SINDROME DA BRADICARDIA ICTALE - Marcella Jorfida*, Laura Ravera*, Marina Antolini*, Elisa Montalenti - Gimsi

Pagina creata da Stefano Biondi
 
CONTINUA A LEGGERE
SINDROME DA BRADICARDIA ICTALE - Marcella Jorfida*, Laura Ravera*, Marina Antolini*, Elisa Montalenti - Gimsi
SINDROME DA
 BRADICARDIA ICTALE

Marcella Jorfida*, Laura Ravera*, Marina Antolini*,
                   Elisa Montalenti°
                * Cardiologia I, Direzione Universitaria
     ° Centro Epilessia, Dipartimento Universitario di Neuroscienze

           Osp. Maggiore S. Giovanni Battista di Torino
SINDROME DA BRADICARDIA ICTALE - Marcella Jorfida*, Laura Ravera*, Marina Antolini*, Elisa Montalenti - Gimsi
Vilma P. 69 anni

In anamnesi:

ƒ Non famigliarità per malattie cardiovascolari né per morte
  cardiaca improvvisa
ƒ Ipercolesterolemia in terapia con Rosuvastatina 10 mg
ƒ Resezione del sigma e isteroanessectomia per empiema 5
  anni fa

ƒEPILESSIA          TEMPORALE            destra
farmacoresistente nota da più di 40 anni;
le crisi comiziali, fino all’inizio del 2007, si
manifestavano con cadenza bimensile e
non presentavano caduta a terra
SINDROME DA BRADICARDIA ICTALE - Marcella Jorfida*, Laura Ravera*, Marina Antolini*, Elisa Montalenti - Gimsi
anamnesi farmacolgica

ƒ   In età giovanile terapia con Fenobarbital 100 mg per 20
    anni

ƒ   Successivamente vari tentativi farmacologici, con
    fallimento di tutte le terapie e definizione di
    farmacoresistenza (persistenza di crisi nonostante
    varie associazioni di farmaci antiepilettici

ƒ   La attuale terapia è Oxcarbazepina 1800
    mg/die + Vigabatrin 2 g/die
SINDROME DA BRADICARDIA ICTALE - Marcella Jorfida*, Laura Ravera*, Marina Antolini*, Elisa Montalenti - Gimsi
Vilma P. 69 anni

giunge al Centro Epilessie, e
   successivamente all’Ambulatorio
   Sincope, per un aumento del
   numero delle crisi e una
   presentazione modificata

lamenta due tipi di crisi, che
  definisce “leggere” (quelle uguali
  alle precedenti) e “forti” (quelle di
  nuova presentazione)
SINDROME DA BRADICARDIA ICTALE - Marcella Jorfida*, Laura Ravera*, Marina Antolini*, Elisa Montalenti - Gimsi
Le crisi comiziali

Caratteristiche delle crisi comiziali note dall’età di
 18 anni:

ƒ lieve sensazione di calore seguita da “sniffing” e
  perdita di coscienza con scialorrea, clonie mano sx e
  morsus.

ƒ Mai cadute traumatiche, la paziente durante la crisi si
  accascia lentamente a terra

ƒ Durata di circa 10/20 secondi con ripresa molto lenta
  dopo la crisi sensazione di confusione che si protrae
  anche per ore
Le crisi comiziali

Caratteristiche delle nuove crisi:

ƒ aumento della frequenza delle crisi (fino a 10 al
  mese), irregolarità di presentazione (da una al mese
  a quattro al giorno)
ƒ nessuna correlazione con particolari situazioni
ƒ prodromi: raramente sniffing
ƒ durata: fino a un minuto
ƒ caduta a terra improvvisa, spesso traumatica (un
  trauma cranico, alcune ferite lacero-contuse)
ƒ recupero: a volte immediato, altre volte con
  confusione
Visita

ƒ Esame obiettivo: normale

ƒ PA: 110/80
  Non ipotensione ortostatica

ƒ ECG: Ritmo Sinusale, FC 75 bpm. Conduzione
  normale. QTc di norma. Non alterazioni
  significative ST-T

ƒ MSC in clino e ortostatismo: bradicardizzazione
  con pausa max di 2.4 sec in paziente
  asintomatica
ECG
MSC in ortostatismo
Esami strumentali

ƒ Ecocardiogramma: di norma

ƒ Holter ECG: di norma (Ritmo sinusale fc media 70 bpm.
  Rare     exstrasistoli   sopraventricolari.  Non    aritmie
  ventricolari. Non pause patologiche. Normale conduzione
  atrioventricolare e intraventricolare. Non sintomi durante
  l’esame)

ƒ Tilt Test: negativo basale e dopo nitrati, non riproduzione
  dei sintomi, scarsa risposta cronotropa all’ortostatismo

ƒ Doppler TSA: negativo
Posizione    Minuto   PAOS     FC
Clinostat    10       140/95   65
                                    Tilt Test
Orto (70°)   1        140/90   65
             2        130/80   68
             3        150/90   66
             5        150/90   65
             7        150/90   65
             9        150/90   66
             12       150/90   66
             15       150/90   66

             18       155/80   67

             20       130/80   70
TNT          1        150/90   88
             2        115/80   87
             3        130/90   84
             4        130/90   84
             6        150/90   87
             8        145/90   84
             10       145/90   84
Crisi epilettica o sincope?
Loop Recorder

 Impianto di LOOP RECORDER per registrare il
   ritmo cardiaco durante l’evento (11/2007).

Il Loop Recorder impiantabile (ILR) è indicato quando, dopo varie valutazioni, il
meccanismo della sincope rimane poco chiaro, nei pazienti con sintomatologia e
ECG che suggeriscono un’origine aritmica della sincope, o nei pazienti con
ricorrenti sincopi associate a traumi (Classe I)
                              TASK FORCE ESC
                              EHJ. 2004;25:2054-72
Eventi registrati con ILR
Episodi registrati con l’attivazione manuale del ILR: in corrispondenza di tali
   eventi si registrano abbassamenti della FC fino a un minimo di 33 bpm

                  Crisi con caduta a terra                  C “lieve” senza caduta a terra
                                                          Crisi
L’elettrostimolazione

ƒ è stata diagnosticata una SINDROME DA BRADICARDIA
  ICTALE

ƒ Considerando il rischio di asistolia, e la bradicardia
  registrata in più eventi durante crisi epilettica, è stato quindi
  impiantato un PM bicamerale (2/2008), principalmente per
  evitare la SUDEP (*)

ƒ In letteratura, in tali pazienti è comunque raccomandata
  una doppia terapia con farmaci antiepilettici ed impianto di
  PM (**), anche se non è chiaro il ruolo della bradicardia
  come possibile causa di SUDEP
(*) Rugg-Gunn FJ, Lancet, 2004
(**) Walczak et al. Neurology 2001
L’elettrostimolazione
È stato impiantato un PM bicamerale rate-responsive con
  algoritmo CLS (Closed Loop Stimulation): Tale algoritmo
  consente la misura dell’impedenza all’apice del ventricolo
  destro da parte del catetere: la stimolazione vagale causa
  un aumento della contrattilità ventricolare, che a sua volta
  causa      un    incremento    repentino     dell’impedenza
  dell’elettrocatetere: questo induce una stimolazione del
  PM a frequenza elevata (e programmabile).

ƒ    Si ipotizza, come meccanismo patofisiologico alla base della Ictal Bradycardia
     Syndrome, una propagazione della stessa attività “epilettica” alle regioni
     cronotrope del cuore in particolare ad origine dalla corteccia dell’insula che
     determinerebbe un effetto cardioinibitorio (*).

ƒ    Durante la crisi epilettica, la scarica neuronale sembra essere sincronizzata
     con una scarica simpatica e vagale; la perdita di coscienza sarebbe
     determinata da una diminuzione della perfusione piuttosto che dalla crisi
     comiziale (**).

(*) Brain 2001; 124:2345–2346
(**) Electroencephalogr and Clin Neurophysiol 1987; 67:247-259.
L’elettrostimolazione
L’elettrostimolazione ha consentito di eliminare i traumi ma
non le cadute, le quali però si presentavano meno improvvise

L’algoritmo CLS, in particolare, non si attivava durante le
crisi, mettendo così in dubbio la partecipazione dello stimolo
vagale nel meccanismo determinante la bradicardia

Sono stati quindi provati diversi tipi di programmazione del
PM, utilizzando algoritmi di isteresi e rate-responsive

L’algoritmo che si è rivelato più utile ad ottenere una netta
riduzione delle cadute è stato lo smorzamento molto lento
della frequenza cardiaca dopo tachicardizzazione
Le crisi attuali

L’ILR mostra tachicardia seguita da lieve bradicardizzazione:
l’escursione della fc è nettamente ridotta per intervento del PM
Follow up
La paziente definisce le crisi attuali con caduta a terra
  graduale, senza traumi e di breve durata
Dall’impianto del PM (3/2008) la paziente non ha più avuto
  traumi
Dall’ultima programmazione (12/2008) la paziente ha
  lamentato due crisi con caduta a terra senza trauma

Durante questo periodo non è stata modificata la terapia anti-
  epilettica

Il posizionamento di PM nella nostra paziente ha determinato
   quindi una riduzione delle crisi ictali con miglioramento della
   qualità della vita e le crisi non sono più state traumatiche (*)

 (*) Schuele SU et al. Epilepsia, 2008
Conclusioni
In questa paziente, un approccio multidisciplinare        e
  l’impianto del Loop Recorder hanno permesso di chiarire il
  meccanismo fisiopatologico delle cadute a terra, e di
  diagnosticare una possibile complicanza delle crisi
  epilettiche, la Sindrome da Bradicardia Ictale.

L’elettrostimolazione definitiva ha permesso di evitare i
   traumi e di ridurre il numero delle cadute a terra, che sono
   diventate anche meno improvvise, e la perdita di coscienza
   è diventata di minor durata

La      bradicardia ictale “complicava” la crisi epilettica,
     partecipando a rendere le cadute improvvise e allungando
     I tempi dI ripresa, ma non era la causa prima della caduta

L’obiettivo principale dell’elettrostimolazione è stato quello di
   eliminare il potenziale pericolo derivante da asistolia o
   bradicardia prolungata
Grazie per la vostra
     attenzione
DD: crisi epilettica/sincope
                       sincope          Crisi epilettica
Eventi precipitanti    si               no

prodromi               Sudorazione,     Sensazione epigastrica, déjà
                       obnubilamento,   vu, versione del capo,
                       mancamento       automatismi, disturbi del
                                        linguaggio
Clino/ortostatismo     orto             indifferente

durata                 < 5 min          < 5 min

allucinazioni          rare             Olfattive, mnesiche, visive,
                                        acustiche
automatismi            no               Orali o gestuali, stereotipati

caduta                 ipotonia         Ipertonia, distonia focale
DD: crisi epilettica/sincope
                               sincope          Crisi epilettica
occhi                          Aperti, breve    Aperti, deviazione
                               deviazione in    lateralizzata persistente
                               alto             (chiusi, deviazione in alto:
                                                crisi psicogena)
morsus                         no               Laterale (sulla punta: crisi
                                                psicogena)
scialorrea                     no               Abbondante, con scolo ai lati

Segni vegetativi               rari             si
(Tachicardia, orripilazione,
midriasi)
clonie                         Dopo la fase     Dopo la fase ipertonica, >30
                               ipotonica,
DD: crisi epilettica/sincope
                      sincope            Crisi epilettica
incontinenza          frequente          frequente

Segni post-critici    Ripresa rapida,    Confusione, agitazione,
                      o nausea,          sonnolenza, cefalea
                      vomito,            (catatonia, ipotonia, pianto:
                      malessere          crisi psicogene)

Deficit neurologico   raro               possibile
transitorio
familarità            50%                5%

Patologie associate   Cardiopatia, etc   Traumi, infezioni SNC, eventi
                                         cerebrovascolari
laboratorio           no                 Aumento CK e Prolattina
                                         (picco 20-30 min dopo la
                                         crisi)
SUDEP
       (Sudden Unespected Death in Epilepsy)
Incidenza annuale di 1-9/1000 pazienti con epilessia temporale
farmacoresistente (*); 700 decessi anno secondo National Sentinel Clinical
Audit of Epilepsy-Related Death (**).

                                                       (*) 4568 pz seguiti per 4 anni: 1.21/100SUDEP:
                                                       fattori di rischio indipendenti:
                                                       politerapia antiepilettica (>2 farmaci),
                                                       crisi convulsive tonico-cloniche, Q.I.
Ictal Bradycardia Syndrome

ƒ Sindrome rara, potenzialmente mortale (possibile causa di SUDEP)
  descritta in pazienti con epilessia del lobo temporale; si tratta di una
  crisi comiziale che si complica con aritmia cardiaca e sincope (*)

ƒ La prevalenza di tale patologia è sconosciuta, si contano meno di 100
  casi descritti in letteratura; l’età media è di circa 60 anni

ƒ Rapporto femmina-maschio 5:1

ƒ Descritta sia in pazienti pediatrici che adulti

    (*) Reeves AL. Epilepsia, 37( 10):983-987, 1996
Ictal Bradycardia Syndrome

ƒ Il 90% delle crisi epilettiche (sia generalizzate che parziali)
  si associa a tachicardia sinusale

ƒ In alcuni casi l’evento critico si associa ad altri tipi di
  aritmia, in particolare a bradicardia/asistolia sintomatica
  (*)

ƒ Può variare da una lieve bradicardia sinusale asintomatica
  a bradiaritmie sintomatiche più severe fino all’arresto
  sinusale con asistolia prolungata(**)

(*) Shuele et al. Neurology 2007
(**) Rugg-Gunn et al. Lancet 2004
Ictal Bradycardia Syndrome

Tale patologia, come la SUDEP, deve essere considerata
                        nei pazienti:

 - con storia combinata di epilessia temporale e sincope

 - che manifestano sintomi “sincopali” successivi   all’esordio della
crisi

 - con crisi parziali complesse a partenza dal lobo temporale che
modificano nel tempo la frequenza o la manifestazione delle crisi
comiziali (es. comparsa di cadute a terra)

 - che presentano una inspiegata bradiaritmia improvvisa registrata
tramite holter o impianto di loop recorder
Ictal Bradycardia Syndrome
ƒ Il meccanismo patofiosiologico alla base della Ictal
  Bradycardia Syndrome non è ancora completamente
  conosciuto; si ipotizza una propagazione della stessa
  attività “epilettica” alle regioni cronotrope del cuore in
  particolare ad origine dalla corteccia dell’insula che
  determinerebbe un effetto cardioinibitorio (*).

ƒ Durante la crisi epilettica la scarica neuronale epilettica
  sembra essere sincronizzata con una scarica simpatica e
  vagale; la perdita di coscienza sarebbe determinata da
  una diminuzione della perfusione piuttosto che dalla crisi
  comiziale (**).

(*) Brain 2001; 124:2345–2346
(**) Electroencephalogr and Clin Neurophysiol 1987; 67:247-259.
Le strutture corticali e
subcorticali sono
potenzialmente coinvolte
nel meccanismo delle
aritmie indotte da crisi
epilettica. L’insula, la
corteccia anteriore e
l’amigdala sono correlate
tra loro e con il tronco
encefalico e il midollo
spinale. L’attività
parasimpatica origina dal
nucleo ambiguo mentre
quella simpatica dalle
cellule del midollo
mediolaterale (IML), le
quali ricevono
informazioni dal rostral
ventrolateral medulla
(VLM). Tali vie
confluiscono a livello del
cuore controllando il nodo
del seno e il nodo AV

Britton JW. Clin Auton Res, 2006
Puoi anche leggere