SCENARIO ECONOMICO E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE CHIMICHE - LUGLIO 2021
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INDICE PARTE PRIMA - SCENARIO ECONOMICO PER LE IMPRESE CHIMICHE Dopo una crisi senza precedenti, ripartenza diseguale dell’economia mondiale pag. 4 Le tensioni sulle materie prime non innescheranno una spirale inflazionistica pag. 5 L’euro non si rafforzerà ulteriormente verso il $ pag. 6 Il Piano italiano di Ripresa e Resilienza è il più ambizioso in Europa pag. 7 Crescita sostenuta dell’economia italiana nel 2021-2022 pag. 8 L’industria italiana beneficerà del PNRR in un contesto di rafforzamento competitivo pag. 10 PARTE SECONDA - SITUAZIONE E PROSPETTIVE PER L’INDUSTRIA CHIMICA Deciso recupero della chimica in Italia, ostacolato dalle tensioni sulle materie prime pag. 14 Dopo il rimbalzo del 2021, nel 2022 la chimica in Italia consoliderà la crescita pag. 15 L’industria chimica continua ad investire e a creare benessere pag. 16 La transizione ecologica richiede attenzione anche per gli aspetti economici e sociali pag. 17
SCENARIO ECONOMICO PER LE IMPRESE CHIMICHE PARTE PRIMA
DOPO UNA CRISI SENZA PRECEDENTI, RIPARTENZA DISEGUALE DELL’ECONOMIA MONDIALE La pandemia ha provocato una crisi senza precedenti con conseguenze drammatiche in termini di perdita di vite umane e un calo del PIL mondiale nel 2020 (-3,9%) di oltre 10 volte più grave rispetto alla crisi finanziaria del 2009. Grazie alla messa a punto dei vaccini, il 2021 si presenta come l’anno della ripartenza: l’economia mondiale è attesa tornare a crescere del 5,5% per poi assestarsi su un ritmo del 4,2% nel 2022. Tempi e intensità della ripresa saranno, tuttavia, fortemente diseguali tra Paesi in relazione all’andamento della campagna vaccinale, all’entità degli stimoli PIL delle principali Previsioni del PIL aree economiche (indici 2019=100) e del commercio mondiale fiscali e alla struttura economica. Le 120 Cina (var. % reali) 2020 2021 2022 asimmetrie riflettono, in parte, la 115 persistente divergenza tra i servizi – 110 USA Paesi avanzati -4,7 5,4 3,8 105 USA -3,5 6,7 4,4 più pesantemente colpiti dalle 100 Area Euro -6,6 4,3 4,3 restrizioni – e l’industria, che ha 95 Area Euro Cina 2,2 8,6 5,1 sperimentato una rapida risalita e, a 90 2019 2020 2021 2022 Altri emergenti -6,7 3,3 4,4 livello mondiale, ha già superato i Produzione manifatturiera Europa Centrale -2,0 4,4 3,9 livelli pre-crisi. Ciò si riverbera anche mondiale (indice 2010=100) Turchia 1,8 4,4 4,0 sul commercio mondiale, atteso 135 Russia -3,1 3,3 2,8 Medio Oriente -6,0 4,7 1,8 chiudere l’anno con un rimbalzo 130 125 America Latina -7,0 4,6 3,1 dell’8,8% seguito da una crescita 120 PIL mondiale -3,9 5,5 4,2 prossima al 6% nel 2022. 115 Comm. mondiale -6,9 8,8 5,7 110 gen-19 gen-20 mar-21 La Cina non solo ha evitato una Fonte: Prometeia, FMI, Commissione Europea contrazione lo scorso anno, ma è destinata a guadagnare ulteriori quote di mercato grazie ad una crescita prevista del PIL prossima al 9% nel 2021 e al 5% nell’anno successivo. Il gigante asiatico, che ha beneficiato per primo dell’efficace contenimento dei contagi, si avvantaggia della vivace ripresa industriale oltre a rappresentare uno dei principali produttori di dispositivi medici e beni connessi alla transizione ecologica (quali i pannelli fotovoltaici). Negli Stati Uniti si assiste ad una significativa accelerazione del PIL, previsto in espansione del 6,7% nel 2021 (ben oltre il - 3,5% del 2020) e del 4,4% nel 2022. Oltre che dall’avanzato stato della campagna vaccinale, la crescita è sostenuta da un nuovo pacchetto fiscale da 1.900 miliardi di $ – pari a circa il 9% del PIL e destinato principalmente alle famiglie a basso reddito – cui seguirà un piano di investimenti infrastrutturali altrettanto imponente su un orizzonte decennale. La ripartenza è in atto anche nell’Area Euro, tuttavia un avvio più lento della campagna vaccinale, il peso più rilevante del settore turistico e un’entità più limitata degli stimoli fiscali non consentiranno di ripristinare a pieno i livelli pre-crisi nell’anno in corso. Dopo il -6,6% del 2020, il PIL è previsto chiudere il 2021 con una crescita del 4,3% che si confermerà anche nel 2022. A differenza della Cina, gli altri Paesi emergenti stanno sperimentando più difficoltà nella ripartenza a causa dei ritardi nella campagna vaccinale e in presenza di un significativo rialzo dell’inflazione innescato dai rincari delle materie prime. Di conseguenza, soprattutto per questi Paesi, non si possono escludere recrudescenze nei contagi con possibili ricadute non solo sulla domanda ma anche sulle catene di fornitura. 4
LE TENSIONI SULLE MATERIE PRIME NON INNESCHERANNO UNA SPIRALE INFLAZIONISTICA La strada verso la ripresa si sta rivelando altamente volatile e discontinua in quanto l’evolvere della pandemia determina improvvisi fenomeni di stop-and-go dal lato sia della domanda sia dell’offerta. In questo contesto, le imprese stanno affrontando forti rincari e difficoltà di approvvigionamento per numerose materie prime (non solo di natura chimica) con un impatto negativo sui Indice dei prezzi delle commodity (€, 2010=100) Inflazione (%) margini e, in alcuni casi, sulla possibilità stessa di soddisfare gli 130 120 2,5 USA ordini. 110 2,0 100 90 1,5 Questi rialzi dei prezzi riflettono, 80 70 1,0 Area Euro innanzitutto, la vivace ripresa della 60 50 0,5 domanda mondiale amplificata dal 40 ristoccaggio tipico dell’avvio del ciclo 30 2008 2011 2020 2022 0,0 2019 2020 2021 2022 espansivo. 2019 2020 2021 2022 Petrolio (Brent) Le tensioni sono, tuttavia, aggravate 64$ 42$ 65$ 66$ da numerose strozzature dell’of- Fonte: EIA, Prometeia, Commissione Europea ferta, in primis la crisi logistica: i costi dei container sono più che quadruplicati in presenza di una domanda a macchia di leopardo e di necessità di adeguamento delle navi a nuovi standard ambientali; la rarefazione dei voli passeggeri condiziona anche il trasporto merci; l’incidente nel canale di Suez e, più recentemente, i nuovi focolai di Covid-19 in India e Cina hanno determinato ulteriori ritardi nelle partenze dall’Asia. La chimica europea, che per molti prodotti di base è dipendente dall’import, ne risente pesantemente oltre a soffrire di alcune criticità specifiche: la petrolchimica USA – compromessa dall’ondata di gelo – è in via di ripristino, ma tende a soddisfare innanzitutto la domanda locale; la disponibilità di alcune materie prime è condizionata dall’attività di raffinazione che risente della domanda ancora debole di carburanti; gli effetti a cascata lungo le filiere contribuiscono al moltiplicarsi di casi di forza maggiore. Queste tensioni sono destinate a rientrare o bisogna attendersi un nuovo superciclo delle commodity, come prospettato da Goldman Sachs? Nonostante le recenti pressioni al rialzo, il petrolio – nella media del 2021-2022 – è previsto collocarsi intorno ai 65$, cioè su livelli non molto più elevati del 2019. Alla ripresa della domanda seguirà, infatti, la graduale rimozione dei tagli alla produzione da parte dell’OPEC Plus. In generale i vincoli di offerta potranno essere, almeno in parte, superati nella seconda parte dell’anno, anche grazie ad effetti via via meno dirompenti della crisi sanitaria. Tuttavia, i prezzi sono attesi attestarsi su livelli più elevati rispetto al 2019 e, in alcuni casi, le tensioni potranno risultare più persistenti. Da un lato, il 2019 non era stato certo un anno brillante per l’industria mondiale; dall’altro, la domanda potrà confermarsi vivace in relazione all’affermarsi di nuove abitudini di consumo (si pensi, ad esempio, all’impatto dell’e-commerce e del delivery sul packaging) e all’avvio di piani infrastrutturali in ogni parte del mondo. Non bisogna, inoltre, trascurare l’impatto della transizione ecologica che inizia a manifestare i suoi effetti: la domanda 5
di rame e di altri minerali risulterà in forte espansione in funzione delle applicazioni nelle fonti rinnovabili e nei veicoli elettrici, il costo delle emissioni di CO2 per i settori più energy-intensive è quasi raddoppiato, gli investimenti in capacità di estrazione e raffinazione rischiano di frenare, anche in vista dello sviluppo della mobilità elettrica e dei biocarburanti. In questo scenario, bisogna temere una spirale inflazionistica tale da costringere le banche centrali ad aumentare i tassi di interesse? L'inflazione è prevista in significativo rialzo nel 2021, ma per effetto di fattori prevalentemente temporanei: non solo l’aumento delle materie prime, ma anche il confronto con un anno caratterizzato da livelli depressi e, nel caso della Germania, il ripristino dell’IVA ordinaria dopo il taglio del 2020. Inoltre, la debolezza dei servizi e del mercato del lavoro ostacolerà un aumento generalizzato e persistente dei prezzi. Pur non potendo escludere qualche rischio di surriscaldamento, soprattutto negli USA alla luce dei massicci stimoli fiscali, le banche centrali saranno caute prima di aumentare i tassi d'interesse per non rischiare di soffocare la ripresa, anche alla luce dell'elevato indebitamento pubblico e privato. L’EURO NON SI RAFFORZERA’ ULTERIORMENTE VERSO IL $ L’apprezzamento dell’euro nei confronti del $ – avvenuto nella seconda parte del 2020 – è riconducibile, da un lato, all’innalzamento dell’obiettivo di inflazione della banca centrale americana (che comporta una politica monetaria più a lungo espansiva); dall’altro, allo sviluppo dei vaccini, che ha ridotto la fuga verso il $ considerato quale bene rifugio nelle fasi di elevata Valute di alcuni Emergenti incertezza. Cambio euro / $ nei confronti dell’euro nel 2021 Nel complesso del 2021-2022 l’euro 1,5 (var. % in gen-giu rispetto alla media 2020) non è previsto andare molto oltre 1,4 1,20$ in presenza di prospettive di 1,3 Lira turca +18% crescita per gli USA migliori rispetto 1,21 1,20 all’Eurozona. 1,2 1,14 Rublo russo +9% 1,1 D’altro canto, alcuni importanti Paesi 1,0 emergenti (come la Turchia e la 2014 2016 2018 2020 2022 Russia) stanno subendo un significativo indebolimento valutario Fonte: Eurostat, Prometeia a fronte delle difficoltà generate dall'aumento dell'inflazione e dal deflusso di capitali esteri. Possibili aumenti dei tassi di interesse, tesi a contrastare le pressioni sui cambi, frenerebbero la domanda interna. 6
IL PIANO ITALIANO DI RIPRESA E RESILIENZA E’ IL PIU’ AMBIZIOSO IN EUROPA La crisi pandemica ha determinato, diversamente dal passato, una significativa reazione europea con la messa a punto di nuovi strumenti, tra i quali spicca Next Generation EU (NGEU) che renderà disponibili – tra sovvenzioni e prestiti – fino a 750 miliardi di euro nei prossimi 6 anni. L’Italia si conferma tra i maggiori Piani Nazionali di Ripresa Aree di intervento beneficiari di NGEU e ha presentato e Resilienza (miliardi di euro, 2021-26) per la transizione ecologica (%) il Piano Nazionale di Ripresa e 0% 25% 50% 75% 100% Resilienza (PNRR) più ambizioso in 0 50 100 150 200 termini di risorse pubbliche mobi- Italia litate (192 miliardi di euro) anche Spagna alla luce della scelta – unica tra i grandi Paesi europei – di impiegare Francia non solo le sovvenzioni (69 miliardi) Germania ma anche i prestiti (123 miliardi). Nel periodo 2021-2026 intende, inoltre, Transizione ecologica Altro Mobilità Energia attivare il fondo ReactEU e un fondo Transizione digitale Edilizia Altro complementare nazionale per un totale di 235 miliardi di euro. Fonte: Bruegel, Prometeia Una parte consistente delle risorse, superiore agli altri grandi Paesi europei, sarà dedicata alla transizione ecologica (101 miliardi di euro, di cui 85 nel solo PNRR). In particolare gli investimenti per una mobilità sostenibile (40 miliardi) saranno dedicati soprattutto al sistema ferroviario a differenza di Germania e Spagna che punteranno sulla mobilità elettrica. In Italia gli investimenti in ambito energetico (13 miliardi) saranno destinati alle rinnovabili, alle reti intelligenti e all’idrogeno (3 miliardi) mentre Germania e Francia si concentreranno soprattutto su quest’ultimo. In tutti i Paesi sono previsti interventi a favore dell’efficienza energetica degli edifici, particolarmente significativi in Italia (22 miliardi). Tra gli interventi in altri ambiti, il piano italiano include anche il riciclo chimico nell’ambito dei “progetti faro” per l’economia circolare (600 milioni di euro). Si tratta di un’opportunità storica per rilanciare la crescita in Italia e accompagnare la transizione ecologica e digitale, impiegando significative risorse pubbliche e attivando gli investimenti privati. A tale fine risulterà, però, critica una più efficace capacità di programmazione e implementazione della Pubblica Amministrazione oltre all’attuazione delle riforme, volte a migliorare la competitività di sistema e creare un ambiente favorevole agli investimenti. Un impiego non ottimale delle risorse potrebbe, invece, dare un impulso nel breve periodo senza innalzare la capacità di crescita nel medio termine. Per l’industria chimica importanti opportunità potranno emergere, soprattutto in relazione alle risorse dedicate alla transizione ecologica e ad importanti settori clienti (quali le costruzioni e la sanità). La presenza, insieme a progetti specifici, di interventi orizzontali dovrebbe limitare i rischi di effetti “winner takes all” limitati ad un nucleo ristretto di imprese. Andrà, in ogni caso, monitorato l’evolvere – a livello europeo e italiano – delle cosiddette nuove “risorse proprie”, in primis la Plastic Levy introdotta a partire dal 1° gennaio 2021. 7
In questo contesto, la politica fiscale italiana si confermerà fortemente espansiva anche nel 2021- 2022 in presenza di un impegno di risorse, nell’anno in corso, persino superiore al 2020 e corrispondente al 7% del PIL. A fronte del progressivo rientro delle misure per contenere l’impatto Misure fiscali di sostegno Debito pubblico negativo della pandemia, si faranno (miliardi di euro) per tipologia di detentore (% del PIL) strada gli interventi finalizzati a rafforzare la crescita. 140 180 160 120 140 100 Il debito pubblico, dopo il balzo del 120 80 100 2020, è previsto in ulteriore rialzo nel 60 80 60 2021 fino a sfiorare il 160% del PIL 40 40 per poi iniziare una lenta discesa. 20 20 0 0 Anche nei prossimi anni larga parte 2020 2021 2018 2020 2022 2024 2026 del debito pubblico addizionale sarà Privati UE BCE finanziato dagli acquisti della BCE e dai nuovi fondi europei, contribuen- Fonte: Prometeia do a mantenere molto favorevole la spesa per interessi e ad evitare tensioni sullo spread. L’innalzamento della capacità di crescita sarà, tuttavia, essenziale per garantire la sostenibilità del debito nel medio termine, anche a fronte di imprevedibili perturbazioni del contesto esterno. CRESCITA SOSTENUTA DELL’ECONOMIA ITALIANA NEL 2021-2022 Per valutare le prospettive di ripresa dell’economia italiana, è opportuno considerare l’entità delle ricadute negative della pandemia su famiglie e imprese. L’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali ha avuto un ruolo importante Occupati e ore lavorate Impatto della crisi sanitaria nel limitare la perdita di posti di in Italia (indici 2018=100 e var. %) sui lavoratori (%) lavoro che, tuttavia, nel 2020 è 104 Perdita risultata significativa (-2,8%, anche se 102 di reddito, Occupati il dato include le persone in Cassa 100 autonomi -2,8% -0,7% +0,9% 21% 98 Integrazione per oltre tre mesi). 96 Nessuna 51% perdita 94 di reddito 28% L’occupazione è prevista in mode- 92 Perdita rato calo anche nel 2021 (-0,7%) per Ore lavorate di reddito, 90 88 dipendenti poi tornare in territorio positivo nel 2018 2019 2020 2021 2022 2022 (+0,9%). Gli effetti del protrarsi della crisi sanitaria e del progressivo sblocco dei licenziamenti convive- Fonte: Istat, Prometeia, Commissione Europea ranno con la ripartenza delle assunzioni nei settori in più decisa ripresa, favorite dagli sgravi fiscali. Nel complesso il reddito disponibile delle famiglie, dopo un arretramento del 2,7% nel 2020, è atteso in recupero già dall’anno in corso (+2,5% in termini reali seguito dal +1,6% nel 2022) grazie al riassorbimento, almeno parziale, della Cassa Integrazione. Sono, tuttavia, in atto importanti 8
fenomeni redistributivi in quanto alcune fasce di lavoratori (ad esempio nella Pubblica Amministrazione) non hanno subito alcuna perdita mentre altre (soprattutto nel turismo e intrattenimento) sono esposte al rischio di disoccupazione. In effetti l’impatto della pandemia sta risultando molto disomogeneo: a fronte di alcune famiglie e imprese Tasso di risparmio Depositi delle società in difficoltà, altre non sono state delle famiglie (% di reddito disponibile) non finanziarie (miliardi di euro) duramente colpite dalla crisi e potranno, anzi, beneficiare degli 18 90 16 80 incentivi fiscali e di favorevoli 14 12 70 60 condizioni del credito. A differenza 10 8 50 40 delle normali recessioni, il tasso di 6 4 30 20 risparmio delle famiglie e i depositi 2 0 10 0 delle società non finanziarie sono 2017 2018 2019 2020 2012 2014 2016 2018 2020 bruscamente aumentati nel 2020. Di conseguenza, con l’allentamento delle restrizioni e un clima di fiducia Fonte: Prometeia più sereno, tale potenziale di spesa e di investimento potrà, almeno in parte, riattivarsi. Previsioni macroeconomiche per l’Italia Alla luce dell’accelerazione nella (var. % reali, salvo diversa indicazione) campagna vaccinale e delle notevoli 2020 2021 2022 risorse pubbliche iniettate nell’eco- PIL -8,9 4,7 4,3 nomia, il PIL italiano è previsto Consumi privati -10,7 3,8 5,1 crescere del 4,7% nel 2021 e Consumi pubblici 1,6 3,8 -0,5 mantenere un analogo ritmo di Inv. in macchinari e mezzi di trasporto -11,3 11,9 11,5 espansione anche nel 2022 (+4,3%). Investimenti in costruzioni -6,6 14,7 7,0 Esportazioni di beni -8,9 9,5 6,5 Tutte le componenti del PIL sono Importazioni di beni -7,8 9,7 7,0 attese in ripresa, ma a ritmi diversi. Inflazione (%) -0,1 1,4 1,1 Occupati -2,8 -0,7 0,9 Reddito disponibile delle famiglie Le costruzioni – dopo il balzo -2,7 2,5 1,6 prossimo al 15% previsto nel 2021, Fonte: Prometeia, Commissione Europea che consentirà di superare ampia- mente le perdite del 2020 – si confermeranno in buona espansione anche nel 2022 (+7%). Il traino derivante dall’eco e sismabonus al 110%, si accompagnerà alla riattivazione degli investimenti pubblici, sostenuta dai fondi europei (dedicati, in particolare, a rete ferroviaria e stradale, infrastrutture per le telecomunicazioni e l’energia). Anche gli investimenti in beni strumentali e mezzi di trasporto vedranno una rapida ripartenza con tassi di crescita superiori all’11% non solo nel 2021, ma anche nel 2022; le esigenze di rinnovamento tecnologico delle imprese saranno, infatti, sostenute dal potenziamento degli incentivi 4.0 e, più in generale, dai fondi europei oltre a beneficiare di favorevoli tassi di interesse. I consumi pubblici – in accelerazione nell’anno in corso (+3,8%) – sono previsti sostanzialmente stabili nel 2022 (-0,5%). 9
I consumi privati risulteranno, invece, in limitato recupero nel 2021 (+3,8% nel 2021) e in graduale rafforzamento nel 2022 (+5,1%) in presenza di una prolungata debolezza del mercato del lavoro e di fenomeni di ribilanciamento tra le diverse voci di spesa. La ripresa dei mercati internazionali consentirà all’export italiano di beni di recuperare il terreno perduto già nel corso del 2021 (+9,5%) e di consolidarsi nel 2022 (+6,5%). Nonostante il parallelo aumento dell’import (+9,7% nel 2021 seguito dal +7,0% nel 2022), guidato dalla ripartenza della domanda interna, il saldo commerciale tornerà ad ampliarsi superando i 100 miliardi di euro. L’INDUSTRIA ITALIANA BENEFICERA’ DEL PNRR IN UN CONTESTO DI RAFFORZAMENTO COMPETITIVO Il sostegno fornito dal PNRR è atteso ridurre ma non annullare il divario di crescita dell’economia italiana nei confronti degli altri grandi Paesi europei. Al contrario, l’industria manifatturiera – tra le più penalizzate dal grande lockdown dello scorso anno – sta evidenziando una reattività persino superiore: dopo il forte rimbalzo nella seconda parte dello scorso anno e la tenuta nella fase di PIL delle principali economie Produzione industriale recrudescenza dei contagi, nei mesi europee (indici 2019 =100) (indici 2019 =100 e previsioni per l’Italia) più recenti la produzione è stata sostenuta dall’allentamento delle 104 105 Germania +4% 102 Francia 100 +11% restrizioni unito alle esigenze di 100 Spagna Italia 95 ricostituzione delle scorte. 98 90 96 85 94 La capacità di agganciare la ripresa è 92 80 frutto di un intenso processo di 90 75 rafforzamento competitivo dell’indu- 88 2019 2020 2021 2022 70 2019 2020 2021 2022 stria italiana che trova riscontro in una performance all’export migliore di Francia e Germania nel periodo Fonte: Eurostat, Prometeia, Commissione Europea 2015-2019 e meno negativa, anche rispetto alla Spagna, nel 2020-2021. La struttura patrimoniale si è, nel Export di manufatti Patrimonio netto complesso, irrobustita avvicinando (var. % in valore) (% dell’attivo) quella tedesca (patrimonio netto, nel 20 40% 2019, pari al 35% dell’attivo a fronte 15 35% del 37%). Grazie ad un più contenuto 30% 10 25% ricorso all’indebitamento nella fase 5 20% pre-pandemia e alle rilevanti misure 0 15% a sostegno del credito e della 10% -5 5% liquidità, la redditività del capitale -10 0% Spagna Italia Germania Francia 2011 proprio (ROE) – pur avendo subito un 2019 inevitabile deterioramento nel 2020 2015-2019 Germania – si è collocata su livelli (5,2%) meno Gen-mar 2019-2021 Italia penalizzanti rispetto alle crisi del Fonte: Prometeia, Eurostat 2009 e 2013 (quando era scesa sotto il 3,5%). 10
L’industria italiana, partendo da condizioni economico-finanziarie più solide che in passato, non solo ha assorbito meglio i contraccolpi della crisi ma è anche in grado di cogliere le opportunità offerte dal PNRR e riattivare gli investimenti indispensabili per affrontare uno scenario caratterizzato da profondi mutamenti tecnologici e di mercato. In uno scenario di progressivo allentamento delle restrizioni, la produzione manifatturiera italiana – dopo il calo prossimo al 12% subito nel 2020 – è prevista chiudere il 2021 con un recupero dell’11%, tuttavia i rincari delle materie prime limiteranno il ripristino della marginalità. La ripresa potrà consolidarsi nel corso del 2022, anche grazie alle risorse attivate dal PNRR, con un ulteriore rialzo dell’attività previsto pari al 4%. I livelli pre-crisi potranno, di conseguenza, essere recuperati e superati nel corso del 2022. Tempi e intensità della ripresa si confermeranno differenziati tra settori. Il venir meno delle restrizioni e il graduale ritorno ad una vita normale comporteranno un Produzione per settore in Italia nel 2020 parziale riequilibrio, con recuperi più (var. % annuali, salvo diversa indicazione) Gen-apr2021 Recupero significativi per i settori più pena- su 2019 completo -2,7 Elettrodomestici +22,2 2021 lizzati ma non sempre sufficienti a Ind. Manifatturiera -3,0 Alimentare +0,1 2021 colmare le perdite subite. La -11,7 (gen-apr 2021 -4,6 -4,7 Farmaceutica -7,5 2022 Carta +0,2 2021 ripartenza dei servizi, da un lato, su 2019 -2,3) -7,4 Elettronica +4,8 2021 favorirà alcune attività industriali -7,7 -9,0 Chimica Gomma e plastica +0,1 +4,8 2021 2021 ma, dall’altro, potrà generare effetti -9,1 Legno e mobili +6,1 2021 di sostituzione comprimendo la -11,4 -11,6 Elettrotecnica Materiali da costruzione +3,6 +3,7 2021 2021 spesa destinata ai manufatti. -11,6 Metallurgia +2,1 2021 -12,7 Prodotti in metallo 0,0 2021 -13,9 Meccanica -4,5 2022 Elettronica, elettrodomestici e -20,6 Tessile -19,2 Oltre 2022 arredamento si collocano già al di -22,9 Auto e componenti -3,5 2022 -29,4 Cuoio -24,0 Oltre 2022 sopra dei livelli pre-crisi come Fonte: Istat, Prometeia conseguenza del maggior tempo trascorso in casa. Di conseguenza, pur confermando un quadro di crescita, potranno sperimentare segnali di rallentamento. All’estremo opposto il sistema moda, fortemente colpito dalle misure di distanziamento sociale, vedrà un parziale rimbalzo a partire dalla seconda parte dell’anno ma non potrà ripristinare i livelli pre-crisi nemmeno nel 2022, in presenza di una ripresa non completa del turismo internazionale e di una quota strutturalmente più elevata di smart working. Le prospettive per il settore auto – nonostante il significativo recupero dopo il crollo del 2020 favorito anche dagli incentivi, in via di esaurimento – rimangono incerte in relazione ad una transizione tecnologica verso i modelli elettrici non ancora giunta a maturazione e al nuovo assetto produttivo di FCA-PSA. Le riaperture di bar e ristoranti favoriranno, invece, il settore alimentare, atteso recuperare i livelli pre-crisi già nel 2021 anche grazie a migliori opportunità di export. Macchinari, apparecchiature elettriche, metalli e materiali da costruzione – che hanno in buona parte già colmato il divario con i livelli pre-crisi – sono previsti in rafforzamento grazie al traino degli investimenti nell’ambito della transizione digitale e verde. Anche all’interno dei settori, le performance delle singole imprese saranno disomogenee in relazione all’impatto della crisi e alla capacità di ripensare il proprio ruolo e modello di business in funzione delle principali direttrici del cambiamento: centralità di salute, igiene e sicurezza in tutte le applicazioni, digitalizzazione e sostenibilità ambientale. Una forte spinta verso quest’ultima proverrà non solo dalla regolamentazione e dalle risorse pubbliche messe in campo, ma anche dai mercati finanziari in presenza di definizioni e metodi di valutazione sempre più standardizzati. 11
SITUAZIONE E PROSPETTIVE PER L’INDUSTRIA CHIMICA PARTE SECONDA
DECISO RECUPERO DELLA CHIMICA IN ITALIA, OSTACOLATO DALLE TENSIONI SULLE MATERIE PRIME Il recupero della produzione chimica in Italia è proseguito anche durante la fase di recrudescenza dei contagi tra fine 2020 e inizio 2021 (+11,3% su base Produzione chimica e manifatturiera (indici 2015=100) annua nei primi quattro mesi), portando l’attività su livelli 115 110 Chimica in Italia complessivamente non lontani dal 105 100 pre-crisi (-0,5% rispetto allo stesso 95 Chimica UE27 periodo del 2019). Il settore, non 90 85 solo ha subito in misura più 80 Industria italiana contenuta gli effetti del grande 75 70 lockdown, ma evidenzia segnali di 65 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 ripartenza più consistenti rispetto Gen-apr Gen-apr alla media manifatturiera. Var. % 2019 - 2020 2020 - 2021 2019 - 2021 Ind. manifatturiera italiana -11,7% +22,5% -2,6% Chimica in Italia -7,7% +11,3% -0,5% L’andamento si presenta, tuttavia, Chimica in Europa (UE27) -1,8% +5,2% +1,9% ancora discontinuo e disomogeneo Fonte: Istat, Eurostat tra settori e applicazioni. Da un lato, si mantiene sostenuta la domanda di tutti i prodotti chimici indispensabili per l’igiene e la sicurezza. Dall’altro, si assiste ad una ripresa della domanda anche da parte dei clienti industriali colpiti dal lockdown ma con persistenti differenze tra settori: vivace per i comparti connessi alla casa (non solo costruzioni, ma anche elettrodomestici e arredamento), ancora stentata per il sistema moda condizionato dal distanziamento sociale e dalla crisi del turismo internazionale. Risulta sostenuta anche la domanda di materie plastiche impiegate sia per i dispositivi di protezione individuale sia per garantire ottimali condizione di trasporto e conservazione, anche in relazione al diffondersi dei servizi di e-commerce e delivery. Anche in questa crisi, per molti versi unica e peculiare, le esportazioni contribuiscono a sostenere l’attività consentendo di agganciare la vivace ripresa in atto a livello internazionale. Grazie ad un rapido rimbalzo, infatti, l’export chimico italiano ha già ampiamente Export chimico Export chimico superato i livelli pre-crisi (+7,1% in italiano (indice in valore, 2015=100) verso i principali mercati (var. %) valore nei primi quattro mesi rispetto Gen-apr 140 2019-2020 allo stesso periodo del 2019). 2019-2021 130 Germania -3,5 +6,8 Francia -9,9 -1,2 La ripresa si va estendendo a buona 120 Spagna -12,1 +9,4 parte dei mercati esteri. Nel 110 Stati Uniti -0,8 +0,6 Regno Unito -7,3 -16,9 confronto con il 2019, risultano in 100 Belgio +8,9 +28,9 forte espansione la Turchia (+28,5%) 90 Polonia -6,2 +10,2 e la Cina (+18,9%) oltre al Belgio 80 Turchia 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Paesi Bassi -1,2 +28,5 +7,3 +16,9 (+28,9%) e ai Paesi Bassi (+16,9%) Cina +22,5 +18,9 che rappresentano anche importanti Intra-UE -6,7 +5,9 centri di smistamento per il resto del Extra-UE -2,8 +8,8 mondo. In significativa ripresa anche Fonte: Istat Totale -5,0 +7,1 Germania (+6,8%), primo partner commerciale, Spagna (+9,4%) e Polonia (+10,2%) mentre la Francia permane in territorio 14
lievemente negativo (-1,2%). Anche gli USA mostrano una certa debolezza (+0,6%) probabilmente da ricondurre all’ondata di gelo che ha provocato ingenti danni in via di ripristino. Il Regno Unito subisce un vero e proprio tracollo (-16,9%) a seguito della Brexit. A fronte di un andamento della domanda in miglioramento ma ancora a macchia di leopardo, si riscontrano diffuse criticità in relazione alla disponibilità e ai costi di numerose materie prime. La forte e, per certi versi, inaspettata ripresa della domanda mondiale si scontra con i vincoli di offerta in presenza di un incremento senza precedenti dei costi della logistica internazionale e di una limitata disponibilità delle materie prime connesse alla raffinazione (stante la domanda ancora debole di carburanti) in un contesto che vede, per diversi prodotti chimici di base, il mercato europeo dipendente dalle importazioni. Tali tensioni producono effetti a cascata lungo le filiere e generano incertezza, complicando la gestione operativa: si assiste, da un lato, ad una corsa agli acquisti da parte dei clienti e, all’estremo opposto, allo stop o al rallentamento forzato di alcune produzioni (come nel caso del settore auto). Questa situazione rende evidente, una volta di più, che il mantenimento di una chimica competitiva è essenziale per garantire autonomia strategica all’Europa. Anche l’accelerazione impressa alla transizione ecologica innesca aggiustamenti, talvolta repentini, che possono generare turbolenze nei mercati. In un anno il costo dei permessi per le emissioni di CO2 nell’ambito del sistema ETS – che coinvolge le componenti più energy-intensive della chimica – è quasi raddoppiato a seguito dell’innalzamento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni in presenza di fenomeni anche speculativi. In Italia l’impatto negativo è duplice in quanto, a differenza di altri Paesi europei, non è prevista la compensazione dei costi indiretti dell’energia elettrica. Il mercato delle materie prime seconde vede andamenti dicotomici: da un lato, l’offerta di materiali più facilmente riciclabili fatica a tenere il passo con la domanda; dall’altro, la messa a punto di applicazioni più complesse ma rilevanti da un punto di vista ambientale non sempre trova una piena ricettività nel mercato. DOPO IL RIMBALZO DEL 2021, NEL 2022 LA CHIMICA IN ITALIA CONSOLIDERA’ LA CRESCITA Nell’ipotesi di effetti via via meno dirompenti della pandemia e di un Previsioni per l’industria chimica in Italia progressivo allentamento delle re- 2020 Var. % in volume strizioni, si prevede che l’industria miliardi di € 2020 2021 2022 chimica in Italia chiuda il 2021 con Domanda interna 57,5 -8,2 +8,5 +3,5 Importazioni 36,3 -4,5 +6,5 +3,5 un incremento della produzione pari Esportazioni 29,4 -2,4 +6,0 +2,5 all’8,5% che consentirà di ripianare Produzione 50,6 -7,7 +8,5 +3,0 le perdite subite nel 2020 (-7,7%). Indici in volume, 2007=100 120 export I livelli di attività si confermeranno, 115 però, diversificati tra settori e singole 110 105 imprese e i margini risentiranno dei 100 diffusi rincari delle materie prime, 95 domanda interna soprattutto laddove la domanda a 90 85 valle risulta ancora fragile. 2016 2018 2020 2022 Fonte: Istat, Federchimica 15
Dopo il rimbalzo, per certi versi, fisiologico dell’anno in corso, la ripresa potrà consolidarsi nel 2022 (+3,0% previsto) in presenza di un miglioramento della domanda industriale meno frammentario e più corale. A fronte di segnali di miglioramento attesi anche nei settori più penalizzati dal distanziamento sociale (quali la moda e la cosmetica), la domanda dei beni più strettamente connessi all’emergenza sanitaria mostrerà inevitabilmente un rallentamento assestandosi, tuttavia, su livelli in molti casi superiori al pre-crisi. Anche l’export potrà confermarsi in espansione (+2,5% previsto in volume nel 2022 dopo il +6,0% del 2021) beneficiando di una ripresa diffusa ai principali mercati di destinazione. La riattivazione della domanda interna e il superamento delle difficoltà logistiche porteranno anche all’aumento dell’import (+3,5% atteso nel 2022 dopo il +6,5% nel 2021). Questo scenario potrà concretizzarsi a condizione che l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non subisca rallentamenti e si inserisca in un sistema normativo – a livello italiano ed europeo – stabile, coerente e favorevole agli investimenti tecnologici essenziali per affrontare con successo la transizione ambientale. L’INDUSTRIA CHIMICA CONTINUA AD INVESTIRE E A CREARE BENESSERE La crisi sanitaria non ha compro- messo la capacità di sviluppo Andamento degli investimenti Andamento dell’occupazione nell’industria chimica dell’industria chimica in Italia e la nel 2020 rispetto al 2019 sua proiezione verso il futuro. (% di imprese, saldi tra aumento e calo) (migliaia di addetti) -10 -5 0 5 10 15 20 25 112 Tecnologie Grazie alla sua solidità finanziaria e e digitalizzazione 111 alla natura essenziale dei suoi Sostenibilità sociale 110 109 e ambientale prodotti, non solo per affrontare 108 l’emergenza sanitaria ma anche per R&S 107 garantire il benessere di ogni giorno, Internazionalizzazione 106 105 la chimica ha mostrato una tenuta 104 migliore della media manifatturiera Capitale umano 103 nel 2020 e una più rapida ripartenza 102 Chimica 2015 2016 2017 2018 2019 2020 nel 2021. Totale industria Fonte: elaborazioni su Istat Anche in un annus horribilis come il 2020, le imprese chimiche hanno continuato a investire a fronte di una tendenza diffusa al rinvio e alla compressione degli investimenti nell’industria italiana. Le imprese del settore sono, infatti, consapevoli che la sfida di uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e socialmente inclusivo richiede un forte impegno con investimenti su molteplici fronti. Negli ultimi 4 anni il settore ha generato oltre 5.000 nuovi posti di lavoro e – dopo la sostanziale tenuta evidenziata nel 2020 – nell’anno in corso le attese sull’occupazione si sono riportate in territorio positivo, segno che le imprese stanno investendo sulle risorse umane anche per dotarsi di nuove competenze. 16
LA TRANSIZIONE ECOLOGICA RICHIEDE ATTENZIONE ANCHE PER GLI ASPETTI ECONOMICI E SOCIALI Per tramutare la transizione ecologica in un’occasione di sviluppo ed evitare i rischi di declino competitivo e impoverimento, è fondamentale mantenere un approccio equilibrato e attento a tutte e tre le componenti dello sviluppo sostenibile, inclusi gli aspetti economici e sociali. L’industria chimica rappresenta già Posizionamento nelle tre dimensioni oggi un modello di riferimento con dello sviluppo sostenibile performance migliori della media Imprese esportatrici Dimensione manifatturiera in tutti gli ambiti (%, 2018) economica della sostenibilità. Ricerca e proie- Riduzione delle 100% emissioni di gas serra 80% Imprese zione internazionale consentono un (var. % 1990-2019) 60% con R&S interna posizionamento competitivo più 40% (%, 2018) 20% avanzato e si traducono in retribu- Dimensione ambientale 0% zioni più elevate. Investimenti in Retribuzioni medie innovazione e formazione sono le Imprese che investono (indice chimica = 100%, in prodotti e tecnologie chiavi di volta anche per promuovere 2019) eco-sostenibili (%, 2015-19) la sicurezza e la tutela ambientale. Dimensione Calo di malattie professionali sociale Chimica (per milione di ore lavorate, La chimica è strategica per Ind. manifatturiera var. % 2010-2019) Fonte: Istat, Inail, Ispra, Fondazione Symbola perseguire con successo la transizione ecologica, attraverso la messa a punto di soluzioni tecnologiche in grado di contrastare il cambiamento climatico e la scarsità delle risorse senza sacrificare il benessere. Grazie alle sue competenze e alla collocazione a monte di numerose filiere, la chimica allontana i limiti dello sviluppo ottimizzando i processi e utilizzando sempre meglio le risorse, minimizzando l’uso di quelle più preziose, riutilizzandole o sostituendole, valorizzando anche gli scarti. La chimica si appresta a fare un ulteriore salto di qualità grazie ai numerosi ambiti di sviluppo, alcuni dei quali valorizzati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: basti pensare alle biotecnologie industriali, alla progettazione sostenibile e circolare dei prodotti, alle tecnologie innovative per l’efficienza energetica degli edifici, per una mobilità ecosostenibile, per il riciclo chimico, per la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo della CO2 e per l’idrogeno pulito. Al fine di agevolare la profonda trasformazione in atto è prioritario garantire tempi certi e compatibili con le logiche di mercato delle autorizzazioni per i nuovi impianti, i nuovi prodotti o per l’utilizzo di rifiuti come materie prime seconde. E’, inoltre, necessario riconoscere centralità alla chimica anche nell’ambito del supporto alla ricerca, considerando l’intero ciclo di vita dei prodotti e non solo il fine vita o l’impiego di materie prime rinnovabili. Allo stesso tempo, gestire la transizione significa evitare atteggiamenti inutilmente punitivi e fughe in avanti. Misure come la Plastic Tax – ulteriormente rinviata al 1° gennaio 2022 ma non ancora abolita – penalizzano una filiera di eccellenza italiana senza un solido fondamento scientifico né reali finalità ambientali. Tenuto conto che l’industria chimica è probabilmente il settore maggiormente interessato dall’enorme mole di regolamentazione attesa a livello europeo nell’ambito del Green Deal, è fondamentale che l’applicazione sia coerente e omogenea in tutto il Mercato Unico (destinazione di oltre il 60% dell’export chimico italiano). Il caso della Plastic Levy – una sorta di sanzione europea sui rifiuti di imballaggi in plastica non riciclata – è emblematico dato che alcuni Paesi hanno già dichiarato che pagheranno attingendo alla fiscalità generale. 17
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