BEETHOVEN risuona al Castello di Miramare con l'omaggio della star mondiale del violoncello LUKA SULIC - Il ...

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BEETHOVEN risuona al Castello di Miramare con l'omaggio della star mondiale del violoncello LUKA SULIC - Il ...
BEETHOVEN risuona al Castello
di Miramare con l’omaggio
della   star   mondiale   del
violoncello LUKA SULIC

foto © Simone Di Luca

In occasione del 250esimo anniversario dalla nascita di Ludwig
van Beethoven – uno dei più grandi geni musicali di tutti i
tempi – al Castello di Miramare risuona la sua musica grazie
al sensazionale omaggio di Luka Šulić, la star mondiale del
violoncello e co-fondatore dei 2Cellos, che ha scelto uno dei
luoghi simboli della città di Trieste per girare il suo nuovo
video: link YouTube https://bit.ly/3p1EElW.

Ancora oggi in grado di parlarci attraverso la sua musica,
Beethoven è stato e continua a essere una fonte di
straordinaria ispirazione per milioni e milioni di musicisti e
ancora oggi viene giustamente celebrato in tutto il mondo.
Anche Luka Šulić ha voluto dedicargli un “piccolo tributo”
risuonando l’Inno alla Gioia, il tema finale
BEETHOVEN risuona al Castello di Miramare con l'omaggio della star mondiale del violoncello LUKA SULIC - Il ...
foto © Simone Di
                                          Luca

della Nona Sinfonia in re minore, scritta da Beethoven quando
era già completamente sordo, in un momento di profonda crisi
esistenziale, quasi come una reazione spirituale a ciò che
stava vivendo, uno slancio verso l’amore e la gioia universale
che, forse mai come oggi, risuona più potente che mai e vuole
proprio essere un augurio di luce in questo presente di crisi
e sordità che stiamo tutti vivendo.

Nota anche come Sinfonia corale, l’ultima sinfonia di
Beethoven è una delle opere più conosciute ed eseguite di
tutto il repertorio ed è considerata uno dei più grandi
capolavori della musica occidentale, anche in quanto simbolo
universale di unità e fratellanza. Il tema finale, l’Inno alla
Gioia, composto da Beethoven sui versi dell’Ode alla gioia di
Friedrich Schiller, è stato adottato nel 1972 come l’Inno
ufficiale dell’Unione europea e successivamente lo spartito e
il testo della Nona sinfonica sono stati proclamati
ufficialmente Patrimonio Universale dell’Umanità dall’Unesco.

Il video della performance di Luka Šulić, pubblicato oggi sui
canali ufficiali dell’artista è stato girato nei giorni scorsi
al Castello di Miramare a Trieste, grazie alla collaborazione
con il Ministero per i beni e le attività culturali per il
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turismo, il Museo storico e il Parco del Castello di Miramare.

C.L.

MONFALCONE NATALE: DAIANA
ORFEI   SHOW  sabato 19 e
domenica 20 dicembre
Ritorna a Monfalcone, sabato 19 e domenica 20 dicembre, il
“Daiana Orfei Show”, uno spettacolo itinerante d’arte varia
circense (senza animali) che il Comune di Monfalcone dedica ai
bambini e alle loro famiglie in vista del Natale, nel rispetto
di tutte le prescrizioni sanitarie.

Dalle 15.00 alle 17.30, al Villaggio in Natale in piazza
Repubblica e nelle principali strade del centro ci saranno le
mascotte del momento, come Masha e Orso, Minnie e Topolino,
Olaf e i Minions e altri magici amici.
Inoltre: sfilate di clown, giocolieri, mangia fuoco,
le magiche bolle di sapone.
Da non perdere la Bici Galattica, un bellissimo esemplare di
bici, proveniente dalla Russia, gigante, unica nel suo genere
sfreccerà per le vie della città regalandoci stupore e gioia.
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Domenica 20 dicembre, dalle 15.00 alle 18.00, la Pro Loco di
Monfalcone organizza una castagnata in piazza della
Repubblica. Sarà allestito un punto di distribuzione tra le
due casette di legno, le castagne saranno consegnate in
sacchetti di carta per essere consumate altrove, il tutto
sotto controllo di un addetto alla sicurezza responsabile del
rispetto delle normative anti Covid.

Si ricorda che fino al 6 gennaio compreso, in tutte le vie e
aree con sosta a pagamento del centro cittadino è istituita
per tutti i veicoli una deroga temporanea all’obbligo di
pagamento del ticket relativo alla sosta.

PORDENONE, R-EVOLUTION DOMANI
18 DICEMBRE CON L’ANALISI DI
MARIO SECHI SUL MONDO IN
TRANSIZIONE
Poco più di trenta giorni all’inauguration Day della nuova
Casa Bianca, il 20 gennaio 2021, e poco più di quindici giorni
alle elezioni in Georgia che il 5 gennaio potrebbero
consegnare al presidente Biden un Senato nel quale i
democratici sono in minoranza. “Il mondo in transizione.
Assetti globali verso l’era Biden” titola l’analisi affidata
al Direttore AGI Mario Sechi, in programma venerdì 18 dicembre
dalle 18, penultimo appuntamento del cartellone di R-evolution
Digital edition 2020, come sempre sul sito e sulla pagina
facebook del Teatro Verdi di Pordenone e in replica mercoledì
16 dicembre su Il 13TV, subito dopo il notiziario delle ore
19. Sarà una riflessione a tutto campo focalizzata sui due
grandi competitor del 21° secolo, Stati Uniti e Cina, ma anche
sul vecchio continente costretto a confrontarsi con le
criticità del pianeta pandemico. Senza dimenticare l’Italia,
divisa fra prospettive a stelle e strisce e un Memorandum
sulla via della Seta che si profila sempre più complesso
nell’ottica degli equilibri transatlantici.      R-evolution.
Cronache dal futuro del mondo è il format di Lezioni di storia
del nostro tempo promosso dal Teatro Verdi Pordenone a cura
dell’Associazione Europa Cultura, interamente dedicato al
“Turnover” nel pianeta virale. La Digital Edition 2020
trova il sostegno dell’ufficio EuropDirect del Comune di
Pordenone e di web partner Esploratori Culturali CGN ed ha il
patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia
Giulia. Tutti gli interventi saranno poi consultabili sul
canale youtube del Teatro Verdi Pordenone. Fra le novità più
significative del tempo che stiamo vivendo c’è la
consapevolezza che economia e salute non sono un’antinomia, ma
possono, insieme, risollevare il morale delle borse del
pianeta, oltre che illuminare un futuro finamente libero dalla
pandemia. Il diritto alla salute e la sicurezza alimentare
nell’anno pandemico diventano valori strategici, economici e
geopolitici per i nuovi assetti globali, in attesa di capire i
tempi di somministrazione del vaccino alle genti del
pianeta. Mario Sechi ha iniziato la sua carriera
a L’Indipendente, quindi ha lavorato a il Giornale ed è stato
poi direttore del quotidiano di Cagliari L’Unione
Sarda. Tornato a il Giornale, è stato vicedirettore e capo
della     redazione      romana.      Vicedirettore       del
settimanale Panorama e quindi di Libero, è stato per tre anni
direttore del quotidiano Il Tempo. E’ stato poi editorialista
per il quotidiano Il Foglio di Mix24 con Giovanni Minoli e di
Sunday Tabloid su Rai2. Nel giugno 2017 ha creato List, un
progetto giornalistico innovativo distribuito attraverso sito
web, newsletter e app. Ha tenuto conferenze in USA e Italia
sulle relazioni transatlantiche in collaborazione con
istituzioni internazionali.
PORDENONELEGGE             E
PROMOTURISMO, LA SCRITTRICE
ILARIA TUTI CI ACCOMPAGNA IN
CARNIA E VAL RESIA
Sarà l’ultimo itinerario 2020 e, a ridosso delle festività
natalizie, ci proietterà in luoghi magici, misteriosi e ricchi
di storia come le montagne della Carnia e la Val Resia, in
compagnia di una guida decisamente speciale, la scrittrice
Ilaria Tuti.   Appuntamento sabato 19 dicembre con “Friuli
Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi
che li hanno ispirati”, il format dei Viaggi digitali
d’autore promosso da Fondazione Pordenonelegge insieme
alla Regione Friuli Venezia Giulia e a PromoTurismoFVG. Alle
10 si riparte, sabato mattina, su Facebook e Youtube di
pordenonelegge      e  successivamente      sui   canali    di
PromoTurismoFVG, in direzione della Carnia di Ilaria Tuti: un
accostamento inscindibile, perché, spiega l’autrice, «l’amore
per la mia terra nutre tutte le mie storie. È ricerca delle
origini e cura della memoria che passa anche attraverso la
memoria collettiva delle comunità, e quindi del territorio.
Una terra che parla la lingua della natura con suoi simboli
arcani e arcaici: per questo foreste e montagne sono così
importanti in tutti i miei libri. E nelle storie che racconto
le ho attraversate tutte: dal tarvisiano con i Laghi di
Fusine, l’Orrido dello Slizza, le miniere di Raibl, fino alla
Val Resia, con la sua cultura antichissima che arriva da molto
lontano, i balli e canti unici al mondo come il loro
Carnevale».

Ilaria Tuti ci guiderà in particolare alla scoperta dei
Sentieri delle portatrici carniche: «consiglio di salire dal
Timau verso il Pal Piccolo e il Pal Grande, fino al Freikofel
– racconta la scrittrice – e quindi sino alle trincee che
nella prima Guerra Mondiale videro all’opera queste donne
straordinarie e gli eserciti che si combattevano. Suggerisco
anche una visita al Museo della Grande Guerra di Timau dove
sono custoditi reperti storici importantissimi, con una sala
interamente dedicata alle Portatrici, culla della loro
memoria. Per le mie storie – osserva Ilaria Tuti – sono
importanti gli incontri che faccio e i racconti che le persone
mi donano: è andata così anche per Ninfa dormiente, grazie
all’incontro con una persona che è la memoria storica della
Val Resia. Mentre mi raccontava alcuni aneddoti della sua
vita, si stava già intessendo la storia che poi è finita nel
mio romanzo».

Novità di questa nuova edizione che sottolinea l’attenzione
degli organizzatori al tema dell’accessibilità: i viaggi
digitali saranno realizzati anche in LIS (Lingua Italiana dei
segni). “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla
scoperta dei luoghi che li hanno ispirati” proseguirà
nel 2021 con quattro ulteriori viaggi digitali: sulle tracce
di Carlo Sgorlon, Biagio Marin e Carlo Emilio Gadda, mentre lo
scrittore Enrico Galiano ci guiderà alla scoperta della
“sua” Pordenone. Itinerari che completano quelli già proposti
nel 2020 e che si possono ritrovare sul canale Youtube di
pordenonelegge e sul sito turismofvg.it

Fuori ora “A Frosinone”, il
nuovo singolo di Giuseppe de
Candia: il racconto di un
amore tra Puglia e Lazio.
Dopo aver mostrato alcuni dei lati più belli della Puglia
attraverso il videoclip di “Voglio una vita
da star” (che conta oggi cinquantamila visualizzazioni),
Giuseppe de Candia omaggia oggi il
capoluogo della Ciociaria con il suo nuovo singolo “A
Frosinone”. “Ho scoperto Frosinone nel
2018, durante la partecipazione ad Amici di Maria de Filippi.
– ha dichiarato il cantautore – Mi
sono innamorato e ho deciso di dedicarle una canzone”.
Il brano racconta un viaggio che
attraversa l’Italia e fa nascere nuovi
amori, sullo sfondo di
un’atmosfera natalizia. De Candia
dipinge la città con le sue parole in
questa dolce ballata
synth pop, dedicando attenzione e cura
alla descrizione di tutti quei piccoli
dettagli che ci fanno
innamorare di una persona, ma anche di
un luogo. Sicuramente un brano in cui
tutti, ricordando
i nostri primi amori, possiamo riconoscerci.
In questo periodo Natalizio particolare, diverso dagli altri,
concediamoci di viaggiare almeno
attraverso la musica, scoprendo la bellezza della Ciociaria
grazie alle parole di Giuseppe de Candia, con “A Frosinone”.

Ascoltalo                                                  su
Spotify: https://open.spotify.com/album/01VrYoJogZ3dz8TtDnhBD
a?
Ascoltalo                       su                      Apple
Music: https://music.apple.com/us/album/a-frosinone-single/154
2638663

Ascoltalo                                                  su
YouTube:https://www.youtube.com/watch?v=C_1jwla2XnM

“LE ECCELLENTI” di Marcela
Serli diffuso su VIMEO da
venerdì 18 dicembre.
“Da venerdì 18 dicembre “Le Eccellenti” di Marcela Serli sarà
disponibile su Vimeo. Si tratta di un progetto sulle donne
ricercatrici e sulla discriminazione femminile ed è stato uno
degli eventi che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
ha coprodotto in sinergia con ESOF 2020”.
Sarà disponibile da venerdì 11 dicembre, sulla piattaforma di
video sharing Vimeo,“Le Eccellenti”
spettacolo ideato, scritto e diretto da Marcela Serli, che il
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha
coprodotto con il Teatro della Tosse di Genova e Compagnia
Fattoria Vittadini di Milano e che è
stato promosso dai CUG dell’Università degli Studi di Trieste,
e della SISSA.
Si tratta di uno degli eventi che lo Stabile ha realizzato in
sinergia con ESOF2020 ed è stato
presentato con successo per una sola sera al Politeama
Rossetti lo scorso settembre: ora sarà a
disposizione di tutti gli interessati su Vimeo, preceduto dal
14 al 17 dicembre sui social da alcune
clip a cadenza quotidiana, realizzate da Border Studio, che
permetteranno di conoscere da vicino le
protagoniste e di “sbirciare” dietro le quinte e durante le
prove.
Lo spettacolo porta in scena alcune donne, professioniste sia
del teatro, sia della ricerca, selezionate
attraverso un periodo di lavoro e di studio: ripercorrono in
scena la storia di discriminazione di
scienziate come Rosalind Franklin, Lise Meitner, Cecilia
Payne, Katherine Johnson e tante altre:
storie in cui possono ritrovarsi e confrontarsi, riflettendo
sulle loro vite professionali e personali.
Ecco allora emergere quanto poco sia ascoltato e sostenuto
ancora oggi il talento delle donne, ecco
denunciato quanto ancora sia forte la loro esclusione in
ambito economico, sociale, politico.
“Le Eccellenti” propone il quotidiano vivere di queste
ricercatrici e l’eccellenza delle loro materie,
attraverso uno stile comico e irriverente, raccontando non
solo i loro successi, ma anche le difficoltà
che ogni giorno si trovano davanti.
Un impianto a scena vuota, con la proiezione di video
interviste e molto altro, con la presenza in
contemporanea di tutte le protagoniste: la messa in scena si
propone di sintetizzare, in modo poetico
e al tempo stesso “divulgativo” il materiale raccolto, con
l’importante obiettivo che questo percorso
creativo abbia l’intensità e la profondità data dalla durata e
dalla condivisione, e che la
drammatizzazione rimanga sempre in bilico fra verità e
finzione. Tra teatro e vita.
«Il progetto nasce in un contesto particolare» spiega Marcela
Serli. «I Comitati Unici di Garanzia
dell’Università degli Studi di Trieste e della SISSA per dare
risalto al tema delle pari opportunità,
mi hanno proposto di lavorare, creando un monologo, sulla
figura di Rosalind Franklin, scienziata
nota, oltre che per il suo talento, per non aver avuto il
riconoscimento meritato. Franklin, laureata in Chimica, diede
infatti inizio allo studio della struttura del DNA. I suoi
dati, non ancora pubblicati,
furono utilizzati da due scienziati, Watson e Crick, cosa che
valse loro il premio Nobel nel 1953.
A quel punto, ho rilanciato. La storia di una discriminazione
che accomuna le biografie di molte
donne scienziate, allora come oggi. Lavorando da anni su temi
che legano la repressione, il potere,
il genere e le minoranze ho deciso di creare un altro tipo di
progetto, tenendo i due concetti di base
che uniscono queste donne ricercatrici, il talento e la
discriminazione, ma coinvolgendo e mettendo
in scena sia ricercatrici sia professioniste dello spettacolo
dal vivo. In scena ci sono attrici,
danzatrici, musiciste ma anche matematiche, neuroscienziate,
astrofisiche, veterinarie…».
Dirette da Marcela Serli – che è anche interprete – vedremo in
scena Cinzia Spanò, Noemi Bresciani,
Chiara Ameglio, Caterina Bonetti, Domenica Bueti, Saveria
Capellari, Anna Gregorio, Pamela
Martinez Orellana, Lorenza Masutto, Laura Nenzi, Veronica
Ujcich, mentre eseguono le musiche
dal vivo Margherita Baggi, Piercarlo Favro, Camilla Collet.
Le riprese e il montaggio del video sono a cura di Border
Studio S.C. Trieste
Lo spettacolo si potrà seguire a €2,99 accedendo alla
piattaforma Vimeo dal sito del Teatro Stabile
regionale ( www.ilrossetti.it ) o direttamente da vimeo.com a
cui sarà necessario registrarsi. A partire     da venerdì 18
dicembre alle ore 20, il video resterà disponibile fino al 6
gennaio e si potrà vedere per una settimana dal momento
dell’acquisto.
L’appuntamento successivo sarà il 23 dicembre: “Con Andersen
nel cuore del teatro” a cura di
Franco Però.
Le eccellenti uno spettacolo sulla vita delle donne
ricercatrici, sul loro talento e sulle discriminazioni subite
progetto, regia e drammaturgia di Marcela Serli
con Cinzia Spanò, Noemi Bresciani, Chiara Ameglio, Caterina
Bonetti, Domenica Bueti, Saveria
Capellari, Anna Gregorio, Pamela Martinez Orellana, Lorenza
Masutto, Laura Nenzi, Veronica
Ujcich e Marcela Serli
musicisti Margherita Baggi, Piercarlo Favro, Camilla Collet
contenuti video a cura di Alberto Amoretti
fotografie in scena di Giovanni Hänninen
collaborazione alla drammaturgia Cinzia Spanò, Noemi Bresciani
collaborazione alla ricerca fonti Sergia Adamo, Pilar de
Cardenas, Patrizia Romito
assistente Pilar de Cardenas
foto di scena Vito Lorusso
riprese e montaggio a cura di Border Studio S.C. Trieste
promosso da CUG dell’Università degli Studi di Trieste, CUG
della SISSA-Scuola Internazionale
Superiore di Studi Avanzati
prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro
della Tosse di Genova e Compagnia
Fattoria Vittadini di Milano

MUSICA: DENTE E GLI ZEN
CIRCUS SI RACCONTANO A ENRICO
DEREGIBUS    PER    OFFICINA
PASOLINI
   IL 16 DICEMBRE E IL 4 GENNAIO SULLA PAGINA FACEBOOK DEL
LABORATORIO CREATIVO E HUB CULTURALE DELLA REGIONE LAZIO, CON
                   LA SUPERVISIONE DI TOSCA

Anche in tempi di pandemia la musica può non fermarsi, pur con
forme e modi diversi. Da questa constatazione nasce la
collaborazione del giornalista e operatore culturale Enrico
Deregibus con Officina Pasolini, il Laboratorio creativo di
alta formazione e HUB culturale della Regione Lazio diretto da
Tosca, che dal mese scorso ha
inaugurato una nuova programmazione di concerti, incontri e
pillole teatrali in streaming alle 21 sulla propria pagina
Facebook per il format #DirettaMente/ Officina Pasolini a casa
tua.

In quest’ambito, Deregibus, dopo aver condotto il 26 novembre
un incontro con Emidio Clementi dei Massimo Volume,
intervisterà oggi, mercoledì 16 dicembre, Dente, uno dei
personaggi di spicco della canzone d’autore d’inizio secolo,
quella nata nell’alveo della musica indie e poi
ampliatasi sempre più. L’appuntamento è alle 21
su www.facebook.com/OfficinaPasolini .

Sulla stessa pagina il 4 gennaio alla stessa ora sarà la volta
di un incontro con gli Zen Circus che si racconteranno a
Deregibus a partire dai loro inizi per arrivare al recente
album “L’ultima casa accogliente”.

Incontri per scoprire lati inediti degli artisti, pensieri e
approfondimenti sulla loro musica e sulla loro visione del
mondo.
DOPO MILANO ARRIVA A UDINE
L’ALBERO   DEI  BAULI,   IL
SIMBOLO DEL MOVIMENTO CHE
SOSTIENE I LAVORATORI DELLO
SPETTACOLO
L’Albero dei Bauli, simbolo dei lavoratori dello spettacolo,
ideato e progettato da Bauli In Piazza (BIP) – il movimento
nato a ottobre ai piedi del Duomo di Milano con 500 bauli e
1300 operatori del settore schierati in risposta alla grave
crisi dei lavoratori del mondo dello spettacolo (video
https://bit.ly/3oZp22m) – dopo essere stato allestito a
Milano, arriva anche a Udine, nella centralissima Piazza
Venerio. Nel pomeriggio di domani, giovedì 17 dicembre, alle
17.00, ci sarà il momento della sua accensione.

C’è tempo fino al 6 gennaio 2021, per visitare gli Alberi dei
Bauli, le installazioni realizzate in diverse piazze d’Italia
in occasione del Natale, proprio con i bauli – l’oggetto che
accomuna tutti i lavoratori dietro le quinte di spettacoli,
fiere ed eventi. Al posto delle tradizionali decorazioni,
trovano spazio le frasi scritte dai lavoratori dello
spettacolo, con parole di buon auspicio e di speranza per un
settore che sta affrontando una crisi senza precedenti. Ai
piedi degli alberi, si svolgeranno alcune interviste
realizzate per raccontare le storie inedite dei professionisti
che normalmente lavorano silenziosamente per trasformare in
realtà le visioni di teatri, cinema, concerti, set televisi e
molto altro ancora.

Dopo Piazza Cadorna, crocevia dei lavoratori milanesi, altre
piazze italiane si preparano ora a ospitare ospitano gli
Alberi dei Bauli, tra cui quindi anche Udine.

“Sono tante le richieste arrivate dai comuni italiani e
qualcuna anche dall’estero, per poter adottare l’Albero dei
Bauli, simbolo dei lavoratori dello spettacolo che lottano per
la sopravvivenza di questa industria preziosa.” – dichiara il
comitato promotore di BIP, che prosegue: “l’Albero è arrivato
anche Udine, dove l’assessore alla cultura e i servizi
competenti si sono dimostrati attenti e in ascolto di
lavoratori e lavoratrici, sostenendo ogni iniziativa volta a
dare voce al settore duramente colpito da questa pandemia. Il
dramma dei lavoratori dello spettacolo e degli eventi non va
in vacanza, come non deve spegnersi l’attenzione mediatica e
la responsabilità delle Istituzioni, come non cesserà il
nostro impegno nel perseguire gli obiettivi che ci siamo dati
nei tavoli preposti.”

Gli Alberi dei Bauli, tra cui quello di Udine, sono prodotti
daaziende e professionisti locali i quali, fortemente
coinvolti nel progetto, hanno messo a disposizione le proprie
competenze e strumentazioni, il proprio tempo e le proprie
energie, celebrando il messaggio che guida Bauli In Piazza:
“Un   Unico    Settore,    un   Unico   Futuro”.      Su
www.produzionidalbasso.com continua fino al 7 gennaio la
raccolta fondi organizzata per sostenere le spese di
produzione degli alberi.

Bauli in Piazza – We Make Events

Il 10 ottobre 2020 in piazza Duomo a Milano si è svolto Bauli
In Piazza (BIP), un evento storico: i lavoratori, per la prima
volta insieme ai rappresentanti delle imprese del mondo dello
spettacolo e degli eventi, hanno manifestato per chiedere alle
istituzioni di essere ascoltati. 1300 operatori e 500 bauli
schierati per denunciare la grave crisi che sta attraversando
tutta l’industria e una specifica categoria di professionisti:
coloro senza i quali non esisterebbe nessuna forma di
intrattenimento, celebrazione, traguardo. Con lo slogan “Un
Unico Settore, Un Unico Futuro”, lavorando in rete con la
realtà internazionale We Make Events, quel giorno è nato un
movimento che in meno di due mesi sta cercando di rendere
riconoscibile e codificabile un settore eterogeneo, composto
da liberi professionisti, agenzie e società di tecnici,
fonici, luciai, direttori artistici, facchini, promoter,
autori, etc. Da associazione culturale, oggi BIP diventa
Associazione di Promozione Sociale, presenta il suo Manifesto,
una dichiarazione pubblica in 10 punti che espone i principi e
gli obiettivi del movimento e pubblica il Codice Etico, una
definizione esplicita delle responsabilità etiche e sociali di
questa organizzazione e lo Statuto.

Gli obiettivi immediati e più urgenti individuati da BIP
insieme alle altre realtà e al tavolo del Ministero:

– sussidi: necessari al sostentamento degli operatori del
settore, di qualunque categoria essi siano (lavoratori
autonomi, intermittenti, imprese, etc).

–   riforma   organica   della   previdenza         e   della
contrattualisticadell’intero settore.

– nuovi modelli e protocolli di ripartenza, sia degli eventi
all’aperto che al chiuso, che permettano di essere pronti ed
organizzati quando sarà possibile riprendere l’attività.
Esce Chimere Nostre: fra
teatro   e psichiatria  il
romanzo    di     Isabella
Caracciolo
Esce Chimere Nostre (dei Merangoli), primo romanzo di Isabella
Caracciolo, un lavoro con una costruzione narrativa complessa
e una scrittura fluida e ricca di colori che sa entrare
nell’anima attraverso la parola, strumento potente per
raccontare storie e persone. E che getta una luce profonda e
illuminante, proprio attraverso gli strumenti della poesia,
della narrazione letteraria e del riferimento alla scrittura
teatrale, dentro i meandri per nulla scontati di normalità e
follia.
Con l’ampia prefazione di Filippo La Porta e la postfazione di
Mario Del Villano, psicoterapeuta e psichiatra, Chimere
Nostre ripercorre il viaggio nella psiche e nell’animo di
Filippo, attore di teatro ossessionato dalla figura di
Torquato Tasso al punto da identificarsi in lui in modo sempre
più radicale e doloroso. Il romanzo alterna così capitoli in
prima persona, che scandagliano la vita del protagonista, a
capitoli in cui la vita di Torquato viene “messa in scena”
come un dramma teatrale.

Sinossi
3, 3, 99, 33. Quella combinazione numerica era una profezia
per lui. Filippo non aveva dubbi. Il 3 marzo 1999, giorno del
suo trentatreesimo compleanno, ad attenderlo ci sarebbe stata
una svolta nella sua vita. Anche i Tarocchi confermavano che
la sua personalità si stava trasformando, come in un processo
alchemico. Aveva iniziato a scrivere un dramma teatrale su
Torquato Tasso, che lo attraeva da sempre per la bellezza
struggente delle sue opere, ma anche per la sua vita segnata
dal disturbo bipolare. Però, proprio da quel fatidico
compleanno, le sue certezze cominciarono a incrinarsi e la
vita di Filippo iniziò a intrecciarsi sempre più strettamente
con quella del suo Torquato. A testimoniarlo l’alternarsi di
“secche e maree” e un diario con “ori e orrori”.
Vent’anni dopo, quel diario e gli Atti teatrali sul Tasso
offriranno a Filippo l’occasione per riflettere su se stesso e
sulle ingannevoli chimere partorite da una malattia che, per
paradosso, ottenebra la mente anche per mezzo di una luce
abbagliante e le cui vie si confondono non di rado con quelle
del misticismo e dell’arte.

Il Libro
Dopo anni di studio “matto e disperatissimo”, Isabella
Caracciolo ha ricostruito, attraverso le lettere e le opere
dello stesso Tasso, una sorta di racconto nel racconto. Il
risultato è questo libro in cui il dramma teatrale che
ripercorre la vita di Torquato è incastonato all’interno di un
romanzo introspettivo che apre le porte a una meditazione
sulla vita e sulla morte. Ma soprattutto che apre una profonda
riflessione emotiva sui confini fra normalità e follia, fra
equilibrio, identità e malattia mentale.
Infatti, nel suo viaggio dentro l’animo umano e la vicenda di
Tasso, Filippo finisce per fare i conti con la propria
malattia, con il bipolarismo del padre e con le ossessioni
della madre. Ognuno di loro diventa un potente specchio che
riflette molteplici immagini fra le quali si insinua la
depressione maniacale e il disturbo bipolare di Torquato e di
Filippo stesso. Sono tutte delle chimere? Alla fine Filippo
arriva a intuire come la salute psichica sia un’esperienza più
spirituale che intellettuale e quanto abbia a che fare
prepotentemente con la ricerca del senso della vita.
Molteplici gli spunti filosofici e, più in generale, di
pensiero che nell’accogliente scenario teatrale ritrovano un
grande spessore umano e si salvano da un’astrattezza
meccanicistica e pedante.
Come ci spiega giustamente La Porta nella sua prefazione: “Una
vicenda di redenzione interiore […] travasata in un saggio
filosofico potrebbe apparirci un po’ meccanica e astratta,
[ma] proprio nel genere romanzesco ritrova il suo spessore
esistenziale. Il romanziere, si sa, mostra le cose prima che
dirle e teorizzarle.” Incrociando vari generi, ogni cosa “si
ricompone quasi miracolosamente.” E allora proprio “la follia
[…] ci schiude una verità ultima e nascosta delle cose, forse
innominabile. Il punto è riuscire a “usare” questa verità –
che può balenare all’improvviso mentre siamo saliti su una
torre – senza però le conseguenze distruttive della follia
stessa […].”
E ancora, grazie a questa abilità ermeneutica regalata dal
romanzo, Chimere Nostre si fa anche potente strumento per la
comprensione del disturbo bipolare della personalità che qui
acquista la chiarezza e l’intuitività che deriva proprio dal
viaggio narrativo. Come scrive Mario Del Villano nella
postfazione: “Non mi meraviglierei se Chimere nostre divenisse
un testo di riferimento per sensibilizzare e psicoeducare
tanto gli operatori che si stanno formando quanto i familiari
e i pazienti, al fine di perseguire un trattamento ottimale di
questa grave patologia. O perlomeno e
                                    ̀ quello che auguro
all’autrice di tutto cuore.”

               Isabella Caracciolo nasce nel 1963 a Pisa e
              nel 1970 si trasferisce a Roma, dove si laurea
                  in Letteratura Italiana con una Tesi su
                 Tommaso Landolfi, scrittore, traduttore e
              glottoteta. Su Landolfi pubblica due saggi, il
                     primo nella raccolta La liquida
                    vertigine (2001), il secondo sulla
               rivista Paragone (agosto-dicembre 2007). Dal
                 2011 vive e lavora in Francia e nel 2013
                     pubblica la novella Ritratto a
                 dispetto. Chimere nostre e
                                          ̀ il suo primo
                                romanzo.
PICCOLO             FESTIVAL
DELL’ANIMAZIONE APRE CONE
“WAITING   FOR  THE   SYBIL”
DIWILLIAM KENTRIDGE
Ad aprire il Piccolo Festival dell’Animazione il 27 dicembre
sarà un artista di fama internazionale, William Kentridge, che
con le sue opere dà voce tanto alla sua storia personale
quanto a quella politica e sociale. Introdotto dalla
direttrice del Festival, Paola Bristot, e da una video
presentazione di Žana Marović che ne ha curato il montaggio,
il cortometraggio è un grande dono da parte dell’artista in
attesa di essere ospite con una sua rassegna monografica in
Friuli Venezia Giulia il prossimo anno. Chiara Valenti Omero,
presidente dell’Associazione Festival Italiani di Cinema,
introdurrà questa edizione speciale.

L’artista di   Johannesburg, conosciuto per i suoi disegni,
incisioni e soprattutto per i film di animazione creati
attraverso una tecnica di cancellazione e ridisegno di tratti
a carboncino, ha acconsentito, per la prima volta in assoluto,
di partecipare a una edizione online di un Festival di cinema
d’animazione con il suo ultimo lavoro “Waiting For The Sibyl”,
realizzato nel 2020 durante il lockdown. Il film è collegato
allo spettacolo commissionatogli dal Teatro dell’Opera di
Roma, dove lo ha presentato in anteprima mondiale a settembre
del 2019.

Ispirato dal movimento e dalla rotazione delle opere di
Calder, Kentridge rievoca la figura della Sibilla, la
sacerdotessa citata anche da Dante che, interrogata,
trascriveva gli oracoli su foglie di quercia. I vaticini,
disperdendosi e ruotando al vento dell’antro di Cuma,
confondevano i destini, diventando simbolo d’incertezza e del
tempo incontrollabile che fluisce, muta e ritorna.

«È una riflessione profetica – spiega Paola Bristot la
direttrice artistica del Piccolo Festival dell’animazione – di
una situazione sospesa, con molte domande senza risposta, come
quella che ci attanaglia nel presente. La Sibilla scriveva i
suoi vaticini nelle foglie di quercia che accumulava nel suo
antro dove attendeva i questuanti. Il sistema casuale su cui
cadeva la scelta delle foglie è parallelo a quello algoritmico
odierno. Siamo in balia di coincidenze e la scienza sta
mostrando la sua limitatezza di fronte a eventi che ci
sovrastano e colpiscono senza misura la popolazione mondiale.

Le pagine scorrono e richiamano la cecità e l’annullamento
delle parole e la danza e la geometria, alcune frasi ci
ancorano a terra e ci fanno riflettere su quello che potrebbe
essere la strada per un cammino futuro. Le parole della
sibilla si posano lievi come le foglie e le afferriamo
cercando di memorizzarle e speriamo di ricordarle per segnare
i passi sulla strada che ci porti lontano da qui. Tra le molte
immagini che si susseguono seguendo una musica ritmata e
atavica compaiono i volti delle Sibille di Michelangelo della
Cappella Sistina, immagini senza tempo che sfogliando il libro
dei responsi dall’alto ci sovrastano»

Artista multidisciplinare per eccellenza, Kentridge ha
sperimentato nel corso degli anni numerose tecniche e mezzi,
per ambiti diversi come ad esempio quello teatrale dove le sue
scene offrono l’immagine della trasformazione: il palcoscenico
diventa una grande macchina fotografica entro cui agiscono
voci e movimenti tra memoria e spazi onirici. La luce è la
“tela” su cui l’artista disegna, è la percezione, è il
pensiero: bianco e nero, lampi e buio fanno del teatro una
scatola magica entro cui scrosciano vivaci elementi visivi
che, uniti ai colori del suono, definiscono la traiettoria di
un viaggio collettivo di passaggio. Ma ha realizzato anche
sculture in bronzo, video-installazioni, proiezioni su
facciate di edifici e disegni eseguiti con il gesso o con il
fuoco. I modelli della sua formazione sono artisti che hanno
fatto i conti con l’impegno attivo di denuncia sociale: Goya,
Kollwitz, Grosz. Capace di raccontare i risvolti più duri e
quotidiani della realtà sudafricana con un linguaggio che
nulla concede alla retorica, Kentridge ha preso parte alla X
Documenta a Kassel (nel 1997 e 2002) e alla Biennale di
Venezia (nel 1993, 1999 e 2005). Mostre personali gli sono
state dedicate in numerose ed importanti istituzioni museali
internazionali come il Palais des Beaux Arts di Bruxelles, il
Museum of Modern Art di New York, l’Hirshhorn Museum and
Sculpture Garden di Washington e il Museum of Contemporary Art
di Chicago. La prima antologica dedicatagli da un museo
italiano, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea,
nel 2004, è poi divenuta una mostra itinerante che ha toccato
i musei di Düsseldorf, Sydney, Montréal e Johannesburg, la
città dove tuttora l’artista vive e lavora. Per quanto
riguarda la sua attività legata al cinema d’animazione, ha
iniziato dal 1989 a riprodurre film con la tecnica della stop
motion, tra cui “Monument” (1990), “Felix in Exile” (1994),
“Stereoscope” (1999), “Tide Table (2003) “Other Faces” (2011)
“Notes toward a Model Opera (2015).

Il PFA si svolge con il contributo del MIBACT, della Regione
Friuli Venezia Giulia e sarà online sul Canale Vimeo del PFA
dal 27 al 30 dicembre.

CANALE VIMEO: https://vimeo.com/pfa13

LINK   CON    IL   PROGRAMMA    DEL               FESTIVAL
 – www.piccolofestivalanimazione.it
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