Dossier Rassegna Eventi - Rassegna di 5 eventi di frontiera sul design che vivremo - Unindustria Pordenone

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Rassegna di 5 eventi di frontiera sul design che vivremo

                                Dossier Rassegna Eventi
Dossier Rassegna Eventi - Rassegna di 5 eventi di frontiera sul design che vivremo - Unindustria Pordenone
Rassegna di 5 eventi di frontiera sul design che vivremo
a cura del prof. Giuseppe Marinelli De Marco

Tipo attività: Rassegna culturale di eventi rivolti al largo pubblico
Periodo di svolgimento: dal 31 gennaio al 2 marzo
N. eventi: 5 + 2 aggiuntivi
Sedi eventi: 7 tutti in Friuli Venezia Giulia, di cui 5 a Pordenone, 1 a Trieste, 1 a Udine.

Proponente: Unione Industriali Pordenone
Partenariato: Fondazione Achille Castiglioni; Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e
Conservatori della Provincia di Pordenone; Tecnogroup srl; Pordenone Energia ScpA; Cluster
Arredo e Sistema Casa; Lean Experience Factory Scarl; Comet scrl; Consorzio di Pordenone per la
Formazione Superiore, gli Studi Universitari e la Ricerca
In collaborazione con: Comune di Pordenone - Assessorato alla Cultura
Con il sostegno di: Camera di Commercio Pordenone - Udine; Fondazione Friuli
Con il patrocinio di: RAI; Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Altri partner di progetto: Isia Roma Design - Corso di Pordenone; Associazione Culturale
Pordenone Design; Fondazione Pordenonelegge.it
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ISTITUZIONI ENTI IMPRESE TERRITORIO PERSONE SVILUPPO
                                      
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Rassegna: origini
e obiettivi
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Origini e obiettivi
L’iniziativa culturale di Unindustria Pordenone è stato promossa come contributo culturale al
territorio, con la funzione di rendere il design come “cosa viva”, come un “laboratorio di idee e di
stimoli”, aperto non solo a professionisti e studiosi, ma a tutta la comunità. L’iniziativa trae origine dal
centenario della nascita del grande Designer Achille Castiglioni nel 2018, e dagli eventi che si erano
susseguiti fino a qualche mese prima, ponendo l’accento sull’eccellenza del design italiano nel
mondo.

Attraverso questa rassegna, proponente, curatore e promotori si sono posti l’obiettivo di partire dal
metodo e dalla storia dei tre fratelli Livio, Pier Giacomo e Achille Castiglioni e valorizzare quanto di
universale e ancora valido vi è nei loro lavori. Facendo emergere la dimensione sperimentale e di
ricerca che ha caratterizzato il loro design si è analizzato l’approccio al progetto dei Castiglioni e di
come esso possa ancora rappresentare un valido modello di riferimento per la didattica universitaria
del design.

Si sono perciò identificati 5 macro temi, più un 6° dedicato proprio ai fratelli Castiglioni, per trasferire,
in particolare ai più giovani, dei momenti di riflessione, con l’interazione tipica dei workshop. Durante
la maggior parte degli eventi è stato infatti possibile prendere parte attiva e sperimentare
immediatamente l’efficacia di alcuni nuovi strumenti che il design ha concepito per risolvere problemi
e aiutare l’individuo nella soddisfazione dei suoi bisogni.
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I relatori individuati hanno così potuto sintetizzare l’esito di questo percorso di analisi ed elaborazione
in 6 momenti, oltre ad un incontro conclusivo di sintesi, tutti aperti al pubblico. Gli eventi si sono
svolti nelle province di Pordenone, Udine e Trieste, dal 31 gennaio al 2 marzo, a seconda delle
disponibilità dei relatori stessi e delle sedi messe a disposizione, tutte cornici di prestigio, centri in cui
si svolgono normalmente eventi ed iniziative istituzionali, economiche, culturali, di grande attrattività
per la cittadinanza.

Inizialmente denominata in via provvisoria “Il design: ricerca, metodo, sperimentazione”, l’iniziativa è
stata poi intitolata “DESIGN.DOMANI” (o DESIGN PUNTO DOMANI) per spostare l’accento e
l’attenzione sui possibili futuri e sul design che vivremo, concetto ripreso appositamente nel
sottotitolo, ipotizzando da un punto di vista comunicativo, un appeal maggiore nei confronti delle
giovani generazioni.

La rassegna è stata caratterizzata da un coordinamento generale del prof. Giuseppe Marinelli, un
periodo di ricerca teorica, storica e critica sui Castiglioni con esperti del settore design, tra i quali
Corraini editore, il prof. Scodeller ed un pool di studiosi-autori-docenti, un confronto e un
approfondimento con i partner di progetto e altri illustri esperti del mondo del design e della
manifattura.
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Eventi: temi, relatori,
attività svolte
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Tematica e concept generale
Il design evolve con la società: attrattore praticamente insostituibile nella proposta industriale ed
ambientale, il design è ormai definitivamente coinvolto in processi sempre più economicamente e
sociologicamente rilevanti.
Il salto di scala concettuale contemporaneo dall’oggetto alle reti in cui tutti siamo coinvolti porta il
design ad occuparsi di molte cose sino a ieri lontane dalla sua missione tradizionale. Il design infatti
non è una disciplina statica o metafisica ma segue in tempo reale le evoluzioni dei comportamenti del
suo utente e della società più in generale.
Esiste un design che studia risposte a scenari attuali e futuri molto complessi, che risponde in modo
nuovo a vecchi problemi, che affronta l’intreccio apparentemente inestricabile fra la rivoluzione del
4.0 e le società liquide, e che proprio per questo emerge sempre come risorsa preziosa per creare
valore in molti modi.
I 5 workshop sono stati pensati per coinvolgere e stimolare un pubblico più ampio possibile, specie i
più giovani, perché là dove c’è il pensare, il fare e il comunicare, là c’è sempre una “scuola”. Infatti la
presenza di studenti e docenti, anche da fuori provincia, è stata notevole, così come l’interazione tra
relatori e pubblico, risultato dello svolgimento di parte dell’incontro in modalità laboratoriale, in cui si
è cercato di svolgere esempi pratici di progettualità, per un effetto esperienziale motivante e gradito a
tutti, indipendentemente da età e professione.
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1|Colors: l’icona tra forma e colore
Giovedì 31 Gennaio|ore 17.00
Unione Industriali Pordenone,
Sede di Rappresentanza, Palazzo Klefisch
Via della Motta 13/A, Pordenone
A cura di FRANCESCA VALAN
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1|Colors: l’icona tra forma e colore

Biografia di Francesca Valan
È industrial designer specializzata nella progettazione dei colori, dei materiali e delle finiture (CMF Design). Si è diplomata in Industrial
Design allo IED di Milano nel 1989 e ha conseguito il master in Qualità delle Superfici nel 1990. Dal 1990 al 1998 ha collaborato con Clino
Castelli in progetti di color design in Europa e Giappone e con Jorrit Tornquist in progetti di colore per l’architettura. Vive e lavora a Milano,
dove nel 1998 ha fondato il proprio studio. È socia fondatrice e membro del comitato di presidenza del Gruppo del Colore, associazione
italiana per la promozione della cultura del colore. Come Industrial Designer, la sua attività consiste nella definizione dell’Identità di
prodotto. I suoi progetti spaziano dagli ascensori ai mobili d’ufficio, dagli elettrodomestici agli articoli sportivi, dalle porte blindate ai
pennarelli e agli occhiali. Ha sviluppato un metodo di previsione delle tendenze basato sull’analisi storica e statistica del colore per settore di
mercato, che sfrutta la ciclicità delle preferenze cromatiche e la durata dei cicli per tipologia di prodotto. Tra i suoi clienti: De Longhi Group,
Lechler, Kone Ascensori, ABB, Samsung, NEC, Telecom Italia, LG, Hitachi, Lego, Artsana, Britax, Olivetti, Aigle, Koflach, Atomic, Giovanardi
Tende, Techogym, Magis, Arthemisia, Serralunga, Fila, Campari, Stilnovo, Nankai, Daikin, Oikos Venezia. Si occupa di colore applicato
all'architettura. Ha redatto le Linee Guida per il Piano Colore della città di Milano. Tra i suoi progetti più recenti, lo studio per la
riqualificazione della Fortezza da Basso per il Comune di Firenze. Ha sviluppato una guida per la scelta dei colori d'esterni basata sulle
armonie con l’ambiente. La sua passione è lavorare per i bambini, per cui progetta giochi e scuole e organizza mostre e percorsi didattici in
collaborazione con Mudec, Fondazioni Roma, Museo del Tesoro di San Gennaro, Arthemisia, ecc.
Ha vinto il premio Nazionale Infanzia “Spazi e arredi per le istituzioni educative” Piccolo Plauto 2013. Ha curato con il Muba, museo del
bambino di Milano, la mostra in corso “COLORE; Giocare con la luce alla scoperta del colore”. Insegna progettazione del colore e dei
materiali al Master in Design & Technology del Politecnico di Milano, all’Istituto Europeo di Design di Milano (IED) e alla Scuola Politecnica di
Milano (SPD). Tiene lezioni in molte università e centri di ricerca in Italia e all’estero (Certottica, School of Form di Poznan, Cept University
Ahmedabad, Guangzhou University, Technology and Innovation Centre Daikin Osaka) e seminari presso gli ordini degli architetti. Collabora
con importanti studi di design e architettura. I suoi lavori sono pubblicati in riviste di architettura e design e libri nazionali e internazionali.
1|Colors: l’icona tra forma e colore

Presentazione workshop di Francesca Valan
Il workshop ha affrontato il tema della relazione dei colori e dei materiali con le forme.
Attraverso i progetti di Achille Castiglioni è stata spiegata la relazione forma/materiale e forma/colore. È stata affrontata la
differenza tra i colori iconici (IL colore di un oggetto) e quelli sintattici (UN colore di un oggetto), tra il colore reale e quello
imitativo. I presenti hanno anche imparato a riconoscere i pezzi storici di Achille, e hanno appreso le basi della grammatica
del colore (tinta, chiarezza e saturazione) e della misurazione visiva e strumentale.
Il workshop è stato arricchito da un forte l’interscambio tra pubblico e relatrice, poiché molti degli studenti in sala avevano
partecipato, poco prima del workshop, ad un laboratorio presso la mostra «Il design dei Castiglioni», presente in città nello
stesso periodo. In quella occasione alcuni studenti di ISIA Roma Design (sede di Pordenone), dell’Istituto Tecnico e
Professionale “B.Carniello” di Brugnera e dell’ITS Design e Tecnica dell’Occhiale di Longarone, hanno sperimentato la
misurazione visiva e strumentale e codificato i pezzi più significativi della collezione in mostra con gli strumenti messi a
disposizione dalla ditta Canton (spettrofotometro, colorimetro e cartelle colore). Gli esiti di questa attività sono diventati
parte integrante del workshop successivo, cosicché gli studenti e le loro attività laboratoriali svolte, sono diventati oggetto
di studio e case history utile alla divulgazione dei temi trattati durante la rassegna eventi.
1|Colors: l’icona tra forma e colore
2|Progettare narrazioni visive: big data,
l’atto della data visualisation
Giovedì 7 Febbraio|ore 17.00
Unione Industriali Pordenone, Sala Convegni
Piazzetta del Portello 2, Pordenone
A cura di MICHELA LAZZARONI
2|Progettare narrazioni visive: big data, l’atto della data visualisation

Biografia di Michela Lazzaroni
Michela Lazzaroni è laureata al Politecnico di Milano in Design della Comunicazione. Si occupa di grafica editoriale e di
information design, collabora con diverse case editrici, le sue visualizzazioni vengono pubblicate sull’inserto culturale del
Corriere della Sera, La Lettura. Vive e lavora a Milano.

Presentazione workshop di Michela Lazzaroni
I dati sono numeri, i numeri sono rilevazioni, le rilevazioni sono frutto della cura e del tempo che si dedica all’analisi di un
fenomeno. Basta prendere in mano uno smartphone per rendersi conto dell’esponenziale mole di dati resi disponibili dalla
rete e, viceversa, dei dati che quotidianamente ognuno di noi riversa in rete – cuori, like, retweet, preferenze d’acquisto,
d’ascolto, di visione. Una mole talmente grande che la reazione sembra inevitabile: più le domande sono complesse, più
vorremmo risposte semplici. L’information design propone una metodologia di analisi basata sulla grafica e sulla
visualizzazione che ha l’obiettivo di rendere fruibili fenomeni complessi rispettandone la complessità. Mediante alcuni
esempi del presente e del passato esploreremo le diverse fasi del data visualising: la genesi, la raccolta dei dati, la
costruzione del modello visivo e la visualizzazione grafica. Durante il workshop trasformeremo l’esperienza stessa della
platea in una “raccolta dati” su cui costruire una piccola dataviz. I dati non sono numeri, ma sintesi di comportamenti,
aspettative e desideri delle persone. I dati siamo noi, e non c’è niente di più meravigliosamente complesso.
2|Progettare narrazioni visive: big data, l’atto della data visualisat
                                                            visualisation
3|Geneticamente diverso
Martedì 12 Febbraio|ore 17.00
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Palazzo della Regione, Sala «Pier Paolo Pasolini»
Via Sabbadini 31, Udine
A cura di FUTURA SOCIETÀ COOPERATIVA
SOCIALE ONLUS
3|Geneticamente diverso

Biografia Futura Società Cooperativa Sociale Onlus
Futura è una cooperativa sociale di inserimento lavorativo che si occupa di creare occasioni di inclusione sociale e lavorativa per persone disabili e/o
svantaggiate. Le sue attività spaziano dai servizi socio‐educativi, come il centro diurno e i progetti di turismo sociale, ai reparti di produzione dove
dare vita a percorsi lavorativi e di riabilitazione sociale. La cooperativa è nata nel 1989 ed oggi conta quasi 60 soci lavoratori. La metà dei soci
lavoratori dei reparti lavorativi sono persone disabili o con svantaggio lavorativo (13 su 25). Dal 2009 si è trasferita in un nuovo stabilimento all’interno
della zona industriale di San Vito al Tagliamento (PN) con l’obiettivo di sottolineare il valore del lavoro e del contributo che ognuno può dare alla
propria comunità di appartenenza con i propri talenti. Con la stessa visione proiettata alla sostenibilità non solo sociale, ma anche ambientale, il nuovo
stabilimento è stato voluto con il più basso impatto ambientale possibile: grazie all’impianto geotermico e ai sistemi fotovoltaico e solare, nonché di
isolamento termico, la cooperativa Futura è autosufficiente per oltre il 70 per cento dell’energia necessaria.
Biografia Francesca Benvenuto ‐ Nata nel 1979, ha studiato comunicazione e ha lavorato come copywriter e giornalista per
agenzie di pubblicità, uffici stampa e come free lance. Dal 2013 lavora presso la cooperativa sociale per disabili Futura di San Vito al Tagliamento, dove
ricopre il ruolo di responsabile comunicazione e dell’area grafica, stampa ed editoria. Insieme a Patrizia Geremia, si occupa di progetti di
comunicazione e divulgazione didattica in ambito culturale. Ha curato la collana 99domande, l’edizione di 99peraulis Fevelâ cul mont, 99domandis su
la diversitât linguistiche, Benrivâts tal Marimont, 99Infarinate, e, in collaborazione con ARLeF, la collana di libri Free&Ulli e l’audiolibro Il Gjalut Postin.
È autrice del “libro‐attivo” Io nuoto con Pinna.
Biografia Patrizia Geremia ‐ Nata nel 1975, è Maestra d’Arte Orafa, Oreficeria e Forgiatura e ha studiato design industriale. Ha
lavorato come progettista nel settore del mobile vincendo alcuni premi sia all’interno delle aziende che come free‐lance. Lavora presso la cooperativa
sociale per disabili Futura di San Vito al Tagliamento dal 2011 come progettista per il reparto di ceramica e poi come grafica e illustratrice. Ha curato
diversi progetti grafici di libri (99domandis su la diversitât linguistiche, 99peraulis Fevelâ cul mont, Il Gjalut Postin) e ha realizzato le illustrazioni della
collana Free&Ulli, di Io nuoto con Pinna, Birbantute e Figotute e, in particolare, di 99Infarinate realizzate all’interno di un laboratorio con persone con
disabilità e selezionato nel 2016 dall’ADI Design Index. Insieme a Francesca Benvenuto si occupa di progetti di comunicazione e divulgazione didattica
in ambito culturale.
3|Geneticamente diverso

Presentazione workshop di Futura Società Cooperativa Sociale Onlus
Su quali materiali può contare un designer nel suo lavoro di progettazione? Oltre a quelli convenzionali e ormai noti, come i viaggi, gli studi, la storia,
ecc., c’è un’area meno conosciuta, ma che rappresenta un mondo di suggestioni, idee, riflessioni e stimoli ancora insondati. Questo luogo è l’altro. O
ancora meglio, diversità umana. Perché allora non inserire all’interno della cassetta degli attrezzi del progettista quell’immenso catalogo di possibilità
dato dall’essere umano e, soprattutto, dalle sue fragilità. Disabilità, disagio psichico, emarginazione, svantaggio, debolezze: elementi che fanno parte
della società in modo fisiologico, che non si possono eliminare, ma è necessario integrare. Progettare, infatti, è un atto umano. Le persone, agendo,
lavorando, mettendosi in gioco, mettono in circolo una varietà di elementi, fattori, risorse che si moltiplicano e cambiano continuamente. La diversità,
nel tempo e nello spazio, diventa croce e delizia della progettazione. Perché, allora, non accentuare questa caratteristica ‐ che è un dato non
modificabile ‐ e trasformarla in ricchezza? Perché non includere, tra le risorse del progettista, le diversità umane? Quelle fisiche, psichiche, sociali, con
il loro catalogo di identità e percezioni negate alle persone cosiddette “normali”? Perché non accedere a una sorgente di suggestioni non influenzate
dal mainstream? In altre parole: perché non aprirsi all’incontrollabile? Geneticamente Diverso è il nome del processo di progettazione adottato
all’interno della cooperativa sociale per disabili Futura per la creazione di oggettistica e grafica. Sperimenta un modo di progettare partecipativo e
contributivo e si attua in laboratori dedicati rivolti a studenti, designer e imprenditori
strutturati su tematiche e obiettivi dati dalla committenza oppure in workshop in cui i partecipanti simulano le diversità. All’interno del team di lavoro
vengono attivati gruppi di pensiero e laboratori creativi in cui sono coinvolte persone solitamente escluse: disabili fisici, psichici, svantaggiati,
emarginati, profughi, carcerati, ecc. Persone, cioè, che portano con sé un vissuto ricco di identità e percezioni per lo più sconosciute. Queste,
debitamente sollecitate con stimoli e indicazioni, offrono finestre su realtà e visioni che difficilmente possono sgorgare da noi e dal nostro racconto
quotidiano. In un’idea di design relazionale, con e per l’altro, la diversità diventa materia prima: al posto di restare in ombra come un peso per la
società, si assume il rischio del fare, mette a disposizione un bagaglio percettivo altrimenti negato e “trova il proprio posto nel mondo” per dare un
contributo alla collettività. Il progettista, invece, assume il ruolo di “interprete” in cui è la sua capacità di accogliere e leggere l’ignoto a diventare
ingrediente fondamentale per aprire varchi, costruire ponti e dare voce a nuovi immaginari da declinare poi nel reale in oggetti, spazi, ambienti
quotidiani.
3|Geneticamente diverso

Presentazione workshop di Futura Società Cooperativa Sociale Onlus
Il workshop realizzato il 12 febbraio a Udine presso la Sala della Regione, è stato realizzato utilizzando la modalità della simulazione. Dopo
una prima fase introduttiva e di spiegazione del modello, il gruppo presente, composto principalmente da studenti e docenti, è stato
invitato a formare un gruppo al cui interno dovevano esserci: un progettista, una persona non vedente, un sordo, una persona con disabilità
impossibilitata a usare gli arti, una persona emarginata costretta a seguire la discussione da lontano, un partecipante che non poteva
parlare. Al gruppo era stato dato il compito di fare un primo ragionamento mirato allo sviluppo di una lampada. Il progettista aveva il
compito di gestire i collaboratori, fornire le informazioni e raccogliere gli stimoli che arrivano dalle persone. La simulazione ha avuto da
subito effetto: il progettista si è trovato a scontrarsi con modalità a cui non era preparato. Il dialogo si è sviluppato tra alti e bassi in una
continua altalena tra la consuetudine e le aspettative. A conclusione del progetto sono stati evidenziati non tanto i risultati ottenuti che
erano inevitabilmente di basso profilo, bensì abbiamo portato i partecipanti a ragionare sulle potenzialità a cui senza rendersene conto sono
stati esposti. Per esempio: che idea ha un cieco di una lampada? Che riflessioni mi può portare sulla luce? Una persona isolata, abituata ad
altro e a non confrontarsi, che forme standard ha in mente? Una persona muta o sorda, che hanno confronti ridotti con l’altro, che intimità
ha con gli oggetti? Chi non è in grado di muoversi, può darmi delle idee innovative su come interagire con gli oggetti? Il Workshop ha avuto
questa funzione: far capire che le persone che normalmente consideriamo “incapaci di fornirci risorse”, in realtà sono coloro che possono
donarcene altre, di inaspettate e in grado di portarci in territori ancora da esplorare. L’esperienza del modello Geneticamente Diverso può
essere sperimentata all’interno della cooperativa sociale Futura con gruppi di lavoro tematici oppure in simulazioni ad hoc in cui i
partecipanti sono bendati, resi ciechi o sordi, limitati nei movimenti, ecc. L’obiettivo è favorire la comprensione della diversità, di quanto ci
sia oltre le apparenze e di quanto possa essere più completo il nostro sapere se la includiamo nei nostri processi decisionali e creativi.
3|Geneticamente diverso
4|Design dei luoghi ostili
Lunedì 18 Febbraio|ore 17.00
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Palazzo della Regione, Sala «Predonzani»
Piazza Unità d’Italia 1, Trieste
A cura di ARISTIDE BARONE
4|Design dei luoghi ostili

Biografia di Aristide Barone
È attualmente Creative Design Director e R&D manager all’ HEAD Swimming Mares Aquazone.
• Designer dal 1984
• Fondatore di 5 uffici di design
• Design senior Buffetti spa
• 3 menzioni d’onore Compasso D’oro ADI
• 1 Red‐dot design award
• 15 brevetti depositati
Ha insegnato in diverse università e scuole di design: professore a contratto ISIA Roma, Politecnico di Milano - dipartimento
prodotto, Politecnico di Milano - dipartimento moda, UNIGE dipartimento prodotto, UNIGE dipartimento nautica,
sviluppando principalmente tematiche di progetto relative all’acqua, alla progettazione per gli ambienti ostili, viaggio,
prodotti sportivi indossabili e protesi performanti.

Presentazione workshop Di Aristide Barone
Un workshop all’avanguardia che interpreta in modo perfetto il rapporto fra luoghi, oggetti e funzioni in situazioni di stress
urbano. La progettazione per ambienti ostili o luoghi estremi ha la peculiarità di inserire in maniera dominante il fattore
tempo, ed è un sistema di approccio alla progettazione per gli ambienti che per caratteristiche fisiche, climatiche,
geografiche, ambientali e chimiche, avversano la possibilità di esistenza degli esseri viventi che ne entrano in relazione.
4|Design dei luoghi ostili
5|Fil: Felicità Interna Lorda
Martedì 26 Febbraio|ore 17.00
Unione Industriali Pordenone, Sala Convegni
Piazzetta del Portello 2, Pordenone
A cura di PAOLO ATZORI
5|Fil: Felicità Interna Lorda

Biografia di Paolo Atzori
È architetto di formazione, dopo un periodo di lavoro a Vienna, ha collaborato come consulente scientifico e artista con l’
Accademia di Arti Mediali di Colonia in Germania (KHM), dove ha fondato con Fabrizio Plessi il dipartimento di scenografia
elettronica, con cui ha realizzando molteplici progetti teatrali e artistici caratterizzati dalla sperimentazione delle tecnologie
elettroniche e digitali. Ha inoltre curato diverse mostre dedicate alle arti elettroniche e digitali, diretto corsi di formazione,
tenuto conferenze e seminari e pubblicato articoli e saggi sulla cultura digitale. Ha progettato e diretto il Master “Digital
Environment Design” per la NABA di Milano, con cui ha fra l’altro realizzato progetti interattivi incentrati su tematiche sociali.
Padre di due figli, insegna alla SISSA di Trieste e all’Università di Udine.
5|Fil: Felicità Interna Lorda

Presentazione workshop di Paolo Atzori
L’indice di Felicità Interna Lorda (FIL) è stato introdotto per la prima volta dal Re del Buthan Jigme Singye Wangchuck IV negli anni Settanta.
Da allora è il criterio che guida la definizione delle politiche di sviluppo ed è stato anche formalizzato all’interno della Costituzione,
all’articolo 9.
Il FIL viene calcolato secondo la metodologia di Alkire-Foster, la stessa utilizzata dalle Nazioni Unite per misurare l’indice mondiale di
povertà. Viene espresso da un valore compreso fra 0 a 1, dove 1 è il valore massimo. Il numero è il risultato di 33 indicatori e 124 variabili
che fanno riferimento a nove aree d’interesse (dette domini): benessere psicologico, salute, uso del tempo, istruzione, multiculturalità,
buon governo, vitalità sociale, tutela della biodiversità e qualità della vita. Gli indicatori non hanno tutti lo stesso peso statistico: il tempo
dedicato al sonno, ad esempio, conta 1/18 del punteggio totale; il reddito pro-capite e la casa “valgono” 1/27; le emozioni positive e
negative – fattori più soggettivi – 1/54. L’insieme dei domini è lo strumento euristico che serve a delineare un quadro del benessere sociale
rappresentandone le principali componenti e costituisce la struttura fondamentale per il calcolo dell’indice. Dopo aver analizzato il modello
del Buthan gli studenti del corso di Interaction Design 2018, diretto da Paolo Atzori all’Università di Udine, hanno sviluppato un progetto per
calcolare il FIL di Pordenone, che consiste essenzialmente in un sito online e nell’individuazione di location cittadine per ambientare dei
public display destinati a comunicazioni utili alla società. Oltre al Design del sito web sono state progettate ed implementate tecniche
algoritmiche per la programmazione del database e per l’archiviazione automatica dei dati generati dagli utenti; si è poi proceduto alla
scelta di adeguati modelli statistici a cui corrispondono le tecniche di rappresentazione infografica generate direttamente nel sito dopo la
compilazione di ciascun questionario. Attraverso l’elaborazione di una planimetria tridimensionale, i dati sono stati poi associati ai vari
quartieri della Città con una mappa interattiva. I grafici prodotti dal sito forniscono la FIL di ciascuna area pordenonese selezionata. I grafici
vengono inoltre continuamente aggiornati in base ai nuovi questionari compilati dai cittadini attraverso il sito
http://happynext2.altervista.org/home/
5|Fil: Felicità Interna Lorda
6|Il design dei Castiglioni
Venerdì 1 Marzo|ore 18.00
Camera di Commercio Pordenone-Udine
Palazzo Montereale Mantica
Corso Vittorio Emanuele II 56, Pordenone
A cura di DARIO SCODELLER
con gli autori Alessandra Acocella, Alberto Bassi, Elena Brigi,
Fiorella Bulegato, Daniele Vincenzi e la moderatrice Maddalena
Dalla Mura
6|Il design dei Castiglioni

Biografia di Dario Scodeller
Dario Scodeller è architetto e storico del design. È Professore associato e Coordinatore del Corso di Laurea Triennale in
Design presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara. Ha insegnato in diverse università, incluso il
Politecnico di Milano e l’Università di San Marino. È membro della Società italiana degli storici del design. Ha pubblicato
numerosi saggi e monografie sul design e la storia del design italiano. I suoi articoli sono apparsi su diverse riviste tra cui
“Casabella”, “Abitare”, “Luce & design”, “Domus”, “MD Journal”, “AIS / Design Storia e ricerche”, “DIID”.

Presentazione incontro di Dario Scodeller
L’evento è stato organizzato al termine del ciclo di eventi originario, per presentare il volume «Il design dei Castiglioni.
Ricerca sperimentazione metodo», nato dal desiderio di approfondire sul piano storico-critico gli straordinari intrecci
collaborativi e l’originale metodologia sottesi al modo di operare dei Castiglioni.
Il lavoro di approfondimento, esito della ricerca, che abbraccia per la prima volta con un unico sguardo l’operato dei tre
fratelli milanesi, si propone di far emergere la dimensione sperimentale e di ricerca che ha caratterizzato il design italiano
nei suoi esiti più felici e di evidenziare come l’approccio al progetto dei Castiglioni possa ancora rappresentare un valido
modello di riferimento per la didattica universitaria del design.
6|Il design dei Castiglioni
7|FVG Design Days
Giornata mondiale del design
Sabato 2 Marzo|ore 19.00
Comune di Pordenone, Galleria Harry Bertoia
Corso Vittorio Emanuele II 64, Pordenone
A cura di GIUSEPPE MARINELLI
7|FVG Design Days

Biografia di Giuseppe Marinelli
Esponente dell’architettura italiana e internazionale degli anni settanta con lo “Studio Labirinto“ , vedi
Enciclopedia Einaudi. Alcuni suoi disegni del periodo fanno parte delle collezioni stabili del Maxxi di Roma, del Centro Pompidou, dello
Shusek di Mosca. È stato tra i vincitori della selezione internazionale SEIBU ART FORUM 1984 con una ricerca cinetica basata sulla luce,
colore e movimento denominata “TEATRINI”, i suoi lavori sono stati pubblicati nelle principali riviste di architettura italiane e straniere. Ha
tenuto conferenze e guidato workshop di design in tutto il mondo.
Docente di Basic Design all’ISIA Roma Design, e di Design dello Spazio e Sistemi Multimediali all’Università di Udine, è l’ideatore e Direttore
Artistico della Pordenone Design Week e cofondatore con l’Ars Electronica Center di Linz, dello “Small Cities Innovative Forum”. Artista e
autore di numerosi articoli scientifici e libri, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi fra cui il Salone Internazionale di Belgrado del
2013, nella sezione ricerche urbane.

Presentazione incontro di Giuseppe Marinelli
L’incontro nasce per illustrare le manifestazioni salienti del design in FVG. Esse infatti nascono dalle scuole, una genesi, le cui radici storiche
risiedono nella dialettica fra arte, scienza e tecnica, con una qualità unica essendo legata ad un mondo della formazione in costante
fermento culturale. Tale peculiarità ha agevolato la creazione di un format interculturale che risponde in modo brillante alle molte e
impellenti domande che emergono dalla società contemporanea: alimentazione, ambiente, abitazione, trasporto, arredo, multimedialità,
prodotto, e via discorrendo. Siamo perciò in presenza di un vero e proprio sistema latente che si è posto il problema e la responsabilità di
interagire con la crisi fortissima del settore manifatturiero FVG, sistema che tuttavia ha già acquisito una sua interessante maturità. Il
novecento è la nostra tradizione; il futuro è la nostra direzione. Lo scopo principale del sistema è quello di dar vita ad una grande esperienza
collaborativa con la finalità di creare più occupazione possibile per i giovani e più innovazione possibile per le aziende.
7|FVG Design Days
Output di progetto: dossier
e volume accademico
Output di progetto

Dossier rassegna
La Rassegna di eventi è stata sintetizzata nel presente dossier curato dalla proponente Unindustria
Pordenone, assieme al responsabile scientifico, per tracciare gli obiettivi e le attività svolte nel
percorso progettuale, con finalità di diffusione a imprese, scuole e università e comunque a tutta la
cittadinanza. Il dossier è realizzato per permettere alle persone presenti agli eventi, e a quelle assenti,
di approfondire i temi trattati, attraverso una sintesi degli argomenti affrontati e la biografia dei
relatori. Il dossier ha anche la finalità di rendere tangibile e visibile il grande lavoro svolto, in un
periodo relativamente breve, per diffondere al largo pubblico un ampio bacino di informazioni e
strumenti utili a comprendere la realtà e a orientare i propri comportamenti.

Volume accademico
Come previsto dal progetto, l’output più significativo e impegnativo è stato la realizzazione di un
volume di taglio accademico, in lingua italiana e inglese, curato in particolare dalla casa editrice
Maurizio Corraini e dal Prof. Dario Scodeller, assieme ad un pool di studiosi-autori-docenti, con
pubblicazione e distribuzione internazionale della casa editrice Corraini. Il volume è nato dal desiderio
di approfondire sul piano storico-critico gli straordinari intrecci collaborativi e l’originale metodologia
sottesi al modo di operare dei Castiglioni, punto di partenza e filo rosso di ogni workshop della
rassegna eventi.
Infatti il lavoro di approfondimento, esito della ricerca, che abbraccia per la prima volta con un unico
sguardo l’operato dei tre fratelli milanesi, si è proposto di far emergere la dimensione sperimentale e
di ricerca che ha caratterizzato il design italiano nei suoi esiti più felici e di evidenziare come
l’approccio al progetto dei Castiglioni rappresenta ancora un valido modello di riferimento per la
didattica universitaria del design.

Ricostruire l’attività progettuale e creativa dei fratelli Castiglioni ha significato dare forma tangibile,
attraverso un linguaggio di assoluto valore artistico e storico, e accessibile al largo pubblico, ai
processi produttivi di centinaia di aziende nazionali, molte delle quali operanti nel nordest italiano e
nell’area del pordenonese. Attraverso questa ricerca minuziosa e complessa sull’opera e il metodo dei
Castiglioni, è possibile così mostrare a migliaia di giovani, studenti, famiglie, la vera industria, quella
impegnata giorno dopo giorno a creare valore per la propria società, grazie al contributo di
professionisti, maestranze, talenti, persone insostituibili. Si è voluto così testimoniare l’atmosfera
ideativa, collaborativa ed emozionante di cui vive l’industria, attraverso naturalmente un omaggio agli
straordinari Maestri del Design, i tre fratelli Castiglioni, e alla loro speciale inventiva. Ciò con la finalità
di renderla un’eredità preziosa per le generazioni future, affinché il loro lascito perduri nel tempo e
sia di esempio ed ispirazione per chiunque aspiri a fare impresa. Celebrare i Castiglioni significa anche
celebrare un’industria tutt’ora al centro del modello economico italiano e garante di occupazione e
progresso. Anche a questa industria è stata dedicata quest’opera unica, che il proponente si augura
resti nella storia del design italiano.
DOSSIER RASSEGNA EVENTI «DESIGN.DOMANI»
                                                                  Iniziativa di ricerca sperimentazione metodo nell’ambito del design
                                                                  Formato digitale in powerpoint - pdf
                                                                  Testi in italiano

IL DESIGN DEI CASTIGLIONI Ricerca Sperimentazione Metodo
                                a cura di DARIO SCODELLER
           19 x 24 cm | Cartonato | 264 pagine | 40,00 euro
                                    Testi in italiano e inglese
IL DESIGN DEI CASTIGLIONI Ricerca Sperimentazione Metodo
a cura di DARIO SCODELLER
19 x 24 cm | Cartonato | 264 pagine | 40,00 euro
Testi in italiano e inglese

La casa editrice proprietaria del volume, MAURIZIO CORRAINI srl,
ha candidato il volume, ad inizio 2020, all’ADI DESIGN INDEX 2020, nella
sezione «ricerca teorica, storico, critica».
Si tratta di un percorso di comunicazione che nasce dalla selezione
annuale dell’Osservatorio permanente del Design ADI, tra il miglior design
italiano messo in produzione. Il percorso prevede un annuario, un sito
web dedicato e una serie di mostre.

Solo i prodotti selezionati nell’ADI DESIGN INDEX possono partecipare
al Compasso d’Oro ADI.
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