Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione

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Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione
Migrants waiting to be seen at the health clinic in Istanbul, Turkey. © IOM / Muse Mohammed
     2016

Famiglie immigrate e accesso al Welfare:
       prospettive di genere e generazione
                                     Arianna Santero
              «La salute e lo stato delle donne nel mondo» Ivrea - 12 novembre 2019
                         Evento Formativo Regionale - Cod. ECM 134 - 34937
Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione
Perché è importante:
• le donne sono molte…e anche i migranti

                                                  Dibattito/Rappresentazioni vs Statistiche
                                                  • In aumento        • Incidenza
                                                    drammatico          stazionaria
                                                  • Asilo come        • Famiglia e
                                                    ragione             lavoro prevalenti
                                                    prevalente        • Largamente
                                                  • Largamente          Europea,
                                                    maschile, da        femminile,
                                                    Africa e Medio-     cristiana
                                                    Oriente, di       • Benefica per
                                                    religione           tasse, contributi,
  • almeno 3,4% pop. mondiale                       musulmana           consumi?
  •circa 11% pop. UE-28, malgrado diminuzione     • Gravosa per lo
  saldi migratori paesi meridionali                 Stato
  (fonti: Caritas Migrantes, UN, Eurostat, IOM)
Famiglie immigrate e accesso al Welfare: prospettive di genere e generazione
Famiglie migranti in Italia
                                                   Popolazione straniera in Italia (2019)            Foreign residents in Italy by country of origin –
                                                   Incidenza sul totale residenti: 8,7%               first 3 nationalities in 2019
                                                   5.255.503 di cui donne: 52%                       Country      No.                 % on the foreign
                                                                  minori: 20%                        of origin                        residents
                                                                  dall’UE: 30%                       Romania      1.206.938 f 57%     23%
                                                   *studenti 9,7% - 63,8% 2G                         Albania      441.027 f 48%       8,4%
• La migrazione famigliare è la
                                     Permessi di soggiorno non UE Istat 2019 Morocco                              422.980 f 47%       8%
  categoria principale di ingresso   di cui: 43% motivi di famiglia
  nei paesi OCSE, circa il 40% dei
  flussi e da un quarto a metà dello                           Nel 2014:
                                                               52,5% lavoro (F39,7%)
  stock (IMO 2018)                                             34,1% famiglia (F64,5%)
                                                                               7% asilo
• Presenta peculiarità secondo la                                              3,2% studio
  provenienza e la struttura della                                             3,2% altro
  famiglia                                                         Miste straniero e
• Le famiglie con almeno uno                                         italiana 2%     Entrambi stranieri 3%

  straniero in Italia sono 1,8 milioni                   Miste italiano e                                                           57,5% vive nel
                                                          straniera 7%                                                              Nord, 25,4%
                                                                                                                                    nel Centro,
                                                                                      Entrambi italiani
 Child Migration &the Law: Status, detention and                                                                                    12,2% nel Sud
 court proceedings                                                                         88%
                                                                                                                                    e 4,9% Isole
 https://www.youtube.com/watch?v=wXV7k9Uif28              Matrimoni per tipologia di coppia (Istat 2016)
Profilo per età e sesso della popolazione residente in
Italia, cittadini non italiani e italiani (2011).
                                            Popolazione con cittadinanza italiana

      100 e più
            95
            90
            85
            80
            75
            70
            65
            60
            55
            50
            45
            40
            35
            30
            25
            20
            15
            10
             5
             0
                  1,6   1,4   1,2   1,0   0,8   0,6   0,4    0,2     0,0       0,2   0,4   0,6   0,8   1,0   1,2   1,4   1,6
                                                            maschi   femmine

                                      Fonte: elaborazione da dati Istat.
Profilo per età e sesso della popolazione residente in
Italia, cittadini non italiani e italiani (2011).
                                          Popolazione con cittadinanza non italiana

      100 e più                                                                                                                una popolazione
            95
            90                                                                                                                 giovane con
            85
            80
            75
                                                                                                                               pochi anziani,
            70
            65
                                                                                                                               molti adulti e
            60
            55
                                                                                                                               bambini
            50
            45                                                                                                                 graduale
            40
            35
            30
                                                                                                                               avvicinamento a
            25
            20
                                                                                                                               modelli
            15
            10
                                                                                                                               riproduttivi
             5
             0                                                                                                                 autoctoni
                  1,6   1,4   1,2   1,0   0,8   0,6   0,4    0,2     0,0       0,2   0,4   0,6   0,8   1,0   1,2   1,4   1,6
                                                            maschi   femmine

                                      Fonte: elaborazione da dati Istat.
Profilo per eta' e cittadinanza della popolazione residente al 1°
                                      gennaio 2007 - Italia
3,2
3,0
2,8
2,6
2,4
2,2
2,0
1,8
1,6
1,4
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
      0   5   10   15   20   25   30   35   40     45       50      55       60   65   70   75   80   85   90   95   100 e
                                                                                                                      più

                                                 italiani        stranieri
Profilo per eta' e cittadinanza della popolazione residente al 1°
                                      gennaio 2011 - Italia
3,2
3,0
2,8
2,6
2,4
2,2
2,0
1,8
1,6
1,4
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
      0   5   10   15   20   25   30   35   40     45       50      55       60   65   70   75   80   85   90   95   100 e
                                                                                                                      più

                                                 italiani        stranieri
Perché è importante:
•le donne sono molte…e anche i migranti
• guardare a loro aiuta a capire processi che
riguardano tutti:
meccanismi di costruzione (e riproduzione) delle
diseguaglianze e dei nuovi rischi sociali; relazioni di potere
asimmetriche e controllo delle risorse tra gruppi, processi di
costruzione di relazioni familiari; definizione di obbligazioni
e aspettative; influenza del contesto; dimensioni ideali,
valoriali e culturali
Fonte: “Let’s talk about race” , O - the Oprah Magazine, maggio 2017.
• Gli immigrati in Italia mostrano tassi di occupazione relativamente simili (o più alti
  a parità di altre condizioni) e livelli salariali inferiori rispetto a quelli dei nativi, e si
  presentano come nettamente meno qualificati rispetto agli immigranti residenti in
  altri paesi UE

  % di immigrati e nativi con istruzione terziaria (ISCED 5-8), 2016.
                                                                                      “Ethnic
                                                                                      penalties” nel
                                                                                      mercato del
                                                                                      lavoro in
                                                                                      Italia

                                                                                      LAVORI DELLE
                                                                                      5P

                    Frattini e Vigezzi, 2018, ELFS 2nd Migration Observatory Report
Quando lavorare non basta: Working poor

Essere un lavoratore povero significa avere una retribuzione inferiore a 2/3 del
salario mediano calcolato su base oraria: più bassa è la remunerazione più ci si
allontana dal decent work.

                                                                Secondo stime
                                                                Istat 2016,
                                                                working poor
                                                                6/10 donne
                                                                immigrate che
                                                                svolgono un
                                                                lavoro pagato
Diversi indicatori suggeriscono l’esistenza di tensioni tra
  impegni di lavoro e famiglia specie per gli immigrati
   (Bonizzoni, 2014; Santero e Naldini, 2017):

1) Declino del numero di nati da madre straniera (dal 2012)
2) Sovra-rappresentazione immigrati nei settori meno qualificati e meno pagati
   (Reyneri & Fullin, 2011; Istat, 2015) e nelle nicchie più informali e etnicizzate
   come nel caso di colf e “badanti” (Sciortino, 2004; Ambrosini, 2013;
   Triandafyllidou, 2013)
3) Elevato tasso di disoccupazione delle donne straniere (OECD)
4) Più alto rischio di povertà dei bambini nelle famiglie immigrate (es. Saraceno,
   Sartor & Sciortino, 2013)
Immigrant families and public policies: purpose

to explore the relative position of migrant families in the countries
   of destination with respect to access to family entitlements

                                                                        15
Migrant families, care & policies in receiving countries

             The (transnational) caregiving 'capacity' is influenced by:

Migration regimes influence                     STRUCTURAL FACTORS
order of arrivals; gendered
rates of family reunions;                                                                         Welfare reform can
household structures;                                                                                reduce eligibility
directions & degree of                                                                             influencing family
dependency; visits                                                                          relationships (Glick 2010);
(MAFE 2013, Kofman 1999, Glick                      MESO FACTORS
2010, Attias-Donfut et al. 2012,
                                                                                          obstacles due to language
Baldassar Baldock & Wilding                                                                     and family structures
2007, Bonizzoni 2014)                                                                      (Hirokazu et al. 2014); intra-
                                                                                               EU migrants underuse
                                                                                             entitlements (Eurofound
                                                 INDIVIDUAL FACTORS                                                2015)

            Socio-economic resources, 'sense of duty', ideals on motherhood & fatherhood                                    16
               (Baldassar et al. 2007, Bryceson &Vuorela 2002, Faircloth et al 2013, Parreñas 2005)
A cross-country perspective. Migration,
    labour and welfare regimes – the nexus

          migration

           welfare

                                             17
Un esempio: RdC in Italia
La legge che introduce il Rdc prevede (art. 2) che questo venga concesso tanto ai cittadini italiani quanto ai
     cittadini stranieri, comunitari o extracomunitari (con carta di soggiorno), purché residenti in Italia da
     dieci anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo
6 marzo-8 ottobre 2019 delle 982 mila domande accolte (65% delle presentate), il 10 per cento va a nuclei
     familiari composti da stranieri (3% UE,6% extraUE,1%miste)
Una percentuale troppo alta o troppo bassa?
Se gli stranieri residenti in Italia nel 2009 fossero tutti rimasti in Italia per dieci anni, e consecutivamente negli
     ultimi due, la loro percentuale sul totale della popolazione sarebbe pari al 6,4.
Si può dunque sostenere che gli stranieri sono proporzionalmente avvantaggiati, rispetto agli italiani, nel
     ricevere il reddito o la pensione di cittadinanza? La risposta è negativa. Non è corretto guardare al dato
     complessivo della popolazione ma si deve anzi guardare in particolare al sottoinsieme dei poveri,
     che sono i destinatari di queste misure.
• Istat 2018: 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà: 68,9% soli italiani e 31,1% con stranieri
Una possibile spiegazione
Il requisito dei 10 anni di residenza
Una circolare INPS 5 luglio ha sospeso "l’istruttoria di tutte le domande presentate a decorrere dal mese di aprile 2019 da parte di
richiedenti non comunitari« perché la legge di conversione (art. 2 co. 1 bis) del decreto che ha introdotto Rdc/Pdc ha imposto nuove
condizioni a carico dei cittadini extra-comunitari per l’ottenimento della misura: dimostrare la propria situazione patrimoniale e
reddituale producendo "una certificazione dell’autorità estera competente, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare
italiana". Questa previsione non si applica ai rifugiati politici e ai "cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea nei quali è
oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni".
L’individuazione dei Paesi dove è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni in questione è demandata a un decreto attuativo
del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, 19
                                                                                                                                         la cui
Results. Child benefits

                         General             TCN/migrants          Portable
                     means-tested but
                     inclusive
       Italy                              long-term residence         NO
                     timely application
                     universal            legal residence
                                          OR
       Netherlands   granted              employment
                                                                      YES
                     automatically        (if not resident)
                                          legal residence
                                                                     Partial
       Israel        (semi-)universal     6-months-employment       (up to 3
                                          (limited due to de-       months)
                                          familisation policies)
                                                                               20
Results. Pregnancy, Maternity and/or Parental Leave

                        General          TCN/migrants            Portable
                    employment status    affected due to
      Italy         type of employment   vulnerable                   YES
                    matters              employment status

                    employment status    affected due to
      Netherlands   type of employment   vulnerable                   NO
                    matters              employment status

                                         requested to leave           SEMI
                                         upon birth; may be   (for Israeli citizens
      Israel        employment status
                                         allowed to return    working for Israeli
                                         without the baby          employer)

                                                                                      21
Results. Childcare allowances/services
                     General             TCN/migrants           Portable
              Subsidised childcare;      residence status
              level related to:
Italy         – income                   differences per area
                                                                   NO
              – family composition       of residence
                                                                    SEMI
              Tax-related                residence status
                                                                (those who
              childcare allowance:       (indirectly =>
Netherlands   – scope employment         employment
                                                                live and/or
                                                                   work in
              – income level             permit)
                                                                  EU/EEA)
              Subsidised childcare for
              citizens and residents:
                                         labour migrants
              – family structure
Israel        – employment status &
                                         non-eligible => own       NO
                                         system
              scope
              – income level                                                  22
Essere «meritevoli» : criteri diversi
 Supports to family relations - and the subsequent circulation of care and
  economic resources within the family – tend to be stratified
  between citizens and non-citizens – yet the stratification differs per country
  and type of entitlement.

 TCNs: there is a clear intersection/interplay between migration status,
  residence status and entitlement

 Different types of barriers to family-related entitlement can be
  distinguished, incl. legal, bureaucratic, economic

                                                                                   23
Conciliazione tra famiglia e lavoro
  delle famiglie migranti

comportamenti e narrazioni delle donne migranti alla nascita
del primo figlio, la loro partecipazione al mercato del lavoro
durante la transizione alla genitorialità nel paese di destinazione,
il loro uso di congedi, nidi o strategie di cura basate sul
supporto informale.
IL RUOLO DEL CONTESTO ITALIANO
     Welfare state italiano è stato classificato ‘familialism by default’
      assumendo non solo ruoli di genere tradizionali ma anche forti
      obbligazioni intergenerazionali.

     Italia è anche descritta come corporativista, con protezioni sociali che
      seguono le divisioni del mercato del lavoro, acuite dagli 1990s da un
      percorso Mediterraneo di “parziale e selettiva deregolazione” (Esping-
      Andersen & Regini 2000, Barbieri e Sherer, 2009)

In questo contesto, migranti con occupazioni precarie (Fullin and Reyneri, 2010;
     OECD, 2014; Venturini and Villosio, 2017), specie nel settore domestico/della cura
     (Bettio, Simonazzi and Villa, 2006; Da Roit et al. 2013; Ambrosini, 2013), possono non avere
     accesso a misure di conciliazione (Bonizzoni, 2014; Santero & Naldini, 2017).
     Inoltre, politiche migratorie più restrittive/securitarie riducono il
     supporto da parenti che vivino vicino.
                                                                                                    25
Scelta o vincoli?
              Contesto culturale e istituzionale

                    Institutional
                      Context

                                    Ideali di genitorialità e
                                    “maglio per il bambino”
     Risorse socio-                 (di Lui e di Lei)
     economiche (di
     Lui e di Lei)

 Pratiche di conciliazione famiglia-lavoro e interruzioni lavorative
                                                                26
Mixed-method
Quantitativo
Istat 2012 “Indagine campionaria sulle nascite e le madri”  dati
  su madri straniere e italiane occupazione e conciliazione
  durante la gravidanza e 2 anni dopo la nascita dei figli

Qualitativo
44 Interviste con genitori di diversi paesi d’origine e circuiti
 migratori (Romania, Marocco, Tunisia, Perù)  narrazioni
 intorno alle strategie di conciliazione e alle pratiche di cura
 durante la gravidanza e 2-6 anni dopo la nascita dei figli

(research project “Practices and Policies around Parenthood. Work-family balance and childcare in multicultural
   contexts” - comparative Transparent research network – CSP&UNITO funds – Santero e Solera, 2018)
RISULTATI – ANALISI QUANTITATIVE

-Le madri straniere sono più spesso fuori dal mercato del lavoro che le madri
italiane, e più spesso per ragioni famigliari, specialmente se dall’Africa

-L’istruzione fa meno differenza

-Quando lavorano, le madri immigrate sono più concentrate nei lavori poco
pagati (manuali) e il tipo di contratto ha lo stesso effetto sul rischio di
interruzione che per le italiane. Questo suggerisce l’importanza di meccanismi
strutturali e non solo culturali

-Più importanti nelle strategie di conciliazione i servizi educativi, meno i nonni
RISULTATI – ANALISI QUALITATIVE

Gli ideali espressi dagli intervistati riguardano pratiche di cura centrate sulla madre
e “buon padre procacciatore di reddito”.
Tuttavia, emergono tensioni tra ideali/piani e le pratiche intorno alla
partecipazione occupazionale e alle responsabilità di cura:
• Interruzioni lavorative involontarie
• Rientri al lavoro nel primo anno del bambino
Pur nello stesso contesto instituzionale, economico e culturale, i genitori migranti
hanno una posizione strutturalmente svantaggiata rispetto ai nativi e attuano
pratiche di conciliazione flessibili, agency

Romania: ideali paritari (pur con pratiche asimmetriche)
Perù: legittimità delle “madri (single) procacciatrici di reddito”
Marocco: prevalenza di asimmetrie di genere sia negli ideali che nelle pratiche, ma
innovazioni rispetto alla famiglia d’origine e minore controllo sociale in
emigrazione
IL CONTESTO CONTA!

• Emergono contraddizioni tra ideali (“the good father
  provider”, “intensive motherhood”) e pratiche
• Narrazioni “tradizionali” possono essere usate per
  colmare gli scarti tra ideali e pratiche
• Anche se l’immigrazione incoraggia l’innovazione e la
  negoziazione dei rapport di genere e tra generazioni, il
  contesto ricevente nel caso italiano tende a ridurre
  l’emergere di pratiche meno asimmetriche di divisione
  delle responsabilità tra lavoro di cura e lavoro pagato
  nelle famiglie migranti e a sfavorire la permanenza nel
  mercato del lavoro pagato delle madri
Un «peso» per il welfare state?
I risultati di ricerca disponibili non supportano le rappresentazioni degli immigrati come “individui
     immeritevoli” rispetto alla sostenibilità dei sistemi di welfare dei paesi riceventi, ma un quadro
     è più complesso, con variazioni tra gruppi di immigrati, paesi di ricezione, aree di policies e
     misure (es. Anastasa & Paligrova 2005; Giua 2017, Zimmerman et al 2012; EC 2014; Luppi et al 2017, Eurofond
     2015, EC 2019):
1)   In diversi paesi, gli immigrati tendono a essere sottorappresentati tra chi riceve benefici per pensioni d’anzianità,
     salute, disabilità, e sovrarappresentati tra beneficiari di sussidi di disoccupazione, per la famiglia e l’infanzia
     (Zimmerman et al 2012; EC 2014; EU 2019)
2)   Gli immigrati sono relativamente più propensi a ricevere benefici non contributivi (assistenza sociale/ housing) e
     meno contributivi (pensioni d’anzianità, trasferimenti per disoccupazione e malattia) soprattutto nei paesi con
     welfare più generoso (Boeri 2009)
3)   Controllando per status socio-economico gli immigrati tendono a utilizzare meno benefici rispetto ai nativi (Barrett
     & Maitre 2011, EC 2019) e l’occupazione risulta l’unico determinante del contributo fiscale netto degli immigrati
     (OECD 2013)
4)   Pochi studi in Italia, alcuni risultati mostrano che solo una minoranza di immigrati ha aspettative di supporto
     pubblico, quasi esclusivamente verso i bambini – pur con differenze tra paesi d’origine e livello d’istruzione, la
     conoscenza delle misure esistenti è limitata (Albertini e Semprebon, 2018); le domande sono inferiori ai beneficiari
     potenziali e è più elevato il tasso di respingimento (Ponzo e Ricucci 2013); non titolarità per posizione strutturale
     (Bonizzoni 2014, Santero 2016) residenza/abitazione (es Gargiulo)
Famiglie Migranti e Welfare in prospettiva di genere
e generazione: strumenti concettuali e
metodologici
Genere, famiglie e migrazioni
• Le migrazioni internazionali attraverso il concetto di
   genere (Kofman & Raghuram, 2015)
   •   Intersectionality
   •   “catena globale della cura”
   •   politiche migratorie e obbligazioni famigliari

Welfare States e Diritti degli immigrati
• Stratificazione Civica (Lockwood, 1996)
• Politiche di inclusione e esclusione (Sainsbury, 2012)
• “Politics of belonging” (Yuval-Davis, 2012)
Intersectionality (Crenshaw, 1989) teorie del triplice svantaggio: genere, classe
e etnia (Anthias e Yuval Davis 1992, Campani 1994 2003)
 Ogni persona appartiene a più categorie sociali. Non basta fare un elenco di queste categorie
                                  ma è necessario considerare le relazioni esistenti tra di loro
                  https://www.ted.com/talks/kimberle_crenshaw_the_urgency_of_intersectionality

Divisione internazionale del lavoro riproduttivo (Parreñas 2000) e “catena
globale della cura” (Hochschild 2000, Anderson 2000, Balsamo Colombo
Andall, 2003, Ehrenreich e Hochschild 2004, Marchetti )
       Sempre più donne nei paesi a economie avanzate affidano lavoro famigliare a donne (o
   uomini) migranti, che a loro volta lasciano nel paese d’origine bambini o anziani e delegano
       altre donne a prendersene cura. Nella “divisione internazionale del lavoro riproduttivo”
(Parrenas 2000) ogni anello della catena è una lavoratrice che dipende da un’altra, con legami
      personali asimmetrici “attraverso il globo basati sul lavoro di cura pagato e non pagato”
                                                                               (Hochshild 2000)

                          *domestic workers' meeting in new delhi. january 2014. photo by sabrina marchetti domequal.eu
Processo a tre livelli: quando una madre migrante
 CATENE DI CURA                             del sud del mondo lascia nel paese d’origine i suoi
                                            famigliari per prendersi cura dei bambini e della
Williams da concetto di Parreñas            famiglia di una donna lavoratrice di un paese ricco del
                                            nord del mondo.
Sfide:
• Le catene sono sia regionali che globali
• Non vi è una netta separazione tra paesi di
   ricezione e di invio
• Presenza di immigranti senza figli
• Presenza di migranti che portano i figli
   con sé e spesso anche le loro madri
• Non è un lavoro di cura rivolto solo al ceto
   più elevato
• Presenza di lavoratori uomini
                                                      UN Women, Facebook post, 09.12.2018
“Women comprise about
73.4 per cent (or around
8.5 million) of all migrant
domestic workers.
Domestic work is a much
more important source of
employment for female
migrant workers than for
male migrant workers – 13
per cent of all female
migrant     workers         are
domestic workers while
only 4 per cent of male
migrant     workers         are
engaged in paid domestic
work”.     Amelita King-Dejardin, The social construction of    migrant care work. At the intersection of
              care, migration and gender, International Labour Office – Geneva: ILO, 2019
NUOVI TREND NELLE
POLITICHE DI CURA
  • Investimento statale nel capitale umano degli
    adulti in età da lavoro
  • Aumento dell’occupazione femminile
  • Modernizzazione del welfare
CONTRADDIZIONI
Lo stato riconosce la sua responsabilità nell’andare incontro alle donne lavoratrici
(doppio ruolo)
Ma dall’altra parte non ci sono servizi statali e le politiche si basano su
trasferimenti monetari

crescita del mercato         aiuto domestico spesso a            Svolto da coloro che hanno
privato                      basso costo senza tutele            minore potere negoziale
NUOVI TREND NELLE
POLITICHE DI CURA
      Dal punto di vista storico da sempre i migranti che lavorano nei settori di cura
      hanno avuto un ruolo importante come fornitori di servizi        è l’unico modo
      per mantenere un modello di welfare basato sull’ingresso delle donne nel MdL e
      su un mercato della cura sottovalutato e sottopagato.
CONTRADDIZIONI
Lo stato riconosce la sua responsabilità nell’andare incontro alle donne lavoratrici
(doppio ruolo)
Ma dall’altra parte non ci sono servizi statali e le politiche si basano su
trasferimenti monetari

crescita del mercato         aiuto domestico spesso a            Svolto da coloro che hanno
privato                      basso costo senza tutele            minore potere negoziale
POLITICHE DI CURA dell’infanzia:                  POLITICHE MIGRATORIE:

• Rapida crescita dell’occupazione femminile           • Passaggio da paese di
• Pochi congedi, bassa copertura nidi                    emigrazione a paese di
• Dagli anni ‘90 crescita del lavoro di cura privato     immigrazione non
                                                         controllata / securitaria

SPAGNA, ITALIA
CONVERGENZE TRA REGIMI
              SVEZIA                        GRAN BRETAGNA            SPAGNA/ITALIA
• Servizi pubblici                       Passaggio da AU PAIR      • Modello MIGRANT IN
• Poche assunzioni nel settore privato                               THE FAMILY - MODEL
• Poco affidamento sulla famiglia        a YOUTH MOBILITY SCHEME     OF CARE
                                                                   • Sussidi per madri
                                                                     lavoratrici
                                                                   • Regolarizzazione delle
                                                                     donne migranti
TREND EMERGENTI NON VISIBILI NELLE STATISTICHE

 • Lavoro nero
 • Mercato grigio del lavoro domestico
 • La regolamentazione del settore dei servizi
   a domicilio ha migliorato le condizioni di
   lavoro delle lavoratrici domestiche ma non
   le condizioni di quelle irregolari

 «Semi-compliance» = abbiamo una politica migratoria
 che definisce delle regole, ma i costi per seguirle sono
 tali che in ogni paese si crea una zona d’ombra che
 conviene ai datori di lavoro e anche ai migranti stessi.
PRATICHE E POLITICHE DEL MERCATO DEL LAVORO
Lavoro svolto entro le mura domestiche   Meno protezioni contrattuali e più
                                                  sfruttamento

                                              UN Women, Facebook post, 09.12.2018
ENFASI SUI FATTORI POLITICI

I discorsi politici
influenzano
la politica di cura.
Esempio: Italia
CATENE GLOBALI DI                    CATENE GLOBALI DI
      CURA                               ASSISTENZA
                                      INFERMIERISTICA

 Williams individua delle similitudini tra lavoratori sanitari e
 lavoratori migranti impiegati nel settore di cura a domicilio:
                 • Discriminazioni
                 • Mancanza di riconoscimento
                 • Scarse tutele
Who cares the carers?
Famiglie transnazionalità forzata, nuclearizzazione e “agency”

  Vs VISIONE DEFICITARIA Le leggi migratorie e il contesto ricevente
  definiscono le risorse delle famiglie migranti, alcuni comportamenti
  possono essere “strategie di coping” es. Progettualità breve
Civic stratification: diritti stratificati
• La teoria della stratificazione civica (Lockwood, 1996; Morris, 2003;
  Kofman, 2005) aiuta a studiare se e come determinate categorie di
  cittadini migranti incontrino barriere legali (e pratiche) nell'accesso
  ai diritti sociali nei paesi riceventi

• Per "esclusione civica" si intendono ostacoli legali e/o sostanziali
  per l'accessibilità di tali diritti

• Secondo Lockwood (1996, p. 537), "deficit civico" è una situazione
  in cui una mancanza di risorse impedisce l’esercizio di diritti
  formalmente goduti o l’acquisizione di requisiti per esserne titolare
    • Deficit fiscale (risorse economiche)
    • Deficit di potere (capacità di esercitare i diritti)
    • Deficit da stigma (rappresentazione sociale e morale
       (de)legittimante l'effettivo impiego dei benefici)
Un esempio: i diritti sociali dei migranti interni all’UE

Sistemi di Welfare e barriere di Genere e Generazione
   - Criteri di accesso sembrano essere più restrittivi nei
   paesi che sviluppano i sistemi di welfare più generosi
   - Genere, età, situazione occupazionale e famigliare
   sono aspetti cruciali nel limitare l’accesso ai diritti sociali
       - Le categorie più esposte sono, tra le persone “non
         economicamente attive”, studenti, “dependent family
         members”, madri single (per l’intersezione tra situazione
         famigliare e posizione lavorativa).
       • E tra gli attivi, i lavoratori a basso reddito

   (Fonte: http://beucitizen.eu/publications/gender-and-generational-dimensions-in-
   accessing-to-social-rights-by-eu-mobile-citizens-deliverable-9-2/ paesi: Denmark,
   Germany, the Netherlands, Spain, Sweden, Hungary, Italy and UK - pre Brexit data
   collection; aree di policies: Subsistence benefits; Health care; Housing; Education)

                                                                                          47
Approcci comparativi alternativi su
               migrazione, integrazione e Stato
1.“Political economy" (Castles & Kosack, 1973, Solomos, 1993): flussi migratori e discriminazioni
  nei confronti degli immigrati in termini di funzione all'interno del capitalismo avanzato e delle
  sue caratteristiche relazioni centro-periferia
2.“Cittadinanza” (es. Baubock 1994, Soysal 1994) processi che tendono a minare l'importanza
  dello Stato-nazione tradizionalmente concepito (in termini cioè di controllo dell'immigrazione e
  della naturalizzazione) nel definire le dinamiche dell'integrazione, vale a dire lo sviluppo di 1)
  un insieme di diritti sociali fondati principalmente sulla residenza piuttosto che sulla nazionalità
  e 2) un insieme di diritti umani fondamentali indipendenti in linea di principio da nazionalità e
  residenza.
Limiti: (a) le differenze tra i paesi sono di secondaria importanza; (b) visione statica e "posizionale"
  dell'appartenenza al gruppo (le persone occupano posizioni definite obiettivamente dai meccanismi allocativi
  dominanti delle società in cui vivono e tendono a sviluppare identità adeguate alle posizioni che occupano)
3. Diritti sociali degli immigrati per comparare sistemi di welfare (Sainsbury, 2012)
Welfare States e diritti degli immigrati
• Politics inclusion and exclusion (Sainsbury, 2012)
“Politics of belonging”(Geddes & Favell, 2002 [1999]; Yuval-Davis, 2012):
  riferimento anche a processi intrinsecamente discrezionali e informali. Il processo è
  importante in sé e non solo i suoi risultati.

“lo sporco lavoro del mantenimento del confine” (Fawell 1999)

"La politica di appartenenza comprende un progetto politico specifico volto a costruire appartenenza a
   particolare collettività, costruite da questo progetto con limiti molto specifici (secondo specifici
   progetti politici di appartenenza, gli ebrei possono essere considerati come i tedeschi, per esempio,
   o i sostenitori dell'aborto possono essere considerati cattolici). […] La politica di appartenenza non
   riguarda solo le costruzioni dei confini, ma anche l'inclusione o esclusione di persone particolari,
   categorie sociali e raggruppamenti, all'interno di questi confini, da coloro che hanno il potere di
   farlo”
 (Yuval-Davis, 2012, pp. 10-18)

Yuval-Davis comprende non solo la costruzione e la manutenzione dei confini da parte dei "poteri
  politici egemonici", ma anche la loro contestazione, sfida e negoziazione

                             Image from: http://blackgirlflymag.tumblr.com/post/150827887502/bgf-black-lives-matter-if-youre-for-all-lives.
Politics of belonging
      Emergono esaminando ciò che viene richiesto a una persona specifica affinché possa
      essere considerato appartenente alla collettività:
           • Leggi sull’acquisizione della cittadinanza
            •Controllo dell'immigrazione
            •Diritti politici
            •Accesso al Welfare          (livello locale, nazionale, sopranazionale)

         Discendenza comune                             Requisiti ascritti: più “racialized”
                                                        meno permeabili
         Cultura, religione o linguaggio comune         Più aperti a identificazione volontaria
                                                        anche se spesso assimilazionista
         Lealtà e solidarietà basate su valori          Confini più permeabili, approccio
         comuni e “mito” di un destino comune           universalista
         (es. Democrazia o Diritti umani)

Su Welfare Chauvinism, genere, immigrazione, populismo e nuovi nazionalismi in Eu v. bEUcitizen Del. 9.7
Oltre il livello nazionale
• Multilevel governance of migration / local dimensions of integration
  (es. Caponio 2017; Zincone & Caponio 2006; Zapata-Barrero Caponio
  Scholten 2017)

• Street-level bureaucracy (Lipsky, 1980; Dubois, 2012) operatori come
  assistenti sociali, insegnanti, mediatori culturali, educatori, infermieri,
  medici, agenti di polizia, operatori legali, volontari: non esecutori ma
  attori rilevanti nell’implementazione e co-costruzione delle politiche
Famiglie migranti e welfare

L’intersezione tra i regimi di cura,
migratori e lavorativi modella pratiche,
azioni e differenze tra i paesi

Emergono differenze e somiglianze tra i
tre paesi
Welfare e immigrazione: CONCLUSIONI
EUROPA: PROCESSI DIVERGENTI SU UNA TRAIETTORIA COMUNE  andare
verso un’economia politica transnazionale della cura. Cinque dinamiche:

            1. Care drain
            2. Invecchiamento società nelle regioni più ricche
               del mondo / alto tasso di natalità nelle regioni
               più povere
            3. Crescita del capitale sanitario-assistenziale
               transnazionale
            4. Contestazione politica su come soddisfare i
               bisogni sanitari e di cura
            5. Difficoltà nel tenere insieme la dimensione della
               cura e delle migrazioni
CONCLUSIONI
EUROPA: PROCESSI DIVERGENTI SU UNA TRAIETTORIA COMUNE  andare
verso un’economia politica transnazionale della cura

              Al di là di tutte le differenze tra stati
              c’è una convergenza nel modo in cui
              tutti gli stati europei stanno
              riducendo la spesa sociale attraverso
              l’impiego di migranti nel lavoro di
              cura.
In sintesi: Famiglie immigrati, Welfare e Cittadinanza
 1.   Le relazioni di genere e le obbligazioni famigliari intergenerazionali sono
      condizionate dalle leggi sulla migrazione e la cittadinanza e dalle politiche
      sociali, che definiscono le risorse dei migranti e i loro diritti
 2.   I diritti e gli svantaggi (o gli ostacoli) durante la migrazione - e la conseguente
      circolazione di cura e risorse economiche - sono stratificati tra cittadini e non
      cittadini, nonché tra diverse categorie di migranti (ad es. Cittadini dell'UE,
      cittadini di paesi terzi Con permesso di soggiorno temporaneo o permanente,
      richiedenti asilo, rifugiati)
 3.   In questa fase storica e politica, è di cruciale importanza considerare la
      sostenibilità politica, sociale e economica del (non) accesso al welfare da
      parte degli immigrati. I dati finora disponibili rivelano un sotto-utilizzo della
      maggior parte dei benefici e paesi e una politicizzazione del dibattito
 4.   L’accesso alle politiche sociali risulta cruciale per compensare gli effetti delle
      migrazioni sulla salute e sulla coesione sociale e per sostenere i processi di
      ridefizioni dei rapporti di genere e tra generazioni in corso nelle famiglie
      migranti in termini di pari opportunità
 5.   Il ruolo dei professionisti che si interfacciano con le famiglie migranti è cruciale
      per sostenere fiducia, agency e «sense of entitlement»
Grazie per l’attenzione!
    arianna.santero@unito.it
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