Sport e solidarietà, il binomio vincente per la casa circondariale - Cronache ...

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Sport   e   solidarietà,  il
binomio vincente per la casa
circondariale
di Erika Noschese

Sport e solidarietà: sembra essere questo il binomio vincente
su cui la casa circondariale di Salerno punta tutto per
offrire ai detenuti una valida opportunità di reinserimento
sociale. Dopo le numerose iniziative di questi mesi, tra cui
la pizzeria solidale, un nuovo progetto varcherà la soglia del
carcere di Fuorni, destinato alla sezione femminile. Si
tratta, in sintesi, di un percorso finalizzato alla gestione
della rabbia e dell’aggressività, il tutto attraverso lo yoga.
A portare avanti il progetto l’associazione DevaYoga di
Salerno, guidata da Rita Cariello, responsabile del progetto e
presidente dell’associazione. Il corso di yoga inizierà già
venerdì, a partire dalle ore 13 e sarà destinato a circa 12
detenute, con una turnazione ogni tre mesi. «Il nostro
progetto nasce grazie alla collaborazione della scuola Surayel
yoga School di Napoli che, ormai da anni, porta avanti questo
progetto all’interno del carcere di Poggioreale», ha spiegato
Rita Cariello che puntualizza come DevaYoga sia
un’associazione impegnata a 360 gradi nel sociale. Tra le
collaborazioni, infatti, vanta anche Dona con Amore, cercando
di sensibilizzare i soci circa l’importanza della donazione
del sangue. Tra gli altri progetti che portano la firma di
Rita Cariello e della DevaYoga la collaborazione con il
Villaggio di Esteban per un progetto sociale per gli ospiti
della struttura. «Lo scopo del progetto è quello di portare le
detenute, attraverso la pratica dello yoga, ad una diminuzione
del livello di aggressività, stimolare la conoscenza del sé e
frammentare le dinamiche di isolamento, il tutto favorito al
reinserimento sociale – ha dichiarato ancora la presidente
dell’associazione – Puntiamo ad un reinserimento dignitoso,
proprio attraverso l’integrazione di mente, corpo e spirito».
Quello di DevaYoga è stato un progetto accolto favorevolmente
dalla direttrice del carcere Rita Romano. L’associazione, dal
canto suo, si occuperà di fornire l’attrezzatura necessaria –
che rimarrano all’interno della struttura sia durante che dopo
il progetto – tra cui i tappetini. «Gli insegnanti che
collaborano con noi vantano tutti una forte esperienza
nell’insegnamento dello yoga in soggetti complessi, come i
minori affetti da particolari patologie. Il progetto, dunque,
partirà proprio questa settimana con un primo gruppo di
detenute.

Rifiuti,    «Incapacità  del
sindaco   e   della  Regione
Campania»
di Erika Noschese

Una campagna elettorale basata prettamente sulla questione
rifiuti, tallone d’Achille del governatore Vincenzo De Luca,
soprattutto dopo l’indagine della Procura di Napoli che vede
tra gli indagati il vicepresidente della giunta regionale,
Fulvio Bonavitacola, e l’assessore all’Ambiente del Comune di
Napoli Raffaele Del Giudice. Gli avversari politici del centro
sinistra, anche in vista delle prossime elezioni regionali,
sembrano non risparmiare accuse al presidente di Palazzo Santa
Lucia. Al centro della polemica, infatti, il bianco rifiuti
mai andati a regime e la conseguente impiantistica ancora
incompleta, oltre ai 600 milioni di euro stanziati dal Governo
e «che non sono serviti a cancellare la vergogna delle
ecoballe ammassate in varie zone della Campania: in cinque
anni di governo De Luca, la Regione non ha fatto che qualche
timido passo in avanti nella gestione del ciclo dei rifiuti,
vanificato da tanti passi indietro», come ha dichiarato Imma
Vietri, portavoce provinciale di Salerno di Fratelli d’Italia.
«L’inchiesta della Procura di Napoli, che coinvolge anche la
Regione, è solo la conferma di ciò che è da anni evidente. Se
esistono responsabilità penali sarà la magistratura a
stabilirlo, ma quelle politiche e amministrative sono sotto
gli occhi e sotto il naso di tutti. E se a Napoli l’incapacità
del sindaco de Magistris si somma a quella della Regione
Campania, ancor più grave è la situazione in provincia di
Salerno dove i roghi negli impianti di trattamento dei rifiuti
hanno reso a lungo l’aria irrespirabile ad esempio nella Piana
del Sele. I dati parlano chiaro: la differenziata nel
capoluogo è da anni in continuo calo», ha poi aggiunto la
dirigente provinciale di Fratelli d’Italia. L’esponente del
partito guidato da Giorgia Meloni ricorda come già in passato
De Luca avesse dato prova di voler gestire il sistema della
raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in base ad esigenze
di parte e non in un’ottica di miglioramento dei servizi:
«Quando fu nominato commissario per la costruzione del
termovalorizzatore a Salerno, annunciò che avrebbe realizzato
un impianto all’avanguardia. Salvo poi fare retromarcia e
osteggiarne la realizzazione quando la competenza passò alla
Provincia a guida Cirielli. Senza tante giravolte, oggi non
patiremmo la carenza di impianti e non saremmo costretti a
portare in Portogallo o nei termovalorizzatori di altre città
italiane le ecoballe ancora da smaltire». Imma Vietri denuncia
come a pagare il conto siano i cittadini: «Innanzitutto perché
sono i primi a subire le conseguenze di un sistema che non
funziona e che, in alcuni casi, rischia di mettere a
repentaglio anche la salute delle persone. In secondo luogo
perché, direttamente o indirettamente, grava sulle tasche
della gente la multa che l’Unione europea ha comminato
all’Italia proprio per non aver saputo attuare un corretto
ciclo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in
Campania: in questo, come in tanti settori, altro che “Mai più
ultimi”». Ma il riferimento è anche ai 600 milioni dati dal
Governo Renzi alla Regione Campania nel 2016 per far rimuovere
le montagne di ecoballe entro tre anni. «Proprio Renzi –
ricorda la portavoce di FdI – ebbe a dire: “Ora De Luca non ha
più alibi”. Siamo certi che il governatore saprà tirar fuori
qualche scusa pur di giustificare il suo fallimento, ma ci
saremo noi a ricordare gli impegni che aveva preso e che non
ha mantenuto soltanto per manifesta incapacità. E a
dimostrare, programma alla mano, come la Campania possa
finalmente lasciarsi alle spalle l’incubo di una nuova
emergenza rifiuti». A rilanciare le accuse il movimento 5
Stelle, attraverso i consiglieri regionali Maria Muscarà e
Vincenzo Viglione che parlano di «inattuate tutte le misure
del piano e della legge rifiuti del 2016 a firma De Luca». Per
i pentastellati, quella degli ultimi 5 anni è stata una
gestione dagli «effetti nefasti confluiti nell’inchiesta che
vede in cima all’elenco degli indagati il vicegovernatore
Bonavitacola, hanno come causa da un lato l’incapacità della
giunta De Luca nel dare attuazione a misure a loro firma
varate ormai quattro anni fa, dall’altro la paralisi provocata
da squallidi giochi politici per le elezioni dei vertici degli
enti d’ambito». Secondo i grillini, infatti, le contestazioni
della Procura rifletterebbero « esattamente le denunce
contenute in numerosi atti a nostra firma e le battaglie che
portiamo avanti da sempre. Sono anni che sosteniamo che non un
provvedimento tra quelli contenuti nella legge e nel piano
regionale licenziati nel 2016, a firma dello stesso De Luca,
sia stato attuato». Da qui, dunque, l’attacco a De Magistris,
reo – secondo Muscarà e Viglione – di aver completato
«ilfallimento» perfezionato, per l’appunto dalla sua gestione.
«Tra le conseguenze, oltre al danno ambientale e d’immagine,
con vie del centro e delle periferie di ogni angolo della
regione sistematicamente invase dalla spazzatura, anche il
danno arrecato alle tasche dei cittadini per lo stato di
infrazione che costa al nostro paese una multa da 120mila euro
al giorno per non essere stati in grado, in cinque anni, di
dare seguito a nessuna delle disposizioni della Ue. E se
sindaco e governatore non rispondono di alcuna accusa –
concludono Muscarà e Viglione – non c’è dubbio che delle loro
negligenze ne risponderanno ben presto al cospetto dei
cittadini».

La     Cisl    Fp    scrive
all’Ispettorato del Lavoro:
“Ruggi ente fuorilegge”
di Erika Noschese

«L’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona è un ente
fuorilegge». Duro attacco ai vertici del nosocomio locale da
parte del segretario generale della Cisl Fp di Salerno Pietro
Antonacchio che ha chiesto l’intervento dell’ispettorato del
lavoro in quanto l’azienda ospedaliera non avrebbe ottemperato
ad obblighi che le norme sanciscono per l’avviamento al lavoro
delle categorie protette, sia per i disabili ma soprattutto
per le vittime e gli orfani di servizio e del lavoro.
Antonaccchio rende noto di aver inoltrato la denuncia anche al
presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e alla
direzione generale per la tutela della Salute e per il
Coordinamento del Ssr, «con la speranza che i dirigenti
possano intervenire per mettere ordine e legittimità d’intenti
nella struttura sanitaria salernitana», ha poi aggiunto il
segretario generale della Cisl Fp Salerno secondo cui la
mancata ottemperanza della legge 68/99 «è un fatto grave che
lede non solo un diritto ma la dignità di quanti aspirano ad
entrare legittimamente nella pubblica amministrazione a causa
di eventi derivanti dall’assolvere a compiti a difesa dello
stato ovvero nell’espletamento di attività lavorative e di
servizio che appunto riferisce ad una percentualizzazione
dell’1% riservato a vedove e orfani del lavoro e per servizio,
di guerra e profughi italiani». Secondo il sindacalista, altra
grave inadempienza si riferisce ai concorsi espletati e per i
quali non si è ancora raggiunta la quota di riserva designata
pari al 7%. Nei giorni scorsi, infatti, nonostante rinunce da
parte di operatori socio sanitari già assunti in altre
aziende, la graduatoria di Oss per categorie potette non viene
immediatamente utilizzata a copertura della percentuale
prevista, «come è altrettanto ingiustificabile che concorsi
riservati banditi vengono sospesi, come è accaduto a quello
relativo agli assistenti amministrativi nel mentre gli altri
banditi non vengono espletati come quelli relativi ad
assistenti sociali, fisioterapisti non vedenti e collaboratori
amministrativi – ha poi aggiunto Antonacchio – Bisogna inoltre
rimarcare che i gravi ritardi sulle procedure di reclutamento
da parte dell’Aou di ” Salerno fanno dare i numeri allo stesso
De Luca, il quale nel dichiarare che aveva dato indicazioni al
Commissario Straordinario D’Amato di chiedere l’utilizzo in
convenzione dalla graduatoria del Cardarelli per 40 posti di
infermieri, non hanno verificato che dei 1170 idonei forse
sono stati già tutti chiamati per cui, avendo lo stesso
Cardarelli stimata la carenza di infermieri per l’anno 2021 di
81 unità dovrà a breve bandire un nuovo concorso. Bisogna
prendere atto che la complessità del sistema sta generando una
grave confusione, ma come è solito dirsi spesso chiamiamo
confusione la paura di prendere una decisione». Di fatti,
nella comunicazione all’Ispettorato del Lavoro si legge che
“nonostante varie sollecitudini da parte questa organizzazione
sindacale alcun riscontro è pervenuto da parte dell’Azienda
Ospedaliero Universitaria di Salerno che allo stato è
inadempiente per quanto attiene l’obbligo di assunzioni.
Inoltre è il caso di evidenziare che la stessa azienda
sanitaria non ottempera agli obblighi previsti per la quota
del 7% riservata alle categorie protette di cui all’art. 1
della legge 68/99, atteso che non solo ha sospeso un concorso
riservato per assistenti amministrativi a data da destinarsi,
ma nel contempo non ha espletato quello relativo a personale
dei livelli per Assistenti Sociali, Collaboratori
Amministrativi e Fisioterapisti non vedenti”

«Stanno uccidendo il rione
Porto», il grido d’allarme
dei residenti
di Erika Noschese

«Stanno uccidendo il rione porto». A lanciare l’allarme il
giornalista salernitano Gabriele Bojano che si associa al coro
dei residenti della zona. Al centro della questione il
trasferimento del capolinea per i mezzi Busitalia da via Ligea
a via Vinciprova che dovrebbe avvenire nel mese di marzo,
nonostante le rimostranze dei cittadini e di alcuni
consiglieri comunali. «È la dimostrazione lampante che ormai a
Salerno qualcuno ha deciso di uccidere il rione Porto. Si sta
facendo di tutto per isolare quanti risiedono nella zona più
antica della città, togliendo invece di aggiungere, e ogni
nuova operazione è funzionale a quella precedente in una
sequela di coincidenze che diventano indizi», ha poi aggiunto
Bojano, spiegando che si tratta di un tentativo che va avanti
ormai da diversi anni: già negli anni ’60 – sostiene il
salernitano – quando « fu presa la decisione scellerata di
cancellare tutte le attività balneari per costruire qui il
porto commerciale», tanto da deprezzare l’intero quartiere
trasformandolo in uno scalo mercantile in cui inquinamento
acustico e ambientale hanno toccato vette da record. Bojano
punta poi il dito contro il Crescent, «una colata di cemento
con vista mare» che avrebbe dovuto ospitare diverse attività
commerciali ma che oggi, a distanza di 10 anni, altro non è
che un condominio privato. Nel frattempo, aggiungono anche i
residenti del posto, il commercio «boccheggia, qui aprono solo
ristoranti e pizzerie. Questa zona della città è la più
penalizzata per i parcheggi soprattutto quando c’è Luci
d’Artista o qualche evento di richiamo al teatro Verdi. E i
poveri residenti sono costretti a restare tappati in casa per
non correre il rischio di non trovare posto per l’auto.
Prendiamo l’autobus, allora? Magari! Dal mese di marzo manco
più questo ci sarà concesso: dopo averci scippato la linea 8
che collegava lavoratori, anziani e studenti con l’ospedale
Ruggi, ora si chiude il capolinea alle linee 6, 5, 2, 3
(collegamento con l’ospedale da Procida), 14, 18, 19 e 42 per
fare spazio ai tir che devono imbarcarsi e sbarcare dal molo».
Da qui la polemica di Bojano: lo spazio di fronte all’ex
mercato ittico poteva essere utilizzato come capolinea e
invece no, «soluzione troppo semplice. E poi, così facendo non
si sarebbe creato un disagio ai residenti. Che qui devono
soffrire, sempre e comunque. Avete dimenticato la querelle sui
box interrati di piazza Alario che solo grazie alla
determinazione di un comitato di residenti non si sono
costruiti più? Perché lo stesso comitato, che ha alzato le
barricate anche contro il progetto di parco giochi in piazza
Alario, non prende posizione e si oppone con forza ad una
decisione che limita la libertà di circolazione
costituzionalmente tutelata?». Per Bojano, così come per molti
residenti della zona, «il futuro del rione porto» sembra
essere «un futuro usa e getta, di area di interscambio per
quelli che hanno la barca e la domenica vengono a prenderla o
per i frequentatori dei Canottieri a caccia della prima
tintarella o della serata danzante». Un quartiere dormitorio,
dunque? «No, peggio. Un quartiere fantasma dove gli unici a
vivere bene saranno i gabbiani, sempre più numerosi e sempre
più grandi. Un quartiere fantasma dove pian piano i residenti,
messi alle strette, privi dei servizi basilari e costretti a
respirare polveri sottili emesse dalle navi che approdano
sempre più numerose e sempre più grandi (vedi dragaggio in
atto), una vera e propria camera a gas, saranno costretti ad
andare via. Un po’ come è successo per colpa della movida in
piazza Largo Campo. Vogliamo davvero che vada a finire così?
Io no e per questo sono pronto a combattere», ha detto infine
Bojano.

Usurai in silenzio di fronte
al giudice
di Pina Ferro

Sono rimasti in silenzio dinanzi al giudice per le indagini
preliminari del tribunale di Salerno Alfonso Scermino i 5
indagati arrestati luned’ scorso con l’accusa di aver
applicato tassi usurai ad un commerciante di abbigliamento.
Ieri mattina, il Gip, alla presenza dei legali di fiducia ha
tenuto gli interrogatori di garanzia a carico di: Domenico
Caputano, Alfonso Cascella, Antonio Rupoli e Antonio Vallone e
di Maurizio Salsano. vrebbe approfittato dello stato di
bisogno dell’imprenditore per farsi consegnare, con minacce ed
evocando la fama criminale di uno di loro, denaro contante, le
rate del prestito con gli interessi da strozzini. Proprio
quelle “restituzioni” sarebbero diventate insostenibili per il
commerciante che, nel 2018, si è presentato presso gli uffici
della Direzione investigativa antimafia per chiedere aiuto.
Agli investigatori ha raccontato di essere vittima dal 2011 di
richieste estorsive che lo avevano anche costretto a chiudere
un punto vendita a Cava de’ Tirreni. Attualmente ha un solo
punto vendita nel centro cittadino di Salerno. A fronte di un
prestito di 500mila euro, la banda ha chiesto, in cambio,
700-800mila solo a titolo di interessi. Nel corso di una
perquisizione a casa di uno degli indagati, sono stati
sequestrati 24mila euro. Due i canali di finanziamenti
illecito che furono individuati dagli investigatori nel corso
dell’attività d’indagine. Il primo vedeva quali erogatori di
prestito Maurizio Salsano, anche egli commerciante di Cava
de’Tirreni, Domenico Caputano ed un terzo indagato. Il secondo
canale aveva quale originario erogatore di prestito Antonio
Rupoli anche egli commerciante di abbigliamento. Sarebbero
stati gli stessi commercianti, primi erogatori di soldi al
collega che presentava gravi problemi finanziari, a metterlo
in contatto con Cascella.

«Il futuro è vostro ma la
scelta    sia  libera   e
consapevole»
«Oggi è un giorno in cui dovete riflettere sul vostro futuro».
Ospite della terza giornata di UnisaOrienta il procuratore
generale della Repubblica presso la Corte di Appello di
Salerno, Leonida Primicerio. Esperienza di studente, proprio
all’Unisa. «Parlate con noi, con i docenti, guardarvi intorno
e formulate il vostro giudizio. Non distraetevi. L’Università
la dovete intendere come la casa del vostro futuro. Vi trovate
in momento particolare, non vi parlo da magistrato o da
procuratore ma da ex studente di quest’università. Oggi siete
chiamati ad una scelta di libertà e quando si fanno scelte
libere è necessaria la consapevolezza». L’attualità e
l’ambiente: «L’ambiente è al centro del dibattito
contemporaneo, ognuno deve fare la sua parte. L’università di
Salerno l’ha fatta, la fanno i magistrati impegnandosi a
perseguire i reati ambientali. Soltanto oggi c’è la
consapevolezza di questo problema e ultimamente è stata messa
a punto una legislazione molto severa. I magistrati sono stati
i primi a porsi il problema, con i pochi strumenti a
disposizione hanno sequestrato stabilimenti e sono stati
definiti da Indro Montanelli i “pretori d’assalto”.
Rivolgendosi poi agli studenti ha aggiunto: «Senza speranze e
senza sogni non si può vivere ma non devono essere
individuali: qualsiasi attività andrete a svolgere deve essere
messa in comune con la crescita della comunità. Il futuro di
tutti noi è nelle vostre mani». Ha chiuso ricordando i quattro
ragazzi che hanno perso la vita al Campus di Fisciano: «Sono
quattro angeli». Poi l’applauso dei circa 1300 studenti seduti
nell’Aula Magna per la sessione plenaria della terza giornata
gremita di UnisaOrienta. A introdurre l’incontro di apertura è
stata la prof Rosalba Normando, delegata alle attività di
UnisaOrienta, che ha sottolineato come «campus è una società
inclusiva». A seguire l’intervento di Giovanni Sciancalepore,
delegato ai dottorati e scuole di specializzazione per l’area
umanistica: «Unisorienta si è aperta con la testimonianza di
Benedetta Pilato. Lei è una rivelazione del nuoto italiano, il
suo valore simbolico è nella metafora della vita dello sport:
si allena, s’impegna, cade, inciampa, si rialza ed ha la forza
di andare avanti. In lei ritroviamo l’essenza della
resilienza. Questo è l’atteggiamento giusto che dovete per
affrontare al meglio l’Università. Saccheggiate il sapere
universitario a piene mani». Scegliere per costruire il
proprio futuro come persone è stato il messaggio di Virgilio
D’Antonio, direttore del Dipartimento di scienze politiche e
della comunicazione: «Se mi possono permettere un consiglio,
fate la vostra scelta pensando a chi vorreste essere domani
come persona a tutto tondo. Vi accogliamo che siete
giovanissimi e andate via come persone pronte a entrare nel
mondo del lavoro. Non vi fate spaventare dai luoghi comuni:
non esistono corsi più semplici o più difficili ma solo corsi
che rispondono alle inclinazioni di ognuno. Il dipartimento di
Comunicazione offre agli studenti gli strumenti per
interpretare la complessità dell’oggi: non formiamo influencer
ma vi aiutiamo a capire quello che c’è dietro il mondo degli
influencer, di internet, delle tecnologie. Scienze politiche è
un percorso di studi che vi aiuta a comprendere l’attuale
scenario internazionale, cosa vuol dire il fenomeno
migratorio, giusto per fare degli esempi». Stamane l’ospite
della quarta giornata di UnisaOrienta sarà Umberto Guidoni, il
primo astronauta europeo a bordo della Stazione Spaziale
Internazionale.

Gioacchino Mollo, vittima del
maltempo, identificato dal
microchip del suo cane
di Adriano Rescigno

Gioacchino Mollo, noto oculista di Cava de’ Tirreni, classe
’59 è la vittima di Cava de’ Tirreni. L’uomo ha perso la vita
dopo essere stato letteralmente travolto da un pino secolare,
questa mattina alle 8.15, mentre passeggiava, con il suo cane,
lungo viale Crispi. La strada in questione, infatti, conduce a
due licei e ad una scuola materna. A far crollare il pino le
forti raffiche di vento che, da questa notte, si sono
abbattute su tutto il territorio provinciale. L’albero, di
fatti, ha colpito l’inferriata della villa comunale, creando
un buco nella recinzione di quasi tre metri; il pino ha poi
travolto la macchina, la multipla del dirigente comunale
Francesco Sorrentino. L’albero, nell’abbattersi, ha travolto
il furgoncino della Metellia Servizi, con due operai a bordo,
lievemente contusi ed una piccola utilitaria, la cui
conducente è all’ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de’
Tirreni. La villa comunale era chiusa da due giorni, per
allerta meteo, così come il cimitero. Gli alberi interni erano
stati periziati dall’ufficio tecnico e dagli agronomi
incaricati lo scorso 4 dicembre; alcuni sono stati tagliati ma
secondo la perizia, il pino in questione non era
pericolante. Nello schianto, l’albero ha travolto l’oculista
che ha perso la vita sul colpo, identificato attraverso il
microchip del cane che, come di consueto, portava a passeggio
la mattina presto. Mollo lascia tre figlie e la moglie,
Rosanna Avagliano, classe ’63, insegnante presso la scuola
elementare a Santa Maria del Rogo. Vigili del fuoco e
protezione civile sono riusciti ad estrarre il corpo dell’uomo
solo dopo due ore di lavoro. Il cane, ferito, è stato affidato
alle cure degli operatori del canile comunale.
Cava de’                Tirreni, albero
precipita               su passante: un
morto
Tragedia questa mattina a Cava de’ Tirreni dove un uomo ha
perso la vita dopo essere stato letteralmente travolto da un
albero crollato, a causa delle forti raffiche di vento. La
tragedia si è consumata questa mattina, alle 8 circa, a viale
Crispi nei pressi dal Palazzo Comunale. Stando ad una prima
ricostruzione dei fatti, a fare crollare l’albero, un pino, le
forti raffiche di vento che questa notte si sono abbattute su
tutto il territorio provinciale. L’uomo   stava camminando sul
marciapiede adiacente la villa.

Immediati i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare per il
malcapitato. I soccorsi hanno dovuto faticare non poco per
liberare il corpo dall’albero caduto, che ha letteralmente
divelto la recinzione della villa.

Agropoli Cilento Servizi non
ha   debiti,    non   è   un
“carrozzone”
di Pina Ferro

“Qualsiasi cosa potrà emergere dalle indagini in relazione
alla gestione di questi anni dell’”Agropoli Cilento Servizi”,
l’azienda ad oggi non ha debiti, non è un “carrozzone” come
tante altre società pubbliche, la governance aziendale non si
attribuisce alcun compenso e non richiede alcun rimborso spese
per il mandato che esplica”. A sottolinearlo in unalunga nota
è l’avvocato Domenico Gorga, presidente dell’”Agropoli Cilento
Servizi”, azienda speciale consortile del Comune di Agropoli.
L’intervento arriva all’indomani della notifica, da parte
degli uomini della Squadra Mobile di Salerno, incaricati dalla
Procura di Vallo della Lucania, di un ulteriore decreto di
esibizione ed acquisizione di alcuni atti aziendali.
“Un’indagine giudiziaria – spiega Gorga nella nota – di cui
nulla si sa ed, allo stato, si può sapere, è inutile
nasconderlo, crea sicuramente di per sé un minimo clima di
insicurezza e rende più difficoltoso affrontare i problemi che
ogni giorno i nostri dipendenti devono gestire e risolvere ma,
come ho già ripetuto in passato, da parte mia vi è massimo
rispetto per le attività di controllo e di indagine in corso e
la piena consapevolezza che, qualora dovessero esserci fatti o
atti contestati, la magistratura farà emergere in fretta la
verità”. Gorga è al vertice dell’Azienda dal luglio del 2017
ed in questi quasi 3 anni ha svlto tale incarico senza alcun
compenso, cos’ come ha fatto il predeccessore, gli altri
membri del Cda e l’attuale direttore generale. “ Qualcuno,
anzi in tanti, soprattutto in questi giorni, mi ripetono: chi
te lo fa fare? La mia risposta è che ero, e sono ancora,
convinto che tutti noi dobbiamo farci carico, per quanto
possiamo, di lavorare ed essere utili per il bene comune….
Oggi sono solo un po’ meno convinto, però, che questo sia
ancora un Paese dove si possa dar prova di spirito di servizio
e di attaccamento al bene comune. Dico questo perché penso che
ci sono momenti nei quali ciascuno di noi deve abbandonare la
casacca del tifoso (politico!) e vestire i panni del terzo
super partes – soprattutto quando si hanno responsabilità nei
confronti dell’opinione pubblica, quella onesta che paga le
tasse, che rispetta le leggi – ed informarsi ed analizzare in
maniera più approfondita la tematica in questione ancor prima
di esprimere giudizi e considerazioni a dir poco avventate. Ed
è proprio ai tanti agropolesi per bene, onesti e laboriosi
che, con cognizione di causa ed un pizzico di orgoglio, vorrei
dire: qualsiasi cosa potrà emergere dalle indagini in
relazione alla gestione di questi anni dell’Agropoli Cilento
Servizi, l’Azienda ad oggi non ha debiti, non è un
“carrozzone” come tante altre società pubbliche, la governance
aziendale non si attribuisce alcun compenso e non richiede
alcun rimborso spese per il mandato che esplica. Tanto meno ci
sono super consulenti inutili e “costosi”, non effettua spese
estranee alla gestione aziendale, non usa i mezzi dell’azienda
all’esterno ed a fini personali, non elude mai il confronto
con i lavoratori, gli stipendi vengono corrisposti sempre con
puntualità dalla direzione generale e soprattutto non ci sono
contenziosi in essere. Sono sempre più convinto che l’Azienda
è un patrimonio della Città e della collettività. Alle
polemiche poi, solite, relative ai lavoratori interinali
rispondo che anche qui non si è voluto approfondire o forse si
è semplicemente voluto azionare la macchina del fango, messa
in moto da alcuni, per delegittimare avversari politici e
amministratori con accuse strumentali e funzionali volte
esclusivamente a creare un clima da tutti contro tutti. È mio
compito provare, davvero senza alcuna polemica, a spiegare il
perché l’Agropoli Cilento Servizi ha, tramite la Cuc
dell’Unione dei Comuni Alto Cilento, effettuato una gara
pubblica per attingere a lavoratori interinali. Alcuni
servizi, che oggi l’Azienda rende per mezzo di lavoratori
somministrati, al Comune ed alla collettività, prima venivano
esternalizzati a società/cooperative private. La scelta di
internalizzarli è stata fortemente voluta dall’Amministrazione
Comunale ed ha garantito dei benefici ai nostri concittadini
ma anche alla stessa azienda….Con sacrifici e professionalità
il direttore generale ha dapprima puntato a recuperare
efficienza, efficacia ed economicità della gestione aziendale.
L’internalizzazione è stata anche una mia ed una sua battaglia
ed è stata voluta perché si è dimostrato il fallimento del
modello basato, soprattutto in altre realtà, su cooperative
false e spurie, con lavorazioni e servizi alla cittadinanza di
bassa qualità, con costi più elevati e con alti conflitti
sociali. Ed anche alla domanda del perché l’Azienda non ha
effettuato, fino ad oggi, dei concorsi pubblici di assunzione
di personale vorrei rispondere, sempre senza polemica, che i
nuovi servizi non vengono affidati dall’Ente a tempo
indeterminato e l’azienda ha dovuto prima dimostrare, sul
campo, di essere in grado di espletarli con qualità e
risultati. Non può essere sottaciuto neanche l’aspetto, non
secondario, relativo ad una serie di norme – alcune anche in
contrasto tra di loro – che si sono succedute nel corso degli
ultimi anni relativamente ai vincoli ed ai limiti di
assunzione di personale nelle partecipate e negli Enti Locali.
Oggi che tanti servizi sono ormai consolidati e
l’Amministrazione Comunale continua, con l’approvazione del
Piano Programma aziendale, a scegliere la strada dell’Azienda
per svolgerli, ritengo sia il momento di espletare delle
procedure concorsuali per assumere direttamente alcuni
lavoratori a tempo determinato, a breve il direttore generale
provvederà a pubblicare i relativi bandi…”

Usura, gli indagati pensano
all’abbreviato
di Pina Ferro

Organizzati in due gruppi non lesinavano di scambiarsi i
debitori a loro insaputa. In altri casi, erano le stesse
vittime di usura, tutti imprenditori agricoli di Campagna, a
rivolgersi prima ad un gruppo e poi all’altro. Potrebbbero
scegliere di essere giudicati con il rito dell’abbreviato gran
parte degli indagati che ieri mattina sono comparsi dinanzi al
giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno
Mariella Zambrano. Il sostituto procuratore Marco Colamonici,
titolare del fascicolo investigativo ha presentato al Gip la
richiesta di rinvio a giudizio a carico di: Francesco
Laccadia, Giancarlo Busillo, Vito D’Ambrosio alias “o sciere”,
Umberto Gallo. Marcello Magliano, Agostino Mastrolia, Gennaro
Mastrolia, Giovanni Ricciardi, Luisa Zunica, Vincenzo Di
Guida. All’udienza di ieri mattina, era presente il legale
Fiorenzo Pierro e Fabio Lanza, in rappresentanza delle vittime
di usura e l’avvocato Luigia di Mauro per l’associazione
Emergenza Legalità che si sono costituiti parte civile nel
procedimeto penale. Fu, nel 2015 un blitz dei carabinieri del
Ros a mettere la parola fine al giro di usura posto in piedi.
I reati ascritti alle persone che furono raggiunte da misura
cautelare furono aggravati dal metodo mafioso. Gli interessi
sulle somme prestate andavano dal 10 al 20% mensili e
innescavano un vortice da cui alcuni sono usciti solamente a
seguito della cessione dei propri fondi agricoli. Non
mancarono episodi di vilenza per chi non rispettava le
scadenze come testimoniano le intercettazioni effettuate
all’epoca dei fatti. «Con questa mano qua lo diedi, Angelo…
boom! Gli diedi un cazzottone in facci, gli spaccai il setto
nasale… Apro lo sportello, lo acchiappo per i capelli che me
lo volevo tirare a terra. Lo volevo scannare».
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