Fine settimana in danza alla Sala Pasolini
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Fine settimana in danza alla Sala Pasolini Un grande classico come “Romeo e Giulietta” e i miti legati al Mediterraneo sono i temi che questo fine settimana porta in scena, in versione tersicorea, la terza edizione di “Incontri”, la rassegna di danza firmata alla direzione artistica da Antonella Iannone. Questa volta sarà la Sala Pasolini a Salerno ad ospitare le compagnie in cartellone. Sabato alle ore 21, sarà la volta di Scenario Pubblico Compagnia Zappalà Danza “Romeo e Giulietta 1.1 – la sfocatura dei corpi” coreografia di Roberto Zappalà. Il punto di domanda è: cosa ci fa sentire sfocati? La risposta: tecnicamente, la sfocatura è una questione di distanza. “Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato, non è quella giusta – scrive il coreografo – Nelle note vicissitudini scespiriane si arriva all’amore sublimato dalla morte, la versione 1.1 vuole “ribellarsi” ad un tempo storico dove la pulsione di morte è sublimata solo da se stessa e contrapporle passione e rispetto nei confronti della vita. Una riproposizione di Romeo e Giulietta che non vuole “parlare” d’amore ma essere un atto d’amore verso la vita”. Domenica, alle ore 18.30, sarà la mitologia classica e le storie che il Mediteranneo porta con sé a tessere il filo narrativo dello spettacolo “Bleu!” che andrà in scena alla Sala Pasolini (18,30) con la compagnia TPO e le coreografie di Anna Balducci. Per il primo appuntamento della sezione Kids è stato scelto uno spettacolo nel quale le stelle sono il filo conduttore che unisce trasversalmente un quadro scenico ad un altro e permette ai nostri spettatori di avere dei punti di riferimento nella storia. In “Bleu!” gli elementi naturali dell’ambiente marino diventano lo scenario di un viaggio virtuale degli attori e del pubblico. Lo spazio scenico è a pianta centrale. A terra un grande tappeto da danza su cui
vengono proiettate immagini che ricordano una spiaggia o un’isola dove raccogliere piccoli tesori portati dal mare. In questo scenario piccoli gruppi di bambini potranno interagire con i due danzatori, con gli oggetti “trovati”, con le immagini e con i suoni e scoprire la vita segreta dell’ambiente marino. Il 6 novembre (Sala Pasolini, ore 21) la rassegna “Incontri” ospiterà Zerogrammi con “Elegia delle cose perdute”, coreografia di Stefano Mazzotta. Il progetto coreografico Elegìa delle cose perdute è una riscrittura del romanzo I Poveri dello scrittore e storico portoghese Raul Brandao. Nell’indagine intorno al topos dell’esilio, questa creazione racconta, oltre il suo significato geografico, la condizione morale che riguardi chiunque possa sentirsi estraneo al mondo in cui vive, collocandolo in uno stato di sospensione tra passato e futuro, speranza e nostalgia. Il 7 novembre alla Sala Pasolini (ore 18.30) sarà la volta della compagnia ArtGarage “Body Things” coreografia di Macia Del Prete. Che si tratti di una prospettiva scientifica, filosofica o di una più passionale, il corpo suggerisce numerose investigazioni e pensieri che stimolano la riflessione artistica, creativa ed intellettuale. Questo studio ha come punto focale la ricerca di un’interazione, di un cortocircuito che disattivi il modo in cui siamo abituati a guardare le cose. Teatrisospesi presenterà “Orlando” coreografia di Serena Bergamasco, un progetto artistico nato da una libera ispirazione al testo dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, il poema della crisi, del crollo dei costrutti e della ricerca affannata di un idolo da possedere: sia esso un cavallo, un’armatura, una donna, comunque un qualcosa di definito che ci definisca. Il 17 novembre al Teatro Ghirelli (ore 21) ci sarà in apertura Movimento Danza con “Polvere” firmato alla coreografia da Gabriella Stazio e subito dopo C&C con “A peso morto” coreografia di Carlo Massari, fotogrammi di una periferia senza tempo e identità. Caratteri, una volta protagonisti, oggi disadattati privi di una funzione sociale, comparse passive, astanti in attesa di cadere in una voragine identitaria che ne cancellerà
definitivamente la memoria per dare spazio al nulla. La danza al museo di Pontecagnano “Contaminazioni 0.4 – interni d’artista” è il titolo del percorso tersicoreo che venerdì 15 ottobre, dalle 19 alle 22, sarà proposto al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano. Quattro saranno le coreografie che accompagneranno i visitatori alla ri-scoperta degli importanti reperti che provengono dal centro villanoviano ed etrusco-campano di Pontecagnano. A firmare le coreografie dei maestri di danza del calibro di Claudio Malangone per Borderline Danza, Hilde Grella per Cantiere Danza, Ylenia Ippolito per World Dance ed Antonella Iannone per Campania Danza. Danza sì e con la voce recitante dell’attore Roberto Lombardi e con la musica della flautista Valeria Iannone. In apertura ci saranno i saluti istituzionali della direttrice del Museo e del sindaco di Pontecagnano Faiano. Ogni coreografia sarà come un capitolo di quel libro ideale immaginato per raccontare la ricerca del sé partendo dalle potenzialità del corpo e dal fascino che ancora oggi ha il suo linguaggio non verbale fatto di gesti e movimenti. Corpo e parola diventano così luoghi metaforici per rimandare con lo sguardo al luogo stesso che venerdì farà da scenografia d’eccezione, il Museo Archeologico. Per prenotazioni e informazioni campaniadanza@tiscali.it. Ingresso al museo 2 euro. Performance: gratuito. La rassegna TersicorArte, organizzata dall’Associazione Campania è realizzata con il sostegno della Regione Campania, il patrocinio del Comune di Pontecagnano Faiano, ed il prezioso supporto del Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano Faiano diretto da Gina Tomay. La direzione artistica della
rassegna è di Antonella Iannone. “Nell’ambito del Piano di Valorizzazione 2021 promosso dal Ministero della Cultura il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano ospita l’evento dell’Associazione Campania Danza, che si inserisce a pieno in una programmazione culturale che, già da diversi anni, porta avanti l’interazione e la ‘contaminazione’ tra archeologia e diverse forme di arte ed espressioni artistiche contemporanee – sottolinea Gina Tomay, direttrice del Museo di Pontecagnano -. Oltre alle mostre e alle acquisizioni di opere d’arte contemporanea, alla promozione della letteratura e a spettacoli teatrali, anche la danza trova nei suggestivi spazi della collezione degli ‘Etruschi di frontiera’ un luogo ideale d’espressione e di dialogo con il patrimonio archeologico del museo”. I prossimi appuntamenti in calendario sono il 27 e 28 novembre con una due giorni dedicata alla formazione con il M° Michele Politi e alle compagnie internazionali. In programma a dicembre ci saranno due spettacoli; tra i coreografi ospiti anche Maria Angelica Caruso. Si terrà inoltre un seminario e in quest’occasione ci sarà la selezione di una danzatrice o di un danzatore per l’assegnazione di una borsa di studio per un college americano. C&S Intensive Day… per chi ha “fame” di danza! L’attesissimo one day di danza “Intensive day” con Alessia Landi, giunto alla terza edizione, registra l’ennesimo sold- out. Alessia Landi ballerina Tv e teacher della prestigiosa Accademia M.A.S Music Arts & Shows di Milano, animerà la sala Giove del Mediterranea Hotel di Salerno, domani, con la master class di Jazz Funk, una danza che dà la possibilità di ballare in maniera travolgente e rilasciare “felicità”! Gli allievi
provenienti da tutta Italia, per tutto il giorno, avranno la possibilità di dedicarsi allo studio del Jazz Funk, ampliando le proprie potenzialità creative, in un’atmosfera serena e incoraggiante che permette di sentirsi ispirati e “affamati” di danza. Il Jazz Funk è per le ragazze che vogliono imparare a ballare “come nelle clip”, per ottenere il massimo della loro “plasticità”, così come per i ragazzi che non hanno paura di sperimentare e stanno cercando la versatilità della danza. L’obiettivo è di creare un interprete, la cui espressività ed espressione si basano sulla libertà più totale: il danzatore lavora sul movimento e sulle proprie capacità interpretative. Il Jazz Funk è la danza dominante nel mondo dello spettacolo e viene utilizzato nella maggior parte delle coreografie, di pop star di fama mondiale come Beyonce, Madonna, Britney Spears e Lady Gaga Il Pasolini apre le porte agli “Incontri” di danza di Monica De Santis Sabato 16 e domenica 17 ottobre la Sala Pasolini ospiterà due appuntamenti della rassegna di danza “Incontri” 21 diretta da Antonella Iannone. Si tratta di altri, due appuntamenti, stavolta uno rivolto ad un pubblico più adulto ed uno rivolto ad un pubblico di bambini. Si inizia sabato 16, quando alle ore 21, la compagnia Scenario Pubblico Zappalà Danza presenterà “Romeo e |Giulietta” balletto ideato da Roberto Zappalà nel lontano 2006 e riportato nuovamente in scena, a distanza di dieci anni, in un’edizione aggiornata e riproposto anche in questa occasione. La coreografia sceglie di interpretare, attraverso il peculiare linguaggio della
Compagnia Zappalà Danza, alcune fra le tematiche forse più care alla cultura di ogni tempo, ossia quelle dell’impossibilità della libertà d’amare e del conflitto parentale, punto di partenza per una riflessione più ampia e generale sulle lotte politiche che da sempre insanguinano la storia. Ecco allora la musica del balletto di Prokofiev, chiamata a mettere in contatto la tradizione coreutica di Romeo e Giulietta con la contemporaneità della danza di Zappalà. Passando attraverso le note oniriche dei Pink Floyd, si approda poi alla dolcezza di Love Me Tender di Elvis Presley; Cara Maestra di Tenco unisce invece l’ingenuità dei protagonisti alla dura verità della situazione in cui si trovano e, infine, una sequenza ripetitiva e cacofonica al pianoforte accompagna i loro movimenti di coppia in un crescendo violento. La chiave scelta da Zappalà, che utilizza anche testi curati da Nello Calabrò, per portare in scena i protagonisti dell’infelice storia degli amanti di Verona è “la sfocatura”. Nella versione che vedremo alla Sala Pasolini, il coreografo ha spostato la propria messa a fuoco dalla coppia di innamorati, alla loro individualità di esseri che vivono singolarmente un disagio soprattutto sociale. I performer, soli su un palco spoglio, assecondano un ritmo spezzato: nei loro movimenti scoordinati domina un senso di indeterminatezza; di sdoppiamento quando la gestualità si fa concorde. I Romeo e Giulietta di Zappalà potrebbero essere due innamorati qualsiasi, in un tempo e in uno spazio moderno, ma con pochi riferimenti precisi. È allora, ancora una volta, la colonna sonora a permettere di definire il loro percorso di crescita e trasformazione dapprima individuale, poi congiunto, con lo sbocciare di un amore circondato da difficoltà. Un Romeo e Giulietta che non vuole parlare d’amore ma essere lui stesso un atto d’amore verso la vita. Secondo appuntamento in cartellone, domenica 17 ottobre alle ore 18,30 con lo spettacolo promosso dalla Tpo “Blue!” con le coreografie di Anna Balducci. Si tratta di uno spettacolo adatto ai più piccoli. Bleu! narra dell’incontro tra due figure: un marinaio e una entità magica e misteriosa, una ninfa del mare. Tutto
comincia nel momento in cui “Lei” lascia cadere nel mare una perla affinché “Lui” la ritrovi. Il marinaio dovrà percorrere un viaggio avventuroso, solcando le acque del mare e immergersi in abissi profondi, trasformando la nostra storia in un percorso di scoperte e conoscenza. In Bleu! gli elementi naturali dell’ambiente marino diventano lo scenario di un viaggio virtuale degli attori e del pubblico. Lo spazio scenico è a pianta centrale. A terra un tappeto, in alto, una grande spirale di tulle, sospesa, mobile, in lenta e costante trasformazione, che diventa la superficie di proiezione su cui far “galleggiare” le immagini e rendere lo spazio totalmente immersivo. Nello spettacolo del TPO il protagonista è lo spazio scenico, le immagini, i suoni, i colori. Grazie all’uso di tecnologie interattive ogni spettacolo si trasforma in un ambiente “sensibile” dove sperimentare il confine sottile tra arte e gioco. Per assistere ai due spettacoli i biglietti potranno essere acquistati presso il botteghino della Sala Pasolini il giorno stesso dello spettacolo. L’ingresso in sala è consentito solo a coloro che sono in possesso di green pass o di esito negativo di tampone effettuato entro le 48 ore prima dell’inizio dello spettacolo. Per “Romeo e Giulietta” il costo del biglietto è di 10 euro (ridotto 8 euro), mentre per lo spettacolo Blue! il costo del biglietto d’ingresso è di 5 euro. Per info compagniadanza@tiscali.it La New Space of Dance riparte da Palazzo Capograsso Francesco Boccia inaugura stasera alle ore 18,30 la nuova sede della sua scuola di danza che ospiterà anche uno studio di Pilates e discipline del benessere
di Olga Chieffi Taglio del nastro, questa sera, alle ore 18,30, per la nuovissima sede della New Space of Dance di Francesco Boccia, che riparte nello storico complesso di Palazzo Capograsso, in via Mercanti 76. All’accensione delle luci che illumineranno l’arco, un performer e il lab music Visone, ci introdurranno nella scuola, che ospiterà anche uno studio di Pilates e discipline del benessere. La scelta del luogo non avviene mai per caso. Il Palazzo Capograsso, comprendeva come prima costruzione nota dell’area, una Chiesa, realizzata dalla nobile famiglia ancor prima dell’anno mille, e che prese nome di S. Matteo Piccolo de Orto Magno da oggi il palazzo, oltre che una sala cinematografica privata a livello terra con un ridotto numero di posti, ospiterà la scuola di Francesco Boccia. . A brevissimo partiranno i corsi di Predanza e Corsi propedeutici con Margherita Buonomo, i Corsi regolari con Giorgia De Martino, mentre riguardo il passo a due e repertorio il Maestro sarà Michele Storto. La sezione di Contemporaneo sarà curata da Alfonso Donnarumma, il Modern da Domenico Pisapia e l’Hip Hop si svolgerà sotto lo sguardo di Teresa Autuori. La sessione di Pilates invece sarà affidata a Katie Basile e Caterina Masturzo, mentre da febbraio gli allievi saranno seguiti da Antonio Staiano. Spazio, luogo, anzi tòpos, poiché nell’antico palazzo entrerà il teatro, la musica, un istante infinito, diverrà quel luogo-non luogo che è il palcoscenico. Un luogo che il Maitre Boccia conosce molto bene, poiché coloro i quali sono diventati i “padri” di Francesco Boccia hanno i nomi di Victor Litvinov, Robert North, Renato Greco e Roberto Salorni, maestri e studi che lo hanno portato a vivere lo spettacolo a tutto tondo, spaziando dal prestigioso Festival dell’Operetta di Trieste a prime serate Rai, con Fantastico Cinema, Serata D’Onore e Taormina Arte o Ricomincio da Due, in cui le scelte e la firma delle coreografie era quella di Gino Landi, sino al film Scugnizzi,
firmato da Nanni Loy. Francesco Boccia apre la sua scuola agli inizi degli anni Novanta, trasformandola nell’attuale New Space of Dance nel 1995, aperta ad una continua e ferace collaborazione internazionale, a cominciare dalle grandissime amicizie, quali quelle con Sarah Taylor e Thierry Verger che dedicano di anno in anno coreografie a lui e ai suoi allievi, passando per Billy Goodson, Mauro Astolfi, Ranko Yokoyama, solo per citarne alcuni e lo abbiamo incontrato anche nel nostro massimo, in veste di ballerino e coreografo, al fianco di Renzo Giacchieri e Pier Paolo Pacini, impreziosendo diversi titoli, da Carmen a Francesca da Rimini. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della materia e quindi quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. Stasera la New Space of Dance rinasce, con più grande consapevolezza, coraggio e forza d’amore, dal buio di questi due anni, con gli allievi, gli amici, il pubblico e Francesco Boccia che possiamo immaginare in ogni luogo, sacerdote dinamico di un tòpos, il dove, che, localizzando, determina una cosa come cosa-per-l’uomo, che diventa condizione dell’esistenza, punto di riferimento dell’esperienza, che consente la progettualità e l’attuazione, l’esistenza razionale, aprendo al teatro, alla storia, alle arti, alla danza, al benessere fisico e mentale, quindi assumendo la caratteristica comunicativa o sociale di “luogo familiare”, mentre la familiarità del luogo ha assunto il tratto di condizione necessaria di ogni progettualità, non solo civile. Ecco che oggi, la New Space of Dance potrà nuovamente considerarsi il segno, nel suo divenir parola, suono, che diventa di-segno, archè, principio in quanto da-dove della progettualità, essenziale punto di dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi, criticare, continuando con Francesco Boccia a
restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale anno dopo anno, si annoderanno rapporti empatici, nascite, emozioni, che porteranno tutti noi a fare parte della scena della New Space of Dance. Ritorna a Battipaglia, dopo un anno di stop, il Festival Internazionale della Danza L’associazione Culturale Mubat ha come propria mission principale quella di promuovere tra i giovani la Cultura, l’Arte e la Conoscenza e per questo motivo abbiamo scelto di riprendere una strada interrotta nel 2020 a causa del Covid. Ritorna a Battipaglia, grazie al grande impulso del nostro direttore artistico Guglielmo Francese e di Carmen Picciariello il Festival Internazionale della Danza. Il Festival è una grande opportunità per tutti i ragazzi e le ragazze della Provincia di Salerno di confrontarsi con maestri di fama internazionale che, in una serie di stage tematici, trasmetteranno agli allievi il proprio sapere e il proprio senso artistico. Un’occasione unica nel suo genere che fa diventare, per alcuni giorni, Battipaglia il centro della Danza e del Ballo. La collaborazione internazionale è cominciata già tempo fa, in fase di organizzazione dell’evento, in quanto un grande artista internazionale, battipagliese di nascita ma ormai a stabilmente a New York, nel suo studio, ha voluto creare un’immagine che rimarrà negli anni futuri il manifesto/logo di questo Festival. Il 2 ottobre ci sarà il Galà al Palapuglisi di Battipaglia dedicato alla Danza, saranno presenti maestri e altri ospiti internazionali del mondo della danza. Tante le scuole che hanno aderito, non
solo di Battipaglia, e che hanno collaborato già da tempo alle attività preliminari, a loro va il ringraziamento dell’organizzazione e, tramite loro, a tutti gli allievi e le allieve che parteciperanno dando un senso a tutti gli sforzi di chi si impegna nella realizzazione dell’evento. Il punto centrale della rassegna sono gli stages, incontri con artisti che sono arrivati da tutta Europa per condividere la propria arte in differenti campi, dalla danza classica al teatro danza e all’ hip pop. Vedremo a Battipaglia artisti del calibro di Charles Jude, Anna Maria Prina, Nina Dipla, Enrico De Marco, Laura Fanetti, Mariano Cardano, Stefano Nappi, Vincenzo Zoppi. La New Italian Dance invade Salerno di Monica De Santis Si è alzato nel primissimo pomeriggio di ieri il sipario sul Nid Platform, lo strumento attraverso cui che associazione distribuzione esercizio promozionale, promuove la danza italiana e favorisce nuove opportunità di scambio tra gli artisti. Un grande progetto, un bellissimo allestimento, qualche piccolo problema di organizzazione, hanno reso la prima giornata delle due in programma molto interessante per tutti gli amanti del settore danza. Ad ospitare i primi appuntamenti della ricchissimo cartellone, della sesta edizione, è stato il teatro Pasolini. I saluti iniziali hai tanti intervenuti sono stati fatti dal sindaco Vincenzo Napoli che ha parlato di ” iniziativa che mette in luce, le più recenti espressioni di modernità e ricerca della danza. Settore questo, che dall’inizio della pandemia ha subito forse più di tutti gli altri settori artistici, con l’impossibilità
di esprimersi artisticamente e l’impossibilità di fare lezione ai propri allievi. Noi qui da oggi grazie alla sinergia nata tra il comune di Salerno, La regione Campania, il teatro pubblico Campano mettiamo in contatto il mondo degli Artisti con il mercato degli organizzatori, c’è uno scambio proficuo, dove l’eccellenza viene in mostra e c’è in qualche modo la possibilità di sviluppare un ragionamento produttivo nel corso del tempo. – ha concluso Napoli – È una bella iniziativa, particolarmente significativa, che siamo onorati di ospitare e che per noi rappresenta un ulteriore passaggio che abbiamo voluto mettere in essere per cercare di riprendere ciò che si è perso e che magari forse si è trascurato nel corso della pandemia”. La sesta edizione si sdoppia in due appuntamenti che presenteranno i progetti selezionati dalla giuria che ha lavorato con impegno e passione. La giornata di ieri e quella di oggi sarà interamente dedicata agli Open Studios, ovvero produzioni in via di sviluppo, che nel confronto con gli operatori potranno meglio definire il loro percorso di lavoro. “Siamo davvero orgogliosi – ha detto l’assessore alla cultura Antonia Willburger, al margine della cerimonia di apertura dell’evento – i nostri teatri comunali sono pronti ad accogliere i protagonisti e le proposte emergenti della danza contemporanea. Questa è un’occasione importante per propore all’attenzione degli operatori italiani e internazionali, ma è anche un’occasione importante per la città di Salerno che in questi giorni ospiterà tanti operatori e tanti ballerini e coreografi provenienti da tutta Italia”. E gli artisti ospiti sono davvero tanti, così come anche il pubblico che ier ha riempito il Teatro Pasolini, pubblico composto prevalentemente da ballerini, coreografi e insegnanti di danza (poche le presenze salernitane), che non sono voluti mancare ad un appuntamento che non è solo di promozione di spettacoli, ma anche e soprattutto di confronto. Quel confronto con gl artisti che si sono esibiti sul palcoscenico del teatro salernitano, che, come da programma c’è stato al termine delle cinque esibizioni. Ma andando con ordine, dopo i saluti istituzionali la manifestazione ha preso il via con le
prime esibizioni. A dare il via è stato Nicola Simone Cisternino, con un estratto della sua “My Lonely Lovely Tale”, performance che si è basata sul processo creativo della percezione, sulla fuga costante della mente dal vuoto. A seguire l’esibizione di Claudia Caldarano in “Piano solo corpo solo”, una performance concerto, sulla carezza, sul tattile gioco con qualcosa che si sottrae. Polsa performance è stata quella di Adriano Bolognino che ha proposto “Rua da saudade” nostalgia del futuro l’impianto del tempo perduto e angoscia del tempo che verrà. Penultima esibizione quella di Gianfrancesco Giannini con *Cloud” un lavoro ispirato al manifesto del comunismo queer e alle riflessioni di Georgy Mamedov e Oksana Shatalova, attivisti radicali del Kyrgyzstan. Ultimo ad esibirsi Ezio Schiavulli con “Heres: nel nome del figlio” un assolo percussivo e musicale nato dalla collaborazione con due batteristi della scena musicale contemporanea internazionale come Anne Paceo e Dario De Filippo. Alle 18, l’incontro – confronto con i protagonisti, per poi darsi appuntamento a questa mattina, quando ad esibirsi saranno altri cinque artisti. Nel ordine toccherà a Pietro Marulo, Giselda Ranieri, Sara Lupoli, Sara Sguotti e la coppia composta da Damiano Bigi e Alessandra Paoletti. La seconda trance dell’ecento si terrà, invece nel mese di maggio del 2022, quando dal 13 al 15, si esibiranno i 10 spettacoli selezionati per la sezione “Programmazione”, questi saranno presentati ad un pubblico di operatori, si spera il più ampio possibile, tra i quali saranno presenti, come annuncinato dall’organizzazione anche diverse delegazioni straniere. Salerno ospita New Italian
Dance Saranno i palcoscenici della Sala Pasolini, il Teatro Augusteo e il prestigioso Teatro Verdi ad alzare i loro sipari sulla NID (New Italian Dance) Platform 2021, sesta edizione della manifestazione nazionale di danza, in programma nella città di Salerno con una nuova formula rispetto a quella originaria delle precedenti edizioni. La piattaforma NID mette in contatto le compagnie italiane e gli operatori del settore, italiani e internazionali, creando un dialogo tra produzione e distribuzione e dando visibilità alla qualità artistica della scena italiana, nel rispetto della pluralità di linguaggi e poetiche che essa esprime. Sarà divisa in due segmenti la sesta edizione della Nid Platform, progetto nato nel 2012 dalla collaborazione tra tutte le realtà della danza nazionale, riunite sotto la sigla RTO, per la sinergia tra MiC, Ministero della Cultura, e le Regioni che si sono avvicendate all’ospitalità e al coordinamento, che giunge al suo decimo anno di compimento. Questa edizione, con il sostegno della Regione Campania, guidata dal Presidente Vincenzo De Luca, ed il supporto del Comune di Salerno con il Sindaco Vincenzo Napoli e l’Assessore alla cultura Tonia Willburgher, dopo Puglia, Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, vede affidata l’organizzazione al Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo. Quale soggetto capofila, individuato da RTO per la realizzazione della Nid Platform 2021 di Salerno, il Teatro Pubblico Campano ha scelto di rivedere la formula della manifestazione, dopo accurate valutazioni condivise da tutto il comparto danza nazionale, rappresentato da ADEP e RTO, dalla Commissione Artistica nominata per le selezioni, dal MIC e dalla Regione Campania, enti finanziatori del progetto. La NID Platform 2021 pur confermando molti degli elementi fondanti che hanno reso efficaci le precedenti edizioni si presenta come un’edizione “speciale”. Il suo avvio coincide con l’emergenza sanitaria Covid 19, che ha travolto il settore cultura e spettacolo come
tutti gli altri settori della vita sociale ed economica nazionale. In questo scenario la NID Platform 2021 si pone come simbolo di fiducia, di speranza, di rilancio e di ripresa dello spettacolo dal vivo. Il 17 e 18 settembre 2021 sarà programmata la sezione Open Studios, e dal 13 al 15 maggio 2022 sarà presentata la sezione Programmazione. Le due sezioni proporranno i progetti e gli spettacoli selezionati dalla commissione artistica che, con impegno e partecipazione, ha operato alacremente attraverso incontri online e in presenza. Il lavoro della giuria ha “premiato” anche la danza campana, fortemente presente nella programmazione, così come rilevato dalla sinergia fra RTO, Teatro Pubblico Campano e Associazione Sistema MED della Campania con il suo presidente Gabriella Stazio. La sezione Open Studios, che sarà ospitata alla Sala Pasolini, proporrà 10 progetti coreografici in via di sviluppo, che, nel confronto con operatori italiani e stranieri, potranno definire ulteriormente il loro percorso di lavoro. I progetti selezionati dalla commissione artistica, formata da esperti italiani e stranieri, Anna Cremonini , Gemma Di Tullio, Mario Crasto De Stefano, Claire Verlet, Elisabetta Riva, Samme Raeymaekers, Paolo Brancalion, Marina Dammacco, coordinati da Michele Mele, sono Un discreto protagonista di Bigi, Paoletti (Compagnia Simona Bucci), Rua da saudade di Adriano Bolognino (Cornelia), Piano solo corpo solo di Claudia Caldarano (Mo-wan Teatro), My lonely lovely tale di Nicola Cisternino (Twain Centro Produzione Danza), Cloud di Giovanfrancesco Giannini (Compagnia Körper), Rosarosaerose di Sara Lupoli (ArtGarage), Venas Velas di Pietro Marullo (Marche Teatro), Re_Play di Giselda Ranieri (Aldes), Heres – Nel nome del figlio di Ezio Schiavulli (Ez3 Ezio Schiavulli) e Some other place di Sara Sguotti (Company Blu). I 10 spettacoli che andranno a comporre la sezione Programmazione saranno presentati ad un pubblico di operatori più ampio possibile, con l’auspicio che possano essere presenti anche delegazioni straniere provenienti da paesi in questo momento impossibilitati ad assicurare la propria partecipazione, visti i limiti dettati dalle norme sanitarie
in corso. La commissione artistica ha selezionato Suite escape fuga dal passo a due di Riccardo Buscarini (Equilibrio Dinamico Dance Co.), Zoé di Luna Cenere (Compagnia Körper), Esercizi per un manifesto poetico del Collettivo Mine (Corpoceleste), Best regards di Marco D’Agostin (Associazione Culturale VAN), Bayadere – Il regno delle ombre di Michele Di Stefano (Nuovo Balletto di Toscana), Monjour di Silvia Gribaudi (Zebra), Alcune coreografie di Jacopo Jenna (KLm Kinkaleri), Party girl di Francesco Marilungo (Compagnia Körper), Pastorale di Daniele Ninarello (CodedUomo), Toccare the white dance di Cristina Kristal Rizzo (Tir Danza). Il Teatro Pubblico Campano, unitamente ai soggetti promotori e sostenitori della NID Platform, s’impegnerà garantire la massima visibilità a tutti i progetti selezionati, riservandosi le opportune valutazioni di ampliamento a spettacoli e progetti segnalati dalla Commissione Artistica, con riferimento al programma di maggio 2022. Ulteriori informazioni e aggiornamenti in progress online sul sito www.nidplatform.it e sulla pagina facebook @NIDPlatform. Virtuoso: “Gestione del Verdi, c’è un esposto del 2018” di Monica De Santis Tiene ancora banco la vicenda Teatro Verdi. Tiene ancora banco e non si placano le polemiche nate immediatamente dopo la prima dello spettacolo “Pagliacci/Cavalleria Rusticana” sulle audizioni delle masse orchestrali e corali del teatro Verdi di Salerno e, in particolare, sugli ingaggi di ballerini,
figuranti, mimi e coreografi. Ad intervenire questa volta è Francesco Virtuoso, candidato al Consiglio Comunale con il M5S, che nel 2018 ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica proprio sul Teatro Verdi e sul sistema con cui questo viene gestito… “Nel 2018 preso dalla curiosità rispetto alla gestione da parte dell’amministrazione comunale del Teatro Verdi – spiega Virtuoso – iniziai a studiare tutte le determini dirigenziali con le quali venivano pagate le maestranze, i cori, gli strumentisti, per ogni opera lirica. Ho studiato un qualcosa come 300 determine dirigenziali che negli anni il Comune di Salerno ha emesso a pagamento per mettere in piedi questi spettacoli e che mi hanno dato un quadro della situazione più completa. Attraverso questo studio sono riuscito a ricostruire un po’ tutta la situazione che in maniera dettagliata ha scritto nell’esposto che ho presentato alla Procura della Repubblica di Salerno. Ho evidenziato una serie di anomalie, che a mio avviso continuavano ad essere perpretate dall’amministrazione comunale. Studiando queste determine mi accorsi che il Comune di Salerno, da diversi anni a questa parte non è altro che il bancomat di Daniel Oren. Ogni anno, nel mese di marzo il Comune cosa fa una delibera di giunta attraverso la quale assegna la direzione artistica a Daniel Oren per la stagione lirica, la quale mediamente si compone di 5 opere e per ognuna delle quali si fanno 3 repliche, quindi parliamo di 15 aperture di sipario. Daniel Oren a fronte di un compenso di circa 200mila euro gestisce la stagione lirica. Ma lo fa a suo uso e consumo, perché di ogni opera messa in scena, decide con una lettera agli uffici competenti le ditte e le maestranze che lui ritiene opportuno chiamare, e che negli anni sono sempre le stesse. Ovvero la truccatrice è sempre la stessa, così come chi fornisce le scarpe, i vestiti, etc. Quindi gestisce a proprio piacimento attraverso una semplice lettera di affidamento che fa al comune nella quale comunica quali aziende devono essere chiamate per l’allestimento. Questo, è un modo, a mio avviso, non trasparente per un’amministrazione pubblica di gestire dei soldi dei cittadini. Innanzitutto perché andrebbe fatto una
programmazione o anche perché andrebbero coinvolte le maestranze salernitane e andrebbe fatto una produzione salernitana. Perchè ad oggi, nonostante negli anni sono stati spesi milioni di euro di tutto quello fatto da Oren non è rimasto nulla”. Virtuoso spiega racconta poi che dopo il suo esposto ricevette una risposta da parte del Comune… “Mi dissero che la loro gestione era corretta e che ero contro la cultura, con il maestro Oren e contro il maestro Marzullo. Ma non è così io sono per la cultura, quella di qualità, ma soprattutto sono per la trasparenza quella che non c’è al teatro Verdi. Inoltre nel corso delle miei ricerche in merito alla gestione della stagione lirica del Verdi, ho anche scoperto che dal 2016 la gestione dei soldi stanziati in parte dal Comune, in parte dalla Regione e in piccola parte dalla Comunità Europea è stata affidata a delle associazioni. Prima del 2016 i contratti venivano fatti scritturando direttamente gli artisti ed anche questo era un sistema non lecito. Quando sono arrivate le prime denunce al Comune e ad altri, allora hanno creato queste associazioni che gestiscono la scelta dei musicisti, piuttosto che dei coristi o ballerini etc. Attraverso delle visure sono riuscito a risalire alle persone che gestiscono queste associazioni, ma non posso vedere nessun tipo di documentazione perchè essendo associazioni e non enti pubblici i documenti non sono obbligati a mostrarli a chiunque ne faccia richiesta. Sta di fatto che è proprio attraverso queste associazioni che fanno girare i soldi dei cori, degli strumentisti, dei figuranti dei ballerini e di quant’altro e stiamo parlando di svariate centinaia di migliaia di euro che queste associazioni gestiscono e che nessuno sa come gestiscono”. Tante domande alle quali ancora oggi Virtuoso non ha ricevuto risposte certe… “Non so se la Procura abbia aperto un fascicolo in merito, so per certo che ora la gestione del Verdi dovrebbe davvero cambiare. E’ necessario, come nelle altre città, creare una Fondazione, che gestisca il Teatro comunale in maniera trasparente e soprattutto che si inizino a fare audizioni serie per gli orchestrali, i coristi e il corpo di ballo. Dal canto mio, continuerò a vigilare e a lottare
affinchè questo sistema messo in atto al Verdi finisca e che ci sia davvero la massima trasparenza su ogni cosa che si fa con i soldi pubblici”. Terza ed ultima giornata per la rassegna “Incontri” Oggi alle ore 21.00, terza ed ultima giornata per la rassegna “Incontri” nel centro storico di Salerno nell’ambito del Barbuti Festival. Ancora una doppia, questa volta firmata da Matrafisc Dance. Per la prima parte in scena ci sarà il duo Valeria Famularo e Antonello Apicella in “Bruise”. La scintilla di questo progetto è una conversazione tra due persone con molto in comune. I protagonisti mettono in scena le loro storie turbolente, che hanno lasciato sentimenti contrastanti, oscillanti tra pieno e vuoto, dolce e amaro, che allo stesso tempo aprono nuove ferite e li rendono vulnerabili di fronte a qualsiasi scelta. “A volte l’unica cosa che senti è il peso del livido che ti porti dentro… eppure sei costretto a fare la tua scelta”. Subito dopo ci sarà “1+1” la coreografia di Ina Colizza e Antonello Apicella, il risultato di un percorso che ha visto il coinvolgimento di giovani danzatori delle scuole di danza di Antonella Iannone e Ylenia Ippolito. Al pubblico sarà proposto il lavoro creato nel 2018 da Matrafisc Dance in collaborazione con Salford University e presentato nel Regno Unito. Gli allievi, in particolare, hanno lavorato sul concetto di appartenenza, e in particolare sul rapporto tra l’individuo e le varie forme di azione collettiva senza dimenticare il ruolo che le emozioni giocano. “That Place Over There” è ispirato al nostro senso di appartenenza. Parla delle emozioni che si provano quando un qualsiasi oggetto ci ricorda casa o il posto a cui si appartiene. La
rassegna Incontri è realizzata in collaborazione con Bimed e con il sostegno della Regione Campania e patrocinio del Comune di Salerno, del Comune di Vallo della Lucania e del Comune di Gioi Cilento
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