SCENARIO ECONOMICO E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE CHIMICHE - LUGLIO 2021

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SCENARIO ECONOMICO E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE CHIMICHE - LUGLIO 2021
SCENARIO ECONOMICO
E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE CHIMICHE

            LUGLIO 2021
SCENARIO ECONOMICO E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE CHIMICHE - LUGLIO 2021
INDICE

PARTE PRIMA - SCENARIO ECONOMICO PER LE IMPRESE CHIMICHE

Dopo una crisi senza precedenti, ripartenza diseguale dell’economia mondiale             pag. 4

Le tensioni sulle materie prime non innescheranno una spirale inflazionistica            pag. 5

L’euro non si rafforzerà ulteriormente verso il $                                        pag. 6

Il Piano italiano di Ripresa e Resilienza è il più ambizioso in Europa                   pag. 7

Crescita sostenuta dell’economia italiana nel 2021-2022                                  pag. 8

L’industria italiana beneficerà del PNRR in un contesto di rafforzamento competitivo     pag. 10

PARTE SECONDA - SITUAZIONE E PROSPETTIVE PER L’INDUSTRIA CHIMICA

Deciso recupero della chimica in Italia, ostacolato dalle tensioni sulle materie prime   pag. 14

Dopo il rimbalzo del 2021, nel 2022 la chimica in Italia consoliderà la crescita         pag. 15

L’industria chimica continua ad investire e a creare benessere                           pag. 16

La transizione ecologica richiede attenzione anche per gli aspetti economici e sociali   pag. 17
SCENARIO ECONOMICO
PER LE IMPRESE CHIMICHE

           PARTE PRIMA
DOPO UNA CRISI SENZA PRECEDENTI,
 RIPARTENZA DISEGUALE DELL’ECONOMIA MONDIALE

La pandemia ha provocato una crisi senza precedenti con conseguenze drammatiche in termini di
perdita di vite umane e un calo del PIL mondiale nel 2020 (-3,9%) di oltre 10 volte più grave
rispetto alla crisi finanziaria del 2009. Grazie alla messa a punto dei vaccini, il 2021 si presenta
come l’anno della ripartenza: l’economia mondiale è attesa tornare a crescere del 5,5% per poi
assestarsi su un ritmo del 4,2% nel 2022.

Tempi e intensità della ripresa saranno, tuttavia, fortemente diseguali tra Paesi in relazione
all’andamento della campagna
vaccinale, all’entità degli stimoli        PIL delle principali              Previsioni del PIL
                                           aree economiche (indici 2019=100) e del commercio mondiale
fiscali e alla struttura economica. Le    120                      Cina      (var. % reali)  2020  2021 2022
asimmetrie riflettono, in parte, la       115

persistente divergenza tra i servizi –    110                      USA       Paesi  avanzati  -4,7  5,4  3,8
                                          105                                USA              -3,5  6,7  4,4
più pesantemente colpiti dalle            100                                Area Euro        -6,6  4,3  4,3
restrizioni – e l’industria, che ha        95                  Area Euro     Cina              2,2  8,6  5,1
sperimentato una rapida risalita e, a
                                           90
                                               2019 2020 2021 2022           Altri emergenti  -6,7  3,3  4,4
livello mondiale, ha già superato i        Produzione manifatturiera         Europa Centrale  -2,0  4,4  3,9
livelli pre-crisi. Ciò si riverbera anche  mondiale (indice 2010=100)        Turchia           1,8  4,4  4,0

sul commercio mondiale, atteso            135                                Russia           -3,1  3,3  2,8
                                                                             Medio Oriente    -6,0  4,7  1,8
chiudere l’anno con un rimbalzo
                                          130
                                          125                                America Latina   -7,0  4,6  3,1
dell’8,8% seguito da una crescita         120
                                                                             PIL mondiale     -3,9  5,5  4,2
prossima al 6% nel 2022.                  115
                                                                             Comm. mondiale -6,9    8,8  5,7
                                             110
                                              gen-19       gen-20   mar-21
La Cina non solo ha evitato una
                                                                                  Fonte: Prometeia, FMI, Commissione Europea

contrazione lo scorso anno, ma è destinata a guadagnare ulteriori quote di mercato grazie ad una
crescita prevista del PIL prossima al 9% nel 2021 e al 5% nell’anno successivo. Il gigante asiatico,
che ha beneficiato per primo dell’efficace contenimento dei contagi, si avvantaggia della vivace
ripresa industriale oltre a rappresentare uno dei principali produttori di dispositivi medici e beni
connessi alla transizione ecologica (quali i pannelli fotovoltaici).

Negli Stati Uniti si assiste ad una significativa accelerazione del PIL, previsto in espansione del
6,7% nel 2021 (ben oltre il - 3,5% del 2020) e del 4,4% nel 2022. Oltre che dall’avanzato stato della
campagna vaccinale, la crescita è sostenuta da un nuovo pacchetto fiscale da 1.900 miliardi di $ –
pari a circa il 9% del PIL e destinato principalmente alle famiglie a basso reddito – cui seguirà un
piano di investimenti infrastrutturali altrettanto imponente su un orizzonte decennale.

La ripartenza è in atto anche nell’Area Euro, tuttavia un avvio più lento della campagna vaccinale,
il peso più rilevante del settore turistico e un’entità più limitata degli stimoli fiscali non
consentiranno di ripristinare a pieno i livelli pre-crisi nell’anno in corso. Dopo il -6,6% del 2020, il
PIL è previsto chiudere il 2021 con una crescita del 4,3% che si confermerà anche nel 2022.

A differenza della Cina, gli altri Paesi emergenti stanno sperimentando più difficoltà nella
ripartenza a causa dei ritardi nella campagna vaccinale e in presenza di un significativo rialzo
dell’inflazione innescato dai rincari delle materie prime. Di conseguenza, soprattutto per questi
Paesi, non si possono escludere recrudescenze nei contagi con possibili ricadute non solo sulla
domanda ma anche sulle catene di fornitura.

                                                       4
LE TENSIONI SULLE MATERIE PRIME
 NON INNESCHERANNO UNA SPIRALE INFLAZIONISTICA

La strada verso la ripresa si sta rivelando altamente volatile e discontinua in quanto l’evolvere
della pandemia determina improvvisi fenomeni di stop-and-go dal lato sia della domanda sia
dell’offerta. In questo contesto, le imprese stanno affrontando forti rincari e difficoltà di
approvvigionamento per numerose
materie prime (non solo di natura
chimica) con un impatto negativo sui       Indice dei prezzi
                                           delle commodity (€, 2010=100)
                                                                            Inflazione (%)
margini e, in alcuni casi, sulla
possibilità stessa di soddisfare gli      130
                                          120
                                                                         2,5
                                                                                           USA
ordini.                                   110                            2,0
                                           100
                                            90                                           1,5

Questi rialzi dei prezzi riflettono,        80
                                            70                                           1,0                    Area Euro
innanzitutto, la vivace ripresa della       60
                                            50                                           0,5
domanda mondiale amplificata dal            40

ristoccaggio tipico dell’avvio del ciclo    30
                                                 2008   2011                 2020 2022
                                                                                         0,0
                                                                                               2019   2020   2021   2022
espansivo.
                                                               2019   2020    2021   2022
                                            Petrolio (Brent)
Le tensioni sono, tuttavia, aggravate
                                                                64$    42$     65$    66$

da numerose strozzature dell’of-             Fonte: EIA, Prometeia, Commissione Europea
ferta, in primis la crisi logistica: i costi
dei container sono più che quadruplicati in presenza di una domanda a macchia di leopardo e di
necessità di adeguamento delle navi a nuovi standard ambientali; la rarefazione dei voli passeggeri
condiziona anche il trasporto merci; l’incidente nel canale di Suez e, più recentemente, i nuovi
focolai di Covid-19 in India e Cina hanno determinato ulteriori ritardi nelle partenze dall’Asia. La
chimica europea, che per molti prodotti di base è dipendente dall’import, ne risente
pesantemente oltre a soffrire di alcune criticità specifiche: la petrolchimica USA – compromessa
dall’ondata di gelo – è in via di ripristino, ma tende a soddisfare innanzitutto la domanda locale; la
disponibilità di alcune materie prime è condizionata dall’attività di raffinazione che risente della
domanda ancora debole di carburanti; gli effetti a cascata lungo le filiere contribuiscono al
moltiplicarsi di casi di forza maggiore.

Queste tensioni sono destinate a rientrare o bisogna attendersi un nuovo superciclo delle
commodity, come prospettato da Goldman Sachs?

Nonostante le recenti pressioni al rialzo, il petrolio – nella media del 2021-2022 – è previsto
collocarsi intorno ai 65$, cioè su livelli non molto più elevati del 2019. Alla ripresa della domanda
seguirà, infatti, la graduale rimozione dei tagli alla produzione da parte dell’OPEC Plus.

In generale i vincoli di offerta potranno essere, almeno in parte, superati nella seconda parte
dell’anno, anche grazie ad effetti via via meno dirompenti della crisi sanitaria. Tuttavia, i prezzi
sono attesi attestarsi su livelli più elevati rispetto al 2019 e, in alcuni casi, le tensioni potranno
risultare più persistenti. Da un lato, il 2019 non era stato certo un anno brillante per l’industria
mondiale; dall’altro, la domanda potrà confermarsi vivace in relazione all’affermarsi di nuove
abitudini di consumo (si pensi, ad esempio, all’impatto dell’e-commerce e del delivery sul
packaging) e all’avvio di piani infrastrutturali in ogni parte del mondo. Non bisogna, inoltre,
trascurare l’impatto della transizione ecologica che inizia a manifestare i suoi effetti: la domanda
                                                        5
di rame e di altri minerali risulterà in forte espansione in funzione delle applicazioni nelle fonti
rinnovabili e nei veicoli elettrici, il costo delle emissioni di CO2 per i settori più energy-intensive è
quasi raddoppiato, gli investimenti in capacità di estrazione e raffinazione rischiano di frenare,
anche in vista dello sviluppo della mobilità elettrica e dei biocarburanti.

In questo scenario, bisogna temere una spirale inflazionistica tale da costringere le banche centrali
ad aumentare i tassi di interesse?

L'inflazione è prevista in significativo rialzo nel 2021, ma per effetto di fattori prevalentemente
temporanei: non solo l’aumento delle materie prime, ma anche il confronto con un anno
caratterizzato da livelli depressi e, nel caso della Germania, il ripristino dell’IVA ordinaria dopo il
taglio del 2020. Inoltre, la debolezza dei servizi e del mercato del lavoro ostacolerà un aumento
generalizzato e persistente dei prezzi.

Pur non potendo escludere qualche rischio di surriscaldamento, soprattutto negli USA alla luce dei
massicci stimoli fiscali, le banche centrali saranno caute prima di aumentare i tassi d'interesse per
non rischiare di soffocare la ripresa, anche alla luce dell'elevato indebitamento pubblico e privato.

  L’EURO NON SI RAFFORZERA’ ULTERIORMENTE VERSO IL $

L’apprezzamento dell’euro nei confronti del $ – avvenuto nella seconda parte del 2020 – è
riconducibile, da un lato, all’innalzamento dell’obiettivo di inflazione della banca centrale
americana (che comporta una politica monetaria più a lungo espansiva); dall’altro, allo sviluppo
dei vaccini, che ha ridotto la fuga
verso il $ considerato quale bene
rifugio nelle fasi di elevata
                                                                    Valute di alcuni Emergenti
incertezza.                             Cambio euro / $
                                                                    nei confronti dell’euro nel 2021

Nel complesso del 2021-2022 l’euro              1,5                                (var. % in gen-giu rispetto alla media 2020)

non è previsto andare molto oltre               1,4

1,20$ in presenza di prospettive di             1,3                                Lira turca                              +18%
crescita per gli USA migliori rispetto                                 1,21 1,20
all’Eurozona.                                   1,2
                                                                    1,14           Rublo russo                 +9%
                                                1,1

D’altro canto, alcuni importanti Paesi
                                             1,0
emergenti (come la Turchia e la                  2014 2016 2018 2020 2022
Russia)     stanno      subendo      un
significativo indebolimento valutario                                                   Fonte: Eurostat, Prometeia
a fronte delle difficoltà generate
dall'aumento dell'inflazione e dal deflusso di capitali esteri. Possibili aumenti dei tassi di interesse,
tesi a contrastare le pressioni sui cambi, frenerebbero la domanda interna.

                                                        6
IL PIANO ITALIANO DI RIPRESA E RESILIENZA
 E’ IL PIU’ AMBIZIOSO IN EUROPA

La crisi pandemica ha determinato, diversamente dal passato, una significativa reazione europea
con la messa a punto di nuovi strumenti, tra i quali spicca Next Generation EU (NGEU) che renderà
disponibili – tra sovvenzioni e prestiti – fino a 750 miliardi di euro nei prossimi 6 anni.

L’Italia si conferma tra i maggiori
                                             Piani Nazionali di Ripresa                     Aree di intervento
beneficiari di NGEU e ha presentato          e Resilienza (miliardi di euro, 2021-26)       per la transizione ecologica (%)
il Piano Nazionale di Ripresa e
                                                                                           0%    25%       50%   75%       100%
Resilienza (PNRR) più ambizioso in                         0       50    100   150   200

termini di risorse pubbliche mobi-           Italia

litate (192 miliardi di euro) anche
                                             Spagna
alla luce della scelta – unica tra i
grandi Paesi europei – di impiegare          Francia
non solo le sovvenzioni (69 miliardi)        Germania
ma anche i prestiti (123 miliardi). Nel
periodo 2021-2026 intende, inoltre,              Transizione ecologica           Altro          Mobilità         Energia
attivare il fondo ReactEU e un fondo             Transizione digitale                           Edilizia         Altro
complementare nazionale per un
totale di 235 miliardi di euro.              Fonte: Bruegel, Prometeia

Una parte consistente delle risorse, superiore agli altri grandi Paesi europei, sarà dedicata alla
transizione ecologica (101 miliardi di euro, di cui 85 nel solo PNRR). In particolare gli investimenti
per una mobilità sostenibile (40 miliardi) saranno dedicati soprattutto al sistema ferroviario a
differenza di Germania e Spagna che punteranno sulla mobilità elettrica. In Italia gli investimenti in
ambito energetico (13 miliardi) saranno destinati alle rinnovabili, alle reti intelligenti e all’idrogeno
(3 miliardi) mentre Germania e Francia si concentreranno soprattutto su quest’ultimo. In tutti i
Paesi sono previsti interventi a favore dell’efficienza energetica degli edifici, particolarmente
significativi in Italia (22 miliardi). Tra gli interventi in altri ambiti, il piano italiano include anche il
riciclo chimico nell’ambito dei “progetti faro” per l’economia circolare (600 milioni di euro).

Si tratta di un’opportunità storica per rilanciare la crescita in Italia e accompagnare la transizione
ecologica e digitale, impiegando significative risorse pubbliche e attivando gli investimenti privati.
A tale fine risulterà, però, critica una più efficace capacità di programmazione e implementazione
della Pubblica Amministrazione oltre all’attuazione delle riforme, volte a migliorare la
competitività di sistema e creare un ambiente favorevole agli investimenti. Un impiego non
ottimale delle risorse potrebbe, invece, dare un impulso nel breve periodo senza innalzare la
capacità di crescita nel medio termine.

Per l’industria chimica importanti opportunità potranno emergere, soprattutto in relazione alle
risorse dedicate alla transizione ecologica e ad importanti settori clienti (quali le costruzioni e la
sanità). La presenza, insieme a progetti specifici, di interventi orizzontali dovrebbe limitare i rischi
di effetti “winner takes all” limitati ad un nucleo ristretto di imprese. Andrà, in ogni caso,
monitorato l’evolvere – a livello europeo e italiano – delle cosiddette nuove “risorse proprie”, in
primis la Plastic Levy introdotta a partire dal 1° gennaio 2021.

                                                            7
In questo contesto, la politica fiscale italiana si confermerà fortemente espansiva anche nel 2021-
2022 in presenza di un impegno di risorse, nell’anno in corso, persino superiore al 2020 e
corrispondente al 7% del PIL. A
fronte del progressivo rientro delle
misure per contenere l’impatto
                                              Misure fiscali di sostegno  Debito pubblico
negativo della pandemia, si faranno           (miliardi di euro)          per tipologia di detentore (% del PIL)
strada gli interventi finalizzati a
rafforzare la crescita.                      140                         180
                                                                         160
                                               120
                                                                                        140
                                               100
Il debito pubblico, dopo il balzo del
                                                                                        120
                                              80                                        100

2020, è previsto in ulteriore rialzo nel      60                                         80
                                                                                         60
2021 fino a sfiorare il 160% del PIL          40
                                                                                         40

per poi iniziare una lenta discesa.
                                              20                                         20
                                               0                                          0
Anche nei prossimi anni larga parte                    2020   2021       2018    2020 2022 2024   2026

del debito pubblico addizionale sarà                                          Privati   UE      BCE
finanziato dagli acquisti della BCE e
dai nuovi fondi europei, contribuen-         Fonte: Prometeia

do a mantenere molto favorevole la
spesa per interessi e ad evitare tensioni sullo spread. L’innalzamento della capacità di crescita
sarà, tuttavia, essenziale per garantire la sostenibilità del debito nel medio termine, anche a fronte
di imprevedibili perturbazioni del contesto esterno.

 CRESCITA SOSTENUTA DELL’ECONOMIA ITALIANA NEL 2021-2022

Per valutare le prospettive di ripresa dell’economia italiana, è opportuno considerare l’entità delle
ricadute negative della pandemia su famiglie e imprese.

L’ampio ricorso agli ammortizzatori
sociali ha avuto un ruolo importante           Occupati e ore lavorate                        Impatto della crisi sanitaria
nel limitare la perdita di posti di            in Italia (indici 2018=100 e var. %)           sui lavoratori (%)

lavoro che, tuttavia, nel 2020 è              104
                                                                                              Perdita
risultata significativa (-2,8%, anche se      102                                             di reddito,
                                                                Occupati
il dato include le persone in Cassa           100                                             autonomi
                                                                    -2,8% -0,7% +0,9%                       21%
                                               98
Integrazione per oltre tre mesi).              96
                                                                                                                        Nessuna
                                                                                                                  51%   perdita
                                               94                                                                       di reddito
                                                                                                          28%
L’occupazione è prevista in mode-           92
                                                                                              Perdita
rato calo anche nel 2021 (-0,7%) per                              Ore lavorate                di reddito,
                                            90
                                            88                                                dipendenti
poi tornare in territorio positivo nel         2018 2019 2020 2021 2022

2022 (+0,9%). Gli effetti del protrarsi
della crisi sanitaria e del progressivo
sblocco dei licenziamenti convive- Fonte: Istat, Prometeia, Commissione Europea
ranno con la ripartenza delle
assunzioni nei settori in più decisa ripresa, favorite dagli sgravi fiscali.

Nel complesso il reddito disponibile delle famiglie, dopo un arretramento del 2,7% nel 2020, è
atteso in recupero già dall’anno in corso (+2,5% in termini reali seguito dal +1,6% nel 2022) grazie
al riassorbimento, almeno parziale, della Cassa Integrazione. Sono, tuttavia, in atto importanti

                                                          8
fenomeni redistributivi in quanto alcune fasce di lavoratori (ad esempio nella Pubblica
Amministrazione) non hanno subito alcuna perdita mentre altre (soprattutto nel turismo e
intrattenimento) sono esposte al rischio di disoccupazione.

In effetti l’impatto della pandemia
sta risultando molto disomogeneo: a
fronte di alcune famiglie e imprese         Tasso di risparmio                              Depositi delle società
in difficoltà, altre non sono state         delle famiglie (% di reddito disponibile)       non finanziarie (miliardi di euro)
duramente colpite dalla crisi e
potranno, anzi, beneficiare degli
                                           18                                               90
                                           16                                               80

incentivi fiscali e di favorevoli          14
                                           12
                                                                                            70
                                                                                            60
condizioni del credito. A differenza       10
                                            8
                                                                                            50
                                                                                            40
delle normali recessioni, il tasso di       6
                                            4
                                                                                            30
                                                                                            20
risparmio delle famiglie e i depositi       2
                                            0
                                                                                            10
                                                                                             0
delle società non finanziarie sono               2017         2018   2019     2020               2012   2014     2016   2018     2020
bruscamente aumentati nel 2020. Di
conseguenza, con l’allentamento
delle restrizioni e un clima di fiducia    Fonte: Prometeia

più sereno, tale potenziale di spesa e
di investimento potrà, almeno in
parte, riattivarsi.
                                                Previsioni macroeconomiche per l’Italia
Alla luce dell’accelerazione nella              (var. % reali, salvo diversa indicazione)

campagna vaccinale e delle notevoli                                                         2020           2021            2022
risorse pubbliche iniettate nell’eco-           PIL                                          -8,9              4,7             4,3
nomia, il PIL italiano è previsto               Consumi privati                             -10,7              3,8             5,1
crescere del 4,7% nel 2021 e                    Consumi pubblici                             1,6               3,8          -0,5
mantenere un analogo ritmo di                   Inv. in macchinari e mezzi di trasporto     -11,3          11,9            11,5

espansione anche nel 2022 (+4,3%).              Investimenti in costruzioni                  -6,6          14,7                7,0
                                                Esportazioni di beni                         -8,9              9,5             6,5

Tutte le componenti del PIL sono                Importazioni di beni                         -7,8              9,7             7,0

attese in ripresa, ma a ritmi diversi.          Inflazione (%)                               -0,1              1,4             1,1
                                                Occupati                                     -2,8          -0,7                0,9
                                                Reddito disponibile delle famiglie
Le costruzioni – dopo il balzo
                                                                                             -2,7              2,5             1,6

prossimo al 15% previsto nel 2021,          Fonte: Prometeia, Commissione Europea

che consentirà di superare ampia-
mente le perdite del 2020 – si confermeranno in buona espansione anche nel 2022 (+7%). Il traino
derivante dall’eco e sismabonus al 110%, si accompagnerà alla riattivazione degli investimenti
pubblici, sostenuta dai fondi europei (dedicati, in particolare, a rete ferroviaria e stradale,
infrastrutture per le telecomunicazioni e l’energia).

Anche gli investimenti in beni strumentali e mezzi di trasporto vedranno una rapida ripartenza
con tassi di crescita superiori all’11% non solo nel 2021, ma anche nel 2022; le esigenze di
rinnovamento tecnologico delle imprese saranno, infatti, sostenute dal potenziamento degli
incentivi 4.0 e, più in generale, dai fondi europei oltre a beneficiare di favorevoli tassi di interesse.

I consumi pubblici – in accelerazione nell’anno in corso (+3,8%) – sono previsti sostanzialmente
stabili nel 2022 (-0,5%).

                                                         9
I consumi privati risulteranno, invece, in limitato recupero nel 2021 (+3,8% nel 2021) e in graduale
rafforzamento nel 2022 (+5,1%) in presenza di una prolungata debolezza del mercato del lavoro e
di fenomeni di ribilanciamento tra le diverse voci di spesa.

La ripresa dei mercati internazionali consentirà all’export italiano di beni di recuperare il terreno
perduto già nel corso del 2021 (+9,5%) e di consolidarsi nel 2022 (+6,5%). Nonostante il parallelo
aumento dell’import (+9,7% nel 2021 seguito dal +7,0% nel 2022), guidato dalla ripartenza della
domanda interna, il saldo commerciale tornerà ad ampliarsi superando i 100 miliardi di euro.

  L’INDUSTRIA ITALIANA BENEFICERA’ DEL PNRR
  IN UN CONTESTO DI RAFFORZAMENTO COMPETITIVO

Il sostegno fornito dal PNRR è atteso ridurre ma non annullare il divario di crescita dell’economia
italiana nei confronti degli altri grandi Paesi europei. Al contrario, l’industria manifatturiera – tra le
più penalizzate dal grande lockdown dello scorso anno – sta evidenziando una reattività persino
superiore: dopo il forte rimbalzo
nella seconda parte dello scorso
anno e la tenuta nella fase di                PIL delle principali economie        Produzione industriale
recrudescenza dei contagi, nei mesi           europee (indici 2019 =100)           (indici 2019 =100 e previsioni per l’Italia)

più recenti la produzione è stata
sostenuta dall’allentamento delle
                                            104                                   105
                                                                         Germania                                        +4%
                                            102                          Francia  100                       +11%
restrizioni unito alle esigenze di          100                          Spagna
                                                                         Italia    95
ricostituzione delle scorte.                 98
                                                                                   90
                                                     96
                                                                                                   85
                                                     94
La capacità di agganciare la ripresa è               92                                            80

frutto di un intenso processo di                     90                                            75

rafforzamento competitivo dell’indu-                 88
                                                             2019    2020      2021   2022
                                                                                                   70
                                                                                                           2019         2020        2021        2022
stria italiana che trova riscontro in
una performance all’export migliore
di Francia e Germania nel periodo                                                                       Fonte: Eurostat, Prometeia, Commissione Europea

2015-2019 e meno negativa, anche
rispetto alla Spagna, nel 2020-2021.

La struttura patrimoniale si è, nel                       Export di manufatti                       Patrimonio netto
complesso, irrobustita avvicinando                        (var. % in valore)                        (% dell’attivo)

quella tedesca (patrimonio netto, nel                20                                            40%

2019, pari al 35% dell’attivo a fronte               15
                                                                                                   35%

del 37%). Grazie ad un più contenuto
                                                                                                   30%
                                                     10
                                                                                                   25%
ricorso all’indebitamento nella fase                  5                                            20%

pre-pandemia e alle rilevanti misure                  0
                                                                                                   15%

a sostegno del credito e della
                                                                                                   10%
                                                     -5
                                                                                                   5%
liquidità, la redditività del capitale              -10                                            0%
                                                           Spagna        Italia Germania Francia                 2011
proprio (ROE) – pur avendo subito un
                                                                                                                                       2019

inevitabile deterioramento nel 2020                                      2015-2019                                Germania
– si è collocata su livelli (5,2%) meno                                  Gen-mar 2019-2021                        Italia
penalizzanti rispetto alle crisi del
                                                                                                                               Fonte: Prometeia, Eurostat
2009 e 2013 (quando era scesa sotto
il 3,5%).

                                                                    10
L’industria italiana, partendo da condizioni economico-finanziarie più solide che in passato, non
solo ha assorbito meglio i contraccolpi della crisi ma è anche in grado di cogliere le opportunità
offerte dal PNRR e riattivare gli investimenti indispensabili per affrontare uno scenario
caratterizzato da profondi mutamenti tecnologici e di mercato.

In uno scenario di progressivo allentamento delle restrizioni, la produzione manifatturiera italiana
– dopo il calo prossimo al 12% subito nel 2020 – è prevista chiudere il 2021 con un recupero
dell’11%, tuttavia i rincari delle materie prime limiteranno il ripristino della marginalità. La
ripresa potrà consolidarsi nel corso del 2022, anche grazie alle risorse attivate dal PNRR, con un
ulteriore rialzo dell’attività previsto pari al 4%. I livelli pre-crisi potranno, di conseguenza, essere
recuperati e superati nel corso del 2022.

Tempi e intensità della ripresa si confermeranno differenziati tra settori. Il venir meno delle
restrizioni e il graduale ritorno ad
una vita normale comporteranno un        Produzione per settore in Italia nel 2020
parziale riequilibrio, con recuperi più  (var. % annuali, salvo diversa indicazione)                       Gen-apr2021 Recupero
significativi per i settori più pena-                                                                        su 2019   completo
                                                                             -2,7 Elettrodomestici             +22,2     2021
lizzati ma non sempre sufficienti a            Ind. Manifatturiera          -3,0  Alimentare                    +0,1     2021

colmare le perdite subite. La                                -11,7
                                                    (gen-apr 2021
                                                                          -4,6
                                                                         -4,7
                                                                                  Farmaceutica                   -7,5    2022
                                                                                  Carta                         +0,2     2021
ripartenza dei servizi, da un lato,                  su 2019 -2,3) -7,4           Elettronica                   +4,8     2021

favorirà alcune attività industriali                                 -7,7
                                                                   -9,0
                                                                                  Chimica
                                                                                  Gomma e plastica
                                                                                                                +0,1
                                                                                                                +4,8
                                                                                                                         2021
                                                                                                                         2021
ma, dall’altro, potrà generare effetti                             -9,1           Legno e mobili                +6,1     2021

di sostituzione comprimendo la                                 -11,4
                                                              -11,6
                                                                                  Elettrotecnica
                                                                                  Materiali da costruzione
                                                                                                                +3,6
                                                                                                                +3,7
                                                                                                                         2021
                                                                                                                         2021
spesa destinata ai manufatti.                                 -11,6               Metallurgia                   +2,1     2021
                                                                     -12,7         Prodotti in metallo      0,0      2021
                                                                   -13,9           Meccanica               -4,5      2022
Elettronica,        elettrodomestici      e              -20,6                     Tessile                -19,2   Oltre 2022

arredamento si collocano già al di
                                                      -22,9                        Auto e componenti       -3,5      2022
                                                -29,4                              Cuoio                  -24,0   Oltre 2022
sopra dei livelli pre-crisi come                                                             Fonte: Istat, Prometeia
conseguenza del maggior tempo
trascorso in casa. Di conseguenza, pur confermando un quadro di crescita, potranno sperimentare
segnali di rallentamento. All’estremo opposto il sistema moda, fortemente colpito dalle misure di
distanziamento sociale, vedrà un parziale rimbalzo a partire dalla seconda parte dell’anno ma non
potrà ripristinare i livelli pre-crisi nemmeno nel 2022, in presenza di una ripresa non completa del
turismo internazionale e di una quota strutturalmente più elevata di smart working. Le prospettive
per il settore auto – nonostante il significativo recupero dopo il crollo del 2020 favorito anche dagli
incentivi, in via di esaurimento – rimangono incerte in relazione ad una transizione tecnologica
verso i modelli elettrici non ancora giunta a maturazione e al nuovo assetto produttivo di FCA-PSA.
Le riaperture di bar e ristoranti favoriranno, invece, il settore alimentare, atteso recuperare i livelli
pre-crisi già nel 2021 anche grazie a migliori opportunità di export. Macchinari, apparecchiature
elettriche, metalli e materiali da costruzione – che hanno in buona parte già colmato il divario con
i livelli pre-crisi – sono previsti in rafforzamento grazie al traino degli investimenti nell’ambito della
transizione digitale e verde.

Anche all’interno dei settori, le performance delle singole imprese saranno disomogenee in
relazione all’impatto della crisi e alla capacità di ripensare il proprio ruolo e modello di business in
funzione delle principali direttrici del cambiamento: centralità di salute, igiene e sicurezza in tutte
le applicazioni, digitalizzazione e sostenibilità ambientale. Una forte spinta verso quest’ultima
proverrà non solo dalla regolamentazione e dalle risorse pubbliche messe in campo, ma anche dai
mercati finanziari in presenza di definizioni e metodi di valutazione sempre più standardizzati.

                                                             11
SITUAZIONE E PROSPETTIVE
  PER L’INDUSTRIA CHIMICA

          PARTE SECONDA
DECISO RECUPERO DELLA CHIMICA IN ITALIA,
 OSTACOLATO DALLE TENSIONI SULLE MATERIE PRIME

Il recupero della produzione chimica in Italia è proseguito anche durante la fase di
recrudescenza dei contagi tra fine
2020 e inizio 2021 (+11,3% su base              Produzione chimica e manifatturiera
                                                (indici 2015=100)
annua nei primi quattro mesi),
portando      l’attività  su    livelli
                                               115
                                               110                                   Chimica in Italia
complessivamente non lontani dal               105
                                               100
pre-crisi (-0,5% rispetto allo stesso           95                  Chimica UE27

periodo del 2019). Il settore, non              90
                                                85
solo ha subito in misura più                    80
                                                                     Industria italiana

contenuta gli effetti del grande
                                                75
                                                70
lockdown, ma evidenzia segnali di               65
                                                     2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
ripartenza più consistenti rispetto                                                   Gen-apr          Gen-apr
alla media manifatturiera.              Var. %                    2019 - 2020        2020 - 2021      2019 - 2021
                                                       Ind. manifatturiera italiana   -11,7%     +22,5%      -2,6%
                                                       Chimica in Italia               -7,7%     +11,3%      -0,5%
L’andamento si presenta, tuttavia,                     Chimica in Europa (UE27)        -1,8%      +5,2%      +1,9%
ancora discontinuo e disomogeneo                                                         Fonte: Istat, Eurostat
tra settori e applicazioni. Da un
lato, si mantiene sostenuta la domanda di tutti i prodotti chimici indispensabili per l’igiene e la
sicurezza. Dall’altro, si assiste ad una ripresa della domanda anche da parte dei clienti industriali
colpiti dal lockdown ma con persistenti differenze tra settori: vivace per i comparti connessi alla
casa (non solo costruzioni, ma anche elettrodomestici e arredamento), ancora stentata per il
sistema moda condizionato dal distanziamento sociale e dalla crisi del turismo internazionale.
Risulta sostenuta anche la domanda di materie plastiche impiegate sia per i dispositivi di
protezione individuale sia per garantire ottimali condizione di trasporto e conservazione, anche in
relazione al diffondersi dei servizi di e-commerce e delivery.

Anche in questa crisi, per molti versi unica e peculiare, le esportazioni contribuiscono a sostenere
l’attività consentendo di agganciare la vivace ripresa in atto a livello internazionale. Grazie ad un
rapido rimbalzo, infatti, l’export
chimico italiano ha già ampiamente          Export chimico                        Export chimico
superato i livelli pre-crisi (+7,1% in      italiano (indice in valore, 2015=100) verso i principali mercati (var. %)
valore nei primi quattro mesi rispetto                                                                         Gen-apr
                                          140                                                    2019-2020
allo stesso periodo del 2019).                                                                               2019-2021
                                                130                                      Germania          -3,5       +6,8
                                                                                         Francia           -9,9       -1,2
La ripresa si va estendendo a buona             120
                                                                                         Spagna           -12,1       +9,4
parte dei mercati esteri. Nel 110                                                        Stati Uniti       -0,8       +0,6
                                                                                         Regno Unito       -7,3      -16,9
confronto con il 2019, risultano in 100                                                  Belgio            +8,9      +28,9
forte espansione la Turchia (+28,5%)   90                                                Polonia           -6,2      +10,2
e la Cina (+18,9%) oltre al Belgio     80                                                Turchia
                                                      2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Paesi Bassi
                                                                                                           -1,2      +28,5
                                                                                                           +7,3      +16,9
(+28,9%) e ai Paesi Bassi (+16,9%)                                                       Cina             +22,5      +18,9
che rappresentano anche importanti                          Intra-UE     -6,7    +5,9
centri di smistamento per il resto del                      Extra-UE     -2,8    +8,8
mondo. In significativa ripresa anche Fonte: Istat          Totale       -5,0    +7,1

Germania (+6,8%), primo partner
commerciale, Spagna (+9,4%) e Polonia (+10,2%) mentre la Francia permane in territorio

                                                            14
lievemente negativo (-1,2%). Anche gli USA mostrano una certa debolezza (+0,6%) probabilmente
da ricondurre all’ondata di gelo che ha provocato ingenti danni in via di ripristino. Il Regno Unito
subisce un vero e proprio tracollo (-16,9%) a seguito della Brexit.

A fronte di un andamento della domanda in miglioramento ma ancora a macchia di leopardo, si
riscontrano diffuse criticità in relazione alla disponibilità e ai costi di numerose materie prime.
La forte e, per certi versi, inaspettata ripresa della domanda mondiale si scontra con i vincoli di
offerta in presenza di un incremento senza precedenti dei costi della logistica internazionale e di
una limitata disponibilità delle materie prime connesse alla raffinazione (stante la domanda
ancora debole di carburanti) in un contesto che vede, per diversi prodotti chimici di base, il
mercato europeo dipendente dalle importazioni. Tali tensioni producono effetti a cascata lungo le
filiere e generano incertezza, complicando la gestione operativa: si assiste, da un lato, ad una
corsa agli acquisti da parte dei clienti e, all’estremo opposto, allo stop o al rallentamento forzato di
alcune produzioni (come nel caso del settore auto). Questa situazione rende evidente, una volta di
più, che il mantenimento di una chimica competitiva è essenziale per garantire autonomia
strategica all’Europa.

Anche l’accelerazione impressa alla transizione ecologica innesca aggiustamenti, talvolta
repentini, che possono generare turbolenze nei mercati. In un anno il costo dei permessi per le
emissioni di CO2 nell’ambito del sistema ETS – che coinvolge le componenti più energy-intensive
della chimica – è quasi raddoppiato a seguito dell’innalzamento degli obiettivi europei di riduzione
delle emissioni in presenza di fenomeni anche speculativi. In Italia l’impatto negativo è duplice in
quanto, a differenza di altri Paesi europei, non è prevista la compensazione dei costi indiretti
dell’energia elettrica. Il mercato delle materie prime seconde vede andamenti dicotomici: da un
lato, l’offerta di materiali più facilmente riciclabili fatica a tenere il passo con la domanda;
dall’altro, la messa a punto di applicazioni più complesse ma rilevanti da un punto di vista
ambientale non sempre trova una piena ricettività nel mercato.

 DOPO IL RIMBALZO DEL 2021,
 NEL 2022 LA CHIMICA IN ITALIA CONSOLIDERA’ LA CRESCITA

Nell’ipotesi di effetti via via meno
dirompenti della pandemia e di un                Previsioni per l’industria chimica in Italia
progressivo allentamento delle re-                                          2020                Var. % in volume
strizioni, si prevede che l’industria                                   miliardi di €         2020     2021     2022

chimica in Italia chiuda il 2021 con             Domanda interna            57,5              -8,2      +8,5    +3,5
                                                 Importazioni               36,3              -4,5      +6,5    +3,5
un incremento della produzione pari              Esportazioni               29,4              -2,4      +6,0    +2,5
all’8,5% che consentirà di ripianare             Produzione                 50,6              -7,7      +8,5    +3,0
le perdite subite nel 2020 (-7,7%).
                                                                Indici in volume, 2007=100
                                                                120
                                                                                                    export
I livelli di attività si confermeranno,                         115

però, diversificati tra settori e singole                       110
                                                                105
imprese e i margini risentiranno dei                            100
diffusi rincari delle materie prime,                            95
                                                                                          domanda interna
soprattutto laddove la domanda a                                90
                                                                85
valle risulta ancora fragile.                                           2016       2018      2020      2022    Fonte: Istat, Federchimica

                                                  15
Dopo il rimbalzo, per certi versi, fisiologico dell’anno in corso, la ripresa potrà consolidarsi nel
2022 (+3,0% previsto) in presenza di un miglioramento della domanda industriale meno
frammentario e più corale. A fronte di segnali di miglioramento attesi anche nei settori più
penalizzati dal distanziamento sociale (quali la moda e la cosmetica), la domanda dei beni più
strettamente connessi all’emergenza sanitaria mostrerà inevitabilmente un rallentamento
assestandosi, tuttavia, su livelli in molti casi superiori al pre-crisi.

Anche l’export potrà confermarsi in espansione (+2,5% previsto in volume nel 2022 dopo il +6,0%
del 2021) beneficiando di una ripresa diffusa ai principali mercati di destinazione. La riattivazione
della domanda interna e il superamento delle difficoltà logistiche porteranno anche all’aumento
dell’import (+3,5% atteso nel 2022 dopo il +6,5% nel 2021).

Questo scenario potrà concretizzarsi a condizione che l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa
e Resilienza non subisca rallentamenti e si inserisca in un sistema normativo – a livello italiano ed
europeo – stabile, coerente e favorevole agli investimenti tecnologici essenziali per affrontare
con successo la transizione ambientale.

 L’INDUSTRIA CHIMICA CONTINUA AD INVESTIRE
 E A CREARE BENESSERE

La crisi sanitaria non ha compro-
messo la capacità di sviluppo             Andamento degli investimenti                    Andamento dell’occupazione
                                                                                          nell’industria chimica
dell’industria chimica in Italia e la     nel 2020 rispetto al 2019

sua proiezione verso il futuro.
                                         (% di imprese, saldi tra aumento e calo)         (migliaia di addetti)
                                                             -10 -5 0     5 10 15 20 25
                                                                                          112
                                          Tecnologie
Grazie alla sua solidità finanziaria e    e digitalizzazione                              111

alla natura essenziale dei suoi           Sostenibilità sociale
                                                                                          110
                                                                                          109
                                          e ambientale
prodotti, non solo per affrontare                                                         108
l’emergenza sanitaria ma anche per        R&S                                             107

garantire il benessere di ogni giorno,    Internazionalizzazione
                                                                                          106
                                                                                          105
la chimica ha mostrato una tenuta                                                         104

migliore della media manifatturiera       Capitale umano                                  103

nel 2020 e una più rapida ripartenza
                                                                                          102
                                              Chimica                                           2015 2016 2017 2018 2019 2020
nel 2021.                                     Totale industria
                                                                                                                  Fonte: elaborazioni su Istat

Anche in un annus horribilis come il
2020, le imprese chimiche hanno continuato a investire a fronte di una tendenza diffusa al rinvio
e alla compressione degli investimenti nell’industria italiana. Le imprese del settore sono, infatti,
consapevoli che la sfida di uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e socialmente inclusivo richiede
un forte impegno con investimenti su molteplici fronti.

Negli ultimi 4 anni il settore ha generato oltre 5.000 nuovi posti di lavoro e – dopo la sostanziale
tenuta evidenziata nel 2020 – nell’anno in corso le attese sull’occupazione si sono riportate in
territorio positivo, segno che le imprese stanno investendo sulle risorse umane anche per dotarsi
di nuove competenze.

                                                      16
LA TRANSIZIONE ECOLOGICA RICHIEDE ATTENZIONE
 ANCHE PER GLI ASPETTI ECONOMICI E SOCIALI

Per tramutare la transizione ecologica in un’occasione di sviluppo ed evitare i rischi di declino
competitivo e impoverimento, è fondamentale mantenere un approccio equilibrato e attento a
tutte e tre le componenti dello sviluppo sostenibile, inclusi gli aspetti economici e sociali.

L’industria chimica rappresenta già                                          Posizionamento nelle tre dimensioni
oggi un modello di riferimento con                                                dello sviluppo sostenibile
performance migliori della media                                                           Imprese esportatrici               Dimensione
manifatturiera in tutti gli ambiti                                                                 (%, 2018)
                                                                                                                              economica
della sostenibilità. Ricerca e proie-                       Riduzione delle                     100%
                                                          emissioni di gas serra                 80%                           Imprese
zione internazionale consentono un                           (var. % 1990-2019)                  60%                        con R&S interna
posizionamento competitivo più                                                                   40%                             (%, 2018)
                                                                                                 20%
avanzato e si traducono in retribu-                          Dimensione
                                                             ambientale                            0%
zioni più elevate. Investimenti in
                                                                                                                          Retribuzioni medie
innovazione e formazione sono le                         Imprese che investono                                            (indice chimica = 100%,
                                                         in prodotti e tecnologie
chiavi di volta anche per promuovere
                                                                                                                                    2019)
                                                        eco-sostenibili (%, 2015-19)
la sicurezza e la tutela ambientale.                                                                                          Dimensione
                                                                                       Calo di malattie professionali           sociale
                                                             Chimica                      (per milione di ore lavorate,
La chimica è strategica per                       Ind. manifatturiera var. % 2010-2019)
                                                                                        Fonte: Istat, Inail, Ispra, Fondazione Symbola
perseguire       con      successo     la
transizione ecologica, attraverso la messa a punto di soluzioni tecnologiche in grado di
contrastare il cambiamento climatico e la scarsità delle risorse senza sacrificare il benessere.
Grazie alle sue competenze e alla collocazione a monte di numerose filiere, la chimica allontana i
limiti dello sviluppo ottimizzando i processi e utilizzando sempre meglio le risorse, minimizzando
l’uso di quelle più preziose, riutilizzandole o sostituendole, valorizzando anche gli scarti. La chimica
si appresta a fare un ulteriore salto di qualità grazie ai numerosi ambiti di sviluppo, alcuni dei quali
valorizzati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: basti pensare alle biotecnologie industriali,
alla progettazione sostenibile e circolare dei prodotti, alle tecnologie innovative per l’efficienza
energetica degli edifici, per una mobilità ecosostenibile, per il riciclo chimico, per la cattura, lo
stoccaggio e il riutilizzo della CO2 e per l’idrogeno pulito.

Al fine di agevolare la profonda trasformazione in atto è prioritario garantire tempi certi e
compatibili con le logiche di mercato delle autorizzazioni per i nuovi impianti, i nuovi prodotti o
per l’utilizzo di rifiuti come materie prime seconde. E’, inoltre, necessario riconoscere centralità
alla chimica anche nell’ambito del supporto alla ricerca, considerando l’intero ciclo di vita dei
prodotti e non solo il fine vita o l’impiego di materie prime rinnovabili.

Allo stesso tempo, gestire la transizione significa evitare atteggiamenti inutilmente punitivi e
fughe in avanti. Misure come la Plastic Tax – ulteriormente rinviata al 1° gennaio 2022 ma non
ancora abolita – penalizzano una filiera di eccellenza italiana senza un solido fondamento
scientifico né reali finalità ambientali. Tenuto conto che l’industria chimica è probabilmente il
settore maggiormente interessato dall’enorme mole di regolamentazione attesa a livello europeo
nell’ambito del Green Deal, è fondamentale che l’applicazione sia coerente e omogenea in tutto il
Mercato Unico (destinazione di oltre il 60% dell’export chimico italiano). Il caso della Plastic Levy –
una sorta di sanzione europea sui rifiuti di imballaggi in plastica non riciclata – è emblematico dato
che alcuni Paesi hanno già dichiarato che pagheranno attingendo alla fiscalità generale.

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