione o della loro ampiezza,
spingono a una sorta di ebrezza.
Una perdita di sé stessi - dentro e fuori, introspettiva o estroversa - attraverso il corpo.
E la danza si fa portavoce primaria di questo desiderio di godimento. Una risposta immediata e autentica alla necessità vitale di chi si
abbandona al suo ritmo. Si muove nell’ampiezza esterna e nella concentrazione interna in un atto di partecipazione alla vita, nella sua
essenza più originaria, libera da ogni vincolo linguistico e dialettico.
Un tentativo di colmare quell’incolmabile vuoto interno con un ritorno in sé stessi, con un continuo spostamento di prospettiva, di percezione,
di relazione con l’altro. Un processo che cerca di dare forma a questa vita interiore, fatta interamente di energia e di sensibilità.

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ore 22 – MASQUE TEATRO / Luce _performance

Nella duplice natura riverbera la sua essenza.
Performance per Tesla Coil e CO2

con: Eleonora Sedioli
tecnica: Angelo Generali
elettronica: Matteo Gatti
ideazione e macchine: Lorenzo Bazzocchi
produzione: Masque teatro

La performance vede una danzatrice e due Tesla Coil duettare, la prima posta su un alto piedistallo metallico, le seconde, l'una di fronte
all'altra, ad amplificare la cornucopia di fulmini e saette che da esse promana.
Le due Tesla coil, costruite da Masque, seguendo fedelmente le linee di progetto originali del grande scienziato serbo-americano Nikola
Tesla, non sono altro che due potentissime ricetrasmittenti di energia libera presente nel medium circostante. Le scariche disruptive di
energia elettrostatica sono innocue per l'organismo umano avendo esse altissima frequenza e caratterizzate da quell'effetto pelle (skin
effect) che le fa circolare solo alla superficie dei corpi conduttori.
LUCE è liberazione dell’atto. LUCE è una bestia favolosa. Il corpo e quindi il suo avatar, la figura evanescente, traggono dalla forma
serpentina del fulmine la loro ispirazione. Nella contorsione la figura cede ad un movimento enigmatico, senza inizio, né fine. La pericolosità
della postura - la figura è sospesa su un totem a cui dardeggiano macchine di fulmine - è condizione di levità e nel contempo di forza. A lei
non si richiede altro: funzionare, sempre.

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Domenica 6 settembre
ore 18 - TEATRO i / Gli angeli dello sterminio _teatro

di Giovanni Testori

Un romanzo? Un testo di teatro? Un abbozzo? Un quaderno?
Un racconto “teatrato” o una narrazione che appartiene al teatro?
Lasciamo il mistero su cosa sia davvero questo lavoro.
Possiamo solo dire che ha come contesto Milano, la fine di Milano.
Una Milano che qui diventa exempla di un nuovo strazio, di una desolazione estrema, una ex-polis calpestata, corrosa, alla fine dei suoi
giorni. “Gli Angeli dello sterminio” è una Apocalisse. L’Apocalisse di Milano.
Una città dove si avverte un continuo rinvio del senso e del significato, un luogo in cui l’effimero impedisce ogni reazione possibile alla fine
incombente.
Quando e come le cose hanno cominciato ad andare male? Sono forse scomparsi donne e uomini scomodi, severi e seri, come Testori?
Bisogna riannodare il tempo, per trovare le ragioni dell’oggi.
Testori conosce i nomi dei responsabili dell’atrocità. Lui li sa. Testori è un folle, la sua profezia non può essere compresa: come Cassandra
è al sacro che attinge. È dal sacro che si fa ispirare, è il sacro che fa parlare. Una lingua di cui, forse, abbiamo perduto l’alfabeto.
Testori ha provato a dirci cosa è successo nella città che lui ha tanto amato, ma di cui quasi non riusciva più a dire il nome, e noi, nel lavoro,
anche grazie allo sguardo e all’esperienza di Cochi Ponzoni, affronteremo questa città.
Partiremo dall’incendio, dal disordine, da una città attraversata da motociclisti che si fanno Angeli. Da un presente che non ha più nessuna,
nessuna nostalgia del passato.

Teatro i, dopo oltre dieci anni di percorso da compagnia indipendente, opera dal 2005 nella sua sede di Via Gaudenzio Ferrari.Le sue
produzioni, ospitate dai maggiori teatri italiani e spesso curate dal direttore artistico Renzo Martinelli, regista, con Francesca Garolla,
dramaturg e autrice, e Federica Fracassi, attrice, hanno ottenuto numerosi premi nazionali tra i più prestigiosi.
Missione che porta le sue stagioni a ospitare i maggiori artisti del teatro contemporaneo italiano e internazionale.
Riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la forte identità della sua proposta culturale, legata alla realizzazione e alla distribuzione
della drammaturgia contemporanea, anche grazie a prestigiose iniziative internazionali come Fabulamundi – Playwriting Europe. Beyond
Borders?, un network che coinvolge dieci nazioni europee, di cui Teatro i è unico teatro partner in Italia.

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CRISALIDE
Filosofia, incontri, laboratori
Ricerca di un linguaggio

Cerco un linguaggio come cura dell’esperienza. Osservo e ascolto retoriche e gesti lungo la piega dell’azione e della parola, per
scongiurare la lingua che normalizza, che interpreta, che dispiega, che giudica, che colloca nel sapere. Cerco una parola
contaminata con il silenzio del fare, che sfida la sottrazione del respiro e dell’attenzione. Cerco una presa della parola che sfidi
e disintegri la frase che assegna il senso, che deruba il campo, che assoggetta a un sapere, che sequestra il soggetto, che
nomina l’estraneo. Cerco questa parola nella macchia cieca di una rimozione: la parola che è stata accanto agli esperimenti del
vivere, la parola intrisa dell’incerta ricerca del gesto compiuto, la parola che accompagna la pazienza del tentativo. Il teatro è
stato abitato da questi fenomeni e dalle loro enunciazioni, dagli esperimenti dell’azione consapevole, dai passaggi del corpo in
vita. Poiché il discorso attuale del/sul teatro sembra saziarsi delle briciole del convivio filosofico e dei formulari delle scienze
sociali, forse è bene riconsiderare ciò che è stato, nel discorso dei teatri al mondo: una scia di accenti e scritture che eccedono
la misura dei testi e dei generi, che forzano i lessici e le sintassi, che irrigano prose narranti e ritmi pensanti. Tali voci sono
annientate nell’ordinaria usurpazione che il campo del teatro subisce dai domini della conoscenza, dal penoso conformismo
dell’ultimo grido, dall’ignoranza che annienta e misconosce le pratiche. O dalla presunzione di considerare e osservare le azioni
come dimostrazioni di un’etologia generalista, come testi e pretesti per argomentare uno stato del mondo. Sottratti alle finalità e
agli equivoci della riproduzione e dell’interpretazione, alle retoriche dell’attualità, i discorsi generati nelle pratiche sono sondaggi
di una terra di mezzo, tra la comprensione e l’enigma, tra l’evidenza e l’oscurità. Sono l’atmosfera e il respiro di un immane
stato dei corpi, del suo Nachleben: parole che guidano nel cammino oltre il linguaggio. Concludo e invito alla riflessione con due
citazioni, che intendo come domande da riecheggiare, da moltiplicare: «Chi ha dimenticato il potere di comunicazione e il
mimetismo magico di un gesto, può riapprenderlo dal teatro, poiché il gesto porta in sé la sua energia, e a teatro ci sono,
nonostante tutto, esseri umani che manifestano l’energia del gesto compiuto». (Antonin Artaud, Il teatro e il suo doppio, 1938)
«Come la filosofia, il teatro scorre in due vasti fiumi: il fiume dei fatti e degli effetti osservabili che scorre davanti a noi pieno di
cose che riaffiorano di continuo; e il fiume sotterraneo, correnti sotterranee nascoste, ipotesi sonnolente, pacchi metafisici, le
buffonate in lotta della storia, il rozzo Zeitgeist [spirito del tempo], non identificabili ed enigmatici, che ci fanno fluire». (Julian
Beck, Theandric, 1982). Raimondo Guarino

Da qualche anno c’è uno spazio a Crisalide riservato al dialogo con gli artisti intorno a opere e poetiche, conversazioni in forma
privata trascritte per essere consegnate a lettori e spettatori interessati. Dal 2018 i dialoghi hanno assunto una forma collettiva,
una traccia di comunità nelle possibilità temporanee dell’incontro. Oggi è forte la sensazione di camminare su fragili isole sul
punto di inabissarsi, per giunta divise da confini impermeabili che dovremmo cercare di rendere porosi, per non scomparire.
Viviamo in un feroce spaesamento, assediato dal disincanto e dall’autoassoluzione. Un punto di ripartenza possibile: mettere al
centro le nostre persuasioni, le affermazioni di ricerca nell’arte che ci conducono dall’io al noi. Servirà? Lorenzo Donati

CSS (Cooperativa Sociale di Studio)
Spinoza, noi
laboratorio filosofico
Annapaola Varaschin, Arianna Mazzotti, Eleonora Buono, Elia Steve, Francesco Albanese, Francesco Califano, Lorenzo Nuscis,
Marco Tronconi, Michela Torri, Paolo Beretta

Che cosa si fa, o meglio, che cosa si prova a fare in un laboratorio di filosofia? Ogni laboratorio è uno spazio volto all'apprendistato di coloro
che lo frequentano attraverso gli strumenti di cui dispone. Ma quali sono gli strumenti della filosofia? Domanda maliziosa che sottintende la
necessità di un’attenzione rinnovata nei confronti delle pratiche che ci costituiscono, pratiche di pensiero e pratiche di corpo, di parola e di
ascolto. Da tempi lontani la filosofia ha sempre riguardato un’interrogazione radicale e paradossale nei confronti di ciò che scivola
inesorabilmente fuori dal cono di luce. L’attenzione nei confronti di queste pratiche - nel momento in cui si esercitano - offre la possibilità di
una diversa piegatura, di una contro-effettuazione, di ciò che appare inesorabile. Si mostrano così altre trame, intrecci e risonanze dei quali
si sperimenta la consistenza alimentando una sensibilità normalmente obliata. Il laboratorio è il luogo dove precipitano memorie e
provenienze anche molto diverse e simultaneamente è lo spazio dove queste, disarticolandosi e riarticolandosi, possono trovare una ritmica
e dinamica composizione. Spinoza costituisce una stella luminosa della nostra tradizione, un esempio dell’infinito gioco metabolico di
necessità e libertà nel cui sentiero proviamo a camminare anche noi.
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4)    STAG ION E CO RPO: PA TH OS a l Teat r o Fe lix G uat ta r i                                                  i ndi ce

Rimane ferma l’intenzione di proseguire il lavoro che fu svolto in collaborazione con l’amministrazione comunale e la direzione del teatro
comunale Diego Fabbri nelle sei stagioni dal 2012 al 2018 per la realizzazione di una stagione di teatro e danza contemporanei che abbia
pari dignità con le stagioni teatrali tradizionali.

Causa le note contingenze l’open previsto per il 27 novembre con la compagnia Motus è stato annullato. Lo spettacolo verrà riprogrammato
nella primavera del 2021.

anche in questa stagione il teatro Guattari vedrà l’ospitalità di un nutrito gruppo di compagnie ed artisti, operanti nel teatro di ricerca e
sperimentazione, di rilevanza nazionale ed internazionale. Il progetto vuole andare incontro alla necessità di proseguire il lavoro di
radicamento nel territorio di una tipologia di spettacolo dal vivo, quello legato al teatro sperimentazione, che nella ricerca, nella prassi
quotidiana, in una rinnovata modalità di produzione, nonchè nella attivazione di percorsi formativi sia del pubblico sia dei giovani artisti, trova
la sua ragion d’essere.

L’obiettivo ultimo è creare un progetto di cultura del presente che alla ospitalità di compagnie di teatro e danza all’interno di una strutturata
Rassegna di teatro Contemporaneo di ricerca e sperimentazione, veda la presenza di un forte progetto di formazione sotto forme
diversificate: dialoghi con studiosi ed artisti, ospitalità di studio per brevi periodi di formazioni artistiche, laboratori per neofiti e masterclass
per professionisti, azioni mirate alla formazione del pubblico attraverso visite guidate nei luoghi di creazione delle opere.

La forza di tale convinzione sta nel fatto che per accrescere la qualità della cultura di un territorio, se per cultura si intende un patrimonio
condiviso di saperi, occorre avere il coraggio di favorire e potenziare le diverse istanze culturali che animano il suo tessuto vitale. Vorrei
sottolineare che il teatro di ricerca e sperimentazione non lo si può pensare in termini di genere teatrale al pari di prosa o danza o operetta e
neppure più genericamente di “un altro teatro”, bensì lo si deve intendere per quel che realmente è, ossia un vasto progetto culturale che
allo spettacolo da sempre accompagna una potente azione di conoscenza ed apprendimento, di filiazione e approfondimento. Affondare le
proprie radici in molteplici saperi non sta a dire di multiculturalità, di per sè gia aspetto fondante, bensì di uno sforzo reale di avvicinamento
alle vere radici dell’umano. Quando guardiamo il teatro non vediamo solo il luogo di un pur giusto intrattenimento ma un paesaggio variegato
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abitato da una molteplicità di visioni in cui lo spettacolo appare, se me lo si concede, come lo scarto o la punta di un iceberg di una
complessa processualità.

Storico - Iniziata nel 2007 e 2008, con l’organizzazione della rassegna Un altro teatro, la collaborazione con il teatro Diego Fabbri diviene
parte integrante del progetto di promozione culturale della associazione Masque a partire dalla stagione 2012/13 che vede sostanziarsi il
miraggio di una direzione artistica plurale per il teatro comunale.

Nel 2012 la direzione artistica del teatro Diego Fabbri viene infatti assegnata, tramite bando pubblico, a Claudio Angelini, Lorenzo
Bazzocchi, Claudio Casadio e Ruggero Sintoni. Nelle sei stagioni dal 2012 al 2018 Masque teatro ed il festival Crisalide hanno collaborato a
tutto tondo, nella figura del regista e direttore della compagnia Lorenzo Bazzocchi, con il teatro Diego Fabbri e i Servizi culturali del Comune
di Forlì, creando una sinergia pubblico-privato di rara intensità. Una direzione artistica plurale divenuta da subito fiore all’occhiello della città
e progetto pilota per un possibile rinnovamento dell’asfittico e monopolistico sistema teatrale italiano.

Nelle stagioni 2015/16, 2016/17, 2017/18 è stato stipulato uno specifico accordo di collaborazione tra il Teatro Diego Fabbri e i festival della
città, Crisalide ed Ipercorpo, per la realizzazione di un complesso progetto di promozione culturale che agli otto spettacoli della stagione di
Contemporaneo ha affiancato incontri con artisti, studiosi, teorici di arti performative e laboratori dedicati alla formazione dello spettatore e
workshop rivolti ad una utenza sia generica che specialistica.

Stagione 20/21
TEATRO FELIX GUATTARI FORL Ì
CORPO:PATHOS
teatro, danza, musica, filosofia

Partita in autunno 2020, prosegue la stagione del Teatro Félix Guattari fino a maggio 2021. Sempre nel 2021 a
novembre partirà la terza edizione, la stagione 2021/22.

28 NOVEMBRE 2020 – sabato / DATA RINVIATA PRIMAVERA 2021
18:00 Motus / CHROMA KEYS - teatro

20 DICEMBRE 2020 – domenica
18:00 CRISTINA KRISTAL RIZZO, ENRICO MALATESTA / MARKHOR - danza

21 MARZO 2021 – domenica
18:00 C&C / CARLO MASSARI / ANNA CAPPELLI - danza

18 APRILE 2021 – domenica
18:00 BLUEMOTION / TIRESIAS - teatro

23 MAGGIO 2021 / domenica
18:00 MASQUE TEATRO / KIVA - teatro

21 MARZO, 18 APRILE, 23 MAGGIO 2021 / domenica
FUORILOGOS, dialoghi con filosofi e studiosi a cura di Sara Baranzoni e Paolo Vignola

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28 NOVEMBRE 2020 H 18:00 – DATA RINVIATA A PRIMAVERA 2021

Motus
CHROMA KEYS

di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò
e Silvia Calderoni
con Silvia Calderoni
video design Paride Donatelli e Simona Gallo
direzione tecnica Simona Gallo
produzione Elisa Bartolucci
logistica Shaila Chenet
comunicazione Marta Lovato e Mariagloria Posani
distribuzione internazionale Lisa Gilardino
produzione Motus / in collaborazione con Santarcangelo Festival / residenza creativa L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino

Chroma Keys è una incursione dentro al cinema, nella meraviglia della finzione e dei suoi vecchi “trucchi” stereoscopici. Già da tempo la
compagnia si è interessata alla possibilità della comparsa e sparizione repentina di un corpo “alieno” nella scena di un film – alla base degli
artifici di tanto cinema delle origini - ma con Chroma Keys si arriva a un sabotaggio sfrontato del frame. In Chroma viene utilizzato il Green
Screen, il semplice fondale fotografico verde/infinito, per accelerare il potere liberatorio e visionario che questa antica tecnica
cinematografica presuppone, svelando il meccanismo in maniera performantica e ironica. Silvia Calderoni precipita in un viaggio-trip
allucinato dal clima apocalittico, immerso in quella luce da disastro imminente che tanto ricorre nella filmografia di Bela Tarr… Un
movimento/immobile che potrebbe continuare all’infinito, attraversando “citazioni” di film che in qualche modo rimandano/trattano/riflettono la
sparizione, il senso dell’andare o dell’andarsene, dell’abbandono, ma anche della scoperta. L’atmosfera futuristica e distopica resta ambigua
e sospesa: si presuppone un “mondo a venire” o piuttosto, “un mondo a venire senza mondo”, con il profilarsi di un evento che “la fa finita
con tutti gli eventi” come in Melancholia di Lars Von Trier? Sta al pubblico completare la sceneggiatura.

Motus nasce a Rimini nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò.
Da allora opera con spettacoli di grande impatto, riuscendo a prevedere e a raccontare le più aspre contraddizioni del presente.
Affianca teatro, performance e installazioni con un’intensa attività di seminari, incontri, dibattiti, e partecipando a festival
nazionali e internazionali. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi UBU e prestigiosi premi speciali per il suo
lavoro. I suoi spettacoli sono stati presentati in Europa e in tutto il mondo.
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20 DICEMBRE 2020 / H 18

CRISTINA KRISTAL RIZZO / ENRICO MALATESTA
MARKHOR

Ideazione e performance Enrico Malatesta e Cristina Kristal Rizzo
Suono dal vivo Enrico Malatesta
Produzione CAB008 e MU
Con il sostegno di Regione Toscana, MiBAC e Comune di Firenze

Questo progetto mette in campo un incontro tra forme autonome di espressione, la danza di Cristina Kristal Rizzo e la materia sonora di
Enrico Malatesta. Frutto di due momenti di studio in cui l’elemento dell’improvvisazione per i performers è stato il campo di studio e di
adesione all’autonomia del gesto, la piece si genera su alcuni elementi cardine, quali la produzione e diffusione di suono attraverso micro
oggetti, automata, percussioni, dispositivi di riproduzione audio portatili, che dispongono lo spazio come ascolto di una visione e l’utilizzo del
corpo come potenza agente del ritmo in divenire. Lo spazio dell’ascolto è dunque materia e forma auto generante per una visione in cui i
sensi si predispongono al micro e al macro, al gioco del movimento dei corpi e degli oggetti coinvolti, ad un libero seguire di un’onda sonora,
in una generazione dal vivo di sguardo e ascolto come grammatica dello stare nell’evento reciproco.

Cristina Kristal Rizzo
Dancemaker, è attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni 90. Basata a Firenze, si è formata a New York
alla Martha Graham School of Contemporary Dance, ha frequentato gli studi di Merce Cunningham e Trisha Brown. È tra i fondatori di
Kinkaleri, compagnia con la quale ha collaborato attivamente attraversando la scena coreografica contemporanea internazionale e
ricevendo numerosi riconoscimenti.
Dal 2008 ha intrapreso un percorso autonomo di produzione coreografica indirizzando la propria ricerca verso una riflessione teorica dal
forte impatto dinamico tesa a rigenerare l’atto di creazione stesso e ad aprire riflessioni sul tempo presente. Attualmente una delle principali
realtà coreografiche italiane, è ospitata nei più importanti festival della nuova scena internazionale. Alla circuitazione degli spettacoli si
affianca una intensa attività di conferenze, laboratori e scrittura teorica. In qualità di coreografa ospite ha creato coreografie per I principali
enti Lirici ed istituzioni italiane e straniere tra i quali il Teatro Comunale di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino, Aterballetto, LAC Lugano,
MACRO Roma, MUSEION Bolzano, Museo Pecci Prato, Museo del 900 Firenze.

Enrico Malatesta (1985). Percussionista e ricercatore indipendente attivo in ambiti sperimentali posti tra musica, performance e intervento
site-specific; la sua pratica esplora la relazione suono-spazio-movimento e la vitalità dei materiali con particolare attenzione alle superfici,
alle modalità di ascolto e alla definizione di informazioni multiple attraverso un approccio ecologico e sostenibile allo strumento percussivo

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21 MARZO 2021 / H 18

C&C / CARLO MASSARI
ANNA CAPPELLI
di Annibale Ruccello

Ideato, diretto e interpretato da Carlo Massari
Collaborazione alla scrittura fisica: Chiara Taviani
Coordinamento tecnico Francesco Massari

Anna, semplice segretaria dell’ufficio catasto di Latina, nubile, una donna come tante, forse… Il desiderio più grande è possedere: una
stanza tutta sua, una casa tutta sua, un amore tutto suo. Se le chiedessero di scegliere tra essere e avere, non avrebbe dubbi. È il possesso
a rendere riconoscibile una persona, polverizzando frustrazioni e amarezze. Le ossessioni però comportano un prezzo alto che chiede di
essere pagato fino in fondo.
L’oppressione di un’esistenza piccolo-borghese, il rancore che si annida nel quotidiano quando non si può essere davvero se stessi, lo
status sociale che conta più dell’essenza sono tensioni che animano questa donna in cui le parole nascondono sempre altro: l’ansia
bruciante di identificarsi con ciò che ha, fino all’autodistruzione. Diventa allora naturale che sia un attore a interpretarla. La malattia chiamata
avidità avvelena la natura umana in tutti i suoi aspetti e chiunque può cadere nella trappola di essere posseduto, nella più completa
alienazione, da quelle che sono solo cose e prendono il posto dell’anima.
Il celebre monologo di Annibale Ruccello, già portato in scena da famose attrici del calibro di Anna Marchesini e Maria Paiato, acquista forza
col passare degli anni; io ho deciso, supportato nella scrittura fisica da Chiara Taviani, di affrontare la sfida di interpretare per la prima volta
en travesti questo poliedrico personaggio, aggiungendo al carattere e alle parole del drammaturgo, una profonda ricerca del movimento, per
creare una figura che accolga in sé molti lati oscuri.
Anna Cappelli è comica e grottesca allo stesso tempo; una donna apparentemente “come tante” che in sette quadri scivola inesorabilmente
verso il baratro della follia, cadendo rovinosamente al suolo e portandosi dietro lo spettatore.
Uno spettacolo volutamente intimo, una pedana a scacchi a pianta centrale, fatto di profonda relazione con il pubblico, che entra
letteralmente in casa, spia, è complice, giudica e ci si ritrova, se ne vergogna…

C&C si identifica come progetto di creazione e sviluppo di un linguaggio artistico in continuo divenire, indirizzato verso
un’indagine fisica e drammaturgica, atto a trasmettere e condividere energie e creatività nel modo più diretto, limpido e reale
possibile in stretta relazione con le urgenti tematiche sociali contemporanee. Caratterizzata da un lavoro costante e privo di
sovrastrutture, C&C si interessa alla profondità delle relazioni interpersonali con l'obiettivo di portare la verità sul palco
attraverso un linguaggio profondamente fisico che consenta al pubblico di sentirsi rappresentato all'interno della sua
universalità.

La Compagnia, nata nel 2011 dall’incontro artistico tra Carlo Massari e Chiara Taviani, denota fin dagli esordi una vocazione
per l’ibridazione tra danza e physical theater con altri codici artistici, e quindi con la parola recitata e cantata, con il cinema,
con la musica e con l'arte contemporanea e performativa, perfettamente calzante con l’ecletticità e versatilità dei suoi performer
e avvalendosi di preziose collaborazioni con professionisti provenienti da tutta Europa.
Tra le numerose produzioni che vantano intense tournée in Italia e all’estero, oltre che prestigiosi riconoscimenti internazionali
(tra cui Hiver Oclytes/Les Hivernales [FR], International Choreographic Competition Hannover [DE], Zawirowania Competition
[PL], Konzert Theater Berne [CH], Machol Shalem Dance Competition [IL], ACT Festival [ES], Premio Roma Danza
[IT], CrashTest [IT] ), sono ricorrenti le creazioni che prevedono il coinvolgimento, sia in fase di progettazione che performativa,
delle comunità con cui la Compagnia entra in contatto instaurando un dialogo con la collettività in grado di potenziare il progetto
artistico rendendolo concreto ed efficace: una ricerca di verità relazionale che caratterizza la poetica di C&C e che si coniuga a
una totale apertura immaginifica e a una curiosità creativa capaci di sviluppare l’astratto dal reale e di avvicinare il pubblico
all’esperienza teatrale.

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