Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione
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Migrants waiting to be seen at the health clinic in Istanbul, Turkey. © IOM / Muse Mohammed 2016 Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione Arianna Santero «La salute e lo stato delle donne nel mondo» Ivrea - 12 novembre 2019 Evento Formativo Regionale - Cod. ECM 134 - 34937
Perché è importante: • le donne sono molte…e anche i migranti Dibattito/Rappresentazioni vs Statistiche • In aumento • Incidenza drammatico stazionaria • Asilo come • Famiglia e ragione lavoro prevalenti prevalente • Largamente • Largamente Europea, maschile, da femminile, Africa e Medio- cristiana Oriente, di • Benefica per religione tasse, contributi, • almeno 3,4% pop. mondiale musulmana consumi? •circa 11% pop. UE-28, malgrado diminuzione • Gravosa per lo saldi migratori paesi meridionali Stato (fonti: Caritas Migrantes, UN, Eurostat, IOM)
Famiglie migranti in Italia Popolazione straniera in Italia (2019) Foreign residents in Italy by country of origin – Incidenza sul totale residenti: 8,7% first 3 nationalities in 2019 5.255.503 di cui donne: 52% Country No. % on the foreign minori: 20% of origin residents dall’UE: 30% Romania 1.206.938 f 57% 23% *studenti 9,7% - 63,8% 2G Albania 441.027 f 48% 8,4% • La migrazione famigliare è la Permessi di soggiorno non UE Istat 2019 Morocco 422.980 f 47% 8% categoria principale di ingresso di cui: 43% motivi di famiglia nei paesi OCSE, circa il 40% dei flussi e da un quarto a metà dello Nel 2014: 52,5% lavoro (F39,7%) stock (IMO 2018) 34,1% famiglia (F64,5%) 7% asilo • Presenta peculiarità secondo la 3,2% studio provenienza e la struttura della 3,2% altro famiglia Miste straniero e • Le famiglie con almeno uno italiana 2% Entrambi stranieri 3% straniero in Italia sono 1,8 milioni Miste italiano e 57,5% vive nel straniera 7% Nord, 25,4% nel Centro, Entrambi italiani Child Migration &the Law: Status, detention and 12,2% nel Sud court proceedings 88% e 4,9% Isole https://www.youtube.com/watch?v=wXV7k9Uif28 Matrimoni per tipologia di coppia (Istat 2016)
Profilo per età e sesso della popolazione residente in Italia, cittadini non italiani e italiani (2011). Popolazione con cittadinanza italiana 100 e più 95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 maschi femmine Fonte: elaborazione da dati Istat.
Profilo per età e sesso della popolazione residente in Italia, cittadini non italiani e italiani (2011). Popolazione con cittadinanza non italiana 100 e più una popolazione 95 90 giovane con 85 80 75 pochi anziani, 70 65 molti adulti e 60 55 bambini 50 45 graduale 40 35 30 avvicinamento a 25 20 modelli 15 10 riproduttivi 5 0 autoctoni 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 maschi femmine Fonte: elaborazione da dati Istat.
Profilo per eta' e cittadinanza della popolazione residente al 1° gennaio 2007 - Italia 3,2 3,0 2,8 2,6 2,4 2,2 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 e più italiani stranieri
Profilo per eta' e cittadinanza della popolazione residente al 1° gennaio 2011 - Italia 3,2 3,0 2,8 2,6 2,4 2,2 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 e più italiani stranieri
Perché è importante: •le donne sono molte…e anche i migranti • guardare a loro aiuta a capire processi che riguardano tutti: meccanismi di costruzione (e riproduzione) delle diseguaglianze e dei nuovi rischi sociali; relazioni di potere asimmetriche e controllo delle risorse tra gruppi, processi di costruzione di relazioni familiari; definizione di obbligazioni e aspettative; influenza del contesto; dimensioni ideali, valoriali e culturali
Fonte: “Let’s talk about race” , O - the Oprah Magazine, maggio 2017.
• Gli immigrati in Italia mostrano tassi di occupazione relativamente simili (o più alti a parità di altre condizioni) e livelli salariali inferiori rispetto a quelli dei nativi, e si presentano come nettamente meno qualificati rispetto agli immigranti residenti in altri paesi UE % di immigrati e nativi con istruzione terziaria (ISCED 5-8), 2016. “Ethnic penalties” nel mercato del lavoro in Italia LAVORI DELLE 5P Frattini e Vigezzi, 2018, ELFS 2nd Migration Observatory Report
Quando lavorare non basta: Working poor Essere un lavoratore povero significa avere una retribuzione inferiore a 2/3 del salario mediano calcolato su base oraria: più bassa è la remunerazione più ci si allontana dal decent work. Secondo stime Istat 2016, working poor 6/10 donne immigrate che svolgono un lavoro pagato
Diversi indicatori suggeriscono l’esistenza di tensioni tra impegni di lavoro e famiglia specie per gli immigrati (Bonizzoni, 2014; Santero e Naldini, 2017): 1) Declino del numero di nati da madre straniera (dal 2012) 2) Sovra-rappresentazione immigrati nei settori meno qualificati e meno pagati (Reyneri & Fullin, 2011; Istat, 2015) e nelle nicchie più informali e etnicizzate come nel caso di colf e “badanti” (Sciortino, 2004; Ambrosini, 2013; Triandafyllidou, 2013) 3) Elevato tasso di disoccupazione delle donne straniere (OECD) 4) Più alto rischio di povertà dei bambini nelle famiglie immigrate (es. Saraceno, Sartor & Sciortino, 2013)
Immigrant families and public policies: purpose to explore the relative position of migrant families in the countries of destination with respect to access to family entitlements 15
Migrant families, care & policies in receiving countries The (transnational) caregiving 'capacity' is influenced by: Migration regimes influence STRUCTURAL FACTORS order of arrivals; gendered rates of family reunions; Welfare reform can household structures; reduce eligibility directions & degree of influencing family dependency; visits relationships (Glick 2010); (MAFE 2013, Kofman 1999, Glick MESO FACTORS 2010, Attias-Donfut et al. 2012, obstacles due to language Baldassar Baldock & Wilding and family structures 2007, Bonizzoni 2014) (Hirokazu et al. 2014); intra- EU migrants underuse entitlements (Eurofound INDIVIDUAL FACTORS 2015) Socio-economic resources, 'sense of duty', ideals on motherhood & fatherhood 16 (Baldassar et al. 2007, Bryceson &Vuorela 2002, Faircloth et al 2013, Parreñas 2005)
A cross-country perspective. Migration, labour and welfare regimes – the nexus migration welfare 17
Un esempio: RdC in Italia La legge che introduce il Rdc prevede (art. 2) che questo venga concesso tanto ai cittadini italiani quanto ai cittadini stranieri, comunitari o extracomunitari (con carta di soggiorno), purché residenti in Italia da dieci anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo 6 marzo-8 ottobre 2019 delle 982 mila domande accolte (65% delle presentate), il 10 per cento va a nuclei familiari composti da stranieri (3% UE,6% extraUE,1%miste) Una percentuale troppo alta o troppo bassa? Se gli stranieri residenti in Italia nel 2009 fossero tutti rimasti in Italia per dieci anni, e consecutivamente negli ultimi due, la loro percentuale sul totale della popolazione sarebbe pari al 6,4. Si può dunque sostenere che gli stranieri sono proporzionalmente avvantaggiati, rispetto agli italiani, nel ricevere il reddito o la pensione di cittadinanza? La risposta è negativa. Non è corretto guardare al dato complessivo della popolazione ma si deve anzi guardare in particolare al sottoinsieme dei poveri, che sono i destinatari di queste misure. • Istat 2018: 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà: 68,9% soli italiani e 31,1% con stranieri Una possibile spiegazione Il requisito dei 10 anni di residenza Una circolare INPS 5 luglio ha sospeso "l’istruttoria di tutte le domande presentate a decorrere dal mese di aprile 2019 da parte di richiedenti non comunitari« perché la legge di conversione (art. 2 co. 1 bis) del decreto che ha introdotto Rdc/Pdc ha imposto nuove condizioni a carico dei cittadini extra-comunitari per l’ottenimento della misura: dimostrare la propria situazione patrimoniale e reddituale producendo "una certificazione dell’autorità estera competente, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare italiana". Questa previsione non si applica ai rifugiati politici e ai "cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea nei quali è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni". L’individuazione dei Paesi dove è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni in questione è demandata a un decreto attuativo del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, 19 la cui
Results. Child benefits General TCN/migrants Portable means-tested but inclusive Italy long-term residence NO timely application universal legal residence OR Netherlands granted employment YES automatically (if not resident) legal residence Partial Israel (semi-)universal 6-months-employment (up to 3 (limited due to de- months) familisation policies) 20
Results. Pregnancy, Maternity and/or Parental Leave General TCN/migrants Portable employment status affected due to Italy type of employment vulnerable YES matters employment status employment status affected due to Netherlands type of employment vulnerable NO matters employment status requested to leave SEMI upon birth; may be (for Israeli citizens Israel employment status allowed to return working for Israeli without the baby employer) 21
Results. Childcare allowances/services General TCN/migrants Portable Subsidised childcare; residence status level related to: Italy – income differences per area NO – family composition of residence SEMI Tax-related residence status (those who childcare allowance: (indirectly => Netherlands – scope employment employment live and/or work in – income level permit) EU/EEA) Subsidised childcare for citizens and residents: labour migrants – family structure Israel – employment status & non-eligible => own NO system scope – income level 22
Essere «meritevoli» : criteri diversi Supports to family relations - and the subsequent circulation of care and economic resources within the family – tend to be stratified between citizens and non-citizens – yet the stratification differs per country and type of entitlement. TCNs: there is a clear intersection/interplay between migration status, residence status and entitlement Different types of barriers to family-related entitlement can be distinguished, incl. legal, bureaucratic, economic 23
Conciliazione tra famiglia e lavoro delle famiglie migranti comportamenti e narrazioni delle donne migranti alla nascita del primo figlio, la loro partecipazione al mercato del lavoro durante la transizione alla genitorialità nel paese di destinazione, il loro uso di congedi, nidi o strategie di cura basate sul supporto informale.
IL RUOLO DEL CONTESTO ITALIANO Welfare state italiano è stato classificato ‘familialism by default’ assumendo non solo ruoli di genere tradizionali ma anche forti obbligazioni intergenerazionali. Italia è anche descritta come corporativista, con protezioni sociali che seguono le divisioni del mercato del lavoro, acuite dagli 1990s da un percorso Mediterraneo di “parziale e selettiva deregolazione” (Esping- Andersen & Regini 2000, Barbieri e Sherer, 2009) In questo contesto, migranti con occupazioni precarie (Fullin and Reyneri, 2010; OECD, 2014; Venturini and Villosio, 2017), specie nel settore domestico/della cura (Bettio, Simonazzi and Villa, 2006; Da Roit et al. 2013; Ambrosini, 2013), possono non avere accesso a misure di conciliazione (Bonizzoni, 2014; Santero & Naldini, 2017). Inoltre, politiche migratorie più restrittive/securitarie riducono il supporto da parenti che vivino vicino. 25
Scelta o vincoli? Contesto culturale e istituzionale Institutional Context Ideali di genitorialità e “maglio per il bambino” Risorse socio- (di Lui e di Lei) economiche (di Lui e di Lei) Pratiche di conciliazione famiglia-lavoro e interruzioni lavorative 26
Mixed-method Quantitativo Istat 2012 “Indagine campionaria sulle nascite e le madri” dati su madri straniere e italiane occupazione e conciliazione durante la gravidanza e 2 anni dopo la nascita dei figli Qualitativo 44 Interviste con genitori di diversi paesi d’origine e circuiti migratori (Romania, Marocco, Tunisia, Perù) narrazioni intorno alle strategie di conciliazione e alle pratiche di cura durante la gravidanza e 2-6 anni dopo la nascita dei figli (research project “Practices and Policies around Parenthood. Work-family balance and childcare in multicultural contexts” - comparative Transparent research network – CSP&UNITO funds – Santero e Solera, 2018)
RISULTATI – ANALISI QUANTITATIVE -Le madri straniere sono più spesso fuori dal mercato del lavoro che le madri italiane, e più spesso per ragioni famigliari, specialmente se dall’Africa -L’istruzione fa meno differenza -Quando lavorano, le madri immigrate sono più concentrate nei lavori poco pagati (manuali) e il tipo di contratto ha lo stesso effetto sul rischio di interruzione che per le italiane. Questo suggerisce l’importanza di meccanismi strutturali e non solo culturali -Più importanti nelle strategie di conciliazione i servizi educativi, meno i nonni
RISULTATI – ANALISI QUALITATIVE Gli ideali espressi dagli intervistati riguardano pratiche di cura centrate sulla madre e “buon padre procacciatore di reddito”. Tuttavia, emergono tensioni tra ideali/piani e le pratiche intorno alla partecipazione occupazionale e alle responsabilità di cura: • Interruzioni lavorative involontarie • Rientri al lavoro nel primo anno del bambino Pur nello stesso contesto instituzionale, economico e culturale, i genitori migranti hanno una posizione strutturalmente svantaggiata rispetto ai nativi e attuano pratiche di conciliazione flessibili, agency Romania: ideali paritari (pur con pratiche asimmetriche) Perù: legittimità delle “madri (single) procacciatrici di reddito” Marocco: prevalenza di asimmetrie di genere sia negli ideali che nelle pratiche, ma innovazioni rispetto alla famiglia d’origine e minore controllo sociale in emigrazione
IL CONTESTO CONTA! • Emergono contraddizioni tra ideali (“the good father provider”, “intensive motherhood”) e pratiche • Narrazioni “tradizionali” possono essere usate per colmare gli scarti tra ideali e pratiche • Anche se l’immigrazione incoraggia l’innovazione e la negoziazione dei rapport di genere e tra generazioni, il contesto ricevente nel caso italiano tende a ridurre l’emergere di pratiche meno asimmetriche di divisione delle responsabilità tra lavoro di cura e lavoro pagato nelle famiglie migranti e a sfavorire la permanenza nel mercato del lavoro pagato delle madri
Un «peso» per il welfare state? I risultati di ricerca disponibili non supportano le rappresentazioni degli immigrati come “individui immeritevoli” rispetto alla sostenibilità dei sistemi di welfare dei paesi riceventi, ma un quadro è più complesso, con variazioni tra gruppi di immigrati, paesi di ricezione, aree di policies e misure (es. Anastasa & Paligrova 2005; Giua 2017, Zimmerman et al 2012; EC 2014; Luppi et al 2017, Eurofond 2015, EC 2019): 1) In diversi paesi, gli immigrati tendono a essere sottorappresentati tra chi riceve benefici per pensioni d’anzianità, salute, disabilità, e sovrarappresentati tra beneficiari di sussidi di disoccupazione, per la famiglia e l’infanzia (Zimmerman et al 2012; EC 2014; EU 2019) 2) Gli immigrati sono relativamente più propensi a ricevere benefici non contributivi (assistenza sociale/ housing) e meno contributivi (pensioni d’anzianità, trasferimenti per disoccupazione e malattia) soprattutto nei paesi con welfare più generoso (Boeri 2009) 3) Controllando per status socio-economico gli immigrati tendono a utilizzare meno benefici rispetto ai nativi (Barrett & Maitre 2011, EC 2019) e l’occupazione risulta l’unico determinante del contributo fiscale netto degli immigrati (OECD 2013) 4) Pochi studi in Italia, alcuni risultati mostrano che solo una minoranza di immigrati ha aspettative di supporto pubblico, quasi esclusivamente verso i bambini – pur con differenze tra paesi d’origine e livello d’istruzione, la conoscenza delle misure esistenti è limitata (Albertini e Semprebon, 2018); le domande sono inferiori ai beneficiari potenziali e è più elevato il tasso di respingimento (Ponzo e Ricucci 2013); non titolarità per posizione strutturale (Bonizzoni 2014, Santero 2016) residenza/abitazione (es Gargiulo)
Famiglie Migranti e Welfare in prospettiva di genere e generazione: strumenti concettuali e metodologici
Genere, famiglie e migrazioni • Le migrazioni internazionali attraverso il concetto di genere (Kofman & Raghuram, 2015) • Intersectionality • “catena globale della cura” • politiche migratorie e obbligazioni famigliari Welfare States e Diritti degli immigrati • Stratificazione Civica (Lockwood, 1996) • Politiche di inclusione e esclusione (Sainsbury, 2012) • “Politics of belonging” (Yuval-Davis, 2012)
Intersectionality (Crenshaw, 1989) teorie del triplice svantaggio: genere, classe e etnia (Anthias e Yuval Davis 1992, Campani 1994 2003) Ogni persona appartiene a più categorie sociali. Non basta fare un elenco di queste categorie ma è necessario considerare le relazioni esistenti tra di loro https://www.ted.com/talks/kimberle_crenshaw_the_urgency_of_intersectionality Divisione internazionale del lavoro riproduttivo (Parreñas 2000) e “catena globale della cura” (Hochschild 2000, Anderson 2000, Balsamo Colombo Andall, 2003, Ehrenreich e Hochschild 2004, Marchetti ) Sempre più donne nei paesi a economie avanzate affidano lavoro famigliare a donne (o uomini) migranti, che a loro volta lasciano nel paese d’origine bambini o anziani e delegano altre donne a prendersene cura. Nella “divisione internazionale del lavoro riproduttivo” (Parrenas 2000) ogni anello della catena è una lavoratrice che dipende da un’altra, con legami personali asimmetrici “attraverso il globo basati sul lavoro di cura pagato e non pagato” (Hochshild 2000) *domestic workers' meeting in new delhi. january 2014. photo by sabrina marchetti domequal.eu
Processo a tre livelli: quando una madre migrante CATENE DI CURA del sud del mondo lascia nel paese d’origine i suoi famigliari per prendersi cura dei bambini e della Williams da concetto di Parreñas famiglia di una donna lavoratrice di un paese ricco del nord del mondo. Sfide: • Le catene sono sia regionali che globali • Non vi è una netta separazione tra paesi di ricezione e di invio • Presenza di immigranti senza figli • Presenza di migranti che portano i figli con sé e spesso anche le loro madri • Non è un lavoro di cura rivolto solo al ceto più elevato • Presenza di lavoratori uomini UN Women, Facebook post, 09.12.2018
“Women comprise about 73.4 per cent (or around 8.5 million) of all migrant domestic workers. Domestic work is a much more important source of employment for female migrant workers than for male migrant workers – 13 per cent of all female migrant workers are domestic workers while only 4 per cent of male migrant workers are engaged in paid domestic work”. Amelita King-Dejardin, The social construction of migrant care work. At the intersection of care, migration and gender, International Labour Office – Geneva: ILO, 2019
NUOVI TREND NELLE POLITICHE DI CURA • Investimento statale nel capitale umano degli adulti in età da lavoro • Aumento dell’occupazione femminile • Modernizzazione del welfare CONTRADDIZIONI Lo stato riconosce la sua responsabilità nell’andare incontro alle donne lavoratrici (doppio ruolo) Ma dall’altra parte non ci sono servizi statali e le politiche si basano su trasferimenti monetari crescita del mercato aiuto domestico spesso a Svolto da coloro che hanno privato basso costo senza tutele minore potere negoziale
NUOVI TREND NELLE POLITICHE DI CURA Dal punto di vista storico da sempre i migranti che lavorano nei settori di cura hanno avuto un ruolo importante come fornitori di servizi è l’unico modo per mantenere un modello di welfare basato sull’ingresso delle donne nel MdL e su un mercato della cura sottovalutato e sottopagato. CONTRADDIZIONI Lo stato riconosce la sua responsabilità nell’andare incontro alle donne lavoratrici (doppio ruolo) Ma dall’altra parte non ci sono servizi statali e le politiche si basano su trasferimenti monetari crescita del mercato aiuto domestico spesso a Svolto da coloro che hanno privato basso costo senza tutele minore potere negoziale
POLITICHE DI CURA dell’infanzia: POLITICHE MIGRATORIE: • Rapida crescita dell’occupazione femminile • Passaggio da paese di • Pochi congedi, bassa copertura nidi emigrazione a paese di • Dagli anni ‘90 crescita del lavoro di cura privato immigrazione non controllata / securitaria SPAGNA, ITALIA
CONVERGENZE TRA REGIMI SVEZIA GRAN BRETAGNA SPAGNA/ITALIA • Servizi pubblici Passaggio da AU PAIR • Modello MIGRANT IN • Poche assunzioni nel settore privato THE FAMILY - MODEL • Poco affidamento sulla famiglia a YOUTH MOBILITY SCHEME OF CARE • Sussidi per madri lavoratrici • Regolarizzazione delle donne migranti
TREND EMERGENTI NON VISIBILI NELLE STATISTICHE • Lavoro nero • Mercato grigio del lavoro domestico • La regolamentazione del settore dei servizi a domicilio ha migliorato le condizioni di lavoro delle lavoratrici domestiche ma non le condizioni di quelle irregolari «Semi-compliance» = abbiamo una politica migratoria che definisce delle regole, ma i costi per seguirle sono tali che in ogni paese si crea una zona d’ombra che conviene ai datori di lavoro e anche ai migranti stessi.
PRATICHE E POLITICHE DEL MERCATO DEL LAVORO Lavoro svolto entro le mura domestiche Meno protezioni contrattuali e più sfruttamento UN Women, Facebook post, 09.12.2018
ENFASI SUI FATTORI POLITICI I discorsi politici influenzano la politica di cura. Esempio: Italia
CATENE GLOBALI DI CATENE GLOBALI DI CURA ASSISTENZA INFERMIERISTICA Williams individua delle similitudini tra lavoratori sanitari e lavoratori migranti impiegati nel settore di cura a domicilio: • Discriminazioni • Mancanza di riconoscimento • Scarse tutele
Who cares the carers? Famiglie transnazionalità forzata, nuclearizzazione e “agency” Vs VISIONE DEFICITARIA Le leggi migratorie e il contesto ricevente definiscono le risorse delle famiglie migranti, alcuni comportamenti possono essere “strategie di coping” es. Progettualità breve
Civic stratification: diritti stratificati • La teoria della stratificazione civica (Lockwood, 1996; Morris, 2003; Kofman, 2005) aiuta a studiare se e come determinate categorie di cittadini migranti incontrino barriere legali (e pratiche) nell'accesso ai diritti sociali nei paesi riceventi • Per "esclusione civica" si intendono ostacoli legali e/o sostanziali per l'accessibilità di tali diritti • Secondo Lockwood (1996, p. 537), "deficit civico" è una situazione in cui una mancanza di risorse impedisce l’esercizio di diritti formalmente goduti o l’acquisizione di requisiti per esserne titolare • Deficit fiscale (risorse economiche) • Deficit di potere (capacità di esercitare i diritti) • Deficit da stigma (rappresentazione sociale e morale (de)legittimante l'effettivo impiego dei benefici)
Un esempio: i diritti sociali dei migranti interni all’UE Sistemi di Welfare e barriere di Genere e Generazione - Criteri di accesso sembrano essere più restrittivi nei paesi che sviluppano i sistemi di welfare più generosi - Genere, età, situazione occupazionale e famigliare sono aspetti cruciali nel limitare l’accesso ai diritti sociali - Le categorie più esposte sono, tra le persone “non economicamente attive”, studenti, “dependent family members”, madri single (per l’intersezione tra situazione famigliare e posizione lavorativa). • E tra gli attivi, i lavoratori a basso reddito (Fonte: http://beucitizen.eu/publications/gender-and-generational-dimensions-in- accessing-to-social-rights-by-eu-mobile-citizens-deliverable-9-2/ paesi: Denmark, Germany, the Netherlands, Spain, Sweden, Hungary, Italy and UK - pre Brexit data collection; aree di policies: Subsistence benefits; Health care; Housing; Education) 47
Approcci comparativi alternativi su migrazione, integrazione e Stato 1.“Political economy" (Castles & Kosack, 1973, Solomos, 1993): flussi migratori e discriminazioni nei confronti degli immigrati in termini di funzione all'interno del capitalismo avanzato e delle sue caratteristiche relazioni centro-periferia 2.“Cittadinanza” (es. Baubock 1994, Soysal 1994) processi che tendono a minare l'importanza dello Stato-nazione tradizionalmente concepito (in termini cioè di controllo dell'immigrazione e della naturalizzazione) nel definire le dinamiche dell'integrazione, vale a dire lo sviluppo di 1) un insieme di diritti sociali fondati principalmente sulla residenza piuttosto che sulla nazionalità e 2) un insieme di diritti umani fondamentali indipendenti in linea di principio da nazionalità e residenza. Limiti: (a) le differenze tra i paesi sono di secondaria importanza; (b) visione statica e "posizionale" dell'appartenenza al gruppo (le persone occupano posizioni definite obiettivamente dai meccanismi allocativi dominanti delle società in cui vivono e tendono a sviluppare identità adeguate alle posizioni che occupano) 3. Diritti sociali degli immigrati per comparare sistemi di welfare (Sainsbury, 2012)
Welfare States e diritti degli immigrati • Politics inclusion and exclusion (Sainsbury, 2012)
“Politics of belonging”(Geddes & Favell, 2002 [1999]; Yuval-Davis, 2012): riferimento anche a processi intrinsecamente discrezionali e informali. Il processo è importante in sé e non solo i suoi risultati. “lo sporco lavoro del mantenimento del confine” (Fawell 1999) "La politica di appartenenza comprende un progetto politico specifico volto a costruire appartenenza a particolare collettività, costruite da questo progetto con limiti molto specifici (secondo specifici progetti politici di appartenenza, gli ebrei possono essere considerati come i tedeschi, per esempio, o i sostenitori dell'aborto possono essere considerati cattolici). […] La politica di appartenenza non riguarda solo le costruzioni dei confini, ma anche l'inclusione o esclusione di persone particolari, categorie sociali e raggruppamenti, all'interno di questi confini, da coloro che hanno il potere di farlo” (Yuval-Davis, 2012, pp. 10-18) Yuval-Davis comprende non solo la costruzione e la manutenzione dei confini da parte dei "poteri politici egemonici", ma anche la loro contestazione, sfida e negoziazione Image from: http://blackgirlflymag.tumblr.com/post/150827887502/bgf-black-lives-matter-if-youre-for-all-lives.
Politics of belonging Emergono esaminando ciò che viene richiesto a una persona specifica affinché possa essere considerato appartenente alla collettività: • Leggi sull’acquisizione della cittadinanza •Controllo dell'immigrazione •Diritti politici •Accesso al Welfare (livello locale, nazionale, sopranazionale) Discendenza comune Requisiti ascritti: più “racialized” meno permeabili Cultura, religione o linguaggio comune Più aperti a identificazione volontaria anche se spesso assimilazionista Lealtà e solidarietà basate su valori Confini più permeabili, approccio comuni e “mito” di un destino comune universalista (es. Democrazia o Diritti umani) Su Welfare Chauvinism, genere, immigrazione, populismo e nuovi nazionalismi in Eu v. bEUcitizen Del. 9.7
Oltre il livello nazionale • Multilevel governance of migration / local dimensions of integration (es. Caponio 2017; Zincone & Caponio 2006; Zapata-Barrero Caponio Scholten 2017) • Street-level bureaucracy (Lipsky, 1980; Dubois, 2012) operatori come assistenti sociali, insegnanti, mediatori culturali, educatori, infermieri, medici, agenti di polizia, operatori legali, volontari: non esecutori ma attori rilevanti nell’implementazione e co-costruzione delle politiche
Famiglie migranti e welfare L’intersezione tra i regimi di cura, migratori e lavorativi modella pratiche, azioni e differenze tra i paesi Emergono differenze e somiglianze tra i tre paesi
Welfare e immigrazione: CONCLUSIONI EUROPA: PROCESSI DIVERGENTI SU UNA TRAIETTORIA COMUNE andare verso un’economia politica transnazionale della cura. Cinque dinamiche: 1. Care drain 2. Invecchiamento società nelle regioni più ricche del mondo / alto tasso di natalità nelle regioni più povere 3. Crescita del capitale sanitario-assistenziale transnazionale 4. Contestazione politica su come soddisfare i bisogni sanitari e di cura 5. Difficoltà nel tenere insieme la dimensione della cura e delle migrazioni
CONCLUSIONI EUROPA: PROCESSI DIVERGENTI SU UNA TRAIETTORIA COMUNE andare verso un’economia politica transnazionale della cura Al di là di tutte le differenze tra stati c’è una convergenza nel modo in cui tutti gli stati europei stanno riducendo la spesa sociale attraverso l’impiego di migranti nel lavoro di cura.
In sintesi: Famiglie immigrati, Welfare e Cittadinanza 1. Le relazioni di genere e le obbligazioni famigliari intergenerazionali sono condizionate dalle leggi sulla migrazione e la cittadinanza e dalle politiche sociali, che definiscono le risorse dei migranti e i loro diritti 2. I diritti e gli svantaggi (o gli ostacoli) durante la migrazione - e la conseguente circolazione di cura e risorse economiche - sono stratificati tra cittadini e non cittadini, nonché tra diverse categorie di migranti (ad es. Cittadini dell'UE, cittadini di paesi terzi Con permesso di soggiorno temporaneo o permanente, richiedenti asilo, rifugiati) 3. In questa fase storica e politica, è di cruciale importanza considerare la sostenibilità politica, sociale e economica del (non) accesso al welfare da parte degli immigrati. I dati finora disponibili rivelano un sotto-utilizzo della maggior parte dei benefici e paesi e una politicizzazione del dibattito 4. L’accesso alle politiche sociali risulta cruciale per compensare gli effetti delle migrazioni sulla salute e sulla coesione sociale e per sostenere i processi di ridefizioni dei rapporti di genere e tra generazioni in corso nelle famiglie migranti in termini di pari opportunità 5. Il ruolo dei professionisti che si interfacciano con le famiglie migranti è cruciale per sostenere fiducia, agency e «sense of entitlement»
Grazie per l’attenzione! arianna.santero@unito.it
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