Sport e solidarietà, il binomio vincente per la casa circondariale - Cronache ...
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Sport e solidarietà, il binomio vincente per la casa circondariale di Erika Noschese Sport e solidarietà: sembra essere questo il binomio vincente su cui la casa circondariale di Salerno punta tutto per offrire ai detenuti una valida opportunità di reinserimento sociale. Dopo le numerose iniziative di questi mesi, tra cui la pizzeria solidale, un nuovo progetto varcherà la soglia del carcere di Fuorni, destinato alla sezione femminile. Si tratta, in sintesi, di un percorso finalizzato alla gestione della rabbia e dell’aggressività, il tutto attraverso lo yoga. A portare avanti il progetto l’associazione DevaYoga di Salerno, guidata da Rita Cariello, responsabile del progetto e presidente dell’associazione. Il corso di yoga inizierà già venerdì, a partire dalle ore 13 e sarà destinato a circa 12 detenute, con una turnazione ogni tre mesi. «Il nostro progetto nasce grazie alla collaborazione della scuola Surayel yoga School di Napoli che, ormai da anni, porta avanti questo progetto all’interno del carcere di Poggioreale», ha spiegato Rita Cariello che puntualizza come DevaYoga sia un’associazione impegnata a 360 gradi nel sociale. Tra le collaborazioni, infatti, vanta anche Dona con Amore, cercando di sensibilizzare i soci circa l’importanza della donazione del sangue. Tra gli altri progetti che portano la firma di Rita Cariello e della DevaYoga la collaborazione con il Villaggio di Esteban per un progetto sociale per gli ospiti della struttura. «Lo scopo del progetto è quello di portare le detenute, attraverso la pratica dello yoga, ad una diminuzione del livello di aggressività, stimolare la conoscenza del sé e frammentare le dinamiche di isolamento, il tutto favorito al reinserimento sociale – ha dichiarato ancora la presidente dell’associazione – Puntiamo ad un reinserimento dignitoso,
proprio attraverso l’integrazione di mente, corpo e spirito». Quello di DevaYoga è stato un progetto accolto favorevolmente dalla direttrice del carcere Rita Romano. L’associazione, dal canto suo, si occuperà di fornire l’attrezzatura necessaria – che rimarrano all’interno della struttura sia durante che dopo il progetto – tra cui i tappetini. «Gli insegnanti che collaborano con noi vantano tutti una forte esperienza nell’insegnamento dello yoga in soggetti complessi, come i minori affetti da particolari patologie. Il progetto, dunque, partirà proprio questa settimana con un primo gruppo di detenute. Rifiuti, «Incapacità del sindaco e della Regione Campania» di Erika Noschese Una campagna elettorale basata prettamente sulla questione rifiuti, tallone d’Achille del governatore Vincenzo De Luca, soprattutto dopo l’indagine della Procura di Napoli che vede tra gli indagati il vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, e l’assessore all’Ambiente del Comune di Napoli Raffaele Del Giudice. Gli avversari politici del centro sinistra, anche in vista delle prossime elezioni regionali, sembrano non risparmiare accuse al presidente di Palazzo Santa Lucia. Al centro della polemica, infatti, il bianco rifiuti mai andati a regime e la conseguente impiantistica ancora incompleta, oltre ai 600 milioni di euro stanziati dal Governo e «che non sono serviti a cancellare la vergogna delle ecoballe ammassate in varie zone della Campania: in cinque
anni di governo De Luca, la Regione non ha fatto che qualche timido passo in avanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, vanificato da tanti passi indietro», come ha dichiarato Imma Vietri, portavoce provinciale di Salerno di Fratelli d’Italia. «L’inchiesta della Procura di Napoli, che coinvolge anche la Regione, è solo la conferma di ciò che è da anni evidente. Se esistono responsabilità penali sarà la magistratura a stabilirlo, ma quelle politiche e amministrative sono sotto gli occhi e sotto il naso di tutti. E se a Napoli l’incapacità del sindaco de Magistris si somma a quella della Regione Campania, ancor più grave è la situazione in provincia di Salerno dove i roghi negli impianti di trattamento dei rifiuti hanno reso a lungo l’aria irrespirabile ad esempio nella Piana del Sele. I dati parlano chiaro: la differenziata nel capoluogo è da anni in continuo calo», ha poi aggiunto la dirigente provinciale di Fratelli d’Italia. L’esponente del partito guidato da Giorgia Meloni ricorda come già in passato De Luca avesse dato prova di voler gestire il sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in base ad esigenze di parte e non in un’ottica di miglioramento dei servizi: «Quando fu nominato commissario per la costruzione del termovalorizzatore a Salerno, annunciò che avrebbe realizzato un impianto all’avanguardia. Salvo poi fare retromarcia e osteggiarne la realizzazione quando la competenza passò alla Provincia a guida Cirielli. Senza tante giravolte, oggi non patiremmo la carenza di impianti e non saremmo costretti a portare in Portogallo o nei termovalorizzatori di altre città italiane le ecoballe ancora da smaltire». Imma Vietri denuncia come a pagare il conto siano i cittadini: «Innanzitutto perché sono i primi a subire le conseguenze di un sistema che non funziona e che, in alcuni casi, rischia di mettere a repentaglio anche la salute delle persone. In secondo luogo perché, direttamente o indirettamente, grava sulle tasche della gente la multa che l’Unione europea ha comminato all’Italia proprio per non aver saputo attuare un corretto ciclo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in Campania: in questo, come in tanti settori, altro che “Mai più
ultimi”». Ma il riferimento è anche ai 600 milioni dati dal Governo Renzi alla Regione Campania nel 2016 per far rimuovere le montagne di ecoballe entro tre anni. «Proprio Renzi – ricorda la portavoce di FdI – ebbe a dire: “Ora De Luca non ha più alibi”. Siamo certi che il governatore saprà tirar fuori qualche scusa pur di giustificare il suo fallimento, ma ci saremo noi a ricordare gli impegni che aveva preso e che non ha mantenuto soltanto per manifesta incapacità. E a dimostrare, programma alla mano, come la Campania possa finalmente lasciarsi alle spalle l’incubo di una nuova emergenza rifiuti». A rilanciare le accuse il movimento 5 Stelle, attraverso i consiglieri regionali Maria Muscarà e Vincenzo Viglione che parlano di «inattuate tutte le misure del piano e della legge rifiuti del 2016 a firma De Luca». Per i pentastellati, quella degli ultimi 5 anni è stata una gestione dagli «effetti nefasti confluiti nell’inchiesta che vede in cima all’elenco degli indagati il vicegovernatore Bonavitacola, hanno come causa da un lato l’incapacità della giunta De Luca nel dare attuazione a misure a loro firma varate ormai quattro anni fa, dall’altro la paralisi provocata da squallidi giochi politici per le elezioni dei vertici degli enti d’ambito». Secondo i grillini, infatti, le contestazioni della Procura rifletterebbero « esattamente le denunce contenute in numerosi atti a nostra firma e le battaglie che portiamo avanti da sempre. Sono anni che sosteniamo che non un provvedimento tra quelli contenuti nella legge e nel piano regionale licenziati nel 2016, a firma dello stesso De Luca, sia stato attuato». Da qui, dunque, l’attacco a De Magistris, reo – secondo Muscarà e Viglione – di aver completato «ilfallimento» perfezionato, per l’appunto dalla sua gestione. «Tra le conseguenze, oltre al danno ambientale e d’immagine, con vie del centro e delle periferie di ogni angolo della regione sistematicamente invase dalla spazzatura, anche il danno arrecato alle tasche dei cittadini per lo stato di infrazione che costa al nostro paese una multa da 120mila euro al giorno per non essere stati in grado, in cinque anni, di dare seguito a nessuna delle disposizioni della Ue. E se
sindaco e governatore non rispondono di alcuna accusa – concludono Muscarà e Viglione – non c’è dubbio che delle loro negligenze ne risponderanno ben presto al cospetto dei cittadini». La Cisl Fp scrive all’Ispettorato del Lavoro: “Ruggi ente fuorilegge” di Erika Noschese «L’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona è un ente fuorilegge». Duro attacco ai vertici del nosocomio locale da parte del segretario generale della Cisl Fp di Salerno Pietro Antonacchio che ha chiesto l’intervento dell’ispettorato del lavoro in quanto l’azienda ospedaliera non avrebbe ottemperato ad obblighi che le norme sanciscono per l’avviamento al lavoro delle categorie protette, sia per i disabili ma soprattutto per le vittime e gli orfani di servizio e del lavoro. Antonaccchio rende noto di aver inoltrato la denuncia anche al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e alla direzione generale per la tutela della Salute e per il Coordinamento del Ssr, «con la speranza che i dirigenti possano intervenire per mettere ordine e legittimità d’intenti nella struttura sanitaria salernitana», ha poi aggiunto il segretario generale della Cisl Fp Salerno secondo cui la mancata ottemperanza della legge 68/99 «è un fatto grave che lede non solo un diritto ma la dignità di quanti aspirano ad entrare legittimamente nella pubblica amministrazione a causa di eventi derivanti dall’assolvere a compiti a difesa dello stato ovvero nell’espletamento di attività lavorative e di
servizio che appunto riferisce ad una percentualizzazione dell’1% riservato a vedove e orfani del lavoro e per servizio, di guerra e profughi italiani». Secondo il sindacalista, altra grave inadempienza si riferisce ai concorsi espletati e per i quali non si è ancora raggiunta la quota di riserva designata pari al 7%. Nei giorni scorsi, infatti, nonostante rinunce da parte di operatori socio sanitari già assunti in altre aziende, la graduatoria di Oss per categorie potette non viene immediatamente utilizzata a copertura della percentuale prevista, «come è altrettanto ingiustificabile che concorsi riservati banditi vengono sospesi, come è accaduto a quello relativo agli assistenti amministrativi nel mentre gli altri banditi non vengono espletati come quelli relativi ad assistenti sociali, fisioterapisti non vedenti e collaboratori amministrativi – ha poi aggiunto Antonacchio – Bisogna inoltre rimarcare che i gravi ritardi sulle procedure di reclutamento da parte dell’Aou di ” Salerno fanno dare i numeri allo stesso De Luca, il quale nel dichiarare che aveva dato indicazioni al Commissario Straordinario D’Amato di chiedere l’utilizzo in convenzione dalla graduatoria del Cardarelli per 40 posti di infermieri, non hanno verificato che dei 1170 idonei forse sono stati già tutti chiamati per cui, avendo lo stesso Cardarelli stimata la carenza di infermieri per l’anno 2021 di 81 unità dovrà a breve bandire un nuovo concorso. Bisogna prendere atto che la complessità del sistema sta generando una grave confusione, ma come è solito dirsi spesso chiamiamo confusione la paura di prendere una decisione». Di fatti, nella comunicazione all’Ispettorato del Lavoro si legge che “nonostante varie sollecitudini da parte questa organizzazione sindacale alcun riscontro è pervenuto da parte dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Salerno che allo stato è inadempiente per quanto attiene l’obbligo di assunzioni. Inoltre è il caso di evidenziare che la stessa azienda sanitaria non ottempera agli obblighi previsti per la quota del 7% riservata alle categorie protette di cui all’art. 1 della legge 68/99, atteso che non solo ha sospeso un concorso riservato per assistenti amministrativi a data da destinarsi,
ma nel contempo non ha espletato quello relativo a personale dei livelli per Assistenti Sociali, Collaboratori Amministrativi e Fisioterapisti non vedenti” «Stanno uccidendo il rione Porto», il grido d’allarme dei residenti di Erika Noschese «Stanno uccidendo il rione porto». A lanciare l’allarme il giornalista salernitano Gabriele Bojano che si associa al coro dei residenti della zona. Al centro della questione il trasferimento del capolinea per i mezzi Busitalia da via Ligea a via Vinciprova che dovrebbe avvenire nel mese di marzo, nonostante le rimostranze dei cittadini e di alcuni consiglieri comunali. «È la dimostrazione lampante che ormai a Salerno qualcuno ha deciso di uccidere il rione Porto. Si sta facendo di tutto per isolare quanti risiedono nella zona più antica della città, togliendo invece di aggiungere, e ogni nuova operazione è funzionale a quella precedente in una sequela di coincidenze che diventano indizi», ha poi aggiunto Bojano, spiegando che si tratta di un tentativo che va avanti ormai da diversi anni: già negli anni ’60 – sostiene il salernitano – quando « fu presa la decisione scellerata di cancellare tutte le attività balneari per costruire qui il porto commerciale», tanto da deprezzare l’intero quartiere trasformandolo in uno scalo mercantile in cui inquinamento acustico e ambientale hanno toccato vette da record. Bojano punta poi il dito contro il Crescent, «una colata di cemento con vista mare» che avrebbe dovuto ospitare diverse attività
commerciali ma che oggi, a distanza di 10 anni, altro non è che un condominio privato. Nel frattempo, aggiungono anche i residenti del posto, il commercio «boccheggia, qui aprono solo ristoranti e pizzerie. Questa zona della città è la più penalizzata per i parcheggi soprattutto quando c’è Luci d’Artista o qualche evento di richiamo al teatro Verdi. E i poveri residenti sono costretti a restare tappati in casa per non correre il rischio di non trovare posto per l’auto. Prendiamo l’autobus, allora? Magari! Dal mese di marzo manco più questo ci sarà concesso: dopo averci scippato la linea 8 che collegava lavoratori, anziani e studenti con l’ospedale Ruggi, ora si chiude il capolinea alle linee 6, 5, 2, 3 (collegamento con l’ospedale da Procida), 14, 18, 19 e 42 per fare spazio ai tir che devono imbarcarsi e sbarcare dal molo». Da qui la polemica di Bojano: lo spazio di fronte all’ex mercato ittico poteva essere utilizzato come capolinea e invece no, «soluzione troppo semplice. E poi, così facendo non si sarebbe creato un disagio ai residenti. Che qui devono soffrire, sempre e comunque. Avete dimenticato la querelle sui box interrati di piazza Alario che solo grazie alla determinazione di un comitato di residenti non si sono costruiti più? Perché lo stesso comitato, che ha alzato le barricate anche contro il progetto di parco giochi in piazza Alario, non prende posizione e si oppone con forza ad una decisione che limita la libertà di circolazione costituzionalmente tutelata?». Per Bojano, così come per molti residenti della zona, «il futuro del rione porto» sembra essere «un futuro usa e getta, di area di interscambio per quelli che hanno la barca e la domenica vengono a prenderla o per i frequentatori dei Canottieri a caccia della prima tintarella o della serata danzante». Un quartiere dormitorio, dunque? «No, peggio. Un quartiere fantasma dove gli unici a vivere bene saranno i gabbiani, sempre più numerosi e sempre più grandi. Un quartiere fantasma dove pian piano i residenti, messi alle strette, privi dei servizi basilari e costretti a respirare polveri sottili emesse dalle navi che approdano sempre più numerose e sempre più grandi (vedi dragaggio in
atto), una vera e propria camera a gas, saranno costretti ad andare via. Un po’ come è successo per colpa della movida in piazza Largo Campo. Vogliamo davvero che vada a finire così? Io no e per questo sono pronto a combattere», ha detto infine Bojano. Usurai in silenzio di fronte al giudice di Pina Ferro Sono rimasti in silenzio dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno Alfonso Scermino i 5 indagati arrestati luned’ scorso con l’accusa di aver applicato tassi usurai ad un commerciante di abbigliamento. Ieri mattina, il Gip, alla presenza dei legali di fiducia ha tenuto gli interrogatori di garanzia a carico di: Domenico Caputano, Alfonso Cascella, Antonio Rupoli e Antonio Vallone e di Maurizio Salsano. vrebbe approfittato dello stato di bisogno dell’imprenditore per farsi consegnare, con minacce ed evocando la fama criminale di uno di loro, denaro contante, le rate del prestito con gli interessi da strozzini. Proprio quelle “restituzioni” sarebbero diventate insostenibili per il commerciante che, nel 2018, si è presentato presso gli uffici della Direzione investigativa antimafia per chiedere aiuto. Agli investigatori ha raccontato di essere vittima dal 2011 di richieste estorsive che lo avevano anche costretto a chiudere un punto vendita a Cava de’ Tirreni. Attualmente ha un solo punto vendita nel centro cittadino di Salerno. A fronte di un prestito di 500mila euro, la banda ha chiesto, in cambio, 700-800mila solo a titolo di interessi. Nel corso di una perquisizione a casa di uno degli indagati, sono stati
sequestrati 24mila euro. Due i canali di finanziamenti illecito che furono individuati dagli investigatori nel corso dell’attività d’indagine. Il primo vedeva quali erogatori di prestito Maurizio Salsano, anche egli commerciante di Cava de’Tirreni, Domenico Caputano ed un terzo indagato. Il secondo canale aveva quale originario erogatore di prestito Antonio Rupoli anche egli commerciante di abbigliamento. Sarebbero stati gli stessi commercianti, primi erogatori di soldi al collega che presentava gravi problemi finanziari, a metterlo in contatto con Cascella. «Il futuro è vostro ma la scelta sia libera e consapevole» «Oggi è un giorno in cui dovete riflettere sul vostro futuro». Ospite della terza giornata di UnisaOrienta il procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Salerno, Leonida Primicerio. Esperienza di studente, proprio all’Unisa. «Parlate con noi, con i docenti, guardarvi intorno e formulate il vostro giudizio. Non distraetevi. L’Università la dovete intendere come la casa del vostro futuro. Vi trovate in momento particolare, non vi parlo da magistrato o da procuratore ma da ex studente di quest’università. Oggi siete chiamati ad una scelta di libertà e quando si fanno scelte libere è necessaria la consapevolezza». L’attualità e l’ambiente: «L’ambiente è al centro del dibattito contemporaneo, ognuno deve fare la sua parte. L’università di Salerno l’ha fatta, la fanno i magistrati impegnandosi a perseguire i reati ambientali. Soltanto oggi c’è la consapevolezza di questo problema e ultimamente è stata messa
a punto una legislazione molto severa. I magistrati sono stati i primi a porsi il problema, con i pochi strumenti a disposizione hanno sequestrato stabilimenti e sono stati definiti da Indro Montanelli i “pretori d’assalto”. Rivolgendosi poi agli studenti ha aggiunto: «Senza speranze e senza sogni non si può vivere ma non devono essere individuali: qualsiasi attività andrete a svolgere deve essere messa in comune con la crescita della comunità. Il futuro di tutti noi è nelle vostre mani». Ha chiuso ricordando i quattro ragazzi che hanno perso la vita al Campus di Fisciano: «Sono quattro angeli». Poi l’applauso dei circa 1300 studenti seduti nell’Aula Magna per la sessione plenaria della terza giornata gremita di UnisaOrienta. A introdurre l’incontro di apertura è stata la prof Rosalba Normando, delegata alle attività di UnisaOrienta, che ha sottolineato come «campus è una società inclusiva». A seguire l’intervento di Giovanni Sciancalepore, delegato ai dottorati e scuole di specializzazione per l’area umanistica: «Unisorienta si è aperta con la testimonianza di Benedetta Pilato. Lei è una rivelazione del nuoto italiano, il suo valore simbolico è nella metafora della vita dello sport: si allena, s’impegna, cade, inciampa, si rialza ed ha la forza di andare avanti. In lei ritroviamo l’essenza della resilienza. Questo è l’atteggiamento giusto che dovete per affrontare al meglio l’Università. Saccheggiate il sapere universitario a piene mani». Scegliere per costruire il proprio futuro come persone è stato il messaggio di Virgilio D’Antonio, direttore del Dipartimento di scienze politiche e della comunicazione: «Se mi possono permettere un consiglio, fate la vostra scelta pensando a chi vorreste essere domani come persona a tutto tondo. Vi accogliamo che siete giovanissimi e andate via come persone pronte a entrare nel mondo del lavoro. Non vi fate spaventare dai luoghi comuni: non esistono corsi più semplici o più difficili ma solo corsi che rispondono alle inclinazioni di ognuno. Il dipartimento di Comunicazione offre agli studenti gli strumenti per interpretare la complessità dell’oggi: non formiamo influencer ma vi aiutiamo a capire quello che c’è dietro il mondo degli
influencer, di internet, delle tecnologie. Scienze politiche è un percorso di studi che vi aiuta a comprendere l’attuale scenario internazionale, cosa vuol dire il fenomeno migratorio, giusto per fare degli esempi». Stamane l’ospite della quarta giornata di UnisaOrienta sarà Umberto Guidoni, il primo astronauta europeo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Gioacchino Mollo, vittima del maltempo, identificato dal microchip del suo cane di Adriano Rescigno Gioacchino Mollo, noto oculista di Cava de’ Tirreni, classe ’59 è la vittima di Cava de’ Tirreni. L’uomo ha perso la vita dopo essere stato letteralmente travolto da un pino secolare, questa mattina alle 8.15, mentre passeggiava, con il suo cane, lungo viale Crispi. La strada in questione, infatti, conduce a due licei e ad una scuola materna. A far crollare il pino le forti raffiche di vento che, da questa notte, si sono abbattute su tutto il territorio provinciale. L’albero, di fatti, ha colpito l’inferriata della villa comunale, creando un buco nella recinzione di quasi tre metri; il pino ha poi travolto la macchina, la multipla del dirigente comunale Francesco Sorrentino. L’albero, nell’abbattersi, ha travolto il furgoncino della Metellia Servizi, con due operai a bordo, lievemente contusi ed una piccola utilitaria, la cui conducente è all’ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. La villa comunale era chiusa da due giorni, per allerta meteo, così come il cimitero. Gli alberi interni erano
stati periziati dall’ufficio tecnico e dagli agronomi incaricati lo scorso 4 dicembre; alcuni sono stati tagliati ma secondo la perizia, il pino in questione non era pericolante. Nello schianto, l’albero ha travolto l’oculista che ha perso la vita sul colpo, identificato attraverso il microchip del cane che, come di consueto, portava a passeggio la mattina presto. Mollo lascia tre figlie e la moglie, Rosanna Avagliano, classe ’63, insegnante presso la scuola elementare a Santa Maria del Rogo. Vigili del fuoco e protezione civile sono riusciti ad estrarre il corpo dell’uomo solo dopo due ore di lavoro. Il cane, ferito, è stato affidato alle cure degli operatori del canile comunale.
Cava de’ Tirreni, albero precipita su passante: un morto Tragedia questa mattina a Cava de’ Tirreni dove un uomo ha perso la vita dopo essere stato letteralmente travolto da un albero crollato, a causa delle forti raffiche di vento. La tragedia si è consumata questa mattina, alle 8 circa, a viale Crispi nei pressi dal Palazzo Comunale. Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, a fare crollare l’albero, un pino, le forti raffiche di vento che questa notte si sono abbattute su tutto il territorio provinciale. L’uomo stava camminando sul marciapiede adiacente la villa. Immediati i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare per il malcapitato. I soccorsi hanno dovuto faticare non poco per liberare il corpo dall’albero caduto, che ha letteralmente divelto la recinzione della villa. Agropoli Cilento Servizi non ha debiti, non è un “carrozzone” di Pina Ferro “Qualsiasi cosa potrà emergere dalle indagini in relazione alla gestione di questi anni dell’”Agropoli Cilento Servizi”, l’azienda ad oggi non ha debiti, non è un “carrozzone” come tante altre società pubbliche, la governance aziendale non si
attribuisce alcun compenso e non richiede alcun rimborso spese per il mandato che esplica”. A sottolinearlo in unalunga nota è l’avvocato Domenico Gorga, presidente dell’”Agropoli Cilento Servizi”, azienda speciale consortile del Comune di Agropoli. L’intervento arriva all’indomani della notifica, da parte degli uomini della Squadra Mobile di Salerno, incaricati dalla Procura di Vallo della Lucania, di un ulteriore decreto di esibizione ed acquisizione di alcuni atti aziendali. “Un’indagine giudiziaria – spiega Gorga nella nota – di cui nulla si sa ed, allo stato, si può sapere, è inutile nasconderlo, crea sicuramente di per sé un minimo clima di insicurezza e rende più difficoltoso affrontare i problemi che ogni giorno i nostri dipendenti devono gestire e risolvere ma, come ho già ripetuto in passato, da parte mia vi è massimo rispetto per le attività di controllo e di indagine in corso e la piena consapevolezza che, qualora dovessero esserci fatti o atti contestati, la magistratura farà emergere in fretta la verità”. Gorga è al vertice dell’Azienda dal luglio del 2017 ed in questi quasi 3 anni ha svlto tale incarico senza alcun compenso, cos’ come ha fatto il predeccessore, gli altri membri del Cda e l’attuale direttore generale. “ Qualcuno, anzi in tanti, soprattutto in questi giorni, mi ripetono: chi te lo fa fare? La mia risposta è che ero, e sono ancora, convinto che tutti noi dobbiamo farci carico, per quanto possiamo, di lavorare ed essere utili per il bene comune…. Oggi sono solo un po’ meno convinto, però, che questo sia ancora un Paese dove si possa dar prova di spirito di servizio e di attaccamento al bene comune. Dico questo perché penso che ci sono momenti nei quali ciascuno di noi deve abbandonare la casacca del tifoso (politico!) e vestire i panni del terzo super partes – soprattutto quando si hanno responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica, quella onesta che paga le tasse, che rispetta le leggi – ed informarsi ed analizzare in maniera più approfondita la tematica in questione ancor prima di esprimere giudizi e considerazioni a dir poco avventate. Ed è proprio ai tanti agropolesi per bene, onesti e laboriosi che, con cognizione di causa ed un pizzico di orgoglio, vorrei
dire: qualsiasi cosa potrà emergere dalle indagini in relazione alla gestione di questi anni dell’Agropoli Cilento Servizi, l’Azienda ad oggi non ha debiti, non è un “carrozzone” come tante altre società pubbliche, la governance aziendale non si attribuisce alcun compenso e non richiede alcun rimborso spese per il mandato che esplica. Tanto meno ci sono super consulenti inutili e “costosi”, non effettua spese estranee alla gestione aziendale, non usa i mezzi dell’azienda all’esterno ed a fini personali, non elude mai il confronto con i lavoratori, gli stipendi vengono corrisposti sempre con puntualità dalla direzione generale e soprattutto non ci sono contenziosi in essere. Sono sempre più convinto che l’Azienda è un patrimonio della Città e della collettività. Alle polemiche poi, solite, relative ai lavoratori interinali rispondo che anche qui non si è voluto approfondire o forse si è semplicemente voluto azionare la macchina del fango, messa in moto da alcuni, per delegittimare avversari politici e amministratori con accuse strumentali e funzionali volte esclusivamente a creare un clima da tutti contro tutti. È mio compito provare, davvero senza alcuna polemica, a spiegare il perché l’Agropoli Cilento Servizi ha, tramite la Cuc dell’Unione dei Comuni Alto Cilento, effettuato una gara pubblica per attingere a lavoratori interinali. Alcuni servizi, che oggi l’Azienda rende per mezzo di lavoratori somministrati, al Comune ed alla collettività, prima venivano esternalizzati a società/cooperative private. La scelta di internalizzarli è stata fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale ed ha garantito dei benefici ai nostri concittadini ma anche alla stessa azienda….Con sacrifici e professionalità il direttore generale ha dapprima puntato a recuperare efficienza, efficacia ed economicità della gestione aziendale. L’internalizzazione è stata anche una mia ed una sua battaglia ed è stata voluta perché si è dimostrato il fallimento del modello basato, soprattutto in altre realtà, su cooperative false e spurie, con lavorazioni e servizi alla cittadinanza di bassa qualità, con costi più elevati e con alti conflitti sociali. Ed anche alla domanda del perché l’Azienda non ha
effettuato, fino ad oggi, dei concorsi pubblici di assunzione di personale vorrei rispondere, sempre senza polemica, che i nuovi servizi non vengono affidati dall’Ente a tempo indeterminato e l’azienda ha dovuto prima dimostrare, sul campo, di essere in grado di espletarli con qualità e risultati. Non può essere sottaciuto neanche l’aspetto, non secondario, relativo ad una serie di norme – alcune anche in contrasto tra di loro – che si sono succedute nel corso degli ultimi anni relativamente ai vincoli ed ai limiti di assunzione di personale nelle partecipate e negli Enti Locali. Oggi che tanti servizi sono ormai consolidati e l’Amministrazione Comunale continua, con l’approvazione del Piano Programma aziendale, a scegliere la strada dell’Azienda per svolgerli, ritengo sia il momento di espletare delle procedure concorsuali per assumere direttamente alcuni lavoratori a tempo determinato, a breve il direttore generale provvederà a pubblicare i relativi bandi…” Usura, gli indagati pensano all’abbreviato di Pina Ferro Organizzati in due gruppi non lesinavano di scambiarsi i debitori a loro insaputa. In altri casi, erano le stesse vittime di usura, tutti imprenditori agricoli di Campagna, a rivolgersi prima ad un gruppo e poi all’altro. Potrebbbero scegliere di essere giudicati con il rito dell’abbreviato gran parte degli indagati che ieri mattina sono comparsi dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno Mariella Zambrano. Il sostituto procuratore Marco Colamonici, titolare del fascicolo investigativo ha presentato al Gip la
richiesta di rinvio a giudizio a carico di: Francesco Laccadia, Giancarlo Busillo, Vito D’Ambrosio alias “o sciere”, Umberto Gallo. Marcello Magliano, Agostino Mastrolia, Gennaro Mastrolia, Giovanni Ricciardi, Luisa Zunica, Vincenzo Di Guida. All’udienza di ieri mattina, era presente il legale Fiorenzo Pierro e Fabio Lanza, in rappresentanza delle vittime di usura e l’avvocato Luigia di Mauro per l’associazione Emergenza Legalità che si sono costituiti parte civile nel procedimeto penale. Fu, nel 2015 un blitz dei carabinieri del Ros a mettere la parola fine al giro di usura posto in piedi. I reati ascritti alle persone che furono raggiunte da misura cautelare furono aggravati dal metodo mafioso. Gli interessi sulle somme prestate andavano dal 10 al 20% mensili e innescavano un vortice da cui alcuni sono usciti solamente a seguito della cessione dei propri fondi agricoli. Non mancarono episodi di vilenza per chi non rispettava le scadenze come testimoniano le intercettazioni effettuate all’epoca dei fatti. «Con questa mano qua lo diedi, Angelo… boom! Gli diedi un cazzottone in facci, gli spaccai il setto nasale… Apro lo sportello, lo acchiappo per i capelli che me lo volevo tirare a terra. Lo volevo scannare».
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